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LA NEUROPSICOLOGIA:
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PROGRAMMA DETTAGLIATO
Lezione n 1 La Neuropsicologia
Introduzione "Neuro-panoramica" storica
Test per la valutazione della Memoria a breve termine: Test per la valutazione della Memoria a lungo termine:
Funzioni esecutive e lobi frontali Deficit frontale: un'ipotesi interpretativa La valutazione delle funzioni frontali:
- Trail making Test TMT; - Wisconsin Card Sorting Test WCST; - Test della Torre di Londra TOL.
Lezione n 6 L'Attenzione
Attenzione selettiva Attenzione divisa Attenzione sostenuta e livelli di attivazione (arousal) La valutazione neuropsicologica dell'attenzione Test attenzione selettiva:
- Test di Cancellazione di Cifre; - Test di Stroop; - Test di barrage di linee.
Procedure di somministrazione:
- I Sezione: orientamenti; - II Sezione: autonomia nel quotidiano; - III Sezione: test neuropsicologici.
- Continuos Performance Test o CPT; - Le agnosie visive; - Agnosie per gli oggetti; - Test di valutazione delle agnosie visive.
- Rievocazione Immediata e Differita delle 15 parole di Rey; - Fluidita' verbale fonologica; - Costruzione di frasi. Matrici Progressive Colorate di Raven; Memoria visiva immediata; Copia di disegni a mano libera; Copia di disegni con elementi di programmazione; Clock Drawing Test CDT.
Prove Visuo-Spaziali:
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LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA
Nella precedente lezione abbiamo dato un rapido sguardo su quelle che sono state le tappe storiche pi importanti per la nascita e levoluzione della Neuropsicologia. Questa affascinante disciplina si propone, come abbiamo visto, di studiare gli effetti delle lesioni cerebrali sui processi cognitivi (percezione, attenzione, linguaggio, memoria, ragionamento, ecc.). Inoltre, potremmo definire:
molti psichiatri, psicologi e consulenti richiedono laiuto della neuropsicologia nellidentificare i candidati afferenti ai loro servizi che presentino eventualmente disturbi cognitivi sottostanti;
neurologi e neurochirurghi richiedono sempre pi lausilio delle valutazioni comportamentali nella diagnosi e nella documentazione del decorso dei disturbi cerebrali o degli effetti del trattamento; infatti,la valutazione neuropsicologica pu contribuire alla diagnosi precoce di alcune malattie neurologiche che, in alcuni casi, non sono documentate da referti patologici (neurologici o neuroradiologici):
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1. demenze in fase iniziale (Alzheimer, degenerazione frontale); 2. encefalopatie da sostanze tossiche (piombo, mercurio, amianto, vernice); 3. vascuolopatie; 4. traumi cranici chiusi lievi e/o gravi.
pu risultare necessaria per effettuare una diagnosi differenziale: i problemi cognitivi del paziente (distraibilit e dimenticanze nella vita quotidiana) sono di origine neurologica (degenerazione neuronale) o psicopatologica (ansia, depressione)?
si dimostrata unottima e valida metodologia di lavoro nellassistere gli specialisti (avvocati, giudici, medici di lavoro) in ambito forense (il paziente veramente amnesico o finge di esserlo allo scopo di andare precocemente in pensione? Il paziente veramente afasico o finge di esserlo allo scopo di ottenere una quota assicurativa? Il paziente ha subito un danno psichico successivamente lincidente automobilistico oppure vi simulazione?)
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Lesame neuropsicologico
Lesame neuropsicologico fornisce informazioni sul comportamento, le capacit cognitive, la personalit, le abilit apprese e il potenziale riabilitativo delle persone che hanno subito una lesione cerebrale. Il suo obiettivo, quindi, quello di rilevare le manifestazioni comportamentali delle funzioni cerebrali, siano esse compromesse o preservate. La programmazione, lesecuzione e linterpretazione della valutazione neuropsicologica, quindi, rivestono un ruolo di primo piano allinterno dellesame clinico al fine di ottenere un quadro completo delle abilit di un paziente. La sua metodologia richiede lutilizzo di tecniche specializzate nella relazione comportamentocervello, nonch professionisti psicologi professionalmente preparati al loro utilizzo ed interpretazione. Infatti, una conoscenza basilare delle associazioni anatomo-funzionali (lesione area X = probabile deficit Y) fornisce le coordinate di riferimento per limpostazione della valutazione. Ecco perch una corretta valutazione neuropsicologica non pu prescindere da una conoscenza approfondita dellorganizzazione funzionale e neurale dellarchitettura cognitiva; conoscenza che permetter anche di interpretare correttamente un profilo cognitivo. Limpostazione dellesame neuropsicologico dipende anche dallo scopo per cui viene effettuato. Tra questi, ricordiamo: di diagnosi (diagnosi differenziale, di screening) a completamento della diagnosi neurologica, supportandone la diagnosi differenziale; fornire al paziente e alla famiglia indicazioni sulle abilit compromesse e su quelle residue, per poter riadattare in modo congruente le aspettative e gli obiettivi per il futuro, nonch le strategie di compenso; individuare la prognosi clinica generale; strutturare il progetto riabilitativo integrato; fini assicurativi e legali; scopi di ricerca
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Tale valutazione si rivolge: al paziente e alla famiglia; al medico e allequipe riabilitativa interdisciplinare; ai sevizi di inserimento lavorativo o alla scuola.
Lesame neuropsicologico previsto per i pazienti che presentano varie patologie, tra cui:
malattie psichiatriche (depressione, disturbi di personalit, ritardi mentali) postumi di stroke ischemico o emorragico; sclerosi multipla; postumi di trauma cranico; postumi di neurochirurgia; malattia di Parkinson; demenze etc.
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sistematicit nella valutazione e attenzione nellosservazione clinica con capacit di focalizzazione di alcuni aspetti sulla base dellanamnesi e dellosservazione clinica stessa; occhio clinico, ossia capacit di distinguere ci che alterato da ci che non alterato, basandosi sullesperienza clinica; capacit di sintesi: inquadrare in un ambito sindromico il quadro clinico.
Anamnesi
Una volta individuato il problema, si proceder a determinare due importanti momenti: a. linizio del problema b. la sua evoluzione In pratica, durante questa fase, vengono raccolte tutte le informazioni sulla vita del paziente, sulla sua storia clinica, sugli esordi e il decorso del disturbo lamentato, sulla presenza tra i familiari di disturbi simili (familiarit) etc. Vengono altres vagliati i risultati degli esami strumentali (TAC, RMN, etc). Capire il quando e il come ci aiuta spesso a capire anche il perch, e pu altres aiutarci ad effettuare una diagnosi differenziale pi esatta. Ricordo che una volta, nellambulatorio presso cui lavoravo, un paziente di 64 anni si present lamentando un serio problema di memoria iniziato alcuni mesi prima. Ammetto che nella mia testa si insinu immediatamente lo spettro di una forma iniziale di demenza, data soprattutto let del soggetto. Ma, dopo aver effettuato lanamnesi ed unaccurata valutazione testistica, scartai quella lipotesi, optando invece (e fortunatamente per il paziente) per una diagnosi di lieve depressione. Egli stesso, dopo unora di test, cominci ad aprirsi con me e ammise che stava iniziando a sentire let dellanziano, come la chiamava lui, cio il momento (65 anni) da cui in poi, solitamente, un uomo entra ufficialmente a far parte della categoria anziani. Ci, come spesso capita, lo agitava cos tanto da portarlo a sottoporsi quotidianamente ad una pervicace messa alla prova, con cui tentava di dimostrare a se stesso (e agli altri) di essere sempre in gamba come quando era giovane. Questo, ovviamente, lo conduceva anche a giudicare in maniera esponenzialmente drammatica ogni fallimento, e di conseguenza a confermare le sue paure sulla vecchiaia (Mio Dio, ieri non mi sono ricordato di portare la spazzatura fuori! Lo vede dottore, sto cominciando a perdere del tutto la memoria!).
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Sottolineo tale aspetto per ricordare che vi possono essere molte spiegazioni rispetto un determinato dato clinico, e che questo, in un modo o nellaltro, deve essere sempre inserito in un particolare contesto: quello psicologico, comportamentale ed emotivo del paziente. Lesaminatore dovr capire non soltanto quando iniziato il disturbo, ma anche come il disturbo si evoluto nel tempo, ovvero se sia andato aggravandosi, magari con la comparsa di ulteriori difficolt, o se piuttosto abbia mostrato un progressivo miglioramento. Inoltre, andrebbe sondato anche se i problemi lamentati si fanno maggiormente presenti in una determinata situazione e/o in un determinato momento piuttosto che in un altro (la mattina o la sera, quando si rilassati o stressati etc.). Stabilire levoluzione del disturbo o dei disturbi, anche in questo caso pu fornire indicazioni molto preziose sul perch, ovvero sulle possibili cause. Il paziente, ad esempio, potrebbe dire di aver cominciato ad accusare il suo disturbo in maniera improvvisa, quasi come uno scoppio inaspettato: allora, potremmo trovarci di fronte a un possibile ictus o un T.I.A. (Attacco Ischemico Transitorio) o a conseguenze dovute ad un trauma cranico. Tendenzialmente (a meno che non vi siano situazioni di particolare gravit), in questi casi il paziente, attraverso soprattutto un adeguato piano riabilitativo, potr con il tempo migliorare, magari anche ricuperando molte delle abilit cognitive e/o comportamentali compromesse dallevento infausto accorsogli. Invece, nel caso di un paziente che presenti un peggioramento continuo nel tempo, con un insorgere dei disturbi lento e silente, e quindi non improvviso come nellesempio precedente, potremmo sospettare la presenza di una forma iniziale di demenza, da valutare, ovviamente, attraverso unadeguata batteria testistica al fine di falsificare (e non confermare!) la nostra ipotesi iniziale basata sui soli dati anamnestici. Durante la raccolta dellanamnesi, come anche durante la fase del colloquio clinico, possiamo avvalerci della collaborazione del familiare. necessario spendere qualche parola in pi sul colloquio con il familiare, perch non di rado esso ci fornisce informazioni davvero molto preziose e vincolanti al fine della scelta dei test da utilizzare successivamente.
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Il colloquio con i familiari rappresenta il momento di raccolta e di approfondimento delle informazioni che completano il quadro anamnestico. Lincontro con il familiare e/o con le persone che vivono con il paziente consente la verifica e la conoscenza pi approfondita dei sintomi cognitivi e comportamentali riferiti e di quelli che talora il paziente omette, per mancata consapevolezza o perch ritegni di scarsa rilevanza clinica (spesso capita che ometta certe informazioni per nascondere allaccompagnatore la propria situazione). Lintervista con il familiare si rende necessaria per molti motivi. Primo fra tutti, come appena accennato, verificare la correttezza delle informazioni data dal paziente stesso, approfondendo gli aspetti inerenti i problemi nella vita quotidiana e lavorativa che il disturbo apporta al soggetto. Inoltre, utile in quanto pu far comprendere ai familiari stessi il tipo di patologia e le eventuali ipotesi di sviluppo dei deficit cognitivi, al fine di consentire loro di prepararsi agli eventuali cambiamenti conseguenti lo stato del loro congiunto. Si pensi, ad esempio alle molte difficolt che patologie quali demenze, traumi cranici o gravi ictus apportano alla vita dei pazienti e di chi sta loro intorno. Un altro motivo da non sottovalutare che permette di instaurare unalleanza che garantisca a chi effettuer la riabilitazione di lavorare con la collaborazione dei familiari, consentendo di avanzare migliori prognosi di recupero. Solitamente, fra le domande che possono essere rivolte al familiare, possiamo ricordare le seguenti: 1. Ricorda informazioni personali e relative alla propria famiglia? (ad esempio, i nomi dei propri figli o nipoti) 2. ripetitivo? 3. Ha difficolt a trovare le parole (effetto effetto punta della lingua) 4. Comprende bene i discorsi? 5. Ha difficolt a riconoscere oggetti dellambiente domestico? 6. Ha difficolt a riconoscere persone che non vede da tempo o persone familiari? 7. in grado di utilizzare correttamente li utensili e gli apparecchi domestici? 8. Ha cambiato carattere? 9. Ha mantenuto hobbies e interessi? 10. interessato a ci che accade in famiglia?
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molto importante, durante tutta la fase di anamnesi, vagliare gli aspetti pi significativi che possono influenzare direttamente lo stato cognitivo del soggetto. Le aree pi importanti da esplorare sono: 1. abilit cognitive nel loro contesto quotidiano (linguaggio, memoria, riconoscimento delle persone e degli spazi etc.); 2. stato dellumore e comportamento (il paziente solitamente depresso?) 3. presenza di eventuali fenomeni allucinatori 4. qualit del sonno 5. appetito ed eventuale cambiamenti nel regime alimentare 6. familiarit per alcune patologie (demenze, ictus, depressione etc.). 7. raccolta delle informazioni cliniche neurologiche e delle documentazioni neuroradiologiche per la definizione del tipo di patologia (vascolare, traumatica, degenerativa) e delleventuale sede ed estensione del danno cerebrale 8. farmaci utilizzati
Colloquio clinico
Questa fase viene eseguita sulle coordinate tracciate durante la valutazione anamnestica: infatti, il colloquio dovr mirare ad unesplorazione delle varie aree cognitive, dando priorit a quelle identificate, nellanamnesi, come pi critiche. Sono molte le variabili in gioco. Qui di seguito vengono presentate quelle pi importanti che, solitamente, devono essere sempre prese in considerazione durante un colloquio clinico: 1. stato di coscienza del paziente e capacit di interagire con lambiente (il paziente sveglio e collaborativo oppure leggermente sonnolento e disattento?); 2. orientamento temporale e orientamento spaziale (la data del giorno, il girono della settimana, dove si trova etc.); 3. lorientamento personale (notizie relative alla famiglia o al lavoro); 4. le difficolt che egli ha sperimentato nella vita di tutti i giorni. importante, infatti, capire se i disturbi del paziente hanno un impatto nella vita comune e quali sono i limiti che egli subisce per effetto del deficit cognitivo lamentato. In questo caso, verranno fatte delle domande al paziente a proposito del suo disturbo contestualizzato agli ambienti da lui frequentati. Ad esempio, se ha avuto delle conseguenze sul luogo del lavoro (e che tipo di
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Docente: dott. Iglis Innocenti Centro HT Network: Cesena: 0547-480296 www.humantrainer.com
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conseguenze), oppure quando era a casa, o durante gli spostamenti (un paziente si rec presso lambulatorio per una visita, dopo che gli era capitato di non ricordare, mentre era sul bus, a quale fermata dovesse scendere, nonostante fossero pi di 30 anni che prendeva lo stesso mezzo quasi quotidianamente). Nel caso di una difficolt di memoria, potremmo chiedere se presenta maggiori difficolt a ricordare dati personali ed eventi, recenti o remoti, se ha difficolt a ricordare nozioni e informazioni, o se ha tendenza a dimenticare facilmente oggetti o impegni; 5. consapevolezza dei deficit lamentati (soprattutto se a parlarne chi accompagna il paziente); 6. gi dal colloquio si possono inferire informazioni circa le abilit del paziente a sostenere una normale conversazione, ovvero le sue abilit di comprensione e produzione del linguaggio, nonch le caratteristiche delleloquio (spontaneo, fluente o rallentato etc.); 7. sar valutato anche il contenuto del pensiero, lappropriatezza e la coerenza del comportamento (presenza o meno di atteggiamenti ostili, aggressivit, bizzarrie etc.); 8. stato dellumore durante il colloquio; 9. bench non rientri proprio nelle nostre competenze di psicologi, sarebbe opportuno anche valutare lattivit motoria del paziente: il modo in cui egli cammina, le sue posture, eventuali disordini di movimento etc.
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Solitamente, tale fase viene suddivisa in due ulteriori momenti: uno di screening e uno successivo di approfondimento. Durante la fase di screening, che include anche la fase di anamnesi e di colloquio clinico, lobiettivo sar di ottenere un profilo cognitivo generale del soggetto sottoposto alla valutazione, rilevando quali sono le funzioni cognitive in cui si presenta un decadimento nella prestazione. In questa fase, lindagine testistica riguarder lo screening di molte funzioni neuropsicologiche, indagate attraverso prove brevi, in modo tale che lintera valutazione possa concludersi entro circa unora e mezzo . Solitamente, vengono impiegate batterie di test, ovvero insieme di test neuropsicologici diversi, fra loro raggruppati e somministrati in sequenza con il chiaro scopo di ricoprire la maggior parte delle dimensioni del comportamento cognitivo. La valutazione generale molto importante perch fornir le coordinate per definire una eventuale successiva fase di approfondimento: in pratica, le funzioni cognitive che mostreranno una prestazione al di sotto della norma saranno poi vagliate in maggior dettaglio e con prove pi mirate successivamente. Frazionare in due momenti distinti la valutazione testistica consente di evitare il rischio che subentri unaltra variabile capace di inficiare i risultati, ovvero la stanchezza (sia del paziente, sia quella del neuropsicologo). Inoltre, potr servire per analizzare meglio i risultati che emergono dalla fase di screening e pianificare con maggior accuratezza la fase di approfondimento, scegliendo i test pi indicati da utilizzare per il caso in esame. Dato che parliamo di quantizzare una data prestazione, dobbiamo anche fare i conti con lerrore. In questo senso, come in ogni processo diagnostico (psicologico o medico), vi sempre la possibilit di incappare in un errore (falsi positivi o falsi negativi). Quindi, occorrer ridurre tale possibilit rispettando alcuni punti importanti. Prima di tutto, evitare le fonti esterne di variabilit: si raccomanda, pertanto, di valutare il paziente da solo e in un ambiente quantomeno asettico da rumori e distrazioni. Inoltre (e questo sar argomento della prossima lezione), si raccomanda lutilizzo di test accuratamente standardizzati, ovvero che dispongano di materiale e istruzioni uniformi, nonch di tarature italiane, ovvero con valori normativi di riferimento ricavati da campioni italiani.
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La cosa importante che il confronto tra la prestazione del soggetto e quella della popolazione normale avvenga tenendo conto dellet, del sesso e dellistruzione del soggetto stesso, in quanto si ampiamente dimostrato come tali variabili influenzino le prestazioni ai test. Alla fine dellesame, potr essere opportuno dare una valutazione preliminare al paziente, consapevoli di non essere esaustiva e precisa, non essendo ancora basata sullo scoring dei punteggi ottenuti. Tale restituzione preliminare ha anche un ulteriore vantaggio: consente di confrontare la prospettiva (scientifica) del neuropsicologo, con quella (soggettiva) del paziente. Infatti, chiedere a questi come valuti la propria prestazione, potrebbe fornirci alcune informazioni sul suo stato di consapevolezza rispetto le proprie difficolt, confrontando il suo giudizio con la reale prestazione ottenuta ai test. Infine, si dovr provvedere a scrivere una relazione dettagliata sulle informazioni raccolte e sui risultati ai test. La restituzione dellesito della valutazione deve contenere tutti gli elementi raccolti, sia durante le fasi preliminari di raccolta dati, sia durante lesame neuropsicologico. Ci molto importante soprattutto in prospettiva di un intervento riabilitativo, in quanto la relazione potrebbe essere utilizzata come riferimento per un confronto con gli esami successivi (follow-up). Prima di concludere questa lezione e passare a quella dedicata ai test neuropsicologici, credo sia utile spendere una parola in pi sulla formazione dellesaminatore neuropsicologo. Innanzitutto, questi dovrebbe avere una buona conoscenza di neuropatologia, comprendente temi di neuroanatomia e principi di neuropsicologia; inoltre, sarebbe opportuno avesse fatto studi e approfondimenti di psicologia cognitiva, volti alla conoscenza delle funzioni cognitive e agli studi sperimentali che hanno consentito di determinarne larchitettura funzionale ed anatomica. Infine (questo il punto che preferisco!) sarebbe di gran lunga appropriato (e purtroppo succede spesso il contrario) che il neuropsicologo avesse dimestichezza anche con la psicologia clinica e i disturbi psicologici, compresa la conoscenza delle sindromi psichiatriche. Tutto ci consentir senza dubbio a chi conduce la valutazione neuropsicologica di porre i quesiti pi idonei al caso, formulare ipotesi e scartarne di successive, decidere quali elementi mantenere e quali rigettare, programmare un percorso di valutazione finalizzato, con la possibilit di aggiustamenti e nuove soluzioni.
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