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Box Therapy
Mirror Box Therapy
a cura di
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1961 - 2011 C i n q ua n t a n n i
di
C e n t r o P r o t e s i INAIL
prefazione
Allinizio degli anni 90, le ricerche di Gallese e Rizzolatti hanno evidenziato la presenza di neuroni mirror (a
specchio), prima nella corteccia prefrontale F5 della scimmia e, successivamente, in quella delluomo, ponendo le
basi per uninterpretazione in chiave riabilitativa di queste fondamentali scoperte (Gallese, 1996).
Questo gruppo di ricercatori dellUniversit di Parma, utilizzando la stimolazione magnetica transcranica, osserva
come questi particolari neuroni si attivino sia durante lesecuzione che durante la mera osservazione di un gesto. La
corteccia motoria delluomo viene facilitata dallosservazione sia delle azioni che dei movimenti altrui.
Si ritiene, verosimilmente a ragione, che questi neuroni abbiano un importante ruolo nellapprendimento dei
movimenti, di cui vicariano la propriocezione nella formazione di una prima mappa motoria di esecuzione del gesto
osservato. Questa loro peculiarit li rende di grande interesse per la riabilitazione.
Nelluomo inoltre sembra che i neuroni mirror concorrano allattivazione della corteccia prefrontale, la quale
contrae rapporti di intimit funzionale con le aree corticali deputate all elaborazione dellimmagine.
Il neurologo indiano Vilayanur S. Ramachandran, insieme ai suoi collaboratori, verso la met degli anni 90, il
primo a intuire limportanza che queste scoperte avrebbero potuto ricoprire in ambito riabilitativo: insieme al suo
gruppo di ricercatori ha indagato gli effetti delluso dello specchio nella riabilitazione del dolore da arto fantasma.
Come detto, alcuni pazienti amputati sperimentano movimenti involontari dolorosi dellarto fantasma, ad esempio,
come se le unghie si conficcassero nel palmo della mano; questi pazienti trovano in seguito difficile muovere
volontariamente larto per arrestare la sensazione, che fortemente dolorosa. Sembra che il fantasma sia paralizzato,
in seguito ad una sorta di apprendimento della paralisi. Partendo da questa osservazione, Ramachandran
(Ramachandran, 1996) vuole cercare qualche mezzo in grado di sbloccare la paralisi e far avvertire al paziente un
movimento dellarto fantasma, tale da liberarlo dalla sensazione dolorosa. A questo scopo crea quella che chiama
la virtual reality box: larto mancante, in cui, per lappunto, si localizza il dolore, ricreato attraverso luso di
uno specchio: sinvita il paziente a posizionare il moncone damputazione allinterno di una scatola; sulla superficie
interna di questa scatola applicato uno specchio per fare in modo che il paziente possa vedere limmagine riflessa
dellarto controlaterale sano.
Al paziente poi si chiede di compiere degli esercizi sia con larto sano (che riflesso dallo specchio, in modo da dare
limpressione che larto amputato sia ancora presente) sia, contemporaneamente, con larto mancante: vedendo
limmagine dellarto sano riflessa nello specchio, il paziente, oltre a compiere il movimento con larto sano, ha
lillusione di eseguirlo anche con larto amputato.
In assenza completa di feedback propriocettivo e tattile, la vista a fornire il feedback per il controllo del movimento
(come nel caso del paziente con sindrome da deafferentazione).
Lintegrazione sensoriale, avvenuta per via visiva, sommata allosservazione del movimento riflesso (attivazione dei
neuroni mirror) fornisce ai pazienti lillusione propriocettiva di avere ancora un arto che risponda ai loro comandi.
Il disturbo della rappresentazione di s a livello corticale trova una forma di compensazione, permettendo una
riprogrammazione funzionale dello schema corporeo che ha leffetto pratico di far diminuire il dolore in modo
statisticamente significativo nei pazienti.
Ramachandran riporta il caso di alcuni pazienti sottoposti a questesperimento: essi confermano lesistenza di
movimenti volontari nella mano fantasma riflessa che scompaiono al di fuori dalla Virtual Reality Box ( inoltre
eliminata lipotesi di effetto placebo grazie a diversi accorgimenti).
Ramachandran riporta anche casi di apprendimenti a lungo termine, con scomparsa progressiva dellarto fantasma,
in seguito allutilizzo di questo semplice dispositivo. Lo studioso indiano interroga persino sul fatto che, accanto al
feedback visivo, possono sussistere anche quello propriocettivo dellarto controlaterale e i comandi motori dellarto
sano. Questa ipotesi per scartata in seguito ad esperimenti in cui la mano del paziente viene sostituita con la
mano guantata dello sperimentatore, col fine di produrre unimmagine fantasma: anche in questo caso i pazienti
avvertono i movimenti dellarto fantasma pur senza inviare alcun comando motorio.
Con lo stesso accorgimento, quando lo sperimentatore appoggia la mano sul dorso invece che sul palmo, senza che
il paziente possa accorgersi del cambiamento, si possono far sperimentare al paziente posizioni impossibili nella
mano fantasma, come una flessione dorsale delle dita che supera lescursione articolare anatomica. Questo significa
che non solo la stimolazione propriocettiva (con effetto sui fusi neuromuscolari), ma anche una stimolazione visiva,
pu indurre illusioni di posizione degli arti.
In altre parole, in certe condizioni, anche la sola apparenza visiva pu indurre dolore, sensazioni di movimento,
percezione di posizione degli arti.
Questi aspetti ci portano a due considerazioni:
1) Limmagine del corpo in realt un fenomeno meno stabile di quanto non si creda; essa dipende dalle
percezioni sensoriali e dalle esperienze del singolo; sulla base di queste pronta a ridefinirsi;
2) Esistono, secondo Ramachandran (1996), moduli separati per lelaborazione delle informazioni sensoriali:
Questo risultato contraddice in pieno il punto di vista mantenuto dall A.I. community, i quali sostengono che
il cervello sia composto da un determinato numero di moduli autonomi che, in successione, analizzano linput
sensoriale.
Alla luce di questi risultati messa in dubbio lesaustivit del resoconto dellattivit tattile e visiva dato da Klatzky e
Lederman nel loro modello di autonomia completa fino ad una integrazione finale a livello delle rappresentazioni.
Secondo Ramachandran necessario arrivare ad un modello che, oltre che rendere conto delle capacit del tatto, sia
anche tale da assumere lesistenza di fenomeni di interferenza sensoriale tra visione e tatto come quello riportato, di
interferenza tra tatto e udito e di sostituzione intersensoriale.
Nonostante i buoni risultati ottenuti, non si parla per ancora di Mirror Therapy.
Il termine coniato qualche anno pi tardi da Altschuler e da i suoi collaboratori che nel 1999 hanno parlato di
Mirror Therapy presentando una nuova tecnica, volta alla riabilitazione del paziente con emiparesi (Altschuler,
1999). Essi la definiscono come una metodica riabilitativa che consiste nel far muovere entrambe le mani (o
le braccia) al paziente con esiti di ictus; al paziente si chiede di eseguire degli esercizi, in modo simmetrico, con
entrambe le mani e lo si invita ad osservare il movimento dellarto sano, riflesso nello specchio. In questo modo il
paziente ha limpressione che larto paretico si stia muovendo correttamente.
Ramachandran e Altschuler, sempre nel 1999, lavorano insieme ad uno studio che introduce questa nuova tecnica
riabilitativa ai pazienti con neglect in seguito ad un ictus a livello dellemisfero destro (Ramachandran, 1999).
I miglioramenti osservati sono pi evidenti per quanto riguarda la qualit e larmonia complessiva del movimento
piuttosto che per quanto riguarda la forza dello stesso, ma risultano ad ogni modo statisticamente significativi e
legati con tutta probabilit al contributo che hanno i neuroni mirror alla ricostruzione dello schema motorio.
Lintegrazione sensoriale visiva vicaria quella propriocettiva (errata) proveniente dallarto paretico.
Vista anche lefficacia della metodica riportata in alcuni studi sul dolore post-ictus, McCabe ed altri ricercatori
ipotizzano che il dolore, non accompagnato da un evidente danno tissutale, possa essere causato dalla discordanza
fra intento motorio e movimento. Secondo questa ipotesi, allo stesso modo in cui la povert qualitativa e quantitativa
dei movimenti deriva in parte anche dalla dissonanza delle vie sensoriali in ingresso (apparato vestibolare,
propriocettori), il dolore pu derivare da cambiamenti della rappresentazione corticale dellinput somatico,
che segnala lo stesso tipo di relazione errata fra ideazione del movimento e sua esecuzione. La riafferentazione
sostitutiva indotta dalla Mirror Therapy risolverebbe la dissonanza, dando al sistema nervoso centrale la possibilit
di affrontare una seconda riorganizzazione, risolutiva della rappresentazione corticale errata.
Studi pilota sono condotti anche in Italia: da segnalare quello presentato dal Dott. F. Gimigliano in cui si suggerisce
ladozione della Mirror Therapy in un programma neuroriabilitativo integrato (nel caso specifico i pazienti sono
sottoposti alla Mirror Therapy e ad un programma Kabat).
Da segnalare lo studio olandese in corso di Michielsen e colleghi (iniziato nel 2006) in cui si indaga lefficacia della
Mirror Therapy, oltre che per la riabilitazione dellarto superiore e della mano, nei pazienti nel post-ictus, anche
attraverso osservazioni con la FMRI (risonanza magnetica funzionale). Sar quindi possibile, nel medio termine,
avere un imaging dellattivazione cerebrale di questi pazienti prima, durante e dopo la M.T.
Anche Chan, nel 2007, utilizza la Mirror Therapy a scopo terapeutico in pazienti amputati: egli afferma che,
guardando il proprio movimento reale in associazione a quello allucinatorio per 15 minuti ogni giorno, possa ridursi
il dolore, forse per lattivazione dei neuroni specchio o per la disattivazione della percezione protopatica.
Nella stragrande maggioranza degli studi sulla Mirror Therapy presentati, comunque, ai gruppi di controllo
richiesto o di immaginare il solo movimento dellarto leso senza specchio o di usare uno specchio annerito e/o
coperto (Chan, 2007).
In sintesi ci sentiamo di affermare, forti anche delle esperienze condotte presso
il Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio, che ci troviamo di fronte ad una
metodica riabilitativa suggestiva e foriera di ottimi risultati nel problema dellarto
fantasma che affligge il 95% dei pazienti amputati ai vari livelli. Questo breve
trattato analizzer i vari aspetti tecnici e fisiopatologici implicati.
presentazione
Accolgo con piacere linvito del Prof. Andrea Tancredi Moscato a presentare la sua pubblicazione relativa alla
Mirror Box Therapy. Largomento quanto mai innovativo, basandosi sulla scoperta dei neuroni a specchio da
parte di ricercatori italiani negli anni 90, che ha consentito la messa a punto di metodiche riabilitative a favore di
pazienti amputati di arto superiore.
E noto anche fuori del nostro paese limpegno profuso dallINAIL, in particolare tramite il Centro di Vigorso
di Budrio, per supportare le persone che presentano questa grave disabilit con tutte le forme di sostegno, compresa
lapplicazione dei pi moderni ritrovati della tecnica. Rientra in questo impegno lo sforzo dedicato alla ricerca
volta a mettere a punto presidi tecnici che sempre meglio rispondano alle esigenze dei nostri infortunati di poter
essere reinseriti in una vita attiva nel contesto familiare, sociale e lavorativo. Ritengo che proprio in tale ambito
si collochi la sperimentazione presentata dallAutore, ennesimo esempio del lavoro quotidiano svolto dalla
componente sanitaria dellIstituto con grande spirito di dedizione e di attenzione ai bisogni dei lavoratori
che portano le conseguenze di gravi eventi lavorativi. Non va peraltro dimenticata
la trasferibilit di tali acquisizioni anche sui comuni cittadini che hanno subito
analoghe menomazioni, a conferma del rapporto di sinergia tra lINAIL e il
Servizio Sanitario Nazionale gi da tempo in atto sul territorio.
pertanto quanto mai apprezzabile il lavoro del collega Moscato che consente di
divulgare sia allinterno che allesterno dellIstituto i pi recenti progressi in un
ambito estremamente importante per la missione istituzionale.
capitolo 1
IL DOLORE
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difesa, non solo a favore della tutela del singolo essere vivente ma, in prospettiva, nella salvaguardia della specie.
Nel XX secolo, con la scoperta della natura elettrica della trasmissione nervosa, c stato il superamento della concezione cartesiana del dolore e la nascita della moderna neurofisiologia.
Parallelamente, da un punto di vista terapeutico, Mesmer nel 1810 scopriva lipnosi, Hickmann nel 1828 utilizzava
il protossido di azoto, Justus von Liebig ed Eugne Soubeiran nel 1831 ottenevano in laboratorio il cloroformio
facendo reagire ipoclorito di calcio e acetone (o etanolo) e il dentista William Green Morton, nel 1846, utilizzava
letere per lestrazione di un dente. Nel 1894 compariva laspirina, mentre il veronal, un barbiturico che ha rivoluzionato lanestesia, compariva nel 1903. Nella storia la lotta al dolore non ha sempre trovato nei medici degli alleati
per la paura che essi avevano di veder scomparire uno dei pi importanti segni diagnostici.
Soltanto gli studi della neurofisiologia moderna hanno permesso di iniziare il cammino per linterpretazione di una
percezione sensoriale cos complessa.
Il primo a descrivere scientificamente le vie anatomiche della sensibilit e del dolore stato un anatomista spagnolo,
Santiago Ramon y Cayal (1852-1934), premio Nobel per la Medicina nel 1906. Egli, grazie al metodo di colorazione
delle fibre e delle cellule nervose ideato da Camillo Golgi, ha eseguito numerose ricerche ed riuscito a scoprire le vie
che vengono percorse da un impulso doloroso, dalla sua origine pi periferica fino al cervello.
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Grazie alla definizione IASP, i ricercatori e i clinici, anche se non sempre in grado di spiegarlo o curarlo, sono nella
maggior parte concordi su ci che intendono o non intendono per dolore.
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Nocicettori
Tipo
Mielinici
Amielinici
Nome
Nocicettore mielinizzato
Nocicettore C-polimodale
Sconosciuta, presumibilmente
terminazioni libere
Velocit di
conduzione
Sensazione
Morfologia
Stimolo adeguato
Nocicettori cutanei:
- Unimodali vengono eccitati solo da stimoli meccanici di alta intensit e sono correlati a fibre piccole mieliniche
A e amieliniche C. Hanno un campo recettoriale molto piccolo;
- Polimodali vengono eccitati da stimolazioni meccaniche, termiche e/o chimiche (ad esempio soluzioni ipertoniche di NaCl o KCl, sostanze endogene quali la 5-idrossitriptamina o serotonina, le prostaglandine o altro) e sono in
connessione con fibre piccole mieliniche A e amieliniche C. La loro soglia elevata ed hanno un campo recettoriale
piuttosto ampio.
Nocicettori muscolari:
una parte di questi recettori viene eccitata solo da una pressione violenta per cui sono detti anche recettori per la
pressione dolorosa e sono collegati a fibre mieliniche A. Unaltra parte, invece, rappresentata da recettori ad alta
soglia, in connessione con fibre amieliniche C, eccitati solo da una pressione portata direttamente sullarea recettoriale; sono pi facilmente eccitabili se la temperatura del muscolo va incontro a variazioni eccessive.
Nocicettori viscerali:
sono sensibili alla distensione dello strato muscolare della parete, della mucosa, della sierosa e allischemia.
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Diametro (mcm)
Mielina
12-20
70-120
6-12
30-70
A
C
1-6
5-30
+/-
< 1,5
0,5-2
Se si paragona la velocit delle informazioni provenienti da altri neuroni periferici, la cui velocit di trasmissione
pu raggiungere i 100 m/sec, le informazioni legate alla nocicezione e al dolore sono molto pi lente. A livello viscerale, in particolare, proprio per la scarsezza di fibre veloci, il dolore viene descritto come profondo, urente, mal definito e mal localizzabile. Inoltre, questo tipo di dolore provoca forti reazioni riflesse del sistema nervoso autonomo
con nausea, risposte vasomotorie e unimportante reazione di allarme.
I neuroni afferenti primari hanno una forma bipolare ed il loro corpo cellulare localizzato nei gangli spinali o cranici della radice posteriore. Dal corpo cellulare si dipartono proiezioni assonali periferiche o centrifughe, e centrali o
centripete. I corpi cellulari non stabiliscono connessioni sinaptiche e pertanto non giocano un ruolo diretto nellanalisi continua dei segnali nocicettivi.
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Le differenze fra i due meccanismi sono numerose, ma quella pi saliente rappresentata dalla differente suscettibilit al naloxone, antagonista oppioide a vasto spettro: il controllo metamerico naloxone-indipendente, mentre il
controllo endogeno in gran misura naloxone-dipendente.
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strale e con il nucleo del rafe magnum; distalmente le proiezioni discendenti giungono fino alle corna posteriori del
midollo spinale attraverso le fibre del funicolo dorso laterale. Per quanto ognuna delle strutture coinvolte possa esercitare un controllo autonomo sul dolore, queste sembrano funzionare pi come ununit esercitante un controllo
globale e non semplicemente localizzato e topografico sui neuroni che convogliano il dolore nel corno dorsale. Esse
esercitano a questo livello una modulazione di tipo soprattutto presinaptica sulle fibre che trasportano lo stimolo.
Esistono altre aree del tronco cerebrale implicate nellinibizione discendente: il tegumento pontino dorsolaterale,
che la sorgente principale dellinnervazione noradrenergica delle corna dorsali del midollo e le interconnessioni
anatomiche tra bulbo ventromediale rostrale e tegumento pontino dorsolaterale.
Le vie di trasmissione e le vie di modulazione dello stimolo doloroso, sia ascendenti che discendenti, utilizzano dei
neurotrasmettitori peptidici e non. Tra i primi i pi importanti sono gli oppioidi endogeni e la sostanza P. Gli oppioidi endogeni (metenkefalina, dinorfina, endomorfina, deltorfina) agiscono su specifici recettori, identificati dalle
lettere greche , , e , con una distribuzione non ubiquitaria.
I recettori si trovano prevalentemente a livello cerebrale, i recettori a livello midollare mentre i recettori sono
presenti in entrambi i distretti. Ai tre recettori corrispondono oppiacei endogeni differenti: la beta-endorfina attiva
soprattutto a livello del recettore , la dinorfina attiva essenzialmente sui recettori , le encefaline sono attive a
livello del recettore . Recentemente stato scoperto anche un quarto recettore, chiamato orfano, perch ancora
non era stato scoperto loppioide specifico, che stato in seguito identificato e chiamato orfanina o nocicettina:
in alcune condizioni sperimentali agisce come antagonista degli oppioidi endogeni ma si pensa che, in condizioni
diverse, possa svolgere anche un ruolo analgesico.
Anche la somatostatina un neuropeptide con azione prevalentemente antagonista degli oppiacei e ne contrasta
quindi leffetto analgesico.
Linibizione discendente proveniente dalla sostanza grigia periacqueduttale e dal bulbo ventromediale rostrale
mediata da recettori serotoninergici e noradrenergici presenti nel midollo spinale.
Limportanza dei recettori spinali noradrenergici stata confermata da numerose ricerche che dimostrano come
la somministrazione intratecale o epidurale di clonidina, un farmaco 2 agonista, produca analgesia negli animali
cos come nelluomo. Anche la somministrazione di serotonina produce effetti simili, solo che la serotonina ha anche altri effetti come il controllo motorio e la regolazione vasomotoria.
Anche altri trasmettitori provenienti dal tronco cerebrale contribuiscono al controllo discendente: lacido -butirrico
(GABA), le encefaline, il glutammato, la somatostatina, la sostanza P e la colecistochinina.
Gli stimoli naturali che attivano il sistema inibitorio discendente includono lo stress (analgesia stress-indotta), la
paura e lansia, lesercizio intenso e prolungato e lattivit sessuale.
Se esiste uninibizione discendente, esiste per anche un sistema discendente facilitante, che utilizza le stesse strutture neuronali e trasmettitoriali, con la differenza che risiede solo nellintensit della stimolazione o nella concentrazione delle sostanze introdotte. In generale, la facilitazione prodotta da correnti di bassa intensit, mentre linibizione prodotta da alte intensit di stimolazione.
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Soglia del dolore La pi piccola esperienza di dolore che un soggetto in grado di riconoscere. E unesperienza
soggettiva, mentre lintensit dello stimolo un evento esterno, oggettivo e misurabile.
Tolleranza Il livello pi alto di dolore tollerabile. E unesperienza squisitamente soggettiva.
Disestesia Sensazione anomala spiacevole, non necessariamente dolorosa, che si manifesta con parestesie spontanee o evocate. Disestesia quindi un termine piuttosto generico, riferibile ad una grande variet di dolori causati
da stimoli periferici o ad insorgenza spontanea. Nella definizione di disestesia occorre porre attenzione allaggettivo
abnorme: un dolore con caratteristiche disestesiche un dolore inusuale, strano, che il paziente difficilmente
ha avvertito in precedenza. Si tratta di dolori urenti, simili a scosse elettriche, a punture di spillo, avvertiti sempre
nel territorio di innervazione di un nervo o di una o pi radici nervose. Le disestesie sono provocate dalla sensibilizzazione dei nocicettori C.
Parestesia Sensazione anomala, in genere non dolorosa, che pu essere spontanea o evocata. E descritta come
formicolio o come puntura di spillo e si ritiene rifletta lattivit spontanea di fibre A.
Iperestesia Aumentata sensibilit ad uno stimolo. Si usa per indicare in senso generale una diminuzione della soglia ad uno stimolo (tattile, termico, dolorifico), oppure per definire laumentata risposta ad uno stimolo che viene
riconosciuto normalmente. Casi particolari di iperestesia sono liperalgesia e lallodinia.
Iperalgesia Aumentata risposta a uno stimolo normalmente non doloroso.
Questo termine deve essere utilizzato in tutti quei casi in cui si ha una risposta aumentata con soglia normale o anche con soglia aumentata, come nei pazienti con neuropatia. Il termine iperalgesia pu essere utilizzato quando
presente unalterazione del sistema nocicettivo con sensibilizzazione centrale o periferica.
Liperalgesia meccanica divisa in:
- Iperalgesia statica: una lieve pressione sulla cute evoca dolore. E mediata da nocicettori C;
- Iperalgesia puntata: ottenuta da stimoli puntiformi come la puntura di spillo. E mediata da nocicettori A sensibilizzati;
- Iperalgesia dinamica: il passaggio di un pennello evoca dolore. E mediata da fibre A beta.
Liperalgesia da freddo e quella da caldo sono mediate da nocicettori C.
Allodinia E la percezione di dolore, anche intenso, in risposta a stimoli che normalmente non sono dolorosi, in
particolar modo se tattili. Si tratta quindi di un errore nellidentificazione della qualit dello stimolo.
Nel 1996 Greceley sosteneva che lo sfioramento della cute con un batuffolo di cotone non genera alcuna sensazione
sgradevole o dolore. Quando ci avviene parliamo di allodinia (Sang e Gracely, 1996).
Nella genesi dellallodinia stata ipotizzata la reinnervazione della lamina II, parzialmente deprivata per lesione
neuroperiferica di afferenze A-C, da parte di fibre afferenti mieliniche di grosso calibro, o unipersensibilizzazione
dei neuroni spino-talamici ad ampia dinamica (sensibili cio a stimoli nocivi e non nocivi), per potenziamento a
lungo termine NMDA-mediato. Questultima ipotesi, che si adatterebbe particolarmente ai casi in cui iperalgesia
ed allodinia coesistono, trova supporto sperimentale nel fatto che lallodinia da danno neuroperiferico preceduta
da una marcata e selettiva espressione della subunit 2-delta del canale del Ca2+ voltaggio-dipendente di tipo L nei
rispettivi neuroni ganglionari (Luo et al., 2001).
Ci pu spiegare lefficacia antidolorifica del gabapentin, farmaco antiepilettico selettivo per tale subunit.
Alloestesia E la percezione di dolore superficiale in unarea normoestesica differente da quella ipoestesica stimolata. Pu assumere carattere controlaterale, nel qual caso pi correttamente definita allochiria. attribuita alla
conduzione del messaggio nocicettivo attraverso il contingente ascendente omolaterale del tratto spinoreticolare.
Iperpatia Sindrome dolorosa nella quale dopo uno stimolo, specie se ripetuto (sommazione spaziale o temporale) si ha una reazione dolorosa abnorme. E di solito associata a lesioni centrali vascolari o tumorali, soprattutto
talamiche.
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Il fenomeno iperpatico consiste in una risposta dolorosa, esplosiva, evocata da aree cutanee ipo o anestesiche a
causa di stimolazioni intense ripetute. Liperpatia riflette la deafferentazione periferica o centrale che determina
linnalzamento della soglia da una parte e unipereccitabilit centrale dallaltra. In questo tipo di dolore possono
essere presenti anche erronee identificazioni e localizzazioni dello stimolo.
Analgesia Assenza di dolore in presenza di stimolazioni che normalmente sono dolorose.
Dolore parossistico E un dolore trafittivo tipo scossa elettrica o pugnalata, tipico, ad esempio della nevralgia del
trigemino. E provocato da stimoli meccanici innocui. Non si ottiene da stimoli dolorosi.
Deficit sensitivo e dolore Tipico del dolore neuropatico la perdita parziale o completa della funzione sensitiva
afferente e della presenza di alcuni iperfenomeni nellarea dolente. La perdita delle sensibilit pu coinvolgere tutte
le modalit sensitive, ma la perdita delle funzioni spino-talamiche (freddo, caldo, puntura di spillo) sono cruciali.
Dolore riferito Diffusione anomala del dolore in conseguenza lesioni anomale e/o centrali. Il dolore riferito
generalmente descritto a partenza da strutture profonde verso strutture cutanee. Questa irradiazione anomala
correlata con variazione dei neuroni spinali ad ampio spettro dinamico (WDR) che codificano le informazioni nocicettive. I neuroni WDR sono caratterizzati da campi recettoriali piccoli eccitati da stimoli non dolorosi circondati
da una zona estesa nella quale gli stimoli dolorosi possono scaricare stimoli ad alta frequenza. Questi ampi campi
recettoriali possono estendersi sovrapponendosi per pi dermatomeri e riflettono interconnessioni sinaptiche propriospinali nel corno spinale dorsale che si estendono per vari segmenti.
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capitolo 2
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2.1 Eziologia
Nel mondo, lesatto numero delle persone che hanno subito unamputazione difficile da determinare: molti paesi
non tengono schedari dei pazienti amputati e delle cause che hanno portato a questo tragico esito.
Le cause di amputazione mutano considerevolmente da nazione a nazione e, in alcuni casi, anche da regione a regione allinterno dello stesso stato.
Le 3 maggiori cause sono:
Processi patologici;
Traumi;
Malformazioni congenite.
Tra queste le cause pi comuni sono le malattie e i traumi.
Sia che lamputazione sia dovuta a traumi, che a vasculopatie od altri motivi, il chirurgo deve conoscere il grado di
vitalit dei tessuti dellarto ed in particolare della cute: tale conoscenza influenza direttamente il livello dellamputazione. La ferita, infatti, pu non cicatrizzarsi con successo se la cute ed il tessuti pi profondi non hanno un sufficiente potenziale per sopportare il trauma chirurgico e la risposta infiammatoria post-operatoria.
Lintervento chirurgico dovrebbe essere eseguito in modo tale da fornire un moncone che conservi una buona
motilit attiva, con gruppi muscolari validi e funzionalmente bilanciati. Il moncone dovrebbe presentare un buon
trofismo tissutale con una sufficiente circolazione emolinfatica e dovrebbe avere una ferita ben cicatrizzata e non
dolente, in modo da permettere una protesi ben tollerata e funzionalmente efficace.
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flusso arterioso di sangue agli arti inferiori possono essere causa di ulcere e gangrene che possono condurre allamputazione.
Ad esempio, la malattia di Buerger (o tromboangioite obliterante) una forma di vasculite delle piccole-medie arterie che colpisce fondamentalmente i maschi fumatori in et adulta (et media intorno ai 35 anni)
E una malattia, fortemente collegata col fumo di sigaretta, diffusa nel continente Asiatico e soprattutto nel Medio
Oriente, mentre poco diffusa in Europa e negli USA.
I sintomi e i segni sono rappresentati da piccole lesioni delle dita, ulcere, dolore, gangrena, ischemia arteriosa, fenomeno di Raynaud, riduzione della sensibilit tattile e termica. A lungo andare pu rendersi necessaria lamputazione.
In Italia, il tasso di amputazione per cause ischemiche di tipo aterosclerotico si aggira attorno all84,6%.
Il diabete unaltra causa comune di perdita degli arti infatti le complicanze di questa malattia diminuiscono la
circolazione (angiopatia periferica) e la sensibilit (neuropatia) degli arti inferiori; si possono formare ulcere ed
infezioni che rendono necessario un intervento di amputazione.
Negli Stati Uniti, le ulcerazioni del piede causano pi di 80.000 amputazioni ogni anno.
Solo una piccola parte delle amputazioni (intorno al 3-4%) causata dai tumori.
Anche la lebbra, nei paesi in cui ancora diffusa, pu causare una perdita di sensibilit delle mani e dei piedi; possono insorgere delle infezioni che, se non trattate, possono condurre allintervento di amputazione.
Solitamente i pazienti amputati in seguito ad una patologia hanno unet superiore ai 60 anni (in Italia: 65,4 anni),
mentre le amputazioni traumatiche riguardano, in genere, pazienti pi giovani e attivi.
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- Evita i tempi complementari (artrodesi, osteosintesi), quindi permette una protesizzazione ed una riabilitazione
pi precoci (solitamente dopo 4-6 settimane);
- Sebbene con una claudicazione, dovuta alla dismetria, consente la deambulazione senza protesi (anche se i percorsi possibili sono limitati).
La tecnica indicata anche per i pazienti diabetici.
Amputazione tipo Boyd
Consiste nellamputazione del tarso che comporta lastragalectomia e lartrodesi tibio-calcaneare. Il calcagno mantiene il suo andamento orizzontale, quindi ne risulta un moncone globoso che si espande anteriormente e posteriormente (questo pi corto rispetto al controlaterale).
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ni troppo lunghi di gamba, dopo lavvento delle protesi di resina a contatto ed appoggio totale, non sono pi consigliabili. In caso damputazioni dovute a problemi di circolazione arteriosa, non opportuno superare una lunghezza
tibiale di 12 cm, in quanto avremo difficolt nella guarigione della ferita e/o ischemie.
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costruire un moncone, mediante osteomioplastica, con una cicatrice apicale disposta a distanza dalle zone di sollecitazione, in pratica nella regione distale e posteriore.
Il braccio di leva permetter un comando agevole della protesi; lestremit ossea risulter ben coperta e sar salvaguardato lequilibrio tra i muscoli antagonisti, garantendo un buon controllo della protesi.
Infine, a questa altezza damputazione, sar possibile lapplicazione del ginocchio meccanico, senza dover abbassare lasse trasversale di rotazione rispetto al ginocchio controlaterale, nonch lutilizzo dei nuovi ginocchi elettronici.
Quando la lesione molto alta, inevitabile un disequilibrio muscolare tra i muscoli abduttori e gli adduttori per il
venir meno delle inserzioni di questi ultimi: si avr un disequilibrio muscolare del moncone in abduzione e flessione
pronunciate, tale da dare una protesizzazione pi difficoltosa nella costruzione dellinvasatura e nella progettazione
del suo allineamento rispetto agli altri elementi protesici.
Quando possibile conservare almeno 10 cm di diafisi, le protesi ad aderenza muscolare sono possibili, a condizione che il trocantere sia ben imbottito dalle parti molli e che si aggiunga alla protesi una cintura di sicurezza.
Attualmente i monconi lunghi (3 inferiore di coscia) non comportano particolari problemi di protesizzazione.
Il peso non viene scaricato direttamente sul moncone, ma si lascia che questo si porti in flessione e che lamputato
gravi sulla protesi; questultima ha il suo punto dappoggio sulla tuberosit ischiatica del bacino.
Le attuali invasature a contatto totale consentono di ottenere prestazioni elevate purch si tratti di un moncone
trofico, non dolente, in grado di poter compiere movimenti per tutta lescursione del movimento dellanca. Il moncone di coscia, migliore da un punto di vista funzionale, quello con forma cilindrica, dotato di un buon controllo
muscolare, senza importanti contratture e rigidit a livello dellarticolazione coxo-femorale, senza edemi, con colorito e temperatura normali, non dolente e gravabile, tale da consentire al paziente lutilizzo di una buona protesi
funzionale.
2.4.6 Emipelvectomia
In generale, lindicazione a questo tipo di intervento si pone per forme tumorali maligne, sia ossee che delle parti
molli, che coinvolgono la parte alta del femore o della coscia, larticolazione dellanca, i muscoli o le fasce della regione dellanca e il bacino. Anche per i tumori benigni a malignit locale, stata posta lindicazione allintervento
di emipelvectomia.
Pi raramente, unindicazione allintervento pu essere una forma tubercolare diffusa, unosteomielite cronica di
un emibacino o una forma metastatica.
Consiste nellamputazione dellemibacino, disarticolando la cintura pelvica attraverso la sinfisi pubica (anteriormente) e larticolazione sacro-iliaca (posteriormente).
Si dar la precedenza allamputazione dellileo e dellischio-pube quando la sede della lesione lo permette, mentre
si proceder obbligatoriamente alla classica disgiunzione sacro-iliaca e della sinfisi pubica quando lo impone la
diffusione della lesione, anche se tale tecnica molto pi traumatizzante.
32
capitolo 3
IL MONCONE DOLOROSO
33
34
ferita o della tumefazione. E un dolore che tende a scomparire nel momento in cui la ferita chirurgica guarisce.
Nel post-operatorio il dolore pu essere controllato con medicazioni e mediante luso di terapie fisiche. I farmaci
utilizzati comunemente nel post-operatorio includono i narcotici, il paracetamolo, lacido acetilsalicilico e i farmaci
correlati come libuprofene e lindometacina. Nella prima settimana successiva allamputazione, vengono somministrati dosaggi relativamente alti di farmaci. Dopo questo periodo si tende a diminuirli gradualmente.
Anche alcune terapie fisiche possono essere molto utili per il controllo del dolore. Il controllo delledema contribuisce alla guarigione della ferita. Larto dovrebbe essere tenuto in scarico per una o due ore, due o tre volte al giorno,
per ridurre ledema locale o la tumefazione.
Un immediato bendaggio nel post-operatorio contribuisce alla protezione dai traumi meccanici e riduce sia il dolore
che la tumefazione. Il bendaggio del moncone deve essere effettuato attentamente (pi stretto distalmente e meno
prossimalmente) per promuovere lassorbimento delledema e evitare leffetto laccio emostatico.
Il dolore post-operatorio deve essere valutato con molta attenzione poich potrebbe essere dovuto ad altre causa,
in particolare alle infezioni. La presenza di una zona calda al tatto, di una tumefazione arrossata (eritema) o di un
drenaggio possono indicare un problema locale come uninfezione o una raccolta di sangue.
35
Con neuroma da amputazione si intende una proliferazione, non neoplastica ma iperplastica, di cellule di Schwann e di fibre nervose in seguito alla sezione di un nervo susseguente allamputazione di un arto; la formazione di
questo neuroma fa seguito alla completa interruzione della continuit del nervo periferico e rappresenta lesito di un
tentativo inefficace di rigenerazione del nervo stesso. I neuromi possono essere adiacenti alla cicatrice chirurgica,
possono trovarsi superficialmente nella cute o nel sottocute o possono formarsi nei tessuti in profondit.
Dolore del moncone:
- Continuo od intermittente;
- Focale o diffuso.
Qualit del dolore:
- crampiforme;
- urente;
- folgorante;
- caldo e/o freddo;
- generalizzato ed incessante.
In molti casi il dolore si associa a movimenti spontanei del moncone: scosse miocloniche e/o contrazioni croniche
sia degli agonisti che degli antagonisti.
Alcuni pazienti riferiscono crisi di dolore alternate ad intervalli liberi.
Il trattamento del dolore del moncone deve variare a seconda della patologia che lo sottende.
Le patologie dellosso, gli ascessi ed i neuromi potrebbero richiedere il reintervento chirurgico. Liniezione locale di
analgesici e/o corticosteroidi pu risultare estremamente efficace per il dolore causato dallartrosi, dalle cicatrici,
dallintrappolamento nervoso, dalle aderenze dei tessuti e dai neuromi.
Il dolore da ischemia, in genere, richiede lintervento chirurgico di rivascolarizzazione. I farmaci possono venire
assunti sia per via orale che per via topica.
Anche le stimolazioni meccaniche (inclusi i massaggi, il linfodrenaggio e la frizione) riducono la sensibilit locale
del moncone; per la gestione del dolore residuo possono essere utili anche gli ultrasuoni, la tecar-terapia, la crioterapia e la TENS. Meno frequentemente, sono necessari per il controllo del dolore le procedure terapeutiche per
indebolire il nervo o i blocchi nervosi.
36
tendini adduttori, larea dellinguine e la parte laterale e mediale del femore e della coscia. Quando si forma unalterazione della cute, il paziente con amputazione dovrebbe evitare di indossare la protesi fino a quando la causa della
ferita o di ulcerazione non sia stata corretta.
Il dolore pu risultare dalla frizione tra la cute e la protesi. In questa situazione, linvaso deve essere adattato e modificato per ridurre la tensione sulla pelle. Questo pu essere raggiunto attraverso luso di cuffie al silicone o stirene
che supportano la pelle e non permettono lo stiramento della stessa.
La frizione pu avvenire quando le dimensioni dellinvasatura sono eccedenti, ma non tanto da non consentire lancoraggio dellinvasatura al moncone.
Il dolore da trazione presente quando il moncone bulboso e largo allapice. Si pu ottenere la diminuzione del dolore attraverso unapertura dellinvasatura a livello dellapice oppure posizionando cotone o nylon allinterno della
stessa di modo da accogliere in maniera pi confortevole i tessuti molli diminuendo la frizione e la trazione prossimale. Il dolore da trazione si manifesta quando lapice del moncone non tocca il fondo dellinvaso e rimane nello
spazio. Se questo accade, consigliabile aggiungere un cuscino di materiale morbido sul fondo dellinvasatura.
37
3.5.1 Inizio
Nel 75% dei pazienti che hanno subito unamputazione, le sensazioni fantasma compaiono nellimmediato postoperatorio non appena finiscono gli effetti dellanestesia; nel restante 25% dei pazienti, secondo uno studio di Moser del 1948, la comparsa potrebbe essere ritardata di pochi giorni o di qualche settimana (Moser, 1948).
In uno studio di Carlen e coll. del 1978 sono stati osservati i soldati Israeliani sottoposti ad un intervento di amputazione in seguito alla guerra del Kippur del 1973 contro una coalizione composta da Egitto e Siria: il 33% aveva
avvertito la sensazione di arto fantasma immediatamente dopo lamputazione, il 32% entro 24 ore e il 34% entro
poche settimane (Carlen, 1978).
Linizio del fenomeno non dipende da quale sia larto amputato o dallaltezza dellamputazione (Sunderland,
1978).
3.5.2 Durata
In molti casi il fantasma presente inizialmente per pochi giorni o per poche settimane, per poi affievolirsi gradualmente. In altri casi pu persistere per anni, senza diminuire dintensit (il 30% dei casi secondo lo studio di
Sunderland del 1978). In letteratura sono stati riportati casi di sensazione fantasma della durata di 44 (Livingston,
1945) e di 57 anni (Abbatucci, 1894).
Alcuni pazienti sono in grado di richiamare la sensazione fantasma subito dopo la sua scomparsa, o tramite unintensa concentrazione o con lo sfregamento del moncone. Lo stesso Mitchell, gi nel 1872, fu in grado di richiamare
una sensazione fantasma scomparsa da parecchio tempo tramite la stimolazione faradica del suo moncone transfemorale. Forse proprio questesperimento ha suggerito alla comunit scientifica lipotesi che i neuromi siano una
delle principali cause di arto fantasma.
38
Sembra quindi che lattenzione pre-amputazione verso una parte del corpo possa modulare la nitidezza successiva
del fantasma: questa osservazione potrebbe avere notevoli implicazioni cliniche.
3.5.5 Telescoping
Solitamente, con il passare del tempo, il fantasma lentamente si affievolisce fino a scomparire. Per, in circa il 50%
dei casi, soprattutto nei pazienti amputati di arto superiore, larto sembra diventare, col passare dei giorni, sempre
pi corto; ad un certo punto, il paziente avverte la mano (o il piede) fantasma pendente direttamente dal moncone
(Weiss and Fishman, 1963; Jensen et. al, 1983). Se compare il fenomeno dellarto fantasma durante un attacco di
dolore, il paziente sente larto che progressivamente si allunga nuovamente.
La ragione per cui compare questo fenomeno detto telescoping non chiara ma esso potrebbe avere qualcosa
a che fare con la magnificazione corticale: la mano infatti rappresentata molto dettagliatamente nella corteccia
somatosensoriale. Nel 1996, Ramachandran e Roger-Ramachandran hanno ipotizzato che, in seguito ad unamputazione di braccio, il cervello si trovi a dover affrontare un flusso di segnali in conflitto fra loro (Ramachandran,
1996); ad esempio, le aree frontali mandano al fantasma dei segnali, monitorati sia nel cervelletto che nei lobi parietali. In una persona normale, lesecuzione di questi comandi trova riscontro in feedback sia propriocettivi che visivi,
provenienti dal braccio; in un amputato, invece, questo riscontro non c e da qui nasce il conflitto. Lunico modo
che ha il cervello per confrontarsi con questo conflitto sensoriale.
39
motivo importante differenziare i concetti di sensazione somatica e di consapevolezza corporea. La sensazione somatica definita come una sensazione specifica (che pu essere rappresentata dal calore, dalla pressione,
dal freddo, dalla posizione di unarticolazione o dal dolore) normalmente evocabile quando gli stimoli vengono applicati al corpo. Tuttavia, anche possibile avere la consapevolezza generale di una parte del corpo senza in realt
avvertire una sensazione somatica: ovvero lesperienza cosciente della grandezza o della posizione del proprio arto
mancante. Berlucchi e Aglioti (1997) individuarono i termini schema corporeo e sensazione corporea per definire quel costrutto mentale che include le impressioni sensoriali, le percezioni e le idee relative ad un organizzazione
dinamica del nostro stesso corpo ed il suo rapporto con altri corpi. Applicando questi concetti ai fenomeni fantasma,
una sensazione fantasma potrebbe riferirsi a specifiche sensazioni di stimolazione sensoriale dellarto mancante.
Ad esempio, gli amputati possono avvertire che ci sia qualcosa che sta effettivamente toccando larto amputato
oppure che dellacqua fredda stia passando sopra allarto mancante. Daltra parte, la consapevolezza di arto fantasma (PLA) potrebbe riferirsi alla conoscenza della presenza/esistenza dellarto mancante propria di ogni paziente.
La caratteristica universale del fenomeno fantasma che esso viene avvertito come parte integrante del corpo (Melzack, 1992; Halligan, 2002). Per questo motivo, il PLS (sensazione di arto fantasma) sempre accompagnato da
PLA (consapevolezza di arto fantasma), ma il PLA si pu verificare anche senza un PLS specifico (Halligan et al.,
1993; Knecht et al., 1995; Aglioti at al., 1997; Sherman, 1997; Fraser et al., 2001).
Sia PLS che PLA possono verificarsi spontaneamente o possono essere provocati da uno stimolo sensoriale tattile,
come ad esempio un leggero tocco (Ramachandran et al., 1992, 1995; Halligan et al., 1993; Knecht et al., 1995;
Aglioti et al., 1997; Flor et al., 2000).
Un fenomeno pi tardivo include le percezioni doppie (Katz, 1992b), che si verificano quando uno stimolo tattile
applicato al moncone viene percepito sia localmente, nel punto in cui viene effettivamente applicato lo stimolo, sia,
contemporaneamente, a livello dellarto mancante.
A volte, infatti, dopo unamputazione possibile osservare una corrispondenza tra specifici punti sulla pelle e punti
sullarto fantasma: alcuni pazienti amputati, se stimolati sulla cute, riferiscono di avvertire una seconda sensazione
sullarto fantasma.
La sensazione riferita pu essere topograficamente precisa e modalit-specifica (PLS) oppure pu essere soltanto
una vaga consapevolezza dellarto mancante (PLA) (Doetsh, 1998). Per questo motivo, gli inputs tattili possono
indurre o modificare le sensazioni e/o la consapevolezza del fantasma. Le percezioni doppie potrebbero anche derivare dalla stimolazione tattile di molteplici siti corporei lontani fra loro, inclusi il viso (Ramachandran et al., 1995;
Aglioti et al., 1997) e il torace (Knecht et al., 1996).
Questa corrispondenza fra punti della cute lontani dal sito di amputazione e punti del fantasma dovuta al fenomeno di remapping: infatti, dopo lamputazione si verifica una riorganizzazione della corteccia somato-sensoriale con
unespansione degli inputs sensoriali per le zone limitrofe verso le regioni cerebrali originariamente rappresentanti
larto amputato. Numerose ricerche dimostrano infatti che le sensazioni somatiche fantasma, provocate da stimolazioni lontane rispetto al sito dellamputazione, rappresentano i correlati percettivi secondari a una riorganizzazione
di nuove e aggiuntive aree recettive fra i neuroni nelle reti della corteccia somatosensoriale primaria. Questi neuroni
mantengono allo stesso tempo la loro funzione originale (vedere la review di Doetsch, 1998).
Quindi, ci si dovrebbe aspettare che la sede dei campi di riferimento rifletta lorganizzazione nervosa somatosensitiva. La distribuzione delle zone della superficie cutanea, da cui possibile evocare sistematicamente sensazioni
riferite a segmenti corporei amputati, ma percepiti come presenti, in accordo con la classica nozione che la periferia somatosensitiva ordinariamente rappresentata in corteccia secondo la regola topografica della disposizione
omuncolare.
40
contare quali sensazioni egli provasse. Ramachandran ha raccontato: Tutto and secondo le previsioni, finch non
gli sfiorai la guancia sinistra; a quel punto esclam: Dottore, mi sta toccando il pollice sinistro; era il pollice dellarto
fantasma, e la cosa stup molto entrambi. Quando gli toccai il labbro superiore, avvert il tocco allindice fantasma e
quando gli toccai la mascella inferiore sent qualcosa al mignolo fantasma. In pratica aveva sul volto la mappa completa e sistematica della mano amputata. Ramachandran ha spiegato questo fenomeno basandosi sugli esperimenti di
Penfield, effettuati negli anni Sessanta del Novecento (volti in realt a studiare la memoria). Penfield era riuscito ad
elaborare una mappa della corteccia somato-sensoriale stimolando, attraverso degli elettrodi, la corteccia cerebrale
dei pazienti. Egli aveva individuato, attraverso le reazioni dei pazienti che subirono questo trattamento, una fascia
di corteccia cerebrale piuttosto sottile, dove si poteva disegnare una mappa del corpo umano, quello che poi venne
chiamato homunculus di Penfield (nellarea somato-sensoriale della corteccia cerebrale posta dietro alla scissura
di Rolando). Certe parti del corpo, se stimolate, attivavano aree specifiche di questa striscia sottile e, viceversa,
stimolando certe aree specifiche venivano stimolate le parti del corpo corrispondenti. In questa mappa si possono
notare alcune cose curiose. Innanzitutto lhomunculus riverso: i piedi si trovano al vertice dellemisfero e il volto,
invece, vicino allestremit inferiore; inoltre, nella mappa non si ritrova una contiguit corrispondente a quella che
si riscontra nel corpo umano: la mano, ad esempio, si trova vicina al volto, larea del volto situata inferiormente
rispetto allarea della mano anzich vicino al collo, e i genitali sono rappresentati sotto i piedi.
Ramachandran ha spiegato il fenomeno dellarto fantasma del suo paziente Victor affermando che le aree corticali
della mano, adiacenti a quelle del volto, in seguito allamputazione della mano, era come se fossero state invase
da quelle del volto. La corteccia si era rimappata e, dopo lamputazione, la corrispondente area corticale non era
rimasta inutilizzata, ma era stata utilizzata dallarea adiacente. Victor percepiva nello stesso istante la sensazione di
essere toccato sul volto e sulla mano fantasma; dato che il suo corpo era cambiato, il suo cervello si era modificato di
conseguenza, con dei processi ancora non chiari, ma, di sicuro, con una corrispondenza non lineare. La mano, nella
sua corteccia, cera ancora, ma condivideva con il volto le percezioni tattili.
41
42
capitolo 4
43
44
Come detto nel precedente capitolo, Silas Weir Mitchell, nel 1872, fu il primo ad utilizzare lespressione Phantom
limb per descrivere le sensazioni riferite dai mutilati della Guerra Civile; da allora sono stati pubblicati centinaia di
studi di casi in cui la percezione soggettiva dei pazienti stata resa con le due parole introdotte da Mitchell che, nel
tempo, hanno perso le virgolette, assumendo dignit di denominazione scientifica.
Pi recentemente Weinstein (1969) lo ha definito come limpressione soggettiva della consapevolezza di un segmento corporeo mancante deafferentato, da parte di un paziente senza turbe psichiche o cognitive.
I meccanismi che sono alla base dellarto fantasma e dei fenomeni ad esso correlati sono ancora ipotetici.
45
dolore fantasma e di sensazione fantasma su 537 pazienti amputati. Queste persone hanno compilato un questionario composto da 62 domande. Fra gli intervistati, il 14,8% aveva un moncone libero da dolore, il 74,5 % aveva avuto
esperienza di dolore da arto fantasma, il 45,2% soffriva di dolore al moncone ed il 35,5% di una combinazione di
entrambi. Il 62,4 % degli amputati ha riferito disturbi del sonno e questa percentuale si alzava fino al 77,3% in quei
pazienti che soffrivano di dolore da arto fantasma; il 66,8% dei pazienti con dolore fantasma era costretto a svegliarsi numerose volte durante la notte.
Le caratteristiche prevalenti del dolore fantasma erano: sensazioni di bruciore (13,6%), crampi (15,3%), sensazioni
pungenti (23,4%), scosse elettriche (21%) e formicolio (20,4%).
Le sensazioni fantasma erano avvertite dal 73,4% degli intervistati: nel 66,8% dei casi il fantasma era mobile, nel
64% aveva una temperatura normale, nel 19,5% era caldo, nel 16,5% era freddo, nel 35,9% non era coperto da vestiti
mentre nel 13,6% era coperto, nel 31,7% dei casi non era una sensazione sgradevole, nel 29,6% era stretto, nel 7,5%
era contorto e nel 5,8% era gonfio.
Fra i pazienti con dolore fantasma, il 35,7% ha descritto la posizione del fantasma come ventrale e il 26,7% come
dorsale. Da questo studio sono emersi 2 dati significativi:
- il dolore fantasma correlato alla presenza di sensazione fantasma piuttosto che alla sua assenza (p<0,0001); esso
per non in relazione col tipo di sensazione fantasma, coi fattori demografici o con il distretto e il livello dellamputazione.
- larto fantasma considerato come un corpo estraneo, piuttosto che come un qualcosa di integrato col corpo,
soprattutto in quei pazienti con dolore da arto fantasma (p<0,0001).
E stata descritta una maggiore incidenza di sensazioni fantasma dolorose negli amputati di guerra piuttosto che nei
civili. Questo perch il metodo di amputazione utilizzato in guerra pi sommario e il nervo tende a rigenerare in
maniera abnorme con una maggior probabilit di formazione di neuromi da amputazione; la rimozione chirurgica
del neuroma in grado di far scomparire tale sensazione fantasma.
In uno studio su veterani dellEsercito Americano effettuato da Sherman e coll. del 1984 stato osservato come il
78% dei fantasmi rimangano dolorosi anche a distanza di 25 anni dalla perdita dellarto.
In un altro studio effettuato nel 1997 da Wartan e coll. su 590 veterani dellEsercito Britannico amputati da molti
anni, stato osservato che il 55% di questi amputati riportava dolore da arto fantasma e il 56% dolore del moncone;
questi studiosi hanno anche evidenziato una forte correlazione fra dolore da arto fantasma e sensazione fantasma.
In un recente studio del 2008 effettuato su 65 pazienti amputati di arto superiore per cause traumatiche, Schley e
coll. hanno concluso che, mentre il dolore del moncone predominante nellimmediato post-operatorio, il dolore
fantasma e la sensazione fantasma sono spesso delle conseguenze a lungo termine di queste amputazioni: un primo
picco di queste sensazioni si verifica entro il primo mese e un secondo dopo circa 12 mesi dallintervento.
Il dolore da arto fantasma unesperienza soggettiva e varia notevolmente da paziente a paziente: pu rappresentare una problematica di secondaria importanza o pu arrivare a distruggere completamente la vita del paziente
amputato.
Molti studiosi ritengono che linsorgenza di un arto fantasma doloroso sia pi probabile in quei pazienti che hanno
vissuto una condizione di dolore prima dellamputazione: in un suo studio del Giugno 1992, Katz suggerisce che la
lunghezza e la dimensione dellarto fantasma potrebbero rappresentare quanto gli input sensitivi provenienti dal
moncone di amputazione abbiano occupato le regioni corticali che originariamente servivano larto adesso mancante.
Nella prima settimana dopo lamputazione, il dolore fantasma presente in circa il 50-70% dei pazienti. Come per
la sensazione fantasma non dolorosa, la sensazione fantasma dolorosa localizzata in prevalenza nelle parti distali
dellarto amputato, quali il piede intero o solo le dita. La sensazione di dolore pu dipendere da come larto viene
percepito: per larto superiore il paziente, ad esempio, pu sentire larto forzatamente ruotato o con le unghia delle
dite conficcate nel palmo della mano; per quanto riguarda larto inferiore, il piede pu essere avvertito in una posizione non naturale (ad esempio ruotato di 180) oppure la gamba, rispetto al femore, pu superare langolo di
46
47
I pazienti, solitamente, insistono sul fatto che stanno soffrendo di un dolore reale e non di una semplice rievocazione
cognitiva del dolore pre-amputzione.
Larto fantasma pu assumere la stessa postura dolorosa come larto reale prima dellamputazione, in particolar
modo nel caso in cui il braccio o la gamba sia stato immobilizzato per un periodo di tempo abbastanza lungo.
Per alcuni amputati, le memorie di dolore consistono in una sensazione che integra componenti visive, tattili o motorie del dolore originale. Molti ricordi somatosensoriali corrispondono alle lesioni dolorose pre-amputazione, altre
sono innocue e rappresentano comuni e quotidiane esperienze sensoriali come, ad esempio, la consapevolezza di un
anello, un orologio da polso o una fasciatura che copriva la ferita.
I ricordi persistenti di dolore non sono limitati esclusivamente agli amputati; anche pazienti con una forma di deafferentazione temporanea o permanente, anche in assenza di amputazione, a volte riferiscono di provare dei dolori
che erano stati vissuti prima dellinterruzione degli impulsi afferenti.
Le osservazioni a favore dei meccanismi periferici, cio a livello del moncone o di tutto il decorso del nervo, sono: le
sensazioni fantasma sono abolite per breve tempo dopo unanestesia effettuata a livello del moncone; le sensazioni
fantasma possono cambiare manipolando il moncone; la revisione chirurgica del moncone e la rimozione di neuromi ipersensibili abolisce, almeno per un periodo di tempo, il dolore fantasma; il dolore fantasma pi frequente
in presenza di dolore del moncone, piuttosto che nei casi di moncone non doloroso; il fantasma doloroso si accompagna spesso a dolori indotti da stimolazione della cute e dei tessuti profondi del moncone; variazioni del flusso
sanguigno a livello del moncone possono modificare la percezione dellarto fantasma.
Laumentata sensibilit alla noradrenalina dei nervi in rigenerazione e dei neuromi pu spiegare il peggioramento
del dolore fantasma indotto dallo stress e da altri stati emotivi che aumentano lattivit del sistema simpatico. Unaltra ipotesi formulata riguarda il fatto che la deafferentazione del midollo spinale possa indurre alterazioni tali da
produrre il fenomeno dellarto fantasma.
Dopo la sezione dei nervi, a livello dei neuroni presenti nel midollo che ricevevano informazioni dalle fibre periferiche ora sezionate, si verificano delle alterazioni: essi, ad esempio, dopo aver perso il contatto con il nervo primario,
possono iniziare a rispondere a stimolazioni provenienti dai nervi adiacenti, ampliando il campo ricettivo. Questa
ipotesi sostenuta dal caso di un uomo con amputazione di arto inferiore destro e sensazione di arto fantasma;
questalterazione scompar quando gli venne diagnosticata unernia del disco cervicale che determin alterazioni
nella conduzione a livello midollare. Dopo la rimozione dellernia, il fantasma ricomparve.
Lamputazione eseguita sotto anestesia totale influenza solo la componente cognitiva di memoria e non quella somatosensoriale, lo sviluppo della quale sembra dipendere dallo stato di coscienza del dolore. Al contrario, lanestesia spinale locale, somministrata prima dellintervento chirurgico, blocca la formazione della componente di
memoria somatosensoriale ma non di quella cognitiva. Questa procedura infatti potrebbe produrre memorie della
procedura delloperazione, ma riduce il dolore del moncone e dellarto fantasma pre-operatorio causati dal blocco
spinale nel momento dellincisione e successivo allamputazione.
4.5 Lesecuzione pratica della metodica riabilitativa con Mirror Box Therapy
1) Posizionare larto leso (o il moncone) dietro lo specchio o dentro il Mirror Box (scatola di plastica ripiegabile con un lato a specchio collassabile); posizionare larto sano in una posizione neutrale e chiedere al paziente di
guardare nello specchio. Quello che il paziente dovrebbe vedere il riflesso del suo arto sano in una posizione tale
da sembrare, nello spazio, larto controlaterale affetto. Bisogna essere sicuri che il paziente non muova gli arti in
questa fase. Mentre il paziente sta guardando il riflesso, chiedere delle sensazioni provenienti dallarto affetto. Alcuni pazienti dichiarano di provare strane sensazioni, fluttuazioni delleventuale dolore e altro ancora. Lasciare che il
paziente viva pienamente queste sensazioni senza muovere gli arti, ma per un tempo massimo di 5-10 minuti.
2) Dopo questo periodo e se leventuale dolore non aumentato, si pu cominciare a chiedere al paziente di muovere lentamente larto sano in posizioni diverse lasciando larto malato in posizione di riposo. Ancora una volta, va
48
chiesto di segnalare le sensazioni provenienti dallarto malato e di porre lattenzione su quelle sensazioni per 5-10
minuti. Alcuni pazienti riferiscono una sensazione di fatica accoppiata ad una riduzione della sensazione di dolore.
E bene lasciare riposare il paziente per il tempo necessario a far s che questa sensazione di appesantimento sparisca, visto che stato riportato un aumento del dolore alla rimozione dello specchio con sensazione di fatica ancora
in corso.
3) Il prossimo passo quello di muovere entrambi gli arti, sia quello sano che quello malato, nelle stesse posizioni
mentre si guarda lo specchio. Si chieda al paziente di concentrarsi sulle sensazioni provenienti da entrambi gli arti
durante i movimenti. Questa fase dura 10 minuti.
4) In ultimo, va richiesto al paziente di muovere larto sano in posizioni diverse da quello malato, mentre si guarda
larto malato allo specchio (o meglio, larto sano riflesso). La tolleranza a questo esercizio di solito ridotta nei
pazienti senza problemi di dolore. Limitarsi ad una durata dellesercizio 7-8 minuti se non vi sono sensazioni particolari riferite dal paziente. Non superare in ogni caso i 10-12 minuti.
49
50
capitolo 5
PRESENTAZIONE DEL
PROTOCOLLO SPERIMENTALE
51
Paziente
Data amputazione
Et allinizio terapia
(anni)
#1
05/11/07
15/04/2009
86,45
1,44
#2
10/06/08
15/04/2009
65,27
0,85
#3
02/05/08
15/04/2009
41,01
0,95
#4
24/07/08
19/05/2009
42,55
0,82
#5
25/06/08
19/05/2009
64,18
0,90
#6
17/07/08
18/06/2009
78,62
0,92
#7
03/06/80
24/06/2009
65,02
29,08
#8
30/05/08
01/07/2009
33,45
1,09
#9
18/12/78
06/07/2009
71,65
30,57
#10
10/04/09
03/07/2009
42,04
0,23
#11
18/05/09
23/07/2009
39,71
0,18
#12
10/10/07
07/08/2009
73,05
1,83
58,6
Media
Let media dei pazienti, al momento dellamputazione di arto inferiore, era di 52,9 anni (range 32-85).
Al momento della visita fisiatrica, effettuata prima di intraprendere il percorso riabilitativo con la Mirror Box,
let media dei pazienti era pari a 58,6 anni (range 33-86) ed erano trascorsi in media 67 mesi (range 2-366) dalla
data dellamputazione. Eccezion fatta per i 2 pazienti amputati nel 1978 e nel 1980, il periodo intercorso fra la data
dellintervento chirurgico di amputazione e quella dellinizio della terapia era di circa 11 mesi.
52
Paziente
Data
Nascita
Data
Amputaz.
Et alla
D.A.
(anni)
Livello di
amputazione
Lato
Eziologia
#1
22/11/22
05/11/07
85,01
Transfemorale
Sn
AOCP
#2
23/01/44
10/06/08
64,42
Disart. anca
Sn
I.L.
#3
23/04/68
02/05/08
40,05
Emipelvectomia
Sn
Condrosarc.
#4
10/11/66
24/07/08
41,73
Transfemorale
Dx
I.M.
#5
29/03/45
25/06/08
63,28
Transtibiale
Dx
I.L.
#6
22/11/30
17/07/08
77,70
Transfemorale
Sn
AOCP
#7
01/07/44
03/06/80
35,95
Transfemorale
Sn
I.L.
#8
28/01/76
30/05/08
32,36
Transfemorale
Dx
I.L.
#9
29/11/37
18/12/78
41,08
Transfemorale
Sn
I.L.
#10
29/06/67
10/04/09
41,81
Transfemorale
Sn
I.L.
#11
17/11/69
18/05/09
39,53
Transfemorale
Dx
I.M.
#12
05/08/36
10/10/07
71,23
Transfemorale
Sn
Osteomielite
Media
52,9
Tutti i pazienti che hanno preso parte al trattamento riabilitativo con Mirror Box Therapy stavano svolgendo un
periodo di addestramento alluso della protesi e non presentavano ferite o lesioni a livello dellapice del moncone.
53
bisogno), la loro efficacia e quanto il dolore interferisca con la vita del paziente.
A ciascun parametro attribuito un punteggio come riportato nelle tabelle:
..../..../.
2) Data di nascita
..../..../.
3) Sesso
M
F
4) Lateralit dellamputazione
Mancino
Destro
Lato dellamputazione
Destra
Sinistra
5) Data dellamputazione
././.
6) Livello dellamputazione
..
7) Causa dellamputazione
Vasculopatie
Diabete
Incidente
Tumore
Malformazione congenita
Altro
No
S
Durata:
Meno di una settimana
1 sett. < > 4 sett.
1 mese < > 6 mesi
6 mesi < > 1 anno
> 1 anno
54
Mai
Qualche volta allanno
Qualche volta al mese
Qualche volta alla settimana
Qualche volta al giorno
Qualche volta allora
Sempre
Prurito
Movimento
Forma anomala
Posizione anomala
Tocco
Caldo
Freddo
Scarica elettrica
Altro
Moltissimo
Molto
Abbastanza
Poco
Per nulla
Mai
Qualche volta allanno
Qualche volta al mese
Qualche volta alla settimana
Qualche volta al giorno
Qualche volta allora
Sempre
Moltissimo
Molto
Abbastanza
Poco
Per nulla
No
S
..
..
55
No
S
Se s quale trattamento:
..
Nulla
Antidolorifici
Sonniferi
Alcolici
Altro
..
Le seguenti domande riguardano il DOLORE DEL MONCONE DI AMPUTAZIONE.
Il dolore del moncone ogni sensazione dolorosa del moncone.
Mai
Qualche volta allanno
Qualche volta al mese
Qualche volta alla settimana
Qualche volta al giorno
Qualche volta allora
Sempre
Moltissimo
Molto
Abbastanza
Poco
Per nulla
No
S
No
S
Se s quale trattamento:
..
No
S
Nulla
Antidolorifici
Sonniferi
Alcolici
Altro
....
56
10
2) Valuta il tuo dolore facendo un cerchio intorno al numero che meglio descrive lintensit del tuo dolore PIU
LIEVE
0
10
3) Valuta il tuo dolore facendo un cerchio intorno al numero che meglio descrive lintensit del tuo dolore
MEDIO
0
10
4) Valuta il tuo dolore facendo un cerchio intorno al numero che meglio descrive lintensit del tuo dolore IN
QUESTO MOMENTO
0
10
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Segna il numero che meglio descrive quanto il dolore ha interferito con la tua vita nellultima settimana:
7) La tua attivit generale:
0
1
10
8) Il tuo umore:
0
10
10
10
10
12) Il sonno:
0
10
10
I pazienti devono cercare di rispondere a ciascuna domanda del BPI tenendo presente che:
- per le domande dalla 1 alla 4, il valore 0 equivale a nessun dolore mentre il valore 10 corrisponde a il peggior
dolore che si possa immaginare;
- per la domanda 5, il valore 0% equivale a nessun sollievo mentre il valore 10 corrisponde a ha interferito completamente;
57
- per le domande dalla 7 alla 13, il valore 0 equivale a non ha interferito completamente mentre il valore 10 corrisponde a ha interferito completamente;
Il punteggio ottenuto col BPI, sommando i singoli valori delle domande dalla 1 alla 4 e dalla 7 alla 13, permette di
dare un giudizio sintetico riguardo al dolore avvertito dal paziente durante lultima settimana: sommando i valori
delle singole risposte il punteggio minore ottenibile 0 mentre il maggiore 110.
58
Con il tallone appoggiato sul piano del letto, movimenti di circonduzione del piede, in modo da descrivere due cerchi, uno in senso orario e uno in senso anti-orario;
Flesso-estensione dellanca a ginocchio esteso; lesercizio dovrebbe essere svolto senza che vi sia mai contatto fra il
tallone e il piano del letto;
Flesso-abduzione dellanca e flessione del ginocchio di modo da portare la pianta del piede a fronteggiare il suo riflesso nello specchio (senza che vi sia contatto fra piede e specchio); anche in questo caso, quando il paziente adduce
lanca ed estende il ginocchio, dovrebbe evitare di toccare il piano del letto col tallone;
Con il tallone appoggiato al piano del letto, divaricazione a ventaglio delle dita del piede;
Con il tallone appoggiato al piano del letto, flesso-estensione dellalluce sia a livello dellarticolazione metatarsofalangea che a livello dellinterfalangea;
Con il tallone appoggiato al piano del letto, flesso-estensione di tutte le dita del piede.
Il paziente si impegna nellesecuzione di ogni serie di esercizi. Loperatore gli ricorda che, fra una serie di esercizi e
la successiva, ha a disposizione tutto il riposo che ritiene necessario.
Al termine della serie, loperatore richiede al paziente quale esercizio gli abbia dato maggiormente lillusione di
avere ancora entrambi gli arti e lo invita a ripetere una seconda serie di 10 ripetizioni solo di quellesercizio.
59
60
capitolo 6
61
Terapia medica
- Analgesici: sia non narcotici (farmaci utilizzati per ogni tipo di dolore cronico) che narcotici;
- Anestesia locale;
- Anestesia regionale;
- Anticonvulsivanti: la carbamazepina e il gabapentin si sono rivelati quelli con la maggior efficacia;
- Antidepressivi: il pi utilizzato un antidepressivo triciclico, lamitriptilina;
- Sedativi-ipnotici;
- Beta-bloccanti;
Terapia fisica
- Agopuntura;
- Percussione del moncone: ripetuta percussione del moncone con un martelletto (1947 Russell);
- Desensibilizzazione del moncone;
- Stimolazione elettrica del moncone;
- Applicazione o adattamento della protesi;
- Applicazione del caldo o del freddo al moncone;
- Massaggio del moncone;
- Vibrazione del moncone.
Terapia psicologica
- Spiegazione e rassicurazione: istruire il paziente sul significato dei suoi sintomi;
- Ipnosi;
- Psicoterapia: in quanto esiste un legame tra depressione e dolore cronico;
- Terapia del comportamento;
- Psicoterapia di gruppo;
- Training di rilassamento;
62
- Orientamento professionale;
- Biofeedback (tecniche che insegnano al paziente e lo istruiscono a prendere coscienza e a riconoscere i segnali
fisiologici del suo corpo).
Terapia chirurgica
- Rizotomia dorsale;
- Lesioni indotte nella zona di ingresso delle radici dorsali;
- Cordotomia dorsale;
- Cordotomia anterolaterale;
- Simpaticectomia;
- Talamotomia;
- Cordicectomia;
- Stimolazione elettrica del nervo periferico;
- Stimolazione elettrica del midollo spinale;
- Stimolazione elettrica del cervello.
Per poter ottenere i migliori risultati indispensabile un trattamento multidisciplinare integrato gestito dai medici,
dagli psicologi, dal personale infermieristico e dai fisioterapisti.
In alcuni casi si rende necessario programmare una riabilitazione intensiva che pu richiedere un ricovero in Centri
Specializzati (Centri di terapia del Dolore) con programmi di 8 ore al giorno per 5 giorni la settimana, per 3-4 settimane.
Una aperta conversazione con il paziente sul tipo di terapia e sugli obiettivi da raggiungere essenziale prima di
intraprendere il trattamento.
Presso il Centro Protesi INAIL di Vigorso viene effettuata una valutazione multidisciplinare del paziente ad opera
del personale medico (ortopedico, algologo, fisiatra ed internista), dello psicologo, degli infermieri e dei fisioterapisti.
Nel momento in cui ci confrontiamo con un paziente con sindrome da arto fantasma doloroso necessario fare
molta attenzione a ci che ci viene riferito, alleziologia dell amputazione, alle patologie concomitanti, alleventuale
contemporanea presenza di dolore del moncone, alla frequenza e allintensit con cui si presenta larto fantasma e
alle condizioni e al vissuto psicologico del paziente.
63
- Magnetoterapia;
- Percussioni sullinvaso;
- Tecarterapia.
Quelle non consigliate sono:
- Ultrasuoni;
- Massoterapia;
- Correnti galvaniche;
- Termoterapia.
64
Elettrodo resistivo, non isolato: in questo caso le cariche si addensano tra lelettrodo e il controelettrodo localizzandosi nei tessuti biologici pi resistivi (tendini, articolazioni e tessuto osseo).
Linnovazione di questa terapia rappresentata dal fatto che non viene utilizzato un campo magnetico per creare un
generatore di corrente secondario allinterno dei tessuti, bens, utilizzando il principio del condensatore, si crea un
movimento di cariche elettriche allinterno del tessuto biologico stesso (corrente capacitiva di spostamento) con la
possibilit di trattare tutti i piani del tessuto biologico, tanto in superficie che in profondit, agendo in modo sensitivo sia sui tessuti molli che sul tessuto osteoarticolare.
Questo trasferimento energetico per contatto capacitivo e resistivo nei tessuti biologici, a seconda della potenza
erogata, ha diversi effetti:
- Effetto a basso livello (atermico): con potenza erogata ai minimi livelli si ha biostimolazione per aumento delle
trasformazioni energetiche endocellulari (ADP in ATP) con incremento del consumo di ossigeno per aumento dei
processi proliferativi.
- Effetti a medio livello (moderatamente termico): oltre agli effetti precedenti, ci saranno microiperemia capillare e
precapillare indotta dalla richiesta di ossigeno da parte dei tessuti.
- Effetti ad alto livello (francamente termico): nelle zone trattate, oltre allazione di biostimolazione a livello cellulare, si aggiunge iperafflusso ematico, vasodilatazione e aumento del drenaggio linfatico.
Usando lelettrodo resistivo si in grado di ottenere gli stessi effetti a livello del tessuto osseo, con un coinvolgimento tridimensionale del segmento trattato.
In questo studio del 2006 sono stati messi a confronto i risultati ottenuti su 20 pazienti amputati di arto inferiore con
arto fantasma doloroso trattati con T.E.N.S. rispetto a quelli ottenuti su 20 pazienti, con gli stessi sintomi, trattati
con Tecarterapia: entrambi i gruppi di pazienti, nella maggior parte dei casi, hanno ottenuto un notevole miglioramento dalla terapia fisica effettuata; il gruppo trattato con Tecarterapia ha avuto una discreta riduzione del dolore
soggettivo, in alcuni casi la scomparsa. In particolare, nel gruppo trattato con T.E.N.S. si partiva da un VAS medio
di 8,15 e al termine del ciclo si ottenuta una media di VAS pari a 3,305; per contro, nel gruppo trattato con la Tecar
si partiti da un VAS medio di 8,365 prima della terapia per arrivare ad un VAS medio finale pari a 2,255.
A seguito di colloqui con i pazienti inoltre emerso che, mentre con la Tecarterapia i miglioramenti sono stati evidenti sin dalle prime sedute (in alcuni casi dalla prima), con la T.E.N.S. sono iniziati dalla quinta alla settima seduta.
In conclusione, tenendo comunque conto del numero limitato di pazienti trattati in questo studio, lutilizzo della
Tecarterapia ha dimostrato, rispetto alla T.E.N.S., unazione terapeutica analgesica pi rilevante e immediata nel
trattamento a breve termine del dolore da arto fantasma. Questi dati sono molto importanti poich nel training di
addestramento allutilizzo della protesi molto importante ottenere rapidamente unattenuazione del dolore che
consentir al paziente, migliorando la cenestesi generale, di concentrare le sue energie sugli aspetti puramente riabilitativi legati alladdestramento protesico.
65
medico e chirurgico (questi poi quasi definitivamente abbandonati perch troppo invasivi), di vario grado di efficacia (Manchikanti, 2004). Una metanalisi recente (Halbert, 2002) ha indagato 12 trial che indagavano il trattamento
epidurale, il blocco nervoso regionale, luso della calcitonina e luso della T.E.N.S,. I risultati sono stati deludenti
in ben 9 studi, tanto da far affermare agli autori della metanalisi che non esiste una linea guida per il trattamento.
Secondo uno studio di Smith del 2005, hanno dimostrato qualche efficacia nellalleviare questo tipo di dolore gli antidepressivi triciclici e gli anticonvulsivanti carbamazepina e, pi recentemente, gabapentin, alla dose di 900-2400
mg/d (Smith, 2005) e gli oppiacei, mentre le benzodiazepine sono di dubbia utilit.
66
capitolo 7
67
N di sedute
#1
20
#2
13
#3
#4
10
#5
#6
15
#7
16
#8
11
#9
13
#10
11
#11
#12
15
Media
12,34
68
lavorativo, 4 di loro sono stati vittima di un trauma da schiacciamento, 1 ha subito un trauma da taglio e uno stato
investito dalle ruote di un camion.
Entrambi i pazienti, vittime di incidente motociclistico, hanno subito un trauma da taglio dellarto inferiore.
Incidente motociclistico
Condrosarcoma
#1
NO
#2
NO
#3
#4
#5
#6
#7
#8
#9
#10
#11
SI
NO
NO
SI
SI
SI
NO
SI
NO
#12
NO
Durata
69
Prurito
Mov.
Forma
anomala
Posiz.
anomala
Freddo
Caldo
Scarica
elettrica
Pulsaz.
#1
#2
#3
#4
#5
#6
#7
#8
#9
#10
#11
#12
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
Prurito
Movim.
F.An.
P.An.
Freddo
Caldo
Sc. Elettr.
Pulsaz.
Formic.
Prurito
Mov im.
F.An.
P.An.
Freddo
Caldo
70
Sc.
Elettr.
Pulsaz. Formic.
Formicolio
Paziente
#1
#2
#3
#4
#5
#6
#7
Frequenza
Fastidio
Sempre
Sempre
Qualche volta alla settim.
Mai
Sempre
Qualche volta al giorno
Qualche volta allora
Molto
Moltissimo
Abbastanza
/
Poco
Molto
Molto
#8
Sempre
Abbastanza
#9
#10
#11
#12
Poco
Moltissimo
Poco
Abbastanza
Dopo unamputazione di un distretto corporeo, la sensazione da arto fantasma, anche in assenza di dolore pu peggiorare la qualit di vita del paziente amputato.
Dei nostri 12 pazienti, 11 hanno affermato di avvertire questa sensazione che, in 5 casi, interferiva significativamente con le attivit della quotidiana. Alla domanda Quanto sei in genere infastidito da questa sensazione?, questi 5
pazienti hanno risposto o Molto (3 pazienti) o, addirittura, Moltissimo (2 pazienti).
Solo il paziente #4, amputato in seguito ad un incidente motociclistico (e quindi senza dolore pre-amputazione), ha
affermato di non avvertire mai questa sensazione; egli ha affermato di soffrire, 2 o 3 volte al mese, di dolore da arto
fantasma che trattava farmacologicamente, con scarsi risultati, al bisogno con 1000 mg di paracetamolo.
Nei 12 pazienti, in accordo con la letteratura, larto fantasma si presentava in diversi modi: la sensazione di scarica
elettrica (nell83,3 % dei casi), il prurito (nel 58,3% dei casi) e la posizione anomala (nel 33,3% dei casi) erano le
sensazioni esperite con pi frequenza da questi pazienti.
Tutti e 7 i pazienti che hanno riferito una sensazione di prurito hanno anche affermato di sentire sensazioni di scarica elettrica allarto fantasma. Ci non sempre biunivoco infatti 3 pazienti (il #2, il #5 e il #12) hanno avuto esperienze di scariche elettriche ma mai di prurito.
Frequenza
Fastidio
#1
Sempre
Molto
#2
#3
#4
#5
#6
#7
#8
#9
#10
Moltissimo
Abbastanza
Molto
Abbastanza
Molto
Moltissimo
Moltissimo
Molto
Moltissimo
#11
Moltissimo
#12
Abbastanza
71
Sempre
Qualche volta
all'ora
Qualche volta
al giorno
Qualche volta
alla settimana
Qualche volta
al mese
Qualche volta
all'anno
Per quanto riguarda il dolore da arto fantasma, la frequenza era molto variabile da paziente a paziente. Nella maggior parte dei casi, i pazienti lo avvertivano Qualche volta al giorno ma il paziente #1 ha sostenuto di sentirlo
Sempre mentre il paziente #7 ha riferito di avvertirlo soltanto Qualche volta allanno. Ci su cui tutti i pazienti
erano concordi, era che, durante gli attacchi di dolore da arto fantasma, il fastidio era notevole: 5 pazienti hanno
riferito di sentirlo Moltissimo, 4 Molto e 3 Abbastanza.
Paziente
Quale trattamento?
#1
SI
Paracetamolo al bisogno
#2
SI
#3
SI
#4
SI
Paracetamolo al bisogno
#5
SI
#6
NO
#7
SI
Diclofenac al bisogno
#8
#9
#10
#11
SI
SI
SI
SI
Gabapentin
Tecarterapia
Ibuprofene, acido lipoico, gabapentin
Gabapentin 400 mg, 2 v/die
#12
NO
L83,3 % dei pazienti, in passato, era stato trattato per il dolore con arto fantasma, ma nella maggior parte dei casi,
essi hanno riferito linefficacia a lungo termine della terapia (sia di quella fisica che di quella farmacologica).
Facendo unanalisi caso per caso di questi pazienti, abbiamo potuto notare come, durante il trattamento con Mirror Box Therapy, tutti i pazienti che effettuavano una terapia farmacologica al bisogno per larto fantasma doloroso (i pazienti #1, #4 e #7), non hanno mai avuto la necessit di assumere questo tipo di farmaci nel periodo del
trattamento.
Il paziente #5 e il paziente #11, amputati entrambi da meno di un anno quando hanno iniziato la terapia, su nostro
consiglio, hanno iniziato gradualemente a ridurre la terapia con Gabapentin e hanno introdotto in terapia il Palmitoil-etanolamide (farmaco indicato nella sofferenza del nervo periferico e nelledema perineurale). Questa modifica
della terapia avvenuta senza che si verificassero, durante la degenza al Centro Protesi, crisi sostenute dal dolore
da arto fantasma.
72
Dolore 40
Pre
30
Post
20
10
0
Pazienti
Paziente
Pre
Post
#1
50
40
#2
29
62
#3
43
37
#4
#5
#6
15
17
59
9
2
20
#7
#8
#9
#10
#11
#12
Media
Dev. Standard
48
63
57
72
44
69
47,17
18,8
6
29
4
45
26
62
28,5
21,3
Il protocollo BPI ha evidenziato nel follow-up post-trattamento un decremento del punteggio, e quindi una diminuzione della sindrome dolorosa da arto fantasma, in 11 dei 12 pazienti esaminati. Solo in un caso (il paziente #2)
abbiamo potuto riscontrare un aumento del punteggio a causa di un incremento del dolore, dovuto forse anche alla
comparsa di una ferita a livello dellapice del moncone, descritto dal paziente come severo e quasi sempre presente
nellarco della giornata. Ovviamente, la risposta ad un trattamento non determinata esclusivamente dalle sue tecniche e dai suoi fattori specifici, ma ad essa contribuiscono anche altri fattori pi soggettivi, caratteristici della persona a cui lintervento somministrato. Perci, lefficacia di un trattamento dovrebbe essere valutata considerando
la persona su cui esso agisce, tenendo conto dei fattori non solo biologici, ma anche psicologici (personalit, risorse,
stile cognitivo, etc.) e sociali (sostegno familiare e sociale, status socio-economico, etc.) che contraddistinguono
la sua vita e che contribuiscono, grazie ad interazioni reciproche, al suo benessere fisico e psichico (MODELLO
BIOPSICOSOCIALE; Engel, 1980).
73
Pre
Post
88
63
-25
33
24
-9
63
43
-20
39
28
-11
51
28
-23
51
25
-26
46
38
-8
43
28
-15
40
23
-17
66
30
-36
46
12
-34
Media
51,45
31,09
20,36
Deviazione Standard
15,62
13,25
9,49
Analizzando le risposte dei 12 pazienti, sommate fra loro, alle singole voci del Brief Pain Inventory, risulta evidente il
miglioramento del dolore fantasma sia per quanto riguarda le diverse intensit del dolore nella settimana precedente allintervista, sia per quanto riguarda linterferenza del dolore con lattivit generale, con il tono dellumore, con
la capacit di camminare, con lattivit lavorativa, nella relazione con gli altri, con il sonno e con la gioia di vivere.
I pazienti trattati hanno riferito un miglioramento notevole soprattutto nella qualit del sonno e nella gioia di vivere
(rispettivamente, =36 e =34). La maggior parte dei pazienti, gi dopo poche sedute fisioterapiche con questo
trattamento, descriveva un miglioramento in queste due voci, che sono fra loro strettamente collegate. Ad esempio,
il paziente #7, amputato transfemorale da 29 anni, ha sottolineato pi volte come, dopo aver cominciato la terapia,
non abbia pi sentito la necessit di svegliarsi durante la notte per massaggiare il moncone, evento che si ripeteva
con cadenza quasi giornaliera a causa della comparsa di dolore da arto fantasma mentre dormiva.
74
7.6 Conclusioni
Nonostante gli ovvi limiti dovuti alla sua natura preliminare, questo studio evidenzia risultati incoraggianti per la
risoluzione di una problematica grave come la sindrome da arto fantasma doloroso. Infatti, nonostante lesigua numerosit del campione coinvolto nel progetto di ricerca e i casi drop out successivi alle prime sedute di trattamento,
la Mirror Box Therapy, ideata in chiave riabilitativa da Ramachandran, ha prodotto cambiamenti significativi
nella vita dei pazienti: essi hanno infatti descritto una riduzione significativa della sintomatologia dolorosa e un miglioramento della loro qualit di vita. I risultati pi rilevanti consistono in un miglioramento della qualit del sonno,
del tono dellumore, della gioia di vivere e dellattivit generale svolta dal paziente. Ovviamente sar necessario approfondire la conoscenza dei fattori specifici che hanno determinato i cambiamenti attraverso trias clinici controllati
che utilizzino campioni clinici pi numerosi. Essi andranno opportunamente confrontati utilizzando condizioni di
controllo pi rigorose; inoltre potrebbe rivelarsi importante effettuare valutazioni non solo al termine del trattamento ma anche in tempi successivi alla conclusione dello stesso. Le valutazioni di follow up sono molto importanti per
verificare il mantenimento e leventuale cambiamento, positivo o negativo che sia, dei risultati ottenuti in seguito al
ciclo di sedute con Mirror Box Therapy alla sospensione del trattamento. Potrebbe, inoltre, rivelarsi utile esplorare le ragioni che hanno indotto i pazienti ad interrompere il trattamento, non solo per i fini scientifici del progetto di
ricerca ma, soprattutto, per tener conto, primariamente delle motivazioni e dei vissuti dei pazienti. In conclusione,
per il benessere del paziente, un trattamento efficace non dovrebbe mai prescindere dalladottare unottica olistica e
biopsicosociale nella valutazione e nella riabilitazione delle persone, prima, e dei pazienti, poi.
75
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80
sommario
PREFAZIONE ..............................................................................................................................................
P. 3
PRESENTAZIONE
P. 7
CAPITOLO 1:
IL DOLORE .................................................................................................................................................
P. 9
CAPITOLO 2:
IL PAZIENTE CON AMPUTAZIONE DI ARTO INFERIORE ....................................................................
P. 25
CAPITOLO 3:
IL MONCONE DOLOROSO .......................................................................................................................
P. 33
CAPITOLO 4:
LARTO DOLOROSO E LA MIRROR BOX THERAPY ..........................................................................
P. 43
CAPITOLO 5:
PRESENTAZIONE DEL PROTOCOLLO SPERIMENTALE .....................................................................
P. 51
CAPITOLO 6:
TERAPIE CLASSICHE PER IL DOLORE DA ARTO FANTASMA .............................................................
P. 61
CAPITOLO 7:
I RISULTATI DELLO STUDIO ....................................................................................................................
P. 67
BIBLIOGRAFIA ...........................................................................................................................................
P. 77
83
1961 - 2011 C i n q ua n t a n n i
ISBN 978-88-7484-193-6
Realizzazione:
Centro Protesi INAIL - Area Comunicazione Istituzionale
Stampa:
Tipolitografia INAIL di Milano, gennaio 2011
di
C e n t r o P r o t e s i INAIL