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LA MENTE DELL’ADOLESCENTE

L’adolescenza è una fase della vita straordinaria ma allo stesso tempo è fonte di disorientamento
compresa fra i 12 e i 24 anni. Considerata in molte culture un periodo particolarmente delicato. Molti miti
dell'adolescenza oggi sono stati sfatati:
1. Gli ormoni fanno andare fuori di testa gli adolescenti. Ad influenzare i cambiamenti
comportamentali sono i cambiamenti nello sviluppo del cervello.
2. L’adolescenza è una fase di immaturità.
3. Per crescere, un adolescente deve passare da una completa dipendenza dall’adulto ad una
completa indipendenza: nel corso della vita si passa da una totale dipendenza dalle cure altrui ad
un allontanamento dagli adulti e un avvicinamento ai coetanei. Questo si chiama
interdipendenza.
Quello che gli altri credono di noi può influenzare l’opinione che si ha di se stessi e il proprio modo di
comportarsi. Gli adolescenti che assorbono messaggi negativi riguardo alla propria persona potrebbero
adeguarsi al basso livello di aspettative presenti nei loro confronti.
Gli aspetti essenziali dell’adolescenza sono dovuti a cambiamenti normali e naturali a livello cerebrale,
infatti avvengono molti cambiamenti a livello mentale che riguardano molti aspetti come la memoria,
pensiero, ragionamento, capacità di concentrazione, processi decisionali, modalità di relazione con gli
altri.
I cambiamenti che avvengono a livello cerebrale nell’adolescenza predispongono alla comparsa di 4
caratteristiche mentali: ricerca di novità, coinvolgimento sociale, maggior intensità emotiva e
esplorazione creativa.
1. Ricerca di novità: emerge da una spinta alla ricerca di gratificazione, alimentata dai
cambiamenti che avvengono nei circuiti cerebrali. Questa spinta crea una motivazione intrinseca
a vivere esperienze nuove, più intense e con un maggior coinvolgimento.
Aspetti negativi: la ricerca di emozioni forti e la propensione al rischio possono portare a non
valutare le conseguenze negative.
Aspetti positivi: la ricerca di novità può portare all’apertura verso il cambiamento e alla passione
di vivere.
2. Coinvolgimento sociale: nell’adolescenza si intensificano le relazioni e i legami con i coetanei.
Aspetti negativi: circondarsi solo di coetanei può portare a prendere più rischi.
Aspetti positivi: l’intensità sociale può creare relazioni di sostegno.
3. Maggior intensità emotiva:
Aspetti negativi: l’emotività può portare ad impulsività, sbalzi d’umore e reattività.
Aspetti positivi: le emozioni intense possono essere fonte di energia e carica vitale.
4. Esplorazione creativa: nuove capacità di pensiero e di ragionamento astratto consentono di
mettere in discussione lo status quo e di affrontare problemi con strategie fuori dagli schemi.
Aspetti negativi: la ricerca del senso della vita può portare ad una crisi di indentità.
Nel corso dell’infanzia, i genitori rappresentano per il bambino il modello di comportamento per
eccellenza. L’adolescenza è il periodo in cui si iniziano a vedere i difetti dei genitori.

Rischi e ricompense
Nel corso dell’adolescenza, il rischio di morire o riportare ferite gravi è tre volte più elevato rispetto alle
altre fasi della vita. Questo aumento del rischio, secondo gli scienziati è dovuto ai cambiamenti che
avvengono a livello cerebrale. Nonostante gli adolescenti siano più in salute e in condizioni fisiche
migliori rispetto a bambini e adulti, essi costituiscono il gruppo più numeroso per quanto riguarda le
cause di morte evitabili. Nel corso dell'adolescenza noi esseri umani abbiamo in comune con gli altri
mammiferi questa attenzione per il pericolo. nella vita moderna la presenza di automobili alcol ha fatto sì
che gli incidenti siano fra le prime cause di morte.

Pubertà, sessualità e adolescenza: comparsa e durata

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Negli esseri umani l'adolescenza è caratterizzata da due tipi di cambiamento. il primo e cambiamento
che inizia a interessare il corpo e le emozioni con ingresso nella pubertà. Il secondo il distacco dei
genitori, l'intensificarsi dei rapporti coi coetanei e la voglia di novità di sperimentare.
Con la pubertà si sviluppano gli organi sessuali cambiano i livelli di alcuni ormoni con conseguenti
mutamenti anche nei cosiddetti caratteri sessuali secondari.
Dopo la pubertà iniziano ad emergere gli impulsi sessuali.
Generalmente la pubertà e la maturazione sessuale segnano l'inizio dell'adolescenza. può accadere che
le modificazioni a livello cerebrale avvengano anche prima della pubertà per esempio nei casi di ritardo
nella maturazione sessuale. Con il notevole abbassamento dell'età di comparsa della pubertà e lo
spostamento in avanti dell'età in cui si esce di casa e si assumono responsabilità adulte oggi
l'adolescenza quindi la durata molto più lunga.
Un aspetto che invece sembra peculiare della modernità è il numero crescente di giovani che arrivano a
discutere completamente gli adulti della propria vita.
É interessante ricordare come gli etologi abbiano scoperto che si tratta di una specifica fase dello
sviluppo anche nel regno animale pertanto è possibile che il periodo adolescenziale sia codificato nel
patrimonio genetico inscritto nei nostri geni.

Travagli e tormenti
Gli anni dell'adolescenza sono pervasi da un senso di incertezza perché un momento di grande
transizione.
Vi è una duplice origine del disagio: si perde ciò che è familiare sicuro per andare incontro all'ignoto e al
pericolo.
In questa fase della vita una fonte non solo di sostegno ma anche di sopravvivenza viene dal identificarsi
maggiormente con i coetanei che non coi genitori.
E’ importante definire limiti, regole e unire le empowerment: ossia favorire l'espressione di individualità e
autonomia dei figli.
Gli specialisti lo definirebbero uno stile educativo autorevole ossia un approccio in cui la definizione di
limiti si unisce all’affetto e al rispetto dell'autonomia del figlio, in base alla sua età. Questo è anche
l'approccio equilibrato di un attaccamento sicuro, in cui si è fonte di sostegno per il proprio figlio e lo si
sostiene anche nel raggiungere l’autonomia. Attaccamento sicuro significa riuscire a garantire un porto
sicuro mentre si incoraggia l'esplorazione. E’ da questa base di attaccamento sicuro che gli adolescenti
avranno le migliori possibilità di affrontare con equilibrio e agilità le rapide tumultuose del viaggio
avventuroso che li attende in questa fase della loro vita.

Mindsight: strumenti
Ci sono delle pratiche che possono contribuire a rafforzare le capacità mentale di aumentare la
flessibilità e resilienza nel funzionamento cerebrale e migliorare le relazioni con gli altri.
La mindsight ossia la capacità di vedere e conoscere la mente comprende tre capacità fondamentali.
1. Insight: capacità di percepire e conoscere a fondo la propria via vita mentale. L'insight consente
di sapere chi si è dove si è dove si è stati e come si vorrebbe essere in futuro.
2. Empatia: capacità di percepire la vita mentale interiore di un'altra persona, consente di vedere le
cose dal punto di vista dell'altro, di immaginare cosa significa essere nei suoi panni. E’ un
elemento fondamentale per lo sviluppo dell'intelligenza sociale, ossia della capacità mentali che
consentono di relazionarci con gli altri in modo adeguato adattandosi al contesto sociale.
3. Integrazione: capacità di collegare le diverse parti di un'entità in un tutto unico.
La mindsight con le sue capacità di insight empatia integrazioni consente di realizzare la salute nel corpo
nelle relazioni nella mente.
La regione del cervello più esterna, la corteccia cerebrale, è in grado di creare “mappe” di diversi aspetti
della realtà esterna e del mondo mentale. Una mappa è un pattern (schema) di attivazione dei neuroni
che rappresenta qualcosa di diverso da sé. In particolare, la parte occipitale della corteccia crea mappe
di ciò che si vede mentre le aree temporali creano mappe di ciò che si sente. Nella regione frontale si
realizzano molteplici tipi di mappe. La parte più anteriore di questa regione frontale, la corteccia
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prefrontale, crea una mappa della mente stessa. Questo tipo di mappe vengono definite mappe della
mindsight perché fanno vedere come anche gli altri abbiano una mente.
La mindsight è appunto la capacità di creare mappe della propria mente e di quella degli altri: una
capacità importante in grado di trasformare completamente la comprensione di noi stessi.
Esistono diversi tipi di mappe della mindsight.
1. Le mappe me: sono la base dell' insight, della conoscenza profonda di se stessi definita anche
autoconsapevolezza o consapevolezza conoscitiva.
2. Le mappe te: alla base dell' empatia.
3. Le mappe noi: si riferiscono alla capacità di pensare, immaginare, ragionare, comportarsi con la
consapevolezza di essere parte di un insiemi più ampio che va oltre all’individualità, di essere
parte di un noi. Le mappe noi sono alla base del vivere secondo i principi morali in cui si tiene
conto del bene comune che trascende quello strettamente individuale.
Durante l'adolescenza si possono creare queste mappe in modo nuovo e duttile.
Queste mappe sono in grado di cambiare la struttura fisica del cervello grazie a un processo chiamato
neuroplasticità ossia la modificazione delle connessioni cerebrali ad opera dell'esperienza.

Il mare interiore: un mondo interiore che comprende emozioni pensieri e percezioni, ricordi, immagini,
sensazioni ma anche intenzione, atteggiamenti, convinzioni, speranze sogni e desideri.

Cos'è la mente
Non c’è un'unica risposta a questa domanda. In molte discipline scientifiche di fatto non propongono
alcuna risposta a questo interrogativo soltanto in apparenza semplice.
In generale il termine mente viene impiegato per indicare le esperienze interiori e soggettive nella vita e il
processo di essere consapevoli o consci. Ma la mente ha anche un'altra dimensione: regolare i flussi di
energia e informazioni. Per informazione si intende un pattern di energia che simbolizza qualcosa di altro
da sé.
Riconoscendo la funzione di regolazione della mente si può imparare a dirigere i flussi di energia di
informazioni in modo positivo.
E’ importante ricordare che:
● la mente influenza non soltanto i processi interni ma anche le relazioni con gli altri.
● la mente è un processo regolativo capace di auto-organizzarsi, infatti consente non soltanto di
percepire i flussi di energia dentro di noi e fra di noi e gli altri ma anche di plasmare e trasformarli.
E’ possibile imparare a riconoscere delle spie che segnalano il funzionamento della mente ossia le
sensazioni, pensieri, le immagini e le emozioni presenti dentro di noi in un particolare momento.
L’interazione con il mondo può comprendere due diversi modi di vedere la realtà:
1. la visione della mente: chiamata insight.
2. la visione del mondo fisico degli oggetti: nella vita moderna si fa spesso più affidamento sulla
realtà materiale a discapito della vita della mente.
L'incapacità di vedere la mente può indurre le persone a trattare gli altri senza rispetto né comprensione.
La maggior parte delle esperienze sono focalizzate sulla realtà esterne e coinvolgono soltanto il sistema
di percezione degli oggetti fisici, non sarà possibile sviluppare la capacità di vedere, trasformare il
mondo della vita interiore e interpersonale.
Il passaggio della percezione bidimensionale a quella tridimensionale esemplifica efficacemente il
passaggio della visione degli oggetti alla visione della mente.
Grazie alla mindsight si può vedere la mente umana in tutte le sue dimensioni.

Empatia
Si chiama insight la capacità di creare mappe della mente. Quando si impiega questa stessa capacità di
mappatura per conoscere e rispettare la vita mentale interiore di un'altra persona, per creare una mappa
dell'altro, si può parlare di comprensione animata da compassione o semplicemente di empatia.

Relazione e comunicazione
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Si comunica attraverso lo scambio di flussi di energia informazioni. La relazione può essere definita
come la condivisione di flussi di energia informazioni.
Quando la condivisione comprende informazioni sulla mente, quando siamo interessati a capire cosa
avvenga nella mente interiore di un'altra persona, ha luogo una sintonizzazione nei confronti della vita
mentale di quella persona.
Nella comunicazione avviene in una relazione ci sono tre elementi:
1. percezione di ciò che avviene fra noi e l'altra persona.
2. consapevolezza di ciò che avviene dentro di noi.
3. conoscenza di ciò che accade dentro l'altra persona.

Integrazione
La mindsight favorisce anche l'integrazione, una capacità che consente di promuovere il coordinamento
e l'equilibrio del mondo interno e di quella degli altri, nonché delle relazioni interpersonali.
Integrazione al collegamento delle diverse parti di qualcosa.
Nel cervello, l'integrazione si verifica quando si rispettano le differenze fra le regioni poste più in alto e
quelle poste in basso oppure fra l'emisfero destro e il emisfero sinistro e poi si favorisce il collegamento
fra queste diverse aree cerebrali.
Integrazione crea armonia.
Il primo requisito affinché si realizzi l’integrazione in un sistema è lasciare che le sue parti si specializzino
e mantengono la propria unicità. Il secondo elemento necessario per l'integrazione è il collegamento fra
le parti differenziate.
Se manca la differenziazione oppure collegamento, si verifica qualcosa di molto specifico. In presenza di
ostacoli all'integrazione il sistema si muove verso uno dei due possibili estremi: il caos o la rigidità.
Questa situazione può essere paragonata a un fiume: il flusso al centro e rappresenta la condizione di
integrazione e l'armonia che ne scaturisce. Su una riva al di fuori di questo punto centrale armonioso c'è
il caos e sull'altra invece la sponda della rigidità. In presenza del caos prevalgono la mancanza di
controllo, l'agitazione, la confusione, l’assoluta imprevedibilità. Quando c'è rigidità invece predomina una
situazione di stallo, di immutabilità, il senso di tedio che scaturisce dall'assoluta prevedibilità.
L’integrazione ha luogo dentro di noi, fra noi e gli altri. E’ proprio qui infatti che si trova la mente: dentro
di noi e fra di noi. La mente è sia incarnata, incorporata, sia relazionale.
Ad essere integrati sono gli elementi fondamentali della mente, ossia energia e informazioni.

Dopamina, decisioni e ricerca di gratificazione


Il cervello un insieme di cellule, i neuroni, che comunicano fra loro attraverso sostanze chimiche
chiamate neurotrasmettitori. Durante l'adolescenza si intensifica l'attività dei circuiti cerebrali che
utilizzano la dopamina, un neurotrasmettitore che ha ruolo fondamentale nel creare la spinta a cercare
gratificazioni.
A partire dall'inizio dell'adolescenza, e con un picco a metà della fase adolescenziale, questo momento
nel rilascio di dopamina porta i ragazzi ad essere particolarmente attratti da esperienze elettrizzanti
capaci di dare sensazioni di euforia. Questo può indurli a concentrarsi sulle gratificazioni positive che
considerano certe, prestando minore attenzione ai potenziali rischi ed effetti negativi.
La spinta a cercare gratificazione si manifesta in tre modi:
1. impulsività
2. predisposizione allo sviluppo di dipendenze
3. iper razionalità: modo di pensare in termini concreti. Si analizzano soltanto i singoli dati di fatto
di una situazione, senza considerarla nel suo complesso. Con un pensiero letterale di questo tipo
da adolescenti si dà più importanza ai vantaggi e meno ai rischi. Il pensiero iper razionale è un
processo cognitivo derivante da un calcolato livello cerebrale in cui si dà molta importanza al
risultato positivo e meno alle conseguenze negative.
Nel corso degli anni si passa da un pensiero letterale, iper razionale, ad un pensiero globale.

Famiglia e amici
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Quando si è tra coetanei si è più propensi ad attuare comportamenti rischiosi. Le decisioni prese in
adolescenza possono essere il frutto di una combinazione tra molti fattori: la spinta a cercare
gratificazioni, l’azione delle dinamiche di gruppo e l’iper razionalità.
Nell’adolescenza i comportamenti rischiosi possono avere principalmente due origini: iper razionalità e
impulsività.

Funzione dell’adolescenza
E più utile e corretto considerare l’adolescenza come una tappa fondamentale dello sviluppo, come una
componente necessaria e cruciale della crescita individuale e della vita collettiva. L’adolescenza non è
semplicemente una fase da superare ma un periodo della vita da valorizzare in modo adeguato. Questa
nuova concezione indica che i cambiamenti che avvengono a livello cerebrale nell’adolescente non
vanno considerati in modo semplicistico sulla base del binomio “maturità/immaturità” ma vanno visti
come mutamenti evolutivi importanti che consentono l’emergere di nuove abilità.
Quella che è definita come effervescenza emotiva, è un aspetto fondamentale dell’adolescenza in grado
di dare carica vitale e entusiasmo. Inoltre, la ricerca di novità e la creazione di pratiche innovative
aiutano l’essere umano ad adattarsi ad un mondo in continuo cambiamento.

Sagge decisioni
Nell’adolescenza si realizza il collegamento fra diverse aree del cervello: aumenta così lo spazio mentale
di riflessione, consente di fermarsi e prendere in considerazione comportamenti alternativi rispetto
all’impulso iniziale. Un altro effetto dello sviluppo dell’integrazione è l’affinamento del pensiero globale.

Il potere dell’agire positivo


Il pensiero globale si basa sulla percezione viscerale e istintiva di un valore positivo, sul desiderio di
lavorare per qualcosa. Quindi invece di bloccare un impulso, reprimendolo, gli adulti in contatto con
l’adolescente dovrebbero concentrarsi su un elemento positivo da coltivare.

Realizzare l’integrazione del cervello


Il modo in cui si prende decisioni nella vita rivela il modo in cui si è. Nella fase dell’adolescenza i
cambiamenti a livello cerebrale riguardano due aspetti:
● riduzione del numero di cellule, i neuroni, e delle loro connessioni, le sinapsi. Questa riduzione,
definita potatura, avviene poiché nel corso dell’infanzia avviene una produzione in eccesso di
neuroni e delle loro connessioni sinaptiche. Lo sviluppo neuronale inizia nell’utero e continua fino
alla pubertà.
● formazione della mielina, una guaina che riveste l’assone del neurone, ossia il prolungamento
principale della cellula nervosa che crea connessioni sinaptiche con altri neuroni. La guaina
mielinica consente un passaggio rapido del flusso energetico, con un flusso di informazioni più
veloce e coordinato si realizzano processi più efficaci.
Questi due cambiamenti contribuiscono a rendere più integrato il cervello dell’adolescente.
L’integrazione, il collegamento di parti diverse, dà origine ad un maggior livello di coordinamento nel
cervello stesso.

Modello manuale del cervello


Il modello manuale del cervello esemplifica le principali regioni del cervello: le dita rappresentano la
corteccia cerebrale, il pollice l’area limbica e il palmo il tronco cerebrale. Il polso rappresenta il midollo
spinale.

Il cervello

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1. Corteccia cerebrale: parte superiore e più esterna del cervello; permette di pensare, riflettere,
percepire e ricordare, pianificare e prendere decisioni. Dalla corteccia cerebrale origina in parte la
consapevolezza e l’autoconsapevolezza. Svolge molte funzioni importanti e per questo è definita
cervello esecutivo, centro di controllo principale responsabile del coordinamento e
dell’equilibrio.
2. Regione limbica: genera le emozioni, crea la motivazione, influisce su memoria e attenzione.
3. Tronco cerebrale: posto alla base del cranio; regola i cicli sonno e veglia ed interagisce con
altre regioni del cervello per dare origine a reazioni come la rabbia e la paura.
Poiché il tronco cerebrale e l’area limbica si trovano sotto la corteccia cerebrale sono definite regioni
sottocorticali.
4. Midollo spinale: il cervello si trova sopra il midollo spinale che è racchiuso nella spina dorsale; le
informazioni che provengono dal midollo spinale e da altre parti del corpo influenzano
direttamente l’attivazione di neuroni.
5. Cervelletto: regola e coordina i movimenti del corpo e integra le informazioni somatiche con
pensieri ed emozioni.
Il cervello è costituito da due lati: emisfero destro e sinistro, collegati tra loro dal corpo calloso che
coordina ed equilibra l’attività dei due emisferi.
6. Lobo frontale: parte anteriore della corteccia; vive un grande sviluppo nei primi anni di vita e
continua a crescere fino all’adolescenza. Coordina e bilancia gran parte delle attività non solo del
cervello ma anche sel SN.

L’adolescenza apre strada all’esplorazione creativa


L’esplorazione creativa dell’adolescenza comprende modalità di percezione, ragionamento e risoluzione
di problemi attraverso strategie di pensiero e capacità riflessive e di astrazione che consentono di
occuparsi dei problemi da prospettive innovative.
Con l’ampliamento della coscienza si viene a creare un approccio nuovo alla vita e verso il mondo. Si
diventa consapevoli del fatto che è possibile ideare approcci alternativi forse anche più efficaci di quelli
già esistenti.

Vulnerabilità e opportunità
Una serie di disturbi mentali che riguardano l'umore come la depressione, disturbo bipolare oppure il
pensiero, come la schizofrenia, hanno maggiori probabilità di comparire nel corso dell'adolescenza che
non durante l'infanzia.
La vulnerabilità può avere svariate cause: può essere di origine genetica, dovuta all'esposizione a
sostanze tossiche, o conseguenza di esperienze particolarmente negative vissute nell'infanzia come
l'essere stata vittima di abusi o trascuratezza.
Un altro fattore che potrebbe essere coinvolto nella vulnerabilità allo sviluppo di disturbi mentali durante
l'adolescenza, è una nuova attivazione dei geni che si verificano in questa fase che influenza lo sviluppo
di neuroni nella loro reciproca interazione.
Quando l'umore e il pensiero diventano disfunzionali, impedendo di interagire con gli altri e di prendersi
cura di se stessi in modo adeguato è possibile che un adolescente non sia semplicemente
sperimentando l'inevitabile intensità emotiva che contraddistingue questo periodo di vita ma può esserci
qualcosa di più.
A volte la comparsa di problemi comportamentali può essere il sintomo dell' insorgenza di un disturbo
che richiede un'attenta valutazione e un adeguato trattamento come nel caso dei disturbi dell'umore e
dei disturbi del pensiero, dei disturbi d'ansia, come il disturbo ossessivo compulsivo, o gli attacchi di
panico.
La mancanza di integrazione nel cervello ha come naturale conseguenza una riduzione della flessibilità
mentale della resilienza, ossia della capacità di resistere e riprendersi da condizioni di stress e difficoltà.
L'esperienza ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello, anche in presenza di fattori di rischio
genetici e di altro tipo. Si può considerare il patrimonio genetico e altre variabili importanti come alcuni
dei fattori che contribuiscono il quadro più generale dello sviluppo cerebrale.
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Lo sviluppo mentale e la presenza di relazioni in grado di sostenere il senso di appartenenza a un
gruppo, sono tutti elementi in grado di esercitare un influsso sul raggiungimento e sul mantenimento
delle integrazioni cerebrale che è alla la base del cammino verso la salute.

Il rimodellamento cerebrale
Il rimodellamento non aspetti essenziali dello sviluppo cerebrale e che è integrazione in tutto l'arco
dell'adolescenza. Questo processo di rimodellamento comprende fasi distinte per i maschi e per le
femmine. Infatti la potatura e la mielinizzazione avvengono nei due sessi in momenti diversi a seconda
delle regioni cerebrali. Inoltre il rimodellamento comporta un consumo di energia.
Il condizionamento del cervello è stato dipendente ossia è influenzato dal contesto in uno stato di calma
determinata funzione di integrazione possono operare bene in modo efficace. Il contesto esterno in cui ci
si trova e lo stato emotivo interno influiscono direttamente sul rischio di perdere determinate facoltà. La
sensibilità emotiva in interessi per i coetanei hanno una funzione adattiva ossia favoriscono
l'adattamento in questa fase della vita.
Sul fronte familiare l'emotività più intensa e la maggiore influenza sociale possono portare scompiglio
nella vita della famiglia.
Poiché il centro della consapevolezza è la corteccia cerebrale, in questi casi le aree del cervello poste
più in basso, sottocorticali, possono attivarsi senza che la persona ne sia cosciente.
Al processo di rimodellamento neurale, si accompagna talvolta particolari tipi di emozioni modi di
pensare e interagire non sempre facili da affrontare.

Integrazione cerebrale
Si definisce integrazioni il collegamento fra le diverse aree del cervello e delle informazioni.
L'integrazione rende possibili funzioni importanti come l'autoconsapevolezza la riflessione la
pianificazione la capacità decisionale l'empatia e la moralità.

Emozioni
Durante l'adolescenza si verifica una maggiore attività delle aree del cervello poste più in basso, sotto la
corteccia. In questa fase, queste aree sono più attive di quanto non siano nell'infanzia o nell'età adulta e
ciò fa sì che le emozioni possano emergere repentinamente e intensamente, senza effetto calmante e
regolatore della corteccia prefrontale.
Le neuroimmagini consentono di rappresentare l'andamento di processi cerebrali e mostrano che
quando agli adolescenti viene mostrata la fotografia di un volto con un'espressione neutra, si attiva
un'area importante della regione limbica, l'amigdala, che ha un ruolo fondamentale in emozioni come la
rabbia la paura.
Le informazioni possono essere inviate all'amigdala attraverso due vie:
1. la via lenta in cui la corteccia cerebrale poste in alto passa il vaglio informazioni e ragioni e
riflette su e poi informa l'amigdala con calma e razionalità.
2. la via rapida che invia direttamente all'amigdala le informazioni delle percezioni; è quella usata
maggiormente dagli adolescenti.

Mindsight-strumenti

Il tempo dell’interiorità
Per favorire l’integrazione del cervello vi sono alcuni strumenti la cui validità è stata scientificamente
dimostrata: prendersi del tempo per la riflessione interiore.
Il tempo dell’interiorità può favorire l’integrazione poiché focalizzare regolarmente l’attenzione sul proprio
mondo interiore facilita lo sviluppo di fibre integrative nella regione prefrontale del cervello.
Con questa pratica si sviluppa la consapevolezza mindful o mindfulness: capacità di essere presenti, di
focalizzare l’attenzione su ciò che avviene in quel momento, senza giudizi, e concentrandosi sul
riconoscimento e l’accettazione della realtà per come é e non come si vorrebbe che fosse. Questa
pratica aiuta su tre fronti:
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1. si aiuta il cervello e il corpo
2. si agisce sulla mente e sulla via interiore
migliora le relazioni con gli altriPer riassumere tutti i tratti distintivi della pratica della mindfulness si
può utilizzare un acronimo: AMACA.
1. apertura, significa essere recettivi, aperti a tutto ciò che accade nel momento in cui accade.
2. obiettività, accettare all’interno della consapevolezza tutto ciò che si trova al centro
dell’attenzione per come é
3. osservazione, seguire momento per momento i passi necessari a raggiungere il fine prestabilito
di un’attività
Nel cervello vi sono due circuiti cerebrali: il tempo dell’interiorità sviluppa entrambi i circuiti.

Consapevolezza del respiro


Esercizio che consente nel concentrarsi sulle sensazioni che si provano mentre si respira. Questo
esercizio può essere fatto stando in piedi oppure seduti, può durare due minuti come venti, una volta al
giorno oppure più volte al giorno.
Se una particolare emozione interrompe la concentrazione sul respiro, bisogna nominarla per dominarla
per poi spostare di nuovo l’attenzione sul respiro.

Ruota della consapevolezza


Pratica di riflessione interiore ideata per realizzare l’integrazione della coscienza. Con integrazione della
coscienza si intende il collegamento dei diversi elementi di cui si è consapevoli in una totalità armoniosa.

LE RELAZIONI DI ATTACCAMENTO
Nel corso della vita si viene plasmati dalle relazioni intime e profonde che si hanno con gli altri. Un
particolare influsso sullo sviluppo della persona lo hanno le esperienze che si fanno nei primi 10/12 anni
di vita.
Ad influenzare sono le esperienze compiute nella prima infanzia.
Esistono molti tipi di relazioni interpersonali. I rapporti che si hanno con genitori o quelle persone che si
prendono cura delle persone sono chiamati relazioni di attaccamento. Queste relazioni di
attaccamento rimangono dentro la persona attraverso i modelli di attaccamento. Con il termine
“modello” si indica in generale una rappresentazione mentale formatasi a partire dall'attivazione
cerebrale in cui sono riassunte le esperienze compiute; è uno schema che influenza le aspettative per il
futuro i comportamenti l'emozione e il modo di intraprendere gli eventi.
É possibile avere più di un modello di attaccamento. I modelli di attaccamento si attivano in situazioni
specifiche e in modo automatico senza che ne siano consapevoli in assenza di una precisa intenzione.
Esistono due tipologie generali di modelli di attaccamento: sicuro e insicuro.
I modelli di attaccamento sicuro aiutano a vivere con flessibilità, favoriscono la comprensione di se
stessi e la facilità di relazione con gli altri.
I modelli di attaccamento insicuro possono essere di diverso tipo e ciascuno di essi li imita in qualche
modo la capacità di essere flessibili, di comprendere se stessi e di entrare in rapporto con gli altri.
Nell'essere umano l'attaccamento si caratterizza per 4 aspetti:
1. Essere visti
2. Essere protetti
3. Essere confortati
4. Sentirsi sicuri
In generale ci sono quattro tipi di attaccamento che si possono avere con i genitori o con i caregiver.

1. Modello di attaccamento sicuro

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Se il comportamento dei caregiver nei confronti della persona è stato, in generale, tale da far sentire
vista, protetta ed offrire conforto quando ne aveva bisogno la persona avrà sviluppato un modello di
attaccamento sicuro.
Questo tipo di modello facilita la regolazione delle emozioni, la comprensione di se stessi e la creazione
di relazioni che siano reciprocamente gratificanti.
In questo caso si ritiene che il genitore costituisca per il figlio un porto sicuro e allo stesso tempo un
trampolino di lancio.

2. Modello di attaccamento evitante


Per circa il 20% della popolazione, la relazione con uno o entrambi i genitori nel corso dell’infanzia non è
stata sicura ma caratterizzata da esperienze in cui non si è stati visti o confortati. Questa relazione,
caratterizzata dall’insicurezza è definita attaccamento evitante. Se si ha questo tipo di modello, si ha
imparato a ridurre al minimo i propri bisogni di attaccamento e si tende a sentirsi disconnessi dagli altri.
E’ infatti il senso di disconnessione del Sé che caratterizza l'attaccamento evitante.

3. Modello di attaccamento ambivalente


Caratterizzato dall’incoerenza o invadenza di un genitore nei confronti del figlio. Questo tipo di modello
non consente al bambino di calmarsi perché egli non sa cosa aspettarsi dal proprio genitore: per lui il
genitore non è sempre un porto sicuro. Il mondo interiore del bambino viene sommerso dai sentimenti e
dalle emozioni del genitore. Poiché nel cervello sono presenti i neuroni a specchio, il bambino sarà
portato ad assorbire le ansie e le paure del genitore. Nelle relazioni di attaccamento ambivalente si crea
un Sé confuso. Inoltre, nell’ambivalenza vengono amplificati i bisogno di attaccamento a causa delle
ripetute esperienze di intrusività o inaffidabilità del genitore.

4. Modello di attaccamento disorganizzato


Questo modello può emergere nel contesto delle altre tre tipologie. Uno dei genitori potrebbe essere
fonte di terrore per il figlio oppure potrebbe egli stesso provare terrore, a quel punto il bambino
assorbirebbe il dolore del genitore interiorizzandolo.
Quando si prova terrore verso una figura di attaccamento vengono attivati contemporaneamente due
diversi circuiti cerebrali fra loro incompatibili:
● il primo è un circuito del tronco cerebrale che media, ossia rende possibile una reazione
finalizzata alla sopravvivenza. Questo fa allontanare dalla figura di attaccamento.
● il secondo è il sistema di attaccamento controllato dell’area limbica. Questo fa avvicinare alla
figura di attaccamento.
Non ci si può avvicinare e allontanare contemporaneamente da una stessa persona e questo crea nel
bambino un approccio disorganizzato.
Quando la figura di attaccamento è fonte di terrore si crea una frammentazione nel bambino.
L’attaccamento disorganizzato è all’origine di diverse forme di vulnerabilità: può causare difficoltà nella
regolazione delle emozioni, nella creazione di relazione positive con gli altri e nella capacità di pensare
con lucidità in situazioni di stress. Il rischio più grave di questo tipo di attaccamento è la frammentazione
della continuità della coscienza, una condizione definita dissociazione.

Attaccamento reattivo
Esistono situazioni in cui l’attaccamento non può semplicemente essere sicuro o non sicuro. Ad un
estremo si trova infatti l’assenza di attaccamento, ossia la mancanza di una figura stabile con cui poter
sviluppare un legame di attaccamento. In questo caso si può verificare una condizione disfunzionale
chiamata “disturbo reattivo dell’attaccamento”.

Narrazione delle esperienze di attaccamento e i due emisferi del cervello


È condotta un'intervista sulle storie di attaccamento e sebbene i particolari di ogni intervista sulla storia
di attaccamento siano diversi da persona a persona, un'analisi complessiva delle risposte ha portato
all'individuazione di una serie di tipologie ricorrenti.
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I risultati di queste attività di analisi indicano che le persone che usano modelli di attaccamento sicuro in
genere riflettono in modo coerente sugli aspetti positivi e negativi delle proprie esperienze infantili.
Una narrazione sicura evidenzia la capacità di essere presenti a tutto ciò che emerge nel corso
dell'intervista per cena se le proprie esperienze passate sono difficili.
Nelle persone con una storia di attaccamento evitante nella reazione completamente diversa.
Il segno distintivo delle riflessioni contenute nella cosiddetta narrazione evitante é l'insistenza da parte
dell'intervistato sulla assoluta mancanza di ricordi riguardanti la vita familiare e contemporaneamente sul
fatto che la vita familiare non abbia avuto alcun influsso sul proprio sviluppo. Per le persone adulte
questo tipo di narrazione si parla di stato mentale distanziante perché prendono le distanze da l'idea che
le loro relazioni passate possono avere avuto un impatto sul proprio sviluppo.
In presenza di un modello di attaccamento evitante si esclude dalla consapevolezza i bisogni emotivi e
non si ricordano le esperienze vissute in famiglia.
Nel caso della narrazione ambivalente l'aspetto caratteristico di merce dall'intervista sull'attaccamento
e racconto di una marea di particolari autobiografici non direttamente collegate alle domande poste
dall'intervistatore.
In presenza di un modello di attaccamento disorganizzato le risposte alle interviste sono talvolta
disorganizzate e disorientati tanto da poter parlare di narrazioni disorganizzata. teneramente il
disorientamento è presente quando si affrontano temi come la perdita o la minaccia.

Evitamento, distanza emotiva ed emisfero sinistro del cervello


Si può parlare di predominanza dell'emisfero sinistro quando la relazione di attaccamento è stata
caratterizzata da una dose di evitamento.
L'emisfero sinistro ha consentito al bambino di sopravvivere in un deserto.
Quando è attivo e dominante soltanto l'emisfero sinistro, il modo di essere e tende a concentrarsi sulla
realtà esterna; é un modo di essere logico, decontestualizzato e caratterizzato dalla linearità.
Vi sono alcuni esercizi ed attività di base che possono essere di aiuto a chi ha avuto una storia di
attaccamento evitante:
1. Diventare consapevoli degli stati corporei interni
2. Sviluppare consapevolezza dei segnali non verbali
3. Imparare a impiegare le espressioni non verbali
4. Allenare la memoria autobiografica

Ambivalenza, confusione emotiva ed emisfero destro del cervello


L'Attaccamento ambivalente amplifica i bisogni di attaccamento. E’ un sistema di attaccamento
iperattivato che non trova sollievo, né sicurezza.
Le persone con attaccamento ambivalente mostrano un’eccessiva attivazione dell’emisfero sinistro che
non riesce a stare dietro alla quantità di informazioni che arrivano dall’emisfero destro iperattivo. Tutte le
informazioni che arrivano tutte insieme possono inibire il tentativo dell’emisfero sinistro di realizzare
attraverso il linguaggio una narrazione lineare e logica della propria storia.
Se si ha una storia di attaccamento ambivalente si possono svolgere alcuni esercizi:
1. dare un nome agli stati emotivi interiori
2. tenere un diario
3. ruota della consapevolezza
4. conoscere la natura delle emozioni
5. rafforzare l’osservatore interno

Attaccamento disorganizzato e la tendenza alla dissociazione


L’attaccamento sicuro è caratterizzato da un funzionamento integrato; l’attaccamento evitante è
contraddistinto dalla predominanza dell’emisfero sinistro e dalla minimizzazione dei bisogni di
attaccamento; nell’attaccamento ambivalente predomina l’emisfero destro e si massimizzano i bisogni di
attaccamento.

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Ad alcuni può essere capitato di avere relazioni di attaccamento caratterizzate dalla paura che hanno
portato alla creazione di relazioni di attaccamento disorganizzato ed ad una tendenza alla
frammentazione della mente, ad una sua dissociazione.
Il disorientamento rivela uno stato di trauma o lutto non risolto. Alla base di un trauma o di un lutto non
risolto vi sono alcuni meccanismi. Le esperienze vengono registrate nella memoria implicita che è alla
base della capacità di ricordare. Avviene uno priming, ossia un punto di preparazione o predisposizione
a determinate modalità di risposta. In condizioni normali, gli elementi alla base della memoria implicita
vengono integrati dalla regione limbica, in particolare dall’ippocampo, in due forme di memoria implicita:
memoria dei ricordi autobiografici (memoria autobiografica) e la memoria che comprende fatti e
conoscenze del mondo (memoria semantica).
Un aspetto alla base della dissociazione e del trauma o lutto non risolto sia il blocco del passaggio della
memoria implicita a quella esplicita. In presenza di questo blocco, i ricordi non vengono integrati e quindi
non vengono registrati come ricordi di eventi del passato. Per questo, quando una persona con
attaccamento disorganizzato cerca di rispondere alle domande riguardanti le proprie esperienze
passate, riaffiorano alla memoria ricordi impliciti non elaborati. La persona non è consapevole dell’origine
nel passato di queste immagini o emozioni.
Alcuni esercizi che possono aiutare:
1. tenere un diario
2. riesaminare le domande sull’attaccamento che hanno suscitato reazioni intense durante l’attività
di riflessione
3. RAIN: la pioggia che lenisce il dolore.Gli psicologi Tara Brach e Jack Kornfield hanno coniato
questo acronimo per descrivere un atteggiamento di apertura nei confronti del proprio vissuto
che può essere di aiuto per la risoluzione di aspetti irrisolti.
R: riconoscere il trauma; A: accettare il trauma; I: indagare il vissuto passato e attuale; N:
adottare un atteggiamento di non identificazione con i vissuti e le esperienze compiute, ossia non
lasciare che gli eventi definiscono la propria identità.
4. quando ci si sente sommersi dalle emozioni si possono mettere in atto alcune strategie.
-butterfly hug: incrociare le braccia, mettere una mano su ciascuna spalla incrociandole e dare
dei colpetti sulle spalle, alternando le mani.
-cercare un sostegno professionale
-andare dalla persona con cui si è in conflitto e ricucire il rapporto
-lavorare su se stessi

Tipo di educazione ideale


Il tipo di educazione capace di creare le condizioni migliori per la crescita e lo sviluppo del bambino e
dell’adolescente può essere descritta con il termine “presenza”. Essere presenti per gli altri significa
entrare in risonanza con ciò che accade nei loro mondi interiori, ponendo le basi indispensabili per
“sentire” i loro sentimenti. “Sentirsi sentiti” è fondamentale per aiutare l’un l’altro a sentirsi visti, protetti,
confortati e sicuri: questa è la base di un attaccamento sicuro.

Pubertà, sessualità e identità


La pubertà è contraddistinta dallo sviluppo del corpo, coi cambiamenti nei caratteri sessuali secondari. A
livello anatomico una maturazione sessuale associato all'aumento di sostanze chimiche distribuite in
tutto l'organismo, in particolare di diversi tipi di ormoni che contribuiscono a regolare le attrici del
funzionamento del parti del corpo legato alla sessualità. É possibile che i mutamenti del corpo non
coincidano temporalmente con i cambiamenti a livello cerebrale, in tal caso i cambiamenti a livello
sessuale non saranno accompagnati dai cambiamenti nelle facoltà mentali.
Questa intensificazione della sessualità durante la pubertà, non sempre accompagnata dalla
contemporanea maturazione di aree cerebrali che consentono l'emergere delle funzioni esecutive
diventa un problema sera al giorno d'oggi.

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Per una serie di ragioni, per cui la migliore alimentazione, la maturazione sessuale viene oggi diversi
anni prima, soprattutto per le ragazze, a volte ancor prima dei 10 anni, mentre il cervello non matura la
stessa velocità.
All'inizio più precoce della pubertà nella cultura odierna si aggiunge il fatto che prima di formare una
famiglia di avere dei figli passano almeno 10 anni o anche 20, dal raggiungimento della maturità
sessuale.
Nell'adolescenza il concetto di identità diventa un tema centrale.
Durante l'adolescenza si inizia a diventare consapevoli di sentire sensazioni di eccitazione e attrazione
sessuale. L'aumento dei livelli di ormoni sessuali maschili o le femmine influenza non soltanto la
fisiologia del corpo in generale ma anche il funzionamento cerebrale.
Per alcuni, questa nuova consapevolezza è fonte di piacere. Per altri di disagio e perdita di controllo. Per
altri ancora può far provare paura.

Rapporti sessuali occasionali


Chi é adolescente oggi potrebbe sentire la pressione sociale dello stare con qualcuno, quasi ci si
aspettasse da lui questo tipo di comportamento.
Il sesso senza coinvolgimento affettivo può essere un'esperienza meno completa e può venire meno
l'unione intima e profonda che é parte integrante di ogni esperienza sessuale.
Ci sono tre tipologie principali di legami profondi:
1. Amicizia
2. Eccitazione erotica
3. Amore romantico

Innamoramento e primo amore


Secondo Helen Fisher, esistono tre tipi di amore.
Il primo é l'amore romantico, caratterizzato dall'innamoramento e dal desiderio di stare con la persona
amata.
Quando una relazione seria finisce o c'è il rischio che accada ci si sente come come se si avesse subito
un lutto. Come se una parte di noi fosse portata via. Questa é la parte dell'amore legata alla dipendenza.
Il secondo tipo di amore è legato alla sessualità l'erotismo, all'attrazione e all'eccitazione. La libido o
energia sessuale è una componente importante del vissuto. Non sempre accompagna l'amore
romantico, può essere un aspetto indipendente. Questa forma di amore è mediata principalmente dagli
androgeni, ormoni.
Il terzo tipo di amore é l'attaccamento: sentimento che si prova per gli amici intimi o per i genitori,
sembra coinvolgere il sistema della serotonina. É una forma di amore in cui si desidera offrire
accudimento amorevole di cui gli altri hanno bisogno per sentirsi visti, protetti, confortati e sicuri.
È possibile provare tutte e tre le forme di amore per la stessa persona.

Droghe: uso o abuso?


Fra i maggiori problemi che gli adolescenti e le loro famiglie possono affrontare c'è il rischio che i ragazzi
facciano uso di sostanze che inducono alterazioni mentali, sostanze come alcool o droghe.
Si possono provare emozioni diverse rispetto all'uso di droghe che vanno dall'eccitazione e interesse,
alla paura e repulsione.
Ci sono almeno 4 fattori che possono spingere a fare uso di droghe nell'adolescenza: voglia di
sperimentare; socialità; automedicazione; dipendenza.
L'alcool é una droga comune e legale, vietato sotto una certa età. In un adolescente, il cui sistema della
dopamina é già molto attivo, il consumo di alcool e droghe intensificano il rilascio di dopamina rendendo
più intensa la spinta a consumare la droga e accrescendo così il rischio di sviluppare una dipendenza.
Il livello di dopamina é più basso in adolescenza che non in altre fasi della vita, questo può far sì che
l'adolescente si senta annoiato. Ovviamente i livelli oscillano continuamente, ciò é collegato anche agli
sbalzi di umore tipici dei ragazzi.

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Il desiderio di provare nuove esperienze é probabilmente il motivo principale per cui la maggioranza
degli adolescenti fa uso di sostanze stupefacenti o di alcool a dispetto delle opinioni o delle regole dei
genitori.
Nel contesto del consumo di gruppo, un comportamento a rischio negli adolescenti può essere il
cosiddetto binge drinking, ossia il consumo di grandi quantità di alcool in un periodo di tempo ristretto
fino ad arrivare allo stordimento.
Le ubriacature di gruppo costituiscono il secondo motivo principale alla base del consumo di droghe:
essere parte di un tessuto sociale comune, fare esperienza insieme.
Il ricorso alle droghe può avvenire anche per automedicazione in presenza di un disturbo psichiatrico
primario o di una situazione dolorosa.
Il quarto fattore che entra in gioco nel consumo di droghe é la dipendenza.
Le sostanze e i comportamenti che danno dipendenza coinvolgono il principale neurotrasmettitore del
circuito della gratificazione, la dopamina. La dopamina é rilasciata dal nucleus accumbens che influenza
le funzioni controllate dalle regioni limbiche come le emozioni, la motivazione, la valutazione e la
memoria ma anche il pensiero, l'attività decisionale e il comportamento.
Inoltre, alcool e droghe influenzano sulla percezione della realtà poiché deprimono l'attività della
corteccia cerebrale e alterano lo stato di coscienza.
Un approccio é quella di proibire l'uso di sostanze, posizione scelta da molti genitori. Dal punto di vista
degli adolescenti, questa strategia potrebbe sembrare incomprensibile ed essere percepita come
irrealistica, rigida e ingiusta. Altri genitori adottano un atteggiamento diverso, ritenendo che se gli
adolescenti vogliono partecipare a questo genere di attività devono farlo in modo responsabile.
Quando da adolescenti si inizia a fare uso di droghe, il cervello é in via di trasformazione e incline a
reagire all'uso di sostanze con una concatenazione di risposte comportamentali e fisiologiche che
possono favorire la dipendenza. La vulnerabilità alla dipendenza é dovuta sia all'attivazione di
determinati geni sia all'alterazione del funzionamento neurale.
Si parla di dipendenza quando l'assuefazione alla scarica di dopamina indotta da un'attività o da una
sostanza a livello del tronco cerebrale k della regione limbica influenza a tal punto il funzionamento della
corteccia cerebrale e dell'attività decisionale a spingere la persona a continuare a compiere azioni e
comportamenti dannosi. In breve: l'intenso rilascio di dopamina, che induce un desiderio impellente e la
spinta a soddisfarlo, si verifica sia con l'assunzione della sostanza sia in presenza dell'intenzione di farne
uso.

Mindsight: strumenti

I magnifici 7 della salute

1. Tempo dell'interiorità
2. Tempo del sonno: secondo la United States National Sleep Foundation, fondazione statunitense
che si occupa di sensibilizzare sull'igiene del sonno, sostiene che gli adolescenti dovrebbero
dormire dalle 8 alle 9 ore ogni notte e agli adulti servirebbero dalle 7 alle 9 ore di sonno. Con
bisogno si intende necessario. Un buon ritmo del sonno favorisce processi come:
consolidamento della memoria di ciò che si é imparato durante il giorno; sano funzionamento
dell'insulina e del metabolismo; funzionamento ottimale del sistema immunitario; capacità di far
fronte allo stress; funzionamento efficiente della mente.
Strumenti e strategie per dormire meglio: spegnere gli apparecchi digitali; spegnere le luci
mezz'ora prima di addormentarsi; evitare sostanze come caffè, the o cioccolato negli orari serali;
bagno caldo, latte caldo; scrivere un diario per far uscire i pensieri; dormire le ore necessarie
3. Il tempo della concentrazione: il cervello si sviluppa quando si focalizza l'attenzione.
L'apprendimento è strettamente collegato all'attenzione. L'attenzione favorisce la creazione di
connessioni durature fra neuroni. La formazione di nuove connessioni, le sinapsi, a sua volta
trasforma la struttura del cervello: é la neuroplasticità, la capacità del cervello di cambiare in
risposta all'esperienza.
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Il tempo della concentrazione é il periodo di tempo in cui focalizzare intensamente l'attenzione su
una solo attività. Quando ci si concentra, avvengono tre cose nel cervello: viene rilasciata
acetilcolina; si attivano circuiti specifici e i neuroni che si attivano si collegano insieme; avviene il
rilascio localizzato del fattore neurotrofico derivato dal cervello.
4. Il tempo dell'ozio: un momento intenzionalmente riservato al rilassamento, in cui si lascia libera
l’immaginazione. L’obiettivo del tempo dell’ozio è scegliere di non avere obiettivi prefissati.
5. Il tempo del gioco: concedersi momenti in cui vivere nuove emozioni, parlare, comportarsi e
relazionarsi in modo nuovo; sentirsi liberi e accettati. Inoltre, il tempo del gioco consente al
cervello di funzionare in modi originali e imprevedibili che favoriscono lo sviluppo e il
consolidamento di nuove connessioni. Il tempo del gioco corregge l’abituale tendenza alla
seriosità che caratterizza oggi la scuola e la vita adulta, creando un momento ogni giorno in cui
essere spontanei e creativi, sentirsi accettati e in sintonia con gli altri, vivi e gioiosi, fra risate e
divertimento.
6. Il tempo del movimento: muovere il corpo, fare attività fisica migliora la plasticità cerebrale:
favorisce la memoria, lo sviluppo di connessioni nel cervello e il loro rafforzamento. L’attività fisica
migliora l’umore
7. Il tempo della relazione: le relazioni con gli altri possono dare più significato alla vita, favorire la
salute e la felicità e rendere anche più saggi. Il tempo della relazione comprende anche i rapporti
con l’ambiente in cui si vive.

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