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Imaging
E. Venturini, P. Panizza
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• BI-RADS 4: reperti sospetti, con probabilità di malignità Limiti di questa tecnica sono l’utilizzo di raggi X, con conse-
compresa tra 2 e 94%, per i quali è consigliato un guente rischio biologico, anche se molto basso, ovvero il rischio
approfondimento con agobiopsia o agoaspirato. Questa classe di poter essere causa di tumore, e lo studio di mammelle molto
è stata suddivisa in tre sottocategorie: BI-RADS 4a, 4b e 4c. dense, ovvero con prevalente componente ghiandolare e fibro-
• BI-RADS 4a: immagini con bassa probabilità di malignità. tica, che riduce la sensibilità dell’esame. Dai 40 anni il rischio
• BI-RADS 4b: immagini con intermedia probabilità di biologico si avvicina a zero: alcuni studiosi lo hanno paragonato
malignità. a quello del fumo di 1 sigaretta e mezza o a quello che deriva dal
• BI-RADS 4c: immagini con alta probabilità di malignità. solo respirare per 2 giorni in una grande città.
La diagnosi anatomopatologica attesa è quella di La sensibilità media della mammografia, ovvero la capacità di
una lesione maligna. Alcuni esempi sono: opacità identificare il tumore, è circa dell’80%, il che significa che può non
solide, irregolari, con margini poco definiti, cluster di riconoscere eventuali tumori presenti nel 20% dei casi, pertanto,
microcalcificazioni di recente insorgenza. 1 tumore su 5 non è visibile. Questo può dipendere dalla qualità
• BI-RADS 5: reperti maligni, con probabilità di malignità dal della mammografia, dalla capacità del medico di interpretarla,
95 al 100%, per i quali è mandatoria la biopsia o l’exeresi dal tipo di mammella, dalla sede e dal tipo di tumore. In caso
chirurgica. In questa categoria vi sono le lesioni spiculate, le di seno molto denso, quando la sensibilità della mammografia
calcificazioni pleomorfe e le retrazioni cutanee; è inferiore, l’esame può essere integrato con l’ecografia, che ha
• BI-RADS 6: lesione maligna documentata istologicamente. una buona sensibilità nei seni densi ed è spesso utile nel com-
L’indicazione a eseguire accertamenti diagnostici è data da pletare la mammografia.
esigenze di stadiazione, di valutazione dopo chemioterapia
neoadiuvante o di studio della mammella controlaterale. Indicazioni
I limiti maggiori della classificazione BI-RADS sono la bassa ripro-
Le indicazioni alla mammografia sono:
ducibilità, soprattutto tra radiologi non specificamente addestrati,
e il fatto che sia una classificazione puramente radiologica e che • donne asintomatiche tra i 40 e 49 anni con cadenza
quindi non tenga conto degli aspetti clinici e dei fattori prognostici. annuale e tra i 50 e 75 anni con cadenza biennale;
La classificazione europea prevede cinque stadi e si distingue • donne asintomatiche a rischio eredo-familiare (lifetime risk
dal sistema BI-RADS perché lo stadio R3 necessita di un appro- ≥20%), programma di sorveglianza con cadenza annuale a
fondimento citologico o istologico [3]. partire dai 35 anni, alternata a RM a 6 mesi;
• donne sintomatiche (nodulo palpabile, retrazione della
• R1: immagine normale o benigna.
cute o del capezzolo, secrezione dal capezzolo) integrata
• R2: immagine con caratteristiche benigne.
con ecografia;
• R3: immagine di significato indeterminato, dubbio.
• follow-up delle donne operate di carcinoma mammario,
• R4: lesione sospetta per malignità.
con cadenza annuale.
• R5: lesione con caratteristiche di malignità.
Tecnica
Mammografia digitale
La mammografia deve essere eseguita con apparecchiatura dedi-
La mammografia è una tecnica diagnostica che utilizza i raggi X cata e con metodologia adeguata al fine di ottenere immagini di
panoramica, in quanto consente l’esplorazione di tutto il paren- elevata qualità a dosi contenute. La mammella viene compressa
chima mammario, ed è l’esame di riferimento nella diagnostica con un piatto di plexiglass per diminuire lo spessore dei tessuti,
senologica, perché caratterizzato da buona sensibilità e specificità, al fine di migliorare la qualità delle immagini e ridurre la dose di
rapidità di esecuzione ed è largamente disponibile sul territorio. irradiazione. La mammografia viene eseguita in due proiezioni:
Come per la fotografia, la tecnologia ha portato a sostituire pro- cranio-caudale (CC) e medio-laterale-obliqua (MLO), quest’ul-
gressivamente il mammografo analogico e la pellicola radiogra- tima consente di visualizzare anche il prolungamento ascellare.
fica con il mammografo digitale e le immagini computerizzate. Tra le proiezioni standard vi è anche la medio-laterale (ML),
Questa evoluzione comporta numerosi vantaggi, tra i quali il solitamente acquisita al primo esame o a giudizio clinico. Si
miglioramento della qualità dell’esame, la riduzione della dose possono acquisire altri radiogrammi addizionali mirati al quesito
di irradiazione, la possibilità di archiviare le immagini in un clinico, come per esempio quelli per mammelle con protesi, per
archivio informatico e di trasmetterle a distanza, oltre alla com- poter valutare al meglio il parenchima ghiandolare, riducendo
pleta eliminazione delle sostanze chimiche per lo sviluppo e il la sovrapposizione dell’impianto; si acquisiscono radiogrammi
fissaggio delle pellicole, altamente inquinanti. La mammografia
in compressione mirata, per studiare un dettaglio come un’opa-
permette di diagnosticare il carcinoma mammario nei suoi stadi
cità o una distorsione rilevate nelle proiezioni standard; infine,
più precoci ed è l’unico esame che si è dimostrato in grado di
si utilizza la tecnica dell’ingrandimento diretto per lo studio ad
ridurne la mortalità; per tale ragione è, a oggi, l’unico esame pro-
alta risoluzione delle microcalcificazioni.
ponibile per un programma di screening del tumore mammario.
Non esistono limiti legati alla dimensione dell’organo da esa-
minare: seni piccoli e mammella maschile possono essere sotto-
Densità fibro-ghiandolare
posti a mammografia senza problemi. In presenza di impianti Il grado di densità del tessuto fibro-ghiandolare alla mammografia
protesici si può e si deve comunque eseguire, anche se alcune aree è usualmente descritto secondo le categorie definite dalla classifica-
della mammella possono essere mascherate dalla stessa protesi. zione BI-RADS dell’American College of Radiology [1,2] (Fig. 6.1):
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A B A B
C D C
Figura 6.1 Classificazione BI-RADS della densità mammaria. Figura 6.2 Carcinoma duttale infiltrante. (A) Mammografia,
Mammografia, proiezione medio-laterale-obliqua. (A) Mammella proiezione medio-laterale-obliqua. (B) Mammografia, proiezione cranio-
prevalentemente adiposa. (B) Mammella con aree sparse di tessuto caudale. (C) Mammografia, proiezione medio-laterale. (D) Ecografia.
fibro-ghiandolare. (C) Mammella a densità eterogenea. (D) Mammella a Al passaggio tra i quadranti superiori di destra si riconosce un’opacità
elevata densità. nodulare a margini irregolari, di circa 3 cm, condizionante retrazione
della cute, che corrisponde ecograficamente a una formazione nodulare
solida ipoecogena, a margini irregolari, di significato eteroformativo.
Reperti mammografici
C
I segni mammografici di lesione considerati per l’assegnazione
della categoria diagnostica BI-RADS sono le opacità focali, le Figura 6.3 Carcinoma duttale infiltrante. (A) Mammografia,
proiezione medio-laterale-obliqua. (B) Mammografia, proiezione
calcificazioni, le distorsioni dell’architettura del parenchima, le
cranio-caudale. (C) Ecografia. Al quadrante supero-esterno di destra si
asimmetrie e gli eventuali segni associati alla presenza di lesione evidenzia una voluminosa opacità che corrisponde ecograficamente a
(retrazione della cute o del capezzolo, linfonodi ascellari) [1,4,8]. un’estesa lesione plurinodulare di significato eteroformativo.
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A B A B
C C D
Figura 6.4 Carcinoma duttale infiltrante (triplo negativo). (A) Figura 6.5 Carcinoma duttale infiltrante (triplo negativo).
Mammografia, proiezione medio-laterale-obliqua. (B) Mammografia, (A) Mammografia, proiezione medio-laterale-obliqua. (B) Mammografia,
proiezione cranio-caudale. (C) Ecografia. Al quadrante supero- proiezione cranio-caudale. (C) Mammografia, particolare.
esterno di sinistra, in sede profonda, si osserva un’opacità nodulare (D,E) Ecografia. Al quadrante supero-interno di destra è riconoscibile
polilobata che all’indagine ecografica corrisponde a una formazione un’opacità nodulare a margini irregolari contenente microcalcificazioni,
nodulare solida a margini irregolari, ipoecogena, di 3 cm, di significato di 15 mm di diametro, che ecograficamente corrisponde a un nodulo
eteroformativo. solido ipoecogeno, disomogeneo, dotato di segnali vascolari intrinseci,
di significato eteroformativo.
sono altamente sospette per neoplasia (Figg. 6.2-6.5). Al contrario, “a stampo” si formano nella zona di necrosi all’interno
le opacità a contorni netti, demarcate da una stria ipertrasparente, del lume dei dotti, come nel caso di carcinoma in situ ad
a morfologia ovalare e densità simile o inferiore al parenchima alto grado. In mammografia appaiono come calcificazioni
ghiandolare depongono per una patologia benigna (Figg. 6.3, lineari, frammentate, talvolta ramificate, a contorni
6.6 e 6.7). irregolari. Le calcificazioni di tipo granulare sono irregolari
Calcificazioni I focolai di microcalcificazioni sono presenti in
circa il 20% di tutti i carcinomi e nel 40-50% dei carcinomi scoperti
in fase preclinica. La proliferazione epiteliale nelle unità terminali
dutto-lobulari e nei dotti può progredire attraverso diverse fasi di
atipia fino al carcinoma intraduttale e le calcificazioni possono
essere la conseguenza di questo processo. L’eterogeneità del
carcinoma in situ spiega l’estrema variabilità di forma, dimensioni,
densità e numero delle microcalcificazioni di tipo maligno.
Tuttavia, per la maggior parte le microcalcificazioni, molto spesso
presenti, sono di significato benigno e sono depositi di calcio
dentro gli acini della ghiandola, di cui rappresentano il calco.
Quando si analizzano le calcificazioni i fattori più importanti da
A B
studiare sono la distribuzione, la forma, la densità e le dimensioni.
• Distribuzione. La distribuzione delle calcificazioni riflette
la sede in cui si sono formate: per esempio le calcificazioni
lineari, frammentate, ramificate originano all’interno di
dotti dilatati, mentre gruppetti singoli o multipli indicano
che il processo patologico ha luogo all’interno delle
unità terminali dutto-lobulari. La distribuzione delle
calcificazioni viene definita segmentaria se i depositi sono C
in uno o più dotti e nelle sue diramazioni: regionale, se Figura 6.6 Fibroadenoma. (A) Mammografia, proiezione medio-
occupano una porzione di parenchima mammario >2 cm; laterale-obliqua. (B) Mammografia, proiezione cranio-caudale. (C)
diffusa, se sono distribuite a carico di tutta la ghiandola. Ecografia. In regione retroareolare sinistra si riconosce un’opacità
tondeggiante a margini netti contenente grossolane calcificazioni. A
• Morfologia. Le calcificazioni di tipo maligno possono tale livello, al completamento ecografico si riconosce una formazione
essere classificate in tre tipi principali: calcificazioni a nodulare ipoecogena, in parte calcifica, con sbarramento acustico
stampo, di tipo granulare, pulverulente. Le calcificazioni posteriore.
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A B C D
E F G
Figura 6.7 Fibroadenomi e cisti sebacea. (A) e (B) Mammografia, proiezione cranio-caudale. (C) e (D) Mammografia, proiezione medio-laterale-
obliqua. (E), (F) e (G) Ecografia. Al passaggio tra i quadranti esterni di destra si riconosce un’opacità tondeggiante a margini netti che corrisponde
ecograficamente (E) a una formazione ipoecogena tondeggiante, a margini ben definiti, di circa 1 cm, superficiale, con rinforzo acustico posteriore,
riferibile a cisti sebacea. Bilateralmente sono presenti alcune opacità a morfologia lobulata e margini regolari che corrispondono ecograficamente a
formazioni nodulari solide ipoecogene, a margini ben definiti, riferibili a fibroadenomi (F,G).
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A B A B
C D
Figura 6.10 Carcinoma duttale infiltrante. (A) Mammografia,
proiezione medio-laterale-obliqua. (B) Mammografia, proiezione
cranio-caudale. (C) e (D) Ecografia. Distorsione architetturale al
C passaggio tra i quadranti superiori della mammella destra, che
corrisponde all’ecografia ad area ipoecogena a margini irregolari, di
Figura 6.9 Carcinoma duttale infiltrante con estesa componente significato eteroformativo. Nel quadrante infero-interno di destra si
in situ. (A) Mammografia, proiezione medio-laterale-obliqua. (B) riconosce un’opacità a morfologia ovalare e margini netti, riferibile a
Mammografia, proiezione cranio-caudale. (C) Mammografia, proiezione fibroadenoma.
medio-laterale. Opacità a profili irregolari con microcalcificazioni e clip
radiopaca nel quadrante supero-esterno di destra.
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Reperti
Le lesioni, identificate come aree di impregnazione di mezzo di
contrasto e di conseguenza di enhancement, vengono analiz-
zate in base a molteplici parametri morfologici e dinamici: la
morfologia, i margini, i pattern di enhancement, l’incremento
dell’intensità di segnale rispetto al segnale di base entro i primi 3
minuti dall’infusione ev del mezzo di contrasto, la “morfologia”
della curva intensità di segnale/tempo. Esistono aspetti fortemente
indicativi di malignità, quali una morfologia ramificata o spicu-
lata, i margini sfumati, il pattern di enhancement “ad anello”,
un notevole incremento iniziale di intensità di segnale e il suc- A
cessivo wash-out; inoltre, salvo rare eccezioni, la diffusione delle
molecole d’acqua è tipicamente ristretta nelle neoplasie maligne
(Figg. 6.8, 6.13 e 6.14).
La RM è utile nella stadiazione locale di malattia perché permette
di definire i rapporti con la cute, il complesso areola-capezzolo
e la parete toracica, e di valutare l’eventuale presenza di più foci
B C
di malattia nello stesso quadrante (multifocalità), nella stessa
mammella (multicentricità) e la bilateralità. Figura 6.12 Malattia cistica. (A) Mammografia, proiezione medio-
laterale-obliqua. (B) e (C) Ecografia. Mammelle marcatamente,
Poiché la valutazione della ghiandola mammaria è strettamente
diffusamente e disomogeneamente radiopache. Al quadrante supero-
correlata all’impregnazione da parte del mezzo di contrasto, è esterno di sinistra si riconosce un’area di malattia cistica, nel cui contesto
importante sapere che, come varia l’impregnazione della ghiandola la cisti di maggiori dimensioni presenta rinforzo acustico posteriore.
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A B C D
%
160
140
120
100
80
60
40
20
0
0 60 120 180 240 300 360 420 480
s.
E F
Figura 6.13 Carcinoma duttale infiltrante. Risonanza magnetica: (A) sequenza T2-pesata. (B) Diffusione, mappa ADC assiale. (C) Diffusione,
mappa ADC sagittale. (D) Studio dinamico. (E) ROI (Region Of Interest) della curva (F) intensità di segnale/tempo. In retroareolare sinistra, si
evidenzia una lesione rotondeggiante di circa 18 mm, con profili irregolari, caratterizzata da restrizione della diffusività e da intenso enhancement
contrastografico, di significato eteroformativo.
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prima soluzione sono interessanti, con valori di sensibilità simili un ecografo, dotato di un rilevatore a elevata risoluzione spaziale.
a quelli dell’ecografia manuale; il numero di richiami, ovvero di La mammella viene studiata a paziente seduta, previa iniezione
falsi positivi, è però molto alto e questo dato necessita di ulte- endovenosa di tracciante radioattivo. Questa tecnica ha dimo-
riori verifiche cliniche e di cautela nell’utilizzo di questa nuova strato valori di sensibilità simili e di specificità superiori a quelli
tecnologia [19,20]. della RM e le indicazioni all’esame sembrerebbero sovrapponi-
bili, tuttavia, a oggi, l’elevata dose di radiazioni assorbite a livello
TC mammaria di tutti i distretti corporei e l’elevato costo dell’apparecchio ne
stanno limitando la diffusione a uso clinico [22,23].
Lo studio con tomografia computerizzata a raggi X della mammella
è reso possibile da almeno un apparecchio, recentemente messo
Imaging ottico
in commercio, che consente lo studio di una mammella alla volta,
senza e con iniezione endovenosa di mezzo di contrasto iodato, L’idea è quella di studiare la mammella con l’imaging ottico
anche con la possibilità di eseguire l’agobiopsia con guida TC. La (Digital Optical Imaging, DOI) ovvero con luce a infrarossi, o
paziente è posizionata prona, con la mammella che pende nel meglio con radiazioni vicine allo spettro degli infrarossi (Near
gantry. L’immagine che si ottiene è simile a quella RM, ma l’accu- Infra-Red, NIR). Nonostante siano commercializzati apparecchi
ratezza dell’esame e le indicazioni di utilizzo sono da definire [21]. a infrarossi per lo studio della mammella, nessuno studio scien-
tifico ne ha dimostrato l’affidabilità, anzi i risultati ottenuti ne
sconsigliano l’uso clinico. Tuttavia questa tecnica è sicuramente
Mammografia a emissione di positroni
affascinante e alcuni centri di ricerca nel mondo stanno testando
La mammografia a emissione di positroni (Positron Emission nuovi prototipi. In letteratura a oggi sono emersi dati interessanti
Mammography, PEM) è l’elaborazione della tomografia a emissione circa la valutazione della densità mammaria e la possibilità di
di positroni (Positron Emission Tomography, PET), dedicata allo monitorare, con studio multiparametrico, la risposta del tumore
studio della mammella, con un apparecchio delle dimensioni di alla chemioterapia neoadiuvante [24].
! PUNTI CHIAVE
Nell’ambito della Breast Unit, la Radiologia è l’unica branca donne giovani o a completamento della mammografia in donne
medica che segue le pazienti in tutto l’iter, dalla fase di accesso, con ghiandola mammaria molto densa.
alla diagnosi, alla stadiazione, all’assistenza al trattamento La risonanza magnetica della mammella è caratterizzata da
chirurgico e oncologico, fino al follow-up. un’elevata sensibilità nella diagnosi del carcinoma mammario, tra
La diagnostica per immagini in ambito senologico si basa su il 95 e 100% per il carcinoma infiltrante e circa dell’80% per il
diversi esami che, opportunamente integrati, consentono di carcinoma duttale in situ.
porre o escludere la diagnosi di tumore mammario. Le tecniche Da una recente metanalisi sull’utilizzo della tomosintesi
che contribuiscono alla diagnosi sono: mammografia, ecografia nello screening, è emerso che la tomosintesi sommata alla
mammaria e risonanza magnetica mammaria. mammografia 2D, anche sintetica, ha valori di sensibilità e
La mammografia permette di diagnosticare il carcinoma specificità maggiori rispetto alla mammografia digitale nella
mammario nei suoi stadi più precoci ed è l’unico esame che si è diagnosi del carcinoma mammario, a cui corrisponde un
dimostrato in grado di ridurne la mortalità e, per tale ragione, è, aumento della detection rate e una riduzione del tasso di
a oggi, l’unico esame proponibile per un programma di screening richiamo.
del tumore mammario. Per rispondere alle esigenze di avere un’ecografia panoramica
La sensibilità media della mammografia, ovvero la capacità di e non dipendente dall’operatore, che a oggi è necessariamente
identificare il tumore, è circa dell’80%, il che significa che può il medico, e nell’ipotesi di utilizzare questa tecnica a
non riconoscere eventuali tumori presenti nel 20% dei casi, completamento della mammografia nel seno denso, nell’ambito
pertanto, 1 tumore su 5 non è identificabile. di un programma di screening personalizzato, l’industria da anni
L’ecografia mammaria è parte integrante della diagnostica sta cercando di mettere a punto un ecografo 3D automatico.
senologica e utilizza gli ultrasuoni. È l’esame di elezione nelle
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