Sei sulla pagina 1di 35

Elementi di

epidemiologia di
base

Prof. Paolo Bonanni


Dipartimento di Scienze della Salute
Viale G.B. Morgagni - Firenze
TEL. 055 2751083
FAX: 055 2751093
1
E-mail: paolo.bonanni@unifi.it
Università degli Studi di Firenze - Corso di laurea in Medicina e Chirurgia
Corso di Metodologia epidemiologica
CI di Metodologia Clinica Laboratorio e Medicina e Chirurgia Sistematica
Programma per l’A.A. 2017-2018
Prof. Paolo Bonanni
1. Definizioni di epidemiologia, igiene e sanità pubblica.
2. Il concetto di salute e la sua evoluzione nel tempo. La promozione della salute.
3. Concetti di agente eziologico e di fattore di rischio.
4. Storia naturale delle malattie e interventi di profilassi: prevenzione primaria, secondaria e
terziaria.
5. Rapporti, proporzioni e tassi in epidemiologia. Anni/persona di osservazione. Variabili
dipendenti ed indipendenti.
6. Morbosità incidente e prevalente.
7. La mortalità: mortalità per cause, per età, per sesso. Tasso di letalità. Rapporto
proporzionale di mortalità.
8. Standardizzazione diretta e indiretta.
9. I test di screening: sensibilità, specificità, valore predittivo dei risultati positivi e negativi.
Influenza dei valori cut-off su sensibilità e specificità. Concetti di accuratezza e
precisione.
10.Fonti dei dati in epidemiologia. Raccolta, elaborazione e rappresentazione grafica dei dati.
11.Gli studi di epidemiologia descrittiva. Fattori personali influenti sulla distribuzione delle
malattie.
12.Andamenti secolari, ciclici e fluttuazioni a breve termine nell’incidenza delle malattie.
Analisi della distribuzione spaziale delle malattie. Studi ecologici.
13.La distribuzione endemica ed epidemica. I modelli di epidemia: a sorgente puntiforme e
propagate.
14.Immunità di gregge (“herd immunity”).
15.Misure di associazione e stima del rischio: rischio relativo, odds ratio e loro applicazioni.
Rischio attribuibile di popolazione (PAR). Calcolo della frazione evitabile delle patologie.
16.Studi di epidemiologia analitica.
17.Progettazione, conduzione e analisi dei risultati degli studi epidemiologici trasversali,
retrospettivi (caso-controllo) e prospettivi (di coorte).
18.Progettazione, conduzione e analisi dei risultati degli studi sperimentali (trials clinici).
Studi “single blind” (cieco singolo) e “double blind” (cieco doppio).
19.Tipi di campionamento: randomizzato, a “cluster”, stratificato, sistematico.
20.Associazione causale, indiretta e spuria.
21.Epidemiologia generale delle malattie infettive.
22.Agenti infettivi, serbatoi e fonti di infezione.
23.Definizione di colonizzazione, infezione e malattia infettiva. Variazioni nella gravità delle
malattie infettive.
TESTI CONSIGLIATI

• COMODO, MACIOCCO: “IGIENE E SANITA’ PUBBLICA -


MANUALE PER LE PROFESSIONI SANITARIE”. CAROCCI
FABER, ROMA.
• BARBUTI, BELLELLI, FARA, GIAMMANCO: “IGIENE E
MEDICINA PREVENTIVA” – VOL. 1: IGIENE, METODOLOGIA
EPIDEMIOLOGICA ED EPIDEMIOLOGIA CLINICA.
MONDUZZI EDITORE, BOLOGNA.
• MANZOLI, VILLARI, BOCCIA: “EPIDEMIOLOGIA E
MANAGEMENT IN SANITÀ – ELEMENTI DI METODOLOGIA”.
EDI-ERMES, MILANO
• LOPALCO, TOZZI: “EPIDEMIOLOGIA FACILE”. IL PENSIERO
SCIENTIFICO EDITORE, ROMA.
• SIGNORELLI: “ELEMENTI DI METODOLOGIA
EPIDEMIOLOGICA”. SOCIETÀ EDITRICE UNIVERSO, ROMA.
• RICCIARDI: “IGIENE - MEDICINA PREVENTIVA SANITÀ
PUBBLICA”. IDELSON-GNOCCHI, NAPOLI
• JEKEL, ELMORE, KATZ: “EPIDEMIOLOGIA BIOSTATISTICA E
MEDICINA PREVENTIVA”. EDISES, NAPOLI

3
FINALITÀ, MEZZI E METODI DELL’IGIENE

In generale, ogni evento negativo o indesiderato


dell’esistenza può essere affrontato secondo DUE
prospettive:

1) CERCARE DI EVITARE L’INSORGERE STESSO DEL


PROBLEMA, TENTANDO DI IDENTIFICARNE LE CAUSE E DI
ELIMINARLE, O, QUANTO MENO, DI CONTRASTARNE
L’AZIONE

2) CONCENTRARSI SULLE CONSEGUENZE SGRADITE


DELL’EVENTO, SUGLI ELEMENTI NEGATIVI DA ESSO
INTRODOTTI, CERCANDO DI CONTROLLARLI O DI
ELIMINARLI

TALE DIVERSITÀ DI ATTEGGIAMENTI HA PRODOTTO, IN


MEDICINA, DUE AREE E DUE FILOSOFIE BEN DIFFERENZIATE.

IN UNA PRIMA AREA, GLI OBIETTIVI DI RICERCA E DI


INTERVENTO TENDONO VERSO LA TUTELA E LA
PROMOZIONE DELLA SALUTE E LA PREVENZIONE DELLA
INSORGENZA DEI FENOMENI MORBOSI;

IN UNA SECONDA AREA, INVECE, L’OBIETTIVO È LA CURA


4
DELLE MALATTIE.
SIMBOLI DI QUESTE DUE IMPOSTAZIONI SONO,
RISPETTIVAMENTE IGEA E PANACEA, LE DUE MITICHE
FIGLIE DI ESCULAPIO (per i greci ASCLEPIO) DIO
PATRONO DELLA MEDICINA.

LA PRIMA AREA, QUELLA APPUNTO DELL’IGIENE, E’


FONDATA SULLA RICERCA PER LA CONOSCENZA DELLE
CAUSE DEI FENOMENI, SULLA PROMOZIONE DEI
DETERMINANTI DELLA SALUTE E SULLA LOTTA AI FATTORI DI
RISCHIO O DI MALATTIA.

LA SECONDA AREA, QUELLA DELLA CLINICA, SULLA


CONOSCENZA DEGLI EFFETTI DEGLI EVENTI MORBOSI, SUI
SEGNI E SUI SINTOMI CHE ESSI PRODUCONO
NELL’ORGANISMO UMANO E SULLA LOTTA A QUESTI
EFFETTI E ALLA PATOLOGIA DI CUI SONO
MANIFESTAZIONE, CONDOTTA PER MEZZO DI TERAPIE
(“PANACEE”) IDONEE.
5
LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE, OSSIA IL MANTENIMENTO DI
UN OTTIMALE STATO DI SALUTE, E’ DUNQUE IL CONTENUTO
BASILARE DELL’IGIENE.

IN QUESTA AREA, QUINDI, UN’ATTENZIONE PARTICOLARE E’


RIVOLTA ALLO STUDIO DELLA SALUTE, ALLA SUA DEFINIZIONE
CONCETTUALE, ALLA IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI
FATTORI CHE LA MINACCIANO, ALLA RICERCA DELLE
METODOLOGIE E DEGLI STRUMENTI PIÙ ADATTI PER
CONTRASTARE TALI DETERMINANTI NEGATIVI CON IL MASSIMO
DI EFFICACIA E DI EFFICIENZA.

LA SCALA SU CUI VENGONO CONDOTTI INTERVENTI E RICERCHE


E’ PER L’IGIENE QUELLA COLLETTIVA, DI POPOLAZIONE, MENTRE
LE SCIENZE CLINICHE SI OCCUPANO DELLA RICERCA
RIGUARDANTE GLI EFFETTI DELLE MALATTIE SULL’ORGANISMO
UMANO CONCEPITO COME INDIVIDUALITA’ E UNICITA’
BIOLOGICA.

LA SCALA SU CUI VENGONO CONDOTTI INTERVENTI E RICERCHE


E’:

PER L’IGIENE COLLETTIVA, DI POPOLAZIONE

PER LE ESSERE UMANO COME


SCIENZE INDIVIDUO, UNITA’ BIOLOGICA
CLINICHE
6
L’interesse della clinica è rivolto alla descrizione dei segni e
dei sintomi degli stati morbosi nel singolo (semeiotica) per
giungere alla identificazione (diagnosi) della specifica
malattia che li ha prodotti, e per poter attuare gli interventi
curativi più appropriati (terapia).

L’igiene si occupa della conoscenza e della ricerca sulla


salute delle collettività, sia come semplice descrizione dei
fenomeni connessi alla salute/malattia (epidemiologia
descrittiva), sia come identificazione delle loro correlazioni nel
determinare le aggressioni alla salute, e cioè come
identificazione del loro ruolo eziologico (epidemiologia
costruttiva) per poter intervenire adeguatamente a contrastarli
(prevenzione).

La parola EPIDEMIOLOGIA deriva dal greco epi demos


logos, significa letteralmente “studio sulle popolazioni”.

L’epidemiologia può essere definita come lo studio della


distribuzione e dei determinanti delle malattie e degli incidenti
nelle popolazioni umane.

In altre parole, l’epidemiologia si occupa delle frequenze e


dei tipi di malattie e incidenti in gruppi di popolazione, e dei
fattori che influenzano la loro distribuzione

Essa rappresenta quelle parte della medicina che si occupa


7
della salute della popolazione o di gruppi di popolazione.
INTERESSE DELLA CLINICA:

1) SEMEIOTICA = DESCRIZIONE DEI SEGNI E DEI SINTOMI DEGLI


STATI MORBOSI NEL SINGOLO

2) DIAGNOSI = IDENTIFICAZIONE DELLA SPECIFICA MALATTIA

3) TERAPIA = ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI CURATIVI PIÙ


APPROPRIATI

INTERESSE DELL’IGIENE:

CONOSCENZA E RICERCA SULLA SALUTE DELLE COLLETTIVITA’


MEDIANTE

1) EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA = DESCRIZIONE DEI FENOMENI


CONNESSI ALLA SALUTE/MALATTIA

2) EPIDEMIOLOGIA COSTRUTTIVA = IDENTIFICAZIONE DELLE


CORRELAZIONI DI TALI FENOMENI NEL DETERMINARE LE
AGGRESSIONI ALLA SALUTE CIOÈ IDENTIFICAZIONE DEL LORO
RUOLO EZIOLOGICO

3) PREVENZIONE = INTERVENTI ADEGUATI A CONTRASTARE TALI


FENOMENI

IN CLINICA:
LA DIAGNOSI STA ALLA TERAPIA
COME IN IGIENE:
L’EPIDEMIOLOGIA STA ALLA PREVENZIONE
8
Cenni storici sull’evoluzione dell’epidemiologia

9
Ogni figura professionale del settore sanitario necessita di
una formazione epidemiologica di base, in quanto deve
essere in grado di operare secondo lo schema,
fondamentale in medicina, che parte dall’osservazione e
descrizione dell’individuo, delle popolazioni e del loro
ambiente. Da tale l’osservazione vanno isolati i livelli “non
attesi” nella frequenza o nella rilevanza di alcuni dati al fine
di ricercarne le cause, attraverso approfondimenti eziologici
di natura epidemiologica, clinica, analitica, che pongano le
basi per i successivi interventi di prevenzione o di terapia.

Tutti gli strumenti metodologici utilizzati in epidemiologia


permettono di classificare la disciplina in tre grandi categorie:
epidemiologia descrittiva, analitica e sperimentale.
A prescindere dal campo di applicazione (le malattie infettive,
o quelle cronico-degenerative), nel metodo di lavoro saranno
sempre distinguibili TRE FASI:
• La PRIMA, più strettamente descrittiva
• La SECONDA legata alla formulazione e alla verifica di
ipotesi su possibili relazioni causa-effetto
• La TERZA di verifica dell’efficacia di interventi sanitari
(preventivi o terapeutici che siano).
10
Modelli di malattia la cui storia naturale e i metodi di
prevenzione sono stati ricostruiti attraverso ipotesi
epidemiologiche

Sin dal 1975 i metodi utilizzati in Epidemiologia hanno


contribuito a suggerire il tipo probabile di agente e le
modalità di trasmissione, anche a distanza di mesi dal
loro riconoscimento come malattie nuove o emergenti.

1
2
3
4

5
6

1
2
3
4

5
11
6
ESEMPIO:

L’attenzione sulla sindrome da immunodeficienza acquisita

(AIDS) è stata posta inizialmente in termini epidemiologici,

ossia in conseguenza della identificazione di una

popolazione definita (alcune comunità omosessuali di San

Francisco) sulle quali incideva in misura superiore alle altre

popolazioni una particolare patologia (Sarcoma di Kaposi,

polmonite da Pneumocystis carinii). Tale osservazione e

segnalazione epidemiologica ha portato alla ricerca di

fattori causali e di rischio, per mezzo di studi che hanno di

volta in volta tentato correlazioni tra abitudini sessuali

(omosessualità, promiscuità), altri comportamenti

(tossicodipendenza), etnia (Haitiani), provenienza

geografica (Africa) ed insorgenza della sindrome.

Attraverso tali studi si è giunti all’identificazione di un


modello eziopatogenetico della sindrome da
immunodeficienza acquisita su base prevalentemente
epidemiologica; ad esso giungono mano a mano conferme
o precisazioni cliniche, laboratoristiche e su di esso si basano
gli interventi preventivi e i tentativi terapeutici che si vanno
12
approntando.
IL FINE DELLE ATTIVITA’ EPIDEMIOLOGICHE E’ SEMPRE QUELLO
DI COSTITUIRE LA BASE DI CONOSCENZA PER LA PREVENZIONE.

GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE, classicamente definiti di


tutela della salute, e cioè di difesa della salute (logica in
“negativo”) delle comunità dalla aggressione di fattori
morbigeni, attualmente hanno assunto caratteristiche di:

1) INTERVENTI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE

2) INTERVENTI ATTIVI DI SVILUPPO E DI SOSTEGNO VERSO I


DETERMINANTI POSITIVI DELLA SALUTE

Il modello operativo comune a tali interventi e’ quello della


SANITÀ PUBBLICA:

un modello che, per agire efficacemente come


tutela/promozione della salute a livello di popolazione,
prevede il coinvolgimento complessivo di tutte le potenzialità
delle comunità organizzate (culturali, scientifiche, politiche,
istituzionali, sociali, economiche).

In un’ottica di sanità pubblica, tutte le conoscenze dovrebbero


essere finalizzate a programmare gli interventi preventivi più
idonei. 13
SECONDO LA DEFINIZIONE DI WINSLOW (1920)

“LA SANITA’ PUBBLICA È L’ARTE DI PREVENIRE LA MALATTIA,


PROLUNGARE LA VITA, PROMUOVERE LA SALUTE FISICA E
MENTALE ATTRAVERSO UNO SFORZO ORGANIZZATIVO DELLA
COLLETTIVITA’ PER:
-IL RISANAMENTO DELL’AMBIENTE
-IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI
-L’EDUCAZIONE DEL CITTADINO NEI CONCETTI E NEI PRINCIPI
DELL’IGIENE PERSONALE
-L’ORGANIZZAZIONE DI UN SISTEMA SANITARIO E DI ASSISTENZA
FONDATO SULLA DIAGNOSI PRECOCE E SUL TRATTAMENTO
PREVENTIVO DELLE MALATTIE
-LO SVILUPPO DELLA STRUTTURA SOCIALE CHE ASSICURI A
CIASCUNO NELLA COLLETTIVITA’ UNO STANDARD DI VITA
OTTIMALE PER IL MANTENIMENTO DELLA SALUTE”.

AMBITI E APPLICAZIONI DELL’EPIDEMIOLOGIA

14
LA SALUTE
E’ IL CENTRO DI INTERESSE SPECIFICO DELL’IGIENE, IL FINE CUI
SONO ORIENTATE LE SUE ATTIVITA’ DI PREVENZIONE, TUTELA,
PROMOZIONE, L’ARGOMENTO DEI SUOI APPROFONDIMENTI
TEORICI.

Il concetto di salute sembra così intuitivo da poter essere


considerato indefinibile.

Inizialmente essa era definita, in negativo, come ASSENZA DI


MALATTIA ma, a sua volta, la malattia era definita come
“stato dell’animale vivente che non gode di salute, ovvero la
vita fisica in uno stato di imperfezione” (Encyclopedie degli
Illuministi).

Tale “circolo vizioso” e’ stato per la prima volta risolto dalla


metà dell’ottocento, quando la mentalità positivista ha
cercato di avviare le ricerche sulla precisazione del concetto
di SALUTE.

Parallelamente, gli scienziati e l’opinione pubblica iniziarono a


porre in misura crescente il proprio interesse operativo nella
tutela della salute.

La prevenzione iniziava ad avere un posto di rilievo nelle


attività sanitarie e sociali delle collettività umane,
condizionando a sua volta l’evoluzione della definizione di
15
salute.
Una moderna definizione di SALUTE deve tener conto della
unitarietà del complesso UOMO-NATURA-SOCIETÀ, oltre che
della origine sempre più “EXTRANATURALE” o “XENOBIOTICA”
dei fattori di aggressione dell’equilibrio omeostatico degli
individui e degli ecosistemi.

Da tutte le considerazioni appena esposte deriva la


definizione di SALUTE. Definizione OMS – 1948

“Stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non


soltanto assenza di malattia”

Inoltre:

“Art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute


come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della
collettività …”

L’obiettivo generale dell’igiene moderna e della scienza


medica nel suo complesso è quello di costruire e assicurare le
condizioni per cui lo stato di salute - qualità ottimale della vita -
sia il più possibile lo stato “normale” di vita di ogni individuo e
di ogni collettività.
16
“ La PROMOZIONE DELLA SALUTE è il processo che consente
alla gente di esercitare un maggiore controllo sulla propria
salute e di migliorarla.

Questa prospettiva deriva dal concetto di salute come


estensione di ciò che un individuo o un gruppo sia capace di
fare, da un lato di identificare e realizzare le proprie
aspirazioni e soddisfare i propri bisogni, dall’altro di
modificare o adattarsi all’ambiente.

La salute è pertanto vista come una risorsa per la vita di ogni


giorno, non come obiettivo di vita.

E’ un concetto positivo che enfatizza le risorse sociali e


personali ed anche le capacità fisiche.

Supera la semplice proposta di modelli di vita più sani per


aspirare al benessere”
(OMS – Ottawa 1984)

L’applicazione dei risultati degli studi epidemiologici


consente di ottenere la promozione, la protezione e il
recupero della salute, attraverso idonei interventi di
prevenzione e programmazione sanitaria.
17
IMMODIFICABILI
- PATRIMONIO
GENETICO
- SESSO
- ETÀ BIOLOGICA

AMBIENTE FISICO MODIFICABILI:


- ACQUA,ARIA,SUOLO
- AMBIENTI DI VITA STILI DI VITA
- AMBIENTI DI LAVORO……. - ABITUDINI
VOLUTTUARIE
- ABITUDINI
ALIMENTARI
AMBIENTE SOCIALE - COMPORTAMENTI
- CULTURALE CONDIZIONI
- ECONOMICO - CULTURALE
- LAVORATIVO - ECONOMICA
- RELIGIOSO ………. - SOCIALE
- LAVORATIVA
AMBIENTE BIOLOGICO
- MICRORGANISMI
SALUTE RELAZIONI
- VETTORI - AFFETTIVE
- PIANTE E ANIMLI
=
- SOCIALI
- UOMO ………. - FAMILIARI
BEN ESSERE

FISICO SOCIALE
PSICHICO 18
Uno degli strumenti operativi specifici dell’epidemiologia e della

biostatistica è costituito dagli INDICATORI.

Intendiamo per indicatore, in generale, un elemento numerico

che, quantificando il livello di una variabile coinvolta nel

determinismo di un fenomeno complesso, fornisca una

conoscenza delle caratteristiche attuali e delle linee di

tendenza del fenomeno stesso, sufficiente a prendere delle

decisioni operative in merito.

L’uso degli indicatori è particolarmente utile in sanità ove ci si


trova a dover misurare e quantificare fenomeni, quali la salute e
la malattia, a definire i quali concorrono numerosissime variabili.

È necessario individuare quali tra tali variabili rappresentano con


maggior fedeltà il fenomeno nel suo complesso.

A livello degli indicatori si realizza l’integrazione piena tra


esperienza, cultura, professionalità sanitaria e supporto statistico:

È responsabilità degli igienisti ideare, selezionare, applicare gli


INDICATORI SANITARI più idonei a descrivere diversi fenomeni.

19
INDICATORI DELLO STATO DI SALUTE DI UNA
POPOLAZIONE
Descrivono sinteticamente fenomeni di interesse sanitario e
permettono confronti spaziali e temporali.

20
INDICATORI DI ASSISTENZA SANITARIA

• Tali indicatori, usati per quantificare l’attività


sanitaria in ospedale, possono dare un’idea della
funzionalità ospedaliera
• Questi indicatori non esauriscono tutte le misure
utilizzate in ambito sanitario, anche perché
l’introduzione di nuove tecnologie sanitarie rende
dinamica la scelta dell’indicatore ottimale che
permetta di verificare la frequenza degli eventi
sanitari 21
ESMPIO DI INDICATORI DI SORVEGLIANZA
SANITARIA PREVISTI DAL PIANO
NAZIONALE PANDEMICO (2006)

Le attività di sorveglianza, in relazione alle varie fasi del


Piano pandemico, prevedono la rilevazione dei
seguenti indicatori:

1. n. degli accessi al pronto soccorso con cadenza


settimanale
2. n. ricoveri in un campione di comuni
3. mortalità totale in un campione di comuni
4. tassi di assenteismo lavorativo e scolastico in un
campione di comuni

22
SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA NEL
MONDO

La speranza di vita è un indice statistico che indica il numero


medio di anni che una persona può aspettarsi di vivere all'interno
della popolazione in esame, a partire dalla sua nascita (il numero
medio di anni di vita attesa per un neonato)
•È diretta conseguenza del tasso di mortalità e insieme all'indice
di mortalità infantile rispecchia lo stato sociale, ambientale e
sanitario in cui vive una popolazione
23
•È utile per valutare lo stato di sviluppo di una popolazione
SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA IN ITALIA
Andamento negli anni dal 1970 al 2001

Speranza di vita alla nascita, per sesso. Italia


(anni '70-'80-'90 e '99)
85 80
82
80 74,9 77,4 75,8
73,5
75 70,6
70
65 60,9
Uomini
60
Donne
55
50
1970 1980 1990 1999

Anno

2010 in Italia 24
Uomini: 79,1
Donne: 84,3 Fonte: noi-italia.istat.it
TASSO DI NATALITÀ

Il tasso di natalità è il rapporto tra il numero delle nascite in


una popolazione in un periodo di tempo (normalmente un
anno) e la quantità della popolazione media dello stesso
periodo.
Questo tasso viene utilizzato per verificare lo stato di sviluppo
di una popolazione.

25
26
Cedap p12

27
28
29
ELEMENTI DI DEMOGRAFIA

• La demografia (“descrizione di una popolazione”)


è una scienza che studia le popolazioni
descrivendone alcune caratteristiche
fondamentali quali la numerosità, la densità
abitativa, la distribuzione in età e sesso, la
frequenza di nascite, morti, matrimoni, divorzi,
migrazioni, ecc.
• Tale studio è soprattutto finalizzato a chiarire gli
effetti che tali fattori possono avere sulle
condizioni economiche, sociali e culturali della
popolazione.
• La demografia è una disciplina assai vicina
all’epidemiologia, di cui, fra l’altro, condivide
gran parte del metodo di indagine.

Lo studio della demografia rappresenta la base di


partenza per valutare lo stato di salute della
popolazione.

Per le indagini epidemiologiche importanza rilevante assume


la conoscenza della struttura della popolazione per sesso ed
età. 30
La rappresentazione grafica della distribuzione della
popolazione per sesso e classi di età viene comunemente
indicata come PIRAMIDE DELL’ETÀ.

CONFRONTI: ITALIA 1963 - ITALIA 1996

PIRAMIDI COSTRUITE CON


IL NUMERO ASSOLUTO DI
INDIVIDUI

IN ORDINATA VENGONO
POSTE LE CLASSI DI ETÀ

IN ASCISSA VIENE POSTO IL


NUMERO ASSOLUTO DI
INDIVIDUI DI CIASCUN SESSO
PER UNA DETERMINATA ETÀ

31
CONFRONTI: ITALIA 1963 - ITALIA 1996

PIRAMIDI COSTRUITE CON


LE PERCENTUALI

IN ORDINATA VENGONO
POSTE LE CLASSI DI ETÀ

IN ASCISSA VIENE POSTA LA


PROPORZIONE DEGLI
INDIVIDUI DI CIASCUN SESSO
DI UNA CERTA CLASSE DI ETÀ
SULLA POPOLAZIONE TOTALE
A SESSI CONGIUNTI
32
CONFIGURAZIONI TIPICHE DELLE PIRAMIDI DELLE ETÀ
Tappe successive dell’evoluzione di una popolazione

Tipo ad ACCENTO CIRCONFLESSO,


di forma triangolare, con base
larga.
Caratteristico delle popolazioni
“naturali” con forte natalità e forte
mortalità a tutte le età.
Gli adulti sono di poco più
numerosi dei giovani, il numero
degli anziani è assai limitato.

Tipo a CAMPANA, dai contorni


arrotondati e con base media.
Caratteristico dei paesi
demograficamente maturi, nei
quali la mortalità è molto
diminuita a tutte le età e il tasso di
natalità ha subito una flessione,
perché il numero assoluto delle
nascite ha cessato di crescere
annualmente.
Indica una popolazione
“stazionaria”. 33
CONFIGURAZIONI TIPICHE DELLE PIRAMIDI DELLE ETÀ
Tappe successive dell’evoluzione di una popolazione

Tipo a MITRIA o a BULBO, in cui la


base è diventata più stretta.

Caratteristica dei paesi


demograficamente senili.

Il numero assoluto delle nascite


decresce continuamente; la
sostituzione di una generazione
con la seguente non è più
assicurata.

Indica una popolazioni in fase di


“regresso demografico”.

Tipo a SALVADANAIO, in cui la parte


alta ricorda la piramide a bulbo, ma
la base si allarga al di sotto della
strozzatura.

Caratteristica dei paesi con una


ripresa della natalità.

Essa indica il rovesciamento di


tendenza delle nascite in un paese
che in precedenza aveva conosciuto
una decadenza demografica.
34
Indica una popolazione in via di
ringiovanimento demografico.
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE PER SESSO E
PER CLASSI DI ETÀ

(CONFRONTO TRA ITALIA ED EUROPA - 2001)

35

Potrebbero piacerti anche