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Dispensa 2 del corso online: I test psicologici e la Psicodiagnostica

www.humantrainer.com L'assessment, la funzione e la classificazione dei test


www.psicocitta.it
www.psicologia-psicoterapia.it Docente: Dott.ssa Luisa Fossati - Centro HT: 0547.480296

Dispensa 2
Corso online gratuito

PSICODIAGNOSI:
L'ASSESSMENT, LA FUNZIONE E LA
CLASSIFICAZIONE DEI TEST

a cura della Dott.ssa Luisa Fossat


Psicologo e Psicoterapeuta ad Approccio Centrato sulla Persona

Nell'ambito dell'assessment, clinico e aziendale, si occupa della costruzione, sviluppo e adattamento


di test psicologici, per conto di case editrici scientfiche. Da anni si occupa di formazione,
rivolta ai professionist, all'uso dei test psicologici sia in ambito clinico che aziendale.
Ha collaborato con diverse organizzazioni sanitarie e di volontariato, sia pubbliche che private,
occupandosi di assessment e ricerca clinica. È autrice di diverse pubblicazioni sia a carattere scientfico
sia divulgatvo. In ambito clinico si occupa di diagnosi, consulenza, psicoterapia individuale e di coppia.

Nota
Ricordiamo che le attività illustrate in questo Corso sono attività riservate per legge
alla figura dello Psicologo (art 56/1989).

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PROGRAMMA DETTAGLIATO
DISPENSA 1 DISPENSA 2
TEST E CREDENZE: SFATIAMO LE PRINCIPALI CREDENZE PSICODIAGNOSI: L'ASSESSMENT, LA FUNZIONE E LA
SUI TEST CLASSIFICAZIONE DEI TEST
1. Test e credenze: sfatiamo le principali credenze sui 1. Evoluzioni storiche sul concetto di assessment:
test modello psicometrico, modello clinico e
2. Le 4 principali credenze sui test diffuse tra le assessment terapeutico
persone comuni 1.1 Modello psicometrico
2.1 "Test? Non sono mica matto!" 1.2 Modello clinico
2.2 "I test t permettono di vedere degli aspetti di me di 1.3 Assessment Terapeutco (AT)
cui io non sono consapevole" 2. Perché si usano i test
2.3 "Guai se mi contraddico!"
3. Classificazione dei test: test di massima
2.4 "Lo Psicologo può vedere la mia mente ma io non
posso vedere la sua" performance e test di tipica performance
3. Le 4 principali credenze sui test diffuse tra gli 3.1 Test di massima perfomance
Psicologi 3.2 I test di tpica performance: informazioni
3.1 "Io ai test non ci credo!" generali
3.2 "Grazie al test troverò la soluzione" 3.3 I test di tpica performance: I test proiettivi
3.3 "Se il test contene le istruzioni scritte, non ho bisogno 4. Due parole sull'esame dello stato mentale
di aggiungere istruzioni verbali"
3.4 "Nel dubbio faccio un test in più, così sono più DISPENSA 4
sicuro/a"
LA RELAZIONE FINALE
DISPENSA 3 1. La presentazione e la definizione delle persone
coinvolte
TEST: LIMITI, CONSIGLI, SOMMINISTRAZIONE E 2. Inquadramento generale del percorso di assessment
SCORING 3. Aspetti anamnestci
1. Test: limiti, consigli, somministrazione e scoring 4. Comportamento durante la valutazione
2. Le proprietà psicometriche sono nostre amiche 5. Risultat emersi dai test
3. Conoscere i limiti dei test per gestirli 6. Conclusioni
3.1 Errori statstci
3.2 Imprecisione dei risultat quando si interpretano i DISPENSA 5
punteggi
3.3 Limite di indagine: i test misurano la parte oggettiva
MMPI-2 - Minnesota Multiphasic Personality
dell'esperienza ma non quella soggettiva Inventory-2
3.4 I costrutti psicologici: cosa stamo misurando?
DISPENSA 6
4. Consigli per l'utilizzo dei test
4.1 Consiglio 1: utlizzate più strument PAI - Personality Assessment Inventory
4.2 Consiglio 2: tenete presente le differenze in base alle
teorie DISPENSA 7
4.3 Consiglio 3: considerate la lunghezza del test
SCID II - Structured Clinical Interview for DSM
5. Consigli per l'acquisto dei test
5.1 Campione di standardizzazione
IV Axis II Disorders
5.2 Procedure di scoring chiare DISPENSA 8
5.3 Complessità e semplicità
5.4 Teoria di riferimento SCL-90-R - Symptom Checklist-90-R
6. La somministrazione
7. Lo scoring DISPENSA 9
Breve presentazione delle tecniche proiettive
DISPENSA 10
Proprietà Psicometriche (approfondimento)

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1. Evoluzioni storiche sul concetto di assessment: modello


psicometrico, modello clinico e assessment terapeutico
Contrariamente a quanto spesso si pensa, la parola assessment non è di origine anglosassone ma
di origine latna: Assĭdĕo, assĭdes, assedi, assessum, assĭdēre.
Ha un duplice significato: "sedere come giudice" (con l'accezione di giudicare) ma anche "sedere
accanto" (con l'accezione di prendersi cura di qualcuno). Semplificando molto, si può dire che
l'evoluzione storica dell'assessment è stata una sorta di processo di passaggio dalla prima alla
seconda accezione.

1.1 Modello psicometrico


Fino a poco più di trent'anni fa si usava ancora dire che i professionist che si occupavano di test
erano coloro che "facevano test" (psychological testing), nel senso che applicavano una serie di
tecniche, metodi e strategie che andavano sotto l'etchetta di "metodi psicologici". Il fare test,
quindi, era un'attività caratterizzata e connotata dalle peculiarità dei singoli strument (Sloves,
Doherty e Schneider, 1979). L'obiettivo dell'assessment era quello di raccogliere informazioni
secondo categorie esistent, interpretare i dat in modo deduttivo e unilaterale attraverso
strument standardizzat finalizzat alla raccolta obiettiva delle informazioni. L'assessor, quindi, era
un osservatore oggettivo che assumeva il ruolo di tecnico semispecializzato. Questo è il modello
che prende il nome di modello psicometrico. Il test è l'elemento centrale (Abbate, 2009).

1.2 Modello clinico


La visione del modello psicometrico nel tempo si è rivelata riduttiva e dal "fare test" si è passat al
"fare assessment", inteso come l'intero processo di valutazione in cui l'uso dei test è solo una
parte del processo di valutazione clinica. L'assessor assume un'identtà professionale diversa
perché, da semplice tecnico che applica metodi per raccogliere informazioni oggettive, diventa una
persona che fa una valutazione in senso più ampio, integrando informazioni provenient da diverse
font (anamnesi, test, colloqui) al fine di individuare quelle caratteristche personali che
permettono di far fronte alla richiesta iniziale. Si passa, dunque, dal modello psicometrico al
modello clinico (Abbate, 2009). Nel modello psicometrico, quindi, l'elemento centrale è il test e la
misurazione statstca dei fenomeni psichici è l'obiettivo principale, mentre nel modello clinico la
figura centrale è l'assessor che può utlizzare test ma non solo e, inoltre, non si limita a misurare la
presenza di un certo tratto ma, attraverso diversi metodi, va ad indagare più aree di
funzionamento della persona (Tallent, 1992).

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1.3 Assessment Terapeutico (AT)


Già dalla fine degli anni '70, però, in Texas, si stava facendo strada un'altra prospettiva: quella
dell'assessment terapeutico (detto anche assessment centrato sulla persona). Uno psicologo
statunitense di nome Stephen Finn, insieme a una psicologa umanista di nome Costance Fischer,
ad Austn in Texas tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta aveva avuto l'impressione che se le
sedute di resttuzione degli assessment venivano condotte in modo diverso dal solito, cioè
coinvolgendo il cliente, formulando ipotesi invece di "presentare risultat", dialogando con il
cliente e pensando insieme ai significat soggettivi di alcuni punteggi e risposte, questo favoriva dei
cambiament. Questo è stato il punto di partenza. Dare potere al cliente nelle sedute di
resttuzione.
Nel paradigma dell'Assessment Terapeutco (AT) i test sono utlizzat per aiutare le persone a
comprendere meglio se stesse per trovare delle soluzioni ai problemi che affliggono le loro vite;
Finn parla dei test come di Amplificatori di empatia. L'AT si differenzia dalla valutazione
tradizionale (modello psicometrico), i cui obiettivi principali sono la raccolta delle informazioni, la
diagnosi, la pianificazione del trattamento e la valutazione dell'efficacia dell'intervento svolto;
questo perché l'AT ha come scopo principale quello di favorire cambiament positvi per i client.
Nell'AT i client sono coinvolt in prima persona: dallo stabilire gli obiettivi dell'assessment al
discutere i possibili significat dei test, al preparare i resocont scritti, fino al contribuire a
diffondere i risultat relatvi al percorso effettuato agli altri professionist coinvolt nell'eventuale
invio. L'elemento centrale, quindi, è il cliente.

2. Perché si usano i test


La Society for Personality Assessment (SPA, 2008) definisce così la valutazione psicologica:
«Con valutazione psicologica ci riferiamo ai metodi scientifici che gli psicologi impiegano per
comprendere la personalità umana. Quando combinata con informazioni ricavate da interviste,
osservazioni e altre fonti, la valutazione può aiutare il cliente a esplorare modi nuovi e più efficaci
di risolvere i propri problemi. Una volta completate le procedure di valutazione e ottenuti i risultati,
gli psicologi in genere forniscono ai loro clienti un feedback. Gli scopi sono la promozione di una
maggiore capacità di comprensione del Sé e la possibilità di pianificare un trattamento
appropriato. In questo modo, la valutazione psicologica può ridurre i tempi di un trattamento
basato unicamente sul colloquio clinico. La valutazione psicologica può aiutare anche a fornire
informazioni precise e obiettive che aiutino a rispondere a quesiti posti da altri professionisti della
salute mentale».

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Questa definizione mette bene in evidenza l'importanza delle tre component: quella psicometrica,
quella clinica e quella legata alla promozione del cambiamento in cui la persona è al centro.
Lavorare con i test, quindi, significa non solo applicare metodi standardizzat per raccogliere
informazioni ("fare test"), ma anche integrare le informazioni derivant dai test con altre
informazioni (anamnesi, esame obiettivo e colloquio). La relazione assume un ruolo centrale al fine
sia della raccolta delle informazioni che della promozione del cambiamento. Lavorare con i test
significa, inoltre, non soltanto avere competenze sull'applicazione dei test, ma anche avere
competenze cliniche e relazionali ("fare assessment").
Nell'assessment, quindi, entrano in gioco variabili relazionali oltre a quelle tecniche; per questo
(come vedremo in dispensa 3) un report interpretatvo non potà mai sosttuire lo psicologo!

3. Classificazione dei test: test di massima performance e


test di tipica performance
I test possono essere classificat in diversi modi. Una macro classificazione utle da considerare è
distnguere tra test di massima performance e di tipica performance (Pedrabissi e Santnello,
1997).

3.1 Test di massima perfomance


I test di massima performance sono quelli in cui sono present risposte giuste e sbagliate e in cui,
di solito, c'è un tempo limite. Alla persona viene richiesto di dare il meglio di sé e l'obiettivo è
verificare quanto sia in grado di risolvere un determinato compito. Un esempio classico di test di
massima performance sono i test di intelligenza e quelli attitudinali che sono centrat sulla capacità
di ragionamento, ma anche i test di attenzione (ad esempio, test di barrage) e memoria
(rievocazione, ripetzione, memoria narratva). Quest test sono utli per valutare le component
cognitve della persona.
Si faccia attenzione ai tempi di somministrazione, in quanto quest test possono essere molto
rapidi, come ad esempio il MMSE-2 - Mini-Mental State Examination, 2nd Edition -, che richiede
dai 5 ai 20 minut a seconda che si usi la forma breve, standard o estesa, oppure possono
richiedere molto tempo, come nel caso della WAIS-IV - Wechsler Adult Intelligence Scale, Fourth
Edition (2013) -, che richiede circa 90 minut.
I tempi di somministrazione sono fondamentali e da considerare in base al contesto e alla luce di

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altre informazioni come quelle emerse dell'esame dello stato mentale ("l'osservazione diretta"
della persona per comprenderne l'esperienza soggettiva): se ho una persona di 65 anni (quindi a
cui è possibile somministrare la WAIS-IV perché l'età rientra nel campione di riferimento) in cui
all'esame dello stato mentale osservo difficoltà di mantenere la concentrazione prolungata,
oppure la forte tendenza ad annoiarsi, può essere una soluzione migliore perdere un po' di
informazione ma optare per un test più breve e adatto alla persona; un test di performance troppo
lungo – come ad es. la WAIS - potrebbe essere percepito molto frustrante per queste persone.

3.2 I test di tipica performance: informazioni generali


I test di tpica performance sono quelli finalizzat a conoscere i comportament tpici della persona,
quindi non esaminano cosa è in grado di fare ma ciò che tpicamente fa nella vita quotdiana. Dal
momento che la base teorica che sottostà a quest test è più ampia ed eterogenea (ci rientrano i
test di personalità, temperamento, preferenze, valori, ecc.) c'è meno accordo su quali siano le
caratteristche rilevate da un test di tpica performance. In generale, però, si può dire che i test che
verranno considerat in queste dispense appartengono a questa area, perché sono test che hanno
la finalità di individuare le caratteristche e i tratti tpici della persona.
A differenza dei test di massima performance in cui non è possibile distorcere (a meno che la
persona non voglia simulare un disturbo della sfera cognitva), nei test di tpica performance è
possibile (e probabile) che le persone distorcano cercando di far credere che un certo tratto sia più
o meno presente in loro di quanto in realtà non sia. Per questo motvo, nei test di tpica
performance (self-report) sono riportate scale di validità, per capire se la persona ha distorto in
senso miglioratvo o peggioratvo o se ha risposto a caso. Chiaramente in un test di massima
performance non si può far credere di avere un'abilità maggiore di quella che si ha.
I test di tpica performance sono generalmente self-report (ad esempio il MMPI-2), ma possono
essere anche interviste (ad esempio le interviste SCID). In entrambi i casi, la persona parla
direttamente all'assessor e sceglie quanto aprirsi, cosa condividere e cosa no. Le risposte sono
date sulla base della consapevolezza: in altre parole, la persona legge la domanda, la comprende e
sceglie consapevolmente cosa rispondere... e la menzogna è un'opzione possibile!
Quindi, quando si sceglie di lavorare con un self-report, è fondamentale che si sia creato un
contesto relazionale tale per cui la persona senta di potersi fidare e in cui si senta al sicuro, proprio
per evitare quegli atteggiament descritti nella dispensa 1.
Inoltre, seguire le linee guida indicate nei manuali a proposito delle regole di somministrazione è
fondamentale per gestre al meglio il comportamento di risposta della persona. Molto spesso

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capita che, per motvi di tempo, alcuni test in cui è esplicitamente indicato di sorvegliare la fase di
somministrazione, vengano lasciat alla persona, dando la possibilità di farli a casa. Non è il modo
migliore per gestre la somministrazione: le persone, infatti, possono farli in tant moment diversi
oppure distrarsi con telefonate e internet, o non avere chiaro qualcosa, necessitando di
spiegazioni.

3.3 I test di tipica performance: I test proiettivi


I test proiettivi sono fatti rientrare nei test di tpica performance. Risentono meno della distorsione
rispetto ai test self-report in quanto gli item sono costtuit da stmoli ambigui (più o meno
strutturat) su cui vengono dat (proiettat) significat soggettivi. Il processo mentale che può
avvenire in un self-report in cui la persona è consapevole di comportarsi in un certo modo ma
dichiara il contrario non avviene nei proiettivi. La persona può vedere qualcosa nelle macchie di
Rorschach ma non dichiararlo perché, ad esempio, si vergogna (come avviene frequentemente per
le risposte a contenuto sessuale). Il buon esaminatore dovrebbe poterlo rilevare dal
comportamento non verbale, dai tempi di latenza e dal processo di costruzione della risposta, ma
è pratcamente impossibile che le risposte date siano consapevolmente alterate per mostrare
tratti diversi (a meno che la persona non venga istruita).

Riassumendo: i test proiettivi sono molto utli quando si intende esaminare


contenut psichici inconsci; i self-report quando si intende valutare la rappresentazione
che la persona ha di sé e dei propri comportament e i test di massima performance
quando si intende valutare le funzioni cognitve.
Per tutti i test occorre una preparazione specifica e questo vale ancora di più per i test
proiettivi in cui il processo di raccolta, siglatura e scoring è molto complesso e vi
entrano in gioco moltssime variabili che, se mal gestte, determinano una cattiva
interpretazione.
Un consiglio: almeno all'inizio dell'attività, se siete interessat ai proiettivi (e in
partcolare alle macchie di Rorschach), scegliete un metodo e usate quello; integrazioni
tra metodi diversi possono essere fonte di grande confusione se ciascun metodo non si
conosce alla perfezione.

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4. Due parole sull'esame dello stato mentale


Un insieme di informazioni important da tenere in considerazione nell'assessment sono quelle
derivant dall'esame dello stato mentale (oltre, ovviamente, a quelle anamnestche). L'esame dello
stato mentale serve per comprendere l'esperienza soggettiva della persona attraverso
l'osservazione "diretta" (cioè effettuata attraverso gli organi di senso del professionista).
Si basa sulla percezione del professionista e permette di valutare il livello di coscienza della
persona, il suo aspetto, come si comporta, l'eloquio e il linguaggio, gli aspetti cognitvi (attenzione,
memoria, ideazione e pensiero, esame di realtà), l'umore e i sentment prevalent, le capacità di
analisi, giudizio e introspezione.
Contrariamente ai test, che si basano sull'osservazione indiretta, l'esame dello stato mentale si
basa sull'osservazione diretta. Le informazioni derivant da misure dirette e indirette devono,
quindi, essere integrate.
Questo per dire che i test, in quanto strument oggettivi, non permettono di cogliere le
component soggettive, è un limite nella natura intrinseca del test; le component soggettive, i
contenut individuali dell'esperienza psichica, sono però fondamentali e imprescindibili per una
valutazione completa della persona.

Bibliografia
• Sloves, R.E., Doherty, E.M., & Schneider K.C. (1979). Ascientific problem-solving model of
psychological assessment. In Professional Psychology, 1, 28–35.
• Abbate, L. (2009). Testing psicologico e assessment diagnostico. In Dazzi, N.; Lingiardi, V.
• Gazzillo, F. (a cura di) (2009), La diagnosi in psiclogia clinica. Personalità e psicopatologia.
Milano: Raffaello Cortna Editore.
• Tallent, N. (1992). The practice of psychological testing. Englewood Cliffs, NJ: Prentce-Hall.
• Society for Personality Assessment (SPA, 2008). What is Psychological Assessment. Society
for Personality Assessment, Falls Church, Virginia.
• L. Pedrabissi, M. Santnello, (1997) I test psicologici - Teorie e tecniche, Il Mulino

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