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Il nostro corpo è composto da cellule che si organizzano in tessuti i quali vanno a formare organi
In particolare:
Il tessuto è un insieme di cellule che aderiscono grazie a uno strato di polisaccaridi e proteine e
comunicano attraverso 3 tipi di giunzioni:
1. Comunicanti, permettono ad acqua e soluti ionici di passare attraverso canali proteici,
presenti soprattutto negli embrioni.
2. Occludenti, fanno aderire tra loro le membrane sigillando gli spazi tra di loro, si trovano
nell’epitelio intestinale.
3. Desmosomi, saldano le cellule tra di loro, impediscono che vi siano fessure, si trovano nella
pelle.
In età adulta alcune cellule, come pelle e globuli rossi, mantengono un alto tasso di mitosi,
Hanno un dotto che riversa il secreto ghiandol Riversano il loro prodotto nel liquido
all’este o, come nel caso delle e interstiziale e da qui nel sangue. I loro
ghiandole sudoripare, oppure verso specializ prodotti sono chiamati ormoni. Le isole di
cavità interne, come per gli enzimi zate Langheras nel pancreas producono insulina
digestivi nello stomaco. nella e glucagone.
secrezio
ne.
1.2 TESSUTO CONNETTIVO
Il tessuto connettivo connette, sostiene e protegge i tessuti. È formato da cellule, come i
fibroblasti, che formano le fibre, e gli osteoblasti che formano l’osso, dalla matrice extracellulare,
formata da sostanza fondamentale con proteine, fibre, acqua e polisaccaridi e infine da cellule
adipose.
1.2.1 sangue
1.2.2 Cartilagine
1.2.3 Osso
1.3 TESSUTO MUSCOLARE
Il tessuto muscolare è il tessuto più abbondante nei vertebrati.
Le sue cellule riescono a contrarsi e si suddivide in:
- Tessuto muscolare striato scheletrico → Muove lo scheletro ed è volontario.
- Tessuto muscolare cardiaco → Costituisce la parete del cuore ed è involontario.
- Tessuto muscolare liscio → Circonda la parete degli organi interni come vescica, stomaco,
utero e vasi sanguigni, è involontario.
2.2 DERMA
3 SISTEMA SCHELETRICO
ENDOSCHELETRO → struttura di
sostegno all’interno del corpo.
Il nostro scheletro è formato da
206 ossa e 68 articolazioni. In
particolare, ci sono 27 ossa per
ciascuna mano, 26 ossa per
ciascun piede e 36 vertebre
separate da dischi cartilaginei.
La funzione dello scheletro è
quella di sostenere il peso del
corpo, permettere i movimenti e
proteggere gli organi interni.
Lo scheletro è facilmente
classificato in:
- Scheletro assile,
comprende il cranio, la
colonna vertebrale, la
gabbia toracica che
proteggono il tessuto
nervoso, il cuore e i
polmoni. Le articolazioni
dello scheletro assile
permettono movimenti
limitati, ma sono molto
robuste e saldamente
rinforzate da legamenti.
- Scheletro appendicolare,
comprende le ossa degli
arti e quelli che li
connettono allo scheletro
assile come le scapole e le
clavicole.
Sulle ossa ci sono solchi e creste. È il luogo in cui si inseriscono i tendini
e i legamenti.
Permettono il passaggio dei
grossi vasi. Compatto → ha una matrice più densa e si trova
nelle diafisi, e nelle lamine esterne delle ossa
Il tessuto osseo, inoltre, può essere piatte. È formato da osteoni, ovvero lamelle di
matrice extracellulare concentriche che
contengono gli osteociti. Tra cellule e lacune si
Le formano dei canalicoli. I vasi sanguigni e linfatici
Spugnoso → è ricco di trabecole ossee, ovvero oss entrano ell’osso dal periostio sfruttando i
colonne ossificate di matrice extracellulare e a canali perforanti (o canali di Volkmann)
osteociti, e con parti lacunose che contengono le pos perpendicolari alla diafisi, mentre i canali
cellule e comunicano con canalicoli. son centrali (canali di Havers ) sono paralleli alla
lunghezza dell’osso.
o essere classificate in:
- Piatte, sono sottili, ma robuste.
- Irregolari, come le vertebre.
- Lunghe.
- Brevi, come polsi e caviglie.
Nelle ossa lunghe è possibile individuare 3 parti.
• Epifisi → sono le estremità dell’osso, sono formate da tessuto spugnoso e contengono il midollo
osseo rosso.
• Diafisi → è la porzione centrale, la cavità midollare contiene il midollo osseo rosso nel bambino e
giallo nell’adulto.
• Metafisi → è la porzione intermedia tra epifisi e diafisi. Qui avviene il processo di crescita
dell’osso.
Le ossa, inoltre, sono rivestite sia internamente, sia esternamente. In particolare:
Endostio Periostio
↓ ↓
È una guaina di tessuto connettivo denso È una sottile membrana che contiene uno
irregolare e protegge l’osso, passano strato di cellule che formano o
nervi e vasi. distruggono l’osso.
La crescita delle ossa è favorita dalla presenza di condrociti, cellule cartilaginee che si dividono
continuamente. La crescita è proporzionale al diametro, infatti, l’osso si accresce disponendo
nuova matrice esterna. Gli osteoblasti creano l’osso e diventano osteociti, mentre gli osteoclasti lo
N.B.
Ciascun processo articolare presenta una
superficie liscia e concava detta fascetta
articolare.
I muscoli sono costituiti da cellule allungate dette fibre muscolari o fibrocellule muscolari lisce. In
particolare, nelle cellule ci sono le miofibrille, proteine che permettono la contrazione del
muscolo.
Il sistema muscolare si suddivide in:
- Muscoli scheletrici al microscopio appaiono striati e sono muscoli volontari.
- Muscolo cardiaco, è un muscolo striato, ma involontario.
- Muscolatura liscia, è responsabile dei
movimenti involontari. Si trova negli
organi interni, permette il flusso di
liquidi tra le cavità corporee.
I muscoli scheletrici mantengono la postura,
regolano la temperatura corporea e
permettono la comunicazione non verbale.
Sono attaccati alle ossa mediante i tendini e
la loro meccanica si basa sulla coppia
agonista/antagonismo.
U us olo si o t ae e l’alt o
si flette.
La contrazione è un meccanismo «tutto o niente». Ogni fibra, infatti, o si contrae o non si contrae.
Il controllo sulla forza dipende dalla frequenza dello stimolo nervoso e dal numero di fibre
coinvolte. Vi è una fase di eccitazione seguita da rilassamento. Per mantenere la postura si ha
un’alternanza di contrazione e rilassamento che determina il tono muscolare. Quando la
frequenza dello stimolo è così alta da non permettere il rilassamento, si parla di tetano completo o
incompleto.
Ogni fibra muscolare è una cellula plurinucleata la cui membrana si chiama sarcolemma. Nel
citoplasma ci sono le miofibrille parallele alla lunghezza della cellula. Ogni miofibrilla, è composta
da unità dette sarcomeri, ed è circondata dal reticolo sarcoplasmatico, attraversato da tubi
trasversali (sistema T). Ogni sarcomero è formato da filamenti spessi, costituiti da miosina e
filamenti sottili di actina. La linea Z è una zona proteica alla quale sono ancorati i filamenti sottili di
sarcomeri adiacenti.
5 SISTEMA NERVOSO
I neuroni sono cellule che inviano informazioni da una parte all’altra del corpo. I neuroni possono
essere:
- Sensoriali → i evo o e t as etto o i fo azio i se so iali al siste a nervoso centrale.
- Motori → mandano impulsi dal sistema nervoso centrale a organi effettori, come muscoli o
ghiandole.
- Interneuroni → trasmettono i segnali all’interno dell’encefalo e del midollo spinale.
Ogni cellula nervosa è caratterizzata da:
- Corpo cellulare, assone e dendriti
- Cono di emergenza, da cui ha origine l’impulso nervoso
- Terminazione assonica, struttura finale dell’assone a forma di bottone tramite la quale
l’impulso passa a un organo effettore o a un altro neurone.
L’assone è ricoperto da una guaina mielinica che rende l’impulso più veloce e unidirezionale.
Le cellule gliali circondano i neuroni, provvedono al loro nutrimento, rimuovono i rifiuti,
accelerano la conduzione dell’impulso, hanno funzione di sostegno, isolamento e protezione e
occupano il 50% del tessuto nervoso.
La dura madre → è la più esterna e resistente, in stretta relazione con le ossa del cranio
e la colonna vertebrale
L’a a oide → è lo strato sottostante, percorsa da filamenti che si agganciano allo
strato più interno delle meningi
La pia madre → è a diretto contatto con la massa nervosa, sottile e ricca di capillari.
Tra l’aracnoide e la pia madre vi è uno spazio, lo spazio subaracnoideo, in cui è contenuto il liquido
cefalorachidiano. Lo spazio subaracnoideo è a contatto con quattro cavità chiamate ventricoli
cerebrali. Il liquido cefalorachidiano è limpido e incolore. Viene prodotto dai capillari dei ventricoli
cerebrali, scorre nello spazio subaracnoideo che comunica con il canale centrale del midollo
spinale e viene poi filtrato. È un ammortizzatore, nutre i neuroni grazie al trasporto di glucosio e
ossigeno e preleva le sostanze di rifiuto. Insieme alle ossa craniche, alle vertebre, alle meningi,
anche il liquor protegge il SNC da traumi e sbalzi di temperatura.
Il SNC non è in grado di gestire sbalzi di temperatura o eccessi di materiali di rifiuto e non può
venire a contatto con gli ioni.
I capillari che irrorano l’encefalo sono impermeabili alla maggior parte delle sostanze chimiche e
formano la barriera emato-encefalica. Attraverso l’endotelio passa, quindi, solo il glucosio, l’acqua,
gli amminoacidi essenziali e alcune sostanze come le molecole liposolubili, gas, nicotina, alcol e
anestetici. Il midollo spinale costituisce un collegamento tra encefalo e corpo. È diviso in sostanza
grigia e sostanza bianca.
È formata dagli assoni dei neuroni sensoriali e
motori, si trova nella zona periferica e riveste la
sostanza grigia. È suddivisa in:
Frontale
Parietale
Occipitale
Temporale
I lobi sono divisi da un solco centrale (scissura di Rolando) e un solco laterale (scissura di Silvio).
L’emisfero sinistro controlla il linguaggio e la mano più usata. L’emisfero destro è collegato alla
percezione dello spazio.
Esistono aree mappate in relazione alla funzione che svolgono. Queste sono:
- Corteccia motoria è un’area situata immediatamente davanti al solco centrale
- Corteccia sensoriale è l’area del lobo parietale, situata immediatamente dietro al solco
centrale
- Corteccia uditiva situata nel lobo temporale
- Corteccia visiva occupa il lobo occipitale
La rappresentazione è basata sulla porzione anatomica attivata o stimolata che corrisponde ad un
volume maggiore o minore di corteccia deputata a un determinato distretto corporeo.
Area di Broca: controlla i movimenti dei muscoli delle labbra, della lingua, delle mandibole e delle
corde vocali, un danno in questa area causa un linguaggio lento e faticoso o l’impossibilità di
parlare.
Area di Wernicke: è adiacente alla corteccia uditiva, un danno localizzato in quest’area dà luogo a
un linguaggio fluente, ma spesso privo di senso, e una riduzione della comprensione del linguaggio
scritto e parlato.
Gli emisferi cerebrali sono formati da sostanza bianca costituita da fibre che mettono in
comunicazione parti diverse dello stesso emisfero o dirette verso il midollo spinale.
L’emisfero destro comunica con quello sinistro attraverso il corpo calloso. Immersi nella sostanza
bianca troviamo i nuclei dei neuroni implicati nel movimento, nel regolare le vie che partono dalla
corteccia motoria per determinare l’inizio e la fine di un movimento.
5.2.1 Sonno
L’uomo ha cicli alternati di sonno di 8 ore. Il sonno si compone di cinque stadi:
1. Sonno leggero
2. Due stadi intermedi, sonno delta
3. Sonno profondo
4. Sonno REM, (Rapid Eye Movements) è caratterizzato da rapidi movimenti degli occhi
5.2.2 la memoria
Può essere a breve e a lungo termine. Il passaggio dalla prima alla seconda avviene quando si
ripete nel tempo un’azione. Studiare in modo affrettato il giorno prima della verifica coinvolge la
memoria a breve termine. Anche l’emozione contribuisce a spostare un evento o un concetto nella
memoria a lungo termine. Le
regioni implicate nel
mantenimento della memoria
sono:
- Ippocampo e amigdala
- Talamo
- Prosencefalo basale
- Parte del lobo frontale e
della corteccia
prefrontale.
I neuroni specchio hanno la capacità di creare un ponte emotivo con gli altri dipende da questo
tipo di neuroni. A causa di questi neuroni ci commuoviamo davanti a un film o ci lasciamo
coinvolgere dalle situazioni emotive. Vengono liberati i neurotrasmettitori come se fossimo noi i
protagonisti. Potrebbe essere una delle cause dell’autismo.
Si trovano anche:
- Le cellule gliali circondano i neuroni, provvedono al loro nutrimento, rimuovono i rifiuti,
accelerano la conduzione dell’impulso, hanno funzione di sostegno, isolamento e
protezione e occupano il 50% del tessuto nervoso.
- Gli astrociti formano una barriera tra neuroni e capillari sanguigni, a livello periferico,
questa funzione viene svolta dalle cellule satelliti.
- Gli oligodendrociti, a livello centrale, e le cellule di Schwann a livello periferico, si
avvolgono a spirale intorno agli assoni formando una guaina ricca di mielina.
Gli oligodendrociti forniscono la guaina mielinica a più neuroni, mentre ogni cellula di Schwann si
dedica a un solo neurone. La guaina mielinica non è continua, ma presenta delle interruzioni a
intervalli regolari, i nodi di Ranvier. Il cono di emergenza è privo di guaina mielinica.
In seguito, si aprono i canali K+ e gli ioni fuoriescono dall’assone. Il potenziale elettrico si abbassa.
Gli ioni escono per gradiente di concentrazione, producendo una fase post-iperpolarizzante del
potenziale di azione che arriva anche fino a -80mV. I canali si chiudono e grazie alla pompa sodio-
potassio viene ripristinato il potenziale di riposo: fase di ripolarizzazione.
In un millisecondo, ogni canale ionico consente il passaggio di circa 7000 ioni Na + e K+. I potenziali
d’azione si muovono lungo l’assone con modifiche nelle concentrazioni ioniche vicine alla
membrana che non influiscono sulle concentrazioni interne degli stessi ioni.
Il cono d’emergenza è primo
punto nel quale si manifesta
il potenziale d’azione.
Questo, si autopropaga, in
particolare, gli ioni carichi
positivamente passano
all’area adiacente allo
stimolo. Ne deriva una
parziale depolarizzazione, da
-70mV a -50mV, che è il
valore soglia che permette
l’apertura dei canali del
sodio a controllo di
potenziale.
L’assone conduce l’impulso per tutta la sua lunghezza senza che diminuisca di intensità. Il
potenziale d’azione è, inoltre, unidirezionale ovvero il sito immediatamente precedente al
passaggio del potenziale ha un periodo refrattario di iperpolarizzazione dove i canali del sodio non
possono aprirsi. Segue la regola del tutto o niente cioè, si genera un potenziale solo se lo stimolo
è forte, e il valore resta sempre costante. La variazione di forza dello stimolo si traduce in un
aumento nella frequenza con cui vengono generati gli impulsi.
5.3.4 Le sinapsi
Le sinapsi sono giunzioni specializzate attraverso cui viaggiano i segnali da un neurone all’altro.
- Sinapsi elettrica anche detta, giunzione comunicante. Il potenziale elettrico si trasmette
senza interruzioni e con la stessa frequenza da un neurone all’altro o all’organo effettore.
Sono presenti nel cuore e nel tubo digerente.
- La sinapsi chimica i due neuroni sono separati dallo spazio sinaptico. Il messaggio passa
attraverso i neurotrasmettitori e l’intensità è maggiore all’aumentare delle molecole
rilasciate.
Le sinapsi possono essere:
- Sinapsi eccitatorie se il neurotrasmettitore induce l’apertura dei canali per il sodio
provocando la depolarizzazione della membrana.
- Sinapsi inibitorie se il neurotrasmettitore impedisce l’apertura dei canali del sodio o
apre i canali per il cloro ottenendo quindi un’iperpolarizzazione. L’impulso proveniente da
altre sinapsi eccitatorie passerà, quindi, con difficoltà.
Fenomeno della sommazione l’informazione ottenuta è il risultato dell’elaborazione e
dell’integrazione di tutti gli impulsi ricevuti.
5.6.2 Propriorecettori
Si dividono in:
- Fusi neuromuscolari, sono sensibili allo stiramento delle fibre muscolari, e informano il SNC
della posizione del muscolo nello spazio, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio.
Sono infatti presenti anche nell’orecchio interno
- Organi di Golgi, sono i meccanorecettori di tendini e legamenti. Sono stimolati a seguito di
una contrazione eccessiva del muscolo che si traduce in una inibizione utile per impedire gli
strappi muscolari.
5.6.4 Occhio
L’occhio è il recettore più sviluppato e interessa il 70% di tutti i recettori di senso.
Il bulbo oculare è una sfera cava di 2,5 cm di diametro. In ogni occhio vi sono 125 milioni di
fotorecettori sensibili alla luce, che trasmettono l’impulso al SNC. Questi, sono suddivisi in coni e
bastoncelli.
La camera anteriore, contiene l’umor acqueo, prodotto a livello dei corpi ciliari e portato nella
porzione tra cornea e sclera. Questo, subisce un ricambio completo in 90 minuti. Fornisce le
sostanze di nutrimento alla cornea e al cristallino e aiuta a mantenere costante la pressione
all’interno dell’occhio.
L’umor vitreo, è una sostanza gelatinosa che aiuta a mantenere la giusta pressione endoculare. Si
corteccia occipitale.
MIOPIA il bulbo oculare è troppo lungo
rispetto al normale o il cristallino è
eccessivamente incurvato.
IPERMETROPIA il bulbo oculare è troppo
corto e il cristallino poco incurvato.
5.6.5 Orecchio
L’orecchio serve a percepire i suoni e a
mantenere l’equilibrio.
Le porzioni più esterne servono per
raccogliere e trasmettere le onde
acustiche, in quelle interne, invece, troviamo i meccanorecettori per udito ed equilibrio. È
composto da 3 strutture:
1. ORECCHIO ESTERNO, è scavato nell’osso temporale. Ed è formato dal padiglione auricolare
e dal condotto uditivo in fondo al quale si trova la membrana timpanica. L’epitelio del
condotto è ricco di ghiandole ceruminose che producono il cerume, utile per bloccare
l’ingresso di corpi estranei.
2. ORECCHIO MEDIO, contiene 3 ossicini chiamati incudine, staffa e martello, che
congiungono il timpano alla finestra ovale, una membrana che separa l’orecchio medio da
quello interno. La tuba uditiva o tromba di Eustachio è un condotto che connette
l’orecchio con la faringe. La tromba di Eustachio è chiusa e si apre quando deglutiamo o
sbadigliamo, permettendo l’entrata di aria nell’orecchio medio e regolando la pressione
atmosferica sulla membrana timpanica.
3. ORECCHIO INTERNO, è costituito dai canali semicircolari, dal vestibolo e dalla coclea. La
coclea rappresenta l’organo uditivo vero e proprio.
L’orecchio interno è avvolto da un liquido composto di:
o Perilinfa, presente tra l’osso temporale e le strutture membranose
o Endolinfa, si
trova all’interno
della coclea, del
vestibolo e del
canale
semicircolare.
Le onde sonore che giungono
all’orecchio esterno sono
incanalate verso il timpano, che
vibra. Le vibrazioni sono
trasmesse attraverso gli ossicini alla membrana della finestra ovale, che genera onde di pressione
nel fluido che riempie la coclea, divisa in 3 cavità. Nel canale centrale c’è l’organo del Corti, che
poggia sulla membrana basilare, sovrastata dalla membrana tettoria.
Le onde di pressione dell’endolinfa fanno vibrare la membrana basilare in modo disuniforme, così,
le cellule ciliate dell’organo del Corti vengono spinte contro la membrana tettoria e si ha un
rilascio di neurotrasmettitori. Il nervo cocleare arriva al midollo allungato, al talamo e alla
corteccia uditiva situata nel lobo temporale.
Il vestibolo è formato da due porzioni membranose e dilatate dette sacculo e utricolo. All’interno
ci sono i recettori per l’equilibrio statico, formati da cellule ciliate messe all’interno di porzioni
dette macule. Nelle macule, le cellule recettrici hanno le ciglia immerse in una sostanza gelatinosa
ricca di otoliti, cristalli di carbonato di calcio. Quando muoviamo la testa si spostano l’endolinfa e
la gelatina ricca di otoliti, inducendo la flessione delle ciglia e la trasmissione dello stimolo.
L’equilibrio dinamico si regola nei tre canali semicircolari, ciascuno disposto su un piano
perpendicolare rispetto agli altri due.
Nell’ampolla, troviamo le creste ampollari, strutture vestibolari formate da cellule ciliate
sovrastate da una cupola gelatinosa. Il movimento stimola lo spostamento del liquido e quindi
della cupola e delle
ciglia dei recettori,
con stimolazione
dei dendriti
sensoriali. Le
informazioni
arrivano al midollo
allungato e al
cervelletto dove
vengono integrate
con quelle di altri
propriorecettori.
6 SISTEMA CARDIOVASCOLARE
Fanno parte del sistema cardiovascolare il cuore e i vasi sanguigni, rete di canali di diametro
differente:
- I capillari, sono vasi che si ramificano fino a diventare così piccoli da inserirsi tra le cellule.
- Arterie, sono vasi che trasportano il sangue dal cuore alla periferia del corpo.
- Vene, sono vasi che portano sangue e scorie dalla periferia verso il cuore.
La circolazione sanguigna è divisa in:
- Circolazione sistemica il
sangue parte dal ventricolo
sinistro e attraverso l’arteria
Aorta e le sue diramazioni
arriva a tutti gli organi e tessuti,
lasciando ossigeno e sostanze
nutritive attraverso i capillari.
Le vene fanno ritornare il
sangue ricco di scorie verso il
cuore, tramite la vena cava
inferiore e la vena cava
superiore, che raccolgono il
sangue dalla porzione inferiore
e superiore del corpo, il sangue
viene riversato nell’atrio destro.
o Circolazione portale
epatica avviene a
livello delle vene
dell’intestino, che
trasportano anche
molecole ottenute dalla
digestione di un pasto.
Attraverso la vena porta, queste sostanze giungono al fegato dove vengono
trasformate in molecole utilizzabili dall’organismo. Quest’ultime, tramite le vene
epatiche e la vena cava inferiore vengono portate alla parte destra del cuore.
- Circolazione polmonare il sangue parte dal ventricolo destro e tramite le arterie
polmonari destra e sinistra viene pompato ai polmoni. Le 4 vene polmonari riportano il
sangue nell’atrio sinistro.
6.1 IL SANGUE
Funzioni del sangue:
- Distribuisce ossigeno e nutrienti alle cellule
- rimuove sostanze di scarto come l’urea
- Trasporta sostanze importanti come ormoni ed enzimi
- Interviene nella termoregolazione
- Regola il PH dei fluidi corporei
- Protegge dalle ferite attraverso la coagulazione
È un tessuto
connettivo fluido,
viscoso, rosso, con un
PH leggermente
alcalino.
Un uomo di 75 kg
possiede circa 6 litri di
sangue.
Il 55% è formato da
plasma, un liquido
giallo paglierino,
mentre il 45% è
formato da elementi
figurati, ossia globuli
rossi, globuli bianchi,
e piastrine.
6.1.1 Il plasma
È formato da acqua e
soluti organici e
inorganici, contiene
ioni e molecole
nutritive essenziali
per i processi vitali delle cellule. Nel plasma troviamo materiali di rifiuto come l’anidride carbonica
proteine plasmatiche come:
- Fibrinogeno, coinvolto nella coagulazione del sangue
- Globuline, difendono il corpo da agenti estranei
- Albumina, trasporta ormoni e acidi grassi.
Togliendo il fibrinogeno e le altre proteine dal plasma si ottiene il siero, che sterilizzato e purificato
può essere usato per fornire ai pazienti una migliore difesa immunitaria.
6.1.4 Piastrine
Le piastrine sono frammenti cellulari di forma irregolare, con diametro di 2 micrometri. Sono
prodotte nel midollo osseo a partire da cellule chiamate megacariociti. Vivono per 7-8 giorni e
muoiono nella milza e nel fegato, promuovono la coagulazione del sangue e tamponano vasi
sanguigni rotti. In carenza di piastrine sono frequenti emorragie spontanee evidenziate dalle
petecchie emorragiche, piccole chiazze sotto pelle.
6.1.5 Emopoiesi
L’emopoiesi è il processo di produzione dei globuli rossi, regolato da ormoni come l’eritropoietina
secreta dal rene. Queste si originano dalle cellule staminali mieloidi e linfoidi.
- Eritrociti
- Leucociti
- Linfociti T
- Monociti
- Linfociti B
6.1.6 Coagulazione
- Linfociti Natural Killer
1. Contrazione delle cellule muscolari lisce del vaso danneggiato e attivazione delle fibre
dolorifiche con il rilascio di serotonina che induce la vasocostrizione riducendo le perdite
ematiche.
2. Le piastrine si agganciano alla parete interrotta e richiamano altre piastrine, diventano
appiccicose.
3. Il fattore tissutale presente sulla superficie esterna delle cellule, quando reagisce con una
specifica proteina plasmatica, si avviano reazioni chimiche a cascata che culminano con la
conversione del fibrinogeno in fibrina.
4. Le molecole di fibrina formano una rete che intrappola i globuli rossi e le piastrine,
dando origine al coagulo.
5. Il coagulo si contrae tirando l’uno verso l’altro i margini della ferita. In questo modo, si
forma una barriera che impedisce la perdita di liquidi vitali e l’ingresso di microrganismi
infettivi.
PRELIEVO E ANALISI DEL SANGUE viene praticato a digiuno attraverso la vena cefalica del
braccio. Nelle provette, viene aggiunto l’anticoagulante e infine il campione viene centrifugato.
EMOCROMO è il conteggio dei globuli rossi, dei globuli bianchi, delle piastrine, delle molecole di
emoglobina, della grandezza dei globuli rossi, della quantità media di emoglobina per globulo
rosso.
EMATOCRITO è la percentuale di volume occupata da elementi figurati rispetto al volume
complessivo del sangue.
FORMULA LEUCOCITARIA i globuli bianchi presenti in maggior numero sono i granulociti
neutrofili, seguiti dai linfociti. Un aumento dei neutrofili indica che c’è un’infezione in corso. Un
aumento degli eosinofili o dei basofili può indicare un’allergia. I monociti vengono richiamati per la
formazione dei macrofagi, in gran numero possono indicare un’infezione. L’aumento dei linfociti
può segnalare un attacco virale o un’infiammazione cronica.
TRASFUSIONE E GRUPPI SANGUIGNI le trasfusioni diventarono sicure con la scoperta dei gruppi
sanguigni umani. I 4 gruppi sanguigni sono determinati da un gene che possiede 3 alleli e i globuli
rossi sono caratterizzati dagli antigeni, molecole che l’organismo non riconosce come proprie. Se si
esegue una trasfusione con dei gruppi sanguigni non compatibili si ha agglutinazione, ovvero il
fenomeno che compare quando antigeni e anticorpi si legano dando origine ad ammassi che
potrebbero ostruire i capillari. L’agglutinazione induce l’emolisi, ossia la rottura dei globuli rossi
con il rilascio di emoglobina. I gruppi sanguigni devono, quindi, essere compatibili. Se i globuli rossi
hanno un antigene estraneo, vi sarà reazione con gli anticorpi del plasma.
Il gruppo 0 non ha antigeni, quindi è un donatore universale.
Il gruppo AB non ha anticorpi quindi è un ricevente universale.
Il fattore Rh è stato isolato per la prima volta nella scimmia Macacus rhesus. È un altro antigene
presente sulla superficie dei globuli rossi, importante in gravidanza. Il feto riceve gli anticorpi dalla
madre, tra cui quelli contro il fattore Rh, che dipende dalla presenza di un allele dominante, ed è
assente negli omozigoti recessivi. Un tempo era una delle cause più frequenti di decessi
neonatali. Il problema si risolve ora iniettando alla madre Rh-negativa, entro 72 ore dal primo
parto, anticorpi contro i globuli rossi fetali Rh-positivi. Il processo viene ripetuto alla nascita di un
altro figlio Rh-positivo.
6.2 IL CUORE
Si trova nella cavità toracica e ha le dimensioni di un pugno. Pesa 300g circa ed è suddiviso in due
atri e due ventricoli. La punta del cuore si trova in contatto con il diaframma. La parte sinistra del
cuore è più sviluppata. Il miocardio è un tipo di tessuto muscolare particolare che costituisce le
pareti del cuore. L’endocardio riveste le pareti interne del cuore e infine il pericardio riveste
esternamente le pareti del cuore. Le arterie coronarie portano le sostanze nutritive e l’ossigeno al
miocardio. Si ramificano a partire dall’aorta e danno origine a una fitta rete di capillari.
La contrazione del cuore avviene partendo dagli altri. I due atri, in particolare, si contraggono
all’unisono, così come i ventricoli. Si alterno fasi di sistole, ovvero di contrazione e di diastole,
ovvero di rilassamento, durante le quali, le cavità possono riempirsi di sangue. Il ciclo cardiaco è
l’insieme di sistole e diastole sia degli atri sia dei ventricoli e dura 0,8 secondi in tutto. Quando gli
atri sono in diastole, i ventricoli sono in sistole e viceversa.
In un adulto a riposo, si hanno circa 70 battiti al minuto, sotto sforzo, la frequenza può superare il
doppio.
Le valvole tra atri e ventricoli si chiudono per evitare un reflusso di sangue verso gli atri. Le valvole
cardiache sono:
1. Valvola tricuspide, a destra e valvola bicuspide, a sinistra sono poste tra gli atri e i
ventricoli.
2. Valvole semilunari, sono poste all’uscita dei ventricoli.
Le valvole tra i ventricoli e la vena o l’arteria si chiudono per evitare che il sangue ritorni al
ventricolo.
La contrazione è stimolata dallo stesso muscolo cardiaco. Le fibre si auto-contraggono diffondendo
la contrazione alle cellule che si trovano nei nodi e nei fasci. Il nodo senoatriale o pacemaker è
situato nell’atrio destro ed è formato da cellule muscolari che possono dare avvio alla contrazione.
Le strie intercalari conducono in modo rapido e gli impulsi elettrici fra cellule adiacenti.
Una parte della corrente elettrica degli impulsi cardiaci si trasmette ai liquidi corporei e può essere
misurata con degli elettrodi disposti sul torace. L’elettrocardiogramma è uno strumento
diagnostico che misura:
- Onda P corrisponde alla contrazione degli atri
- Complesso QRS corrisponde alla contrazione dei ventricoli
- Onda T corrisponde al rilassamento dei ventricoli
Ogni ripetizione P-QRS-T corrisponde a un ciclo cardiaco. L’ampiezza delle onde e la distanza tra
l’una e l’altra fornisce informazioni sulla contrattilità del cuore.
Il sistema nervoso regola il ritmo e la
potenza delle contrazioni del miocardio,
non innesca, ma può accelerare o
rallentare il battito. Anche alcuni
ormoni e ioni possono regolare
chimicamente la frequenza cardiaca. Il
ritmo cardiaco cambia in funzione
dell’attività svolta. In caso di attività
fisica, deve far fronte a un aumento del
fabbisogno di ossigeno richiesto dai
muscoli.
I barorecettori registrano la pressione del
sangue in uscita dal ventricolo sinistro,
mentre i chemiorecettori registrano le
variazioni di H+, CO2 e O2. Le informazioni
vengono raccolte da un centro nel
midollo allungato. Dal centro, escono
fibre nervose che provocano
l’accelerazione o il rallentamento del
battito.
Adrenalina e noradrenalina sono gli
ormoni della regolazione chimica del
cuore, in particolare aumentano la frequenza cardiaca e la forza di contrazione del cuore. Vengono
rilasciati in caso di paura, stress e aumento dell’attività fisica.
I capillari hanno pareti sottili formate da un unico strato di endotelio e sono i soli a permettere,
per diffusione, lo scambio di sostanze nutritive, O2, CO2 e altre molecole tra sangue e liquidi
extracellulari. La filtrazione è la prima fase di fuoriuscita di acqua e soluti. Segue poi una fase di
riassorbimento durante la quale la parte liquida tende a rientrare per osmosi.
EDEMA rottura dell’equilibrio tra i fluidi che provoca l’accumulo di liquidi all’esterno del
capillare. Edema polmonare, accumulo di liquidi negli alveoli.
La pressione sanguigna è la misura della forza per unità di superficie esercitata dal sangue contro
le pareti dei vasi sanguigni. Varia in modo proporzionale a ritmo e forza delle contrazioni, alla
resistenza vascolare e al flusso ematico. Viene misurata a livello dell’arteria brachiale nella parte
alta del braccio con lo sfigmomanometro e lo stetoscopio. La pressione sanguigna in un adulto è di
circa 120mm di mercurio quando i ventricoli si contraggono (fase di sistole) e 80mm di mercurio
quando si rilasciano (fase di diastole). (120/80).
RESISTENZA VASCOLARE è la forza di attrito data dallo scorrimento del sangue nei vasi.
Maggiore è la resistenza e maggiore è la pressione. È direttamente proporzionale alla viscosità del
sangue e alla lunghezza del vaso ed è inversamente proporzionale al diametro del vaso stesso. Una
dieta povera di grassi aiuta a prevenire l’ipertensione.
La regolazione del flusso sanguigno avviene in due modi:
- VASOCOSTRIZIONE Grazie alla contrazione della muscolatura liscia, diminuisce il flusso
sanguigno. Il lume delle arteriole diventa più piccolo.
- VASODILATAZIONE Grazie al rilassamento della muscolatura liscia, si ha un aumento del
flusso sanguigno nei capillari.
I muscoli lisci sono controllati da:
- Nervi del sistema nervoso autonomo
- Concentrazione di ormoni come adrenalina e noradrenalina
- Peptidi cardiaci, che regolano il volume dei vasi e l’equilibrio idrosalino
- Renina, rilasciata dal rene in caso di ridotto apporto ematico
- Istamina, sostanze ingerite o inalate come
la caffeina (vasocostrittore, utile nelle cefalee) e la
nicotina o l’alcool (vasodilatatori).
7 IL SISTEMA RESPIRATORIO
A livello cellulare, indica le reazioni chimiche che avvengono nei mitocondri, che richiedono
ossigeno e sono fonte di energia
A livello di organismo, indica il processo con il quale si assume ossigeno e si elimina
diossido di carbonio da e verso l’esterno.
METABOLISMO BASALE è il consumo di energia minimo in condizioni di riposo. È direttamente
proporzionale al consumo di ossigeno. I tassi metabolici aumentano con l’attività fisica poiché chi
svolge un esercizio fisico necessita di una quantità di glucosio 15-20 volte superiore a chi si trova a
riposo e di conseguenza ha anche bisogno di più ossigeno.
La ventilazione polmonare, ovvero il processo di entrata e uscita di ari dal sistema respiratorio, è
suddivisa in:
- Respirazione esterna, avviene a livello degli alveoli polmonari con lo scambio di ossigeno e
diossido di carbonio tra l’aria che entra e il sangue
- Respirazione interna, avviene a livello cellulare e riguarda lo
scambio di gas tra sangue e liquido extracellulare.
In entrambi i casi, lo scambio di gas avviene per diffusione.
La pressione atmosferica viene misurata attraverso un barometro,
ovvero un tubo di vetro di mercurio, chiuso da un lato e capovolto
in una bacinella di mercurio. A livello del mare, l’aria circostante
esercita una pressione di 1atm, ossia 1Kg per cm2, che corrisponde
a una colonna d’acqua alta 10 metri o a una colonna di mercurio
alta 760mm.
L’aria è una miscela di gas e la pressione in questo caso è data dalla
somma delle pressioni parziali esercitate dai singoli gas che la
compongono. La pressione di ogni gas è proporzionale alla sua
concentrazione nella miscela. Durante la diffusione, ciascun gas
tende a spostarsi da una ragione con pressione parziale maggiore a
una minore.
Il sistema respiratorio è composto da:
- Porzione di conduzione, ha la funzione prevalente di trasportare l’aria e comprende il naso,
la faringe, la laringe, la trachea, i bronchi, i bronchioli e i bronchioli terminali.
- Porzione polmonare, comprende gli alveoli,
le strutture dove avviene lo scambio di gas
con il sangue.
Vediamo quindi:
- Vie aeree superiori naso e faringe
- Vie aeree inferiori laringe, trachea,
bronchi e polmoni
L’aria può entrare dalla bocca e dalle cavità nasali
che la riscaldano e trattengono le impurità, passa
quindi alla faringe.
7.1.1 Il naso
Il naso è l’entrata preferenziale dell’aria a riposo. È formato, all’esterno, da cartilagine. La cavità
nasale, invece, è divisa in due dal setto nasale formando così le due narici. Sono presenti, inoltre,
tre conche (superiore, media e inferiore) costituite da ripiegamenti, chiamati turbinati, che
aumentano la superficie di contatto con l’aria. Le impurità vengono quindi trattenute nel muco e
l’aria viene riscaldata.
Nel naso ci sono cellule caliciformi che producono muco con la funzione di trattenere le particelle
di polvere e rendere l’aria in entrata umida. Sono cellule ciliate, le cui ciglia muovono il muco verso
la faringe e la sua deglutizione è uno dei primi meccanismi di difesa contro i microrganismi esterni.
Fumo e sbalzi di temperatura paralizzano queste ciglia rendendole meno efficienti.
Le cellule olfattive trasmettono al cervello le informazioni sugli odori. I condotti naso-lacrimali,
raccolgono le lacrime, mentre i seni paranasali umidificano e riscaldano l’aria.
7.1.2 La faringe
La faringe è un organo muscolare che comunica sia con il sistema respiratorio sia con il sistema
digerente. Nella faringe sono presenti le tonsille, ghiandole del sistema immunitario e lo sbocco
dell’orecchio mediante le trombe di Eustachio. Quando la pressione cambia, attraverso la
deglutizione o gli sbadigli si aumenta la pressione faringea e quindi quella dell’orecchio. Dalla
faringe partono due canali:
- Trachea
- Esofago
La faringe si trova in continuità con la laringe.
7.1.3 La laringe
La laringe si trova davanti all’esofago e prima della trachea. È formata da otto cartilagini rigide,
quella tiroidea protegge la parte anteriore della ghiandola e da una elastica detta epiglottide, che
si chiude al passaggio del cibo.
POMO D’ADAMO è una sporgenza che si muove verso l’alto durante la deglutizione. È visibile
nei maschi ed è formato da cartilagine tiroidea e strato adiposo.
GLOTTIDE è il sito della fonazione e contiene le corde vocali, queste sono lamine di tessuto
elastico che vibrando al passaggio dell’aria producono suoni di diversa intensità.
Dalla laringe l’aria passa alla trachea.
7.1.4 Trachea
Ha le pareti rinforzate da anelli cartilaginei a forma di C. Su un lato, l’anello a contatto con
l’esofago si interrompe e rimane solo una membrana muscolare.
La trachea si interrompe a livello della quinta vertebra toracica, dove si origina il bronco principale
sinistro e destro.
La trachea si divide in due bronchi principali, che si dividono in ramificazioni più piccole, i
bronchioli.
7.1.6 Polmoni
I polmoni sono organi spugnosi a forma di cono che occupano gran parte della cavità toracica.
La pleura è una membrana sierosa che avvolge i polmoni ed è formata da due foglietti:
- Foglietto parietale, riveste la cavità toracica
- Foglietto viscerale, aderisce alla superficie del polmone
Tra i due strati si trova un liquido che permette lo scorrimento reciproco. Quando la pleura è
integra, la pressione intratoracica è minore di quella atmosferica e i polmoni restano gonfi. Se per
un trauma l’aria entra nella pleura, i polmoni collassano e non si riesce più ad inspirare. Questa
condizione è detta pneumotorace.
La scissura cardiaca si trova sul polmone sinistro ed è dovuta alla presenza del cuore. La scissura
divide il polmone sinistro in due lobi, inferiore e superiore, ciascuno dei quali ospita un bronco
secondario. Il polmone destro è invece più grande e presenta due scissure. È quindi diviso in tre
lobi: superiore, intermedio e inferiore. Ogni lobo si suddivide in strutture che hanno in comune un
bronco terziario che si divide in bronchioli e quindi in bronchioli terminali. 5-7 bronchioli terminali
determinano un lobulo polmonare, insieme ad arteriole, venule e vasi linfatici.
7.1.7 Alveoli
Gli alveoli sono piccoli sacchi di aria alle estremità dei bronchioli più piccoli, l’insieme degli alveoli
costituisce i polmoni. Sono formati da epitelio squamoso semplice, cellule ghiandolari che
producono il liquido alveolare e cellule che catturano parti estranee. Nel liquido è presente il
surfactante, un insieme di fosfolipidi e lipoproteine che impedisce il collasso degli alveoli durante
l’espirazione.
Ci sono 300 milioni di alveoli per una superficie respiratoria di 70m 2. I pori alveolari garantiscono la
comunicazione con gli alveoli adiacenti. Sono circondati da capillari sanguigni e la parete che li
separa è
molto sottile.
Lo scambio
dei gas tra
aria e sangue
avviene per
diffusione.
Normalment
e respiriamo
un volume
d’aria di circa
500mL.
Quando
inspiriamo in
maniera forzata introduciamo circa 2000-3000mL d’aria, questo è chiamato volume di riserva
inspiratorio. Il volume di riserva espiratorio è invece pari a 1200mL. La capacità vitale
dell’organismo è la somma del volume corrente più i due volumi di riserva e può raggiungere
anche i 5000mL in un uomo giovane e sano. Il volume residuo è la quantità di aria che rimane
all’interno anche dopo l’espirazione forzata ed è di circa 1200mL.
Lo spirometro permette di misurare i valori volumetrici d’aria. Con questo esame possono essere
misurati tutti i volumi polmonari, tranne quello residuo.
La ventilazione polmonare è la quantità d’aria che esce ed entra nei polmoni in un minuto. Questa
misura varia a seconda di sesso, età e tipo di attività fisica.
Il ciclo inspiratorio, è composto da due fasi:
1. Inspirazione quando la pressione alveolare è inferiore a quella atmosferica e l’aria entra
all’interno dei polmoni
2. Espirazione quando la pressione alveolare è superiore a quella atmosferica e l’aria esce
dai polmoni.
La pressione nei polmoni varia grazie alla contrazione e al rilassamento del diaframma e dei
muscoli intercostali esterni, che si contraggono durante l’inspirazione trascinando le coste verso
l’alto e permettendo così l’espansione dei polmoni, mentre il diaframma si abbassa. I neuroni
respiratori attivano quelli motori nel midollo spinale che a loro volta stimolano la contrazione del
diaframma e dei muscoli intercostali permettendo l’inspirazione, 2 secondi. Quando si interrompe,
i muscoli si rilassano e il polmone torna alla sua forma inziale. L’espirazione è quindi un fenomeno
del tutto passivo della durata di circa 3 secondi.
Ad ogni respiro solo il 10% dell’aria viene scambiata, ma con una respirazione volontaria e
profonda si può raggiungere anche l’80%.
L’ossigeno è insolubile nel plasma sanguigno e per trasportarlo sono necessarie delle molecole
proteiche note come pigmenti respiratori. Nei vertebrati, tale pigmento è l’emoglobina. Questa è
costituita da 4 subunità ciascuna delle quali comprende un’unità eme e una catena polipeptidica. È
un pigmento rosso che diventa più brillante se legato all’ossigeno.
Il gruppo eme è una complessa struttura ad anello contenente azoto, al centro della quale
troviamo un atomo di ferro. Ogni unità eme di combina con una molecola di ossigeno, perciò una
molecola di emoglobina lega 4 molecole di ossigeno.
Nei globuli rossi sono ammassate fino a 265 milioni di molecole di emoglobina.
Il legame ossigeno-emoglobina, avviene in base al valore della pressione parziale di ossigeno.
Nei capillari alveolari la pressione parziale dell’ossigeno è alta, circa 160mmHgnell’aria, e quindi si
combina con l’emoglobina. Al diminuire della pressione parziale dell’ossigeno, questo si separa
dall’emoglobina. Nei tessuti a seguito delle attività metaboliche, la pressione parziale è pari a
40mmHg.
Il monossido di carbonio, è un gas incolore che si trova nei gas di scarico, nei fumi degli impianti di
riscaldamento e in quelli delle sigarette. Se inspirato, si lega all’emoglobina 200 volte più
saldamente dell’ossigeno e in modo stabile causando così un’ipossia, ovvero carenza di ossigeno.
Servono dai 40 agli 80 minuti per dimezzare la quantità di monossido di carbonio nel circolo
sanguigno di una persona intossicata.
L’anidride carbonica è più solubile dell’ossigeno, infatti si trova per il 7% disciolta nel plasma, il
23% si trova legata all’emoglobina e il 70% si lega con l’acqua per formare acido carbonico.
Nei tessuti dove la pressione parziale è alta, l’anidride carbonica si dissocia formando ione
bicarbonato e ione idrogeno. Nei polmoni dove la pressione parziale di diossido di carbonio è
bassa, l’acido carbonico si dissocia a formare diossido di carbonio e acqua.
Una volta liberato, l’anidride carbonica diffonde dal plasma verso gli alveoli ed esce dai polmoni.
L’anidrasi carbonica è l’enzima che nei globuli rossi catalizza la reazione del diossido di carbonio
con l’acqua.
8 APPARATO DIGERENTE
L’apparato digerente rifornisce di energia le cellule e permette l’assorbimento dei materiali di base
necessari per la sostituzione di cellule morte o di tessuti usurati. Demolisce il cibo nelle molecole
che lo compongono, le assorbe all’interno del corpo ed elimina i rifiuti e le sostanze non digerite.
Il canale alimentare principale o tratto gastrointestinale
è formato da un gruppo di organi accessori chiamati
annessi. Il canale alimentare inizia con la bocca e
prosegue con faringe, esofago, stomaco, intestino e ano.
Per tutto il suo percorso il canale è formato da un lume
interno circondato da quattro strati di tessuti
concentrici:
1. MUCOSA è lo strato più interno formato da
tessuto epiteliale e connettivo
2. SOTTOMUCOSA formata da tessuto
connettivo e fibre nervose. Contiene i vasi
linfatici
3. TONACA MUSCOLARE formata da strati di muscolatura liscia
4. TONACA SIEROSA O PERITONEO è il rivestimento esterno formata da tessuto
connettivo.
L’epitelio del canale digerente
contiene cellule caliciformi che
secernono muco o enzimi digestivi in
alcuni punti.
Gli annessi non vengono a contatto
con il cibo ma producono enzimi
digestivi che vengono riversati in
alcuni punti tramite condotti specifici.
Questi, demoliscono il cibo per
idrolisi, ovvero riducono i polimeri in
monomeri legandosi al cibo con
l’aiuto di una molecola d’acqua che
viene aggiunta nella reazione
permettendo la rottura dei legami.
Gli annessi sono dunque:
- Lingua
- Denti
- Ghiandole salivari
- Fegato
- Pancreas
Negli esseri umani adulti il canale
alimentare è lungo circa 9 metri, ma i
suoi ripiegamenti fanno sì che questo
possa alloggiare nell’addome.
SFINTERI sono i punti in cui la
muscolatura diventa più spessa.
Questi si contraggono e rilassano agendo come valvole. Alcuni sfinteri importanti sono lo sfintere
cardias che separa l’esofago dallo stomaco e lo sfintere piloro che separa lo stomaco dal duodeno.
PERISTALSI è l’insieme dei movimenti dovuti alle contrazioni coordinata dei due strati di
muscolatura liscia. Questi movimenti mescolano il cibo e lo fanno progredire fino all’ano. La
peristalsi spinge il cibo in modo unidirezionale.
8.1.1 I denti
Noi possediamo, in età adulta, 32 denti, 16
nell’arcata superiore e 16 nell’arcata inferiore
così divisi:
- 8 incisivi specializzati nel taglio
- 4 canini per afferrare e lacerare
- 8 premolari e 12 molari, questi sono larghi
e piatti per triturare.
I bambini hanno solo 20 denti, chiamati denti da latte, che cadono tra i 6 e i 12 anni per essere
sostituiti da quelli definitivi.
Il dente è formato da:
- CORONA, parte visibile del dente
- RADICE, porzione infissa nell’osso mascellare o
mandibolare
- COLLETTO, parte che collega il tutto
- DENTINA, tessuto connettivo calcificato molto
resistente
- SMALTO, nella porzione visibile copre la
dentina, è formato da fosfato di calcio.
La radice è circondata dal cemento, una sostanza che
facilita l’ancoraggio del dente alle cavità ossee chiamate alveoli. All’interno della dentina troviamo
la cavità della polpa, questa è la parte viva del dente dove scorrono nervi e vasi sanguigni.
Quando lo smalto dei denti è danneggiato può essere attaccato più facilmente dai batteri che
producono la carie.
8.1.2 La lingua
La lingua muove e mescola il cibo nella bocca e favorisce la meccanica della deglutizione. La lingua
è dotata di papille su cui troviamo i bottoni gustativi, cellule che agiscono come recettori
sensoriali. Le proprietà chimiche degli alimenti vengono così trasmesse al cervello. Nell’uomo la
lingua ha anche funzione di articolare i suoni per il linguaggio.
FRENULO tiene ancorata la lingua al pavimento della bocca
TONSILLE LINGUALI hanno funzione immunitaria.
SALIVA è una secrezione acquosa prodotta
dalle ghiandole salivari, tra cui le parotidi.
Contiene un muco che lubrifica il cibo
facilitandone la deglutizione e, nei mammiferi,
contiene un enzima, la ptialina o amidasi salivare,
che inizia grossolanamente la digestione degli
amidi. Questi enzimi hanno anche funzione
antibatterica perché lisano la parete di
peptidoglicani dei batteri. La secrezione è
controllata dal sistema nervoso e la salivazione ha
inizio quando il cibo è in bocca, a volte basta
anche annusarlo o immaginarlo. In situazioni
normali produciamo 1 litro di saliva in 24 ore.
Situazioni di pericolo o stress possono bloccare la
salivazione.
La parotite epidemica, comunemente chiamata
orecchioni, è una patologia causata da un virus,
molto frequente nei bambini.
L’opiorfina funziona come antidolorifico.
Il processo della deglutizione è un’attività a innesco volontario che prosegue involontariamente. La
faringe si collega sia al canale digerente sia a quello respiratorio, ed è anche la sede di due
ghiandole del sistema immunitario: le tonsille palatine e le adenoidi. Il cibo segue il percorso
corretto grazie all’epiglottide, un pezzo di cartilagine che si abbassa ad ogni deglutizione.
Il sistema digerente ha un proprio sistema nervoso che comunica con quello centrale ed è
coordinato da ormoni come:
- Gastrina la sua produzione è indotta dalla distensione delle pareti dello stomaco, dal PH
alto e dalla presenza di proteine parzialmente digerite.
- Colecistochinina stimola la produzione e il rilascio di succhi pancreatici e lo svuotamento
della cistifellea. La sua produzione è stimolata da amminoacidi e acidi grassi nel chimo.
8.1.3 Lo stomaco
Lo stomaco è un organo muscolare a
forma di sacco, con una capacità media di
1,2 litri, ma può arrivare a contenere fino
a 4 litri. Le pareti dello stomaco hanno
piccole aperture che nascondono
minuscole cavità, le fossette gastriche, in
cui è presente un epitelio ghiandolare
formato da diversi tipi di cellule:
- Cellule parietali producono
acido cloridrico (HCl) che serve ad
attivare il pepsinogeno, inoltre,
l’acido cloridrico, rende il PH
compreso 1,5 e 2,5 che uccide i
batteri e scioglie le parti coriacee
e fibrose dei tessuti ingeriti.
- Cellule mucipare secernono il
muco che protegge la mucosa
dello stomaco dal PH acido.
- Cellule principali producono il
pepsinogeno, una sostanza
proteica che, attivata in pepsina,
idrolizza le proteine in peptidi.
Queste secrezioni, unite all’acqua
formano i succhi gastrici.
La presenza di proteine nello stomaco provoca la liberazione della gastrina. Questo ormone
stimola la secrezione di succo gastrico e aumenta le contrazioni delle pareti muscolari dello
stomaco.
Lo svuotamento gastrico avviene gradualmente, il piloro lascia passare 3ml di chimo alla volta, la
parte più fine entra nel duodeno mentre il resto viene rimescolato nello stomaco. Per questo
motivo la digestione dura circa 4 ore.
8.1.4 L’intestino
Nell’intestino si svolge la maggior parte del processo di demolizione e assorbimento delle sostanze
nutritive. L’intestino è diviso in:
- Intestino tenue, ulteriormente suddiviso in:
o Duodeno
o Digiuno
o Ileo
- Intestino crasso, ulteriormente diviso in:
o Cieco
o Colon, formato da una porzione ascendente, una trasversa e una discendente
o Retto
L’intestino tenue è lungo circa 6 metri e ricopre una superficie di 300m2. Questo perché le pieghe
circolari della sottomucosa aumentano la superficie di assorbimento. Oltre alle pieghe circolari
l’intestino è ricoperto di villi e microvilli. I villi sono numerose e microscopiche estensioni della
mucosa, mentre i microvilli sono estroflessioni citoplasmatiche sulla superficie delle singole cellule
epiteliali.
Le cellule epiteliali producono muco ed enzimi che funzionano in sequenza. I polipeptidi vengono
scissi prima in dipeptidi e poi in monomeri, gli amminoacidi. Questi sono piccoli e passano
attraverso l’intestino e i vasi sanguigni.
Il duodeno secerne secretina, un ormone che stimola il fegato e il pancreas a secernere liquidi
alcalini per controbilanciare l’acidità del chimo imbevuto di succhi gastrici. I grassi e gli
amminoacidi stimolano la produzione di colecistochinina, un ormone che induce la liberazione di
enzimi dal pancreas e lo svuotamento della cistifellea.
L’intestino crasso è un condotto lungo 1,5 metri con un diametro di 7-8cm. Il cieco possiede una
breve estroflessione chiamata appendice, di questa non se ne conosce la funzione, può
infiammarsi (appendicite) a causa del ristagno delle feci e deve essere asportata. Nel colon si
completa l’assorbimento di acqua e Sali minerali e ospita batteri simbionti come Escherichia coli.
La flora microbica dell’intestino è l’insieme dei batteri del colon, fondamentali per la corretta
funzione del sistema digerente, se mancano, bisogna reintegrarli con fermenti lattici vivi. I batteri
simbionti dell’intestino si nutrono di sostanze non digerite e le trasformano in amminoacidi e
vitamine, rilasciando gas come idrogeno, metano e monossido di carbonio, che, se presenti in
grandi quantità provocano flatulenza.
Le vitamine del gruppo B e K sono utili per la coagulazione del sangue e la corretta funzionalità
delle proteine che agiscono sulle ossa.
La massa di sostanze fecali è formata da batteri, cellulosa e sostanze non digerite. Si forma nel
tratto terminale del colon, viene lubrificata dal muco e dopo essersi accumulata nel retto viene
eliminata attraverso l’ano sotto forma di feci.
8.1.5 Il pancreas
Il pancreas è una ghiandola che secerne ormoni, succhi digestivi e un liquido alcalino che
neutralizza l’acidità del chimo. Questi, dal pancreas raggiungono il duodeno attraverso una serie di
canali che si uniscono nel dotto pancreatico che si unisce al dotto biliare comune.
Il pancreas produce:
- Amilasi pancreatica, produce disaccaridi proseguendo la scissione dell’amido.
- Lipasi, idrolizza i grassi in glicerolo e acidi grassi.
- Tripsina e chimotripsina, scindono le proteine. Enzimi che vengono
- Nucleasi, idrolizza gli acidi nucleici in nucleotidi riversati nel duodeno.
- Insulina, abbassa il livello di glucosio nel sangue Ormoni, prodotti dalle cellule
- Glucagone, alza il livello di glucosio nel sangue del pancreas endocrino, isole
di Langherans.
8.1.6 Il fegato
Il fegato è disposto dietro al
diaframma a destra della cavità
addominale. Pesa circa 1,4Kg
nell’uomo adulto. Il fegato
svolge diverse funzioni tra cui:
- Funzioni digestive
produce la bile, un miscuglio di
Sali che emulsionano i grassi
riducendoli in piccole goccioline
chiamate micelle che facilitano
l’attacco da parte della lipasi
pancreatica. La maggior parte
dei Sali biliari viene riassorbita a
livello dell’ileo e tramite la vena
porta torna al fegato.
La bile viene raccolta nei dotti
biliari. Questi sono sempre più
grandi fino ad immagazzinarla
nella cistifellea o colecisti. In
presenza del pasto viene
indotta a rilasciare il liquido nel
duodeno attraverso il coledoco
che si unisce al dotto
pancreatico nel dotto biliare comune.
- Escrezione le cellule di Kupffer fagocitano i globuli rossi troppo vecchi e i batteri. Con la
bilirubina viene eliminato il pigmento residuo dei globuli rossi senescenti. La bilirubina si
trasforma in stercobilina grazie ai batteri del canale digerente.
- Deposito il fegato immagazzina i grassi in eccesso e li demolisce per formare energia. Gli
epatociti sintetizzano anche le lipoproteine utili per il trasporto di colesterolo, acidi grassi e
trigliceridi in circolo.
- Regolazione della glicemia il fegato può depositare il glucosio sotto forma di glicogeno e
viceversa ritrasformarlo in glucosio quando lo zucchero nel circolo sanguigno è basso. In
caso di glicemia bassa è in grado di sintetizzare glucosio da amminoacidi e grassi tramite la
reazione di gluconeogenesi.
- Sintesi e demolizione delle proteine può convertire gli amminoacidi in ATP, con la
produzione di un gruppo di ammoniaca, trasformata poi quest’ultima in urea, che viene
eliminata con l’urina, sintetizza proteine del sangue come albumine e globuline e proteine
importanti per la coagulazione.
- Deposito di farmaci e ormoni può trasformare i farmaci dalla forma inattiva ad attiva e
può inattivare ormoni tiroidei e steroidei.
- Deposito di vitamine e Sali minerali immagazzina le vitamine liposolubili (A, D, E, K),
ferro e rame, rilasciandoli in caso di necessità.
- Disintossicazione disintossica l’organismo dalle scorie del metabolismo o da sostanze
come alcol, droghe e farmaci.
Il sangue ricco di sostanze nutritive e scorie dall’intestino passa attraverso le diramazioni della
vena porta epatica verso i lobuli del fegato. I lobuli sono unità rotondeggianti formati da cellule
chiamate epatociti che sono affiancati a raggiera dai capillari che sfociano poi in un’unica vena, la
vena centrale. Questi vasi, detti sinusoidi, rilasciano sostanze nutritive al fegato.
Nel fegato ci sono diverse proteine tra cui:
- Lipoproteine a bassissima densità (VLDL) trasportano i trigliceridi dal fegato ai tessuti di
deposito dove si trasformano in LDL
- Lipoproteine a bassa densità (LDL) trasportano il 75% del colesterolo alle cellule.
L’accumulo di colesterolo predispone all’insorgenza di placche nei vasi.
- Lipoproteine ad alta densità (HDL) rimuovono il colesterolo in eccesso dai tessuti e lo
trasportano nel fegato.
8.3.2 Celiachia
È un’intolleranza alimentare permanente alla gliadina, una proteina contenuta nel glutine di
frumento, orzo, farro e avena. Il sistema immunitario delle persone affette da celiachia produce
anticorpi anti-gliadina provocando un appiattimento dei villi intestinali e conseguente
compromissione dell’assorbimento delle sostanze nutritive.
L’unica terapia è una dieta priva di glutine.
9 SISTEMA ESCRETORE
9.1 I RENI
I reni sono due organi di colore rosso scuro, a forma di fagiolo, lunghi 10 cm e situati
posteriormente rispetto a fegato e stomaco. Nella porzione centrale di ogni rene si trova l’ilio
renale da cui partono e arrivano i vasi linfatici e sanguigni e da cui si originano gli ureteri. Sopra i
reni si trovano le ghiandole surrenali.
Producono ormoni come l’eritropoietina, utile per la produzione di globuli rosi, il calcitriolo e la
renina.
Il rene ha 3 funzioni:
- Mantenimento dell’equilibrio idrico. Il controllo idrico è importante per mantenere una
corretta pressione nel sangue. In media, ogni giorno assumiamo 2200ml di liquidi da cibo e
bevande e ne otteniamo circa 350ml dall’ossidazione dei nutrienti. Ogni giorno, eliminiamo
circa 1500ml di acqua al giorno. Questa viene eliminata sotto forma di aria umida dai
polmoni, con le feci, per evaporazione dalla pelle, con il sudore e sotto forma di urina.
- Escrezione dei rifiuti metabolici che si accumulano nel sangue. I principali rifiuti sono
l’anidride carbonica e i composti azotati dovuti alla demolizione degli amminoacidi.
L’ammoniaca, essendo molto tossica, viene trasformata dal fegato in urea. Il sistema
circolatorio porta poi l’urea ai reni dove viene eliminata in soluzione acquosa.
- Regolazione della concentrazione degli ioni. La concentrazione di ioni come Na+, K+, H+,
Mg2+, Ca2+ e HCO3-, deve mantenersi costante poiché questi ioni svolgono un ruolo
fondamentale nel mantenimento della struttura delle proteine, nella propagazione
dell’impulso nervoso o nella contrazione muscolare.
Il rene è formato da una regione corticale, più esterna e chiara e una midollare, più interna e scura
e formata dalle piramidi renali (piramidi di Malpighi). La struttura funzionale del rene è il nefrone,
situato nella regione corticale. Il
nefrone è formato da un ammasso di
capillari, chiamato glomerulo, e dal
tubulo renale, che parte da una
struttura a forma di coppa che circonda
il glomerulo, chiamata capsula di
Bowman. Il tubulo renale è formato
da:
- Tubulo contorto prossimale
- Ansa di Henle
- Tubulo contorto distale
Questi confluiscono poi nel dotto
collettore che trasporta l’urina dagli
apici delle piramidi di Malpighi
facendola confluire prima nei calici
renali e poi nella pelvi renale, ovvero la parte più interna del rene.
I segmenti del tubulo renale e del dotto collettore presentano una differente permeabilità
all’acqua, ai Sali e all’urea. Alcuni tratti del tubulo contengono proteine integrali di membrana che
rendono possibile il trasporto di Sali fuori dal tubulo. Tutto questo è possibile anche grazie al
diverso gradiente osmotico prodotto dalla conformazione a U dell’ansa di Henle che penetra nella
midollare.
9.3 LA VESCICA
È un organo muscolare cavo che misura dai 12 ai 15cm e contiene circa 400-700ml di urina, fino ad
un massimo di 1200ml. È formata da 3 strati:
- Epitelio di transizione
- Muscolatura liscia
- Tessuto connettivo
Ci sono due orifizi ureterici e in basso l’apertura per l’uretra. Il trigono è una mucosa piana, vicino
all’orifizio, sede di infezioni dovute al ristagno di urina. La sua mucosa è sollevata in pieghe che si
estendono quando l’organo è pieno.
Nella vescica, al centro del trigono, troviamo l’orifizio uretrale interno e lo sfintere uretrale interno
composto da muscolatura liscia. In basso, troviamo lo sfintere uretrale esterno, composto da
muscolatura striata e quindi volontaria. I reni producono urina di continuo, ma lo stimolo a urinare
compare solo quando la vescica è piena per 400ml poi, i recettori di stiramento della vescica
inviano un impulso al midollo, che torna alla vescica inducendo il rilassamento dello sfintere
interno e la contrazione muscolare.
Quando avvertiamo lo stimolo della minzione possiamo decidere se rilassare volontariamente lo
sfintere uretrale esterno. Se decidiamo di rimandare, dopo 1 minuto, lo stimolo cessa e si
ripresenta dopo un riempimento di altri 200ml. Questo controllo della minzione è possibile dopo i
due anni di età.
9.4 URETRA
È un condotto che si origina a livello della vescica. Nella femmina è lungo solo 3-4cm ed è per
questo che, nella donna sono più frequenti le infiammazioni della vescica dette cistiti. Nella donna,
inoltre, le vie genitali e urinarie sono ben distinte, mentre nell’uomo, l’uretra è lunga circa 20cm e
trasporta sia l’urina sia l’eiaculato. Nell’uomo è quindi più difficile espellere i calcoli.
10 SISTEMA ENDOCRINO
Le ghiandole endocrine inviano gli ormoni a grande distanza. I recettori si trovano sulla cellula
bersaglio e hanno strutture specifiche che permettono il legame solo con una certa molecola. Altri
recettori, si trovano all’interno della cellula o inseriti nella membrana, questi, sono i recettori tipici
degli ormoni lipidici.
In particolare:
- Gli ormoni steroidei sono liposolubili e piccoli. Per questo motivo attraversano le
membrane con facilità. Il complesso ormone-recettore entra nel nucleo dove si lega a una
proteina specifica che avvia la trascrizione dell’mRNA e la sintesi proteica nel citosol.
- L’ormone tiroideo, sebbene non sia liposolubile, attraversa le membrane delle cellule
grazie alla diffusione facilitata. Utilizza quindi una proteina di membrana
- Gli ormoni peptidici, come l’adrenalina, non attraversano la membrana, ma si combinano
con i recettori sulla membrana della cellula bersaglio. Il complesso ormone-recettore, viene
inglobato dalla cellula per endocitosi ed entra nel citosol. In alternativa, l’ormone non
entra nella cellula, ma legandosi al recettore avvia un secondo messaggero, l’AMP ciclico,
responsabile di una cascata di eventi a catena.
- Ormoni tropici, agiscono su altre ghiandole endocrine. Alcuni di questi sono:
o Tireotropina (TSH) è un ormone che stimola la tiroide ad aumentare la
produzione di ormoni come la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). È un circuito a
feedback negativo, ovvero un aumento della concentrazione di tiroxina inibisce una
ulteriore secrezione di TSH da parte dell’ipofisi.
o L’adrenocorticotropo (ACTH) ha un meccanismo simile al TSH, ma riferito alla
produzione di cortisolo, secreto dalla ghiandola surrenale.
o Le gonadotropine, agiscono sulle gonadi
o Le endorfine agiscono interferendo con la sensazione del dolore, procurano una
sensazione di estremo benessere dopo un orgasmo sessuale, attività sportiva,
ascolto di musica piacevole o assunzione del nostro cibo preferito.
Le ghiandole del sistema endocrino sono:
1. Ipotalamo
2. Ipofisi, divisa in:
a. Adenoipofisi, lobo anteriore
b. Neuroipofisi, lobo posteriore
3. Epifisi o ghiandola pineale
4. Tiroide
5. Paratiroide
6. Ghiandole surrenali suddivise in:
a. Porzione corticale
b. Porzione midollare
7. Pancreas
8. Gonadi, comprendono:
a. Ovaie
b. Testicoli
Anche alcuni organi hanno funzione endocrina. In questi, nei tessuti sono presenti degli
agglomerati di cellule secretrici o isolate, che svolgono la secrezione ormonale in risposta a stimoli
specifici.
10.1 IPOTALAMO
L’ipotalamo è una struttura anatomica neuroendocrina le cui cellule sono definite neurosecretrici.
L’ipotalamo sintetizza i fattori di rilascio (RH), che agiscono stimolando o inibendo la secrezione
degli ormoni. Questi sono piccoli peptidi costituiti da almeno 3 amminoacidi, compiono un breve
tragitto tramite un sistema di capillari fino all’ipofisi. Non entrano mai nella circolazione sanguigna
generale.
L’ipotalamo controlla, quindi, la secrezione ipofisaria di ormoni che stimolano le secrezioni di
ormoni da parte della tiroide, della corticale del surrene o delle gonadi. Quando nel sangue
aumenta la concentrazione degli ormoni prodotti da queste ghiandole, l’ipotalamo riduce la sua
produzione di RH, quindi anche l’ipofisi diminuisce la produzione dei suoi ormoni e, di
10.2 IPOFISI
L’ipofisi o ghiandola pituitaria, è una piccola ghiandola controllata dall’ipotalamo tramite un sottile
peduncolo ricco di vasi e fibre nervose. Ha un volume di 1 cm3, pesa 1g e regola altre ghiandole
endocrine ed è la fonte di ormoni che stimolano gli organi riproduttori, la corticale surrenale e la
tiroide.
10.2.1 Adenoipofisi
L’adenoipofisi produce:
- L’ormone della crescita (GH), detto somatotropina questo ormone stimola la sintesi
proteica, fa aumentare la massa muscolare e promuove la crescita delle ossa. Inibisce,
inoltre, l’assorbimento del glucosio per mantenere costante la glicemia e stimola la
scissione degli acidi grassi.
Lo stimolo che induce la produzione di GH è il fattore di rilascio ipotalamico, chiamato
GHRH, influenzato dalla glicemia.
- La prolattina stimola la secrezione di latte nei mammiferi dopo il parto. Il suo rilascio è
controllato da un ormone inibitorio prodotto dall’ipotalamo. In particolare, gli impulsi
nervosi prodotti dalla suzione durante l’allattamento inibiscono la produzione dell’ormone
inibitorio della prolattina. Quando la suzione cessa, l’ormone inibitorio viene di nuovo
prodotto e la prolattina non viene rilasciata.
- Gonadotropine sono secrete dall’ipofisi sotto il controllo ipotalamico che rilascia i fattori
di rilascio delle gonadotropine (GnRH). In particolare le gonadotropine sono:
o Ormone follicolostimolante (FSH)
o Ormone luteinizzante (LH)
10.2.2 Neuroipofisi
La neuroipofisi ha la funzione di deposito per due ormoni prodotti dall’ipotalamo:
- L’ossitocina favorisce il parto accelerando le contrazioni uterine durante il travaglio. È
responsabile della fuoriuscita di latte dalle cellule in cui viene sintetizzato. Il suo aumento è
anche conseguenza del pianto del neonato.
- Ormone antidiuretico o vasopressina(ADH) fa diminuire l’escrezione di acqua da parte
dei reni, in questo modo è in grado di aumentare la pressione sanguigna in risposta ad un
forte calo di pressione che può essere dovuto ad emorragie.
Nella neuroipofisi finiscono i terminali assonici di alcuni neuroni dell’ipotalamo.
10.3 EPIFISI
L’epifisi è una piccola struttura al centro del cervello che
secerne melatonina. Questo ormone aumenta di notte e
diminuisce durante il giorno. Le variazioni di melatonina sono
influenzate dalla luce, per questo motivo, regola i ritmi sonno-
veglia.
La produzione notturna di melatonina è massima tra i 6 e i 12
anni. Durante la pubertà diminuisce per non contrastare
l’azione degli ormoni sessuali e scompare durante la tarda età e sembra sfavorire la maturazione
sessuale.
L’aumento di questo ormone migliora la qualità del sonno, placa le tensioni, riduce lo stress e
induce il rilassamento. Viene infatti utilizzato come farmaco nei disturbi del sonno e in caso di jet
lag.
10.5 PARATIROIDI
Sono ghiandole endocrine più piccole situate nel tessuto della tiroide. Producono l’ormone
paratiroideo (PTH), detto anche paratormone, che agisce in contrapposizione alla calcitonina,
aumentando gli ioni calcio nel sangue. Per aumentare l’assorbimento intestinale di calcio, il
paratormone stimola i reni a trasformare la vitamina C in calcitriolo, che si comporta come un
ormone lipidico stimolando la trascrizione di proteine trasportatrici di calcio.
Le cellule parafollicolari della tiroide e quelle endocrine delle paratiroidi sono attivate da
chemiorecettori che registrano le variazioni di calcio.
10.7 PANCREAS
Il pancreas è una ghiandola sia esocrina che endocrina. La parte endocrina è formata da cellule alfa
e cellule beta riunite in agglomerati circondati dalla parte esocrina. Questi agglomerati sono le
isole di Langerhans che producono:
- Insulina viene secreta dalle cellule beta in risposta alla concentrazione di glucosio o di
amminoacidi nel sangue. Abbassa la concentrazione di zucchero ematico favorendo
l’assorbimento del glucosio e la sua conversione in glicogeno nel fegato e in grassi nelle
cellule adipose. È importante nella riparazione dei tessuti perché aumenta la produzione di
proteine e acidi grassi.
- Glucagone è prodotto dalle cellule alfa e determina un aumento dello zucchero nel
sangue stimolando il fegato a scindere il glicogeno e la scissione di grassi e proteine.
- Somatostatina è prodotto dalle cellule delta del pancreas e inibisce la produzione di
insulina e glucagone
Lo stimolo per la produzione di insulina e glucagone dipende dal contenuto di glucosio e dal
sistema nervoso. Il sistema parasimpatico si attiva dopo un pasto e favorisce la produzione e il
rilascio di insulina, mentre il sistema simpatico agisce durante l’attività fisica per stimolare il
glucagone.
Nella regolazione del glucosio ematico (glicemia), sono quindi coinvolti ormoni differenti:
- Ormone della crescita
- Cortisolo
- Adrenalina
- Noradrenalina
- Inulina
- Glucagone
10.8 GONADI
Le gonadi, sotto il controllo ipotalamico e ipofisario, secernono gli oromi sessuali. In particolare,
LH e FSH agiscono in modo diverso sulle gonadi dell’uomo e della donna.
Le ovaie producono estrogeni e progesterone, entrambi coinvolti nel ciclo mestruale, sono i primi
responsabili dello sviluppo e del mantenimento dei caratteri sessuali secondari.
I testicoli, invece, producono androgeni, in particolare testosterone, utile nella spermatogenesi e
nello sviluppo e mantenimento dei caratteri sessuali secondari.
10.9 LO STRESS
Lo stress può essere:
- Stress di breve durata la risposta parte dall’ipotalamo. Il sistema limbico invia
l’informazione all’ipotalamo che attiva il sistema nervoso simpatico. La midollare del
surrene produce quindi adrenalina e noradrenalina provocando tachicardia, sudorazione e
contrazione muscolare. Questo perché il sangue affluisce maggiormente al cuore e al
cervello e meno ai visceri e alla pelle che quindi si presenta pallida. Altre conseguenze sono
i sudori freddi e la sensazione di nausea. fase di allarme
- Stress di lunga durata un lutto, una delusione amorosa, un lavoro impegnativo,
aumentano i fattori di rilascio per l’adenoipofisi che a sua volta produce ACTH, GH e TRH
permettendo così la demolizione di trigliceridi e glicogeno per fornire più energia alle
cellule. In particolare, l’ACTH aumenta la produzione di cortisolo, il TRH provoca il rilascio
degli ormoni tiroidei che aumentano la fase catabolica di grassi, glicogeno e proteine per
far innalzare la glicemia. fase di resistenza
- Perdurare dello stress l’aumento di GH, cortisolo e ormoni tiroidei comporta effetti
negativi quali un’iperglicemia continua che può portare ad un esaurimento delle cellule
beta del Pancreas per la continua produzione di insulina. Il cortisolo provoca, inoltre,
affaticamento, depressione del sistema immunitario, gastrite, colon irritabile, ipertensione,
ansia e depressione. fase di esaurimento dell’organismo.
È formato da:
- Due testicoli, ciascuno dotato di un epididimo e un vaso deferente
- Due vescicole seminali
- La prostata
- Le ghiandole bulboretrali
- L’uretra
- Il pene
11.1 I TESTICOLI
Sono il sito di produzione di circa 300 milioni di spermatozoi al giorno. Si sviluppano nella cavità
addominale dell’embrione e scendono nello scroto, una sacca esterna. Questo perché la
produzione dei gameti avviene a circa 3°C in meno rispetto alla temperatura corporea.
Ogni testicolo è suddiviso in 250 compartimenti o lobuli, riempiti di tubuli seminiferi raggomitolati,
ciascuno lungo circa 80cm. In totale, i due testicoli contengono circa 500m di tubuli.
I testicoli sono la principale fonte di ormoni sessuali maschili, detti androgeni, prodotti anche dalla
corteccia del surrene. Sono ormoni steroidei prodotti nelle prime fasi dello sviluppo embrionale,
che guidano quindi lo sviluppo del feto in senso maschile. Dopo la nascita, la produzione è bassa
fino all’adolescenza, quando il
testosterone aumenta provocando la
maturazione del pene e l’inizio della
spermatogenesi. In particolare, il
fattore di rilascio delle gonadotropine
(GnRH) prodotto dall’ipotalamo,
determina il rilascio dell’ormone
gonadotropo o luteinizzante (LH), che a
sua volta induce la produzione di
testosterone da parte delle cellule
interstiziali intorno ai tubuli seminiferi.
All’aumentare del testosterone nel
sangue, rallenta la produzione di LH da
parte dell’ipofisi e del GnRH
ipotalamico meccanismo a feedback
negativo. L’ormone follicolo stimolante
(FSH), invece, agisce sulle cellule del
Sertoli, regolando la produzione di
spermatozoi. Piò in particolare, queste
cellule producono inibina, che inibisce
la produzione di GnRH e di FSH quando
il livello degli spermatozoi prodotti è
alto.
11.1.1 Spermatogenesi
Gli spermatogoni sono cellule diploidi che rivestono la membrana basale di ogni tubulo seminifero
ed effettuano continue divisioni mitotiche. Alcune cellule rimangono indifferenziate mentre altre
danno origine agli spermatociti primari che effettuano la prima meiosi producendo gli spermatociti
secondari, aploidi. Dalla seconda divisione meiotica si originano gli spermatidi che si differenziano
poi in spermatozoi. Una volta iniziata, la spermatogenesi è un processo che non si arresta per tutta
la vita dell’individuo.
Le cellule in maturazione ricevono il nutrimento dalle cellule del Sertoli che garantiscono stabilità
alla struttura testicolare. Le cellule di Leydig, hanno una funzione endocrina e liberano gli ormoni
maschili come il testosterone, che favorisce la spermatogenesi, la quale dura circa 8-9 settimane.
Gli spermatozoi maturi sono quindi formati da:
- Testa contiene il nucleo, il DNA e poco citosol. È sormontata dall’acrosoma, un lisosoma
ricco di enzimi litici utili a perforare la membrana dell’oocita
- Regione intermedia composta da una guaina con mitocondri utili a fornire energia
- Coda si tratta di un flagello che permette i movimenti degli spermatozoi.
Dai testicoli, dove vengono prodotti, gli spermatozoi passano nell’epididimo, dove si accumulano
poiché non sono ancora mobili. Passano quindi nel vaso deferente.
Gli spermatozoi non eiaculati vengono poi riassorbiti da parte dei tessuti circostanti dopo essere
stati demoliti.
11.2 PENE
La parte terminale del pene viene
chiamata glande ed è ricoperta da
una piega detta prepuzio. Alla
nascita, fino ai 2-3 anni, i bambini
hanno un restringimento del
prepuzio chiamato fimosi, che gli
impedisce di scorrere sul glande.
Questo serve per evitare le
infezioni derivanti dal contatto con
urine e feci. La circoncisione, ossia
l’asportazione del prepuzio, ha lo
scopo di lasciare scoperto il glande
per favorire le pratiche igieniche o
per liberare il glande da
un’eccessiva pressione che può
diventare patologica.
L’erezione è una conseguenza dell’aumento del flusso sanguigno che riempie i tessuti spugnosi
erettili, questo perché vi è un’attivazione del sistema parasimpatico. L’ossido nitrico è il
neurotrasmettitore gassoso che permette il rilassamento della muscolatura liscia delle arterie e il
riempimento dei tessuti spugnosi di sangue. I corpi cavernosi sono i due tessuti dorsali mentre il
corpo spugnoso è quello contenente l’uretra. L’aumento del volume dei tessuti spugnosi,
comprimendo le vene, impedisce il ritorno del sangue venoso permettendo così, il mantenimento
dell’erezione.
Anche l’eiaculazione è stimolata dal sistema parasimpatico che fa contrarre la muscolatura
dell’epididimo, dei vasi deferenti e dell’uretra.
Dopo l’eiaculazione prevale il sistema simpatico, quindi le arterie si contraggono e si arresta il
flusso di sangue ai tessuti erettili. Per questo motivo, non è possibile avere due erezioni
consecutive, ma abbiamo un periodo refrattario in cui non è possibile un’altra erezione.
È formato da:
- Due gonadi, chiamate ovaie
- Due ovidotti o tube di Falloppio
- L’utero, rivestito di endometrio e delimitato dalla cervice
- La vagina, con l’imene
- Il clitoride
- La vulva, costituita da grandi e piccole labbra
12.1.1 Oogenesi
Nelle donne gli oogoni, diploidi, si
trasformano in oociti primari
attraverso la mitosi verso il terzo
mese dello sviluppo fetale e al
momento della nascita, le due
ovaie ne contengono circa 2
milioni. Non se ne creeranno degli
altri nel corso della vita della
donna. Gli oociti primari
interrompono il processo per
riprenderlo all’inizio della pubertà,
quado entrano in circolo gli ormoni
femminili. Solo 400 proseguiranno
la meiosi durante tutto il periodo
riproduttivo ovvero fino alla
menopausa che sopraggiunge
intorno ai 45-55 anni. L’oocita
primario completa la prima
divisione meiotica poche ore prima
dell’ovulazione, originando l’oocita
secondario. Questo, completerà la meiosi solo dopo la fecondazione.
Nel follicolo ovarico, l’oocita che si sviluppa vicino alla superficie dell’ovaia insieme a cellule
specializzate che forniscono le sostanze nutritive e secerno estrogeni. Questi ormoni, promuovono
la maturazione del follicolo e l’ispessimento dell’endometrio.
Durante la maturazione, il follicolo si sposta verso la superficie dell’ovaia e, nel momento
dell’ovulazione, libera l’oocita secondario che cade all’interno delle tube dove può essere
fecondato. Le cellule che restano, danno origine al corpo luteo, una struttura endocrina che
secerne estrogeni e progesterone. Quest’ultimo è importante per la preparazione dell’utero in
gravidanza, poiché impedisce il distacco dell’endometrio.
L’ovulazione è quindi il momento in cui si libera l’oocita secondario che va in contro alla seconda
divisione meiotica, che terminerà solo dopo la fecondazione. Al termine della meiosi II, nel caso in
cui avvenga, si ha un solo gamete funzionale e 3 corpuscoli polari, che vengono eliminati.
Nell’ovulo, sono accumulate le sostanze nutritive e le molecole coinvolte nei processi metabolici
come, l’mRNA e gli enzimi necessari ai primi stadi dello sviluppo embrionale. Questa cellula, nella
donna misura 100 micrometri ed è visibile ad occhio nudo come un puntino su un foglio.
Dopo l’ovulazione, l’oocita viene aspirato dall’ovidotto e spinto in avanti dalle onde peristaltiche
prodotte dalla muscolatura liscia e dalle
ciglia presenti sulla superficie interna delle
tube. Il viaggio fino all’utero dura circa 3
giorni, ma, per essere fecondato, l’oocita
ha solo due giorni di tempo. Se non viene
fecondato, l’oocita degenera e il crollo
della produzione di progesterone, non
mantenuta per l’assenza del feto, provoca
lo sfaldamento dell’endometrio. Ciò
avviene con la rottura dei vasi sanguigni
dell’endometrio e una conseguente
liberazione di sangue null’utero che viene
eliminato per via vaginale mestruazione.
In caso di fecondazione, in circa 3-4 giorni,
l’embrione si impianta nell’endometrio
dell’utero.
Nel caso in cui l’ovulo fecondato rimanga bloccato fuori dall’utero si ha una gravidanza
extrauterina. Per i primi mesi questa condizione può essere asintomatica, ma se la madre non se
ne accorge, la lacerazione dell’ovidotto dovuta all’impianto, può portare a emorragia.
12.2 ACCOPPIAMENTO
L’accoppiamento è l’atto a seguito del quale può
avvenire la fecondazione.
Vi sono quindi diverse fasi dell’accoppiamento, tra cui:
- Fase dell’eccitazione gli stimoli causano un
aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, della
pressione arteriosa e un richiamo di sangue agli organi
genitali.
Nell’uomo, l’ossido nitrico attiva il sistema parasimpatico e si ha l’eccitazione, mentre nella
donna, il clitoride e i tessuti si riempiono di sangue e si ingrossano. Viene inoltre secreto un
liquido che lubrifica le pareti della vagina e neutralizza l’ambiente acido, che sarebbe
dannoso per gli spermatozoi, ma utile contro le infezioni.
- Fase stazionaria si mantiene costante la pressione sanguigna, ma aumenta l’afflusso di
sangue ai genitali, aumentano poi la frequenza cardiaca e respiratoria e con la
penetrazione si attivano i meccanorecettori a livello di pene, vagina e clitoride. Nel
maschio, inoltre, le ghiandole bulboretrali producono un secreto per lubrificare il glande.
- Fase dell’orgasmo nell’uomo coincide con l’eiaculazione che avviene in due tappe:
o Attivazione del sistema simpatico porta la chiusura dello sfintere uretrale interno e
si contrae la muscolatura liscia dei vari dotti
o Accumulo dello sperma nell’uretra e fuoriuscita grazie alla contrazione della
muscolatura.
Nella donna si hanno contrazioni muscolari ritmiche, ma senza eiaculazione. Il collo
dell’utero si spinge in basso verso la vagina dove lo sperma tende ad accumularsi.
L’orgasmo femminile produce anche contrazioni negli ovidotti che aiutano la risalita degli
spermatozoi.
- Fase di rilassamento il sangue defluisce dai genitali, che si riducono di volume. Si
normalizza la pressione arteriosa, la frequenza respiratoria e cardiaca. L’uomo ha un
periodo refrattario, che può durare da qualche minuto a qualche ora nel quale deve essere
prodotta una nuova quantità di sperma da parte delle ghiandole e quindi non è possibile
un secondo orgasmo.
12.3 LA FECONDAZIONE
La fecondazione è la fusione di due gameti, lo spermatozoo maschile e l’ovulo femminile. Lo
spermatozoo viene deposto nella parte profonda della vagina e si muove alla velocità di 2-3mm al
minuto. Grazie alla contrazione della muscolatura uterina, raggiunge le tube ovariche percorrendo
20cm in un’ora.
Il gamete maschile si prepara quindi ad entrare nell’ovulo eliminando il colesterolo dalla
membrana ed esponendo i recettori per l’oocita.
Il gamete femminile è ricoperto da una zona pellucida
formata da cellule con recettori complementari per gli
spermatozoi umani. Le cellule oofore, inoltre, formano la
corona radiata e proteggono l’oocita. Lo spermatozoo deve
quindi penetrare attraverso la corona radiata e sottoporre i
suoi recettori a quelli della zona pellucida. Questo evento
scatena la fusione della membrana dello spermatozoo con
quella dell’oocita. L’acrosoma permette al nucleo del
gamete maschile di penetrare nel citoplasma di quello
femminile. Con la fusione dei due nuclei si completa la seconda divisione meiotica dell’oocita che
diventa a tutti gli effetti un ovulo.
12.3.4 La contraccezione
Esistono vari metodi contraccettivi come:
- Sterilizzazione chirurgica, ovvero vasectomia o legatura delle tube
- Tecniche ormonali, come la pillola anticoncezionale
- Tecniche di tipo meccanico a barriera come il profilattico
- Dispositivo intrauterino
- Tecniche definite naturali
12.4.1 Segmentazione
Dopo 36 ore dalla
fecondazione, l’ovulo si
divide formando due
cellule. Dopo 60 ore, le
due cellule si dividono
formandone 4 e dopo 3
giorni si passa alla
suddivisione in 16 cellule
ammassate tra loro, la
morula.
Le mitosi, si susseguono
a ritmo accelerato. In
questo periodo, le cellule
hanno tutte uguali
dimensioni e l’embrione
è autonomo. Si crea poi
al centro una cavità piena di liquido, il blastocele.
Dopo 5 giorni dalla fecondazione si forma la blastula (blastocisti nei mammiferi). Questa è una
sfera piena di liquido costituita da un singolo strato di 120 cellule. La blastocisti è delimitata
esternamente da uno strato di cellule chiamato trofoblasto.
Tre giorni dopo che l’embrione ha raggiunto l’utero, ovvero 6-7 giorni dopo la fecondazione, il
trofoblasto viene a contatto con i tessuti dell’utero e l’embrione si insedia nell’endometrio fase
di impianto.
Dopo l’impianto, la placenta, che connette il feto alla madre inizia a produrre gonadotropine
corioniche umane (HCG), ormoni rilevabili tramite analisi del sangue o delle urine con test rapidi
che utilizzano anticorpi per le gonadotropine, utili per evitare lo sfaldamento dell’endometrio
dopo il crollo della produzione di progestinici.
12.4.2 Gastrulazione
Alcune cellule migrano
formando una seconda cavità
delimitata dall’amnios. Lo
strato di cellule che delimita la
cavità amniotica prende il
nome di epiblasto.
L’ipoblasto dà origine alla
cavità vitellina, una terza
cavità sotto l’epiblasto.
Il mesoblasto è una cavità
sottilissima di cellule tra la
sacca di liquido e il trofoblasto
che riveste il blastocele.
L’ottavo giorno dalla
fecondazione le cellule
iniziano a spostarsi verso l’alto
e a ripiegarsi verso l’interno.
Questi movimenti
determinano la formazione di tre strati di tessuti chiamati foglietti embrionali:
- Ectoderma è quello più esterno e deriva dall’epiblasto
- Mesoderma si trova in posizione mediana e deriva dal mesoblasto
- Endoderma è quello più interno e deriva dall’ipoblasto
12.5.1 Dilatazione
La dilatazione o travaglio, dura da 2 a 16 ore e ha inizio quando gli estrogeni subiscono un
aumento rispetto al progesterone.
La relaxina rende più elastico il canale del parto e le prostaglandine rendono morbida la cervice
grazie ad enzimi che digeriscono il collagene del collo dell’utero. Le contrazioni uterine che
attivano i meccanorecettori, hanno un effetto a feedback positivo inducendo il rilascio di
ossitocina, prodotta dall’ipotalamo del feto e della madre per attivazione dei meccanorecettori
dell’utero e provoca le prime contrazioni. Nelle prime fasi, le contrazioni uterine sono deboli e si
presentano ogni 1520 minuti, poi diventano più forti e frequenti. La cervice si dilata di 10cm e si
rompe il sacco amniotico con fuoriuscita di liquidi.
12.5.3 Secondamento
Inizia dopo la nascita del bambino e comporta contrazioni uterine con espulsione di liquidi, di
sangue e placenta. Le contrazioni aiutano a far tornare l’utero della grandezza normale. Se il parto
non avviene in modo naturale di ricorre al parto cesareo o chirurgico.
12.5.4 Allattamento
Dalle prime ore dopo il parto, dai capezzoli inizia la secrezione di un liquido giallastro, il colostro,
che fornisce al bambino gli elementi essenziali per i primi giorni di vita. Circa sei giorni dopo si ha
una composizione variabile nel corso della giornata a differenza di quello artificiale. È l’alimento
migliore, se prodotto a sufficienza.
13.2.1 Rispost
a
infiammatoria
Nel momento in cui vi e, ad esempio, una
lacerazione, la pelle diventa rossa e
gonfia e i mastociti liberano istamina che
aumenta il flusso sanguigno. Dai vasi
escono i granulociti basofili, gli anticorpi e
le proteine del complemento. La
temperatura locale si alza e si attiva la
coagulazione.
I globuli bianchi, in particolare i
neutrofili e i macrofagi, inglobano il
materiale estraneo. Si produce il pus,
sostanza biancastra formata da
dendriti, granulociti, macrofagi e corpi
cellulari morti che viene riassorbito
grazie alla linfa.
13.4 LE ALLERGIE
Le allergie sono il risultato di risposte immunitarie a sostanze chiamate allergeni, come polline,
acari della polvere, alimenti, farmaci e metalli come il nichel. In questi casi, si manifesta
un’anomala produzione di IgE e di cellule della memoria. Le allergie coinvolgono l’apparato
respiratorio, quelle alimentari spesso inducono diarrea e spasmi e sono dovute al consumo di cibi
ricchi di additivi chimici.
Alle allergie, il corpo risponde attraverso 3 fasi:
1. Fase di sensibilizzazione la prima esposizione all’allergene attiva le plasmacellule che
sintetizzano Ig E che si legano ai recettori su mastociti e basofili.
2. Fase di esposizione la successiva esposizione stimola il rilascio di istamina che induce
vasodilatazione e travaso di liquidi provocano edema localizzato.
3. Shock anafilattico sono reazioni sistemiche date dall’istamina e altre sostanze che
causano dilatazione dei vasi, caduta della pressione, costrizione dei bronchioli e gonfiore
della trachea. In questo caso, la morte può sopraggiungere per soffocamento.
Si possono contrastare con alcuni farmaci tipo:
- Adrenalina è un farmaco salvavita che porta a broncodilatazione e fa aumentare la
pressione sanguigna.
- Antistaminici riducono i sintomi senza risolvere le cause
- Ormoni steroidei come il cortisone, sopprimono la produzione di globuli bianchi
- Vaccini iposensibilizzanti vengono creati a partire da porzioni di allergeni e inducono il
sistema immunitario a sviluppare IgG che eliminano l’allergene prima che scateni i
mastociti.
Se un’anomalia non viene rimossa, le proteine sintetizzate da questi geni impediscono la divisione
cellulare e attivano la morte programmata della cellula, l’apoptosi.
Si stima che il malfunzionamento di p53, un onco-soppressore, responsabile del 50% dei tumori
che colpiscono i polmoni, l’esofago, il fegato e il cervello.
Il gene Rb è stato il primo onco-soppressore identificato nell’uomo e la sua inattivazione è
caratteristica del retinoblastoma, un tumore maligno della retina.
Le cellule cancerose si riproducono più velocemente e invadono tutti i tessuti sani e portano
antigeni sulla superficie diversi da quelli self.
13.7.1 Le SCID
Le SCID sono un gruppo di malattie derivate da un’anomalia genetica che compromette le
funzionalità dei linfociti T e B.
Si tratta di una serie di infezioni che si sviluppano nei primi mesi di vita, nei casi gravi i bambini
sono costretti a vivere in una tenda di plastica con materiale sterile. Le terapie prevedono il
trapianto di midollo osseo, di cellule staminali linfocitarie sane o il trapianto genico. In casi meno
gravi può essere sufficiente iniettare periodicamente immunoglobuline ed enzimi di cui c’è
carenza.