SR = self-report OR = observer-report P = performance
1. test di stato emozionale
- DES (Differential Emotion Scale) 71-79 SR - RIR (Rochester Interaction Record) 91 SR - PANAS (Positive and Negative Affect Schedule) 88 SR - BSRS (Brief Shame Rating Scale) 92-94 SR
2. test di espressivit emotiva
- ACT (Affective Communication Test) 80 SR - BEQ (Berkeley Expressivity Questionnaire) 95-97 SR - EEQ (Emotional Expressivity Questionnaire) 90 SR - EES (Emotional Expressivity Scale) 94 SR - FEFS (Five Expressivity Facet Scales) 98 SR - FEQ (Family Expressiveness Questionnaire) 86-91 SR
3. test di intensit / controllo / regolazione emotiva
- ECQ (Emotion Control Questionnaire) 89 SR - CECS (Courtauld Emotional Control Scale) 83 SR - AIM (Affect Intensity Measure) 84-85 SR - EIS (Emotional Intensity Scale) 94 SR - ERQ (Emotion Regulation Questionnaire) 03 SR - Questionario sulla Regolazione di Feldman Barrett et al. 01 SR - Vedi anche: Eq-i, MEIS, SEI, TMMS, MSCEIT
4. test di riconoscimento di emozioni
- PAT (Perception of Affect Task) 93 P - Compito di Tomkins e McCarter 64 P - J ACBART (J apanese and Caucasian Brief Affect Picture Test) P - PONS (Profile of Nonverbal Sensitivity) 79 P - NDT (Nonverbal Discrepancy Test) 82 P - Rothembergs Social Sensitivity Test 70 P - Vedi anche: MEIS, MSCEIT, SEI, EARS
5. test di consapevolezza emozionale / alessitimia
- TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale) 94 SR - BVAQ (Bermond-Vorst Alexithymia Questionnaire) 01 SR - OAS (Observer Alexithymia Scale) 00 OR - LEAS (Levels of Emotional Awareness Scale) 90 P - MAS (Mood Awareness Scale) 95 SR - Vedi anche: Eq-i, TMMS
6. test di comprensione delle emozioni
- Compito di Cassidy et al. 92 P - Mixed emotions di Kestenbaum e Gelman 95 P - Vedi anche: Eq-i, MEIS, MSCEIT
7. test di Intelligenza Emotiva (EI)
- EQ-i (Emotional Quotient Inventory) 97 SR - MEIS (Multi-factor Emotional Intelligence Scale) 99 P - MSCEIT (Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test) 01-03 P - TMMS (Trait Meta-Mood Scale) 95 SR - SEI (Scale of Emotional Intelligence) 98 SR - EARS (Emotional Accuracy Research Scale) 96-01 P - SPOAS (Style in the Perception of Affect Scale) 96 SR
8. test di empatia / decentramento
- IPT (Interpersonal Perception Test) 71-72 P - FASTE (Feshbach Affective Situation Test for Empathy) 68 P - ECSS (Empathy Continuum Scoring System) 87-89-93 P - IRI (Interpersonal Reactivity Index) 80-83 SR - Empathy Scale 69 SR - Questionnaire Measure of Emotional Empathy 72 SR - Index of Empathy for Children and Adolescent 82 SR - How I Feel In Different Situations 91 SR - Affective Perspective-taking Task 86 P - Vedi anche: EARS, EQ-i
9. scale cliniche
- ASI (Anxiety Sensitivity Index) 86 SR - BAI (Beck Anxiety Inventory) 88 SR - BDI (Beck Depression Inventory) 61 SR - PILL (Pennebaker Index of limbic Languidness) 82 SR
10. altri test usati nelle ricerche sulle emozioni
- Marlowe-Crowne Social Desirability Scale 60-64 SR - SMS (Self-Monitoring Scale) 74-86 SR - RSMS (Revised Self- Monitoring Scale) 84 SR Alcune note sulla costruzione e sulle caratteristiche dei test
1. Performance vs. self-report
La prima caratteristica da prendere in considerazione per valutare adeguatamente un test il tipo di risposta richiesto: unautodescrizione (self-report) o una misura di performance. Molti dei test presentati in questa guida sono in effetti delle auto-descrizioni. Questo tipo di strumenti pu avere una buona validit in alcune situazioni, ma soffre anche di alcuni problemi generali. Innanzitutto, pu essere facilmente distorto dalla presentabilit sociale delle risposte; in secondo luogo, anche se il soggetto non intende presentarsi in una luce favorevole, pu dare delle descrizioni di s poco congruenti con la realt a causa della scarsa consapevolezza di alcuni processi, del livello auto- efficacia percepita o di effetti di memoria selettiva. In generale, le misure di performance sono da preferire; La strada migliore potrebbe essere quella di utilizzare una misura di performance assieme ad una di self-report come metodo di verifica oggettiva. In questo modo sarebbe anche possibile analizzare eventuali, interessanti discrepanze tra i due tipi di test.
2. Fattori di rischio
Vorrei fare ora una considerazione sulla costruzione dei test. Negli ultimi 15-20 anni, lanalisi fattoriale in tutte le sue varianti diventata la tecnica pi utilizzata per lo sviluppo dei test, in particolare dei questionari di self-report. La maggior parte dei test di questa raccolta, in effetti, stata sviluppata con laiuto di qualche forma di analisi fattoriale. Nonostante la loro potenza, per, queste tecniche presentano alcune limitazioni teoriche e pratiche che il ricercatore dovrebbe sempre tenere in considerazione per non accettare le analisi in modo acritico. Alcune importanti cautele:
Primo: la scelta della struttura fattoriale comunque soggettiva, molto pi di quanto non si creda comunemente, e dovrebbe essere motivata teoricamente piuttosto che trovata nei dati. Ci sono grosse differenze, ad esempio, tra unanalisi esplorativa e una confermativa o tra una rotazione ortogonale ed una obliqua. Inoltre, la scelta del numero di fattori da estrarre implica sempre una parte di giudizio arbitrario del ricercatore, indipendentemente dal criterio scelto. sempre il caso, quindi, di valutare se la struttura proposta ha un senso teorico forte o se solo derivata empiricamente. Anche le strutture empiricamente derivate, inoltre, possono riflettere aspetti teorici implicitamente presenti nella selezione iniziale degli item o dei soggetti utilizzati per la validazione.
Secondo: lusanza di selezionare gli item con i loadings pi alti, senza guardare al contenuto e al significato teorico, pu portare facilmente a costruire scale ridondanti (anche se caratterizzate da alti valori di ) in cui gli item sono tutti molto simili tra loro. In questi casi, lampiezza del costrutto viene ridotta eccessivamente e si ha solo lillusione di misurare meglio: in realt, come se si somministrasse un solo item leggermente variato. Questo noto come paradosso dellattenuazione. Gli approcci pi moderni, basati sui modelli IRT, consigliano di scegliere item con intercorrelazioni moderate piuttosto che concentrarsi su quelli pi forti. Un ulteriore problema di questo modo di procedere che, invece di cancellare solo gli item di cattiva qualit o ambigui, si rischia di eliminare intere dimensioni sottostanti solo perch sono rappresentate da pochi item e quindi pesano poco nellanalisi fattoriale.
Terzo: lanalisi fattoriale porta in genere ad individuare due o pi sottoscale nel test. Cosa fare delle diverse sottoscale non per nulla scontato: se sono sufficientemente diverse quanto a contenuto, pu non avere senso sommarle insieme per ottenere un punteggio globale (anche se spesso viene fatto); viceversa, se sono altamente correlate bisogna chiedersi se la teoria alla base della suddivisione valida (e utile) oppure no. In generale, bisognerebbe chiedersi se si ha bisogno di una misura unidimensionale, oppure di una molteplicit di misure pi o meno correlate. In alcuni casi, le sottoscale trovate con lanalisi fattoriale possono addirittura essere dei puri artefatti che distinguono item con diverse modalit di risposta (item s versus item no), oppure item facili versus item difficili. Solo lanalisi del contenuto pu rivelare questi problemi. A questo proposito si possono vedere: Kline (1993) per una presentazione decisamente entusiastica (e un po personale), ma statisticamente corretta, dellanalisi fattoriale; Boncori (1993) per una valutazione pi critica nel contesto della validit psicometrica; e lottimo lavoro di Block (1995) sui trabocchetti teorici e metodologici dellanalisi fattoriale in campo psicometrico.
Quarto: lanalisi fattoriale, in fondo, non altro che un modo per sintetizzare una matrice di correlazioni tra variabili. Nulla garantisce che il modello correlazionale sia il pi adatto a rappresentare il fenomeno in esame, n che sia utile per scoprire la vera struttura nei dati. Esistono tecniche diverse, come lo scaling multidimensionale (MDS), che possono offrire a volte una rappresentazione pi adeguata e pi verosimile dei dati analizzati (si veda ad esempio Maraun, 1997). Inoltre, lanalisi fattoriale pu a volte confondere la struttura delle variabili o renderla eccessivamente complicata da interpretare.
3. attendibile?
Lultima nota riguarda le misure di attendibilit (reliability), delle quali la pi usata l di Cronbach. Questo indice usato praticamente da tutti e di solito viene trattato come una specie di passaporto per la validit psicometrica. Purtroppo, si tratta invece di un indice con gravi limitazioni che lo rendono, se non quasi inutile, comunque molto secondario rispetto alla considerazione di cui gode tuttora. Per prima cosa, dipende in modo forte dalla lunghezza del test, indipendentemente dallintercorrelazione tra gli item; per esempio, se una scala ha quaranta item o pi, non ha senso calcolarlo in quanto sar altissimo in ogni caso. In secondo luogo, non nemmeno un indice sufficiente di intercorrelazione tra gli item; per finire, pu portare a selezionare item ridondanti che lo gonfiano senza aumentare la validit della misura (si vedano: Clark e Watson, 1995; Embretson, 1996; Schmitt, 1996). Per tutti questi motivi, non prender in considerazione i valori di nella discussione delle caratteristiche dei test. Assai pi interessanti, per la validit psicometrica, sono la stabilit fattoriale, la validit predittiva incrementale e la stabilit test-retest; senza dimenticare, naturalmente, la buona definizione teorica-empirica del costrutto.
In questa categoria raggruppo i test che hanno come scopo quello di ottenere una descrizione standardizzata dello stato emotivo riferito ad un certo momento, periodo o situazione. Si tratta di questionari di self-report, di solito incentrati su un certo numero di emozioni di base derivate da una teoria.
DES (Differential Emotion Scale) - Izard, 1971-1977-1979
Formato: self-report (adulti; esiste la versione DES III semplificata per bambini dagli 8 anni in su) Lunghezza: 30 item (3 x 10 emozioni) in 10 sottoscale. Struttura: i 30 item sono riconducibili a 10 fattori, piuttosto stabili, con modeste correlazioni fra loro. Ogni dimensione costituisce una singola emozione nella teoria di Izard (1971). Le dieci emozioni sono: interesse, contentezza, sorpresa, tristezza, rabbia, disgusto, disprezzo, paura, vergogna/timidezza, colpa.
Si tratta di uno strumento puramente descrittivo, che richiede di valutare il proprio stato emotivo in un certo momento (DES originale) o in un periodo di tempo (DES II). A seconda delluso, pu essere considerato un test di stato o di tratto, ed stato utilizzato per ricavare dei profili emozionali caratteristici di una determinata persona. Laspetto notevole del test la sua eccellente validazione, basata sia sulla teoria che sullanalisi fattoriale e sulla replicazione in campioni di et diverse (si vedano Kotsch et al., 1982). In definitiva, un test concettualmente semplice realizzato in modo impeccabile. La DES stata usata soprattutto in studi esplorativi guidati dalla teoria differenziale di Izard (DET), per individuare i profili emotivi di diverse condizioni, tra cui ansia, depressione, amore, gelosia ed eccitazione sessuale. Magai et al. (1995), in uno studio retrospettivo su adulti, hanno trovato correlazioni tra diversi stili di attaccamento (misurato con il questionario di Collins e Read, 1990) e di disciplina familiare e la prevalenza di specifiche emozioni alla DES.
RIR (Rochester Interaction Record) - Reis e Wheeler, 1991
Formato: self-report Lunghezza: 9 item
Il RIR un test semplicissimo, simile alla DES ma pi breve, che richiede di valutare un episodio o un evento su 9 dimensioni emozionali: felicit, gioia, entusiasmo, divertimento, nervosismo, rabbia, tristezza, vergogna, colpa.
Feldman Barrett et al. (2001) lhanno utilizzato in un modo molto interessante: hanno valutato il grado di differenziazione tra stati emotivi, calcolando le correlazioni 1) tra i punteggi alle emozioni positive e 2) tra quelli alle emozioni negative (maggiore correlazione =minore differenziazione). Questo metodo pu essere applicato facilmente ad altre scale, ad esempio alla DES.
I punti di forza di questo test stanno nella brevit e nella differenziazione tra diverse sfumature di emozioni positive, che nella maggior parte dei test vengono raccolte sotto la categoria generale felicit. In compenso mancano la paura, la sorpresa e linteresse, il che pu limitare lutilit dello strumento in alcuni contesti. Non dovrebbe per essere difficile aggiungere delle altre emozioni ad hoc in caso di bisogno.
PANAS (Positive and Negative Affect Schedule) - Watson, Clark e Tellegen, 1988
Formato: self-report (adulti; esiste la versione PANAS-C per bambini) Lunghezza: 20 item in due sottoscale (positiva / negativa) La struttura fattoriale mostra due fattori stabili e non correlati, corrispondenti alle due sottoscale.
Si tratta di una lista di aggettivi da valutare rispetto al proprio stato emotivo. Anche questo un test piuttosto semplice ma ben costruito, ed molto utilizzato per valutare la valenza dello stato emozionale in una certa situazione.
Formato: self-report (adulti) Lunghezza: 11 item (rivisto a 10 item)
La scala esplora la propria tendenza alle emozioni di vergogna, tenuta concettualmente il pi distinta possibile dalla colpa. Il punteggio alla BSRS risultato correlato agli stili di attaccamento adulto rilevati con il questionario RSQ di Griffin e Bartholomew (1994), in una ricerca di Gross e Hansen (2000): sicuro -.5, evitante .0, preoccupato/impaurito .3.
2. Test di espressivit emotiva
ACT (Affective Communication Test) - Friedman et al., 1980
Formato: self-report (adulti) Lunghezza: 13 item, singolo fattore
Si tratta del capostipite dei test di espressivit. stato messo in relazione con la popolarit e con la capacit di mimare emozioni complesse (orgoglio, compassione, seduzione) (Friedman e Riggio, 1999), risultando predittivo per compassione e seduzione ma non per lorgoglio. Ancora pi predittiva, per, risultata la scala Exhibition del Personality Research Form (J ackson, 1974). Nello studio di validazione, risultato correlato al giudizio degli amici (.4) e alle attivit professionali legate alla comunicazione non verbale (recitazione, tenere conferenze etc., circa .3), oltre che al numero di pazienti in un campione di medici (.5). Si riscontra (come spesso accade) una migliore prestazione delle femmine a questo test.
un test molto breve e teoricamente poco sofisticato, anche perch allepoca non erano disponibili molte ricerche sullargomento. Ci pu essere un vantaggio se si vuole solo una misura rapida e non troppo approfondita, ma dotata di una certa validit.
BEQ (Berkeley Expressivity Questionnaire) - Gross e John, 1995-1997
Formato: self-report (adulti) Lunghezza: 16 item, 3 sottoscale Struttura: il test composto di tre sottoscale, individuate sia a livello teorico che con lanalisi fattoriale. Le tre scale sono:
Il modello teorico gerarchico; secondo gli autori, esiste una forza generale dellesperienza emotiva che viene poi filtrata in modo differenziato per le emozioni positive e negative.
La teoria alla base del test stata sostanzialmente confermata, in quanto le due scale (+e -) correlano in modo selettivo (.3/.0 e .0/.3 rispettivamente) con la capacit di esprimere emozioni positive e negative in laboratorio, mentre il fattore di forza dellimpulso moderatamente correlato (.2) ad entrambe le prestazioni. Le femmine hanno punteggi pi alti a questo test. Il BEQ correlato negativamente al controllo emozionale misurato con la CECS (-.4 / -.5). Gross e J ohn (1998) hanno trovato correlazioni tra il BEQ e lEEQ (.6), tra BEQ e EES (.8), tra BEQ e AIM (.7) e tra BEQ e ACT (.5), mostrando una forte omogeneit di costrutto tra queste diverse misure di self-report. Trierweiler et al. (2002) hanno valutato in laboratorio lespressivit dei soggetti su 6 diverse emozioni; quelle positive (gioia, amore) sono risultate correlate alla scala positiva del BEQ (.6) e quelle negative (paura, tristezza) alla scala negativa (.6). La rabbia risultata meno associata (.4), mentre la vergogna risultata correlata solo di .2. Nello strumentone di Gross e J ohn (1998), in effetti, la vergogna correlata ad una quarta dimensione detta mascheramento (masking).
Il BEQ sembra un buon test, con una teoria solida alla base e sufficientemente corto per essere pratico da usare. utile soprattutto per differenziare espressivit positiva e negativa; se si guardano solo i punteggi globali, tutti i test di questo tipo sembrano sostanzialmente equivalersi.
EEQ (Emotional Expressivity Questionnaire) - King e Emmons, 1990
Formato: self-report (adulti) Lunghezza: 16 item, 3 sottoscale Struttura: le sottoscale sono state individuate con lanalisi fattoriale. Sono:
La dimensione relativa allintimit stata messa in dubbio nello studio di Gross e J ohn (1998). Questo strumento stato criticato da diversi punti di vista: da un lato il costrutto non definito in modo preciso, dallaltro la struttura fattoriale sembra piuttosto instabile.
EES (Emotional Expressivity Scale) - Kring et al., 1994
Questo test correla con lespressivit in laboratorio (in modo pi specifico rispetto allACT) e con il giudizio dei pari riguardo allespressivit. stato costruito appositamente per avere una misura singola e generale dellespressivit: la struttura fattoriale non rivela sottoscale, rendendolo un test dal punteggio molto pulito. Negli item non si fa mai riferimento a emozioni specifiche ma solo a valutazioni generali.
Vantaggi: unidimensionale, generale e ben validato. Svantaggi: non permette di differenziare le diverse tonalit emotive. Forse il ricorso a descrizioni generiche pu aumentare le distorsioni legate allautostima e allauto-efficacia.
FEFS (Five Expressivity Facet Scales) - Gross e John, 1998
Formato: Self-report Lunghezza: 62 item in 5 sottoscale Struttura: questo test il risultato della fusione di 4 test di espressivit: BEQ, ACT, EEQ, AIM. Gli item di questi test sono stati fattorializzati e raggruppati in 5 sottoscale, con lambizioso scopo di creare una mappa comprensiva delle diverse dimensioni dellespressivit. La garanzia teorica di questa operazione che gli assunti di base rimangono quelli del BEQ. Le cinque sottoscale sono:
Il mascheramento un fattore negativo, correlato con alto nevroticismo, bassa piacevolezza e coscienziosit (big five); in generale, un tratto con tonalit depressive e di bassa autostima ed legato allesperienza della vergogna. correlato (.8) alla scala other-directedness nella SMS (Self-Monitoring Scale).
Gross e J ohn (1998) hanno messo in relazione le diverse scale della FEFS con le strategie di regolazione emozionale attiva e passiva, oltre che con le scale attenzione e riparazione della TMMS. La fiducia correla con strategie pi attive e maggiore riparazione; lespressivit positiva correla con maggiore attenzione e riparazione; lespressivit negativa correla con un minore controllo in generale; il masking correla con maggiore attenzione ma minore riparazione.
Vista la notevole sovrapposizione tra i diversi test di espressivit, loperazione di Gross e J ohn sembra unottima trovata per costruire un test pi ampio e pi valido. Se la relativa lunghezza di somministrazione non un problema, questo test (o qualcuna delle sue sottoscale) probabilmente il migliore sul mercato. Con la sua struttura marcatamente multifattoriale, va nella direzione teorica opposta a quella dellEES.
Formato: self-report Lunghezza: 40 item, 4 sottoscale (esiste una versione ridotta a 13 item, 2 sottoscale: Greenberg et al., 1995) Struttura: le sottoscale sono relative alla valenza e alla dominanza delle emozioni riportate:
un test particolare in quanto va somministrato ai genitori; gli item sono descrizioni di situazioni familiari tipiche in cui bisogna dare una valutazione della propria espressivit emotiva. Sono stati individuati due fattori, uno di espressivit positiva e uno di espressivit negativa.
La scala sembra correlata alla chiarezza degli scambi emozionali nella coppia, oltre che alla qualit delle relazioni dei figli con i coetanei allet di 5-6 anni (ma non alla loro comprensione delle emozioni; Cassidy et al., 1992). Le madri tendono a riportare dei punteggi pi alti rispetto ai padri, sia nelle emozioni positive che in quelle negative.
3. test di intensit / controllo / regolazione emotiva
ECQ (Emotion Control Questionnaire) - Roger e Najarian, 1989
Formato: Self-report Lunghezza: 56 item Struttura: 4 sottoscale. un test ad ampio raggio sul controllo delle emozioni, inteso in senso sia positivo che negativo (ipercontrollo). Le quattro sottoscale, individuate con lanalisi fattoriale, sono:
- inibizione emotiva - controllo dellaggressivit - controllo benigno (controllo delle emozioni distraenti durante un compito) - ruminazione
la scala inibizione correla negativamente (-.6) con il punteggio al BEQ ed correlata ad una prolungata attivazione fisiologica successiva ad un evento stressante. Ancora pi predittiva, a questo proposito, risulta la scala ruminazione, che stata correlata sia con il battito cardiaco che con i livelli di cortisolo (Roger e Najarian, 1998). La scala ruminazione correla (.6) con il neuroticismo, mentre il controllo benigno correlato allestroversione (.7) nellEPI di Eysenck.
CECS (Courtauld Emotional Control Scale) - Watson e Greer, 1983
Formato: self-report Lunghezza: 21 item Struttura: la scala disegnata per dare un punteggio unico e riguarda linibizione delle emozioni negative. Gli item della scala si riferiscono a tre emozioni: rabbia, ansia e tristezza. Le analisi fattoriali mostrano che le tre emozioni possono essere considerate tre sottoscale con buona consistenza interna; questo permette analisi pi fini rispetto a quali emozioni negative vengono maggiormente controllate. La CECS molto utilizzata negli studi clinici.
Formato: self-report Lunghezza: orig. 40 item, ridotta a 20 item (1985). Struttura: una struttura bifattoriale (emozioni positive vs. emozioni negative, correlazione .3) stata riscontrata da Gross e J ohn (1998), anceh se altri ricercatori hanno trovato 3 o 4 fattori. Nello studio di Gross e J ohn, lAIM correla solo in parte con la scala intensit dellimpulso e rientra anche nel fattore dellespressivit positiva. Questo getta qualche dubbio sulla specificit del fenomeno misurato.
LAIM forse la scala pi utilizzata in questo campo, ma stata oggetto di molte critiche: la pi importante che mette insieme item relativi allintensit delle emozioni e item relativi alla loro frequenza (Bachorowski e Braaten, 1994).
EIS (Emotional Intensity Scale) - Bachorowski e Braaten, 1994
La scala EIS stata costruita per ovviare ai problemi dellAIM e si riferisce specificamente allintensit, senza considerare la frequenza dellesperienza emotiva. stata utilizzata da Gohm e Clore (2002) e Gohm (2003), in modo composito insieme allAIM, per definire il fattore di intensit emotiva. Purtroppo non ci sono molti risultati empirici ottenuti con questa scala; Bachorowski e Owren (1995) hanno correlato il punteggio allEIS con differenze acustiche nellespressione vocale dellemozione.
ERQ (Emotion Regulation Questionnaire) - Gross e John, 2003
Formato: self-report Lunghezza: 10 item in 2 scale non correlate (reappraisal / suppression)
Questo breve questionario stato costruito ed utilizzato nello studio di Gross e J ohn (2003) e si focalizza volutamente su due tipi di strategie: ristrutturazione cognitiva (reappraisal) e soppressione della risposta (suppression). La scelta delle due strategie stata effettuata per motivi sia teorici (una interviene prima della risposta emotiva, laltra dopo) sia pratici (facilit nel costruire situazioni di laboratorio). Per questo motivo, il questionario non adatto per uninvestigazione ad ampio raggio delle strategie di regolazione e non pretende di essere esaustivo. In compenso, le due dimensioni individuate sono risultate correlate con una serie notevole di differenze individuali, sia in laboratorio che nella vita di tutti i giorni (condivisione delle emozioni, autostima, relazioni di amicizia, senso di autenticit etc.). Per di pi, la scala sembra ben costruita a livello psicometrico ed molto veloce da somministrare. La scala suppression correla negativamente (-.4) con lestroversione (Big Five).
Questionario sulla Regolazione di Feldman Barrett et al. - 2001
Formato: self-report Lunghezza: 9 item
Feldman Barrett et al. (2001) hanno messo a punto un breve questionario che chiede di valutare la frequenza con cui vengono messe in atto diverse forme di regolazione delle emozioni. Linteresse di questo strumento (che non ha ricevuto studi di validazione vera e propria) sta nella teoria di fondo, derivata da Gross (1998), e nellampiezza delle strategie indagate. Le nove forme di regolazione prese in considerazione sono:
- 1) selezione della situazione - 2) modifica della situazione - direzione dellattenzione: 3) ruminazione; 4) distrazione - cambiamento cognitivo: 5) ristrutturazione; 6) parlare con altri - modulazione della risposta: 7) soppressione; 8) mascheramento; 9) auto-rassicurazione
Questa scala utile per valutare velocemente le singole strategie, ma non offre alcun modo per aggregarle in gruppi pi generali n per distinguere diversi stili di regolazione.
4. test di riconoscimento di emozioni
PAT (Perception of Affect Task) - Rau, 1993
Formato: performance (adulti) Lunghezza: 140 item (4 compiti x 7 emozioni x 5 item)
un test di riconoscimento emozionale, o meglio di riconoscimento e abbinamento situazione- emozione. Prevede di abbinare ad una determinata scenetta lemozione appropriata per il personaggio, scelta tra 7: felicit, tristezza, rabbia, paura, disgusto, sorpresa, neutro. La sua caratteristica distintiva la presenza di 4 tipi di compito: uno con scenette e risposte di tipo verbale, uno con scenette e risposte non verbali (foto di Ekman), uno verbale con risposta non verbale e uno non verbale con risposta verbale. Questo permette di limitare linfluenza delle abilit linguistiche e di prendere in considerazione diversi tipi di stimolo contestuale.
un test piuttosto utilizzato e ben costruito. Non si tratta per di un test di riconoscimento puro, dal momento che implica anche uninferenza basata sulla scenetta. Un altro svantaggio che, nella versione integrale, il test molto lungo.
Compito di Tomkins e McCarter - 1964
Formato: performance Lunghezza: 64 item (8 foto x 8 emozioni)
Si tratta di un breve ed essenziale test di identificazione di 7 emozioni di base: felicit, paura, rabbia, tristezza, disgusto, disprezzo, sorpresa, pi lo stato neutro. Gli stimoli sono delle foto tratte dai lavori di Ekman; Magai et al. (1995) hanno utilizzato le 10 emozioni di base di Izard come etichette verbali tra cui scegliere per labbinamento alle foto.
Questo test non ha ricevuto studi di validazione, anche se si appoggia a due sistemi eccellenti come quelli di Ekman e di Izard. La brevit il suo punto di forza, mentre la debolezza principale la necessit di utilizzare etichette verbali (a differenza del PAT). In compenso, il compito pi pulito rispetto al PAT, che invece richiede abbinamenti contestuali.
JACBART (Japanese and Caucasian Brief Affect Picture Test) - XXXXXXXXXXXX
Formato: performance Lunghezza: 56 item (7 x 7 emozioni)
Il J ACBART, estensione del pi vecchio BART ottenuta aggiungendo delle facce giapponesi, un test di riconoscimento di micro-espressioni, ovvero di espressioni emotive di brevissima durata. Esistono diverse versioni del J ACBART, a seconda della durata dellemozione (da 1/5 a 1/30 di secondo). Gli stimoli consistono in facce neutre che vengono mostrate per alcuni secondi, intervallate da una singola presentazione dellespressione emotiva. Le facce sono quelle classiche di Ekman e Matsumoto (J ACFEE e J ACNeuF) e riguardano sette emozioni: felicit, paura, rabbia, tristezza, disgusto, disprezzo, sorpresa.
Il J ACBART stato usato in diversi studi di Ekman, che hanno mostrato una buona coerenza interna e la capacit di predire (r =XXX) la performance dei soggetti nel riconoscere le menzogne. Inoltre, il J ACBART risultato associato a diverse misure di personalit e benessere.
Il J ACBART sembra un ottimo strumento, anche se la sua utilit in campi diversi deve ancora essere valutata. Come nota critica, si pu notare che lespressione di disprezzo proposta da Ekman in seguiro ai suoi studi transculturali oggetto di dibattito ed stata criticata recentemente (XXXX). Una segnalazione molto positiva, invece, che Ekman ha usato gli stimoli del J ACBART per produrre uno strumento di training acessibile al pubblico: il METT (Micro expression training tool).
PONS (Profile of Nonverbal Sensitivity) - Rosenthal et al., 1979
Formato: performance (8anni [con foglio di risposta semplificato]- adulti) Lunghezza: 220 item video da 2 sec. (in tutto 45 min.) / versione ridotta: 40 item Struttura: 20 scene x 11 canali non verbali; 5 scene per ogni tipologia valenza/dominanza. Esiste anche una versione con stimoli a brevissima durata (42-1125 msec.)
Questo test, molto interessante e ben validato, prevede di identificare lo stato emotivo di un attore (mostrato in video; esiste anche una versione statica in fotografia) a partire da tre diversi indicatori non verbali: il viso, i movimenti del corpo e il tono di voce, sia da soli che in abbinamento tra loro. Gli undici canali presenti nel test sono: viso, corpo senza viso, viso+corpo, voce filtrata (per rendere inintelligibili le parole), voce ricombinata (idem, scomponendo la voce in brevi segmenti ricombinati a caso), viso+voce filtrata, viso+voce ricombinata, corpo+voce filtrata, corpo+voce ricombinata. Lo stato emotivo dellattore non considerato in termini di emozioni discrete, ma secondo due dimensioni: dominante-sottomesso e positivo-negativo. Il formato di risposta pu essere sia di scelta tra due alternative che tramite scale likert. Un aspetto interessante del test che le scenette emotive da identificare includono situazioni ecologicamente valide e molto variate, tra cui ad esempio sedurre, manifestare affetto, rimproverare, minacciare, aiutare, ammirare la natura, chiedere perdono e protestare.
Il PONS non correla con lIQ, a differenza di altre misure di intelligenza sociale; Rosenthal et al. hanno condotto molti studi evolutivi con questo strumento, mostrando degli interessanti fenomeni (Rosenthal et al., 1979; DePaulo e Rosenthal, 1982). Tra i pi significativi: la valenza viene individuata ad unet inferiore rispetto alla dominanza; i bambini pi piccoli (8-9 anni) mostrano una tendenza a far prevalere il tono di voce sullespressione del viso, tendenza che si inverte solo verso i 14 anni; le femmine, con let, diventano sempre pi brave nel decodificare i canali espliciti (ad es. viso) ma sempre meno brave nel leggere i segnali nascosti (postura, tono, discrepanze: vedi la descrizione del NDT), mentre per i maschi accade il contrario.
In definitiva, il PONS sembra uno strumento molto valido, unitamente al NDT (vedi sotto). Oltre ad essere costruito in modo rigoroso, ecologicamente ricco e pu dare informazioni interessanti. La sua debolezza principale sta nella codifica dimensionale degli stati emotivi (valenza/dominanza), che pu essere facilmente compatibile con alcune teorie delle emozioni (ad es. quella di Russell) ma risulta troppo generica per teorie pi dettagliate, come quelle di Izard e di Oatley.
NDT (Nonverbal Discrepancy Test) - DePaulo e Rosenthal, 1982
Formato: performance (8 anni adulti) Lunghezza: 128 item video
Gli stimoli del NDT sono ricavati dal PONS e ricombinati in modo da creare situazioni di incongruenza tra diversi canali non verbali. Il test permette di valutare una serie di misure: accuratezza (totale, distinta per dominanza / valenza, distinta per viso / corpo / voce) e video primacy (dominanza dellinformazione visiva su quella uditiva). Le femmine riportano punteggi particolarmente alti nella misura di video primacy (soprattutto per il viso), oltre a manifestare la tendenza evolutiva descritta nella sezione sul PONS.
Rothembergs Social Sensitivity Test - Rothenberg, 1970
Formato: performance (bambini) Lunghezza: quattro scenette
Questo test stato utilizzato da Dunn et al. (1991) come test di perspective-taking in bambini di 6-7 anni, ma sembra in effetti un test di identificazione emozionale. Il bambino ascolta linterazione (audioregistrata) tra un uomo e una donna mentre guarda delle foto dei personaggi. In ogni scenetta c un cambiamento dello stato emozionale dellattore target; al bambino viene chiesto come si sente lattore, allinizio e alla fine della scenetta. Viene valutata la capacit di riconoscere sia le singole emozioni che il cambiamento avvenuto.
I punteggi al test correlano con il giudizio degli insegnanti e dei pari rispetto a leadership e amichevolezza; Bearsdall (1986, cit. in Dunn et al., 1991) ha trovato che i bambini con alti punteggi, nellinterazione con i fratelli, li stuzzicano pi spesso (ci richiede la comprensione di cosa pu far arrabbiare laltro) e utilizzano pi spesso strategie di riconciliazione. La sensibilit sociale, quindi, sembra pi un correlato del test che loggetto di misurazione vero e proprio. 5. test di consapevolezza emozionale / alessitimia
TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale) - Bagby, Parker e Taylor, 1994
Formato: self-report (adulti) Lunghezza: 20 item, 3 sottoscale Struttura: le tre sottoscale sono legate alla definizione originale di alessitimia di Sifneos (1973), e sono state costruite con laiuto dellanalisi fattoriale. Sono:
- difficolt a identificare le emozioni (difficulty identifying feelings, DIF) - difficolt a descrivere le emozioni (difficulty describing feelings, DDF) - pensiero orientato allesterno (externally oriented thinking, EOT)
DIF e DDF correlano in modo sostanziale (.5-.7), DIF correla moderatamente con EOT (.3), mentre sono pi correlate DDF e EOT (.4-.5). La scala EOT la meno attendibile e quella dal significato teorico meno chiaro; alcuni autori hanno proposto, sulla scorta dei dati di validazione psicometrica, che lEOT venga tolto dal costrutto teorico di alessitimia o comunque considerato una dimensione separata (si vedano Kooiman et al., 2002). Il test nel suo complesso ha mostrato una struttura fattoriale piuttosto stabile e una buona qualit psicometrica.
La TAS, nella versione riveduta di 20 item (loriginale del 1985) diventata da anni lo strumento principe per la ricerca sullalessitimia, soprattutto per la sua struttura interna molto chiara e per la rapidit di somministrazione; inoltre, gli autori forniscono un punteggio di cutoff per distinguere il sottogruppo degli alessitimici propriamente detti. Purtroppo, a livello psicometrico soffre di molti problemi, legati alla definizione del costrutto pi che alla qualit della scala in s. Divider la discussione in due parti: 1) risultati empirici positivi e 2) problemi di validit.
La TAS risultata correlata a diverse misure fisiologiche dellesperienza emozionale: in generale, i soggetti alessitimici hanno unattivazione autonomica minore e riportano emozioni pi intense o meno intense rispetto alla media. I punteggi alla TAS sono stati anche messi in relazione con lasimmetria nel funzionamento dei due emisferi cerebrali. Lane et al. (1996, 2000) hanno mostrato che la TAS predice una parte della prestazione al PAT, sia verbale che non verbale. Esistono anche studi che hanno messo in relazione le scale della TAS con diverse caratteristiche dei sogni dei soggetti alessitimici e non (Lumley e Bazydlo, 2000); la scala EOT correla con sogni pi corti, pi noiosi e con una minore frequenza di sogni ricordati, mentre DDF correla con sogni dal contenuto bizzarro e aggressivo (non regolato). La percentuale di alessitimici, diagnosticati con la TAS, alta in campioni con disturbi alimentari, insonnia, comportamenti autolesionistici e abuso di sostanze (si vedano Lumley et al., 1996 per una rassegna). Questi risultati, pi quelli di altri studi, mostrano inequivocabilmente che la TAS pu essere correlata con misure di riconoscimento delle emozioni e con diversi aspetti dellesperienza emotiva. La TAS-20 stata correlata negativamente al punteggio di Intelligenza Emotiva ricavato dallEQ-i (-.4/-.7 per DIF e DDF, -.2/-.4 per EOT, -.7 sul punteggio totale).
Daltra parte, il fatto che la TAS misuri in modo preciso il costrutto di alessitimia non per niente chiaro. Il problema principale che, trattandosi di un self-report, richiede al soggetto alessitimico di essere perfettamente consapevole del suo problema: questo pu non valere per gli alessitimici pi gravi. Secondariamente, le risposte al self-report possono essere influenzate dallauto-efficacia percepita e dallumore del momento. In effetti, la misura alla TAS correlata in modo forte agli stati depressivi (ad es. Honkalampi et al., 2000); inoltre influenzata dal livello di istruzione. Lundh et al. (2002) hanno trovato che il punteggio alla TAS legato al grado di perfezionismo, misurato con due diversi strumenti (.5), e che la scala DIF correla con ansia e depressione (.3-.4). Inoltre, la correlazione con unaltra misura che dovrebbe riguardare la consapevolezza emozionale (LEAS) poco chiara, andando da -.2 a .2 in diversi studi. Ci sono, sorprendentemente, soggetti con punteggi alti in entrambi i test (alta alessitimia e alta consapevolezza emotiva) e bassi in entrambi. [Nota bene: rispetto al perfezionismo, va detto comunque che in un altro studio, pi ridotto (Taylor et al., 1996), la TAS non risultata correlata con una sottoscala di perfezionismo dellEDI (Eating Disorders Inventory). Questo potrebbe dipendere da una diversa definizione di perfezionismo nellEDI e nei test usati da Lundh.]
Questi risultati, presi nellinsieme, suggeriscono una certa cautela nelluso della TAS e richiedono di prendere in considerazione aspetti di performance oltre a quelli che si possono ricavare dallauto- descrizione. Le cautele dovrebbero aumentare se il campione clinico (la TAS pu non rilevare i soggetti pi gravi), oppure quando vengono messi in gioco aspetti di autovalutazione (perfezionismo).
BVAQ (Bermond-Vorst Alexithymia Questionnaire) - Vorst e Bermond, 2001
Formato: self-report Lunghezza: 40 item (esistono due versioni parallele da 20 item, di cui la migliore a livello psicometrico sembra la BVAQ-20B). Struttura: 5 sottoscale, derivate dalla definizione di Sifneos (1973) e dallanalisi fattoriale. Le sottoscale sono:
- Emozionalit (emotionalizing) - Fantasticare (fantasizing) - Identificare le emozioni (identifying) - Analizzare le emozioni (analyzing) - Verbalizzare le emozioni (verbalizing)
Le sottoscale sono leggermente correlate tra loro (.0/.3); le scale maggiormente correlate sono analyzing-verbalizing (.3/.4) e analyzing-emotionalizing (.3). Possono essere individuati due fattori di 2 ordine: cognitivo (identificare +analizzare +verbalizzare) ed emotivo (emozionalit + fantasticare).
Questo test molto recente, derivato dallAmsterdam Alexithymia Scale, rappresenta attualmente il migliore sfidante alla supremazia della TAS-20 ed stato sviluppato in Olanda con lintenzione di creare un nuovo test di riferimento per lalessitimia. Linsoddisfazione per la TAS nasce dal fatto che i suoi autori, alla ricerca della massima pulizia e replicabilit psicometrica, hanno ridotto lampiezza del costrutto originale di alessitimia a 3 dimensioni (DIF, DDF e EOT) lasciando fuori alcune componenti teoricamente importanti. Il BVAQ tenta di recuperare un concetto di alessitimia pi articolato e fedele a quello della clinica, rispondendo allo stesso tempo alla sfida psicometrica della TAS. Gli autori hanno compiuto un grande sforzo di validazione e costruzione, per di pi realizzando da subito la traduzione del test in 8 lingue (tra cui litaliano). Le propriet psicometriche del test sembrano buone e discretamente stabili (si vedano anche Zech et al., 1999), anche se non ci sono ancora state le numerose repliche che la TAS pu vantare.
Secondo gli autori, la TAS misura solo laspetto cognitivo dellalessitimia; i dati di validazione mostrano efettivamente unalta correlazione tra il punteggio composto delle sottoscale cognitive e il punteggio globale alla TAS (.8), mentre la correlazione tra i due punteggi totali pi bassa (.6). Le tre scale cognitive sono correlate in modo prevedibile ai tre fattori corrispondenti della TAS (DIF- identificare: .6 , DDF-verbalizzare: .8 , EOT-analizzare: .6 ).
In definitiva, il BVAQ sembra un test molto promettente: la TAS ancora lo strumento di riferimento in questo campo, ma la nuova scala potrebbe avere successo per la migliore aderenza clinica del suo costrutto. Dal momento che si tratta di un test molto recente, mancano ancora studi di validit esterna, anche se la correlazione con la TAS fa pensare che il grosso dei risultati empirici possa essere replicato con questa nuova misura. Bisogna comunque tenere presente che si tratta ancora di un test di self-report, per cui tutte le cautele e i problemi di utilizzo della TAS si applicano allo stesso modo anche al BVAQ.
OAS (Observer Alexithymia Scale) - Haviland, Warren e Riggs, 2000
Formato: observer-report Lunghezza: 33 item Struttura: le analisi fattoriali mostrano una struttura stabile a 5 fattori:
LOAS uno strumento di valutazione dellalessitimia che non fa affidamento sul self-report, ma si basa sulle rispsoste di una persona vicina al soggetto (parenti, conoscenti, terapeuti). Questo il suo punto di forza principale, che lo rende un complemento ideale a misure come la TAS e il BVAQ. Luso combinato di due misure potrebbe permettere di diagnosticare gli alessitimici non consapevoli e di valutare meglio le distorsioni nel self-report. Purtroppo, la definizione del costrutto piuttosto diversa da quella della TAS ed incentrata pi sulla sintomatologia alessitimica che sul deficit centrale di processamento delle emozioni.
La scala mostra buone propriet psicometriche, anche se al momento esistono scarsissimi dati sulla sua validit empirica. Come eccezione, Haviland et al. (2001) hanno trovato che il punteggio allOAS discrimina bene tra gruppi clinici e non clinici. Sarebbe molto utile, a questo punto, uno studio di correlazione tra OAS e TAS che non mi risulta sia stato ancora condotto.
LEAS (Levels of Emotional Awareness Scale) - Lane et al., 1990
Formato: performance (adulti; esiste il LEAS-C per bambini) Lunghezza: 20 item (completamento scritto di storie)
Il LEAS un test interessante basato su una teoria controversa. composto da 20 storie a contenuto emozionale con due personaggi, di cui uno il soggetto; al soggetto viene chiesto di descrivere 1) come si sentirebbe lui, e 2) come si sentirebbe laltro protagonista. La scala valuta il livello di accuratezza e differenziazione dei termini emozionali utilizzati; inoltre, prevede un bonus al punteggio se il soggetto distingue chiaramente le proprie emozioni da quelle dellaltro.
Il LEAS correla con la prestazione al PAT (.4), dove risulta pi predittivo rispetto alla TAS (Lane et al., 1996, 2000). Inoltre correla con misure del controllo degli impulsi (.3) e con il grado di dominanza destra al Levy Chimeric Face Test (riconoscimento di emozioni in facce assemblate). Sfortunatamente, correla anche con i test di vocabolario (.3/.4). Le femmine ottengono punteggi pi alti al LEAS, anche dopo aver controllato le variabili linguistiche.
Il LEAS chiaramente un test degno di nota, soprattutto per il suo aspetto di performance e perch nel punteggio vengono considerati solo gli aspetti formali della risposta, senza guardare alladeguatezza al contesto delle emozioni descritte. Ma cosa viene misurato? La teoria di Lane prevede 5 livelli gerarchici di consapevolezza delle emozioni, dallattivazione corporea fino alle sfumature emozionali ottenute con luso di pi termini. Non chiaro quanto la teoria sia corretta, ma laspetto gerarchico pu essere sicuramente messo in dubbio. Particolarmente oscuro risulta il motivo per cui il punteggio di differenziazione tra s e altro viene assegnato solo se i termini emozionali sono al livello pi sofisticato, come se la differenziazione tra s e altro fosse un passaggio finale della capacit di discriminare le sfumature delle proprie emozioni. Inoltre, non esiste un punteggio per quantificare la differenziazione s-altro in modo indipendente dal punteggio globale.
Uno studio recente di Ciarrochi et al. (2003) ha mostrato che il LEAS predice la capacit dei soggetti di correggere i propri bias legati allumore (mood congruency bias) in situazioni di laboratorio: questa una misura interessante ed legata in modo piuttosto diretto a quello che si pu intendere per consapevolezza emozionale. N la TAS, n la MEIS o altre misure di empatia e personalit sono risultate predittive a questo proposito, confermando la specificit del LEAS. Il LEAS risultato correlato alla prestazione in due sottoscale di riconoscimento del MEIS (.2), al tratto di apertura allesperienza (.3) e allempatia misurata con il test di Mehrabian e Epstein (.2).
In definitiva, il LEAS una misura promettente della consapevolezza emozionale, che pu essere correlata ad abilit pi generali di percezione e discriminazione emotiva; il sistema di scoring, per, pu senzaltro essere migliorato, ad esempio codificando la differenziazione s-altro come una singola sottoscala.
MAS (Mood Awareness Scale) - Swinkels e Giuliano, 1995
Formato: self-report Lunghezza: 10 item in 2 sottoscale:
- monitoraggio dellumore (mood monitoring) - etichettamento dellumore (mood labeling) 6. test di comprensione delle emozioni
difficile trovare dei test puri sulla comprensione delle emozioni. Per la maggior parte, si tratta di sottoscale nei test di Intelligenza Emotiva (vedi il paragrafo 6). Esistono per alcuni strumenti non psicometrici, utilizzati nelle ricerche in et evolutiva, che riguardano aspetti specifici della comprensione.
Compito di Cassidy et al., 1992
Formato: performance (bambini 5-6 anni) Lunghezza: intervista strutturata a 15 item (6 sottoscale) x 4 emozioni (totale: 60 item)
Il compito prevede di mostrare al bambino un disegno di unespressione facciale (le quattro emozioni sono felicit, tristezza, rabbia e paura); al bambino si chiede di identificare lemozione, dopodich gli si fanno 14 domande, relative a s e ai suoi genitori, su questi aspetti della comprensione:
Il test stato usato per una ricerca e non stato validato su grandi campioni; si noti che le sottoscale non derivano da unanalisi fattoriale ma sono suddivisioni teoriche. Dunn e Hugues (1998) hanno utilizzato una versione modificata di questo test per sudiare la specificit contestuale della comprensione delle emozioni nei bambini.
Mixed emotions di Kestenbaum e Gelman, 1995
Formato: performance (bambini 4-5 anni) Lunghezza: 24 item in due set (persone alieni a due teste) / 8 storie emozionali
Questo test stato utilizzato per valutare la comprensione delle emozioni miste da parte dei bambini, utilizzando stimoli visivi in aggiunta alle descrizioni verbali. Il compito studiato molto bene, e permette di trovare inizi della comprensione delle emozioni miste anche a 4 anni, differenziando al tempo stesso bambini di 4 e 5 anni. Lutilit del test (che non ha ricevuto altre validazioni) probabilmente limitata dal range di et ristretto in cui pu essere utilizzato.
Altri compiti (esclusivamente verbali) che riguardano la comprensione delle emozioni miste sono quelli di Harris (1983) e di Meerum Terwogt et al. (1986). 7. test di Intelligenza Emotiva (EI)
Formato: self-report (adulti) Lunghezza: 133 item in 13 sottoscale, su 4 fattori Struttura: i 4 fattori (risultati dallanalisi fattoriale), altamente correlati tra loro, comprendono una variet di misure sia di personalit che pi strettamente relative alle emozioni. Sono:
- Intrapersonale (autoconsapevolezza emotiva, assertivit, autoconsiderazione, autoattualizzazione, indipendenza) - Interpersonale (empatia, abilit relazionali, responsabilit sociale) - Adattabilit (problem solving, esame di realt, flessibilit) - Gestione dello stress (tolleranza allo stress, controllo degli impulsi)
Il test comprende inoltre due sottoscale di validit, pi una scala di felicit e una di ottimismo.
Questo titanico questionario tenta di concettualizzare nel modo pi ampio possibile lintelligenza emotiva (secondo la definizione dellautore). LEQ-i stato ampiamente pubblicizzato e molto utilizzato (soprattutto in contesti applicativi), anche se le numerose critiche degli ultimi anni hanno spinto lo stesso Bar-On a riconsiderare ladeguatezza concettuale del suo test.
Laspetto pi problematico linserimento di scale dal contenuto molto diverso, che vengono aggregate per ottenere un fattore generale dal significato piuttosto confuso. Probabilmente, alcune delle componenti indagate dallEQ-i sono meglio concepite come tratti di personalit piuttosto che come aspetti di abilit o di intelligenza. Inoltre, lo strumento soffre dei soliti problemi legati al self-report, e per questo non pu essere assimilato ai test di intelligenza (come viene suggerito dal nome) che sono invece delle prove di performance. Uno studio recente (Newsome et al., 2000) ha mostrato che il test correla in modo sostanziale con alcuni tratti di personalit (16PF); nello stesso studio, lEQ-i risultato del tutto incapace di predire il successo scolastico, al contrario di quanto era stato originariamente sostenuto da Bar-On. Questi risultati, assieme a quelli di altri studi (si vedano anche Roberts et al., 2001), hanno portato alcuni ricercatori a concludere che lEQ-i essenzialmente un test composito di personalit che misura soprattutto il livello di neuroticismo.
MEIS (Multi-factor Emotional Intelligence Scale) - Mayer et al., 1999
Formato: performance (adulti) Lunghezza: 68 stimoli (354 item) Struttura: 4 branche, 12 sottoscale. Le branche del test sono legate alla teoria di riferimento e consistono in diversi compiti di performance (le singole sottoscale). Le risposte corrette agli item sono state ricavate dal consenso dei soggetti del primo studio. Le quattro branche del test sono:
- Percezione / riconoscimento delle emozioni (facce, storie, disegni) - Assimilazione delle emozioni nella vita mentale (sinestesia, bias emotivi) - Comprensione / ragionamento sulle emozioni (emozoni miste, progressioni, transizioni, relativit) - Gestione / regolazione delle emozioni (s, altro) dallanalisi fattoriale emergono 3 fattori di 1 ordine (assimilazione e comprensione risultano associati nello stesso fattore) e un fattore principale di 2 ordine.
Il punteggio alla MEIS stato correlato a misure di empatia, estroversione, autostima e soddisfazione di vita (Ciarrocchi et al., 2000). Esiste una correlazione moderata con le misure di abilit verbale (.3/.4). Le femmine riportano punteggi pi alti al test.
Il grande punto di forza della MEIS di essere un test di performance, ricco di compiti interessanti e particolarmente dettagliato per quanto riguarda riconoscimento e comprensione. Inoltre, si appoggia agli sviluppi pi recenti della teoria di Salovey e Mayer, prototipica nel campo dellEI. Si tratta per di un test molto lungo, e probabilmente ai fini della ricerca pi utile se utilizzato nelle sue sottoscale. Nel 2001 gli autori hanno modificato e abbreviato il test per creare il suo erede: il MSCEIT.
MSCEIT (Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test) - Mayer et al., 2001
Formato: performance (adulti) Struttura: 141 item in 8 sottoscale. Le sottoscale sono organizzate in 4 branche molto simili a quelle della MEIS:
- Percezione delle emozioni (facce, disegni) - Utilizzo delle emozioni (facilitazione, sensazioni) - Comprensione delle emozioni (cambiamento, emozioni miste) - Gestione delle emozioni (gestione, relazioni emotive)
La struttura fattoriale riscontrata dagli autori (Mayer et al., 2003) compatibile con un modello ad un singolo fattore, a 2 fattori correlati (percezione +utilizzo=EI esperienziale vs. comprensione +gestione=EI strategica) oppure a 4 fattori correlati corrispondenti alle 4 branche.
Questo nuovo strumento (gi arrivato alla seconda versione) stato costruito a partire dalla MEIS, principalmente in risposta ad alcune critiche sulla validit concettuale e psicometrica del test (Roberts et al., 2001). La scala originale stata modificata per aumentare ulteriormente lattendibilit () e per introdurre un criterio di siglatura basato sul giudizio degli esperti oltre a quello basato sul consenso. Inoltre, il test stato nettamente abbreviato per renderlo pi efficiente. Come si pu dedurre dal nome, il MSCEIT basato sulla versione pi recente della teoria di Salovey, Mayer e Caruso e ne rappresenta in un certo senso la concretizzazione. Per costruire lo scoring basato sul giudizio degli esperti, il test stato somministrato a 21 ricercatori di punta nel campo delle emozioni. Il notevole risultato che il giudizio aggregato degli esperti e quello ricavato dal consenso del campione generale sono altamente correlati fra loro (.98), anche se esistono differenze in alcune sottoscale specifiche.
Il MSCEIT un test molto interessante e ben costruito, probabilmente il migliore sulla piazza se si considera la brevit di somministazione rispetto alla MEIS. Alcune sottoscale della MEIS, che sono state eliminate per aumentare la consistenza interna, potrebbero comunque rimanere utili ai fini della ricerca. Lunico difetto di questo strumento la sua novit, per cui ci sono ancora pochissimi risultati empirici a disposizione; nonostante ci, sensato aspettarsi che i principali risultati ottenuti con la MEIS siano applicabili anche al suo diretto discendente. Lo sforzo di Mayer e colleghi nel migliorare costantemente (ed in parallelo) sia la teoria che gli strumenti di misura ammirevole, anche se non si condivide la loro affermazione forte che lEI costituisce un vero tipo di intelligenza, simile al QI classico ma indipendente da esso. TMMS (Trait Meta-Mood Scale) - Salovey et al., 1995
Formato: self-report (adulti) Struttura: il test comprende 3 sottoscale, derivate dalla teoria originaria di Salovey e Mayer (1990):
il costrutto definito in modo molto pi ristretto rispetto alla MEIS, e riguarda soprattutto la gestione personale delle emozioni. La scala di riparazione correlata alla ruminazione.
Forse luso pi creativo e interessante della TMMS stato fatto da Gohm (2003), che ha misurato un campione di soggetti su 3 dimensioni: chiarezza (chiarezza dalla TMMS +labeling dalla MAS), attenzione (attenzione dalla TMMS +monitoring dalla MAS) e intensit (AIM +EIS). Grazie a queste tre dimensioni, sono stati individuati quattro profili emozionali:
- caldo (alta chiarezza, alta attenzione, alta intensit) - freddo (bassa chiarezza, bassa attenzione, bassa intensit) - cerebrale (alta chiarezza, media attenzione, bassa intensit) - sopraffatto [overwhelmed] (bassa chiarezza, media attenzione, alta intensit).
I diversi profili sono legati a differenze nella regolazione delle emozioni, valutata in un compito di laboratorio; in particolare lo stile overwhelmed tende a iper-regolare le emozioni e a prevenire i cambiamenti emotivi. Queste differenze nella regolazione non sono per correlate al punteggio nella scala riparazione della TMMS, gettando qualche dubbio sullampiezza di costrutto della sottoscala stessa.
SEI (Scale of Emotional Intelligence) - Schutte et al., 1998
Formato: self-report (adulti; stata utilizzata con adolescenti di 13-15 anni (Ciarrocchi et al., 2001)) Lunghezza: 33 item, singolo fattore (?) Struttura: la SEI stata progettata per essere un test unidimensionale di EI, anche se gli item vengono da tre aspetti diversi della teoria di Salovey e Mayer (percezione, regolazione, utilizzo). stata quindi utilizzata lanalisi fattoriale per selezionare un singolo fattore. La costruzione psicometrica della SEI stata criticata (o meglio stroncata) da Petrides e Furnham (2000), che hanno trovato 4 fattori quasi ortogonali e hanno mostrato com la procedura utilizzata da Schutte et al. fosse decisamente inadeguata allo scopo.
Nonostante la debolezza della sua costruzione, la SEI uno strumento agile (il pi breve tra tutti quelli sviluppati in questo campo) e mostra qualche prova di validit. Correla negativamente con la TAS-20 (-.6) e positivamente con le scale della TMMS (.5-.7); legata al grado di ottimismo e soddisfazione riportato dai soggetti. Non correlata allACT, n al riconoscimento di espressioni facciali (Ciarrocchi et al., 2001), ma sembra legata alle strategie di gestione dellumore. Le femmine hanno punteggi pi alti dei maschi.
Ciarrocchi et al. (2001) hanno utilizzato il test scomponendolo nei quattro fattori di Petrides e Furnham; questa procedura pu aumentare la validit delle misure, anche se va contro la motivazione che ha portato Schutte et al. a costruire il test. EARS (Emotional Accuracy Research Scale) - Mayer e Geher, 1996 Geher et al., 2001
Formato: performance (adulti) Lunghezza: 8 scenette scritte x 12 item. Nota bene: il test stato modificato nel 2001 e alcuni item sono stati rimossi per aumentare lattendibilit ().
Questo test molto interessante, oltre a confermare Mayer come il pi prolifico autore di test di questa raccolta, si propone di valutare in termini di performance la componente empatica dellEI. Si tratta di 8 descrizioni di situazioni emozionali, scritte da persone reali, seguite da 12 scelte tra coppie di termini con cui descrivere come si sentiva la persona target. Vengono assegnati due punteggi: uno di consenso con il gruppo di validazione e uno di consenso con la persona target. Sorprendentemente, i due punteggi non sono correlati; inoltre, il consenso con il gruppo risultato molto pi predittivo rispetto a quello con il target, la cui valutazione di s stesso sembra influenzata da distorsioni di auto-presentazione. Il punteggio allEARS predice alcune misure di laboratorio di empatia pi di quanto non faccia la scala di empatia di Mehrabian e Epstein (1972), e molto di pi rispetto allIRI di Davis (1983) che risulta non correlato alle misure di performance (Geher et al., 2001). Le femmine ottengono punteggi pi alti.
Questo test non pretende di coprire tutto il campo dellEI ma, nel suo piccolo, sembra molto interessante e ben costruito; inoltre ha il grande merito di permettere una valutazione della performance senza complicati apparati sperimentali. chiaramente pi vicino allo studio dellempatia che a quello dellEI in generale.
SPOAS (Style in the Perception of Affect Scale) - Bernet, 1996
Questo test valuta lo stile personale nella percezione delle emozioni. Le tre sottoscale corrispondono a tre modalit nella percezione emozionale:
- Basata sul corpo (BB, Based on Body); le emozioni sono percepite attraverso il cambiamentio fisiologico avvertito nel corpo. - Basata sulla valutazione (EE, Emphasis on Evaluation); le emozioni sono percepite soprattutto dal punto di vista esterno, oppure ricondotte allautovalutazione e agli standard personali. - Basata sulla logica (LL, Looking to Logic); le emozioni sono razionalizzate e gestite con il controllo e levitamento.
Il test ha un taglio nettamente clinico e si basa sulla teoria (di derivazione psicosomatica) che lo stile BB sia il pi sano emotivamente. Il costrutto sembra interessante, soprattutto per la presenza della dimensione EE; purtroppo, il corpus principale relativo a questo strumento stato pubblicato in atti di convegni, mentre ci sono pochissimi riferimenti a pubblicazioni su riviste. Negli studi riportati sul loro sito internet e ai convegni, gli autori hanno riscontrato correlazioni tra le scale della SPOAS e diverse misure di salute mentale, creativit e benessere; inoltre hanno condotto studi su pazienti ed ex-pazienti di diversi tipi di psicoterapia. La scala BB sembra correlare con un basso neuroticismo (-.3), mentre la scala EE correla con un alto neuroticismo (.6). I maschi totalizzano punteggi nettamente pi alti nella scala LL, mentre le femmine hanno punteggi leggermente superiori in BB ed EE. 8. test di empatia / decentramento
un test di role-taking (decentramento cognitivo); al bambino vengono raccontate delle storie che coinvolgono un bambino simile per et e sesso, e gli si chiede di indicare lemozione che il bambino potrebbe provare. Le storie sono di due tipi: la prima parte del test riguarda eventi (felicit, rabbia, tristezza, paura) mentre la seconda riguarda la reazione che il bambino della storia potrebbe avere in reazione ad un comportamento del soggetto (felicit, rabbia, tristezza). Il test stato criticato da Chandler e Greenspan (1972), secondo cui il test non richiede un vero decentramento ma solo la capacit di anticipare reazioni stereotipate. I due autori hanno proposto una modifica al test, che prevede di raccontare lepisodio dal punto di vista di un passante non coinvolto nella scena. Un punto di forza del test la risposta di tipo non verbale (indicare una faccia con lemozione scelta), mentre la gamma ridotta di emozioni e la semplicit delle storie rendono il test utilizzabile solo con bambini piuttosto piccoli.
FASTE (Feshbach Affective Situation Test for Empathy) - Feshbach e Roe, 1968-1988
Si tratta di un test tra i pi utilizzati nella ricerca sullempatia dal punto di vista emotivo. Le storie vengono presentate con diapositive, narrazione o audioregistrazione, e coinvolgono situazioni affettive legate a 4 emozioni (felicit, rabbia, tristezza, paura). Al bambino viene chiesto: 1) cosa prova e 2) cosa prova il protagonista della storia. Viene considerata una risposta empatica quella in cui lemozione del soggetto e quella del protagonista coincidono (il sistema di scoring del 1968 stato corretto da Feshbach (1988) per renderlo meno rigido, vedi Bonino et al., 1998). Questo sistema di scoring rende il test molto diverso da quelli in cui viene valutata la capacit di decentramento. Per ridurre la componente verbale, alcuni autori hanno utilizzato un formato di risposta non verbale (vedi la descrizione dellIPT). Per una rassegna degli studi che hanno utilizzato il FASTE si possono vedere Eisenberg e Lennon (1987). Le femmine tendono a ricevere dei punteggi leggermente superiori ai maschi, soprattutto rispetto alle emozioni di paura e tristezza.
Il FASTE stato criticato da vari autori, soprattutto per il suo assunto (condivisibile o meno) che lempatia richieda la corrispondenza tra le emozioni del target e quelle dellosservatore. Inoltre, lo scoring originale non considera le specifiche emozioni e aggrega tutte le risposte in un singolo punteggio.
Formato: performance (5-13 anni) Lunghezza: 5 storie, 6 domande per ogni soria +comprensione Struttura: Il compito consiste in tre parti: per ogni storia si chiede al bambino di raccontarla con parole sue (comprensione), dodpodich si fanno tre domande sullemozione del protagonista e tre sullemozione del soggetto. il test prevede lassegnazione di due punteggi separati, uno affettivo e uno cognitivo, che vengono poi combinati in un punteggio globale. Vengono codificati 8 livelli gerarchici di complessit cognitiva abbinati a 4 livelli di corrispondenza affettiva. Le emozioni considerate sono felicit, rabbia, paura, tristezza e sorpresa, mentre la teoria di fondo quella di Feschbach che prevede una corrispondenza tra le emozioni del soggetto e quelle del target.
Un aspetto interessante di questo test che per ogni storia vengono sono previste unemozione principale e una o pi emozioni associate, per cui la correttezza delle risposte non viene valutata in modo rigido o troppo stereotipato. Sfortunatamente, il numero di emozioni totali considerate piuttosto piccolo, come avviene nella maggior parte dei test di empatia. A questo proposito, Albiero e Lo Coco (1995, cit. in Bonino et al., 1998) hanno curato e validato una versione italiana modificata del test, che prende in considerazione le emozioni di felicit, rabbia, paura, tristezza, vergogna e gelosia. Il sistema di scoring quello originale. Con questo strumento non si evidenziano particolari differenze di genere, forse per la prevalenza data nel punteggio agli aspetti cognitivi; le femmine mostrano una leggera superiorit nella condivisione delle emozioni. LECSS stato utilizzato in alcuni studi non pubblicati, mostrando a quanto pare una buona predittivit del comportamento prosociale (Poole, 1992, cit. in Bonino et al., 1998).
IRI (Interpersonal Reactivity Index) - Davis, 1980-1983
Formato: self-report (adolescenti-adulti) Lunghezza: 28 item, 4 sottoscale Struttura: gli item sono stati selezionati con lanalisi fattoriale e costituiscono 4 sottoscale sostanzialmente idipendenti:
- Fantasia-empatia (fantasy-empathy; identificazione con personaggi di cinema, teatro, letteratura) - Perspective taking (adottare il punto di vista altrui) - Preoccupazione empatica (empathic concern; compassione e preoccupazione verso persone che vivono esperienze spiacevoli) - Disagio personale (personal distress; ansia e disagio causati dallassistere a esperienze spiacevoli di altre persone; incapacit di coping e distanziamento).
il questionario pi utilizzato nella ricerca sulla responsivit empatica e mostra buone caratteristiche psicometriche di stabilit e coerenza interna. Thornton e Thornton (1995) hanno aggiunto allIRI una serie di item presi dal test I 7 di Eysenck et al. (1985); allanalisi fattoriale, hanno evidenziato un quinto fattore (quasi ortogonale) costituito da alcuni dei nuovi item. Il nuovo fattore simile per contenuto alla preoccupazione empatica, ma pi legato allesperienza del contagio emotivo e della condivisione di emozioni, mentre la preoccupazione empatica prevede la comparsa di unemozione diversa da quella del target (compassione). Gli autori suggeriscono di utilizzare lo strumento composito, per mettere in luce 5 aspetti dellempatia piuttosto che 4. AllIRI le femmine hanno punteggi molto pi alti nelle scale affettivo-immaginative, mentre non ci sono differenze nel perspective-taking.
La scala di Hogan stata costruita sulla base della descrizione che giudici esperti danno del soggetto empatico. Gli item sono poi stati scelti con molta cura da alcuni noti questionari di personalit. Il test, tuttavia, stato criticato perch mostra una scarsa coerenza interna. Questo pu essere dovuto ad un certo grado di multidimensionalit nella costruzione della variabile (J ohnson, Cheek e Smither, 1983). Sicuramente si tratta di una scala piuttosto vecchia, costruita in un periodo in cui gli strumenti statistici di controllo a disposizione erano molto scarsi. In compenso, lenfasi che viene posta oggi sulla consistenza interna ad ogni costo (misurata in modo riduttivo con ) e sulle procedure di analisi fattoriale rischia di andare a scapito della teoria e di rivelarsi un errore nella direzione opposta.
Questionnaire Measure of Emotional Empathy - Mehrabian e Epstein, 1972
Formato: self-report (adulti) Lunghezza: 33 item (in 7 sottoscale)
Questo questionario, molto utilizzato, cerca di valutare lempatia come la tendenza a reagire emotivamente alle esperienze affettive degli altri, sia positive che negative. Le sottoscale teoriche proposte dagli autori sono risultate altamente correlate tra loro, per cui gli autori stessi hanno suggerito di utilizzare un punteggio singolo e di considerare il test come unidimensionale. Questa caratteristica pu risultare un vantaggio piuttosto che un problema, se si accetta la limitazione del costrutto alla sola responsivit emotiva generale. Le femmine ottengono in genere punteggi nettamente pi alti rispetto ai maschi; nello studio originale di Mehrabian e Epstein il punteggio al questionario risultato correlato allaggressivit e alla tendenza allaiuto in una situazione di laboratorio.
Index of Empathy for Children and Adolescent - Bryant, 1982
Questo questionario stato sviluppato a partire dagli item del test di Mehrabian e Epstein (1972), ed largamente sovrapponibile quanto a costrutto. Laspetto pi interessante il formato di risposta differenziato per et: cartoncini da mettere in due scatole (io e non io) per i bambini fino ai 6 anni, risposte s/no dai 7 agli 11 anni e scale Likert per gli adolescenti. Come nel test da cui deriva, le femmine ottengono punteggi pi alti.
How I Feel In Different Situations - Feshbach et al., 1991
Formato: self-report (8-12 anni) Lunghezza: 12 item su 2 sottoscale Struttura: le due sottoscale sono state costruite con lanalisi fattoriale e riguardano 1) la condivisione affettiva degli stati danimo e 2) gli aspetti cognitivi di perspective-taking.
Il test attraente per la sua brevit, anche se non permette una valutazione specifica di diverse emozioni e si espone ai rischi di tutti i questionari di autovalutazione. Inoltre, tende ad essere centrato sulle emozioni negative (anche se questa caratteristica tipica di diversi test). Unaspetto interessante che il test stato sviluppato dagli autori su due campioni, di cui uno italiano (si veda Bonino et al., 1998).
Questa procedura di test, sviluppata da Denham e utilizzata ad esempio da Laible e Thompson (1998) in uno studio sullattaccamento, piuttosto complessa e richiede una fase preliminare in cui gli item vengono personalizzati per il bambino. Alle madri viene somministrato un questionario da cui trarre il contenuto degli item, ovvero delle situazioni in cui il bambino (secondo la madre) proverebbe probabilmente una certa emozione. Successivamente, al bambino vengono presentate 20 storie, recitate con delle marionette. In 8 storie (stereotipiche), lemozione manifestata dalla marionetta quella pi comune nella situazione rappresentata; in altre 12, lemozione opposta a quella che il bambino probabilmente proverebbe. Al termine di ogni storia si chiede al bambino come si sentiva la marionetta e si valuta la capacit di decentramento.
La procedura non standardizzata, se da un lato permette di superare labbinamento rigido emozione- situazione, rende il test molto laborioso da somministrare. Un secondo punto debole del test che comprende una fase di riconoscimento emozionale, dal momento che il bambino deve essere in grado di leggere correttamente i segnali emotivi non verbali dello sperimentatore-marionetta prima di poterglieli attribuire.
9. Scale cliniche
Esiste una tale variet di scale cliniche relative alle emozioni (umore, ansia, depressione, aggressivit, ecc.) che non possibile descriverle tutte. Mi limito ad indicare brevemente quelle utilizzate pi spesso nella ricerca di base.
ASI (Anxiety Sensitivity Index) - Reiss et al., 1986
Formato: self-report Lunghezza: 16 item
Il test valuta la paura del soggetto rispetto alle sensazioni corporee e alle emozioni legate agli stati di ansia.
BAI (Beck Anxiety Inventory) - Beck et al., 1988
Formato: self-report Lunghezza: 21 item
Il test valuta la presenza di sintomi ansiosi di varia gravit.
BDI (Beck Depression Inventory) - Beck et al., 1961
Formato: self-report Lunghezza: 21 item
Il test valuta la presenza di sintomi depressivi, dal punto di vista motivazionale, cognitivo, vegetativo e psicomotorio.
PILL (Pennebakers Index of Limbic Languidness) - Pennebaker, 1982
Si tratta di una checklist di 54 sintomi e sensazioni corporee (come mal di testa e tachicardia), di cui si chiede di indicare la frequenza durante lanno precedente. piuttosto utilizzata nello studio dei disturbi psicosomatici e alimentari, soprattutto in relazione allalessitimia.
10. Altri test usati nella ricerca sulle emozioni
Marlowe-Crowne Social Desirability Scale - Crowne e Marlowe, 1960-1964
Formato: self-report Lunghezza: 33 item in 2 sottoscale
La scala cerca di valutare la tendenza a rispondere in modo socialmente desiderabile, in maniera deliberata oppure inconsapevole. Le due sottoscale sono autoinganno (self-deception) e gestione delle impressioni (impression management). Le scale di desiderabilit sociale sono molto utilizzate, ma presentano il grosso difetto di non discriminare bene tra soggetti ingannevoli e soggetti che semplicemente agiscono in modo socialmente desiderabile, o che possiedono veramente alte qualit morali. Per questo, andrebbero sempre interpretate con cautela e si dovrebbe evitare di usare i loro punteggi come correttivo alle risposte dei soggetti.
I primi due fattori risultano maggiormente correlati fra loro, evidenziando un fattore generale di 2 ordine. Snyder e Gangestad suggeriscono lutilizzo del punteggio complessivo, piuttosto che delle sottoscale, e hanno rivisto la scala nel 1986 per renderla meno multifattoriale. Briggs e Cheek (1988) hanno mostrato che lo sforzo riuscito solo in parte e ha ridotto in modo inopportuno lampiezza del costrutto, per cui forse meglio utilizzare la versione originale (25 item) considerando le tre sottoscale come aspetti parzialmente distinti.
Il Self-monitoring un concetto complesso introdotto da Snyder (1974). Secondo la sua teoria, le persone high self-monitors sono socialmente estroverse, pragmatiche, brillanti, attente alle richieste situazionali (camaleonti sociali) e deliberatamente attente a controllare la propria espressivit. Al contrario, le persone low self-monitors sono meno flessibili, pi motivate alla coerenza personale che alladattamento al contesto sociale, meno attente ai cues situazionali e socialmente pi insicure. Il costrutto del self-monitoring stato utilizzato in moltissime ricerche e criticato in altrettante: una visione critica molto articolata si pu trovare in Briggs e Cheek (1988). I problemi principali sono la sovrapposizione con altre misure (estroversione, dominanza sociale ecc.), che mette in dubbio la specificit del costrutto, e la correlazione incerta tra il fattore estroversione-recitazione e quello della centratura sugli altri. In effetti, la revisione del 1986 ha tolto alcuni item relativi a questultima dimensione, che per rimane centrale nella teoria di Snyder. Inoltre, Snyder concepisce il self- monitoring come un tratto discreto (high/low) piuttosto che come un continuum; anche questo aspetto della teoria pu essere messo in discussione.
In conclusione, la SMS una misura controversa, anche se stata utilizzata piuttosto spesso sia in psicologia sociale che nel campo della ricerca sulle emozioni (soprattutto rispetto allespressivit). Non andrebbe utilizzata senza unattenta riflessione teorica sul tipo di costrutto che si intende valutare, ma pu avere una certa utilit se usata appropriatamente.
RSMS (Revised Self- Monitoring Scale) - Lennox e Wolfe, 1984
Formato: self-report Lungehezza: 13 item in 2 sottoscale Struttura: le 2 sottoscale, ricavate dalla teoria e dallanalisi fattoriale, sono:
- AMSP (Ability to Modify Self-Presentation) - SEBO (Sensibility to Expressive Behavior of Others)
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