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La realtà che noi percepiamo non è una copia esatta della realtà fisica ma il
risultato di un processo psicofisico detto catena psicofisica. La catena
psicofisica dispone di 3 anelli:
Stimolo distale—> stimolo così com’è nella realtà fisica, stimolo fisico
Stimolo prossimale—> risposta fisiologica dei nostri recettori in seguito alla
Nella prima metà della notte il sonno è caratterizzato dalle fasi 3 e 4, la seconda
metà è invece solitamente occupata dalle fasi 1 e 2 e dalla quinta fase, nella
quale sogniamo.
Fase REM= fase del sonno, che occupa il 20% del sonno totale di un individuo
adulto, caratterizzata da aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna
e del ritmo del respiro, con movimento rapido degli occhi e sogni.
Durante la fase REM il corpo è paralizzato : la paralisi dei muscoli volontari
serve a impedire al corpo di compiere movimenti incontrollati.
Sigmund Freud vedeva i sogni come la guida dell'inconscio. Nella sua teoria
della soddisfazione dei desideri inconsci Freud sosteneva che i sogni
rappresentano desideri inconsci che gli autori dei sogni vorrebbero realizzare.
Però i desideri veri e propri, chiamati contenuto latente, sono camuffati. Il vero
argomento e il vero significato del sogno potrebbero avere molto poco a che
fare con la sua storia ufficiale, che Freud chiamava il contenuto manifesto.
Secondo Braun e colleghi durante la fase REM le parti del cervello coinvolte
nelle emozioni e nell'immaginazione visiva sono fortemente attive mentre le
parti consce della personalità e le aree che controllano l'analisi logica e
l’attenzione sono inattive: tale in attività permette ai pensieri inconsci di
dominare in questa fase.
Secondo la teoria dei sogni per la sopravvivenza i sogni ci permettono di
elaborare riconsiderare le informazioni preziose per la nostra sopravvivenza
quotidiana: secondo questa teoria i sogni rappresentano preoccupazioni che
riguardano la nostra vita quotidiana, che riflettono le nostre insicurezze,
indecisioni, idee e desideri.
Secondo la teoria della sintesi-attivazione l’energia elettrica, generata
casualmente dal cervello durante la fase REM, stimola i ricordi che il cervello
riorganizza creando la trama dei sogni
Insonnia= difficoltà nel dormire, alcune persone non riescono semplicemente ad
addormentarsi oppure si addormentano ma poi tendono a svegliarsi
ripetutamente nel corso della notte
Apnea del sonno= patologia per cui chi dorme respira con difficoltà
Terrori notturni= risvegli improvvisi da uno stato di sonno non-REM,
accompagnati da sensazioni di estrema paura, panico e forte eccitazione
fisiologica
Narcolessia= sonno incontrollato di breve durata che colpisce i soggetti la
svegli
Ritmi circadiani= processi biologici che si susseguono ripetutamente in cicli di
circa 24 ore (il nucleo sovrachiasmatico del cervello controlla il ritmo dei cicli
circadiani, anche la variazione di luce e buio influisce sui ritmi circadiani:
alcune persone infatti soffrono del disturbo affettivo stagionale, una forma di
forte depressione nella quale i sentimenti di disperazione e di rinuncia
aumentano durante l'inverno diminuiscono il resto dell’anno).
I sogni a occhi aperti sono fantasie che le persone costruiscono da sveglie, sono
una parte specifica della coscienza da svegli, anche se la consapevolezza
dell'ambiente circostante diminuisce in questo stato.
L'ipnosi è uno stato di simil-trans caratterizzato da una predisposizione
suggerimenti esterni. Le persone sotto ipnosi non perdono del tutto la loro
volontà personale, non rivelano verità nascoste e sono capaci di mentire, e
inoltre non possono essere ipnotizzate contro la propria volontà. L'ipnosi è stata
utilizzata con successo per risolvere problemi reali: controllo del dolore,
diminuire il fumo, cura di disturbi psicologici, collaborazione nell'applicazione
della legge, miglioramento della prestazione atletica.
La meditazione è una tecnica acquisita che mira alla focalizzazione
dell’attenzione, che a sua volta porta a uno stato di coscienza alterato. Essa
consiste solitamente nella ripetizione continua di un mantra, un suono o una
sillaba. La meditazione è un mezzo volto ad alterare lo stato di coscienza.
Alcune sostanze note come psicoattive sono in grado di produrre alterazioni
dello stato di coscienza. Le sostanze psicoattive influenzano le emozioni, le
percezioni e il comportamento delle persone. Alcune sostanze alterano il
sistema libico e altre intaccano il modo di operare di specifici neurotrasmettitori
attraverso le sinapsi neuronali. Inoltre la dipendenza che esse provocano può
essere fisiologica/biologica se l’organismo ne ha bisogno per funzionare in
maniera corretta, oppure psicologica se si crede di aver bisogno di queste
sostanze per contrastare lo stress della vita quotidiana. Le sostanze più
pericolose producono dipendenza, determinano un bisogno biologico-
psicologico in chi ne fa uso.
Gli stimolanti sono sostanze il cui effetto sul sistema nervoso centrale
determina un aumento del battito cardiaco, della pressione arteriosa e della
tensione muscolare. sostanze stimolanti sono la caffeina, la nicotina, la cocaina
e le anfetamine.
I depressivi diminuiscono l’attivazione del sistema nervoso centrale. L’alcol, il
roipnol e i barbiturici sono fra le più comuni sostanze depressive.
Appartengono alla categoria dei narcotici la morfina e l’eroina, sostanze che
producono rilassamento e sollievo dal dolore e dall’ansia.
Gli allucinogeni sono sostanze che producono allucinazioni o altri cambiamenti
nei processi percettivi. L’allucinogeno usato più di frequente è la marijuana.
Appartengono a questa categoria anche l’LSD e l’ecstasy.
Capitolo 5: apprendimento
L’apprendimento è un cambiamento relativamente permanente del
comportamento che è determinato dall’esperienza.
Bisogna distinguere il comportamento della prestazione. Il cambiamento nella
prestazione è determinato da vari fattori: dinamiche interne, maturazione e
apprendimento.
Il condizionamento classico (operato da Pavlov) è un tipo di apprendimento in
cui uno stimolo neutro finisce per causare una risposta dopo che è stato
abbinato a uno stimolo che causa normalmente quella risposta (es. della
salivazione del cane al suono della campanella collegato al cibo).
• nel primo gruppo inserì uno dei suoi collaboratori che si mostrò aggressivo
nei confronti di pupazzo gonfiabile chiamato Bobo. L'adulto picchiava il
pupazzo con un martello
• nel secondo gruppo, quello di confronto, un altro collaboratore giocava
con le costruzioni di legno senza manifestare alcun tipo di aggressività né
interesse nei confronti di Bobo
• infine, il terzo gruppo, quello di controllo, era formato da bambini che
giocavano da soli e liberamente, senza alcun adulto con funzione
di modello.
In una fase successiva i bambini venivano condotti in una stanza nella quale vi
erano giochi neutri (peluche, modellini di camion) e giochi aggressivi (fucili,
martelli finti).
Bandura poté verificare che i bambini che avevano osservato l'adulto picchiare
Bobo manifestavano un'incidenza maggiore di comportamenti aggressivi sia
verso persone che verso oggetti, sia rispetto a quelli che avevano visto il
modello pacifico sia rispetto a quelli che avevano giocato da soli.
Capitolo 6: memoria
La memoria è il processo con cui codifichiamo, immagazziniamo e recuperiamo
le informazioni; la memoria consente l’accesso consapevole agli eventi passati
e permette di dare continuità e identità alla nostra vita.
La codifica è la fase di processo in cui le informazioni possono essere
convertite e registrate in una forma conservata nella memoria.
L’immagazzinamento è il processo con cui si archiviano e si mantengono le
informazioni nella nostra memoria.
Il recupero è il processo attraverso cui le informazioni codificate e
immagazzinate vengono recuperate e portate alla coscienza.
La teoria dei tre sistemi di memoria propone l’esistenza di tre distinti magazzini
di memoria—> la memoria sensoriale è il magazzino di memoria iniziale che
immagazzina le informazioni soltanto per qualche secondo; le informazioni
vengono registrate dalla memoria sensoriale come una replica esatta dello
stimolo. La memoria a breve termine conserva le informazioni per 15-25
secondi e le immagazzina secondo il loro significato. Nella memoria a lungo
termine le informazioni vengono immagazzinate in modo relativamente
permanente, ma può essere difficile recuperarle.
La memoria sensoriale comprende vari tipi di memorie sensoriali—> memoria
iconica (immagazzina le informazioni provenienti dal sistema visivo), memoria
ecoica (immagazzina le informazioni acustiche provenienti dal sistema uditivo)
e le memorie corrispondenti a tutti gli altri sensi.
Se le informazioni dalla memoria sensoriale non passano in memoria a breve
termine vanno perdute per sempre. Le informazioni nel magazzino sensoriale
sono costituite da rappresentazioni degli stimoli grezzi (non hanno ancora un
significato per noi).
La memoria a breve termine è il magazzino di memoria in cui le informazioni
acquistano per la prima volta significato, anche se la durata di ritenzione
massima è relativamente breve.
La quantità di informazioni che possono essere ritenute nella memoria breve
termine, nota come span di memoria, è stata identificata come sette insiemi, o
chunk, di informazioni. Un chunk è un raggruppamento significativo di stimoli
che può essere immagazzinato come un’unità nella memoria a breve termine.
Il trasferimento di informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo
termine procede sulla base della reiterazione, ovvero la ripetizione di
informazioni che sono entrate nella memoria a breve termine. Se le
informazioni vengono ripetute semplicemente più e più volte vengono
mantenute nella memoria a breve termine, mentre se vengono reiterate mediante
un processo denominato reiterazione elaborativa è molto maggiore la
probabilità che vengano trasferite nella memoria lungo termine. La reiterazione
elaborativa ha luogo quando le informazioni vengono considerate e organizzate
in qualche modo.
Si produce spesso un effetto primacy in cui gli item presentati prima in una lista
vengono ricordati meglio. Esiste anche un effetto di recency in cui gli item
presentati tardi in una lista vengono ricordati meglio.
I tre sistemi di memoria costituiscono un processo seriale, altri psicologi però
sostengono che sia più opportuno prendere in considerazione un processo
parallelo—> memoria di lavoro
La memoria di lavoro è un insieme di magazzini di memoria temporanea che
manipolano e reiterano attivamente le informazioni. La memoria di lavoro è
uno spazio di lavoro che mantiene temporaneamente l’informazione
consentendo l’elaborazione durante lo svolgimento di un compito, ed è
costituito da un insieme di magazzini di memoria a breve termine.
Si pensa che la memoria di lavoro contenga un esecutivo centrale che interviene
nel ragionamento e nel processo decisionale. L'esecutivo centrale coordina tre
distinti sistemi di immagazzinamento e reiterazione: il magazzino visivo, il
magazzino verbale e il buffer episodico. Il magazzino visivo fa riferimento alla
capacità della memoria a breve termine di mantenere ed elaborare le
informazioni di tipo visivo-spaziale in modo da renderle disponibili
all’esecutivo centrale. Il magazzino verbale è responsabile della ritenzione e
manipolazione di informazioni riguardanti il linguaggio, le parole e i numeri.
Il buffer episodico —> ci sono diverse ipotesi: 1) che sia un magazzino
ausiliario che serve quando gli altri magazzini sono sovraccarichi, 2) che sia lo
spazio di integrazione tra informazioni verbali e visive, 3) che sia specializzato
nel mantenere e manipolare informazioni relative a eventi ed episodi specifici.
La scoperta del fatto che le persone abbiano memoria di cui sono inconsapevoli
ha indotto a ipotizzare che possono coesistere due forme di memoria: la
memoria esplicita (che è il ricordo intenzionale o conscio di informazioni) e la
memoria implicita (che è costituita da ricordi di cui le persone non hanno
consapevolezza conscia ma che possono influenzare la prestazione e i
comportamenti successivi).
Fenomeno “sulla punta della lingua”= incapacità di rievocare le informazioni
che si è persuasi di conoscere, una conseguenza della difficoltà di recuperare
informazioni dalla memoria lungo termine
Rievocazione—> ricerca della memoria delle informazioni, recupero di
informazioni potenzialmente pertinenti, presa in esame di queste informazioni e
poi si ha la decisione sull'accuratezza di quanto rievocato: se quello che viene
rievocato è corretto si ferma la ricerca, altrimenti si ricomincia da capo il
processo di rievocazione. Il compito di rievocazione può essere agevolato
attraverso i cue di recupero.
Cue di recupero= è uno stimolo che permette di rievocare più facilmente
informazioni immagazzinate nella memoria lungo termine
Riconoscimento—> confronto tra quanto viene proposto con le informazioni in
memoria.
La teoria dei livelli di elaborazione è una teoria la cui idea è che l'accuratezza
della rievocazione è funzione della modalità del grado con cui il materiale che
abbiamo appreso precedentemente è stato appreso, e pone in risalto il grado a
cui il nuovo materiale viene analizzato mentalmente: a livelli poco profondi le
informazioni vengono elaborate semplicemente in base ai loro aspetti fisici e
sensoriali. A un livello intermedio le forme vengono tradotte in unità
significative. Al livello più profondo le informazioni vengono analizzate in base
al loro significato.
Le memorie fotografiche sono memorie incentrate su un evento specifico,
importante o sorprendente, che sono così vivide da rappresentare un'istantanea
virtuale dell’evento. Le memorie eccezionali (riguardanti fatti eccezionali e
distinti) sono più facili da recuperare rispetto alle memorie di eventi ordinari.
Tuttavia, anche se uno stimolo è particolarmente distintivo, possiamo non
ricordare da dove provengano le informazioni: in questo caso si verifica
un’amnesia della fonte.
È evidente che i nostri ricordi rispecchiano processi costruttivi, ovvero processi
in cui ciò che rievochiamo è influenzato dal significato che attribuiamo agli
eventi; quindi quando recuperiamo informazioni il ricordo che si produce è
influenzato non solo dall'esperienza diretta dello stimolo che abbiamo fatto in
precedenza, ma anche dalle nostre congetture e inferenze riguardo al suo
significato.
L'ipotesi che la memoria si basi su processi costruttivi fu proposta da Bartlett:
egli ipotizzò che le persone ricordavano informazioni in termini di schemi,
Capitolo 7: pensiero
Il pensiero è un processo di rappresentazione della realtà e di noi stessi a livello
mentale ed è un processo di trasformazione di queste rappresentazioni mentali
in modo da generare nuove rappresentazioni per raggiungere i nostri obiettivi.
Alcune situazioni che richiedono l'attivazione di alcuni processi di pensiero
sono: la categorizzazione, il problem solving e il ragionamento.
Ci sono tre diversi approcci alla categorizzazione: teoria delle condizioni
necessarie sufficienti, teoria delle tassonomie e prototipi e teorie embodied.
Categorizzare ci consente di ordinare la realtà, di renderla comprensibile, di
attribuirle un significato e di renderla prevedibile. Le informazioni vengono
ordinate in categorie per non farli apparire in modo caotico e disordinato. La
nostra esperienza può essere organizzata in concetti.
I concetti sono categorie di oggetti, eventi o persone con caratteristiche comuni
tra loro. Grazie ai concetti possiamo organizzare i fenomeni complessi in forme
più semplici e quindi facilmente utilizzabili.
I concetti hanno la funzione di semplificare il flusso percettivo, hanno una
funzione inferenziale (per cui assegnamo a un oggetto molte delle caratteristiche
del concetto a cui appartiene) e influiscono e orientano il nostro
comportamento.
Il concetto può essere descritto da un insieme di tratti definitori, cioè l'insieme
delle Caratteristiche Necessarie e Sufficienti per essere membro della categoria
corrispondente al concetto. C’è un insieme di attributi che ci dicono quali sono i
membri che entrano a far parte di una categoria e quali stanno fuori ("necessari"
perché non posso cancellare nessun tratto, e "sufficienti" perché nessun tratto
può essere aggiunto). Inoltre, dal momento che tutti i tratti possiedono la stessa
rilevanza, il concetto è dato da un elenco congiuntivo di tratti che si presenta
come una lista non strutturata, e priva di relazioni gerarchiche, e presenta
confini di delimitazione netta.
Questa modalità però non rappresenta la modalità con cui una persona crea le
categorie, perché non usiamo criteri logici ma psicologici, noi ci basiamo sulla
somiglianza; c'è quindi un inventario limitato di termini primitivi che possono
essere combinati mediante congiunzioni, disgiunzioni o negazioni.
La categorizzazione è il processo mediante cui l'individuo seleziona e organizza
il flusso dell'esperienza in modo da gestire e ridurne l'enorme variabilità.
L'organizzazione in categorie si basa su due principi tra loro complementari:
l'economia cognitiva (la nostra mente tende a utilizzare i processi di
comprensione della realtà meno gravosi e più funzionali, per cui diventa
essenziale per l'individuo semplificare la realtà categorizzato e focalizzando
l'attenzione solo sui dati più frequenti) e la struttura del mondo percepito (la
realtà viene percepita come caratterizzata da una struttura correlazionale).
I sistemi categoriali che ci costruiamo sulla base di questi due principi hanno
una dimensione sia orizzontale sia verticale. La dimensione orizzontale riguarda
una soluzione ma, a differenza degli algoritmi, non la può assicurare in quanto
si affida a regole empiriche generali induttive. L'euristica più utilizzata è quella
dell'analisi dei mezzi e dei fini, che consiste in ripetuti esami delle differenze tra
obiettivo desiderato e situazione reale.
Per altri problemi l'approccio migliore è il procedimento al contrario:
concentrarsi sull'obiettivo invece che sul punto di partenza del problema.
L'euristica della rappresentatività (esempio—> se ci sono tre donne e sapete
che una di queste tre è un insegnante in una scuola materna e due dicono che
non amano i bambini mentre la terza dice il contrario pensiamo che la persona
che ha detto che le piacciono i bambini sia l’insegnante) usa somiglianza tra
oggetti eventi per fare stime di probabilità.
Un errore di cui è responsabile l'euristica della rappresentatività è la cosiddetta
fallacia del giocatore d'azzardo, che consiste nell'attribuire agli ultimi esiti una
minore probabilità di verificarsi. La mente tende a vedere la probabilità di
occorrenza di un evento collegata ad eventi simili anche se non collegati.
Un’ulteriore euristica molto utilizzata è l'euristica della disponibilità (esempio
—> quando facciamo domande tipo: "ci sono psicologi uomini o donne?" Per
rispondere a questa domanda possiamo fare uso di questa euristica e vedere
quale dei due casi ci risulta più frequente.se ci vengono in mente più psicologi
donne che uomini risponderemo che ci sono più psicologi donne) che ci dice
che quando dobbiamo fare una stima di quanto qualcosa sia probabile, siamo
influenzati dalle informazioni che nella nostra mente sono attive nel momento
della valutazione e che consiste nel considerare più probabile un evento sulla
base della sua capacità di essere ricordato.
Capitolo 8: intelligenza
L'intelligenza è la capacità di comprendere il mondo, pensare razionalmente e
usare con efficacia le risorse disponibili in caso di difficoltà.
Uno dei primi tentativi di andare a capire i diversi aspetti dell’intelligenza è
stato praticato dagli psicologi fattorialisti tramite la modalità fattoriale. Con
questa analisi si vuole ottenere una riduzione della complessità del numero di
fattori che spiegano un fenomeno raggruppando le prove e i test maggiormente
correlati per ridurli a un numero più piccolo di dimensioni indipendenti
chiamati fattori.
>Spearman ipotizzò che l’intelligenza è un’attività unica e indagò l'esistenza di
un unico e generico fattore sottostante alle diverse abilità mentali chiamato
fattore G (fattore generico).
>Thurston ipotizzò invece l’esistenza di 7 diverse abilità (PMA nome del test
da lui creato) e le chiama abilità mentali primarie: abilità numerica,
visualizzazione spaziale, memoria, ragionamento, fluidità verbale,
comprensione verbale e velocità di percezione.
>Guilford arrivò a mettere in luce ben 120 fattori: mentre le 7 abilità di
Thurston sono autonome, quelle di Guilford non lo sono, ma c’è una struttura:
ogni abilità nasce dall’intersezione di 3 dimensioni.
Teoria delle tre intelligenze (Sternberg)= Sternberg offre una teoria più
semplice in base a come usiamo le nostre abilità cognitive: opera una
distinzione tra intelligenza analitica, intelligenza creativa e intelligenza pratica.
L'intelligenza analitica riguarda l'analisi delle informazioni,
l'intelligenza creativa ha come obiettivo quello di inventare qualcosa di nuovo e
l'intelligenza pratica è il tipo di intelligenza più utile nella vita (secondo S.) ed è
quella che permette di cavarsela da sé nei vari ambiti della vita.
Viene inoltre fatta una distinzione riguardo al concetto di successo: il
successo accademico è basato sulla conoscenza di informazioni specifiche,
invece il successo professionale è basato sull'intelligenza pratica, ovvero quella
di apprendere norme e principi generali e applicarli in modo appropriato.
Intelligenza emotiva (Goleman)= regola lo stare bene con gli altri, ci aiuta a
capire cosa noi e gli altri proviamo e ci permette di rispondere adeguatamente
alle esigenze altrui. L'intelligenza emotiva è alla base dell'empatia verso le
persone, dell'autocoscienza e dell'abilità in campo sociale.
Secondo Mayer e Salovery l'intelligenza emotiva è costituita da: saper
riconoscere, valutare ed esprimere emozioni proprie e altrui; capacità di
accedere e generare emozioni in quanto facilitatori del pensiero; comprendere e
analizzare le proprie emozioni; regolare le emozioni.
Teoria delle intelligenze multiple (Gardner)= è la teoria secondo cui esistono un
minimo di otto diversi tipi di intelligenza, ciascuno relativamente indipendente
dall’altro (e sono: linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporea,
emotiva, naturalistica, spirituale/esistenziale). Gardner sostiene che tutte le
persone possiedono gli otto tipi di intelligenza, solo in gradi diversi. Le
intelligenze sono connesse tra di loro per permettere interazione e transfer;
queste tipologie di intelligenze operano tutte insieme. Questo concetto di
intelligenza ha fatto sì che nei test per misurarla, più di una risposta può essere
corretta in modo da sviluppare anche l'intelligenza creativa.
La validità è la proprietà per cui i test misurano realmente ciò che si suppone
misurino. Ci sono poi diversi tipi di validità: di facciata (se al soggetto è chiaro
ciò che il testo vuole valutare, ha una buona validità di facciata), di contenuto
(si capisce il contenuto di ciò che viene chiesto), di costrutto, di criterio (che si
divide in validità predittiva e validità concorrente), convergente e discriminante.
Oltre che attendibile e valido un test deve essere anche standardizzato: la
standardizzazione implica uniformità di procedura nella somministrazione del
test e nella determinazione del punteggio relativo.
La disabilità intellettiva è un disturbo caratterizzato da significative limitazioni
sia delle funzionalità intellettuali sia del comportamento di adattamento che
coinvolge abilità concettuali, sociali e pratiche (hanno un QI inferiore).
Livelli di disabilità: lieve (QI 55-70), moderata (QI 40-54), grave (QI 25-39) ed
estrema (QI minore di 25)
Tipologia gifted—> ha un QI molto alto (2-4% della popolazione ha un QI
sopra i 130)
Influenza biologica dell’intelligenza
L'ereditabilità è la misura del grado in cui una caratteristica è legata a fattori
genetici, ereditari. Se dipende principalmente dal codice genetico ci sarà una
forte corrispondenza se il gemello A e B sono omozigoti, e il fatto che sono
separati non dovrebbe fare differenza, forte correlazione tra la loro intelligenza
se essa è genetica. Quanto è intelligente uno è intelligente l’altro, il fatto che
vivono insieme non dovrebbe avere importanza. Se l’intelligenza è genetica
negli eterozigoti dovremmo trovare poca correlazione perchè il loro patrimonio
genetico si sovrappone solo parzialmente e quindi se l’ambiente sia uguale o
diverso non dovrebbe fare differenza, perchè il patrimonio genetico che lo
determina. Se l’intelligenza fosse determinata dall’ambiente ci si aspetta che la
correlazione la si ha nelle coppie di gemelli cresciuti nello stesso ambiente
indipendentemente dal loro patrimonio genetico, se cresciuti nello stesso
ambiente hanno lo stesso livello di intelligenza. Se l’ambiente li ha stimolati
saranno intelligenti, e viceversa. Se sono cresciuti in ambienti differenti, come
uno in uno ricco e uno in un povero, allora ci dovrebbero essere delle
differenze, questo però si realizza molto raramente. È una situazione molto rara,
è una ricerca ideale che si sviluppa raramente e se s sviluppa in maniera
imperfetta.
intrinseca nel cercare di risolvere ciò che non è chiaro. La curiosità epidemica
motiva a fare qualcosa che aumenta la comprensione della realtà.
La ricerca di sensazioni (Sesation seeking) (Zuckerman) è il bisogno soggettivo
di stimolazioni nuove, varie e complesse, unito alla disponibilità a correre rischi
fisici e sociali per provarle (brivido, nuove esperienze, disinibizione e
suscettibilità alla noia)—> sono concetti che hanno un’ampia variabilità
individuale.
Risk seeking= comportamenti che provocano possibili rischi. L’assunzione di
un rischio può essere spiegata attraverso il modello dell’investimento razionale:
nonostante la possibilità di andare incontro a una perdita, talvolta le persone
intraprendono attività rischiose in vista di possibili forti guadagni in caso di
esito positivo.
Gli individui con il pensiero si portano avanti rispetto a ciò che gli attende e
quindi sono motivati ad alcuni comportamenti alla luce di ciò che si aspettano
di ottenere. Secondo la teoria dell'utilità soggettiva attesa le scelte che ogni
soggetto compie possono essere scomposte in probabilità e preferenze: il ruolo
dell'aspettativa che definisce il valore di un oggetto o evento è quindi centrale.
Atkinson parlò di tendenza al successo e ipotizzò l'intervento di diversi fattori
nella motivazione della scelta di un compito: il livello di aspirazione
corrisponde a ciò che l'individuo si propone di raggiungere; la scelta del
compito il livello di aspirazione dipendono dalla valutazione della probabilità di
successo; l'incentivo assume centrale importanza ed è rappresentato dal
raggiungimento del successo che a sua volta è strettamente legato alla natura
del compito.
La teoria dell'attribuzione causale di Weiner propone di distinguere le cause in
base a tre dimensioni bipolari: stabilità, controllabilità e luogo di controllo.
Ogni evento si troverebbe in un determinato punto di queste tre dimensioni,
dando origine a otto possibili combinazioni. La stabilità e l'instabilità dei poli si
riferiscono alla durata della causa. Allo stesso modo, gli eventi possono essere
totalmente controllabili o incontrollabili, o essere collocati in un punto
intermedio in questa dimensione. Infine, il locus di controllo si riferisce a se
l'evento è dovuto principalmente a fattori interni o esterni.
L'esperienza flow è un'esperienza di totale assorbimento nell'esecuzione e nello
scorrere fluido di una certa attività. Questa esperienza di flusso si caratterizza
per la temporanea perdita del livello superiore di coscienza, in un’attività che
fluisce senza ostacoli, ed è caratterizzata dall’assenza di auto-osservazione ma
al tempo stesso dalla presenza di controllo della situazione. Il requisito per
raggiungere tale stato è che deve esserci un perfetto equilibrio tra le capacità di
controllo dell’azione del soggetto e le richieste di azione del compito.
Le teorie cognitiviste sulla motivazione introducono una distinzione chiave tra
motivazione intrinseca ed estrinseca: intrinseca= porta a intraprendere
un’attività per il proprio piacere piuttosto che per un qualsiasi riconoscimento
concreto; estrinseca= ha come obiettivi ricompense concrete come voti o
denaro.
Il bisogno di successo fu definito da McClelland come una tra le pulsioni
secondarie più importanti per cui un individuo ottiene soddisfazione nel cercare
di raggiungere e nell’ottenere risultati di eccellenza.
Il bisogno di potere= Per “potere” si intende qualsiasi possibilità di far valere la
propria volontà e Murray parla di need for dominance riferendosi al bisogno di
controllare e dominare il proprio ambiente fisico e sociale. Lewin definisce il
potere come il quoziente della forza massima che A ha su B e della massima
resistenza che B può impiegare. Il potere è una forza risultante dalla duplice
azione di imporsi e resistere.
Partendo dal contributo offerto dalla teoria centrale di Cannon e Bard, Papez
avanzò l’ipotesi secondo la quale ipotalamo, talamo anteriore, giro cingolato e
ippocampo costituissero un circuito di aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione
e regolazione delle emozioni (circuito di Papez). Negli anni successivi il
circuito di Papez venne integrato con altre regioni: l'amigdala, i nuclei del setto,
porzioni della corteccia fronto orbitaria e porzioni dei gangli della base il quale
denominò l'insieme di queste strutture con il termine sistema limbico. Tra le
strutture che fanno parte del sistema limbico un ruolo funzionale centrale è
rivestito dall'ipotalamo e dall’amigdala: l'ipotalamo a funzione di
coordinamento del sistema nervoso autonomo e di regolazione centrale
dell'ambiente interno dell'organismo. La stimolazione dell'ipotalamo produce
risposte simpatiche di arousal ergotropico e parasimpatiche di arousal
trofotropico. L'amigdala, localizzata nel lobo temporale, ha un ruolo molto
importante nell'esperienza delle emozioni—>l’amigdala: associa le
caratteristiche di uno stimolo elicitante una reazione emotiva con gli stati
corporei attivati dallo stimolo stesso in corrispondenza della reazione emotiva.
L’amigdala è un importante struttura di innesco di risposte somatiche a seguito
della percezione di induttori primari. Essa associa le caratteristiche dello
stimolo con gli stati corporei attivati dallo stimolo stesso.
L'associazione tra stati somatici e situazioni costituisce ciò che Damasio chiama
marcatore somatico, ovvero l'uso di stati somatici (emozioni) per marcare e
quindi valutare l'informazione percettiva proveniente dall’esterno. In
particolare, il lavoro di Damasio con individui con lesioni localizzate a livello
dell’amigdala e della corteccia prefrontale ha evidenziato che il marcatore
somatico avrebbe un ruolo fondamentale nel comportamento razionale di presa
di decisione, in quanto le risposte somatiche rimanderebbero per associazione
alla rappresentazione anticipata dei possibili risultati di una scelta.
Le componenti del fenomeno emotivo: cognitiva (appraisal), fisiologica
(arousal), motivazionale, espressivo-motoria ed esperienziale.
I biosegnali sono misure della risposta fisiologica.
L'ipotalamo coordina il sistema nervoso autonomo regolando lo stato
fisiologico attraverso le diverse funzioni all'interno dell’organismo.
L'amigdala fornisce un collegamento tra la percezione di uno stimolo elicitante
e il ricordo di quello stimolo in un secondo tempo.