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Partiamo col dire che la psicologia si fonda sul pensiero di vari intellettuali e studiosi di diversi
periodi storici ma il suo vero inizio lo possiamo attribuire a Wilhelm Wundt nel 1879 che fondò il
primo laboratorio che ebbe come oggetto di indagine i fenomeni psicologici. La psicologia è lo
studio scientifico del comportamento degli individui e dei loro processi mentali. Le parole chiave
——> scientifico, comportamento, individuo e mentale.
L’aspetto scientifico della psicologia richiede che le conclusioni a cui essa arriva siano basate
su prove raccolte con i principi del metodo scientifico (che sarebbero delle procedure per la
raccolta e l’interpretazione dei dati, che permette di limitare le fonti d’errore e trarre conclusioni
verificabili). Il comportamento è l’insieme delle azioni attraverso cui gli organismi rispondono agli
stimoli interni e interagiscono con il loro ambiente (gli psicologi esaminano cosa fa l’individuo e
come l’individuo si comporta nel farlo ; sorridere, piangere, correre, parlare etc.) Nella maggior
parte dei casi l’oggetto di analisi psicologica sono gli esseri umani e per capire le loro azioni
bisogna capire anche i processi mentali, i meccanismi della mente.
La psicologia scientifica è ufficialmente nata in Europa nella seconda metà dell’800. Essa inizia
nel pensiero classico dell’occidente ed è riconducibile alle prime domande che l’uomo si pose
sulla propria esistenza. In occidente uomini di scienza, filosofi e uomini di cultura si sono spesso
già occupati di tematiche “psicologiche”. Tra i filosofi dell’antica Grecia psychè (anima) ha
rappresentato una nozione molto importante e nella classicità spiccano in tale ambito i nomi di
Platone (che ha teorizzato la separazione tra anima e corpo, non fa coincidere l’anima con la
componente razionale) e Aristotele (che ritiene che l’anima sia inseparabile dal corpo e che la
sua essenza consista nella capacità di consentire all’organismo di sopravvivere). La separazione
tra anima e corpo sarà riproposta dal dualismo di Cartesio (per lui l’anima, res cognitans, e il
corpo, res extensa, sono unite nell’uomo da una ghiandola pineale, organo situato nel cervello)
Cartesio ha dato un contributo importante allo sviluppo della scienza moderna, così come lo ha
fatto Galileo Galilei che è stato considerato un riferimento importante. Per lui il metodo
scientifico è un intreccio di “sensate esperienze” e “certe dimostrazioni”. Dal 600 in poi si
assiste ad una crescita dei lavori nell’ambito delle scienze empiriche (Insieme delle discipline
fondate sull'osservazione, l'esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri
viventi) e un progresso nei metodi d’indagine. A distanza circa di due secoli dagli esperimenti di
Galileo si avvertì l’esigenza di utilizzare il metodo sperimentale anche in psicologia e questo fu la
base della fondazione dei primi laboratori di psicologia sperimentale.
[ V secolo a.C.: Platone, Aristotele e altri interesse filosofico per fenomeni psicologici
Tra il XIV e il XVII secolo: Rinascimento finisce il predominio del razionalismo (filosofia, ragione e
senso comune) e nascono l’empirismo e il metodo scientifico (conoscenza attraverso
osservazione e sperimentazione).
Tra il XVIII e il XIX secolo: studi fisiologici del sistema nervoso e dei meccanismi sensoriali.
Psicologia come scienza sperimentale analoga alla fisiologia sensoriale.
Ultimi decenni del XIX secolo: psicologia moderna, indipendente dalla filosofia.]
• L’osservatore deve avere la possibilità di stabilire quando introdurre il processo, deve essere in
una condizione di sforzo attentivo e deve essere possibile ripetere diverse volte la medesima
osservazione.
La condizione sperimentale deve prendere in considerazione variazioni in termini di intensità e
di qualità della stimolazione. Secondo Wundt, il metodo sperimentale non è adatto allo studio
dei processi mentali di ordine superiore ma, il metodo dell’auto-osservazione sperimentale era
in grado di rivelare l’esistenza dei processi mentali come la volontà, le emozioni e
l’appercezione. Wundt mosse i primi fondamentali passi per legittimare la psicologia
scientifica come disciplina scientifica.
I principi psicodinamici della motivazione furono sviluppati dal medico viennese Sigmund Freud
tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo. Le sue idee furono sviluppate dal lavoro che
faceva con i pazienti mentalmente disturbati. Secondo l’approccio psicodinamico il
comportamento è guidato da potenti forze interiori, le azioni umane sono il risultato di impulsi di
natura. Secondo questo modello l’organismo torna in uno stato di equilibrio quando i suoi
bisogni sono soddisfatti. Il modello di Freud fu il primo a rilevare che la natura umana non è
sempre razionale e che le azioni possono essere il risultato di motivi inconsci. (Inoltre ha
sostenuto che la prima infanzia è il periodo in cui si forma la personalità). I principi psicodinamici
hanno effettuato una grande influenza su molte aree della psicologia.
Il comportamentismo nacque circa nel 1913 con la pubblicazione del manifesto del movimento
comportamentista di John B. Watson che affermò che la psicologia non doveva occuparsi della
mente ma del comportamento osservabile (l’unica psicologia scientifica possibile era quella
basta sull’indagine). Per il comportamentismo la mente era da considerarsi una scatola nera al
cui interno lo psicologo non poteva entrare, piuttosto il suo obiettivo era lo studio delle
associazioni S-R. / i principi del comportamento sono stati applicati agli esseri umani
sopratutto all’educazione e alla cura dei disordini comportamentali.
[ John B. Watson - metodo sperimentale:
• variabile indipendente (manipolata dallo sperimentatore) = stimolazioni ambientali
• variabile dipendente (misurata dallo sperimentatore) = comportamento
Organismo come scatola nera: gli stimoli ambientali (S) impattano sulla scatola nera,
l’organismo emette determinate risposte (R). ]
La scienza cognitiva ha avuto origine nella seconda metà degli anni 60 del secolo scorso, due
eventi hanno segnato la data di nascita : la fondazione della rivista ‘cognitive science’ (1977 ad
opera di R. Schank, A.M. Collins e E. Charniak) e la costruzione della relativa società.
Nell’articolo ‘why cognitive science’ di Collins egli afferma che vi è un insieme di temi di ricerca
relativa all’intelligenza naturale e artificiale su cui si uniscono interessi di ricercatori di diverse
aree disciplinari. I due paradigmi che hanno dominato all’interno della scienza della cognizione
sono : il modularismo (prospettiva secondo cui la mente è organizzata in moduli specializzati) e il
connessionismo (prospettiva che pone in relazione l’architettura biologica del cervello e
l’architettura funzionale dell’attività cognitiva). I modelli del funzionamento mentale della scienza
cognitiva sono divisi in : modelli computer-style (fondati sull’idea di utilizzare delle modalità di
funzionamento del computer per spiegare il processo di informazione da parte della mente
umana) e modelli Brain-style (affermano che per formulare ipotesi sulla mente umana occorre far
riferimento al modo di operare del cervello umano ; questi modelli hanno una struttura base con
elementi semplici chiamati “neuroni artificiali”.
[ Oggi si parla di mente che sa adattarsi. Il connessionismo come detto pone in relazione
l’architettura biologica del cervello e l’architettura funzionale dell’attività cognitiva e fa riferimento a
modelli ispirati alla struttura neurale del cervello. Le reti neurali sono simulazioni che riproducono
in modo semplificato le proprietà e i processi di funzionamento del sistema nervoso. Secondo il
connessionismo le informazioni sono elaborate all’interno delle reti e ciò pone una concezione
attiva della mente. Oggi abbiamo diversi esempi rispetto all’ipotesi di una mente situata,
costantemente immersa nel contesto immediato ciò definisce la mente come una guida di
controllo del comportamento. Una mente situata è una mente radicata nel corpo, dove ogni
conoscenza ha il suo fondamento nell’esperienza e procede sulla base di delle informazioni tratte
da diversi sistemi sensoriali, immaginativi, linguistici etc. Così entrano in gioco le capacità di
riprodurre nuovi mondi possibili e ciò è definita mente simulativa. ]
[ La Psicologia Cognitivia - 1967 Ulric Neisser : è lo studio di tutti quei processi grazie ai quali
l’input sensoriale è trasformato, ridotto, immagazzinato, recuperato e usato. Lo studio dei processi
mentali non direttamente osservabili ma inferibili a partire dalle risorse comportamentali. ]
La ricerca psicologica
Il processo di ricerca in psicologia applica il metodo scientifico alla propria indagine, illustrandone
gli effetti sul piano metodologico. Bisogna sottolineare l’importanza del metodo scientifico per
affrontare i tipici aspetti della vita quotidiana, allontanandosi dalle credenza della psicologia
ingenua o dal senso comune (ovvero ogni volta che si spiegano dei fatti attraverso qualcosa che
non è osservabile si costruisce la cosiddetta teoria ingenua).
Come nascono le domande dei ricercatori ? Grazie all’osservazione, agli aspetti contestuali e alle
informazioni raccolte sui fenomeni, questi sono elementi che contribuiscono alla formulazioni di
un’idea che porta alla creazione di teorie. LA TEORIA è un insieme organizzato di concetti che
spiegano un fenomeno o un insieme di fenomeni (alla base della maggior parte delle teorie
psicologiche c’è il concetto di determinismo, cioè l’idea che tutti gli eventi fisici, mentali o
comportamentali siano il risultato di specifici fattori casuali).
Le ricerche della psicologia scientifica si basano su dei dati che i ricercatori devono raccogliere. I
DATI vengono ottenuti attraversi procedure prestabilite, protocolli sperimentali, e possono essere
prodotti come prove a sostegno delle ipotesi. Ci sono due tipi di dati : dati comportamentali ( dati
collegati alla rilevazione del comportamento umano o animale) dati self-report (descrizioni libere
che le persone fanno su ciò che accade nella loro mente).
Una volta che i ricercatori hanno raccolto i DATI, procederanno alla loro analisi e alla successiva
discussione. L’analisi statistica contribuisce a verificare se le ipotesi sono corrette, e troviamo due
tipologie di statistiche : statistiche descrittive (procedure matematiche per descrivere e sintetizzare
dati numerici) e statistiche inferenziali (teorie probabilistiche per formulare previsioni e giudizi). Se i
ricercatori ritengono che i loro dati possano avere una qualche ricaduta scientifica allora si passa
alla DIVULGAZIONE, cioè all’invio di un articolo ad una rivista che lo pubblicherà. Dopo che i dati
sono stati resi noti la comunità scientifica esamina il lavoro e identifica le questioni rimaste irrisolte,
si ha quindi una discussione dei risultati e quando i dati non supportano un’ipotesi in modo
adeguato allora bisogna rimetterla in discussione aprendo un nuovo ciclo di ricerca, queste sono
le QUESTIONI APERTE.
ESEMPIO FINALE : Mi trovo a casa di un mio amico ed osservo che i bambini giocano in
maniera molto vivace, esclamo : “con tutti quegli zuccheri in corpo potrebbero saltare fino al
soffitto!” ; Pensando come uno psicologo potremmo dire che, in senso comune, un
consumo eccessivo di zuccheri provochi iperattività nei bambini, ma come si verifica ciò?
Per esempio possiamo dividere i bambini che bevono una bevanda zuccherata e i bambini
che invece bevono una bevanda con dolcificante artificiale e da cui fare “un esperimento”,
porsi domande, fare ipotesi (SE i bambini consumano molti zuccheri ALLORA è probabile
che manifestino comportamenti iperattivi), utilizzare un metodo e raccogliere dei dati che
possano affermare o no la nostra idea iniziale sull’iperattività senza tener conto delle
aspettative comuni (cioè sul senso comune, le nostre esperienze personali).
L’obbiettivo del METODO SPERIMENTALE è quello della formulazione di leggi scientifiche sulle
relazioni casuali tra variabili (la variabile è una qualsiasi caratteristica che può assumere diversi
valori quantitativi o qualitativi). Quando il ricercatore utilizza il metodo sperimentale manipola una o
più variabili indipendenti (caratteristica manipolata dallo sperimentatore) e ne studia gli effetti su
una o più variabili dipendenti (caratteristica di cui lo sperimentatore studia gli effetti che ha su di
essa la manipolazione della variabile indipendente). Le conclusioni sono accurate se non sono
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. Zuccheri - è necessario specificare che cosa si intende per “zuccheri" ossia la percentuale di
zuccheri contenuta nella bibita che intendiamo somministrare ai bambini.
Come già detto, in un esperimento ogni variabile ha una definizione operativa, l’obiettivo dei
ricercatori è di dimostrare l’esistenza di una relazione di causa-effetto tra le due variabili (variabile
ind. : fattore manipolato dallo sperimentatore, la parte causale nella relazione ; variabile dip. : ciò
che lo sperimentatore misurerà, l’effetto della relazione).
Per ridurre o eliminare il rischio di ipotesi alternative che minacciano la validità dell’indagine, il
ricercatore realizza un disegno di ricerca, ovvero una procedura scientifica che consente
un’interpretazione non ambigua dei risultati, escludendo a priori le interpretazioni alternative
dovute a possibili variabili confondenti. I ricercatori devono comunque stabilire quale disegno di
ricerca si adatti meglio ai loro obiettivi, abbiamo il disegno tra soggetti in cui i partecipanti sono
assegnati casualmente alla condizione sperimentale o alla condizione di controllo ;
l’assegnazione casuale è una strategia che attribuisce a ogni partecipante la stessa possibilità di
trovarsi nella condizione sperimentale o in quella di controllo, in questo modo si hanno gruppi
sperimentali e gruppi di controllo in base all’esposizione o no alle condizioni della variabile
dipendente. I ricercatori cercano di costruire un campione rappresentativo di un gruppo di
soggetti estratto da una popolazione attraverso procedure che garantiscano la generalizzabilità
dei risultati dell’intera popolazione ; per selezionare un campione rappresentativo si usa il
campionamento casuale, ovvero un campione che garantisca a ogni membro della popolazione
in esame la stessa probabilità di partecipare all’esperimento. Un altro tipo di disegno sperimentale
è il disegno entro i soggetti che utilizza ogni partecipante come controllo di se stesso (es: il
comportamento di un partecipante prima del trattamento potrebbe essere confrontato con il suo
comportamento dopo il trattamento).
Tutti i metodi di ricerca esposti fino ad ora richiedono la manipolazione della variabile indipendente
per verificarne gli effetti sulla variabile dipendente. In questo modo i ricercatori sicuramente
traggono conclusioni più certe, ma nonostante ciò troviamo delle critiche : il comportamento è
studiato in un ambiente artificiale e ciò può provocare distorsioni al corso naturale del
comportamento ; i partecipanti alla ricerca spesso sanno di trovarsi all’interno di un esperimento e
possono modificare il loro comportamento ; alcuni filoni di ricerca non possono essere
riconducibili a situazioni sperimentali per ragioni etiche.
Quando non sono soddisfatti i requisiti che definiscono il vero e proprio esperimento si parla di
quasi- esperimento : c’è un’ipotesi causale da verificare, la possibilità di manipolare la variabile
indipendente, la possibilità di confrontare due o più condizioni sperimentali, ma le deduzioni
basate sui dati di un quasi-esperimento non sono molto affidabili poiché non tengono sotto
controllo tutte le variabili confondenti.
ESEMPIO : c’è una relazione tra autostima e successo negli studi universitari ?
Qui si può misurare l’autostima di un gruppo di studenti e la si confronta con la media dei voti negli
esami; se all’aumentare dell’autostima aumenta anche la media dei voti allora la correlazione è
positiva, se all’aumentare dell’autostima la media diminuisce allora la correlazione è negativa.
Nella misurazione in psicologia misurare significa appunto assegnare un numero o un’etichetta alle
caratteristiche degli oggetti, in base a determinate regole. La misurazione deve essere il risultato
del confronto di un dato osservato con una posizione identificabile su una scala, per questo
esistono le scale di misurazione. Stanley S. Stevens (1951) ha distinto quattro tipi di scale di
misurazione : scale nominali (classificazioni sulla base della presenza o dell’assenza della qualità
considerata, senza fornire graduazioni); scale a intervalli (permettono graduatorie e l’intervallo tra
due posizioni successive resta costante per tutta l’estensione); scale ordinali (permettono
graduatorie, cioè delle relazioni di tipo maggiore/minore rispetto a una determinata qualità); scale
a rapporti (ha le proprietà di una scala a intervalli e permette di identificare anche una posizione
corrispondente allo zero assoluto). L’obiettivo della misurazione in psicologia è di generare risultati
che siano allo stesso tempo attendibili e validi ; l’attendibilità misura la ripetibilità del risultato, un
risultato è attendibile se a partire da condizioni simili si ripeterà in tempi differenti ; la validità
invece stabilisce se l’informazione prodotta dalla ricerca o dai test misura accuratamente la
variabile psicologica o la qualità che si intende misurare. Poi invece abbiamo anche delle misura
self-report (questionari) che sono risposte verbali, sia scritte sia orali, dei partecipanti a domande
poste dai ricercatori.
La statistica è un’insieme di procedure che hanno il compito di determinare se una differenza che
si osserva tra due sperimentazioni è vera o falsa. Abbiamo la statistica descrittiva ( procedure
statistiche che forniscono dati di sintesi su un insieme di punteggi) la statistica dei numeri
(qualcosa di provato e verificato) e la statistica sperimentale che ha più passaggi ed è detta
statistica inferenziale ( (procedure statistiche che permettono di stabilire se i risultati raccolti su un
campione possono essere estesi alla popolazione di riferimento, in poche parole mi dice se ciò
che io vedo è indice di una differenza statisticamente corretta).
. Psicofisica
. La cronometria mentale
. La neuropsicologia
. La neuroimmagine funzionale
. La simulazione
Con la cronometria mentale vengono misurati valori come il tempo di relazione (tempo che
intercorre tra la comparsa dello stimolo e la pressione del tasto, latenza di risposta) per ottenere
informazioni sul funzionamento dei processi mentali.
La neuroimmagine funzionale invece studia in vivo le funzioni neurali nel cervello umano, si basa
su tecniche di scansione computerizzata e visualizzazione dell’attività celebrale. Queste tecniche
permettono di stabilire quali parti del
cervello si attivano maggiormente
durante l’esecuzione di un
determinato compito.
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Nel volume “psicologia della percezione” Stadler, Seeger e Raeithel distinguono la percezione e
sensazione, quest’ultima, le sensazioni, sono eventi personali e soggettivi dei quali ciascuno di
noi ha un’esperienza diretta. Pur essendo sottoposte a variazioni in funzione delle condizioni del
momento, le sensazioni possono essere comunicate agli altri e comprese.
La soglia assoluta è il valore dell’intensità dello stimolo che produce la transizione tra “si” e
“no”. Si potrebbe pensare ad una transizione repentina : sino ad un certo punto non si rileva mai
lo stimolo, poi lo si rileva sempre ( stimoli forti 100% risposte si, stimoli deboli 0% risposte si,
stimoli intermedi 0 < risposte si <100 ); La percentuale di risposte “si” per i diversi valori dell’
intensità dello stimolo si dispongono con un andamento a forma di S, che sarebbe la funzione
psicometrica. In poche parole la soglia assoluta corrisponde a quella intensità dello stimolo che
produce il 50% di risposte “si”.
[ la psicofisica è lo studio della relazione tra gli stimoli fisici e il comportamento o le esperienze
mentali evocate dagli stimoli ; la soglia assoluta è la quantità minima di energia fisica necessaria
per produrre un’esperienza sensoriale rilevata nel 50% dei casi ]
Esempio : nella prima parte delle prove viene presentato uno stimolo di debole intensità mentre nella seconda
parte non viene presentato nessuno stimolo. In ogni prova i partecipanti devono rispondere “si” se pensano che lo
stimolo sia presente e “no” se pensano che non lo sia. Applicando procedure matematiche alla percentuale di hits
e di falsi allarmi è possibile discriminare i processi sensoriali e i criteri di giudizio e stabilire in che modo essi
concorrono nel determinare la risposta finale.
( hit : se indica che il segnale è presente quando questo è effettivamente comparso). La soglia
differenziale è la più piccola differenza fisica tra due stimoli di intensità ( I ) diversa che può
essere riconosciuta come differenza minima rilevabile nel 50% dei casi. La differenza minima
rilevabile ( AI ) è l’unità quantitativa che misura la grandezza della differenza psicologica tra due
date sensazioni.
Legge formulata nell'ambito della psicofisica da Weber, secondo cui il rapporto tra il valore dello stimolo fisico e il
valore della soglia differenziale, ossia la quantità di cambiamento dello stimolo necessaria per produrre una
differenza avvertibile il 50% delle volte, è una frazione costante. Secondo Weber il rapporto è differente, ma
costante, per ciascuna qualità sensoriale. La legge di Weber fu rivisitata da Fechner, per il quale l'intensità della
sensazione che il soggetto ha dello stimolo è proporzionale al logaritmo della grandezza fisica dello stimolo stesso,
per cui S=K log R. Pertanto, sebbene sia vero, come vuole Weber, che la grandezza della soglia differenziale
aumenta quando cresce la grandezza dello stimolo standard, la funzione non è lineare.
I processi di integrazione delle informazioni sensoriali che permettono una percezione coerente
sono denominati : (processi dal basso verso l’alto) processi di organizzazione percettiva ;
specifici principi percettivi di base determinano : articolazione figura-sfondo, raggruppamento
percettivo, percezione di profondità, percezione di movimento, costanze percettive.
Uno dei compiti principali dei processi percettivi è quello di decidere, all’interno di una data
scena, quale elemento sia da considerare come figura e quale come sfondo. L’articolazione
figura-sfondo è un processo percettivo universale e costante visto che non c’è figura senza
sfondo [ la figura ha : forma, contorno, estensione definita ; lo sfondo è : amorfo (senza
configurazione o caratteristiche ben definite) e indifferenziato, il contorno non gli appartiene e lo
sfondo continua dietro la figura in modo indeterminato ]. Alla base dell’articolazione figura-
sfondo ci sono diversi fattori ; diventa figura : la regione inclusa (fattore di inclusione) la regione
convessa (fattore di convessità) la regione di area minore (area relativa) la regione con assi
orientati secondo le direzioni principali dello spazio percepito (orientamento)
La percezione di profondità : nel mondo reale abbiamo a che fare con oggetti collocati in uno
spazio tridimensionale. Percepire le tre dimensioni dello spazio è assolutamente vitale. Questa
percezione richiede accurate informazioni circa la distanza dell’oggetto → indizi di profondità.
Negli indizi binoculari di profondità : (Indizi di profondità che implicano confronti tra le
informazioni visive fornite dai due occhi). La disparità retinica è lo scarto tra posizioni orizzontali
retiniche di immagini corrispondenti nei due occhi ( A partire da due diverse immagini retiniche il
sistema visivo confronta lo spostamento orizzontale delle parti corrispondenti e produce una
percezione unitaria in un singolo oggetto in profondità)
La convergenza è l’informazione binoculare relativa alla profondità, in base alla quale gli occhi si
girano verso l’interno per osservare uno stimolo vicino ( Il cervello utilizza le informazioni
provenienti dai muscoli oculari per compiere valutazioni di profondità. Le informazioni di
convergenza fornite dai muscoli oculari sono utili solo per oggetti collocati fini a 3 metri. )
La Dimensione relativa implica che oggetti della stessa dimensione a distanze differenti
proiettano immagini di dimensione differente sulla retina ( relazione dimensione/distanza).
L’obiettivo principale della percezione è quello di fornire una visione accurata del mondo. Ci
sono molte occasioni in cui i processi percettivi bottom-up non permettono di costruire
un’identificazione univoca di un dato stimolo percepito. Allora i processi top-down utilizzano il
contesto e le aspettative per contribuire a determinare un significato chiaro di ciò che è
percepito. Quando l’ambiente fornisce informazioni ambigue, utilizziamo gli indizi contestuali e
le nostre aspettative precedenti per sviluppare una determinata interpretazione : Le figure
ambigue sono importanti per la comprensione dei processi percettivi perché dimostrano come
possano essere fornite diverse interpretazioni alla stessa immagine ; Anche le illusioni ottiche
sono importanti per la comprensione dei processi percettivi perché dimostrano come possano
percepire proprietà che in realtà non sono realmente presenti nell’immagine per ottenere
un’interpretazione comprensibile degli stimoli.
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Natura e funzione dell’attenzione – Che cos’è l’attenzione? L’attenzione è l’insieme dei processi
di selezione messi in atto nei confronti degli stimoli che giungono attraverso gli organi di senso.
L’attenzione consente di concentrare e focalizzare le proprie risorse mentali su alcune
informazioni piuttosto che su altre – A che serve l’attenzione?Il sistema cognitivo possiede una
quantità di risorse di elaborazione limitata. L’attenzione permette di concentrare le proprie
risorse mentali su alcune informazioni piuttosto che su altre.
ATTENZIONE —> FOCALIZZATA (elabora un solo input)—> DISTRIBUITA (elabora tutti gli input)
UDITIVA - VISIVA
Attenzione focalizzata uditiva - [ Un esempio nella vita quotidiana: seguire una conversazione
quando più persone parlano contemporaneamente - Un esempio in laboratorio: Un messaggio
uditivo, presentato ad un orecchio, deve essere seguito e ripetuto ad alta voce mentre un
secondo messaggio viene presentato all’altro orecchio (paradigma dello
shadowing=inseguimento) Cosa succede ? Pochissime informazioni vengono elaborate dal
secondo messaggio (quello trascurato) ] —>
—> Esempio : (Un esempio in laboratorio) Al soggetto vengono fatti ascoltare due messaggi
diversi da un orecchio all’altro (paradigma dell’ascolto dicotico - 496 un orecchio, 852
dall’altro-). Cosa succede ? Le persone mostrano una chiara tendenza a ricordare i numeri
orecchio per orecchio (496852) piuttosto che coppia per coppia (486562)
Teorie della selezione precoce (La teoria del filtro di Broadbent - 1958) : Due stimoli, o
messaggi, presentati contemporaneamente accedono in parallelo (cioè insieme) ad un registro
sensoriale. Ad uno dei due stimoli è poi consentito di passare attraverso un filtro (a collo di
bottiglia) sulla base delle sue caratteristiche fisiche, mentre l’altro stimolo rimane nel registro per
essere elaborato successivamente. Questo meccanismo di selezione è necessario per evitare
un sovraccarico d’informazioni. Più gli stimoli sono simili maggiore è la difficoltà di elaborazione
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Attenzione focalizzata visiva - Un esempio nella vita quotidiana: cercare un libro che ci interessa
sugli scaffali di una biblioteca; cercare un amico in una stanza piena di persone // Un esempio in
laboratorio: decidere se uno stimolo target (es. la lettera e) è presente in uno schermo che
contiene molti elementi distrattori (es. lettere s e p). L’attenzione può essere descritta
metaforicamente come un fascio di luce che si muove nell’ambiente.
L’attenzione focalizzata visiva può essere orientata e serve a selezionare - L’attenzione può
essere ORIENTATA ; L’attenzione può essere diretta verso un punto preciso per facilitare l’analisi
dell’informazione in quel punto. Lo spostamento dell’attenzione può essere studiato attraverso il
paradigma del suggerimento spaziale di Posner
Il paradigma del suggerimento spaziale – Il compito del soggetto è rilevare il più velocemente
possibile la comparsa di uno stimolo target. In alcune prove il target è preceduto da un
suggerimento circa la sua posizione. Il risultato è che i soggetti spostano preventivamente
l’attenzione nella posizione indicata dal suggerimento
Molti esperimenti hanno utilizzato il paradigma della RICERCA VISIVA, in cui i soggetti
sperimentali devono individuare uno o più elementi nel campo visivo, nascosti da una serie di
distrattori.
In tutti questi casi, sia che si tratti di condivisione di determinati stadi di processamento sia che
si tratti di competizione per particolari meccanismi, si può parlare d'interferenza tra i due
compiti. A livello teorico gli insuccessi della prestazione evidenziano i limiti del sistema umano di
elaborazione delle informazioni. Tali insuccessi riflettono le capacità limitate di un unico
elaboratore centrale multi-funzionale, o esecutivo centrale, che a volte viene semplicemente
indicato come attenzione.
Fattori che influenzano l’esecuzione di un compito duplice : 1. Somiglianza dei compiti -
Due compiti possono somigliarsi, quindi interferire l'uno con l'esecuzione dell'altro, quando:
usano il medesimo canale sensoriale (ad esempio visivo), condividono qualche stadio del
processamento dell'informazione, hanno in comune lo stesso meccanismo di risposta (per
esempio verbale). In tutti questi casi si può parlare d'interferenza tra i due compiti (esempio di
tra tracking) ; 2. Pratica - Il buon senso ci dice “la pratica rende perfetti”! (Esempi… Perché la
pratica facilità l’esecuzione di due compiti ? Perché: - Si sviluppano nuove strategie
nell’esecuzione dei compiti in modo da ridurre al minimo l’interferenza - L’esecuzione di un
compito diviene sempre più automatica; si riducono le richieste poste dal compito alle risorse
attentive centrali) ; 3. Difficoltà del compito -Quanto più i compiti sono difficili tanto più sarà
difficile eseguirli contemporaneamente.Attenzione: La richiesta di risorse di due compito
eseguiti contemporaneamente non è uguale alla somma delle richiese dei medesimi compiti
eseguiti singolarmente - eseguire due compiti insieme introduce nuove richieste di
coordinazione.
Negligenza spaziale unilaterale (neglect) – Patologia neurologica comunemente associata a una lesione del
lobo parietale destro. Consiste nella mancanza di consapevolezza degli stimoli presenti nella
parte sinistra del campo visivo. Non va intesa come un deficit sensoriale ma come l’incapacità
di orientare l’attenzione verso metà del campo visivo
- Il recupero : Secondo Tulving ciò che una persona ricorda non dipende soltanto dalle
proprietà della traccia di memoria in quanto tale. Le tracce di memoria sono solo disposizioni
o potenzialità. Affinché il recupero avvenga deve essere presente un suggerimento (cue)
appropriato che attivi la traccia. La compatibilità tra la traccia quale è stata codificata e le
caratteristiche dell’informazione presente al recupero determina il ricordo (principio di
specificità di codifica) Sistemi di Memoria e Durata della
Ritenzione :
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/ Memoria a breve termine : La memoria a breve termine (MBT) è un sistema di memoria che
mantiene ed elabora le informazioni durante l’esecuzione di compiti cognitivi. Tale memoria ha
capacità limitata e può mantenere l’informazione solo per un breve periodo di tempo - Memoria
visuo-spaziale a breve termine ( Durata della traccia = circa 2 secondi ; Evidenze – es. esp. di
Posner e collaboratori ) Memoria uditivo-verbale a breve termine ( Durata della traccia = da 2 a
20 secondi ; Evidenze- es. Effetto del suffisso ). Se l’informazione viene ripetuta mediante la
reiterazione subvocalica (ripetizione silente), essa può essere mantenuta nella memoria a breve
termine (Esempio: Mantenere in memoria un numero di telefono, con la reiterazione, dopo averlo
appena letto dall’elenco telefonico e prima di averlo composto). La capacità di MBT è
influenzata dalla capacità dei soggetti di “raggruppare in pezzi” o “ricodificare” l’informazione in
unità di livello superiore —>
—> CHUNKS = unità nota di informazione basata su precedenti esperienze e apprendimenti, es.
possibilità di codificare una sequenza di numeri ascoltati (5-3-7-4-1-9) in unità più ampie (53-74-
19) La capacità di costruire raggruppamenti di informazione consente di aumentare le capacità
di contenimento dell’informazione. / Peterson & Peterson (1959) - Tentativo di misurare quanto
permane una traccia nella memoria a breve termine. Veniva presentato un trigramma di
consonanti (e.g., ZCS) che doveva essere rievocato a diversi intervalli dalla presentazione (da 3
a 18 sec). Per impedire la reiterazione, i partecipanti venivano invitati a contare all’indietro per
tre dopo la presentazione dello stimolo e prima della rievocazione
Dibattito sulle reali cause del peggioramento nella capacità di ricordare nel paradigma di
Peterson & Peterson: Decadimento della traccia(Broadbent,1958 ; Brown,1958) Gli elementi
(trigrammi) codificati nelle prove precedenti generano interferenza proattiva (Keppel &
Underwood,1962) Contare all’indietro sposta l’attenzione dall’informazione da ricordare e causa
interferenza (Reitman, 1974 ; Kintsch, 1970)
Un fenomeno che è stato spiegato facendo riferimento sia alla MBT sia alla MLT è rappresentato
dagli effetti di posizione seriale in un compito di rievocazione libera - RIEVOCAZIONE LIBERA:
Viene presentata una lista di elementi e il partecipante deve rievocarli nell’ordine che preferisce
immediatamente dopo la presentazione dell’ultimo elemento, dopo un periodo di delay
(solitamente ‘riempito’ da un compito, ad es., contare all’indietro a partire da un numero dato).
Possibile variare: Lunghezza della lista, tipo di stimoli, similarità tra gli stimoli, tempo di
presentazione, delay ; —> EFFETTO DI RECENZA (recency effect): rievocazione corretta e
accurata degli ultimi elementi della lista (sostenuta dal sistema di MBT) ; EFFETTO DI PRIORITÀ
(primacy effect): discreta rievocazione dei primi elementi (sostenuta dal sistema di MLT). Gli
elementi che occupano una posizione centrale vengono invece rievocati in numero inferiore e
con minor accuratezza.
Spiegazione originaria (Glanzer & Cunitz, 1966): I primi item presentati sono reiterati con
maggiore frequenza ed è quindi più probabile che vengano trasferiti nella memoria a lungo
Termine. Gli item più recenti sono mantenuti in memoria a breve termine e possono essere riferiti
direttamente. Questi elementi sono riportati per primi (Rundus, 1971). Se la rievocazione viene
differita di pochi secondi in cui il soggetto viene occupato in compiti interferenti scompare
l’effetto recency, mentre permane l’effetto primacy. Gli eventi recenti della lista provengono dalla
MBT e se il ripasso viene impedito la traccia decade rapidamente. Gli stimoli iniziali e centrali
provengono dalla MLT dove la tracci non è soggetta a rapido decadimento e vengono quindi
conservati.
Memoria prospettica : Possiamo recuperare dalla memoria fatti o episodi del passato
(memoria retrospettiva) Oppure possiamo ricordare piani, intenzioni e azioni che svolgeremo in
futuro (memoria prospettica) Nel processo che porta al ricordo di un’intenzione si possono
distinguere almeno cinque aspetti - 1. Formazione e codifica di un’intenzione e dell’azione
associata ; 2. Intervallo di ritenzione: intervallo tra la codifica dell’intenzione e l’inizio
dell’intervallo potenziale di prestazione ; 3. Intervallo di prestazione: periodo di tempo in cui
l’intenzione deve essere recuperata e posso svolgere l’azione ; 4. Inizio ed esecuzione
dell’azione ; 5. Valutazione del risultato —>
• Memoria semantica
– Rappresentazione di informazioni astratte e generali, linguistico-simboliche ma anche
non linguistiche (concetti) ; La distinzione tra memoria episodica e memoria semantica si
riflette linguisticamente nella distinzione tra ricordare e sapere.
Quel che sappiamo dei concetti costituisce la base di conoscenze che ci permette di agire in
modo funzionale nel mondo. Su di essa si basa: - il riconoscimento —> processo di decodifica -
produzione —> processo di codifica / Le conoscenze rappresentate nella mente intorno ai
concetti includono : informazioni sulla funzione degli oggetti ; informazioni percettive legate alle
diverse modalità ; informazioni sulle relazioni tra oggetti
Il formato in cui sono rappresentate le conoscenze sui concetti deve essere sufficientemente
astratto (slegato dalla specifica modalità di elaborazione). L’uso delle conoscenze sui concetti è:
• veloce (un giudizio semplice, per es. decidere che un gatto ha la coda, richiede meno di 500
msec) • automatico (non possiamo non codificare il significato di una parola familiare)
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2. I diversi livelli hanno diversa salienza cognitiva - Il livello di base è quello in cui vengono
rappresentati gli attributi più distintivi. In generale il livello di base è quello che: Gli adulti usano
spontaneamente nelle descrizioni ; Permette di elencare facilmente il numero di attributi
condivisi ; È associato a tempi di risposta più veloci ; Corrisponde al livello più generale rispetto
al quale è possibile formarsi un’immagine concreta dell’intera categoria ; È acquisito per primo
3. Quali sono i meccanismi alla base dei legami tra i concetti e dell’interconnessione tra i diversi
livelli? Secondo il principio della diffusione dell’attivazione quando un nodo concettuale viene
attivato l’attivazione si propaga agli altri nodi in funzione del tempo e della vicinanza . Questo
meccanismo permette di spiegare il fenomeno del priming SEMANTICO
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CODIFICA - La codifica (encoding) è concepita come un atto volitivo che richiede un integro
funzionamento della memoria di lavoro e il dispendio di risorse attentive.. Il ricorso a strategie
originali di codifica determina miglioramenti nell’efficienza dei processi di immagazzinamento e
recupero dell’informazione. Aumento dell’efficacia delle procedure di apprendimento.
L’attenzione posta durante il processo di codifica è un fattore che incide sulla qualità dello
stesso. Il ruolo dell’attenzione è indispensabile per assicurare una corretta analisi, comprensione
e organizzazione del materiale durante l’apprendimento e per un’adeguata selezione dei ricordi
durante la rievocazione.
Metà del campione: apprendimento intenzionale (viene detto loro che devono ricordare) - Metà
del campione: apprendimento incidentale (non viene detto loro che devono ricordare)
Tutti svolgono un compito di rievocazione libera, risultati: i compiti con componenti semantiche
(ad es. piacevolezza) producono migliore rievocazione, indipendentemente dal tipo di istruzioni
Teoria dei livelli di elaborazione (Craick, Lockhart, 1972): Ci sono vari livelli di elaborazione dello
stimolo, che vanno dall’analisi percettiva e fisica all’elaborazione del significato. L’elaborazione è
più profonda se riguarda l’estrazione del significato degli stimoli. La profondità di elaborazione
di uno stimolo influisce sul ricordo. Un’elaborazione più profonda produce tracce mnestiche più
articolate e più forti di un’elaborazione superficiale
Sono possibili differenti livelli di elaborazione (profondità: grado di significatività estratta dallo
stimolo). La reiterazione di mantenimento riguarda la semplice ripetizione di analisi dello stimolo
già eseguite in precedenza. La reiterazione di elaborazione comporta analisi di tipo più
profondo. Secondo Craik & Lockhart solo questo tipo di reiterazione aumenta la probabilità di
recupero della traccia dalla MLT. In realtà anche la reiterazione di mantenimento ha una lieve
capacità di migliorare la rievocazione e una capacità un po’ maggiore di migliorare il
riconoscimento (Glenberg, Smith, & Green, 1977)
Gli sviluppi della teoria dei livelli di elaborazione hanno dimostrato che,oltre alla profondità di
elaborazione, ci sono altre due dimensioni di cui è necessario tener conto: (A) Grado di
elaborazione (Craik & Tulving, 1975) quanta elaborazione di un certo tipo viene eseguita (B)
Distintività (Eysenck, 1979) a parità di altre condizioni, le tracce distintive o uniche verranno
rievocate più facilmente
L’elaborazione superficiale non porta sempre a dimenticare rapidamente. Non c’e’ una
distinzione così rigida tra livelli di elaborazione: vari tipi di elaborazione possono aver luogo
• Transfer appropriate processing (Morris etal., 1977): la prestazione di memoria dipende
dall’interazione tra il tipo di elaborazione che viene eseguito in fase di codifica e il tipo di
elaborazione richiesto dal compito di recupero
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OBLIO - Ebbinghaus studiava liste di sillabe senza senso. A vari intervalli cercava di. rievocare
le liste e le ri-studiava. La misura di ritenzione era il risparmio: (N. ripetizioni per apprendere la
lista a t1 – N. ripetizioni. per ri-apprendere la lista a tn) Rapida dimenticanza nella prima ora e
poi rallentamento del dimenticare. Funzione approx. logaritmica che collega la lunghezza della
ritenzione al risparmio (Rubin & Wenzel, 1996) ( Eccezioni :Memoria autobiografica Memoria per
abilità motorie).
Spiegazioni:
1- DECADIMENTO: le tracce
mnestiche decadono nel corso
del tempo. La variabile critica è
quindi l’intervallo tra la codifica
dello stimolo e la rievocazione:
maggiore l’intervallo maggiore il
decadimento
2- INTERFERENZA: le
informazioni codificate prima o
dopo l’informazione da ricordare
ne rendono difficile il recupero
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Tulving (1974) sostiene che si dimentica perchè: L’informazione non è più disponibile in memoria
(oblio legato alla traccia) ; L’informazione è disponibile in memoria ma non è accessibile
(recuperabile) (Liste di parole. Ogni lista conteneva 4 parole x 6 categorie • Lista 1: cane,
gatto ..., pesca, banana, ...• Rievocazione Libera di Lista 1• Lista 2: topo, volpe ..., fragola,
limone, ... • Rievocazione libera di Lista 2 • Lista 3 etc, abbiamo la rievocazione libera totale
finale -tutti i nomi in tutte le liste- Rievocazione guidata totale -presentazione dei nomi delle
categorie e rievocazione libera di tutti i nomi-)
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- Cue Interni : Es. Umore: Se si è dello stesso umore al momento della codifica e della
rievocazione, la prestazione migliora. Lo stato emotivo e l’umore intervengono al momento della
codifica e del recupero. L’umore positivo sposta l’attenzione sugli aspetti positivi delle
situazioni. Il contrario avviene per l’umore negativo - La congruenza dell’umore: un
determinato tono dell’umore tenderà a ad evocare dei ricordi che siano coerenti con esso (es.
prestazioni di pazienti depressi). Quando siamo tristi tendiamo a ricordare solo gli aspetti tristi
degli eventi del passato.
Principio di specificità della codifica (Wieseman & Tulving, 1976): Un item che deve essere
ricordato è codificato in relazione al contesto nel quale viene appreso, producendo una traccia
unica che incorpora informazione proveniente dal target e dal contesto / Traccia = item target +
elem. contesto (cue). Perchè l’item sia ricordato l’informazione proveniente dal cue deve
corrispondere alla traccia memorizzata item-contesto. Il cue di recupero deve corrispondere alla
traccia. La probabilità di rievocazione dell’item target è una funzione monotona crescente della
corrispondenza tra l’informazion immagazzinata in memoria e quella presente al momento del
recuper, significa che, al crescere della corrispondenza tra informazione disponibile al recupero
e informazione nella traccia aumenta la probabilità di recuperare la traccia.
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La distinzione tra memoria procedurale (sia indipendente dalla memoria di tipo dichiarativa) e
dichiarativa è confermata da dati su pazienti neurologici. Vi sono lesioni cerebrali che
danneggiano selettivamente la memoria dichiarativa: i pazienti non sono in grado di apprendere
nuove conoscenze ma sono in grado di apprendere nuove procedure (uno dei tanti casi è quello
dell’amnesia).
Memoria esplicita e memoria implicita - Questa distinzione è basata sulla distinzione tra test di
memoria espliciti e impliciti. Nei test espliciti le istruzioni fanno specifico riferimento al recupero
cosciente dell’informazione ; Nei test impliciti la memoria è uno strumento per lo svolgimento di
un compito non direttamente connesso con il recupero cosciente dell’informazione.
L’esperimento di Pavlov : Pavlov misurò la produzione salivare in risposta a vari tipi di stimolazione gustativa (Per
es., mettendo del cibo nella bocca di un cane si produce un immediato aumento della salivazione) Pavlov notò
che i cani cominciavano a salivare già alla semplice vista degli eventi che di solito precedono il cibo - Stimolo
neutro (SN) = stimolo sonoro o luminoso ; Stimolo incondizionato (SI) = cibo ; Risposta incondizionata (RI) =
salivazione ; Stimolo condizionato (SC) = stimolo sonoro o luminoso ; Risposta condizionata (RC) = salivazione
Prima del condizionamento – SN / nessuna risposta – SI / RI in modo spontaneo (riflessoinnato) ; Durante il
condizionamento – SN seguito da SI/RI ; Dopo il condizionamento – SC/RC ( Secondo Pavlov il condizionamento
è dovuto allo stabilirsi di una associazione tra lo stimolo (inizialmente neutro) e la risposta di salivazione
-inizialmente non condizionata- Attraverso questa procedura di associazione lo stimolo neutro diventa uno stimolo
condizionato in grado di produrre la salivazione come risposta condizionata
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Thorndike propose una legge che è alla base del condizionamento operante: • Legge dell’effetto
lo stabilirsi di legami associativi tra stimolo e risposta dipende dagli effetti che seguono la
risposta ;
Esempio : La gabbia di Thorndike – Un gatto affamato chiuso in una gabbia compie dei movimenti alla
cieca e fornisce sia risposte errate sia giuste (= premere una leva che consente di uscire dalla gabbia) –
L’associazione tra stimolo (leva) e risposta (agire sulla leva) si stabilisce solo se la risposta ha un effetto
sull’animale
Esempio : La Skinner box – Un animale viene messo in una scatola in cui è presente una leva. L’atto di
premere la leva (dapprima casualmente) diventa più frequente se premendola l’animale ottiene una
ricompensa (cibo). Se l’agire sulla leva non porta alla erogazione di cibo il comportamento del premere la
leva non è più frequente di altri comportamenti. E’ possibile istituire una discriminazione fornendo il cibo
se la leva viene abbassata dall’animale quando per es. una luce è accesa (stimolo discriminativo)
Piani di rinforzo : I vari piani di rinforzo hanno differenti effetti sull’apprendimento - Un rinforzo
continuo (= il cibo viene erogato ogni volta che l’animale preme la leva) produce un
apprendimento molto rapido ma anche una rapida estinzione ; – Rinforzo parziale, Intervallo
fisso (il rinforzo si presenta a intervalli costanti nel tempo) Intervallo variabile (il rinforzo si
presenta a intervalli variabili nel tempo) Rapporto fisso (il rinforzo si presenta dopo un numero
stabilito di risposte) Rapporto variabile (il numero di risposte fornite tra un rinforzo e l’altro varia)
[ Modellamento (shaping) è il processo attraverso cui si rinforza ogni risposta che in modo
progressivo si avvicina e infine ricalca il comportamento desiderato. ]
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Le mappe cognitive - Tolman elaborò il concetto di mappa cognitiva, che a livello psicologico,
genera un’immagine mentale che un organismo usa per muoversi all’interno di un ambiente
familiare. Tolman (1948), con esperimenti sui ratti, dimostrò che essi apprendevano qualcosa
anche senza condizionamenti e elaborò il concetto di apprendimento latente. Le teorie cognitive
di Tolman costituirono una seria sfida per il comportamentismo.
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L’apprendimento per segnali – Il ratto che trova la strada per il cibo in un labirinto non apprende
semplicemente una sequenza di risposte, ma una serie di segnali che definiscono sequenze
temporali. il segnale è definibile come l’aspettativa che uno stimolo sarà seguito da un altro in
una particolare situazione.
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L’intelligenza è un’abilità mentale molto generale che, tra le altre cose, coinvolge capacità di
ragionamento, pianificazione, problem solving, pensiero astratto, comprensione di idee
complesse, apprendimento rapido e apprendimento esperienziale. // I test d’intelligenza : Il test
di Binet è costituito da una serie di problemi che indicano capacità basilari di ragionamento e
possono essere ordinati secondo un grado crescente di difficoltà. I compiti più difficili che il
bambino è in grado di risolvere indicano il suo grado di capacità intellettiva ; Se un bambino
risolve i problemi che in media risolvono i bambini di 7 anni gli si può assegnare un’età mentale
di 7 anni. Il concetto di età mentale è alla base del concetto di quoziente intellettivo definito
come // QI = (età mentale/età cronologica) x 100 // Un bambino di 8 anni che ha un’età mentale
di 8 anni ha un // QI pari a (8/8) x 100 = 100 //I test di abilità intellettive sono usati oggi per
classificare e selezionare gli individui a scuola, nell’esercito, sul lavoro.
Abbiamo l’Intelligenza generale : Spearman (1927) applicò le tecniche di analisi fattoriale agli
insiemi di intercorrelazioni osservabili nelle misure di abilità intellettive. Egli individuò un fattore
principale alla base delle correlazioni tra i punteggi nei test di intelligenza. Secondo Spearman
tale fattore (denominato g) era l’intelligenza generale, la capacità cognitiva globale sottesa a
tutte le attività mentali di una persona (Per es., il rendimento di un individuo in un test di abilità
matematica dipende sia dalla sua specifica abilità matematica sia dal suo grado di intelligenza
generale ) ; e l’Intelligenze specializzate (A questa concezione si oppone l’ipotesi che nelle
abilità intellettive esistano diverse componenti separate e indipendenti ). Secondo Cattel (1963)
l’intelligenza può essere scissa in due componenti: intelligenza cristallizzata - riguarda le
conoscenze già acquisite e l’abilità di accedere a queste conoscenze ; intelligenza fluida - è
l’abilità di capire relazioni complesse e risolvere problemi.
Sternberg(1999)ha delineato una teoria triarchica: l’intelligenza analitica alla base dei processi di
elaborazione delle informazioni che si applicano regolarmente nella vita quotidiana; l’intelligenza
creativa per affrontare nuovi problemi; l’intelligenza pratica per la gestione dei problemi di tutti i
giorni, che comprende l’abilità di adattarsi a nuovi contesti, selezionare i contesti adeguati e
adattare in modo efficace l’ambiente alle proprie esigenze.
—> Esempio A - La “minaccia dello stereotipo” = A un gruppo di studenti neri e a un gruppo di studenti
bianchi vennero presentati alcuni difficili problemi tratti da un test di abilità intellettive. A metà studenti di
ogni gruppo etnico veniva detto che lo studio valutava le abilità intellettuali individuali, all’altra metà
veniva presentato come una ricerca senza implicazioni diagnostiche
—> Esempio B - Influenza negative e positive degli stereotipi relativi al gruppo sociale ; Alle donne
asiatiche si applicano, almeno negli stati uniti, due stereotipi conflittuali : Agli asiatici vengono attribuite
delle capacità matematiche superiori (stereotipo positivo) Le donne hanno minori abilità matematiche
degli uomini stereotipo negativo) ; Ad alcune studentesse americane d’origine asiatica venne presentata
una serie di difficili problemi matematici. Prima di cominciare il test: Condizione (a) - le studentesse
compilarono un questionario che attivava l’identità femminile (es. «Preferisci vivere in un collegio di sole
ragazze o in un collegio misto?») Condizione (b) - le studentesse compilarono un questionario che
attivava identità di asiatiche delle ragazze sulla vita universitaria (es. «All’università hai la possibilità di
parlare una lingua diversa dall’inglese?») Condizione (c) - le studentesse compilarono un questionario di
controllo (es. «Usi il servizio telefonico dell’università?»).
Risultati: Condizione (a) risposero peggio di quelle della condizione di controllo - Condizione (b)
risposero meglio di quelle della condizione di controllo
La comunicazione non è solo un mezzo per o uno strumento per interagire, ma una dimensione
costitutiva dalla nostra specie. “Comunicare” non vuol dire “mettersi in comunicazione” o
“prendere parte a una comunicazione” ma “essere in comunicazione” gli uni con gli altri. La
comunicazione è diventata oggetto di studio scientifico da circa sessant’anni, le scienze della
comunicazione (che vanno dalla linguistica all’informatica, dalla psicologia alla sociologia,
dall’antropologia alla pedagogia, dalle nauroscienze alle scienze giuridiche) hanno costruito un
corpo enorme di conoscenze molto diverse fra loro. Questo significa che la comunicazione ha
molte facce e alcuni capisaldi importanti come : significato, intenzionalità, comunicazione
verbale e non verbale etc ; ma anche altri aspetti come : conversazione, influenza
interpersonale, comunicazione fra i gruppi, persuasioni etc. La comunicazione è stata studiata
da diversi punti di vista che pongono in evidenza i vari livelli che la compongono in modo
articolato. Dal punto di vista matematico —> segnale/ codice ; punto di vista semiotico e
semantico —> significato ; punto di vista pragmatico —> pratica/ contesto ; punto di vista
psicologico —> relazioni interpersonali.
FONTE —> CODIFICA —> TRASMETTITORE —> SEGNALE (rumore / canale) RECETTORE —> DECODIFICA
—> MESSAGGIO —> DESTINATARIO
Dal punto di vista matematico : troviamo una condizione necessario e sufficiente per comunicare
dove emittente e ricevente devono avere a disposizione il medesimo codice per codificare e
decodificare in modo equivalente il segnale. (Entropia è quando il segnale e interferenza sono
equiprobabili ; Entropia negativa è quando la quantità di informazione è massima). Nonostante
ciò il codice, pur essendo una condizione necessaria, non è sufficiente per comunicare, questo
perché se la comunicazione fosse solo trasmissione di semplici segnali codificati attraverso cifre
o lettere, gli attori della comunicazione non riuscirebbero a capire nulla.
Dal punto di vista semiotico e semantico —> Comunicazione sta per = produzione di significati
(comunicare è più che trasmettere informazioni da un organismo all’altro, è anche la capacità di
produrre segni che siano dotati di un significato. Inoltre la semiotica è la scienza che studia la
vita dei segni nella vita sociale. Il segno può essere inteso come equivalenza o inferenza).
REFERENZA (immagine mentale/corrispondente —> REFERENTE (ciò di cui parliamo) —> SEGNO (immagine
sonora dell’oggetto-evento di cui stiamo parlando)
Inferenza assume la funzione di rimandare a qualcosa di diverso da sé, un indizio da cui trarre
una conseguenza. Troviamo tre tipi di segni : icone - rapporto di somiglianza con referente ;
indici - rapporto di analogia con referente ; simboli - rapporto arbitrario con referente ; il segno
come indizio implica l’esistenza di modelli mentali e culturali.
Tuttavia per comunicare occorre anche saper usare in modo corretto la rete di significati che si
hanno a disposizione nelle diverse situazioni.
Troviamo la teoria degli atti linguistici (Austin, 1962) “dire qualcosa è anche fare sempre
qualcosa”, dunque ogni scambio comunicativo consiste nell’utilizzare enunciati per produrre un
effetto intenzionale sull’interlocutore. Abbiamo tre tipi di atti : locutori - l’atto di dire qualcosa
(l’azione stessa di parlare) ; illocutori - atto nel dire (dicendo qualcosa esprimiamo delle
intenzioni comunicative) ; perlocutori - atto con il dire qualcosa (dicendo produciamo effetti su
chi ascolta). La comunicazione implica un processo che vede coinvolti un emittente che ha
intenzione di provocare un effetto nel ricevente (es: far si che pensi o faccia qualcosa), operando
in modo che il ricevente riconosca che l’emittente sta cercando di causare in lui un effetto entro
un certo contesto relazionale.
ESEMPIO : situazione —> piatto rotto sul tavolo della vostra cucina ; attori della comunicazione —> voi e vostra
mamma ; mamma —> vi guarda in modo accusatorio ; vostra risposta —> “non sono stato io a rompere il piatto!”
= abbiamo l’atto locutorio (pronunciare la frase) atto illocutorio (sottolineare che non siete responsabili del danno)
atto perlocutorio (convincere la mamma che siete innocenti).
Dal punto di vista della prospettiva psicologica —> Comunicazione sta per = relazione
interpersonale (la comunicazione è il cuore della nostra identità, delle nostre relazioni
interpersonali e della nostra posizione sociale : cosa e come comunichiamo al nostro
interlocutore contribuisce a definire noi stessi, l’altro attore della comunicazione e la relazione
che ci lega). La natura delle relazioni interpersonali è stabilita da due elementi presenti in ogni
messaggio : notizia (contenuto) e comando (come deve essere inteso ciò che diciamo).
ESEMPIO : situazione —> distrattamente fate cadere il telecomando e si rompe ; attori della comunicazione —>
voi e una vostra amica ; amica —> “la prossima volta cerca di non avere la testa tra le nuvole!”. A seconda di
come viene detta questa frase (tono, sguardo, gesti) può significare cose diverse che hanno a che fare con la
relazione che avete con la vostra amica, con chi siete e con la vostra posizione sociale
Il processo di definizione di se, dell’altro e della relazione interpersonali che avviene nella e
tramite la comunicazione è continuo e reciproco e prevede due livelli : livello comunicativo (la
2
Quali sono le caratteristiche che tutte le lingue hanno in comune? Ogni lingua è un sistema di
suoni dotati di significato (cioè suoni usati per riferirsi a qualcos’altro) ; i suoni linguistici non
hanno un valore assoluto ( /burro/ = derivato del latte -in italiano- /burro/ = asino (in spagnolo).
Quali sono i pezzi di cui è costituito un sistema linguistico ? 1. Fonemi : ogni lingua possiede un
sistema fonologico, cioè un insieme di suoni o fonemi ; 2. Morfemi : stringhe di fonemi formano i
morfemi, cioè le unità linguistiche più piccole dotati di significato ; 3. Parole : composizioni di
morfemi formano le parole che costituiscono il lessico di una lingua ; 4. Sintagmi : le parole si
combinano in sintagmi che sono le parti di cui sono composte le frasi ; 5. Sintassi : l’insieme
organico e formale delle regole che consentono di disporre in ordine gerarchico gli elementi
base del lessico per costruire unità di livello superiore.Le lingue differiscono nei suoni, nel modo
in cui combinano i morfemi, nel lessico e nelle regole sintattiche attraverso il modo in cui si
ordinano le parole, ma da cosa dipende l’unicità delle lingue umane? (Infatti tutti i sistemi
simbolici possiedono un repertorio di segni dotati di significato) L’unicità delle lingue umane sta
nella loro sintassi che fa si che i simboli semplici, cioè le parole, si compongano per produrre
significati più complessi e sempre nuovi come quelli espressi dalle frasi. Nella sintassi risiede la
creatività delle lingue.
Quali sono le caratteristiche della sintassi? 1. Carattere gerarchico delle strutture sintattiche
delle frasi - 2. Ricorsività, cioè la possibilità di includere una frase nell’altra. Abbiamo due
assunzioni fondamentali : 1- Alla nascita un bambino dispone di alcuni schemi generali come
quelli che riguardano l’ordine con cui in una fase vengono espressi soggetto, verbo e oggetto.
L’esposizione alla lingua della comunità in cui cresce permette al bambino di “settarne i
parametri”. Il linguaggio è una facoltà autonoma nel sistema mentale umano che si sviluppa ed
eventualmente può essere danneggiata indipendentemente da altre facoltà. 2- La seconda
assunzione diverge da altre importanti posizioni come quella di Piaget. Secondo Piaget il
linguaggio si sviluppa assieme alla più generale capacità simbolica e di astrazione del bambino.
Varie aree del cervello (nell’emisfero sinistro della corteccia) controllano le funzioni linguistiche.
Lesioni in queste aree provocano deficit del linguaggio (afasie)
Le basi biologiche del linguaggio : I deficit del linguaggio a volte possono essere anche molto
specifici. Esempi : buona comprensione orale, ma hanno perso, a seguito del danno cerebrale,
la capacità di leggere. Anomia : la difficoltà patologica di dire parole che invece si è in grado di
capire (ad esempio un paziente che capisce senza difficoltà “cane”, può non riuscire a
denominare una figura che rappresenta un cane).
VOCALE
NON VOCALE
——> La comunicazione non verbale si manifesta attraverso tutto il nostro organismo tramite :
sistema vocale ( che comprende quello paralinguistico, ossia l’insieme dei suoni emessi che
accompagnano la pronuncia delle parole/frasi durante la comunicazione verbale e quello
extralinguistico che è al di fuori della comunicazione verbale ) ; sistema non vocale/cinesico
( che comprende tutti gli atti comunicativi non verbali che si attuano tramite i movimenti, gesti,
posizioni, mimica facciale e del corpo, tatto -aptica- comportamento spaziale in modo
volontario o involontario.
Gesti : (importanza dei gesti compiuti con le mani) la gestualità manuale può essere una utile
sottolineatura delle parole per chiarirne e rafforzarne il significato, ma anche fornirne una chiave
di lettura difforme dal significato del messaggio espresso verbalmente (forte interdipendenza fra
parole e gesti). Va considerata la difficoltà interpretativa che le diverse culture danno ai vari gesti
(ad esempio in Bulgaria lo scuotimento laterale del capo, che in quasi tutte le culture significa
“no”, ha esattamente il significato opposto). I gesti formano un insieme eterogeneo e
differenziato, idoneo a svolgere funzioni molto diverse fra loro ( ad esempio : gesticolazione, di
solito accompagnano e regolano l’azione di parlare ; pantomima, imitazione motoria di azioni, di
scene o di situazioni solitamente con valore ironico o satirico ; emblemi, sono gesti
convenzionalizzati e codificati ; gesti deittici, compiuti con l’indice per indicare un oggetto, un
evento o una direzione ; percussioni, movimenti semplici ripetuti in successione ritmica ; lingua
dei segni, sistema linguistico alternativo per le persone con disabilità uditive).
[ La MOTIVAZIONE è una “spinta” che ci permette di compiere una certa attività al fine di
realizzare uno scopo in relazione ai vincoli e alle opportunità ambientali ]
Il comportamento, le nostre azioni, non sono determinati da fattori casuali: è possibile, infatti,
scomporre il termine motivazioni in motiv-azioni : “ Motiv “ deriva dal latino movere, che
significa muovere, spingere. La motivazione si definisce come la spinta a compiere una certa
attività (azioni) al fine di realizzare specifici obiettivi e soddisfare determinati bisogni (ho sente ,
disidratazione del corpo = squilibrio biologico).
Gli psicologi usano il concetto di motivazione per spiegare le cause, gli scopi del
comportamento e la sua previsione in diverse situazioni e contesti:
. Ipotizzare gli stati interni di un individuo a partire dalle loro manifestazioni esterne (e.g., persona
che si avvicina ad un’altra in modo minaccioso)
Troviamo varie componenti della motivazione / Secondo alcune teorie la maggior parte del
comportamento è spiegato da componenti interne (e.g., Hull, 1943) come : Le PULSIONI sono
stati interni che insorgono in risposta a bisogni fisiologici che, se non soddisfatti (e.g.,
deprivazione di sonno) determinano uno stato di tensione e portano a disequilibrio. Le pulsioni
si attivano per far si che si ripristini questo equilibrio dell’organismo e l’azione che mira alla
riduzione della tensione si interrompe quando il bisogno (o la pulsione attivata da esso) viene
soddisfatto (es: recupero del sonno). Ma tutti i comportamenti nascono dalle pulsioni? No!
Come ad esempio l’esperimento di Zimbardo e Montgomery (1957, ratti deprivati di cibo
esplorano il labirinto prima di soddisfare fame e sete) o Ben-Ami Bartal (2011, ratti deprivati di
cibo aiutano un simile a liberarsi prima di soddisfare fame e sete). Il comportamento sembra
essere il risultato di una combinazione di fattori sia interni che esterni ( INCENTIVI= stimoli
esterni o premi che non sono legati a bisogni fisiologici). L’ISTINTO è un’altra componente tra le
possibili spiegazioni del comportamento. Gli istinti sono sequenze congenite, fisse e
stereotipate di comportamenti specie-specifici su base genetica in relazione a determinate
sollecitazioni ambientali ( sono tendenze già programmate, script o repertori di comportamento
necessarie pe r la sopravvivenza e, dunque, esito dello sviluppo filogenetico di ogni specie. ES :
salmoni che vanno controcorrente per assicurare la prole e la continuità della specie, ecc.)
- Rotter (1954) sottolinea il ruolo delle aspettative come fattore motivante (teoria
dell’apprendimento sociale): La probabilità di attivare un comportamento (scegliere di studiare
invece che uscire) è data dall’ aspettativa di realizzare uno scopo (superare l’esame) e dal
valore personale che si attribuisce allo scopo. Se c'è una discrepanza tra ciò che ci si aspetta
e la realtà dei fatti, allora questa incongruenza motiva a correggere i propri comportamenti (es
: se mi aspetto di superare l’esame e invece fallisco, posso pensare di studiare di più e uscire
meno la prossima volta)
- Heider (1958) approfondisce questi aspetti e asserisce che il comportamento può essere
influenzato diversamente a seconda di quali fattori vengono chiamati in causa per spiegare il
risultato di un comportamento (es: voto basso) : attribuzione a fattori disposizionali (es:
scarso studio, incapacità) ; attribuzione a fattori situazionali (es : sfortuna, esame
impossibile). Dunque il comportamento umano è regolato anche da questo tipo di processi
attribuzionali
- Maslow (1970) ha formulato la teoria secondo cui le motivazioni sono organizzate in modo
gerarchico: I bisogni al livello inferiore (bisogni fisiologici o primari: fame, sete) determinano la
motivazione dell’individuo fino a che non vengono soddisfatti ; Solo in quel momento,
l’individuo farà attenzione ai bisogni del livello successivo (bisogni complessi o secondari). Ma
non sempre viene rispettata questa gerarchia (es : non rispondere a un proprio bisogno di
base per raggiungere un obiettivo superiore)
BISOGNO DI AUTOREALIZZAZIONE
21
Con emozioni negative forti il SNA configura una reazione di emergenza per preparare
l’organismo rapidamente a far fronte a un potenziale pericolo. Come? attraverso reazioni a
cascata..... il SNAs causa il rilascio di adrenalina e noradrenalina dalle ghiandole del surrene che
a loro volta causano il rilascio degli zuccheri nella circolazione sanguigna aumentando la
pressione, la sudorazione e la salivazione ; il SNAp interviene per bloccare questa reazione
(rilascio ormonale) e ripristinare le condizioni fisiologiche superata l’emergenza. I modelli di
attivazione del SNA non variano in funzione della cultura di appartenenza ma rappresentano una
partire importante di una comune eredità biologica.
Per
. la Teoria periferica delle emozioni di James-Lange dove la percezione di uno stimolo causa
un’attivazione autonoma (ruolo primario alle reazioni viscerali) che porta all’esperienza di una
specifica emozione (proviamo dispiacere perché piangiamo)
. la Teoria centrale delle emozioni di Cannon-Bard dove uno stimolo emotigeno produce due
reazioni simultanee (attivazione ed esperienza emotiva) le cui cause non sono collegate tra loro
mente e corpo producono due risposte autonome e indipendenti. Cannon (1929) dimostrò che
la risposta viscerale è irrilevante e che si continua a sperimentare emozioni anche quando il SNA
è inibito (esegue studi su animali separando chirurgicamente il SNA dal SNC) ; Il SNA è troppo
lento per dare conto delle complesse esperienze emotive; dunque, tra l’evento emotigeno e la
risposta deve intervenire il cervello. In particolare, i segnali confluiscono nel talamo e vengono
inviati in un’area della corteccia che produce lo stato emotivo e verso un’altra area che produce
l’espressione emotiva. Bard specifica che l’evento emotigeno provoca sia un’attivazione
corporea tramite il SNAs, sia un’esperienza emotiva soggettiva tramite la corteccia cerebrale
. La Teoria emotiva a due fattori (Schachter, 1971) dove l’esperienza emotiva è il risultato
dell’attivazione sequenziale di due fattori: arousal fisiologico e attribuzione causale.
.Lazarus (1984) specifica che l’attribuzione causale, cioè l'interpretazione dell’attivazione, può
avvenire anche inconsapevolmente quando si sono create già in passato associazioni particolari
tra specifiche emozioni e determinate situazioni senza ricercare nell’ambiente indizi utili per
interpretare quanto si sta sperimentando (e.g., paura per le api) = teoria cognitivo-attribuzionale
delle emozioni
3. Valutazione della pertinenza per i propri bisogni e scopi: attribuzione di significato in base
al valore assegnato alla situazione e in relazione ai propri scopi e credenze
4. Valutazione delle capacità di coping di fronte allo stimolo: (es- attacco o fuga?)
5. Compatibilità con le norme sociali e con l’immagine di se’: es- si hanno emozioni diverse a
seconda dell'adesione/trasgressione delle norme/valori dei gruppi di appartenenza
(vergogna se trasgredisco, orgoglio se mi conformo)
Ma come si manifesta l’esperienza emotiva? Già Darwin (L’espressione delle emozioni
nell’uomo e negli animali, 1872) si chiese se le espressioni facciali delle emozioni fossero
culturalmente invarianti, partendo dall’assunto che le emozioni fossero stati mentali ereditati e
determinati evoluzionisticamente!teoria dell’ universalità delle emozioni. Per verificare questa
prospettiva, diversi ricercatori hanno analizzato la reazione emotiva anche di bambini molto
piccoli e il grado di coerenza delle espressioni facciali tra le diverse culture. Ci si aspettava di
trovare le stesse emozioni nei bambini appartenenti a luoghi e culture diverse, nonché capacita
di riconoscimento ed espressione emotivi simile.
Tomkins (1962, 1981) sostenne che ci sono reazioni emotive immediate (non apprese dal
contesto) strettamente connesse con scopi universali di sopravvivenza (e.g., esperimenti con
bambini piccoli che senza apprendimento mostrano paura se esposti a suoni forti) ; Ekman
(1972, 1992, 2007), Izard (2001, 2009) e Panksepp (2005) sostengono la sua posizione
evoluzionistica asserendo che ogni emozione di base sia regolata da uno specifico “programma
affettivo” nervoso (teoria dei programmi affettivi), evolutosi nel tempo per consentire alla nostra
specie un adattamento efficace al proprio habitat. Teorie confermate anche da studi
crossculturali: reazioni simili di bambini di 11 mesi allo stesso stimolo attivante (e.g., giocattolo
gorilla che emette suoni sgradevoli) (Camras et al., 2007).
Abbiamo l’Universalità delle espressioni nella specie umana (Ekman et al., 1969) : A ciascuna
Emozione di Base corrisponde una specifica espressione facciale universale e fissa presente in
tutte le culture, riconosciuta in modo attendibile, generata da programmi neuromotori che
attivano specifiche configurazioni di fasce muscolari (sorpresa, rabbia, paura, tristezza,
disgusto, felicità). Abbiamo poi Prospettiva contestualista (Russel e Fernandez-Dols, 1997):
secondo cui troviamo un importanza della connessione fra le espressioni facciali delle emozioni
e il contesto immediato : Le espressioni facciali assumono un valore emotivo solo se in
riferimento a una situazione specifica, a un contesto specifico (fisico e sociale) che fornisce
indizi necessari per decifrarle ; Le informazioni derivate dai movimenti corporei non sono
un’aggiunta alle espressioni facciali, ma una componente essenziale per la percezione delle
manifestazioni emotive. Anche la voce può facilitare il riconoscimento emotivo. La percezione
delle manifestazioni di un’emozione, dunque, è multimodale e corale perché coinvolge l’interno
organismo con tutte le sue modalità espressive.
Se agiamo sugli antecedenti emotivi: gli attori possono selezionare le situazioni (e.g., scegliere
di evitare persone spiacevoli), modificare la situazione, dirigere l’attenzione solo su alcuni aspetti
della situazione o rivalutare la situazione attribuendole un significato diverso rispetto a quello
standard (e.g., voto basso all’esame, non è un fallimento ma un occasione per studiare di più e
aumentare la media)
Se agiamo sulla risposta emotiva: gli attori hanno diversi modi di modularla, ad es.
accentuando o inibendo la mimica facciale, atteggiamenti posturali, oppure agendo sull’ arousal
fisiologico con uso di farmaci o tecniche di rilassamento in caso si voglia ridurre ansia; anche la
condivisione sociale (Rimé, 2005) sembra essere un utile strumento per la modulazione emotiva
(e.g., ricevere sostegno, consigli, occasione per ridefinire il significato dell’esperienza
sperimentata, ecc.)
Iniziamo con un esempio «Problema del fiume» : tre missionari e tre cannibali devono
attraversare un fiume, trovano una canoa che porta al massimo due persone, i missionari non
possono essere in numero inferiore ai cannibali (né sulla canoa né sulla riva) altrimenti i cannibali
li mangiano, sulla canoa deve esserci almeno una persona.
Ma cosa sono i problemi ? Sono tutte quelle situazioni in cui un obiettivo deve essere
raggiunto ma non si conoscono i mezzi con cui può essere raggiunto o la strategia che
consenta di risolvere la situazione problematica. Un problema viene scomposto in: 1. uno stato
iniziale, ovvero la situazione problematica che il solutore si trova a fronteggiare ; 2. uno stato
finale, ovvero l’obiettivo che il solutore deve raggiungere ; 3. Insieme di operatori, ovvero le
operazioni per passare da uno stato all’altro; 4. stati intermedi del problema, ovvero gli stati che
si ottengono applicando un operatore a uno stato in vista del raggiungimento dell’obiettivo→
SPAZIO DEL PROBLEMA - I problemi possono essere suddivisi in due grandi categorie sulla
base di : a) Grado di definizione ; b) Tipo di strategie utilizzate per la loro soluzione
Grado di definizione:
• Problemi ben definiti: hanno una struttura ben definita; i costituenti e l’obiettivo del problema
sono chiaramente individuabili (es. espressione aritmetica; fase del gioco degli scacchi)
• Problemi mal definiti: non presentano confini ben delineati e l’obiettivo non è ben specificato
• Problemi che richiedono una soluzione produttiva: si risolvono applicando una procedura
innovativa, risultato di insight o di un atto di creatività
Soluzione ri-produttiva dove i problemi possono essere risolti in due modi : 1. Applicando un
algoritmo (Algoritmi = procedure che garantiscono il raggiungimento della soluzione, ma
possono richiedere tempi molto lunghi. Un algoritmo si può applicate solo per risolvere problemi
semplici (limiti di memoria) ; 2. Applicando un euristica (Euristiche = qualsiasi principio o
espediente che contribuisce alla riduzione della normale ricerca della soluzione/semplificazione.)
->
-> Le euristiche sono considerate degli espedienti che ci consentono di arrivare rapidamente ad
una soluzione e, in quanto tali, si contrappongono agli algoritmi che considerano
sistematicamente tutte le possibili alternative per arrivare alla meta.
- Algoritmo: inserire negli spazi vuoti tutte le possibili lettere; non è funzionale perché la
soluzione non viene trovata in tempo
- Euristica: formulare ipotesi sulla parola tenendo conto delle sequenze di lettere possibili.
ESEMPI : «Ieri, quando sono andata a dormire, ho spento la luce e poi sono entrata nel letto. Il mio letto è
posizionato 5 metri dall’interruttore della luce, eppure sono entrata nel letto prima che la camera fosse al buio.
Come è possibile?» Soluzione : sono andata a letto di giorno
«Un uomo in una certa cittadina degli Stati Uniti sposò venti donne della stessa città. Tutte le donne sono ancora
in vita, nessuna ha divorziato, l’uomo non è né un prete, né un Mormone né un Musulmano né un prete, eppure
l’uomo non ha infranto nessuna legge. Come è possibile?» Soluzione : l’uomo è il sindaco della città ed ha
celebrato le nozze delle donne con i loro mariti
A B C
Problema 2: 21 127 3 100 (soluzione B – A – 2C) I successivi quattro problemi avevano la stessa struttura e
potevano essere risolti sia utilizzando la stessa strategia, sia utilizzando una strategia semplificata
A B C Volume da ottenere
2. Impostazione soggettiva 1 21 127 3 100
3. Impostazione soggettiva 2 14 163 25 99
4. Impostazione soggettiva 3 18 43 10 5
5. Impostazione soggettiva 4 9 42 6 21
6. Impostazione soggettiva 5 20 59 4 31
7. Problema critico 1 23 49 3 20 = 23-3
8. Problema critico 2 15 39 3 18= 15+3
9. Problema riempitivo 28 76 3 25=28-3
10. Problema critico 3 18 48 4 22 = 18+4
11. Problema critico 4 14 36 8 6 =14-8
B – A -2C
2) Fissità funzionale : rimanere fissati alle funzioni degli oggetti normalmente sperimentate
impedisce di considerare soluzioni alternative. Una componente importante che entra in gioco
all’interno di questo problema è quella costituita dall’esperienza passata dell’individuo.
Creatività come produzione divergente (divergent thinking; Guilford, 1956): La creatività è uno
stile di pensiero caratterizzato dalla divergenza = capacità di individuare una risposta corretta
che non è mai unica né predeterminata, in opposizione a qualsiasi tipo di conformità
intellettuale. Non può, quindi, essere considerata come creativa qualunque manifestazione
intelligente del comportamento umano. In psicologia, infatti, viene fatta una distinzione tra:
Creatività = allontanarsi senza timore dai percorsi usuali e già battuti da altri per affrontare
apertamente l’incognito
Ma si può misurare la creatività ? Con i Test di “pensiero divergente” (Torrance, 1966) : Vengono
presentati dei problemi di “pensiero divergente” che richiedono ai partecipanti di pensare la
problema in molti modi differenti (es. “Supponi che gli esseri umani siano nati con 6 dita. Quali
implicazioni avrebbe tale eventualità ?”) Le risposte vengono valutate rispetto:
Teorie dei tratti - Tratti : caratteristiche o attributi duraturi che influenzano il comportamento in
tutte le situazioni; Predisposizioni che «causano» il comportamento; Dimensioni descrittive dei
pattern comportamentali ; Consentono di offrire sintetiche descrizioni della personalità di
differenti persone [ da Allport 1897-1967 a Cattel 1979 / Eysenck 1973 per arrivare a modello a 5
fattori McCare e Costa 2008 ]
Approccio di Allport : La personalità deriva dalla combinazione peculiare di tre tipi di tratti: Tratti
cardinali (tratti che orientano l’intera vita di un individuo) —> «sacrificarsi per il bene degli altri» ;
Tratti centrali (caratteristiche fondamentali di un individuo) —> «onestà» «ottimismo» ; Tratti
secondari (caratteristiche personali che aiutano a prevedere il comportamento di un individuo)
—> «preferenze in merito al cibo»
Dimensioni universali dei tratti : Nel 1936 Allport e Odbert scoprirono, da una ricerca sul
vocabolario, che la lingua inglese possedeva 17953 aggettivi per descrivere le differenze
individuali. Quali sono le dimensioni fondamentali soggiacenti a quest’enorme vocabolario dei
tratti? Cattel: 16 tratti originari contenenti contrapposizioni comportamentali (riservato vs.
espansivo, rilassato vs. teso) Eysenck: 3 ampie dimensioni - Estroversione (orientamento interno
vs. orientamento esterno) ; Nevroticismo (emotivamente stabile vs. emotivamente instabile) ;
Psicoticismo (gentile e premuroso vs. aggressivo e antisociale)
Modello a cinque fattori – Big Five : sistema descrittivo della personalità che mappa le relazioni
fra tratti comuni, concetti teorici e scale della personalità ——> ESTROVERSIONE/
INTROVERSIONE - GRADEVOLEZZA/SGRADEVOLEZZA - APERTURA/CHIUSURA MENTALE -
COSCIENZIOSITA’/NEGLIGENZA - NEVROTICISMO/STABILITA’ EMOTIVA.
• Le valutazioni della personalità sono coerenti nel tempo - Le valutazioni della personalità
sono coerenti tra diversi osservatori. Scarse evidenze di coerenza comportamentale = il
comportamento delle persone cambia secondo le situazioni. Le valutazioni dei
comportamenti della stessa persona non sono coerenti nelle diverse situazioni.
Paradosso della coerenza - L'incoerenza comportamentale deriva in gran parte da
un’errata categorizzazione delle situazioni quando i teorici forniscono una descrizione
appropriata delle caratteristiche psicologiche delle situazioni il paradosso svanisce.
Teorie psicodinamiche - concetti fondamentali : Tutte le persone hanno istinti o pulsioni innate
(componenti biologiche istintuali) —> pulsione sessuale - all'origine della componente erotica
delle attività mentali / pulsione aggressiva - all'origine della componente distruttiva delle attività
mentali. Le azioni umane che plasmano la personalità originano dalle attività mentali alimentate
dalle pulsioni. Prime esperienze sono i determinanti della personalità lungo l'intero arco della
vita / Forza dei processi inconsci
La struttura della personalità è formata da: Es: struttura primitiva e inconscia della personalità
che opera in modo irrazionale, agendo d’impulso ed esigendo la gratificazione immediata, senza
considerare se quanto desiderato sia realisticamente possibile, socialmente desiderabile o
moralmente accettabile. Super-Io: istanza della personalità che rappresenta l’interiorizzazione
dei valori sociali morali e sociali e le aspirazioni ideali. / Io: aspetto della personalità coinvolto
nelle attività di autoconservazione e nel direzionare le pulsioni e le istanze istintuali verso
sbocchi appropriati.
(Critiche : I concetti psicoanalitici sono vaghi e non definiti dal punto di vista operativo; è difficile
valutare scientificamente gran parte della teoria. Manca di attendibilità predittiva. Non considera
gli stimoli attuali che possono indurre mantenere il comportamento. Pur essendo una teoria
evolutiva non ha mai incluso osservazioni e studi diretti di bambini. Presenta un bias
androcentrico perché usa in modo normativo un modello maschile).
Teorie umanistiche - concetti fondamentali : Concetto di sé (Carl Rogers): modello mentale dei
propri comportamenti tipici e delle proprie qualità peculiari ; Autorealizzazione (Abraham
Maslow): concetto della psicologia della personalità che si riferisce al costante sforzo di
realizzare il proprio potenziale e di sviluppare talenti e capacità ; Accettazione incondizionata (o
considerazione positiva incondizionata): amore e accettazione totale di un individuo da parte di
un altro – per esempio di un figlio da parte di un genitore –, senza porre condizioni.
(Critiche : I concetti umanistici sono vaghi e non definiti dal punto di vista operativo; è difficile
valutare scientificamente gran parte della teoria -L’autorealizzazione è una tendenza innata
oppure creata dal contesto culturale?-. I concetti umanistici si concentrano sulla natura umana e
2
—> Concetti fondamentali - Teoria dell’aspettativa (Rotter, 1954) , Aspettativa: la misura in cui le
persone credono che i loro comportamenti producano ricompense in situazioni specifiche. Le
nostre aspettative derivano in parte della nostra storia di rinforzi ; se in passato il nostro
comportamento ha prodotto ricompense tenderemo ad aspettarci che lo stesso comportamento
conduca ancora ad una ricompensa - Esistono differenze individuali nel valore della ricompensa.
Locus of control (1966): aspettativa generale delle persone sulla misura in cui le ricompense
ottenute dipendono dalle proprie azioni o fattori ambientali.
Teoria cognitivo-affettiva della personalità (Mischel, 1930) -Enfasi posta sul fatto che le persone
partecipano attivamente all’organizzazione cognitiva delle proprie interazioni con l’ambiente.
Questo approccio sottolinea l’importanza di comprendere in che modo il comportamento sia
funzione delle interazioni tra le persone e le situazioni.
Esempio : Se di solito non vi considerato uno sportivo tenderete a non partecipare ad eventi di atletica leggera,
ma se vivete vicino a una piscina potreste passare del tempo nuotare. Se siete estroversi parlare te con le altre
persone sedute attorno alla vasca creando pertanto un'atmosfera più socievole che a sua volta renderà la mente
più gradevole. —> PERSONA —> <AMBIENTE —> <COMPORTAMENTO <—
Autoefficacia: credenza dell’individuo di poter eseguire una prestazione adeguata in una data
situazione. Fonti di informazioni per formulare giudizi di autoefficacia / Risultati oggettivi /
Esperienza vicaria (osservazione delle prestazioni altrui) Persuasione (gli altri possono
convincerci che sappiamo fare qualcosa oppure possiamo autoconvincersi) Osservazione della
nostra attivazione emotiva quando pensiamo o ci accostiamo al compito (l'ansia indica bassa
aspettative di efficacia; l'eccitazione indica aspettative di successo)
(Critiche : Trascurano il ruolo delle emozioni. Attribuiscono minima rilevanza allo storia
individuale ma enfatizzano la percezione individuale nel contesto).
Teoria del sé - concetti fondamentali : Il concetto di se è una struttura mentale dinamica che
motiva interpreta organizza media e regole comportamenti e i processi interpersonali è
intrapersonale. Componenti del concetto : I ricordi su di sé, le credenze circa i propri tratti motivi
valori e capacità il se ideale che si desidera raggiungere, il se possibili che si prevedono per il
futuro e le valutazioni positive o negative di se stessi (autostima) —> Autostima: valutazione
generale del sé che influenza sia l’umore sia il comportamento, esercitando un potente effetto
su una gamma di comportamenti personali e sociali. Per preservare l'immagine di se le persone
si impegnano di molteplici forme di autoaccrescimento utilizzano strategie finalizzate a
3
Ruolo della cultura nella costruzione del sé: Costrutto indipendente del sé - concettualizzazione
di sé come individuo il cui comportamento è organizzato principalmente attorno ai propria
pensieri, sentimenti e azioni, piuttosto che attorno ai pensieri, ai sentimenti e alle azioni degli
altri. / Costrutto interdipendente del sé: concettualizzazione di sé come parte di un’inclusiva
relazione sociale; riconoscimento che il proprio comportamento è determinato, condizionato e,
in larga misura, organizzato da (percepiti) pensieri, sentimenti, azioni altrui.
(Critiche : Poiché gli elementi rilevanti per il sè per il concerto di sè sono troppo elevati, non è
chiaro quali sono i fattori più significativi per prevedere il comportamento).
RAGIONAMENTO :
Per risolvere problemi mettiamo in atto forme speciali di pensiero chiamate ragionamento.
Abbiamo il ragionamento deduttivo, il ragionamento induttivo, il ragionamento probabilistico e il
ragionamento abduttivo.
ESEMPIO : Il ristorante accetta tutte le carte di credito La Visa è una delle principali carte di credito, Dunque cosa
ne consegue? Che Il ristorante accetta la Visa ; oppure…Tutte le cose che hanno un motore hanno bisogno di olio,
Le automobili hanno bisogno di olio, Dunque cosa ne consegue ? Che le automobili hanno un motore (nella vita
reale si, per la logica formale no!)
(A) La teoria della logica mentale : La mente è munita di un insieme di regole equivalenti a
quelle della logica che vengono tacitamente e inconsapevolmente usate per fare inferenze
( Per es. secondo Piaget lo sviluppo cognitivo è coronato dall’acquisizione delle regole
formali della logica classica ) Le regole di inferenza postulate dalla logica mentale sono:
formali (= indipendenti dal contenuto) logicamente valide (= se le premesse sono vere anche
la conclusione è necessariamente vera)
(B) La teoria dei modelli mentali : Il ragionamento comune non dipende dall’applicazione delle
regole formali ma è basato sulla costruzione e manipolazione di modelli mentali delle possibilità
descritte dalle premesse.
Alcuni errori derivano dall’effetto del bias dovuto alla credenza, per cui si giudicano valide
conclusioni credibili e non valide quelle non credibili. In alcuni casi, l’abilità di utilizzare le
esperienze passate migliora la prestazione nei compiti di ragionamento.
(A) Euristica della disponibilità : Nel problema delle parole, i partecipanti possono avere usato
l’euristica della disponibilità. Quest’ultima porta a stimare la frequenza di una classe di eventi
sulla base della facilità con cui vengono alla mente gli esempi della stessa. Vengono in mente più
facilmente esempi di parole della forma “----one” che non esempi di parole “-----n-”
(B) Euristica della rappresentatività : Nel problema di Linda i partecipanti possono avere usato
l’euristica della rappresentatività. Quest’ultima fa sì che la probabilità di un evento sia stimata
sulla base del suo grado di tipicità rispetto alla categoria cui appartiene. La congiunzione
“parrucchiera e attivista no-global” corrisponde meglio all’immagine di Linda attivata dalla
descrizione iniziale
Regola della congiunzione = la probabilità della congiunzione di due eventi non può essere
superiore alla probabilità di uno di questi eventi, cioè: p(A&B) ≤ p(A). Da che cosa dipendono gli
errori di violazione della regola della congiunzione ? Dall’applicazione inconsapevole di alcune
procedure che hanno il vantaggio di essere economiche, ma lo svantaggio, in qualche caso, di
produrre valutazioni erronee = euristiche di giudizio.
Ragionamento abduttivo : consiste nel passare a ritroso dagli effetti alle cause, nel tentativo di
spiegare qualcosa che è già accaduto.
DECISIONE :
I principi della scelta razionale : Principio della coerenza descrittiva —> Le preferenze di un
individuo devono essere indipendenti dal modo in cui le opzioni sono presentate.
«Un’operazione chirurgica che offra una probabilità di successo dell’80% è tanto buona quanto
un’operazione che offra il 20% di probabilità di insuccesso» / Violazione del principio della
coerenza descrittiva : Le rappresentazioni mentali di una situazione decisionale dipendono dal
contesto; le scelte possono essere influenzate da cambiamenti nella prospettiva che, da un
punto di vista formale, dovrebbero dimostrarsi irrilevanti. Da un punto di vista logico, le due
presentazioni trasmettono lo stesso significato, e decisioni prese in base all’una o all’altra
dovrebbero essere equivalenti. In realtà uno stesso problema decisionale, presentato in modi
diversi, può portare ad un rovesciamento irrazionale delle preferenze: framing effect (Tversky e
Kahneman 1981)
ESEMPIO : Problema della malattia asiatica —> Gruppo I : Immagina che gli USA siano minacciati da
un’inattesa epidemia, a causa della quale ci si aspetta che moriranno 600 persone: adottando il
programma A, 200 persone saranno salvate o adottando il programma B, c’è un terzo di probabilità che
saranno salvate 600 persone e due terzi di probabilità che nessuno si salverà. Quale dei due programmi
preferisci? La maggioranza delle persone preferisce il Programma A (l’opzione certa).
Le due coppie di opzioni (programmi A e B vs. C e D) sono oggettivamente identiche: gli autori
hanno semplicemente utilizzato una diversa descrizione delle medesime conseguenze. Nel
problema della malattia asiatica le persone compiono delle scelte che rappresentano
un’evidente violazione del principio di coerenza descrittiva. Nel frame positivo le conseguenze
vengono descritte come vite salvate rispetto alla perdite previste —> con il frame (cornice)
positiva : Se viene adottato il Programma A, verranno salvate 200 persone ; Se viene adottato il
Programma B, c’è 1/3 di probabilità che 600 vengano salvate e 2/3 di probabilità che non si
salvi nessuno. (Nel frame negativo le conseguenze vengono descritte come perdite rispetto al
momento precedente all’arrivo dell’epidemia) Nel frame (cornice) negativa : Se viene adottato il
Programma C, 400 persone moriranno ; Se viene adottato il Programma D, c’è 1/3 di probabilità
che nessuno muoia, e 2/3 di probabilità che muoiano 600 persone. ——> Questa incongruenza
nelle scelte è prevista dalla teoria del prospetto, proposta per rendere conto delle decisioni reali
degli individui, che enfatizza le funzioni di valore soggettivo: 1. avversione per le perdite; una
perdita ha un impatto maggiore di un guadagno di pari entità ; 2. le persone tendono ad evitare
scelte rischiose nel dominio dei guadagni e sono più propense a fare scelte rischiose nel
dominio delle perdite ; 3. i guadagni e le perdite sono definiti in base ad una operazione mentale
di codifica rispetto ad un punto di riferimento.
Nel problema della malattia asiatica il diverso modo di incorniciate le alternative induce a
cambiare il punto di riferimento: – nel primo caso il punto di riferimento è la morte di 600
persone se non si fa nulla: ogni eventuale sopravvissuto sarà un guadagno; – nel secondo caso
il punto di riferimento è la situazione attuale, in cui nessuno è ancora morto: ogni eventuale
morto sarà una perdita.
Una decisione di questo tipo rappresenta una violazione del principio della coerenza
procedurale. Infatti, un individuo che preferisce il pacchetto B al pacchetto A, dovrebbe
cancellare la prenotazione di quest’ultimo, non del primo. Questi dati, apparentemente
sorprendenti, sono attribuibili all’azione del principio di compatibilità
Nelle due versioni del problema, il contesto (e quindi il punto di riferimento) è l’acquisto della
calcolatrice. Di conseguenza, il beneficio che si ottiene dall’andare all’altro negozio sarà valutato
non complessivamente, ma solo rispetto a quel prodotto. Poiché il prezzo iniziale della
calcolatrice è molto diverso nelle due versioni (15$ vs. 125$), lo sconto di 5$ sarà valutato di più
nella prima versione che nella seconda, e le persone si diranno più disposte ad ottenerlo nel
primo che nel secondo caso. Secondo Tversky e Kahneman, vi è una tendenza spontanea a
rappresentarsi i problemi di scelta in modo tematico.
/ La violazione del principio della cosa certa : Tversky e Shafir chiesero ad un gruppo di studenti
se si sarebbero recati in vacanza alle Hawaii, accettando un’offerta molto favorevole di
un’agenzia di viaggi, nel caso in cui avessero superato un esame. Buona parte di questi studenti
rispose in modo affermativo. Successivamente, Tversky e Shafir chiesero alle stesse persone se
avrebbero accettato quell’offerta nel caso in cui non fossero riusciti a superare l’esame. Ancora
una volta, buona parte degli studenti rispose in modo affermativo.
Conclusioni = I risultati ottenuti negli ultimi dieci anni dalla ricerca psicologica hanno dimostrato
che le decisioni sono influenzate : dalla comunicazione ; dal compito ; dal contesto. Questi dati
hanno messo in crisi la teoria normativa della scelta razionale. Le anomalie di scelta rispetto a
tale teoria si possono spiegare in base a meccanismi di rappresentazione ed elaborazione
dell’informazione.
Linguaggio orale e linguaggio scritto - Differenze tra il linguaggio scritto e il linguaggio parlato: –
La percezione, comprensione e produzione del linguaggio parlato si sviluppano molto
precocemente e sfruttano meccanismi biologici specializzati e universali – La percezione,
comprensione e produzione del linguaggio scritto si sviluppano solo a partire dall’età scolare e
richiedono processi di apprendimento esplicito. Quali sono, dal punto di vista psicologico, i
problemi principali relativi ai processi di elaborazione delle parole scritte? Sia la lettura che la
scrittura, dunque, sono attività complesse, che possono contemplare al loro interno, in fasi
distinte, processi tanto di comprensione quanto di produzione delle parole.
LETTURA:
SCRITTURA
• a) la sequenza di suoni linguistici che costituisce la parola viene percepito dal sistema
uditivo (nella scrittura sotto dettatura)
• b) il significato attivato da quella sequenza, o attivato autonomamente da chi scrive (nella
scrittura spontanea)viene tradotto in una sequenza di segni grafici.
I sistemi di scrittura : - Sistemi logografici, i simboli corrispondono a parole intere. In tali sistemi
di scrittura, la relazione tra simbolo grafico e parola è globale e non comporta corrispondenze
tra una singola parte costitutiva del segno e un singolo suono della parola ; - Sistemi sillabici, i
simboli corrispondono a sillabe che costituiscono una parola ; - Sistemi alfabetici, i simboli
(lettere) corrispondono a i suoni distintivi (fonemi) della corrispondente lingua parlata ; - Sistemi
alfabetici, nei sistemi di scrittura alfabetici consonantici (es. arabo) compaiono
obbligatoriamente soltanto i segni corrispondenti ai suoni consonantici -
La lettura di parole singole - La lettura di una parola e il recupero del suo significato è un
processo automatico che in parte si svolge al di fuori della consapevolezza. Lo dimostra l’effetto
Stroop. Nonostante la rapidità e l’automaticità del processo di lettura, i meccanismi e le
rappresentazioni mentali che ne permettono lo svolgimento sono di una certa complessità
interna. / L’effetto Stroop – Ai soggetti vengono presentate parole che designano colori
stampate con inchiostro colorato; il colore indicato dalla parola può essere congruente (rosso)
oppure incongruente (rosso) con il colore dell’inchiostro. Compito: denominare il colore
dell’inchiostro ignorando la parola scritta ; Risultato: i tempi di reazione sono significativamente
più brevi per gli stimoli congruenti rispetto a quelli incongruenti. Il fatto che non siamo in grado
di ignorare il significato di una parola scritta dimostra che la lettura di una parola e il recupero
del suo significato sono processi automatici
Il modello a due vie della lettura- Lo stadio iniziale della lettura di una parola è una analisi visivo-
ortografica dell’input. Nello stadio finale l’informazione che permette la corretta pronuncia della
parola viene trasferita in un magazzino di memoria temporaneo detto buffer fonemico.
L’elaborazione intermedia può avvenire attraverso due modalità la via lessicale diretta e la via
non lessicale / Via lessicale diretta (ortografica) : viene riconosciuta la forma intera di una parola,
e il suo significato e la sua pronuncia vengono recuperati direttamente dal lessico mentale - Via
non lessicale (fonologica) : la parola viene analizzata in grafemi e i grafemi vengono tradotti in
fonemi secondo le regole di conversione grafema-fonema.
Il modello a due vie e i disturbi acquisiti della lettura - Dislessia di superficie : I pazienti dislessici
di superficie tendono a leggere le parole regolari meglio di quelle irregolari e a regolarizzare
queste ultime. Questi sintomi possono essere spiegati postulando un disturbo selettivo della via
lessicale di lettura con preservazione della via non-lessicale ; - Dislessia fonologica : Nella
dislessia fonologica si osserva una corretta lettura delle parole sia regolari sia irregolari ma vi è
una lettura deficitaria delle non-parole. Secondo il modello a due vie, ciò si può spiegare
postulando un disturbo selettivo delle componenti non lessicali e una preservazione delle
componenti lessicali.
I fenomeni principali della lettura : - La frequenza, le parole più frequenti sono lette più
rapidamente e accuratamente ; - La regolarità, nelle lingue a ortografia non trasparente quanto
più le parole tendono alla regolarità tanto più è facilitata la loro lettura ; - L’interazione tra
regolarità e frequenza, l’effetto di regolarità è più forte per le parole a bassa frequenza d’uso ; - il
priming, quando una parola-target (per es. “cane”) è preceduta da un’altra parola ad essa
collegata per significato (per es. “gatto”) la parola-target viene letta più rapidamente e
accuratamente ; - La struttura morfologica, la lettura di parole nuove o a bassa frequenza è
facilitata se esse contengono morfemi frequenti e riconoscibili ; - La lunghezza, nella lettura ad
alta voce, le parole più lunghe sono lette più rapidamente ; - Il vicinato, le parole con meno vicini
ortografici (= parole che differiscono per una sola lettera dalla parola data) sono lette più
facilmente
La scrittura • Modello a due vie della scrittura - Via lessicale diretta : Per le parole conosciute, e
per quelle in cui la corrispondenza suono-scrittura non è regolare, la forma scritta della parola
viene recuperata nel lessico ortografico ; - Via non lessicale : i suoni che compongono la
sequenza fonologica (fonemi o insiemi di fonemi) vengono analizzati e convertiti in una stringa di
grafemi
• Stadio logografico : Etàprescolare ; Vengono apprese le proprietà più salienti delle parole (per
es., il gruppo “mm” nella parola “mamma”)
• Stadio ortografico : 9-10 anni di età ; Riconoscimento della forma globale di una buona parte
delle parole ; Le strategie dello stadio precedente (conversionetrasegni grafici e suoni) sono
usate in parallelo, per es. nella lettura di parole nuove
• Stadio ortografico : Come nello stadio ortografico della lettura, il bambino usa rappresentazioni
lessicali (in questo caso ortografiche) dell’intera parola