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Definizione Epidemiologia
Studio della distribuzione e dei determinanti della frequenza delle malattie
nelle popolazioni umane.
MaMahon & Trichopoulos 1996
Epidemiologia descrittiva:
Epidemiologia descrittiva studia la distribuzione geografica e temporale delle
Malattie (CHI? DOVE? QUANDO?)
Epidemiologia analitica:
Epidemiologia analitica studia i determinanti (cause) delle malattie (Perché?)
Epidemiologia sperimentale:
L’ epidemiologia sperimentale valuta l’efficacia di una cura (Funziona?)
EPIDEMIOLOGIA PREVENTIVA
Epidemiologia descrittiva: descrive la diffusione di un fenomeno di
massa rispetto a tempo, spazio e popolazione colpita
Epidemiologia analitica: cerca, sulla base delle informazioni di cui sopra,
di individuare le cause dei processi di massa e della loro diffusione
Epidemiologia sperimentale: interviene attivamente sulla popolazione
per verificare le ipotesi formulate agli altri livelli e per promuovere
interventi preventivi
EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA
Descrive la diffusione di un fenomeno di massa rispetto a tempo, spazio e
popolazione colpita.
Tempo – quando (andamento temporale)
Spazio – dove (andamento spaziale)
Popolazione colpita chi
L’epidemiologia descrittiva osserva e registra quanto accade naturalmente
in una popolazione, senza influenzare lo sviluppo del fenomeno oggetto di
studio, utilizzando dati provenienti dalle fonti di dati correnti.
Statistiche sanitarie correnti:
dati di morbosità ( es: denunce di malattie infettive, registri di patologie
etc.)
dati di mortalità (es: certificati di morte, etc.)
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
Cerca, sulla base delle informazioni provenienti dall’ epidemiologia descrittiva,
di individuare le cause dei processi di massa e della loro diffusione
Tre metodi di identificazione delle cause (fattori di rischio) di malattia:
STUDIO CASO-CONTROLLO (anamnestici, retrospettivi)
STUDIO DI COORTE (di incidenza, follow-up, prospettivi)
STUDIO TRASVERSALE ( di prevalenza)
EPIDEMIOLOGIA SPERIMENTALE
Valuta l’efficacia di una cura. Confronta individui o gruppi sottoposto o non
sottoposti ad una misura terapeutica o preventiva. Si può decidere riguardo all’
assegnazione dei soggetti ai due gruppi: assegnazione controllata.
Tipo di studio:
Esperimento clinico controllato (Clinical trial)
Esperimento di comunità ( Community trial)
DISEGNO DI UNO STUDIO EPIDEMIOLOGICO
Fasi di impostazione di uno studio epidemiologico
Fase preliminare
Formulazione degli specifici obbiettivi della ricerca e delle ipotesi di
partenza
Esame della letteratura esistente
Identificazione delle variabili da valutare e dei mezzi di misurazione
Identificazione di eventuali fattori di confondimento
Identificazione dei punti deboli e dei punti di forza dello studio
Progettazione dello studio
L’obiettivo di uno studio epidemiologico deve essere formulato
precisamente. Ogni indagine dovrebbe fornire una adeguata risposta
almeno ad una precisa domanda.
In funzione degli scopi dello studio, del tipo di dati a disposizione e del
metodo di raccolta degli stessi dovremo scegliere il tipo più adatto di
studio epidemiologico
La definizione dell’obiettivo di uno studio, la scelta del tipo di studio
epidemiologico, del tipo di popolazione da indagare, delle modalità di
raccolta dei dati, di reclutamento dei soggetti da investigare, del tipo di
analisi statistiche sono gli elementi fondamentali del protocollo di uno
studio epidemiologico.
Le indagini epidemiologiche usano diversi disegni dello studio e possono essere
di dimensione varia.
Esistono comunque degli elementi comuni a tutti gli studi che servono per la
pianificazione e l’esecuzione dell’indagine, qualsiasi sia il disegno adottato.
Conduzione di uno studio epidemiologico
Definizione degli obiettivi della ricerca
Uno studio descrittivo può consentire di formulare delle ipotesi sulla possibile
associazione tra un fattore ambientale e una determinata patologia, ma non
consente di stabilire in via definitiva se l'associazione è causale o spuria.
Limiti degli studi osservazionali
La validità statistica dei dati osservazionali, ridotta dal limitato rigore
metodologico e dall’elevato numero di variabili in gioco, è però
recuperata dall’elevata numerosità dei soggetti arruolabili.
Gli studi osservazionali non possono sostituire gli studi sperimentali, ma
li completano verificandone i risultati sul campo su ampie casistiche per
lunghi periodi di osservazione.
Studi cross sectional (Trasversali o di prevalenza)
In questo di tipo di studio gli individui sono intervistati o esaminati
verificando contestualmente la presenza sia dell’esposizione sia della
malattia ad un dato momento.
Dagli studi cross-sectional è quindi possibile stimare la prevalenza della
malattia nei soggetti ma non l’incidenza.
Studi trasversali
Informazioni raccolte ad un tempo t – Negli studi a coorte l’
informazione è raccolta in un periodo di tempo
Si usano spesso per determinare la prevalenza
Possono essere:
o Descrittivi (la prevalenza della malattia x in una popolazione,
conoscenze rispetto ad un argomento X)
o Analitici (associazione tra la tosse ed un fattore di rischio es.
inquinamento indoor)
Sono studi in cui vengono valutati nei soggetti studiati,
contemporaneamente e in un preciso momento, l’ exposure e l’ out
come.
Permettono di valutare la prevalenza, sia dell’ exposre che dell’ out
come, e i rapporti fra le due
L’ approccio trasversale può essere utilizzato sia in studi descrittivi che in
studi analitici osservazionali
Si cerca di cogliere un fotogramma di una popolazione specifica in un
dato momento, misurando una certa variabile in modo trasversale.
È economico, facile e veloce. Non è né retrospettivo né prospettico, ma
è ottimale per descrivere le prevalenze in un determinato momento.
Può valutare anche la coesistenza di due variabili, ma ciò non ne prova la
reale associazione, né può chiarire il rapporto temporale tra le due
variabili.
Non è adeguato a misurare variabili indipendenti rare o che hanno effetti
a breve termine