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Neuroscienze delle emozioni

Capitolo 1 Esistono le emozioni?


Emozioni come arcipelago→ con arcipelago si intende che il sistema emotivo è un “insieme di isole”
che comprende:
1. Emozioni di base → moduli definiti anche affect programs
2. Emozioni complesse→ emozioni di secondo livello (hanno una collocazione più centrale
nella vita mentale)
3. Finzioni costruite socialmente→ sono determinate dalla cultura d’appartenenza (permettono
di occupare determinati ruoli nella società)
4. Stati d’animo → emozioni di maggior durata
Diverse collocazioni delle emozioni:
• Emozioni come sistemi di credenze e di valori→ sistema in grado di leggere e spiegare la
relazione tra noi e il mondo→ le emozioni in questa accezione vengono viste come mezzi
per il soddisfacimento dei bisogni del soggetto.
Questa definizione poggia su diverse concezioni
o Emozione come fatto in relazione ad altro
o Le emozioni presuppongono non semplici modi di vedere gli oggetti bensì vere e
proprie credenze su di essi
o Le emozioni chiamano in causa giudizi di valore → esempio: quando un soggetto
prova un’emozione positiva nei confronti di un oggetto rientra anche il giudizio che
l’oggetto è prezioso per il proprio benessere
• Emozione come giudizio e valutazione→ le emozioni coinvolgono giudizi relativi a oggetti
considerati importanti per noi e per il nostro benessere. Gli oggetti colmano la nostra
essenziale incompletezza→ le emozioni sono cosa finalizzate a ripristinare questa
forma di controllo verso cui andiamo per raggiungere tale completezza.
Bambini: hanno una forma di giudizio di livello più basso→ forma primordiale di giudizio valutativo→
inconsapevole. Queste forme più basilari di valutazione emotiva sembrano includere
rappresentazioni orientate all’azione→ teoria delle affordances.
Teoria delle affordances: ciò che determina il nostro rapporto con l’ambiente non sono processi
cognitivi di alto ordine bensì si tratterebbe di stati centrati sull’azione→ gli organismi sono predisposti
a rilevare affordances (possibilità di azione che l’ambiente offre).
Alcune emozioni, dunque, presuppongono credenze di basso livello.
• Emozioni come insieme di moduli→ esistono una serie di correlati emotivi, categorie
fondamentali di emozioni, che sono caratterizzate da specifiche risposte fisiologiche,
cognitive, espressive, comportamentali ed esperienziali.

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Questa accezione introduce il concetto di affect program→ sistema che viene attivato da una
gamma ristretta di input percettivi. Esempio: in condizioni di emergenza l’affect program orienta in
modo preordinato il soggetto quando è necessario che si trovi una risposta tempestivamente.
Questo concetto di affect program si inserisce all’interno delle teorie psico-evoluzionistiche→ ma
non spiegano emozioni più complesse.
Teoria dell’atto concettuale: ogni episodio emozionale scaturisce da un insieme di processi mentali
più elementari→ è ingenuo aspettarsi che la mente sia organizzata secondo categorie come
paura, gioia …
Russel→ l’emozione è uno stato mentale che si concretizza sulla base di:
• Alto/basso stato di attivazione → arousal
• Sensazione di piacere/dispiacere → valenza edonica
Queste due dimensioni si riassumono nel concetto di core-affect.
Secondo Barrett, tuttavia, il concetto di core-affect è una condizione necessaria ma non sufficiente
per spiegare a pieno la vita emotiva.
Barrett: la vita mentale è intrinsecamente attiva e caratterizzata dalla costante interazione tra domini
→ le emozioni emergono da un intreccio di operazioni psicologiche più semplici.
Fisiologia delle emozioni
Le emozioni, al pari di altri comportamenti (es. comp motori), sono controllate da specifici circuiti
neurali cerebrali.
Studi di Panksepp → esistono strutture sottocorticali che si suppone siano omologhe in varie specie
di mammiferi → universalità filogenetica delle emozioni. Inoltre, secondo Panksepp, le strutture
corticali più recenti si sedimentano su strutture più arcaiche senza mutarle.
Critica: è debole sostenere che risposte stereotipate siano da annoverare come moduli delle
emozioni → le emozioni sono una categoria psicologica più complessa.
Ledoux → il SNC dei mammiferi dispone di due vie per l’elaborazione degli stimoli emotivi:
1. Via corticale → valutazione più accurata e cosciente
2. Via sotto-corticale → valutazione più immediata, semplice, inconscia
Il ruolo della coscienza
È necessario l’intervento della consapevolezza?
Due concetti di base:
1. Indipendenza tra emozione e pensiero
2. Emozione viene prima del pensiero
Zajonc → per l’elaborazione dello stimolo emotigeno non è necessaria la presenza di processi
consci.
Ledoux → sottolinea l’importanza della via amigdalo-talamico-corticale. Le sue osservazioni
hanno permesso di vedere come la presentazione di uno stimolo di breve durata generi modificazioni
a livello fisiologico e comportamentale nel soggetto.

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Quindi: attivazione via corticotalamica per elaborazione stimolo - elaborazione inconscia
dell’emozione – valutazione soggettiva dello stimolo → giudizio consapevole.

Il nostro cervello è caratterizzato da una certa modularità che permette ad alcune aree cerebrali di
eseguire operazioni in maniera inconsapevole.
L’uomo ha una capacità di autocontrollo delle proprie risposte comportamentali → l’uomo,
infatti, ha attivazioni sia coscienti sia incoscienti.
Amigdala: connessa a ippocampo, talamo, ipotalamo, neocorteccia. È composta da:
1. Nucleo basolaterale: riceve afferenze dai nuclei sensoriali e invia informazioni al nucleo
centrale
2. Nucleo centrale: connessioni con ipotalamo e tronco cerebrale → regolano risposte del SNA
→ stimolazioni del nucleo centrale provocano variazioni fisiologiche
NOTA BENE:
• Il fenomeno emotivo risulta essere difficilmente riconducibile ad una semplice operazione di
information processing → bisogna considerare anche un processo sociale → emozioni
come costrutti sociali
• Limitatezza dell’approccio modularista → la neurofisiologia non indaga solo dove i processi
emotivi vengano generati bensì, bisogna fare anche riferimento alla dimensione temporale
(quanto dura un’emozione?) → emozione in evoluzione e processo in divenire

Adolphs → il comportamento emotivo può essere inteso come l’insieme di un repertorio più semplice
di riflessi corporei. Con riflessi si intende risposte stereotipate → hanno la funzione di semplice
connessione sensazione-atto motorio senza passare attraverso stati mentali di alto livello.
Oltre a riflessi ed emozioni bisogna distinguere tra condotte emotive e repertorio
comportamentale regolato dalla motivazione e dalle attitudini soggettive.
RIFLESSI – EMOZIONI – COMPORTAMENTO VOLITIVO INTENZIONALE.
Secondo Adolphs, inoltre, gli stati emotivi si sarebbero evoluti al fine di consentire di rispondere alle
sfide dell’ambiente in modo sufficientemente flessibile, predittivo e sensibile al contesto rispetto ai
semplici riflessi. Quello di Adolphs è un approccio funzionalista → di fronte a condizioni
neurofisiologiche differenti non potrebbero avere luogo i medesimi stati emotivi simili a quelli
presenti nell’essere umano.

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Capitolo 2 Le emozioni cognitive

APPRAISAL
Appraisal→ valutazione cognitiva degli stimoli
I sostenitori dell’appraisal sostengono che pensiero ed emozione siano tra loro inseparabili e
che nello studio delle emozioni la valutazione rappresenti un elemento fondamentale.
Le emozioni sarebbero dunque causate e differenziate dal processo di valutazione all’interno del
quale gli stati emotivi sono valutati secondo alcuni fattori→ la valutazione è un agente
fondamentale nell’organizzazione della risposta emotiva (intensità e qualità dell’esperienza
emotiva).
È plausibile ritenere che le emozioni hanno inizio grazie all’attivazione di un processo di
appraisal→ la valutazione precede l’esperienza emotiva.
Le dimensioni che risultano essere comuni alla maggior parte delle teorie della valutazione sono:
• Emozioni come stati multicomponenziali
• Rilevanza
• Valenza
• Verosimiglianza
• Agentività
• Strategie di coping
Scherer→ individua una serie di componenti che caratterizzano la valutazione di una situazione:
• Novità della situazione
• Valenza edonica (gradevolezza)
• Piacevolezza o spiacevolezza
• Pertinenza dello stimolo
Per quanto riguarda i correlati cerebrali:
• L’emisfero dx risulta attivarsi in situazioni valutate come spiacevoli
• L’emisfero sx risulta attivarsi in situazioni valutate come positive
Modello disposizionale affettivo→ gli individui tendono a rispondere con un comportamento di
approccio o di evitamento nonostante le differenze situazionali
Modello situazionale→ le differenze individuali sono dovute al rapporto tra le esigenze emotive
dell’individuo e alla capacità di regolazione delle emozioni utilizzate per fronteggiare la
situazione

I processi sottostanti la percezione della novità dell’evento elicitante sono elementi in grado di
indurre cambiamenti significativi nella rappresentazione che produce l’emozione.
Weiner→ attribuzione interna vs attribuzione esterna

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N.B. Le condizioni a partire dalle quali avrebbe luogo il processo di valutazione individuale non
coinciderebbero sempre con antecedenti universalmente validi→ ci sono differenze fisiologiche,
intersoggettive, culturali … Tutte queste componenti si influenzano tra di loro.
Fattori intervenienti nel processo di valutazione:
• Livello di novità o gradevolezza
• Raggiungimento dei propri obiettivi e bisogni
• Capacità di fronteggiare la situazione
Il processo di appraisal, in ultima analisi, risulta essere un concetto fortemente dinamico e
non statico.

Amigdala→ centralina della emozioni

L’amigdala rappresenta un punto di collegamento tra il sistema nervoso centrale e quello periferico→
coinvolta in meccanismi cognitivi relativi alla comprensione e alla valutazione della
situazione emotiva.

Due funzioni fondamentali dell’amigdala:


1. Valutazione del significato emotivo degli stimoli
Avviene attraverso due vie: via talamica, via corticale.
La via talamica:
• Riceve afferenze dai nuclei talamici
• Fornisce informazioni dello stimolo più superficiali→ consente all’organismo una risposta
immediata allo stimolo
• Implicata in reazioni emotive di base
La via corticale
• Implicata nell’invio di informazioni analitiche
• Invia informazioni più dettagliate sullo stimo
L’esistenza di questa duplice via permette di capire come anche componenti superficiali delle
informazioni possano attivare i circuiti dell’amigdala attraverso le proiezioni talamiche
2. Processi di condizionamento emotivo
L’amigdala è in grado di fungere da magazzino delle informazioni con valore emotivo→ definire il
valore di ricompensa e di rinforzo degli stimoli. Questa funzione è possibile grazie all’esistenza
di meccanismi che fungono da mediatori del rapporto individuo-ambiente propri dell’amigdala→
massimizzazione del contatto con ambienti vantaggiosi e minimizzazione degli ambienti
pericolosi.

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I circuiti cerebrali della paura
La formazione ed il consolidamento dei processi associativi della paura ha luogo nell’ippocampo. La
possibilità di uno stimolo di suscitare le reazioni tipiche della paura risulta essere strettamente
collegato al contesto. La relazione tra emozione e contesto può essere indagata anche in
laboratorio attraverso il condizionamento.
Le proiezioni bidirezionali tra amigdala ed ippocampo forniscono la via anatomica che permette
l’attribuzione del valore emotivo al contesto elicitante→ l’organismo deve saper differenziare
stimoli potenzialmente pericolosi da stimoli non pericolosi ai fini della sopravvivenza.
Oltre al ruolo di regolazione dell’arousal, l’amigdala è fondamentale nel processo di valutazione
di stimoli riguardante i volti esprimenti paura.
Lesioni all’amigdala provocano una difficoltà nel riconoscimento dell’espressione della paura.
I soggetti più giovani, con danno all’amigdala, hanno più difficoltà a riconoscere la mimica
della paura rispetto agli anziani→ la capacità di discriminare le espressioni facciali risulta
inalterata nei soggetti più anziani con danno all’amigdala.
Corteccia prefrontale→ una lesione a quest’area provoca un potenziamento nelle risposte di paura
ed un’inibizione nell’estinzione della paura.
L’attivazione delle risposte di paura non richiede che lo stimolo acceda alla coscienza.
Appraisal condiviso→ le emozioni possono influenzarsi a vicenda graie alla sovrapposizione della
valenza. Questa sovrapposizione può indurre gli individui a sperimentare un’esperienze emotiva più
intensa nel suo complesso.
Sovrapposizione della valutazione→ influenza della valutazione di un’ emozione precedente su una
successiva.
La valutazione di un’emozione è estremamente soggettiva→ questo spiega perché individui
diversi valutano in modo differente una stesso contesto.
Meta-emozioni→ provare emozioni riguardo un’emozione provata.

Regolare le emozioni
Regolazione emotiva→ processi attraverso i quali gli individui sono in grado di influenzare la tipologia
di emozioni provate, i tempi in cui manifestarle, il tipo di esperienze vissute, come esprimere le
emozioni.
Modello processo
È proprio la modulazione esercitata sulla tendenza di risposta a determinare la forma finale
della risposta emotiva.
Il modello processo considera la generazione delle emozioni e la loro regolazione come due
momenti separati e parzialmente indipendenti→ la regolazione, attraverso manipolazione dell’input,
può avvenire come:

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1. Regolazione emotiva focalizzata sull’antecedente: regolazione che si attua prima
dell’espressione dell’emozione→ alterazione delle risposta emotiva consentendo la
riformulazione del significato della situazione→ prevede valutazione degli stimoli. Le
strategie utilizzate in questa categoria di regolazione permettono di alterare la traiettoria della
risposta emotiva consentendo di ripensare al significato di una situazione cambiando così
risposta emotiva (meccanismi di appraisal).
2. Regolazione emotiva focalizzata sulla risposta: regolazione che si attua una volta che
l’emozione è stata espressa→ si inibiscono comportamenti che corrispondo a quella
risposta emotiva→ prevede modulazione. Questa regolazione permette di sopprimere
comportamenti associati ad una emozione→ diminuzione del comportamento espressivo
senza produrre un cambiamento significativo dell’esperienza emotiva (vissuta comunque a
pieno).
È dimostrato, comunque, che l’uso frequente di soppressione emotiva porta ad un:
A. Minore controllo delle emozioni
B. Minore capacità di regolare le emozioni, le relazioni, la memoria→ benessere del soggetto
Tutto questo comporta una certa attivazione fisiologica→ attivazione del sistema nervoso
simpatico e del sistema cardiovascolare.

L’uso frequente di strategie di soppressione espressiva produce una diminuzione nel


controllo delle emozioni, della regolazione delle relazioni interpersonali, della memoria
nonché del benessere soggettivo complessivo.
Modello vascolare dell’efferenza emotiva
Attraverso pratiche che si concentrano sulla respirazione (es: meditazione) è possibile raffreddare
o riscaldare l’ipotalamo. Il riscaldamento sarebbe associato al provare emozioni negative, il
raffreddamento favorisce invece emozioni positive.

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Neurofeedback e pratica mindfulness
Il neurofeedback è una pratica di allenamento mentale che promuove il controllo e la
consapevolezza di reazioni affettive a stimoli esterni ed eventi stressanti. Infatti, con questa
tecnica, è possibile:
1. Potenziare le capacità di auto-monitoraggio e auto-regolazione emotiva
2. Potenziare la capacità di gestire lo stress e le emozioni negative provenienti da eventi ed
attività quotidiane
Riesce a tracciare le modificazioni fisiologiche centrali→ in questo modo si può allenare la propria
capacità di divenire consapevoli e controllare i propri stati mentali.
Esempio di feedback: grafico animato che si modifica in funzione delle attivazioni fisiologiche.
Sfruttando i principi del condizionamento operante i sistemi di neurofeedback restituiscono
a chi si sta allenando feedback positivi e negativi sull’andamento dell’allenamento mentale.
Gli elementi principali del neurofeedback sono:
1. Modificazioni fisiologiche associate ad un compito
2. Presenza di un feedback fornito dal sistema
3. Processo di apprendimento associativo implicito
4. Consolidamento delle funzioni cognitive o emotive utilizzate
Esempio di ricerca: svolgimento di compiti volti a migliore la pratica di mindfulness→ risultati molto
efficienti→ visibile miglioramento delle misure di stress, ansia, fatica percepita e rabbia.
Soprattutto, supportare la pratica della meditazione con dispositivi di neurofeedback non ostacola i
risultati di chi già pratica mindfulness ma piuttosto li incoraggia fornendo preziose informazioni in
tempo reale sullo stato del sistema mente-corpo che di solito rimane al di sotto della soglia di
consapevolezza.
Emozioni omeostatiche ed edonistiche
Le risposte automatiche e le emozioni ad esse ascrivibili sono connesse a meccanismi di
regolazione omeostatica. Le emozioni riflessive sarebbero ascrivibili a processi deliberativi.
Le azioni degli individuo risultano, quindi, essere influenzate da due attributi del processo emotivo:
1. Valutazione→ necessitano di processi cognitivi minimi
2. Effetto conseguente la valutazione
Incentivi e ricompense
I comportamenti umani hanno favorito l’evoluzione di meccanismi di ricompensa→ motivano gli
individui a ripetere azioni che aumentano la probabilità di sopravvivenza e successo
riproduttivo → vengono soddisfatti bisogni.
Reward→ rinforzo positivo che aumenta la frequenza di comportamenti di avvicinamento, di
approccio e diretti al raggiungimento degli obiettivi.
I rewards implicano:
1. Sensazione di piacere

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2. Facilitazione dell’apprendimento
3. Attivazione di uno stato motivazionale
Punizioni→ aumentano la frequenza di un comportamento di allontanamento
Per specifiche regioni del cervello è necessario attribuire una valenza emotivo-motivazionale
a qualsiasi stimolo.

Esistono due specifici circuiti neuroanatomici e neurofisiologici:


1. Sistema di salienza incentivante
a. Rilascia dopamina dai neuroni VTA (ventral tegmental area).
b. I neuroni VTA hanno importanti proiezioni sulla corteccia prefrontale, sull’ippocampo,
sull’amigdala …
2. Sistema di piacevolezza
Questi sistemi integrano le informazioni che guidano l’elaborazione e la memorizzazione dei ricordi
ed il processo decisionale→ processi supportati da ippocampo e corteccia prefrontale. Questo
insieme di aree appartenenti al sistema limbico è coinvolto nella genesi delle emozioni e nei
processi di apprendimento basati sul rinforzo.
Modello BIS-BAS di Gray→ i circuiti limbici generano emozioni rilevanti per i comportamenti di
avvicinamento o di allontanamento.
Per Gray esistono due sistemi:
1. BAS→ attiva il comportamento in risposta a stimoli gratificanti
2. BIS→ attiva il comportamento di allontanamento da stimoli non gratificanti
Deficit e risposte disadattive in questi sistemi sono alla varietà di disturbi dell’umore, come la
depressione e l’ansia.
Ad esempio, le dipendenze sono correlate al sistema di motivazione con persistenza di
comportamenti disadattivi.
Cosa succede nelle dipendenze?
• L’attribuzione della salienza è distorta verso stimoli gratificanti
• Il comportamento di dipendenza è esacerbato da difficoltà neuro-cognitive e compromissione
delle funzioni di meta-cognizione e auto-consapevolezza
• Non si è consapevoli delle conseguenze positive o negative future
Cosa succede nei sistemi teorizzati da Gray?
• Normale livello di BAS influenza in modo funzionale atteggiamento di avvicinamento
• Livelli estremi di BAS sono collegati a disturbi di impulsività, deficit di attenzione e iperattività
• Livelli estremi di BIS sono implicati in disturbi d’ansia generalizzati, disturbi ossessivi-
compulsivi …
Dunque, l’eccessiva stimolazione dei circuiti di ricompensa può favorire l’uso continuativo
di droghe.
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Comprendere differenziare le proprie emozioni
La conoscenza delle proprie emozioni e il fatto di saperle leggere risulta essere un’abilità
fondamentale per gli individui→ permette di gestire e controllare meglio i propri stati emotivi.
Il livello di differenziazione delle emozioni dipende dal modo in cui gli individui sono in grado di
descrivere lo stato emotivo sperimentato→ molto dipende dal contesto.
Distinguere in modo adeguato le proprie emozioni è positivamente correlato con un benessere
soggettivo generale→ esempio: maggiore livello di autostima o bassi livelli di nevroticismo e
depressione.
Un elemento risulta essere fondamentale nella differenziazione delle esperienze emotive→ la
valenza. La valenza è una componente importante del processo di differenziazione emotiva→
consente agli individui di valutare la propria esperienza emotiva sull’asse
piacevole/spiacevole.
Emozioni e ricordi
La relazione tra memoria ed emozione è stata considerata da sempre molto stretta→ sia nella
codifica che nel recupero di uno stimolo.
La formazione ippocampale sembrerebbe coinvolta nella mediazione tra emozione e memoria→
implicata nell’immagazzinamento di ricordi a lungo termine. L’amigdala, invece, interviene nella
fissazione dei ricordi in modo implicito→ il metabolismo del glucosio è correlato alla capacità di
ricordare gli stimoli emotivi.
L’amigdala, tuttavia, interviene nella fissazione dei ricordi utilizzando meccanismi di mediazione
degli apprendimenti espliciti appartenenti alla struttura ippocampale.
Tulving→ la qualità e la quantità degli elementi ricordati sono influenzati da fattori emotivi. Il primo
di questi è l’età→ esiste una fase critica per l’immagazzinamento della memoria emotiva. Lesioni
prima di questa fase critica provoca un’incapacità nell’immagazzinamento emotivo.
Gli individui sono in grado di selezionare e conseguentemente ricordare gli eventi consoni con lo
stato emotivo sperimentato in fase di codifica dell’evento
Esempio: individui che si trovano in uno stato di gioia sono più facilmente disposti e codificare gli
stimoli positivi rispetto a quelli negativi, mentre per gli individui in condizioni di tristezza avverrebbe
l’opposto→ le emozioni contribuiscono nella selezione di alcune e non altre informazioni.
Non bisogna considerare, però, solamente la correlazione tra stato emotivo e ricordo bensì anche il
livello di attivazione fisiologica.

Esprimere e riconoscere le emozioni


L’emozione costituisce un sistema atto a regolare la relazione con l’ambiente sterno attraverso diveri
canali comunicativi come:
• Espressione del volto→ maggiormente utilizzata per emozioni come tristezza, felicità …
• Postura → per altre emozioni

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Il volto
Il processo di decoding ed ecoding richiede il coinvolgimento di differenti livelli informativi:
• Il grado di familiarità
• L’analisi della mimica facciale
• Il codice semantico identità-specifico
Nel processo di riconoscimento dei volti risultano essere componenti mediate da:
1. Via Ventrale→ riconoscimento conscio ed esplicito
2. Via dorsale → l’attribuzione consapevole di un significato emotivo al volto→ un danno a
questa via provoca prosopagnosia
Etcoff→ i processi di riconoscimento del volto sono mediati dall’emisfero dx
L’espressione spontanea delle emozioni è presente già nel primo sviluppo→ l’abilità di
decodificare i volti umani risulta essere una capacità fondamentale che facilita la comprensione e
l’imitazione delle emozioni altrui.
Le espressioni facciali, quindi, costituiscono indicatori efficaci delle emozioni.
Ekman→ ciascuna espressione facciale attiva diversi percorsi di codifica neurale, responsabili dei
pattern di risposta emozione-specifici del SNC e SNA.
Utilizzo di strumenti della neurofisiologia:
• ERPs→ l’ampiezza dei picchi degli ERPs è associabile all’arousal dell’emozione espressa,
indipendentemente dal suo significato
• fMRI→ ha registrato una:
o maggiore attivazione dell’amigdala sx→ PAURA
o Lobo temporale dx→ TRISTEZZA
o corteccia orbito-frontale dx e corteccia cingolata→ RABBIA
FACS→ codice di codifica delle espressioni facciali associate alle emozioni
L’universalità nel riconoscimento delle espressioni facciali è stata messa in discussione→ ci sono
evidenti differenze nel riconoscimento delle emozioni.
I pattern vocali
Il canale vocale permette di esprimere molteplici stati emotivi attraverso caratteristiche vocali
specifiche come:
• La frequenza
• L’intensità
• La velocità e la durata dell’eloquio e delle pause
Si nota in particolare un’attivazione dell’emisfero dx che, se danneggiato, può comportare ad
esempio deficit nella prosodia affettiva.
Con l’utilizzo di tomografia ad espressione di positroni si nota una maggiore attivazione della:
• Corteccia prefrontale dx→ comprensione della prosodia emotiva
Con l’utilizzo della magnetoencefalografia:
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• Corteccia temporale superiore dx, giro temporale medio posteriore, solco temporale
superiore→ produzione e comprensione delle componenti vocali
Esempi di esperimenti svolti:
• Registrazione della voce degli individui durante l’esperienza emotiva in situazioni naturali di
vario genere
• Con lo stress si verifica un aumento del valore della frequenza, dell’intensità vocale, della
velocità dell’eloquio
• Con la paura si verifica un aumento della velocità di articolazione + diminuzione della
frequenza di intensità vocale e della velocità di articolazione
Pattern posturali
Il canale posturale è stato meno indagato rispetto agli altri. Tuttavia, variazioni minime nel
movimento o nella postura del corpo possono trasmettere informazioni sullo stato emotivo
di un individuo.
Esempi:
• Paura→ tendenza alla chiusura posturale ed alla difesa
• Rabbia→ posizione protesa verso l’altro individuo
La capacità di percepire i movimenti del corpo si sviluppa precocemente, già nella prima infanzia ed
in particolare coinvolge:
1. Solco temporale superiore
2. Giro occipitale medio
3. Amigdala
4. Giro fusiforme dx
5. Corteccia orbitofrontale
Questi ultimi tre rispondo a determinati pattern emotivi, non a tuti.
I movimenti del corpo, inoltre, modulano anche le informazioni che vengono trasmesse dalla voce e
dal volto→ un’incongruenza tra stimolo mimico e corporeo produce sia un rallentamento nella
risposta corticale che nella percezione dell’azione.
Un'altra componente risulta essere fondamentale→ il tatto. Il tatto è generalmente percepito come
qualcosa di piacevole poiché promuove una certa socialità nelle persone. Forme specifiche di
tocco possono contribuire a comunicare emozioni differenti in base alla parte del corpo che viene
ad essere stimolata. Alcune caratteristiche di tocco contribuiscono all’espressione di
emozioni differenti.
Studio di Hernstein→ osservazione sperimentale dell’interazione tra due individui: dimostra che le
emozioni che sono più facilmente riconoscibili attraverso un contatto fisico sono paura
rabbia disgusto amore gratitudine e simpatia, per le altre emozioni il tocco non appare un
mezzo di comunicazione efficace.

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Capitolo 4 Nel cervello, nel corpo
Quali sono le strutture neurali che mediano l'esperienza emotiva?
Un'emozione provoca una serie di risposte nell’ organismo, palesi e somatiche. Entrambe queste
risposte prevedono l'attivazione del sistema nervoso autonomo, del sistema endocrino e
dell'apparato motorio scheletrico, questi per poter funzionare sono supportati da strutture centrali
come il tronco encefalico, l'amigdala e l'ipotalamo.
Si distinguono sistemi centrali implicati nella mediazione dell'esperienza emotiva, tra cui il sistema
limbico, corteccia parietale posteriore dell'emisfero destro e corteccia prefrontale. Queste strutture
o network cerebrali includono aree corticali e aree sottocorticali.
Strutture sottocorticali sono fondamentali per attribuire il significato affettivo degli stimoli e mediano
risposte fisiologiche associate a quelle emotive.
Le aree centrali, la regione posteriore dell'emisfero destro sono importanti per interpretare le
informazioni emotive.
la corteccia prefrontale è coinvolta sia nell’esperienza emotiva sia nell’espressione delle emozioni.
Un gran numero di modificazioni fisiologiche è mediato dal sistema nervoso autonomo. Esso è
coinvolto nel controllo della muscolatura liscia cardiaca e delle ghiandole endocrine, è suddiviso in
sistema simpatico e parasimpatico, questi sistemi hanno una funzione antagonista:
- il sistema simpatico: produce energia
- il sistema parasimpatico: ha una funzione di risparmio energetico e consente l'omeostasi.
Durante gli stati di rilassamento ha ruolo predominante il sistema parasimpatico mentre il sistema
simpatico ha una valenza difensiva, consente all' organismo di far fronte ai pericoli.
Sistema endocrino è coinvolto nei processi di attivazione emotiva, integra sistema nervoso
centrale e autonomo.

Sistema limbico
Papez sostiene l'esistenza di un circuito definito circuito di papez, composto da un substrato di
sistemi corticali primitivi disposti attorno al tronco encefalico, questo circuito è chiamato da Broca,
lobo limbico, include alcune strutture come ipotalamo, ippocampo, talamo anteriore, corpi
mamillari e corteccia del cingolo.
Il sistema limbico è filogeneticamente il più antico.
Secondo papez è necessaria l'esistenza di una stretta relazione tra strutture subcorticali limbiche e
i centri corticali superiori per assicurare l'integrazione tra processi cognitivi e risposte fisiologiche.
La struttura del sistema nervoso centrale sarebbe il risultato di' un'altra partizione del sistema
nervoso centrale definito cervello trino composto da un cervello rettile, da un cervello
paleomammifero e da un cervello neomammifero.
Un'altra componente importante: ippocampo, ha una funzione principale nei processi mnestici.

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L’ amigdala è considerata una delle strutture principali per l'esperienza emotiva.
Maclean sostiene che il controllo dell'esperienza emotiva prevede l'interazione di tre strutture
nervose centrali chi sono:
1) tronco encefalico
2) sistema limbico
3) neocorteccia
si è rilevata la presenza di comportamenti anomali a seguito dell'oblazione bilaterale del lobo
temporale. In particolar modo lesione all' amigdala provocano comportamenti quali docilità,
iperoralità e ipersessualità.
L' amigdala ha un rapporto diretto con l'ipotalamo, esso regola sistema endocrino, il controllo del
feedback sensoriale, il controllo del sistema di attivazione simpatico.
L’ipotalamo presenta anche un centro di coordinamento che consente all' organismo di mettere in
atto risposte vegetative e somatiche organizzate, esso ha uno stretto legame con la sostanza
reticolare tronco encefalica.
una stimolazione ipotalamica genera reazioni tipiche di alcune specifiche emozioni. La
stimolazione elettrica dell'ipotalamo laterale provoca risposte vegetative somatiche associabili alla
reazione di ira.
Si distinguono funzioni ipotalamiche di tipo ergotropico caratterizzate cioè da alti livelli di arousal e
funzioni talamiche di tipo trofotropico caratterizzate da bassi livelli di arousal.
I modelli neurofisiologici delle emozioni
Tre diversi modelli:
1- approccio periferico
2- approccio centrale
3- teorie dell’appraisal
James nel suo modello periferico sostiene che il sistema autonomico ha una funzione rilevante per
l'esperienza emotiva, considerata come una risposta consapevole alla percezione delle
modificazioni periferiche del proprio corpo.
L'emozione è considerata come la risultante di una valutazione cosciente di quanto accade
nell’organismo che invia la corteccia informazioni che riceve dal sistema efferente periferico.
Modello criticato il feedback fisiologico non può essere l'unica causa delle emozioni, non è
sufficiente per definire l'esperienza emotiva.
Il modello del feedback facciale considera importanti le variazioni fisiologiche sia di tipo viscerale
che muscolare nell’esperienza emotiva.
Due ipotesi sul feedback facciale
- prima ipotesi: ipotizza sia sufficiente a produrre un’esperienza emotiva
- seconda ipotesi: il feedback facciale non generi una vera e propria esperienza emotiva ma
contribuisce ad aumentare e diminuire l'intensità dell'emozione provata.
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Anche la teoria del feedback facciale è stata criticata, non esistono prove del fatto che la valenza
di un’emozione possa essere modificato da un cambiamento dell'espressione facciale. L'individuo
potrebbe provare un'emozione diversa da quella espressa a livello facciale.
Modello centrale: l'individuo è indotto ad attribuire automaticamente un significato specifico ad uno
stimolo esterno usando un processo di valutazione cognitiva. Canon ritiene che le vie corticali e
sottocorticali hanno un ruolo fondamentale nel processamento emotivo considerando talamo
ipotalamo come i centri di controllo motorio che inducono delle modificazioni a livello periferico.
Zajonk ipotizza che le strutture centrali sono implicate nella variazione delle risposte a livello
fisiologico. L'ipotalamo è implicato nel controllo delle variazioni della temperatura corporea in cui
un innalzamento dei livelli della stessa sarebbe associato alla sperimentazione di emozioni
negative.
il modello di Schachter e Singer definito cognitivo- attivazionale sostiene che l'esperienza emotiva
è la risultante della percezione di uno stato di attivazione dell'organismo e di un processo di
interpretazione cognitiva della situazione emotiva. La risposta emotiva sarebbe provocata da una
forte attivazione indifferenziata dell'organismo prodotta dall' eccitazione del sistema simpatico e
caratterizzata da un particolare arousal comportamentale e fisiologico.
L’arousal comportamentale: l'individuo percepisce uno stato di attivazione in corrispondenza di
uno stimolo oppure in condizioni in cui non è preparato ad elaborarlo, esempio nel sonno.
L’arousal fisiologico: Stato di eccitazione dovuto all' attivazione di singoli neuroni.
gli individui in assenza di informazioni ambientali usano dei processi integrativi per rappresentare
valutare le proprie modificazioni periferiche. Il processo di elaborazione cognitiva risulta
fondamentale nell’esperienza emotiva.
I modelli evoluzionistici
L' approccio evoluzionistico si è sviluppato a partire da Darwin e considera le emozioni come
funzionali al raggiungimento di uno stato di benessere; sono finalizzate al raggiungimento degli
obiettivi personali, delineano gerarchia di priorità comportamentali, consentono l'adattamento al
contesto in base ai propri obiettivi e permettono di mettere in atto risposte adeguate all'ambiente
esterno.
Secondo questo modello individui mettono in atto delle risposte agli stimoli emotivi che sono innate
e consistono in comportamenti prototipici di adattamento evolutivo che assicurano la
sopravvivenza.
Izard ha considerato la funzione adattiva delle emozioni osservando una certa continuità tra gli
Stati emotivi di alcune specie animali e gli umani. Ha formulato l'esistenza di nove emozioni di
base: gioia, sorpresa, interesse, dolore, rabbia, disgusto, disprezzo, vergogna e paura.

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Emisfero destro e emisfero sinistro
Effetto lateralizzazione
- L'emisfero destro ha dominanza rispetto all' emisfero sinistro in relazione a vari aspetti del
comportamento emotivo
- I due emisferi possiedono specializzazione complementare per la regolazione dei vari
aspetti delle emozioni. L'emisfero sinistro dominante per le emozioni positive, il destro per
quelle negative
- L'emisfero destro è dominante per l'espressione emotiva, il sinistro dominante per il
linguaggio
- L'emisfero destro e dominante per la percezione di proprietà connesso all' emozione
esempio espressione facciale, postura, prosodia.
Vari studi hanno proposto che l'emisfero destro a prescindere dalla valenza sia dominante
nell’espressione e nella percezione delle emozioni, l'emisfero sinistro risulta maggiormente
implicato nell’attivazione e attenzione focale.
L'emisfero destro è più incline all' elaborazione non verbale, il sinistro all' elaborazione verbale.
Rapporto emozione cognizione
Influenza della cognizione sull’emozione: maggiore importanza viene attribuita alla via corticale
attraverso cui le informazioni elaborate giungono all' amigdala più lentamente.
Influenza dell'emozione sulla cognizione: amigdala invia proiezioni verso le aree corticali
influenzando la percezione degli stimoli.
analizzando i rapporti è possibile definire che i due meccanismi, emotivo e cognitivo, non solo
sono tra di loro interdipendenti ma sono inserite all'interno di un processo dinamico di causalità
reciproca.
Un'emozione non ha luogo in assenza del significato che l'individuo può attribuire all’ interno di una
relazione individuo ambiente.
Connettività funzionale distribuita
comprendere il funzionamento cerebrale di un insieme di strutture richiede la definizione di come le
regioni sono connesse funzionalmente ovvero di come il loro segnale di input covari con quello
di output.
Non è necessario né sufficiente uno specifico sistema al fine di predire l'esperienza emotiva ma è
necessario individuare pattern di attività multipla coordinate mutevole e che coinvolgano sia il
sistema corticale che quello sottocorticale.
Gli Stati emotivi sono altamente distribuiti e non possono essere descritti in modo univoco.
Interocezione
=Elaborazione afferente di segnali che hanno origine all'interno del corpo e che sono relativi allo
stato del corpo. L'interocezione si differenzia sia della propriocezione, cioè la percezione della

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posizione o del movimento del corpo, che dalla percezione sensoriale dell’ambiente attraverso i 5
sensi.
include le informazioni che sono rilevanti per il controllo omeostatico i bisogni fisiologici.
I segnali interocettivi variano in termini di imminenza motivazionale, includono anche il feedback di
cambiamenti fisiologici indotti dalle emozioni.
Interocezione si configura come la via per cui processi sensoriali e cognitivi connessi alle emozioni
sono percepiti come cambiamenti delle condizioni corporee e sono codificati in sentimenti affettivi.
L' empatia si configura come un concetto multidimensionale e si riferisce alla capacità di
condividere gli Stati emotivi di un'altra persona ed inserire gli Stati esperienziali di quella persona.
La capacità interocettiva delle persone non è statica e vi sono differenze individuali nella misura in
cui segnali interocettivi raggiungo la consapevolezza.
Abilità interocettiva, emozioni ed empatia
Le persone più sensibili ai segnali interocettivi possono sperimentare emozioni più intense o un
migliore controllo emotivo.
le differenze individuali nell’abilità interocettiva sono state quantificate usando questionari e test
comportamentali che sfruttano fluttuazioni naturali dei segnali fisiologici interni.
Gli individui con un elevata sensibilità interocettiva possono sperimentare esperienze più intense e
mostrano una maggiore attivazione delle aree cerebrali. Vi sono disturbi legati alle emozioni
associati ad anomalie della sensibilità interocettiva e un'attivazione alterata delle strutture cerebrali
coinvolte nell’elaborazione dei segnali interocettivi.
Esempio: la fibromialgia è stata considerata una sindrome da amplificazione a causa
dell'attenzione accentuata che i pazienti rivolgono i segnali interocettivi che insorgono all'interno
del corpo.
Una compromissione dell’interocezione potrebbe avere conseguenze anche sulla capacità di
sviluppare una risposta empatica di entrare in relazione con gli altri.
una maggiore sensibilità interocettiva è correlata livelli maggiori di empatia.
Regolazione delle emozioni
Il concetto regolazione delle emozioni si riferisce ai vari processi mentali comportamentali con cui
gli individui affrontano e gestiscono le emozioni.
Include tutti i processi attraverso i quali gli individui influenza le proprie emozioni, il momento in cui
vivono, come le spediscono esprimono.
Gli individui sono in grado di applicare queste strategie di regolazione delle emozioni ma possono
anche avere appreso a rispondere automaticamente al verificarsi delle emozioni con una modalità
specifica. I processi di autoregolazione possono influenzare le emozioni in qualsiasi fase del
processo di generazione dell'emozione e quindi possono essere distinti tra strategie di regolazione
delle emozioni focalizzate sugli antecedenti e focalizzate sulla risposta.
Tra i principali tipi di regolazione delle emozioni:
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- rivalutazione cognitiva: capacità dell'individuo di intervenire sugli stimoli che inducono le
emozioni in modo tale per cui il loro significato emotivo sia modificato. Imparando a vedere questi
eventi da una prospettiva diversa e reinterpretando nel significato il loro impatto emotivo può
essere modificato. Esso è associata a effetti positivi
- soppressione espressiva: processi che coinvolgono la capacità dell'individuo di cambiare
l'espressione delle emozioni individuali. essa è associata a effetti negativi.
- training di mindfulness: sono composti da diversi esercizi metodi di allenamento derivanti
dall'antica tradizione buddista orientale, consente agli individui di diventare più consapevoli dei
pensieri e delle emozioni esistenti e di gestirli in modo funzionale. Il training consiste in diverse
settimane di allenamento e pratica intensiva guidati da un insegnante che supervisiona le sessioni
settimanali. Essi sono associati a un incremento positivo della connettività cerebrale e attività di
strutture legate alla regolazione delle emozioni. La mindfulness ha dimostrato effetti positivi non
solo sulla regolazione delle emozioni ma anche su un'ampia gamma di comportamenti da essa
derivanti, dal stress, depressione, all' ansia, la perdita di peso, all’aderenza ai farmaci nei contesti
clinici.
- biofeedback: aumenta la consapevolezza individuale degli stati dei cambiamenti fisiologici
all'interno del corpo punto i partecipanti qui imparano a riconoscere gli Stati fisiologici quando si
verificano e gestire efficacemente tramite un feedback diretto. Si tratta di un metodo consolidato
per rafforzare i processi fisiologici carenti e può essere applicato per modulare gli Stati psicologici
come le emozioni all’attenzione.
Le differenze tra i diversi tipi di regolazione delle emozioni si basano sul modo di affrontare gli Stati
emotivi anche se esistono delle sovrapposizioni.
Estinzione e abituazione
Le emozioni nell'uomo sono modulate dall’apprendimento e dai processi di memoria quali
abituazione estinzione. Sono forme filogeneticamente primitive di memoria non associativa e
associativa che funzionano per ridurre la paura e l'ansia. Sono le forme più elementari di
regolazione delle emozioni nel regno animale.
Abituazione: le risposte comportamentali e fisiologiche durante l'esposizione iniziale a uno stimolo
diminuiscono con le ripetute presentazione di quello stimolo.
Estinzione: un organismo apprende che gli stimoli che uno alla volta segnalavano il pericolo non
lo fanno più.
Sono adattivi, entrambi comportano cambiamenti di neuroplasticità che possono diventare ricordi
se consolidati e successivamente recuperati.
Regolazione automatica delle emozioni
Le emozioni devono essere controllate al fine di migliorare il benessere della persona che
spedisce l'emozione o per consentire alla persona di raggiungere i propri obiettivi sociali le
emozioni possono essere regolate esplicitamente e implicitamente.
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E’ possibile suddividere le tecniche di regolazione delle emozioni in due categorie:
1) strategie focalizzate sugli antecedenti: includono processi attuati prima che un’emozione
sia pienamente vissuta
2) Strategie focalizzate sulla risposta: vengono attuate dopo che emozione è già stata
esperita
la regolazione automatica delle emozioni è definita come un cambiamento di qualsiasi aspetto
delle proprie emozioni senza una decisione consapevole di tale cambiamento, senza prestare
attenzione al processo di regolazione delle proprie emozioni e senza impegnarsi in un controllo
cosciente e deliberato.
la regolazione delle emozioni nel ciclo di vita
Gli individui elaborano esperienze emotive in modo differenziato sfruttando circuiti neurali distinti e
diverse strutture del sistema nervoso. Le persone differiscono sia in termini di reattività emotiva
che di capacità di regolazione delle emozioni.
La capacità di autoregolazione si sviluppa insieme alla corteccia prefrontale durante l'infanzia i
bambini diventano più capaci di regolare con successo le risposte emotive usando il meccanismo
della pretesa come strategia di rivalutazione cognitiva suggerendo che la corteccia prefrontale
ventromediale attenui l'attivazione dell'amigdala dell'insula durante la regolazione dell'emozione.
La transizione verso l'adolescenza è associata una maggiore reattività subcorticale agli stimoli
mimici di natura emotiva, associata alla necessità di una regolazione efficacia delle risposte
emotive al proprio ambiente. Lo sviluppo continuo del sistema nervoso autonomo e le capacità di
elaborazione emotiva ad esse associate contribuiscono anche a migliorare la capacità di
regolazione delle emozioni durante l'adolescenza.
Nell'età anziana le persone sviluppano un bias della positività il che aiuta a creare stabilità
emotiva. Questo processo è noto come potatura sociale, un processo che consente agli adulti più
anziani di mantenere relazioni più strette, più positive ed emozionalmente soddisfacenti,
rimuovendo al contempo le relazioni negativo meno importanti.
Rispetto al tema della cronometria emotiva le emozioni sono state considerate stati di breve durata
virgola che possono al massimo coprire un intervallo temporale di pochi secondi o minuti; tuttavia è
possibile porre in evidenza come le diverse emozioni possano durare in modo molto variabile da
pochi secondi ad alcune ore o anche più. In questa prospettiva l'emozione è un processo dinamico
complesso la cui durata può articolarsi in modo molto variabile.
le componenti che incidono sulla variabilità temporale:
- durata del processo di valutazione, emozioni di maggiore intensità hanno bisogno di un maggiore
periodo di recupero prima che l'organismo ritorno condizioni di attivazione iniziali
- Appraisal
- componenti cognitive motivazionali comportamento motorio componenti neurofisiologiche

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-Intensità dell’emozione, c'è una relazione diretta tra intensità e durata di un’emozione, emozioni di
maggiore intensità sono associate una durata maggiore
- caratteristiche legate al soggetto esempio resilienza: soggetti con elevata resilienza sono in
grado di concludere più velocemente la fase di recupero da una condizione di stress o da emozioni
negative
- introversione estroversione e nevroticismo, soggetti estroversi con alti livelli di nevroticismo
tendono a sperimentare vissuti emotivi sia positivi che negativi di maggiore durata rispetto a
soggetti con livelli più bassi
Reappraisal e distrazione: il primo si riferisce alla capacità di reinterpretare l'evento che ha
indotto l'emozione, la seconda variante si riferisce alle strategie di distrazione dell’evento
inducente, consentendo all' individuo di adottare una prospettiva distaccata in terza persona.

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Capitolo 5 Empatia, mirroring, sintonizzazione
1. Empatia e oltre
le emozioni hanno natura sociale, abilità cruciale per vita e interazione
empatia:
● capacità di comprendere e condividere stati interni di altri /
● fenomeno complesso e multidimensionale include una serie di processi
funzionalmente distinti /
● comprende una componente cognitiva (media le componenti di regolazione degli
aspetti relazionali ed emotivi) e una affettiva (capacità di sentire) /
● capacità riconoscere emozioni altri
Mead e Piaget → hanno sottolineato gli aspetti cognitivi dell’empatia, ovvero non solo “sentire”
l’altro, ma anche comprenderlo. La funzione cognitiva dell’empatia richiede di immaginare il ruolo
dell’altro.
Bandura → apprendere emotivamente mediante l’osservazione (apprendimento vicario).
L’empatia può quindi assumere varie forme che si situano lungo un continuum:

Forme di empatia COGNITIVE Forme di empatia “affettive”.


(dette anche di livello meta) Capacità di “sentire l’altro”

Forme cognitive → si basano su un processo consapevole e deliberativo, consentono di fare


inferenze sugli stati corporei e affettivi e sulle credenze e intenzioni degli altri (mentalizzazione).
Forme affettive → sentire l’altro media le componenti di regolazione degli aspetti relazionai e
emotivi in senso proprio.
Gallese → simulazione incarnata: meccanismo funzionale, sistema cerebrale e corporeo
modellano contatto con il mondo. Consente cioè di sentire le azioni, intenzioni, sentimenti e
emozioni degli altri aumentando la nostra identificazione e connessione con gli altri individui.
1. meccanismo di mirroring
= mappatura spontanea prodotta in risposta agli stati emotivi degli altri
la dicotomia emotivo e cognitivo è sorretta da due processi: mirroring e capacità di
mentalizzazione (= condivisione, attribuire propri stati mentali ad altri)
= sono entrambi meccanismi di simulazione che consentono di sperimentare lo stato
mentale degli altri individui.
Neuroni specchio → attivazione delle aree somatosensoriali durante l’esecuzione e l’osservazione
delle azioni dei simili. Coinvolti quindi sia nella comprensione sia nell’esecuzione dell’azione.
I processi di mirroring ci permettono di sperimentare lo stato emotivo dell’altro (es quando ci
sentiamo in imbarazzo per qualcun altro – imbarazzo vicario).
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2. un mirroring specifico per le emozioni?
neuroni specchio comunicativi : vita sociale importante non solo comprensione ma anche
condividere alcuni aspetti delle emozioni altrui
i canali di comunicazione oro-facciale attraverso il quale le manifestazioni di base
dell’empatia sono comunemente espresse sia dagli animali che dall’uomo.
la condivisione emozioni avviene non solo a livello affettivo ma anche somatosensoriale : il
sistema mirroring si attiva sia durante l’osservazione che durante l’imitazione delle
espressioni facciali /
è implicato nel repertorio di una vasta gamma di azioni tra cui quelle delle espressioni
facciali /
vi è un legame tra simulazione motoria e risposta di mirroring risultante di un meccanismo di
simulazione nascosto a carico di regioni motorie di alto livello.
3. l sistema mirror nella neurofisiologia delle emozioni
i risultati di alcuni studi hanno mostrato l'esistenza di un meccanismo di m. a livello di singoli
moduli corticali dell’uomo.
4. meccanismi di mimetismo facciale
= risposta guidata da uno stimolo che allinea il comportamento motorio dell’osservatore a
quello di colui che lo produce (inconsapevole e automatico)
contagio emotivo → le emozioni si diffondono da un individuo all’altro attraverso il mimetismo
(sorrido se vedo qualcuno sorridermi).
Facilita i contatti interpersonali e permettere di comprendere il comportamento osservabile negli
altri, mediante l’attribuzione di stati interni nascosti che sottostanno a questi comportamenti.

ricerche relazione diretta tra empatia e riconoscimento e comprensione delle espressioni


facciali (chi è più empatico elabora e riconosce più in fretta le espressioni facciali). La capacità di
riconoscere e elaborare le espressioni facciali risulta quindi fondamentale per regolare la risposta
empatica.
Meccanismi di risonanza tipici dell’empatia consentano di riprodurre internamente gli aspetti
motori, percettivi ed emotivi caratterizzanti gli stati mentali altrui. (processo automatico,
meccanismo attenzionale implicito). Misurato con EMG.
sottolineano il legame tra empatia e riconoscimento delle espressioni facciali
5. misurare l’empatia
bisogna sottolineare che molti strumenti sono stati sottoposti a critiche perché l’ambiguità nella
definizione del costrutto ha condotto all’utilizzo di misure indefinite e spesso incoerenti tra loro.
o Esistono diversi strumenti:
o Self-report (Empathy quotient scale: breve e facile da usare, misura sia la componenti
affettiva che cognitiva. Empathy assessment index: misura cinque dimensioni dell’empatia.

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Interpersonal reactivity index: misura due dimensioni cognitive quali la fantasia, come
tendenza a proiettare se stessi nelle azioni e sentimenti altrui, e la capacità prospettica,
come tendenza ad adottare il punto di vista dell’altro. Misura anche attraverso altre sotto-
scale le componenti emotive, come la preoccupazione empatica e il disagio personale.
BEES: rileva il grado di tendenza empatica, ovvero la propensione a farsi coinvolgere e a
vivere vicariamene le emozioni altrui, è composto d 30 item.
o indici di tipo fisiologico
- tecniche di neuroimaging:
FMRI
PER
fNIRS
le tecniche di neuroimaging hanno individuato aree implicate nella regolazione di risposte
empatiche: la mPFC, la DMPFC, la corteccia ventromediale e ventrolaterale, il solco temporale
superiore, l’area motoria supplementare, l’insula e l’amigdala.
o Rilevazione dell’attività elettrofisiologica corticale
■ EEG
■ EMG (consente di misurare le variazioni dell’attività elettrica prodotta dalla
contrazione dei muscoli scheletrici, fornisce quindi un indice non-verbale della mimica
motoria alla base della risposta empatica, sia facciale che non)
o Misurazione attività sistema nervoso periferico, in particolare quello autonomico
■ risposta elettrodermica (SCR) con il relativo indice di conduttanza cutanea (SCL)
■ attività cardiovascolare: HR
6. aspetti morali empatia:
condotte empatiche influenzare comportamenti altruistici e sentimenti di condivisione per i
disagi fisici psicologici o degli altri
Empatia alla base della capacità di sperimentare senso di colpa (quando rechiamo danno a
qualcuno) o sentimento di rabbia nei confronti di chi agisce condotte negative per la società.
Empatia come meccanismo che supporta interiorizzazione dei principi morali astratti e lo sviluppo
del senso di responsabilità etica nei confronti dell’altro (dai genitori alla prole). Regola lo scambio
verbale, attraverso processi di mirroring verbale, coordinamento dei turni di eloquio e co-
regolazione, per favorire condotte pro-sociali.

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Capitolo 6 Quel che è mio è tuo, quel che è tuo è mio
Sincronia: (SYNC) o empatia del movimento, è spesso utilizzata come tecnica di base nella danza-
terapia. Danzatori e spettatori si muoverebbero in sincronia e durante l'osservazione del
movimento gli spettatori giungerebbero a simulare internamente le sensazioni di velocità e forza
del movimento stesso modificando la configurazione statico- dinamica del proprio corpo.
Lo spettatore accede a una vera e propria sintonizzazione e sincronizzazione con lo stato corporeo
e mentale altrui.
Sincronizzazione: coordinamento degli eventi per migliorare il funzionamento sincrono di due
sistemi che agiscono simultaneamente. Può avere luogo solo se le proprietà di due sottosistemi
concordano temporalmente. Nel contesto dell'interazione tra due cervelli, la sincronizzazione può
essere definita come il coordinamento di due cervelli che funzionano temporalmente in accordo tra
loro.
forme di sincronizzazione
Brain to Brain: processo di accoppiamento cerebrale, è un esempio di sintonizzazione
intersoggettiva. è attribuibile all'attuazione di comportamenti complessi che richiedono agli individui
di coordinare le proprie azioni secondo un insieme di regole condivise, esso si basa sulla
definizione di pattern neurali di segnali sincroni tra due individui.
potrebbe essere rappresentato come un sistema wireless in cui due cervelli sono accoppiati
tramite la trasmissione di un segnale fisico che viene condiviso attraverso l'ambiente.
Allenamento interattivo: processo inconscio che permette la comunicazione e il dialogo tra gli
individui. Alla base di una buona comunicazione si verificano nei cervelli di chi parla e di chi
ascolta schemi di risposta articolati, temporalmente accoppiati e sincronizzati nel corso
dell’interazione. Guardare il volto dell'interlocutore favorisce la sincronizzazione di tale ritmo in
modo efficace.
Sincronizzazione e connettività
i meccanismi di sincronizzazione cerebrale presenti tra due o più individui coinvolti in interazioni
sono state ampiamente esplorati attraverso l'utilizzo dell’hyperscanning, hanno osservato i pattern
di sincronizzazione intra e Inter cerebrale durante interazioni di tipo cooperativo, competitivo o
durante scambi di natura comunicativa non verbale in generale.
Emerso che la percezione di un grado ridotto di cooperazione diminuisce la sintonizzazione tra gli
individui coinvolti nello scambio.
La presenza di livelli elevati di sintonizzazione Inter cerebrale aumenta tra gli individui nel
momento in cui svolgevano compiti cooperativi.
Balconi e Fronda hanno rilevato i pattern di connettività intra e Inter cerebrale durante
un’interazione comunicativa di tipo non verbale, caratterizzata dall’utilizzo di gesti di natura
affettiva, sociale e informativa, di valenza positiva e negativa.

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Dai risultati sono emersi meccanismi di sintonizzazione in specifiche aree in relazione alla tipologia
e alla valenza di gesti osservati o riprodotti.
Il comportamento prosociale risulta essere fondamentale nella vita sociale. Appare strettamente
correlato alla capacità di rispondere in modo empatico alle emozioni espresse dagli altri e
all'adozione di un comportamento in linea con quelle altrui.
la reattività empatica è importante nella messa in atto di comportamenti di tipo prosociale, questo
contribuisce a aumentare la connessione sociale tra gli individui attraverso il rafforzamento delle
relazioni interpersonali. Aumenta la coordinazione delle interazioni tra gli agenti coinvolti nello
scambio attraverso l'implementazione di specifici meccanismi di accoppiamento Brain to Brain.
Empatia, mirroring e sintonizzazione sono tre processi centrali per garantire la condivisione e il
benessere nei contesti sociali.
Empatia: è in grado di influenzare la nostra capacità di interpretare gli altri. Il suo ruolo consente di
ricavare informazioni sulle azioni future altrui e su importanti proprietà contestuali, offre la spinta
motivazionale per la messa in atto di comportamenti cooperativi prosociali che facilitano
un'efficace comunicazione sociale.
Le strutture neurali responsabili dello sviluppo dell'empatia garantiscono funzioni di mirroring che ci
consentono di percepire le motivazioni e gli effetti di un'azione compiuta da un'altra persona come
se fossimo noi a svolgere quell’azione.
Durante l'azione congiunta avviene un accoppiamento implicito degli individui a livello motorio,
percettivo e cognitivo, supportato da meccanismi neuronali, definito come Brain to Brain
coupling.
L'essere umano presenta una serie di competenze peculiari:
- alto livello di elaborazione cognitiva
- capacità di effettuare una stima precisa delle azioni future degli altri
- orientamento rispetto al contesto esterno
- competenze morali tra cui altruismo compassione per gli altri
-capacità di fare inferenze sociali
- contributo di componenti corporee

Emozioni e comunicazione
Neuroscienze applicate al management: studio del modo in cui le risorse vengono distribuite dagli
individui per controllare il proprio comportamento emotivo nei contesti sociali.
Il neuromanagement cerca di usare le neuroscienze per sostanziare la ricerca nel campo del
management mantenendo l'enfasi sulla struttura del comportamento oltre che sui correlati neurali
sottostanti.
La regolazione delle condotte emotive

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Un comportamento intenzionale sottointende la confluenza di diversi sistemi decisionali:
- deliberativo cioè cosciente e mediato dal punto di vista cognitivo
- intuitivo cioè inconscio e mediato dalle emozioni.
Gli individui sono in grado di decidere consapevolmente ma in diversi processi usano meccanismi
mentali automatici e rapidi.
I processi controllati sono di natura seriale e sono spesso associati a una percezione soggettiva di
sforzo mentale per poter essere prodotti.
I processi automatici sono multitasking, non consapevoli e non richiedono un particolare sforzo,
risultano più veloci dei processi controllati.
Le emozioni influenzano i processi cognitivi, le condizioni effettive sono usati dalle persone come
informazioni salienti di cui servirsene per la formulazione di valutazioni e giudizi.
Russell ha proposto un processo di valutazione o appraisal in grado di spiegare che ogni
emozione rappresenta una risposta specifica a un particolare tipo di evento significativo punto
Il processo di valutazione è controllato da due criteri:
- Arousal: alto basso
- Valenza: positiva o negativa
La dimensione affettiva della valenza è legata alla dimensione dell’arousal.
Ledoux sostiene l'esistenza di uno specifico meccanismo cerebrale che opera inconsciamente per
produrre l'esperienza cosciente delle emozioni. Si suppone l'esistenza di elaborazione degli stimoli
salienti anche quando questi sono inaccessibile alla coscienza.
Arousal: caratteristica fondamentale del comportamento emotivo, è definito come la base
neurofisiologica di tutti i processi dell'organismo umano.
Negoziazione
= un processo che si costituisce in situazioni in cui due o più parti riconoscono l'esistenza di
differenze di interessi tra loro, ma intendo non sono costretti a raggiungere un accordo, le
dinamiche negoziali presenti nel management sono stati analizzati da diverse prospettive tra cui la
teoria dei giochi.
la teoria dei giochi considera l'esistenza di un o più contendenti che cercano di ottenere un
risultato favorevole, consistente nella massimizzazione della propria vincita.
Esiste una regola: ogni giocatore può prendere un numero finito di decisioni o determinare diverse
strategie. Ogni strategia è determinata da specifiche conseguenze per il giocatore che l'ha
intrapresa il suo effetto può consistere in un premio o in una penalità. Un gioco viene definito a
somma costante se per ogni vincita di un giocatore è presente una corrispondente perdita per altri.
Un gioco a somma zero rispecchia la situazione in cui la somma da attribuire al giocatore vincente
e corrisposto dall’altro giocatore.

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Il comportamento decisionale è stato accostato alla funzione di utilizzo, l'utilità attesa viene definita
come la teoria prescritta migliore per la presa di decisioni in condizioni di rischio incertezza. la
funzione di utilità assegna ad ogni azione un valore.
La teoria della scelta razionale postula che il soggetto sceglierà sempre l'azione che produrrà il
massimo dell'utilità attesa del risultato desiderabile.
Ultimatum game: il soggetto ha A e disposto a offrire una certa somma, la minore possibile, è il
soggetto B sarebbe disposto ad accettare l'offerta piuttosto che non avere niente.
Dictator game: il soggetto A e l'unico poter definire la somma da attribuire al soggetto B.
L'informazione è considerabile come tutto ciò di cui un individuo è a conoscenza e che può essere
importante per il processo di negoziazione. Due diversi tipi di informazione:
- informazioni considerevoli per il soggetto: regole decisionali o strategia esplicita che permettono
di quantificare le informazioni maggiormente rilevanti
- informazioni ausiliarie per il soggetto: costituita da elementi di differente natura che possono
essere misurate per mezzo delle proprietà emotive.
Intenzionalità e aspettative
Nelle scelte e nell’utilizzo di specifici comportamenti sono coinvolti i sistemi di rappresentazione,
credenze e valori di queste misure. Un'altra variabile coinvolta è rappresentata dall'insieme di
desiderio motivazioni del soggetto, individui definiscono la specie di collegamento fra credenze
desideri che li conduce a credere a ciò che desiderano.
I comportamenti individuali possono essere illustrati attraverso i bias di giudizio e di self deception
ossia autoinganno.
I diversi fattori che influenzano la preferenza e la scelta soggettiva:
- regole decisionali di ordine cognitivo che stabiliscono l’agire dell'individuo
- differenze idiosincratiche soggettive di ordine non cognitivo
- automonitoraggio
Processi di attribuzione: capacità del soggetto di rappresentarsi le menti altrui facendo opportune
inferenze in merito alla reciproca consapevolezza rispetto agli stati mentali dell'altro.
In contesti cooperativi risultano essere coinvolte:
- giro frontale mediale
- giro del cingolo posteriore
- solco temporale superiore
Le principali fasi della negoziazione:
- strutturazione della strategia
-Fase tattica
-Soluzione negoziale
- dati sensoriali
- sistemi interni

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Componente non verbale e mimica facciale
La comunicazione verbale quella non verbale sono mediate da processi inconsci ed emotivi. Le
emozioni proprie e altrui sono una componente centrale che permette una gestione ottimale delle
relazioni.
Ruolo fondamentale è svolto dalle componenti non verbali. Le espressioni facciali consentono di
trasmettere un’ampia quantità di informazioni, sono segnali comunicativi rappresentano le
caratteristiche centrali del comportamento sociale dei primati non umani sono potenti stimoli nella
comunicazione umana.
I volti si configurano come canali fondamentali della condizione sociale e possiedono un alto valore
interpersonale consentono di decifrare i comportamenti altrui.
I teorici dell’approccio dimensionale postulano che le connessioni tra espressione facciale
emozioni siano organizzate dalla valenza e dall’arousal.
La prospettiva categoriale identifica emozioni discrete che permettono di proporre che l'universalità
nelle espressioni facciali delle emozioni sia la connessione tra determinate configurazioni facciali
emozioni specifiche.
La prospettiva dimensionale sostiene che le espressioni facciali non sono state definite come
segnali di emozioni specifiche ma come marcatori di informazioni importanti su cosa l'altro sta
facendo, sulle sue intenzioni ad agire o meno, sul grado di piacevolezza e di arousal dello stimolo
della situazione emotiva.
Piacevolezza e arousal sono definite come due dimensioni ortogonali nel quale vengono
rappresentate le diverse emozioni.
Fridlund descrive le espressioni facciali come stato di prontezza all'azione, utili a stabilire,
mantenere o cambiare uno specifico rapporto con un oggetto o un soggetto presente
nell’ambiente. Il rapporto tra emozione ed espressione definito dall’approccio componenziale alle
emozioni che le concepisce come strutture complesse caratterizzate da fattori tra loro connessi
virgola in cui rientrano stato affettivo, valutazione, propensione all' azione e le risposte fisiologiche
dell'organismo.
Le espressioni facciali intese come comportamenti espressivi veicolano le informazioni espressive
in quattro tipologie:
- Segnali sociali esempio comandi richieste
- Attribuzione di intenzioni
- Attività relazionale adeguata
- Manifestazioni di attivazione o deattivazione, attivazione intesa come pronte all' azione in
un determinato contesto.
Il modello di Goldman suggerisce che le persone attuano un mindreading attraverso un processo
di simulazione che permette di associare un'emozione al volto di un altro individuo.

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colui che comprende un’emozione, il decoder, attribuisce uno stato emotivo ad un altro individuo,
attraverso un processo di simulazione, replicazione, riproduzione dello Stato altrui nella propria
mente.
La teoria della simulazione suggerisce che colui che comprende lo stato emotivo dell'altro
individua le categorie di emozioni da attribuire attraverso una simulazione delle stesse, scoprendo
infine che le emozioni riprodotta risulta essere connessa con l'espressione del volto osservata.
nel momento in cui l'espressione facciale corrisponde a quella osservata nell'altro, l'emozione
ipotizzata dal decoder viene confermata e può procedere ad attribuire le emozioni all'altro.
Cooperazione
Si distinguono comportamenti:
- cooperativi, negoziazione integrativa
- competitivi, negoziazione distributiva
Processo di negoziazione: modificazione delle strategie iniziali di un individuo in cui si adatta alle
reali condizioni presenti nella situazione.
Emozioni collettive
Capacità di regolare le condotte motivo nei contesti organizzativi: concetto di apertura emotiva=
Capacità di riconoscere la composizione di differenti emozioni nell’interno di un collettivo, ad
esempio un gruppo o un'azienda. Riconoscere le emozioni collettive è una capacità fondamentale
del leader che cerca di gestire le situazioni emotivamente significative. Il leader identifico e
riconosce i segnali che rendono necessario il cambiamento strategico, l’innesco di nuove forze e
l'implementazione di una nuova direzione al sistema delle relazioni presenti.
Apertura emotiva: capacità di percepire le emozioni condivise che esistono e si diffondono
all'interno di un collettivo.
Misurare le emozioni
Le emozioni possono essere valutate attraverso l'utilizzo di strumenti di autovalutazione, self
report.
Questi metodi consistono in questionari in cui l'individuo può valutare le proprie emozioni usando
una scala specifica o descrivendone verbalmente il contenuto. Si basano su due approcci
principali:
- l'approccio delle emozioni discrete: si basa sulla categorizzazione e descrive stati emotivi
separabili tra loro usano scale nominali, ordinali od intervallo.
- l’approccio multidimensionale: e stato introdotto da Wundt, stati emotivi possono essere descritti
secondo la loro posizione all'interno di unno o spazio tridimensionale formata dalle dimensioni
della valenza (positiva negativa), eccitazione (calma, eccitata) e tensione (agitata rilassata).
altri strumenti: SAM, IAPS, utilizzati per valutare le reazioni emotive suscitate da alcune immagini a
carattere emotivo.

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Componenti non verbali gli strumenti di codifica del comportamento del volto quantificano la
misurazione dei movimenti dei muscoli facciali o delle azioni facciali. Si dividono in due
macrocategorie:
- Approcci diretti: usano la misurazione diretta dei movimenti facciali che vengono prodotti
dall’individuo
- Approcci indiretti: usano l'osservazione umana senza utilizzo di metodi e tecniche
strutturati.
FACS: strumento usato per la misurazione del comportamento mimico facciale. Il suo precursore
era noto come FAST.
MAX: strumento che si basa sull’identificazione di 30 pattern facciali che possono avere luogo in
alcune regioni del corpo: fronte sopracciglia radice nasale, occhi naso guance e bocca labbra
mento.
Viene utilizzato con i neonati.
Misure autonomiche
L'attività autonomica si riferisce alla misurazione delle variazioni periferiche del nostro organismo
provocate dall’attivazione del sistema nervoso autonomo che possono consistere in risposte
elettrodermiche e cardiovascolari.
Ha ruolo cruciale nel supporto di alcuni processi complessi come la reattività emotiva.
l'elettrofisiologia Autonomica fornisce informazioni sull'orientamento delle dinamiche cerebrali i
suoi processi sottostanti.
Le modificazioni corporee risultano essere associate all' espressione di stati affettivi diversi, tra
esse:
- variazioni nelle risposte pupillari
- variazione a livello elettro dermico cardiovascolare
- variabilità della frequenza cardiaca e nella pressione sanguigna
EDA: è costituito da due componenti:
- livello elettrodermico
- Risposta elettrodermica, può essere registrata da regioni della pelle che consentono
rilevazioni in quanto sono innervate direttamente dai neuroni.
È un buon indicatore del comportamento emotivo.
L'attività autonomica fornisce feedback sensoriali al cervello contribuendo regolare i circuiti del
tronco encefalico le reti cerebrali superiori. Essa può variare in modo diverso in relazione allo stato
emotivo sperimentato.
esempio: negli stati di rabbia si verifica un aumento della pressione sanguigna sistolica e della
pressione sanguigna diastolica e un aumento della resistenza periferica totale, un aumento
dell'attività respiratoria che diviene più rapida.

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Paura: aumento dell'attivazione simpatica, accelerazione cardiaca, dell’attività elettro dermica,
dell'attività respiratoria e una diminuzione vagale cardiaca.
Misure centrali elettrofisiologiche
EEG: strumento utile per indagare la asimmetria frontale associata alla valenza delle emozioni. È
stata osservata una maggiore attivazione frontale sinistra in corrispondenza di emozioni positive e
una maggiore attività frontale destra in corrispondenza di emozioni negative.
avvicinamento belle emozioni correlato a un aumento dell'attività frontale sinistra mentre quello di
evitamento correlato a un aumento dell'attività frontale destra.
Individui con una maggiore attività frontale sinistra mostrano uno stato d'animo più positivo rispetto
a coloro che presentano una maggiore attivazione frontale destra.
Asimmetria frontale è spiegata attraverso due modelli:
- modello disposizionale dello stile affettivo frontale: le persone hanno una tendenza generale a
rispondere prevalentemente con un comportamento di approccio o di evitamento nonostante le
differenze situazionali
- modello situazionale: le differenze individuali sono meglio rappresentate come interazioni tra le
esigenze emotive di situazioni specifiche e le capacità di monitoraggio degli individui
neuroimaging
Permettono di fornire informazioni sull’attivazione neurale piuttosto che sull’associazione di una
singola regione del cervello a una determinata emozione di base punto
Fmri o la PET: misura l'assorbimento di ossigeno nel sangue e l'attività metabolica nel cervello, utili
per osservare i circuiti neurali che risultano associati alla sperimentazione di stati emotivi differenti.
Amigdala risponde a input imprevisti, alla paura. Insula risponde alle emozioni negative. La
corteccia prefrontale mediale e quella cingolata sopra callosa anteriore alla tristezza.
fNIRS: tecnica di neuroimaging non invasiva, facile da usare virgola che consente la misurazione
delle modificazioni della concentrazione di emoglobina ossigenata e deossigenata nel tessuto
cerebrale regionale. E’ utile per indagare meccanismi motivi complessi.

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Capitolo 7 Emozioni solo nostre?
1. Prime comparazioni
L’espressione dei segnali emotivi rappresenta sia una risposta emotiva, sia una fonte di
comunicazione sociale, in qualsiasi specie animale.
Diversi studi hanno dimostrato che è probabile che il riconoscimento emotivo basato sul volto
possa essere abbastanza diffuso nei mammiferi con una buona acuità visiva, ovvero, che il
riconoscimento emotivo non sia proprio solo dell’uomo.
Indagare lo stato emotivo negli animali è più complesso, poiché mentre gli uomini possono riferire
verbalmente come si sentono, gli animali non possono farlo. Esistono tuttavia diversi metodi che
permettono l’esplorazione di stati affettivi di animali, indipendentemente dal fatto che sperimentino
le emozioni consapevolmente o possano comunicarlo in via diretta. Gli studi sono stati condotti
maggiormente su mammiferi.
Le ricerche recenti, quindi, hanno cercato di sviluppare misure cognitive non linguistiche delle
emozioni animali, che possono essere informative per discriminare la valutazione della valenza
emotiva (positiva o negativa) differenziando diversi tipi di emozioni e forse, a far luce sulla natura
delle esperienze emotive coscienti negli animali.
Nello specifico, la misurazione si è incentrata su paura, ansia e stress. La misurazione dei
correlati cerebrali è risultata essere la più affidabile:
• Tecniche di misurazione fisiologica: utilizzate per indagare lo stress, si servono di
indicatori fisiologici quali alterazioni della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna, di
conduttanza cutanea.. questi indici però vanno affiancati ad osservazioni comportamentali.
• Comportamento spontaneo: anch’esso va utilizzato per valutare gli stati emotivi negli
animali.
Avvicinamento e allontanamento → può aiutare a comprende la valenza emotiva che
l’animale attribuisce alla situazione.
Freezing, attacco, esplorazione e utilizzo di oggetti → tutti comportamenti che aiutano a
comprendere le emozioni sperimentate dagli animali (forniscono informazioni indirette).
Espressioni facciali → diverse specie di animali sono in grado di mettere in atto espressioni
facciali simili a quelle umane (i volti rappresentano una grande fonte d’info per l’attrazione
sociale e l’interpretazione dello stato emotivo).
• Test comportamentali → valutazione delle risposte incondizionate, come l’esplorazione di
labirinti ecc.
Il riconoscimento delle emozioni facciali nei primati non umani
Tra le varie specie, le pecore sembrano avere un’abilità specializzata nell’identificazione dei volti
rispetto agli altri primati non umani e forniscono quindi un’importante modello animale per lo studio
per lo studio delle basi neurali del processamento del volto. Sia le scimmie che le pecore mostrano

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preferenze per i volti familiari di conspecifici. Pecore femmine, mostrano preferenza per volti di
individui maschi, a prescindere dalla familiarità.
Quindi, specie con sistemi oro-facciali altamente sviluppati (come primati e scimmie) possiedono
un ampio repertorio di manifestazioni facciali emotive. Attraverso diverse ricerche, è stato
dimostrato che nei primati le espressioni facciali, come negli umani, non si limitano a
manifestazioni discrete di una determinata emozione, ma permettono la classificazione
dell’emozione espressa.
È stato quindi proposto un modello esplicativo, su base quantitativa, che consente di definire
alcuni parametri distintivi per l’identificazione di pattern emotivi negli animali. Grazie al modello si
riesce a dedurre lo specifico pattern emotivo presente.
Foto schema p.198

Raccontare e “vedere” le emozioni negli animali


credenze circa la mente animale → come si sviluppano negli esseri umani le credenze circa le
competenze emotive e le rappresentazioni mentali di alcune specie animali.
Alcuni studi hanno dimostrato che le femmine presentano livelli più alti di credenza rispetto ai
maschi (correlazione tra genere e credenza) altri studi hanno individuato una correlazione positiva
tra credenza e età dei soggetti.
Raccontare e vedere le emozioni negli uomini: gli animali riconoscono le emozioni eterospecifiche?
La percezione delle emozioni attraverso l’integrazione cross-modale permette un riconoscimento
più veloce, preciso e affidabile.
I cani, infatti, utilizzato l’integrazione cross-modale sono in grado di riconoscere e discriminare tra
emozioni positive e negative sia per la specie umana sia per la propria (associano espressione
facciale con vocalizzazione corrispondente).
Gli umanoidi provano emozioni?
Recentemente si è indagata la “vita” emotiva nella robotica (umanoidi e dispositivi robotici).
Interesse nato quando il paradigma classico cognitivista è stato rimpiazzato dal paradigma
“embodied”.
Incarnazione organismica → ha come obbiettivo evidenziare l’esistenza di legami forti tra
cognizione artificiale e regolazione emotiva così come avviene con la cognizione in contesti
naturali.
L’incarnazione organismica ha portato a un approccio specifico di intelligenza artificiale. Agenti
completi → sistemi in grado di interagire con il proprio ambiente, esplorandone sperimentalmente
il comportamento il comportamento attraverso le loro specifiche interazioni con i contesti di vita
reale e con gli altri agenti.

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Tale approccio poggia sull’idea che di un modello che possa spiegare in modo semplificato
fenomeni complessi in termini di meccanismi appunto semplici che producono complessità
attraverso le proprie interazioni di grado superiore.
Esempi di robot antropomorfi creati per la gestione di dinamiche interattive con gli esseri umani:
Iromec → pensato per la mediazione delle relazioni sociali in contesti differenti (scolastici e
d’apprendimento). Non ha forma umana ma è una piattaforma rettangolare sorretta da ruote che
gli permettono il movimento. Presenta però un volto espressivo stilizzato che permette l’interazione
sociale. Viene utilizzato dagli insegnanti e dai terapisti per giochi sociali.
Paro → riproduce la sagoma di una foca. È in grado di rispondere con dei versi vocali quando
viene chiamato e si può interagire con lui anche in maniera tattile, per le sue piccole dimensioni.
Anche questo come Iromec viene usato in contesti terapeutici.
Kaspar → ha l’aspetto di un bambino piccolo (è antropomorfo) capace di muovere il copro, gli
occhi e la bocca. Può esprimere emozioni differenti, utile nel potenziamento delle competenze
sociali e interazionali e nel riconoscimento emotivo dei bambini. Utile nell’interazione uomo-robot.
Geminoidi → riproducono sagome umane con volto altamente realistico in grado di riprodurre
movimenti espressivi degli esseri umani e di interagire verbalmente.
La dimensione relazionale: verso la coevoluzione uomo-robot?
La teoria classica delle emozioni è stata recentemente sottoposta a numerose valutazioni, a
questa infatti si propone una teoria alternativa che considera i fenomeni emotivi come processi
intersoggettivi, arrivando a definire le emozioni come dei meccanismi di coordinamento evolutivo.
In questo senso, l’espressione emotiva viene vista come un processo di coordinamento
intersoggettivo dinamico e continuo, in cui gli inter-agenti determinano in maniera reciproca sia
le proprie azioni che le proprie disposizioni all’azione.
Le emozioni e l’empatia non vengono quindi viste come produzioni individuali, ma come creazioni
condivise da molti, facenti parte di un corpo sociale. Esempio: meccanismi di mirroring → i
meccanismi “speculari” vengono attivati nel contesto delle interazioni interindividuali e
generalmente producono una co-attivazione neuronale tra l’agente, che esprime un’emozione, e
l’interagente, che osserva l’espressione di quello stato emotivo. Co-attivazione → risposta
neuronale identica nell’osservatore a quella che supporta l’azione espressiva dell’agente.
In aggiunta, da questa prospettiva la mente viene considerata come “estesa”, cioè come il luogo in
cui avvengono i processi cognitivi che NON rimangono confinati dentro la testa o nello spazio del
singolo organismo (come suggerito dalle scienze cognitive classiche) ma si estendono (i confini
della mente incarnata, quindi estesa) oltre il copro e comprendono aspetti dell’ambiente inclusi gli
altri agenti, necessari per la realizzazione dei vari processi cognitivi.
Mente incarnata chiamata “enaction” → non localizza staticamente la mente nel cervello, ma la
estende nello spazio interindividuale.
Tutto questo nei robot…

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Questa concezione supporta l’idea che i robot non mostrino un’emozione “reale” o “vera” e non
“Ingannino” ma piuttosto siano un tutt’uno con il loro partner d’interazione nel giudicare le
emozioni: si passa quindi all’approccio secondo cui creare “emozioni robotiche” ed “empatia
robotica” significa dotare i robot di meccanismi di “coordinamento affettivo” uomo-robot.
N.B. L’obiettivo diviene dunque lavorare per la creazione di emozioni ed empatia artificiali non
come processi fisiologici o computazionali interni e individuali che possono essere espressi
esternamente, ma come trasformazioni multiple correlate e sintonizzate che coordinano le
rispettive disposizioni all’azione degli agenti robotici e umani coinvolti.
Comunicare le proprie emozioni ai robot
Robot socialmente interattivi → sono stati usati in aree differenti (militare, dei servizi, assistenza
sanitaria, industria...). comune a tutte queste aree è la necessità di creare sistemi di
comunicazione funzionale tra umani e robot.
Il dominio della comunicazione non verbale mediata dal tatto risulta essere fondamentale nella
comunicazione e per la regolazione die legami affettivi, come dimostrano diverse ricerche. Viene
quindi considerata come mezzo importante per l’interazione significativa tra umani e robot.
I droni hanno emozioni e personalità?
I droni volanti possono essere considerati come robot volanti, la differenza consiste nel fatto che
non hanno forme umane, ed essendo in aria stanno a grande distanza dagli utenti.
L’aggiunta di uno stato emotivo al drone potrebbe essere data sulla base delle sue possibili
reazioni ai comandi dell’utente: spaventato quando gli viene ordinato di volare oltre la gamma di
controllo dell’utente, confuso quando non capisce un comando, stanco quando la batteria è
scarica, e così via.

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