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1 Caratteristiche
2 Le principali pratiche
2.1 Asana
2.2 Pranayama
2.3 Meditazione
3 Collegamenti esterni
Caratteristiche
Lo Hatha Yoga insegna a dominare l'energia cosmica presente nell'uomo, manifesta come respiro, e
quindi a conseguire un sicuro controllo della cosa più instabile e mobile che si possa immaginare,
ossia la mente sempre irrequieta, sempre pronta a distrarsi e divagare.
In tal maniera lo yoga, influendo insieme sulla vita psichica e su quella fisica dell'individuo, che del
resto pensa strettamente congiunte, si propone di compiere una revulsione immediata dal piano
dell'esperienza quotidiana, umana e terrena e di attuare con grande prontezza il possesso della più
alta beatitudine. Ecco perché lo Hatha Yoga è anche chiamato "la via celere".
Chi ne segue le regole non è più un uomo comune ma diventa un Siddha, cioè un uomo perfetto. Uno
dei segni ch'egli è un uomo perfetto è appunto lo straordinario dominio sugli elementi, quale si
mostra con la pratica del tummò, in virtù della quale l'asceta prova di poter cambiare per suo volere
le condizioni stesse della vita.
Le principali pratiche
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Questa breve descrizione della fisiologia indiana è utile per
comprendere il significato delle principali tecniche "esteriori"
dello Yoga.
Asana
Meditazione
La meditazione è il settimo degli otto passi descritti dal saggio Patanjali per raggiungere l'unione con
Dio. La meditazione è il passo immediatamente precedente al Samadhi, ovvero l'unione del
meditante con l'oggetto meditato, l'unione dell'anima individuale con l'Anima universale. La pratica
seduta è uguale alla vita quotidiana: ciò che viene fuori mentre siamo seduti è il pensiero cui
vogliamo aggrapparci, la nostra caratteristica principale; poco alla volta le idealizzazioni, le
proiezioni, le paure, le incrostazioni si dissolvono più esse si dissolvono più diventiamo disposti ad
osservare in maggiore profondità, la respirazione addominale profonda e silenziosa si radica.
Meditare è essere totalmente presenti a ciò che accade. Meditare non è un isolamento sensoriale,
piuttosto una apertura priva di centro, all'interno della quale il mondo scorre, si manifesta e si
riassorbe con creatività spontanea.
Definirla esperienza è eccessivo, perché in quel momento non c'è più il centro, non c'è più lo
sperimentatore, c'è soltanto l'espressione dell'espansione in un rapporto dinamico con il fluire delle
cose. Quando pratichiamo la seduta con piacere, possiamo cominciare ad esplorare l'espansione e ci
familiarizziamo col passaggio da uno stato di tranquillità a uno stato di contrazione e chiusura.
L'insegnamento della seduta è proprio l'alternanza di questi due stati che appaiono opposti. Un
giorno perdiamo di vista alti e bassi, dilatazione e contrazione e facciamo esperienza della continuità,
come fossimo un'onda dell'oceano che dal suo punto più basso trae la forza per risalire. Assaporato il
piacere dell'onda, emerge la sensazione più profonda di essere acqua e, dimenticando la dualità di
alto-basso, contrazione-rilassamento, noi siamo infine fluidità. In questo modo comprendiamo
all'improvviso che noi siamo ciò che cerchiamo: la via ha raggiunto la semplicità: nella seduta si
sgretolano tutti i sogni spirituali e le proiezioni. Cessiamo finalmente di attenderci qualunque cosa
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dalla pratica: ci resta solamente la vita così come è.
Collegamenti esterni
Lista di Asana (http://www.yogajournal.com/poses/)
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