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CAPITOLO 1
PRINCIPI DEL TESTING PSICOLOGICO
L'attività professionale dello psicologo si svolge in un contesto ambientale in cui convivono regole sociali, giuridiche e
morali talvolta incompatibili che può rendere arduo per lo psicologo i conseguenti processi decisionali.
Lo psicologo ha il dovere di accrescere le sue cognizioni sul comportamento umano; lo psicologo deve necessariamente
essere aggiornato e competente, incrementando le proprie competenze ed essendo in costante aggiornamento per ridurre
i rischi di errore
Soltanto coloro che sono iscritti all'albo degli psicologi possono esercitare la professione di psicologo.
Il maggior tributo riconosciuto a Wilhelm Wundt è stato quello di aver fondato il primo laboratorio di psicologia
sperimentale a Lipsia, nel 1879.
Dopo Wissler, il quale fu il primo a preoccuparsi di verificare con i suoi dati la validità predittiva degli strumenti
impiegati; si dovettero aspettare più di settant'anni per poter riabilitare i tempi di reazione come misure potenziali
dell'intelletto.
Per secoli tutti coloro mentalmente o psichiatricamente disabili furono considerati reietti della società. Jean-Esquirol fu
il primo a formalizzare la differenza tra il ritardo mentale, una condizione permanente e soprattutto insanabile dello
sviluppo, all'epoca definita idiozia, e la malattia mentale o demenza, alla quale veniva riconosciuta un'insorgenza
tardiva, ma con un buon margine di miglioramento.
Edouard Séguin nel 1866 pubblicò il primo grande libro di testo sul ritardo mentale, Idiocy, and its Treatment by the
Physiological Method, e su una modalità di trattamento più moderna.
Nel 1891 Alfred Binet andò alla Sorbona, dove ebbe modo di definire la sua “psicologia individuale” e di apprezzare
l'approccio di Cattell al testing dell'intelligenza.
Binet comprese che l'impiego di una batteria testologica avrebbe rappresentato il formato perfetto per la valutazione dei
processi psichici.
Si introdusse il concetto di “età mentale” che era definita dalla prestazione media dei soggetti di pari età cronologia. Il
test diventa il mezzo per confrontare persone diverse ma della stessa età.
Il concetto di età mentale venne superato da Lewis Terman che nel 1916 mise a punto una versione americana rivista del
test di Binet e Simon, e introdusse il concetto di “quoziente intellettivo”, come risultato del rapporto tra età mentale ed
età cronologica moltiplicato per cento.
Alcuni studiosi tra i quali Robert Yerkes, Lewis Terman e Arthur Otis costruirono due test collettivi Army Alpha e Army
Beta. Con tali strumenti furono valutati quasi due milioni di persone, e questi due test collettivi influenzarono la forma
dei futuri test attitudinali e di intelligenza.
Per modificare il precedente e radicato concetto di intelligenza come costrutto unitario, servì una tecnica rivoluzionaria,
di non semplice applicazione: l'analisi fattoriale.
E' il settore bellico a raccogliere il merito del concepimento dei test di personalità.
Thurstone con il suo Thurstone Personality Schedule cominciò a selezionare gli item con il metodo della consistenza
interna: ne razionalizzò il contenuto a seconda del nevrotico tipico. Dal questionario di Thurstone si giunse poi al
Bernreuter Personality Inventory che non solo cominciò a concentrare la valutazione in quattro dimensioni di
personalità:
tendenza nevrotica – dominanza-sottomissione – introversione-estroversione – sicurezza di sé9 ma introdusse anche
l'importante concezione del contributo massivo apportato dai singoli item. Nel 1940 compare il Minnesota Multiphasic
Personality Inventory di Starke Hathaway e Charnley McKinley, formato da 550 item a cui rispondere vero/falso e
ancora oggi usato in ambito clinico.
Altre vie alternative per l'indagine della personalità sono chiamate “tecniche proiettive”. Questi approcci nacquero con
il metodo delle libere associazioni proposto nel 1883 da Galton, il quale cominciò i suoi esperimenti concedendosi non
più di 4 secondi per formulare quante più associazioni possibili con precise parole stimolo. Tutte le operazioni mentali
avvengono al disotto del livello cosciente, e numerosi storici furono a ritenere che la terapia delle libere associazioni
impiegata da Freud nacque proprio con Galton, in seguito alla pubblicazione del suo libro Brain, nel 1879. Il lavoro di
Galton proseguì fino ad assumere forma compita nelle mani di Carl Gustav Jung, il cui test consisteva di 100 stimoli
verbali, per ciacuno dei quali il soggetto avrebbe dovuto rispondere il più velocemente possibile con le prime parole
pensate. In America si cercò di realizzare un approccio empirico per oggettivare il testing di personalità.
Hermann Rorschach fortemente influenzato dal pensiero junghiano riteneva che solo l'utilizzo di stimoli ambigui
avrebbe portato il soggetto a rivelare bisogni, fantasie, conflitti più reconditi.
Il test di Rorschach fu originariamente creato per lo studio della personalità conflittuale a livello affettivo-emotivo.
John Buck, nel 1948, ideò il test House-Tree-Person, più standardizzato e raffinato del precedente basandosi sul
presupposto che i soggetti rivelassero bisogni, interessi e caratteristiche di personalità disegnando questi temi ( una
casa-un albero-una persona ).
Se lo scopo del test è quello di aiutare una persona, esso ha lo stesso valore di una visita medica; il test ha come
obbiettivo quello di misurare l'abilità e non lo status sociale. Il movimento antitest terminò con la pubblicazione (1985)
di norme specifiche per la costruzione, l'uso, la somministrazione e l'interpretazione dei test nel volume Standards for
Educational and Psychological Testing pubblicato dall'America Psychological Association (APA).
Charcot, Wundt, e Galton hanno gettato le basi di una psicologia delle differenze individuali e aperto la strada alle
moderne tecniche di indagine psicologica attraverso l'uso dell'osservazione, del colloquio, dell'intervista, del
questionario e dei test. Nasce la conoscenza mediante test.
Nella conoscenza mediante test le informazioni sono selezionate mediante degli stimoli definiti standardizzati. Tali
stimoli sono stati selezionati e verificati nelle loro validità e attendibilità.
Le risposte date dall'esaminato a tali stimoli standardizzati sono rilevate e valutate in modo oggettivo. Il fenomeno della
proiezione può non essere pienamente controllato nella fase dell'interpretazione e comunicazione dei risultati di un test.
Il percipiente e l'autore del test organizzano le informazioni in modo differente: nella conoscenza intuitiva, il percipiente
organizza le informazioni stabilendo differenze di intensità in base a criteri soggettivi, che comportano l'annullamento
di alcune differenze ( assimilazioni ), l'amplificazione di alcune differenze ( contrasto ), la formazione di stereotipi;
secondo Boncori:
un test o reattivo psicologico è <<una situazione standardizzata nella quale il comportamento di una persona viene
campionato, osservato e descritto producendo una misura oggettiva e standardizzata di un campione di comportamenti
>>.
Tale definizione sottolinea che un test misura solo un campione di un comportamento del quale il somministratore fa
inferenze sul dominio generale relativo a tali comportamenti.
Il primo test al quale un neonato viene sottoposto alla nascita è il test di Apgar, un test molto veloce relativo a funzioni
vitali come il colore della pelle, il battito cardiaco, i riflessi nell'aspirazione, ecc...
I bambini in età prescolare possono avere necessità di essere valutati nello sviluppo delle loro funzioni cognitive,
comunicative, motorie e socioemotive.
Con la vecchiaia possono sorgere necessità di valutazione nel contesto delle funzioni cognitive, ma anche nel livello di
autosufficienza quotidiana.
A ogni età si può essere oggetti di valutazioni con conseguenze importanti per la propria vita.
I test psicologici possono alterare il corso della vita.
Una delle prima domande a cui lo psicologo deve saper rispondere riguarda l'uso e la funzione di un test psicologico.
Secondo Gregory si possono distinguere cinque utilizzi dei test:
classificazione;
diagnosi e programmazione del trattamento;
autoconoscenza;
valutazione di un programma di intervento;
ricerca.
Analizzando da vicino queste cinque funzioni, si può notare che la funzione di classificazione sottintende un insieme di
procedure finalizzate ad assegnare una persona a una categoria piuttosto che a un'altra. La classificazione può avere
effetti importanti nella vita dell'esaminato, effetti che sono legati al collocamento, i test possono essere utilizzati per
collocare un esaminato in un opportuno programma di recupero. Sia la certificazione che la selezione hanno in comune
il riconoscimento o meno della capacità in un determinato ambito.
Un secondo utilizzo dei test riguarda il fine di formulare una diagnosi e di progettare un trattamento. La diagnosi
consiste di due compiti interrelati: determinare la natura e la fonte del comportamento anormale di una persona;
classificare il comportamento della persona all'interno di un sistema diagnostico accettato. In genere la diagnosi è il
precursore del trattamento.
Il terzo utilizzo dei test è l'autoconoscenza: conoscersi meglio può essere di aiuto a trovare il trattamento giusto e anche
a cambiare il corso della propria vita.
Un altro utilizzo dei test riguarda la valutazione di un programma di intervento educativo e sociale. Qui si evidenzia che
i test vengono utilizzati per valutare programmi sociali che sono progettati per fornire dei servizi atti a migliorare le
condizioni di vita della comunità.
L'uso dei test nella ricerca ha come obiettivo quello di avere sempre più garanzie che gli strumenti siano affidabili e
validi per misurare i costrutti psicologici per i quali si utilizzano.
Nella pratica clinica l'uso dei test è tipicamente individuale, mirante a descrivere e valutare, quantitavamente e
qualitativamente, caratteristiche del paziente in aree in cui si sospettino specifiche problematiche: cognitive, emotivo-
affettive, di personalità, neurologiche.
I test vengono utilizzati anche nell'ambito della prevenzione della psicopatologia per individuare soggetti o popolazioni
a rischio, al fine di predisporre interventi preventivi a livello primario, contrastando l'insorgere della patologia già
conclamata.
La psicodiagnosi è un processo di conoscenza qualitativo, ipotetico-deduttivo che aiuta lo psicologo a comprendere, il
soggetto che è venuto a consultazione, tramite l'uso di diversi strumenti.
Il processo psicodiagnostico prevede l'istaurarsi di una relazione tra esaminatore ed esamiinato, dalla quale può
dipendere il successo del trattamento terapeutico futuro, in secondo luogo perchè gli strumenti che lo psicologo utilizza
non hanno l'oggettività e l'attendibilità di un'analisi di laboratorio.
Lo psicologo non è una figura neutrale, è coinvolto nel rapporto con il paziente.
L'esperienza e la professionalità sono alcune della caratteristiche principali che un buon somministratore deve possedere
per non incorrere in questi errori, ma è bene conoscere alcune semplici regole che aiutano lo psicologo.
E' utile ricorrere a una disposizione fisica standard, rispettando la distanza fisica tra somministratore e soggetto e
mantenendola costante; è importante mostrare gli stimoli uno alla volta; bisogna motivare il soggetto a collaborare.
L'invio alla consultazione psicologica può essere di due tipi:
diretto: il paziente cerca aiuto per la soluzione di propri problemi personali e relazionali
indiretto: il paziente viene portato dai parenti.
Attraverso lo scoring e l'interpretazione dei risultati, lo psicologo avrà un quadro complessivo del paziente e di come si
colloca il disagio nella globalità del suo funzionamento ( psicodiagnosi ).
Un momento molto delicato è la restituzione dei risultati perchè ora il paziente si aspetta una risposta alle sue domande
e un'indicazione sul trattamento da seguire.
L'inizio della terapia avviene attraverso la discussione di quanto emerso durante la somministrazione dei test, che il
paziente riconosce come proprio prodotto e che può aiutarlo a chiarire stati d'animo confusi. Nel secondo caso si tratta
di fare in modo che il soggetto dell'indagine che non l'ha richiesta, trovi una motivazione per collaborare e per
impegnarsi nell'affrontare i testi psicologici.
La scelta dei test da somministrare dovrebbe essere guidata dalle necessità diagnostiche ma anche dalla validità e
attendibilità degli strumenti stessi.
Ultimata l'anamnesi, si procede con la somministrazione della batteria di test, che può prevedere uno o più incontri da
concordare con il paziente.
L'interpretazione dei test diagnostici, la formulazione della diagnosi, la restituzione e la formulazione di una decisione
terapeutica.
Una psicodiagnosi corretta dovrebbe contenere informazioni relative ai punti di forza e di debolezza del soggetto,
l'eziologia dei disturbi, la proposta di possibili interventi di recupero/trattamento.
Nella scuola vengono utilizzati i questionari per valutare gli atteggiamenti degli allievi, essi sono costruiti per
raccogliere informazioni rispetto a un determinato argomento, per reperire opinioni degli studenti rispetto a un
particolare metodo di studio, a una materia, a un insegnante, ma anche rispetto ai processi metacognitivi, attributivi e
motivazionali.
All'interno del sistema educativo-scolastico, uno psicologo scolastico si trova ad affrontare le problematiche connesse
alla psicodiagnosi.
Fin da quando i bambini entrano nella scuola primaria possono sorgere problematiche per le quali viene interpellato uno
psicologo, che possono riguardare la necessità di risolvere problematiche individuali oppure l'esigenza di programmare
interventi in presenza di difficoltà di apprendimento o di sospetti casi di ritardo mentale.
Lo psicologo deve avere una formazione di base sui principali fattori che possono influenzare il profitto scolastico:
ambiente socioculturale povero;
presenza di eventuali deficit fisici ( sensoriali, motori, ecc... )
deficit cognitivo;
scarsa maturazione dei prerequisiti necessari all'apprendimento della lettura, della scrittura e della matematica
scarsa motivazione all'apprendimento
eventuale presenza di disturbi psicopatologici ( ad es. autismo, depressione, ansia , deficit di attenzione ).
scarsa qualità ed eccessiva quantità della didattica
clima della classe poco sereno;
difficoltà relazionale del bambino con gli altri.
Valutatori differenti, ma anche lo stesso valutatore in momenti differenti, danno giudizi tra loro disomogenei, generando
fenomeni di distorsione valutativa dovuti all'effetto di fattori soggettivi e delle aspettative di chi valuta. Per cercare di
controllare simili distorsioni sono state costruite sempre più prove oggettive riconducibili a due tipologie: un tipo di
prove in cui il soggetto è confrontato con un gruppo normativo per vedere come si colloca rispetta a tale gruppo e un
tipo di prove in cui si valuta se un soggetto abbia raggiunto un certo obiettivo specifico.
Tanto per le prove oggettive costruite ad hoc dagli educatori, quanto per i test standardizzati, è importante che i loro
contenuti siano rappresentativi degli argomenti trattati.
Relativamente allo studio delle abilità scolastiche ( o profitto scolastico ) le prove create riguardano la comprensione dei
testi, la valutazione della scrittura e della competenza ortografica, le abilità matematiche. All'interno della scuola sono
utilizzati anche i test attitudinali: essi hanno la funzione di predire il successo scolastico e lavorativo.
I test che trovano impiego nei contesti organizzativi sono soprattutto quelli attitudinali, i questionari di interessi
professionali e i questionari di personalità; in genere tali strumenti sono somministrati collettivamente.
L'impiego dei test avviene quando vi è la necessità di attuare degli interventi di screening che raggiungano molte
persone con tempi e costi ridotti. Vengono utilizzati nell'ambito della selezione del personale e della psicologia del
lavoro, laddove è necessario scegliere i candidati più idonei a un dato ambito occupazionale. Risultano altresì utili nella
gestione delle risorse umane ad esempio all'interno di un azienda, ove si intenda ottimizzare l'impiego delle unità
lavorative.
Varie batterie attitudinali, vengono utilizzate tanto in ambito scolastico quanto nella selezione lavorativa e
nell'orientamento professionale.
In Italia si hanno a disposizione quattro batterie PMA per quattro differenti fasce di età. La batteria intermedie per adulti
( PMA-intermedia ) si compone di quattro subtest-fattori: il Fattore verbale quello Spaziale, il Ragionamento e la
Fluidità Verbale. Tale batteria è stata oggetto di critica poiché non contiene misure per la memoria e l'abilità percettiva.
Una batteria più attendibile ma più lunga è il Differential Aptitude Test ( DAT ) da cui fu elaborata l'edizione DAT-5
entrambi hanno come obiettivo quello di evidenziare sia le abilità primarie che quelle più complesse riferibili a varie
occupazioni. Il DAT-5 si compone di prove relative ai ragionamenti meccanico, astratto, numerico e verbale, e ai
rapporti spaziali, a velocità e precisione, all'uso del linguaggio.
Un'altra è la General Aptitude Test Battery GATB formata da 12 prove atte a misurare nove fattori: verbale, numerico,
spaziale, logico, percettivo, percezione in compiti di ufficio, rapidità motoria, destrezza manuale, coordinamento
occhio-mano. Tutte le prove risentono della velocità di esecuzione; il numero di attitudini prese in considerazione è
ritenuto limitato, non ci sono prove meccaniche e la formulazione delle prove di ragionamento non sembra essere
adeguata;
l'IST-2000, test di struttura dell'intelligenza rappresenta una recente edizione........
Amthauer si è ispirato teoria di Thurstone, della quale adotta tre fattori primari ( verbale, numerico e spaziale ) e
recentemente alla struttura fattoriale dell'intelligenza formulata da Carrol. L'IST 2000 si articola in un modulo di base
con 9 prove attitudinali ( completamento frasi, analogie, somiglianze essenziali, serie numeriche, segni aritmetici,
ricostruzione di figure, riconoscimento cubi, individuazione di figure, operazioni= una prova di memoria e un modulo
di conoscenze generali ( verbale,numerica e figurativa).
Nell'ambito della selezione e dell'orientamento, al fianco di test attitudinali è possibile che siano somministrati anche i
questionari che valutano gli interessi professionali.
I questionari sugli interessi professionali forniscono una misura della probabilità che il sogggetto tragga soddisfazione
da una determinata professione; secondo fryer e Super per interesse professionale si intende un'inclinazione duratura
della persona verso determinate attività professionali, il cui sviluppo va di pari passo a quello dell'immagine di sé e che
è espressione della personalità del soggetto. La distinzione tra questionari di personalità e questionari sugli interessi
professionali può essere sottile: conoscere i propri interessi professionali significa anche conoscere sé stessi, i propri
bisogni e come soddisfarli. Di solito i questionari professionali sono costruiti proprio per misurare le preferenze
soggettive e avere un profilo degli interessi professionali dei soggetti. Varie ricerche hanno indagato eventuali effetti
dovuti al genere, con differenze degli interessi professionali tra i maschi e le femmine.
Tipi di questionari:
i questionari di interessi di Holland secondo cui i tratti di personalità tendono a raggrupparsi in pattern professionali
denominati “tipi” ( realista , artistico, sociale, imprenditoriale e convenzionale );
i questionari di interessi di Kuder, la cui versione più attuale la forma C del K Preference Record-Vocational fornisce
informazioni sulla probabilità che un soggetto possa trarre soddisfazione nell'esercitare professioni che si riferiscono a
dieci aree occupazionali;
la Scala dei valori professionali SVP valuta aspetti spesso trascurati da altri questionari, quali i valori intrinseci ed
estrinseci del lavoro. Essa cerca di indagare le aspettative, l'importanza e il significato che sono attribuiti dalle persone
al mondo del lavoro, e permette anche indagare quale tipologia di lavoro è più idonea per la persona: creativo-
tranquillo, rampante, duro, autonomo, sociale;
un altro strumento è il Test di Orientamento Motivazionale TOM che risulta essere uno tra gli strumenti più innovativi ,
utile non solo al singolo ma anche alle organizzazioni lavorative italiane, che possono trarre informazioni sulle
motivazioni dei loro membri e progettare opportuni programmi di gestione del personale. Il test valuta le motivazioni
che orientano il comportamento delle persone in ambito organizzativo in termini di orientamento all'obiettivo,
all'innovazione, alla leadership e alla relazione.
Per le misure fisiche ( ad es. peso, lunghezza, ecc... ) non si pone il problema: misurare significa
rappresentare eventi/oggetti mediante numeri e le misure fisiche sono dotato di unità campione
sulle quali si può operare in termini additivi. Il peso, la temperatura, la lunghezza sono già pensate
come numeri.
Misurare, significa stabilire una corrispondenza tra certe proprietà dei numeri e certe proprietà degli
eventi e/o oggetti.
I costrutti psicologici in psicologia sono delle misure indirette.
La caratteristica psicologica oggetto di studio non è direttamente osservabile, si tratta di grandezze
intensive, cioè di variabili latenti ( o costrutti ) che vengono inferite sulla base di qualche teoria dal
comportamento dell'individuo o del gruppo.
L'obiettivo del processo di misurazione in psicologia è dunque quello di definire dei criteri che
rendano possibile la rappresentazione delle differenze psicologiche individuali mediante differenze
di tipo numerico-quantitativo.
Tutte le osservazioni di un uomo o di un animale conducono a quattro tipi di misure:
– latenza, che corrisponde all'intervallo di tempo che intercorre fra uno stimolo e il verificarsi
di uno specifico evento
– durata, cioè la quantità di tempo in cui un singolo comportamento viene mantenuto ( ad es.
la durata di un gioco )
– intensità, che è più difficile da definire e misurare; in molti test psicologici la frequenza del
comportamento viene assunta come indicatore di intensità del comportamento stesso.
Fu Stevens che definì differenti regole di corrispondenza a seconda delle caratteristiche della
variabile studiata; tali regole hanno permesso di identificare quattro scale di misura,
misura anche definite
“livelli di misurazione”:
– nominale
– ordinale
– a intervalli equivalenti
– a rapporti equivalenti
Queste quattro scale di misura possono essere ordinate gerarchicamente secondo il loro livello di
complessità dalla più semplice ( la scala nominale ) alla più complessa ( la scala a rapporti
equivalenti ); ogni scala di misurazione superiore incorpora le proprietà della scala precedente e ne
aggiunge altre.
Le proprietà dei numeri:
1. i numeri hanno nomi diversi ( uno, due, cinque, ecc... )
2. i numeri possono essere ordinati ( 1<2<3<6<8 )
3. i numeri possono essere sommati e sottratti tra di loro;
4. i numeri possono essere moltiplicati e divisi tra di loro.
La scala di misura indica quale proprietà dei numeri può essere utilizzata per rappresentare l'evento:
– La scala ordinale utilizza le proprietà 1 e 2, per cui i numeri oltre ad essere nominati possono
essere ordinati.
– La scala a intervalli equivalenti utilizza le proprietà 1,2 e 3 per cui i numeri possono essere
sommati e sottratti.
– La scala a rapporti equivalenti utilizza le proprietà 1,2,3 e 4, per cui i numeri possono essere
anche moltiplicati e divisi.
La scala di misura di livello più basso e semplice è la scala nominale e sfrutta la proprietà della
denominazione o classificazione o categorizzazione.
Scala ordinale – operazioni: ordinamento – statistiche: mediana, quantili – esempi: ordine di arrivo,
livello socioeconomico
Intervalli equivalenti – operazioni: distanza – statistiche: media aritmetica, varianza – esempi: QI,
gradi centigradi, punteggio a un test
L'obiettivo della valutazione psicologica mediante i test è ottenere un numero che fornisca
un'informazione sulla presenza di una certa caratteristica nel soggetto esaminato: questo si verifica
quando si attribuisce un punteggio 1 alla risposta corretta a un item di profitto, oppure quando si
codifica con 6 la risposta corrispondente a un massimo grado di accordo a un item di personalità.
Gli item possono anche essere definiti gli elementi minimali di un test psicologico.
Gli item possono essere rappresentati da descrizioni di comportamenti di cui indicare la frequenza
con cui vengono agiti: questo tipo di item in genere è contenuto in test di personalità o in scale di
atteggiamenti ( test di comportamento tipico o di tipica performance ), e non prevede una risposta
giusta.
Gli item per la valutazione di abilità cognitive come l'intelligenza e le attitudini ( test di massima
performance ) sono in genere rappresentati da problemi da risolvere, stimoli da elaborare, quesiti
con più alternative di risposta tra le quali è presente una sola risposta giusta.
Le risposte agli item in genere vengono combinate tra loro per ottenere un punteggio che intende
riflettere la presenza o assenza di una determinata caratteristica oggetto di studio nel soggetto a cui
è stato somministrato il test.
Secondo i modelli psicometrici, gli item di un test possono essere anche definiti variabili osservate o
indicatori, mentre il test può misurare la variabile latente o costrutto che influenza gli indicatori.
Le risposte agli item siano determinate dal costrutto teorico che essi misurano, e cioè che gli item
riflettano gli aspetti fondamentali dei costrutti ( si parla di indicatori riflessivi ) .
E' possibile che la variabile latente sia determinata da più variabili osservate ( si parla di indicatori
formativi ).
Ogni item può prevedere:
– una scelta quasi continua, ad esempio all'item “mi sento triste” si deve rispondere lungo una
retta che definisce un continuum che va da “mai” a “sempre”.
Si possono distinguere item a scelta alternativa ( dicotomica o politomica ) e item a risposta libera.
Gli item a risposta libera sono sensibili alle soluzioni originali e non penalizzano il pensiero creativo,
dall'altra parte item a scelta alternativa sono più idonei a produrre punteggi coerenti e confrontabili.
Gli item possono essere classificati, in base al loro formato, in item verbali ( scritti o orali ) e item
visivi. Le risposte agli item possono essere verbali, scritte oppure psicomotorie.
Un insieme di item costituisce un test, e può essere classificato in base ai seguenti elementi.
Mezzo utilizzato per l'applicazione del test:
– test strumentali
Modo utilizzato per la somministrazione:
– test verbali: sia le istruzioni che le risposte vengono fornite mediante comunicazione orale;
– test non verbali: sia le istruzione che le risposte vengono fornite mediante gesti, diagrammi,
grafici;
– test di velocità: sono formati da prove molto facili che però devono essere risolte in un
tempo molto limitato, e sono strutturati in modo che nessuno riesca a risolverli totalmente
in tempo:
– test di potenza: sono formati da prove di crescente difficoltà e anche qui le prove più difficili
in genere non vengono risolte.
Area Psicologica che si propone di misurare:
– test non cognitivi: test di personalità proiettivi e non proiettivi ( od obiettivi ), test di
atteggiamento.
La figura 1 mostra la suddivisione più classica e particolareggiata della gamma di test psicologici in
base all'area psicologica.
La prima grande suddivisione riguarda quella tra test cognitivi e test non cognitivi.
I test cognitivi sono anche detti test di massima performance,
performance poiché all'esaminato si chiede di dare
il meglio di sé ed essi valutano le abilità raggiunte o potenziali: ne fanno parte quattro tipologie di
test ( di livello, di sviluppo, di profitto, attitudinali ) in cui il soggetto per rispondere correttamente
deve impegnarsi al massimo delle sue possibilità.
I test di livello sono rappresentati da batterie di test che includono un'ampia serie di prove che
richiedono il ricorso ad abilità cognitive. Tutte le prove sono intercorrelate in una certa misura e
danno origine a un punteggio totale e/o a punteggi parziali, secondo le caratteristiche e la
composizione del test usato. Tali test hanno finalità essenzialmente descrittive.
Esistono vari tipi di test d'intelligenza che riflettono diverse definizioni e teorie sull'intelligenza, per
cui uno stesso soggetto potrebbe ottenere punteggi diversi in differenti test.
– I test di sviluppo fanno più esplicito riferimento a uno specifico modello teorico che guida
l'interpretazione dei risultati ottenuti dal soggetto in esame
– I test attitudinali includono una serie ristretta di prove cognitive ( memoria, attenzione,
ragionamento, linguaggio, motricità ) selezionate sulla base della loro relazione con un tipo
di mansione o compito specifico. Esistono due tipi di test attitudinali: quelli che valutano una
singola attitudine e batterie di test di multiple attitudini.
La distinzione tra test di profitto e test attitudinali è più una distinzione di forma che di contenuto.
La seconda branca di strumenti psicologici riguarda i test non cognitivi, in cui al soggetto è richiesto
di descrivere in che misura un certo tipo di comportamento lo caratterizza. Questi test sono detti
anche test di tipica performance, o comportamento tipico, in quanto si prefiggono di conoscere le
preferenze di un individuo, i suoi comportamenti più frequenti.
Nei test di tipica performance un esaminato può anche mentire o simulare un comportamento che
in realtà non gli appartiene. Di questi test fanno parte:
– Test proiettivi. Riguardano gli inventari e tutti i questionari di personalità self-report che
indagano le caratteristiche personologiche del soggetto partendo da stimoli definiti che
richiedono risposte limitate. Alcuni di questi strumenti valutano un'ampia gamma di aree
della personalità, altri si basano su un'unica dimensione. La differenza tra test oggettivi e test
proiettivi non risiede nello scopo, quanto piuttosto nel modo in cui sono raccolte e valutate
le informazioni.
– Gli inventari di interessi. Tali strumenti misurano la preferenza di un individuo per alcune
attività o argomenti. Tali inventari sono utilizzati anche per determinare le scelte
occupazionali. Questi test si basano sull'assunto che modelli di interessi determinino e
predicano il livello di soddisfazione sul lavoro.
Importante è la distinzione già accennata tra test individuali e test collettivi. Molti dei più importanti
test psicologici sono ad esclusiva somministrazione individuale, rispetto ai test collettivi, di
permettere all'esaminatore l'osservazione del livello di motivazione dell'esaminato e la valutazione
dell'effetto sui punteggi al test di altri fattori, come ad esempio il livello di ansietà o di impulsività.
Tale tipo di somministrazione pone a stretto contatto il soggetto e lo psicologo; il somministratore di
test psicologici deve avere una certa esperienza soprattutto in ambito clinico nella somministrazione
individuale ciò diventa più necessario.
4. Risposte ai test
Si definiscono risposte alfa le risposte indicative di un certo attributo oggetto della misurazione. Nei
test cognitivi le risposte alfa sono essenzialmente le risposte corrette mentre le beta sono le
risposte errate. Nei test non cognitivi il problema è più complesso poiché non vi sono solitamente
risposte corrette pertanto il concetto di risposta alfa è più aleatorio.
Lo strumento che si usa per la correzione di un test si chiama chiave o più comunemente griglia di
correzione.
Esistono delle griglie perforate che lasciano vedere solo gli item che compongono una certa scala o
quelle trasparenti utilizzate solitamente per questionari a più scale.
Secondo la TCT, Teoria Classica dei Test, dalla somma delle risposte date a un test emerge un
punteggio totale che è definito “punteggio grezzo”.
Misurare significa confrontare mediante il sistema numerico due entità o grandezze dello stesso
genere, di cui una funge da termine di riferimento e viene detta “unità di misura”.
Parlare di misurazione senza specificare l'unità di misura non ha alcun senso.
Per avere un'idea chiara della posizione che occupa il punteggio di XXX nell'insieme dei punteggi del
gruppo di soggetti su cui è stato tarato il test di depressione usato, occorre fare riferimento a degli
indicatori della distribuzione dei punteggi, ad esempio alla media e alla deviazione standard, quindi
alla standardizzazione delle misure.
Standardizzare significa riferire la misura ( trasformandola ) a una scala standard di cui sono noti i
parametri.
La scala più usata nella ricerca, anche quella psicologica, è quella standard o z, che ha media = 0 e
varianza =1 ( e ds=1 ) .
Per passare dalla scala originaria in punti x a quella standardizzata, si trasformano tutti i punteggi
grezzi x in punti z con la formula:
La curva normale è quella cui più si avvicina la distribuzione di frequenza della maggior parte delle
variabili psicologiche se misurate su grandi campioni. Essa ha alcune importanti proprietà: è
simmetrica, asintotica e unimodale;
unimodale ma la caratteristica fondamentale, ai fini della sua utilizzazione è
che data un'ordinata tracciata sulla curva a una certa distanza dalla media, è nota la porzione di area
compresa l'ordinata e la media, e con l'uso della tavola presente in tutti i manuali di psicometria è
possibile conoscerla.
La standardizzazione è necessaria quando:
– si vuole avere un'idea della posizione che un soggetto occupa nell'ambito di un gruppo;
– si vogliono confrontare due prestazioni di due soggetti nell'ambito di una stessa misura
– si vogliono confrontare due prestazioni dello stesso soggetto nell'ambito di due misure
diverse.
I punti standardizzati z presentano due aspetti che possono essere considerati svantaggi: presenza di
segni negativi e positivi, presenza di numeri decimali. Per superare tali svantaggi esistono altri tipi di
trasformazioni che consentono di riclassificare i punti z, trasformandoli linearmente in nuove misure
secondo scale con medie e s noti.
La formula per la trasformazione è quella di una retta: y=a+bz dove a e b sono costanti e
rappresentano rispettivamente la media e la s ( deviazione standard ) della nuova scala. Tale formula
è equivalente a:y= media + (ds)z.
I ranghi percentili sono un'altra forma di standardizzazione che si basa sulle posizioni che i soggetti
occupano nella distribuzione.
Il percentile ( Pi= Pi-esimo percentile ) è quel valore x che lascia al di sotto lo i% dei soggetti della
distribuzione. Il rango percentile (RP) di un determinato punteggio x corrisponde alla percentuale di
soggetti che assumono valore inferiore a x.
I percentili sono valori della variabile che si sta misurando: si sceglie una percentuale ( ad es.85% ),
si cerca a quale valore di x corrisponde la posizione 85° ( P85 è quel valore che lascia al di sotto
l'85% dei soggetti ). Il percentile risponde alla domanda: “ A quale punteggio corrisponde l'85°
percentile?”.
Il punteggio ottenuto in una determinata dimensione psicologica permetterà di collocare l'individuo
rispetto a un gruppo di riferimento relativo alla caratteristica psicologica considerata. Un simile
gruppo di riferimento è detto campione normativo e le caratterizzazioni che assume il punteggio di
tale campione in uno specifico test psicologico sono dette norme del test.
Il confronto tra il punteggio di un individuo e le norme del test nel gruppo di riferimento permette di
attribuire un significato psicologico alla prestazione dell'individuo nel test.
Si possono prevedere varie tipologie di norme:
– le norme per età equivalenti indicano la prestazione media in un test psicologico di diversi
gruppi di riferimento caratterizzati da differenti intervalli di età ( ad es. test di intelligenza ).
– le norme per grado di competenza indicano la prestazione media del campione normativo
rispetto a livelli progressivi di padronanza in una specifica capacità ( ad es. test di selezione
in ambito lavorativo );
– altre norme sono quelle sviluppate per minoranze culturali e gruppi caratterizzati da diagnosi
psicopatologiche o per sottogruppi geograficamente localizzati del campione normativo.
Se ad esempio un te ha attendibilità pari a _______ e deviazione standard pari a ______ il suo ESM
sarà:
Se il test fosse stato perfettamente attendibile ( r =1 ) allora l'ESM sarebbe stato nullo.
L'ESM ci permette di trovare un intervallo di confidenza ( detto anche di fiducia ) all'interno del
quale ricadrebbe il punteggio vero (V) del soggetto nel caso in cui lui ripetesse infinite volte il test.
Una misura psicologica non sarà mai un valore puntuale e preciso, ma un intervallo di incertezza.
Data una distribuzione di punteggi, non se ne conosce a priori la parte vera e la parte legata
all'errore.
L'attendibilità è intesa come stabilità della misura nel tempo ed è studiata attraverso la
somministrazione agli stessi soggetti di due diversi test che misurano lo stesso costrutto e hanno lo
stesso numero di item, la stessa media, varianza e intercorrelazione tra gli item ( attendibilità delle
forme parallele ).
La misura più usata dell'attendibilità è l'indice di coerenza interna dei diversi item che compongono
un test, ovvero il grado di coerenza o concordanza tra più misure ( o item ) che compongono un
test. L'attendibilità in questo caso dipende dalle informazioni presenti negli item, e tra i metodi
empirici per la stima della coerenza interna il più noto è l'Alfa di Cronbach che si utilizza quando gli
item del test prevedono risposte alternative. Quando gli item sono dicotomici si usa il coefficiente
KR20 di Kuder e Richardson.
Richardson Entrambi i metodi esaminano la coerenza interna di un insieme di item
confrontando la somma delle varianze dei singoli item con la varianza del punteggio totale nel test,
ottenuto sommando gli item che lo compongono. Un altro metodo empirico di studio
dell'attendibilità è il metodo dello split-half che si basa sulla correlazione delle due metà di un test.
Poichè esiste una relazione positiva tra il coefficiente di attentibilità e il numero di item che
compongono il test, cioè all'aumentare del numero degli item ( che valutano lo stesso costrutto che
intende valutare il test ) aumenta il valore del coefficiente di attendibilità, la correlazione tra due
metà di un test risulta sottostimata e quindi è necessario correggere tale indice di correlazione
trovato attraverso la formula profetica di Spearman-Brown. Una fonte di errore nella valutazione
mediante test psicologici può essere rappresentata da chi somministra e/o attribuisce i punteggi. La
valutazione ottenuta mediante un test non sia soggetta alle caratteristiche del valutatore. Se si tratta
, di verificare la stabilità nell'operazione di codifica di uno stesso protocollo fatto da due ricercatori
in modo indipendente, allora per attendibilità si intenderà la concordanza tra le due codifiche
( attendibilità inter-siglatore). I punteggi ottenuti dagli stessi soggetti in uno stesso test psicologico
somministrato ( e/o codificato ) da due diversi somministratori.
Negli studi clinici si utilizza un indice di accordo semplice da calcolare che è la percentuale di
concordanza tra valutatori o siglatori.
I diversi approcci alla misura dell'attendibilità di un test si riferiscono dunque a differenti
componenti vere e di errore di un punteggio.
Per interpretare il coefficiente di attendibilità non esistono regole statistiche ma si segue una regola
pratica secondo la quale:
– dal livello di sviluppo di un'abilità specifica in genere chiamata fattore o tratto o abilità
latente;
Nel modello di Rash, è preso in considerazione solo il parametro di livello di difficoltà dell'item
( parametro a ) mentre il parametro di discriminazione ( parametro b) è tenuto costante per tutti gli
item e il parametro del guessing non è considerato. In tale modello a un parametro sia il livello di
abilità dell'individuo che il livello di difficoltà degli item possono essere allineati su uno stesso
continuum e rappresentati in ordine crescente su una stessa scala definita dal tratto latente theta
( ). La probabilità di risposta all'item può essere rappresentata da una curva chiamata curva
caratteristica dell'item, o funzione di risposta all'item o traccia dell'item. Tale curva descrive come la
probabilità di dare una risposta designata all'item vari in funzione del livello di abilità posseduto dal
soggetto che risponde. I modelli matematici e gli strumenti statistici della TRI permettono di avere
tante curve caratteristiche degli item per ogni item di cui si compone un test e tutte queste curve
possono essere considerate contemporaneamente per una stima del livello di abilità posseduto
dall'esaminato, per il calcolo dell'attendibilità, o per prendere decisioni importanti al fine di raffinare
il test che si sta costruendo ( magari eliminando item che non funzionano bene psicometricamente).
Anche se la curva di theta ( ) può assumere valori infiniti lungo un continuum che va da - ( a cui
corrispondono valori molto bassi di theta ( ), e quindi di bassa abilità, associata a una probabilità di
rispondere correttamente vicina allo zero) a .
La presenza del tratto ( o abilità ) è rappresentata dal punteggio di theta ( ) pari a 0, poiché il livello
di difficoltà di un item è rappresentato dal livello di abilità necessaria a far sì che la probabilità di
risposta corretta sia pari a 0,50, cioè da quel livello di abilità in cui un esaminato ha esattamente le
stesse probabilità di rispondere correttamente ( P= 50% ) o di sbagliare ( P=50% ).
I parametri che caratterizzano un item sono tre: la difficoltà, la discriminazione e la casualità. La
discriminazione dell'item ( che teoricamente può assumere valori tra e , ma in pratica si usa
il range che va da 0,5 a 2,5) indica il potere dell'item di distinguere soggetti con abilità elevata da
quelli con bassa abilità. Essa è proporzionale all'inclinazione ( o pendenza o slope ) della curva: tanto
più forte è l'inclinazione della curva tanto più rapidamente cambia la probabilità di rispondere
all'item in funzione del livello di abilità di theta ( ), tanto maggiore è la capacità di discriminare tra
soggetti che presentano un diverso livello di abilità.
E' possibile che gli item, oltre ad avere un differente potere discriminante, abbiamo anche un
differente livello di difficoltà. Il terzo parametro, quello della casualità ( o guessing ), considerato nei
modelli a tre parametri, quantifica l'incidenza del caso sulla probabilità di rispondere correttamente
soltanto tirando a indovinare: tale parametro non varia in funzione del livello di abilità, poiché in
tutti i soggetti si ha la stessa incidenza del caso.
Secondo la TCT una persona con un livello di abilità elevato dovrebbe rispondere correttamente a
un maggior numero di item, secondo la TRI una persona in grado di rispondere correttamente a un
item posto a un determinato livello di difficoltà dovrebbe avere una maggiore probabilità di
rispondere correttamente a tutti gli item che presentano un livello di difficoltà inferiore. Il limite
della TCT sta proprio nel fatto che nella valutazione dell'abilità del soggetto non si tiene conto del
livello di difficoltà degli item somministrati. Secondo l'assunto base della TRI ( che poggia sulla
relazione probabilistica tra le risposte agli item date da un soggetto e la variabile che si intende
misurare ) è proprio la complessità dell'item superato dal soggetto che ha una funzione di guida
nella collocazione del soggetto stesso rispetto all'abilità latente che si intende misurare.
Le due teorie differiscono anche per l'interpretazione del livello manifestato da un individuo in un
test: nella TCT il punteggio ottenuto viene interpretato attraverso il confronto con il campione di
standardizzazione su cui sono state calcolate le norme del test; nella TRI, vista la possibilità di
collocare sia gli individui che gli item lungo un continuum che rappresenta una scala comune di
misura dell'abilità latente, il confronto viene effettuato con gli item.
Il modello TRI offre l'opportunità di valutare l'individuo e confrontarlo con altri in maniera più
congrua.
– La validità di contenuto si riferisce alla misura in cui uno strumento contiene un campione
rappresentativo del comportamento che si ritiene esprima il concetto che si vuole studiare
empiricamente. La validità di contenuto può essere garantita attraverso corrette procedure
di campionamento degli stimoli; i problemi però, sono tanto maggiori quanto maggiore è la
discordanza tra i diversi autori circa la definizione delle possibili manifestazioni di una certa
dimensione psicologica.
La validità di contenuto non va confusa con la validità di facciata che indica, invece, il giudizio
di adeguatezza dei singoli item rispetto alla caratteristica psicologica, che potrebbe essere
dato da non esperti.
– La validità interna di un test esprime il grado con cui gli item che lo compongono misurano lo
stesso costrutto; questi devono dunque presentare un elevata intercorrelazione.
L'esame della validità interna può quindi essere considerato come un esame della
dimensionalità del test, cioè un esame che ha come obiettivo quello di valutare se un test
misura una o più dimensioni.
– Validità di criterio concorrente, che si riferisce alla capacità del costrutto oggetto di misura di
spiegare l'andamento dei soggetti al criterio di riferimento misurato concorrentemente
– La validità di costrutto è definita come il grado con cui un test misura il concetto teorico che
è alla base della costruzione dello strumento. Essa in realtà può essere scomposta in:
– validità di costrutto convergente, che valuta l'accordo tra la misura considerata e varie altre
misure dello stesso costrutto: le misure ottenute con una nuova procedura di misurazione
devono concordare con altre misure di provata validità;
– Validità di costrutto discriminante, che studia la distanza tra la misura considerata e varie
misure di costrutti differenti.
Le procedure di stima della validità di costrutto possono avvenire attraverso l'uso dei
coefficienti di correlazione, dell'analisi fattoriale, della analisi della varianza, dell'analisi dei
gruppi ( cluster analysis ) e dell'analisi discriminante. Validità convergente e discriminante
possono essere controllate simultaneamente disegnando le cosiddette matrici
multitratto/multimetodo, in cui il ricercatore misura contemporaneamente le correlazioni
( che si prevedono alte ) tra differenti metodi di misura dello stesso costrutto, quelle ( che si
prevedono basse ) tra costrutti differenti misurati con lo stesso metodo, e quelle ( che si
prevedono virtualmente nulle ) tra costrutti differenti misurati con metodi diversi.
E' fondamentale, per non inficiare la validità dell'uso del test, usare i punteggi solo dopo aver
conosciuto a fondo il loro significato, e dopo aver valutato gli effetti collaterali che a loro volta danno
significato ai punteggi.
Solo colui che applica il test può valutare il risultato dei punteggi individuali in situazioni specifiche e
particolari, avvalendosi di altri elementi a sua disposizione e della sua conoscenza della persona.
Per difendere la validità dei test, la casa editrice GiuntiOS una società privata che pubblica e
diffonde test psicologici in lingua italiana rispettando il principio di non vendere i test a chi non
dimostri di essere uno psicologo qualificato.
La ragione fondamentale di questo accesso limitato risiede nel potenziale rischio che il test cada in
mani sbagliate.
Nel 1953, l'APA ha proposto delle linee guida ancora oggi rilevanti, suddividendo i test in base a tre
livelli di complessità, A, B, e C che richiedono differenti livelli di addestramento da parte
dell'esaminatore:
– al livello A sono collacati quegli strumenti carta e matita che possono essere somministrati,
codificati, e interpretati con un minimo di addestramento da parte del somministratore.
Questi test possono essere utilizzati da dirigenti di azienda o da educatori: a queste
categorie appartengono i test di competenza professionale e di profitto;
– al livello B appartengono test in cui si richiede una conoscenza della costruzione del test e
una preparazione in statistica e in psicologia. Questi test devono essere utilizzati da psicologi
laureati.
– al livello C, infine si trovano test che richiedono una particolare supervisione nel loro utilizzo
iniziale, nella fase sia di somministrazione che di attribuzione dei punteggi e di
interpretazione. Richiedono quindi corsi mirati post-laurea ( tipo master ). Questo livello
include i test individuali di intelligenza, i test di personalità e le batterie di test
neuropsicologici.
CAPITOLO 3 TEORIE DELL'INTELLIGENZA
L'esigenza di arrivare a una misurazione delle capacità mentali nacque nell'ambito della psichiatria,
per distinguere tra “normalità” e “devianza” e classificare in modo più preciso i disturbi presentati
dai pazienti.
La sistematizzazione degli studi sulle differenze individuali fu compiuta da Galton, che tra il 1880 e
il 1890 sottopose a prove standardizzate 17000 individui, raccogliendo informazioni su
caratteristiche fisiche che comportamentali.
La denominazione di mental test si deve a Cattell ( 1890 ), un altro allievo di Wundt a Lipsia, che
rivide e implementò gli strumenti costruiti da Galton. Ma fu un altro suo allievo, Wissler, che nel
1901 sottopose a verifica queste procedure per quel che riguarda la validità di costrutto.
Binet, Simon e i loro collaboratori dedicarono particolare attenzione alla ricerca di mezzi e
strumenti più adatti alla misurazione dell'intelligenza, e nel 1905 nacque la prima Scala Binet-
Simon nella quale i 30 quesiti ( o compiti, o problemi o prove ) erano attinenti alla vita quotidiana e
alle facoltà superiori ( come capacità di giudizio , di comprensione e di ragionamento ) che Binet
considerava componenti essenziali dell'intelligenza.
Apparvero due revisioni.
Durante tali revisioni si aumentò il numero di prove, eliminandone alcune, e tutte le prove vennero
raggruppate secondo livelli di età. Tali prove erano sistemate in ordine crescente di difficoltà
( scala ): a ciascuna età cronologica ( EC ) in anni, corrispondeva un gruppo di 5 compiti stabiliti
come normativi in base al livello prestazionale medio degli individui della stessa età cronologica,
appartenenti al campione di riferimento.
Il grado d'intelligenza raggiunto da un soggetto era in rapporto alla sua età; venne introdotto un
nuovo concetto psicologico, l'età mentale ( EM ), espressa in anni e mesi.
L'idea di Binet implicava che lo sviluppo dell'intelligenza fosse rappresentato dalla quantità delle
conoscenze attinenti alla vita quotidiana che vari individui hanno, per cui l'EM, tipica di una data
EC, esprime un livello medio di efficienza, comune alla maggioranza ( cioè ad almeno il 75% ) dei
soggetti di quella età sottoposti al test.
Nell'uso dei test si valutava solo il risultato finale.
soggetti della stessa età del campione di standardizzazione, praticamente un punto standard in cui la
media è 100 e la deviazione standard 16.
5. Teorici evoluzionisti
Una delle funzioni chiave dell'intelligenza è generare la previsione, cioè produrre l'anticipazione del
cambiamento e quindi l'azione costruttiva per realizzarlo o annullarlo. Piaget è quindi interessato
più ai processi del pensiero che alla soluzione dei problemi.
Le prove sperimentali che Piaget ha usato per verificare la sua teoria non sono mai state trasformate
in un vero e proprio test.
Egli è interessato al “soggetto epistemico” più che al “ soggetto reale “: non vuole approfondire le
differenze individuali, ma definire in linee generali una teoria dello sviluppo mentale e le fasi di
passaggio dei vari stadi di sviluppo, che considera universalmente valide.
I tre stadi evolutivi intendono rappresentare una sorta di tassonomia universale delle forme di
adattamento, realizzabili come prodotto della dialettica tra le due tendenze di assimilazione,
processo per cui ogni nuovo dato viene incorporato senza alcun cambiamento nelle strutture già
acquisite e accomodamento che comporta una trasformazione strutturale degli schemi di
conoscenza, elaborandone di nuovi.
La successione degli stadi in funzione dell'età è la seguente:
– stadio delle operazioni concrete, diviso in tre sottostadi: a) il pensiero simbolico ( dai 2 ai 4
anni ); b) il pensiero preoperatorio ( dai 4 ai 7-8 anni ); c) le operazioni concrete ( dai 7-8
agli 11-12 anni );
– stadio delle operazioni formali ( dagli 11.12 ai 14-16 anni )
Il passaggio avviene, secondo Piaget non in modo geneticamente determinato, ma attraverso
l'organizzazione logico-matematica delle strutture cognitive che si succedono. Ogni individuo
costruisce le proprie strutture logiche, sempre più complesse, in relazione alle sollecitazioni che
l'ambiente richiede per il suo adattamento.
Questa teoria del costruttivismo, al di là delle critiche e dei fraintendimenti che ne fanno parte,
offre una visione unitaria dello sviluppo dell''intelligenza e nello sto tempo una prospettiva
dinamica che ne chiarisce il percorso.
I prosecutori dell'opera di Piaget cercarono di verificare i riferimenti sull'età cronologica di sviluppo
cognitivo e sulle differenze individuali nello sviluppo. I neocostruttivisti o neopiagetiani e i
differenzialisti di scuola francese si ispirarono all'opera di Piaget, pur cercando di precisarne e
6. Teorici fattorialisti
Il progredire della metodologia statistica e l'applicazione della tecnica dell'analisi fattoriale hanno
aiutato lo sviluppo e la verifica delle teorie dell'intelligenza.
Non avendo dato credito al fattore determinante proposto da Spearman, in assenza di gerarchie,
l'autore definì la sua una teoria fattoriale o centroide.
Guilford nel 1967 elaborò la Teoria della struttura dell'intelletto ( SOI ) ponendo l'accento su una
concezione multidimensionale dell'intelligenza. Venne presa in considerazione una molteplicità di
fattori estrapolati in riferimento a tre dimensioni fondamentali: le operazioni mentali, definite da
Guilford e Hoepfner come dei processi psicologici alla base di tuta l'attività cognitiva; i contenuti
ideativi, cioè la tipologia di informazioni che è possibile trarre dall'ambiente; i prodotti, vale a dire
ciò che consegue dall'elaborazione che si effettua sulle prime due componenti. Il modello originario
prendeva in considerazione ben 120 elementi; numero tuttavia volto ad aumentare fino ai 150 fattori
teorizzati nel 1982. Il motivo di un tale numero è verosimilmente legato alla concezione ampliata
dell'intelligenza cui Guilford fece riferimento, considerandola non solo in termini di produzione
convergente ma anche in termini di pensiero divergente. Questa dimensione, a suo dire curciale
nell'attività intellettiva complessiva, avrebbe chiamato in causa la fluidità, la flessibilità e
l'originalità del pensiero.
Cattel con la collaborazione di Horn, pubblicò sulla rivista “ Acta Psychologica “ l'articolo Age
Differences in Fluid and Crystalized Intelligence, nel quale veniva riportata la scoperta di due
fattori di secondo ordine.
Il primo fattore nominato intelligenza cristallizzata, sarebbe stato relativo alle abilità legate
all'apprendimento scolastico, ben consolidate, inerenti il saper utilizzare le strategie, gli
apprendimenti conseguiti all'esperienza, e perciò direttamente soggetto a influenze ambientali e
sociali. Il secondo fattore, denominato intelligenza fluida, avrebbe svolto il ruolo di interfaccia per
quelle abilità elastiche come le capacità di elaborazione, problem solving e memoria, idealmente
presenti già a 2-3 anni, interculturalmente analoghe, in grado di massimizzare la reattività agli
stimoli esterni, e soggette, a differenza delle abilità cristallizzate, a un progressivo declino con l'età.
Nella sua proposta teorica, il grande assente è proprio un fattore g all'apice, tanto che il modello fu
definito gerarchico tronco, e il suo grande merito fu quello di aver portato all'operazionalizzazione
di ciascuna abilità per favorirne proprio una definizione univoca.
Harold Gardner, nel suo intelligenze multipole, fornisce una visione poliedrica delle attitudini, in
contrasto con quelle puramente scolastiche, guardando a diverse forme di intelligenza cui fare
ricorso a seconda del contesto, e in virtù del soggetto stesso, trovandone peraltro corrispondenza
nelle strutture cerebrali; sostiene che gli esseri umani si sono evoluti fino a riuscire a eseguire
almeno otto separate forme di analisi, che attengono alle diverse intelligenze:
– intelligenza linguistica
– intelligenza logico-matematica
– intelligenza musicale
– intelligenza spaziale
– intelligenza corporeo-cinestesica
– intelligenza naturalistica
– intelligenza interpersonale
– intelligenza intrapersonale
Le due intelligenze linguistica e logico-matematica sono enfatizzate nei test psicometrici e
nell'ambiente scolastico, ma anche le altre forme di intelligenza hanno uguale importanza e validità;
derivano dalla combinazione di fattori ereditari e ambientali.
Egli elaborò la teoria triarchica dell'intelligenza, che consiste nella relazione tra tre subteorie che
provano a spiegare la base e le manifestazioni del pensiero intelligente:
– la subteoria componenziale mette in relazione l'intelligenza con il mondo interno
dell'individuo;
– INTELLIGENZA CRISTALLIZZATA ( Gc )
– lo stratum I, la base della piramide; in corrispondenza delle otto abilità dello stratum II si
trovano 65 abilità circoscritte e specifiche, quali ad esempio, lo span di memoria,
l'induzione, la visualizzazione.
Oltre a questi tre strata Carroll ha ipotizzato anche l'esistenza di abilità intermedie tra lo stratum II e
lo stratum III, ancora non esplorate.
Alla fine della teoria, tenuto conto delle influenze e dei richiami ad altre teorie, venne denominata
Cattell-Horn-Carroll Theory Cognitive Abilities ( CHC ) che riconosceva numerose abilità
cognitive ristrette, delegandone la partinenza a dieci abilità ampie:
– intelligenza fluida
– intelligenza cristallizzata
– elaborazione visiva
– elaborazione uditiva
– velocità di elaborazione
– conoscenze quantitative
modulare i propri stati d'animo, evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere
empatici, di sperare >>. L'autore, per definire la struttura, fece ricorso a una ripartizione in
macrocompetenze, e per ciascuna ne identificò delle componenti specifiche:
– competenza personale, il modo in cui determiniamo noi stessi, composta dalla self
awareness ( consapevolezza di sé ), managing one's emotion ( padronanza di sé ),
motivating oneself ( motivazione );
– competenza sociale, che permette di istaurare validi rapporti interpersonali, composta dalla
awareness of the others ( empatia ) e skll negotiating/resolving conflict ( abilità sociali
propriamente dette ).
6.7 Intelligenza come processo e non solo come prestazione: Naglieri e Kaufman
Luria ( 1979 ) teorizzò che le funzioni cognitive umane possono essere concettualizzate in tre unità
funzionali separate e intercorrelate, che forniscono quattro processi psicologici di base:
– la prima unità funzionale è deputata alla regolazione del tono corticale e, conseguentemente
all'attenzione direttiva e selettiva;
– la seconda unità funzionale è deputata alla ricezione, all'analisi e all'immagazzinamento
dell'informazione che un individuo riceve dal mondo esterno. E' localizzata nei lobi
occipitale, parietale e temporale situati posteriormente al solco centrale del cervello;
– la terza unità funzionale è associale con le aree prefrontali dei lobi frontali del cervello; è
dedicata alla programmazione, alla regolazione e alla verifica del comportamento.
l'inibizione della risposta a uno stimolo distraente; l'attenzione sostenuta si riferisce alle variazioni
della prestazione nel tempo, che può essere influenzata dalla differente quantità di sforzo richiesta
per risolvere il test.
La simultaneità è un attività mentale attraverso la quale l'individuo integra stimoli separati in
gruppi o in un insieme unico: l'aspetto essenziale di un processo simultaneo è l'organizzazione di
elementi intercorrelati in un intero.
I processi simultanei in un test hanno forti aspetti visuo-spaziali ma questa abilità è anche usata per
risolvere prove con contenuti verbali.
La successione è un'attività mentale in cui i soggetti lavorano con stimoli in uno specifico ordine
seriale per formare una progressione a catena. Questo processo è richiesto quando il soggetto
organizza qualcosa in un un ordine strettamente definito, quando ogni elemento è in relazione solo
con quello che lo precede e questi stimoli non sono intercorrelati.
L'operazionalizzazione della teoria PASS avviene attraverso uno strumento creato appositamente, il
Cognitive Assessment System che come tutti i test d'intelligenza correla positivamente con il
successo scolastico, ma si è dimostrato particolarmente utile nella diagnosi del ritardo e della
supervalutazione mentale: permette di identificare specifiche difficoltà di apprendimento e di
programmare esercizi e compiti che aiutino il recupero cognitivo e quindi scolastico dei ragazzi.
Come Luria, Kaufaman e Kaufman defniscono l'intelligenza in termini di processi mentali, in
particolare in termini di stile individuale di soluzione di problemi e di elaborazione delle
informazioni. Rispetto agli approcci tradizionali distinguono tra risoluzione dei problemi e
conoscenza dei fatti, la prima interpretata come intelligenza, la seconda come profitto. Hanno creato
vari strumenti di misurazione dell'intelligenza, in cui la teoria neurologica di Luria viene affiancata
a quella che sintetizza il pensiero di Cattel, Horn e Carroll. Il test misura un'ampia gamma di abilità
che comprendono i processi sequenziali e simultanei, l'apprendimento, la pianificazione e le abilità
cristallizzate. Vi è una duplice chiave di lettura: la possibilità di scegliere se applicare e interpretare
il test secondo il modello di Luria, oppure secondo il modello CHC, a seconda dell'importanza o
meno che lo psicologo clinico assegna alla dimensione culturale.
CAPITOLO 4
MISURE DELL'INTELLIGENZA:
LE SCALE WECHSLER
– la globalità, cioè il fatto che si riferisce ai comportamenti della persona nel suo insieme;
– la complessità, cioè il fatto che sia formata da capacità e attitudini diverse e indipendenti;
La sola cosa che si possa chiedere ad una scala d'intelligenza è che essa misuri campi
dell'intelligenza sufficienti a permettere di utilizzarne i risultati come indicazione
approssimativamente fedele della capacità globale dell'individuo.
La prima forma delle scale nota come Wechsler- Bellevue Intelligence Scale fu pubblicata nel
1939.
Uno degli obiettivi primari era quello di fornire un test d'intelligenza adatto per gli adulti. I test
d'intelligenza disponibili fino a quel momento erano stati studiati per bambini in età scolare.
Wechsler richiamava poi l'attenzione sull'impossibilità di applicare agli adulti le norme fondate
sull'età mentale.
Utilizzò un nuovo tipo di indice; il QI di deviazione che lui usò è una misura di efficienza calcolata
rispetto alla media di un gruppo, ovvero una forma di punteggio ponderato. Per stabilire se un QI si
opera una trasformazione dei punteggi grezzi ricavati dagli item del test al fine di ottenere una
nuova distribuzione, che ha la forma della distribuzione di Gauss con media uguale a 100 e
deviazione standard pari a 15.
La Scala Wechsler-Bellevue per adulti era articolata in dieci prove diverse per contenuto e per tipo
di operazione mentale richiesta, raggruppate in una scala verbale e in una scala performance.
La struttura d'insieme della Wechsler-Bellevue ha costituito la base delle scale successivamente
pubblicate e che qui vengono schematizzate dalla figura 1.
La Wechsler-Bellevue Forma 1 nasce nel 1939. Da questa, in seguito a varie modifiche, ne sono
nate tante altre seguendo una ripartizione secondo l'età dei soggetti ai quali è destinato.
La prima scala ad arrivare in Italia è stata la WISC ( nel 1956 ), adatta a bambini e adolescenti dai 6
ai 16 anni.
La costruzione delle scale Wechsler ha seguito alcune regole comuni:
– è prevista sempre la trasformazione del punteggio grezzo di ogni subtest in punti ponderati
normalizzati con media=10 e deviazione standard=3
16. Ricostruzione di oggetti. Il soggetto deve ricomporre alcune figure presentate a pezzi, tipo
puzzle. Sono necessarie le stesse capacità del “Disegno con cubi” ma a un livello maggiore
di concretezza. E' una prova a tempo.
17. Riordinamento di storie figurate. Si tratta di alcune serie di cartoncini con figure. In
ciascun item al soggetto viene presentata una serie di figure fra loro mescolate e gli si chiede
di disporle in un ordine che esprima una storia significativa.
In genere si tratta di storie umoristiche, di un umorismo di tipo anglosassone, non sempre
comprensibile; per questo le storie sono state modificate nelle ultime versioni.
Entrano in gioco diversi processi: prima di tutto il registro di carattere percettivo di
comprensione immediata, la capacità di organizzazione della logica seriale, ma ancor di più
l'esperienza del soggetto e, infine, la capacità di mettere in serie secondo una modalità
pertinente diverse immagini. E' una prova a tempo e sono previsti dei punti bonus per
l'esecuzione rapida ed esatta.
18. Riordinamento di lettere e numeri. Al soggetto viene letta una sequenza di numeri e di
lettere che sono in disordine ed egli deve ripetere i numeri in ordine crescente e le lettere in
ordine alfabetico . E' un subtest che richiede attenzione, abilità sequenziale, manipolazione
mentale e velocità di elaborazione.
19. Cancellazione. Il soggetto esamina una disposizione di figure sia casuale che strutturata e
contrassegna le figure bersaglio in un limite di tempo prefissato. E' un subtest che valuta
l'abilità visiva selettiva. L'esaminatore utilizza l'esempio per spiegare e mostrare il compito
al soggetto.
20. Confronto di pesi. Tale subtest è contenuto solo nella WAIS-IV ed è un subtest
supplementare. Il soggetto osserva una bilancia con uno o più pesi mancanti e seleziona una
delle possibili risposte che mantiene la bilancia in equilibrio. E' una prova a tempo. E' un
subtest che sottintende un ragionamento quantitativo e analogico, e logica induttiva e
deduttiva. Un esempio di item è riportato nella figura 10.
21. Puzzle. Anche questo subtest è contenuto solo nella WAIS-IV. Entro un limite di tempo
prefissato, il soggetto osserva un puzzle completato e seleziona tra opzioni di risposta che,
combinate, ricostruiscono il puzzle.
4. Protocollo di notazione.
Per registrare le risposte e i punteggi relativi a ogni subtest si utilizza un protocollo ( o scheda ) di
notazione prestampata che riporta tutti i subtest, con le indicazioni che possono essere utili al
somministratore per ricordarsi di quale item si tratti e dei tempi di esecuzione.
Si inseriscono i punteggi grezzi e ponderati di ogni singola prova per poi individuare il QI Verbale,
il QI di Performance e il QI Totale per le scale WPPSI-III e WAIS-R, o gli Indici di Comprensione
Verbale, di Organizzazione Visuo-Percettiva, di Memoria di Lavoro e di Velocità di Elaborazione, e
il QI Totale per le scale WISC-IV e WAIS-IV.
5. Calcolo dei punteggi ponderati, dei QI e degli indici.
Dopo aver effettuato la somma dei punteggi grezzi ai singoli item che costituiscono ogni subtest, si
procede con la trasformazione di tali somme in punti standard ( detti ponderati ).
I punteggi trascritti sul frontespizio del protocollo di notazione devono essere convertiti in punti
ponderati con media 10 e deviazione standard 3, seguendo le apposite tabelle di conversione che
sono espresse in fasce d'età.
Per la WPPSI-II e la WAIS-R il punteggio ponderato verbale è uguale alla somma dei punteggi
ponderati del soggetto nei subtest verbali, e il punteggio ponderato di performance si ottiene
sommando i punteggi ponderati del soggetto nei subtest di performance. Il punteggio ponderato
totale è costituito dalla somma del punteggio ponderato verbale e del punteggio ponderato di
performance.
Il QI Verbale, basato, in generale, sull'esecuzione di subtest verbali, offre un'indicazione della
comprensione verbale, inclusa l'abilità di usare attitudini verbali nel ragionamento e nella
risoluzione di problemi, e la capacità di apprendere materiale verbale.
Il QI di Performance, basato sui subtest di performance, riflette l'efficienza e l'integrità
dell'organizzazione percettiva del soggetto, comprese le abilità di ragionamento non verbale,
l'abilità a utilizzare immagini visive nel pensiero, e l'abilità a elaborare materiale visivo. Il QI Totale
sintetizza il rendimento cognitivo generale, e offre un'ampia valutazione dell'abilità intellettiva
generale. Per contrasto, i singoli subtest indicano particolari punti di forza e di debolezza del
funzionamento cognitivo dell'individuo. I 3 QI possono essere influenzati da una varietà di fattori
che comprendono la capacità cognitiva del soggetto, l'abilità a concentrarsi sui compiti presentati, lo
stato neurologico, e precedenti esperienze sociali ed educative.
Le strutture delle due scale Wechsler presentano una distinzione tra QI Verbale e QI di Performance.
Per bambini tra i 2 anni e 6 mesi e 3 anni e 11 mesi la batteria è formata da quattro subtest
fondamentali ( due per il QI Verbale e due per il QI di Performance ) e un subtest supplementare per
determinare un Punteggio di Linguaggio Generale. Per bambini tra i 4 anni e i 7 anni e 3 mesi, la
batteria è formata da otto subtest fondamentali, cinque subtest supplementari e due opzionali che
possono essere utilizzati per individuare il Punteggio di Linguaggio Generale; per questa fascia di
età è possibile anche ricavare un Quoziente di Velocità di Processamento.
La WAIS-R è formata da undici subtest fondamentali , sei verbali e cinque di performance.
Nelle più recenti edizioni delle scale Wechsler si perde tale distinzione con l'introduzione degli
indici. In particolare, è possibile calcolare quattro indici:
7.2 Wechsler Intelligence Scale for Children , Fourth Edition ( WISC-IV ). La WISC-IV
è stata standardizzata in Italia su un campione di 2.200 soggetti ( 1.100 maschi e 1.100
femmine ) tra i 6 anni e o mesi e i 16 anni e 11 mesi e 30 giorni. Tali soggetti sono stati
divisi in 11 fasce di età, ognuna composta da 200 soggetti equidistribuiti per genere. I
soggetti sono stati selezionati in base alle percentuali di frequenza del titolo di studio dei
genitori ricavate da uno studio campionario sui bilanci di 7977 famiglie italiane.
Nel manuale della taratura italiana della WISC-IV sono riportate le attendibilità, gli
errori standard di misura, le correlazioni tra coppie di subtest, le analisi fattoriali,
l'analisi dello scatter, le tabelle di conversione delle somme dei punteggi ponderati in
indici.
7.3 Wechsler Adult Intelligence Scale, Revised ( WAIS-R ) La taratura italiana della
WAIS-R è stata pubblicata in Italia nel 1997 a opera di Orsini e Laicardi.
Il manuale sulla taratura della WAIS-R per anziani prevede quattro tabelle di
conversione per quattro fasce di età: 65-69 anni ; 70-74 anni, 75-79 anni e 80-84 anni.
Un testo successivo di Orsini e collaboratori propone che lo stesso metodo sia
utilizzabile anche con i soggetti tra i 16 e i 65 anni di età e riporta le tabelle di
conversione delle somme dei punteggi ponderati per età nei QI.
Nel manuale della taratura italiana della WAIS-R sono riportate le attendibilità, gli errori
standard di misura, le correlazioni tra coppie di subtest, le analisi fattoriali, e il modello
proposto che porta alla definizione di: Organizzazione Percettiva, Attenzione e
Concentrazione . Questi due ultimi subtest, originariamente facenti parte della scala
verbale, formano un terzo fattore indipendente.
Un altro modo per classificare e organizzare i risultati delle scale, trae origine da un
approccio contenutistico, che è stato creato da Bannatyne per lo studio delle learning
disabilities perchè la dicotomia di QI Verbale-QI DI Performance non è sufficiente a
comprendere le fluttuazioni che caratterizzano i protocolli di questi soggetti.
Questa categorizzazione nasce dall'ipotesi che la dislessia genetica fosse caratterizzata
da un modello punteggio spaziale > punteggio concettuale > punteggio sequenziale,
confermato da Rugel in soggetti disabili nella lettura e nell'apprendimento.
La divisione delle scale Wechsler in due parti, una scala verbale e una scala performance
, ha portato a concludere che si potessero misurare due tipi diversi di intelligenza: si può
identificare il QI ottenuto nella scala verbale come intelligenza cristallizzata in quanto
è una misura delle conoscenze che il soggetto ha acquisito dall'ambiente e
dall'istruzione; il QI ottenuto dalla scala performance come intelligenza fluida, poiché
rappresenta l'abilità del soggetto di elaborare qualsiasi tipo di contenuto, il processo di
pensiero e di logica sollecitato da compiti non verbali, indipendente dalla cultura e
dall'ambiente.
Il modello di Horn invece utilizza tale concezione per lo studio dei processi di
invecchiamento ed è stato riportato per la WAIS-R. Sulla base di studi fattoriali, Horn
raggruppa i subtest di Wechsler in quattro categorie in cui vengono sommati i punteggi
ponderati ottenuti nei subtest per età:
1. intelligenza fluida ( PpFi ) = “memoria di cifre” + “analogie” + “completamento di
figure”+ “Riordinamento storie figurate”+ “Disegno con i cubi”+ “ricostruzione di
oggetti”
2. Intelligenza cristallizzata ( PpCr ) = “Informazione” + “Vocabolario” +
“Comprensione” + “analogie”
3. recupero ( PpRi) = “informazione” + “vocabolario” + “ comprensione “ +
“analogie”;
4. velocità ( PpVe ) = “associazione simboli a numeri “.
Le scale Wechsler, coprono tutto l'arco di vita dall'infanzia all'età adulta. Si tratta di strumenti molto
conosciuti e molto validi, ma spesso applicati con estrema superficialità, soprattutto nella fasi di
interpretazione. L'abilità nel somministrare le scale Wechsler si acquisisce frequentando un corso e
con l'esperienza e l'umiltà.
Con i bambini piccoli, infatti, è bene considerare le limitate capacità di attenzione e porli in una
situazione di tipo ludico, che non li stressi o li penalizzi.
Con gli adolescenti i problemi che possiamo incontrare sono più di tipo relazionale: spesso i
ragazzi mostrano diffidenza nei confronti del test e del somministratore, cercando di colludure con
lo psicologo o squalificando lo strumento.
Con gli adulti e gli anziani conta molto il motivo dell'invio del soggetto: consulenza psicologica,
perizia per affido o penale, verifica della presenza effettiva di un deficit.
Nel caso di soggetti psichiatrici o neurologici le scale Wechsler possono indicare le aree cognitive
compromesse e quelle conservate, attraverso le quali si potrebbe far leva per la riabilitazione e
l'adattamento del soggetto in ambito sociale e lavorativo.
A una valutazione fatta da un familiare emerge un quadro di abilità cognitive ben conservate.
A Giovanna viene somministrata la WAIS-R, al fine di escludere un problema cognitivo di tipo
patologico.
9.2 Profilo alla WAIS-R e calcolo dei QI. Per calcolare i QI ( Verbale, di Performance e
Totale ) di Giovanna viene utilizzata la taratura per anziani e in particolare la tabella di
conversione dei punti grezzi in punti ponderati per il gruppo di età 70-74 anni.
Utilizzando gli errori standard di misura è possibile individuare gli intervalli di
confidenza entro cui cadrebbero i tre QI veri di Giovanna con una data probabilità.
Non emerge una differenza significativa tra QI Verbale e di performance.
Le deviazioni ( o scatter ) dalla media totale sono state confrontate con le soglie di
significatività per p < 0,05.
Si può notare che Giovanna manifesta due punti di forza nei subtest “Vocabolario” e
“Associazione di simboli a numeri”.
Sussiste un'elevata probabilità ( 95% ) che il QI vero di Giulia cada all'interno dell'intervallo
compreso tra 90 e 115.
Sia il QI che i quattro indici possono essere interpretabili come abilità unitarie e coese.
Giulia non ha incontrato difficoltà nella prova “ Ragionamento con le matrici” in cui doveva
individuare l'oggetto o la forma astratta che completava una matrice e non ha incontrato problemi
nelle abilità di ragionamento fluido e di risoluzione di problemi nuovi.
Giulia ha incontrato problemi di attenzione, di disposizione in sequenza e di memoria di lavoro
quando le è stato richiesto di manipolare mentalmente delle successioni di cifre per ripeterle in
ordine inverso ( pp = 4 ).
Stessa differenza rara è emersa tra le due prove di “Cancellazione”, in cui Giovanna presenta
difficoltà nel compito di “Cancellazione casuale”.
In entrambe le prove di “Memoria indiretta” e “Cancellazione casuale” è richiesta una maggiore
attenzione e concentrazione.
La buona tenuta della comprensione verbale e la caduta ai due indici di memoria di lavoro e di
velocità di elaborazione, insieme al punto di debolezza di “ Cifrario” “ memoria indiretta” e
“Cancellazione casuale” potrebbero far pensare alla presenza di un disturbo dell'attenzione e della
concentrazione. La capacità di Giulia di formazione e di ragionamento su contenuti verbali,
rappresenta un notevole punto di forza; la velocità di elaborazione di Giulia con la memoria di
lavoro possono essere considerati suoi punti di debolezza sia normativi che individuali. Riduzione
al minimo degli stimoli uditivi e visivi non pertinenti che possano richiamare l'attenzione di Giulia.
CAPITOLO 5
ALTRE MISURE DELL'INTELLIGENZA
Sono state fatte standardizzazioni in molti paesi del mondo. Raven discute la stabilità e le variazioni
nelle norme delle RPM tra gruppi culturali, etnici e socioeconomici negli ultimi sessent'anni;
riconosce che Flynn ha ragione nel constatare che le prestazioni alle RPM sono mediamente
aumentate e che vi è stato un continuo aumento dei punteggi a tutti i livelli di abilità nel tempo.
1.1. Forme di Matrici di Raven. I test di Raven sono attualmente una serie di tre
differenti forme che si somigliano, ma che possono avere delle sottili differenze nelle
strategie di problem solving richieste in ciascuna di esse.
Le Matrici Progressive Standard ( Standard Progressive Matrices, SPM ) hanno norme in Gran
Bretagna dai 6 ai 14 anni ma le standardizzazioni compiute in altri paesi non sempre coprono
l'intero range di età.
Per le SPM la tipica attendibilità split-half è di 0.86, benché valori più bassi siano stati trovati per i
soggetti più giovani. In Italia sono state fatte varie standardizzazioni.
I soggetti esaminati non costituiscono un campione in senso statistico e non sono rappresentativi
dell'intera popolazione italiana e nemmeno di quella regionale lombarda. Essi esprimono, quella
parte di popolazione che ha maggiore probabilità di venir esaminata con le Matrici di Raven, cioè
studenti di scuola media, lievi insufficienti mentali da ammettere in istituti educativi e persone con
probabili anomalie neuropsichiatriche.
Le Matrici Progressive Colorate ( Coloured Progressive Matrices, CPM ) per bambini dai 5 agli 11
anni di età. Raven ha introdotto il colore in questa versione del test per aiutare a mantenere
l'attenzione nei bambini più piccoli o degli anziani. E' costituita da tre serie di 12 item ciascuna, di
cui due ( A e B ); per le Matrici Colorate l'attendibilità split-half variava tra 0,65 e 0,94, con valori
più bassi tra i bambini più giovani. Gli studi psicometrici sulle Matrici Colorate di Raven rilevano
tre fattori ortogonali : il primo fattore raggruppa per la maggior parte gli item più difficili, che
possono comprendere il ragionamento astratto delle analogie; il secondo fattore è etichettato come
modello del ragionamento di identità; il terzo fattore consiste negli item più facili ed è definito da
un semplice modello di completamento. Gli item molto facili e molto difficili sembrano toccare
differenti processi intellettivi.
- Le Matrici Progressive Avanzate sono simili alla versione standard ma hanno un livello di
difficoltà più alto. Esse consistono in 12 problemi nella serie I e 36 problemi nella serie II. Questa
struttura consente di valutare l'efficienza intellettuale del soggetto stimata in base al numero di
problemi correttamente risolti entro un limite di tempo dato. Questa forma è adatta specialmente per
persone con intelligenza superiore.
Le APM saturano in due fattori che possono avere validità predittive separate. Il primo fattore è
composto da item nei quali la soluzione è ottenuta aggiungendo o sottraendo parti dalla
configurazione principale. Gli individui con un buon rendimento in questi item possono eccellere in
un rapido processo decisionale e in situazioni in cui la relazione parte-tutto deve essere percepita. Il
secondo fattore è composto di item in cui la soluzione è basata sull'abilità di percepire la
progressione tra gli elementi della figura.
− Più recentemente è stata creata una nuova versione delle SPM, le Standard Progressives
Matrices Plus che è stata sollecitata dalla crescita drammatica e inaspettata dei punteggi
delle matrici riscontrata nel corso degli anni.
1.2 Ricerche sulla validità e sull'attendibilità delle Matrici di Raven.
L'analisi fattoriale su prove piagetiane concrete e formali e le SPM mostra che queste ultime
saturano maggiormente nello stesso fattore che include le prove formali e meno in quello in cui si
trovano le prove concrete, a riprova del fatto che il tipo di ragionamento richiesto è di carattere
logico astratto.
Le RPM sono particolarmente utili per una valutazione supplementare di bambini e di adulti con
disabilità nell'udito, nel linguaggio o fisiche.
Le RPM possono essere spiegate attraverso un linguaggio gestuale, se è necessario. La sola risposta
richiesta all'esaminato è un segno con la penna o un gesto che indichi la scelta dell'alternativa.
L'attendibilità test-retest per le tre forme varia considerevolmente da un campione a un altro. Per gli
adulti normali, dalla tarda adolescenza ai più vecchi, il coefficiente di attendibilità varia da 0,80 fino
a 0,93. Per i bambini prima dei 10 anni, il coefficiente di attendibilità 0,71.
Il Cognitive Assessment System è stato costruito in base alla teoria PASS che descrive quattro
processi cognitivi derivati dalla teoria di Luria.
E' uno strumento a somministrazione individuale finalizzato alla valutazione dei processi cognitivi
in ragazzi dai 5 ai 17 anni; è utile per diagnosticare e individuare soggetti che presentano disturbi
dell'apprendimento.
I 12 subtest che si somministrano sono divisi in quattro scale, inerenti ai quattro processi della
teoria PASS.
− 4. La prova “Attenzione espressiva” consiste in due differenti set di item, dipendenti dall'età
del bambino. Ai bambini dai 5 ai 7 anni si chiede di identificare se ogni animale raffigurato
nell'item è grande o piccolo.
− 5. La prova “ Individuazione dei numeri” consiste in una pagina di numeri, e viene chiesto al
bambino di sottolineare quelli che sono indicati in alto alla pagina. Si valuta l'attenzione
selettiva e la resistenza alla distrazione. Il punteggio grezzo del subtest è il rapporto tra
l'accuratezza e il tempo.
− 6. La prova “Attenzione recettiva” è formato da due pagine di stimoli carta e matita in due
versioni a seconda dell'età del soggetto. Per i bambini dai 5 ai 7 anni ci sono quattro pagine
di disegni disposti in coppie;
Scala simultaneità I subtest di questa scala richiedono che il soggetto esaminato comprenda che le
informazioni visive o verbali sono interrelate in un gruppo.
− 7. La prova “ Matrici non verbali “ è formata da 33 item simili alle Matrici Progressive di
Raven. Gli stimoli sono figure ed elementi geometrici interrelati in organizzazioni spaziali e
logiche: includono il completamento di figure geometriche, le analogie e l'organizzazione
spaziale.
− 8. La prova “Relazioni verbali/spaziali” è composta da 27 item che richiedono la
comprensione delle descrizioni logiche e grammaticali delle relazioni spaziali. Ai bambini
sono presentati 6 disegni e una domanda in fondo alla pagina, l'esaminatore legge la
domanda e il bambino deve scegliere quale disegno risponde alla domanda.
− 9. La prova “ Memoria di figure” è un test carta e matita di 27 item. Al bambino viene
mostrata per cinque secondi una figura geometrica; egli deve poi cercarla nascosta in figure
più complesse ed evidenziarla ripassandone il contorno.
Scala successione. I subtest della scala richiedono che i soggetti ricordino o comprendano la
sequenza delle informazioni. Ciò può implicare una semplice ripetizione di parole in un ordine
fornito dall'esaminatore, o la ripetizione e la comprensione di un'esposizione.
− 10. La prova “ Serie di parole” consiste in 27 item: ognuno usa parole molto comuni, da due
a nove sillabe. Al bambino viene richiesto di ripetere le parole nello stesso ordine dato
dall'esaminatore.
− 11. La prova “Ripetizione di frasi” consiste in 20 frasi composte da parole che nominano
colori, che sono lette al bambino che le deve ripetere; le frasi non hanno significato, in modo
da ridurre l'effetto del processo simultaneo. Il punteggio è dicotomico.
2.2 Somministrazione . Le istruzioni comprendono le affermazioni verbali e le azioni non verbali
che l'esaminatore deve usare per essere certo che il bambino comprenda il procedimento per
risolvere ogni prova. Tutti i subtest della scala pianificazione includono strategie di valutazione che
si utilizzano durante e dopo la somministrazione di ogni subtest per comprendere come il soggetto
completa un item.
2.3. Scoring e valutazione. Il CAS è valutato con un metodo standard, simile a quello delle scale
Wechsler, sui punteggi grezzi dei subtest e delle scale composite.
I punteggi grezzi dei subtest sono calcolati in vario modo: il numero totale delle risposte corrette, il
tempo in secondi e il rapporto tra i due. I punteggi standard dei subtest sono ottenuti usando tabelle
per l'età cronologica dei bambini in anni, mesi, giorni.
Il punteggio standard per scala nasce dalla somma dei punti standard dei 2 0 3 subtest convertita in
punti ponderati (Pp) con media=100 e ds=15.
Il punteggio totale è ottenuto dalla somma degli 8 punteggi dei subtest della batteria base o dei 12
della batteria standard.
La descrizione dei risultati è completa e si può fare un profilo mettendo in evidenza i punti di forza
e/o di debolezza del soggetto.
Il deficit nei processi psicologici viene stabilito in relazione al gruppo dei pari, non in relazione al
soggetto stesso.
Quando un bambino ha:
− una variabilità significativa tra i quattro processi PASS;
− una discrepanza significativa tra i punteggi che denotano una buona abilità e i punteggi di
sviluppo;
− una coerenza tra basso punteggio PASS e basso rendimento scolastico;
2.4. Caratteristiche psicometriche. La standardizzazione del CAS negli Stati Uniti è avvenuta su
un campione di 2200 bambini dai 5,0 ai 17,11 anni. E' stata usata una campionatura casuale
stratificata per le seguenti variabili: età, genere, razza, regione, comunità, classificazione educativa
dei soggetti, istruzione dei genitori. Le norme italiane si riferiscono a un campione di 809 bambini
da 5 ai 13 anni, frequentanti le scuole pubbliche dell'Italia centrale e in misura minore del Nord e
del Sud Italia.
I subtest e le scale del CAS hanno un'alta attendibilità: il coefficiente per la batteria standard va da
0,95 a 0,97; per le scale PASS da 0,88 ( scale di pianificazione e attenzione ) a 0,93 ( scale di
successione e simultaneità ). I ricercatori hanno sottolineato che le prestazioni mostrano delle
differenze evidenti nei bambini dell'età delle elementari alla scuola media e nel campione dalla
scuola superiore al college: questo dimostra la validità del testo in senso evolutivo. Gli autori hanno
dimostrato che il costrutto rappresentato dalla teoria PASS è fortemente connesso con lo sviluppo,
più di altre misure di abilità.
Un supporto alla validità della teoria in una prospettiva neuropsicologica è stato dato dalle ricerche
che hanno esaminato la teoria PASS e le funzioni del cervello. Ad esempio, in un recente
esperimento compiuto in Giappone sono stati studiati il processo simultaneo e il processo
successivo con l'elettroencefalogramma.
2.5. Utilità diagnostica. Vi sono due importanti obiettivi nella diagnosi: per prima cosa determinare
quali variazioni di caratteristiche aiutino a distinguere un gruppo di bambini da un altro; in secondo
luogo se questi dati siano di supporto per decidere un intervento terapeutico. Una prima strada per
esaminare l'utilità del profilo cognitivo PASS è analizzare se bambini inseriti in un ambiente
educativo normale o in una scuola speciale differiscano in modo significativo nella frequenza di
elementi che denotino una debolezza cognitiva. Una seconda strada prevede di valutare l'utilità
diagnostica attraverso l'esame di una popolazione specifica.
Naglieri suggerisce l'utilità dei profili PASS nella diagnosi di bambini con difficoltà di lettura.
In bambini con diagnosi di AD/HD, che hanno una difficoltà nell'autocontrollo, più che nella scala
di attenzione è stato trovato un deficit in quella di pianificazione.
Ognuno dei cinque fattori può essere valutato in due domini distinti, quello verbale e quello non
verbale. I subtest che li compongono sono: “Serie di oggetti/matrici” ( non verbale) e “Analogie
verbali” ( verbale ) per il fattore di Ragionamento Fluido; “Immagini assurde” ( non verbale ) e
“Vocabolario” ( verbale ) per il fattore di Conoscenza; “Ragionamento quantitativo non verbale” e
“Ragionamento quantitativo verbale” per il fattore di Ragionamento Quantitativo; “Posizione e
direzione” (non verbale) e “Forma” (verbale) per il fattore Elaborazione Visuo-Spaziale; “Risposta
ritardata” ( non verbale ) e “Memoria di frasi” ( verbale ) per il fattore Working Memory. La scala
contiene 10 subtest e fornisce varie prospettive di valutazione dell'esaminato.
CAPITOLO 6
TEORIE DELLA PERSONALITA'
1. Definizione di personalità
Definiamo “personalità” l'insieme delle caratteristiche psichiche e del comportamento di un
individuo che rimangono tali nella molteplicità e diversità delle situazioni ambientali in cui si
esprime e si trova ad operare.
Il significato di personalità viene quasi ristretto alle sole <<caratteristiche emotive, motivazionali,
interpersonali e di atteggiamento di un individuo, distinte dalle sue abilità intellettive >>.
Il progenitore di tutte le teorie di personalità è Sigmund Freud con la sua psicoanalisi.
Il sistema empirico-intuitivo su si fonda il questionario MMPI di Hathaway e MCKinley, la teoria
dei cinque grandi fattori che ha ispirato il Big Five Questionnaire, la teoria dei bisogni di
Murray, che ha fornito lo spunto all'autore per la costruzione del TAT, la psicoanalisi freudiana, in
particolare il lavoro sui meccanismi di difesa che ha determinato il successo del test di Rorschach.
2. Sistemi empirico-intuitivi
Alla base del modello dei cinque grandi fattori si situa la teoria dei tratti, resa celebre da autori
come Eysenck, Cattell e Allport.
Il tratto è una caratteristica di personalità che varia da un individuo all'altro, rendendolo unico. I
tratti, che possono essere di tipo fisico o psicologico sono considerati attributi stabili e duraturi e
sono unità di comportamento coerenti con valore predittivo; si distinguono dagli stati, che sono
disposizioni comportamentali temporanee. Le diverse combinazioni di tratti possono fornire dei tipi
psicologici utili a differenziare le persone.
Tra i primi autori che hanno sviluppato una teoria sui tratti ricordiamo Gordon Allport; l'autore
sostiene che ciò che è mancato a molti studiosi in passato è mancato è stata la differenziazione del
concetto di “temperamento” da quello di “personalità”.
Il temperamento per Allport è la materia grezza da cui si forma la personalità; la personalità è
l'organizzazione dinamica di quei sistemi psicofisici che determinano l'adattamento dell'individuo al
suo ambiente.
La teoria di Allport è rimasta nota come la teoria dei tratti. I tratti o “disposizioni personali” sono
considerati importanti fattori motivazionali. Questi sono distinguibili in tre tipologie:
- cardinali: rari nella maggior parte degli individui, caratterizzano la personalità in modo molto
intenso, influenzando continuamento il comportamento
- centrali: più frequenti, indicano tratti caratterizzanti, che contraddistinguono una personalità
dall'altra
− secondari: caratterizzati da un focus più ristretto e meno distintivi dell'individuo, si
presentano soltanto in particolari situazioni e non incidono in modo determinante sulle
caratteristiche di personalità.
Altro punto fondamentale della teoria di Allport riguarda il concetto di Sé, che l'autore preferisce
chiamare “il Proprio”. Egli indica sette aspetti nello sviluppo del Proprio: nei primi 3 anni di vita
compaiono il Sé corporeo, l'identità permanente del Sé e l'autostima; tra i 4 e i 6 anni appaiono
l'estensione del Sé e l'immagine di Sé, tra i 6 e i 12 anni il bambino sviluppa l'autoconsapevolezza
mentre durante l'adolescenza compare l'intenzionalità, che Allport chiama “tendenza del Proprio”.
Secondo l'autore i metodi proiettivi sono troppo deduttivi, non interrogano mai l'individuo su
questioni quali la famiglia, il contesto in cui vive, il rapporto con l'autorità, ma si limitano a fare
inferenze.
Secondo Eysenck sono sufficienti pochi principi sull'apprendimento per spiegare numerosi
fenomeni della personalità, e i metodi tradizionali della psicoterapia sono lacunosi sia dal punto di
vista teorico che pratico. L'autore considera la personalità un prodotto delle strutture biologiche del
sistema nervoso centrale; elemento principale della sua teoria è dunque l'ereditarietà della
personalità. I tratti da studiare sono quelli che possono mantenere una chiara relazione con il
funzionamento del sistema nervoso centrale. Ha utilizzato, apportando un'innovazione
metodologica all'analisi fattoriale già in uso: l'analisi criteriale, in cui un fattore è disposto in modo
da isolare al massimo un particolare gruppo criteriale. Attraverso alcune ricerche su gruppi di
soggetti nevrotici e normali ha evidenziato due dimensioni della personalità: il nevroticismo-
stabilità el'introversione-estroversione. Il primo fattore descrive quegli individui inclini alle
novità e alla creatività, il secondo fattore descrive quei soggetti che tendenzialmente, nel bene o nel
male sono sopraffatti dalle emozioni. Eysenck era convinto che questi due tratti fossero legati a un
fattore biologico. Aggiunse alle dimensioni già individuate una terza dimensione della personalità:
psicoticismo- controllo degli impulsi.
L'individuo viene classificato in base alle dimensioni di personalità di nevroticismo ( alta
attivazione limbica ), psicoticismo ( suscettibilità ormonale ) e introversione-estroversione ( bassa
attivazione corticale ), oscillanti fra stabilità e instabilità.
Cattell considera la personalità come un insieme di tratti, una serie di strutture mentali che si
manifestano nel nostro comportamento con regolarità, coerenza e che rimangono stabili nel tempo.
Alcuni tratti, detti dinamici, si riferiscono alla tendenza dell'individuo ad agire verso uno scopo;
altri, detti di abilità, riguardano l'efficienza a raggiungere lo scopo; esistono tratti di
temperamento che riguardano la rapidità, l'energia, la reattività emotiva con cui l'individuo
risponde alle stimolazioni esterne.
Un'ulteriore analisi fattoriale consentì di selezionare sedici tratti fondamentali, da cui ebbe origine
il fortunato e ampiamente utilizzato questionario di personalità 16PF di Cattell.
Per Cattell, questi non sono gli unici tratti che misurano la personalità, ma spiegano la maggior
parte della varianza della personalità degli adulti normali.
− Il fattore estroversione ( energia ) che descrive “ la tendenza all'approccio” ovvero un
forte impiego dell'energia da parte del soggetto nella realtà esterna, fisica e sociale; un
orientamento esplorativo e attivo, accompagnato dall'attesa fiduciosa che la propria azione
ottenga rinforzi positivi. Queste caratteristiche manifestano in tratti come l'esuberanza e il
dinamismo, la ricerca di ambienti, di attività stimolanti e ricche di emozioni, del coraggio,
da un profondo entusiasmo, da una ferrata determinazione.
− Il fattore amicalità esprime, una piena riuscita del processo di socializzazione,
manifestando un'apertura alla relazione e alla comunicazione, espansività e
convivialità,unite a un atteggiamento di fiducia nei confronti dell'altro e una capacità
empatica ( sensibilità, collaborazione, altruismo e accoglienza).
− Il fattore coscienziosità, esamina lo stile individuale nel proporsi e nel perseguire le proprie
finalità. Concerne il modo in cui controlliamo, regoliamo e dirigiamo i nostri impulsi.
− Il fattore di stabilità emotiva ( nevroticismo ) mostra il livello di adattamento alla realtà,
alla padronanza di pulsioni e istinti, nonché al rapporto con il proprio Sé, al senso del
proprio valore. Il polo positivo di questo fattore riferisce la capacità di controllo sulla vita
pulsionale ed emotiva, che si esprime in sentimenti di calma, serenità, pazienza, capacità di
tollerare lo stress e le frustrazioni.
Il polo negativo della stabilità emotiva denota uno scarso controllo delle pulsioni e delle
emozioni, un'esperienza interna caratterizzata da irrequietezza e ansietà, un vissuto di
insoddisfazione e una immagine di sé deficitaria. Le reazioni emotive di questi soggetti, tendono a
essere più intense del normale, persistenti per lunghi periodi di tempo con conseguenti sbalzi di
umore frequenti.
− Il fattore di apertura all'esperienza si riferisce agli aspetti cognitivi della personalità. Esso
descrive una dimensione che oscilla tra coloro che hanno uno stile cognitivo creativo,
fantasioso, e coloro che attuano uno stile di vita più convenzionale. Gli individui
mentalmente aperti sono curiosi, interessati all'arte, sensibili alla bellezza.
− Il polo negativo indica uno stile mentale di scarsa creatività, pensiero convenzionale,
conformismo, scarso interesse per cultura e informazione, che preferisce l'ovvio
all'inaspettato e resiste a ogni tipo di cambiamento.
Lo strumento maggiormente utilizzato per la misurazione dei Big Five è il NEO Personality
Inventory che possiede una buona attendibilità e come dimostrano i numerosi studi condotti una
buona validità.
E' stata pubblicata recentemente una nuova versione, il Big Five Questionnaire-2.
4. Tecniche proiettive
Il 1906 è l'anno in cui Jung ideò le libere associazioni delle parole. I metodi proiettivi consentono
un'investigazione dinamica e globale della personalità considerata come una totalità in evoluzione, i
cui elementi costitutivi ( aspetti cognitivi, affettivi, sociali ) sono in relazione. Consistono nella
presentazione di stimoli poco strutturati o ambigui. Il compito dei soggetti è quello di strutturare
o interpretare gli stimoli proposti, rivelando così la propria personalità.
I test proiettivi furono messi in dubbio circa la fondatezza delle conclusioni a cui porvano, visto che
non ci si preoccupava della loro validazione né della loro attendibilità.
comportamenti del terapeuta; la seconda, sviluppata da Gendlin misura i cambiamenti del paziente.
La tecnica “Q” , che consiste nel fornire al paziente una serie di proposizioni o voci da ordinare per
importanza, partendo da quelle più congeniali per arrivare a quelle che lo descrivono meno bene.
Una delle teorie più diffuse nell'ambito della psicologia della percezione è la teoria dei bisogni di
Murray. L'autore propone una distinzione iniziale tra bisogni primari, che corrisponde alle esigenze
fisiche dell'individuo, e bisogni secondari, che coinvolgono la sfera psichica e corrispondono alle
risposte dell'individuo alle sollecitazioni dell'ambiente. I bisogni, per Murray, sono forze interne che
organizzano l'esperienza dando all'organismo una determinata tendenza direzionale. Egli fa una
distinzione tra bisogni viscerogeni ( connessi a fattori organici ) e bisogni psicogeni ( connessi a
fattori psicologico-culturali ). L'autore elenca dodici bisogni viscerogeni: aria, acqua, cibo, sesso,
evitamento del caldo, allattamento, orinazione, defecazione, evitamento dei pericoli, evitamento
degli stimoli dolorosi, sensitività, evitamento del freddo. I bisogni psicogeni secondo Murray sono
ventisette: successo, riconoscimento, esibizione.
Vengono considerati i bisogni proattivi che provengono dall'interno e solitamente vengono
utilizzati per iniziare un'attività: i bisogni reattivi, che provengono dall'esterno e si manifestano
sotto forma di risposte o reazioni; i bisogni focali, orientati verso un particolare oggetto ambientale
e non su altri; i bisogni diffusi, molto generici e comprendenti una vasta gamma di oggetti
ambientali.
Se l'individuo è legato ai suo bisogni, l'ambiente esercita su di lui vari tipi di pressione. Mirray
identifica le pressioni alpha come quelle legate a fattori oggettivi dell'ambiente, mentre chiama
pressioni beta quelle che il soggetto percepisce come tali, ma che in realtà potrebbero non esserlo.
La personalità si configura come l'ipotetica struttura della psiche che governa l'organismo umano e
ne media i rapporti con l'ambiente. L'evento è per l'autore l'oggetto più reale in quanto espressione
di bisogni e pressioni; è dunque un punto di partenza concreto per l'analisi.
Un altro concetto basilare nella teoria dei bisogni è la nozione di complesso, in cui rientrano tutte le
esperienze precoci del soggetto di tipo affettivo, conflittuale, relazione, che lasciano traccia nella
personalità adulta. L'autore distingue cinque complessi fondamentali:
− i complessi caustrali, che rappresentano un residuo della vita intrauterina e sono propri di
quelle persone che manifestano una certa resistenza ai cambiamenti
− i complessi orali, legati alla prima alimentazione, possono manifestarsi in modalità passiva
o di dipendenza vera e propria riguardano il rapporto che l'individuo ha con il cibo;
− i complessi anali, si riferiscono alla gestione delle proprie funzioni intestinali. Si parla di
complesso di reiezione anale quando il soggetto esplicita una tendenza verso il disordine e la
sporcizia, e di complesso di ritenzione anale quando l'individuo manifesta un
comportamento compulsivo ed eccessivamente parsimonioso;
− i complessi uretrali sono collegabili a tutte le espressioni narcisistiche e di
autocompiacimento, quelle che Murray chiama “sindrome di Icaro”;
− i complessi di evirazione, provengono dalle fantasie legate alla masturbazione infantile.
L'analisi dei complessi è utile per comprendere lo sviluppo e il funzionamento del soggetto da un
punto di vista dinamico, espressione della teoria psicoanalitica da cui Murray è fortemente
influenzato.
La valutazione della personalità fu per Murray il risultato di tutti i suoi sforzi teorici: egli sviluppò
numerosi strumenti per la misurazione della personalità e tra questi il Thematic Apperception Test
( TAT ) fondato sulla percezione distorta dei processi proiettivi.
4.2. Psicoanalisi e i meccanismi di difesa. L'assunto di base su cui poggia la teoria della
psicoanalisi è l'esistenza di un inconscio dinamico costituito da contenuti per lo più relativi al
proprio passato. Si parla dei meccanismi di difesa.
Il termine “meccanismo” è stato utilizzato per la prima volta da Breuer e da Freud nel 1893 nel
volume Comunicazione Preliminare: sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici, mentre il
termine “difesa” è utilizzato da Freud un anno dopo nello scritto La neuropsicosi da difesa, anche se
sarà Anna Freud, che nel 1938, pubblicherà le varie tipologie difensive,accompagnate anche da
esempio esplicativi.
Secondo Lingiardi e Madeddu i meccanismi di difesa non sono più solo confinati alle terre
inospitali delle condizioni psicopatologiche, ma vengono considerati alla luce del ruolo che
svolgono nello sviluppo della personalità.
La proiezione è un'espulsione , dall'interno verso l'esterno , di contenuti mentali.
Secondo l'autore il meccanismo della proiezione va suddiviso in proiezione attributiva, difensiva,
razionalizzata e autistica.
- Nella proiezione attributiva << l'individuo sposta inconsciamente su un altro, caratteristiche sue
proprie di cui tuttavia ha coscienza>>. Tale tipo di meccanismo difensivo può essere una
caratteristica della psiche umana. L'individuo attribuisce all'esterno la propria soggettività e si
convince che gli altri sono simili a lui e che si comportano allo stesso modo.
− Nella proiezione difensiva, il soggetto sposta su un altro individuo desideri, fantasie,
emozioni che non riconosce come proprie perché fonte di ansia.
− Nella proiezione razionalizzata, il soggetto nega la realtà esterna al fine di individuare in
essa quei fattori razionali che giustifichino il suo comportamento.
− La proiezione autistica è fortemente condizionata dai bisogni interni più che da quelli
esterni e in particolare dai bisogni fisiologici.
− La rimozione è un meccanismo di difesa che risale all'infanzia ed è caratterizzato dal
ricorso all'amnesia. Il soggetto, di fronte a situazioni che gli creano forti angosce, dimentica
l'accaduto, e successivamente dimentica di aver dimenticato.
La regressione, rispetto a un livello di maturità funzionale già raggiunto, consta in un ritorno
inconscio a forme più primitive del pensiero. Ciò si manifesta quando il soggetto si trova a dover
affrontare una circostanza che gli causa enorme frustrazione. Per difendersi dall'angoscia derivata
dalla frustrazione, si verifica un ritorno a uno stadio psichico precedente allo sviluppo dell'Io, in
modo da poter considerare quell'evento come se non fosse mai accaduto.
Freud parla di scissione dell'Io, descrivendo uno stato mentale in cui il soggetto manifesta un
comportamento che da una parte è vicino alla realtà, ma che dall'altra la nega e la sostituisce con un
desiderio inespresso. I due atteggiamenti non si influenzeranno, ma anzi coesisteranno
placidamente. La visione d'insieme che avrà il soggetto sarà estremizzata e non ci sarà spazio per le
mezze misure.
L'identificazione è un processo mentale per cui un individuo tende ad assumere una caratteristica
specifica di un altro soggetto, impossessandosene.
La negazione è un processo psichico per cui un individuo, pur rivelando un desiderio, un
comportamento, un sentimento, per difendersi da essi rifiuta la possibilità che possano essere a lui
attribuiti. In altre parole, ciò che di fatto sta negando viene espressamente affermato.
L'intellettualizzazione è lo sforzo da parte del soggetto di risolvere le proprie angosce e i propri
conflitti superinvestendo sui propri processi mentali, per evitare il coinvolgimento. L'emotività, la
sensibilità, l'affettività vengono sostituite dalla razionalità, dall'astrazione, dalla logica.
Nella formazione reattiva, il soggetto modifica nel loro contrario pulsioni, bisogni, pensieri. Egli si
difende da desideri socialmente inaccettabili, comportandosi in modo diametralmente opposto.
I meccanismi difensivi operano sempre al di fuori della sfera del conscio, esprimono un conflitto tra
l'Io e l'Es, dimostrano i limiti di ogni essere umano e il loro compito è quello di mantenere
l'equilibrio psichico negli individui sani.
I meccanismi di difesa vengono di rado usati uno alla volta, o in coppia: al contrario, molti vengono
usati contemporaneamente , anche se uno o due tendono a essere primari su quelli che si
manifestano. E' utile ricordare che ci sono difese che si sviluppano in un certo periodo della nostra
proiezione, la scissione, la regressione. In età più matura si possono incontrare: l'identificazione, la
formazione reattiva, l'intellettualizzazione.
CAPITOLO 7
QUESTIONARI DI PERSONALITA': MMPI-2 E MMPI-A
Mckinley e Hathaway, insoddisfatti degli inventari di personalità esistenti, decisero di costruire una
nuova scheda di personalità. L'obiettivo perseguito dagli autori è stato principalmente di individuare
un insieme di item abbastanza ampio da poter costruire varie scale cliniche adoperando una forma
linguistica accessibile a molti soggetti, per affiancare al colloquio clinico uno strumento oggettivo
di facile somministrazione.
Le scale cliniche sono rimaste invariate nel numero e nella tipologia, ma il contenuto di
alcuni item ha subito delle modifiche nella forma espositiva; alcuni item sono stati
eliminati, altri sono stati aggiunti. Le scale di controllo, che nella versione iniziale erano
quattro, nella versione aggiornata diventano nove....
Il campione utilizzato per la nuova taratura è più ampio rispetto a quello originario:
2600 soggetti divisi per area geografica, razza ed età.
2. Aspetti psicometrici
La ponderazione dei punteggi è ottenuta attraverso l'uso del punto standard T ( media =50 e ds=10
). Nel MMPI-2 si è preferito utilizzare i punti T normalizzati. Il motivo di questo cambiamento
risiede nella distribuzione dei punteggi grezzi, che generavano un'asimmetria nelle scale.
Nel MMPI, si adottavano i punti T lineari ma accadeva che uno stesso punteggio rappresentasse
percentili diversi nelle diverse scale. Ciò è stato corretto con i punti T normalizzati, aventi la stessa
distribuzione per otto delle dieci scale ( escluse le scale Mf e la Si che sono state costruite secondo
presupposti clinici diversi ).
I punti T normalizzati sono stati ottenuti utilizzando la distribuzione media dei punteggi grezzi delle
otto scale cliniche e regolando la distribuzione di ogni scala in modo da farla combaciare con la
distribuzione media. Così facendo , sono stati ottenuti percentili equivalenti, confrontabili in termini
di asimmetria e di distribuzione di frequenza.
I punti T normalizzati, oltre che per le scale di base, sono utilizzati per le scale di contenuto. Per le
restanti scale si adoperano i punti T lineari.
3. Somministrazione
Il MMPI-2 può essere facilmente somministrato sia a singoli individui, sia a gruppi di persone , dai
18 anni in su.
Il soggetto può fornire risposte vero/falso per un totale di 567 quesiti raggruppati in 10 scale
cliniche, 9 scale di validità, 15 di contenuto, 15 supplementari e 5 scale PSY-5.
Il test offre un profilo di personalità lungo dieci dimensioni cliniche, allo scopo di individuare i
tratti patologici della personalità.
- La scala VRIN ( Incoerenza nelle risposte ), attraverso l'uso di 67 coppie di item con
contenuto simile o opposto, verifica l'incoerenza del soggetto nel fornire una risposta.
- La scala TRIN ( Incoerenza nelle risposte “vero” ) utilizza 23 coppie di item con
significato tra loro opposto. Valuta la tendenza del soggetto a rispondere
indiscriminatamente in modo affermativo ( seguendo il principio che “vero è meglio che
falso”) o negativo a qualunque domanda.
- La scala Fp ( Frequenza psicopatologia ); Arbisi e Ben-Porath hanno identificato 27
item che riguardano aspetti psicopatologici che sono raramente indicati sia nel campione
normativo USA che nei soggetti ricoverati per trattamento psichiatrico.
- La scala S °( Superlativa di presentazione di Sé ) sviluppata da Butcher e Han a partire
dai punteggi espressi da un gruppo di candidati a diventare piloti di aerei di linea, che
avevano atteggiamenti molto difensivi. Fanno parte di questa scala 50 item, che per la
maggior parte prevedono risposte “falso” e quindi devono essere controllati insieme ai
punteggi ottenuti alla scala TRIN.
4.2. Scale cliniche di base. Le scale di base del MMPI-2 sono dieci, e ognuna di loro
valuta una particolare patologia. In alcune scale, i cui item hanno un contenuto
disomogeneo, sono previste delle sottoscale per comprendere meglio le elevazioni della
scala e per specificare la patologia nelle sue varie forme.
Scala 1. Hs (Ipocondria)
Procedura di sviluppo. Hathaway e MCKinley definiscono l'ipocondria come <<
preoccupazione abnorme, psiconevrotica del proprio stato di salute>>.
Contenuto. Gli item hanno contenuto palese, non si riferiscono a un quadro sintomatico
particolare, bensì descrivono sintomi fisici come malessere generale, dolori, debolezza,
fatica e malattie, problemi di stomaco, difficoltà di respiro, percezione visiva scarsa e
altri problemi sensoriali, tosse, difficoltà riguardo al sonno, vertigini, insensibilità
corporea.
Scala 2. D ( Depressione )
Procedura di sviluppo. Fornisce una misura della depressione sintomatica, sentimenti di tristezza e
mancanza di apertura verso gli altri. Il soggetto riporta di sentirsi giù di morale, di mancare di
speranza nel futuro, di essere insoddisfatto della vita e di avere umore cupo.
Contenuto. Palesemente in relazione a basso tono dell'umore, bassa autostima, perdita di interesse e
sentimenti di apatia.
Sottoscala. Le sottoscale previste sono le seguenti.
Sottoscala D1 ( Depressione soggettiva): chi ottiene punteggi elevati segnala depressione,
infelicità, nervosismo, mancanza di energia e pochi interessi. Sente di non affrontare adeguatamente
i problemi, ha difficoltà di concentrazione e nel prestare attenzione a compiti quotidiani. Si sente
inferiore e manca di fiducia in se stesso...spesso è timido e prova disagio nelle relazioni sociali.
Scala 3. Hy (Isteria)
Procedura di sviluppo. Gli autori si sono concentrati soprattutto sull'isteria di conversione ( disturbo
di conversione), in base alla quale spesso si manifesta un quadro con caratteristiche di personalità
insolite composto da negazione di problemi e vivace comportamento sociale.
Contenuto. Gli item descrivono disturbi somatici, negazione di problemi psicologici, estroversione
o facilità nei rapporti sociali. I soggetti sembrano stare bene ma, se sottoposti a stress, reagiscono
“immobilizzandosi”, utilizzano i sintomi fisici per risolvere i propri conflitti o deresponsabilizzarsi.
Sottoscale. Le sottoscale previste sono le seguenti.
Sottoscala Hy1 ( Negazione di ansia sociale ): alto punteggio si riscontra in persone che affermano
di essere socialmente estroverse e di trovarsi a proprio agio in un contesto sociale. Negano di essere
timide o di avere difficoltà a parlare con gli altri.
Sottoscala Hy2 ( Bisogno di affetto ): punteggi elevati si trovano in soggetti che riferiscono di
avere forti bisogni di attenzione ed affetto. Sentono di essere molto sensibili, ottimisti e fiduciosi
verso gli altri. Asseriscono di evitare il confronto e negano di provare sentimenti negativi verso gli
altri.
Sottoscala Hy4 ( Disagio somatico ): punteggi elevati si trovano in soggetti che riportano disturbi
somatici multipli ( ad es. mal di testa, vertigini, problemi di equilibrio ). Tendono a fare uso dei
meccanismi della repressione o della conversione dell'affettività quando si trovano in situazioni
conflittuali.
Sottoscala Hy5 ( Inibizione dell'aggressività ): le persone con punteggi elevati negano gli impulsi
aggressivi e ostili. Sentono di essere sensibili verso gli altri e negano di provare irritazione.
Procedura di sviluppo. E' una misura delle tendenze antisociali o del comportamento psicopatico. Il
gruppo di riferimento era composto da soggetti reclusi e non, già diagnosticati come personalità
psicopatiche , il cui comportamento includeva rifiuto della scuola, promiscuità, fughe e furti e
venne confrontato con un gruppo di controllo composto da soggetti dal comportamento
“normalmente sociale”.
Contenuto. Il punteggio totale è fortemente correlato con comportamenti esterni che indicano
problemi comportamentali familiari di natura aggressiva, manipolativa e impulsiva. Il contenuto
degli item è molto eterogeneo, il che rende l'interpretazione della scala piuttosto complessa, motivo
per cui Harris e Lingoes hanno ritenuto opportuno mettere a punto cinque sottoscale.
Sottoscale. Le sottoscale previste sono le seguenti.
Sottoscala Pd1 ( Contrasti familiari ): punteggi elevati in persone che vedono la loro situazione
familiare come spiacevole e mancante di amore, supporto e comprensione. Percepiscono la loro
famiglia come critica e controllante.
Sottoscala Pd2 ( Problemi con l'autorità ): alti punteggi nei soggetti che riferiscono di provare
risentimento verso l'autorità e di avere avuto problemi con la legge. Hanno opinioni soggettive ben
definite su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e tendono a sostenerle. Riferiscono una storia
personale di problemi di comportamento nella scuola.
Sottoscala Pd3( Imperturbabilità sociale ): persone con punteggi elevati riferiscono di sentirsi a
proprio agio e sicure nelle situazioni sociali. Riconoscono di essere esibizioniste e caparbie.
Sottoscala Pd4 ( Alienazione sociale ): le persone con un punteggio elevato riportano di sentirsi
incomprese, alienate, isolate e lontane dagli altri. Riferiscono di provare solitudine e infelicità e di
non sentirsi coinvolte con le altre persone.
Sottoscala Pd5 ( Autoalienazione ): le persone che ottengono punteggi elevati riportano di sentirsi
a disagio e infelici con sé stesse. Sembrano avere problemi per ciò che riguarda la capacità di
concentrazione.
Scala 5. Mf ( Mascolinità/Femminilità)
Procedura di sviluppo. Originariamente considerata una misura clinica per identificare gli
omosessuali, è soprattutto una misura della tendenza verso interessi femminili o maschili.
Attualmente l'uso di questa scala è molto contestato.
Contenuto.
Gli item sono molto eterogenei e sono relativi a scelte occupazionali e a interessi in generale; in
minima parte a problemi psicologici o a sintomi e preoccupazioni di tipo sessuale.
Sottoscale. Non ci sono sottoscale in quanto gli item sono omogenei.
Scala 6. Pa ( Paranoia )
Procedura di sviluppo. Gli item sono stati selezionati sottoponendoli a un gruppo di persone
diagnosticate come aventi un disturbo paranoide o tratti persecutori, e a un gruppo di controllo
composto da persone normali. E'stato osservato che alcune persone con tratti chiaramente paranoidi
possono intuire le finalità del test e non segnare o falsificare gli item che produrrebbero un
punteggio elevato nella scala Pa. Per una elevazione superiore a 65 punti T l'interpretazione del
profilo suggerisce sospettosità, diffidenza e possibile ideazione paranoide.
Sottoscala Pa1 ( Idee persecutorie ): le persone con punteggio elevato riferiscono che il loro
mondo è minaccioso e hanno la sensazione di essere incomprese, criticate o punite ingiustamente.
Sono sospettose, non hanno fiducia negli altri e tendono a biasimarli per i loro problemi. Le
elevazioni al di sopra dei 65 punti T suggeriscono manie di persecuzione.
Sottoscala Pa2 ( Suscettibilità): le persone con alto punteggio vedono sé stesse come
estremamente sensibili e permalose. Dicono di “ssentire” più intensamente degli altri. Si sentono
solo ed incomprese...
Sottoscala Pa3 ( Ingenuità ) : a punteggi elevati si associano atteggiamenti naif e ottimisti verso gli
altri. Le persone sembrano estremamente fiduciose e facilmente vulnerabili, riferiscono di avere alti
standard di morale negano l'ostilità...
Procedura di sviluppo. Sviluppata per valutare la psicastenia, che oggi viene definita come un
disturbo d'ansia con tratti ossessivo-compulsivi. Il gruppo di riferimento si componeva di pazienti
con diagnosi pregressa che presentavano ansia, fobie, rimuginazione accentuata, tratti ossessivo-
compulsivi, sentimenti di insicurezza...
Contenuto. Soggetti con alti punteggi si definiscono ansiosi, nervosi, ossessivi. Sono visti dagli altri
come rigidi e moralisti, e sono descritti come ordinati, meticolosi, precisi. Esprimono giudizi verso
il loro terapeuta e tendono a rimanere più a lungo in terapia.
Sottoscala. Non ci sono sottoscale poiché gli item sono molto omogenei e misurano una singola
dimensione, ovvero l'ansia e il disadattamento generale.
Scala 8. Sc ( Schizofrenia )
Contenuto. E' una scala lunga ed eterogenea che riflette numerose possibilità diagnostiche tra cui
schizofrenia, disturbi emotivi cronici, disturbi organici al cervello, personalità gravemente
disturbate, soggetti normali con gravi danni sensoriali, persone non conformiste, ribelli e persone
appartenenti a “controculture”.
Sottoscale. Le sottoscale previste sono le seguenti.
Sottoscala Sc3 ( perdita di controllo dell'Io cognitiva): ad alti punteggi corrisponde la paura di
impazzire. Le persone riferiscono strani processi di pensiero, sensazioni di irrealtà e problemi di
concentrazione e di attenzione.
Sottoscala Sc4 ( Perdita di controllo dell'Io conativa ): le persone con punteggi elevati sentono
che la vita è una lotta; riferiscono depressione, disperazione e preoccupazione. Hanno problemi nel
confrontarsi con la vita quotidiana. La vita non è interessante o gratificante per loro.
Sottoscala Sc5 ( Perdita di controllo dell'Io , mancanza di inibizione ); persone con punteggi
elevati riferiscono sensazioni al di fuori del loro controllo emotivo; sono impulsive, agitate,
iperattive e irritabili, possono avere crisi di pianto o di riso.
Sottoscala Sc6 ( Esperienze sensoriali bizzarre ): persone con alto punteggio sentono che il loro
copro sta cambiando in maniera strana. Possono avere momenti di confusione, di vuoto,
allucinazioni, pensieri insoliti o sensazioni di controllo esterno.
Scala 9. Ma ( Ipomania )
– Sottoscala Ma1 ( Amoralità ): chi ottiene punteggi alti vede gli altri come egoisti e
disonesti, il che gli fornisce una giustificazione per comportarsi in questo modo. Ricava
soddisfazioni secondarie dalla manipolazione degli altri.
– Sottoscala Ma2 ( Accelerazione psicomotoria )
Sottoscala Si3 ( Alienazione personale e sociale ): le persone con alti punteggi provano
sentimenti di estraniazione dagli altri e da sé stessi, si sentono lontani dalle altre persone e
sono timorosi e sfiduciati verso gli altri e al contempo hanno un'immagine di sé molto
povera, si sentono delusi dagli altri.
4.3. Scale supplementari. L'utilità delle scale supplementari va rintracciata nella
possibilità di facilitare l'interpretazione del profilo del soggetto. Alcune scale di base
possono fornire dei risultati sopra la soglia di attenzione; tali scale, che possono aiutare a
inquadrare con più esattezza la patologia del soggetto, sono presentate di seguito.
- A ( ansietà ): valuta l'ansia , il disagio e il turbamento emozionale generalizzato.
- R ( repressione ): valuta l'essere convenzionali
- Es ( Forza dell'Io ) è una misura di adattabilità,capacità di recupero.
- MAC-R ( MCAndrew di alcolismo rivista ): fortemente discussa, tale scala valuta
più la propensione alla tossicodipendeza che all'alcolismo.
- O-H ( Ostilità ipercontrollata ) misura la capacitò del soggetto di tollerare le
frustrazioi senza reagire.
- Do ( dominanza ) è una misura della tendenza ad assumere una leadership e il
controllo nelle relazioni interpersonali.
- Re ( Responsabilità sociale ) valuta la consapevolezza del soggetto ad assumersi certe
responsabilità
- GM ( Ruolo di genere maschile): tale indicatore nei maschi è associato a fiducia in sé
stessi , tenacia, intraprendenza, mentre nelle femmine è correlato con l'onesta e con il
desiderio di provare cose nuove.
. GF ( ruolo di genere femminile ) nei maschi è associato a religiosità e all'evitamento
del linguaggio scurrile o blasfemo; nelle femmine a problemi connessi all'assunzione di
alcol e farmaci non prescritti.
- MDS ( disagio coniugale ): identifica il disagio e i contrasti nell'ambito delle relazioni
di coppia.
- APS ( Tossicodipendenza potenziale ) valuta la potenzialità a sviluppare problemi
legati alla tossicodipendenza.
- AAS ( ammissione di tossicodipendenza ) gli item che costituiscono questa scala
fanno esplicito riferimento all'uso di sostanze stupefacenti.
- PK ( Disturbo post-traumatico da stress ) la scala valuta l'individuazione di questo
disturbo emozionale.
4.4. Scale di contenuto . Anche le scale di contenuto aiutano nella complessa
identificazione del giusto profilo del paziente;
- ANX ( ansia ): evidenzia tutti i sintomi generalmente legati all'ansia.
- FRS ( paure ): individua personalità con paure diffuse e persistenti.
- OBS ( ossessività ): individua soggetti che hanno difficoltà nel prendere decisioni,
anche semplici, che rimuginano su argomenti e problemi rendendo gli altri insofferenti.
La scala Mf ha griglie di correzione diverse per maschi e femmine. Tutte le omissioni e gli item con
doppia risposta devono essere evidenziati con una matita colorata e saranno considerati come
risposte “ Non so ( ? ) e il numero totale di questi item costituirà il punteggio della scala “ Non so
(?)”. Per altre scale esistono apposite griglie di correzione.
La codifica del MMPI-2 può essere effettuata scala per scala o per configurazione; si può scegliere
uno dei tre metodi di codifica seguenti.
– Punte. La codifica per punte prevede l'utilizzo di un foglio di spoglio. Il lavoro di spoglio
porterà all'individuazione dei punteggi grezzi per ogni scala clinica e per le scale di
controllo, riportati in basso al foglio del profilo. Verranno aggiunti in seguito il valore di
correzione k, al fine di ottenere il punteggio finale.
Questo tipo di interpretazione del MMPI-2 è il più conosciuto e il più utilizzato.
Codici. Il sistema di codifica per codice riduce il profilo del soggetto a una semplice espressione
numerica. Il profilo esemplificativo. Qui di seguito può essere utilizzato per illustrare questo
metodo.
Nelle scale di controllo, e si mettono in ordine le scale utilizzando le sigle che le rappresentano. Il
numero posto sotto la sigla è il valore identificativo che affianca ogni scala clinica, per cui chi
somministra il MMPI.2 sa che la scala 2 è la scala HS ( Ipocondria ), mentre la scala 2 sarà sempre
la scala D ( depressione ) e così via. Seguono i punti T ottenuti dal soggetto, ordinati ognuno sotto
le proprie scale.
E'possibile anche che non ci siano punteggi entro un certo intervallo di 10 punti. In questi casi, il
simbolo relativo all'elevazione dell'intervallo mancante deve essere comunque incluso
L'applicazione dei codici non è prevista per le scale supplementari e per le scale di contenuto.
Assi. Lo scoring relativo all'interpretazione per assi fa riferimento ai confronti dei punti T tra coppie
di scale secondo criteri clinici tratti dalle ricerche sullo strumento.
C'è bisogno di raccogliere alcune informazioni utili alla steesura della relazione stessa. Si tratta di
mettere insieme tutte le informazioni extra test:
– sintomi clinici ( problemi fisici e psicologici riportati dal soggetto durante l'intervista )
– molto alto, punteggio che supera tre deviazioni standard ( 80 e più punti T);
6.2 Interpretazione per assi. L'approccio interpretativo che tiene conto di un insieme di
scale, per trovare una concordanza e una coerenza al fine della definizione diagnostica, è
molto più complicato. Consiste nella classificazione del profilo come appartenente a uno
o un altro tipo di codice diagnostico che è stato studiato in modo preciso. I tipi di codice
sono usualmente definiti dalla combinazione dell'elevazione ( due o più scale cliniche
hanno un punteggio elevato secondo un certo criterio ) e della definizione ( due o più
scale cliniche emergono chiaramente rispetto alle altre). La diagnosi più probabile per
questo individuo è un disturbo di personalità antisociale.
6.3 Interpretazione computerizzata. Tra i vari sistemi di interpretazione computerizzata
che sono stati prepari per il MMPI-2, il migliore è il Minnesota Report di Butcher.
Questo sistema genera una relazione di sedici pagine che include la discussione della
validità del profilo, i modelli sintomatici, le relazioni interpersonali, le considerazioni
diagnostiche e inoltre prepara varie figure e tabelle che illustrano i risultati.
L'adeguatezza della relazione computerizzata del MMPI-2 è buona, ma va presa con
molta cautela perchè ci si deve ricordare che i programmi sono scritti da un essere
umano fallibile.
Se si è dei somministratori inesperti è bene seguire alla lettera alcune semplici regole per
l'individuazione del profilo del paziente, come si vedrà nei casi clinici presentati in
seguito:
- valutare l'accettabilità del protocollo;
- esaminare i punteggi delle scale cliniche;
- consultare le guide all'interpretazione del test;
- individuare i sintomi e i comportamenti emersi;
- individuare eventuali problemi con alcol e droghe;
11.2. Interpretazione del MMPI-2. Il protocollo MMPI-2 del caso clinico Stefano, qui
esposto, nonostante la fatica e l'impegno dello psicologo, non potrà essere interpretato.
Si tratta del tipico quadro di risposta che determina la non validità del profilo. Si tratta
del “quadro esagerato dei sintomi”, in cui il soggetto tende a esagerare sulla sua
sintomatologia.
Dovrebbe intraprendere un percorso di terapia di sostegno psicologico che lo aiuti a
comprendere ed eventualmente capire anche i motivi che lo hanno indotto a scegliere
una facoltà come medicina.
CAPITOLO 8
Big Five Questionnaire-2 ( BFQ-2 ) e altri questionari di personalità
− La teoria fattorialista, che indaga la struttura della personalità come tratto stabile e
considera le differenze individuali come una varietà di possibili modi di espressione della
propria personalità, sebbene riconducibili a un numero assai ridotto di dimensioni più
ampie.
Autori come Cattell, Guilford, Comrey, Eysenck erano giunti all'idea comune che l'analisi
fattoriale fosse il metodo migliore per studiare la personalità e che il questionario di
autovalutazione fosse lo strumento più opportuno per la raccolta dei dati. Basti pensare ai
sedici fattori di Cattell, o ai tre “superfattori” di Eysenck, o ai dieci fattori di Guilford o ancora
agli otto fattori di Comrey. Parte di queste differenze sono riconducibili alla loro diversa
impostazione teorica.
Si è giunti all'identificazione di cinque fattori identificati con il nome inglese di “Big Five”.
2. Struttura del BFQ-2
Il Big Five Questionnaire-2 (BFQ-2) risulta essere una nuova versione del Big Five Questionnaire
( BFQ ) di Caprara.
Dai risultati emerge una versione con una struttura fattoriale più semplice e una migliore
coerenza interna delle scale soprattutto per la misura delle dimensioni amicalità e apertura
mentale.
Anche nella nuova versione i cinque grandi fattori sono Energia, Amicalità, Coscienziosità,
Stabilità Emotiva e Apertura Mentale. Per ciascuno di questi fattori, sono previste due
sottodimensioni ( ognuna composta da 12 item ), ciascuna delle quali fa riferimento ad aspetti
diversi della medesima dimensione.
Le definizioni dei cinque fattori e della scala Lie misurati dal BFQ-2 e alcuni esempi facsimili di
item.
1. Fattore Energia (E): riconduce a quello che in letteratura veniva associato al fattore di
estroversione. Riguarda tutto ciò che ci entusiasma e che ci fa avere fiducia nei confronti della
vita.
Tale dimensione si articola in due sottodimensioni, Dinamismo (Di) e Dominanza (Do): la prima
valuta aspetti che riguardano comportamenti energici e dinamici, la facilità di parola e
l'entusiasmo, elementi che a livello interpersonale giocano un ruolo importante; la seconda
misura caratteristiche di personalità come la voglia di prevalere sull'altro, di eccellere , di
emergere, mettendo in evidenza più l'aspetto negativo dell'essere attivi.
2. Fattore Amicalità (A). L'amicalità si suddivide nelle sottodimensioni di
Cooperatività/Empatia (Cp) e di Cordialità/Atteggiamento amichevole (Co): la prima tende a
misurare aspetti più vicini alla sensibilità soggettiva e al saper venire incontro alle necessità e
agli stati di bisogno altrui, alla capacità di trovare sinergie con gli altri; la seconda misura
l'espansività, l'ottimismo e l'apertura verso gli altri.
3. Fattore Coscienziosità ( C ): fa riferimento alla capacità di autoregolazione/autocontrollo, per
quanto concerne la chiusura e l'apertura verso gli altri. Le caratteristiche di questo fattore sono
la precisione, l'accuratezza, la responsabilità e il saper perseverare di fronte agli eventi della
vita, il saper andare avanti di fronte agli ostacoli.
Le due sottodimensioni del fattore Coscienziosità sono la Scrupolosità (Sc) e la Perseveranza
(Pe): la prima misura aspetti legati alla precisione, alla cura dei dettagli, all'ordine; la seconda
misura aspetti riferibili alla costanza e alla fermezza nell'assolvimento di una mansione e al non
abbandonare gli impegni presi.
4. Fattore Stabilità emotiva (S): raccoglie un'ampia varietà di aspetti della personalità che
vanno dall'ansia ai problemi emotivi, fino ad arrivare alla depressione e all'instabilità
dell'umore. Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni di Controllo dell'emozione
(Ce) e di Controllo degli impulsi (Ci): la prima misura aspetti riconducibili al controllo della
tensione difronte a una esperienza emotiva: la seconda misura l'abilità nel saper controllare il
proprio comportamento anche in situazioni di disagio, conflitto e rischio.
5. Fattore Apertura Mentale (M): è una dimensione che indaga l'apertura verso nuove idee,
verso i valori altrui e verso i propri sentimenti. Valuta l'interesse verso ciò che è culturalmente
lontano da noi. Le persone che ottengono punteggi bassi tendono a descriversi come incolte,
disinformate, chiuse alle esperienze nuove, xenofobi. Le due sottodimensioni di questo fattore
sono l'Apertura alla cultura (Ac) e l'Apertura all'esperienza (Ae): la prima misura la voglia di
sapere , l'interesse per la letteratura, l'arte,l'amore per la conoscenza; la seconda indaga la
predisposizione degli individui verso le novità, al considerare le cose attraverso sfaccettature
diverse, ad essere aperti nei confronti di valori....
Oltre ai cinque fattori presentati, è bene fornire una descrizione della scala di controllo
presente in questo strumento: la Scala Lie (L).
Il suo scopo è quello di fornire una misura della tendenza del soggetto a fornire un profilo di sé
falsamente positivo in modo volontario o involontario. Tale scala valuta due distinte tendenze,
definite con i termini di bias egoistic e bias moralistic. I bias egoistic rappresentano la tendenza
ad attribuire a sé stessi qualità positive associate allo status sociale e intellettuale e a
presentarsi come una persona brillante, capace e competente, sicura di sé.
I bias moralistic rappresentano la tendenza ad attribuire a sé stessi qualità moralmente
accettabili e desiderabili, e a presentarsi come persone particolarmente affidabili e rispettose
delle norme sociali e degli altri; secondo Paulhus e John tale tale tipologia può essere
rappresentata con la metafora del santo. Gli item della scala Lie sono costruiti in maniera tale
che una risposta di completo accordo o di completo disaccordo risulti abbastanza inverosimile ,
sulla base dell'idea comune che pensare totalmente in positivo o in negativo è pressoché
impossibile.
3. ASPETTI PSICOMETRICI DEL BFQ-2
Le norme italiane del BFQ-2 si riferiscono a un campione di 1003 soggetti, distinti per sesso e
situazione di somministrazione: non competitiva-normale/selezione-assessment. Il campione
proviene da cinque gruppi, di varie fasce di età.
− Gruppo 1, 2,3,4,5
Per uno studio della validità interna del BFQ-2 la matrice dei coefficienti di correlazione tra le
dieci sottodimensioni è stata sottoposta ad analisi fattoriale mediante la tecnica dei fattori
principali.
Per quanto riguarda l'attendibilità, essa è stata studiata sia mediante il coefficiente Alfa di
Cronbach ( attendibilità come coerenza interna) sia mediante il metodo del test-retest
( attendibilità come stabilità temporale). Dai risultati emerge una buona attendibilità delle scale
e delle sottodimensioni con un Alfa che va da 0,79 ( scala Lie ) a 0,90 (Stabilità emotiva) per le
sei scale e un Alfa che va da 0,70 (Lie egoistic) a 0,85 (controllo emozione) per le dodici
sottodimensioni.
Le femmine ottengono punteggi significativamente più elevati di quelli dei maschi nel fattore
Amicalità e nelle sottodimensioni Cooperatività, Cordialità, Scrupolosità, Apertura
all'esperienza e Lie moralistic.
4. Somministrazione del BFQ-2
Il BFQ-2 è un questionario composto da 134 affermazioni. Può essere somministrato sia
individualmente che collettivamente ad adolescenti e adulti. Il tempo per la compilazione del
questionario può variare dai 15 ai 45 minuti.
La risposta al test viene espressa attraverso una Scala Likert a cinque punti.
Il BFQ-2 può essere somministrato sia nella modalità carta e matita che online attraverso il
sistema Internet-test di Giunti OS.
5. Norme e interpretazione di un profilo BFQ-2
I punteggi grezzi nelle dodici sottodimensioni, nelle cinque dimensioni e nella scala Lie vengono
trasformati in punti standard T ( media=50, ds=10) secondo le tabelle poste in fondo al manuale
di riferimento, distinte per sesso e per situazione di somministrazione ma non per età. Prima di
procedere con l'individuazione di un profilo, è necessario verificare l'andamento del soggetto
alla scala Lie:
− il profilo generale, in cui vengono riportati i risultati ottenuti dal soggetto esaminato sia
in forma numerica che grafica;
− la presentazione di sé, che fornisce un'indicazione sul modo di presentarsi del soggetto
e su eventuali tentativi di falsificazione del test, in sostanza indica il livello di validità del
report;
− il profilo di personalità, che fornisce una descrizione dettagliata delle caratteristiche del
soggetto esaminato per ognuna delle cinque dimensioni di personalità previste dal
modello dei Big Fiev e per le loro sottodimensioni;
Il BFQ-2 è l'unico questionario di personalità tutto italiano, diffuso anche in altri paesi come la
Spagna, la Francia, la Slovenia, l'Estonia, ecc... Il test è applicato in ambito organizzativo
proprio per le sue capacità di individuare dei profili specifici per alcuni settori lavorativi.
Permette a chi commissiona la valutazione psicologica di comprendere immediatamente il
significato dei risultati della selezione, esigenza fondamentale nei settori di ricerca e selezione
del personale. Già Barrick e Mount hanno esaminato la validità del modello dei Big Five in
cinque differenti gruppi occupazionali ( professionisti, poliziotti, manager, venditori, operai
specializzati e semispecializzati) tenendo conto di 117 studi pubblicati tra il 1952 e il 1999 e
considerando criteri “oggettivi” come la capacità espressa nel lavoro, le capacità di
apprendimento nella fase di formazione e differenti tipi di dati personali.
Nell'ambito della psicologia clinica l'esame della personalità risulta essere cruciale ai fini
diagnostici, terapeutici e prognostici. L'esame del profilo del BFQ-2 può permettere di
individuare i punti di debolezza che possono aver portato il paziente alla consultazione
psicologica e i punti di forza dell'individuo che possono essere utili per generare un
cambiamento o un riequilibrio nel modo di porsi del soggetto nei confronti della realtà, di sé
stesso e degli altri.
L'utilizzo di un modello chiaro e univoco delle dimensioni di personalità normale quale quello
dei Big Five può evidenziare caratteristiche personologiche che possono predisporre un
soggetto allo sviluppo di più importanti disturbi personologici. Assuma un'importanza primaria
il ruolo della dimensione Nevroticismo come un tratto di base comune alla maggior parte dei
disordini di personalità, mentre risultano meno pervasivi e più limitati il ruolo della
Coscienziosità e dell'Apertura all'esperienza.
Il BFQ-2 può essere utilizzato per l'individuazione di caratteristiche di personalità, ma eventuali
approfondimenti in senso patologico devono essere accettati con altri strumenti. Nell'ambito
della psicologia dell'educazione, il modello dei Big Five, e di conseguenza, il BFQ-2 trovano
ampie applicazioni. Alcune ricerche hanno evidenziato l'importanza dei fattori di Apertura
all'esperienza e di Coscienziosità nel predire il livello di adattamento e di successo in ambito
scolastico.
Il Big Five Questionnaire Children ( BFQ-C) è stato progettato con l'obiettivo di misurare i
cinque grandi fattori di personalità nei bambini e nei preadolescenti. Il BFQ-C può essere
somministrato a soggetti dagli 8 ai 14 anni ed è composto da 65 affermazioni disponibili in tre
forme:
1. autovalutazione 8-10 anni
2. autovalutazione 11-14 anni
3. eterovalutazione 8-14 anni
Nel Big Five Adjectives (BFA) il modello di riferimento è sempre il Big Five. E' composto da 175
aggettivi, identificati come utili a descrivere la personalità. E' utilizzato in contesti organizzativi
e in particolare nella selezione e nella valutazione.
Il Big Five Observer (BFO) è uno strumento applicato soprattutto in ambito della valutazione
aziendale. Si tratta di una scheda di osservazione e valutazione dei comportamenti
organizzativi individuali e degli atteggiamenti sociali. E'formato da 40 coppie di aggettivi
bipolari opposti da valutare attraverso una Scala Liker a sette punti.
CAPITOLO 9
TEST GRAFICI
- il bambino procede dall'alto in basso con ritorni verso l'alto della figura per aggiungere altri
dettagli; questa è una sequenza più evoluta.
Ruoma aveva osservato che certi aspetti del Disegno della Figura Umana, come il numero delle
parti del corpo e le loro relative proporzioni, erano strettamente legati all'età mentale e all'età
cronologica del bambino.
A 2-3 anni il bambino aggiunge al cerchio una specie di coda orientata verso il basso ( omino girino
o uomo spermatozoo ). Dopo aver aggiunto al cerchio due linee rappresentanti le gambe ( omino
testone o cefalopode ), ne aggiunge altre due orizzontali, circa a metà del cerchio, che
rappresentano le braccia; allo stesso tempo compaiono anche i tratti del volto come gli occhi e la
bocca.
Fra i 3-4 anni il bambino raffigura una persona con uno schema grafico unico, volto a
rappresentare qualunque tipo di figura umana ( uomo o donna), composto da pochi elementi
essenziali; rispetto a bambini più piccoli il disegno presenta una maggiore organizzazione ed è più
o meno riconoscibile come una persona.
Nei bambini di 4 anni lo schema del cefalopode è molto più avanzato: la figura è posta nel bordo
inferiore del foglio, l'asse verticale è molto più acentuato e prolungamenti paralleli, costituenti le
gambe, sono più lunghi rispetto alle braccia.
A 5 anni la figura dell'uomo è riconoscibile: compaiono le orecchie, anche se spesso hanno
dimensioni eccessive; l'occhio acquista il contorno e inizia a essere presente la pupilla.
L'omogeneità stilistica aumenta e la presenza sempre crescente di particolari è il primo passo verso
il realismo visivo.
A 6 anni la figura è organica e studiata nei particolari; compare il profilo della persona, non tanto
come risultato di una più attenta osservazione della realtà, ma per rappresentare il dinamismo
delle figure. L'orientamento laterale della figura non ha mai inizio dalla testa, bensì dalle braccia
rivolte a sinistra, mentre il resto del copro rimane di fronte;
A 7 anni l'evoluzione grafica è indirizzata verso la ricerca di una somiglianza visiva sempre
maggiore. Il bambino inserisce fumetti e scritte, però gli stereotipi con cui entra in contatto
( fumetti, cartoni animati ) rischiano di banalizzare la sua produzione. Secondo Piaget e Inhelder a
questa età il bambino riesce a rappresentare il movimento perchè acquisice la capacità di
anticipazione immaginaria che gli permette di crearsi un'idea visiva del movimento..
A 8-9 anni, tentando di collocare la figura di profilo o di variarne i piani, il bambino può tornare a
usare schemi più primitivi di quelli raggiunti, come ad esempio la trasparenza.
A 10-11 anni, il controllo compositivo formale è progredito e i disegni diventano più realistici.
A 12-14 anni, il ragazzo raggiunge un grado di completezza pari a quello dell'adulto.
Bambini della stessa età e con analoghe competenze cognitive possono produrre disegni
significativamente diversi.
− organizzare una valutazione che sia il più possibile oggettiva e replicabile da diversi
esaminatori;
Il libro di Polacek e Carli che riportava lo scoring del Goodenough- Harris non è stato ristampato; si
può cercare il testo originale di Harris per avere le indicazioni per la valutazione dei disegni o fare
riferimento al libro di Tognazzo.
4.3. Validità del TFU come misura di intelligenza. I molti studi che sono stati compiuti sulla
correlazione tra il TFU e i più usati test di intelligenza, come le scale Wechsler, hanno riscontrato in
generale una correlazione modesta tra i punteggi del TFU e quelli della scala WISC, più elevata con
la scala performance rispetto alla scala verbale data la natura non verbale della prova di disegno.
Sia Goodenough e Harris che Polacek concordano nel parlare del test come misura non di livello
intellettivo, ma di maturità intellettiva, quindi della sua capacità di valutare lo sviluppo del
bambino in termini di maturazione del concetto dello schema corporeo, che rappresenta la
capacità di elaborazione mentale dei concetti che nella fase del pensiero operatorio concreto
portano il soggetto a comprendere e a dominare l'ambiente che lo circonda.
Per quel che riguarda l'influenza del livello socioeconomico del nucleo familiare si è constatato
nella popolazione italiana un debole rapporto, anche se i punteggi osservati sono nella direzione
attesa: aumentano passando dai soggetti che appartengono a classe sociale svantaggiata a quelli di
classe sociale privilegiata.
Lo socring Goodenough-Harris è giudicato da alcuni troppo analitico, con indici che non solo
rilevano la presenza/assenza degli elementi dello schema corporeo, ma che giudicano la qualità del
tratto disegnato, le proporzioni del corpo e così via.
4.4. Altri metodi di scoring del Disegno della Figura Umana come test cognitivo.
Naglieri, dopo uno studio su un campione di 2000 disegni, ha sottoposto a revisione il sistema di
scoring proponendo di utilizzare 64 item per calcolare il punteggio di ogni figura umana.
Koppitz, invece, ha cercato di rendere più semplice il sistema di attribuzione del punteggio, in parte
riprendendo quello di Goodenough-Harris, ma per la maggior parte basandosi su un suo campione
di 2000 disegni della figura umana.
5. Disegno della Figura Umana come test proiettivo (DAP)
In seguito alla pubblicazione del disegno dell'omino di Goodenough, la quale aveva anch'essa
ipotizzato che il test potesse rilevare delle caratteristiche affettive oltre che cognitive, alcuni
psicologi dinamici adattarono la procedura alla valutazione proiettiva della personalità. Karen
Machover; l'autrice si accorse che bambini con la stessa età mentale differivano moltissimo nel
modo di disegnare la figura umana.
Il suo metodo è conosciuto come Draw-A-Person Test ( DAP ), e nasce dal presupposto che il
soggetto, quando disegna una persona, si riferisce a sé stesso. Dice Levy << Sono giunto alla
conclusione che il disegno può essere la proiezione di autoconsiderazione, la proiezione degli
atteggiamenti verso qualcun altro nel novero delle conoscenze, la proiezione della propria
immagine ideale, il risultato di circostanze esterne, l'espressione di schemi abituali, l'espressione
del tono emotivo, la proiezione dell'atteggiamento del soggetto verso l'esaminatore e verso l'intera
situazione>>.
5.4. Metodo di Castellazzi per l'analisi del Disegno della Figura Umana. Castellazzi ha ripreso
l'interpretazione del disegno di Krim e Murray suddivisa nelle tre parti formale, grafologica e
psicoanalitica. Lo schema d'individuazione e interpretazione degli indici che propone è il seguente:
- livello grafico;
- livello delle strutture formali;
- livello di contenuto: analitico e sintetico;
- aree di convergenza degli indici intratest.
A ciascun livello corrispondono indici tratti dalle ricerche che li hanno in qualche modo convalidati
e dall'esperienza clinica dell'autore.
A livello grafico si prendono in considerazione: la pressione sul foglio, il tratto e le linee, le
ombreggiature e gli annerimenti, le cancellature.
A livello delle strutture formali quelle più significative sono: il tempo di eseuzione; la collocazione
del disegno nel foglio; la dimensione del disegno; le omissioni, le esagerazioni e le distorsioni di
parti del corpo; la direzione; la staticità e il movimento; la simmetria; la trasparenza: lo stile di
esecuzione.
La collocazione nel foglio è un elemento particolarmente interessante perché simboleggia lo spazio
psichico del soggetto, la sua relazione con l'ambiente e le sue reazioni ad esso.
L'interpretazione a livello di contenuto si divide in analitica e sintetica. Nell'interpretazione
analitica vengono presi in esame i singoli elementi del disegno che comprendono il corpo, gli abiti,
gli accessori e gli elementi dell'ambiente. Nell'interpretazione sintetica vengono considerati:
l'impressione globale che i due disegni suscitano; l'ordine di esecuzione dei disegni e il loro genere;
l'età e il tipo di personaggi disegnati.
L'ordine di esecuzione del disegno è stato molto discusso: in generale si pensa che la prima figura
disegnata rappresenti il soggetto stesso.
Se è stata disegnata per prima la figura del proprio sesso, questo è in genere interpretato come un
segno di buona identificazione sessuale; se è stata disegnata per prima la figura di sesso opposto a
quello del soggetto, nei bambini fino a 10 anni può significare forte attaccamento al genitore del
sesso opposto, disturbi nel processo d'identificazione con il genitore del proprio sesso, sviluppo
affettivo nella fase edipica, desiderio di essere di sesso diverso dal proprio.
Diversi indici indicati nei livelli nei due disegni di figura umana, si procede a sintetizzare come si
collocano nelle diverse aree cliniche. Ogni area clinica permette di formulare un'ipotesi diagnostica
che deve essere confermata da tutte le informazioni raccolte sul soggetto con l'anamnesi, dalla
descrizione del comportamento fatta dai genitori, dagli insegnanti e dal soggetto stesso, dai
risultati del colloquio e degli altri strumenti diagnostici a cui il soggetto è stato sottoposto.
Alcuni soggetti, infatti per sfuggire all'ansia che il test può suscitare, dichiarano esplicitamente di
voler disegnare lo psicologo stesso e quindi il sesso e l'atteggiamento dell'esaminatorenon sono
ininfluenti. Si parla di un livello relazionale che esprime la relazione del soggetto:
- un entusiasmo apparente del soggetto può manifestare sottomissione o richiesta di aiuto;
- una collaborazione indica un buon rapporto con il clinico e anche fiducia nelle proprie capacità;
- una richiesta di ulteriori spiegazioni alla consegna e il bisogno di conferma segnalano una
situazione di dipendenza;
- un'aggressività nei confronti dell'esaminatore che si esprime in disegni eseguiti in pochissimo
tempo e formati da poche linee grosse e pesanti.
5.5. Alcune indicazioni sull'uso del Disegno della Figura Umana come test proiettivo nei bambini.
Si è gia detto che nel valutare il disegno dei bambini da questo punto di vista ci vuole molta
prudenza e bisogna tener presente che si trova davanti a un soggetto in formazione e in
evoluzione, per cui i disegni possono cambiare rapidamente, anche in rapporto al contesto e alle
esperienze contingenti che il soggetto vive. Si possono prendere in considerazione, per l'analisi del
disegno, il livello grafico e il livello formale, meno il livello di contenuto.
Sono interessanti i commenti che il soggetto fa mentre disegna le due figure, molto sulla sua
autostima, sul rapporto con le figure genitoriali a cui spesso si ispira, sui propri desideri, sentimenti
e paure. Le informazioni che si traggono da questo test sono preziose e arricchiscono le
conoscenze sul soggetto; per fare questo si consiglia di, e nicare le istruzioni del TFU, quelle del
DFU perché pur potendo utilizzare il test come test di sviluppo, si ottengono anche altre
informazioni sulla personalità con l'inchiesta e con l'analisi.
La stessa successione delle figure deve essere vista diversamente: avviene spesso che il bambino
più piccolo, disegni per prima una figura femminile, ma ciò può significare semplicemente la
dipendenza dalla figura materna, normale a quell'età, e non una difficoltà nella propria
identificazione sessuale.
Il test del Disegno della Figura Umana è senz'altro utile nell'ambito della valutazione di un
soggetto, ma le ipotesi che si possono fare non devono mai essere considerate infallibili e devono
trovare conferma in altri strumenti che sono stati usati e integrate con altre informazioni raccolte
sul soggetto.
Un altro test grafico proiettivo che si usa molto con i bambini, ma che può essere usato anche con
adolescenti e adulti, è il Disegno della Famiglia.
− le relazioni oggettuali che, nelle prime fasi dello sviluppo, ha interiorizzato e strutturato e
che stanno alla base sia degli attuali rapporti quotidiani con i vari componenti della famiglia
che dei rapporti interpersonali in genere;
− i conflitti, più o meno acuti, che ha vissuto e vive nei confronti del gruppo familiare nel suo
complesso e/o di alcuni membri in particolare e i relativi meccanismi di difesa attivati.
Utilizzare entrambe le tipologie di disegno sullo stesso soggetto produce, secondo le autrici, un
duplice vantaggio:
− con il Disegno della Famiglia Immaginaria (DFI) si entra in contatto con la rappresentazione
inconscia e ideale della famiglia che il soggetto ha interiorizzato.
− Con il Disegno della Famiglia Reale (DFR) il soggetto è costretto ad aderire più
strettamente al principio di realtà, a fare i conti con la situazione attuale della famiglia, che
comunque lui può interpretare e modificare.
Il confronto tra i due disegni può dire molto sulle variabili di personalità che si possono raccogliere
con questa tecnica, senza confondere i due piani.
Il soggetto può identificarsi con un personaggio dello stesso sesso ma più grande di età,
esprimendo un desiderio di crescita oppure una rivalità fraterna.
Si può dire che i test grafici, pur non essendo veri e propri test perché deficitari nella validità e
nell'attendibilità , sono tecniche molto utili per indagare la consapevolezza di sé e di relazioni
familiari.
1. Caso clinico TFU: Simone
7.1.Anamnesi. Simone ha 8 anni e 11 mesi e frequenta la terza elementare. Il padre ha un diploma
di meccanico di automobile.... Il bambino ha qualche difficoltà nell'apprendimento della lettura e
scrittura e un comportamento irrequieto che gli provoca difficoltà di attenzione.
7.2 Valutazione dei disegni e relazione. Nel Disegno della Figura Umana maschile vengono
valutati gli elementi presenti.... e ottiene un punteggio grezzo di 29, che corrisponde a
un QI di 84;l'età mentale che è possibile attribuirgli è circa di 7 anni. Nel disegno della
Figura Umana femminile la somma degli elementi presenti arriva a un punteggio grezzo
di 26; l'età mentale è di circa 6 anni. Il bambino presenta un leggero ritardo nello
sviluppo, con tratti grafici immaturi per la sue età: ad esempio il corpo è ancora una
figura geometrica e le gambe sono molto lunghe e asimmetriche, mancanti dei piedi.
Se verranno seguite le indicazioni date, si pensa che possa rapidamente recuperare.
8. Caso clinico TFU: LAURA.
8.1. Anamnesi. Laura ha 6 anni e 5 mesi, viene da un ambiente sociofamiliare degradato, vive in
una baracca; la famiglia è numerosa.
8.2. Valutazione dei disegni e relazione. I disegni della figura umana sono molto poveri per l'età di
Laura, a livello dei 3-4 anni: la figura umana è disegnata con una testa a cui si aggiunge un corpo
rappresentato come una figura geometrica. Le figure umane del maschio e della femmina si
differenziano perché nel primo il corpo è un rettangolo, nella seconda un cerchio.
La valutazione è quindi di un ritardo mentale medio. La situazione di povertà ambientale e
mancanza di stimolazioni adeguate configura un quadro di immaturità generale, sia mentale che
comportamentale, notevole. Oltre a curare la scolarizzazione e l'apprendimento, la bambina ha
bisogno di un intervento di tipo sociale per verificare l'idoneità dell'ambiente familiare e
predisporre un piano di recupero generale per aiutarla a migliorare le prestazioni scolastiche e
comportamentali.
9. Caso clinico DAP: Carla
9.1. Anamnesi. Carla è una ragazza di 25 anni, laureanda in fisica a indirizzo astrofisica, con un
ottimo curriculum accademico. La separazione è avvenuta quando Carla aveva 5 anni, e dall'età di
4 anni ha iniziato a soffrire di balbuzie evolutiva e, malgrado le cure e le terapie, il disturbo è
ancora presente. La ragazza si è ormai rassegnata, ma dice che non interferisce molto con il suo
rendimento agli esami e si presenta in maniera disturbante solo quando è molto nervosa. Ha un
rapporto affettivo da ormai 8 anni e lo definisce abbastanza buono
9.2. Valutazione dei disegni e relazione. Carla disegna per prima una figura umana femminile e
all'inchiesta la identifica come una studentessa universitaria di 23 anni.
Il TAT rappresenta il test proiettivo più utilizzato nella rilevazione di emozioni, sentimenti,
complessi e conflitti della personalità. Lo strumento permette di rilevare vissuti emotivo-affettivi
profondi e processi cognitivi, fornendo un'analisi globale dell'intera personalità.
Riassumendo la teoria dei bisogni/pressioni a cui fanno riferimento gli autori, si potrebbe dire che
l'accento è posto sull'esperienza passatta dell'individuo. Elemento centrale per lo studio della
personalità è secondo Murray, la conoscenza della varietà dei bisogni ( accrescimento, affiliazione e
dominanza ) che incidono in maniera differente sullo sviluppo della personalità. I bisogni
organizzano la percezione, il pensiero e l'azione e attivano il comportamento per raggiungere la
loro soddisfazione; in contrasto, la pressione fa riferimento al potere degli eventi ambientali per
influenzare la persona.
Il test si compone di trenta tavole in bianco e nero più una tavola bianca; alcune adatte per i
soggetti di ogni età, altre per bambini ( B;G) o adulti (M;F), maschi o femmine e ogni combinazione
tra questi. Le tavole rappresentano personaggi differenti per sesso ed età all'interno di varie
situazioni di vita.
La modalità di somministrazione ideata da Murray prevedeva due sedute per un totale di circa due
ore, concedendo al soggetto circa cinque minuti per ogni tavola. Nella consegna si chiedeva al
soggetto di costruire una storia che descrivesse la tavola, di dire che cosa pensavano e cosa
provavano i personaggi, cosa è successo in passato e cosa succederà in futuro.
Lo psicologo annotava tutto quello che diceva il soggetto, i temi di latenza, il comportamento
verbale e non verbale, per evitare di perdere informazioni utili.
Veniva dato risalto a due aspetti:
− non è chiaro se le fantasie espresse nei racconti siano in diretto rapporto con il
comportamento del soggetto;
− non esiste un modo per quantificare l'intensità delle motivazioni dei soggetti;
− le storie costruite sulle tavole del TAT possono essere influenzate da caratteristiche proprie
del soggetto, quali intelligenza, valori, stati d'ansia, conflitti, sensi di colpa;
adeguate, che l'attendibilità del test-retest è discutibile e che non esistono studi che dimostrino
che questi sistemi non vengano influenzati dalla variabilità culturale.
La letteratura sulla somministrazione, lo scoring e l'interpretazione del TAT documenta che questi
parametri variano notevolmente. L'assenza di procedure standardizzate suggerisce che il TAT è un
metodo, non un test, lasciando aperta la questione se il TAT in sé sia sufficiente per garantire la
validità diagnostica.
7. Sistema di interpretazione di Vica Shenotoub
L'interpretazione del TAT di Murray è stata col tempo rivalutata e per certi versi migliorata.
Fondamentalmente la scuola americana orientò i suoi studi in due direzioni: la prima restò quasi
del tutto fedele alla teoria di riferimento di Murray, riformulando alcune delle classificazioni sul
sistema bisogni-pressioni introdotte dall'autore; la seconda fu molto più critica ed essenzialmente
legata alla teoria psicoanalitica dell'Io di Hartmann, proponendo nuove revisioni teoriche dirette
alla costruzione di un nuovo sistema integrato di valutazione del test.
La scuola francese ha invece formulato un corpus teorico molto omogeneo e una modalità di
somministrazione e valutazione del metodo molto precisa. Gli elementi innovativi apportati dalla
scuola francese sono diversi: il primo scaturisce dal differente livello di strutturazione di ogni
tavola, il secondo elemento è la consegna stessa che il somministratore fa al soggetto. Il terzo e
ultimo elemento è costituito dal ruolo dello psicologo clinico che nella sua neutralità, impone al
soggetto di attenersi alle regole del test.
La valutazione del protocollo del TAT viene effettuata attraverso l'analisi dettagliata dei racconti,
tavola per tavola. Si opera poi un processo di sintesi, attraverso una scheda di spoglio predisposto
da Shentoub, in cui emergono i principali aspetti difensivi del soggetto. Prima di passare alla
descrizione della scheda di spoglio, si desriverà in breve il contenuto latente di ognuna delle 15
tavole, così come vengono presentate al soggetto.
La scheda elenca inizialmente le modalità di costruzione di racconti conflittualizzati che mettono
in scena pulsione e difesa; si tratta dell'area dei meccanismi di controllo delle serie A ( rigidità ) e B
( labilità ). La scheda raccoglie in seguito i fattori della serie C ( inibizione ) che concorrono
all'elaborazione di storie aconflittuali.
La scheda propone infine un elenco ( non esaustivo ) di fattori della serie E ( emergere del
processo primario ). Si può aggiungere un'altra lista di modalità con cui il soggetto sfugge alla
richiesta che gli viene fatta di costruire una storia. Queste modalità ahnno come caratteristiche
comune lo scarico della tensione attraverso agiti esterni alla situazione o interni alla relazione
testologica, e sono i fattori della serie D ( comportamento ).
La scheda di spoglio permette di verificare quante volte si presentano tali manifestazione e di
classificare il soggetto attraverso tre tipologie di funzionamento mentale: il tipo 1, il tipo 2 e il tipo
3.
La prima caratteristica che differenzia le tre tipologie di funzionamento mentale è la “leggibilità”
del protocollo.
Se qualcuna di queste condizioni è assente, la leggibilità risulterà carente e la qualità dei racconti
alterata. Il tipo 1 possiede una leggibilità +, il tipo 2 una leggibilità +-, il tipo 3 una leggibilità +- o -.
8. Nuovo sistema di interpretazione: la Social Cognition and Object Relation Scale ( SCORS )
La Sociale Cognition and Object Relation Scale ( SCORS ) è lo strumento ideato da Drew Westen per
dare una vlautazione multidimensionale delle relazioni interpersonali e in particolare di quelle
oggettuali che possono emergere. Tale sistema di valutazione è composta da quattro scale che
vanno da un punteggio basso a uno alto per tre livelli ( quanto più il punteggio sarà alto, tanto più
la dimensione sarà espressa positivamente).
1. Complessità della rappresentazione degli altri ( CR): valuta la tendenza a rappresentare gli altri
in modo articolato e complesso e misura il grado in cui il soggetto offre una distinzione chiara tra la
prospettiva del Sé e quella degli altri.
2. Tono affettivo dei paradigmi relazioni ( TA ): fa riferimento alla qualità affettiva del mondo
oggettuale e delle aspettative interpersonali, che è misurabile lungo un continuum che va da
malevolo a benevolo.
3. Capacità di investimento emotivo nelle relazioni e negli standard morali ( CIE ): valuta il livello
di maturità relativa al modo di relazionarsi con gli altri e il grado di investimento in valori e ideali
( ad es. i soggetti con punteggio basso mostrano..... )
4. Comprensione della causalità sociale ( CCS ): valuta la tendenza a rintracciare e specificare in
modo logico e accurato le cause di comportamenti, emozioni e sentimenti.
9. Uso del TAT e del CAT con i bambini.
Secondo Monika Boekholt, il TAT può essere applicato nei bambini tenendo conto di due aspetti
importanti:
- un fanciullo identifica gli adulti raffigurati nelle tavole quasi sempre con le figure genitoriali;
- la terminologia psicopatologica utilizzata nell'interpretazione delle tavole di un adulto non è
completamente trasponibile al bambino, anche se i conflitti attivati dalle tavole sono gli stessi.
10. Pregi e difetti del TAT. Il TAT non è un test che chiunque può usare dopo aver soltanto
studiato il manuale o qualche libro sull'interpretazione. E' un test per psicologi clinici
addestrati. Il somministratore può essere indotto in errore sia dalla scarsa corrispondenza
tra fantasie e comportamento manifesto, sia dalle correlazioni positive tra risposte al test e
fattori socioculturali propri del soggetto.
Il TAT può essere uno degli <<strumenti che rendono più immediatamente osservabili e trascrivibili
le strutture psichiche del soggetto>>. All'interno di un processo psicodiagnostico, infatti, il test
proiettivo diventa un oggetto di “ mediazione” tra il soggetto e lo psicologo, avente la triplice
funzione di:
- strumento di indagine;
- supporto al meccanismo difensivo della proiezione e al processo di transfert;
- elemento dinamico all'interno di una relazione psicodiagnostica.
I test proiettivi, oltre ad aiutare lo psicologo a “ rompere il ghiaccio” con il paziente, favoriscono
l'espressione del mondo interiore della persona in esame. In situazioni terapeutiche con
adolescenti, più restii e diffidenti rispetto gli adulti, si rivelano uno strumento utile per creare una
alleanza diagnostica, essenziale per un processo terapeutico efficace.
Il pregio delle tecniche proiettive è di non presentarsi come una minaccia al prestigio
dell'esaminato. Le tecniche proiettive si prestano a facilitare il colloquio in terapia, sono strutturate
in modo preciso e accurato, utilizzando un set standardizzato che permette loro di confrontare
differenti modi di essere, pensare, agire.
11. Caso clinico TAT: Martina.
11.1 Anamnesi. Martina ha 22 anni, è nata in un piccolo paese dell'Italia centrale e vive con la sua
famiglia e con una tata, che adesso ha 80 anni ma che ha cresciuto sia lei che il fratello.
11.2. Protocollo TAT . In questo sottoparagrafo vengono riportate le storie prodotte dal soggetto al
test e l'analisi delle stesse.
Lo sguardo rivolto all'esaminatore durante la narrazione mostra una ricerca di complicità (D.5),
un'approvazione del lavoro che si sta svolgendo. L'accento è posto sul fare (C/F.3): << il bambino
sta guardando il suo strumento, che suona>>.
Tavola 2. ( tempo di latenza: 1 secondo )
Il loro atteggiamento ( la ragazza che sembra quasi voler sfuggire da questo paesaggio e la signora
che non sembra rivolgere uno sguardo positivo al campo) sottolinea un marcato allontanamento
spaziotemporale. Il loro distacco, dal paesaggio e dall'uomo, pone invece l'accento sui conflitti
intrapersonali e sulla posizione del soggetto all'interno del triangolo edipico.
LATENZA: la latenza ( o tempo di latenza ) in informatica, di un sistema può essere definita come
l'intervallo di tempo che intercorre fra il momento in cui arriva l'imput al sistema ed il momento in
cui è disponibile il suo output.
Tavola 7GF (tempo di latenza:3 secondi)
Le precauzioni verbali ( A.2.3), la rimuginazione del soggetto, l'isolamento dei personaggi,
entrambi con il pensiero altrove ( A.2.15), sottolineano l'accento su una relazione interpersonale
( B.2.3 ) madre-figlia in un contesto di reticenza. Una precisazione in cifre, 100 ( A.2.5),
contrappone stai emotivi della madre (B.2.6) , prima <<molto presa>> poi << non presente al
100%>>.
Il periodo di latenza di 4 secondi indica che l'ingresso all'espressione è diretto. L'utilizzo frequente
di precauzioni verbali sottolinea il disagio del soggetto di fronte alla tavola e i capitomboli verbali
arrecano disturbi alla sintassi. La storia è vaga e indeterminata. I personaggi mantengono
l'anominato ( C/P.3) ma è chiaro l'accento sulle relazioni intepersonali, e il rinvio a una rivalità
femminile …..
Nella storia a rimbalzi, il soggetto ricorre a piroette per rimanere ancorato al tema latente
dell'invidia. La sintassi è disturbata da capitomboli verbali. Le pause sono frequenti. La postura
veicola significanti affettivi quali inibizione e chiusura.
Il soggetto esordisce dopo un tempo di latenza di 3 secondi, narrando la storia di una mamma e
una figlia.
Il soggetto specifica il sesso dei personaggi nell'immediato, inserendoli nel loro ruolo, e sposta così
l'attenzione dall'espressione libidica a livello di coppia.
L'accento è posto sul quotidiano e su una tematica di perdita, di sostegno e di supporto (C/M1). I
conflitti rimangono inespressi, non specificati (C/P.4).
La continua ricerca di complicità con l'esaminatore (D.5) è una difesa del soggetto di fronte
all'instabilità e il caos della scena. Rappresenta un tentativo di richiedere aiuto e appoggio. La
confusione della scena non è in linea con il suo tratto di personalità, puntiglioso, preciso e quasi
maniacale per l'ordine.
Tavola 12BF ( tempo di latenza: 3 secondi).
Nella narrazione il soggetto rimane ancorato al contenuto manifesto (C/F.1), anche se insiste
sull'individuazione di limiti e contorni (C/N.6) suddividendo l'immagine in due piani.
L'allontanamento spaziotemporale sembra sottolineare la presenza di temi di paura e di catastrofe
in un contesto drammatizzato.
Tavola 13B ( tempo di latenza:2 secondi).
Nella storia, il distacco del bambino che appare assorto nei suoi pensieri, è indicativo di un
allontanamento spaziotemporale. Il soggetto isola il personaggio che rappresenta come <<
rannicchiato e pensieroso>>, e ne mantiene l'anonimato (C/P.3) definendolo semplicemente un
<<bambino>>. Il contenuto della narrazione è generico.
Tavola 13MF ( tempo di latenza: 1 secondo )
Il tempo di latenza è breve e l'ingresso nell'espressione è diretto. La storia verte sulla tematica
cruda e aggressiva, del suicidio della donna, su cui il soggetto ritorna spesso con studiare piroette.
E' accentuato il gusto del dramma. Il soggetto verbalizza affetti intensi narrando la disperazione
dell'uomo di fronte alla scena. Il gesto dell'uomo di coprirsi gli occhi con il braccio, per cancellare
l'immagine vista, svela il meccanismo difensivo del diniego utilizzato dal soggetto. L'identificazione
con il personaggio della tavola è con l'uomo che non vuole vedere, forse perché, non avendo mai
avuto alcuna relazione sentimentale, il soggetto non è in grado di affrontare la tematica sessuale
che sottende questa immagine.
Il soggetto costruisce una storia attorno a una fantasia personale.
Concetto di LABILITA'=
CAPITOLO 11.
ALTRI TEST PROIETTIVI TEMATICI.
Una serie di altri test proiettivi tematici è derivata dal TAT, soprattutto per adattare gli stimoli alla
popolazione dei bambini; l'uso degli animali nelle tavole è stato introdotto perché i bambini più
piccoli si identificano più facilmente con essi. L'Object Relation Technique è stato costruito per
avere un materiale nuovo che modifichi i difetti riscontrati nel TAT.
Costruito da Blum per verificare la teoria psicoanalitica, permetterebbe di evidenziare gli aspetti
latenti della personalità del soggetto: i meccanismi di difesa, lo sviluppo psicosessuale e la
relazione oggettuale. Il Blacky Pictures (BP) è costituito di dodici vignette raffiguranti le avventure
del cane Blacky. L'autore ha scelto un cane per facilitare la libera espressione personale in cui delle
figure umane potrebbero provocare meccanismi oppositivi, quindi è somministrabile anche ad
adolescenti, adulti e anziani.
La valutazione prevede un punteggio bimodale ( forte o non forte ) che si dà in relazione a quanto
intensamente le risposte rispecchino o meno una fase dello sviluppo psicosessuale. A 3-4
indicazioni forti corrisponde un valore “molto forte”, a 2 un valore “abbastanza forte” a 1 o
nessuno un valore “debole” o assente.
L'edizione italiana è stata curata da Ferrandini e collaboratori. Nella pratica clinica si è dimostrato
molto utile per esplorare soprattutto:
− la qualità della relazione primaria; - gli stati del Sé primitivi; - la qualità della rabbia e il
maneggiamento della stessa a fini evolutivi; - le caratteristiche delle identificazioni
primitive; - l'analisi del clima emotivo primitivo; - la qualità della colpa; - la qualità del
Super-Io; l'ideale dell'IO.
3. Patte-Noire (PN)
Si tratta di un altro test proiettivo per bambini dai 4 ai 12 anni ideato da Corman; le diciotto tavole
di cui è composto coprono un ampio ventaglio delle tendenze istintive, permettendo
un'esplorazione completa della personalità dal punto di vista psicoanalitico.
Il Patte-Noire (PN) si propone di indagare gli elementi relativi all'identità, all'identificazione, al
narcisismo, come l'immagine di sé e quella corporea, soffermandosi anche sulla messa in atto di
difese narcisistiche. Si rivela anche utile perché può evidenziare il privilegiare della relazione con la
figura materna ed eventuali carenze di accudimento primario.
Le situazioni stimolo riguardano degli animali in cui i bambini si proiettano più facilmente. I temi
riguardano eventuali fissazioni per le fasi orale, anale, edipica, e l'aggressività a esse connessa; il
conflitto dipendenza/indipendenza e il senso di colpa.
L'originalità del metodo consiste nella totale libertà lasciata al soggetto di dare un sesso e un età
agli animali presentati nelle immagini. Lo strumento è composto da 18 tavole più il frontespizio.
Questa libertà presenta un doppio vantaggio:
- non provoca l'inibizione, il rifiuto di una tavola o dell'intero test;
- permette che la personalità del soggetto si manifesti senza ritorsioni di sorta.
Nel frontespizio si presenta la famiglia del maialino Patte-Noire. Sopra vi è il titolo Le avventure di
Patte-Noire. Nella tabella 5 sono riportati i contenuti manifesti e latenti delle tavole del Patte-
Noire.
L'interpretazione di un PN avviene mettendo in evidenza:
- il tema dominante che va trovato distinguendo tra i temi banali e i temi originali che se ne
discostano.
- le identificazioni con Patte-Noire (6/7 per protocollo ), che indicano un buon adattamento e la
capacità dell'IO di assumere su di sé le situazioni. Le storie sono in conformità con i temi, in caso
contrario possono indicare narcisismo o rigidità dell'IO. Le identificazioni con il genitore del proprio
sesso indicano che il complesso edipico è ancora dominante.
La relazione psicodiagnostica dovrebbe comprendere:
- la relazione paziente-esaminatore;
- la qualità della relazione primaria;
- l'immagine di sé e la relazione con il proprio corpo;
- l'apparato difensivo del bambino.
Il PN è in grado di mettere in luce le caratteristiche di personalità del soggetto e le motivazioni del
suo comportamento; per questo bisogna esaminare l'equilibrio tra le varie istanze psichiche in
relazione all'età, i rapporti con i genitori, i rapporti con i fratelli.
Come per tutti i test proiettivi, le conclusioni diagnostiche vanno valutate insieme ai risultati di altri
test e alla storia personale del soggetto.
4. Object Relation Technique ( ORT )
L'ORT è stato creato da Phillipson ( 1955) per sviluppare le caratteristiche del TAT e per mitigare gli
aspetti del test che sono stati criticati: ad esempio l'atmosfera cupa delle tavole che produce storie
con contenuti depressivi; l'abbigliamento superato delle persone e il riferimento a immagini di film
o quadri.
La teoria a cui fa riferimento è quella delle relazioni oggettuali di Klein e Fairbain, secondo cui il
modo in cui il soggetto si relaziona con gli altri dipende dalle esperienze fatte con le figure
significative della sua vita. Secondo la teoria kleiniana, l'Io già dalla nascita , attraverso le fantasie
inconsce, è capace di fronteggiare l'angoscia, utilizzare le difese e stabilire delle relazioni
oggettuali. Queste relazioni primitive, che si stabiliscono fondamentalmente con i genitori o le
persone che si prendono cura di lui, sono per il bambino fonti di gratificazione e, nello stesso
tempo, di frustrazione.
<< Phillipson postula un isomorfismo tra le relazioni oggettuali nei confronti delle persone e le
interazioni con altre caratteristiche del suo mondo e ipotizza che il modo idiosincratico di
coinvolgimento con le persone e le cose indichi >>.
I due sistemi sono:
- sistema A, le esperienze coscienti che indicano le modalità di relazione accettabili;
- sistema B, le esperienze rimosse che rappresentano le modalità di relazione ; l'ORT presenta:
- situazioni di relazioni oggettuali con una più o più persone;
- vari “contenuti di realtà” che forniscono l'ambiente della situazione relazione;
- vari “contesti di realtà” per evocare il tipo e il livello dei sentimenti
Inoltre è importante quale relazione il soggetto sviluppa con lo psicologo clinico.
Nell'analisi dei dati si fa attenzione a quattro dimensioni dei processi che hanno portato alla
costruzione della storia:
- alla percezione del contenuto della tavola, all'identificazione delle figure, al contesto emotivo;
- all'appercezione del tema scelto e della conclusione della relazione interpersonale nella storia;
- al contenuto delle relazioni oggettuali delle storie;
- alla storia come produzione personale in termini di struttura e organizzazione.
Bisogna annotare quanto è aggiunto o omesso rispetto alla tavola di riferimento; quali conflitti
contiene la storia e come vengono risolti.
Per interpretare la personalità nel suo complesso, le difese messe in atto e la loro efficacia, è utile,
secondo Phillipson , porre attenzione alla sequenzialità e al contenuto delle storie . Per far ciò è
particolarmente importante, secondo la teoria psicoanalitica di base, considerare che :
- i personaggi non possono essere considerati una riproduzione reale dei genitori o di altri membri
della famiglia;
- i personaggi rappresentano l'esperienza del soggetto con le figure significative del suo passato,
ma anche la sua percezione e l'esperienza con persone del presente con cui ha relazioni oggettuali
che, in qualche modo, evochino quelle già sperimentate;
- una parte dell'esperienza, sia passata che presente, è inconscia e la sua organizzazione cerca di
contenere l'ansia attraverso le difese o altre forme di compromesso;
- i personaggi delle storie e le relazioni viste nelle tavole fanno parte del mondo interiore
dell'esperienza del soggetto, che include le immagini inconsce degli oggetti totali, parziali e le loro
relazioni fantasmatiche;
- per questo, ogni immagine delle storie e il tipo di relazione con le situazioni raffigurate nelle
tavole possono rappresentare parti inconsce sconosciute del soggetto.
5. Parents Preference Test ( PPT )
Il Parents Preference Test ( PPT ), vuole indagare la competenza e l'atteggiamento genitoriale con
un metodo visivo che presenta una situazione di vita che i genitori, nella seduta, devono
interpretare, scegliendo fra le alternative di reazione e comportamento proposte; lo stimolo
utilizzato è dunque visivo come nei test tematici, ma nello stesso tempo è proiettivo perché i
soggetti devono immedesimarsi nella situazione e presentare le loro reazioni.
Il PPT, o test sulle preferenze genitoriali, è un test grafico a scelta multipla che utilizza 24 vignette
per rappresentare scene di vita familiare e valutare lo stile di parenting. Lo strumento può essere
somministrato a uno oppure entrambi i genitori, al fine di valutare il parenting familiare avendo a
disposizione più fonti d'informazione.
I soggetti nel rispondere al test sono tenuti a indicare il loro modus operandi come genitori, il
modo in cui si comportano e descrivono la loro interazione con il bambino all'interno della
famiglia.
Gli autori del PPT ritengono che la famiglia l'ambiente privilegiato per la crescita e l'apprendimento
da parte del bambino di tutti gli aspetti della vita e identificano quattro variabili fondamentali per
la definizione del parenting.
- Scala Focalizzazione attentiva. Tale dimensione descrive le modalità con le quali il genitore presta
attenzione al bambino e ai suoi bisogni all'interno dell'interazione, che potrà essere rappresentata
da: una focalizzazione su di sé quando il genitore partecipa all'interazione e risponde se necessario,
ma risulta prevalentemente occupato dai propri pensieri, dalle attività che sta svolgendo o pone
attenzione ad aspetti che non sono connessi all'interazione con il bambino;
Il soggetto può raggiungere un punteggio che varia da un minimo di 0 a un massimo di 8 lungo un
continuum tra i poli Focalizzazione su di sé ( da 0 a 3 ) e Focalizzazione sul bambino ( da 5 a 8 ). I
punteggi medi sono compresi tra 3 e 6, mentre un punteggio compreso tra 1 e 2 oppure 7 e 8 è
classificato come molto basso/alto, in relazione al lato del quadrante cui fa riferimento.
- Scala Modalità Esperienziale. Descrive il modo in cui, nell'esperienza con il bambino, i soggetti si
concentrano maggiormente sugli aspetti emotivi o razionali della relazione. I due poli della
dimensione sono: l'Orientamento emotivo, con cui il soggetto sperimenta la prospettiva, le
intenzioni e le iniziative del bambino da un punto di vista principalmente emotivo; l'Orientamento
razionale, con cui il genitore sperimenta la prospettiva, le intenzioni/iniziative del bambino da un
punto di vista essenzialmente razionale
- Scala Regolazione del Comportamento. Descrive il modo in cui il genitore regola il
comportamento del bambino durante l'interazione essa è rappresentata da due poli che
descrivono una regolazione basata sul contesto/situazione oppure una valutazione influenzata
soprattutto da regole e precetti normativi aprioristici: il primo rappresenta il genitore che valuta e
regola il comportamento e i bisogni del bambino in relazione alle caratteristiche del contesto,
oppure in risposta a un particolare evento o specificità che caratterizza la situazione che si sta
vivendo; il secondo polo rappresenta il genitore che valuta e regola il comportamento e i bisogni
del bambino in relazione a ciò che per lui è giusto o sbagliato oppure in base a regole e norme di
comportamento già acquisite in precedenza.
- Scala Energia. E' presente in tutte le 24 tavole del test, sebbene sia ritenuto sufficiente l'utilizzo di
15 immagini per attribuire il punteggio relativamente a questa dimensione. La scala si distribuisce
su un continuum tra attivo e passivo: l'attivo descrive un genitore attivo che prende l'iniziativa ed è
recettivo nell'interazione con il bambino; il passivo descrive il genitore che tende ad essere
maggiormente passivo nell'interazione con il bambino, e più esitante nella partecipazione e lascia
più spesso l'iniziativa al bambino.
Il soggetto può raggiungere un punteggio che va da un minimo di 0 a un massimo di 15.
Il punteggio finale determina il profilo sullo stile di parenting in riferimento alle quattro dimensioni
misurate dal test: Energia, Focalizzazione attentiva, Modalità esperienziale e Regolazione del
Comportamento.
Il campione per la validazione italiana è costituito da 525 genitori, tra i 20 e i 42 anni, con figli con
un'età compresa tra i 2 e gli 11 anni. Diversi contributi di ricerca hanno avuto come obiettivo
quello di verificare la validità di costrutto del PPT attraverso il metodo dei gruppi contrapposti.
I principali risultati ottenuti sono stati confrontati con la letteratura di riferimento e interpretati alla
luce di considerazioni teoriche e cliniche. Il PPT, rispetto ad altri metodi che misurano il parenting,
presenta numerosi elementi positivi:
- ha una buona validità di facciata; le situazioni e i temi rappresentati nelle vignette rappresentano
normali situazioni che caratterizzano la vita quotidiana di una famiglia, situazioni tipiche che ogni
genitore può identificare e riconoscere come familiari.
Il PPT è stato sviluppato, per disporre di uno strumento che misurando lo stile di parenting possa
essere utilizzato come stimolo per tutte quelle attività di counseling con i genitori che mirano a
ridurre i problemi nell'interazione con i figli. Lo scopo del PPT è motivare e incuriosire i genitori a
partecipare a un processo di riflessione e conoscenza del loro comportamento come genitori e in
particolare al modo in cui si relazionano ai figli.