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Vipaśyanā

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Vipaśyanā (sanscrito, s.f.; in pāli: Vipassanā; in cinese: 觀 guān; giapponese: kan; coreano: 관 kwan; vietnamita: quan; tibetano:
ག་མཐོང, lhag mthong, lhak tong; è un termine che significa "vedere le cose in profondità, come realmente sono", ed è una
delle più antiche tecniche di meditazione dell'India.

Indice
Storia e insegnanti
La Vipassanā nel buddhismo Theravāda
La Vipaśyanā nel buddhismo Mahāyāna
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Storia e insegnanti
Fu insegnata più di 2500 anni fa come metodo universale per uscire dalla sofferenza e Buddha descrive questo metodo nel
Discorso sui fondamenti della consapevolezza (Satipatthana Sutta). L'esercizio meditativo con vipassana permette di liberarsi
dall'abitudine a reagire (fonte di ogni infelicità) e, attuando una profonda auto-trasformazione, permette di affrontare le
vicissitudini della vita in modo più equilibrato".[1] Vipassana è tradotta con meditazione di visione penetrativa o di visione
profonda (in inglese insight meditation). Tra gli insegnanti di meditazione vipassanā: Mahasi Sayadaw (1904-1982), monaco, U
Ba Khin (1899-1971), laico, e S.N. Goenka (1924-2013), laico, allievo di U Ba Khin.

La Vipassanā nel buddhismo Theravāda


Vipassana si traduce con meditazione di visione penetrativa o di visione profonda (in inglese insight meditation). Mentre la
meditazione śamatha è finalizzata al raggiungimento di stati di assorbimento con livelli sempre più alti di concentrazione e di
quiete,[2] la meditazione vipassanā è finalizzata a sviluppare consapevolezza della realtà attraverso la percezione continuativa
degli stimoli sensoriali e mentali, per fare esperienza della loro natura, che è transitoria, come è transitorio e impermanente tutto
ciò che esiste.

La tecnica della meditazione vipassanā è insegnata dal Tathagatha Shakyamuni nel Discorso sui fondamenti della presenza
mentale (Satipatthanasutta), e prevede i seguenti momenti:

Contemplazione del corpo


Consapevolezza del respiro
Consapevolezza delle posizioni del corpo
Consapevolezza delle azioni del corpo
Consapevolezza delle parti del corpo
Consapevolezza degli elementi
Nove contemplazioni del cimitero (spesso sostituita in seguito dalla meditazione sull'impermanenza[3])

Contemplazione delle sensazioni

Contemplazione della mente

Contemplazione degli oggetti mentali

In riferimento ai cinque ostacoli (desiderio sessuale, malizia, indolenza, ansia e dubbio)


In riferimento ai cinque aggregati dell'appropriazione (aggregato della materia, delle sensazioni, delle
formazioni mentali, delle forze istintive e della coscienza)
In riferimento alle sei basi interne e alle sei basi esterne dei sensi (occhi, orecchie, naso, lingua, corpo e
mente, e le realtà esterne corrispondenti)
In riferimento ai sette fattori del risveglio (presenza mentale, investigazione dei fenomeni, risveglio
dell'energia, gioia, serenità, concentrazione ed equanimità).

La consapevolezza di sé e del proprio corpo non dev'essere limitata al momento della giornata riservato alla pratica. In qualunque
momento della sua giornata, colui che pratica questa forma di meditazione deve sforzarsi di essere consapevole di quel che sta
facendo, delle sensazioni che prova e della propria attività mentale. Questa forma di meditazione si è rivelata più adatta della
meditazione samatha per la diffusione presso i laici, perché non ha bisogno della quiete di un monastero né di tempi di pratica
particolarmente intensi per raggiungere risultati soddisfacenti. Per queste sue caratteristiche, ha raggiunto una apprezzabile
diffusione anche in Occidente.

Tra coloro che hanno diffuso la tecnica della meditazione vipassanā, occorre ricordare il monaco Mahasi Sayadaw (1904-1982)
ed il laico U Ba Khin (1899-1971), entrambi birmani.

S. N. Goenka (1924-2013), allievo di U Ba khin, ha diffuso ulteriormente in Europa e in America questa tecnica attraverso corsi
tipicamente di 10 giorni.

La Vipaśyanā nel buddhismo Mahāyāna

Note
1. ^ La meditazione vipassana - Un'arte di vivere, Artestampa, p. 209.
2. ^ Meditazione Vipassana: cosa è - Meditazione Vipassana, su meditazionevipassana.it, 26 settembre 2016. URL
consultato il 26 settembre 2016.
3. ^ un tempo i monaci si recavano nei cimiteri indiani a osservare i cadaveri in attesa di cremazione, per
comprendere l'impermanenza, come fece il Buddha quando vide un morto per strada prima della sua
illuminazione

Bibliografia
Dhiravamsa, La via del non attaccamento. La pratica della meditazione vipassana, Astrolabio Ubaldini, 1980
Goenka S.N., Vipassana è per tutti, Artestampa, 2013
Hart W., La meditazione vipassana come insegnata da S.N.Goenka - Un'arte di vivere, Artestampa, 2011
Sole Leris A., Quiete e visione profonda, Artestampa, 2015

Voci correlate
Mindfulness
Sati

Altri progetti
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Collegamenti esterni

(EN) Vipaśyanā, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.


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