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Edizione 2016
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CONTENTS
Glossario p.275
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PARTE I: RICERCA DEL KRIYA YOGA ORIGINALE
CAPITOLO 1
DECISIONE DI DEDICARMI ALLA PRATICA DEL PRANAYAMA
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Doveva riferirsi a qualche intensa esperienza che lasciasse un duraturo
segno psicologico. Il Pranayama era un qualcosa che dovevo imparare e
praticare il pi presto possibile. Ma l'amico non si decideva a prestarmi il
libro.
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Cominciai a provare le principali Asana in un angolo della palestra della
scuola, durante le lezioni di Educazione Fisica. Non ero portato per
l'attivit sportiva, anche se avevo un buon fisico plasmato da lunghe
camminate. Inoltre, il fatto di poter fare qualcosa di significativo senza i
rischi inerenti ai comuni sport mi attirava.
"Distenditi nella posizione supina, le braccia poste lungo i lati del corpo e
una benda per coprire gli occhi. Dopo due o tre minuti di quiete, ripeti
mentalmente ''Sono rilassato, sono calmo, non penso a niente.'' Quindi,
per entrare nello stato di vuoto mentale, visualizza i tuoi pensieri, inclusi
quelli con qualit astratte, e spingili via uno alla volta, come se una mano
interna li trasportasse dolcemente dal centro dello schermo mentale verso
la periferia. Tutti i pensieri, senza eccezioni, devono essere messi da parte;
anche lo stesso pensiero di star praticando una tecnica. Non ti devi mai
innervosire quando sopraggiungono nuovi pensieri. Visualizzali come
oggetti e spostali in parte. In tal modo impedirai che altri pensieri si
sviluppino, a loro volta.
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pace e impara a riposare in tale luogo. L'abilit di allontanare
continuamente ogni pensiero che bussa alla porta della tua attenzione
diventer quasi automatica.
Nella mia esperienza, invece dei 40 minuti promessi dal libro, lo stato
finale di riposo non dur mai pi di 20 minuti e l'esercizio complessivo non
pi di 25-30 minuti. La tecnica termina sempre in un modo particolare: lo
stato di profonda calma viene interrotto dal pensiero che l'esercizio vero e
proprio dove ancora incominciare; al che il corpo reagiva con un sussulto e
il cuore cominciava a battere veloce. Dopo pochi secondi sopraggiunge la
certezza che l'esercizio invece stato portato a termine, perfettamente.
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frequentemente, ben presto le imparai a memoria. Richiamandole in mente
mentre contemplavo il paesaggio collinare che circondava il paese in cui
abitavo, riuscivo a intensificare le mie emozioni.
Gli anni del liceo stavano volgendo alla fine quando sviluppai una passione
per la musica classica e Beethoven divenne il mio idolo. A dispetto della
tragedia della sordit che lo colp nel pieno della stagione creativa, reag
nel modo pi dignitoso e port avanti la creazione delle opere che sentiva
gi presenti nel suo cuore. Il Testamento di Heiligenstadt, dove egli rivela
le sue condizioni di salute e afferma con pacifica totale determinazione la
sua scelta, ne fece ai miei occhi un eroe e un santo.
Egli scrisse ad un amico: "Non possiedo un solo amico; devo vivere
solo. Ma so che Dio pi vicino a me che ad altri artisti; mi avvicino a Lui
senza paura; l'ho sempre conosciuto e compreso e non temo per la mia
musica nessun destino avverso la pu toccare. Chi la comprende sar
liberato da essa da tutte le miserie che gli altri si trascinano dietro.'' Come
potevano queste parole non toccarmi? Egli trasse dalle profondit del suo
essere una musica incomparabile che offr allumanit. Il trionfo di questa
fragile creatura umana su una sorte stupida e insensata ebbe un tremendo
impatto su di me. Il rito quotidiano di ritirarmi nella mia stanza per
ascoltare quella musica rafforz la mia consacrazione all'Ideale.
Ogni giorno per tutto il periodo di 3 mesi alla fine del liceo, quando
vissi una storia sentimentale la cui realizzazione pareva impossibile,
ascoltavo ogni giorno la Missa Solemnis di Beethoven. Pi la mia emotivit
imprudente mi spingeva a fare dei passi che si rivelarono distruttivi per la
mia relazione sentimentale e pi il mio cuore disperato trovava rifugio
nell'ascolto di tale capolavoro. Durante le passeggiate in campagna,
sedendo su un'altura contemplando un lontano paesaggio che si beava del
tiepido caldo delle sere d'estate, quella musica riprendeva a suonare dalle
regioni della mia memoria. Quello che il mio cuore bramava stava davanti
a me, perfetto e non toccato da paure e sensi di colpa. Quella fu la mia
prima esperienza spirituale.
Studi Universitari
All'Universit scelsi Matematica. Frequentando i primi corsi, compresi che
un felice capitolo della mia vita era concluso e non ci sarebbe stato tempo
per distrazioni come il godermi i capolavori della letteratura classica. Tutta
l'attenzione era focalizzata sul trovare un efficace metodo di studio e modo
per evitare di sprecare le mie energie. Questo significava anche pensare in
un modo disciplinato sia durante lo studio che durante i momenti liberi. Per
questo scopo decisi di usare la dinamica della tecnica illustrata prima del
porre a riposo la mente.
Una cattiva abitudine da combattere era la tendenza a fantasticare e
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saltare da un frammento di ricordo ad un altro onde estrarre momenti di
piacere. Mi ero creato la ferma convinzione che quando il pensiero diventa
un vizio incontrollabile per molte persone esso costituisce una vera e
propria dipendenza esso non costituisce solo uno spreco di energia ma
la causa principale di molti fallimenti nella nostra vita. Il turbinio del
processo del pensiero, accompagnato da alternanti stati d'animo e forti
emozioni, crea talvolta delle paure irragionevoli che ostacolano
quell'azione decisiva che la vita richiede. A volte invece nutre una
ottimistica immaginazione che sfortunatamente spinge la persona a
sciagurate imprese.
Mi convinsi che un pensiero disciplinato era la cosa pi preziosa che
potessi sviluppare, la quale avrebbe aperto le porte verso fruttuosi
raggiungimenti. La decisione mi riemp di un entusiasmo.
Ma dopo aver respirato per alcune ore una limpida, scintillante, celestiale
pace mentale, incontrai una significativa resistenza. Nello specchio della
mia introspezione vidi come altre abitudini andavano a sprecare la mia
energia mentale. Una di queste, avvolta e resa dignitosa in modo
inattaccabile dall'idea della socializzazione, era quella di lasciarmi andare a
logoranti discussioni con gli amici. Di punto in bianco cambiai
atteggiamento nei loro confronti. Di sicuro, il mio non fu un sacrificio
particolarmente difficile il loro non era il mio mondo.
Un giorno mentre facevo due passi nel pomeriggio, li vidi da
lontano seduti pigramente a parlare nel solito bar. Provai un tuffo al cuore.
Erano i miei amici e gli volevo bene, eppure a vederli insieme, mi parvero
come polli recintati in uno spazio ristretto. Impietosamente, supposi che
fossero totalmente governati dai loro istinti: mangiare, riprodursi, lasciarsi
andare durante le feste. Qualunque tragedia fosse successa al loro
compagno, non li riguardava, essi avrebbero continuato a sorseggiare il
piacere quotidiano di perder tempo fin quando la disgrazia non sarebbe
toccata a loro. Fu un'esperienza amara, angosciosa.
In quel momento ripresi la mia risoluzione di concentrarmi sui miei
studi e il fatto di superare gli esami divenne il mio unico obiettivo. Quel
periodo era per me come scendere in una notte gelida; sapevo che per poter
forgiare il mio futuro dovevo accettare quel pesante sacrificio. Per vedere
l'alba di un giorno di pura gioia, avrei dovuto sopportare
momentaneamente una oscura vacuit: avrei dovuto assaporarla senza un
lamento, resistendo alla tentazione di accendere luci inutili quale
momentaneo conforto.
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come un'invocazione a ritrovare la luminosa dimensione dove avevo
vissuto durante gli anni del liceo:
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Quindi Mahler aggiungeva dei versi suoi che terminavano con:
Mit Flgeln, die ich mir errungen, Con le ali che mi sono conquistato,
In heiem Liebesstreben, in uno slancio caldo d'amore,
Werd'ich entschweben voler in alto
Zum Licht, zu dem kein Aug'gedrungen! Verso la luce che nessuno mai penetr!
Sterben werd'ich, um zu leben! Morir per vivere!
Aufersteh'n, ja aufersteh'n Risorgerai, s risorgerai
wirst du, mein Herz, in einem Nu! mio cuore in un attimo!
Was du geschlagen Tutto ci che ti sei conquistato,
zu Gott wird es dich tragen! a Dio ti porter!
Sarei stato capace, ora o durante qualsivoglia giorno prima della sterile
vecchiaia, di morire a me stesso ovvero di morire al mio piccolo s, al
mio Ego? Era possibile attraversare la cortina nebbiosa dei pensieri,
emozioni superficiali, sensazioni ed istinti ed emergere in quella Pura
Dimensione che avevo bramato da anni e che sentivo come il mio Bene
Supremo?
Non v'era dubbio che avrei perfezionato fino all'estremo la disciplina
che mi ero imposto, ma per nessuna ragione ero disposto a passare tutta la
vita a guardare il muro della mia mente posta in silenzio attendendo che
qualcosa accadesse. "Voglio afferrare il destino per la gola", disse
Beethoven: similmente ero pronto ad agire in modo forte e decisivo.
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lo usa. La pratica scorretta crea una sollecitazione impropria nei polmoni e
nel diaframma. Il sistema respiratorio ne soffre e il sistema nervoso
colpito negativamente. Le stesse fondamenta della salute fisica e mentale
verranno scosse da un pratica erronea del Pranayama".
Primi risultati
Durante il giorno, sentivo che la percezione delle cose era cambiata. I miei
occhi cercavano i colori pi intensi, affascinato da essi come se mi
potessero rivelare la realt che si trovava al di sotto e al di l della realt
materiale. Talvolta nei primi giorni di sole dopo l'inverno, quando i cieli
erano cristallini, blu come non lo erano mai stati, praticai spesso all'aria
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I due esercizi sono ben descritti in molti libri di Hatha Yoga. Nella appendice 4
(terza parte del libro) troverete una descrizione del Nadi Sodhana.
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aperta contemplando ci che mi circondava. In una fossa piena di cespugli
ricoperti di edera, il sole riversava la sua luce su alcuni fiori che alcune
settimane prima erano sbocciati durante i freddi giorni invernali ed ora,
incuranti dei giorni pi miti, prolungavano la bellezza del loro esistere. Ero
profondamente ispirato. Chiudevo gli occhi e mi affidavo ad uninterna
radiosit accompagnata da sensazione di pressione a livello del cuore.
A quell'epoca, la mia vita interiore era ancora assorbita da due interessi che
percepivo come dimensioni che nulla avevano a comune. Da lato c'era
l'interesse verso le materie esoteriche, il quale aveva guidato la mia ricerca
verso la disciplina dello Yoga, che percepivo essere un mezzo efficace nel
purificare e controllante la mente. Dall'altro lato c'era l'aspirazione verso il
mondo ideale della Bellezza che cercavo di evocare attraverso lo studio di
opere letterarie e ascoltando alcuni brani di musica classica. Non avrei mai
potuto immaginare che la prima dimensione potesse condurmi verso la
seconda! Era ragionevole sperare che il Pranayama potesse darmi una base
permanente di chiarezza mentale, aiutandomi a non guastare con un
guazzabuglio di pensieri il fragile miracolo dell'incontro con la Bellezza,
ma non avrei mai potuto immaginare che il Pranayama avesse il potere di
amplificare l'esperienza del Sublime o persino di farla sorgere dal nulla!
Spesso ripetevo entro di me (e talvolta non riuscivo a trattenermi dal citarlo
agli amici) un brano della Bhagavad Gita:
"Cos (lo yogi) conosce l'eterna gioia, quella che al di l del confine dei
sensi e che la ragione non pu afferrare. Abita in questa realt e non si
allontana da essa. Ha trovato il tesoro dei tesori. Non c' nulla pi grande
di questo. Colui che lo ha raggiunto non sar toccato dal pi grande dei
dolori. Questo il vero significato dello Yoga una liberazione dal
contatto col dolore e con la disperazione."
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e illuminazione.
Scrutando l'orizzonte, ecco apparire tra gli alberi un gruppo di case
che circondavano un campanile. Solo quella specie di "luce" riusciva a
creare una sovrumana pace nel mio essere creando la certezza che la
ineffabile "Causa Prima" di tutte le cose non poteva trovarsi nei libri e
nemmeno nei ragionamenti ma solo nel regno della Bellezza.
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l'esperienza potesse accadere senza ostacoli e di proseguire la lettura. I
minuti trascorrevano, ma non fui capace di leggere una sola riga in pi; la
mia inquietudine si trasform in ansia. Poi divenne paura, una paura
intensa di qualche cosa di ignoto che minacciava la mia esistenza. Non
avevo mai provato qualcosa di simile. In momenti di pericolo, mi era
capitato di restare come paralizzato, incapace di pensare. Invece ora i miei
pensieri si muovevano freneticamente prefigurando i pi terribili esiti:
perdita dell'equilibrio psicologo, incontro con un'entit malvagia, forse
anche la morte.
Sentii l'urgenza di fare qualcosa, anche se non sapevo cosa. Assunsi
la posizione di meditazione ed attesi. L'angoscia cresceva. Una parte di me,
forse la totalit di quell'entit che io chiamo "me stesso", pareva vicina al
punto di scomparire del tutto. I peggiori pensieri, minacciosi, erano sospesi
sopra di me senza una chiara ragione.
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un sentimento di disperazione, invidiando quelle persone che non avevano
mai praticato lo Yoga. Tutto ad un tratto provai un senso di colpa e di
vergogna per le parole aspre che avevo rivolto ad un amico il quale aveva
un tempo preso parte alla mia ricerca. Come tanti altri, aveva poi
abbandonato ogni pratica, le consuete letture spirituali e aveva invece preso
la decisione di godersi la vita. Dotato di una giovanile baldanza, gli avevo
indirizzato parole per nulla affettuose, e queste mi rintronavano ora in testa.
Provavo dolore per aver manifestato una crudelt ingiustificata nei suoi
confronti senza sapere che cosa realmente vi fosse nella sua mente e nella
sua anima. Avrei voluto dirgli quanto mi spiaceva di aver violato
brutalmente il suo diritto a vivere come meglio credeva. Forse aveva
cercato di proteggere la sua salute mentale piuttosto che alienarsi dalla
realt e perdere la ragione a causa di pratiche di cui non si sentiva sicuro.
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seguisse il suo corso, anche se ci implicasse la perdita del mio equilibrio
psicofisico. Ripresi la pratica del Pranayama, intensamente come prima.
Alcuni giorni passarono e non percepii alcuna forma di paura. Poi ebbi
esperienza di qualcosa di molto bello.
Era notte. Ero disteso supino e mi rilassavo nella posizione del "cadavere",
quando percepii una piacevole sensazione, come se un vento elettrico
stesse soffiando sulla parte esterna del corpo, propagandosi rapidamente,
con un moto a onde, dai piedi alla testa. Il corpo era cos stanco che non
riuscii a muovermi anche se la mia mente aveva impartito lordine di
sollevarmi in posizione meditativa. Ero intimamente sereno. Non avevo
paura. Allora il vento elettrico fu sostituito da unaltra sensazione,
comparabile ad unenorme forza che entrava nella spina dorsale e
rapidamente saliva al cervello. L'esperienza era caratterizzata da un
indescrivibile e fino allora ignoto senso di beatitudine. Il tutto era
accompagnato dalla percezione di unintensa luminosit. Posso condensare
tutto ci che riesco a ricordare con unespressione, "una certezza chiara ed
euforica di esistere come oceano illimitato di consapevolezza e
beatitudine!". La cosa strana che quando l'esperienza si verific, la trovai
familiare.
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Nota 1: riflessione sulla esperienza sopra descritta
I primi barlumi della realt spirituale possono manifestarsi come una serie
di onde di beatitudine che salgono attraverso la spina dorsale ed entrano nel
cervello. Questa esperienza di solito dura da pochi istanti ad un paio di
minuti. Qualche volta come avere un vulcano che erutta internamente, un
"razzo'' sparato in su attraverso la spina dorsale! Alte volte, pu apparire
come una beatitudine intensa nella regione del torace improvvisamente
sei in una gioia immensa e ti risvegli con lacrime negli occhi. Questa
esperienza pu essere annunciata da un vento elettrico sulla superficie del
corpo, propagandosi da piedi alla testa.
Raramente questa esperienza dura pi di alcuni secondi. In
quell'occasione, il punto nel centro del Kutastha si espande in un tunnel.
La consapevolezza viene trascinata in alto. come bruciare di gioia senza
fine per alcuni secondi uno riempito di euforia da questo breve ma
indimenticabile tuffo nell'Eternit.
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forse troppa grandiosit, ponendo troppa enfasi su di essa, intravvedendo
delle implicazioni che essa non possiede. Ricordo un articolo su una rivista
specializzata in cui la signora che ebbe questa esperienza attribu l'evento
ad un individuo immaginario che le avrebbe rivelato ogni intimo dettaglio
di tale esperienza. Si capisce che la persona stessa a scrivere in quanto
altamente improbabile che un'altra persona le abbia comunicato tale
profusione di dettagli dell'evento. Il presunto atto di umilt era per
annientato dal titolo che la scrittrice aveva dato al suo articolo: ''Precursori
di una nuova razza.'' Essa diede l'impressione di non aver compreso
l'insegnamento contenuto nell'esperienza. Come lei la descriveva, il
risveglio di Kundalini era avvenuto nel suo corpo come un privilegio
ottenuto tramite un intervento divino. Sappiamo che non affatto un
privilegio. un evento naturale.
Per quanto riguarda Asana (posizione del corpo) Patanjali spiega che deve
essere stabile e comoda. Non v' cenno ad esercizi preliminari di
concentrazione e meditazione dopo Asana, prima del Pranayama.
I due concetti interessanti di Patanjali sono Pranayama e
Pratyahara. Essi si riferiscono alla regolazione del Prana ottenuta tramite
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ripetizione di particolari schemi di respirazione e al processo di
interiorizzazione della nostra consapevolezza che viene scollegata dalla
realt esteriore.
Dharana, Dhyana e Samadhi saranno discussi nel capitolo 3.
"Il Kumbhaka agisce sul flusso delle correnti praniche in un modo molto
marcato e decisivo e rende uno Yogi capace di ottenere il controllo su
queste correnti. [...] Non solo questo Kumbhaka l'elemento essenziale
del vero Pranayama ma anche la fonte di pericolo nella pratica del
Pranayama. Il momento in cui uno incomincia a trattenere il respiro,
specialmente, dopo l'inspirazione, in qualsiasi modo anormale il pericolo
comincia e uno non pu mai sapere a cosa condurr [...] Kumbhaka apre le
porte di esperienze e poteri inaspettati. Se affrontato senza la
preparazione e guida necessaria sicuro che condurr al disastro."
Per quanto riguarda la Bhagavad Gita fui sorpreso nel trovarci una
bellissima definizione di Pranayama e Meditazione messi vicini l'un l'altro
in modo assai naturale. Sul Pranayama Patanjali rimaneva misterioso. Lui
lo defin come una regolazione del Prana ripetendo particolari schemi di
respirazione. Ma quali erano questi modelli? La Bhagavad Gita chiar
questo punto in modo molto chiaro: ''Offrendo il respiro inalante nel
respiro esalante, e il respiro esalante nel respiro inalante, lo yogi
neutralizza entrambi questi respiri; egli libera cos l'energia dal cuore e la
porta sotto controllo." Fui guidato dalle note in calce per interpretare tale
spiegazione nel modo seguente: "Invitando il Prana (che fa parte del
respiro che entra) a fluire nella regione di Apana (che fa parte del respiro
che esce) e viceversa, lo yogi neutralizza ambo questi respiri...." Le note
dicevano che il nucleo del Pranayama era sperimentare il Prana che saliva
dalla base della spina dorsale su fino alla regione del torace durante
l'inspirazione e la corrente Apana che scendeva dalla regione del torace
fino alla base della spina dorsale durante l'espirazione. Tutto questo era
possibile aggiungendo una specifica visualizzazione che conduceva alla
reale esperienza, durante il Pranayama, di una fresca corrente che sale e di
una tiepida corrente che scende. Come era spiegato nella Bhagavad Gita,
questo avrebbe portato gradatamente allo stato di Kevala Kumbhaka
ovvero alla completa estinzione del respiro. La mia pratica fu
profondamente influenzata da questo chiarimento. Il significato di
"Meditazione" ora divenne chiaro: gioire dello stato che appariva dopo la
pratica del Pranayama con un cuore puro, sempre volto verso la Bellezza
interiore che andava rivelandosi.
Patanjali scrisse che il dovere di uno yogi di concentrarsi su un
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oggetto fisico o astratto. Questo era lo stato di Dharana. Una cosa del tutto
innaturale! Secondo Patanjali la Meditazione (Dhyana) scaturiva dal
contemplare la natura essenziale di un oggetto scelto, come un flusso
costante di coscienza. Il Samadhi sarebbe venuto prolungando questo
stato. Praticare in tale modo mi sembra orribile.
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CAPITOLO 2
DAL PRANAYAMA CLASSICO AL KRIYA YOGA
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avevano dato risultati cos belli, era chiaro che un sistema fatto di diversi
livelli crescenti in difficolt li avrebbe ingigantiti! La mia immaginazione
era scatenata e il mio fervore cresceva.
Continuai a leggere i libri di P.Y. Ero stupito dalla sua personalit, dotata
dincomparabile potere di volont e spirito pratico. Non riusciva ad
emozionarmi quando parlava con un tono puramente devozionale, bens
quando assumeva un tono tecnico che mi permetteva di fantasticare sulla
bellezza del Kriya Yoga. Ci che riuscii a intuire fu che questa disciplina
consisteva in un modo di respirare lento e profondo, con la consapevolezza
focalizzata sulla spina dorsale. P.Y. poneva laccento sul valore evolutivo
del Pranayama. Spiegava che se noi paragoniamo la spina dorsale ad una
sostanza ferromagnetica, costituita, come insegna la Fisica, di magneti
elementari che si volgono verso la stessa direzione quando un campo
magnetico sovrapposto ad essi, allora l'azione del Pranayama analoga a
questo processo di magnetizzazione. Creando un orientamento uniforme di
tutte le parti "sottili" dellessenza fisica e astrale della nostra spina dorsale,
il Kriya Pranayama brucia i cosiddetti "cattivi semi" del nostro Karma. 3
Durante la procedura del Kriya, l'energia interiore veniva fatta
''ruotare'' attorno ai Chakra. Cosa significava? Qualunque cosa significasse
era troppo bello!
Il mio cruccio era decidere se dovevo, o no, partire per l'India dove
cercare un insegnante che potesse guidarmi. Che felice sarei stato se avessi
trovato un onesto insegnante che mi avesse introdotto a tale disciplina!
Siccome avevo in progetto di completare al pi presto possibile i miei studi
universitari, esclusi un viaggio immediato.
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In attesa di ricevere la prime lezioni, decisi di migliorare gli esercizi che
gi praticavo, usando i libri che potevo trovare. Ora sapevo cosa ricercare
non pi gli esercizi classici che riguardano la respirazione (Kapalabhati,
Bhastrika...) ma una forma di Pranayama in cui si visualizza l'energia che
ruota in qualche modo attorno ai Chakra. Se questo come affermava
P.Y. un processo universale, avevo una buona probabilit di rintracciarlo
in altre tradizioni.
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Con un senso di colpa vidi che avevo provocato solo amarezza. Realizzai
anche che per dare forza alla mie affermazioni, avevo utilizzato loro
vecchie confidenze e ammissioni.
Cominciai a frequentare una rivendita di libri usati; era molto ben fornita,
probabilmente perch una volta era stata la libreria di riferimento della
Societ Teosofica. Trascurai i testi che trattavano solo di temi filosofici,
mentre, estatico e senza badare al tempo, sfogliavo quelli che illustravano
con chiarezza degli esercizi pratici. Prima di acquistare un libro mi
assicuravo che accennasse alla possibilit di guidare l'energia lungo certi
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E ancora potevo ritenermi fortunato. Coloro che abitavano oltre la cortina di ferro
(la vicina Yugoslavia per esempio) non potevano ricevere tale materiale.
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canali sottili propri del corpo astrale, creando le condizioni per il risveglio
dell'energia Kundalini. Leggendo l'indice di un testo in tre volumi, che
presentava il pensiero magico della confraternita Rosacroce, fui attirato dal
titolo di un capitolo, ''Esercizio di respirazione per il risveglio di
Kundalini.'' Si trattava di una variante del Nadi Sodhana. Delle note
ammonivano che l'esercizio non doveva essere usato in modo esagerato,
perch rischiava di risvegliare Kundalini prematuramente. Ci doveva
essere evitato con tutti i mezzi. Di sicuro, questo non poteva essere il Kriya
di P.Y., perch, secondo alcuni indizi, esso non prevedeva di respirare
alternativamente attraverso le narici.
Continuai a frequentare la libreria. Il proprietario era molto gentile
con me ed io mi sentivo quasi obbligato, anche in considerazione del
prezzo conveniente dei libri, di seconda mano ma in condizioni perfette, di
comprarne almeno uno ad ogni visita. Spesso troppo spazio era destinato a
teorie che rifuggivano dai semplici concetti che trattavano della vita
pratica, cercando di descrivere quello che non visto, quello che non pu
essere sperimentato come i mondi astrali, i vari gusci sottili denergia che
avvolgono il nostro corpo fisico.
Un giorno, dopo una faticosa selezione, mi avvicinai al proprietario
tenendo in mano un libro di cui lui comprese che non ero soddisfatto.
Mentre lo riguardava decidendo il prezzo, si ricord di qualche cosa che
avrebbe potuto accendere il mio interesse. Mi condusse in un angolo
nascosto del suo negozio e minvit a frugare in un mucchio disordinato di
fogli contenuti in una scatola di cartone. Tra una quantit consistente di
materiale miscellaneo (serie complete della rivista teosofica, note sparse di
un vecchio corso di ipnosi ecc.) - trovai un libro, scritto in tedesco da un
certo K. Spiesberger che illustrava diverse tecniche esoteriche tra cui il
Respiro Kundalini. Non avevo allora abbastanza dimestichezza con la
lingua tedesca, ma riuscii ad intuire subito la straordinaria importanza di
quella tecnica; a casa, con l'aiuto di un dizionario, sarei riuscito
indubbiamente a decifrarla. 5 La descrizione di questa tecnica ancora mi
stupisce. Durante un respiro profondo, l'aria era immaginata fluire dentro
la colonna spinale. Inspirando l'aria saliva; espirando, scendeva. C'era
anche la descrizione di due particolari suoni che l'aria originava nella gola.
In un altro libro, in Inglese, cera una descrizione esaustiva del
Respiro Magico che consisteva nel visualizzare l'energia che si muoveva
intorno alla spina dorsale, non entro di essa. Tramite l'inspirazione,
5
Sorrido quando sento persone affermare di essere appassionate di Kriya, e tuttavia
non si danno da fare nello studiare importanti testi in inglese, avendo paura cos
dicono -- di interpretare male tale idioma! Sono convinto che il loro interesse
superficiale e piuttosto emotivo. Tale era il mio entusiasmo, che sarei stato in grado
di mettermi a studiare il Sanscrito o il Cinese, o qualsiasi altra lingua nella quale,
ahim, fossero stati compilati gli insegnamenti essenziali del Pranayama!
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l'energia saliva dietro la colonna spinale, fino al centro della testa;
espirando, scendeva lungo la parte frontale del corpo. Lasciai da parte
tutto l'altro materiale. Lespressione di soddisfazione con la quale mi
presentai al proprietario della libreria tenendo in mano i due libri, come se
avessi trovato un tesoro di valore inestimabile, mi cagion certamente un
aumento di prezzo. Ritornando a casa, non potevo non trattenermi dallo
sfogliare quelle pagine, molto curioso a riguardo di alcuni disegni grezzi
che illustravano altre tecniche basate sul movimento dellenergia interiore.
Lessi che il Respiro Magico era uno dei segreti pi preziosi di tutti i
tempi: se praticato costantemente, con forza di visualizzazione, avrebbe
costruito una specie di sostanza interna che avrebbe poi condotto alla
visione dell'occhio spirituale. Mi convinsi che tale tecnica doveva essere il
Kriya di Lahiri Mahasaya e lo incorporai nella mia routine quotidiana.
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considerassi il Kriya Yoga come un gioco per bambini e non avessi idea di
che cosa fosse la seriet. Visibilmente confuso balbettai qualcosa sulle
correnti, sul suono del respiro: non volle sentire pi nulla e mi port nel
suo studio. Mi disse con enfasi che il Kriya non poteva essere appreso
attraverso libri. Cominci il racconto che in seguito avrei avuto
l'opportunit dascoltare tante volte fino alla nausea dello yogi tibetano
Milarepa che, avendo acquisito senza le benedizioni del suo Guru, delle
tecniche spirituali, non ricavando risultati incoraggianti anche se queste
erano state praticate con grande intensit, ricevette finalmente le stesse
istruzioni dalla bocca del suo Guru con le benedizioni di questo ed i
risultati questa volta arrivarono facilmente.
''Segretezza!'' Alle mie orecchie questa parola suonava tanto strana. Che
misteriosa fascinazione esercitava sul mio essere! Fino a quel momento
avevo sempre creduto che fosse di poco o di nessun valore il modo in cui
un certo insegnamento fosse appreso, su quale genere di libri fosse stato
studiato. Pensavo che l'unica cosa importante era che dovesse essere
praticato in modo corretto, con laggiunta del costante desiderio di
perfezionarlo. Cominci ad entrarmi in testa l'idea che fosse una bella cosa
quella di proteggere un insegnamento prezioso da occhi indiscreti. Quindi
allora non ebbi nulla da ridire sulla richiesta di segretezza. In seguito, dopo
vari anni, avrei cambiato opinione osservando alcune assurdit che
derivavano da questa ingiunzione. Ebbi evidenza che essa conduceva a
delle miserabili ripercussioni sulla vita di tante persone.
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molto tempo".
Infiammato da una fede assoluta, si lanci in una digressione sul
valore del "Guru" (Maestro spirituale) un concetto che per me rimaneva
enigmatico, anche perch attribuito ad una persona che lui non aveva
conosciuto direttamente. Essendo stato iniziato al Kriya dai rappresentanti
legittimi dell'organizzazione fondata da P.Y., tale P.Y. era, nel sentire del
suo cuore, una presenza reale nella sua vita: era il suo Guru. La stessa cosa
avveniva per coloro che appartenevano al suo gruppo. Il loro Guru era
visto come laiuto che Dio stesso aveva loro inviato, quindi un tale evento
era "la pi gran fortuna che potesse accadere ad un essere umano". La
conseguenza logica e lamico rilev questo con grande enfasi era che
abbandonare tale Maestro, cercando un percorso spirituale diverso,
equivaleva a "rifiutare con disprezzo la mano del Divino protesa in
benedizione".
Mi chiese di praticare davanti a lui la mia tecnica Kriya, quella
appresa dai libri. Era spinto come ovvio dalla curiosit e, suppongo, dalla
speranza di verificare un ben radicato pregiudizio secondo cui la tecnica,
appresa fuori dai canali legittimi non poteva essere a causa di una
particolare legge spirituale altro che corrotta. Sorrise quando vide che
stavo respirando attraverso il naso. Poi mi chiese di spiegare se c'era
qualcosa su cui stavo focalizzando la mia attenzione durante il mio respiro.
Secondo i libri letti, lenergia poteva essere visualizzata fluire sia entro la
spina dorsale che attorno ad essa. Siccome P.Y. scrisse che un kriyaban
"dirige mentalmente la sua energia vitale a ruotare, in su e in gi, attorno ai
sei centri spinali", scelsi la seconda della due possibilit e fu proprio questa
la versione che esposi. Inoltre, avendo letto in un altro libro che durante il
Kriya Pranayama si doveva cantare mentalmente Om in ciascun Chakra,
aggiunsi anche questo dettaglio. Non potevo immaginare che P.Y. avesse
deciso di semplificare le istruzioni e avesse insegnato in occidente laltra
variante omettendo il canto mentale di Om.
Mentre spiegavo questi dettagli, vedevo una intima soddisfazione
diffondersi sul suo volto. Evidentemente non identificava la mia pratica
con la tecnica del Kriya Pranayama che aveva appreso. Il "segreto" cui lui
era legato non era dunque stato violato dall'autore del mio libro esoterico!
Fingendo di sentirsi addolorato per la mia naturale disillusione, mi inform
in un tono ufficiale, che la mia tecnica "non aveva niente a che fare con il
Kriya Pranayama"!
La situazione era davvero bizzarra: come appresi anni dopo, io avevo
appena esposto la tecnica originale del Kriya Pranayama come insegnato
da Lahiri Mahasaya, e lui sorrideva con espressione sarcastica, sicuro al
cento per cento che stessi dicendo delle sciocchezze! Date le sue
convinzioni, mi raccomand di spedire una descrizione scritta, precisa e
dettagliata, delle mie vicissitudini alla direzione della scuola, nella
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speranza che loro mi accettassero come studente e un giorno mi
concedessero la sacra Iniziazione al Kriya Yoga.
Ero come inebetito dal tono che il nostro dialogo stava assumendo; per
riattivare l'amabilit iniziale della riunione tentai di rassicurarlo parlando
degli effetti positivi che avevo ottenuto con la mia pratica.
Questaffermazione ebbe l'effetto di peggiorare la situazione, dandogli
l'opportunit per una seconda reprimenda, davvero non completamente
sbagliata, ma in ogni modo fuori luogo. Mi chiar che, nella pratica del
Kriya, non avrei mai dovuto cercare degli effetti tangibili; meno ancora
vantarmene, perch cos "li avrei persi". Quel "baldo giovine", senza
rendersi conto, si era cacciato in una chiara contraddizione: se i risultati
erano troppo importanti per rischiare di perderli raccontandoli, voleva dire
che la tecnica funzionava!
Realizzando di avermi dedicato fin troppo del suo tempo, una strana
metamorfosi avvenne nel suo comportamento. Fu come se, tutto un tratto,
fosse stato investito da un ruolo sacro: disse che avrebbe pregato per me!
Per quel giorno, avevo perso la partita. Gli promisi che avrei seguito il suo
consiglio.
In effetti, da quel momento abbandonai del tutto la mia routine di
Pranayama e limitai la mia pratica alla semplice concentrazione nel punto
tra le sopracciglia (Kutastha) come lui mi aveva suggerito.
Un gruppo di meditazione
Il gruppo di persone che praticavano il Kriya nella sua citt sincontravano
due volte a settimana per praticare insieme. La stanza dedicata a tale
attivit aveva un arredamento essenziale, ma piacevole. Ciascun membro
contribuiva a pagare l'affitto affinch la sua fruizione non dipendesse dai
capricci del proprietario e fosse consacrata esclusivamente ad un uso
spirituale. Cominciai a prender parte a questi incontri. L'ascoltare canti
spirituali indiani, tradotti ed armonizzati all'occidentale e, soprattutto, il
meditare insieme era una vera gioia! Tutto mi sembrava paradisiaco
anche se l'ammontare di tempo dedicato alla pratica delle tecniche era
davvero corto: non pi di 20 minuti, spesso solo 15. Una sessione di pratica
collettiva, di particolare ispirazione, arricchita da canti devozionali,
avveniva alla vigilia di Natale e durava molte ore.
Al termine di ciascuna seduta di meditazione era previsto che ci
allontanassimo in silenzio, perci cominciai a conoscere pi da vicino i
miei nuovi amici solo durante il pranzo "sociale" mensile. Quella era
davvero una bella occasione per passare insieme alcune ore parlando e
rallegrandosi della reciproca compagnia.
Poich molti di noi non godevano dell'approvazione e meno ancora
dell'appoggio nella pratica dello Yoga da parte della loro famiglia,
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l'occasione unica di trovarsi fra persone con le stesse idee ed interessi
avrebbe dovuto essere un'esperienza di serenit e rilassamento.
Sfortunatamente la piacevolezza degli incontri era in parte guastata dal
fatto che in tale gruppo non si poteva parlare di qualsiasi cosa venisse in
mente. Coloro che dirigevano l'organizzazione raccomandavano di non
parlare di altri percorsi spirituali o discutere di specifici dettagli delle
tecniche del Kriya Yoga. Tale compito doveva essere riservato solamente a
persone appositamente autorizzate e nessuno nel nostro gruppo lo era. La
necessit di indirizzare i contenuti delle conversazioni su binari ben definiti
rendeva difficile trovare un argomento di conversazione che rispettasse le
regole, essendo, allo stesso tempo, interessante. Non era certo quello il
luogo per pettegolezzi mondani, disadatti ad un gruppo spirituale. Quindi
rimaneva un solo argomento: la bellezza del percorso Kriya e la gran
fortuna di averlo trovato! Come si pu presumere, dopo alcune riunioni di
"reciproca esaltazione", cominci a regnare nel gruppo una noia quasi
allucinante. Come ultima risorsa, qualcuno si arrischiava a fare qualche
battuta innocente; non si trattava certo di storielle che potevano offendere
qualcuno, ma di un uso moderato del senso dell'humour.
Purtroppo questo si scontrava con l'atteggiamento ispirato a
devozione tenuto dalla maggior parte dei membri e capitolava di fronte alla
loro fredda reazione. Quando tu cercavi di apparire simpatico, ricevevi uno
sguardo e sorriso imbarazzato che ti lasciava raggelato per il resto della
giornata. Sembravano incapaci di mostrare una sola briciola di vera
giovialit. Pensandoci bene, forse erano naturalmente portate verso la
depressione. Infatti il loro entusiasmo verso il Kriya era molto tiepido, e
sembrava praticassero le poche tecniche che conoscevano come se stessero
compiendo un sacrificio per espiare la "colpa" di esistere.
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Il mio temperamento aperto mi permise di avvicinare qualche persona e
stabilire un legame che pi tardi divenne vera amicizia. Non era cos facile
trovare quello che si poteva chiamare un libero ricercatore nel campo
spirituale. Molti ostentavano una devozione troppo carica dal punto di vista
emotivo, altri, forse sognando la possibilit di espandere il nostro gruppo,
parevano avere il solo scopo di raccogliere fondi per fornire la stanza di
qualcosa che comunicasse in modo eloquente il senso della sua sacra
consacrazione; altri parevano solo dei disadattati.
Con lo scopo mal celato di ricevere qualche delucidazione sulla tecnica del
Kriya, in svariate occasioni provai a discutere quella che era stata la mia
pratica di esso come l'avevo appresa dai libri. Speravo che qualcuno,
facendo qualche osservazione obliqua su di essa, mi aiutasse a intuire in
cosa consistesse l'esatta tecnica del Kriya Pranayama. Nessun
"corteggiamento" riusc ad estrarre da loro nemmeno una briciola
dinformazione. Ognuno mi ripeteva che non era "autorizzato a fornirmi
delle spiegazioni", e questa regola era strettamente rispettata..
Mentre continuavo a ricevere da chiunque, anche senza chiederle,
lezioni di devozione, umilt e lealt, il mio interesse per il Kriya divenne
una vera e propria brama, una febbre che mi consumava. Un kriyaban si
prese gioco di me e, con malcelata crudelt, mi disse: "Vedrai che a te il
Kriya neanche lo daranno, perch un devoto non deve desiderare una
tecnica con tanta intensit: Dio si trova anzitutto con la devozione e
labbandono alla Sua volont". Cercai di comportarmi da discepolo devoto
ma nel mio intimo attendevo la mia iniziazione con una inimmaginabile
impazienza. Anche se cercavo di fare del mio meglio per convincermi di
trovarmi fra individui con le mie stesse passioni, dovetti ammettere che la
realt era ben diversa!
Tecniche Hong So e Om
Ricevetti le due tecniche preliminari al Kriya: Hong So e Om. La prima
calma il respiro e la mente; la seconda riguarda lascolto dei suoni interiori
che vanno a fondersi nel suono di Om. Non ricevetti queste istruzioni in
ununica sessione ma entro un intervallo di due mesi. Ebbi perci la
splendida opportunit di dedicarmi per molte settimane solamente alla
prima tecnica; solo dopo potei gioire della combinazione delle due. Potei
sperimentare perci il significato e la bellezza di ciascuna.
Il nostro gruppo ricevette la visita di una signora anziana che era
stata in corrispondenza con P.Y. stesso. Grazie alla sua seriet, sincerit e
comportamento leale, aveva ricevuto lautorizzazione di aiutarci nella
pratica della meditazione. Il suo temperamento era molto dolce e sembrava
pi incline alla comprensione che alla censura. Ci mostr come eseguiva i
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cosiddetti "Esercizi di Ricarica" (li avevo gi appresi dalle lezioni scritte).
Questi esercizi erano simili a contrazioni isometriche e si praticavano
stando in piedi; caratteristico di essi era il fatto che il Prana veniva diretto
in tutte le parti del corpo tramite la forza della concentrazione.
Poi fece un ripasso della tecnica Hong So. Precis che essa,
nonostante la sua apparente semplicit, non era per niente facile; ma, con
un sorriso incoraggiante, aggiunse: "La tecnica contiene tutto ci di cui
avete bisogno per entrare in contatto con l'Essenza Divina".
Si sofferm quindi sulla tecnica di ascolto dei suoni interiori
(chiamata tecnica Om.) 6 Spieg che P.Y. aveva cercato di spiegare
l'insegnamento della Trinit in un modo nuovo. Om l'''Amen'' della Bibbia
lo Spirito Santo, il suono "testimone" della vibrazione dell'energia che
sostiene l'universo. La tecnica Om, una scoperta che i mistici fecero tempo
addietro, rende possibile percepire tale vibrazione. Grazie a questa tecnica
possibile essere guidati verso lesperienza del "Figlio" la
consapevolezza Divina presente allinterno della vibrazione energetica
summenzionata. Alla fine del proprio viaggio spirituale, uno pu
raggiungere la pi alta realt: il "Padre" la consapevolezza Divina che
risiede oltre tutto ci che esiste nell'universo.
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porte del mio cuore, regalandomi un appagamento totale e un senso di
sollievo, come se il percorso spirituale fosse giunto al suo adempimento.
Ricordi della mia infanzia vibravano alla periferia della mia
consapevolezza senza disturbare quello stato di profondo raccoglimento. In
momenti difficili e sfortunati, c'era stato sempre un senso di protezione,
come un vasto, confortevole sorriso che mi circondava. Il suono che,
incantato ed estasiato, stavo ascoltando mi recava ora lo stesso dolce
sentimento di sollievo. Conteneva in s ogni Bellezza incontrata nella vita.
Era il filo dorato attorno al quale tutte le esperienze d'amore, le pi
coinvolgenti, le pi esaltanti erano fiorite come splendidi cristalli. Il
risanamento di vecchie ferite fu ottenuto con una vera comprensione. Una
azzurra, sconfinata immobilit dolcemente serrava il mio cuore con dita di
beatitudine. Ci che era stato impossibile da compiere e la cui mancanza
era cos crudele accettare, si materializzava reale e vero davanti a me.
Purtroppo appresi a mie spese che una volta ottenuto il contatto con Omkar
non ci si deve mai distaccare volontariamente da esso.
Mesi dopo infatti, durante un periodo in cui volevo rilassarmi e
godere la vita, decisi di interrompere volontariamente quello stato di
grazia, come se esso costituisse un impedimento ad essere pienamente
immerso nell'esistenza comune. Non mi rendevo conto che questo
apparentemente innocuo e istintivo "tradimento" mi avrebbe reso incapace
di entrare in sintonia con tale dimensione per un tempo assai lungo.
Incredulo, dopo pochi giorni mi sentii disperatamente estraneo a quella
dolce realt. Tra la gente mi sentivo come uno che sbarcato in un altro
continente e si trova in mezzo ad ambienti che non gli dicono nulla. Mi
sforzai invano di ritrovare la grande emozione che nasce con l'ascolto dei
suoni interiori. Ricercai quella sintonia per vari mesi finch la mia anima
accett di riflettere con sincerit sulle motivazioni che mi avevano portato
al sentiero spirituale: cambiare la mia vita per sempre. Ora vedevo che la
mia stupida decisione di staccarmi dal contatto con la vibrazione Om, era
stata un madornale errore.
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di P.Y. visit il nostro paese e potei partecipare ad una cerimonia di
iniziazione. Dopo mesi di attesa, finalmente giunse il tempo di "stringere
un patto eterno con il Guru e ricevere la tecnica Kriya nellunica maniera
legittima, e ricevere la sua benedizione".
Quelli che, come me, erano pronti a ricevere l'iniziazione, erano circa un
centinaio. Ci trovammo in una bellissima stanza, affittata per l'occasione ad
un costo molto elevato, decorata con tantissimi fiori, quanti non ne ho mai
visti in vita mia, neanche nei pi sontuosi matrimoni! Lintroduzione alla
cerimonia avvenne in un modo sfarzoso. Una trentina di persone
indossando una sobria uniforme, entrarono in fila nella stanza, con
atteggiamento solenne e mani giunte in preghiera. Mi venne spiegato che
quelle persone facevano parte del gruppo locale il cui capogruppo era uno
stilista che aveva preparato la coreografia di quella entrata trionfale. I due
Ministri da poco arrivati da oltre oceano avanzavano con un'aria modesta e
disorientata dietro la processione. La cerimonia vera e propria incominci.
Accettai senza obiezioni che ci fosse richiesta una promessa di fedelt
eterna non solo al Guru P.Y. ma anche ad una catena formata da altri
cinque Maestri: Lahiri Mahasaya ne era un anello intermedio mentre P.Y.
era il cos detto Guru-precettore, ovvero colui che si sarebbe parzialmente
assunto il peso del nostro Karma.
Sarebbe stato veramente strano se nessuno avesse avuto dubbi su
questultimo evento. Ricordo che unamica mi chiese se P.Y. non potendo
confermarlo, essendo residente nei mondi astrali l'avesse realmente
accettata come "discepola" prendendosi, di conseguenza, anche il fardello
del suo Karma. Per evitare che con tali pensieri si sciupasse il godimento
dell'affascinante cerimonia, la rassicurai che era stata senza alcun dubbio
accettata.
Ci spiegarono che il Cristo apparteneva a questa catena di Maestri e
che un tempo era apparso a Babaji (Guru di Lahiri Mahasaya) chiedendogli
di mandare qualche emissario nell'Ovest per diffondere l'insegnamento del
Kriya. Questa storia non mi provoc alcuna perplessit. Forse non avevo
voglia di pensarci. Considerare che la missione di diffusione del Kriya,
fosse originata dal Cristo stesso era per me unidea assai carina. D'altra
parte, ero troppo ansioso di ascoltare la spiegazione della tecnica che
sarebbe avvenuta di l a poco per prestare attenzione ad altre cose.
La tecnica Kriya incarnava le pi effettive benedizioni di Dio alla
Sua creatura privilegiata, l'essere umano, dotata, a differenza degli animali,
di sette Chakra. La scala mistica dei Chakra fatta di sette gradini era la
vera autostrada verso la salvezza, la via pi veloce e pi sicura. La mia
mente era in una condizione denorme attesa per quello che avevo
desiderato con tutto il mio essere e per cui mi ero seriamente preparato da
mesi. Non era quello che poteva essere chiamato un ''sacramento'' che
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avevo deciso di ricevere per salvaguardare una tradizione di famiglia;
quanto stava per avvenire rappresentava il coronamento di una scelta
definitiva! Il mio cuore era immensamente e perfettamente felice
anticipando la gioia che sarebbe scaturita dalla pratica del Kriya.
Finalmente, quando arrivammo alla spiegazione del Kriya
Pranayama, scoprii che gi conoscevo la tecnica! Si trattava della tecnica
del Respiro Kundalini che avevo trovato tempo addietro nelle mie letture
esoteriche e che prescrive che la corrente energetica fluisca totalmente
allinterno della spina dorsale. Ho gi spiegato che non avevo preso in seria
considerazione tale procedura poich P.Y. nei suoi scritti, tramite i quali mi
ero fatto una prima idea del meccanismo del Kriya Pranayama, aveva
scritto che lenergia ruotava "attorno ai Chakra, lungo un circuito ellittico".
Non fui deluso, anzi, la tecnica mi sembrava perfetta. La spiegazione
delle tecniche Maha Mudra e Jyoti Mudra (tale scuola non usava il termine
pi comune Yoni) concludeva le istruzioni tecniche. Ogni dettaglio delle
tecniche venne spiegato in modo tale che non ammetteva la minima
variante e, in aggiunta, ci venne caldamente raccomandata una specifica
routine. Se fosse sorto il minimo dubbio sulla correttezza di un certo
dettaglio, nessuno era incoraggiato nemmeno vagamente a tentare un
esperimento per conto proprio e trarre da s le conclusioni. L'unica azione
"corretta" era quella di prendere contatto con la direzione della scuola,
esporre il problema, e ricevere i consigli appropriati. Questo, in effetti, fu
quello che sempre feci. Imparai ad interagire solamente con persone
"autorizzate"; cercavo con molta seriet il loro giudizio come se fosse dato
da esseri perfetti che non potevano sbagliare. Credevo che essi fossero dei
"canali" attraverso i quali le benedizioni del Guru fluivano. Inoltre, ero
intimamente convinto che anche se non lo ammettevano per umilt loro
avessero gi raggiunto il pi alto livello di realizzazione spirituale.
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Ora capisco che non ero capace di concepire un routine razionale. Non era
possibile discutere con i miei amici kriyaban come ottenere il massimo
dalle mie tecniche Kriya. La routine suggerita era: Hong So, tecnica Om,
Maha Mudra, Kriya proper, Jyoti Mudra, concentrazione nel Kutastha.
La tecnica Hong So veniva praticata da dieci a quindici minuti. Il
respiro si sarebbe calmato e ci avrebbe creato un buon livello di
concentrazione. Poi, dopo avere posto gli avambracci su un appoggio, si
passava all'ascolto dei suoni interiori, e questo avrebbe richiesto circa lo
stesso tempo. Poi ci sarebbe stata un'altra interruzione a causa del Maha
Mudra. Infine, ritornando nella posizione immobile e cercando di
ripristinare lo stato di sacralit, sincominciava il Kriya Pranayama nel
rigido rispetto di tutte le istruzioni. Dopo lo Jyoti Mudra, la routine Kriya
si sarebbe conclusa con dieci minuti di pura concentrazione nel Kutastha
assorbendo gli effetti della pratica.
Nella mia esperienza, le due tecniche preliminari non ricevevano
l'attenzione che meritavano, mentre il tempo da dedicarsi alla
concentrazione finale era troppo breve. Durante lesecuzione della tecnica
Hong-so, il pensiero che presto avrei dovuto interromperla per passare alla
tecnica Om mi creava una sensazione di disturbo, limitando il mio
abbandono totale alla sua bellezza. Lo stesso accadeva con la tecnica Om,
che veniva interrotta per praticare il Maha Mudra.
La tecnica di ascolto dell'Om era in se stessa un universo "completo"
e portava all'esperienza mistica, da cui si comprende che l'atto di
interromperla era qualcosa di peggio che un semplice disturbo. Esso era
incompatibile con ogni logica, come se, riconosciuto con piacevole
sorpresa un amico in mezzo alla folla, mi intrattenessi con lui, poi,
allimprovviso, gli volgessi le spalle, mi mescolassi alla folla con la
speranza di sperimentare entro breve tempo la sorpresa di incontrarlo
nuovamente per riprendere la conversazione sospesa.
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Quando tentai di discutere questo problema con altri kriyaban, incontrai
unenorme ed irragionevole resistenza. C'erano alcuni che non erano
soddisfatti della loro pratica ma progettavano di migliorarla in futuro,
mentre altri non riuscivano a comprendere quello che stavo dicendo.
Una signora che era divenuta quasi parte della mia famiglia, finse di
ascoltarmi con attenzione; alla fine disse brutalmente che lei aveva gi un
Guru e non sentiva il bisogno di un altro. La sua osservazione mi fer
profondamente in quanto la mia intenzione era solo quella di avere un
colloquio razionale. Che amicizia pu esistere tra due persone quando una
si esprime in modo cos brusco?
Fu il susseguirsi di episodi simili a confermarmi l'idea che, non
essendo stati incoraggiati a fidarsi della limpidit dellauto osservazione,
molti tra i miei amici kriyaban non facevano altro che eseguire
meccanicamente il rituale quotidiano della seduta Kriya quasi come per
mettere in pace la loro coscienza. Con l'eccezione di una sola persona (che
nutriva veramente delle strane idee sul sentiero spirituale, al punto tale che
un giorno pensai che non ci stesse tanto con la testa) questi nuovi amici
kriyaban parevano censurare il mio eccessivo interesse per le tecniche,
affermando che la devozione era molto pi importante. Spesso facevano
riferimento ad un concetto che a mio avviso stonava nel campo dello Yoga:
il valore supremo della lealt nei confronti di P.Y. e della sua
organizzazione.
Mentre il loro sforzo nel praticare le tecniche di meditazione in
modo profondo non era rimarchevole, cercavano con ogni mezzo esteriore
(letture, canti devozionali, convocazioni...) di estrarre dalle profondit della
loro psiche qualsivoglia traccia di attitudine religiosa, ogni briciola di
aspirazione spirituale. La impregnavano col naturale affetto del cuore per il
loro Guru anche se lo avevano conosciuto solo per mezzo di foto
ottenendo in tal modo la fermezza di una dedizione che sarebbe durata per
una vita intera. Pensando a quei tempi, mi chiedo quale potesse essere
l'opinione che si erano fatti del mio atteggiamento impaziente, troppo
diverso dalla loro quietudine. Nella mia sensibilit, non riuscivo a
concepire l'idea di appoggiarmi passivamente alla protezione di un santo
che ti risolve i problemi. Questo fatto, assieme ad altri sperimentati in
quella scuola, furono la cause di un vero conflitto. Il mio approccio al
sentiero spirituale era realmente diverso dal loro e non c'era speranza di
trovare un punto di contatto, un terreno comune.
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Kriya superiori
Onde poter discutere i dettagli tecnici contenuti nelle lezioni sul Secondo
Kriya, contattai la signora anziana che era ufficialmente investita del ruolo
di "Meditation Counselor". Non era in grado aiutarmi. Proprio come
chiunque altro, aveva appreso tutti i Kriya superiori solo in forma scritta
poich, sfortunatamente, dopo il Mahasamadhi di P.Y., mai furono date
iniziazioni dirette. Riconoscendo di avere alcuni dubbi sulla loro corretta
esecuzione, si rammaricava di non essersi fatta controllare i suoi Kriya
superiori da Ministri che erano discepoli diretti di P.Y., pur avendo avuto
molte opportunit di farlo.
Fra i kriyaban del gruppo di meditazione, c'era una signora, che aveva
ricevuto l'iniziazione al Kriya molti anni addietro e aveva un tempo vissuto
presso la sede centrale della nostra organizzazione. Le chiesi se avesse
ricevuto il Secondo Kriya. Sembr non capire la domanda. Perci, con
stupore, le ricordai che un discepolo di Lahiri Mahasaya, Swami
Pranabananda, aveva accompagnato il momento della sua morte con la
pratica del Secondo Kriya. Si alter visibilmente, dicendo che la citazione
chiaramente si riferiva alla tecnica del Kriya Pranayama: un respiro, poi un
altro ancora e questo "secondo respiro" era, a suo dire, il "Secondo Kriya"!
La guardai in modo mite ma intenso; mi sentii mancare. Ebbi l'impressione
che la stessa idea di un'ulteriore tecnica da aggiungersi a quelle gi ricevute
e praticate quotidianamente, la infastidisse. Era come se sentisse di aver
fatto uno sforzo cos grande nell'abituarsi alla pratica quotidiana del Primo
Kriya che non poteva esprimere una maggior dedizione. Credo che a
tutt'oggi sia rimasta ferma nella sua convinzione.
Non mi ero ancora ripreso dallo "shock", che una signora dall'aspetto
aristocratico mi rivel di aver ricevuto molto tempo addietro l'iniziazione
ai cosiddetti Kriya superiori. Pieno di entusiasmo sgranai gli occhi. Disse
che si era sentita cos indegna che li aveva messi in disparte e, dopo un po'
di tempo, li aveva dimenticati. "Dimenticati!" Non credevo alle mie
orecchie. Questo abominio era inconcepibile per me. La sua ignoranza che
si compiaceva di se stessa, spacciata per umilt o per chiss quale forma di
sovrabbondante devozione, passava i limiti della decenza. Quando obiettai
che il suo comportamento sembrava una manifestazione di indifferenza
verso gli insegnamenti elevati del suo Guru, mi guard smarrita come se la
mia impertinenza avesse violato una legge implicita: non entrare
impudentemente nella dimensione intima del suo Sadhana. Mi rispose
dicendo che quello che aveva le bastava; poi tronc bruscamente il
discorso.
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Quando ricevetti le lezioni finali sul Terzo e Quarto Kriya, fui felicemente
sorpreso nel leggere che tali tecniche conducono all'esperienza del
Samadhi astrale. Studiai attentamente le istruzioni e, tuttavia,
permanevano dei dubbi cui non sapevo dare una risposta. Una ulteriore
difficolt era capire qual'era il momento pi opportuno per introdurre tali
tecniche nella routine. Comunque il mio entusiasmo era grande. Dopo una
attenta considerazione di quello che era scritto, mi parve di intendere che
praticare il Terzo e Quarto Kriya nella parte finale della mia routine Kriya
fosse la cosa giusta da farsi. Questo fu un errore grossolano e purtroppo
portai avanti imperterrito tale errata abitudine. Mancava alla mia pratica,
gi di per s insicura a causa di dubbi non chiariti, un sostanziale periodo
di raccoglimento e meditazione dopo l'esecuzione delle nuove tecniche.
Solo in questo modo il Prana pu calmarsi nel corpo intero ed allora che
alcune particolari percezioni che vanno via via aumentando e che hanno
origine nel Chakra del cuore, attirano la tua attenzione guidandoti
direttamente verso lo stato estatico. I migliori risultati si raggiungono
quando sei capace di realizzare il sottile significato della procedura,
concentrandoti sulla sua essenza e andando in profondit senza l'aiuto dei
movimenti fisici. Ma per poter raggiungere questo necessario o avere il
dono di una intuizione ben desta oppure ricevere istruzioni dettagliate da
un esperto. Allora la guida non c'era a riversare luce e incoraggiamento su
di me non ero capace di entrare in sintonia con un ipotetico Guru che
dimora nei regni astrali. Non riesco ad immaginare quale bene sarebbe nato
nella mia vita se allora qualcuno mi avesse guidato a concepire una routine
corretta!
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Presentato a lui dalla mia ''Meditation Counselor'', il Ministro mi assicur
che avrebbe chiarito i miei dubbi appena possibile. Nei giorni seguenti,
rimasi costernato quando mi accorsi che questi continuava a rimandare il
nostro incontro senza valide ragioni. Siccome avevo deciso di non mollare,
finalmente ci incontrammo. Attraversai un'esperienza veramente
spiacevole.
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Dopo alcuni giorni, il sentimento di essere stato testimone del capriccio
insensato di un uomo in una posizione di potere, cedette il posto ad una
diversa considerazione. Molto probabilmente quel Ministro mi diede la
stessa disciplina che lui aveva ricevuto durante i suoi anni di postulante.
Una signora che lo aveva conosciuto proprio in quel lontano periodo, me lo
aveva descritto come un kriyaban molto curioso che spesso poneva
domande tecniche a dei Ministri anziani. Conoscendo le regole della
disciplina monastica, ero certo che le sue domande non avevano sempre
trovato pronta risposta.
Questo mi rese pi calmo e sereno. Ma ci sono anche pensieri
infantili che emergono in noi quando ci troviamo in una situazione confusa
e difficile da accettare. Mi venne l'oscuro pensiero che questuomo,
ritornato alla direzione dell'organizzazione di P.Y., potesse parlare male di
me, dicendo qualche cosa che potesse diminuire la probabilit per me di
ricevere in futuro quei chiarimenti tanto agognati. Temevo che quel
rapporto idilliaco con la mia organizzazione di Kriya, quel rapporto che,
per tanti anni, aveva rappresentato il mio orizzonte, fosse stato
compromesso.
Eppure una parte di me si stava godendo l'intera situazione. Sapevo
per certo che questa esperienza distruttiva si sarebbe in qualche modo
trasformata in qualcosa di positivo, cruciale per il mio sentiero. Ero troppo
innamorato del sentiero Kriya per lasciarmi scoraggiare da qualsivoglia
difficolt.
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in particolare di un discepolo di P.Y. il quale aveva fatto parte della
direzione dell'organizzazione, poi si era messo in proprio aprendo una
nuova scuola di Kriya. Lei lo considerava un ''traditore.''
Fu allora che spostai la mia attenzione sulla foto di P.Y., presa lo stesso
giorno della sua morte. Era stata incorniciata con molta cura; fiori e un
pacchetto di incenso erano posti davanti ad essa. In quei momenti di
silenzio, mi sembr di vedere come se una lacrima fosse in procinto di
formarsi nei suoi dolci occhi (non era una sensazione bizzarra, altre
persone mi riferirono la stessa impressione). Le riferii questa osservazione,
divenne seria, e guardando in lontananza verso un punto indefinito, sospir
gravemente: "Questa impressione prendila come un avvertimento; il Guru
non contento di te"! e non c'era il minimo dubbio sul fatto che non
stesse affatto scherzando.
In quel momento, mi resi conto di come P.Y. fosse una "presenza" nella sua
vita, sebbene lei non lo avesse mai incontrato fisicamente! Lasciai che il
mio sguardo riposasse sul mazzetto di mughetti graziosamente sistemati in
un piccolo vaso davanti alla foto di P.Y.. Li avevamo acquistati assieme alla
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stazione dei treni subito dopo il mio arrivo nella sua citt. Mi aveva
spiegato che non lesinava mai fiori freschi al suo "Guru." Bench estraneo
a tutto questo, rimasi incantato da questo idillio. Come doveva essere
colma di dolce conforto la sua vita! Sapevo che se avessi voluto sentire
devozione con tale intensit, avrei avuto un grande lavoro da compiere:
sviluppare una stabile tranquillit interiore, inchinarmi alla mia forma
favorita del Divino e ripetere questa azione di resa interiore con totale
sincerit ogni giorno della mia vita.
Dopo molti anni, quando ormai mi sentivo parecchio distante dalla mia
organizzazione e cercavo a tutti i costi informazioni sul cosiddetto Kriya
Originale, presi parte ad una classe di revisione del Kriya. Durante una
pausa tra le lezioni, un fatto molto bello e dolce si verific. Quello che
speravo un tempo e che mi fu negato in maniera cos brutale, si verific
naturalmente e con assoluta facilit.
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sede di un Chakra, essa crea un "colpo psico-fisico".
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tanti kriyaban superficiali non ne fanno neppure caso e affermano bellamente che
quello che stato deciso per il loro bene, ma i kriyaban migliori, quelli che
sanno cosa sia la seriet, la dedizione, l'amore per la loro amata disciplina, non
perdoneranno mai pi tale insegnante. La stima verso il loro maestro diminuisce
o diventa pari a zero. Lo stesso concetto di Guru viene messo in discussione e
questo crea conflitti che rimangono insanabili anche dopo decenni di riflessione
sincera.
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CAPITOLO 3
DAL SILENZIO MENTALE ALLO STATO DI ASSENZA DI RESPIRO
Mesi pi tardi, la signora che mi aveva aiutato nella pratica delle tecniche
Hong so e Om (a cui molti kriyaban si riferivano definendola ''Meditation
Counselor'') venne a sapere che avevo letto i "libri proibiti". Non solo,
avevo regalato uno di questi libri ad un paio di amici! Ebbene in una lettera
ad un mio amico, lei si rifer a me come "uno che pugnala il suo Guru alle
spalle e distribuisce pugnali affinch altri facciano lo stesso"! Concluse
scrivendo che "l'intelligenza un'arma a doppio taglio: pu essere usata per
eliminare il bubbone dell'ignoranza ma anche per bloccare brutalmente la
linfa vitale che sostiene il sentiero spirituale!"
La sua reazione fu cos esagerata che non mi fer affatto. Aveva agito
sull'onda di unemozionalit irrefrenabile; decenni di condizionamenti
costanti avevano corrotto irreparabilmente il suo buonsenso. Provai un
senso di tenerezza per lei e mi venne da sorridere immaginando il momento
in cui aveva scritto quella lettera ravvisando che le sue infauste attese nei
miei confronti si erano materializzate. Sono certo che la sua espressione
46
doveva essere stata al fine tranquilla e serena come quella di chi assapora
una dolce, intima, soddisfazione.
Vincendo una certa riluttanza, cominciai a leggere alcuni libri scritti non
pi da discepoli di P.Y. ma da discepoli di discepoli Lahiri Mahasaya. Tali
testi (a quel tempo libri come il Puran Purush di Yogacharya Dr. Ashoke
Kumar Chatterjee non erano ancora stati pubblicati) mi delusero parecchio.
Non vi trovai nientaltro che parole vuote, ripetizioni senza fine unite alla
caratteristica intollerabile di saltare continuamente da un argomento ad un
altro. I chiarimenti pratici che erano presentati come preziosi non erano
altro che delle povere cose copiate dai libri classici di Yoga. Erano scritti
cos male da far pensare che l'autore non si fosse neanche dato la pena di
controllare i testi originali che citava. Probabilmente aveva copiato da un
altro libro il quale a sua volta era copiato da altri, in una catena dove ogni
autore aggiungeva qualche strana considerazione tanto per
contraddistinguere il suo personale contributo.
47
inoltre, avevo disturbato la pace e la riservatezza di altre persone.
Per quanto riguarda le "vite precedenti", ammetto che in questo
territorio dove nulla si pu dimostrare tutto possibile; comunque allora
mi sembr cos ovvio che invece di usare l'intuizione nata dalla
meditazione (che le istruzioni scritte miravano a sviluppare) non feci altro
che usare l'immaginazione per creare vari film mentali, convincendomi che
li avevo vissuti in un lontano passato. Infatti queste fantasticherie
incarnavano davvero la soddisfazione dei miei desideri e rivelavano
chiaramente le mie simpatie e preferenze. Scivolando in un stato di
smarrimento non riuscii per dei mesi a rintracciare il filo di un solo
pensiero coerente.
48
pensavo di trovarvi delle elementari spiegazioni di filosofia indiana. Ma il
pensiero di Mre non era arida filosofia. Era nuovo, totalmente nuovo. Era
qualcosa di mai sentito prima. Era, oserei dire, "dissacrante". Provai una
esplosione di gioia nel leggere il suo commento all'aforisma n.70: "Osserva
quello che sei, in modo vero e spietato, allora avrai pi carit e
compassione per gli altri." Commentandolo lei scrisse:
Fui molto colpito da come Mre trattava il tema del Japa. Raccontava di
come, durante la proiezione di un film, ascolt il Mantra Sanscrito: OM
NAMO BHAGAVATE. Si chiese cosa sarebbe successo se lei lo avesse
ripetuto durante la sua meditazione quotidiana. Lo fece ed il risultato fu
straordinario. Rifer che: "(Il Mantra) coagula qualche cosa: tutta la vita
cellulare diviene una massa solida, compatta, in una enorme
concentrazione - con una sola vibrazione. Invece di tutte le solite vibrazioni
del corpo, c' ora una sola vibrazione. Diviene dura come un diamante, una
sola concentrazione massiccia, come se tutte le cellule del corpo avessero...
Mi sono irrigidita. Ero cos rigida che ero una sola unica massa". [Questa
citazione, cos come le prossime, sono tolte dall'Agenda di Mre.]
49
In quel periodo, la mia mente era divorata dall'illusione di adottare dei
mezzi potenti di "evoluzione." I mesi passavano in inutili tentativi di
migliorare la mia routine Kriya.
Gradualmente cominciai a guardare con occhi limpidi la reale
situazione del mio modo di praticare il Kriya Yoga e vidi la complessit del
mio auto inganno. Entrare in una organizzazione fondata sul Kriya aveva
significato essere irretito e confuso da tanti racconti fiabeschi e idee
speculative per nulla sostenute da fatti.
Il mio atteggiamento verso il sentiero spirituale non era appropriato.
Ero convinto che trovare il Kriya fosse stato un colpo di fortuna, un regalo
dal Divino grazie a qualche merito di cui ero inconsapevole. A questo
''regalo'' avevo risposto con un impegno quasi insignificante. Mi resi anche
conto che la volont di rimanere fedele ai valori instillati in me dalla mia
cultura era stato gradatamente distorto. Era come se una larga parte del
mio cervello avesse cessato di funzionare mentre un'altra, che faceva tutto
quanto era in suo potere per credere in quello che le conveniva credere,
cercasse di usurpare le sue funzioni. Esternamente parevo un uomo che
aveva scelto un semplice stile di vita improntato a principi elevati, ma la
verit era che l'imparzialit del mio giudizio era stata fatalmente
compromessa, anzi praticamente non esisteva pi.
A parte altri stupidi pensieri, avevo bevuto l'idea infantile che ciascun
respiro Kriya producesse "l'equivalente di un anno solare di evoluzione
spirituale" e che con un milione di questi respiri avrei raggiunto
infallibilmente la Coscienza Cosmica. Cercavo di eseguire il pi gran
numero possibile di Pranayama onde completare rapidamente quel
milione. Non mi rendevo conto della situazione di pigrizia in cui ero
lentamente scivolato quindi non provavo vergogna o rimorso.
La ferrea disciplina di quando, anni prima, avevo iniziato a praticare
il Pranayama dai libri era stata ammorbidita dalla promessa ipnotica delle
"benedizioni del Guru".
"Non siete contenti di aver trovato un vero Guru? Per anni avevo
ascoltato questo ritornello dalla mia organizzazione Kriya. ''Non siete
entusiasti che Lui sia stato mandato a voi da Dio Stesso?" "Oh siiii che
siamo contenti" avevamo risposto con lacrime di gioia. Questa idea, pi di
qualsiasi altro fattore, aveva avuto effetti deleteri su di me; era stata la culla
in cui ego e pigrizia erano andati rafforzandosi.
Mentre i miei primi sforzi di esplorare il Pranayama appreso dai libri erano
accompagnati da acutezza e continua voglia di migliorare (praticando,
sognavo impensabili sviluppi ed ero quietamente eccitato durante ciascun
istante della pratica), poi, avendo ricevuto il Kriya, l'idea di praticare "la
50
tecnica pi veloce tra quelle che favoriscono l'evoluzione spirituale" aveva
fatto perdere il mordente alla intensit del mio sforzo. Il mio Kriya
Pranayama, praticato per dei mesi con entusiasmo, era inesorabilmente
divenuto una tranquilla abitudine.
Punti fermi
Il ricordare a me stesso che ero entrato nella organizzazione di Kriya solo
per perfezionare la mia gi buona pratica del Pranayama cre un dolore
pungente. Era imperativo ricreare lo spirito della mia iniziale ricerca.
Dopo aver letto Sri Aurobindo e Mre, trovai il coraggio di essere di
nuovo un autodidatta. Durante la prima stagione del mio interesse in cose
esoteriche e in pratiche orientali di meditazione avevo trovato delle
istruzioni facili da seguire in un libro di poco conto. Le istruzioni erano
semplici, ma ci misi tutta la mia passione, in particolare il desiderio di
inseguire, attraverso lo Yoga, il mio ideale di Bellezza. Giorno dopo giorno,
quando sopraggiungevano altre distrazioni, quando l'entusiasmo iniziale
scemava, portai avanti tenacemente i miei ideali e la mia disciplina. Il
risultato fu l'esperienza di Kundalini. Ora, circa 12 anni dopo, ripartivo
dall'inizio e mi proponevo di portare avanti con costanza alcune
risoluzioni:
[II] La mia vita dovr essere immersa nel Silenzio Mentale che deriva dal
Japa.
[III] Ciascuna routine Kriya dovr essere divisa in due parti precise:
Pranayama e Pratyahara. Qualsivoglia mescolanza o inversione dovr
essere evitata.
Commento
[I] Tale tema verr sviluppato nella terza parte del libro. Qui mi limito a
dire che avevo miseramente fallito nell'applicare gli insegnamenti esoterici
di P.Y.'s che riguardavano la guarigione pranica poich avevo mescolato
tale insegnamento con motivazioni egotistiche perseguendolo con
impazienza. Tale atteggiamento era impensabile per un mistico. Il giusto
7
Per vari anni considerai il Kriya come una tecnica che tu la pratichi e qualcosa
automaticamente si evolve, migliora in te. Un sentiero mistico altro, una storia
d'amore tra te e il Divino. Ci ho messo anni a capire questa differenza.
51
atteggiamento non quello di un studente di scienze occulte che fa
esperimenti con uno fra i molti insegnamenti esoterici ricevuti dalla propria
confraternita, ma quello di un mistico chi si arrende alla Legge Divina e in
questo atto scopre che il suo proposito di aiutare altre persone con la
pratica della guarigione pranica viene dal Divino stesso. chiaro che in
questa condizione non vi fallimento.
[III] Dal Pranayama nasce uno stato di calma e di equilibrio che diviene il
fondamento del passo successivo: il Pratyahara, dove la consapevolezza si
scollega dalla realt esterna. Tutti i cinque sensi sono quindi volti
all'interno. Si comprende che le tecniche che richiedono movimento
devono essere completate prima di arrivare a questa fase; il respiro e il
cuore devono avere tutto il tempo necessario per rallentare. Quindi i
cosiddetti Kriya superiori (che richiedono movimento fisico) dovevano
essere praticati all'interno della fase del Pranayama. Dopo questa fase, la
sola azione che potevo concepire era di soffermarmi con la consapevolezza
su ciascun Chakra come un'ape che si libra sui fiori in grande delizia
attratta dal nettare. Mantenere la consapevolezza sul terzo occhio
l'"occhio interiore" che Wordsworth definiva come "l'estasi della
solitudine" avveniva spontaneamente. Nulla poteva disturbare questa fase
di interiorizzazione. Qui finisce la mia adesione a Patanjali.
Assenza di respiro
Sperimentai il Mantra di Mre "Om Namo Bhagavate" ma esso pareva non
funzionare. Cercai di vivere un modo pi consapevole (essere
continuamente attento ad ogni percezione, interna ed esterna) realizzando
la ben nota istruzione di mantenere risolutamente un atteggiamento
imparziale sia verso eventi piacevoli che eventi sgradevoli, mantenendomi
come un "testimone" distaccato. Questa disciplina era raccomandata
pressoch in tutti i libri che trattano di pratiche meditative orientali, eppure
mi cre un insopportabile stress come se tutto fosse una finzione,
un'illusione.
Quando lessi l'autobiografia di Swami Ramdas, trovai il mio
Mantra: ''Sri Ram Jai Ram Jai Jai Ram Om.''
52
Swami Ramdas nacque nel 1884 a Hosdrug, Kerala, India e venne
chiamato Vittal Rao. Visse una vita del tutto normale e speriment pure
gli alti e bassi della vita di un capofamiglia. Spesso ricerc quale fosse il
vero significato della vita e sent la necessit di intraprendere il percorso
spirituale per trovare la "Pace" reale. Al momento propizio, suo padre
l'inizi nel Mantra di Ram, assicurandolo che ripetendolo incessantemente
avrebbe, a tempo opportuno, raggiunto la felicit divina alla quale
aspirava. Fu allora che Ramdas rinunci alla vita secolare ed and in cerca
di Dio quale Sadhu mendicante. Il Mantra "Om Sri Ram Jai Ram Jai Jai
Ram" fu sempre sulle sue labbra. Il santo Ramdas percorse in lungo e in
largo tutta lIndia ripetendo incessantemente questo Mantra. Oltre alla
pratica del Japa, adott la disciplina di guardare tutte le persone come
forme di Ram (Dio) e di accettare ogni evento come proveniente dalla
volont di Dio. In breve tempo il Mantra spar dalle sue labbra ed entr
nel suo cuore. Vide una piccola luce circolare nel punto tra le sopracciglia
che gli regal brividi di delizia. Poi la luce abbagliante lo perme e
l'assorb. Perso in questa beatitudine inesprimibile rimase seduto per ore.
Il mondo gli sembrava come una fioca ombra. Raggiunse ben presto uno
stadio in cui questo dimorare nello Spirito divenne un'esperienza
permanente ed immutata. Swami Ramdas fu fedele a tutto ci ed
effettivamente visse sempre immerso in un mare di indescrivibile felicit.
Raggiunse il Mahasamadhi nel 1963.
53
Incominci cos il periodo pi bello della mia vita. Lo considero come
l'alba della vera comprensione, e spero di non dimenticare mai la lezione
che esso contiene. Il suono del Mantra di Ram lo avevo gi ascoltato in
diverse registrazioni, era molto piacevole. Amavo prolungare la sua
vibrazione nel mio petto, investirla dellaspirazione del mio cuore.
Dal momento che, facendolo, notai l'impulso irresistibile di mettere
tutto in ordine, pensai che il Mantra potesse lavorare in un modo simile
pulendo la mia sostanza mentale e mettendo in ordine la mia "mobilia
psicologica". Quindi, anche se qualche volta mi sentivo un po stordito
dalla sua azione, non abbandonai mai tale pratica. Avevo il dovere morale
di praticare il Kriya all'interno dello stato di Silenzio Mentale che tale
Mantra creava.
Praticavo il Kriya Pranayama, poi la tecnica chiamata Terzo Kriya,
poi di nuovo il Kriya Pranayama. Al termine di questa forte azione, gioivo
della dimensione del Pratyahara soffermarmi in ciascun Chakra per 10-20
secondi, su e gi nella spina dorsale. Durante questa ultima azione,
richiamavo alla mente la mia concezione del Divino, provando una calma
emozione nel cuore. Questo mi aiutava ad abbandonare ogni resistenza e
lasciarmi afferrare dalla esperienza che stava per nascere. Percepivo
distintamente una fresca energia che sosteneva il corpo dallinterno. Le mie
cellule respiravano pura energia che non proveniva dall'aria inspirata. Pi
mi rilassavo pi divenivo consapevole dei Chakra e della totalit del corpo.
La respirazione, che nel frattempo era divenuta molto corta, alla fine
raggiungeva l'immobilit, come un pendolo che dolcemente raggiunge il
punto di equilibrio.
Questo avveniva ogni giorno, per mesi. Prima di cominciare la mia pratica
Kriya, guardavo il panorama circostante e mi chiedevo se per un'altra volta
ancora avrei ottenuto quello stato divino. E puntualmente si verificava! Ero
stupefatto; mi sembrava impossibile che il Japa, una delle pi semplici
tecniche del mondo, potesse condurre infallibilmente a tale prezioso
risultato! Le mie passate esperienze durante la pratica Kriya, paragonate
allo stato di assenza di respiro, parevano evanescenti, elusive come
luminosi riflessi sull'acqua. Questo nuovo stato era la ''solidit'' stessa.
Dove le mie migliori intenzioni erano fallite, il Japa aveva prodotto il
54
miracolo! C'era una perfetta associazione tra la pratica del Japa e
l'ottenimento dello stato di assenza di respiro. Ogni giorno potevo
verificarlo.
Questo risultato, sicuro e affidabile, cre una forza morale che divenne una
calma euforia che permeava tutta quanta la mia giornata. Quando parlavo
con altre persone, restavo centrato senza alcuno sforzo su un sentimento di
immutabile calma. Le immagini che sorgevano dalle parole attraversavano
la mia coscienza senza creare altre immagini e pensieri. Questo nuovo
modo di vivere era come uscir fuori da una stanza buia e camminare
nell'aria fresca, nella luce del sole. La magia di questa brillante, scintillante
preghiera che si diffuse in ogni sfaccettatura della mia vita, mi rinsald
nella convinzione che il Japa fosse il solo mezzo capace di estrarre
''qualcosa di perfetto e di sublime'' dalla mia vita.
Io penso che il valore del Japa risiede nel fatto che esso annulla il rumore
di fondo della mente. Possiamo dire cos: quando pratichiamo le nostre
tecniche Kriya, possiamo gioire di uno stato di calma dove quasi tutte le
attivit della mente sono cessate. Il problema sta nel ''quasi tutte.''
Sfortunatamente un diffuso persistente rumore di fondo rende impossibile
entrare nel vero Silenzio Mentale. Ebbene, se pratichiamo una certa
quantit di Japa durante il giorno (quini non immediatamente prima di
intraprendere la routine di meditazione) quel rumore cede il posto alla
immobilit e alla trasparenza: l'esperienza fantastica, inaspettata.
Similmente quando leggo libri occidentali che insistono sul fatto che il
potere del Japa (Preghiera) non sta nel tuo sforzo ma nella ''Grazia Divina''
che viene solo quando usi una particolare formula canonizzata dallo
schema tradizionale di adorazione, non ho dubbi che questa sia un'altra
scemenza.
55
Inoltre i libri non menzionano il principale ostacolo: il dubbio.
Spesso infatti sorge lo scrupolo: ''Ripetendo il mio Mantra
meccanicamente tutto il santo giorno, come un pappagallo, forse mi sto
imbecillendo alla grande? Forse le facolt della mia mente si impigriscono
divenendo dei strumenti ottusi?'' Inutile dire che non cos! Attraverso il
Japa, la mente si riposa e diventa pi acuta.
56
CAPITOLO 4
RICERCA DEL KRIYA ORIGINALE
Nel frattempo il mio impegno col Japa, perse il suo mordente. Spesso
formulavo il seguente pensiero: "Non devo perdere mai la gioia dello stato
di assenza di respiro, anche per un minuto solo, ogni giorno della mia vita.
Questa la cosa pi reale mai sperimentata"! Ma la ricerca frenetica del
Kriya originale mi fece perdere il senno. Avevo aperto una porta che non
poteva essere chiusa cos facilmente. Una intensa soddisfazione nasceva
dal leggere e rileggere quel libro sottolineando elegantemente alcune frasi.
Ero colpito dal leggere che la pratica del Pranayama doveva essere
considerata errata se, dopo un opportuno numero di respiri, il praticante
non avesse ascoltato il suono interiore dellOm, senza chiudere gli orecchi.
57
II libro scritto dal maestro indiano di Kriya Swami Hariharananda, come
molti altri che avrei letto pi avanti, doveva servire da esca per interessare
le persone alla scuola di Kriya fondata dall'autore quindi non includeva
spiegazioni pratiche. Comunque le affermazioni che conteneva valevano la
pena di essere prese in considerazione; era chiaro che l'insegnante era
familiare con una pratica molto profonda del Kriya Pranayama. I concetti
teorici che introdusse erano assolutamente nuovi per me e creavano una
cornice bella e coerente per una pratica Kriya concepita come un unico
processo progressivo di sintonia con la realt Omkar.
Come un filo in cui sono infilate delle perle, la percezione Omkar doveva
attraversare tutte le diverse fasi del Kriya. Inoltre, la realt Omkar doveva
essere percepita non solo nell'aspetto di suono e luce ma anche come
"sensazione di oscillazione" o ''pressione.''
Ricordando una frase sfuggita alla mia ''Meditation Counselor'' su
una variante del Kriya Pranayama insegnata ad alcuni discepoli da P.Y., mi
convinsi che i dettagli che caratterizzavano tale Kriya Originale erano due:
Dopo pochi giorni, l'antica ben nota dolcezza entr di nuovo nella mia vita
ed io le diedi il benvenuto con tanta gratitudine e con un cuore aperto. Non
riesco a ricordare quanti respiri Kriya praticai ogni giorno, certamente mai
pi di 48-60. Il quotidiano contatto con la vibrazione di Om fu il mio
paradiso sulla terra per molte settimane. Non riesco ad immaginare alcuna
cosa che riesca a far sentire una persona cos colma di beatitudine.
58
meditazione ma anche quando, libero dal lavoro o da impegni vari, mi
rilassavo. Mantenere tale esperienza divenne l'unico obiettivo delle mie
pratiche Kriya.
Essi hanno insegnato il Kriya Pranayama con respiro lungo, col respiro
corto e quello con un respiro molto corto al limite della scomparsa.
Recentemente si tende a insegnare solo il secondo tipo molto semplice da
insegnarsi e praticare. Sono convinto che sia importante praticarli secondo
tutte le tre modalit, nella corretta successione e con un numero sufficiente
di ripetizioni. Questo il modo pi diretto di entrare nello stato di assenza
di respiro e raggiungere una profonda sintonia con la vibrazione Omkar.
Per quanto riguarda il Kriya Pranayama col respiro lungo la mia intuizione
era perfetta: lo si praticava cantando mentalmente Om in ciascun Chakra
dal Muladhara alla Fontanella, inspirando lungo la parte posteriore della
spina dorsale e dalla Fontanella al Muladhara espirando lungo la parte
59
anteriore della spina dorsale. Lo scopo di questo Pranayama trovare
stabilit nello stato di respiro quieto. Questo stato chiamato Sahaja
Kumbhaka (il modo naturale di interiorizzare il respiro.)
Decisi di non escludere mai il Kriya Pranayama col respiro lungo dalla mia
pratica.
60
Dopo l'iniziazione al Secondo Kriya, mentre stavo passeggiando nella citt
che ospitava Swamiji, tutto mi sembrava pi bello che mai. Era una
giornata di sole e le campane suonavano nello splendore del meriggio.
Vivevo come in un paradiso. Sperimentai un appagamento totale come se
il percorso Kriya fosse giunto al compimento.
Dopo essere ritornato a casa, praticai intensivamente. Un giorno, sul
luogo di lavoro, mi trovavo in una stanza da cui, attraverso una porta di
vetro, potevo vedere da lontano le montagne e contemplare sopra di loro un
cielo di un puro celestiale. Ero in estasi! Quel cielo distante era lo specchio
dei miei anni futuri, dedicati totalmente al Kriya Yoga. Per la prima volta, il
progetto di andare in pensione e vivere con un minimo reddito,
permanendo in questo stato per il resto dei miei giorni, cominci a
prendere forma.
61
date da fare per organizzargli dei seminari. Per dirla franca, la fedelt di
vari studenti non gli bast ad evitare il peggiore esito. Il suo sforzo
ammirevole, tutte le meravigliose sottigliezze con cui aveva arricchito il
nostro Kriya, rendendo questa pratica molto pi bella, non fu sufficiente ad
impedirgli di incontrare il naufragio della sua missione almeno qui in
Europa. 8
Usando gli stessi volantini, solo cambiando foto e nome, molte di quelle
persone che si erano date da fare per organizzare i suoi seminari, invitarono
un altro insegnante dall'India perch sapevano che costui era favorevole a
spiegare il Kriya nella sua forma completa.
Va detto che coloro che avevano gi incontrato questo nuovo
insegnante in India si erano resi conto che la realizzazione spirituale di
questi era quasi inesistente. Questo invito era fatto forse pi per
disperazione che per convinzione. Ci vollero due anni affinch tale
insegnante riuscisse a superare i problemi del Visto e potesse venire in
Europa, ma quando arriv si trov praticamente tutti i discepoli di Swami
Hariharananda pronti ad accoglierlo come un messaggero mandato da Dio.
62
il respiro, in tal modo veniva subito accantonata la tecnica dello Yoni
Mudra. Pur essendo essa fondamentale per Lahiri Mahasaya essa era
considerata pericolosa e quindi vietata. Per quanto riguarda il Kriya
Kundalini Pranayama, era indubbiamente una bella tecnica. La cosa pi
fastidiosa era che, una volta completato il numero prescritto di respiri, il
processo messo in moto venisse abbandonato bruscamente per la pratica
del cosiddetto Dhyana Kriya, una tecnica di meditazione che non
riguardava la spina dorsale, i Chakra ecc.
63
di Samadhi, fu veramente una doccia fredda.
In questa fase della mia vita, oltre ai tre principali insegnanti descritti in
questo capitolo, ricevetti un paio di iniziazioni da parte di altri insegnanti
che avevano un ruolo meno importante un tempo erano stati il braccio
destro di qualche Guru famoso, poi si erano resi poi indipendenti. Noi che
li seguivamo eravamo curiosi di come insegnavano il Kriya pur sapendo
che dal punto di vista umano avevamo a che fare con individui mediocri,
talvolta immorali. Insegnavano il Kriya in modo superficiale, ma ci
avevano detto che erano stati autorizzati ad iniziare e questo ci accecava.
Solo per questa ragione li trattavamo con un atteggiamento deferente,
perdonando tutto, anche quando tradivano la nostra fiducia.
''Autorizzati''! Come suonava magica ed ipnotica questa parola per
noi che la avevamo ascoltata con riverenza cos tante volte nella scuola di
P.Y.. strano e doloroso riconoscere che era proprio il mito profondamente
radicato in noi, ricevuto dalla scuola di P.Y., che il Kriya dovesse essere
ricevuto solo da persona autorizzate a sostenere la peggiore delle nostre
illusioni.
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Accettavamo la farsa delle iniziazioni come un inevitabile inconveniente
per riuscire ad ottenere le informazioni che cercavamo con tanta passione.
In linea di massima, dopo diversi rituali, la spiegazione era sempre rapida e
superficiale; spesso c'era anche una polemica spietatamente distruttiva nei
confronti delle informazioni ricevute da altre fonti.
Uscivamo da quelle iniziazioni cercando di auto convincerci di aver
trovato finalmente le chiavi segrete del Kriya originale, proponendoci di
abbandonare ogni altra pratica e dedicarci con gran seriet solamente alla
forma di Kriya appena ricevuta. Rifuggivamo dalla consapevolezza che la
nuova iniziazione aveva solo aggiunto qualcosa di insignificante rispetto a
quello che gi conoscevamo.
Per molti tra di noi, quelle iniziazioni erano come un vizio. Avevamo la
tendenza ad accumulare tecniche come per prepararci ad una carestia.
Tanto per fare un esempio, in quasi tutti questi seminari diniziazione un
impegno solenne di segretezza era la parola d'ordine per essere accettati.
Tutti devotamente facevano questa promessa ma, appena la riunione era
finita, non esitavamo a condividere al cellulare le informazioni ottenute
con i nostri amici, i quali, per ricambiare il favore, avrebbero preso parte ad
altre iniziazioni rivelandoci poi il contenuto.
Terzo insegnante
Quando giunse il momento di incontrarlo, non ero nello stato danimo
ottimale. Da alcuni indizi, sapevo che stavo per fare i conti con un
approccio radicalmente nuovo. Temevo che questo potesse sconvolgere la
bella routine nella quale mi ero stabilito. La magica dimensione di Omkar,
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nella quale il primo insegnante Swami Hariharananda mi aveva immerso
in un modo cos appassionato, non poteva essere messa da parte o
dimenticata. Non mi sognavo nemmeno di prendere altri principi come
fondamento del mio sentiero spirituale perci mi avvicinai al nuovo
insegnante bene deciso a rifiutarlo se lui, in qualche modo, sembrasse
portarmi lontano da tale realt.
Incontrai questo insegnante di Kriya in un centro Yoga. La sintesi del
suo discorso introduttivo era che il Kriya non significava gonfiare mente ed
Ego muovendosi verso unipotetica mente superiore, ma un viaggio oltre la
mente, in un territorio incontaminato.
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mio Kriya prese il volo. Alcuni giorni ero cos felice che quando uscivo per
una passeggiata, se incontravo qualcuno e mi fermavo ad ascoltarlo, non
importa quello che dicesse, unimprovvisa gioia scoppiava nel mio petto,
saliva fino agli occhi, tanto che era difficile trattenere le lacrime.
Guardando le montagne lontane o altre parti del paesaggio, cercavo di
indirizzare verso di esse quello che sentivo, onde trasformare la gioia
paralizzante in un rapimento estetico; questo tratteneva la gioia che serrava
il mio essere e la nascondeva. Ispirato da questa nuova condizione,
paragonandola con quella dei mistici, mi resi conto di come fosse difficile
vivere, portare avanti i doveri quotidiani e mondani, senza essere
paralizzati da una sempre presente sensazione di ebbrezza.
Mi chiedo ancor oggi come mai la mia prima organizzazione di Kriya non
insegni una tecnica cos semplice come il Talabya Kriya, preferendo
sostenere infinite polemiche e speculazioni che si trascinano fino ai giorni
nostri, lacerando le coscienze.
Sebbene tale testo non sembri rispettare alcun ordine logico nella
disposizione degli argomenti e contenga un numero infinito di ripetizioni e
frasi retoriche, esso ci aiuta a capire la personalit di Lahiri Mahasaya
con ci, il nucleo del Kriya pu essere intuito con la rapidit di una freccia.
Lessi questo libro in Estate portandolo con me in campagna; tante
volte, dopo averne letto una parte, guardavo le montagne distanti e ripetevo
dentro di me "finalmente, finalmente...!". Guardavo la fotografia di Lahiri
Mahasaya sulla copertina. Chiss in quale stato elevato si trovava quando
fu scattata tale foto! Osservai sulla sua fronte delle linee orizzontali, le
sopracciglia sollevate come nel Shambhavi Mudra, dove la consapevolezza
stabilita in cima alla testa; una leggera tensione del mento sembrava
rivelare che stava praticando il Kechari Mudra. Durante quei giorni la sua
figura, con quel lieve sorriso pieno di beatitudine, era un fulgido sole nel
mio cuore; era il simbolo della perfezione cui volevo arrivare.
Colpisce la sua capacit di comunicare concetti astratti quando
afferma che tutto il cammino del Kriya una grande avventura che
comincia col Prana dinamico e finisce col Prana statico. Uno sente un
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palpito di delizia quando incontra delle frasi che hanno una luce in s:
"Kutastha Dio, esso il Brahma supremo.'' Notevole l'importanza che
viene data al Kriya Pranayama, al Thokar e allo Yoni Mudra.
Lahiri Mahasaya rifiut di essere adorato come un Dio. Spieg che il Guru
non pu essere considerato identico a Dio. Questo un fatto che alcuni tra i
Suoi seguaci sembrano aver dimenticato. Disse infatti: "Non mantengo una
barriera tra il vero Guru (il Divino) ed il discepolo". Aggiunse che voleva
essere considerato a guisa di "specchio". In altre parole, ciascun kriyaban
avrebbe dovuto guardare a Lui non come ad un ideale irraggiungibile, ma
come alla personificazione di tutta la saggezza e realizzazione spirituale
che, a suo tempo, la pratica del Kriya sarebbe riuscita a far emergere.
Quando il kriyaban realizza che il suo Guru la personificazione di quello
che risiede potenzialmente in lui, di quello che un giorno lui stesso
diventer, allora lo specchio pu essere "gettato via".
S, piaccia o non piaccia, dice proprio cos: gettato via. Le persone
che sono state istruite con i soliti dogmi sul rapporto Guru-discepolo non
possono capire appieno l'impatto di queste parole, se lo capissero
incontrerebbero una intima contraddizione. Per incontrare la verit, ci
vuole coraggio unito ad un approccio intelligente, discriminante che aiuti
ad abbandonare le proprie illusioni, specie quelle che sono gradevoli e
fanno comodo. Oltre al coraggio ci vuole anche un buon cervello che vinca
la tendenza alla suggestionabilit.
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grande ritardo rispetto al tempo concordato, coloro che provenivano da
altre citt vedevano tutti i loro piani per il viaggio di ritorno andare in fumo
ed erano molto agitati.
Quando qualcuno aveva gi lasciato la stanza, giusto in tempo per
prendere l'ultimo treno, nonostante fosse tardi e le persone fossero stanche,
egli amava ancora indugiare su Yama e Niyama di Patanjali, prendendosi
tutto il tempo necessario per chiedere agli astanti di fare un voto solenne:
che da allora in avanti gli studenti maschi guardassero le donne (tranne la
propria moglie) come madri e, parimenti, le donne guardassero i maschi
(tranne il proprio marito) come padri. Il pubblico ascoltava le sue
farneticazioni con un sospiro di malcelato fastidio. 9
9
Naturalmente rispetto Yama-Niyama (le cose che giusto fare come anche quelle
che giusto evitare) ma, a mio avviso, chiedere alle persone che sono ansiose di
imparare le tecniche del Kriya Yoga di far voto di rispettarle solo una farsa e una
perdita di tempo. La richiesta del mio insegnante era in particolare impossibile, un
impegno che nessuno mai avrebbe rispettato. Perch non affidarsi al potere
trasformante del Kriya? Perch pensare che senza giuramenti la vita del kriyaban
sarebbe dissoluta? La necessit di accettare dei precisi schemi di comportamento,
qualcosa che appare spontaneamente dopo aver gustato il miele dell'esperienza
spirituale. Forse all'inizio la cosa migliore non stracciarsi le vesti a causa di un
comportamento problematico dello studente. Per dirla in modo semplice, si visto
che delle persone che conducono una vita moralmente discutibile hanno avuto
successo con il Kriya arrivando spontaneamente alla cosiddetta vita virtuosa, mentre
molti "benpensanti" hanno fallito.
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pratica di gruppo guidata. Essa sarebbe servita come ripasso sia per i nuovi
iniziati che per coloro che stavano gi praticando. Mi occupai di far
arrivare al maestro tale richiesta tramite un amico che andava in India. Gli
diedi una lettera da consegnargli di persona, con i miei saluti e un caldo
abbraccio.
70
volse improvvisamente verso di me con gli occhi iniettati di un tale odio
che sembrava sul punto di ammazzarmi; mi url che la mia pratica non era
affare suo. Questo, in base a quanto ricordo, fu lunico "discorso" tecnico
che ebbi con lui nel giro dei miei sei anni in cui lo seguii.
Tante cose non andavano per niente bene. Sentivo che questuomo, cui
cercavo di soddisfare ogni pur piccolo capriccio come se stessi compiendo
un atto sacro, non amava il Kriya. Se ne serviva, invece, soltanto per
condurre qui in occidente un vita molto pi bella rispetto alla sua vita
grama in India come spesso egli mi aveva descritto.
Pass un altro anno. Come risposta alla richiesta di alcuni amici
allestero, andai nel loro gruppo ad insegnare il Kriya Yoga. In quel gruppo
incontrai uno studente molto serio che conosceva bene i modi del mio
insegnante e che partecipava al seminario di iniziazione solo come
occasione di ripasso. Mi pose delle domande molto pertinenti e trov
sempre precise risposte. Il problema fu proprio quello: "Da chi hai appreso
71
tutti questi particolari?" mi chiese. Egli sapeva bene che il mio insegnante
era un disastro totale da un punto di vista didattico. Percepiva che avevo
appreso molti dettagli da altre fonti. Come potevo allora dare liniziazione
al Kriya usando una conoscenza che non proveniva dal mio insegnante?
Poteva comprendere il mio imbarazzo ed era perplesso che, proprio per il
fatto che questi mi aveva autorizzato ad insegnare il Kriya, non avessi mai
avuto loccasione di parlargli apertamente di dettagli tecnici! Era per me
doveroso, risolvere la questione il pi presto possibile.
Conoscendo il temperamento irascibile del mio insegnante, esitai
molto, ma non c'era alternativa. Tramite un amico gli spedii un fax dove
menzionavo il problema in oggetto e lo pregavo di predisporre il suo tempo
in modo che ne potessimo discutere dopo il suo arrivo nel mio gruppo
durante il suo prossimo giro. Lui si trovava in Australia ma al massimo
entro una settimana avrei avuto la risposta. Il mio inconscio era pronto al
cataclisma, anticipando un evento che intuitivamente sapevo sarebbe
avvenuto. La situazione pi probabile era che egli si sarebbe molto
arrabbiato e avrebbe dato in escandescenze. Se lintera situazione mi fosse
sfuggita di mano e, come risultato della nostra rottura, non fosse venuto pi
nel nostro gruppo, coloro che gli volevano bene avrebbero sofferto. Pochi
avrebbero potuto comprendere le ragioni del mio agire. Sarei stato colui
che aveva disturbato una situazione non perfetta ma comunque
confortevole. Lui piaceva infatti ai miei amici; il fatto che ogni anno
visitasse il nostro gruppo era molto stimolante e infatti si preparavano a
quelle occasioni con una pratica intensa del Kriya.
Una risposta alquanto severa arriv pochi giorni dopo. In tono
sprezzante egli non si indirizz direttamente a me ma finse di rispondere
alla persona che materialmente gli aveva spedito il fax. Scrisse che il mio
eccessivo attaccamento alle tecniche non mi avrebbe mai permesso di
uscire fuori dai recinti della mia mente ero come San Tommaso, troppo
desideroso di toccare con mano e verificare la bont dei suoi insegnamenti.
Aggiunse che avrebbe soddisfatto la mia richiesta ma solo per gratificare il
mio ego.
Leggendo il termine "gratificazione" vidi che non aveva capito nulla.
Avremmo dovuto parlarci, parlarci tanto tempo prima! Mi chiesi perch
non mi avesse mai lasciato esprimermi. Non volevo contestarlo, non
volevo distruggerlo; gli avevo scritto solo per stabilire una volta per
sempre cosa avrei dovuto dire e cosa non dire ai kriyaban durante
l'iniziazione. Perch mi era sempre sfuggito?
Decisi di comportarmi limpidamente come se non avessi afferrato il
suo tono. Volevo proprio vedere cosa avrebbe fatto. Non chiesi scusa e
nemmeno risposi in tono risentito. Scrissi che io insegnavo il Kriya per
conto suo e che perci una discussione su certi dettagli del Kriya era
necessaria. Aggiunsi che a tale evento avrebbero potuto prendere parte
72
anche le altre tre persone in Europa similmente autorizzate da lui a
impartire l'iniziazione al Kriya Yoga. Gli feci dunque capire che non
avrebbe sprecato il suo tempo e fiato solo per me. Non ebbi, n allora n
mai pi, alcuna risposta. Settimane dopo mi fecero notare che sul suo sito
Internet, il piano della sua visita in Italia era stato cambiato e il nome del
mio paese non figurava pi. La mia seconda lettera aveva compiuto la
rottura definitiva. Lincubo era finito!
Mi presi una giornata di vacanza e feci una lunga passeggiata;
camminai molto, nervosamente, immaginando un ipotetico discorrere con
lui. A un certo punto mi ritrovai a piangere di gioia. Era troppo bello ero
libero. Ero stato troppi anni con questo individuo, ed ora era veramente
finita!
La domanda che mi sarei posto per anni era come mai lo avevo seguito
tanto a lungo. Di sicuro non avevo sacrificato la mia dignit solo per
ricevere informazioni sul Kriya! In effetti, tutte le sue tecniche mi erano
state anticipate da un amico che era discepolo di uno dei discepoli di suo
padre. La ragione del mio comportamento conflittuale era il vivo interesse
da parte mia per la diffusione del Kriya qui in Europa. Apprezzavo il fatto
che lui viaggiava tantissimo attraverso gli USA e qui in Europa per
diffondere il suo Kriya senza chiedere un centesimo per le sue Iniziazioni
(eccetto un'offerta libera e una equa condivisione delle spese per affittare la
stanza dei seminari.) Da parte mia, la volont di cooperare con lui fu
sempre costante. Fronteggiai tutte le spese necessarie per allestire
permanentemente una stanza nella mia casa, dove i seminari di iniziazione
al Kriya potessero essere tenuti durante le sue visite.
Quando vidi che lui continuava a insegnare nel suo modo affrettato e
superficiale, approfittando di noi come se fossimo totalmente cretini, il mio
inconscio cominci a ribellarsi. Ancora vivo nella mia memoria un sogno
nel quale nuotavo nel letame. Devo ammettere che dietro la mia maschera
di finta delizia, si nascondeva unagonia di aridit. C'erano momenti in cui,
pensando ai miei semplici inizi con lo Yoga, il mio cuore distillava una
nostalgia indefinita per tale periodo che non aspettava altro che coerenza e
integrit da parte mia per sorgere di nuovo e fiorire senza impedimenti.
Quando ricevetti la sua risposta rude e del tutto fuori luogo alla mia
legittima richiesta, mi resi conto che ora era in gioco la mia verit interiore
e dissi a me stesso Ora o mai pi!
73
CAPITOLO 5
UNA DECISIONE NATA DALLA DISPERAZIONE
Un amico si ferm per alcuni giorni presso un Ashram in India dove sapeva
che si poteva ricevere il Kriya Yoga. Il monaco che guidava questo Ashram
74
non era presente, per l'amico ricevette l'iniziazione al Kriya da un suo
discepolo. Acquist un grosso volume dove c'era la descrizione sintetica
delle tecniche. Di ritorno dall'India l'amico, visibilmente soddisfatto, mi
mostr questo libro. Le tecniche non erano molto diverse da quelle che
conoscevo per c'erano tanti altri dettagli in pi. Non c'era nulla, in ogni
caso, che andasse a chiarire i miei dubbi, non un cenno a come ottenere il
Kechari Mudra, nulla sul Thokar. Ricordo invece una tecnica molto
complicata basata sulla visualizzazione dei Chakra come sono descritti nei
testi tantrici. Ogni tecnica era preceduta da un'introduzione teorica con
citazioni da libri antichi e accompagnata da un'illustrazione che eliminava
ogni possibile dubbio. Alla fine del libro veniva data una routine graduale
molto precisa. C'era naturalmente laffermazione che tutte queste tecniche
costituivano il Kriya come spiegato da Babaji, il mitico Guru di Lahiri
Mahasaya.
Siccome il materiale era molto interessante, mi sarebbe tanto
piaciuto illudermi che la mia ricerca fosse finalmente conclusa e che quegli
appunti contenessero quanto cercavo! Bastava solo credere che Babaji, per
creare il Kriya Yoga, non avesse fatto nient'altro che fare una sintesi delle
numerose pratiche spirituali del Tantrismo. Ci voleva inoltre laudacia di
pensare che il Thokar potesse essere considerato nullaltro che una banale
variante del Jalandhara Bandha! E se non c'erano le istruzioni per il
Kechari Mudra, pazienza, ci voleva dire . che tale Mudra non era
importante! Con un po di buona volont e applicazione sarei riuscito a far
quadrare il cerchio! Il caso volle che ascoltassi la registrazione di una
conferenza dell'autore Swami S. S.. Raccontava di aver trovato tali
tecniche in alcuni testi tantrici e di averne fatto una selezione accurata per
formare un sistema coerente di Kriya! Come poteva spiegarsi allora
l'affermazione secondo la quale quegli insegnamenti provenivano da
Babaji? Semplice come molti altri insegnanti indiani, erano stati i suoi
discepoli, non lui, a redigere quel materiale; questi ebbero la bella pensata
di renderlo pi interessante accennando alla derivazione dal mitico Babaji.
L'insegnante, sempre rispecchiando un tipico costume indiano, non aveva
mai controllato quegli appunti e rimase, infatti, sconcertato quando seppe
di quellaggiunta. Difese per l'operato dei suoi discepoli affermando che,
in fondo "Il Kriya di Babaji aveva origini tantriche".
75
che per molto tempo i suoi iniziati non si sarebbero resi conto che in realt
quello che avevano ricevuto non aveva nulla a che fare con il Kriya. Mi
accorsi di ci solo quando riuscii a vincere la loro esitazione, e li convinsi a
darmi in via confidenziale una descrizione sommaria di quella tecnica.
Esso era null'altro che la semplice ripetizione di un Mantra! La cosa
che pi mi dispiaceva non era tanto la sostanziosa offerta che questi amici
avevano fatto a quegli arroganti chiacchieroni (la Gurudakshina
[donazione] che essi ricevettero era per loro un bel bottino alle spese dei
miei amici) ma il fatto che cos, pur viaggiando in varie parti dell'India si
erano privati della possibilit di apprendere il Kriya da altre fonti, in altri
posti.
Finito il suo racconto l'amico mi guardava con occhi stupiti. Non so ancora
se sperava di convincermi o se, pi che altro, era immerso nella sua
amarezza e frustrazione. Non dissi nulla. Credo che non si rendesse conto
di quanto stupidamente si era comportato con quella nobile persona. La
batosta gli arriv un mese dopo, quando venne a sapere che un suo
concittadino aveva ricevuto l'iniziazione al Kriya proprio da quella stessa
persona da lui intervistata a Benares. Fu molto contrariato, offeso dalla
notizia e fece il progetto di ritornare in India e protestare presso quel nobile
e austero personaggio. Purtroppo non ci ritorn pi, perch una grave
malattia ci port via questamico. Nonostante la diversit abissale del
nostro carattere, gli sar sempre grato per tutto quello che del sentiero
Yoga volle condividere con me.
76
Infine avvenne un evento che caus un tumulto nel profondo del mio
animo. Venni a sapere che c'era la possibilit di invitare un nuovo maestro
di Kriya Yoga in Europa. Poich si trattava di una persona stimata, ero
abbastanza incline a collaborare con tale progetto impegnandomi a
sostenere parte delle spese per il suo viaggio.
Un caro amico and in India per incontrarlo e parlargli
personalmente. Dopo un mese circa, ritornato in patria, mi telefon. Alcune
ore dopo, eravamo seduti nella mia stanza. Aveva avuto un'intervista
privata con il nuovo insegnante e aveva buone notizie. Ero tutt'orecchi.
Lui era entusiasta. Avevano parlato della deplorevole situazione della
diffusione del Kriya qui in occidente; l'insegnante si era dimostrato
addolorato e disse di essere disposto ad aiutarci. Alla fine di quell'incontro,
lamico si era fatto controllare il Kriya Pranayama proprio da
quell'esperto.
Con mia sorpresa questo amico mi chiese di praticare il Kriya
Pranayama davanti a lui, e poi afferm che riscontrava un errore nella mia
pratica. Gli chiesi di cosa si trattasse e la sua risposta mi gel: disse che
non poteva dirlo perch aveva promesso solennemente allinsegnante di
non rivelare nulla. 10
77
Alcuni giorni dopo, contattato dalla segretaria di tale maestro, rimasi
disgustato da come lei trattava il lato finanziario del viaggio. Declinai
l'offerta. In realt non me la sentivo di intraprendere daccapo un enorme
lavoro di organizzazione. In quanto ad andare io da lui non ci pensavo
nemmeno. Ero certo che la prima cosa che mi avrebbe richiesto sarebbe
stato il classico giuramento di non dire nulla. Ritornato dai miei amici, cosa
avrei dovuto dire loro? ''Cari amici, non posso dirvi nulla, anche voi dovete
andare in India.'' Eravamo arrivati a questa situazione assurda: se gli amici
del mio gruppo avessero voluto ricevere una briciola in pi di informazione
sul Kriya, dovevano essere posti su un aereo e spediti in India. Altrimenti
sarebbero vissuti senza questa informazione.
Se le cose fossero andate cos, ciascun anno, una serie innumerabile
di voli charter avrebbero dovuto trasportare coloro che erano interessati al
Kriya non importa se vecchi o malati ad una distante citt indiana,
come un pellegrinaggio a Lourdes o Fatima! Questa farsa non era neanche
degna di essere presa in considerazione. Qui percepii la morsa della
disperazione.
Visualizzai un libro sul Kriya dove ogni tecnica fosse spiegata nei dettagli.
Tante volte mi ero chiesto cosa sarebbe successo se Lahiri Mahasaya o uno
dei suoi discepoli lo avesse scritto! La mia immaginazione mi port
persino a farmi un'idea del colore della copertina. Immaginai di sfogliare le
sue scarse pagine sobrie, ma ricche di contenuto. Se questo libro fosse
esistito, avremmo avuto un affidabile manuale di Kriya che avrebbe
limitato le tante piccole o grandi varianti inventate da diversi maestri. Forse
alcuni commentatori avrebbero tentato di "forzarne" il significato per
adattarlo alle loro teorie. Anzi, sono certo che qualche pseudo-guru
avrebbe suggerito che le tecniche incluse erano intese per i principianti, che
cerano tecniche pi "evolute", che solamente le persone "autorizzate"
78
potevano comunicare a discepoli qualificati. Alcuni avrebbero abboccato,
preso contatto con l'autore, pagato cifre enormi per ricevere tecniche che
questi aveva messo insieme o usando la fantasia o copiandole da qualche
libro esoterico...
Queste son cose che accadono, questa la natura umana. Comunque,
i veri ricercatori sarebbero sicuramente stati capaci di riconoscere la forza,
l'intrinseca evidenza autosufficiente del testo originale. 11
un peccato che nessuno abbia scritto quel libro! Per la prima volta
osai lasciare che i miei pensieri si soffermassero liberi su cosa sarebbe
successo se avessi io scritto tale libro. Era difficile, pur tuttavia possibile,
12
Questo straordinario manuale riesce pi che altri a chiarificare gli insegnamenti
contenuti nei tre testi fondamentali del tantrismo: Hatha Yoga Pradipika, Gheranda
Samhita e Shiva Samhita. Nonostante gli anni trascorsi dalla sua pubblicazione ed i
numerosi testi di Hatha Yoga apparsi recentemente, tale libro rimane ancora uno dei
migliori. Delle tecniche polverose divennero attuali pi che mai, fattibili, chiare
davanti agli occhi dell'intuizione. Ecco perch pensai che un lavoro analogo sul
Kriya sarebbe stato per molti studenti e ricercatori una vera "manna dal cielo".
79
vivono per mezzo delle donazioni ricevute durante le iniziazioni e, grazie
al vincolo della segretezza, esercitano il loro potere sulle persone
avrebbero considerato il libro una minaccia al loro lavoro. Forse quello che
sembrava virtualmente eterno per alcuni (vivere come dei pasci,
circondati da persone pronte a soddisfare tutti i loro capricci nella speranza
di ricevere le briciole di ipotetici "segreti") avrebbe potuto cambiare, e lo
avrebbero temuto come la peggior peste. Essi avrebbero tentato di
distruggerne laffidabilit con una censura impietosa. Gi sentivo i loro
commenti sprezzanti mentre lo sfogliavano velocemente: "Contiene solo
fantasie che nulla hanno a che vedere con l'insegnamento di Babaji e Lahiri
Mahasaya. Diffonde un insegnamento falso!" Altre persone avrebbero
potuto non gradire il libro, o sconcertati dalla sobriet di una esposizione
priva di fronzoli, che non incontra le loro aspettative, o perch non
riescono a ricevere ''buone vibrazioni'' da esso.
Coloro invece che amano il Kriya pi dei capricci della loro
sensibilit avrebbero provato un immenso sollievo a imbattersi in un libro
simile. Io gi vivevo nella loro felicit. Grazie a loro, il libro avrebbe
continuato a circolare, e chiss quante volte sarebbe ritornato davanti agli
occhi di quegli insegnanti che ne aveva decretato la condanna. Talvolta
questi avrebbero dovuto far finta di non accorgersi che, durante i loro
seminari, alcuni se lo stavano passando, sfogliandolo, perdendo con ci
parte della conferenza
Immergendo lo sguardo nel blu del cielo sopra le cime dorate dei
monti, vidi quella strana situazione come fortemente reale. Ciascuna parte
di questo sogno si svilupp nello spazio di alcuni secondi, invase la mia
coscienza come un torrente in piena, come se ogni parte di esso fosse gi
stata provata ed inscenata infinite volte.
80
Mi ricordai che, in un paio di casi, la rigida ingiunzione era stata ignorata
dal buon senso. Un paio di persone che erano altrimenti fedeli
all'organizzazione avevano, in condizioni eccezionali, infranto questa
regola. Un kriyaban spieg la dinamica del Kriya Pranayama a sua madre
invalida ma desiderosa e in grado di praticare. In un altro caso che mi
turb particolarmente, un sacerdote cattolico voleva sinceramente
apprendere il Kriya ma non pot riceverlo attraverso i canali corretti per un
problema di coscienza nell'atto di firmare il modulo di richiesta delle
lezioni; trov comunque un kriyaban che gli spieg la tecnica e condivise
con lui le sue lezioni (fatto questo che era strettamente proibito di fare.)
Comunque, era chiaro che scrivere un libro era tutta un'altra cosa. La stessa
idea mi creava ora una stretta dolorosa nel petto accompagnato da un senso
generale di disagio ed irrealt. Compresi che per essere in pace con la mia
coscienza, avrei dovuto prima sviscerare il concetto di Guru.
Alcuni anni prima, ero rimasto perplesso quando dei rappresentanti della
mia prima organizzazione cercarono di farmi capire che Dio e il Guru
erano la stessa cosa. Un capo del pi importante gruppo italiano della mia
scuola mi aveva a suo tempo istruito: "Non capisci che P.Y. e la Madre
Divina sono una e una sola realt"? Solo ora riuscivo a vedere quanto
estraneo fosse questo insegnamento alla mia comprensione.
Dal credere che il Guru e Dio siano la stessa realt viene l'idea che
l'organizzazione fondata dal Guru non sia solo una istituzione che si
occupa di diffondere i suoi insegnamenti ma sia l'unico tramite tra Dio e
coloro che vogliono progredire spiritualmente attraverso il Kriya Yoga.
Poich il Kriya appreso al di fuori dell'organizzazione non ha alcun valore,
la richiesta di segretezza ne discende in modo ovvio. Il dogma della
segretezza permette al mito del ruolo insostituibile dell'organizzazione di
essere mantenuto in vita. strano notare che solo nel mondo della magia
iniziatica un metodo privo del suo valore se appreso attraverso modi
non-convenzionali. La minaccia di eventuali sciagure che capiterebbero a
chi viola il dogma della segretezza stona con tutto quello che leggiamo
nelle biografie dei santi; s'addice perfettamente invece con la dimensione
esoterico-magica di certe societ anzi, la segretezza indispensabile alla
loro esistenza.
Altre giustificazioni al mito della segretezza sembrano fragili.
Spesso si dice che la segretezza aiuta "a mantenere gli insegnamenti puri".
Ora, conoscendo alcune modifiche minori ma comunque importanti alla
pratica del Kriya portate avanti dalle organizzazioni, si farebbe meglio a
dire: "per mantener la purezza delle modifiche!" Forse sbaglio, ma sento
81
che l'unico beneficio della segretezza per un individuo di far s che il suo
piacere di possedere qualcosa di esclusivo aumenti al parossismo.
Alcuni kriyaban spesso mi raccontano che le vibrazioni spirituali
ricevute con l'Iniziazione da parte Maestri autorizzati, hanno elevato la loro
pratica ad una "ottava superiore". Non oso contraddire simili affermazioni
basate, secondo me, sulla suggestione. Tuttavia, mi piacerebbe incontrare
un giorno uno di quei kriyaban che, dopo essere stati iniziati attraverso i
canali legittimi, hanno abbandonato la pratica. Ce ne sono tanti, tanti da
non credere. Hanno rigettato la pratica del Kriya come se fosse un incubo
da cui si sentono guariti. Il Kriya richiede un impegno serio e rester
sempre una cosa per pochi. Ebbene, chiederei loro come avvenuto che
sono precipitati da quella "ottava superiore" in un lucido e spietato
disincanto.
Ritorniamo alle conflittuali riflessioni di allora. Una cosa strana era che il
termine Guru era attribuito ad una persona che i discepoli non avevano
conosciuto direttamente. Gli studenti dovevano giurare la loro eterna
devozione non solo ad una persona ma anche ad una catena di Maestri,
anche se solamente uno di loro doveva essere considerato il Guru-
precettore. '' il Guru-precettore che ti presenta a Dio. Non c' altro modo
di raggiungere l'Auto realizzazione.'' Essendo tali studenti iniziati in una
disciplina spirituale dai canali legittimi (discepoli autorizzati), si diceva che
il Guru pur non essendo pi presente su questo piano fisico era comunque
reale e presente nella loro vita. Si affermava che il Guru, anche se non pi
su questa terra, avrebbe bruciato parte del loro Karma e li avrebbe sempre
protetti; egli era uno speciale aiuto scelto da Dio Stesso gi prima che loro
avessero iniziato a cercare il percorso spirituale.
82
particolare forza e pressione che aumentava e mi serrava lintera zona del
torace con una stretta di beatitudine. Quellimmagine era forte, molto
vivida davanti a me. Non cera nulla di pi bello; mi faceva vibrare
damore. Avevo l'impressione come di aver gettato uno sguardo alle
indistinte sorgenti da cui si originava il mio presente corso di vita. Era
come se un filo interiore legasse tutte le mie azioni passate a quella
immagine, ricevendo senso e significato da essa.
Quella montagna era il simbolo del sentiero mistico universale. Essa
parlava alla mia intuizione: "Un Guru pu essere importante per il tuo
sviluppo spirituale, ma il tuo sforzo personale quando resti solo molto pi
importante. In ogni rapporto Guru-discepolo viene un momento in cui
rimani solo e ti risvegli alla realizzazione che il tuo percorso un solitario
volo tra te e il tuo S interiore. Il rapporto Guru-discepolo un'illusione
utile e confortevole che appare come reale fintantoch non vieni travolto
da ci che travalica la tua mente."
Quella abbagliante intuizione scomparve dopo alcuni giorni. Una
sera, dopo una lunga passeggiata, spento da un'improvvisa stanchezza, mi
trascinai a casa. Logorato dai miei pensieri, il problema del rapporto Guru-
discepolo cominci ad emergere oscuramente, pi come una ferita che
come una teoria che dispiega i suoi miti. Regolai il lettore CD con la
funzione "repeat" sul secondo movimento del Concerto Imperatore di
Beethoven... Era mai successo che qualcuno, carico delle benedizioni del
Guru ricevute dal frequentare tutte le possibili cerimonie di iniziazione
tenute da canali legittimi, avesse mai praticato il Kriya con quella dignit e
coraggio con cui Beethoven aveva sfidato il suo destino?
Spensi la luce e contemplai il sole che scendeva in lontananza dietro
gli alberi in cima ad una collina. La silhouette di un cipresso eclissava in
parte il grosso disco del sole, rosso come il sangue. Quella era la bellezza
eterna! Quella era la norma a cui ispirarsi. Chiusi gli occhi onde cercare
una spassionata, non emotiva valutazione della situazione. Una strana
immagine afferr la mia attenzione: quello della "investitura" di
Vivekananda da parte del suo Guru Ramakrishna. Avevo letto che un
giorno, verso la fine della sua esistenza terrena, Ramakrishna entr in
Samadhi mentre il suo discepolo Vivekananda gli era vicino. Vivekananda
cominci a sentire una forte corrente, poi perse conoscenza. Quando
ritorn in s, il suo Guru, piangendo, gli sussurr: "O mio Naren
(Vivekananda), oggi ti ho dato tutto, ora sono divenuto un povero fachiro,
non possiedo nulla; con questo potere farai un immenso bene al mondo". In
seguito Ramakrishna spieg che i poteri che aveva passato a Vivekananda
non potevano essere utilizzati dal suo discepolo per accelerare la propria
realizzazione spirituale perch ognuno deve sostenere da solo tale fatica;
lo avrebbero aiutato nella sua missione futura quale insegnante spirituale.
Credo che il mio inconscio si manifest con questimmagine come
83
per ammonirmi a non cedere alla tentazione di gettare via qualcosa di
valido e prezioso. Ora, se noi diciamo che Ramakrishna era il Guru di
Vivekananda, stiamo affermando qualcosa di vero e fuori discussione.
"Ma allora che cos' uno starec? Lo starec colui che accoglie la vostra
anima, la vostra volont nella propria anima, nella propria volont.
Quando scegliete uno starec, voi rinunciate alla vostra volont e gliela
affidate in completa sottomissione, con assoluta abnegazione. Questo
tirocinio, questa terribile scuola di vita viene accettata spontaneamente da
colui che offre se stesso, nella speranza, al termine della lunga prova, di
sconfiggere il proprio essere e di dominarsi fino al punto di conquistare
infine, attraverso una vita di ubbidienza, la libert assoluta, vale a dire la
libert da se stesso, per evitare il destino di coloro che hanno vissuto tutta
una vita senza trovare dentro di s se stessi."
84
Collettivo. 13 Le mie riflessioni arrivarono fino a questo punto e qui si
fermarono per mesi.
85
Nel frattempo avevo migliorato la stesura dei miei appunti sulle diverse
tecniche Kriya che avevo appreso durante vari seminari e ne stampai
alcune copie per gli amici che non avevano ricevuto tutti i livelli del Kriya.
Acquistai un computer e, da prigioniero volontario, ridussi al minimo la
vita sociale per dedicare tutto me stesso a scrivere. Non era facile estrarre
dai miei consistenti fascicoli di appunti, ricavati da insegnanti diversi, il
nucleo essenziale del Kriya Yoga. Avevo limpressione di trovarmi a
ricomporre un ampio puzzle, senza avere qualsiasi anteprima di quello che
sarebbe apparso alla fine.
Nella prima parte del libro ho riassunto la storia della mia ricerca spirituale
mentre ho dedicato la seconda parte al condividere quello che sapevo sulla
teoria e pratica del Kriya Yoga. L'ultima parte dedicata a studiare come
un kriyaban dovrebbe coordinare e guidare i suoi sforzi per resistere alla
corrosione del tempo. noto come molti kriyaban falliscano nel mantenere
vivo il loro entusiasmo, fronteggiando la sfida del tempo. La mia risposta
riguarda l'uso della Preghiera Devozionale ovvero del Japa.
Il tempo impiegato nello scrivere il libro fu molto pi lungo del
previsto. I miei amici dicevano che non avrei mai posto la parola fine
allimpresa. Eppure io non sentivo nessuna urgenza, volevo vivere quel
periodo tranquillo della mia vita, apprezzando il senso di calma e
appagamento che viene a coloro che dedicano tutti i propri sforzi ad un
unico scopo. Alla fine, un giorno il libro fu pronto e con l'aiuto di un
amico, messo in rete.
Dopo un paio di mesi arriv la reazione di colui che era stato il mio
terzo insegnante. Durante un seminario aveva commentato la mia azione
come quella di uno che vuole fare affari col Kriya. Mi defin una
"prostituta intellettuale." La mia reazione fu strana: quella notte non mi
riusc di prendere sonno, eppure ero divertito e soddisfatto.
86
PARTE II: METODOLOGIA E TECNICHE DEL KRIYA YOGA
Importante
Le tecniche qui descritte sono esposte solamente per motivi di studio, per
servire come raffronto col lavoro di altri ricercatori. Da questa condivisione
spero derivi un feedback intelligente. Osservazioni, critiche, correzioni e
aggiunte saranno ben ricevute. Prima di cominciare a porvi tutte le
domande pi strane possibili e immaginabili, leggete completamente la
Parte II e III di questo libro in modo da avere una completa visione della
materia. Scoprirete che molte domande trovano risposta man mano che
proseguite con la lettura.
Tengo a precisare che questo libro non un manuale di Kriya Yoga!
Forse in futuro ne scriver uno e allora affronter il problema di come
dividere l'intero argomento in diverse lezioni cercando, per ciascuna fase
dapprendimento, di fornire tutti i consigli necessari. In ogni caso, certe
tecniche non possono essere apprese leggendo un manuale. Ci sono
tecniche delicate come per esempio il Maha Mudra, il Kriya Pranayama, il
Thokar, lo Yoni Mudra che impensabile apprendere senza l'aiuto di un
esperto che controlli la loro esecuzione. Ogni persona diversa e nessuno
pu dire a priori quali saranno gli effetti di una determinata tecnica,
soprattutto se praticata in dosi consistenti.
L'autore non si assume alcuna responsabilit nel caso di risultati
negativi, particolarmente nel caso in cui uno decida di praticare le tecniche
senza aver cercato la supervisione di un esperto. Coloro che intendono
portare avanti questa pratica dovrebbero farlo con il dovuto senso del sacro
e la consapevolezza della ricchezza che essa potr portare nella loro vita.
Sebbene ognuno ha il diritto e il dovere di controllare il suo destino,
garantirsi il consiglio o la guida di un esperto indispensabile.
1
Mi propongo di migliorare continuamente la spiegazione delle tecniche che seguono.
Potete visitare almeno una volta all'anno il sito www.kriyayogainfo.net per controllare
se ci sono dei raffinamenti nella spiegazione delle tecniche.
91
CAPITOLO 6
PRIMO LIVELLO DEL KRIYA YOGA
92
spalle. La sua sede pu essere individuata oscillando la testa lateralmente,
mantenendo il busto ben fermo, concentrandoci sul punto dove si
percepisce un particolare suono come di un qualcosa che viene macinato.
Per poter localizzare il Midollo Allungato o Medulla che si trova
alla sommit della spina dorsale, solleva il mento e tendi i muscoli del
collo alla base dell'osso occipitale; concentrati sulla piccola cavit che si
trova sotto tale osso.
Muoviti dalla sede del Medulla verso il punto tra le sopracciglia.
Lentamente oscilla la testa lateralmente (alcuni centimetri a sinistra e poi a
destra) cercando di percepire un qualcosa che collega le due tempie.
Concentra l'attenzione presso presso il punto di intersezione di due linee
ideali: la linea che collega la cavit sotto l'osso occipitale con il punto tra
le sopracciglia e la linea che collega le due tempie quella la sede di Ajna
Chakra.
Questo Chakra considerato la ''sede dell'anima'' ovvero la ''porta
che conduce nel regno dello Spirito.'' Trovando stabilit di concentrazione
in tale zona, la luce interiore del punto tra le sopracciglia si espander
nell'esperienza dell'occhio spirituale (Bhrumadhya o Kutastha) un punto
luminoso nel centro di un'infinita radianza sferica. Questa esperienza
l'entrata regale nella Coscienza Divina immanente nell'universo fisico.
Essa porta a sperimentare l'intero universo come il proprio corpo. Questa
esperienza anche detta Kutastha Chaitanya. [Talvolta il termine Kutastha
utilizzato al posto di Bhrumadhya.]
93
L'energia che fluisce attraverso la Nadi della lingua durante il Kechari
Mudra stimola la ghiandola pituitaria. La ghiandola pituitaria, o ipofisi,
una ghiandola endocrina della dimensione pi o meno di un pisello. Essa
forma una protrusione sul pavimento dell'ipotalamo. Si dice essere la sede
fisica di Ajna Chakra.
Uno dei pi grandi misteri del sentiero spirituale il ruolo della
ghiandola pineale. Questa un'altra piccola ghiandola endocrina nel
cervello. Ha la forma di una piccola pigna (simbolicamente, molte
organizzazioni spirituali, hanno usato la pigna come una icona). Essa
situata dietro la ghiandola pituitaria, nella parte posteriore del terzo
ventricolo del cervello. Avere piena esperienza della bianca Luce spirituale
in tale punto considerato il sommo dei raggiungimenti della propria
Sadhana (pratica spirituale.)
94
pavimento.
Sollevate il piede sinistro e portatelo verso il corpo in modo che la
suola del piede sinistro aderisca comodamente all'interno della coscia
destra. Tirate il tallone del piede sinistro il pi possibile verso l'inguine. La
gamba destra piegata al ginocchio ed il piede destro posto
comodamente sopra la coscia sinistra o il polpaccio o entrambi. Il
ginocchio destro abbassato il pi possibile verso il pavimento.
La migliore posizione per le mani con dita intrecciate come si pu
osservare nella famosa foto di Lahiri Mahasaya. Ci crea un buon
equilibrio di energie dalla mano destra alla sinistra e viceversa. La
posizione delle mani per la meditazione e per il Pranayama la stessa in
quanto ci si muove dal Pranayama alla meditazione senza soluzione di
continuit. Di solito nemmeno ce se ne rende conto.
Quando ci sono problemi di salute o si verificano particolari
condizioni fisiche, pu essere provvidenziale praticare il mezzo loto su una
sedia, purch non abbia braccioli e sia abbastanza grande. In questo modo,
una gamba alla volta pu essere abbassata e l'articolazione del ginocchio
rilassata!
95
TECNICHE DEL PRIMO KRIYA
Ora diamo una semplice descrizione delle tecniche del Primo Kriya. Un
buon uso di essa leggere una singola tecnica alla volta e familiarizzare
con essa. Qui troverete sia le tecniche base che quelle da aggiungere in
seguito.
Questo Mudra deve riuscire facilmente, uno non deve farsi male! Molti
non riescono a tenere la gamba diritta: in questa situazione, importante
che la gamba distesa sia un po piegata al ginocchio in modo che la
posizione sia confortevole!
Ripeti la procedura con il ruolo delle gambe invertito e infine ripeti
la procedura tenendo ambo le gambe estese. Questo un Maha Mudra;
richiede circa 60-80 secondi. Pratica tre Maha Mudra.
96
Una nota sul Maha Mudra
Per quanto riguarda la distensione in avanti, la maggior parte dei kriyaban non
capace di raggiungere tale posizione senza farsi male alla schiena o al ginocchio.
Per evitare di farsi male, meglio non tenere la gamba diritta, ma piegarla un po
al ginocchio nel modo pi opportuno. Nella posizione estesa, trattenendo il
respiro, si mantiene una contrazione muscolare alla base della spina dorsale
mentre i muscoli addominali sono leggermente tirati in dentro in modo che
l'ombelico premuto verso il centro lombare.
molto saggio che un kriyaban pratichi il Maha Mudra prima del Kriya
Pranayama. bene far sentire ad una persona la differenza tra Kriya Pranayama
con e senza Maha Mudra. Le scuole pi serie di Kriya raccomandano che per
ogni 12 Kriya Pranayama, venga eseguito un Maha Mudra fermo restando il
fatto che tre il numero minimo. (Tanto per capirci chi pratica 60 Kriya
Pranayama dovrebbe praticare per cinque volte il Maha Mudra, mentre chi ne
pratica 12 o 24 dovrebbe praticarne tre.) Purtroppo, avendo ascoltato vari
kriyaban, posso affermare che un miracolo trovarne uno che pratica le tre
ripetizioni previste. Ci sono persone che silludono di praticare correttamente il
Kriya senza mai praticare neanche un solo Maha Mudra! chiaro che,
privandosi permanentemente di esso e vivendo una vita sedentaria, la spina
dorsale diviene meno elastica. Col passare degli anni le condizioni peggiorano e
diviene quasi impossibile mantenere per pi di alcuni minuti la posizione corretta
di meditazione ecco perch il Maha Mudra cos importante per un kriyaban.
Il Maha Mudra contiene tutti i tre Bandha. Applicati simultaneamente con
il corpo piegato in avanti, senza usare una eccessiva contrazione, essi aiutano ad
essere consapevoli di entrambe le estremit del Sushumna e producono la
sensazione di una corrente energetica che si muove in alto nella spina dorsale.
Col tempo possibile percepire l'intera Sushumna come un canale raggiante. Ci
sono resoconti di yogi che hanno raggiunto esperienze fantastiche usando solo
questa tecnica. Secondo quando dicono, la percezione di Sushumna aumentata
enormemente. Ci sono kriyabans che hanno accantonato tutti gli altri Kriya e
stanno praticando 144 Maha Mudra al giorno divisi in due sessioni. Essi
considerano il Maha Mudra la tecnica pi utile di tutto il Kriya Yoga.
97
ginocchio ed esercitano pressione su di esso. Si spiega che questo serve a
raddrizzare la schiena e a far s che il suono interno del Chakra Anahata divenga
udibile.
Un terzo dettaglio questo. Come abbiamo visto, nella posizione estesa,
lalluce afferrato con fermezza. Alcune scuole insistono su questo dettaglio:
lunghia dellalluce destro (sinistro) premuta col pollice della mano destra
(sinistra) mentre lindice e il dito medio sono dietro di esso. La mano sinistra
(destra) tiene a mo di coppa la pianta del piede. Quando la procedura ripetuta
con entrambe le gambe estese, le mani allacciate afferrano entrambi i pollici.
Utilizzare il respiro
Quando canti mentalmente Om in un Chakra, puoi sottolineare l'effetto di
questa azione inspirando ''entro'' esso ed espirando ''da'' esso. Per essere
chiaro: dirigi la consapevolezza sul Muladhara Chakra e respira
2
Il Mantra Om non dovrebbe essere pronunciato: "ommm" ma "ooooong", in altre
parole una "o" abbastanza lunga che finisce in una "n" nasale. In questa procedura
"Om" una pura vocale. Quando si pronunciano i Mantra indiani, come Om namo
bhagavate, Om namah Shivaya- la consonante "m" in "Om" si sente
distintamente, qui invece non si sente poich la "o" molto lunga e, sul finire della
pronuncia di detta vocale, la bocca non chiusa completamente, creando cos il
suono nasale "ng". Alcuni dicono che la nota corretta di Om il SI prima del DO
centrale. Alcune scuole insegnano a cantare (a voce o mentalmente) Vam oppure
Bam oppure Hrom al posto di Om. In particolare Hrom (prolungato Hrooooooom)
risulta molto efficace e capace di colmare di euforia colui che pratica.
98
profondamente immaginando che l'aria entri ed esca in quel punto. Ripeti
ci per ciascun Chakra. Quando questo semplice esercizio praticato con
concentrazione il suo effetto equilibrante e pacificante percepito
immediatamente.
99
e non sentir nulla oltre tale distanza. La perfezione del suono verr
raggiunta col Kechari Mudra vero e proprio. Il suono della inspirazione
diverr molto sottile mentre il suono della espirazione sar come quello di
un flauto, Shiii Shiii. il significato e le implicazioni di questo suono
saranno discusse in seguito. Fino a questo punto non v' differenza
sostanziale con il classico Ujjayi Pranayama.
100
principiante se ciascun respiro dura 20 secondi, questo significa che la
pratica molto buona.
Abbassa il mento sulla cavit della gola. Om cantato 100 volte o con la
voce, o mentalmente nel terzo Chakra Manipura. Il mento poi sollevato
quanto possibile e Om cantato circa 25 volte ancora nel terzo Chakra
Manipura. In questo esercizio dimentica il respiro, lascia che esso sia
naturale. Questo un Navi Kriya. Pratica quattro Navi Kriya.
Variante
Nel Navi Kriya anche l'ombelico pu essere coinvolto. Le mani sono unite con le
dita intrecciate, palme in basso e i polpastrelli dei pollici che si toccano. Om
cantato a 100 volte nell'ombelico, a voce o mentalmente, invece che nel terzo
Chakra. I pollici premono leggermente l'ombelico assieme a ciascun canto di
Om. Il mento poi sollevato. Ora le dita vengono intrecciate dietro con il palmo
delle mani rivolto verso lalto. Om cantato o con la voce, o mentalmente
approssimativamente 25 volte nel terzo Chakra. Per ciascun Om, i pollici
praticano una pressione leggera sulle vertebre lombari. Anche in questa variante
101
si ripete il Navi Kriya quattro volte.
C' una consapevolezza piena d'amore del respiro. Dopo avere tratto tre
profondi respiri, ciascuno che finisce con una espirazione veloce e
completa come un sospiro, il tuo respiro sar molto calmo. Il respiro entra
attraverso il naso e si dissolve in Ajna. Se poni il tuo dito sotto entrambe le
narici, il respiro che entra ed esce toccher appena il dito. Questo un
segnale che il respiro interiorizzato.
Ora, parte della tua attenzione va verso il Muladhara. Quando
diventa naturale fare una inspirazione, inspira quel poco che serve, tanto
velocemente come l'istinto vuole (circa un secondo), fermati un istante nel
secondo Chakra. Quando ti viene naturale espirare, espira, fermati nel
Muladhara. Quando ti viene naturale inspirare, inspira, fermati nel terzo
Chakra. Quando ti viene naturale espirare, espira, fermati nel Muladhara.
Continua in tal modo, ripeti la procedura tra il Muladhara e il quarto
Chakra, Muladhara e il quinto Chakra (poi Muladhara Bindu, Muladhara
Midollo Allungato, Muladhara quinto, Muladhara quarto, Muladhara terzo
e Muladhara secondo Chakra). Un ciclo fatto di 10 respiri brevi. Ripeti
pi di un ciclo, finch percepisci che il tuo respiro molto calmo quasi
impercettibile.
102
Figura 4. Un ciclo di Kriya Pranayama col respiro breve
103
Se, attraverso il puro potere della volont, sei capace di ricreare questo
stato il pi spesso possibile nel bel mezzo delle attivit quotidiane, il
risultato sar straordinario.
Dopo lo Yoni Mudra, rimani concentrato fin quando ti possibile nel punto
tra le sopracciglia cercando di percepire luce del Kutastha. Poi apri gli
104
occhi e guarda quello che di fronte a te senza focalizzarti su nulla in
particolare. Guarda senza guardare. Dopo un po' diventerai consapevole di
una sottile linea di Luce bianca, ammorbidita, come una nebbia, attorno a
tutti gli oggetti. La Luce diverr progressivamente bianca e pi grande.
Evita di pensare. Mantieni lo sguardo fisso. Dopo 5 minuti chiudi i tuoi
occhi e rimani fermo un poco prima di alzarti.
Alla fine di una moderata inspirazione (non la tipica del Kriya Pranayama, ma
una molto breve), chiudi fermamente tutte le aperture della testa tranne le narici,
lascia uscire una piccola quantit di aria, poi immediatamente chiudi le narici.
Rilassa i muscoli del torace come se tu volessi incominciare una nuova
inspirazione: ci d la sensazione che il respiro sia divenuto calmo nella zona che
va dalla gola al punto tra le sopracciglia. In questa situazione, la concentrazione
sul punto tra le sopracciglia e la ripetizione di Om, pu essere portata avanti
abbastanza a lungo.
Nota. Sopra ho scritto che questa tecnica si pratica solo di notte, come finale
della routine. In realt lo si pu praticare sempre! Nondimeno la tecnica fatta
meglio nella calma profonda della notte, quando il silenzio tutto attorno ed uno
totalmente e perfettamente rilassato. Lo Yoni Mudra genera una tale
concentrazione di energia nel punto tra le sopracciglia che la qualit del sonno
seguente cambia per il meglio. In altre parole, dopo avere attraversato gli strati
del subconscio la tua consapevolezza pu riuscire a raggiungere il cosiddetto
stato di "super coscienza."
Giusto atteggiamento
Il successo nel Kriya avviene costruendo una fondazione solida. Il primo
passo liberare la mente da "manie ed ossessioni" . Ora cercher di
chiarire quello che intendo. Proviamo dunque ad evidenziare alcuni punti.
[1] Non pensare che qualcosa di buono possa scaturire solo da una
esecuzione impeccabile della "ricetta magica" del Kriya. Realizza quanto
importante sia gioire della pratica cos come viene naturale. Perfezionate i
piccoli dettagli solo in un secondo tempo: la pratica stessa ti aiuta.
105
Evita di telefonare un giorno s e un giorno no al tuo insegnante per porre
delle domande cervellotiche. Se hai tante domande, molte di esse
troveranno risposta nella pratica stessa.
Ricorda che le eccessive aspettative fungono da schermo per
impedire che la genuina bellezza del Kriya possa entrare nella tua vita.
Comportati come una domestica che svolge tranquillamente il suo lavoro
quotidiano. Lei prende cura di tutti i dettagli e la consapevolezza di aver
completato il suo lavoro rappresenta la sua gratificazione.
[2] Alcuni kriyaban ritengono necessario affiancare alla pratica del Kriya
un gigantesco lavoro psicologico. Vogliono costruire mattone dopo
mattone, col sudore della fronte, come se si trattasse di un progetto
altamente complesso di aggiungere nuove strutture a vecchie strutture, il
maestoso edificio della loro redenzione. Pensano che solo tormentando la
loro struttura psicologica, sia possibile sradicare le cattive abitudini,
nonch le stesse radici dell'iniquit e dell'egoismo.
Non comprendono che cosa sia la dimensione spirituale della vita.
La loro idea che il Divino risieda al di fuori della dimensione umana e
perci un kriyaban pu progredire solo se intraprende una strenua lotta
contro i propri istinti. Come vedi, i condizionamenti religiosi possono
essere molto forti, direi fatali in certi casi!
106
tuttavia non riescono a giustificare come mai il loro tempo libero, invece di
esser dedicato ad una profonda pratica del Kriya si esaurisca in
occupazione triviali.
[4] Non importi la castit credendo che devi vivere come un santo. Alcuni
kriyaban pur essendo indubbiamente razionali ed intelligenti credono a
cose impossibili. Affermano delle autentiche sciocchezze e vivono
strazianti conflitti arrivando al rifiuto dell'amore. Essi cercano di amputare
la propria individualit e desideri; essi cercano di tagliare via da loro tutto
ci che interessante ed avvincente nella vita.
Ci sono famosi libri sullo Yoga che descrivono cose praticamente
impossibili. Quanti sarebbe importante trovare un libro che insegni ad
usare l'intelligenza e a pensare con la propria testa!
Lahiri Mahasaya nei suoi diari ammise di aver provato a volte un
desiderio sessuale molto forte. Un giorno un discepolo gli pose una
domanda diretta: "Come ci si pu liberare definitivamente dalla
sessualit?" Lui rispose in un modo che ammutol il discepolo: "Io sar
libero dalla sessualit solamente quando il mio corpo giacer sulla pira
funebre." Dio benedica la sua sincerit! (Conobbi un kriyaban che era cos
legato alle sue illusioni che prese il summenzionato episodio come segno
che Lahiri Mahasaya non era realizzato spiritualmente!)
[5] Piuttosto bada alle regole elementari che riguardano la salute. Spesso
appare un marcato scollamento tra il nuovo interesse verso la meditazione
e altre ben radicate consuetudini sociali. Dopo vari mesi di pratica, alcuni
cambiamenti nell'indole del kriyaban appaiono spontaneamente. Purtroppo
molti non riescono a comprendere di essere ancora schiavi di una cattiva
abitudine. Prendiamo per esempio il problema del vizio del fumo. Quanti
hanno una lucida visione della situazione reale? Paradossalmente, pi
facile smettere di fumare a causa di una nuova moda ecologista piuttosto
che come risultato di una lucida visione della propria dipendenza dalla
nicotina.
107
e saranno sorpresi dall'intensit della risposta d'amore che proviene dal loro
cuore.
108
CAPITOLO 7
APPROFONDIMENTO DEL PRIMO LIVELLO DEL KRIYA
Talabya Kriya
Incomincia con la lingua rilassata con la punta che tocca il lato interno
dell'arcata superiore dei denti. Ora premi l'intero corpo della lingua contro
il palato superiore per creare un effetto ventosa. [Molti praticano il Talabya
Kriya in modo sbagliato perch istintivamente volgono la lingua indietro.]
109
ripetizioni al giorno onde non sforzare troppo o produrre uno strappo al
frenulo. In seguito si raggiungono le 50 ripetizioni in circa due minuti
(110-120 secondi.)
Sottolineo di nuovo che alcuni non comprendono subito come far aderire la
lingua al palato come una ventosa prima di aprire la bocca e stirare il
frenulo. Talvolta, anche se glielo si mostra di persona, non sono capaci di
eseguirlo correttamente. Qui posso solo sottolineare che il principale errore
di concentrarsi troppo su dove porre la punta della lingua. L'effetto
ventosa si ottiene con l'intero corpo della lingua: la punta della lingua non
ha alcun ruolo!
Nota 1
Nei testi di Hatha Yoga ci sono diversi consigli per allungare il frenulo.
Uno molto noto avvolgere un pezzo di tela attorno alla lingua e con
l'aiuto delle mani, tirare gentilmente (rilassando e ripetendo diverse volte)
la tela sia orizzontalmente che in su, verso la punta del naso. Lahiri
Mahasaya era assolutamente contrario al taglio del frenulo per ottenere
risultati pi veloci e pi facili. La tecnica del Talabya Kriya pu essere
arricchita massaggiando sia i muscoli della lingua che il frenulo con le
proprie dita.
Nota 2
Talabya Kriya e Kechari Mudra sono completamente diversi! Apri la bocca
davanti ad uno specchio durante la prima parte del Talabya Kriya per
vedere le parti concave su ciascun lato del frenulum il quale appare isolato
dal corpo della lingua; invece se state praticando il Kechari Mudra, sar
l'ugola che viene in avanti e allora solo la radice della lingua sar visibile!
Nota 3
Talabya Kriya una tecnica che oltre a servire al raggiungimento del
Kechari Mudra, crea un percepibile effetto rilassante sul processo del
pensare. Esso non dovrebbe essere considerato un semplice esercizio per
stirare (allungare) il frenulo della lingua. Quando la lingua si attacca al
palato e la bocca aperta, in quell'istante la frattura energica tra il nostro
corpo e la riserva di Prana statico localizzato nella parte superiore della
testa momentaneamente guarita. Questo fatto ti conduce nel migliore dei
modi nello stato meditativo.
110
processo di formazione di pensieri inutili. Sta di fatto che chiunque pu
osservare questo effetto.
Un fatto strano che il Talabya Kriya non richiede concentrazione
su nulla, solo una pura azione fisica. Proprio come semplice tentativo di
giustificare questo, possiamo far notare come la semplice pressione della
lingua contro il palato superiore, mantenendo l'effetto di suzione sul palato
per 10-15 secondi, pu, in s e per s, generare particolare sensibilit
nell'area del Midollo Allungato, e questo avviene in poco tempo. Anche il
dettaglio di estendere la lingua gioca un ruolo importante. Quando la
lingua pienamente estesa, essa tira con s alcune ossa craniali e guida alla
decompressione di tutta l'area.
111
Figura 7. Posizione della lingua quando entri nella faringe nasale
112
La letteratura Kriya afferma che la lingua pu anche essere spinta pi in
alto. Come qualsiasi atlante danatomia pu mostrare, la lingua, quando
riempie la faringe nasale, non pu estendersi ulteriormente. Quella
affermazione dovrebbe essere perci compresa come un cenno a quanto
una normale persona pensa che stia avvenendo. In effetti, estendendo la
lingua al massimo limite, possibile sperimentare una grande forza di
attrazione verso il punto tra le sopracciglia, assieme alla sensazione di aver
raggiunto, con la punta della lingua una posizione pi elevata.
La stessa letteratura afferma anche che, per mezzo del Kechari uno
capace di percepire "Amrita", il "Nettare", l'elisir della vita un fluido dal
gusto dolce che scende dal cervello sulla lingua e poi nel corpo. Per
ottenere questa esperienza, la punta della lingua dovrebbe toccare tre punti
in successione: l'ugola, una piccola asperit sul tetto della faringe nasale
sotto la ghiandola pituitaria e il tessuto molle sopra il setto nasale. La punta
della lingua dovrebbe ruotare su ciascuno di questi punti almeno per 20-30
secondi; poi facendo un movimento con labbra e bocca come per gustare
un liquido o un cibo, si percepir un certo particolare sapore sulla
superficie della lingua. Lesercizio dovrebbe essere ripetuto diverse volte
durante il giorno. 3
113
toccato con la fronte il pavimento, piegati prima a destra avvicinando
l'orecchio destro al ginocchio destro. La testa si avvicina al ginocchio
destro, la faccia girata verso il ginocchio sinistro cos che sia possibile
percepire una pressione sul lato destro della testa; una sensazione di spazio
percepita entro il lato sinistro del cervello. Rimani in questa posizione da
3 a 30 secondi. Muovi la testa di nuovo verso il centro fin quando la fronte
tocca il terreno. Poi ripeti lo stesso esercizio con l'altro lato del corpo,
scambiando le percezioni. La testa si avvicina al ginocchio sinistro, la
faccia girata verso il ginocchio destro cosi che sia possibile percepire una
pressione sul lato sinistro della testa; una sensazione di spazio percepita
entro il lato destro del cervello. Rimani in questa posizione da 3 a 30
secondi. Muovi la testa di nuovo verso il centro fin quando la fronte tocca
il terreno. Una pressione percepita sulla fronte. Una sensazione di spazio
percepita entro la regione occipitale.
Nota
Per aumentare il potere di questa procedura, puoi trattenere il respiro
quando sei gi. Proverai una sensazione molto forte di energia che sorge e
114
si intensifica nel punto tra le sopracciglia. Il trattenimento del respiro
potente stimolatore di Kundalini. Se non sei pronto per il potere generato
da questa procedura, se ti senti troppo irritabile, non trattenere il respiro.
Quando pieghi il tuo corpo a sinistra, la tua narice destra si aprir.
Quando pieghi il tuo corpo a destra, la tua narice sinistra si aprir. Quando
ti pieghi in avanti e la fronte vicinissima al pavimento, ti accorgerai di un
flusso uguale di respiro nelle tue narici. Ottieni equilibrio della mente e
calma nel corpo. Si aprir il passaggio che conduce entro la corda spinale.
Il canale lunare di Ida situato al lato sinistro della spina dorsale; il
canale solare di Pingala situato sul lato destro della spina dorsale.
Entrambe le corde si afferrano l'una all'altra. Ripetendo la procedura
descritta, esse sono separate, e, come conseguenza, un passaggio cavo
aperto tra i due. L'apertura del passaggio spirituale all'interno della spina
dorsale (Sushumna) rappresenta l'inizio della pratica della meditazione.
Percepisci una sensazione di pressione interna sulla parte destra della testa.
Essa contrasta con la sensazione di spazio libero nella parte sinistra del
cervello. Canta Om sei volte nel punto tra le sopracciglia. Poi inspira e
trattieni, siedi di nuovo sul tuo piede sinistro col ginocchio destro piegato e
attirato verso il petto, poi espira in un respiro normale.
115
Pratica l'intera procedura scambiando le percezioni e la posizione di gambe
e uso delle mani. Non ripeto tutto non dimenticare il canto di Om sei
volte nel punto tra le sopracciglia.
Ora, attira entrambi i ginocchi contro il tuo corpo. Estendi entrambe
le gambe, piegati in avanti, respira normalmente e massaggia entrambe le
gambe dai piedi a cosce ed anche. Poi afferra entrambi i piedi: mano destra
per le dita del piede destro, mano sinistra per le dita del piede sinistro.
Respira normalmente, fletta i piedi 4 o 5 volte poi rilassali con la testa in
gi tanto pi vicina ai ginocchi quanto possibile. Sperimenti pressione
interna sulla parte frontale della testa. Una sensazione di spazio percepita
nella regione occipitale. Canta Om sei volte nel punto tra le sopracciglia.
Poi inspira e trattieni, sieda diritto e massaggia le dita del piede, poi porta
le gambe piegate di nuovo al petto ed espira. Come al solito, questo
esercizio ripetuto tre volte.
4
Prendi un campioncino vuoto di profumo senza tappo. Chiudi una narice e poni
l'apertura del campioncino sotto la narice aperta. Fai una lunga, sottile espirazione.
Muovi su e gi il campioncino sperimentando tutte le variazioni del suono prodotto.
Ad un certo punto otterrai un fantastici fischio e penserai: "Ecco, questo.''
116
Praticare il Kriya Pranayama in questo modo e gioire degli effetti che ne
conseguono, rappresenta una esperienza incantevole, uno dei migliori
momenti della vita di un kriyaban. Coltivare la perfezione di questo suono,
concentrandosi fermamente su di esso, significa creare la migliore base per
ottenere l'esperienza del vero suono di Om. La letteratura sul Kriya spiega
che quando questo evento accade, l'esperienza Omkar acquisisce l'aspetto
dinamico di Kundalini; l'anima viaggia attraverso la spina dorsale e brucia
nella gioia del Samadhi. La modestia sempre la benvenuta, ma quando
questo risultato realizzato, un'euforia positiva (come se uno avesse
trovato la lampada magica di Aladino) non potr essere trattenuta. Nel
letteratura Kriya si dice che se uno ha realizzato un Pranayama perfetto,
potr ottenere attraverso di esso qualsiasi cosa. Bene, se vogliamo pensare
ad un Kriya Pranayama ideale, quanto abbiamo descritto corrisponde al
nostro ideale.
117
[IV] Una meravigliosa variante del Navi Kriya
Questa variante prevede uno straordinario lavoro sul Dantian. 5 Essa
incatena l'attenzione in un modo che nessun'altra variante riesce a produrre.
Il suo dolce muovere l'energia lungo la circonferenza della testa ha un
effetto che non ha paragoni.
Figura 9. Variante importante del Navi Kriya: l'energia entra nel Dantian lungo
quattro direzioni
118
girare la faccia. Una lunga espirazione (assieme al canto di Om, Om,
Om) accompagna il movimento verso il basso dellenergia che scende
dalla parte sinistra del cervello, si muove lungo un sentiero esternamente al
corpo alla sua sinistra (come se spalla e braccio non esistessero.) L'energia
scende fino alla parte sinistra della cintura, l'attraversa e si muove verso il
Dantian.
Osservazione
Man mano che i minuti passano e l'effetto della tecnica si fa sentire, i
movimenti della testa diventano meno marcati il processo si interiorizza.
Un fenomeno notevole: nello stesso momento in cui viene formulata la
volont di espirare, si sente come se i polmoni non riuscissero a muoversi.
Alcuni istanti dopo la consapevolezza di un qualche cosa di sottile che
comincia a scendere nel corpo accompagna una espirazione molto
piacevole. L'espirazione un atto mentale, come una pressione interiore
che si estende ovunque e che produce un particolare senso di benessere,
armonia e libert. Si ha la sensazione di poter restare cos per sempre.
Laria esce ancora dal naso ma colui che pratica giurerebbe che questo non
avvenga. Questa pu essere considerata la prima timida apparizione del
Respiro interiorizzato (detto anche Kriya delle cellule) di cui parleremo in
seguito.
119
[V] La bellezza del Pranayama mentale
Alcune persone si lamentano di non ottenere nulla con il Pranayama
mentale. Se indaghiamo il motivo di ci, ci rendiamo conto che queste
persone non hanno compreso il significato di questa tecnica. Essi
continuano ad esercitare una pressione mentale e anche fisica su ciascun
Chakra, incapaci di rilassarsi ed afferrare la dolcezza che emana da essi.
Essi complicano l'insegnamento aggiungendo dettagli utili in altre tecniche
ma non in questa come contrarre i muscoli vicino a ciascun Chakra e
quindi tutta la dolcezza dispersa.
120
non serve a nulla prima o poi, uno abbandona il Kriya Yoga, a meno che
non sia sostenuto dall'eccitazione e da aspettative create in lui da un
processo di indottrinamento.
Una routine che non termina con il Pranayama mentale come un
complesso musicale che salga sul palco, prepari tutti gli strumenti, li
accordi e poi abbandoni il palcoscenico! questa fase che porta tutto ad
unificarsi in armonia; le increspature nel lago della mente si placano, la
consapevolezza diviene trasparente: la mente placata ed in silenzio
guadagna l'energia necessaria per essere pi acuta e vigile. come una
spirale, che gradualmente e sistematicamente si prende cura di tutti i livelli
dell'essere: un processo di guarigione.
Se la pratica avviene con lo spirito giusto, allora essa da origine ad
uno dei rari momenti della giornata in cui puoi utilizzare l'intuizione nata
dalla meditazione per trattare in modo efficace ogni problema che sorge
dalla vita. Entro la perfetta trasparenza di un ordine interiore, tutti i
problemi sono risolti. Perci il valore del Pranayama mentale si manifesta
durante i momenti difficili della vita quando dobbiamo prendere delle
importanti decisioni. Si nasce al Kriya proprio per mezzo di tale dolce
pratica: essa ti proietta in un vero paradiso e la sua bellezza trabocca e
inonda la vita.
".... difficile restare arrabbiati, quando c' tanta bellezza nel mondo. A
volte come se la vedessi tutta insieme, ed troppo, il cuore mi si
riempie come un palloncino che sta per scoppiare... e poi mi ricordo di
rilassarmi, e smetto di cercare di tenermela stretta, e dopo scorre
attraverso di me come pioggia. E io non posso provare altro che
gratitudine per ogni singolo momento della mia stupida piccola vita.
(American Beauty, film; 1999) "
121
Appendice: alcuni chiarimenti prima di fronteggiare i prossimi capitoli
Una semplice ed efficace visione teorica dell'intero insieme delle procedure
del Kriya Yoga molto utile. Senza di essa, rischiamo di percepire il Kriya
Yoga come un insieme caotico di tecniche. Questo porta ad abbandonare la
pratica Kriya dopo qualche infelice tentativo di concepire un routine
razionale.
122
realizzazione spirituale? Va bene, saremo in buona compagnia: molti santi
non conobbero l'insegnamento del Kechari Mudra. Coloro che si sentono
depressi in quanto non riescono ad ottenerlo sappiano che possibile fare
esperienza del Divino anche senza Kechari.
Detto fra noi, inconcepibile che il raggiungimento del Kechari crei
una netta divisione tra le persone. Relegati ad una classe inferiore
resterebbero quei poveretti che non avranno mai i Kriya superiori solo
perch non riescono a realizzare un qualcosa di fisico che non dipende dal
loro sforzo ma solo dalla loro costituzione. Non riusciranno mai ad
accelerare il loro sentiero spirituale come quei kriyaban che la natura ha
dotato di un frenulo pi lungo o di una faringe nasale pi accessibile alla
punta della lingua.... Assurdo!
La decisione di P.Y. di concedere l'iniziazione ai Kriya Superiori a
coloro che sono incapaci di praticare il Kechari Mudra ha il nostro elogio.
Considerando poi l'attitudine di Lahiri Mahasaya a prendere parte alle
umane sofferenze, credo che anche lui si sia comportato similmente
anche se non abbiamo certezze.
Quindi accontentiamoci di dire che il primo passo del Kriya ci serve
per entrare in Sushumna e non poco!
Secondo Kriya: In questo stadio noi lavoriamo non solo sul nodo
del cuore ma sul nodo di ciascun Chakra. In questo modo vengono rimosse
le ostruzioni legati ai cinque Chakra. vero che i nodi pi difficili da
sciogliere sono il nodo del coccige (Muladhara Granthi o Brahma Granti)
e il nodo del cuore (Hridaya Granthi o Vishnu Granti.)
Il primo impedisce al kriyaban di entrare nel Sushumna e muoversi
verso il Kutastha. Questo fatto mantiene reale il velo di illusione.
Sciogliere tale nodo vuole dire aprire la porta ad inesauribili realizzazioni
spirituali. Il secondo nodo ostruisce il viaggio discendente del Prana
statico dal Sahasrara verso il Muladhara. Tale flusso discendente una
vera benedizione: esso porta la realizzazione spirituale nella vita
quotidiana. Esso domina le emozioni superficiali. La mente rimane calma
ed il cuore pieno di gioia inesprimibile. Qualit come amore,
compassione, gentilezza, comprensione, empatia, e magnanimit si
manifestano.
Allora possibile invitare l'energia Kundalini a salire Chakra dopo
Chakra assorbendo il significato di ciascun Tattwa. Questo si fa col respiro
calmo o nello stato di assenza di respiro. Le forze pi resistenti che
impediscono la visione della Luce Spirituale stanno per essere dissolte.
Terzo Kriya: entriamo nel tunnel del Kutastha. Un altro mondo si
apre.
Quarto Kriya: sperimentiamo la vera meditazione su Omkar nei
suoi aspetti di Suono, Luce spirituale e sensazione di essere ''toccati'' dal
Divino.
123
Sull'origine del Kriya Yoga
C' tutta una storia sull'origine delle pratiche Kriya resa popolare dalla
Autobiografia di P.Y.. Secondo quello che vi troviamo scritto, l'immortale
maestro Babaji, durante il diciannovesimo secolo decise che era ora di
aiutare non solo alcuni mistici spiritualmente evoluti, come fece nel
passato, ma tanti tanti pi. Egli apparve a Lahiri Mahasaya rivelando la
sacra tecnica del Kriya Yoga, Lahiri ricevette questo insegnamento e lo
diede all'umanit servendosi di vari sui discepoli.
Alcuni credono ciecamente a questa leggenda, altro la rifiutano
decisamente. Io non ho certezze su cosa realmente accadde. Mi piace
integrare tale leggenda con qualche cosa di plausibile.
Egli era molto abile nell'arte della meditazione tanto pratico e bravo che
difficile per noi concepire quanto. possibile che i Kriya superiori e molte
altre varianti Kriya (su cui stiamo ancora combattendo ai giorni nostri)
ebbero origine dallo stesso Lahiri Mahasaya! Come il grande mistico Kabir,
il suo insegnamento rappresenta il meglio di grandi tradizioni.
124
qualche cosa di nuovo e pubblicarlo seguo dei criteri precisi. Accetto
quello che concorda con quanto Lahiri Mahasaya afferma nei commenti
alle sacre scritture, nelle lettere ai discepoli, nel Puran Purush (ricavato dai
suoi diari.)
Lo scopo secondario del libro spiegare che il sentiero del Kriya
Yoga possiede una componente importantissima che quella della
Preghiera Devozionale. Nella terza parte del libro cerco di rendere il
lettore consapevole di questo.
125
CAPITOLO 8
OMKAR KRIYA I (Prima Parte)
[Procedure che riguarda i primi sei Chakra]
Penso che ci sia un solo vero modo di approfondire la nostra pratica Kriya:
entrare in sintonia con la realt Omkar. Swami Hariharananda ci ha
spiegato che la realt Omkar si rende manifesta come Suoni, Luce e
sensazione di Movimento.
L'alba del risveglio spirituale quando improvvisamente la
dimensione Omkar entra nella propria vita. Un giorno ti sveglierai alla
realizzazione che stai davvero ascoltando un suono di ''acqua che scorre.''
Lahiri Mahasaya lo descrisse come un suono "prodotto da un gran numero
di persone che continuano a colpire il disco di una campana e continuo
come l'olio che fluisce da un contenitore." Di sicuro, quando ascolti il
suono di acque che scorrono o ad onde che si frangono sugli scogli, puoi
essere certo che ti stati muovendo verso la giusta direzione. Una
meravigliosa esperienza quando percepisci internamente il debole
rintocco di una campana distante.
Omkar importante, molto importante. Senza di esso, tu puoi
ripetere tutto il giorno: "Tu sei Quello" ma non ne afferri il significato. Tu
stai solo godendo del soffermarti su idee elevate. Anche se tu credi in un
pi alto S e desideri vivere senza tradirlo, se non sei in contatto con la
realt di Omkar, tu stai tradendo continuamente il tuo pi alto S. Non ho
paura di dire che senza questo battesimo nella realt Omkar, la propria
pratica del Kriya una caricatura del Kriya di Lahiri Mahasaya.
126
inspirazione ed espirazione e tra espirazione ed inspirazione delle pause
piene di beatitudine appaiono.
Poi fai esattamente quello che hai fatto con i due Chakra precedenti ...
Ripeti lo stesso schema per Anahata Chakra. Espandi il petto.
Avvicina le scapole e concentrati sulla spina dorsale, la parte vicina al
cuore. Senti la contrazione dei muscoli vicini al centro dorsale. Poi fai
esattamente quello che hai fatto con i tre precedenti Chakra...
Concentrati sul quinto Chakra Vishuddha. Muovi la testa
rapidamente destra-sinistra (senza girare il volto) un paio di volte,
percependo un suono nelle vertebre cervicali come di qualcosa che viene
macinato. Questo serve solo a localizzare il centro cervicale. Ora contrai i
muscoli dietro al collo vicino alle vertebre cervicali.
Poi, utilizzando una inspirazione, solleva questo Chakra fino al punto tra le
sopracciglia. Trattieni .... etc.
Midollo Allungato: solleva il mento, tendi i muscoli vicini al Midollo
Allungato (sotto la regione occipitale), serra i denti e veda la luce nel punto
tra le sopracciglia. Senti che stai offrendo il tuo centro Ajna alla luce
dell'occhio spirituale nel Bhrumadhya. Espira e libera ogni contrazione.
Osservazione
Molti trovano utile il seguente dettaglio: prima di sollevare un Chakra, fai
127
che l'inspirazione cominci idealmente dalla sua componente "frontale",
venga indietro verso la sua sede nella spina dorsale e quindi si sollevi al
punto tra le sopracciglia. Il Perineo la componente frontale del
Muladhara; la regione pubica la componente frontale del Swadhisthana;
l'ombelico lo per Manipura; la regione centrale dello sterno lo per
Anahata; la parte anteriore e superiore della gola lo per Vishuddha.
Seconda parte
In questa pratica visualizza ciascun Chakra che irradia luce Divina
attraverso i propri petali. Visualizza ciascun Chakra come un disco
orizzontale, avente un diametro di 2-3 centimetri. Visualizza il numero di
petali che la tradizione yogica assegna e muoviti in senso antiorario.
Incomincia col concentrarti in modo calmo sul Muladhara. Senti che
ciascuno dei quattro petali irradiano luce bianca. Visualizzali uno alla volta
cantando mentalmente Om in ciascuno. Fai pi di una rotazione in modo di
soffermarti su questo Chakra almeno per 40 secondi.
Lo stesso avviene in Swadhisthana. Qui possiamo utilizzare la
seconda sillaba del Vasudeva Mantra (Om Namo Bhagavate Vasudevaya) 6
Ora i petali sono sei. Perci vai avanti per alcuni giri ripetendo: Na Na Na
Na Na Na ..... Procedi per almeno 40 secondi.
Fai lo stesso in Manipura ma utilizza la terza sillaba del Vasudeva
Mantra. Ricorda che adesso i petali sono dieci. Ripeti Mo Mo Mo Mo Mo
Mo.... tante volte... Procedi per almeno 40 secondi.
. Bha Bha Bha.... in Anahata... 12 petali
. Ga Ga Ga... in Vishuddha... 16 petali
. Ba Ba Ba... in Bindu... non ci sono petali, ripeti semplicemente
Ba Ba Ba...
. Te Te Te... in Medulla... 2 petali
. Va Va Va... in Vishuddha
. Su Su Su... in Anahata
. De De De... in Manipura
. Va Va Va in Swadhisthana
. Ya Ya Ya... in Muladhara
Dopo questo giro completo, ora visualizza che ciascun petalo nella
corona. In questo modo, la Luce divina si irradia dalla parte della testa.
6
Di certo il lettore sa come si pronuncia il Mantra; non includo simboli fonetici. Nota
che nel Bindu, non pronunciamo Va ma Ba: questa convenzione si stabilita nel
corso degli anni.
128
(ciascuna ripetuta pi o meno lo stesso numero di volte, a tua discrezione)
sono fatte circolare come una spirale attorno al cervello, attivando la
percezione della bianca Luce divina. Incominciando da Bindu, fai diverse
rotazioni antiorarie. Da 6 a 12 rotazioni una buona scelta. I buoni effetti
di questa procedura si percepiscono facilmente. Essa davvero paradisiaca,
provvidenziale.
129
sopracciglia, dove lo percepisci come una luna piena. Il Chakra non sale
''toccando'' gli altri Chakra. Questi ora non esistono. Trattieni il respiro e
concentrati sullo "spazio interno" tra le sopracciglia. Questo riesce facile
col Kechari Mudra. 7 Sullo schermo tra le sopracciglia avviene (man mano
che la concentrazione si approfondisce) una particolare esperienza di
colore che diversa per ciascun Chakra. Canta mentalmente almeno tre
volte il Mantra specifico per il Muladhara Chakra: Om Bhur.
7
"Ke-chari" letteralmente tradotto come "lo stato di coloro che volano nel cielo,
nell'etere." Un particolare "spazio" creato nella regione tra la punta della lingua ed
il punto tra le sopracciglia ed percepito come un "vuoto", sebbene non sia un vuoto
fisico. Immergendosi in questo spazio vuoto, pi facile per un kriyaban percepire i
ritmi di ciascun Chakra e distinguerli uno da un altro.
130
Familiarizzando con queste frequenze conduce alla realizzazione che tutto
l'universo esiste nel Kutastha.
131
CAPITOLO 9
OMKAR KRIYA II
[Seconda parte: procedure superiori]
Prima parte
Questa forma particolare di Pranayama da praticarsi dopo un minimo di
24 respiri di Kriya Pranayama.
Le mani con le dita intrecciate sono appoggiate sull'addome.
Inspirazione ed espirazione sono divise in 6 + 6 parti. Cominciando dalla
posizione col mento appoggiato al petto, inspira sollevando
simultaneamente il mento con lentezza come per accompagnare e spingere
l'energia nel suo cammino verso l'alto.
Le sillabe del Vasudeva Mantra (Om Namo Bhagavate Vasudevaya)
sono poste mentalmente nella sede di ciascun Chakra facendo una breve
pausa in ciascuno. Durante il primo "sorso" dell'inspirazione, la
concentrazione sul Muladhara, dove viene idealmente "posta" la sillaba
132
Om; durante il secondo "sorso" la concentrazione sul secondo Chakra,
dove viene idealmente posta la sillaba Na... e cos via, finch Ba posta nel
Bindu, l'inspirazione completata e il mento orizzontale.
133
circonda e crea pressione attorno a ciascun Chakra. Procedi con calma, non
avere fretta, lascia dunque che questo processo si riveli spontaneamente.
Seconda parte
Il respiro naturale (come nel Pranayama mentale.) In ciascun Chakra si
ripete mentalmente la sillaba relativa molte, molte volte.
Nel Muladhara ripeti Om, Om Om, Om Om... tante volte, come
minimo 36. (Non usare comunque il Mala per contare rimani immobile.)
La velocit con cui canti le sillabe approssimativamente due ogni
secondo. Visualizza tale Chakra come un disco orizzontale del diametro di
circa tre centimetri. Visualizza queste sillabe che si muovono in senso
antiorario sulla superficie del disco, vicino alla circonferenza.
Poi concentrati sul secondo Chakra dove farai esattamente la stessa
azione, utilizzando la seconda sillaba del Mantra, ovvero Na, Na, Na, Na,
Na... circa 36 volte.
Poi ti concentrerai sul terzo Chakra, ripetendo Mo, Mo, Mo, Mo,
Mo...circa 36 volte. Poi ti concentrerai sul quarto Chakra, ripetendo
Bha, Bha, Bha, Bha, Bha poi sul quinto (Ga, Ga, Ga, Ga, Ga ....), poi su
Bindu (Ba, Ba, Ba, Ba, Ba ....).
134
Ora concentrati su Medulla e ripeti Te Te Te Te Te Te .... Lo ''stato di
assorbimento'' davvero molto forte. Quando ruoti la coscienza varie volte
sulla corona ripeti Tee, Tee, Tee, Tee, Tee Lo ''stato di assorbimento''
davvero molto forte.
Poi passerai a concentrarti sul quinto Chakra usando Va, Va, Va .
. poi quarto.... terzo . secondo . Muladhara.
Salire cos dal Muladhara al Bindu e discendere poi ripetendo
sempre quella procedura costituisce un giro: il tempo richiesto
approssimativamente 4-6 minuti. Ripeti 3-4 giri e poi perditi nello stato
meditativo lo stato di ''assorbimento'' davvero molto forte.
Punti chiave
135
Ba in tale zona. Guida lentamente la testa nella posizione successiva in cui
essa piegata verso la spalla destra come se tu cercassi di toccare la
spalla destra con l'orecchio destro. Senti l'energia presente sul lato destro
del cervello, sopra l'orecchio destro e vibra mentalmente Teee in tale luogo.
Cerca sempre di percepire il flusso di energia che si muove da una
posizione della testa alla posizione successiva. Ora ritorna lentamente alla
posizione iniziale con la testa piegata in avanti. Senti l'energia nella
regione frontale della testa e vibra mentalmente Ba in quella zona. Ora
raddrizza lentamente la testa per ritornare col mento parallelo al suolo
mentre guidi la tua attenzione indietro verso la parte centrale del cervello
sotto la Fontanella. Canta mentalmente Su in tale centro. Questo completa
il primo giro. Ripeti questa pratica 12 volte.
Figura 11. Circolazione di Prana calmo nella parte superiore del cervello
136
tratta di percepire almeno 36 di queste rotazioni durante ciascuna routine.
Osservazione importante
Se questa pratica ti rende poco concentrato durante la giornata come se tu
fossi sotto l'effetto di qualche droga, sperimentando cio uno stato di
eccessiva euforia allora saggio completare la pratica focalizzandoti di
nuovo sui Chakra, proprio come abbiamo fatto nella seconda parte della
tecnica precedente 9.2 Omkar Pranayama.
137
La rotazione dell'energia avviene nella testa ma, allo stesso tempo, accade
anche attorno alla vera ubicazione del Muladhara Chakra. Quindi due
rotazioni di energia avvengono contemporaneamente: sembra difficile ma
diverr naturale. [Ricorda anche che alla fine di ogni giro, il flusso di
energia diretto in verso il punto sotto la Fontanella.] Questa pratica
induce l'esperienza del suono Omkar. Ti concentrerai solamente su di esso e
non avrai bisogno di cantare mentalmente alcun Mantra.
Osservazione
perfettamente naturale iniziare questa pratica aiutandosi col muovere
leggermente la testa (e, se ci d'aiuto, anche pensando sei sillabe del
Mantra.) Sebbene questo non sia richiesto, potrebbe essere utile ai
principianti. Se questo avviene, cerca di raggiungere comunque
gradatamente l'immobilit fisica e di ascoltare il vero Suono Omkar.
138
percepito come una gioia continua, che esiste indipendentemente da fattori
esterni.
139
Ripetendo questa procedura raggiungerai una particolare condizione
mentale e fisica in cui rimarrai senza respiro mentre la concentrazione sar
sull'ottavo Chakra. Se, dopo una lunga pausa, il respiro appare di nuovo,
ripeti l'intero processo dall'inizio, (inspirando dal Muladhara.) Prosegui in
maniera paziente e imperturbata. Si tratta di far cessare il respiro entrando
in una dimensione in cui esso non pi necessario.
140
Ruota la coscienza attorno all'ottavo Chakra. Osserva una sfera di Luce che
circola attorno all'ottavo Chakra e poi tocca il centro di tale Chakra. Ripeti
tante volte questa percezione senza utilizzare alcun Mantra. Lascia che la
sfera di Luce (dopo avere tracciato un cerchio attorno all'Ottavo Chakra)
non venga internamente ad esso ma venga in gi, attraversando la
Fontanella di sbieco. Mentre il raggio scende solleva il mento; senti che
tale raggio raggiunge il cervelletto. Rimani immobile per alcuni secondi,
completamente immerso nell'intensit della bianca ed abbagliante Luce che
splende dal cervelletto al cervello intero. Abbassa il mento senza perdere la
concentrazione sulla Luce. Rimani un momento l, e poi ripeti la
procedura. Gradualmente durante i prossimi giorni ripeti l'esperienza tante
tante volte. La Luce Divina diviene stabile nel cervelletto.
141
Ripeti tante volte questo tentativo finch riesci ad entrare nella ghiandola
Pineale. Qui avviene l'unione con il Divino. Lo stato TAT TVAM ASI si
manifesta. Durante questo supremo stadio di unione, uno privo di
coscienza fisica ed inconsapevole di ci che lo circonda.
8
Lahiri Mahasaya Shama Churn Shyama Charan. Questa frase contenuta nei
diari di Lahiri Mahasaya. Molte frasi dai diari si possono trovare nel libro Purana
Purusha del Dott. Ashok Kumar Chatterjee
142
CAPITOLO 10
THOKAR E SUOI SVILUPPI
147
destra (lorecchio destro si avvicina alla spalla destra), la sillaba Va
pensata nel Chakra cervicale. La rotazione prosegue, la testa viene in
avanti di poco e si muove verso sinistra finch lorecchio sinistro vicino
alla spalla sinistra (la faccia non volta a sinistra).
Da questa posizione il mento va in gi diagonalmente a colpire il
centro del torace e simultaneamente Su vibrato intensamente nel Chakra
del cuore. A causa di quest'ultimo movimento si percepisce come un
colpetto nel Chakra del cuore. La pausa che segue breve: quanto basta
per lasciarsi rapire dalla radiazione di energia e calore che emana da tale
Chakra. La contrazione alla base della spina dorsale rilassata; per mezzo
di una lunga espirazione le rimanenti tre sillabe sono "poste" nei primi tre
Chakra -- De nel terzo, Va nel secondo, Ya nel primo. Durante ci la testa
tenuta abbassata.
148
Quando si praticano pi di 50 ripetizioni, i movimenti della testa
dovrebbero essere solamente accennati: il mento non si avvicina molto al
petto e il colpo sul quarto Chakra raggiunto principalmente dal puro
potere della concentrazione mentale. Se incontri qualsivoglia difficolt,
fermati e non cercare ad ogni costo di raggiungere le 200 ripetizioni.
La presenza di problemi fisici (le vertebre cervicali sono molto
sensibili!) pu richiedere che uno pratichi a giorni alterni. molto meglio
incrementare il numero delle ripetizioni solo dopo molto tempo, piuttosto
che fronteggiare la prospettiva di sperimentare dolore in testa e nel collo
durante lintera giornata!
Effetti
L'effetto pi prezioso lo sviluppo di una particolare gioia nel cuore come
se tu ti muovessi intorno con un braciere ardente nel tuo cuore. Questo si
svilupper in una Bhakti la cui intensit ti sorprender. Imparerai a
praticare la presenza di Dio ed eseguire i tuoi doveri quotidiani nella Sua
presenza.
Degli ottimi effetti sono sentiti anche durante la pratica del Kriya
Pranayama. Il Kutastha percepito come una grotta dove tu siedi con
l'intenzione ferma di rimanere immobile godendo la bella sensazione del
respiro che si muove nella spina dorsale. Non c' nessuna visualizzazione
guidata dell'energia energia che va in su ed in gi. Non sei tu che guidi
alcunch. Sei solo consapevole del processo Kriya (respiro lungo, suoni
nella gola.) Tanto pi mantieni questo atteggiamento, tanto pi le
sensazioni nella spina dorsale diverranno intense. Dunque tu non fai
NULLA: sei solo continuamente consapevole. Non preoccuparti dei suoni
nella gola, lascia che appaiano spontaneamente. Respiro dopo respiro, tutto
diviene pi forte. Il momento pi forte alla fine di ogni espirazione.
Osservazione
La letteratura di riferimento sul Kriya afferma che raggiungere il Kechari
Mudra cruciale per essere iniziati alla procedura del Thokar. Non raro
che un insegnante di Kriya chieda di vedere leffettiva esecuzione del
Kechari invitando ad aprire la bocca di fronte a loro e controllando che la
lingua scompaia nella cavit nasale.
Parlando in generale, io penso che comunque grande sia l'effetto del
Kechari Mudra, esso sia importante ma non indispensabile. L'affermazione
che ho spesso ascoltato: "Finch uno non si stabilito nel Kechari Mudra,
non pu raggiungere lo stato di Eterna Tranquillit" falsa!
Ci sono tante persone che hanno praticato il Thokar con entusiasmo,
con ammirevole dedizione, che hanno beneficiato dei suoi notevoli effetti,
senza aver realizzato questo Mudra.
149
[2] Forma evoluta del Thokar
La Forma Evoluta del Thokar un'accelerazione della sua forma
elementare l'azione del Thokar ripetuta trattenendo il respiro. Nella
letteratura Kriya si spiega che il nodo del cuore colpito per mezzo della
Forma Elementare del Thokar ed poi tagliato dalla Forma Evoluta del
Thokar.
150
padroneggiato quando raggiunge le 200 rotazioni senza interrompere lo
stato di Kumbhaka.
Spiegazione alternativa
Inspira lentamente attraverso il naso e nello stesso tempo tira in dentro lo
stomaco e solleva il perineo. Inspirando, ripeti mentalmente Om, Na, Mo...
e solleva il Prana nella parte superiore dei polmoni. Poi rilassa
parzialmente i muscoli delle gabbia toracica come se tu stessi per
incominciare una nuova inspirazione.
Concentra la tua attenzione sulla parte superiore della tua gabbia
toracica. Una parte di questa attenzione va alla base della spina dorsale.
Canta mentalmente Om, Om Om... rapidamente (approssimativamente due
canti di Om per secondo) sentendo la tua consapevolezza come una
formica, che striscia sul canale pi interno della spina dorsale millimetro
dopo millimetro dal Muladhara verso l'alto.
Dopo non pi di 4-6 secondi, avrai raggiunto il Chakra del cuore;
sali ancora, nella regione tra il quarto ed il quinto Chakra (la regione
relativa alla parte superiore dei polmoni e torace.) Percepirai una vera,
tangibile libert dal respiro. Sii sicuro di sentire che il Prana pervade la
cassa toracica e diviene calmo e stabile in tale zona.
151
aria esca ogni qualvolta il mento abbassato verso il torace ed un sorso
impercettibile di aria entri ogni qualvolta il mento sollevato.
Non fare alcun atto specifico di inspirare od espirare: rilassati ed il
fenomeno prima descritto accadr spontaneamente. La sensazione sar
sempre e comunque quella di non respirare affatto. Ora espira l'aria
attraverso la bocca e allo stesso tempo spingi fuori il tuo stomaco e rilassa
il perineo.
Osservazione
Il consiglio di cantare mentalmente Om, Om, Om... attrae realmente energia
da tutte le parti del corpo e la porta verso la spina dorsale. Se la condizione
del tuo corpo perfetta (se sei moderato col magiare e sei a stomaco vuoto)
ti accorgerai che il tuo respiro dissolto in qualche modo inesplicabile nel
corpo. In ogni routine, il Kriya Pranayama va praticato sempre col respiro
addominale. Poi, per mezzo del Navi Kriya creiamo qualcosa di particolare
nella regione dell'ombelico. Questo qualcosa ci aiuta a installare lo schema
del Respiro Inverso.
Il consiglio di non praticare un Kumbhaka assoluto, perfetto, sembra
strano, ma se tu vai avanti con questo e lo ripeti un numero sufficiente di
volte, un giorno farai una bella scoperta: questa strategia non pi
necessaria! Grazie all'effetto di questa pratica sui gangli nervosi che
regolano la frequenza cardiaca e respiratoria, la pratica avviene in
condizioni sempre pi migliori, finch un giorno riuscirai a completare le
200 rotazioni senza respirare, senza fretta, sperimentando uno stato di
coscienza caratterizzato da un crescente senso di libert dalle leggi fisiche.
questione di realizzazione interiore un istinto che si scopre a tempo
debito.
152
rapidamente e comprimi questo respiro. Senza questo dettaglio, la parte
finale di questa tecnica perde il suo pieno effetto di gioia.
Mentre abbassi lentamente il mento, intensifica la pressione che si
crea nella regione addominale: tira in dentro i muscoli addominali. La
vibrazione Om che proviene dall'alto si unisce all'energia che sale dalla
regione addominale. L'energia dell'aria presente nei polmoni
completamente intrappolata, compressa sia dall'alto che dal basso. Senti il
calore che cresce nella regione del terzo Chakra e che cresce traboccando
in tutta la regione addominale fino a raggiungere la regione del cuore.
Mantieni questa pressione per un minimo di 12 tranquilli canti mentali di
Om.
Punti chiave
[1] Questa tecnica sta al Thokar, come il Pranayama mentale sta al Kriya
Pranayama. Prova a pensare ad una routine Kriya dove tu ti alzi
bruscamente dopo avere completato il tuo numero di respiri Kriya? Quale
potrebbe essere l'effetto di terminare una routine Kriya senza almeno 10
minuti di Pranayama mentale? Un disastro. Bene, molti non hanno
ricevuto istruzione su cosa fare dopo il Thokar. Riprendere la pratica del
Kriya Pranayama dopo il Thokar, aggiungendovi alla fine il Pranayama
mentale, sempre meglio di niente. Ma la tecnica prima descritta il modo
migliore di far s che tutti gli effetti del Thokar siano assorbiti ed espansi in
uno stato di beatitudine molto vicino al Samadhi.
153
per raggiungere una libert reale, effettiva dal respiro. Rimani stabile in
questo stato, senza mai lasciare che l'addome e la cassa toracica si rilassino
ed il Prana cominci a scivolare lentamente verso il basso. In questo stato
mentale e fisico pratica questa tecnica.
[4] Cosa significa: ''fin quando esso diventa quasi esplosivo'' ? Abbiamo
detto che tu canti mentalmente Om. Ora devi imparare a fare una azione
speciale: canti mentalmente un solo lungo Om aumentando il ''volume
mentale'' di questo canto onde raggiungere una condizione di ''volume al
massimo'' quando tocchi con esso il quarto Chakra.
Varianti
154
Non fare una pausa ma continua la rotazione; il mento passa per la
posizione centrale ma piegato in avanti, poi la faccia si volge a sinistra e il
mento si solleva finch sopra la spalla sinistra. A questi punto, solleva
leggermente il mento, contrai i muscoli cervicali e canta Va entro il Chakra
del cuore. Libera la contrazione, continua la rotazione, ma questa volta
quando tu raggiungi il punto centrale tra le spalle (il mento non tenuto in
alto come nel giro precedente) piega gentilmente la testa in avanti, porta il
mento sul torace, e canto Su nel Chakra del cuore. Ora solleva il mento
finch sia di nuovo parallelo al pavimento ed incomincia l'espirazione.
Canta De nel Manipura, Va nello Swadhisthana e Ya nel Muladhara.
Osservazione
La descrizione del movimento della testa diviso in varie parti. Ma il
movimento completo dovrebbe scorrere uniforme, senza interruzioni.
Osservazione
Questa procedura richiede una grande cura perch influenza il
comportamento della persona durante la vita quotidiana. Potresti reagire
eccessivamente ad impedimenti banali e comportamenti irrazionali. In
breve, alcuni tratti rudi della tua personalit possono affiorare alla
superficie con una forza che in alcuni casi potrebbe essere "distruttiva.''
Evidentemente, essi non appaiono dal nulla, non sono causati dalla tecnica
esprimono quello che hai nutrito dentro di te per lungo tempo.
155
Intensificazione della pratica precedente
Un kriyaban esperto pratica il Thokar dirigendo ripetutamente il colpo su
un Chakra FINCH ottiene un risultato definito: ovvero vedere e
sperimentare il Tattwa collegato con quel Chakra. Un buon ordine
praticare sul Chakra del cuore, poi terzo, secondo, primo, di nuovo
secondo, terzo e quarto. Lo stato di Samadhi spesso sperimentato alla
fine della pratica, purch il kriyaban sia capace di riguadagnare una
completa immobilit mentale e fisica.
Spesso gli effetti di questa pratica sono difficili da metabolizzare. Il
processo mette a dura prova la tua salute psicologica (per questa ragione
non comunemente insegnato.) Non affatto strano che alcuni kriyaban
arrivano alla conclusione che questa procedura genera effetti che sono
essenzialmente negativi. Loro hanno anche riferito di sentirsi privati di
ogni traccia di devozione, motivazione e gioia. Alcuni accennano alla
"notte oscura dell'anima'' descritta dai mistici. Questa certamente
un'esagerazione. Penso che la migliore soluzione sia concludere la routine
riprendendo la pratica del Kriya Pranayama, seconda parte, per un grande
numero, finch il respiro sembra scomparire. Concludere col Navi Kriya,
Maha Mudra e Yoni Mudra pure consigliabile.
156
Seguendo i principi del Respiro Inverso, durante ciascuna parte della
inspirazione contrai continuamente l'addome. Ora fai una breve pausa (3-6
secondi, trattenendo il respiro) intensificando la pressione sulla zona
ombelico-terzo Chakra (Dantian.) 9
157
diaframma per comprimere fermamente l'energia che l hai fatto scendere.
L'energia estratta dall'aria inspirata completamente compressa
dall'alto e dal basso. Procedi, trattenendo il respiro per almeno un
conteggio mentale di 12 eventualmente aumentando col tempo, purch
ci rimanga confortevole. Senti il calore che aumenta e a un certo punto
permea la circostante regione addominale.
Durante la espirazione (in tre porzioni ponendo Tee, Ba e Su nei
relativi centri, sollevando il mento) senti la pressione del Prana che
attraversa il Chakra del cuore.
Dopo dieci respiri sentirai che il Chakra del cuore caldo, pervaso
dalla fiamma interiore. Dopo circa altri dieci respiri il calore arriva anche il
Chakra Vishuddha. Dopo altri dieci respiri, il "fuoco" interiore sale alla
parte superiore della testa. Raggiungi questo risultato con aumenti graduali
del numero delle ripetizioni. Puoi incominciare con 36 ripetizioni, poi c'
un aumento di 12 ogni due settimane, finch vengono raggiunte le 200
ripetizioni. Tutto questo rappresenta un enorme passo avanti nel percorso
spirituale.
Nota
Se nella tua routine Kriya tu pratichi il Thokar, questa Nabhi Kundalini
dovrebbe avvenire dopo il Thokar.
158
CAPITOLO 11
CONCETTO DI ROUTINE INCREMENTALE
CON ESEMPI
159
Se, dopo un paio di anni, di pacifica routine Kriya, con lo stesso insieme di
tecniche e lo stesso numero delle ripetizioni, tu scopri che i tuoi sforzi sono
stati inefficaci e senti che l'entusiasmo iniziale andato perduto,
rivolgendoti ad un ''meditation counselor'' riceveresti il classico
ammonimento: "Tu dipendi troppo dai risultati. Sii leale e prosegui
imperterrito come hai fatto finora. Le benedizioni del Guru sono con te!''
Quante volte ci hanno raccontato la storia del kriyaban leale che
ebbe la sua prima esperienza spirituale poco prima di morire!
Non ho mai avuto dubbi sul fatto che uno dovesse continuare la pratica del
Kriya pur attraversando fasi apparentemente improduttive. Questo quello
che ho sempre fatto durante i periodi grigiastri. Ogni tanto riuscivo a
riaccendere il mio entusiasmo leggendo libri spirituali, ascoltando
registrazioni di discorsi spirituali ecc.
160
d'animo alternante. Comunque ci potrebbero essere situazioni estreme e
allora un kriyaban dovrebbe sapere se necessario interrompere la pratica
per alcune settimane. Se serve una pausa, si fa la pausa e dopo il
''guerriero'' si rialza in piedi, pronto a compimento il lavoro.
Non ci si offenda infine dal paragonare il Kriya con gli sport. Il Kriya non
uno sport ma negli stadi iniziali del Kriya, mentre si applicano le sue
diverse tecniche psico-fisiche, esso ha molti punti in comune con l'essenza
dell'atletica. Entrambi rifuggono l'impiego della forza bruta, entrambi si
avvantaggiano dal fatto di porsi degli obiettivi ben precisi e dal canalizzare
diligentemente la propria forza verso il raggiungimento di essi. Entrambi
richiedono di valutare il proprio modo di esecuzione onde imparare
dall'esperienza.
Ora, quello che avviene nell'atletica ci fornisce un buon esempio di
come sia possibile progredire. Atleti che desiderano raggiungere dei
traguardi degni di nota devono in qualche modo aumentare l'intensit e la
qualit della loro pratica. Solo tramite sedute molto intense dove gli atleti
spingono al massimo il loro grado di resistenza fisica e mentale riescono a
fornire prestazioni altrimenti irraggiungibili. [Ciascuna seduta deve essere
seguita da diversi giorni di riposo onde ottenere un recupero totale.] Questa
una legge cui nessuno sfugge.
Maturit emotiva
La ''Maturit emotiva" l'effetto pi importante di un paio di routine
incrementali. E per maturit emotiva intendo un rapporto sano con le
proprie emozioni ed istinti. Quando si tengono a bada le proprie emozioni
(emozioni superficiali) solo i sentimenti profondi guidano le proprie
decisioni. "Maturit emotiva" significa avere un rapporto sano con la
realt, significa saggezza pratica. Questo fatto serio ed tremendamente
importante. Non si riesce a concepire come un kriyaban che non ha
sviluppato questa facolt, possa ''sopravvivere'' sul sentiero Kriya.
difficile restare fedeli al percorso Kriya quando delle emozioni negative,
portatrici di depressione possono improvvisamente fare a pezzi la fiducia
nel Kriya!
161
Mi sento sicuro nell'affermare che, se un kriyaban non capace (intendo
che non ne ha la capacit) di completare almeno una routine incrementale
di una tecnica Kriya di base, rischier sempre di perdere tutto quello che ha
realizzato.
162
pervicacemente il suo "diritto al dolore e alla sofferenza." [Questa una
espressione di Mre principale discepola e compagna di Sri Aurobindo.]
Qualche volta i kriyaban sono troppo orgogliosi per accettare il buon senso
di altri "non iniziati". Al contrario, necessario ascoltare l'opinione di altre
persone, specialmente se viene dalla nostra famiglia o da tutte quelle
persone che ci vogliono bene. Coloro che sono divenuti preda di culti
distruttivi, non ascoltano l'opinione di alcuno. Essi distruggono alcuni
importanti legami con delle persone perch risentono del fatto che le loro
scelte spirituali siano criticate. Qualche volta una rottura di una relazione
inevitabile, altre volte una grande perdita. Molti persone sono infastidite
da una critica sincera e costruttiva come se questa fosse una inutile
manifestazione di crudelt. Pi la critica ha basi solide, pi sentono come
se dovessero ingoiare un pezzo di pietra nera dai bordi taglienti.
163
All'inizio del sentiero Kriya, giusto dare una certa fiducia ad una scuola o
ad un insegnante, ma in seguito uno deve fidarsi della esperienza ed
intuizione personale. Molti kriyaban intraprendono il loro sentiero essendo
un po' creduloni, pronte a farsi gabbare. Le routine incrementali aiutano a
sostituire quell'infantilismo di pendere dalle labbra degli insegnanti
"autorizzati" con un'oggettiva valutazione degli effetti di ciascuna tecnica.
Se sei insicuro di te e della tua pratica, se non sei capace di liberarti da tutti
i dubbi, prova a leggere con obiettivit i risultati ottenuti e scopri come stai
diventando, giorno dopo giorno, acutamente e intelligentemente creativo.
Sorprenditi nello scoprire come adesso l'idea di sottoporre la tua pratica a
verifica presso una qualche autorit nel campo del Kriya non
passa nemmeno per la mente.
Al termine di questa esperienza che si fa una volta nella vita, una persona
ha la sensazione che molti anni siano passati e finalmente ci sia un risultato
concreto, permanente.
164
L'aumento di questa delicata tecnica Kriya dovrebbe essere graduale. Se
pensi di fare il furbo e fare subito tantissime ripetizioni tutte in un colpo,
sappi che come fare niente, perch i canali interiori si chiudono. I nostri
ostacoli interiori non possono essere eliminati in un giorno, non solo
perch la nostra costituzione non abbastanza forte ma perch la nostra
forza interiore per dissolverli inizialmente debole e deve essere
aumentata settimana dopo settimana. Inoltre, questo processo dovrebbe
integrarsi con una regolare vita attiva.
Sta a te rendere il pi piacevole possibile la giornata dedicata alla
pratica. consigliabile dividere le lunghe sedute in due parti il tutto deve
ovviamente essere completato prima di andare a dormire. Puoi chiudere
ciascuna parte distendendoti su un tappetino in Savasana (la posizione del
cadavere) per alcuni minuti. Puoi completare la prima parte della pratica al
mattino ma senza fretta, rispettando ogni dettaglio. Nel pomeriggio, dopo
un pasto leggero ed un piccolo sonnellino, esci se puoi, raggiungi un luogo
bello dove ti puoi sedere, prendere un po di tempo per contemplare la
natura. Poi, assorbito nella pratica e perfettamente a tuo agio, puoi
completare il numero di ripetizioni che mancavano. Vedrai come gli effetti
aumenteranno quando il giorno ceder al crepuscolo.
Se pratichi sempre nella tua stanza, fai in modo di riuscire a fare una
tranquilla passeggiata nella sera. Ogni cosa proceder armoniosamente e
sicuramente sperimenterai la benedizione di un silenzio carico di
beatitudine."
165
Effetti
Un buon effetto di questa pratica scoprire un notevole aumento della
chiarezza mentale probabilmente dovuto ad una forte azione sul terzo
Chakra che governa il processo pensante. Un processo logico pi calibrato,
preciso e chiaro sorger da questa pi efficiente sinergia tra pensieri ed
emozioni. L'intuizione fluir liberamente e frontegger quei momenti della
vita in cui si devono prendere importanti decisioni.
Accetta che tratti di durezza appaiano talvolta nel tuo temperamento.
Ti troverai a dire alcune cose che che altri trovano offensive e taglienti ma
che per te, in quel momento, sono l'espressione di una necessaria sincerit.
Sostenuto da una luminosa intuizione interiore, potresti ferire a parole i
tuoi amici e solo ore dopo, solo e distaccato, osservare come quelle parole
erano inopportune.
Per capire l'origine di questo problema, vediamo cosa rappresenti
l'''attraversare'' il nodo dell'ombelico. (Il Navi Kriya si pratica anzitutto per
questo motivo e secondariamente per unire Prana e Apana e attrarli nella
spina dorsale.) Si spiega che il taglio del cordone ombelicale al momento
della nascita crea una divisione di un'unica realt in due parti: quella
spirituale e quella materiale. La parte spirituale, che si manifesta come
gioia e calma, si situa nei Chakra pi elevati e nella testa; la parte materiale
si stabilisce nei Chakra pi bassi. Questa frattura tra ''spirito'' e ''materia''
la fonte permanente di laceranti conflitti. Per mezzo di questa routine
incrementale e attraverso uno sforzo cosciente di armonizzare le due
dimensioni di Spirito e materia nella vita di ogni giorno, avviene il
risanamento di questa frattura. Sebbene il risanamento sia un evento
armonioso, la sua manifestazione che traspare all'esterno pu essere
interpretato negativamente dagli altri, spesso a causa della eccessiva
sicurezza da parte del kriyaban delle proprie convinzioni che possono
sembrare cocciutaggine o dogmatismo. La personalit di un kriyaban
destinata ad essere idealmente raccolta attorno ad un punto centrale e ogni
conflitto interno ad essere risanato. Gli effetti sono osservati chiaramente
nella vita pratica. Un ordine interiore si stabilisce in modo ineluttabile;
ciascuna azione sembra circondata da un alone di calma e sembra andare
diritta verso lo scopo. Ricordiamo l'atteggiamento di Achab nel Moby Dick
di Herman Melville:
"Deviarmi? Voi non potete deviarmi,... Il percorso verso il mio scopo fisso
posato con sbarre di ferro, su cui la mia anima scanalata per correre.
Nulla da ostacolo, nulla forma un angolo alla mia strada di ferro!"
166
13.2 Routine incrementale del Kriya Pranayama
Dopo alcuni mesi (quando la precedente routine incrementale del Navi
Kriya completato o, almeno, completata a met) un kriyaban pu
incominciare un processo parallelo utilizzando la tecnica del Kriya
Pranayama e aumentandola gradualmente. 36 x 2, 36 x 3.36 x 20 respiri
Kriya un ottimo piano; 24 x 2, 24 x 3,..24 x 24 un processo pi
leggero ma comunque valido. Pratica in sequenza le tre fasi del Kriya
Pranayama, rispettando quanto detto nel capitolo 6. Quando la pratica
viene spezzata in due o tre parti per esempio una parte al mattino e una al
pomeriggio riparti sempre dalla fase 1, poi introduci la fase 2 e poi la
fase 3.
167
Fantastica opportunit di perfezionare la pratica del Kriya
Pranayama
Durante questa Routine Incrementale, il kriyaban riesce ad ottenere una
pratica estremamente raffinata del Kriya Pranayama centrando la sua
consapevolezza nella parte superiore della testa.
168
Altre osservazioni
[1] giusto sottolineare che la pratica quotidiana del proprio Kriya
Pranayama non dovrebbe avvenire in tal modo. Una routine che sia basata
totalmente su una forte concentrazione sul Sahasrara non adatta per
studenti principianti o di medio livello. Costruire un forte magnete nel
Sahasrara il modo pi potente di stimolare il risveglio di Kundalini.
Questo implica che molto materiale dalla mente subcosciente portato alla
superficie. Potresti sperimentare tutta una gamma di stati d'animo negativi.
[4] Durante questo periodo molto delicato, siete invitati a praticare molto
Nadi Sodhana Pranayama ovviamente nei giorni che precedono il grande
impegno con la intensa pratica di un grande numero fi Kriya Pranayama.
Siete invitati a servirvi di questa utile tecnica anche se non parte del
Kriya Yoga canonico. Come ho gi segnalato, il Nadi Sodhana molto pi
importante di quanto gli esperti kriyaban abbiano la volont di ammettere.
La sua pratica dovrebbe sempre essere abbinato alle tecniche base del
Kriya Yoga. Grazie ad essa, un principiante riceve una drammatica
169
trasformazione vari schemi di squilibrio energetico scompaiono. Senza
questa azione equilibratrice non facile ottenere una prontezza attenta ma
pacata che la base stessa dello stato meditativo del Kriya. una comune
esperienza che dopo una lunga pratica di Nadi Sodhana, senza aggiungere
alcun'altra tecnica ci si ritrovi in uno stato meditativo, sorto naturalmente.
170
CAPITOLO 12
THOKAR TRIBHANGAMURARI
Il sentiero Tribhangamurari
Questa variante del Thokar merita una analisi speciale. Essa una variante
della procedura del Thokar per poter colpire il nodo del Muladhara. Essa
non sostituisce la forma classica del Thokar. Alcuni la insegnano in tre
sedute distinte: tra la prima e la seconda e tra la seconda e la terza passano
diversi mesi di tempo. La si impara gradatamente: il Macro movimento
Tribhangamurari anzitutto percepito muovendo semplicemente respiro e
coscienza lungo un specifico sentiero, poi questa percezione avviene nello
stato di respiro tranquillo ed accompagnata dal Vasudeva Mantra. Infine
questa percezione rafforzata per mezzo del movimenti della testa
(Thokar.) Ripetendo questa procedura, salendo dal Muladhara alla testa e
scendendo non attraverso lo stesso sentiero, ma lungo il sentiero a tre curve
Tribhangamurari (Tri-banga-murari = tre-curva-forma) Kundalini
invitata a salire attraverso il Sushumna.
[1] Amantrak
Incomincia una profonda inspirazione. La lingua si suppone in Kechari
Mudra o, per lo meno, in baby Kechari. Molto lentamente, solleva Prana
e consapevolezza lungo il canale spinale, dal Muladhara al punto Sikha
(Bindu) mezzo minuto richiesto per fare questo. Non fare alcuna pausa
nei Chakra. Poi incomincia una profonda espirazione. Lascia che Prana e
consapevolezza scendano lentamente lungo il percorso Tribhangamurari e
raggiungano il Muladhara. Mezzo minuto richiesto per fare questo.
Il percorso Tribhangamurari incomincia in Bindu, piega a sinistra,
scende verso il lato destro del corpo. Raggiunto un punto nella schiena
(circa 5-6 centimetri pi in su dellaltezza del capezzolo destro), inverte la
direzione tagliando il nodo del cuore. Dopo aver raggiunto un punto nella
schiena che 5-6 centimetri pi in basso dellaltezza del capezzolo sinistro,
cambia di nuovo direzione e punta verso il Muladhara.
171
Figura 17. Sentiero Tribhangamurari visto da dietro
172
[2] Samantrak
Ora il respiro libero, dimenticalo totalmente. Samantrak significa ''con
l'utilizzo di un Mantra.''
Om, Na, Mo, Bha, Ga sono vibrate rispettivamente nei primi cinque
Chakra, Ba in Bindu. Teeee (con eee prolungato ) cantato nel centro
entro nella parte sinistra del cervello. Le sillabe Va, Su, De e Va sono poste
nei quattro nuovi centri fuori dalla spina dorsale; Ya vibrato nel
Muladhara.
Questi cinque nuovi centri sono cinque "vortici" nel flusso principale
della corrente non sono un nuovo insieme di Chakra. Ciascuna sillaba
quando viene fatta vibrare agisce come un Thokar mentale (colpetto):
siccome la tecnica eseguita lentamente, c' tutto il tempo per rendere
questa stimolazione molto efficace.
Abbiamo appena descritto un giro di Samantrak, che dura un minuto.
Se ti accorgi che esso pi breve, diciamo 45/50 secondi, proponiti di
raggiungere il tempo esatto.
173
Per due settimane ripeti questa tecnica 25 volte, una volta al giorno. Poi per
altre due settimane ripetila 50 volte, una volta al giorno; poi per altre due
settimane 75 volte .... e cos via fino a 200 volte al giorno per due
settimane. Questi numeri vanno rispettati. Poi sei pronto per praticare la
forma Tribhangamurari del Thokar.
Osservazione importante
Alcuni studenti cercano di assaporare subito il potere del Thokar-
Tribhangamurari e lo fanno tramite una sporadica, disordinata
sperimentazione di Amantrak e Samantrak ben lontani dal rispettare il
numero di ripetizioni sopra consigliato. Quello che potrebbe essere il vero
impatto della tecnica Thokar-Tribhangamurari rimane sconosciuto e
neanche lontanamente presagito. fondamentale infatti creare nel corpo la
percezione di un particolare movimento interno. Il Thokar lungo esso va
applicato solo quanto tale flusso energetico ben stampato nella tua
coscienza.
174
flusso energetico sinuoso verso il basso. Veniamo dunque a descrivere i
movimenti della testa. 10
Qui avviene il primo dei cinque colpi psico fisici: il mento tocca la spalla
destra per un istante e la sillaba Va fatta vibrare nell'ottavo centro. La
spalla pure fa un piccolo movimento verso l'alto per rendere il contatto col
10
Quello che essenziale questo: non essere influenzato dalle dinamiche della
tecnica del Thokar tradizionale che hai imparato precedentemente!
175
mento pi facile. Ma attenzione: se senti che stai forzando, non farlo! Se
non riesci a toccare la spalla destra col mento, accontentati di avvicinarti
alla spalla il pi possibile e stimola il centro ottavo con la pura forza
mentale.
Poi la faccia si volge lentamente verso sinistra accompagnando,
millimetro dopo millimetro, il flusso interno di energia dall'ottavo al nono
centro, attraversando il quarto Chakra. Se possibile, il mento dovrebbe
essere posto sopra la spalla sinistra. Il secondo colpo avviene quando la
sillaba Su vibrata nel nono centro mentre il mento tocca per un istante la
spalla sinistra la spalla fa un piccolo movimento verso l'alto per rendere il
contatto col mento pi facile.
176
L'essenza di questa particolare forma di ''Thokar'' non consiste solo nei
cinque colpi ma principalmente in una costante intensificazione della
pressione mentale lungo l'intero circuito. Considera l'azione fisica di
spremere con una matita un tubetto quasi vuoto di dentifricio per fargli
uscire tutto quello che rimane. Ebbene, questa immagine ti d una buona
idea di quello che avviene durante questa procedura. Quando i movimenti
della testa sono lenti ed arricchiti da una grande forza di concentrazione e
volont, non c' limite all'aumento del flusso energetico lungo il sentiero
Tribhangamurari.
177
1. Anzitutto necessario sentire che i movimenti della testa
accompagnano perfettamente, millimetro dopo millimetro, il flusso
della corrente interna. Per un certo tempo, ci si proponga di
dimenticare ogni tentativo di intensificazione. Prima di considerare il
passo successivo, facciamo quanto nelle nostre possibilit per
ottenere una percezione ininterrotta della corrente.
178
processo tante tante volte c' veramente la speranza di riuscire ad entrare
nel canale di Sushumna, di fermare il respiro e di godere di un beato stato
estatico!
Si comincia con 36 giri; una settimana dopo si praticano 36x2, poi 36x3...
e infine 36x36 ripetizioni. Questo significa 1296 giri completi! Riesciamo
a immaginare quello che accade? 1296 significa che tu cominci al mattino
e finisci di notte, ripetendo tante tante volte la stessa azione. Non c'
dubbio che riuscirai ad aprire la porta del Sushumna! Naturalmente hai
preparato questa esperienza praticando 36x35, e prima 36x34 .... E non
dimentichiamo che hai praticato Amantrak e Samantrak per vari mesi!
179
CAPITOLO 13
MICRO MOVIMENTO
180
Solo poche scuole di Kriya hanno svelato la natura di questo micro-
movimento e rivelato la sua importanza. Sfortunatamente molte persona
cercano freneticamente un impossibile surrogato di esso!
181
Estensione di questa procedura agli altri Chakra
La procedura del Micro movimento pu essere estesa a ciascun Chakra.
Questo stimola Kundalini a salire di Chakra in Chakra fino al Kutastha,
trovando in esso stabilit. Una pratica molto godibile, percepire il Micro
movimento in ciascun Chakra tre volte, su e gi per almeno tre giri
completi. Un altro ottimo modo di utilizzare il Micro movimento
completare un giro, salita e discesa, con 36 ripetizioni in ciascun Chakra.
Tra le rovine delle passate illusioni, tale esperienza apre le porte della
realizzazione spirituale. Questo movimento interiore incarna il pi
profondo aspetto della realt Omkar. Percepirlo significa annientare ogni
forma di dualit presente nei Chakra e quindi, nella propria
consapevolezza. come se il centro tra le sopracciglia diventasse una cosa
sola con ciascun Chakra, fondendoli in un unica realt. Questo ti porter
fuori dal tempo e dallo spazio. Ne nasce un'aspirazione di amore bruciante
verso il Divino.
Dopo alcuni respiri Kriya, senti il Chakra Muladhara. Vibra (pensa con
enfasi) ''Te Va Su'' nel Muladhara. Fallo una volta sola. Il Micro movimento
funziona in modo formidabile nel portare la tua coscienza all'interno del
Sushumna calmando cos, in modo quasi drastico, il tuo respiro.
Percepisci, entro il Muladhara, il movimento oscillatorio creato da "Te Va
Su." Quando pensi ''Su'' nel centro del Chakra dovresti sentire una
sensazione estatica.
Bene, quando ti viene naturale inspirare, inspira quanto necessario,
fermati un istante e concentrati sul secondo Chakra. Trattieni il respiro
delicatamente e vibra "Te Va Su" nel secondo Chakra. Espira quando senti
di espirare, concentrati sul Muladhara, e vibra "Te Va Su" nella sua sede.
Quando diventa naturale avere una breve inspirazione, inspira quanto
necessario portando la coscienza sul terzo Chakra. Trattieni il respiro
delicatamente e vibra "Te Va Su" nel terzo Chakra. Espira quando senti di
espirare, concentrati sul Muladhara, vibra "Te Va Su" nella sua sede.
Continua in tal modo, ripetendo la procedura tra il Muladhara e il
quarto Chakra; Muladhara e il quinto Chakra; Muladhara Midollo
Allungato; Muladhara quinto Chakra; Muladhara quarto Chakra;
Muladhara terzo Chakra; Muladhara secondo Chakra. Come vedi, un
ciclo fatto di 9 respiri brevi. Ripeti pi di un ciclo, intensificando la tua
182
concentrazione finch il tuo respiro sar quasi inesistente. Continua finch
realizzi che il tuo corpo sostenuto di energia interiore. Continua sentendo
non solo i Chakra ma anche il corpo intero. Un giorno il respiro si fermer
completamente: sar come un miracolo.
183
Tramite una breve inspirazione, solleva il Prana dal Muladhara Chakra
nell'occhio spirituale tra le sopracciglia. Abbassa di poco il mento, trattieni
il respiro e guarda "in gi" il Muladhara Chakra. Visualizzalo come un
dischetto orizzontale avente un diametro di circa 2-3 centimetri. Percepisci
su quel disco il movimento Tribhangamurari in dimensioni ridotte.
Questo il primo giro: pratica due ulteriori giri. Sii fedele a questa pratica
per almeno sei mesi prima di aumentare la pressione mentale tramite la
ripetizione delle sillabe del Vasudeva Mantra.
184
percepire la differenza tra andare piano e andare velocemente. Se vai
lentamente percepirai un enorme potere.
Ripeti il Vasudeva Mantra tre volte. Il Prana rimane totalmente in
testa. Dopo tre percezioni del movimento completo, ripeti la stessa
procedura per i Chakra 2, 3, 4 e 5, poi Bindu, poi Midollo Allungato, poi i
quattro centri al di fuori della spina dorsale e finalmente per il Muladhara.
Questo un giro: pratica da tre a dodici giri. Alla fine di questa pratica,
rimani con la consapevolezza centrata nella luce che percepirai nella parte
superiore della testa.
185
giorni, si pratica la terza seduta che prevede 36x3 Micro movimenti in
ciascun centro. Poi passano altri giorni. Poi abbiamo i 36x4 la cui pratica
pu occupare un giorno intero.
I prossimi passi: 36x5, 36x6, 36x7 36x8 non solo richiedono un giorno
intero ma anche parte del giorno seguente. Perci si deve dividere lo sforzo
in due parti. Qui avviene quello che non fu mai fino ad ora permesso:
dormire una notte intera tra le due parti considerate come un'unica seduta.
Quello che importante che nella mattina del giorno seguente si riprenda
pi o meno immediatamente. Quindi non permesso di andare a lavorare
ed anche raccomandato di mantenere il silenzio, evitando ogni
opportunit per la conversazione. (L'uso del buon senso dovrebbe
comunque sempre prevalere; se qualcuno ci rivolge la parola, una
risposta gentile sempre un dovere.)
Si pu ora capire che le sedute seguenti richiedono pi giorni;
l'ultima seduta richiede circa 12 giorni! Proviamo a descrivere quello che
avviene durante l'ultima seduta: si percepiscono 36x36 micro movimenti in
ciascun centro! Questo vuole dire: 1296 micro movimenti nel Muladhara,
1296 nello Swadhistan.... e cos via, finendo di nuovo dopo molti giorni nel
Muladhara con 1296 percezioni.
Devo sottolineare che non permesso saltare una tappa. Non pensate:
"Durante le mie prossime ferie estive trover facilmente una dozzina di
giorni per praticare 36x36.'' No! Non funziona in questo modo. Prima di
percepire il movimento Micro 36x36 volte in ciascuno centro, lo si deve
aver percepito 36x35 volte. E prima di questo, 36x34 volte, e cos via....
Completare questa routine incrementale realmente un gigantesco
conseguimento. Accadranno molte esperienze splendide e gli ultimi
ostacoli interni saranno dissolti uno dopo l'altro. Quando avete completato
la vostra pratica, scoprite che non riuscite a descriverla in quanto la
beatitudine sperimentata ha totalmente cancellato dalla vostra memoria le
modalit della vostra esperienza.
186
CAPITOLO 14
KRIYA DELLE CELLULE
187
INSEGNAMENTO PRATICO
[III] Riempi le cellule del corpo con una superiore forma di Prana
Durante linspirazione visualizza una potente vibrazione che parte dalla
zona sessuale, vi assorbe lenergia e la porta nella testa. Aumenta l'intensit
del suono nella gola. Prima di incominciare la espirazione rafforza
188
l'intenzione di trovare (o di aprire) una via interna per raggiungere le
cellule del corpo. Durante l'espirazione, crea una forte pressione della
consapevolezza sull'intero corpo. Neanche la pi piccola parte di vitalit
uscir con l'aria dal naso, tutta rimarr nel corpo. Percepisci che il flusso
discendente dell'energia permea tutte le parti del corpo, muscoli, organi
interni, pelle, cellule come un numero illimitato di microscopici aghi
ipodermici iniettassero energia e luce in ciascuna cellula del corpo. Il
suono Sheee della espirazione aiuta ad infondere energia nelle cellule del
corpo. Lasciati ispirare al pensiero che il suono Sheee sia come "il grido
che spezza la roccia pi dura" cos Sri Aurobindo accennava al potere del
Bija Mantra, il "sacro suono dei Rishi" rivelando:
Apri gli occhi e porta la tua coscienza non solo nel tuo corpo ma in ogni
cosa che si trova davanti e intorno a te. Percepirai un suono continuo di
Om. Questo stato molto diverso da quello che noi chiamiamo un
fenomeno ciclico. Questo processo sembra utilizzare una energia diversa
da quella che noi mettiamo in moto nel Kriya Pranayama. Essa non fluisce
189
da un punto ad un altro. senza tempo, trascende il tempo. un Prana
statico. Il flusso di questa corrente non ha direzione. un campo
energetico senza flusso; esiste semplicemente.
Nota
Nella fasi iniziali del padroneggiare questa pratica meglio evitare
qualsiasi forma di Kechari Mudra: talvolta sembra persino che esso
ostacoli i nostri sforzi. La ragione che il Kechari ci isola dall'ambiente
circostante, mentre noi qui dobbiamo sentirci una cosa sola con esso. In
effetti, una grande sorgente di ispirazione (specifica per questa pratica)
meditare all'aperto con gli occhi aperti e con la ferma, costante volont di
divenire uno con una montagna, un lago, un albero ... davanti a noi.
Cerchiamo quindi di sentire che ogni cosa di fronte ed attorno a noi come
se fosse il proprio corpo. Durante Shiii visualizziamo la luce che scende
non solo nelle cellule del nostro corpo ma, contemporaneamente, negli
atomi di ogni cosa. Il suono continuo di Om la conferma che la pratica
corretta.
190
impressionista fosse finalmente riuscito a rendere attuale la sua concezione
visionaria, trasmettendo l'idea che la sostanza inerte della materia da lui
ritratta composta di multicolori particelle di luce, come innumerevoli soli
che irradiano in una brillante trasparenza.
Dobbiamo dedurre forse che la nostra pratica del Pranayama col Respiro
Interno ha avuto effetto sul mondo che ci circonda! Sembra impossibile,
pare un sogno. Infatti, anche dopo molti episodi simili, dubiteremo che la
nostra sia una impressione ingannevole e non un fatto reale. Come mai,
guidando respiro e consapevolezza nelle cellule del corpo, otteniamo un
tale importante risultato che ha effetti cos tangibili sul piano materiale,
emotivo e psicologico?
191
Possiamo davvero accettare il fatto che le nostre pratiche spirituali abbiano
una influenza sulla realt che ci circonda facendo avvenire cose che
altrimenti non sarebbero accadute o che sarebbero accadute comunque, ma
in un modo diverso? Tale evento ha tutto l'aspetto di un' invenzione della
nostra immaginazione. Il principio della causalit implica che il mondo
ignori quello che accade nella nostra coscienza.
Sappiamo che la nostra mente brava quando si tratta di arrampicarsi sugli
specchi; ma certamente quando un simile evento si ripete con matematica
precisione nel corso del tempo, allora il crearsi di un fenomeno di sintonia
con la coscienza di unaltra persona deve essere accettato. So che quanto
scrivo pu richiamare le pi ardite manie New Age. solo dopo avere
ascoltato simili effetti ottenuti da altri ricercatori e tenuto conto della mia
decisione di aderire alla pi totale sincerit, che ho deciso di riferire questa
particolare esperienza.
192
naufragio in un lontano mare. Egli non chiese, non cerc di attrarre a s
tale esperienza. Ma la accett pienamente e noi non sappiamo, ma
possiamo intuire, quale supremo conforto egli seppe portare a quelle
povere anime.
193
L'alternativa
Sri Aurobindo scrisse:
Non possiamo vivere con una mente sempre focalizzata sul godere
emozioni elevate o piaceri spirituali, con un cuore fittiziamente aperto
all'amore universale ma in realt duro e resistente come una pietra. In
questa situazione i nostri raggiungimenti invece di essere uno stato di
illuminazione rischiano di assomigliare a uno stato cronico di sonnolenza.
Coloro che vogliono vivere in una dimensione paradisiaca senza essere
disturbati da nulla, vogliono vivere in realt nell'illusione un'illusione
dorata, ma pur sempre una illusione.
194
Alcune persone che hanno una forte tendenza verso la spiritualit hanno
dimenticato il mondo e sono persi nel loro sogno. Come potete spiegare i
loro stati d'animo negativi e la loro depressione? Alcune volte conoscono
la disperazione pi nera. San Giovanni della Croce chiam questo stato:
"La notte oscura dell'anima". Egli spieg che quelle anime sentono come se
Dio li avesse improvvisamente abbandonati; dubitarono della validit del
loro sentiero spirituale. Sebbene la loro coscienza totalmente volta verso
il Divino, continuano a credere di essere peccatori, senza alcuna possibilit
di salvezza. In una lunga e profonda assenza di luce e speranza, pur
sentendo l'inclinazione di procedere con espressioni esteriori di fede,
raggiungono lo stadio dove dubitano dell'esistenza di Dio. Perci si
sentono irrimediabilmente impuri, persi per l'eternit.
anche vero (ma meno frequente) che ci furono delle anime che non
dimenticarono il mondo, anzi che non ebbero altra meta che diminuire le
sofferenze dei loro simili, eppure conobbero la "Notte oscura dell'anima."
Ebbene io credo che tali sofferenze possano essere mitigate o risolte del
tutto imparando a guidare, senza mai arrendersi, la consapevolezza nelle
cellule del proprio corpo. Il nostro corpo infatti la pi grande protezione.
Quando sembra impossibile riagganciarsi a quella profonda ispirazione che
ci guid un tempo verso il sentiero spirituale, quando l'innocenza sembra
perduta definitivamente e non vediamo altro che un immenso muro oscuro
che blocca definitivamente ogni nostro pur piccolo passetto verso la totale
consacrazione al Divino, quello il momento di scendere, col metodo che
ci pi congeniale, 12 verso le cellule del corpo per incontrare quella
dimensione conosciuta a pochissimi che Mre evocava parlando di ''abissi
di verit e oceani di sorriso che stanno dietro le auguste vette di verit.''
12
Si pu agire anche col Japa, pensando le sillabe di esso nel corpo. Ne parleremo
brevemente nella Appendice 3.
195
Nota: alcune osservazioni sul concetto di Inconscio Collettivo
L'Inconscio Collettivo rappresenta una parte del nostro Inconscio che comune
all'umanit intera. Jung 13introdusse una terminologia che ci permette di sondare
un aspetto del sentiero mistico che altrimenti rischierebbe di divenire totalmente
estraneo, non solo alla nostra capacit di espressione ma anche di comprensione.
Jung scopr che la nostra psiche umana fatta di diversi strati, parte di essa
condivisa con l'umanit ed chiamata Inconscio Collettivo.
Per Freud l'Inconscio era simile ad un deposito pieno di vecchie cose
"rimosse" contenuti che non possiamo richiamare alla coscienza rifiutati da un
atto quasi automatico della volont. Jung scopr un livello pi profondo:
l'Inconscio Collettivo che collega tutti gli esseri umani tramite uno strato pi
profondo della loro psiche. Va detto che i contenuti dell'Inconscio Collettivo non
hanno mai fatto parte della nostra coscienza, e quando anche una parte
infinitesimale di essi irrompe nella nostra psiche, siamo momentaneamente
scioccati.
Nondimeno l'influenza che l'Inconscio Collettivo ha sulla nostra vita, , in
alcune occasioni, vitale! Quando ci sentiamo indifesi nel momento in cui
affrontiamo dei problemi difficili, questo strato pi profondo della nostra mente
inconscia ci mette in contatto con la totalit dell'esperienza umana, un magazzino
enorme di saggezza obiettiva dove ci sono tutte le soluzioni possibili. Questo
pu salvarci!
Per spiegare con termini semplici di cosa si tratta, diciamo che, in analogia alla
causalit che agisce in direzione della progressione del tempo e mette in
connessione due fenomeni che accadono nello stesso spazio in tempi diversi
viene ipotizzata l'esistenza di un principio (a-causale) che mette in connessione
due fenomeni che accadono nello stesso tempo ma in spazi diversi. Il punto
chiave da sottolineare che essi hanno un significato, un senso che li lega e che
suscita profonda emozione nell'osservatore.
13
Credo che le scoperte di Jung siano preziose per la comprensione del percorso
mistico forse pi di qualsiasi altro concetto formulato durante il 20 secolo.
Sebbene egli sia stato prudente nelle sue affermazioni, la comunit scientifica non gli
perdon di essersi occupato di questioni che non erano considerate parte della
psichiatria l'alchimia, che sembrava un'assurdit, il mondo dei miti, che erano
considerati un'immaginazione priva di significato e, pi dogni altra cosa, il gran
valore che lui attribuiva alla dimensione religiosa che considerava qualche cosa
duniversale, fondamentalmente sano e non, come altri avrebbero preferito, una
patologia. Al giorno doggi rimane lentusiasmo per i suoi scritti, specialmente fra
coloro che si occupano di argomenti spirituali o esoterici.
196
Ora, se due eventi accadono contemporaneamente ma in spazi diversi, chiaro
che la causalit (nel senso che il primo ha causato il secondo o viceversa)
impossibile. Non ci sarebbe nulla di strano in questi eventi in s e per s, tranne
un fatto: l'osservatore considerare il loro verificarsi come una coincidenza
significativa un quasi miracolo, un qualcosa che l'universo vuole comunicargli.
L'osservatore toccato intimamente da quello che percepito come il lato
mistero della vita.
Meglio fare un esempio per poterci capire. Un giovane sposta una pianta
in un vaso, questo cade, si spezza e lui guarda la pianta ferita. Pensa con intensit
a quando la sua ragazza gli aveva fatto dono di questo vaso. Prova emozione,
prova dolore e l'evento considerato come un cattivo presagio. In
contemporanea (questo lo verr ovviamente a sapere in seguito) la sua ragazza
gli sta scrivendo una lettera per lasciarlo e quindi spezzare il loro rapporto.
Qui si vedono le caratteristiche della Sincronicit Junghiana. I due eventi
avvengono simultaneamente e sono connessi per quel che riguarda il significato
(un vaso si rompe e una relazione si spezza) ma nessuno causa dell'altro.
Quando il giovane scopre la contemporaneit dei due eventi, rimane stupefatto.
Questa non telepatia o chiaroveggenza; nella telepatia una causa potrebbe
essere ipotizzata, per esempio l'esistenza di onde cerebrali che si trasmettono da
una persona all'altra. In questo caso non c' proprio alcuna causa. Jung spiega che
in questa situazione noi abbiamo solo un evento in una realt multi dimensionale.
I due eventi sono in realt un solo evento, visto semplicemente da due diversi
punti di vista.14
14
Nella letteratura Yoga c' il vasto capitolo dei Siddhi (poteri), ma questa tutta
un'altra cosa cui facciamo fatica a credere. Coloro che scrivono libri sullo Yoga non
sanno resistere alla tentazione di copiare alcune linee dagli Yoga Sutra di Patanjali.
Un classico trovare il ridicolo avvertimento del pericolo che viene dall'abuso del
Siddhi. Citando Patanjali (IV:1), raccontano che i Siddhi sono i poteri spirituali
(abilit psichiche) che possono avvenire grazie a rigide austerit; spiegano che esse
variano da forme relativamente semplici di chiaroveggenza, telepatia, ad essere
capaci di levitare, ad essere presente in vari luoghi contemporaneamente, di divenire
piccoli come un atomo, di materializzare oggetti e chi pi ne ha pi ne metta. E
quindi raccomandano ai loro lettori di non indulgere mai in questi poteri poich
"sono un grande ostacolo al progresso spirituale". Indulgere: che bel termine! Avete
mai visto una persona che pratica alcune forme di Pranayama e poi indulge nella
bilocazione? Probabilmente non pensano a quello che scrivono poich si lasciano
sedurre dal sogno di possedere tali poteri ... forse gi immaginano tutto il chiasso che
ne verrebbe: interviste, prendere parte a vari talk show ecc. Qui, lo ripeto, stiamo
parlando di tutt'altra cosa!
197
PARTE III: COME EVITARE IL FALLIMENTO SUL SENTIERO
SPIRITUALE
CAPITOLO 15
IL VALORE DEL JAPA PREGHIERA
198
esercizio su cui insiste tanto in tutti i suoi scritti ed al quale conceda tanta
importanza. Secondo lei, lanima che non crea l'abitudine alla Preghiera
perduta non raggiunger mai la meta mistica.
Per quanto riguarda la mia esperienza, parlando pure con un gran numero
di kriyaban, sono stato testimone del fallimento di coloro che non si
curavano dello stato della loro mente durante il giorno, mentre ho visto gli
occhi colmi di gioia e sincero abbandono al Divino, di quei devoti che
aggiungevano alla loro routine Kriya la Preghiera durante il giorno,
quando potevano restare soli anche per pochi minuti liberi dal lavoro o
altre attivit.
Per quanto riguarda lo stato di assenza di respiro, o comunque di
respiro calmo, di cui si parla nel Kriya Yoga, c' proprio una relazione
causa-effetto tra pratica del Japa e ottenimento di tale stato. Diciamo che il
regalo divino dello stato senza respiro preparato da tutte le tecniche Kriya
ma diviene una effettiva esperienza per mezzo della pratica del Japa. In
ogni caso non ci sono dubbi sul fatto che il Japa sia il miglior strumento
per preparare la mente alla meditazione.
199
Se uno pratica il Japa ogni giorno e lo abbina alla pratica intelligente del
Kriya, prima o poi lo stato di assenza di respiro riverser nel suo essere
un'esperienza ineguagliata di beatitudine. Non solo: senza tale esperienza,
l'intero insieme delle tecniche Kriya rischia di disintegrarsi e divenire
null'altro che un giocattolo col quale esaurire la sorgente interiore di
genuina aspirazione al Divino. Se per dei motivi fisici, ovvero a causa di
qualche stato non perfetto di salute, lo stato di assenza di respiro non
dovesse riuscire a manifestarsi, allora la persona si sentir comunque
avvolta permanente nella vibrazione Omkar.
Comunque una cosa deve essere chiara: il tuo Mantra deve esprimere,
evocare, incarnare l'atteggiamento che ti naturale assumere nel cammino
spirituale. L'atteggiamento di abbandono alla volont del Divino espresso
da quei Mantra che cominciano con ''Om Namo'', altri Mantra esprimono il
proprio immergersi nell'idea del Divino come il proprio S interiore, oltre
ogni forma di dualit. Talvolta, il significato non tanto importante quanto
il ricordare la figura di quel santo che ha utilizzato quel tale Mantra.
In generale, una buona scelta quella di un Mantra dal tono forte e dolce
allo stesso tempo. Sii sensibile alla vibrazione che il Mantra suscita nel tuo
corpo e nel tuo cuore. un buon indizio quando al solo sentirlo cantare
provi gioia. A nessuno invece consiglierei un Mantra che appaia come un
lamento rassegnato. Ci sono persone che fanno una scelta infelice del
Mantra attraverso la quale danno l'impressione di auto punirsi. La frase che
hanno scelto di ripetere potrebbe avere dei toni negativi o sottolineare in
modo chiaro e inequivocabile limiti e indegnit. Quando questo avviene,
chiaro che, dopo breve tempo, la loro pratica si disintegra; si trovano a
200
ripetere quella preghiera una o due volte al giorno, come un sospiro
indolente rassegnazione. Ovviamente questa situazione non ha nulla a che
fare con quanto stiamo cercando di descrivere.
Nella letteratura vedrai come sono stati costruiti Mantra bellissimi. Ecco il
Mantra di Krishna: Om Klim Krishnaya Govindaya Gopi-jana Vallabhaya
Swaha. Ecco il Mantra di Durga (Divina Madre): Om Hrim Dhum
Durgaye Namaha....
Questi suoni vennero scelti da antichi yogi che sentirono la loro bellezza e
amarono la loro vibrazione. Non vennero imposti da alcuna divinit, furono
una scoperta umana. Questi Mantra seme non possiedono un significato ma
possono arricchire un Mantra potenziandone il significato. Comunque non
decidere in base a quanto dice la letteratura sugli effetti di un Bija Mantra.
Leggi il tuo stato d'animo, senti le tue emozioni che nascono dopo una
intensa pratica di un determinato Mantra.
Spero tu non sia cos ingenuo di credere che un Mantra funzioni solo se
ricevuto dal un ''Guru.'' Certo se vuoi alleggerire il tuo portafoglio allora
corri da un insegnante e compra il tuo Mantra ''personale.'' Naturalmente in
certe occasioni avere un insegnante giustificato nel senso che se questi ti
aiuta a scegliere un Mantra, non solo, se usa tutto il suo potere di
persuasione per convincerti ad applicarlo con seriet allora tale maestro
merita una ricompensa in quanto ti fa il pi grande di tutti i favori ma
tutto finisce l!
Per essere sicuri che l'insegnamento del Japa sia compreso senza malintesi,
proviamo a consigliare come intraprenderne la pratica.
Quando hai trovato il tuo Mantra, prendi la determinazione di
completare ogni giorno, a voce, almeno un centinaio (contandone le
ripetizioni su un Mala ovvero su un rosario di 108 grani) di esso. Pronuncia
201
le sillabe con un atteggiamento sereno. Impara a farlo risuonare nella
bocca, petto e varie zone della testa. 2
Completate le 108 ripetizioni, chiudi la bocca e lascia che il Japa
prosegua mentalmente e, come sempre succede, senza sforzo nel
sottofondo della tua coscienza. Qualora sia possibile, riprendi, durante le
ore successive, la pratica del Japa a voce alta. Senti il guscio protettivo che
circonda la tua persona: esso fatto di pace tangibile. Non ti sto chiedendo
di fare un esercizio di visualizzazione di tale pace ma solo di essere
consapevole di una sostanza sottile in cui sei immerso e da cui idealmente
vengono toccate anche le persone che entrano in contatto con te. Pratica in
questo modo ogni giorno e i risultati non si faranno attendere.
Incoraggiamento
Nella pratica della Preghiera Devozionale pu capitare di attraversare dei
momenti difficili. I motivi sono tanti: dal dubbio se questa sia una pratica
''povera'' e sia meglio collaborare con l'evoluzione spirituale usando un
metodo pi ''dignitoso'', al momento in cui non si sente pi il valore della
pace, del silenzio mentale indotto dalla Preghiera. Rafforza la tua volont
come per far crollare il muro che la vita ti ha posto davanti. Prendi la
decisione risoluta di non rinunciare mai pi all'aiuto formidabile che solo
tale pratica pu dare. Qualunque sia l'abisso di confusione mentale e di
aridit spirituale in cui ti puoi trovare, pronuncia di nuovo il tuo Mantra,
ripetilo con sovrumana calma: esso segna la tua rinascita sul sentiero
spirituale.
Considera il motto di Lahiri Mahasaya "Banat, Banat, ban jay!"
(facendo, facendo, un giorno fatto!) Non detto che esso si riferisca alla
persona che senza scoraggiarsi mai, compie una fatica immane come per
arrivare in cima ad una alta montagna. Non detto che il lavoro consista
nel salire in alto, sempre pi in alto. Forse il lavoro consiste solo nel
rimuovere gli ostacoli creati dalla mente. Quando questo fatto, la
dimensione spirituale si manifesta naturalmente, senza sforzo da parte
nostra, senza quindi dover ''salire'' da qualche parte. La principale azione
necessaria per mettere in moto tale processo di pulizia mentale senza
dubbio il Japa.
2
Ricevetti da un insegnante l'ordine perentorio di pronunciare il Mantra solo
mentalmente pareva un atto sacrilego dirlo a voce. Provai a dirlo solo mentalmente
e non funzionava. Dopo vari mesi non ne potevo pi: osai dirlo sottovoce e una
''primavera'' scoppi nel mio cuore.
202
Seconda parte: utilizzare al meglio il Mantra durante la pratica delle
tecniche del Kriya Yoga
Dopo avere gioito della Preghiera Devozionale come una pratica in s e
per s, impariamo a gioire dei due Mantra utilizzati nelle tecniche Kriya (il
semplice Mantra Om e il Mantra Om Namo Bhagavat Vasudevaya.)
Questo ci aiuta a porre in ciascuna tecnica Kriya tutta la passione di cui
siamo capaci e a scoprire come tramite il Mantra sia possibile ''toccare'' la
stessa sostanza spinale e risvegliare ciascun Chakra. Il Prana si controlla
normalmente col respiro mentre a livelli sottili dove in respiro non esiste si
controlla col Mantra.
3
Io mi sono lasciato guidare dalla sintesi delle esperienze di Teresa come appare nel
testo ''Teologia della perfezione cristiana'' Royo Marn Antonio (San Paolo
Edizioni) Secondo Teresa i livelli della Orazione Interiore sono: 1 Preghiera vocale
2 Meditazione digressiva 3 Preghiera mentale affettiva 4 Raccoglimento acquisito
5 Raccoglimento infuso 6 Preghiera di quiete 7 Preghiera di unione semplice
8 Preghiera di unione estatica 9 Preghiera di unione trasformante
203
Esempi
I seguenti esempi possono servire a chiarire come muoversi verso lo stato
in cui Preghiera e Kriya si uniscono.
Osservazione
Entrare in ciascun Chakra signific creare un movimento energico attorno
al nucleo di ogni Chakra. come dare un dolce massaggio mentale a
ciascun Chakra e godere intensamente l'effetto di questa azione.
L'esperienza era pura dolcezza. Ovviamente incominciai col primo Chakra
alla base della spina dorsale, attesi il senso di gioia, poi passai al secondo,
attesi... poi terzo e cos via. Decisivo fu il momento in cui percepii una
fresca energia che sosteneva il corpo dall'interno. Mentre la coscienza si
stabiliva in un vasto spazio enorme che si estendeva oltre e sopra la regione
occipitale ebbi la percezione di aver calmato i movimenti interni del corpo,
204
persino ad un livello molecolare. Improvvisamente ebbi l'impressione di
attraversare uno schermo, emergendo in un'altra dimensione. Ci fu il senso
di una libert ineguagliabile. Le cellule del corpo erano ricaricate
internamente da una fonte misteriosa che percepivo come una fresca luce
liquida. Mi sembrava di essere proiettato fuori dal tempo, di essere al di
sopra della vita.
Il vento si placa,
le onde scompaiono,
l'oceano diviene calmo.
Alla sera il fiore si chiude,
le persone se ne vanno;
allora la pace della montagna diviene profonda.
(da una poesia di Taisen Deshimaru Roshi)
205
regione oltre la vita. Quello che si vede intorno sembra ricevere il tocco di
una ultraterrena Bellezza. Il mondo dell'aldil esiste, presente, stupendo
e tu, pur continuando a vivere, gi ne fai parte.
Una immagine viene emerge dalla memoria: quella di Ananda Moy
Ma, la Madre permeata di gioia, descritta da P.Y. nella sua autobiografia.
''Prima di venire su questa terra 'ero la stessa'. Quando ero una piccola
bambina 'ero la stessa'. ..... e attraverso le epoche che verranno, anche se
la danza della creazione cambier attorno a me, per tutta l'eternit' io sar
sempre la stessa'.'' (Ananda Moy Ma)
Lasciatemi dire che quando si comincia con Amantrak, dove non c'
Preghiera ma solo percezione del sentiero, si possono sperimentare strani
mutamenti emotivi e mentali. Si potrebbe soffrire di totale mancanza di
entusiasmo: come sentirsi estraneo ad attivit che altrimenti si troverebbero
molto attraenti. Tutte le difficolt scompaiono quando si introduce il
Mantra Om Namo Bhagavate Vasudevaya .
206
Dopo molte ore di questa pratica, si sente l'istinto di diminuire la forza dei
movimenti della testa e di gioire della pura vibrazione di ciascuna sillaba.
Mi sento di incoraggiare chiunque a non aver paura di violare le istruzioni
di cantare le sillabe solo mentalmente. Quindi inviterei a pronunciare
ciascuna sillaba in un sussurro, gioendo di una micro pausa dopo ciascuna.
Questa piccola pausa basta per percepire una dolce irradiazione che
proviene da ciascun centro. Essa amplifica lesperienza di gioia.
illimitatamente. Le parole del mio insegnante mi ritornarono in mente: ''La
pratica del Thokar-Tribhangamurari ti creer uno stato di ebbrezza: sarai
ubriaco di gioia tutto il giorno!''
207
CAPITOLO 16
LA PREGHIERA DEL CUORE
208
La pausa che si fa nel cuore serve appunto per localizzare il ''luogo del
cuore.'' Gradatamente il valore di questa pausa diventa sempre pi
evidente. Durante essa, con la testa china e gli occhi diretti verso l'addome
si cerca di entrare con l'attenzione nell'ombelico come se questo fosse una
''porta'' attraverso la quale uno raggiunge il ''luogo del cuore.'' 6
6
Focalizzarsi sull'ombelico per accendere il fuoco delle devozione nel cuore quello
che i santi raccomandano. Nelle ultime fasi del sentiero spirituale, il centro
dell'ombelico (anzi, tutta la regione che nell'Alchimia Interiore noto come Dantian)
diventa sempre pi importante. Talvolta nei libri di Kriya Yoga si trovano espressioni
come: "Lo stato di Samadhi nasce nell'ombelico.''
209
Dopo questa pratica, quando uno si rilassa ancora avvolto dalla dolcezza
della Preghiera, spesso l'immaginazione viene attratta da una bella
immagine come da sogno. Mantenendo la calma, quella Bellezza cresce a
dismisura. Ed ecco che uno sente di non riuscire a sostenere il pieno
impatto con tale realt, realizzando che dietro ad essa si cela il Divino.
Dagli angoli degli occhi scendono lacrime di incontenibile delizia.
Un illimitato, struggente commuovimento interiore preme sul cuore. Ecco
che uno ha la drastica realizzazione che ''quanto stato vissuto, esperito
fino a tale momento, un nulla.''
210
immaginazione sono progressivamente catturate e occupate dal Divino.
Sia l'intelletto che la volont sono assorbiti in Dio. Le distrazioni non
sono possibili. I sensi esterni del corpo sono fatti prigionieri.
Santa Teresa non avrebbe potuto trovare parole migliori per esprimere cosa
avviene quando Kundalini sale fino al cuore:
211
il nostro intestino funzionano in perfetta armonia.
212
informazioni che erano state celate a lei. In un caso assai drammatico, una
ragazza adolescente ricevette il cuore di una donna che era stata
assassinata. Poco dopo, nei sogni ma anche nei momenti quieti, la donna fu
capace di ricostruire dettagli della scena del crimine al punto tale di
permettere alla polizia di raccogliere abbastanza dati ed evidenze da poter
condannare l'assassino. Il ripetersi di questi eventi fa s che tali fenomeni
non possano appartenere al regno delle casuali coincidenze.
213
Ebbene, quanto tempo ti ci vorr prima di vedere la ragione di tutto questo?
Supponi che a questo amico depresso, disturbato, invece di consigliare
ciecamente un metodo come il Kriya che si basa su una gran forza di
volont e un controllo ottimale delle emozioni, tu avessi cercato di guarire
prima il suo cuore consigliando quello che crea un collegamento armonioso
tra la sua mente ed il suo cuore.
Se c' una spaccatura tra cervello e cuore il metodo Kriya non
funziona. Non insistere col Kriya se questo sembra non funzionare. E lo
dico anche a te: ''quell'amico'' potrebbe essere il ''tu'' che stai cercando di
''evolvere.''
Non credere a quelli che dicono che il Kriya funziona come la matematica
e che la colpa degli apparenti fallimenti dovrebbe essere attribuita a coloro
che praticano male. La pratica di qualche semplice forma di Japa
focalizzato intelligentemente sul cuore pu produrre il miracolo.
214
da un punto sotto il Chakra del cuore (circa 4 centimetri) si muove verso
un punto simmetrico situato sopra il Chakra del cuore, sfiorandolo da
dietro. Durante questo movimento, canta mentalmente Tee nel punto sotto
il Chakra del cuore, Va nel Chakra del cuore, Su nel punto sopra tale
Chakra.
Espira percependo un movimento verticale di energia che dal punto
sopra il detto Chakra scende verso il punto sotto di esso, sfiorandolo da
dietro. Durante questo movimento, canta mentalmente De nel punto sopra il
Chakra del cuore, Va in esso, Ya nel punto sotto esso.
La ripetizione di questi 4 movimenti, ovvero il disegnare questa
''croce'', utilizzando due respiri completi costituisce un ciclo. Il respiro
molto calmo. Inspirazione ed espirazione durano circa 3 secondi ciascuno.
108 cicli, senza fretta non richiedono pi di 30 minuti.
Ripetiamo che questo solo un esempio e uno pu scegliere una qualsiasi
Preghiera. Si raccomanda di interiorizzare gradualmente la pratica,
terminando con una pratica mentale. In altre parole, tu incominci col
respiro e concludi percependo solo il movimento energetico.
215
APPENDICE 1: STUDI UTILI
Io non sconsiglio alcun libro: tutti devono farsi le loro esperienze. Per
esempio, come migliaia di persone, anch'io lessi avidamente i commenti ad
alcune sacre scritture attribuiti a Lahiri Mahasaya. P. Bhattacharya, stamp
quelle interpretazioni. Questi libri per molto tempo rimasero poco
conosciuti, perch redatti in Bengali. Recentemente sono stati tradotti in
Inglese. Studiai questi libri con entusiasmo, sperando di trovarvi qualche
chiave utile alla mia comprensione del Kriya. Ne rimasi deluso. Il loro
valore, dal punto di vista esegetico, quasi nullo. Mi sembra quasi
impossibile che provengano realmente da Lahiri Mahasaya: non riesco a
intravvedere la stessa saggezza pratica e l'enorme realizzazione che egli
espresse nei suoi diari e lettere. Vi trovo piuttosto una mente con una
tendenza quasi maniaca ad interpretare ogni cosa alla luce del Kriya, come
se secoli fa gli autori di quei lavori spirituali conoscessero esattamente, una
per una tutte le tecniche del Kriya. Eppure mi guardo bene dall'affermare
che sono adulterati.
Credo (questo quello che molti affermano e non trovo ragione per
dubitare) che Lahiri Mahasaya comment a voce alcuni testi sacri Indiani.
Forse, leggendo certi versetti carichi di ispirazione, Lahiri Mahasaya venne
trasportato dalla forza del suo acume, dimentic completamente la scrittura
di partenza e, ispirato, parl ampiamente e liberamente sulle sottigliezze
del Kriya. Molto probabilmente quello che disse in quell'occasione fu preso
come un specifico commento a quel testo. Inoltre, possibile che per
pubblicare quelle note difficili da comprendere, l'editore le abbia
completate con la propria filosofia.
Quello che vorrei suggerire di studiare il Kriya alla luce di altre tradizioni
mistiche. Ci sono cinque tradizioni spirituali che hanno alcune parti in
comune col Kriya Yoga. Essi sono:
216
1. Kundalini Yoga (Hatha Yoga Tantrico)
2. Radhasoami
3. Sufi
4. Alchimia Interiore (Nei Dan)
5. Esicasmo
1. KUNDALINI YOGA
Questa una forma di Yoga che si occupa principalmente della regolazione
del respiro e quindi dell'energia (Prana) presente nel corpo. Tale sentiero
descritto principalmente nei tre testi dell'Induismo:
217
e lui interpret i suoi simboli in termini di processo di individuazione.
Secondo Jung " il concetto di Kundalini ha per noi un solo possibile
utilizzo, ovvero, descrivere la nostra propria esperienza con l'inconscio..."
218
di fare altri esercizi di concentrazione.
"L'acuto desiderio di sedermi a meditare, che era sempre stato presente nei
giorni precedenti, svan improvvisamente e fu sostituito da una sensazione
di orrore per il soprannaturale. Volevo fuggirne il solo pensiero. Nello
stesso tempo provai tutto d'un tratto disgusto per il lavoro e la
conversazione, con l'inevitabile risultato, una volta restato senza niente
che mi tenesse occupato, che il tempo cominci a pesarmi e tale problema
si aggiunse alla condizione gi turbata della mente. [...] Ogni mattina si
annunciava un nuovo terrore, una nuova complicazione del sistema gi
disordinato, un pi profondo attacco di malinconia o una maggiore
irritabilit della mente che dovevo reprimere, affinch non mi
sopraffacesse, tenendomi sveglio, di solito tutta una notte insonne; e dopo
aver sopportato pazientemente i tormenti del giorno, mi dovevo preparare
per quelli ancora peggiori della notte."
219
di emozione, incapace di credere che ero veramente libero da quell'orrore.
Torturato ed esaurito, quasi fino al collasso, dall'agonia che avevo sofferto
durante il tremendo intervallo, mi addormentai immediatamente, bagnato
nella luce e per la prima volta dopo settimane di angoscia provai il dolce
abbraccio di un sonno riposante."
220
soprattutto, nella stessa meditazione.
Nell'ultima parte del libro, discutendo i "segnali che indicano
l'avvicinarsi della meta finale", fra un insieme di segni, ebbe il coraggio di
citarne uno in particolare che non trattato solitamente nei libri -- a parte
quei libri che vogliono ironizzare su tutta la faccenda dei "Guru". Egli
riferisce "il grande desiderio di essere forato e penetrato." Per quanto
concerne "forato", lo esemplifica come il "desiderio di mettere un'unghia
nel punto a met fra le due sopracciglia. Per quanto concerne "penetrato"
chiarisce che il desiderio di penetrazione al Bindu pu, a causa
dell'ignoranza che proviene dall'ego, divenire il "desiderio di penetrazione
anale passiva." Chiarisce che un comune atto sessuale non pu soddisfare
la persona che realmente ha bisogno di essere penetrata nel Bindu per
trovare la beatitudine spirituale finale. Egli aggiunge che: "finch non
raggiunge quello stadio, lo yogi pu spesso indulgere in una omosessualit
compulsiva. probabile che molti santi di tutte le epoche sarebbero rimasti
grandi omosessuali se si fossero fermati nel loro periodo di pre-santit."
2. RADHASOAMI
Perch dovremmo noi kriyaban studiare il percorso spirituale
Radhasoami? Perch ha tantissime somiglianze col sentiero Kriya. Esso
insegna procedure che sono molto simili alle tecniche Hong So, Om, Kriya
Pranayama e alla tecnica che P.Y. chiama Secondo Kriya. Sri Yukteswar e
P.Y. Fecero parte di questo movimento. Ogni kriyaban che sente un forte
legame con gli insegnamenti di P.Y. legger con grande senso di sorpresa
quello che si trova nella letteratura Radhasoami.
ragionevole credere che alcuni discepoli di Lahiri Mahasaya
abbiano fatto parte di un gruppo Radhasoami e forse, senza nemmeno
esserne consapevoli, abbiano aggiunto al Kriya degli elementi di teoria e di
pratica che sono propri di questo movimento.
Il sentiero Radhasoami merita il nostro rispetto: ci sono
insegnamenti in esso che completano magnificamente il lascito di Lahiri.
Diciamo in generale che il materiale letterario prodotto da questo
movimento di grande ispirazione per tutti coloro che cercano di entrare in
sintonia con la Realt Omkar.
221
Sant Mat (Sentiero dei Santi). considerata una derivazione del Sikhismo. 9
In realt, tale tradizione molto pi antica e si rif agli insegnamenti di
Kabir e di Guru Nanak. Ci fu anche un gruppo di insegnanti che assunsero
prominenza nella parte settentrionale del sub-continente indiano verso il
tredicesimo secolo. I loro insegnamenti sono distinti teologicamente da
devozione interiore verso un principio divino, e socialmente da un
egualitarismo opposto alle distinzioni qualitative della gerarchia di casta
Ind ed alle differenze religiose tra Ind e Musulmani. Nei tempi moderni
il primo nome da segnalare quello di Param Sant Shiv Dayal Singh ji che
nel gennaio 1861 (la stessa data in cui Lahiri Mahasaya raccont di aver
ricevuto iniziazione nel Kriya Yoga) cre il movimento Radhasoami. Il
fondatore Param Sant Shiv Dayal Singh ji mor nel 1878 in Agra, India.
Egli non nomin un successore, dando luogo ad una crisi di successione
dopo la sua morte. Molti discepoli poi vennero ad essere considerati
successori, la qual cosa condusse a divisioni all'interno del gruppo. Queste
fratture condussero alla propagazione degli insegnamenti di Radhasoami ad
un pubblico pi largo anche se con interpretazioni leggermente diverse.
9
La religione Sikh fondata sugli insegnamenti di Guru Nanak e nove Guru
successivi; la quinta tra le religioni organizzate pi grandi del mondo.
interessante notare che la chiave caratteristica distintiva di Sikhismo era un concetto
non-antropomorfico di Dio, al punto tale che uno pu interpretare Dio come
l'Universo stesso.
222
fantastica per ogni essere umano! Dal sacro momento in cui lo studente
sente questa musica, egli non mai pi solo. Pu trovarsi lontano da casa o
amici, ma non mai solo. Gode la compagnia di Dio Stesso. Il contatto con
questa Sorgente Primaria di pace, amore e beatitudine, rimuove ogni paura,
perplessit ed ansiet.
Radhasoami spiega che di epoca in epoca, i grandi Maestri vengono
a far rivivere questa conoscenza, dopo che il materialismo l'ha oscurata.
Essi ci restituiscono la nostra gioia suprema, quella che ci porta
direttamente alla nostra libert spirituale finale.
223
del karma del discepolo, appare a questi nel momento della morte per
presentarlo a Dio. Per quanto riguarda le tecniche di meditazione, esse
possono venire apprese anche in seguito da altre persone appositamente
autorizzate dall'Iniziatore e il discepolo fa in ogni caso un voto di
segretezza.
[4] Radhasoami afferma che il limite delle varie religioni stata la loro
inabilit di rendere Dio reale ai loro devoti. Infatti non possiamo
immaginare che gli uomini vivrebbero come fanno, penserebbero ed
agirebbero come fanno, se Dio fosse reale per loro, se davvero Lo avessero
visto e amato. Dio deve divenire reale all'individuo, non essere un concetto
mentale ma una realt vivente. Praticamente per gli uomini, Dio
semplicemente un'idea astratta, un concetto mentale. Come pu uno
adorare ed amare un concetto mentale? Quando la maggior parte delle
persone dice che amano Dio, vuole dire semplicemente che stanno
provando una certa emozione indotta da vari fattori. Ma ci non ha nulla a
che vedere con il fatto di amare Dio realmente.
C' un solo metodo per rendere Dio reale al ricercatore: fargli vedere e
ascoltare Dio. Quando il discepolo sente la musica incantevole dei suoni
interiori, allora il vero processo incominciato. Ma quella realizzazione
non completa. Quando poi egli si solleva, con l'aiuto di procedure ancora
pi sottili, verso piani pi elevati, il suo ''essere spirituale'' si incontra con la
Luce del Kutastha, ed allora che lui sperimenta la perfetta realizzazione
del Divino.
224
Insegnamenti pratici
Le seguenti procedure complessivamente vengono chiamate Surat Shabda
Yoga (Surat vuole dire "anima", Shabda vuole dire "parola." La "parola"
la "Corrente sonora", il "Flusso di Vita udibile" o l'"Essenza dell'Essere
Supremo ed Assoluto". )
225
porzione centrale della fronte. Gradualmente questo splendore illumina
dall'interno ogni costituente del corpo. Ogni cellula, ogni fibra vista
brillare come un riflesso di questo bagliore unico. Il divino bagliore pone
fine all'oscurit dell'ignoranza. Ne viene un perfetto controllo del flusso dei
pensieri e delle emozioni.
226
Utilizziamo il respiro per intensificare l'esperienza Omkar.
Ci sono molte varianti di quella procedura adottate da diversi gruppi
Radhasoami. Qui accenno ad una variante che rappresenta, a mio avviso, il
modo pi effettivo ed efficiente per immergersi nella dimensione Omkar.
Inspira lentamente, profondamente attraverso il naso, e poi
lentamente espira, ma prima che tutta l'aria sia fuori incomincia ad
inspirare di nuovo, e continua cos, senza mai lasciare che tutta l'aria esca.
Percepisci due correnti nel lobo destro e nel lobo sinistro del
cervello, rispettivamente. La corrente legata alla inspirazione sale a destra,
quella legata alla espirazione scende a sinistra. Si pu realmente ascoltare il
suono del respiro che entra ed esce come ''So Ham'': ''So'' inspirando e
''Ham'' espirando. La Parola Divina il suono prodotto dal respiro. Questa
tecnica, nella letteratura classica dello Yoga, conosciuta come Kewali
Kumbhaka per il fatto che, se uno costantemente consapevole del respiro
e del So Ham questi raggiunge lo stato di assenza di respiro.
Questa percezione, se ripetuta a lungo, ti aiuter a percepire i suoni
astrali nella parte interiore di ciascun orecchio. Ascolterete i suoni interiori
entro l'orecchio destro, poi anche in quello sinistro.
Per mezzo di una lunga pratica di questo esercizio di respirazione,
ascolterete uno scampanellio tre centimetri sopra l'orecchio destro. Lo
ascolterete anche sopra quello sinistro. Ci vorranno circa cinque minuti per
ascoltare entrambi i suoni contemporaneamente.
Ciascun respiro dovrebbe dare pi energia a questo movimento
circolare. Percepite entro la parte centrale del cervello un movimento
antiorario (visualizzandolo da dietro.) Si forma un campo di forza
circolare. Ascoltate entrambe le vibrazioni nel centro del cervello, dove
esse si incontrano e si fondono in un suono leggermente diverso.
Al momento culminante di questa procedura otterrete la rivelazione
dell'occhio spirituale. Quando il respiro scompare, il movimento procede
solo col potere della concentrazione. La bianca luce spirituale appare nella
parte centrale della testa. Lasciatevi assorbire da essa. Un profondo suono
di campana vi guider nello stato di Samadhi. Questo il culmine di questa
pratica particolare.
227
astralmente noi acquistiamo l'abilit di lasciare il corpo a volont una
pratica cui talvolta ci si riferisce come "morire mentre si vive." La tecnica
consiste nell'assumere il Kechari Mudra, nel focalizzare lo sguardo
interiore nel Kutastha, mentre parte dell'attenzione individua la sede di un
Chakra fino a che la sua particolare vibrazione luminosa comincia ad
apparire. Quando questo avviene non ci si sofferma su quel Chakra, ma ci
si concentra sulla sede del Chakra seguente, e cos via. In altre parole, la
pausa su un Chakra dura quindi quel tanto che basta ad averne una sottile
percezione.
228
che dividono queste due grandi religioni. Non sembr basare il tuo
insegnamento sull'autorit delle sacre scritture; rifuggiva i rituali religiosi.
Insegn a non rinunciare alla vita e divenire un eremita, a non coltivare
alcun approccio estremo alla disciplina spirituale, in quanto indebolisce il
229
Mentre una piena comprensione del Divino al di l degli esseri umani,
descrisse Dio come non completamente inconoscibile. Dio deve essere
visto attraverso "l'occhio interiore", cercato nel "cuore": enfatizz la
rivelazione attraverso la meditazione. Nei suoi insegnamenti ci sono cenni
alla possibilit di ascoltare un'ineffabile melodia Interiore (Omkar) e di
gustare il nettare (Amrit).
3. SUFI
Sentimento ardente e sincerit si trovano nella letteratura Sufi: la
celebrazione del Creatore dell'universo risplende con una forza ed una
ampiezza che non ha confronti. I Sufi ci raccontano del loro amore per la
Bellezza che si trova su questa terra, lasciandoti intuire come la loro
ardente forma di Preghiera li porti dalla contemplazione di tale Bellezza
alla diretta esperienza del Divino.
Sono morto come minerale e divenuto pianta; sono morto come pianta e
risorto come animale; sono morto come animale e risorto come uomo.
Perch temere allora di divenire meno morendo? Ancora una volta morir
come uomo, per risorgere come un angelo perfetto; ed ancora quando da
angelo soffrir la dissoluzione, muter in ci che nessuna mente ha mai
concepito! (Rumi)
230
purificare cuore e anima in modo di poterci muovere verso la luce del
Divino senza essere deviati da nulla.
Qualche ordine Sufi spiega che chi vuole guidare la Preghiera nel cuore,
deve anzitutto tenere la lingua premuta contro il palato, labbra e denti
fermamente serrati e trattenere il respiro. Poi si incomincia con "La" e la si
fa salire dall'ombelico al cervello.
Dopo che "La" posto nella testa, si pone "ilaha" nella spalla destra (e
nella parte superiore destra del torace sotto la spalla destra) con la testa che
si piega a destra; si pone "illaal" nella spalla sinistra (e nella parte
superiore sinistra del torace sotto la spalla sinistra) con la testa che si piega
a sinistra. Poi "lah" guidato con forza nel cuore con la testa che si china
10
Se preferite utilizzare un Mantra di 12 sillabe potete considerare: Allahu la ilaha illa
huwal hayyul qayyum (Allah non c' dio eccetto Lui l'Unico esistente, Colui
che tutto sostiene.) Una buona divisione in 12 parti : 1- AL 2- LA 3-HU 4-LA 5-
ILAHA 6- ILLA 7- HU 8-WAL 9-HAY 10-YUL 11-QAY 12-YUM
231
in avanti. Da questa posizione "La" di nuovo posto nella testa, mentre si
solleva il mento.
Alla fine del numero scelto di ripetizioni, la frase Muhammad rasul
Allah fatta muovendosi dal lato sinistro a quello destro, e infine si
dice:''Mio Dio, Tu sei la mia meta e soddisfare Te tutto ci che voglio.''
"Quando un servo di Allah pronuncia le parole ''L Ilha Ill Allh'' (Non
v' Alcuno degno di adorazione eccetto Allah) sinceramente, le porte del
cielo si aprono grazie a tali parole e uno raggiunge il Trono di Allah."
232
ferma per un tempo maggiore.
La consapevolezza e l'energia (Qi) sono lasciate fluire in gi lungo il
canale di Funzione sul davanti del corpo e sollevate lungo il canale di
Controllo dietro la spina dorsale.
233
La contemplazione della luce che splende nel cuore completa questa fase.
L'esperienza spirituale avviene senza inquinamenti mentali. La devozione
non conosce limiti.
5. ESICASMO
L'Esicasmo (dal Greco: hesychasmos, che significa "quiete,
riposo, silenzio, tranquillit") un movimento Cristiano ortodosso che
considera la pace interiore come una necessit di base per intraprendere il
234
percorso spirituale. Il monte Athos il luogo dove alcuni monaci
svilupparono un metodo molto effettivo per realizzare questa pace interna.
Essi utilizzano la ''Preghiera di Ges'': Kyrie Iesou Christe, Yie tou Theou,
Eleison me ton amartalon. In Italiano: "Signore Ges Cristo, figlio di Dio,
abbi piet di me, peccatore" ripetendola incessantemente durante il giorno,
guidandola nello spazio del cuore e recitandola in sincronia con i battiti del
cuore durante la seduta di meditazione.
11
Come triste leggere affermazioni del tipo: ''Dietro ad alcuni nomi come Krishna,
Rama, o Shiva ci sono demoni che stanno in attesa. Quando sono invocati con l'uso
del Mantra, si apre la porta affinch il demonio possa incominciare il tuo teatrino,
utilizzando suoni, immagini, sogni e l'immaginazione in generale per attrarre colui
che pratica sempre pi profondamente nell'inganno''!
235
Per quanto riguarda la storia contenuta nel libro, nessuno sa per certo se si
tratta di una storia vera che riguarda un particolare pellegrino, o un
romanzo spirituale creato per diffondere la dimensione mistica della fede
Cristiana Ortodossa. Alcuni, sulla base di testimoni, identificano l'autore
come il monaco russo Archimandrita Ortodosso Mikhail Kozlov.
Qualunque sia la verit storica, tale pellegrino il rappresentante ideale di
tutti coloro che passano la vita visitando santuari, chiese, monasteri, il
Monte Athos, la Terra santa, cercando Dio per mezzo della Preghiera
continua.
236
crea un legame tra il ritmo del respiro e la ripetizione mentale della
Preghiera. Si pratica per un minimo di 15 minuti; dopo un paio di
settimane passa a 30 minuti. Molto utile contare il numero delle
ripetizioni con un rosario. Infine la ripetizione diventa mentale.
Abbiamo gi descritto come ''trovare il posto del cuore'' (capitolo 16.) Gli
Esicasti spiegano che il centro tra le sopracciglia non va bene per tutte le
fasi della meditazione. Inoltre se l'energia dei pensieri scende al livello
della gola come avviene normalmente recitando la Preghiera essa
acquisisce un potere evocativo ricaricato di valori emotivi. Come
conseguenza c' la tendenza a perdersi in associazioni mentali. Ma se uno
porta il centro della consapevolezza nel cuore, ecco che l'attenzione
raggiunge una coesione completa. Essa sostenuta da una superiore
intensit e nulla di estraneo pu disturbarla.
Interessante vedere come a questo punto gli Esicasti presentano
una procedura molto simile al Navi Kriya. L'istruzione di sedere (in modo
confortevole e senza tensioni) con la testa chinata in avanti e gli occhi
diretti verso l'addome. Si prega con il centro della concentrazione
nell'ombelico. Si cerca di entrare in esso, come se l'ombelico fosse una
''porta.'' Gli Esicasti affermano che quello che tu vi trovi null'altro che
una specie di buio privo di gioia ma se tu imperterrito continui con questa
pratica, raggiungerai una felicit senza limiti. Nello spazio aperto
all'interno del cuore si contempla la "Luce Increata." Il cuore sar riempito
con una beatitudine piena d'amore! Tale esperienza straordinaria porta alla
realizzazione che ''quanto sperimentato finora stato un nulla!''
13
Anche Santa Teresa esplora lo stesso concetto: ''Da questa pressione nasce una strana
esperienza di dolore. Noi percepiamo il Divino, la Luce infinita e bruciamo di
amore. Ci rendiamo conto che non ancora giunto il momento di divenire una sola
cosa con questa Luce e questa Beatitudine infinita: da ci appaiono lacrime di
intensa aspirazione.''
237
Io dormo, ma il mio cuore veglia
(Canto di Salomone 5:2)
238
APPENDICE 2 ILLUSIONI
I.
Pensiamo davvero che tutti i kriyaban che sono fedeli per anni ad una
pratica costante siano liberi da aspettative irrazionali che contraddicono le
basi stesse del sentiero mistico?
Il problema di considerare gli atteggiamenti errati nei confronti del
Sentiero Spirituale del Kriya Yoga pi serio di quanto possa sembrare.
Una piena realizzazione delle manie che tengono occupata la mente di
molti kriyaban potrebbe gettare qualche serio insegnante di Kriya in uno
stato di sconforto.
Mi soffermo qui sugli ultimi anni della mia esperienza dopo il distacco con
l'ultimo insegnante come descritto nella prima parte del libro. Oltre a
postare il libro in rete, ho avuto molte opportunit di confrontarmi con le
illusioni nelle quali molti kriyabans trovano il definitivo fallimento del loro
sforzo spirituale.
239
Fui colpito dalla devastante inconsistenza di molti movimenti esoterici,
ampiamente riconosciuti come impegnativi ed elitari. Molti termini
altisonanti che un tempo mi avrebbe entusiasmato, si rivelarono delle
vuotaggini. La loro esuberanza mi riempiva di nausea come se fosse
un'oscenit creata da un mostro. Ero sempre pi colpito dalla debolezza
della mente umana, dalla sua scoraggiante lentezza nel dissolvere lampanti
falsit e ingannevoli ragionamenti.
Sin dalla prima lezione, cercai di comunicare quello che era espresso
chiaramente con la parola ''mistico.'' Ripetei che anche se in alcuni contesti
la parola mistico evoca una relazione col mistero, col concetto di
iniziazione (dal Greco [mustikos], un iniziato) a segreti rituali
religiosi (anche questo dal Greco , celare) un mistico uno che cerca
sinceramente (adottando qualsivoglia forma di disciplina mentale e fisica)
di arrendersi a qualche cosa che la quintessenza del supremo conforto,
qualche cosa che sta oltre i territori della mente irraggiungibile dalle
acrobazie di una mente mai soddisfatta.
Il problema era che quel qualcosa oltre la mente era incomprensibile
e non aveva appello per la maggior parte dei mie ascoltatori. Cercai di
introdurre il concetto di ''sentiero mistico pulito'' un sentiero
caratterizzato esclusivamente dal totale abbandono a Dio e non inquinato
dalle fantasie e deformazioni della mente umana.
Molti erano alla ricerca di genuini (non inquinati dalle sciocchezze
New Age) e facili da leggere libri mistici. Sottolineai il valore di classici
spirituali come: ''I racconti di un Pellegrino Russo''. Cercai di fare capire
quanto fosse bello e prezioso sentirsi come pellegrini, come quelle anime
che seguirono l'antichissima tradizione spirituale della Preghiera Continua.
Era chiaro che avevo deviato fortemente dal mio tema didattico. Comunque
essi dimenticarono e non afferrarono l'essenza di quanto andavo dicendo.
Ripetei vanamente quanto fragile (piena di suggestionabilit e
vulnerabilit) fosse la psiche umana nel momento in cui si confronta con i
fenomeni dello spirito. Vidi che i miei studenti mostravano scarso riguardo
per questo tema. Pareva che non si rendessero conto di come tale tema
potesse riguardare la loro stessa vita. Alcuni erano sinceri e ammisero che
stavano coltivando le pi curiose illusioni (raggiungere il potere psichico
sulle altre persone, trovare il segreto dell'immortalit...) e avevano il fermo
proposito di perseguirle. In fine mi resi lucidamente conto che alcuni
ascoltatori erano venuti alle mie lezioni nella speranza di ricevere sostegno
e nutrimento alle loro illusioni.
240
Immersione negli insegnamenti di J.Krishnamurti
Mi resi conto di quanto fosse prezioso l'insegnamento di Krishnamurti.
Lessi e rilessi alcune parti dei suoi libri, ripetendo mentalmente alcuni
brani durante le mie passeggiate esponendo il mio essere al suo modo di
osservare le limitazioni della mente umana. La magia del suo modo di
scrivere ebbe ed ha un ruolo particolare nella mia vita. Per me, il suo "La
sola rivoluzione" un capolavoro in quanto una sintesi perfetta di poesia
e saggezza.
241
Compresi che la mia ossessione di trovare le tecniche del ''Kriya originale''
non era l'espressione di una forma elevata di spiritualit ma era non
dissimile dal desiderio di ottenere qualcosa di materiale. L'atteggiamento
con cui portavo avanti la mia ricerca febbrile era in realt una distrazione
che mi impediva di gioire di quello che gi avevo avuto. Mi aveva
impoverito, prosciugando il flusso della genuina aspirazione verso il
Divino.
Lo sforzo di creare il silenzio mentale mi riport agli inizi del mio
sentiero spirituale quando avevo deciso di conquistare la tendenza a
fantasticare o saltare da un ricordo all'altro durante i miei momenti di
inattivit. Allora sapevo perfettamente che il pensiero non controllato era
una vera dipendenza, un vizio che regalava momenti di piacere ma era la
causa primaria di molte miserie. Fu per disciplinarmi che contemplai l'idea
di studiare l'arte del Pranayama avvicinandomi, poco dopo, al Kriya Yoga.
II.
Ritorniamo al tema di come molti kriyaban rovinino il loro sentiero
spirituale coltivando delle errate aspettative suggerite da una distorta
(troppo entusiastica) pubblicit sul Kriya. Ci sono due pericolose illusioni
che potrebbero prendere radici solide nella nostra mente. La prima di
considerare il Kriya come una medicina alternativa, la seconda
considerare il Kriya come un processo esoterico di lite che incrementa
automaticamente i nostri ''potenziali mentali.''
Il Kriya non medicina alternativa, non scienza. Il progetto di
intraprendere il sentiero Kriya con la speranza di liberarsi dalla depressione
o da altre forme comuni di nevrosi non conduce da nessuna parte. Se hai
seri disturbi nervosi e dopo avere sperimentato rimedi alternativi, segui il
consiglio di un amico e sperimenti pigramente anche il percorso Kriya, non
otterrai alcunch, a parte mal di testa.
Non puoi guardare alle tue pratiche spirituali con sospetto:
"Funzioneranno davvero?" Nessuna creatura umana pu mai toccare il
Bene supremo a meno che non lo ponga, con fiducia incrollabile sopra tutti
gli altri conseguimenti del mondo. Non possibile tentare goffamente di
camuffare il proprio scetticismo simulando un inesistente interesse
spirituale.
Se applicando la procedura Kriya, qualcosa di buono dovesse
accadere nel tuo sistema psicofisico, non te ne renderai nemmeno conto.
Coi tuoi dubbi potresti persino trovare solo angoscia. In questa situazione
non c' amore per il Kriya. Hai paura di ricevere una delusione... e proprio
questo accadr.
242
Per quanto riguarda l'infondata speranza che il Kriya possa amplificare i
tuoi poteri mentali, devi ricordare che il Kriya insegna come contattare la
dimensione spirituale che si trova oltre la mente e non ha nulla a che
vedere con un viaggio pieno di eccitazione nel regno della mente.
Dimenticare questo d il via libera ad ogni deformazione.
Uno dovrebbe essere molto accurato quando parla di Kriya per evitare di
attirare le persone che non desiderano percorrere il sentiero spirituale.
Spesso parliamo del valore del Kriya Yoga. Spesso le nostre parole troppo
entusiaste sugli effetti sorprendenti di Kriya creano una falsit colossale.
Invece di parlare della ''scienza'' del Kriya, molto meglio essere pi
moderati e limitarsi a dire: "Il Kriya Yoga un percorso spirituale basato su
buoni metodi di concentrazione e Preghiera. Questi metodi sono stati
utilizzati da secoli.'' Non una parola in pi. Inoltre, meglio evitare di
mostrare foto di persone che hanno avuto successo col Kriya. meglio
evitare di dare l'idea di voler vendere qualcosa.
Un sentiero pulito
Da una idea sbagliata sul Kriya, nasce un atteggiamento sbagliato e il
nostro viaggio spirituale ha vita corta. Evitare le idee sbagliate quasi
impossibile. La letteratura classica sul Kriya, i discorsi spirituali da parte
dei ''maestri'' creano nuove illusioni ed espandono le illusioni che gi
possediamo.
Non credo di essere troppo severo. vero che gran parte della
letteratura spirituale ci invita a cercare solo il Divino, citando con autorit
il Vangelo e altri libri sacri. Ed vero che ci dicono di cercare il Divino
arrendendosi alla Sua volont senza chiedere alcuna altra cosa, ma anche
vero che spesso ci invitino a porti tutt'altri obiettivi. Ci dicono che se
pratichi il Kriya correttamente svilupperai questa e quest'altra dote...
Talvolta ci si perde per strada e ci si ritrova a seguire un ''sentiero magico."
243
Non so quante volte avete esaminato sotto la lente della saggezza l'idea che
ciascun respiro Kriya contribuisca a creare un anno di evoluzione
spirituale... bla bla bla....
Provate a immaginare di andare davanti ad un santo e ripetere
davanti a lui questa credenza. Avreste il coraggio di incontrare il suo
sguardo? Provate a rendervi conto di quanto insidiosa sia questa idea.
Spesso rifletto sull'idea che il Kriya abbia basi scientifiche, e perci sia
praticamente automatico. C' del vero in questa affermazione ma essa
conduce molte persone all'autoinganno.
Nella migliore delle situazioni, tutti i benefici Kriya sono meno che
niente paragonati all'esperienza di toccare la Bellezza stessa immergendosi
nella vibrazione Omkar. Il nostro primo dovere nella vita di raggiungere
lo stato di imperturbabile pace interiore. Ma c' troppa inquietudine in
questo mondo. La Bellezza esiste in questo mondo, ma molti sono come
turisti nervosi che desiderano vedere tutto e si comportano in un modo
isterico; voglia godere freneticamente di tutto e non sanno nemmeno dove
si trovano. Lo stesso accade col Kriya. Quando una buona seduta di Kriya
spalanca una porta sull'Infinito, tutto presto dimenticato anche se
sembrava l'evento pi solido. Le illusioni riportate nella letteratura Kriya
sono le uniche solide convinzioni che rimangono.
Si pu vincere questo circolo vizioso solo con una intensa riflessione sugli
insegnamenti che la vita stessa ci sta dando. Quando questo avviene, allora
si vuole andare subito oltre la vita e non attardarsi ad esaurire ogni aspetto
di essa. Kriya per quelli che hanno sentito quanto dura, terribile, crudele,
sappia essere la vita e desiderano, col cuore e con l'intuizione, "qualche
cosa di pi." Kriya per quelli che sentono che non pu non esistere una
Realt pi grande del comune modo di vivere. Il Kriya concepito per
guidarci verso quella Realt. Portando l'energia del corpo nella spina
dorsale avremo una diretta esperienza di quello che sta oltre la realt fisica
quadridimensionale.
244
Alcune esperienze personali
Aggiungo alcuni esempi delle ''migliori'' illusioni con cui sono venuto in
contatto.
Ci sono coloro che non fanno altro che leggere e leggere, senza fare nulla
di pratico. Lessi alcuni dei cosiddetti ''capolavori'' della letteratura
iniziatica. Mentre li leggevo, entrai in un stato quasi ipnotico e non mi resi
subito conto che ciascuna catena di idee ivi contenuta non aveva alcuna
base ma era solo il parto della scatenata immaginazione dell'autore. Per
mezzo di una ubriacante profusione di parole, l'autore sviluppava le proprie
teorie libero dal legame con la realt e dalle regole della logica. Il tutto si
riduceva solo a un puro godimento mentale paragonabile a quello che
deriva dal leggere una favola. Come si pu pensare di progredire
spiritualmente col solo fatto di leggere tale pattume? Leggere romanzi
polizieschi e di gran lunga meglio: migliora il tuo umore, esercitando la
materi grigia del tuo cervello.
245
Erano anche programmate speciali sedute in cui era possibile ritrovare,
attraverso la regressione ipnotica le proprie vite passate e far rivivere, e
quindi comprendere, i traumi pi profondi. Dal punto di vista legale,
questa psicoterapia alternativa era camuffata da attivit culturali o
religiose.
Dopo molti anni, alcuni amici sono sempre l, per ottenere una pi
profonda pulizia della loro mente subcosciente, cos mi dissero. Il viaggio
del Kriya privato della sua componente spirituale era ridotto ad un nulla.
Volevo spiegare che la loro era una colossale perdita di tempo ma non
avevo la forza morale per farlo. Troppa insistenza sul processo di pulizia
come preparare la propria casa per un ospite distinto, continuando a pulirla
e decorarla indefinitamente, estasiati dalle varie comodit che la casa
poteva offrire mentre l'ospite, dopo aver suonato varie volte il
campanello invano, siede, trascurato, sullo stuoino davanti alla porta
Non volli mai avere a che fare con lo Spiritismo, n quello caratterizzato
dalla presenza di un Medium che sprofonda nello stato di trance, n quello
dove tutti i partecipanti, ponendo le mani sul bicchiere capovolto che si
muove cos agevolmente tra le lettere dellalfabeto, stampate su una
comoda tavoletta pieghevole, sono loro stessi dei medium. Ho buone
ragioni per credere che l'abitudine a praticare la medianit comporti a
coltivare delle scissioni, lacerazioni e conflitti all'interno della propria
personalit.
A parte la scrittura automatica nella quale chi chiede la stessa
persona che d la risposta, il medium sa in anticipo le preferenze e le
anticipazioni della persona che a lui si rivolge. Perci tutto diviene come
un circuito chiuso: domanda e risposta si riverberano in una spirale senza
fine come il fischio di reazione di un microfono posto vicino al relativo
altoparlante. Come chiunque pu osservare, le comunicazioni sono sempre
gradevoli. Ogni adepto, anche di intelligenza limitata, riceve la
comunicazione che il Divino ha assegnato a questi un'importante
missione Ho dei motivi per ipotizzare che tali fenomeni siano assai
pericolosi.
246
Un mio amico aveva il vizio di prestare attenzione alle rivelazioni che
provenivano da un Channeler 14 Si recava da questi affinch gli spiriti gli
rivelassero la ragione karmica di un lieve disturbo che a mio avviso si
poteva curare seguendo facilmente delle regole dietetiche. Dal Channeler
pass poi ad un gruppo che praticava la medianit. Si sforz di coltivare
una certa empatia verso il gruppo; sfortunatamente quella sceneggiata gli
cost cara. Molto spesso dietro la maschera del suo aspetto sicuro di s,
scoprii una personalit fragile che permetteva agli altri di defraudarlo nel
peggiore dei modi. Il suo desiderio originale di trovare un canale che lo
mettesse in contatto con il potere e le benedizioni degli antichi maestri fin
nel renderlo prigioniero dell'influenza di una orribile persona, una autentica
canaglia. Diede via quasi tutto quello che possedeva, come pure la totalit
delle sue energie. Quando questa persona seppe che il mio amico praticava
il Kriya Yoga, gli raccont di avere avuto il privilegio di comunicare
medianicamente con P.Y. e con Lahiri Mahasaya. Fu patetico e, fino a un
certo grado, persino divertente, sentirlo affermar che il messaggio odierno
di P.Y. : "In questa epoca, il Kriya fuori moda ed inutile. Basta la
devozione!"
247
Patanjali, riusciva a farmi sentire come un verme. Criticava la mia
attitudine a perfezionare la pratica del Kriya. Mi spiegava che il mio stesso
desiderio di padroneggiare una tecnica di meditazione significava coltivare
un desiderio, la qual cosa andava contro principi Buddisti.
Venni a sapere che lui era la guida spirituale di un piccolo gruppo di
persone che si dichiaravano devoti cristiani, mentre non erano altro che
delle persone smarrite. Non riesco a immaginare quello che lui insegnava
loro poich nemmeno mi accenn a tale attivit. Quello che non riuscii
mai a capire di lui fu che ogni tanto si recava ad assistere a pratiche
liturgiche della Chiesa Cattolica perch, secondo lui, esse funzionavano
come ''una blanda forma di esorcismo.''
248
segretezza era assai cospicua in quanto, attraverso esso, egli dava prova
di attribuire un grande valore a tale evento. L'insegnante disse che la
donazione sarebbe andata ad un certo frate che si era preso a cuore le sorti
di un orfanotrofio. ( un classico!... c' sempre un orfanotrofio in queste
storie.)
Mentre il mio amico, tutto soddisfatto, si preparava a ricevere tale
ineguagliabile dono (gli era stato spiegato che di dono si trattava e nulla
avrebbe potuto ricompensare adeguatamente le benedizioni che tale
iniziazione avrebbe comportato nella sua vita) il lestofante decideva
pigramente quali chiaviche gli avrebbe, con splendente solennit, esposto.
Il mio amico ricevette con indicibile emozione la nuova tecnica e trascorse
uno o due giorni di pura esaltazione.
In seguito, imprigionato nella sua chimera, speriment il riaccendersi
della sua passione e la farsa si ripet. Sent ancora parlare di altre
"rivelazioni" dal valore ineguagliabile. Lillusione in cui viveva era, in
effetti, invincibile. Ricevuta la sua droga, continu la corsa, inesorabile,
verso il baratro. Non so se un giorno potr capire che le tecniche per le
quali pag una fortuna furono prese da alcuni libri comuni e deformate
affinch egli non riuscisse a intuirne lorigine.
249
praticamente insignificante. Le tecniche Kriya erano, per lui, come un rito
religioso che andava svolto scrupolosamente, ma solo per dimostrare la
propria lealt. Comunque l'idea della evoluzione spirituale del kriyaban
determinata da ferree leggi matematiche rimaneva in lui come un riflesso
istintivo tanto che rivolgendosi a quanti gli chiedevano informazioni sul
Kriya andava ripetendolo senza esitazioni.
250
APPENDICE 3: QUANDO IL NOSTRO KRIYA PRODUCE DEI
FORTI OSCILLAMENTI NELLO STATO D'ANIMO E ALTRI
PROBLEMI
251
Dovrei dunque credere che respirando aria fresca, focalizzando la mente
sulla spina dorsale e su particolare centri nella testa, essi svilupparono vari
disturbi mentali e fisici. Da una benedizione come sembrava all'inizio, il
Kriya nel loro specifico caso, si rivel una maledizione, una disgrazia.
Accennarono con disprezzo a quelle stesse tecniche che io avevo
sperimentato pi volte, con tanto amore, ricavandone la pi pura delle
delizie.
La mia reazione era sempre una sola: ''Ma come, con che spirito, con
che aspettative, queste persone hanno affrontato il Kriya Yoga? Il Kriya
non pu essere responsabile di tutto questo. Mi dicono che porta alla
follia ... ebbene una cosa certa: se devo impazzire, preferisco impazzire
col Kriya, piuttosto che vivere una vita materialistica dove la dimensione
spirituale non ha posto. Se in me ci sono i germi della pazzia, questi
sbocceranno sia nel caso io pratichi il Kriya che in caso contrario.
Ripensando ai momenti gloriosi provati, percorrer tale sentiero senza un
minimo di paura, dovessi pure bruciarmi in esso."
252
Capisco che in certi casi un preesistente disturbo mentale possa spingere
una persona a cercare le droghe come un rimedio. Bene, in tali casi non
credo che l'uso di tecniche di Yoga possa aggravare la condizione del loro
stato di alienazione. Forse paura e angoscia possono essersi manifestate
come inconscia resistenza all'apparizione di contenuti inconsci. In tal caso,
la paura costringe uno a rimanere in superficie e blocca la via ad una
pratica profonda...
253
negativo (uno stato negativo di assorbimento). Quindi dopo esserti ripreso,
dovresti incominciare a praticare il Kriya." Se, tanto per fare un esempio,
tu usi il Thokar per colpire tante volte il Chakra Muladhara e non integri
questo con altre pratiche per stimolare i Chakra superiori, il risultato
principalmente uno stato grigiastro della mente che appare nel giorno della
pratica e nel giorno seguente. difficile sostenere quell'oscuro umore
come se la tua anima fosse graffiata.
254
azione che lui fece, la quale, se pazientemente ripetuta, lo aiut ad uscire
dalla situazione molto difficile in cui si era ficcato. Precisamente lui cre
mentalmente una corrente fredda che saliva entro il canale centrale della
spina dorsale.
Siedi con la spina dorsale diritta e concentra tutta la tua forza mentale nel
punto tra le sopracciglia. Usa tutta la tua immaginazione per sollevare una
fresca corrente sulla spina dorsale. Questo pu essere fatto inspirando
attraverso la bocca tenendo la lingua nella posizione del Sitali Pranayama.
Solleva i bordi della lingua in modo di formare una "U" e falla sporgere in
fuori oltre le labbra. Inspira profondamente attraverso la lingua e la bocca.
Espira attraverso il naso. Continua per un paio di minuti. Senti una fresca
sensazione nella bocca, trasferiscila alla spina dorsale. Ripeti questo per un
paio di minuti finch senti che qualcosa sta cambiando.
Questo precisamente quello che Gopi Krishna fece per uscire dalla sua
terribile situazione.
255
Questo un ciclo. Comincia con 6 cicli cercando gradualmente di arrivare
a 12. Utilizza un conteggio mentale per essere sicuro che inspirazione ed
espirazione abbiano la stessa durata. Non esagerare col numero dei respiri
al punto di trovarti in una situazione di disagio. Le dita possono essere
usate in diversi modi per aprire e chiudere le narici, ognuno fa come
preferisce.
256
Pingala e quindi, a tempo debito, tra la tendenza alla introversione e l'opposta
tendenza alla estroversione.
Ci sono quattro tipi di onde cerebrali. Durante il sonno profondo le onde
delta sono predominanti (1-4 oscillazioni per secondo), mentre in un pisolino le
onde theta (4-8 oscillazioni per secondo) dominano. Le onde del cervello che ci
interessano maggiormente sono le onde alfa (8-13 oscillazioni per secondo.) Esse
appaiono maggiormente quando la persona ha gli occhi chiusi, rilassata
mentalmente, ma ancora sveglia e capace di sperimentare. Quando gli occhi sono
aperti, o la persona distratta, le onde alfa sono indebolite e c' un aumento delle
onde beta pi veloci (13-40 oscillazioni per secondo).
L'ammontare di onde alfa mostra a che grado il cervello in un stato di
consapevolezza rilassata. Le misurazioni fatte con l'EEG hanno mostrato che
l'ammontare di onde alfa aumenta durante la meditazione e tale ammontare di
esse si distribuisce ugualmente in ciascuna met del cervello. Ebbene, pi
pratichiamo Nadi Sodhana, pi le onde alfa in ciascuna parte del cervello
tendono a divenire uguali. Il Nadi Sodhana crea dunque quel perfetto equilibrio
che la migliore condizione per entrare nello stato meditativo.
257
APPENDICE 4: ESPERIENZE PERSONALI DELLE ROUTINE
INCREMENTALI DEL TRIBHANGAMURARI
258
per i propri figli. C'era in ognuno di loro la forza per grandi, incredibili
azioni. Come conseguenza, non potevano evitare esperienze dolorose.
Sentivo che la lor vita, essendo immersa nell'amore, lo era anche nel
dolore e nella tragedia. Questa dualit era implicita nell'esistenza terrena,
intrecciata con il nostro esistere. Il senso di questa realt ineluttabile venne
allora sperimentato come una stretta dolorosa che mi lacerava il petto.
Mentre ero immerso in questi pensieri, il sole sorse sul nostro
sentiero e il santuario apparve sopra un'altura, qualcosa si sciolse e ne
venne una tale intensit di amore che la stessa esperienza si trasform in
una stretta al cuore, in un dolore "pieno di beatitudine".
Nei mesi seguenti praticai la mia routine Kriya, seduto all'aria aperta.
Associo quelle routine a lunghi tramonti, a serate che sembravano non
avere fine. Quel periodo della mia vita fu veramente magico: mentirei se
dicessi che non ne ho una nostalgia infinita. Vivere quelle lunghe sedute in
campagna, in totale libert ed in uno stato di "ebbrezza'' mistica fu un
evento indimenticabile.
Il solo problema fu che il ritmo naturale del Mantra mi induceva a
praticare troppo rapidamente. Fu solo quando decisi di fare uno sforzo
speciale per procedere pi lentamente, che la gioia e l'amore per il Divino
aumentarono.
Qualcosa avvenne mentre praticavo con gli occhi aperti. Per ragioni che
oltrepassano la mia comprensione, l'effetto psicologico di questa pratica fu
straordinario. Il dettaglio importante era di muovere non solo la mia testa
ma anche il mio sguardo, in modo lento e fluido, senza scatti.
Cominciai con gli occhi che guardavano il pavimento. Sussurrai le
sillabe del Mantra simultaneamente sollevando mento e sguardo. La mia
attenzione si muoveva centimetro dopo centimetro, osservando qualsiasi
cosa posta davanti a me. Poi, senza girare la faccia, la testa si muoveva
259
verso la spalla sinistra, poi ritornava nel centro sollevando
contemporaneamente il mento il pi possibile. Durante questo movimento,
gli occhi si volgevano verso l'alto. Quando, da quella posizione col mento
in su, la faccia si volgeva lentamente a destra, gli occhi seguivano il
movimento e finivano col guardare attentamente l'area alla mia destra, il
pi indietro possibile. Poi la faccia si rivolgeva lentamente a sinistra. Gli
occhi seguivano il movimento spostandosi orizzontalmente senza perdere
alcun dettaglio di quello che era di fronte e finivano col guardare
attentamente l'area alla mia sinistra, il pi indietro possibile. Durante gli
ultimi quattro colpi dati da sinistra, l'intensit dello sguardo diminuiva, le
palpebre si chiudevano e le ultime sillabe erano sussurrate quasi a fatica.
Negli istanti finali del percorso ero quasi addormentato. In questo modo
ripetevo la procedura tante, tante volte.
Il primo effetto che si poteva notare sin dal primo giorno di pratica era
l'intensit dell'attivit onirica. Alcuni sogni rimanevano molto vividi nella
mia immaginazione durante la mattina seguente. Considerai questo un
modo privilegiato di creare un dialogo con la sfera inconscia.
Perfezionai l'abilit di meditare ovunque, senza permettere che nulla
mi disturbasse. Mentre all'inizio ero quasi maniacale nel preparare un buon
ambiente per la meditazione e divenivo nervoso e preoccupato per un
nonnulla, ora mi piaceva meditare nei luoghi pi strani e in situazioni
impossibili come viaggiare in treno o guardare un film. Vidi che, strano a
dirsi, tali occasioni potevano creare per contrasto, uno stato particolare di
consapevolezza producendo risultati insperati.
260
interrompere, per una pausa, la pratica. Molte volte mi chiedevo quale
effetto benefico potesse provenire da quello che sembrava essere un
viaggio nel mondo inconscio dei sogni.
Non c'erano problemi quando praticavo al mare, tra la gente che non mi
disturbava, facendo finta di guardare lontano o leggere.
Un giorno mi trovavo in un luogo roccioso non lontano dalla
spiaggia. Un albero mi riparava dal sole. A tramonto appoggiai la schiena
ad una roccia e praticai con gli occhi aperti. Il cielo era un cristallo
indistruttibile dinfinita trasparenza e le onde cambiavano continuamente il
loro colore. Dietro le scure lenti dei miei occhiali da sole i miei occhi erano
pieni di lacrime. Non riesco a descrivere quello che percepii se non in
forma poetica.
C un canto indiano (nella parte finale del film Mahabharata) le cui
parole sono prese dalla Svetasvatara Upanishad: "Conosco questo Grande
Spirito, raggiante come il sole, trascendente ogni concezione materiale di
oscurit. Solo chi Lo conosce pu trascendere i limiti della nascita e della
morte. Non c altra strada per raggiungere la liberazione che conoscere
questo Grande Spirito". Quando ascolto la bella voce della cantante Indiana
ripetere "Non c altra strada", il mio cuore sa che nulla avr il potere di
tenermi lontano da questo stato e da questa pratica fantasticamente bella
che mi accompagner fino alla fine dei miei giorni.
261
APPENDICE 5: PER COLORO CHE SEGUONO GLI
INSEGNAMENTI DI P .Y.
Ebbene se cos stanno le cose, che necessit c' di scrivere qui qualcosa per
loro? Dopo che il mio libro apparve sul Web, ebbi un intenso scambio di
email con vari ricercatori fedeli a P.Y.. Ricevere email da loro rappresent
una piacevole sorpresa. Dopo avermi detto chiaramente che non
approvavano la mia decisione di descrivere in modo cos esplicito le
tecniche del Kriya Yoga di Lahiri Mahasaya, mi posero delle precise
domande sulle semplificazioni del Kriya che il loro Guru insegnava a vaste
platee. Volevano avere almeno un'idea di quanto P.Y. avesse insegnato ai
suoi discepoli pi intimi.
15
Le tecniche di P.Y., non vengono qui rispiegate ma solo commentate liberamente
secondo la mia personale esperienza. I simboli K1, K2, K3 e K4 sono utilizzati per
indicare i quattro Kriya come furono da P.Y. insegnati. Perci, quando in questa
appendice voi trovate scritto "K2", ricordate che ci stiamo riferendo a quella
particolare tecnica del Secondo Kriya come fu insegnata da P.Y. e non al Secondo
Kriya insegnate da altre linee di discendenza.
262
superare i confini della loro mente ed immergersi con l'Ineffabile. Fui
sorpreso quando uno di loro, discutendo il ruolo delle organizzazioni
Kriya, mi assicur che voleva Dio e non qualcuno che, facendo finta di
essere Dio, si interponesse tra loro e la luce che dal Divino proveniva.
Ero certo di trovarmi di fronte ad onesti ricercatori dalla cui bocca non
sarebbe mai uscita alcuna sciocchezza. Imparai ad ascoltarli con rispetto ed
in silenzio quando corressero molte mie interpretazioni fantasiose sul
Kriya Yoga. Molti, non per pura e semplice esibizione, sapevano citare a
memoria molte frasi che si trovano negli scritti di P.Y.. Essi avevano letto e
riletto tali testi moltissime volte tentando di decifrarli.
Il mio rapporto con quei ricercatori si bas su un reale affetto e non
ci fu mai disapprovazione, acidit o formalit. Furono sempre generosi
verso di me e rispettosi della mia personalit. Mai cercarono di impormi
qualche loro convincimento, mentre condividevano tutto quello che
conoscevano, anche quanto era costato tempo, sforzo e denaro.
I nostri incontri furono eventi stimolanti che mi fornivano tanto cibo per la
riflessione. Talvolta mi costringevano a ricreare una pi ampia visione del
sentiero Kriya proponendomi delle osservazioni molto originali. Incontrare
tali ardenti devoti signific ritrovare intatto, riflesso nei loro occhi,
quell'oro che illumin un tempo la mia vita quando sfogliavo le pagine
della famosa autobiografia di P.Y..
Principale discussione
Anzitutto c'era la classica domanda: ''Quale migliore: il Kriya
Pranayama attraverso la bocca o quello attraverso il naso? Alcuni
sapevano che un ristretto numero di discepoli di P.Y. praticavano il
Pranayama con la bocca chiusa.
Per quanto riguarda il Kechari Mudra fui felice di constatare che un
buon numero di kriyaban lo avevano raggiunto alcuni avendo applicato
l'esercizio classico del Talabya Kriya dal mio libro, altri seguendo i
suggerimenti trovati su un sito web dedicato allo Yoga.16 Uno di loro aveva
una strana opinione: afferm che il Kriya Pranayama col Kechari Mudra
era troppo ''debole'', privo delle forti sensazioni che si sperimentano nella
spina dorsale utilizzando il Pranayama praticato con la bocca. Era chiaro
che il mio amico si era tormentato a lungo prima di prendere la decisione di
rinunciare al Kechari Mudra.
16
P.Y. nei suoi scritti e nei suoi discorsi diede la definizione di Kechari Mudra senza
presentare alcuni esercizi pratici da essere eseguiti per un certo periodo di tempo
onde realizzarlo.
263
I miei punti fermi sono i seguenti:
[4] Coloro che non sono soddisfatti della percezione del movimento di
Prana lungo la spina dorsale, dovrebbero aggiungere al Maha Mudra
264
alcuni semplici esercizi per la spina dorsale: specialmente curvature laterali
e torsioni. Il Nadi Sodhana Pranayama pu essere praticato col grande
beneficio prima del Maha Mudra: esso aiuta a rimuovere gli ostacoli che
bloccano la porta del Sushumna.
[5] Alcuni kriyaban non hanno capito cosa fare dopo la pratica del Kriya
proper o dopo lo Jyoti Mudra. Penso che uno non dovrebbe rimanere
semplicemente immobile aspettando che il tempo passi... come uno che sta
attendendo che il farmaco di una iniezione intramuscolare entri bene in
circolo e sia possibile alzarsi e camminare senza compromettere l'azione di
tale trattamento medico.
Un famoso discepolo di P.Y. Disse che dopo il Kriya Pranayama
bene muovere la consapevolezza in su ed in gi lungo la spina dorsale
facendo una pausa in ciascun Chakra.
[6] So che P.Y. prese in considerazione una variante del suo Kriya
Pranayama insegnando di cantare mentalmente Om in ciascun Chakra.
Sembra che questa istruzione si dimostr difficile per alcuni studenti. Fu
allora cambiata e data solo personalmente. Ebbene io penso che questa fu
una grande perdita per tutti gli studenti seri.
Solo dopo aver chiarito questi punti discutemmo sulle tecniche base Hong
So e Om. Le seguenti osservazioni vennero apprezzate.
Hong So
Questa non una tecnica che regala, come per magia, la concentrazione, a
meno che uno gi non la possieda! Per realizzare il potere di questa tecnica,
devi essere in partenza dotato dell'abilit di mantenere un alto livello di
concentrazione durante tutta la pratica.
Come sai, la procedura incomincia con due esercizi di respirazione.
La letteratura spiega che essi servono per ossigenare il sangue e calmare il
sistema psicofisico. Certo, questo vero, ma bene riconoscere che essi
mettono in moto lo stesso meccanismo essenziale del Kriya Pranayama,
ovvero mescolare ed equilibrare Prana e Apana. Quindi questi semplici
esercizi iniziali potrebbero regalarti delle esperienze spirituali molto belle e
intense. Paradossalmente tali esperienze potrebbero rarefarsi e sparire del
tutto dopo aver incominciato la pratica del Kriya proper. 17
17
Questo avverr qualora tu, mal guidato e non avendo esercitato il raziocinio, scelga
di seguire una routine che invece di collaborare col processo di calmare il Prana nel
corpo, produca esattamente l'effetto contrario.
265
Per quanto riguarda il Mantra Hong So,esso non una "formula magica"
che, se ripetuta varie volte, produce miracolosamente la calma del processo
ri respirazione. 18
Questo Mantra deve fondersi col respiro e il praticante deve essere
costantemente cosciente di ci. Se tu lasci scemare l'acuta consapevolezza
del respiro e resti l come ipnotizzato dal suono delle due sillabe Hong e
So, resterai deluso. La mente non si lascer affatto interiorizzare e quindi
non ti condurr allo stato di calma del respiro. Consideriamo due fatti
tecnici.
Non permettere che il ritmo implacabile della litania: ''Hong So, Hong So,
Hong So, Hong So...'' prosegua all'infinito, implacabile come lo sferragliare
ripetitivo delle ruote d'acciaio del treno. Quando ci sono le condizioni
fisiologiche che una pausa possa naturalmente verificarsi, lascia che si
verifichi, stai continuamente attento che tale pausa possa esistere. Godi la
bellezza di questa pausa, non importa se dura pochissimo! Coloro che si
attengono a questo principio, si accorgono ben presto, in un modo
veramente strabiliante, come questo piccolo dettaglio sufficiente per
calmare il respiro. Prosegui pazientemente con questa procedura ed entrerai
in uno stato cos bello che l'idea di interromperlo per praticare altre
tecniche verr vista come una violenza.
266
Praticare bene la tecnica Hong So significa controllare il riflesso naturale di
espirare non appena la inspirazione completata. Questo possibile sono
in un modo: dopo la inspirazione attendi con dolcezza e senza alcuna
forzature che appaia naturalmente l'impulso di espirare. Accetta che la
cassa toracica rimanga per alcuni istanti dilatata ovvero in leggera tensione.
Quando, dopo questa pausa, appare l'impulso di espirare, si espira.
Osservazione
I principi appresi con la tecnica Hong So possono essere applicati dopo il
Kriya Pranayama, quando muovi la tua consapevolezza su e gi lungo la
spina dorsale.
Tecnica Om
Contrariamente a quello che alcuni studenti pensano, questa tecnica
funziona. Funziona se tu la pratichi come insegnata: nella posizione
raccomandata, con il poggia gomiti, chiudendo le orecchie come insegnato,
senza stoppini per chiudere le orecchie, cantando mentalmente Om, Om,
Om.... per tempi il pi possibile lunghi, con impegno totale di ascoltare
internamente.
Quando le tue mani diventano ''informicate'' e non le senti pi, quello
il momento di procedere imperterrito. Ecco che qui avviene l'esperienza.
Di solito non noti il momento esatto quando cominci ad ascoltare i suoni
interiori. Qualunque suono che ti appare alla coscienza, non importa se
indefinibile ed evanescente, sia fiduciosamente calmo ed entra
devotamente in sintonia con esso.
Molti non hanno successo perch sono sempre sull'attenti e non
raggiungono mai il giusto grado di rilassamento. Forse la pi importante
267
abilit che uno deve sviluppare quella di passare facilmente tra la fase di
sonno e quella di veglia. Inutile dire che questa abilit preziosa in tutte le
fasi del Kriya.
Grandi esperienze interiori nascono da questa tecnica di meditazione.
I tuoi sforzi creeranno un periodo di bellezza sorprendente.
Kriya superiori
Per molti kriyaban la crisi con l'organizzazione era iniziata proprio quando
le reiterate richieste di una lezione dal vivo su queste procedure avevano
ricevuto un incomprensibile, anacronistico, ''NO.'' Essi avrebbero
apprezzato enormemente un seminario sui Kriya Superiori dove fossero
illustrati dal vivo non solo i dettagli tecnici di essi ma fosse fornita anche
una visione teorica, fornendo ai devoti delle risorse onde poter concepire
autonomamente la propria routine nel modo pi appropriato possibile.
Gli incontri organizzati per ripassare gli insegnamenti di base, non
importa quante volte fossero ripetuti lungo gli anni, erano stati sempre una
fonte di inspirazione ed incoraggiamento. Essi offrivano diverse risorse per
sollevare idealmente l'intuizione e portare la pratica ad un livello
estremamente profondo. La delusione nel non avere avuto questa
opportunit anche nel campo dei Kriya superiori era insopportabilmente
amara. 19
268
Il materiale didattico fornito dalla scuola conteneva dei punti poco chiari;
per esempio, il Mantra veniva presentato in un modo insolito ovvero con
dodici sillabe separate create per il lettore anglofono (Om naw maw
bhaw.) Il lettore era portato a leggerlo con una pronuncia ben lontana da
come il Mantra viene pronunciato in India. Questa istruzione non era
integrata da una nota che riportasse lo ''spelling.''
A parte questo, il Mantra era scritto con 12 sillabe separate, come se
non fosse un solo Mantra ma 12 diversi Mantra. Il lettore medio non
riconosceva affatto ''Om Namo Bhagavate Vasudevaya'', e cos cercava in
vano di immaginare l'origine e il significato di ciascuna sillaba come se
ciascuna fosse uno strano bija Mantra.
Inoltre, per accennare alla tecnica, si usava l'espressione ''rotazione
della testa'', mentre il movimento, come era descritto, non era una reale
rotazione ma un movimento ''triangolare.''
Prima parte
Quello che suggerisco di dedicare alcuni mesi a praticare il K3 senza i
movimenti della testa, concentrandosi solamente sul movimento
dell'energia che perfora ciascun Chakra e il Kutastha. Questo conduce a
padroneggiare l'arte della immersione astrale attraverso il tunnel spinale.
Pratica le istruzioni del K3 restando immobile senza muovere la
testa. Inspira, ponendo le sillabe dove ti stato insegnato; intensifica la
consapevolezza nel punto tra le sopracciglia ed applica continuamente la
pressione mentale alla base della colonna spinale e nella regione
addominale. L'espirazione comincia immediatamente dopo la
concentrazione sul punto tra le sopracciglia. La corrente guidata nei
centri prescritti: Midollo, cervicale, cuore, lombare, sacro e coccige.
Vibrando le sillabe nei luoghi corretti, fai una micro pausa in ciascuno di
essi anche se il flusso del respiro non perde la qualit di levigatezza e il
suono della espirazione rimane continuo.
Quello che ci si propone di ottenere mantenere una intensa e
continua pressione mentale lungo ogni parte del percorso spinale. Kechari
Mudra straordinario nel creare questa "pressione mentale" ma il potere
della volont ugualmente importante. Il potere della visualizzazione
anche cruciale nello sforzo continuo di sollevare la consapevolezza lungo
la colonna spinale millimetro dopo millimetro. L'espirazione pi
tranquilla: l'energia scivola in gi come una cascata di luce.
269
Comincia con 12 ripetizioni e aggiungi una ripetizione al giorno fino a
raggiungere le 200 ripetizioni. Questa tecnica si pratica una volta al giorno.
Dopo tale pratica si dimentica il respiro e si rimane immobili praticando la
forma migliore di Pranayama mentale. In una eventuale seduta secondaria
la stessa tecnica pu essere ripresa non pi di 12 volte. 20
Seconda parte
Ora pratica il K3 vero e proprio. Poni in esso tutta l'abilit ottenuta con il
precedente processo incrementale. Potrai avere degli effetti a lungo termine
che non ti saresti aspettato mai. Una grande impresa quella di ripetere la
routine incrementale ma ora con questo K3 ''completo.'' Il piano di questa
routine incrementale lo stesso discusso per la prima parte del K3.
Aumentando il numero di ripetizioni fino a 200, devi essere molto cauto.
Esegui i movimenti della testa in un modo molto delicato: non devi porre
sotto stress le vertebre cervicali!
Se procedi in modo prudente, sarai capace di dirigere un enorme
flusso energetica nel Chakra del cuore. Questa la base per arrivare poi ad
alti livelli di perfezione con il prossimo K4.
K4
Preparati alla pratica del K4 calmando il Prana nel corpo con il Kriya
Pranayama. Solleva l'energia Apana, che risiede sotto la cintura, nella
parte pi alta del torace tramite un numero congruente di ripetizioni della
pratica fondamentale del Maha Mudra. Cerca di aumentare il numero delle
20
Invece di aggiungere una ripetizione al giorno, si pu seguire un piano pi
semplice: pratica 25 ripetizioni al giorno per due settimane. Poi 50 ripetizioni al
giorno per altre due settimane. Poi 75 ripetizioni al giorno per altre due settimane...
poi 100... ...125... e cos via finch pratichi 200 ripetizioni al giorno per due
settimane.
270
rotazioni della testa senza respirare. Se vuoi leggere quello che ho scritto
sulla Forma Evoluta del Thokar, vedi il capitolo 10. Alcuni consigli che vi
trovi possono evitarti un inutile stress.
Ripetendo questa tecnica ogni giorno della tua vita, presto o tardi
sperimenterai lo stato di Samadhi.
K2
P.Y. scrisse che il Secondo Kriya Yoga rende capace uno yogi di lasciare il
corpo consciamente a volont. Fui felicissimo di studiare quelle tanto
desiderate lezioni sul Secondo Kriya. A dispetto di una pratica seria e
coscienziosa, non ottenni mai alcun risultato tra quelli promessi, come
percepire il colore di ciascun Chakra sullo schermo del Kutastha. Andai
avanti, utilizzando tutta la mia persistenza e capacit di resistenza
sviluppata con la tecnica Om. Delle esperienze ''forti'' cominciarono a
verificarsi nella spina dorsale. Apparivano ore pi tardi o quando mi
distendevo immediatamente dopo questa pratica. Questo port una tale
intensit di devozione! Fu una sorpresa scoprirla entro la mia personalit.
Ora accertato che questa tecnica diversa dal Secondo Kriya come
insegnato dalle varie scuole. Ho conosciuto studenti che, per questa
ragione, si sentirono ingannati e la abbandonarono. Nondimeno la tecnica
chiaramente uno strumento prezioso per produrre esperienze spontanee di
Prana che sale entro la spina dorsale. La storia che P.Y. ricevette questa
istruzione da Swami Kebalananda plausibile.
La tecnica K2 difficile da praticare. La meta ardua e impegnativa
che sta davanti a noi concentrarsi su ciascun Chakra finch la loro
essenza rivelata. Tale procedura ci aiuta a percepire i colori dei Tattwa (i
cinque elementi) collegati ai Chakra. Ci sono degli scritti di P.Y. in cui
spiegato in modo molto chiaro i cambiamenti fisici che avvengono quando
la nostra consapevolezza in sintonia con i diversi Tattwa. P.Y. spiega
come il nostro respiro fluisce attraverso le narici e descrive poi i particolari
sapori che percepiamo nella nostra bocca a seconda che siamo in sintonia
con un Tattwa o con un altro. Ogni kriyaban incontra questi scritti
studiando il corso per corrispondenza. strano che quei scritti non siano
collegati specificamente al K2.
Questa tecnica richiede molto impegno. Spesso dopo la pratica tu sei
cos esaurito cos senti il bisogno di praticare Savasana (la posa di
cadavere.) Questa la migliore condizione dove possono accadere alcune
esperienze spinali.
Quei studenti che hanno toccato con mano il valore della tecnica di
meditazione Om, non dovrebbe tardare a dare tutta la loro attenzione a
questa tecnica. Un buon piano quello di praticarla ogni giorno, una volta
al giorno, per un anno intero.
271
Durante una buona pratica del K2, indulgendo senza alcuna fretta su ogni
Chakra, un senso di vastit pervade la nostra coscienza. Siccome essa
assume un tono leggermente diverso in ogni Chakra, abbiamo
l'impressione di star volando attraverso regioni diverse di un cielo/paradiso
interiore.
21
C' un discepolo diretto di P.Y. che afferma di aver ricevuto da P.Y. questa
istruzione come Secondo Kriya . Lui dice che cantare mentalmente Om nella
sede di ciascun Chakra, dal Muladhara al punto tra le sopracciglia, poi nel
Sahasrara, cervicale, Chakra del cuore... e scendere e poi ripetere questo
salendo alla fine nel Sahasrara il Secondo Kriya.
272
Una buona routine
[1] Preparazione: equilibrare le correnti di Ida e Pingala con Nadi Sodhana
Pranayama e Maha Mudra
[2] Kriya Pranayama attraverso la bocca (non pi di 24) seguiti da Kriya
Pranayama attraverso il naso con Kechari Mudra (o baby Kechari o
Kechari vero e proprio, prima senza cantare mentalmente Om in ogni
Chakra e poi cantando Om. Si pu aggiungere il Kriya Pranayama come
insegnato da P.Y. nel 1930 con bocca chiusa
[3] Pratica del K3 [*]
[4] Ricrea la calma nel corpo praticando il K3 senza i movimenti della testa
per 12 volte
[5] Jyoti Mudra
[6] Induci uno stato di interiorizzazione praticando la procedura di
percepire la spina astrale, poi l'ultima tecnica sui colpi psicofisici,
lasciando che il respiro scompaia del tutto
[*] Quando? Controlla che il numero dei respiri del Primo Kriya (punto 2)
pi il numero dei tuoi K3 pi i 12 respiri (punto 4) sia inferiore o uguale a
108
273
GLOSSARIO
Questo glossario stato aggiunto per quelli che gi conoscono il significato dei
termini pi comuni usati nel Kriya, ma preferiscono non avere incertezze sul
modo in cui essi sono utilizzati nel presente libro.
Apana Apana una delle cinque forme di energia nel corpo. Associata alla
regione delladdome inferiore, responsabile di tutte le attivit (processo di
eliminazione per esempio) che ivi hanno luogo. Il Kriya Pranayama, nella sua
fase iniziale, essenzialmente il movimento del Prana (la particolare energia
presente nella parte superiore del tronco polmoni e cuore) in Apana e
dellApana nel Prana. Quando inspiriamo, l'energia dallesterno del corpo
portato allinterno ed incontra Apana nel basso addome; durante l'espirazione
l'Apana si muove dalla sua sede su verso lalto e si mescola col Prana. La
continua ripetizione di questo evento genera un aumento di calore nella regione
dell'ombelico: ci calma il respiro e accende la luce dell'Occhio Spirituale.
Asana Posizione del corpo adatta alla meditazione. Come disse Patanjali, la
posizione assunta dallo Yogi deve essere stabile e comoda. La maggior parte dei
kriyaban si trova bene con il cosiddetto Mezzo-loto [vedi]: esso, infatti, evita
alcuni problemi fisici. Per il kriyaban medio, Siddhasana [vedi] considerata
superiore a tutte le altre Asana. Se infine prendiamo in considerazione i kriyaban
esperti di Hatha-Yoga, che hanno delle articolazioni molto flessibili, la posizione
perfetta indubbiamente Padmasana [vedi].
274
Assenza di respiro Pu essere ottenuto soltanto dopo anni di pratica Kriya.
Esso non ha nulla a che vedere con il trattenere forzatamente il respiro. Essa non
consiste nel banale fatto che il respiro divenga sempre pi calmo. lo stato in
cui il respiro del tutto assente - con la conseguente dissoluzione della mente.
Molti kriyaban non sono capaci di concepire tale stato. C' un alone di mistero
che circonda la sua descrizione; le persone pensano che sia impossibile e che
qualsivoglia affermazione sul suo verificarsi falsa. Ciononostante, possibile,
anche se sperimentato solamente dopo anni di pratica Kriya. Quando si
manifesta, un kriyaban non sente il bisogno di inspirare; oppure fa una breve
inspirazione e non sente il bisogno di espirare per un tempo molto lungo. (Pi a
lungo di quanto la medicina giudichi possibile.) Il respiro diviene cos calmo che
colui che pratica ha la decisa percezione di non star respirando affatto; egli
percepisce un'energia fresca nel corpo, che sostiene la sua vita dallinterno, senza
bisogno di ossigeno. Secondo la teoria del Kriya, questo stato il risultato
dellaver completato il lavoro di tagliare il nodo del cuore.
Bandha Nello Yoga nessuna pratica del Pranayama pu dirsi completa senza i
Bandha. Esse sono valvole di energia, serrature, non semplici contrazioni dei
muscoli che impediscono all'energia di essere dissipata e la dirigono allinterno
della spina dorsale. [Vedi Jalandhara Bandha, Uddiyana Bandha e Mula Bandha]
Nella parte iniziale del percorso Kriya, lo yogi ha solo una comprensione
approssimata dei Bandha, in seguito addiverr ad una loro completa padronanza
e potr utilizzarli, con leggeri adattamenti, in moltissime tecniche Kriya. I tre
Bandha, applicati simultaneamente, creano la sensazione di un brivido interno
quasi estatico, una corrente energetica che si muove in su lungo la spina dorsale.
Il risveglio di Sushumna favorito e prolungato.
275
Bhrumadhya La regione tra le sopracciglia, collegata con Ajna Chakra e con
la visione del terzo occhio (Kutastha).
Chakra La parola Chakra viene dal Sanscrito cakra che significa "ruota" o
"cerchio." I Chakra sono le "ruote" della nostra vita spirituale; sono descritti nei
testi tantrici come emanazioni dello Spirito, la cui essenza si espanse
gradualmente in livelli sempre pi grossolani di manifestazione, raggiungendo in
fine la dimensione del Chakra di base, il Muladhara, che rappresenta il mondo
fisico. L'energia-coscienza, discesa, giace arrotolata e addormentata alla base
della spina dorsale ed chiamata, Kundalini - colei che arrotolata. Noi esseri
umani consideriamo come reale solo il mondo fisico: solamente quando la
nostra Kundalini si risveglia che riconquistiamo la piena memoria della realt
della dimensione sottile dell'Universo.
Nessun autore ha mai "provato" lesistenza dei Chakra - come nessun
uomo ha mai provato l'esistenza dell'anima. Siccome non possiamo portarli sul
tavolo di un laboratorio difficile descriverli. In qualsivoglia libro di Yoga
troviamo descrizioni che si appoggiano su una traduzione di due testi indiani, il
Sat-Cakra-Nirupana, ed il Padaka-Pancaka, scritti da Sir John Woodroffe, alias
Arturo Avalon in un libro intitolato Il potere del Serpente. Largomento che ivi
descritto sembra essere innaturalmente complicato, quasi impossibile da essere
utilizzato.
Questi concetti sono stati ulteriormente inquinati dalla teosofia e simile
letteratura esoterica. Il libro i Chakra scritto dallautore controverso C. W.
Leadbeater, in grande parte il risultato dell'elaborazione mentale delle sue
proprie esperienze.
Per mezzo della pratica del Kriya, possiamo avere esperienza dei Chakra.
Localizzato sopra lano, proprio alla base della colonna spinale, nella parte pi
bassa del coccige, incontriamo il Chakra radice Muladhara, un centro che
distribuisce energia alle gambe, alla parte pi basso del bacino, irradiando in
modo particolare le Gonadi (testicoli negli uomini, ovaie nelle donne). Il
Muladhara simboleggia la coscienza obiettiva, la consapevolezza dell'universo
fisico. posto in relazione allistinto, alla sicurezza, alla nostra abilit di
radicarci nel mondo fisico, al desiderio di beni materiali ed anche a costruire una
buon immagine di S. Se questo Chakra in uno stato armonioso, siamo ben
centrati ed abbiamo una forte volont di vivere.
Il secondo Chakra sacrale - Swadhisthana - localizzato nella spina
dorsale tra le ultime vertebre lombari e l'inizio del sacro. Si dice che la sua area
di proiezione energetica l'area degli organi sessuali - in parte interseca la
regione dell'influenza del Muladhara. Poich posto in relazione con le emozioni
di base, con la vitalit sessuale, creativit, e con la parte pi profonda dei regni
del subcosciente, uno stimolo profondo a tale centro produrr dei sogni profondi
molto coinvolgenti; la sua azione pu essere percepita come un sentimento di
star vivendo una favola, la cui natura dolce, allettante.
Il Manipura, Ombelico o Plesso Solare, posto nella spina dorsale allo
stesso livello dell'Ombelico, vicino alla fine delle vertebre dorsali e all'inizio di
quelle lombari. Si afferma che influenzi il pancreas e le ghiandole surrenali sopra
276
i reni. Questo legame ha suggerito l'idea che questo Chakra abbia lo stesso ruolo
esercitato da tali ghiandole: forti emozioni ed lenergia - proprio come gli effetti
delladrenalina.
Si dice che contribuisca a creare un senso di potere personale, un sicuro sentire
del "Io sono". Radicati e a proprio agio nel nostro posto nell'universo, siamo
capaci di affermare con determinazione lo scopo della nostra vita.
Si afferma che Anahata, il Chakra del cuore, localizzato nella spina
dorsale all'altezza della parte media delle vertebre dorsali, influenzi il timo che
parte del sistema immunitario. Tutti sono daccordo sul fatto che Anahata
collegato con le pi alte emozioni, compassione, amore, ed intuizione. Quando
una persona si concentra su di esso, sentimenti di tenerezza profonda e di
compassione cominceranno a svilupparsi.
Un Chakra del cuore sano e completamente aperto significa riuscire a vedere la
bellezza interna negli altri nonostante i loro apparenti difetti, amare ognuno,
anche gli estranei che incontriamo per strada. C' un procedere graduale dalle
"buone emozioni" dei Chakra pi bassi alle emozioni pi alte ed ai sentimenti del
Chakra del cuore. Quello che riveste un grande interesse, che l'apertura di
questo centro comporta il vedere la vita in una maniera pi neutrale e vedere
quello che altri non possono vedere. Cessa la predisposizione ad essere
influenzati dalle altre persone, dalle chiese e dalle organizzazioni in generale.
Si assicura che Vishuddha, Chakra della Gola, precisamente tra le ultime
vertebre cervicali e le prime vertebre dorsali, influenzi la Tiroide e la Paratiroide;
siccome controlla anche l'attivit delle corde vocali, si afferma che esso ha
qualche cosa a che vedere con la nostra capacit di esprimere le nostre idee nel
mondo.
Sembra che possa essere posto in relazione con la capacit di comunicazione e
col prendere su di s la responsabilit personale per le nostre azioni. La persona
non biasima pi gli altri per i suoi problemi e pu portare avanti la sua vita con
piena responsabilit. Molti autori affermano che esso risveglia l'inspirazione
artistica, labilit di sviluppare una superiore percezione estetica.
Ajna, Chakra del terzo occhio, localizzato nella parte centrale del
cervello, influenza la ghiandola pituitaria [l'ipofisi] ed il cervelletto. Lipofisi ha
un ruolo vitale nellorganismo, nel senso che insieme allipotalamo agisce come
un sistema di comando di tutte le altre ghiandole endocrine. In Sanscrito, "Ajna"
vuol dire "comandare," che significa che esso ha il comando ovvero controlla le
nostre vite: per mezzo di una azione controllata, porta alla realt il frutto dei
nostri desideri. Di conseguenza, si afferma che lAjna Chakra abbia un ruolo
vitale nel risveglio spirituale di una persona. Esso la sede dellintuizione.
Il Chakra supremo il Sahasrara, Chakra della Corona, proprio sopra la
cima della testa. Si afferma che esso influenzi, o sia legato, con la ghiandola
pineale. Esso permette il distacco dallillusione ed in relazione alla propria
capacit di espansione di coscienza e al grado di sintonia con la Realt Divina.
una realt superiore e noi possiamo sperimentarlo solamente nello stato di
assenza di respiro. possibile "entrare in sintonia" con esso utilizzando il Bindu
come una via d'accesso.
Insegnamenti che riguardano i "Chakra Frontali" si trovano presso
277
alcuni kriyaban provenienti dalla scuola di Sri Yukteswar. Il perineo il primo, la
regione dei genitali il secondo, l'ombelico il terzo, la parte centrale della
regione dello sterno il quarto, il pomo di Adamo il quinto e il punto tra le
sopracciglia pu essere considerato come il sesto. Il punto chiave capire che
quando questi punti sono toccati con la concentrazione, l'energia attorno al
corrispondente Chakra nella spina dorsale stimolata.
278
passavano indirizzando la loro concentrazione sulla regione ombelicale).
Barlaam proponeva un approccio alla conoscenza di Dio pi intellettuale di
quello che gli esicasti insegnavano: egli asseriva che questa conoscenza poteva
essere ottenuta solamente attraverso un lavoro dindagine portato avanti dalla
mente e tradotto in discriminazione tra il vero e il falso. Egli sosteneva che
nessuna parte di Dio poteva mai essere vista dagli esseri umani.
La pratica degli esicasti fu difesa da San Gregorio Palamas. Egli era ben istruito
nella filosofia greca e difese lEsicasmo nel 1340, in tre sinodi diversi a
Costantinopoli, e scrisse anche un numero di lavori in sua difesa. Lui us una
distinzione, gi formulata nel quarto secolo nei lavori dei Padri della
Cappadocia, tra le energie o opere di Dio e l'essenza di Dio: mentre l'essenza di
Dio non pu mai essere conosciuta dalle sue creature, le Sue energie od
operazioni possono essere conosciute sia in questa che nella prossima vita; esse
trasmettono allesicasta la vera conoscenza spirituale di Dio.
Nella teologia Palamita, sono le energie non create di Dio che illuminano
lesicasta a cui stata concessa un'esperienza della Luce Increata. Nel 1341 la
disputa fu stabilita: Barlaam fu condannato e ritorn in Calabria, in seguito
divenne vescovo nella Chiesa Cattolica Romana. In seguito, la dottrina esicasta
fu stabilita come la dottrina della Chiesa Ortodossa. Fino ad oggi, la Chiesa
Cattolica Romana non ha mai accettato pienamente l'Esicasmo: l'essenza di Dio
pu essere conosciuta, ma solamente nella prossima vita; non ci pu essere
distinzione tra le energie e l'essenza di Dio.
Oggi Monte Athos il noto centro della pratica dellEsicasmo.
279
ricevere tutti i benefici dal contatto col Guru uno deve essere umile, sincero,
puro in corpo e mente e pronto ad arrendersi alla volont e alle istruzioni del
Guru. Di solito, durante l'iniziazione (Diksha) un Guru trasmette la conoscenza
esoterica al discepolo in modo che questi possa avanzare lungo il percorso verso
l'auto realizzazione. Avviene il fenomeno interiore di Shaktipat: viene risvegliata
la realizzazione spirituale che giace sopita all'interno del discepolo.
Le organizzazioni che diffondono il Kriya non insistono sul concetto di
Shaktipat ma accettano tutto il resto, anzi esse sono proprio fondate sui
summenzionati principi. Al contrario le idee di Lahiri Mahasaya sembrano
andare in una direzione marcatamente differente. Un giorno egli disse: "Io non
sono il Guru, io non mantengo una barriera tra il vero Guru (il Divino) ed il
discepolo". Aggiunse che voleva essere considerato come uno "specchio". In
altre parole, ciascun kriyaban avrebbe dovuto guardare a Lui non come ad un
ideale irraggiungibile, ma come alla personificazione di tutta la saggezza e
realizzazione spirituale che, a suo tempo, la pratica del Kriya sarebbe riuscita a
far emergere.
Ora si pone la domanda: le tecniche Kriya funzionano al di fuori del
rapporto Guru-discepolo? Di sicuro non v risposta provata scientificamente. In
questo campo possiamo usare sia la fede che la ragione. Molti kriyaban hanno la
fiducia di riuscire a trasformare le tecniche, non importa come ricevute, in "oro".
Pensano: "Al di l di tutte le aspettative, ragionevoli o improbabili, di trovare un
esperto di Kriya a mia disposizione, mi rimbocco le maniche e vado avanti!"
Kechari Mudra Il Kechari Mudra si ottiene in uno dei due modi seguenti:
[a] Mettendo la lingua in contatto con l'ugola nella parte dietro del palato molle.
[b] Infilando la lingua nella faringe nasale, toccando, se possibile, il setto nasale.
Secondo Lahiri Mahasaya, un kriyaban dovrebbe realizzarlo non tagliando
il frenulo della lingua ma per mezzo del Talabya Kriya [vedi]. Kechari si traduce
letteralmente come: "lo stato di coloro che volano nel cielo, nell'etere", nello
"spazio interiore". Kechari paragonato al bypassare il sistema energetico della
mente. Esso muta il percorso del flusso del Prana facendo s che la forza vitale
sia sottratta dal processo pensante. Invece di permettere ai pensieri di saltare
come rane qui e l, fa s che la mente sia quieta e fa s che essa si concentri sulla
meta della meditazione. Noi non ci rendiamo conto della quantit di energia che
dissipiamo quando noi siamo persi nei nostri pensieri, nei nostri piani. Kechari
trasforma questo modo pernicioso di consumare tutta la nostra vitalit nel suo
opposto. La mente comincia a perdere il suo ruolo dispotico: la "attivit
interiore" non avviene pi per mezzo del processo pensante ma per mezzo dello
sviluppo, privo sforzo, dell'intuizione. Abbinato al Kriya un aiuto sostanziale
280
nel chiarificare le proprie complesse strutture psicologiche. Un tema di dibattito
l'esperienza dell'elisir della vita, "Amrita", il "Nettare." Esso un fluido dal
gusto dolce percepito dal kriyaban con la punta della lingua quando tocca l'ugola
oppure la prominenza ossea, nel tetto del palato, sotto l'ipofisi. La tradizione
dello Yoga spiega che c' una Nadi che scorre attraverso il centro della lingua;
dellenergia sirradia attraverso la sua punta e quando tocca quella prominenza
ossea, la sua radiazione arriva e stimola l'Ajna Chakra nel centro del cervello.
281
qualche cosa che richieda la nostra totale attenzione, o per lo meno ne richieda
molta, il nostro respiro automaticamente trattenuto. Questo dimostra come tale
fatto sia naturale. L'inspirazione nel Pranayama viene detta Puraka ovvero "l'atto
di riempire"; l'espirazione viene detta Rechaka, ovvero "l'atto di vuotare." Il
trattenimento del respiro detto Kumbhaka, ovvero "trattenere." Kumbha una
brocca: proprio come una brocca trattiene lacqua, cos nel Kumbhaka il respiro
ed il Prana trattenuto nel corpo. Nella letteratura classica sullo Yoga sono
quattro i tipi di Kumbhaka descritti.
ISi espira, profondamente e si trattiene il respiro per alcuni secondi. Questo
noto come "Bahir Kumbhaka" (Kumbhaka Esterno).
II Il secondo, "Antar Kumbhaka" (Kumbhaka Interiore), trattenere il respiro
dopo un'inspirazione profonda. Di solito questo tipo di Kumbhaka
accompagnato dallesecuzione dei tre Bandha.
IIIIl terzo tipo quello praticato durante la respirazione alternata - inspirare
profondamente attraverso la narice sinistra, poi trattenere il respiro ed espirare
attraverso la destra. considerato la forma pi facile di Kumbhaka.
IV. Il quarto il pi importante di tutti, la vetta del Pranayama. detto Kevala
Kumbhaka o sospensione automatica del respiro: lo stato di assenza di respiro
dove non c inspirazione o espirazione, e nemmeno il minimo desiderio di
respirare.
Nella pratica del Kriya il principio fondamentale di [I] presente in
alcune varianti del Navi Kriya e in tutte quelle procedure che implicano una serie
di espirazioni molto lunghe e calme che sembrano terminare in un nulla
dolcissimo. Il Kumbhaka interno [II] lo troviamo in diverse tecniche del Kriya;
in particolare nello Yoni Mudra, Maha Mudra e Thokar. Il Maha Mudra, con la
sua azione di bilanciamento sul lato destro e sul lato sinistro della spina dorsale,
contiene pure in senso lato i principi del [III]: respiro alternato. Un punto di
svolta nel Kriya il raggiungimento di [IV] Kevala Kumbhaka. Nel Kriya noi
distinguiamo tra "Bahir" (esterno) e "Antar" (interno) Kevala Kumbhaka.
"Bahir (esterno) Kevala Kumbhaka" (sviluppo e apice di [I]) appare
durante il Pranayama mentale dopo aver rilassato e quindi svuotato la gabbia
toracica.
"Antar (interno) Kevala Kumbhaka" (sviluppo e apice di [II]) appare
durante i pi alti raffinamenti dello Yoni Mudra, Maha Mudra e la forma evoluta
del Thokar dopo aver completato una lunga inspirazione, con la gabbia toracica
moderatamente riempita di Prana-aria.
282
spirituale sia attraverso altri mezzi come particolari esperienze di vita. Si dice
che essa salga dal Muladhara attraverso il canale spinale Sushumna, attivando
ogni Chakra nel suo procedere; quando arriva al Chakra Sahasrara in cima alla
testa, essa concede beatitudine infinita, illuminazione mistica ecc. solo
attraverso ripetuti sollevamenti di Kundalini che lo yogi riesce ad ottenere la
realizzazione del S. Il suo risveglio non consiste in sensazioni piacevoli come
un mite senso dello scorrere di energia nella spina dorsale. Il movimento di
Kundalini come avere una "eruzione vulcanica" interna, un "razzo" sparato
attraverso la nostra spina dorsale! La sua natura benefica; ci sono ragioni
evidenti di perplessit nel considerare come autentici i rapporti di risveglio di
Kundalini accompagnati da problemi come schemi di respirazione palesemente
disturbati, distorsione dei processi di pensiero, insoliti o estremi rafforzamenti
delle emozioni Siamo piuttosto inclini a pensare che una qualche malattia
latente, fatta emergere apertamente dalla pratica sconsiderata di violenti esercizi
o di droghe sia la causa di quei fenomeni. Fenomeni come l'insonnia,
l'ipersensibilit allambiente possono in realt seguire l'esperienza autentica. In
un "vero risveglio" la forza di Kundalini eclissa completamente l'ego e la persona
si sente, per un certo tempo, disorientata. Ma tutto assorbito senza problemi.
Purtroppo la ricerca della ripetizione dell'episodio pu condurre alla pratica
disordinata e imprudente di tecniche strampalate, senza mai stabilire un minimo
fondamento di silenzio mentale. Ogni libro avverte contro il rischio di un
prematuro risveglio di Kundalini e afferma che il corpo deve essere preparato per
quellevento. Quasi tutti gli yogi pensano di essere capaci di sostenere questo
risveglio prematuro, e la segnalazione del pericolo li eccita pi che mai: il
problema che molti non hanno (o l'hanno perso) un genuino approccio
spirituale e ne nutrono uno piuttosto egotistico.
Nella cornice teorica del Kriya consideriamo che Kundalini la stessa
energia che esiste dappertutto nel corpo e non in particolare nel Muladhara
Chakra. Nel Kriya usiamo raramente il termine "risveglio di Kundalini" e
cerchiamo di evitare quanto potrebbe dare limpressione che tale esperienza
abbia una natura aliena: Kundalini la nostra energia, lo strato pi puro della
nostra coscienza.
283
Maha Mudra Maha Mudra una particolare posizione di allungamento
(stretching) del corpo. Limportanza di questa tecnica diviene chiara non appena
si pensi che essa incorpora i tre Bandha principali dello Hatha Yoga. Ci sono
davvero mille ed una ragioni per praticare con fermezza il Maha Mudra. C' un
rapporto tra il numero delle sue ripetizioni ed il numero dei respiri: si
raccomanda che per ciascuno gruppo di 12 Kriya Pranayama, si esegua un Maha
Mudra.
Mula Bandha Nel Mula Bandha i muscoli del perineo - tra l'ano e gli organi
genitali sono leggermente contratti mentre esercitata una pressione mentale
sulla parte bassa della spina dorsale. (Differentemente dallAswini Mudra, uno
non si limita semplicemente a contrarre i muscoli dello sfintere; nel Mula
Bandha il perineo sembra chiudersi verso l'alto mentre il diaframma pelvico
tirato verso l'alto per mezzo del movimento dell'osso pubico.) Contraendo questo
gruppo muscolare, la corrente Apana che gravita normalmente verso il basso
sollevata verso l'alto, gradualmente unendosi col Prana presso l'ombelico. Il
Mula Bandha ha cos l'effetto di fare s che il Prana fluisca entro il canale di
Sushumna, piuttosto che lungo Ida e Pingala.
Nada Yoga Nada Yoga il sentiero che porta allunione col Divino attraverso
lascolto dei suoni interiori. Surat-Shabda-Yoga un altro nome per designare
questa pratica. Nada Yoga una meditazione esperienziale. Essa ha la sua base
284
nel fatto che colui che segue il sentiero mistico incontra infallibilmente questa
manifestazione dello Spirito - qualsivoglia possa essere la sua preparazione e le
sue convinzioni. una forma di meditazione estremamente godibile; chiunque
pu esserne coinvolto anche senza averla pienamente compresa.
Si pu usare una particolare posizione del corpo - accucciati con i gomiti
che appoggiano sulle ginocchia, tanto fare un esempio - per tappare con le dita
entrambi gli orecchi. Seduti quieti si focalizza l'attenzione sui suoni sottili che
provengono dallinterno e non sui suoni udibili che provengono dallesterno. Si
raccomanda di ripetere mentalmente, incessantemente, il Mantra favorito. La
consapevolezza dei suoni interiori apparir prima o poi; le proprie capacit di
ascolto miglioreranno e la sensibilit ai suoni aumenter. Ci sono diversi livelli
di progresso nell'esperienza dei suoni interiori: una volta acquietata la mente,
possiamo sentire i suoni astrali che stanno al di sotto dei suoni esteriori. Si potr
ascoltare un calabrone, un tamburo, il liuto, il flauto, l'arpa, il mormorio del
tuono o il ronzio di un trasformatore elettrico. Alcuni di questi suoni non son
altro che i suoni del proprio corpo, specialmente il pompare del sangue. Altri
suoni sono realmente i "suoni oltre i suoni udibili." in questo regno pi
profondo che, continuando a calmare la mente e a volgerla in una concentrazione
rilassata, verr attratta la propria consapevolezza. Dopo alcune settimane di
pratica zelante si entrer in sintonia con un suono pi profondo di tutti i citati
suoni astrali. Questo il suono cosmico di Om. Il suono percepito con diverse
varianti: Lahiri Mahasaya lo descrive come "prodotto da molte persone che
continuano a colpire il disco di una campana". Esso continuo "come lolio che
fluisce da un contenitore".
285
"Et dellAcquario o New Age". Ci che essenziale che le persone si
accorsero che le scoperte della Fisica, le Medicine Alternative, gli sviluppi della
Psicologia del profondo, tutti portavano verso ununica comprensione: la
sostanziale interdipendenza tra universo, corpo, psiche e dimensione spirituale
delluomo. Le societ esoterico-iniziatiche superando, da sempre, le differenze di
cultura e di visione religiosa avevano gi riconosciuto questa verit, la quale, ora,
divenne patrimonio comune. Nel 900 il pensiero umano ha fatto un passo in
avanti in una direzione senzaltro sana.
Ci sono tanti motivi per credere che, in futuro, tale epoca sar studiata con
quello stesso senso di rispetto con cui oggi si studia lUmanesimo, il
Rinascimento, lIlluminismo. Il pensiero New Age merita profondo rispetto per
tante ragioni. Se parlo di "manie" mi riferisco all'uso eccessivo da parte di alcuni
di ricorrere a costosi rimedi alternativi per ogni tipo di disturbi reali o
immaginari e a ancora pi pericolose teorie prese a prestito con molta
superficialit da varie correnti esoteriche, piuttosto che a un profondo progresso
nella comprensione, nella espansione della coscienza fuori dai ristretti confini del
piccolo ego legato ossessivamente alla conservazione delle sue meschine
comodit.
286
Pingala, sono legate al tempo; dopo avere attraversato il nodo di Rudra, la
coscienza limitata del tempo si dissolve lo yogi si stabilisce nell'Atman
supremo la cui sede il Chakra Sahasrara. Lo yogi raggiunge la perfetta
emancipazione.
Lahiri Mahasaya sottolinea l'importanza di superare due ulteriori ostacoli:
lingua e ombelico che sono sciolti dal Kechari Mudra e dal Navi Kriya,
rispettivamente. Il nodo della lingua ci separa dal serbatoio di energia che si
trova nella regione del Sahasrara. Il nodo dell'ombelico si origina dal trauma del
taglio del cordone ombelicale.
Le quattro fasi del Kriya Yoga sono sperimentate con il fatto di sciogliere tutti i
nodi prima menzionati, nell'ordine seguente:
[I] Nodo della lingua
[II] Nodo di Vishnu (il Chakra del cuore)
[III] Nodo dell'ombelico
[IV] Nodo di Brahma (Muladhara) & nodo di Rudra (punto tra le sopracciglia)
Come possiamo vedere, nella visione di Lahiri Mahasaya, due nodi secondari
(lingua ed ombelico) sono divenuti di importanza primaria e due nodi principali
(Brahma e Rudra) considerato un evento in due fasi che caratterizza la quarta
ed ultima tappa del Kriya. [vedi il capitolo 7 per ulteriore discussione.] stato
spiegato che c' un forte collegamento tra i nodi di Brahma e di Rudra. In effetti,
avendo gi sciolto i nodi della lingua, cuore ed ombelico, non appena attraversi
la porta del Sushumna (nel Muladhara), tu sali istantaneamente, senza
impedimenti, alla "porta dell'infinito" nel punto tra le sopracciglia.
Omkar Omkar Om, la Realt Divina che sostiene luniverso, la cui natura
vibrazione con aspetti specifici di suono, luce e movimento interiore. Il termine
"Omkar" o "Omkar Kriya" anche utilizzato per indicare qualsivoglia procedura
che favorisce l'esperienza Omkar -- pu essere una variante del Kriya Pranayama
che utilizza il Mantra Om Na Mo Bha..., pu includere la pratica del Thokar.
287
prolungando leffetto successivo alla pratica del Kriya. Non solo gioia e pace
ma qualcosa di pi profondo, vitale per noi come un processo di risanamento.
Sin dai nostri sforzi iniziali volti a padroneggiare le sue tecniche, percepiamo
momenti di profonda pace e armonia col resto del mondo che si estendono
durante la giornata. Il Paravastha viene dopo anni di disciplina, quando lo stato
di assenza di respiro divenuto familiare: lo stato di tranquillit dura sempre,
non va pi ricercato con cura. Lampi dello stato di finale di libert confortano la
mente mentre affronta le battaglie della vita.
Prana L'energia presente nel nostro sistema psico fisico. Il Prana diviso in
Prana, Apana, Samana, Udana e Vijana che hanno la loro sede rispettivamente
nel torace, nell'addome basso, nella regione della cintura, nella testa e nella parte
rimanente del corpo - braccia e gambe. Che il termine che Prana abbia due
significati non pu creare confusione, se uno considera il contesto nel quale
usato. Nelle fasi iniziali del Kriya Pranayama siamo interessati principalmente in
Prana, Apana e Samana. Quando usiamo il Shambhavi Mudra e durante il
Pranayama mentale contattiamo Udana. Tramite varie tecniche (come il Maha
Mudra) e con l'esperienza del Kriya Pranayama col Respiro Interiorizzato
conosciamo la fresca natura rivitalizzante di Vijana.
288
componenti di ciascun Chakra, interna ed esterna, fin tanto che sente una
irradiazione di fresca energia che rivitalizza ciascuna parte del corpo e lo
sostiene dallinterno. Questa azione contrassegnata dalla fine di tutti i
movimenti fisici, da una perfetta quiete fisica e mentale. A volte il respiro
diviene cos calmo che colui che pratica ha la assoluta percezione di non star
respirando affatto.
Sahasrara Il settimo Chakra si estende dalla corona della testa su fino alla
Fontanella e sopra questa. Non pu essere considerato della stessa natura degli
altri ma una realt superiore che pu essere sperimentata solamente nello stato
senza respiro. Non perci facile concentrarsi su di esso cos come facciamo con
gli altri. Solo dopo una pratica profonda del Kriya Pranayama, quando il respiro
molto calmo, la "sintonia" con esso possibile; una particolare pressione viene
percepita sopra la testa.
289
risvegliarsi alla realizzazione che noi siamo solamente una parte di QuellUno?
Le parole ingannano la nostra comprensione e accendono in noi aspettative
egoiste. Uno si esalta incontrando parole come: assoluto, eterno, infinito,
supremo, celestiale, divino.
Io sarei dellidea di proporre una definizione sobria di Samadhi, che possa
stimolare una riflessione sul significato di sentiero spirituale in generale.
Definisco quindi il Samadhi come una esperienza di quasi morte (NDE=near
death experience), indipendente da incidenti e beatifica. Le descrizioni del
Samadhi e della NDE seguono lo stesso schema: in pratica la natura del
fenomeno che avviene nel corpo quasi la stessa. Questa opinione pu deludere
coloro che vi fiutano una sfumatura di significato restrittivo e limitante;
nondimeno preferisco pensare in questo modo e scoprire molto pi nella reale
esperienza del Samadhi che prosperare in retorica. Anche se il Samadhi fosse
nulla pi che una esperienza di quasi morte, esso avrebbe comunque un valore
sommo. In entrambe le esperienze, alla coscienza concesso di gettare uno
sguardo all'Eternit oltre la mente; in seguito (questo avviene allo yogi allenato)
quella consapevolezza elevata si mescola, sintegra con la vita quotidiana che ne
risulta totalmente trasformata in meglio. A chi si domanda se sia corretto
sminuire il valore dello stato estatico del Kriya riducendolo ad un processo di
contattare per un certo tempo la dimensione oltre la vita, rispondiamo che questa
genuina esperienza non ha paragoni nel promuovere in modo pulito gli ideali di
una equilibrata vita spirituale.
Secondo Kriya Sembra che usando la tecnica del Secondo Kriya, Swami
Pranabananda, un eminente discepolo di Lahiri Mahasaya abbandon il suo
corpo consapevolmente (questo atto detto Mahasamadhi - l'uscita consapevole
dal corpo, al momento della morte). Non ci fu violenza al corpo; limpresa riusc
solamente nel momento preciso determinato dal suo Karma. Ora ci si chiede: di
quale procedura egli si serv?
a Molti affermano che si trattava della forma base del Thokar.
possibile che egli arrestasse il movimento del cuore e perci pot abbandonare il
corpo. Pu aver praticato un singolo Thokar e fermato il cuore; questo vuole che
pose tanta forza mentale in questo atto da bloccare l'energia che manteneva il suo
cuore in movimento.
b Alcuni credono che questa suprema azione di calmare il cuore fosse
realizzata solamente da un atto mentale di immersione nel punto tra le
sopracciglia, entrando nella luce del Kutastha. Dicono che quelli che erano
attorno a lui, non notarono movimenti della testa. Similmente quando altri grandi
personaggi abbandonarono il loro corpo, non si osserv alcun movimento.
c A mio avviso, non essendo il Mahasamadhi un "accorto trucco
290
esoterico" per padroneggiare il meccanismo di un suicidio indolore, certamente
ciascun grande maestro conta su un'abilit gi costruita di entrare in Samadhi.
Creando una pace totale nel suo essere, il naturale desiderio di riottenere lunione
con la Sorgente Infinita mette in moto un naturale meccanismo di calmare il
plesso cardiaco.
Thokar Una tecnica Kriya basata sul dirigere il Prana verso l'ubicazione di un
Chakra tramite un particolare movimento della testa. Studiando le pratiche dei
Sufi, scopriamo che il Thokar di Lahiri Mahasaya una tra le molte varianti del
Dhikr dei Sufi.
291
nella colonna spinale nella regione del Manipura Chakra.
Yoga Sutra (opera di Patanjali) Gli Yoga Sutra sono un testo che ha molto
influito sulla filosofia e pratica dello Yoga: pi di cinquanta diverse traduzioni in
inglese sono la testimonianza della sua importanza. Anche se non si pu esser
sicuri del tempo esatto in cui visse il loro autore Patanjali, possiamo collocarlo
tra il 200 A.C. e il 200 D.C. Gli Yoga Sutra sono costituiti da una raccolta di 195
aforismi che trattano gli aspetti filosofici della mente e della consapevolezza
costituendo una solida base teoretica del Raja Yoga - lo Yoga della auto
disciplina e della meditazione. Lo Yoga descritto come un percorso fatto di otto
passi (Ashtanga) che sono Yama, Niyama, Asana, Pranayama, Pratyahara,
Dharana, Dhyana e Samadhi. I primi cinque passi costituiscono il fondamento
psico fisico per avere una vera esperienza spirituale; gli ultimi tre riguardano il
modo di disciplinare la mente fino alla sua dissoluzione nell'esperienza estatica.
Essi definiscono anche alcuni concetti esoterici, comuni a tutte le tradizioni del
pensiero indiano, come il Karma. Anche se, a volte, Patanjali chiamato "il
padre dello Yoga", il suo lavoro in realt un sommario di tradizioni orali di
Yoga pre esistenti, un disomogeneo insieme di pratiche che rivelano un indistinto
e contraddittorio sfondo teorico. Comunque la sua importanza fuori
discussione: egli chiar ci che gli altri avevano insegnato; quanto era troppo
astratto, lui lo rese pratico! Era un pensatore geniale, non solo un compilatore di
precetti. Si apprezza molto il suo equilibrio tra il teismo e l'ateismo. Non
troviamo i minimo suggerimento di adorare idoli, divinit, guru, o libri sacri -
allo stesso tempo non troviamo alcuna dottrina atea. Sappiamo che lo "Yoga"
oltre ad essere un rigido sistema di pratica della meditazione implica la
devozione alla Intelligenza Eterna ovvero il S. Patanjali afferma limportanza di
dirigere laspirazione del cuore verso Om.
292
Yoni Mudra Il potenziale di questa tecnica include, a tutti gli effetti, la
realizzazione finale del sentiero Kriya. Il Kutastha - tra le sopracciglia - il
luogo dove l'anima individuale ebbe la sua origine: l'Ego ingannevole ha bisogno
di essere dissolto proprio l. Il nucleo della tecnica consiste nel portare tutta
l'energia nel punto tra le sopracciglia ed impedire la sua dispersione chiudendo le
aperture della testa il respiro acquietato nella regione che va dalla gola punto
tra le sopracciglia. Se uno stato di profondo rilassamento stabilito nel corpo,
tale pratica riesce ad originare uno stato estatico molto intenso che si diffonde in
tutto lessere. Per quanto riguarda la realizzazione pratica, ci sono lievi
differenze fra le scuole: alcune danno una pi grande importanza alla visione
della Luce e meno al dissolvimento del respiro e della mente. Tra le prime, ci
sono quelle che insegnano, mantenendo pi o meno la stessa posizione delle dita,
a concentrarsi su ciascun Chakra e a percepire i loro diversi colori. Una
soddisfacente osservazione, trovata nella letteratura tradizionale sullo Yoga,
che questa tecnica deriva il suo nome "Yoni", che significa "utero", dal fatto che
come il bambino nell'utero, colui che pratica non ha contatto col mondo esterno,
e perci, la coscienza non esteriorizzata.
293
Il Kriya come insegnato da Sri Mukherjee stata la migliore scoperta nel
campo del Kriya sin dalla mia iniziazione al Kriya nel 1975.
Sri Mukherjee una bella persona, uno yogi di buon cuore, gentile
ed aperto. Mi ha detto una cosa che nessuno mai mi aveva detto: "Non
voglio lasciare questo corpo permettendo che questo Kriya originale
muoia con me.'' Egli vuole realmente fare qualche cosa di pratico in
questa direzione. I suoi progetti sono ottimi. Per adesso mi ha chiesto (e
anche al mio amico S. B.) di comunicare il suo Primo Kriya ad ogni
persona sinceramente interessata.
Ci pu avvenire verbalmente e anche attraverso materiale scritto
postato sul mio sito web come questo documento che stai leggendo. Non
mi ha chiesto (come altri insegnanti fecero) di togliere dal mio libro tutte
le altre tecniche Kriya che avevo imparato da altri insegnanti e praticato
in passato. A suo avviso, esse non sono il Kriya originale, ma
rappresentano il mio passato, la mia faticosa ricerca e quindi devono
rimanere. Un simile segno di rispetto molto raro.
Quindi tu trovi in questo documento la tecnica del Kriya Pranayama
originale il mio amico S.B. ha collaborato con me nello scriverla
secondo le intenzioni di Sri Mukharjee.
importante precisare che studiare queste istruzioni e porle in
pratica non sostituisce il processo di iniziazione formale (Dikhsa). Coloro
che ricevono questa tecnica originale del Primo Kriya possono per
praticarla mentre attendono l'opportunit di essere formalmente iniziati.
Questo gentile permesso di Sri Mukherjee, come puoi capire, lo
pone in una posizione particolare, diversa da quella di tutti gli altri
insegnanti di Kriya. Come vedi, nessun altro insegnante ha mai mostrato
una simile "apertura", liberandosi dal tab della segretezza.
Il mio amico S.B. in contatto con lui molto pi di me e ha osato
porgli tutte le possibili domande: lui ha sempre risposto, aperto e
contento del nostro interesse nel Kriya.
I Kriya che noi discutiamo non hanno alcun potere senza un'iniziazione. La
pratica spirituale senza iniziazione d gioia alla mente per poco tempo e
poi l'esperienza svanisce puoi sperimentarlo tu stesso. Dopo avere
sperimentato gioia per un certo tempo vedrai che le cose non faranno
progressi; triste dirlo ma questo il motivo per cui molte persone
falliscono orrendamente sul percorso spirituale. Leggendo varie tecniche
on-line o in un libro, tali persone tentano di praticarle con tutto il cuore, ma
questa cosa risulta solamente nell'aumentare la confusione e la frustrazione.
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La tecnica come il progetto di un edificio e l'iniziazione rappresenta le
fondamenta di quell'edificio; puoi avere il miglior progetto ma senza
robuste fondamenta l'edificio non sar stabile a lungo...
Quindi se non hai una iniziazione genuina, non progredirai molto ma se hai
la giusta iniziazione vedrai che la tua pratica si approfondir col tempo.
Introduzione
Come praticare:
Mantenendo entrambe le spalle in una posizione naturale, espandendo un
poco il torace, portando la schiena in una posizione diritta, abbassando
dolcemente il mento, guardando fisso mentalmente tra le due sopracciglia,
la posizione mantenuta stabile senza sforzo.
Il Kriya Pranayama incomincia e procede con un respiro naturale.
Respirando in questo modo naturale, canta mentalmente Om sei volte nel
Kutastha durante l'inspirazione e sei volte durante l'espirazione.
Dopo essere entrato nel Sushumna dovrai usare forza nel tuo Pranayama.
La lunghezza di ciascun respiro aumenta. Il Kriya diviene estremamente
godibile. Ma se tu avessi utilizzato la forza del respiro fin dall'inizio del tuo
Kriya Pranayama, l'energia non sarebbe entrata nel sottile canale di
Sushumna, avresti ottenuto una pratica tamasica, che produce solo stress.
Routine
Completa 108 respiri Kriya. Non oltrepassare tale numero. [Tempo
richiesto: da 40 a 50 minuti]
Successivamente pratica lo Yoni Mudra (solo una volta in 24 ore) e poi 3
Maha Mudra. Quindi rimani calmo, concentrato nel Kutastha godendo
della pace e della beatitudine che origina dalla pratica del Kriya. Questa
parte finale detta Paravastha. Paravastha significa: "Lo stato dopo l'azione
del Kriya.''
Praticare due volte al giorno il Kriya con 108 respiri la base del sentiero
Kriya. I risultati sono fantastici. Coloro che sono impegnati coi doveri della
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vita possono praticare solo una volta, o di mattina o di notte. In ogni caso:
procedi in modo calmo, godi la pratica ad una ora fissa ogni giorno. Devi
gioire della pratica: devi sentire che il tuo corpo e la tua mente hanno
bisogno di questa pratica come un uomo assetato ha bisogno dell'acqua
pura.
Primo Kriya
La tecnica del Kriya Pranayama praticata per entrare in Sushumna. Per
entrarvi uno deve rendere il respiro estremamente sottile. Molti tentano di
sollevare il Prana in Sushumna con la forza, in modo grossolano. In questa
situazione, essa non sale verso l'alto, ma dispersa e bruciata nel corpo; ci
pu creare disturbi in quanto inizialmente le Nadi sono parzialmente
bloccate.
Come abbiamo visto, l'istruzione principale consiste nel fatto che
tutta l'attenzione sempre in Kutastha. Tu incominci la tua seduta di Kriya
Pranayama con un respiro normale che non richiede sforzo quindi non fai
alcun suono nella gola e poi canti mentalmente Om sei volte nel punto
centrale del Kutastha durante l'inspirazione e lo stesso numero durante
l'espirazione. Il sesto Chakra Ajna governa tutto: esso ti d l'allineamento
con tutti i Chakra. Quando, inspirando ed espirando, tu canti mentalmente
Om il numero prescritto di volte nel punto centrale del Kutastha, tale
azione avviene anche automaticamente in ogni Chakra anche se non sei
consapevole di questo fatto.
Secondo Kriya
Per avvicinarsi alla dimensione del Secondo Kriya, la pratica del Primo
Kriya deve essersi stabilizzata esattamente in 108 Kriya Pranayama (non di
pi, non di meno) due volte al giorno. Abbiamo visto che coloro che, a
causa degli impegni della vita quotidiana, non possono trovare il tempo per
due sedute, una seduta d'obbligo.
In questo modo di respirare noi tiriamo su il primo Chakra nel secondo, poi
il secondo nel terzo e cos via.... ovvero portiamo l'elemento terra
nell'elemento acqua; acqua nel fuoco; fuoco nell'aria; aria nell'etere; etere
nei cinque sensi; i cinque sensi nelle energie sottili; le energie sottili
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nell'Ego; l'Ego nel Maha-Tattva e il Mahattattva nell'Anima.
L'esperienza pi profonda che caratterizza il Secondo Kriya
comincia quando colui che pratica ha l'intuizione di soffermarsi per un
tempo pi lungo su ciascun Chakra onde entrare in sintonia col suo Tattwa.
[I Tattwas sono i cinque elementi: terra, acqua, fuoco, aria ed etere.]
Il percorso che si fa dal Muladhara al Medulla quello dove i vari
aspetti della divinit sono rivelati. Avviene il Darshana (visione) delle varie
divinit che presiedono (controllano) ciascun Chakra. Evidentemente noi
vediamo quello che la nostra formazione religiosa ci condiziona a vedere.
Quello che conta cercare la "realizzazione" di ciascun Tattwa. La vera
saggezza, la visione veritiera nasce da quello.
Terzo Kriya
Quando hai completato il lavoro nei primi cinque Chakra, tu hai solo un
lavoro da compiere: bussare alla porta del Kutastha. Il terzo Kriya consiste
in una concentrazione profonda nel Kutastha mentre si fa un intenso Japa
di Om.
Nella corrispondenza di Lahiri Mahasaya troviamo un cenno a
questo Japa: "Japa 432.'' In realt, il numero di Om ti viene rivelato
intuitivamente quando arrivi a questo stadio. Si spiega che uno riesce a
cantare mentalmente questo numero di Om durante "un solo respiro.'' Cosa
significhi questo rivelato dalla intuizione che nasce dalla profonda
meditazione.
Un giorno, il kriyaban riesce ad entrare Kutastha e immergersi nel
"lago di Bindu." Le percezioni cesseranno ed avviene un momento epico
della propria vita: l'ingresso nel Sahasrara.
Quarto Kriya
Appena il Prana-Kriya finisce, incomincia la meditazione senza azione che
si sperimenta nella dimensione del Sahasrara. Tu sei oltre i Chakra, oltre la
mente. Nel Sahasrara non ha bisogno di lavorare sul Prana. Qui incomincia
il Kriya della meditazione; Patanjali spiega che questa meditazione fatta
di Dharana, Dhyana e Samadhi. Ebbene, se noi consideriamo solamente la
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definizione che Patanjali d di questi stati, non riusciremo mai a
comprendere quanto sono elevati. Questa meditazione infatti non consiste
in un lavoro puramente mentale.
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PRATICA DELLA PREGHIERA DEL CUORE
[1] Introduzione
Dal 1973 mi dedico alla pratica del Kriya Yoga ed alla ricerca delle procedure di
meditazione liberate da deformazioni e inquinamenti New Age.
Tale disciplina nata in India e dall'India si diffusa in tutto il mondo
dopo la pubblicazione del libro Autobiografia di uno yogi di Paramahansa
Yogananda. Eppure non difficile realizzare quanto essa sia somigliante alla
pratica del Dhikr dei Sufi e alla cosiddetta ''Preghiera del cuore'' come essa
concepita dai monaci di Monte Athos. Convinto della centralit della Preghiera
devozionale in ogni autentico sentiero mistico, mi rendo disponibile di illustrare
un percorso sicuro (anche se impegnativo) affinch qualsiasi ricercatore,
seriamente motivato, possa realizzare l'ambita meta della ''Preghiera del cuore''
nella propria vita.
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Divino, del Trascendente. Essa dovrebbe avere un tono forte e dolce allo stesso
tempo. "Tono forte" significa che incompatibile con un atteggiamento di
lamento rassegnato, piuttosto evoca lo stato di pura felicit che, con le parole
scelte, noi stiamo visualizzando. All'inizio di ciascuna sessione di Preghiera
importante sentire una sincera gioia nel cuore.
Per fare un esempio, una suora di clausura rivel in una intervista quale
era la propria Preghiera: '' il tuo volto che cerco o Signore.'' Difficile
immedesimarsi in lei e capire l'ondata di emozioni profonde che tali parole
suscitarono in lei quando la scelse (tra i Salmi) e quale amore, quale devozione
suscitano in lei tuttora.
Scese su di me
mi circond
e rimase
(frase di Mre)
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La storia quella di un pellegrino di ritorno dal Santo Sepolcro che si ferma in
un monastero di Monte Athos e racconta ad un monaco i dettagli della sua
ricerca, durata una vita intera, come sia possibile "pregare incessantemente"
secondo le raccomandazioni di San Paolo. Tale devoto era deciso a percorrere le
sterminate pianure russe fino allinfinito pur di trovare una guida spirituale che
gli svelasse il segreto della Preghiera Continua. Un giorno quell'ardore fu
premiato: un maestro spirituale lo accett come discepolo chiarendogli, nel giro
di pochi mesi, ogni dettaglio della pratica della Preghiera Continua. La
Preghiera che il pellegrino utilizza la Preghiera di Ges: "Signore Ges
Cristo, figlio di Dio, abbi piet di me, peccatore." (Kyrie Iesou Christe, Yie tou
Theou, Eleison me ton amartalon.)
Nota
Per molti, la prima esposizione alla Preghiera del cuore come vissuta
nell'Esicasmo venne da Franny e Zooey da J.D. Salinger (pubblicato nel '61):
"... se continuate a ripetere quella Preghiera tante e tante volte, dovete solo farlo
prima con le labbra -- poi alla fine la Preghiera diventa auto-attiva. Qualcosa
avviene dopo. Non so cosa ma qualche cosa avviene, le parole si sincronizzano
con i battiti del cuore della persona, e quindi stai veramente pregando
incessantemente."
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Per spiegarvi come realizzare tutto questo, descriver tre passi preliminari.
Quello che vi propongo funziona ed semplice da realizzare.
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raggiunge un ritmo stabile e regolare, unisci la Preghiera al movimento del
respiro. Se la Preghiera breve, ripetila mentalmente durante l'inspirazione e di
nuovo durante l'espirazione. Se la Preghiera lunga, ripeti mentalmente met
durante l'inspirazione e met durante l'espirazione. Se non sei capace di
completare la Preghiera durante un respiro completo, ci significa che la
Preghiera che hai scelto troppo lunga.
Qui praticamente impossibile che tu non provi una pace profonda che ti
da un gran senso di sollievo e di conforto. Prosegui in tal modo per almeno 10-20
minuti. utile contare il numero delle ripetizioni con un rosario.
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meraviglia) la tua trasformazione.
Consiglio per i primi giorni: incomincia con il punto [I] provando per pochi
minuti il punto [II]
Consiglio per le due settimane seguenti: espandi il punto [II] arrivando ai tempi
suggeriti.
Consiglio per le ulteriori due o tre settimane seguenti: prova a familiarizzarti col
punto [III] e quindi fai solo [I] e [III]. Cerca di avere pazienza e accontentati dei
risultati che vengono. Mantieni l'ispirazione leggendo i libri consigliati. Cerca di
sentire che qualcosa sta cambiando in te: c' come una pace mai provata prima
che cerca di stabilirsi nel tuo comportamento quotidiano.
Consiglio per i mesi successivi fai una catenina al giorno di [I] poi almeno 12
respiri profondi come spiegato nel punto [II] e poi con calma dedicati al punto
[III]
Consiglio finale: dopo molti mesi prova a fare [I] [II] [III] e [IV] precisamente
una catenina di [I]
almeno sei respiri profondi di [II]
almeno sei cicli con due respiri brevi ciascuno di [III]
prova il punto [IV] ma sii prudente. Per varie settimane non superare i cinque-
10 minuti
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Pur utilizzando come sempre la mente, avrai l'impressione di avere accesso ad
una percezione completamente nuova della realt. Questo perch il cuore gioca
un ruolo decisivo.
Lo studio della letteratura sul concetto che il cuore funziona in modo misterioso
come un cervello a s stante di grande ispirazione.