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Tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di
lavoro
25 ottobre 2018
SCREENING
• To screen = vagliare , passare al setaccio.
Definizione
«Identificazione presuntiva di una malattia in
fase iniziale o di una condizione a rischio ,
attraverso l’applicazione di un test rapido e di
semplice impiego su tutta la popolazione»
• Lo screening è un’attività di Sanità Pubblica relativamente
recente
• Fino alla metà del 1900 il maggior peso delle malattie
infettive ha impedito la diffusione degli screening che
sono, nella maggior parte dei casi, rivolti alle malattie
cronico‐degenerative per la diversa storia naturale che
caratterizza tali malattie.
• Mancavano inoltre le tecnologie necessarie per la diagnosi
precoce e le terapie adeguate
Cenni storici (II)
• Importante per la moderna concezione dello screening è stata
la comprensione della storia naturale del cancro della cervice
uterina
• Nel 1943, l’American Cancer Society raccomandò a tutte le
donne il cosiddetto Pap‐test* messo a punto da Papanicolau e
Traut negli anni ’20.
• Negli anni ’70 in Svezia, iniziò la campagna di promozione
attiva della mammografia
• Tra il 1970 e il 1990 furono attivati gli screening pediatrici e
prenatali
* Esame citologico dello striscio cervicale dell’epitelio uterino per
la diagnosi precoce di cancro e di displasia
Il sistema sanitario italiano prevede una
totale gratuità per:
I farmaci se inseriti in una cosiddetta lista positiva “fascia A”,
salvo la presenza di eventuali ticket regionali
Le prestazioni di medicina generale e di pediatria
I trattamenti erogati in regime di ricovero ospedaliero
Le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio
incluse in programmi di prevenzione collettiva
Le restanti prestazioni sono soggette alla compartecipazione alla spesa con
possibilità di diversificazione regionale
S C R E E N I N G
Lo scopo fondamentale dello screening è quello di
separare da un vasto gruppo di persone apparentemente
in buona salute quelle che hanno una più alta probabilità
di essere affette dalla malattia in studio, in modo che
possano essere sottoposte a opportune indagini
diagnostiche e, se la malattia è presente, all’appropriato
trattamento.
3) Solo le persone “positive” al test di screening
saranno sottoposte al test diagnostico prima
dell’eventuale intervento terapeutico o preventivo.
Coloro che risultano negativi allo screening insieme
a coloro che risultano negativi al test di conferma
(i falsi positivi) ritornano a far parte del gruppo di
popolazione che dovrà essere sottoposta periodicamente
al test.
Le campagne di screening presuppongono una corretta
programmazione con il regolare ripetersi degli esami
nel tempo.
AMBITI DI APPLICAZIONE DEI TEST DI SCREENING
• 1) In caso di condizioni predisponenti o fortemente a rischio
per lo sviluppo di una malattia (es. displasia grave del collo
dell’utero, poliposi del colon, ipertensione arteriosa,
ipercolesterolemia) in cui l’intervento precoce può evitare la
comparsa della malattia
• 2) Nella malattia già in corso ma nella sua fase iniziale in cui
l’intervento precoce porta un significativo miglioramento della
prognosi o addirittura alla guarigione (es. tumori del colon
retto e della mammella in fase iniziale, ca. del collo dell’utero,
diabete)
Il test di screening può essere impiegato anche in altre
circostanze
• Con obiettivi di ricerca, in indagini di prevalenza
• Per la tutela di una popolazione o di una comunità (es.
test sul sangue dei donatori, identificazione di portatori
cronici)
• Idoneità lavorativa a specifiche mansioni
(es. audiometrici, spirometria, visite oculistiche, esami
ematochimici)
• Idoneità sportiva (ECG)
• Indagini preconcezionali e prenatali (translucenza
nucale, tri test)
VALUTAZIONE
• Nel caso della diagnosi precoce (es. EFFICACIA DEI TEST
ca. della mammella) non ci si DI SCREENING
attende, di solito riduzione
dell’incidenza e quindi la valutazione
avverrà in termini di riduzione della
mortalità. incidenza
N.B. spesso nelle prime fasi di
applicazione di una nuova campagna di mortalità
screening si ha aumento dell’incidenza,
per l’anticipo di nuove diagnosi
Inizio screening
• Nel caso dell’identificazione di
condizioni a rischio (es. ipertensione
per le malattie cardiovascolari) ci si incidenza
può attendere una riduzione anche mortalità
dell’incidenza oltre che una
riduzione della mortalità
Per impostare una campagna di screening bisogna
valutare 3 aspetti:
1. Le caratteristiche della malattia o condizione ricercata
2. I requisiti dei test di screening
3. Requisiti del sistema dell’assistenza sanitaria
1. Requisiti della malattia
La malattia o condizione oggetto dell’intervento di prevenzione secondaria
mediante test di screening: deve essere grave, ad alta prevalenza nella
popolazione bersaglio e con lungo periodo di latenza.
Deve essere di una certa gravità e/o di rilevanza
sociale (in termini di morbosità e mortalità)
Deve essere ben conosciuta la storia naturale della
malattia, per sapere se esista un significativo margine
di tempo
La diagnosi precoce e l’intervento terapeutico devono ridurre
significativamente la morbosità e la mortalità
Diagnosi e trattamento devono essere efficaci e accettabili
In alcune malattie rare lo screening è comunque utile.
Es: screening neonatali per malattie genetiche come
fenilchetonuria, galattosemia, ipotiroidismo congenito
Il test di screening deve essere di rapida e facile
esecuzione ed economico
Deve essere sicuro e accettabile
Deve essere sensibile, specifico ed avere un buon valore
predittivo
3. Requisiti del sistema di assistenza sanitaria
Il sistema deve essere in grado di assicurare un follow‐up
(iter diagnostico) a tutti coloro che risultino positivi al test
E’ necessario che tutti i soggetti che ne abbiano bisogno
possano fruire del trattamento necessario
Le persone coinvolte devono essere adeguatemente informate
del percorso a cui potrebbero essere sottoposte e quindi
devono accettare consapevolmente eventuali terapie
Nell’analisi costo‐beneficio di una campagna di screening
devono essere considerati anche:
1. Costo della campagna
2. Modalità tecniche
3. Non invasività del metodo
4. Conseguenze psicologiche
5. Efficacia del test utilizzato
1. Costo della campagna
Spese del test
Personale utilizzato (addestramento)
Impiego delle procedure diagnostiche di
conferma
2. Modalità tecniche
No a complessità organizzativa
Impegno di personale e mezzi
Il successo di una campagna di screening dipende
dall’avere personale sufficiente e dalla disponibilità
di strutture e mezzi in modo tale da rendere
possibile la diagnosi, il trattamento e il follow‐up
WHO
3. Non invasività del metodo
Test invasivi sono poco accettati
Possono avere insito il rischio di provocare danni
maggiori ai soggetti
Servirebbe comunque personale esperto
4. Conseguenze psicologiche
Bisognerebbe avere la possibilità di fare un test di
conferma sullo stesso campione prima di dare una
risposta di “positività”
In molti casi lo stress causato da una falsa positività
può essere elevato.
(Es: test HIV)
5. Efficacia del test utilizzato
Efficacia = capacità di raggiungere il risultato desiderato
Si valuta attraverso:
Sensibilità
Specificità
Valori predittivi
SENSIBILITA’ e SPECIFICITA’
Sono 2 misure fondamentali perché informano sulla
validità del test utilizzato, cioè sulla capacità di
CLASSIFICARE CORRETTAMENTE
LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE
Test con risultati dicotomici: positivo/negativo
Sensibilità = probabilità del test positivo nelle persone con malattia o
proporzione di persone positive al test tra quelle realmente malate
a /a + c probabilità di
«catturare» i malati
Falsi
M+ M-
positivi
-
Test + a b a+b
Test - c d c+d
Totale a+c b+d N
Falsi
negativi
Specificità = probabilità del test negativo nelle persone senza malattia o
proporzione di persone negative al test tra quelle non malate
d / b + d probabilità di «catturare» i sani
Nel caso dei test in cui il risultato viene espresso con variabili quantitative, la soglia di
discriminazione (cut‐off point) tra soggetti positivi e negativi al test può essere stabilita
arbitrariamente da chi utilizza la procedura, sulla base di un’attenta analisi delle distribuzioni
dei malati e dei sani.
Nel caso del diabete, ad esempio, è più auspicabile ridurre al minimo i falsi negativi, in quanto l’eventuale positività
non dovrebbe determinare traumi psicologici vista la relativa semplicità degli esami più sofisticati (esecuzione della
curva glicemica da carico) e le ottime possibilità terapeutiche per la malattia diabetica.
Nel caso di determinati tumori gravi, la falsa positività può invece turbare enormemente l’equilibrio psicofisico del
paziente.
Un esempio in cui deve essere garantito il massimo valore di sensibilità viene dallo screening per il sangue destinato
alle donazioni in cui la massima tutela dovuta a chi riceve il sangue tollera anche lo scarto di una quota consistente di
campioni non infetti (falsi positivi).
5. Efficacia del test utilizzato
VALORI PREDITTIVI
POSITIVO (VPP) E NEGATIVO (VPN)
Utili ai fini della programmazione degli interventi
5. Efficacia del test utilizzato
VALORI PREDITTIVI
POSITIVO (VPP) E NEGATIVO (VPN)
Falsi
M+ M-
positivi
-
Test + a b a+b
Test - c d c+d
Totale a+c b+d N
Falsi
negativi
M+ M-
-
Qual è la
Test + 90 50 140 Prevalenza ?
M+ M-
- Qual è la
Test + 90 500 590 Prevalenza?
Test - 100/10100=1%
10 9500 9560
Total 100 10000 10100
• Valori PREDITTIVI sono differenti perché nelle due popolazioni è diversa la
prevalenza della malattia cioè nel 1° caso il n. di malati è 100 su 1100 nel 2° caso 100
su 10100
• La prevalenza cioè QUANTO E’ DIFFUSA la malattia mi condiziona il rapporto
costo/beneficio del test di screening.
• Il vantaggio che deriva applicando una campagna di screening in una popolazione
in cui la prevalenza è più alta è di gran lunga superiore ad un test di screening in una
popolazione a bassa prevalenza di questa malattia. In quest’ultimo caso
l’investimento economico non ripaga per la prevenzione che lo screening dà di quella
malattia.
• La prevalenza della malattia dunque è da tenere presente prima di avviare una
campagna: la malattia deve essere frequente
Sensibilità proporzione di falsi negativi
Specificità proporzione di falsi positivi
A parità di sensibilità e specificità, il valore predittivo positivo sarà tanto più
elevato quanto maggiore sarà la prevalenza della condizione
• Questo giustifica il fatto che i test per la prevenzione
secondaria di determinati tumori vengano offerti
gratuitamente solo nelle fasce di età in cui è più alto il
rischio di ammalarsi di tali tumori.
• es. :la mammografia è proposta gratuitamente a
partire da 45 anni
Non sarebbe vantaggioso applicare il test in una
popolazione di donne di 30 anni , mentre è vantaggioso
quando la prevalenza della malattia AUMENTA
Tipologie di screening
• Screening di massa (es: neonatali)
• Screening per gruppi a rischio:
‐oncologici (es: mammella, collo dell’utero, colon retto)
‐ non oncologici (es: in gravidanza, in età pediatrica
per patologie genetiche)
Cadenza e numero di esami: si decidono su base
epidemiologica
Screening di massa (es: neonatali)
Test di screening più comuni
Pap‐test – HPV‐test
Mammografia
Misurazione pressione arteriosa
Glicemia
Esami audiometrici
Lesioni cutanee (nevi)
Screening pediatrici per: fenilchetonuria,
displasia congenita dell’anca, galattosemia,…
PAP TEST
Scopi:
‐ identificare neoplasie in fase pre‐invasiva
‐ ridurre la mortalità da Ca cervice uterina
Effetti: riduzione del rischio di morte
‐ 80% stadio 1a
‐ 20% stadio 2
Periodicità: triennale per le donne tra i 25 e i 64 anni
Van der Akker‐van Marle ME, Van Ballegooijen M, et al :Cost‐Effectiveness of cervical
cancer screening: Comparison of screening policies, J Natl Cancer Inst, 2002 Feb 6, vol
94,N°3, pp 193‐204
Mammografia: caratteristiche
Sensibilità: 77‐97%. Diminuzione (51‐83%) nelle donne sotto i
50 anni o in terapia ormonale sostitutiva
Specificità: 94‐97%. Falsi positivi soprattutto nelle donne
sotto i 50 anni(7‐8%)
Screening for breast cancer. What’s new from tha USPSTF.
AHRQ Pubblication N° APPIP 02‐0011, April 2001. Agency for Helthcare Research and
Quality, Rockville, MD.
Screening per Ca colon‐retto:
FOBT* + ENDOSCOPIA
La lunga fase preclinica rende il tumore adatto particolarmente a test di
screening per i soggetti di età superiore ai 50 anni a rischio per:
storia personale o familiare di Ca colon
precedenti resezioni di adenomi
anamnesi positiva per patologia infiammatorie croniche (Chron,RCU)
Periodicità: ‐ FOBT ogni 2 anni circa
‐ ENDOSCOPIA ogni 5 anni (FOBTneg)
RESIDENTI 50-70ENNI
INVITO POSTALE
LETTURA
POSITIVI
NEGATIVI
PANCOLONSCOPIA O
RISPOSTA POSTALE COLONSCOPIA SN + RX D.C.
EVENTUALE TERAPIA E
FOLLOW-UP
CSPO 2005
Il Piano Nazionale per la prevenzione 2014‐2018 prevede la
diagnosi precoce di tumori e/o delle lesioni pretumorali
mediante programmi di screening oncologico, per i quali
sussiste l’evidenza di efficacia degli interventi di popolazione.
Questi programmi di screening sono inseriti nei LEA
Prevenzione e diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero e della mammella
Gli screening si rivolgono alle donne che abitano in Emilia‐Romagna, sia
residenti che domiciliate, e garantiscono percorsi di qualità gratuiti in tutte le
fasi.
Il nuovo test HPV è proposto alle donne tra i 30 e i 64 anni ogni cinque anni, il
Pap‐test è proposto alle donne dai 25 ai 29 anni ogni tre anni.
La mammografia è proposta ogni anno alle donne dai 45 ai 49 anni e ogni due
anni alle donne dai 50 ai 74 anni.
Il programma è gratuito; garantisce la qualità e la continuità del percorso di
diagnosi e delle eventuali cure favorendo, quando è necessario intervenire,
trattamenti chirurgici conservativi.
CHE COSA E’ CAMBIATO
Il programma è rivolto alle donne dai 25 ai 64 anni (oltre 1.250.000 donne residenti e
domiciliate in Emilia‐Romagna) e propone:
•il Pap‐test, ogni tre anni, a tutte le donne dai 25 ai 29 anni
•l’ HPV test ogni 5 anni dai 30 ai 64 anni
In Emilia‐Romagna il Pap‐test di screening verrà nei prossimi tre anni gradualmente sostituito, per le donne tra
i 30 e i 64 anni, da un test capace di individuare il virus da cui può derivare il tumore (HPV‐test), più efficace del
Pap‐test in questa fascia di età.
Per le donne tra i 25 e i 29 anni il Pap‐test resta più efficace perché l’infezione (da HPV o papilloma virus) in
giovane età è molto alta ma scompare spontaneamente nell’80% dei casi, pertanto il test HPV comporta nella
fascia di età 25‐29 anni un elevato rischio di esami e trattamenti inutili.
Nel test HPV le cellule prelevate dal collo dell’utero, non vengono esaminate al microscopio come nel Pap‐test,
ma vengono sottoposte alla ricerca del papilloma virus (HPV) in laboratorio. L’infezione da parte di questo virus
è molto frequente, ma nella maggior parte delle donne scompare spontaneamente. Solo alcuni tipi del virus
possono, eccezionalmente e dopo molti anni, determinare un tumore invasivo. La negatività dell’HPV test
garantisce l’assenza di qualsiasi lesione a rischio e permette di prolungare l’intervallo tra un test e l’altro (che
sale così a 5 anni). In caso di positività dell’HPV test, sullo stesso prelievo viene eseguito il Pap‐test tradizionale
per valutare la presenza o l’assenza di lesioni.
..in evidenza
Screening oncologico organizzato: definizione
Somministrazione attiva e periodica di un test diagnostico di provata
efficacia ad una popolazione di soggetti apparentemente sani e
definiti per residenza e livello di rischio allo scopo di
• distinguere i soggetti probabilmente malati (positivi) da quelli
probabilmente sani (negativi) per la malattia bersaglio
• sottoporre i soggetti probabilmente malati ad
approfondimento diagnostico
• trattare i soggetti malati
• ridurre la mortalità per la malattia bersaglio
Raccoglie informazioni dalla popolazione italiana adulta (18‐69 anni) sugli stili di vita e fattori di
rischio comportamentali connessi all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili e sul
grado di conoscenza e adesione ai programmi di intervento che il Paese sta realizzando per la
loro prevenzione.
I temi indagati sono il fumo, l’inattività fisica, l’eccesso ponderale, il consumo di alcol, la dieta
povera di frutta e verdura, ma anche il controllo del rischio cardiovascolare, l’adesione agli
screening oncologici e l’adozione di misure sicurezza per prevenzione degli incidenti stradali, o
in ambienti di vita di lavoro, la copertura vaccinale antinfluenzale e lo stato di benessere fisico
e psicologico, e ancora alcuni aspetti inerenti la qualità della vita connessa alla salute.
Perché nasce
Passi nasce in risposta all’esigenza di monitorare il raggiungimento degli obiettivi di salute
fissati dai Piani sanitari nazionali e regionali e di contribuire alla valutazione del Piano
nazionale della prevenzione poiché la conoscenza dei profili di salute e dei fattori di rischio
della popolazione è requisito fondamentale per realizzare attività di prevenzione specifiche e
mirate ai gruppi di popolazione vulnerabili e necessaria per il monitoraggio e la valutazione
dell’efficacia degli interventi attuati.
Dati nazionali 2018: screening oncologici
Dai dati Passi 2014‐2017 risulta che in Italia:
• 8 donne su 10, fra i 25 e i 64 anni, si sottopongono a scopo preventivo allo screening
cervicale (Pap‐test o Hpv test)
• più di 7 donne su 10 fra i 50 e i 69 anni si sottopongono a scopo preventivo allo
screening mammografico
• La copertura per lo screening colorettale resta invece ancora piuttosto bassa e solo
poco più di 4 intervistati su 10 nella fascia di età 50‐69 anni riferiscono di aver eseguito
uno degli esami per la diagnosi precoce dei tumori colon‐rettali a scopo preventivo, nei
tempi e modi raccomandati (ricerca del sangue occulto fecale ‐ Sof, negli ultimi due
anni, oppure una colonscopia/rettosigmoidoscopia negli ultimi cinque anni).
Screening cervicale
La copertura dello screening cervicale non è uniforme sul territorio nazionale: c’è un chiaro
gradiente Nord‐Sud (che va dal 90% dell’Emilia‐Romagna al 62% della Calabria) e mediamente
nelle Regioni meridionali meno di 7 donne su 10 si sottopongono a Pap test o Hpv test a scopo
preventivo.
Screening cervicale
Screening mammografico
La copertura dello screening mammografico non è uniforme sul territorio nazionale: c’è un chiaro
gradiente Nord‐Sud: nel Nord oltre l’80% della popolazione target femminile si sottopone allo screening
mammografico, mentre nelle Regioni meridionali questa quota sfiora appena il 60%. In particolare, la
Campania è la Regione con la quota più bassa di copertura, che non supera il 50%, mentre la PA di Trento
e l’Emilia‐Romagna rappresentano le realtà più virtuose in cui la copertura dello screening quasi
raggiunge il 90% della popolazione target (grazie in particolare all'offerta dello screening organizzato).
Screening mammografico
Screening colorettale
La copertura nazionale dello screening colorettale resta ancora piuttosto bassa: circa il 45% degli
intervistati nella fascia di età 50‐69 anni riferiscono di aver eseguito uno degli esami per la diagnosi
precoce dei tumori colorettali a scopo preventivo, nei tempi e modi raccomandati.
Vi è una forte variabilità da Nord a Sud a sfavore delle Regioni meridionali in cui la quota di persone che si
sottopone allo screening è poco più del 25%, valore che quasi raddoppia nelle Regioni Centrali e raggiunge
il 68% fra i residenti nel Nord Italia.
Screening colorettale