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SCHEMI SMORTI

INTRODUZIONE

LA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO studia i processi di sviluppo che si manifestano a partire dal concepimento e che
riguardano tutte le fasi della vita, concentrandosi sui cambiamenti attraverso fasi specifiche → selezionare un
metodo, un disegno e gli strumenti che permettono di comprendere come questo cambiamento sia avvenuto. I
CAMBIAMENTI più importanti da studiare sono:
• Il cambiamento che avviene dal concepimento alle prime fasi di vita
• Il cambiamento da adolescenza ad età adulta
• Il diventare genitori

COME SI È MODFICATA L’ANALISI DEL CAMBIAMENTO NEL CORSO DEL TEMPO


> MODELLO DETERMINISTICO UNICASUALE (fine ‘800) =bisogno di dare una Questo modello è stato alla base di:
base scientifica alle prime teorie ed ipotesi, si cercava di attribuire una o più - COMPORTAMENTISMO
cause al comportamento che fossero definibili e misurabili con l’obiettivo di (influenza ambientale
individuare catene causali di tipo lineare e unidirezionale. Il limite di questo determina comportamento)
modello è che in presenza di numerose variabili in reciproca interazione non - PSICOANALISI (pulsione
è possibile ricondurre l’effetto ad una sola variabile per fare previsioni determina comportamento)
deterministiche
> MODELLO MULTIDETERMINISTICO-OLISTICO-PROBABILISTICO-INTERAZIONISTA-COSTRUTTIVISTA (‘900) =
passaggio da una visione statistica a una visione dinamica. Si considera come gli stessi fattori possono modificare
il comportamento e possono portare ad esiti più o meno adattivi per lo sviluppo. La relazione avviene tra
l’individuo e il suo ambiente, i quali formano un sistema integrato e dinamico, di cui sia l’individuo che l’ambiente
sono elementi inseparabili e che si influenzano reciprocamente (interazione dinamica). In questo modello multi
deterministico, in cui i vari elemnti possono agire come elementi di rischio e di protezione, si fa riferimento a
fattori che riguardano ambiti diversi di vita (contesto familiare e ambiente sociale)

IPOTESI SULLO SVILUPPO


L’evoluzione a lungo termine dell’individuo dipende dall’interazione tra:
• FATTORI DI RISCHIO = caratteristiche dell’individuo o circostanze che incrementa la probabilità di insorgenza o
mantenimento di una condizione problematica
• FATTORI PROTETTIVI = caratteristiche dell’individuo o circostanze che riducono l’impatto dei fattori di rischio
e che incrementa la possibilità di esiti evolutivi desiderabili

STUDIO DEL CAMBIAMENTO

Si studia attraverso: modelli, disegni e strumenti. Prima di tutto dobbiamo:

1. FARE UN’ANALISI DELLA LETTERATURA


capire cosa si sa già dell’argomento

2. SCELTA DELL’OBIETTIVO
esso guida il disegno e il metodo che verrà utilizzato nella ricerca. Il mio obiettivo può essere:
A. Esplorativo: non conosco il fenomeno e quindi voglio individuarne le caratteristiche, procedo osservando i
bambini e registrandone i comportamenti → faccio uno STUDIO
ESPLORATIVO CORRELAZIONE =/= CAUSALITA’ →
B. Descrittivo: voglio descrivere un fenomeno nelle sue caratteristiche e cerco di la correlazione ci dice che 2
individuare delle associazioni tra variabili → faccio uno STUDIO variabili possono variare insieme, la
CORRELAZIONALE causalità ci dice che una variabile è
C. Esplicativo: voglio studiare un fenomeno per individuare i rapporti di causa tra causa dell’altra.
le variabili → faccio uno STUDIO SPERIMENTALE
DISEGNO Obiettivo: ricercare una relazione di causa-effetto tra due fenomeni, introducendo alcune
SPERIMENTALE variazioni intenzionali e controllandone sistematicamente gli effetti. Di solito si confronta 2
gruppi (gruppo controllo e sperimentale). Il principale mezzo utilizzato per valutare le relazioni
di causalità sono gli ESPERIMENTI DI LABORATORIO (controllo delle variabili dei trattamenti
tramite l’assegnazione casuale dei partecipanti ai trattamenti) → in questo modo i ricercatori
possono controllare i fattori di influenza sulle variabili di loro interesse. Questo permette di
mantenere costante tutti i possibili fattori di interferenza a eccezione di quello che si ipotizza
essere la causa della variabile da studiare, in questo modo abbiamo la certezza che la variabile
indipendente sia l’unica che causa il cambiamento. Avremo quindi 2 variabili: VARIABILE
INDIPENDENTE (variabile che viene manipolata) e VARIABILE DIPENDENTE (quella che ci si
aspetta che vari in funzione della manipolazione della variabile indipendente)
Il disegno sperimentale può essere di due tipi:
• Disegno TRA soggetti = i due gruppi sono omogenei e si differenziano solo per la variabile
da misurare, quindi solo per la condizione sperimentale
• Disegno ENTRO soggetti = lo stesso gruppo è sottoposto a condizioni diverse e si osserva la
differenza
Quando si parla di disegno sperimentale bisogna porre attenzione a due aspetti:
1. VALIDITA’ INTERNA = quando si può attestare che le modifiche apportate alla variabile
indipendente causino i cambiamenti alla variabile dipendente Limiti: errori commessi dallo
sperimentatore o dal soggetto, variabili di confondimento.
2. VALIDITA’ ESTERNA = quando i risultati ottenuti possono esser generalizzati ad altri
contesti. Limiti: rappresentatività del campione, artificiosità del luogo/stimoli/procedure
adottate.
ES: esposizione filmato violento in bambini aumenterà la loro violenza? Sono io che ho fatto
esporre il bambino al filmato
DISEGNO QUASI Obiettivo: spiegare la relazione di causa-effetto tra due fenomeni, ma in questo caso i due
SPERIMENTALE fenomeni, e quindi la scelta di una variabile rispetto all’altra, deriva dall’utilizzare dei dati
presenti in natura per valutarne gli effetti sullo sviluppo.
Limiti: non raggiunge una validità interna comparabile con i risultati del metodo sperimentale.
Es: essere abusato da bambino influenza l’aggressività in futuro? La variabile “essere abusato”
è presente in natura e non può esser modificata
DISEGNO Obiettivo: spiegare se e in che misura le variabili sono associate tra loro: quindi se al variare di
CORRELAZIONALE una variabile si associa il variare dell’altra e in che modo. La correlazione può essere: POSITIVA
(variano insieme); NEGATIVA (aumenta una e l’altra diminuisce); NULLA. Questo disegno ci
permette di cogliere la complessità che lega l’individuo al suo ambiente
Es: isolamento sociale legato al comportamento aggressivo del bambino? Si? E in che modo?
DISEGNO obiettivo: descrivere e cogliere la complessità dello sviluppo in situazioni reali; in questo modo
OSSERVATIVO posso analizzare come alcune condizioni ambientali possono incidere sul comportamento del
bambino. Si differenzia in base al GRADO DI STRUTTURAZIONE DELL’AMBIENTE e in base al
GRADO DI STRUTTURA IMPOSTA DALL’OSSERVATORE (strutturato: strange situation; non
strutturato: asilo)

3. SCELTA DEL TIPO DI APPROCCIO


DISEGNO Gli stessi soggetti vengono seguiti nel corso del tempo. È sicuramente il metodo migliore per
LONGITUDINALE lo studio dello sviluppo dell’individuo perché permette di cogliere lo sviluppo nell’unicità e
nell’organicità del suo processo.
In questo disegno gli stessi soggetti vengono seguiti nel tempo, osservando periodicamente i
cambiamenti che subiscono i loro comportamenti → questo permette di confrontare i
processi di sviluppo di più individui giungendo a trovare possibili fattori che intervengono e
diversificano il percorso evolutivo
Limiti: i tempi della ricerca sono molto lunghi, i costi sono elevati e si possono perdere dei
soggetti nel percorso. I soggetti tendono ad abituarsi alla ripetizione delle prove e nel corso
del tempo gli strumenti diventano antiquati.
DISEGNO Si confrontano individui di diverse età contemporaneamente, in questo modo è possibile
TRASVERSALE ottenere molte informazioni in poco tempo e studiare un arco di sviluppo molto ampio. In
questo caso, a differenza del longitudinale la perdita di individui può essere facilmente
sostituta (effetto coorte)
Limiti: fornisce solo info sulle differenze legate all’età e non sui cambiamenti che si
producono con l’età; inoltre, le differenze individuali vengono solo considerate come
deviazioni rispetto alla media, assumendo che lo sviluppo sia uguale per tutti
DISEGNO Gruppi di soggetti di età differenti vengono seguiti longitudinalmente fino a quando l’età di
LONGITUDINALE- ciascun gruppo non si sovrappone parzialmente a quella che avevano a inizio ricerca i gruppi
SEQUENZIALE di età successivi. Questo disegno permette di verificare se il cambiamento storico avvenuto
negli anni abbia avuto qualche effetto sullo sviluppo

4. METODO E STRUMENTI DI RACCOLTA DATI


OSSERVAZIONE Obiettivo: verificare un’ipotesi empirica o teorica. Tale metodo prevede di specificare che COSA
osservare (l’osservazione deve essere guidata da un’ipotesi di ricerca) e COME osservare,
ovvero come raccogliere i dati:
• quando non abbiamo ben chiaro cosa analizzare o quando si vuole fare una osservazione in
profondità, si usa un RESOCONTO nel quale riportiamo tutte le osservazioni che si
compiono sulla popolazione in un dato momento
• quando si seleziona a priori il comportamento e con strumenti mirati si definiscono le
CATEGORIE di comportamenti e il sistema di CODIFICA
• si può utilizzare anche una CHECKLIST, ovvero u elenco di comportamenti che si
manifestano durante il momento di osservazione, dove ogni comportamento viene
spuntato ogni volta che viene osservato
NB: bisogna riflettere che quando osservo un comportamento, questo è frutto anche del
CONTESTO in cui lo osserviamo → i comportamenti che vengono registrati risentono del
contesto in cui vengono osservati, quindi prestare attenzione non solo ai bambini ma anche al
contesto in cui sono → serve a collocare l’osservazione, riflette le scelte educative, influenza
cosa si osserva. Ricordiamo che tutto ciò che riguarda il contesto può influenzare i
comportamenti. Una cosa che si può fare ad esempio è far abituare i bambini alla nostra
presenza e creare un cotesto più naturale (la presenza dell’osservatore può influire sul
comportamento del soggetto).
Anche il TEMPO è un fattore da tenere in considerazione (alcuni comportamenti possono
aumentare se concomitanti con alcune situazioni)
QUESTIONARIO Modulo formato da domande precise e poste in un ordine preciso a cui il soggetto (auto-
valutativo) o lo sperimentatore (etero-valutativo) deve rispondere. Hanno il vantaggio di avere
un basso costo ed essere veloci. Il problema è che possono essere inficiati dalla desiderabilità
sociale e dalla sincerità
TEST Un esempio di questi è il separation anxiety test (SAT): strumento molto attendibile utilizzato
SEMIPROIETTIVI per misurare la rappresentazione interna dell’attaccamento, valuta le reazioni emotive di
ipotetiche separazioni dai genitori. Si ipotizza che in questa situazione il bambino riattivi e dà
una risposta in base a quelli che sono i suoi schemi relativi alle reazioni di attaccamento
INTERVISTE Si valutano in base al CONTENUTO dell’intervista (si cerca di ricostruire i contenuti principali
emersi) o in base alla FORMA (la forma del discorso può far emergere aspetti diversi)
TEST Attraverso una valutazione dei bambini (si chiede che compagni preferiscono) si ottiene delle
SOCIOMETRICO info sui pari e ricostruiscono quelle che sono le reti di attrazione/repulsione e di vicinanza
all’interno di un gruppo

SVILUPPO E STUDIO PERIODO PRENATALE

La GRAVIDANZA dura 40 sett. Ciò che avviene in queto periodo comprende una serie i info che in parte derivano dal
patrimonio genetico dei genitori (che rappresenta una delle influenze più forti sul loro sviluppo), ma soprattutto dagli
eventi che caratterizzano il periodo della gestazione che avranno un peso notevole durante la crescita e nel modellare
lo sviluppo del soggetto. L'accrescimento e lo sviluppo in epoca prenatale è la fase di maggiore entità che il soggetto
vive nel corso della sua vita.
STADI DELLO SVILUPPO PRENATALE
9 mesi che si raccolgono in 3 stadi:
1. STADIO GERMINALE (va dalle 2 sett dal concepimento fino a quando l’uovo si impianta) = caratterizzato dalla
moltiplicazione cellulare
2. STADIO EMBRIONALE (dura 6 sett) = l’embrione diventa feto, vi è rapida formazione delle parti del corpo. È una
fase in cui il feto è molto vulnerabile ad eventuali danni
3. STADIO FETALE (3 mese in poi) = lo sviluppo consiste in accrescimento e perfezionamento, i movimenti spontanei
del feto sono segno di rapido sviluppo dell’encefalo. Finestra dove si ha una comunicazione e si sviluppa la
relazione tra madre-bambino

LA PSICOLOGIA PERINATALE
Il feto ha una mente?
Inizialmente si pensava che il feto-neonato non avesse competenze mentali e solo in seguito allo sviluppo e
maturazione del cervello sviluppasse capacità mentale, da qui ne derivava la supposizione che tutto ciò che accadeva
prima nella nascita non fosse importante, si pensava che l’esperienza madre-bambino non fosse importante. Ci si
interessava solo al benessere fisico del neonato e non si considerava tutto ciò che era legato all’aspetto mentale. Negli
anni ’50 si è visto che in realtà il neonato ha capacità definibili come mentali, nasce quindi con delle competenze,
probabilmente acquisite in fase prenatale. Già durante la gravidanza si parla quindi di PSICHISMO FETALE →
formazione delle prime operatività mentali, del primo sviluppo cognitivo a cominciare dalla percezione. Queste
competenze percettive fetali vengono studiate dalla PSICOLOGIA PERINATALE = disciplina che studia come si
sviluppano le competenze fetali, dal concepimento fino alla nascita, con lo scopo di studiare lo sviluppo e la capacità
psico-fisiologica, relazionale e psicologia del feto, in particolare la comunicazione e relazione madre-feto. Si va a
vedere le competenze sviluppare durante la gravidanza che consentono un contatto con il mondo intra ed extra-
uterino.

LO SVILUPPO DEL FETO


IL SISTEMA Competenze che riguardano i 5 sensi:
PERCETTIVO - Tatto: già a 15 sett. Il feto riesce a compiere movimenti esplorativi, toccarsi il volto, fino, in età
più avanzate, arrivare a succhiarsi il pollice
- Udito: i suoni, anche se mediati dal liquido amniotico, sono percepiti dal feto (riconosce la voce
della mamma e preferenza per la lingua madre)
- Vista: già a 16 sett. Il bambino reagisce alla luce di una torcia puntata sul ventre materno
girandosi dal lato opposto
- Gusto: già a 13 sett riesce a discriminare gusti diversi, presenta abilità di deglutizione e
apertura/chiusura bocca.
- Olfatto: già nel periodo embrionale sono evidenziabili dei sistemi cellulari che costituiranno il
sist. Olfattivo principale, trigeminale e vomero nasale
Le esperienze sensoriali hanno effetti strutturali e funzionali, in quanto sostengono l’attività
necessaria per lo sviluppo e specificano funzionalmente i sistemi sensoriali stessi. Esse possono
favorire preferenze percettive postnatali permettendo e mettendo in evidenza una continuità
transnatale.
MOTRICITA’ È di tipo precoce e spontanea. I primi movimenti si manifestano intorno alla 7 sett e coinvolgono in
varia sequenza tutti i muscoli del corpo (movimenti globali), il repertorio poi si arricchisce
rapidamente di nuovi pattern motori: sono tutti movimenti che vengono appresi durante la
gravidanza e che poi saranno utili nel momento del parto ma anche in epoca successiva. Questi
movimenti non sono caotici e scoordinati ma ben eseguiti, con grazia e fluidità. La madre inizia a
percepire a questi movimenti alla fine del 4 mese e tutto questo permette poi l’instaurarsi di un
rapporto. A partire dal 7 mesi il feto alterna momenti di sonno tranquillo in cui è immobile a
momenti di veglia e di sonno agitato. Si pensa che alla base di questa motricità spontanea ci sia
l’attivazione spontanea di numerosi generatori di movimenti nelle diverse parti del SN.
Esistono larghe DIFFERENZE INDIVIDUALI dei diversi tipi di movimento in cui si può ipotizzare che la
madre sia in parte responsabile (ormoni: capaci di modulare i movimenti fetali). Si è visto che la
personalità e lo stato d’animo materno sono 2 elementi che determinano differenze di
comportamenti tra un feto e l’altro (madri ansiose = meno movimenti fetali).
Quale è il significato funzionale della motricità fetale?
- Indice di sviluppo e benessere
- Hanno ruolo regolatore sullo sviluppo del muscolo-scheletrico
- Permette specializzazione e consolidamento di quelle parti del midollo spinale ed encefalo che
controlleranno e guideranno i movimenti nella vita postnatale
- Ruolo preparatore per il processo del parto
Inoltre, questi movimenti sono fattori comunicativi di partecipazione e di gradimento/fastidio

PSICHE FETALE
Il suo studio si basa sull’osservazione in ecografie dei comportamenti del feto a seguito di varie stimolazioni. Dopo il 4-
5 mese il feto sente e partecipando alle esperienze emotive materne reagisce agli stimoli, risulta consapevole
dell’ambiente che lo circonda.

È stato visto che gli stati emotivi materni si possono trasmettere al feto e condizionare poi lo sviluppo del cervello e il
funzionamento mentale dell’individuo: il punto centrale è il processo di elaborazione della risposta che il feto compie
in seguito ad uno stato emotivo della madre → si ipotizza che il feto provi l’emozione materna e ciò è dovuto alla
scarica ormonale e al coinvolgimento che può svilupparsi tra feto e gestante. Lo stress materno può portare ad
alterazioni funzionali e incidere su complicazioni ostetriche e avere effetti negativi sul comportamento motorio. Ci
sono delle forme patologiche neonatali molto simili a quelle materne, questo può essere spiegato proprio a partire
dagli influssi materno-filiali.

Lo sviluppo della vita fetale dipende da due fattori:


1. dal feto stesso: grazie alle sue capacità percettive, sensoriali, la capacità di rapportarsi con il mondo intrauterino e
di elaborare risposte
2. dal mondo esterno: ciò che avviene fuori, il rapporto con la madre e le capacità del feto di interagire e sviluppare
relazioni

UNITA’ GESTANTE-FETO
Le complesse interazioni tra madre-feto sono alla base di due importanti fenomeni:
1. TRASFORMAZIONE MATERNA
2. COSTRUZIONE DELLA STRUTTURA MENTALE DEL BAMBINO

A proposito del primo punto, si è visti che il figlio prima di nascere ha bisogno di uno SPAZIO MENTALE → necessario
che nella gestante si sviluppi una GRAVIDANZA PSICOLOGICA = spazio mentale dove la donna può pensare al bambino
(momento in cui la coppia decide di avere un bambino). Questo porta ad una serie di cambiamenti psicologici per i
genitori, essi devono essere capaci di includere e di pensare al bambino già durante la gravidanza e di essere sensibili
alle reazioni del feto e di interagirci in modo sempre più raffinato, in modo anche da modulare l’ambiente sulla base
delle risposte del feto.
A tal proposito WINNICOT definisce che l’origine del bambino ha luogo quando è pensato, quando si crear un punto di
intersezione degli psichismi della coppia.
Durante la transazione materna i cambiamenti sono necessari per dare al bambino lo spazio mentale e la sensibilità
necessaria alla gestante per attivare una comunicazione con il feto in quanto la madre più sensibile è in grado di
modulare i suoi comportamenti in modo da assicurare uno sviluppo completo e tranquillo al feto.

TRASFORMAZIONE MATERNA
Durante il periodo della gestazione inizia la NASCITA DELLA MADRE → NUOVA IDENTITA’: una speciale organizzazione
mentale che accompagna la maternità. STERN parla di ASSETTO MATERNO = trasformazioni psicologiche/relazionali
che consentono alla donna di ristrutturarsi a livello identitario non più solo come donna ma anche come madre.
Intende anche una serie di relazioni che cominciano (da un punto di vista immaginativo) a modificarsi durante la
gravidanza ma che hanno un ruolo perché proprio nel momento in cui si modificano nella mente piano piano si
modificano anche nei fatti
SVILUPPO E STUDIO DEL NEONATO

SVILUPPO DEL NEONATO


Fino a 28 giorni si definisce neonato, e si definisce lattante fino al momento dello svezzamento. La nascita è un
momento importante, rappresenta l’inizio di un processo di adattamento, fisico e psichico all’ambiente circostante del
tutto nuovo.

Abbiamo visto che i 5 sensi partono a svilupparsi già in epoca prenatale, e in epoca post-natale devono solo
completare il suo sviluppo e affinarsi. La vista è l’ultima a svilupparsi: un neonato vede a 20-30 cm, ha una visione
binoculare, è sfuocata e preferisce come stimolo quello del volto, tendenzialmente quello materno.

Il neonato è dotato di un repertorio di schemi comportamentali molto ampio. Nel caso di neonato di parla di RIFLESSI,
risposte automatiche e stereotipare per specifici stimoli, alcuni permanenti e altri transitori.
• I riflessi neonatali: sono importanti e bisogna valutare il loro momento di comparsa e scomparsa in quanto sono
indice di normale sviluppo, alcuni costituiscono il fondamento per lo sviluppo degli schemi di comportamento
volontario che nel corso del primo anno di vita via via li sostituiscono.
• Le azioni congenitamente organizzate: come il piangere-succhiare-guardarsi si distinguono dai riflessi per il loro
carattere spontaneo e per la varietà di forme che possono assumere, adeguandosi alle diverse circostanze. Grazie
ad esse il neonato è in grado di reagire all’ambiente, e anche di prendere l’iniziativa nei confronti di esso.
• Stereotipie ritmiche: sono sequenze ripetute di movimenti (dondolarsi, scalciare, scuotere la testa) che non hanno
una ragione apparente, servono per tenere in esercizio i muscoli, i tendini e i nervi; alcune di queste attività sono
integrate in azioni volontarie come il camminare, la loro persistenza è indice di patologia se non consente un
normale sviluppo.

SCALA DI VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEL NEONATO (NABS)


L’osservazione neonatale è un metodo per valutare il comportamento dello stesso. Oltre a valutare le competenze
consente ai genitori di partecipare, così da aggiungere una maggiore conoscenza delle competenze, delle capacità e
delle modalità di funzionamento del bambino.

Si usa la scala NABS (o Brazelton) = nel 1973, valuta le competenze neuro-comportamentali, ovvero la capacità del
neonato di adattarsi all’ambiente extra-uterino e la sua consolabilità al pianto. Consente di osservare e valutare le
competenze neonatali andando a focalizzare l’attenzione sulle abilità percettive,
interattive, le abilità del neonato di passare da uno stato all’altro e valutare poi misura 28 comportamenti e 18
anche i riflessi al fine di valutare il livello di sviluppo. Il test serve per valutare la riflessi e valuta le diverse abilità
“best performance” del bambino, mostra il miglior punteggio e le competenze che di sviluppo relative alla
non si sono ancora sviluppate. È una valutazione che avviene all’interno di condizione neurologica, motoria,
un’interazione, per cui il clinico deve essere bravo ad adattare gli stimoli alla sensoriale e degli stati.
condizione del bambino.

Gli OBIETTIVI della scala sono:


• Esaminare le differenze nel comportamento del neonato.
• Descrivere le interazioni e i comportamenti del neonato nella relazione.
• Dare informazioni sulle abilità del bambino di fronteggiare le situazioni di stress e riorganizzarsi.
• Valutare come il bambino regola i propri stati per adattarsi all'ambiente circostante.

La VALUTAZIONE viene fatta valutando 7 cluster:


→ la valutazione sensoriale ha due
scale: decremento (risposte a
stimolazioni che vengono presentate
nel momento in cui il bambino si si
trova in uno stato di sonno per vedere
quanto il bambino recupera uno stato
di sonno tranquillo dopo lo stimolo
nuovo) e orientamento (valutare la
capacità del neonato di orientarsi
verso stimoli visivi e uditivi)

La SOMMINISTRAZIONE = si avvale di differenti oggetti (torcia, sonaglio, campanello, pallina colorata). Il neonato deve
trovarsi in un ambiente calmo, deve essere conciliato al sonno e sono necessari attenzione, sensibilità e flessibilità da
parte dello sperimentatore.

Lo SCOPO = può essere in AMBITO DI RICERCA (valuta effetti di fattori prenatali e perinatali sul comportamento del
neonato o per valutare i fattori ambientali sul comportamento e lo sviluppo del bambino o in AMBITO APPLICATIVO
(riguarda l’utilizzo clinico: mira a coinvolgere i genitori come partecipanti attivi nel processo di osservazione e
comprensione del comportamento del loro bambino e migliorare la loro sensibilità consentendo di prestare ascolto ai
sentimenti e alle preoccupazioni dei genitori)
Questo approccio può essere utilizzato da qualsiasi operatore si trovi ad operare con bambini e famiglie → lo scopo
alla fine è cercare di leggere e rendere comprensibile il comportamento dl bambino al genitore. Il fatto di avere un
qualcuno che legge il comportamento del bambino in modo diverso, provare a dar voce al comportamento del
bambino cercando di comunicare cosa succede → una osservazione condivisa serve per leggere il comportamento del
bambino in una modalità nuova.

Quindi questo approccio da una parte promuove le competenze genitoriali ma dall’altra ha anche lo scopo di
focalizzarsi sui TOUCHPOINTS, ovvero periodi prevedibili di regressione e disorganizzazione che precedono dei salti in
avanti per lo sviluppo del bambino. È importante rendere i genitori
consapevoli di questa regressione, altrimenti potrebbero pensare che Gli obiettivi dei touchpoints sono:
siano indici di patologia. Ci sono alcuni touchpoints importanti come - Migliorare e competenze e le
le emozioni dei genitori e l’incontro con il bambino reale rispetto a conoscenze sullo sviluppo infantile
quello immaginato durante la gravidanza, il rafforzamento - Migliorare il benessere dei genitori
dell’autostima dei genitori nello svolgere il loro ruolo, il poter - Aumentare l’empowerment dei
anticipare la fase successiva caratterizzata dal fatto di poter provare genitori
un proprio stile genitoriale che procede per prove ed errori, in cui - Migliorare lo sviluppo del bambino
anche l’errore è funzionale a trovare una modalità di stare insieme
senza che venga percepito dal genitore come una frustrazione.

Il principale LIMITE di questa scala è il suo basso valore predittivo, esso può essere dovuto a = instabilità del
comportamento neonatale; scarsa standardizzazione e possibilità di confronto; non adatta a valutare neonato
pretermine

NEUROBEHAVIORAL ASSESSMENT OF PRETERM INFANT (NAPI)


Valuta i bambini nati prematuri (prima di 37 sett). Questo perché per quanto riguarda i neonati prematuri si aprono
una serie di difficoltà, sia per quanto riguarda la relazione genitore-bambino sia per quanto riguarda la percezione
della propria immagine come genitore → la nascita del bambino è inaspettata e spesso traumatica. La NBAS non è
idonea ai bambini prematuri, per questi viene usata la NAPI, che valuta i neonati dalla 32esima settimana di
gestazione, prendendo in considerazione: sviluppo motorio; tono muscolare; attenzione/orientamento; qualità del
pianto; percentuale di sonno; irritabilità

FEEDING SCALE
L’ALLATTAMENTO = primi momenti interazione genitore-bambino in cui c’è una regolazione reciproca, il genitore deve
adattare il comportamento in funzione del bambino e questo adattamento fa sì che il contesto dell’allattamento
segua da una parte ina modalità simil-dialogo, si parla di DANZA INTERATTIVA → all’attività di suzione del bambino si
manifesta parallelamente un’attività di pausa materna; la madre guarda il bambino e lo lascia mangiare, poi quando il
bambino fa una pausa nella suzione, la mamma inizia a stimolarlo con la voce o con le carezze.

Ci sono casi in questo non avviene → la capacità del genitore di adattare la propria stimolazione a quella del bambino
dipende dalla predisposizione del bambino a interagire da un punto di vista sociale e dalla sensibilità e dalla
disponibilità dei genitori di cogliere i segnali del bambino (madri che percepiscono e rispondono allo stress del
bambino tenderanno a promuovere abilità sociali maggiori). → quello che sembra definire una buona interazione è la
capacità di cogliere i segnali di sincronia nella relazione che permettono di riparare alla relazione stessa. Se il mismatch
non viene recuperato la rottura può portare ad esiti molto negativi.

A tal proposito è stata elaborata questa scala con lo scopo di valutare lo sviluppo della relazione madre-bambino nei
primi 3 anni di vita e valutare le dinamiche relazionali a rischio nell’alimentazione. Serve per identificare i pattern
disfunzionali nell’ambiente del bambino e quelle che sono le dinamiche relazionali a rischio in grado di originare
disturbi alimentare infantili. È una checklist di 41 item dove vengono valutati 4 aspetti:
1. Stato affettivo della madre (gioia e piacere vs tristezza e indisponibilità emotiva, Scala likert 0-3 che misura
riconoscimento dei segnali comunicativi del bambino, sintonizzazione affettiva quanto è assente o
col bambino). presente piacere,
2. Stato affettivo della diade (quanto sono mutualmente regolati madre e bambino, tristezza, quanto il
l’intrusività materna verso le iniziative di autonomia del bambino, quanti sono gli bambino piange ecc.
affetti negativi nella diade come pianto del bambino, rabbia, ostilità).
3. Conflitto interattivo (la qualità dell’alternanza dei turni madre-bambino, quanto la madre controlli e forzi
l’alimentazione del bambino e lo stress che viene manifestato nella diade).
4. Rifiuto alimentare del bambino (o c’è uno scarso interesse verso il cibo oppure un rifiuto netto).

Varie modalità interattive durante l’allattamento = per una madre l’allattamento può essere fonte di stress, ci sono
madri che continuano a dare da mangiare al bambino anche quando questo è sazio, soprattutto in caso di bambini
sottopeso. Delle volte è necessario un intervento di assistenza domiciliare: si pone l’obiettivo di migliorare le
competenze genitoriali e aiutare il genitore ad adattare il proprio comportamento allo sviluppo del bambino,
aumentando la capacità di osservazione e ascolto del comportamento del bambino e valorizzando le risorse genitoriali
e le competenze del bambino → miglioramento dei comportamenti materni sensibili

METODI E TECNICHE PER LA RILEVAZIONE DEL LEGAME DI ATTACCAMENTO


NELL’INFANZIA

TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Teoria sviluppata da BOWLBY. Ha avuto 4 principali momenti di evoluzione

1. LAVORO DI BOWLBY (ANNI 60) = identificò i principi all’interno dei quali si costruiva il legame tra bambino e la
persona che si prende cura di lui, ipotizzando il legame di attaccamento e la rispettiva teoria. Nella formulazione
di questo costrutto Bowlby, attinge ad elementi autobiografici: aveva una tata molto affettuosa con la quale aveva
strinto un forte legame, questo lo porta a concepire un’unica figura di attaccamento (che può non essere la
madre) parlando di monotropismo. La reazione con questa figura determinerà la modalità con cui il bambino
affronterà tutta una serie di relazioni diverse nella vita e la modalità con cui si rapporterà agli altri.
L’idea di una figura unica di attaccamento è stata poi molto rivista in una direzione in cui le figure di attaccamento
sono multiple e questo poi favorisce dei meccanismi di compensazione in situazioni in cui una figura non fornisca le
cure ottimali o è assente per un certo periodo. → La relazione materna è importante ma non deve assumere un
significato assoluto.
Nel formulare la sua teoria Bowlby è stata influenzata da 3 studiosi:

> LORENZ E IL CONCETTO DI IMPRINTING: anatra dopo la schiusa tende a seguire la persona che si presenta loro →
questo ha fatto ipotizzare che ci fosse un periodo sensibile all’interno del quale si può strutturare un legame e che
questo legame sia qualcosa che va oltre al semplice soddisfacimento dei bisogni primari
> SPITZ: studia lo sviluppo del bambino in condizioni normali e in condizioni patologiche (assenza madre e cure
inadeguate).
1) Stadio pre-oggettuale (1-3mesi): il bambino mette in atto
dei sorrisi che sono però connessi ad un benessere interno - 1 mese dalla separazione: lamentele e
e non a degli stimoli esterni. richiami
2) Stadio dell’oggetto precursore (3-6 mesi): il bambino
- 2 mese: pianto, continua la protesta,
comincia a sorridere alla comparsa di un viso noto; quindi
minor appetito, perdita di peso
si cominciano a differenziare gli stimoli e il bambino
mostra una chiara preferenza per gli stimoli sociali rispetto - 3mese: rifiuto di contatto fisico, insonnia,
a quelli “non sociali” (ad esempio un gioco o un oggetto). ritardo nello sviluppo motorio, catatonici,
3) Dai 6 mesi in poi: i bambini piano piano, riescono a continua perdita di peso
discriminare tra gli stimoli sociali e non sociali e poi - 3 mese + = bambino entrano in uno stato
sempre di più preferiscono gli stimoli sociali conosciuti (le letargico.
persone che riconoscono). -
Interessante fu la ricerca sui bambini che avevano sperimentato una separazione improvvisa e prolungata da chi si
prendeva cura di loro → comparsa di uno stato depressivo chiamato DEPRESSIONE ANACLITICA con intensità
sempre maggiore al prolungarsi della separazione. Se il bambino, entro i 3-5 mesi, si ricongiunge con la madre,
mostra un recupero rapido; se il ricongiungimento avviene dopo un periodo molto prolungato, la sintomatologia si
manterrà in maniera molto più grave (il bambino è congelato, apatico, diventa molto difficile rientrare in un
contatto, dimostra un’età inferiore a quella che ha realmente). Se la madre fosse ricomparita i sintomi invece
sarebbero scomparsi.
Gli effetti della deprivazione sociale e sensoriale, nei periodi critici della prima infanzia, sono catastrofici,
principalmente sul successivo sviluppo del bambino.
Queste ricerche hanno dimostrato quanto sia necessario per la crescita del bambino avere una figura materna
responsiva, questo ovviamente ha influenzato la teoria di Bowlby.
> HARLOW: notò come in situazione di stress sia più importante il bisogno di sicurezza rispetto al bisogno di
soddisfare la fame (studi su macaco)

Tutti questi influssi hanno portato a definire l’attaccamano come una relazione che si instaura tra il bambino e l’adulto
che si prende cura di lui; essa si instaura sulla base di scambi, di relazioni, interazioni, le quali hanno come scopo quello
di favorire la vicinanza del bambino alla figura di attaccamento.

Secondo lo studioso ci sono 2 sistemi che guidano il comportamento:


a. Sistema esplorativo: fondamentale per lo sviluppo del bambino e per la sua Questi 2 sistemi se ben
padronanza dell’ambiente. Permette di allontanarsi, di conoscere l’ambiente. bilanciati permettono un
L’esplorazione è il meccanismo che permette di provare situazioni diverse per sentimento di sicurezza
arrivare a capire quale sia la migliore per il soggetto
b. Sistema di attaccamento: permette la vicinanza con la figura di attaccamento in determinate situazioni

Inoltre, secondo lo studioso esiste un PERIODO SENSIBILI durante il quale si sviluppa il legame:

- Fase di preattaccamento (0-2 mesi): orientamento e segnale senza discriminazione della persona
- Formazione dell’attaccamento (2-8mesi): orientamento e segnale verso una o più persone discriminate
- Fase attaccamento vera a propria: mantenimento della vicinanza a una persona discriminata mediante la
locomozione e segnali. Il bambino ha paura dell’estraneo. Il bambino può tollerare la lontananza dalla madre
grazie alla capacità di rappresentazione interna. Dalla madre si passa alla generalizzazione, vengono formati
modelli interni su come funzionano le relazioni

2. LAVORI DI AINSWORTH (ANNI 70) =ha ideato una procedura sperimentare per valutare la qualità della relazione di
attaccamento: la STRANGE SITUATION
3. AGGIUNTA MODELLI OPERATIVI INTERNI (ANNI 80) = vengono considerati i MOI, ovvero modalità con cui le
relazioni di attaccamenti vengono interiorizzare e poste poi dall’individuo anche in epoca adulta, la valutazione
può essere fatta anche in epoca adulta
4. ATTACCAMENTO PRENATALE (ANNI 80)= si considera anche i comportamenti di cura che la donna manifesta per il
bambino in grembo. In questo caso la relazione è uni-direzionale dalla madre al bambino; alcuni autori
sottolineano l’importanza dei comportamenti, altri invece il ruolo delle fantasie/aspetto immaginativo

INFLUENZE DELLA FAMIGLIA SULLO SVILUPPO EMOZIONALE


Nella discriminazione delle varie situazioni e nella socializzazione delle emozioni, le famiglie hanno un ruolo
fondamentale → lo stile genitoriale è determinante nel definire cosa viene appreso. Quindi le famiglie svolgono un
ruolo centrale sullo sviluppo emozionale:
• I bambini apprendono guardando le reazioni emozionali dei membri della famiglia
• Il tipo di stile genitoriale e di casa è determinante nel definire cosa viene appreso
• La socializzazione è un processo bidirezionale e i temperamenti influenzano le interazioni

LIN MURRAY si è occupata di valutare la modalità in cui vengono comunicate le emozioni e come gli stati affettivi
materni incidano con la relazione con il bambino. È stato visto che c’è un ruolo importante del MIRRORING (madre fa
la stessa cosa del bambino, a volte modificando alcuni elementi) e del MARKING MATERNO (riconoscimento di
un’azione da parte del bambino come significativa ma che non implica la sua imitazione) nello sviluppo sociale del
neonato. È emerso che le madri depresse tendono a fare molto meno positive marking o mirroring rispetto a madri
non depresse, questo rimarcare riguarda anche il tono della voce. Tutto questo, ha portato inevitabilmente a delle
ipotesi: se il bambino utilizza la madre come figura che può fornirgli informazioni su come rapportarsi al mondo, nelle
madri depresse che tendono a focalizzarsi su emozioni più negative, può avvenire una sensibilizzazione del bambino in
via di sviluppo all’esperienza della depressione. Stessa cosa vale per le madri ansiose, anch’esse in situazione di ansia
mostravano meno marking positivi

STRANGE SITUATION + PATTERN DI ATTACCAMENTO


Metodo di valutazione del legame di attaccamento = attivare ed intensificare i comportamenti di attaccamento del
bambino nei confronti del genitore in una situazione di stress moderato ma crescente; il bambino incontro a 2
separazioni, nella prima rimane da solo con l’estraneo e nella seconda rimane proprio solo nella stanza. Essa è
strutturata in 8 episodi di 3 minuti. Il bambino viene classificato in base alle reazioni alla separazione e
ricongiungimento.
Viene registrato tutto attraverso uno specchio unidirezionale e poi tale procedura viene codificata.
Sulla base del comportamento M. Ainsworth et. Al hanno individuare 3 TIPOLOGIE DI ATTACCAMENTO,
successivamente ne vennero aggiunte altre
ATTACCAMENTO Vi è un’organizzazione comportamentale e relazionale nella quale vi è un corretto
SICURO (B) bilanciamento fra esplorazione dell’ambiente e attaccamento verso il genitore. Durante la SS
manifestano desiderio di vicinanza con il genitore, buona autonomia nell’esplorazione quando
il genitore è presente (rappresenta una base sicura). Mostra fisiologici segni di stress e disagio
quando il genitore va via, ma nella fase di ricongiungimento mostra segni di attaccamento
verso il genitore, durante il contatto fisico si tranquillizza velocemente. È un bambino che
riesce a manifestare in modo chiaro e aperto i propri bisogni psicologici di conforto e
protezione, si dimostra appagato quando ottiene contatto fisico.
La SICUREZZA nell’attaccamento = sembra dipendere dalla qualità delle cure ricevute dal
bambino (quindi, madri più sensibili, disponibili e recettive).
ATTACCAMENTO il bilanciamento tra esplorazione dell'ambiente e attaccamento nei confronti del genitore è in
INSICURO- disequilibrio verso la seconda. il genitore non rappresenta una base sicura, il bambino non
AMBIVALENTE (C) riesce a consolarsi con la sua presenza. Appaiono dipendenti, con pochi aspetti di autonomia,
manifestano forti comportamenti di attaccamento, caratterizzati da forti sentimenti di rabbia o
passività. Inoltre durante la SS si può notare notevole disagio durante la separazione e minor
capacità di recupero durante il ricongiungimento. Manifestano comportamenti ambivalenti:
alternano richieste di vicinanza e contatto a comportamenti resistenti o di estrema passività
ATTACCAMENTO il bilanciamento tra esplorazione e attaccamento nei confronti dei genitori è spostato a favore
INSICURO- della prima. Il loro comportamento enfatizza aspetti di indipendenza, autonomia e
EVITANTE (A) autosufficienza affettiva. Durante la SS manifesta comportamenti di evitamento del genitore,
infatti durante la separazione non mostrano molto disagio e nel ricongiungimento ignorano il
genitore.
ATTACCAMENTO Categoria aggiunta da Main e Solomon.
DISORGANIZZATO Testimonia la mancanza di una strategia organizzativa del bambino. Infatti, nella SS
(D) manifestano comportamenti estremamente contraddittori, che esprime una generale
confusione legata a un’incapacità di organizzare efficacemente la situazione, incapacità ad
organizzare il comportamento: manifestano forti comportamenti di attaccamento o
comportamento arrabbiato improvvisamente seguiti da evitamento, freezing. Questi
comportamenti disorganizzati si manifestano solo quando il genitore è presente, nei momenti
di riunione dopo la separazione, come se non si trattasse di una caratteristica del bambino ma
di un tratto definitorio della relazione → gravi traumi materni non elaborati.
ATTACCAMENTO Categoria descritta da Critten.
EVITANTE/ Ha notato che nei bambini maltrattati vi erano comportamenti che rientravano sia nella
AMBIVALENTE tipologia evitante che ambivalente. È però una strategia organizzata e non disorganizzata
(A/C) utilizzata per prendere tempo e decodificare lo stato emotivo di un altro potenzialmente
O CONFUSO pericoloso da cui non è possibile prevedere reazioni e verso il quale bisogna stare all’erta. In
questo senso è una modalità adattiva alle situazioni. Durante la SS alterano comportamenti in
cui sono centrati sul genitore, dipendenti, attaccati, scarsamente consolabili a momenti in cui
sono evitanti e ignorano l’adulto. → sembra si siano organizzati strategicamente per difendersi
da un genitore minaccioso

SISTEMA DI CODIFICA = attraverso una scala a 7 punti si valutano i comportamenti interattivi genitore-bambino, è un
sistema categoriale.
• Ricerca di prossimità e contatto: comportamenti volti al raggiungimento del contatto fisico o alla vicinanza con il
genitore
• Mantenimento del contatto: comportamenti volti a mantenere e preservare il contatto fisico con l'adulto
• Comportamenti di evitamento: comportamenti volti ad ignorare il genitore o evitare l'interazione
• Comportamenti resistenti: comportamenti che lasciano trasparire rabbia, irritazione, aggressività del bambino in
conseguenza della separazione, indirizzati verso l'adulto e/o i giocattoli/oggetti
• Comportamenti di ricerca durante gli episodi di separazione: comportamenti volti alla ricerca del genitore
• Interazione a distanza: comportamenti sociali e comunicativi che indicano se e come il bambino è interessato
all'adulto e se desidera condividere con lui le attività

➔ Nei bambini più grandi si valuta quanto le stesse emozioni e comportamenti valutati nella SS a livello fisico si
sviluppano a livello verbale

PROPRIETA’ = sono state fatte ricerche sulla predittività ed è stato visto che ha buone proprietà psicometriche e una
buona validità predittiva. I limiti maggiori sono che può essere applicata in una finestra di tempo limitata (12-24 mesi)
e in un contesto non naturale (si potrebbe però osservare come il bambino reagisce all’inserimento all’asilo)

➔ SS su gravidanza gemellare (1 M e 1 F) STORIA CLINICA:


La madre era depressa, quindi scelse di mandare il maschio da una zia e la femmina da un’altra zia. A 3 mesi, la
depressione materna migliora, riprende la bimba ma successivamente sviluppa un disturbo alimentare. Da qui la
madre più volte riprova a prendere la bambina (continua tira e molla) mentre il bimbo rimane sempre con la zia.
Questi 2 vengono poi sottoposti alla strange situation: il maschio presenta attaccamento sicuro. Per la bambina il
discorso è diverso: questa rimane seduta, non gattona (diversamente dal fratello), sembra anche più piccola. Sembra
avere meno capacità di movimento autonomo, è molto più statica. Si comporta allo stesso modo sia con l’estranea
che con la madre, la quale si relaziona con la bambina in modo da non promuovere la sua autonomia. Appare più
passiva. Alla separazione, la bambina protesta, scuote le braccia. Da sola traspare qualche interesse nei confronti dei
giochi, accenna a sollevarsi e gattonare. Quando accenna un minimo di autonomia in presenza della madre, lei le dice
“piano!”. Non si può parlare di attaccamento ambivalente resistente perché non emerge la tipica rabbia →
Attaccamento disorganizzato: emergono comportamenti contraddittori, ovvero c’è richiesta di vicinanza con saluto
gioioso e comportamento di evitamento (quando si piega con il corpo sul pavimento).

STILE DI ATTACCAMENTO E MODELLI CULTURALI


Si è sempre pensato che l’attaccamento sicuro sia quello preferibile rispetto agli altri perché i bambini tendevano ad
avere:
• Maggiori competenze sociali e relazionali (attaccamento sicuro promuove scambi con coetanei e adulti)
• Maggiori capacità di regolazione del proprio stato affettivo
➔ Favorisce uno sviluppo a
• Maggior sviluppo comunicativo e linguistico (apprendimento nella relazione di
tutto tondo, per questo
attaccamento)
è stato evidenziato
• Sviluppo cognitivo (data da esplorazione) come il migliore
• Cooperazione

Tuttavia, sono stati fatti studi con modelli culturali diversi → è stato visto che il pattern di attaccamento variava a
seconda della cultura: Le pratiche educative culturali indicano molto sullo
- Bambini americani: maggior frequenza di attaccamento stile di attaccamento: l’attaccamento evitante nei
sicuro bambini tedeschi è utile perché promuove la loro
- Bambini tedeschi: maggior frequenza di attaccamento autonomia. I bambini sicuri avrebbero maggiori
evitante possibilità di adattarsi in un contesto normale e
- Bambini israeliani e giapponesi: maggior frequenza di prevedibile; gli insicuri permettono di adattarsi alle
attaccamento ambivalente diverse condizioni ambientali

ALTRI METODI PER LA VALUTAZIONE DELL’ATTACCAMENTO


Visto che la SS si può applicare in un periodo di tempo molto limitato sono stati ideati altri strumenti per la valutazione
dell’attaccamento.
• Alcuni studiosi si sono concentrati sulla QUALITA’ DELL’INTERAZIONE attraverso l’osservazione (SS) o
attraverso metodi indiretti di osservazione (attachment Q Sort)
• Altri valutano le RAPPRESENTAZIONI DELL’ATTACCAMENTO, attraverso test semi-proiettivi (SAT o attachment
story completion task) o attraverso questionari (security scale). Il SAT è un test

ATTACHMENT Q SORT (SQR)


Metodo introdotto da Stephenson che utilizza un set di item descrittivi (90 item, cartoncini) per valutare
l’attaccamento del soggetto. Lo scopo di questo metodo di valutazione è quello di distinguere questi 90 cartoncini
secondo delle modalità standard e vedere quanto questi cartoncini sono più o meno rappresentativi del
comportamento del bambino. Questi comportamenti sono osservabili in ambiente naturale (casa o nido). È adatto da
bambini 1-3 anni. La procedura fornisce una serie di indicazioni (distribuzione forzata) che consentono la suddivisione
degli item secondo modalità standard.

Lo scopo è quello di identificare questi 90 cartoncini in 9 gruppi di 10 cartoncini in base al grado di somiglianza del
soggetto descritto → nel gruppo 9 il genitore mette gli item che meglio descrivono il figlio e via via scalando fino ad
arrivare al gruppo 1 dove ci sono gli item che meno rappresentano il figlio.

Poi si attribuisce ad ogni item il valore corrispondente al numero del gruppo e l’insieme dei punteggi ottenuti
rappresenta il profilo del bambino.

Il vantaggio è che può essere somministrato alle madri, che hanno un accesso privilegiato ai comportamenti del
bambino poiché lo vedono in molti più contesti rispetto a quello che potrebbero essere visti in una condizione
sperimentale. Lo svantaggio è che è una procedura molto macchinosa e potrebbe inoltre essere difficile per il
genitore descrivere il comportamento attuale del bambino e può essere portato a descrivere il comportamento del
bambino prevalente di un periodo di tempo precedente

Come funziona? Per ogni item, ad es: “Il bambino condivide volentieri le sue cose con la madre o, a richiesta della
madre, lascia che lei le prenda”. La madre deve indiare quanto questo comportamento descritto dal cartoncino (da 1 a
9) sia rappresentativo della modalità del comportamento del figlio.

Come si raccolgono i dati? L’esaminatore da 2-3 visite a casa della mamma ognuna di 2-3 h. durante queste visiste
devono essere presenti solo mamma e bambini

Come si codificano i dati raccolti? Lo scopo di questo test è quello di comporre 9 gruppi da 10 item. Si susseguono 3
fasi:
1. FASE 1 = si chiede alla mamma di suddividere i 90 cartoncini in tre gruppi → Nel Gruppo A si mettono i cartoncini
molto simili; nel gruppo B si mettono i cartoncini che non sono né totalmente simili né totalmente diversi dal
comportamento del figlio; nel gruppo C si mettono i cartoncini che sono totalmente diversi da comportamento
del figlio.
2. FASE 2 = questa volta si chiede invece di suddividerli in 9 gruppi, quindi per ogni gruppo si chiede alla mamma di
dividerlo in ulteriore tre gruppi, sempre lavorando per più o meno somiglianza del comportamento rispetto al
cartoncino
3. FASE 3 = Pianificazione del numero di item contenuti nei 9 gruppi, in modo da arrivare ad avere lo stesso numero
di cartoncini per gruppo → Prima si fa per i gruppi 9, 8, 7 e 6 poi per i gruppi 1, 2, 3 e 4 in modo tale che
rimangano i cartoncini del gruppo 5 che sono quelli né molto simili né molto diversi dal comportamento del
bambino

PROPRIETÀ PSICOMETRICHE:
- attendibilità = buona attendibilità a breve termine ma diminuisce a distanza di tempo
- validità di contenuto = Modalità di costruzione dello strumento: item formulati dopo un'approfondita analisi della
letteratura esistente sulla teoria dell’attaccamento
- validità convergente = Buone correlazioni tra la misura di attaccamento dell'AQS e la classificazione
dell'attaccamento alla SS
- validità discriminante = Basse correlazioni tra AQS e misure di temperamento
- validità predittiva= Alte correlazioni tra AQS e sensibilità materna

SEPARATION ANXIETY TEST (SAT)


Il SAT è un test semi proiettivo sviluppato da Hansburg e riadattato da Klagsburn e Bowlby utilizzato per valutare le
reazioni ad ipotetiche separazioni dai genitori. Inizialmente il test non prevedeva l’identificazione della tipologia di
attaccamento, questa cosa venne aggiunta dalla Ainsworth successivamente → questa versione, quindi, consente
oltre alla valutazione delle reazioni ipotetiche di separazione dai genitori, anche l’identificazione della tipologia di
attaccamento del soggetto.

Come funziona? attraverso una serie di disegni viene evocata una separazione dal genitore che dovrebbe costituire un
evento stressante che porta all’attivazione del sistema di attaccamento, evocando delle risposte che potrebbe essere
provocate da una separazione reale → viene valutata la modalità con cui il soggetto riesce a descrivere quello che
proverebbe in questa situazione ipotetica, quindi si valuta i modelli mentali di attaccamento secondo la Ainsworth:
• Capacità di esprimere la vulnerabilità e il bisogno di conforto (attraverso l’indice di attaccamento).
• Espressione della fiducia in sé (attraverso l’indice di fiducia in sé).
• Evitamento del discorso sulla separazione (attraverso l’indice di evitamento).
Come si somministra? Queste vignette vengono presentate con una breve introduzione ed in modo alternato: 3
vignette che evocano separazioni brevi dal genitore classificate come moderate-tranquille (M) e 3 vignette che
evocano separazioni lunghe classificate come severe (S). in queste vignette le espressioni dei volti sono neutre in
modo da favorire la possibilità di attribuzione delle emozioni e significati diversi.
Dopo aver illustrato ogni vignetta si fanno delle domande (le risposte vengono audio registrate e trascritte)
- cosa prova questo/a bambino/a?
- Perché pensi che questo bambino provi questo?
- Che cosa pensi che faccia ora, questo bambino?
- Secondo te che cosa farà questo bambino... (Tav. 2,3, 5 quando rivedrà la madre; Tav.4 quando si riavvicina ai
genitori; Tav.6 se la madre decidesse di rimanere nella stanza?)

Se il bambino non riesce a dire niente il test prevede una serie di possibili risposte da poter presentare al bambino per
incentivarlo a parlare. Si possono riproporre le stesse domande anche in prima persona per vedere se vi è o meno un
cambio di prospettiva.

Come si valuta? Quando si è preso nota di tutte le riposte in relazione alle diverse vignette, si va a fare una codifica e si
valutano quelle che sono le:
• Risposte emotive (domanda 1-2)
• Risposte all’azione (domanda 3) che vengono valutate come modalità di coping → qualora l’attività sia
appropriata si attribuisce un punteggio 0, dopo 3 attività inappropriate da parte del soggetto si attribuiscono
punteggi negativi. Ad es. Le attività di controllo che sono descritte sono appropriate se vengono messe in atto in
situazioni severe, ma non tanto se vengono messe in atto in situazioni moderate. Viene attribuito il punteggio -1
per almeno 3 risposte di attività inappropriate, 0 per attività appropriate.
• Risposta alla riunione (domanda 4) → serve allo psicologo per la valutazione descrittiva del soggetto. Molte delle
azioni che il bambino mette ipoteticamente in atto, in risposta alla terza e alla quarta domanda richiamano i
comportamenti osservati nella Strange Situation

Dopo aver riportato tutti i punteggi nella prima tabella si fa il


totale e poi sulla base del punteggio si arriva alla classificazione
dell’attaccamento.

Con gli stessi punteggi possiamo misurare i MOI

Bambini sicuri (B) dovrebbero dare risposte fiducia di sé in situazioni M e attaccamento in situazioni S. A proprio agio
o leggermente triste in M e triste, solo in S. azioni appropriate sia da solo che con adulti, anche
cercando di mettersi in contatto coi genitori (es. telefonando) purchè non siano controllanti
Bambini dovrebbero dare risposte di mancanza di autostima e sentimenti di ostilità, ansia e preoccupazioni
ambivalenti (C) seguiti da incapacità di affrontare le situazioni di separazione anche M. Pessimismo irrealistico,
attività di controllo e mancanza di azione
Bambini evitanti dovrebbero dare risposte di eccesso fiducia in sé anche situazioni S. Potrebbero evitare di parlare di
(A) separazione ipotizzando risposte pseudomature basate su ottimismo irrealistico, evitamento realtà
e mancanza di azione. È necessario fare attenzione quando il benessere ed il fidarsi derivano da una
situazione inappropriata, ovvero non tanto da una situazione esterna (come bisogni relazionali) ma
ad dal soddisfacimento di bisogni filologici (come ad es. l’essere sazio), perché questi sono indicatori
di un attaccamento evitante.
Bambini ansia incontrollabile, pessimismo catastrofico, angoscia
disorganizzati (D)
Bambini confusi confusione, evitamento della realtà e mancanza di azione, attaccamento in M, mancanza di
(Co) autostima, ansia, angoscia, coping pessimismo catastrofico

PROPRIETÀ PSICOMETRICHE:
• Buona attendibilità test-retest: la somministrazione dello stesso test ha prodotto punteggi altamente correlati tra
loro.
• Buona attendibilità intergiudici: giudici diversi hanno dato stessi risultati.
• Buona validità convergente: somministrandolo insieme ad altri strumenti che misurano l’attaccamento, il risultato
dell’attaccamento coincide con quello di altri questionari.

I MODELLI OPERATIVI INTERNI


A partire dall’interazione con le persone significative e con l’ambiente gli individui costruiscono MODELLI DI SE’ E
DEGLI ALTRI, delle rappresentazioni sociali che servono per veicolare le interpretazioni degli eventi.

Si chiamano MODELLI OPERATIVI INTERNI (MOI) = delle rappresentazioni di sé e degli altri che forniscono delle chiavi
di lettura del mondo e degli eventi che ci si trova a vivere e che consentono di fare previsioni e di crearsi delle
aspettative rispetto alle relazioni (cosa può aspettarsi dagli altri e quindi come interagire con gli altri). Essi derivano
dall’interiorizzazione della qualità delle interazioni che si sono ripetute nel tempo tra bambino e figura di
attaccamento.
Si parla di OPERATIVI perché queste rappresentazioni non sono statiche ma è un processo dinamico, possono quindi
essere soggetti a cambiamenti.
Esiste UN’ESCLUSIONE DIFENSIVA = in un’ottica di economia e al tempo stesso di efficienza, non è possibile elaborare
tutte le informazioni che provengono dall’ambiente allo stesso livello ma alcune di queste informazioni vengono
escluse e si focalizza l’attenzione solamente su informazioni che si ritengono più rilevanti. Queste informazioni
vengono classificate in 2 tipologie
1. Info di natura cognitiva = basate sulla sequenza temporale degli eventi (se faccio questo succederà questo)
2. Info di natura affettiva = basate sulle emozioni

COME SONO I MOI NEI VARI STILI DI ATTACCAMENTO?

IN Fanno si che ci sia un equilibrio nell’utilizzo sia delle info affettive che cognitive.
ATTACCAMENTO - Figura di riferimento: avvertita come disponibile; coerente; sintonizzata
SICURO - Idea di sé: degno di essere amato; avere spazio di ascolto; capace
IN Fanno si che prevalgono le info di natura cognitiva. Il genitore tende a rifiutare maggiormente
ATTACCAMENTO le manifestazioni di bisogno da parte del figlio e tende a promuovere l’autonomia del bambino.
EVITANTE Tutto questo porta il bambino a capire che deve cavarsela da solo, che tutti i bisogni affettivi
sono di minore importanza e faccio prevalere le informazioni di tipo cognitivo, perché tanti
nella relazione i bisogni affettivi non vengono considerati e quindi non ha senso che io li tenga
in considerazione
- Figura di riferimento: assente; rifiutante; ostile
- Idea di sé: non degno di essere amato; può contare solo su se stesso
IN Fanno si che prevalgono le info di natura affettiva. Visto che la relazione con gli altri si è
ATTACCAMENTO sviluppata in una situazione dove non si riesce a prevedere cosa farà il genitore, in certi
AMBIVALENTE momenti si ha un certo tipo di risposta e in altri no, e quindi io non riesco a capire quando
posso farcela da solo e quindi ho la sensazione di essere non autonomo e vulnerabile. Tutte le
informazioni di natura cognitiva vengono escluse e si fa leva sulle info di natura affettiva,
perché sono gli stati affettivi che attivano la figura di riferimento.
- Figura di riferimento: imprevedibile; inaffidabile; ostile
- Idea di sé: vulnerabile; non autonomo
IN La realtà esterna è percepita come catastrofica, dalla quale è difficile difendersi
ATTACCAMENTO - Figura di riferimento: incoerente; realtà catastrofica
DISORGANIZZATO - Idea di sé: perennemente minacciato e in pericolo; impotente e vulnerabile

COME SI SVILUPPANO I MOI?


Tema molto dibattuto: Bowlby aveva ipotizzato una figura di attaccamento principale, che poi era la base su cui si
costruivano i MOI. Studi successivi hanno invece verificato la presenta di figure di attaccamento multiple. Su questo
tema BRETHERTON identifica 3 questioni fondamentali ancora aperte:

1. I MOI sono caratterizzati da stabilità e continuità nel ciclo di vita? Un bambino con attaccamento sicuro rimarrà
tale per tutta la sua vita? → Bowlby prova a rispondere prendendo in prestito i concetti di ASSIMILAZIONE e
ACCOMODAMENTO di Piaget:
• Le esperienze future si possono ASSIMILARE a quelle precedenti e in generale i bambini tenderanno ad
quindi possono essere integrate ad un MOI già esistente analizzare le nuove esperienze alla luce dei
• Dove invece le esperienze future sono molto diverse esse non propri MOI, quando queste esperienze non
vengono assimilate ma è il MOI che si ACCOMODA, si adatta per potranno essere analizzati in base ai propri
integrare le informazioni successive che possono essere molto schemi la persona sarà costretta a modificarli
diverse da quelle precedenti. per integrare le informazioni nuove, diverse
e successive.
2. Il funzionamento dei MOI è accessibile alla coscienza o agisce fuori
rappresentazionali
di essa? → Si pensa che il loro funzionamento avvenga in modo molto interiorizzato e inconscio, quindi che
agiscono a livello automatico e diventano come una chiave di lettura del mondo
3. I MOI sono rappresentazioni relazioni-specifiche o costituiscono una rappresentazione generalizzata relativa
all’essere in relazione? Se le figure di attaccamento sono multiple allora i MOI agiscono all’interno della relazione e
quindi posso avere un modello operativo interno all’interno della relazione con la madre sicuro, diverso da quello
che posso avere con mio padre che può essere di tipo evitante; oppure si vanno a costruire all’interno di una
rappresentazione generalizzata dell’essere in relazione?

Sono state date diverse spiegazioni:


• Modello gerarchico: secondo alcuni autori, tra cui Bowlby, i MOI derivano dall’esperienza dominante vissuta con
la figura di attaccamento principale, si tenderebbe a costruire quindi un unico modello
• Modello dell’indipendenza: MOI diversi a seconda della relazione
• Modello dell’integrazione: i bambini tenderebbero integrare i MOI che hanno all’interno delle diverse relazioni
in un modello più generale, quasi un meta modello, in cui si costruisce un’idea unitaria del sé e delle esperienze
di relazioni anche se si possono riconoscere differenze all’interno delle diverse relazioni.
➔ È come se ci fossero livelli diversi di questi schemi. A un livello di base si riconosce che ci possano essere
differenze nelle modalità con cui si strutturano le relazioni con persone diverse però poi il meta modello delle
rappresentazioni e dei MOI che emerge è un modello unitario in cui ho un’idea generale di me e una aspettativa,
una rappresentazione generalizzata delle relazioni che utilizzo quando entro in relazione con altri.

VALUTAZIONE DELL’ATTACCAMENTO NELL’ADULTO

Ad oggi siamo arrivati a parlare di attaccamento non solo come legame di attaccamento che si sviluppa durante
l’infanzia, ma come attaccamento che si mantiene per tutto l’arco della vita. In epoca adulta si parla di
ATTACCAMENTO ROMANTICO = Il partner diventa quella figura di riferimento per ottenere quel bisogno di protezione
nelle situazioni difficili e stressanti e che dovrebbe permettere di acquisire quella fiducia di base che permette di fare
esperienze anche al di là della relazione di attaccamento → il sistema di esplorazione ed attaccamento sono attivi ma
si manifestano in maniera diversa. L’attaccamento può essere misurato anche in età adulta attraverso l’ADULT
ATTACHMENT INTERVIEW dove si va a ricostruire la storia delle relazioni con le figure principali del soggetto cercando
di valutare quelle che sono le rappresentazioni che emergono dalle relazioni.

In ambito sentimentale, si può riconoscere una modalità di entrare in relazione con il partner che sia diversa a
seconda dello stile prevalente della persona.
• Stile evitante: difficoltà a fidarsi completamente al partner, mantenimento del distacco emotivo, evitamento del
coinvolgimento emotivo profondo
• Stile ansioso/ambivalente: mancanza di fiducia nel partner, desiderio di forte coinvolgimento emotivo fino a un
vero e proprio desiderio di fusione
• Stile sicuro: fiducia nei confronti del partner e della relazione di coppia, desiderio di vicinanza e contatto con il
partner
• Stile disorganizzato: incapaci di scegliere partners affidabili, correndo il rischio di farsi coinvolgere in relazioni
distruttive, con persone violente e aggressive. I pensieri inconsci di queste persone: “lo non sono amabile, ma se
vengo amato l’altro diventa distruttivo anche per me, quindi io cerco di distruggerlo”

ATTACCAMENTO INFANTILE VS ATTACCAMENTO ADULTO


SIMILITUDINI DIFFERENZE
• Ricerca e mantenimento della vicinanza fisica • L’attaccamento infantile è fondato sulla complementarità, quello
soprattutto nei momenti di stress. Da adulto adulto sulla reciprocità.
diventa più una vicinanza emotiva • Negli adulti il sistema di esplorazione non è controllato in modo
• Richiesta di confronto e di fiducia nei momenti vincolante, come avviene nei bambini, dal sistema di attaccamento.
di difficoltà. • Negli adulti la figura di attaccamento è un partner sentimentale e la
• Disagio causato da separazioni o minacce. relazione sessuale assume un aspetto rilevante.
• Uso di un linguaggio infantile (baby talk). • Differente ruolo e peso della storia passata.
ATTACCAMENTO ADULTO E REGOLAZIONE EMOTIVA
l’attaccamento sicuro e quelli insicuri implicano una particolare rappresentazione di sé e della figura di attaccamento
• SOGGETTI SICURI= si riesce a regolare da un punto di vista affettivo tutte le emozioni
• SOGGETTI EVITANTI =per garantire la vicinanza l’intimità viene messa in secondo piano a favore dell’autonomia
• SOGGETTI AMBIVALENTI = per garantire la vicinanza l’autonomia viene messa in secondo piano a favore
dell’intimità

Ricordiamo che la relazione di attaccamento è un contesto efficace di REGOLAZIONE EMOTIVA= nell’attaccamento


sicuro la ricerca e il supporto degli altri verrà utilizzata come strategia di coping di fronte allo stress. Laddove ci sono
figure di attaccamento non disponibili la persona è costretta a mettere in atto meccanismi difensivi per mantenere un
senso di sé sicuro a livello accettabile:
• STRATEGIE DI IPERATTIVAZIONE = le risposte del caregiver sono imprevedibili, la relazione di attaccamento non
fornisce un contesto efficace di regolazione emotiva → la probabilità di avere l’attenzione del genitore aumenta
amplificando i propri affetti ma le loro risposte non combaciano con le sue necessità. Il sistema di attaccamento è
perennemente attivato. In età adulta se il partner non ci rassicura metteremo in atto sempre richieste di
iperattivazione, quindi richiesta più marcata e continua del partner. In questi soggetti la soglia di attivazione del
sistema di attaccamento è bassa, c’è una iperattivazione di pensieri ed emozioni negative
• STRATEGIE DI DEATTIVAZIONE = le risposte del caregiver sono avversive (rifiuto o controllo). La relazione di
attaccamento non fornisce un contesto efficace di regolazione emotiva → Vi è una sovraregolazione dei
sentimenti e della loro espressione e un allontanamento dell’impulso a cercare il contatto. In età adulta laddove il
partner non è presente si cerca di aumentare la distanza al fine di evitare sentimenti di dipendenza che portano
alla sofferenza. È presente la tendenza all’autoconsolazione e al controllo. Il sistema di attaccamento è mantenuto
ad un livello basso o inattivo; ritengono che da soli possono cavarsela e quindi tutte le situazioni che possono
limitare questa fiducia e renderle dipendenti dagli altri vengono allontanate; a livello interpersonale vi è un
distacco emotivo e la tendenza a sviluppare relazioni fredde.

ADULT ATTACHMENT INTERVIEW (AAI)


Sviluppata da Mary Main. Inizialmente era stata messa a punto per identificare delle possibili relazioni tra
l’attaccamento dei bambini misurato tramite la Strange Situation e le modalità relazionali di attaccamento delle madri.
Attraverso un’intervista narrativa di quelle che sono state le esperienze dell’infanzia permette di identificare lo stile di
attaccamento. → esiste un collegamento tra questi, tuttavia, rispetto alle ipotesi di partenza, le differenze nelle
esperienze di attaccamento raccontate dalle madri dei bambini sicuri ed insicuri non risiedevano nei contenuti ma
nella forma e nella modalità con cui venivano raccontate. → le madri di bambini sicuri raccontavano la loro storia in
modo chiaro e coerente.

È possibile anche verificare come poi sia facile trasmettere determinati stili di attaccamento dai genitori ai figli →
vengono traferiti i MOI e quindi vanno a costruire una chiave di lettura della realtà trasmessa tra le generazioni. Ci
sono tutta una serie di fattori che possono modulare la trasmissione dell’attaccamento: il fatto che ci siano più figure
di attaccamento, il contesto sociale e familiare, la capacità del caregiver di rispondere ai bisogni del bambino.

Cosa indaga? La AAI indaga lo stato della mente dell’adulto rispetto all’attaccamento prendendo alla “sprovvista
l’inconscio”. È composta da 20 domande, poste in ordine prestabilito, dalla durata di 1 ora. I temi principali sono:
- Situazione familiare di origine
- Descrizione del rapporto coni genitori, richiesta di 5 aggettivi e di episodi per illustrarli
- Comportamento del soggetto e dei genitori in situazioni di disagio (emotivo e fisico)
- Quale genitore sentivano più vicino Alcuni temi simili alle
- Prima esperienza di separazione dai genitori rappresentazioni
- Esperienze di rifiuto 0 minaccia dai genitori materne in gravidanza
- Esperienze di perdite - lutti
- Credenze su come le esperienze di cura dei genitori abbiano influenzato la sua personalità di oggi
- Cambiamenti nella relazione con i genitori e rapporto attuale
- Se è genitore, come l'esperienza dei propri genitori ha influenzato il suo comportamento verso il figlio
CORRISPONDENZA TRA GLI STILI DI ATTACCAMENTO IN ETÀ ADULTA ED
INFANTILE: l’intervista può essere codificata, ed attraverso la sua analisi, si
può arrivare ad identificare le modalità di attaccamento.

Come si codifica? Lo schema di codifica prevede 4 categorie che riflettono


diverse modalità comportamentali di attaccamento che presentano un
parallelismo con le categorie della SS

ASSUNTO FONDAMENTALE = la qualità del discorso riflette la modalità con cui le esperienze di attaccamento sono
organizzate nella mente dell’individuo. 2 elementi per la codifica: analisi dei contenuti e della forma del test e analisi
dell’intervista nel suo complesso per ottenere il risultato di attaccamento

ANALISI DEI CONTENUTI E DELLA FORMA DEL TESTO = permette di individuare lo stile di attaccamento e permette di
essere analizzato su 2 scale principali:

1. SCALE DELL’ESPERIENZA SOGGETTIVA: valutano le esperienze di attaccamento attraverso il contenuto espresso e


permettono di ricostruire la storia del soggetto e le sue esperienze di attaccamento. Si valuta quindi se le
esperienze concrete che ha avuto sono esperienze all’interno di relazioni (maltrattanti, disponibili, abusanti).
➢ Scala dell’amorevolezza da parte del genitore
➢ Scala del rifiuto da parte del genitore).
➢ Scala del coinvolgimento da parte del genitore nelle sue cure o richieste di inversione di ruolo
➢ Scala della trascuratezza da parte del genitore: esperienza di scarse cure e accudimento psicologico
➢ Scala della spinta al raggiungimento del successo

2. SCALE DELLO STATO DELLA MENTE: valutano lo stato della mente in riferimento alle esperienze di attaccamento
→ facilità con cui il soggetto accede ai ricordi; distorsioni delle informazioni; organizzazione complessiva della
mente; sentimenti espressi. Uno degli elementi che pesa di più riguarda la coerenza del racconto (capire quanto
nel corso dell’intervista la narrazione sia coerente e quanto le emozioni espresse siano coerenti con gli episodi) →
la narrazione rimane coerente, infatti, se la persona è consapevole di tutte le idee che vengono fuori all’interno di
questa intervista e mantiene comunque un quadro coerente di quello che fa. Laddove invece la persona
mantenga una visione più rigida e riporti episodi in contrapposizione, sia in momenti diversi dell’intervista, sia
relativamente alle emozioni e gli aggettivi relativi ai genitori rispetto alle esperienze ricostruite, allora tutto ciò è
considerato come una minore capacità di elaborazione della propria esperienza e storia di attaccamento.
➢ Scala della coerenza del trascritto: valuta quanto la narrazione risulta chiara, coerente, fluida, logica. (Punteggi
alti implicano poche violazioni significative alle massime di Grice.)
➢ Scala del monitoraggio metacognitivo: monitoraggio dei processi di pensiero e di memoria durante l’intervista
che riflettono la consapevolezza del soggetto rispetto ai propri processi di pensiero.
→ Queste due scale sono associate all’attaccamento sicuro/autonomo (F).
➢ Scala dell’idealizzazione dei genitori: valuta possibili discrepanze nella descrizione
➢ Scala sull’insistenza circa l’incapacità di rievocare l’infanzia: di evitare o bloccare alcuni argomenti
➢ Scala della svalutazione attiva dell’attaccamento: tendenza a screditare le esperienze di attaccamento
➢ Scala della paura della morte del bambino: paura infondata sulla possibile morte del proprio figlio.
→ Queste quattro scale sono associate all’attaccamento distanziante (Ds).
➢ Scala della rabbia coinvolta e coinvolgente: espressione di sentimenti di rabbia all’interno del discorso (come se
il genitore fosse presente).
➢ Scala della passività del discorso: di termini vaghi o impersonali
→ Queste due scale sono associate all’attaccamento preoccupato (E).

Altro elemento importante è la COERENZA E LA QUALITÀ DELL’INTERVISTA: in base alle massime di Grice indaghiamo
quanto l’intervistato riesce a cooperare con l’intervistatore cercando di rispondere nella maniera più adeguata
possibile a quelle che sono le richieste.
• Massima della quantità: racconto completo ma succinto (parlare né troppo né troppo poco).
• Massima della qualità: racconto verosimile e veritiero (avere delle evidenze per ciò che si afferma).
• Massima della rilevanza: racconto pertinente e congruente (prescrive di essere aderenti al contesto).
• Massima della maniera: racconto chiaro e ordinato.
Quindi dobbiamo prima fare le Scale dell’esperienza soggettiva, e poi le Scale dell’esperienza della mente: tutto
questo permette di INDIVIDUARE GLI STILI DI ATTACCAMENTO:

SICURO- Il soggetto ha una buona capacità di esplorare pensieri e sentimenti relativi alle aree indagate,
AUTONOMO (F) con facile accesso ai ricordi, sia positivi che negativi. Ha una visione coerente delle proprie
esperienze e degli effetti di queste sul proprio stato della mente. Il racconto risulta coerente,
pertinente e succinto della loro infanzia. Sono soggetti che danno valore alle esperienze di
attaccamento.
Attraverso le Scale di esperienza soggettiva di possono individuare due sottogruppi di individui:
1. Individui con legame di attaccamento sicuro.
2. Individui che si sono “guadagnati la sicurezza”, attraverso l’elaborazione delle esperienze
passate riescono a conoscere la persona che sono oggi.

DISTANZIANTE Emerge che il sistema di attaccamento disattivato a scopo difensivo, il soggetto attribuisce
(DF) scarsa importanza attribuita alle relazioni di attaccamento. Le descrizioni delle figure di
attaccamento sono generalizzate, con tendenza all’idealizzazione, alla svalutazione o alla
normalizzazione (“i genitori sono persone amabili, tutte le volte che ti avvicini a loro, loro ti
abbracciano”). Tende a dare risposte superficialmente collaborative ma caratterizzate da
profonde contraddizioni interne (violazione della massima della qualità); i trascritti brevi
(violazione massima quantità)
PREOCCUPATO Emerge che il sistema di attaccamento attivato a un livello elevato, questi soggetti sembrano
(E) intrappolati nei ricordi delle esperienze precoci con le figure di attaccamento, verso le quali
mostrano eccessivo coinvolgimento accompagnato da confusione, passività o rabbia.
Si nota perfino un coinvolgimento anche verso l’intervistatore. Il racconto risulta incoerente
(violazione della massima della rilevanza e maniera), con frasi lunghe e confuse, i trascritti sono
lunghi (violazione della massima della quantità).
IRRISOLTO, LUTTI Emerge una mancata risoluzione di specifici eventi della storia passata (lutti, abusi o traumi).
E TRAUMI (U) Sono presenti Indici di marcata disorganizzazione. Normalmente il soggetto può rientrare nelle
categorie Ds, E o F.
INCLASSIFICABILE Emerge una mancanza di uno stato mentale organizzato in modo unitario; impossibilità di
(CC) collocazione nelle categorie precedenti.

TEST SOCIOMETRICO

La CULTURA DEI COETANEI: si esprime in modo diverso dall’infanzia all’adolescenza, rappresenta una costruzione
sociale tra pari, di routine e comportamenti che mirano a contrastare le regole adulte e l’autorità. Es: non si portano i
giochi da casa: spesso i bambini infrangono questa regola e condividono il loro segreto con gli amici come gioco (in
questo caso la maestra può chiudere un occhio, a patto che questa infrazione non diventi la regola).
→ La cultura dei coetanei consente ai bambini e ai ragazzi di guadagnare, attraverso strategie di opposizione alle
norme scolastiche, spazi di autonomia senza infrangere apertamente le regole e incorrere nelle possibili punizioni.
Si avvia così un processo di confronto e interiorizzazione delle norme della vita adulta ampliando le proprie
competenze sociali.

La COMPETENZA SOCIALE è il risultato della mediazione tra la necessità di soddisfare i propri bisogni e quella di venire
incontro alle esigenze degli altri per non perdere il legame con il gruppo = saper raggiungere i propri scopi
mantenendo relazioni positive con gli altri, tramite abilità comunicative, percettive, metacognitive, emotive, attentive
e di memoria.
SOCIAL SKILLS DEFICIT MODEL = la persona aggressiva, o quella poco competente da un punto di vista sociale, è
carente di abilità sociali di base e che quindi ha bisogno di un intervento psicologico-educativo specifico. È quindi
necessario insegnare al soggetto a gestire le proprie emozioni, aumentare l’empatia e l’ascolto e i comportamenti
sociali positivi, al fine di ridurre le risposte aggressive.

AMBIENTE SCOLASTICO
Esso è un luogo in cui si possono apprendere diverse abilità, si imparano una serie di norme che hanno a che fare con
il contesto istituzionale (es. regole scolastiche secondo le quali non si possono portare i giochi a casa) e modalità di
rapportarsi con persone diverse. In questo contesto emerge la capacità di relazionarsi tra pari ma anche relazionarsi
con persone che fanno parte del contesto educativo utilizzando modalità diverse e registri diversi per porsi in
relazione a livelli diversi. All’interno della relazione tra pari si possono considerare le modalità con cui si instaurano
delle relazioni all’interno del gruppo. Uno degli aspetti che è stato più studiato quando si valutano le relazioni
all'interno del gruppo è stato la posizione dell'individuo all'interno del gruppo. Più difficile è indagare le relazioni con
un gruppo più ampio allora si fa riferimento alla SOCIOMETRIA.

LA SOCIOMETRIA
La SOCIOMETRIA = quella branca di indagine delle scienze sociali che valuta la posizione all’interno del gruppo e che in
qualche modo cerca di misurare la distanza tra i vari membri del gruppo. L’obiettivo è provare a descrivere e
identificare quelli che sono le relazioni interpersonali all’interno dei gruppi.

Cosa si fa? Si va a misurare quelle che sono le esperienze di attrazione o di repulsione che si possono fare all’interno di
un gruppo. Poter misurare il grado di accettazione/rifiuto all’interno di un gruppo permette di valutare l’impatto che
ogni persona ha all’interno del gruppo e il grado in cui questo gruppo ha un impatto su quella persona.

Le relazioni all’interno del gruppo possono essere distinte a grandi livelli all'interno di tre tipi di esperienze che si
possono fare:
1. ACCETTAZIONE = una persona che all’interno del gruppo viene più facilmente ricercato, più facilmente invitato
2. RIFIUTO = persone che non vengono invitate e che vengono facilmente escluse
3. ISOLAMENTO = persone che vengono un po’ tralasciate, che vengono ignorate e che hanno una posizione
emarginata nel gruppo

La tecnica SOCIO-METRICA permette di identificare la posizione del soggetto all’interno del gruppo → essa si basa
sulla nomina dei pari e attraverso essa si possono ricostruire diverse informazioni: una che rappresenta lo STATUS
SOCIO-METRICO DI PERSONA e l’altra che è un’INFORMAZIONE GRAFICA DEL GRUPPO (attrazioni del gruppo).

Come si fa? Basta chiedere ai bambini di indicare su un foglio quelli che sono i compagni con cui vorrebbero svolgere
una determinata attività, con questa domanda si va ad indagare
quelle che sono le preferenze di ogni bambino → L'analisi del Come si misura?
numero di scelte e di rifiuti dei bambini mi permette di Totale scelte → somma scelte ricevute
identificare quello che è lo status sociometrico di ogni bambino, Totale rifiuti → somma rifiuti ricevuti
Indice di preferenza → totale scelte -totale rifiuti
quindi di identificare la posizione del bambino all'interno del
Indice di impatto sociale → totale scelte + totale rifiuti
gruppo proprio come status e di identificare chi sono i bambini
popolari e chi no.

• I BAMBINI POPOLARI: emergono come bambini che sono più attenti ai bisogni degli altri, che hanno una buona
capacità di cooperazione e condivisione e che sembrano per questo più tenuti in considerazione dagli altri. Questo
non implica che il bambino popolare abbia molti amici, cioè le abilità che mettono in atto nel gruppo possono non
essere le stesse che mettono in atto in condizioni di relazioni intime
• I BAMBINI RIFIUTATI: emergono come bambini che hanno spesso un comportamento aggressivo e distruttivo,
quindi avere un’abilità sociale minore rispetto ai bambini popolari
• BAMBINI ISOLATI: emergono come bambini che hanno difficoltà a stabilire relazioni significative all’interno del
gruppo, vi è scarsa capacità di inserirsi. I soggetti isolati sono più a rischio di ansie, depressioni, di bassa stima di sé
e questo li puoi esporre ancora di più a un isolamento oppure ancora di più il non essere visti. In realtà molte
ricerche hanno identificato delle modalità di isolamento diverse
1) Solitario reticente: bambini che risultano più timorosi, più ansiosi, più introversi con maggiore difficoltà ad
inserirsi nel gruppo
2) Solitario attivo: provano ad inserirsi nel gruppo ma falliscono per le modalità con cui si inseriscono nel gruppo,
è come se fossero poco capaci perché magari utilizzano delle modalità troppo immature (fallimento del
contatto sociale)
3) Solitario passivo: bambini che manifestano un desiderio maggiore di giocare con oggetti rispetto alle persone
sono poco interessati ad entrare nel gruppo e non hanno nessuna difficoltà a giocare da soli
• BAMBINI CONTROVERSI: ricevono sia scelte che rifiuti e questo sembra sia dato dal coesistere di comportamenti
sia aggressivi che prosociali
• BAMBINI MEDI: non emergono particolarmente come rifiutati di altri o più accettati
Un bambino è rifiutato perché è aggressivo, o è aggressivo perché è rifiutato? Si crea un circolo vizioso → La necessità
è quella di monitorare il prima possibile quella che è la salute del gruppo e lo stato del gruppo.

cosa può fare l’insegante?


• Monitorare precocemente lo status sociometrico.
• Identificare, grazie ad esso, i sottogruppi, i soggetti esclusi, le relazioni conflittuali.
• Favorire, in tutti i bambini, le abilità sociali
• Intervento sul bambino “a rischio”
• Creare, nel gruppo, un clima sociale positivo, che valorizzi le peculiarità dei bambini e l’accettazione reciproca.

• È necessario prestare attenzione anche all’ambiente. Anche la DISPOSIZIONE DEI BANCHI può favorire o
ostacolare la conoscenza e la comunicazione: ruotare i posti ad esempio, può favorire la conoscenza reciproca e di
conseguenza lo stabilirsi di una rete più fitta di relazioni sociali nel gruppo.

LE RELAZIONI DI AMICIZIA
Amicizia = relazione che si instaura tra persone che, sperimentando un’attrazione reciproca e, trovando piacevole la
mutua compagnia, si scelgono reciprocamente preferendosi ad altri. Gli elementi che la caratterizzano sono:
RECIPROCITÀ del rapporto, STABILITÀ nel tempo e NATURA INTIMA della relazione.
Come evolve nel tempo?
• Scuola dell’infanzia: gli amici sono scelti in funzione della comunanza di interessi e di attività. Le interazioni sono
prevalentemente fisiche, legate al fare qualcosa insieme.
• Scuola primaria: i bambini diventano capaci di assumere il punto di vista dell’altro e iniziano a comprendere cosa
l’altro pensi. È il momento in cui i bambini iniziano a confidarsi sentimenti, riflessioni e segreti (fenomeno del
disvelamento). Tale forte condivisione aumenta l’importanza del legame per cui diviene necessario gestire conflitti
e discussioni al fine di scongiurare la rottura di un legame sempre più rilevante.
• Preadolescenza: l’amicizia ha un ruolo di condivisione e di intimità reciproca, con la consapevolezza dell’affetto
dell’altro.
Le RELAZIONI DI AMICIZIA costituiscono un contesto tra una relazione intima che è protettiva per lo sviluppo e per il
benessere della persona: l’amico è una persona con cui ci si può confidare ed affidare e che può aiutare a superare
momenti di difficoltà.
Nelle relazioni di amicizia si mettono in atto delle abilità diverse rispetto a quelle che possono essere messe in atto
all’interno di un gruppo: quando si parla di amicizia ci si riferisce ad una relazione che è intima e riconosciuta come
intima da entrambe le persone.
Quello che però sembra fare la differenza in termini di benessere personale è la QUALITA’ DELLA RELAZIONE DI
AMICIZIA = una relazione di buona qualità è una relazione in cui ci si può aiutare, ci dimostriamo affetto, se ci sono dei
conflitti si può lavorare per risolverli, in cui c’è un grado di intimità tale da confidarsi se abbiamo dei problemi →
quindi c’è una dimensione d’impegno, di lealtà, di esclusività verso quell’amicizia che serve a garantirmi proprio il
fatto di potermi fidare di quella persona.
Al di là di quelle che sono le relazioni all’interno di un gruppo, che possono essere misurate (se si parla di posizione
all’interno del gruppo) con il test sociometrico, un’altra cosa che ci si può domandare è quali sono le abilità o le figure
di riferimento importanti al livello più intimo e quindi di amicizia → non dipende tanto dall’essere in coppia ma
dipende se la relazione di coppia è positiva, affettiva, di supporto, intima, oppure no, si parla di coppia ma la stessa
cosa si può dire per l’amicizia. Ci sono una serie di strumenti per valutare il rapporto di amicizia come il FRIENDSHIP
QUALITY SCALE (FQR, che si basa sulle stesse dimensioni utilizzate per valutare la relazione romantica, RQS) che valuta
5 dimensioni dell’amicizia:
1) Compagnia: quanto tempo viene passato insieme
2) Conflitto: la frequenza delle discussioni e la misura in cui sono intenzionato a risolvere eventuali conflitti e cercare
un accordo per tornare poi ad una situazione di intimità
3) Aiuto: quanto ci aiutiamo e proteggiamo dalle ingiustizie
4) Sicurezza: in termini di fiducia, di superare i problemi, cioè il fatto che nelle relazioni di amicizia (ma anche in quelle
di coppia) se ci sono dei problemi li possiamo superare e ho fiducia che questa relazione funzioni
5) Intimità: quanto posso considerare l’amico come speciale e quanto ho dei comportamenti e dei sentimenti di
attaccamento nei confronti degli amici.

Un altro questionario è l’INVENTORY OF PARENT AND PEER ATTACHMENT (IPPA) = valuta il tipo di attaccamento che
ci può essere nei confronti di un amico

PER RIEPILOGARE: il senso del test sociometrico era quello di poter utilizzare uno strumento che poteva essere utile
insieme ad altri strumenti, o come misurazione di base per valutare la qualità del gruppo “classe”, per valutare se
all’interno del gruppo ci sono poi dei bambini che sono più marginali, e quindi anche per decidere se intraprendere o
meno determinati percorsi formativi/attività; come altrettanto importante è poter affiancarlo ad altri strumenti di
valutazione sia delle abilità sociali sia delle relazioni sociali, per esempio sia le relazioni di amicizia sia il benessere, e
quindi potrebbe essere interessante valutare se i bambini che al test sociometrico risultano popolari o rifiutati
presentano gli stessi comportamenti e manifestazioni di disagio esternalizzato o internalizzato.

INSERIMENTO SCOLASTICO DEI GEMELLI: la relazione tra gemelli, siano questi mono- o di-zigoti è diversa da quella tra
i comuni fratelli perché il rapporto si instaura a partire dalla vita intra-uterina, con conseguenze sul piano fisico e su
quello psichico = non è raro che entrambi sentano la necessità dell’altro per sentirsi completi. → Tutto ciò ha
conseguenze per quanto riguarda lo sviluppo dei legami sociali: i gemelli tendono a frequentare gli stessi contesti: ciò
costituisce una base sicura ma anche il rischio di una chiusura eccessiva all’interno della diade.

È quindi meglio inserire i gemelli nella stessa classe o in classi separate? Solitamente si tende a separare i gemelli, al
fine di promuovere l’indipendenza e l’individualità e diminuire il rischio di isolamento della coppia. Molti gemelli
potrebbero comunque beneficiare della vicinanza con l’altro, soprattutto nelle fasi di transizione più stressanti → è
quindi necessario utilizzare un APPROCCIO SCOLASTICO FLESSIBILE e valutare caso per caso, approfondendo la storia
familiare, la relazione gemellare e quella parentale e tenendo conto del parere degli insegnanti precedenti.

TRANSAZIONE ALL’ETA’ ADULTA

ADOLESCENZA

Nelle concezioni tradizionali veniva considerata l’adolescenza come culmine dello sviluppo umano. In essa avvengono
3 compiti evolutivi:

1. REDEFINIRE L’IMMAGINE CORPOREA


2. RIDEFINIRE L’IMMAGINE DELLA PROPRIA IDENTITA’ STABILE RISPETTO AL PASSATO E CHE SI PROIETTA NEL
FUTURO
3. RIDEFINIRE LA RELAZIONE CON GLI ALTRI SIGNIFICATIVI

A 20 anni però la maggior parte dei soggetti è ancora lontano dall’aver assolto questi compiti evolutivi, c’è stato quindi
bisogno di introdurre una nuova fase evolutiva → TRANSAZIONE ALL’ETA’ ADULTA. Questo ha reso più graduale
l’assunzione degli impegni adulti e posticipato l’assunzione delle responsabilità.

L’EMERGING ADULTHOOD
È una fase che va dai 20-30 anni. È finalizzata all’esplorazione dell’identità, del provare le diverse opzioni lavorativo e
personale; ci si sente quindi in mezzo. Si sperimentano alcuni cambiamenti che portano alla definizione e al relativo
consolidamento dell’identità personale e professionale che prendono il nome di “CRITERIA FOR ADULTHOOD”.
• Esplorazione dell'identità, provare e riprovare diverse possibilità
• Essere concentrati su se stessi.
• Sentirsi “in mezzo”, in transizione.
• Possibilità, in cui fioriscono le speranze e senso di grandi possibilità e cambiamenti

La transizione all'età adulta è un percorso lungo che comprende varie transizioni: RUOLI SOCIALI; LAVORO;
RESIDENZA.
È una categoria ancora instabile a causa della sua: ETEROGENITA’ (ogni giovane finita la scuola ha diverse opportunità
e sfide); DILATARSI DEL TEMPO (alcuni prolungano gli studi, rimangono con i genitori, sono disoccupati) e
CAMBIAMENTO DEI MARCATORI (dalle transizioni di ruolo alle acquisizioni di capacità). Inoltre, vi è una grande
variabilità socioculturale per quanto riguarda questi marcatori, ad es. in Italia i marcatori fanno riferimento all’avere
capacità familiari e essere conformi alle norme.

DIFFERENZE SOCIOCULTURALI
Nei paesi occidentali, in generale, è stato rilevato un ritardo sempre crescente nell’acquisizione di specifiche
caratteristiche d’indipendenza, in particolare modo per quanto concerne il matrimonio e la genitorialità, che correlano
un prolungamento della coabitazione dei giovani con la famiglia d’origine, che è in linea con prolungamento del
percorso di studi.
In linea di massima però autori hanno identificato 3 MODELLI DI TRANSAZIONE diversi in base al paese di provenienza:
1. MODELLO NORDICO = vi è un periodo di transazione lungo che intercorre tra l’uscita dalla propria casa e l’inizio di
una propria famiglia (21-26 anni) e in media il primo matrimonio avviene dopo 6-8 anni
2. MODELLO BRITANNICO = caratterizzato da una separazione prematura con la famiglia e un matrimonio precoce,
ma viene posticipata la scelta di diventare genitori
3. MODELLO MEDITERRANEO = la partenza definitiva coincide con il matrimonio o lavoro stabile (20-30 anni)
In Italia abbiamo la cosiddetta “delay syndrome” = caratterizzata da un prolungamento degli studi; elevati livelli di
disoccupazione; tendenza a rimanere in famiglia fino ai 29 anni; posticipo del matrimonio e genitorialità (dopo i 30) e
anche un modello culturale che da più importanza alle relazioni familiari (questo scoraggia il desiderio di autonomia).

Nella fase del GIOVANE ADULTO il giovane va verso l’autonomia dalla propria famiglia. Corrisponde alla fase del “NIDO
VUOTO”: in questa fase la coppia genitoriale rinnova il legame coniugale, riconosce l’autonomia del figlio e procede
con il sostenerlo in questo percorso di vita; in questa fase quindi i legami familiari diventano simmetrici e il giovane si
identifica anche come colui che può restituire le cure oltre che riceverle. Il figlio recupera spazio emotivo e mentale
per i nuovi investimenti affettivi all’interno di una rete familiare sicura ed inizia anche la potenziale ricerca del partner.
SE’ PERO’: i genitori non supportano il processo di autonomia e differenziazione del figlio, questo rimane ancora
all’immagine si sé come figlio anziché iniziare a pensarsi come adulto che può oltre che ricevere, anche fornire le cure
in una futura relazione di coppia.

IDENTITA’

IDENTITÀ (secondo Erickson) = costrutto dinamico e multidimensionale dinamico che si caratterizza di continui
cambiamenti che avvengono lungo l'intero arco di vita. Identità come costrutto intrapersonale e interpersonale → È
costituito dalla sensazione che ciascuno prova di essere sempre la stessa persona nel corso del tempo (coerenza) e al
tempo stesso di essere riconosciuto dagli altri.
L’identità è dunque data dall’essere in grado di riconoscere sé stessi ed essere riconosciuti dagli altri, caratterizzata da
continui cambiamenti durante tutto l’arco di vita.
Erickson parla anche di CONFLITTO TRA IDENTITA’ E DIFFUSIONE DI IDENTITA’ = Solo quando si è raggiunta l’identità ci
si può impegnare in scelte di vita rilevanti. Questa ricerca di una identità non termina con l’adolescenza ma resta in
continua revisione perché deve integrare delle informazioni che possono essere sempre nuove.

Secondo il MODELLO IDENTITARIO DI MARCIA l’identità si raggiunge attraverso 2 azioni:


1. ESPLORAZIONE = ricerca attiva delle possibili alternative identitarie e valutazione di quelle più adatte a noi
2. ASSUNZIONE DI IMPEGNI = decisione di aderire ad un certo insieme di obiettivi, valori e credenze
> Identità diffusa quando→ no impegno, no
esplorazione. (esempio: i giovani che non studiano,
non lavorano, non esplorano).
> Moratoria→ una persona che, ad esempio, cambia
continuamente lavoro e deve ogni volta adattarsi ai
cambiamenti, non potendo dunque rielaborare la
propria identità.

Gli studi di Marcia su questi stadi identitari hanno evidenziato correlazioni positive con altre dimensioni del benessere:
• Raggiungimento di identità è associato con: avanzate capacità di relazioni intime, flessibilità cognitiva e resistenza
a manipolazione dell’autostima
• Moratoria è associata a sensibilità e ansia, a giudizio morale e relazioni familiari ambivalenti
• Blocco identità associato con valori autoritari e relazioni familiari molto intime
• Diffusione associato con apatia a scuola e relazioni familiari distanziate

➔ Quello che è importante è l’individuazione dello stato in cui la persona si trova, e lo si può fare attraverso il
racconto narrativo autobiografico, la NARRATIVE IDENTITY = è la storia internalizzata che la persona costruisce per
dare un senso alla sua vita.
La transazione all’età adulta è un contesto ottimale per la narrative identity per integrare molte esperienze.
Bruner sostiene che attraverso la narrazione dei personali eventi di vita, l'individuo tenta di dare a essi organizzazione,
interpretazione e significato al fine di ricercare un senso di continuità tra gli eventi. La narrazione si configura come
uno strumento attraverso il quale costruire e conoscere il sè e il mondo → Si basa sul pensiero narrativo.
La narrazione permette di raccontare eventi di vita sotto forma di racconti, storie che fungono da modelli interpretativi
delle azioni sociali. Narrazione come strumento metodologico risulta particolarmente utile per approfondire le
tematiche identitarie poiché nelle narrazioni vi sono processi di costruzione e di interpretazione del sé.
Si usa la DOMANDA GENERATIVA: “se la mia vita fosse un romanzo vi racconterei i principali capitoli”
I TURNING POINTS sarebbero quegli eventi
importanti della vita che portano ad una
rielaborazione del proprio ruolo (matrimonio,
figlio ecc). Nel momento in cui si possono
considerare le descrizioni narrative della propria
vita, si possono identificare anche quelle che sono
delle linee comuni a determinate narrazioni sia
per le tematiche che per i punti di svolta.

McAdams propose delle interpretazioni e


codifiche degli account narrativi, Questa intervista
viene utilizzata sia per valutare lo stile
interpretativo, sia per il contenuto, cioè per
valutare come certe persone che hanno vissuto
un’esperienza la raccontano. →

COPPIA E GENITORIALITA’

Una delle principali fasi per l’evoluzione della famiglia è la fase del giovane adulto, se questo percorso avviene
correttamente e vi è la spinta all’autonomia il soggetto può intraprendere la ricerca del partner ed è qui che vediamo
la dinamica di coppia.

LA FASE DELLA COPPIA


È l’unione di due persone, fondata sull’amore romantico, sulla parità dei sessi e sulla fiducia reciproca. Essa avviene
attraverso 2 fasi:
1. INNAMORAMENTO = scelta del partner inconsapevole
2. IMPEGNO = scelta consapevole del partner

Su questo vi è la costruzione di un LEGAME AMOROSO = conduce ad una graduale attribuzione delle funzioni di
cura e protezione dalla famiglia al partner. Progressivamente il/la compagno/a sarà riconosciuto come una base sicura
a cui affidare la propria sicurezza emotiva e affettiva. Il primo obiettivo per la costituzione della famiglia è la
costruzione dell’IDENTITÀ DI COPPIA → avviene in seguito alla scelta consapevole del partner; sottende diversi compiti
di sviluppo e la definizione dei confini con le famiglie di origine e la comunità.

Cosa deve fare la coppia? Con la famiglia di origine deve integrare le proprie storie familiari, stabilire dei confini e
costruire un legame tra le due famiglie d’origine e definire dei confini tra la coppia e la realtà sociale. → se tutto
questo funziona la coppia diventa una relazione di attaccamento in cui i due partner imparano a stare insieme, pur
essendo distinti l’uno dall’altro. Successivamente può nascere un DESIDERIO DI GENITORIALITA’, soprattutto nel
momento in cui il legame viene vissuto come stabile, sicuro e duraturo.
GENITORIALITA’

Quando si parla di genitorialità si distinguono 2 aspetti diversi:


1. DESIDERIO DI AVERE UN FIGLIO = desiderio di occuparsi di un altro, non è legato esclusivamente alla gravidanza, si
può infatti realizzare anche attraverso l’adozione o l’affidamento
2. DESIDERIO DI ESSERE GENITORI = Bisogno narcisistico di provare che Il proprio corpo funziona come quello della
propria madre. È espressione di auto conferma, approvazione, di affermazione di un’entità sociale positiva ai
membri della coppia.

Cosa succede nella mente dei genitori che porta allo sviluppo della genitorialità?
La maggior parte degli studi riguardo questa transizione riguarda lo sviluppo dell’identità materna e della relazione
madre-bambino; successivamente, è stato inserito anche il padre.

Utilizzando la cornice teorica dell’attaccamento:


• Attaccamento prenatale: la misura con cui la donna manifesta comportamenti che rappresentano interazione e
coinvolgimento affettivo verso il bambino che attende
• Attaccamento: si ritiene essenziale per la salute mentale, che l’infante e il bambino sperimentino un rapporto
caldo, intimo, ininterrotto con la madre o sostituto in modo da trovare soddisfazione e godimento.

➔ I comportamenti sono definiti sia dall’azione e interazioni, che dai pensieri e fantasie.

COSA SUCCEDE ALLA MADRE

Per la madre è fondamentale sviluppare oltre alla gravidanza fisiologica una “GRAVIDANZA PSICOLOGICA” ovvero la
creazione di uno SPAZIO MENTALE in cui la donna possa pensare e tenere nella mente il bimbo che verrà: questo
periodo inizia ancor prima del concepimento, quando la gravidanza è cercata e attesa → questo spazio potrebbe
trovarsi nel mondo fantasmatico condiviso, nel punto di intersezione degli psichismi individuali: è lì che inizia la venuta
al mondo del bambino, dall’unione psichica. Si parla di REVERIE MATERNA
È inoltre fondamentale che nella mamma si formi una PREOCCUPAZIONE MATERNA PRIMARIA

La “futura mamma” è una fase di transizione, tanto più efficace è stata questa transazione tanto più lo sarà anche la
rappresentazione di sé stessa come nuova madre. Si ha quindi questa doppia identificazione (donna-mamma) che
permette di capire i bisogni del bimbo. Stern definisce questa organizzazione mentale ASSETTO MATERNO = una
speciale organizzazione mentale che accompagna la maternità e che apparterrà poi anche in seguito alla donna
stabilmente.
• Durante il periodo della gestazione inizia la “nascita della madre”, cioè della donna come madre.
• Si parla di crisi maturativa dove avviene una riorganizzazione della propria identità di donna
• Fondamentale nel processo di separazione individuazione nei confronti della propria madre, in cui vengono
vissuti conflitti nella relazione con la propria madre
• Doppia identificazione in chi accudisce e in chi viene accudito

Abbiamo 2 prototipi di struttura materna:


1. MADRE FACILITANTE = vive la maternità come esperienza conclusiva della sua identità femminile, si lascia
arricchire da quanto sta vivendo e ha una buona identificazione con la propria madre
2. MADRE REGOLATRICE = vive la gravidanza come un passaggio obbligatorio, trova disturbanti le modifiche
corporee, cerca di evitare inconsciamente la regressione come pure l’esperienza mentale con il bambino che viene
sentito come intruso

COSA SUCCEDE AI PADRI

Lo studio del ruolo del padre nella gravidanza è più recente. È stato visto che alcuni uomini sono impazienti di sposarsi
per avere un bambino; tendono ad identificarsi con la donna durante la gravidanza e parto; competono con la donna
per quanto riguarda le cure del bambino (il alcuni uomini può nascere un’invidia nei confronti della donna per la loro
capacità riproduttiva). Il desiderio di figlio si traduce anche come amore per la compagna e come responsabilità verso
il figlio nel ruolo di padre.
Ci sono poi una serie di difficoltà per i padri in attesa:
1. sentimenti di irrealtà derivanti dalla mancanza di una prova tangibile dell’esistenza del bambino
2. Cambiamenti nella coppia durante la gravidanza: la relazione è percepita come squilibrata e ciò si traduce spesso
in aspettative divergenti circa la relazione stessa e l'emergere di bisogni discrepanti; inoltre, la diade deve
modificarsi per accogliere il figlio, che implica la metamorfosi in una triade (madre-padre-bambino)
3. Difficoltà connessi con la formazione dell'identità genitoriale: durante la gravidanza il futuro padre deve
riorganizzare il proprio Sé rielaborando le proprie rappresentazioni mentali e ampliando la propria identità
personale e coniugale a quella genitoriale
4. Possono vivere sentimenti di ambivalenza: si sentono esclusi dalla nascita del figlio; vivono un sentimento di
perdita del proprio rapporto con la compagna; possono avere sentimenti di gelosia verso il figlio, vissuto come
rivale; allontanamento dalla coppia.

Anche l’uomo deve riuscire ad elaborare una PREOCCUPAZIONE PATERNA PRIMARIA = Capacità di prendersi cura,
prima della compagna (nel periodo della gravidanza) e dopo del figlio (con il parto) →FUNZIONE DI reverie paterna
attraverso la ricerca di un rapporto diretto con il bimbo, cominciando dal tentativo di stabilire un dialogo comunicativo
in gravidanza “attraverso la pancia” della propria compagna. Tutto questo è facilitato dalla capacità di identificarsi nel
proprio padre e di diventare al tempo stesso padre a sua volta.

Anche in questo caso possiamo avere due stili paterni:


1. PADRE PARTECIPE O ESTROVERSO = coinvolto attivamente durante la gravidanza, vede la gestazione come periodo
per prepararsi in modo conscio alla futura paternità. Rivive l’identificazione infantile con la propria madre; è in
grado di essere tenero e affettuoso senza sentire minacciata la sua virilità, anzi vorrebbe vivere la gravidanza in
prima persona
2. PADRE SPETTATORE/RINUNCIATIVO = poco coinvolto durante la gravidanza, vede la gestazione come un affare
esclusivo della donna. Si sente minacciato dal riaffiorare dell’identificazione femminile con la propria madre e
perciò non riesce a gestire i suoi sbalzi d’umore, non si immagina come padre e ha difficoltà a fantasticare sul
proprio rapporto genitore-figlio quando il bambino sarà grande

FASI DELLA GESTAZIONE

1. I TRIMESTRE
È quella fase caratterizzata da: fusione; crisi dell’identità psichica dovuta a una crisi dell’unità dello schema corporeo;
sentimenti ambivalenti e adattamento impegnativo; tendenze regressive, rielaborazione dei propri conflitti rispetto
alla figura materna; sintomi psicosomatici (nausea, ipersonnia).

Cosa accade nei padri? Alla notizia della gravidanza alcuni uomini reagiscono con preoccupazione e ansia, legate: sia
alla salute della partner che alle aspettative che percepiscono e alle responsabilità che devono assumersi
Vi è un conflitto interno e sentimenti ambivalenti: alcuni uomini entrano nel periodo della gravidanza con determinate
aspettative su come dovrebbero sentirsi e cosa dovrebbero pensare. Aspettative influenzate o da una propria idea
della gravidanza, oppure dal contesto socioculturale → Se non trovano corrispondenza tra il pensare e il sentire, alcuni
futuri padri entrano in uno stato di dissonanza emotiva, con difficoltà ad essere supportivi per la compagna e a creare
un legame affettivo con il feto

2. II TRIMESTRE
In questa fase vi è la percezione dei movimenti fetali; inizia la differenziazione di sé dal bambino → il feto in questo
periodo e percepito come un'entità autonoma e progressivamente differenziata dal proprio sé, e di conseguenza
suscita nella donna ansie di perdita. Con l'aumentare della percezione dei movimenti fetali, l'attenzione della donna
si trova ad essere divisa tra le esigenze del mondo esterno e le richieste dall’interno, e comincia ad attribuire al
bambino alcune caratteristiche specifiche come: risposta a gesti e stati d'animo (favorisce l'instaurarsi di un
primo rapporto); preferenze del bambino; temperamento del bambino. Studi più recenti hanno considerato l'avvio
delle rappresentazioni del bambino a partire dall'ecografia. La mamma ha sempre più uno spazio mentale rivolto verso
il bambino.

Cosa accade ai padri? Ai cambiamenti fisici della partner possono, talvolta, corrispondere sensazioni di malessere
fisico anche nel futuro padre (somatizzazioni). Emergono le prove dell'esistenza quotidiana del bambino (movimenti
del feto, crescita della pancia). Sono dati oggettivi che permettono un radicale cambiamento della relazione padre-
bambino (aumentano il coinvolgimento paterno). D’altra parte, la presenza del bambino può far emergere gelosie e
rivalità e possibile aumento di umore depresso dei padri (esperienza della gravidanza per gli uomini è strettamente
legata ai dati oggettivi e al cambiamento corporeo delle compagne)

3. III TRIMESTRE
È la fase della separazione; vi è la preparazione all’incontro con il bambino. Nasce l’identità materna e la
rappresentazione di sé come madre: a partire da dati oggettivi; in relazione al partner; in relazione al rapporto con la
propria madre. Delle volte però emergono poche fantasie relative all'essere madre e esprimono idee stereotipate
relative alla maternità

Cosa accade nei padri? Avviene la ridefinizione di Sé come PADRE: assunzione dell'identità paterna; rivalutazione dei
valori e delle abitudini (uomini tendono a smettere alcuni comportamenti negativi; tendono ad più presenti in casa per
supportare la partner e vivere pienamente il legame istaurato con i nascituro); riflessioni sul comportamento e sul
legame avuto con il proprio padre (assumerlo come «modello» o decidere per uno stile genitoriale completamente
differente); più proiettato dopo la nascita. In altri casi resta più in disparte, ha difficoltà a lasciarsi andare con la moglie,
funge da supporto e vede il rapporto col bambino tramite moglie anche dopo.

4. PARTO E NASCITA
Si accompagna a emozioni ambivalenti (paura per dolore-gioia per il bambino). Queste emozioni influenzano il modo
in cui le donne si preparano per affrontare il parto; le scelte compiute durante la gravidanza e il parto e l’andamento
del parto stesso → queste modalità di preparazione al parto incidono sull’andamento e sulla salute del bambino.
L’evento parto della prima gravidanza segna il passaggio alla GENITORIALITA’ = Con il parto si sancisce la nascita del
bambino ma anche la nascita dei genitori, anche se il percorso per diventare genitori inizia ancor prima della nascita.

Cosa accade nei padri? Il parto può essere vissuto con sentimenti ambivalenti che può indicare maggiore
coinvolgimento verso la partner e il bambino, timore di essere escluso. La scelta di assistere, o meno, al momento del
parto della partner può dipendere da diversi fattori: a compagna decide di volere, o meno, il supporto del partner o
il partner non se la sente di assistere. Alcuni padri sì sentono soli, soprattutto in occasione del parto, durante il
quale aumenta la percezione della propria impotenza (molti padri si trovano ad essere spettatori esterni)

COGENITORIALITA’-COPARENTING

Riguarda la qualità delle relazioni educative che i genitori intrattengono con i loro figli e in particolare concerne le
modalità con cui i componenti della coppia genitoriale coordinano il proprio stile educativo e gestiscono il conflitto, al
fine di mantenere un contesto familiare sano per la crescita del figlio. Una delle maggiori sfide è quella di far evolvere
la relazione di coppia, che ora deve includere anche una componente di genitorialità. La coppia coniugale può
interrompersi ma la coppia genitoriale no. È una fase molto importante, è quindi fondamentale considerare il modo in
cui si sviluppa. In questa fase vi è
• Riconoscimento di sé e del proprio partner come genitori
• Opportunità di rinegoziare i ruoli

È un periodo molto difficile per la DONNA, il parto porta ad una serie di cambiamenti ormonali che portano ad un
peggioramento del tono dell’umore, abbiamo:
• Le angosce di perdita: perde la propria identità, identificazione ➔ Tutto questo può portare a:
simbiotica con il bambino. Si ha la perdita del bambino - Svalutazione di sé
fantasmatico. - Autoimmagine insicura e dipendente
• Paura di separazione e perdita del bambino - Isolamento sociale
• Paura di distruzione del sé - Carenza di supporto sociale
• Può sentirsi insufficiente all’accudimento del bambino o può - Cambiamenti del proprio corpo
sentire il bambino troppo esigente e vorace, che la consuma

Questi sentimenti possono far insorgere uno stato di malessere chiamato MATERNITY BLUES = si manifesta 2-3 giorni
dopo il parto ed è caratterizzata da deflessione dell’umore lieve, sentimenti di inadeguatezza, ansia, insonnia. Questa
condizione può risolversi o dar luogo alla DEPRESSIONE PERINATALE MATERNA = Dalla gravidanza a 1 mese dopo parto.
Rimanda a problematiche prevalentemente relazionali ed al problema della separazione del figlio da sé, avvertito
come momento non solo di gioia ma anche di lutto. Con la nascita la madre può constatare che il suo bimbo è
normale, sta bene, ma che è completamente dipendente dalle sue cure. Insieme al senso di responsabilità si manifesta
la preoccupazione; subentra la paura di essere “risucchiata” dal bambino. Sembra che la donna non sia in grado di
prendersi cura del bambino. La sintomatologia depressiva si presenta con: agitazione, senso di colpa e di
inadeguatezza nel ruolo di madre, irritabilità, calo dell'appetito, frequenti crisi di pianto, stanchezza, sentimenti negativi
nei confronti del neonato, disturbi del sonno, tendenza a isolarsi.

Questa condizione si può manifestarsi anche nei PADRI (10%). È Più difficile da diagnosticare perché è un quadro più
sfaccettato e può presentarsi con altre sintomatologie oltre che alla depressione e sembra essere collegata alla
depressione materna. Oltre al quadro clinico molto diverso, i problemi sono anche dovuti dal fatto che i futuri padri
tendono a non fare uso dei servizi di salute mentale durante questo periodo e la presenza di un gap tra servizi per
madre e servizi per padre.

STRUMENTI CHE SI UTILIZZANO IN QUESTA FASE DI VITA

COLLOQUIO = Sempre meglio con la coppia di genitori. Il colloquio ci permette di:


• Preparare i genitori alla gravidanza e al loro ruolo
• Relazione col bambino in gravidanza
• Capire come si immaginano il bambino
• Comprendere le relazioni tra loro e con gli altri membri della famiglia di origine e dell'ambiente sociale
• Capire come si immaginano nelle prime fasi dell’accudimento, sull’alimentazione, sui ritmi da dare al bambino
(genitori immaginari)
• Comprendere le emozioni dei genitori dopo la nascita del bambino
• Preparare all’incontro col bambino reale
• Analizzare il legame di attaccamento
• Promuovere la relazione genitore-bambino dopo il parto

INTERVISTA PER LE RAPPRESENTAZIONI MATERNE E PATERNE IN GRAVIDANZA (IRMAG E IRPAG)

Cosa si intende per rappresentazione? Ci si rifà al concetto di STERN = parla di «Costellazione materna» la nuova
organizzazione mentale che si crea nella madre fin all’inizio della gravidanza e sagnala la nascita di una nuova identità
determinando una nuova serie di azioni, sensibilità fantasie paure e desideri che costituiscono la linea dominante della
vita psichica della donna. La «costellazione materna» riguarda tre aspetti strettamente collega:
1) Il rapporto della madre con sua madre
2) Il rapporto della donna con se stessa in quanto madre
3) Il rapporto con il bambino
Fa riferimento ad uno schema di “essere con” una persona.

➔ Gemelli Fred e Mark: gran parte degli aspetti positivi vengono proiettati su un gemello, mentre alcuni aspetti
negativi vengono proiettati sull’altro (cosa comune). Ma questa normale tendenza alla scissione era stata
amplificata dal conflitto genitoriale, l’ostilità della madre verso il padre veniva priettata sui gemelli. Il risultato è
che la madre vede Mark come il suo bambino, che le assomiglia e Fred come il bambino di suo padre. E quindi il
rapporto con Mark era più facile e con Fred più turbolento. La rappresentazione mentale dell’interazione tra
madre e figlio guida i comportamenti dell’interazione stessa. È qualcosa che viene prima dei comportamenti che
poi saranno messi in atto. → Quindi capire la modalità con cui durante la gravidanza si vanno a formare le
rappresentazioni è importantissimo, perché queste sono predittive del tipo di interazioni e cure che si andranno a
creare con il bambino dopo la nascita.

LE RAPPRESENTAZIONI IN GRAVIDANZA = sono organizzare attraverso una struttura narrativa specifica e possono
fornire indici sensibili della modalità con cui la donna affronta la gravidanza, grazie ad esse vi è la possibilità di
prevedere la qualità della relazione madre-bambino attraverso le caratteristiche delle rappresentazioni in gravidanza.
Ricordiamo infatti che durante la gravidanza avviene una ristrutturazione delle rappresentazioni di sé e anche l’uomo
si trova ad affrontare questa rielaborazione dell’immagine di sé come genitore.

QUESTE RAPPRESENTAZIONI SI POSSONO STUDIARE ATTRAVERSO L’IRMAG E IRPAG = intervista semi strutturata
utilizzata per cogliere in profondità le rappresentazioni materne e paterne. È composta da 41 domande e dura circa 1
ora. Viene somministrata durante il 7 mese di gravidanza. Può essere analizzata sia da un punto di vista dei
CONTENUTI (relativi ai vissuti che caratterizzano questa fase di vita) sia rispetto alla STRUTTURA NARRATIVA.
Contenuti, aree di indagine Struttura della narrazione
• Desiderio di maternità nella storia personale e della coppia. Dimensioni utilizzate per studiare il
• Emozioni personali, di coppia e familiari alla notizia della modello narrativo:
gravidanza. 1. Ricchezza delle percezioni
• Emozioni e cambiamenti nel corso della gravidanza nella vita 2. Apertura al cambiamento e flessibilità
personale, di coppia e nel rapporto con la propria madre. 3. Intensità dell’investimento
• Percezioni, emozioni e fantasie relative al bambino interno. 4. Coerenza
• Aspettative future riguardanti le caratteristiche di sé come madre 5. Differenziazione
e le caratteristiche del bambino. 6. Dipendenza sociale
• Prospettica storica della madre, riguardante il proprio ruolo 7. Dominanza delle fantasie
attuale e passato di figlia.

SCHEMA DI CODIFICA =abbiamo due gruppi, ognuna ha 7 scale.

A. RAPPRESENTAZIONE DI SÉ COME MADRE

A1: RICCHEZZA - Punteggi bassi: descrizioni caratterizzate da povertà di informazioni, univocità dei punti di vista,
DELLE PERCEZIONI stereotipie, senza sufficienti connessioni con gli stati d'animo.
- Punteggi medi: descrizioni caratterizzate da una discreta quantità e precisione delle percezioni, ma
l'attenzione percettiva non concerne in modo omogeneo tutte le aree relative alla gravidanza.
- Punteggi alti: madri che descrivono l'esperienza della gravidanza in modo approfondito.
A2. APERTURA AL - Punteggi bassi: descrizioni piuttosto stereotipate e rigide. La rappresentazione di sé non appare
CAMBIAMENTO E modificata dalla gravidanza, né compaiono segnali di apertura relativi alla futura maternità.
FLESSIBILITÀ DELLA - Punteggi medi: descrizioni in cui si evince un discreto livello di flessibilità anche se esso non è
RAPPRESENTAZIONE omogeneo in tutte le aree.
DI - Punteggi alti: si evidenzia un attivo processo di scoperta, di attenzione e di insight verso le
SE COME MADRE modificazioni di sé e della propria vita legate alla gravidanza e alla futura maternità.
A.3. INTENSITÀ - Punteggi bassi: descrizioni in cui si evidenzia la mancanza o la scarsità di coinvolgimento rispetto
DELL'INVESTIMENTO alla gravidanza.
- Punteggi intermedi: discreto coinvolgimento psicologico
- Punteggi alti: madri che appaiono notevolmente coinvolte dalla gravidanza, ma questa esperienza
non assorbe tutto il loro campo affettivo e relazionale.
- punteggi molto alti: descrizioni in cui emergono toni emotivi estremi, la donna appare totalmente
assorbita dalla gravidanza
A.4. COERENZA DEL - Punteggi bassi: descrizioni confuse, vaghe, non pertinenti, contraddittorie o bizzarre.
RACCONTO - Punteggi intermedi: descrizioni abbastanza chiare, articolate e plausibili, in cui possono rilevarsi
alcuni indici di incoerenza intorno a temi specifici.
- Punteggi alti: discorsi estremamente fluidi e articolati, supportati da esempi pertinenti.
A.5. - Punteggi bassi: nel caso in cui la consapevolezza personale della scelta della gravidanza sia assente
DIFFERENZIAZIONE o scarsa, così come la capacità di iscriverla nella propria storia.
DELLA - Punteggi intermedi: la donna sembra poter integrare la gravidanza nella sua storia personale, ma
RAPPRESENTAZIONE con una certa mancanza di autonomia
DI SÉ - Punteggi alti: si evidenzia una chiara consapevolezza nella scelta e nel modo di affrontare la realtà.
La donna accetta il sostegno della famiglia ma trasmette il senso della propria autonomia.
A.6. DIPENDENZA - Bassi punteggi: i modelli sociali e le opinioni degli altri influenzano poco il modo in cui la donna si
SOCIALE rappresenta.
- Punteggi intermedi: si fa riferimento a credenze, opinioni altrui e giudizi rispetto ai quali la donna
contrappone la propria posizione personale o cerca una conciliazione con il proprio punto di vista.
- Alti punteggi: denotano un certo grado di conformismo, di piattezza emotiva e di subordinazione ai
giudizi altrui rispetto alla decisione di essere madre.
A.7. EMERGENZA - Bassi punteggi: la rappresentazione della gravidanza è ancorata a elementi concreti e realistici
DELLE FANTASIE senza lasciare spazio ad aspetti immaginari
- Punteggi intermedi: denotano l'emergere di fantasie in risposta agli item che ne stimolano
l'emergenza, per lo più riferite ad aree particolari
- Alti punteggi: se emerge nel corso dell'intervista una notevole quantità di fantasie, senza però
connotare in senso irrealistico la rappresentazione della gravidanza e della maternità.
- Punteggi molto alti: ricorso reiterato e coatto delle fantasie, tanto da conferire alla
rappresentazione della gravidanza e della maternità un carattere apertamente irrealistico.
B. RAPPRESENTAZIONE DEL BAMBINO

B.1. RICCHEZZA - Punteggi bassi: difficoltà a percepire e a mettere a fuoco le caratteristiche e il comportamento del
DELLE PERCEZIONI bambino.
- Punteggi medi: denotano un discreto orientamento percettivo verso il feto con descrizioni non
molto dettagliate o precise solo in certi ambiti.
- Punteggi alti: madri che descrivono l’esperienza percettiva del feto in modo ricco
B.2. APERTURA AL - Punteggi bassi: descrizioni piuttosto povere e rigide del feto
CAMBIAMENTO E - Punteggi medi: descrizioni in cui si evince un discreto livello di flessibilità e di apertura
FLESSIBILITÀ - Punteggi alti: si avverte un attivo processo di scoperta, di attenzione e di insight verso il bambino.
Inoltre, gli stimoli forniti dall'intervista sono accolti come occasione di ulteriore riflessione sul
bambino.
B.3. INTENSITÀ - Bassi punteggi: mancanza o la scarsità di coinvolgimento emotivo quando parla del bambino.
DELL'INVESTIMENTO - Punteggi intermedi: descrizioni in cui la madre riferisce un discreto coinvolgimento psicologico
- Alti punteggi: madri che appaiono notevolmente coinvolte dalla gravidanza, ma questa esperienza
non assorbe tutto il loro campo affettivo e relazionale.
- Punteggi molto alti: denotano invece descrizione in cui emergono toni emotivi estremi e/o in cui la
donna appare totalmente assorbita dalla gravidanza al punto da disinvestire altri aspetti di sé e della
sua vita.
B.4. COERENZA - Punteggi bassi: descrizioni confuse, vaghe, non pertinenti, contraddittorie o bizzarre.
- Punteggi intermedi: descrizioni abbastanza chiare, articolate e plausibili, in cui possono rilevarsi
alcuni indici di incoerenza intorno a temi specifici.
- Punteggi alti: nel caso di discorsi estremamente fluidi e articolati, supportati da esempi pertinenti.
B.5. - Punteggi bassi: nel caso di segnali di differenziazione dal feto, o dal bambino futuro assenti o poco
DIFFERENZIAZIONE definiti. L'immagine del bambino appare indeterminata, confusa, generica.
DELLA - Punteggi intermedi: nel caso in cui dalle descrizioni materne emerge un'immagine abbastanza
RAPPRESENTAZIONE delineata del bambino sia in gravidanza sia dopo la nascita
DEL BAMBINO - Punteggi alti: la madre riconosce i segnali di differenziazione del bambino già presenti in gravidanza
e ha predisposto l'ambito di accoglimento del nascituro, a cui vengono riconosciuti attributi e
bisogni specifici.
B.6. DIPENDENZA - Bassi punteggi: i modelli sociali e le opinioni degli altri influenzano poco il modo in cui la donna si
SOCIALE rappresenta il bambino.
- Punteggi intermedi: interviste in cui si fa riferimento a credenze, opinioni altrui e giudizi rispetto ai
quali la donna contrappone la propria posizione personale
- Alti punteggi: denotano un certo grado di conformismo, di piattezza emotiva e di subordinazione ai
giudizi altrui rispetto alla decisione di essere madre.
A.7. EMERGENZA - Bassi punteggi: la rappresentazione del bambino è ancorata a elementi concreti e realistici senza
DELLE FANTASIE lasciare spazio ad aspetti immaginari.
- Punteggi intermedi: denotano l'emergere di fantasie in risposta agli item che ne stimolano
l'emergenza, per lo più riferite ad aree particolari (per es. nascita, sesso)
- Alti punteggi: se emerge nel corso dell'intervista una notevole quantità di fantasie, senza però
connotare in senso irrealistico la rappresentazione del bambino.
- Punteggi molto alti: si riscontrano in presenza di un ricorso reiterato e coatto a fantasie da parte
della madre, tanto da conferire alla rappresentazione del bambino un carattere apertamente
irrealistico.

Perché tutto questo è importante? Perché le rappresentazioni sono importanti?


Sembrano predire la qualità di cure che la donna darà al bambino, non tanto in termini di contenuto quanto piuttosto
rispetto lo stato della mente rispetto alla gravidanza. Donne che si lasciano più andare alla gravidanza, più sensibili agli
stimoli del bambino, che riescono bene a differenziarlo. Probabilmente dopo il parto saranno più sensibili ai bisogni
del bambino e avranno uno stile interattivo più integrato

2 INDAGINI IN CUI E’ STATA UTILIZZATA QUESTA INTERVISTA

1. VALUTAZIONE DI COME AVVIENE LA TRANSIZIONE ALLA GENITORIALITA’ IN COPPIE INFERITI


Di solito si parla di infertilità quando la coppia non riesce ad avere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e
non protetti. Le coppie che non riescono ad avere figli hanno un livello di stress molto elevato e questo si manifesta a
livelli diversi: livello fisico; livello emotivo (va a intaccare l’identità di donna e uomo, provocando anche senso di
colpa); cognitivo e comportamentale (tutto vissuto in funzione della sessualità); sociale (ritiro sociale, difficoltà a
relazionarsi con altre donne incinta o coppie con figli) e relazionale (il problema diventa il fulcro della comunicazione o
si cerca di non parlarne proprio).

Lo stress solitamente aumenta la difficoltà di avere figli. Nel momento in cui comincia la PMA più̀ aumenta lo stress
minore è la risposta biologica al trattamento, con conseguente riduzione della percentuale di gravidanza → per
questo si cerca di fare interventi per ridurre i livelli di stress.

Analizzando il vissuto delle coppie infertili da un punto di vista di storia e narrativo emergono delle fasi:

1) Prima fase: fase del dubbio, che si manifesta prima di arrivare al centro.
2) Sentenza: la diagnosi. Momento di crisi, sorpresa, rifiuto
3) Battaglia: ricerca di un figlio, che diventa spesso ossessione

Dalla ricerca emerge che: pur essendoci degli elementi comuni quali vissuto dell’infertilità, diagnosi di infertilità etc e
quindi una storia di battaglia che però alla fine viene vinta e si arriva alla gravidanza, la gravidanza raggiunta sembra
dare la conferma che si è arrivati allo scopo, quindi viene vissuta come gravidanza naturale per gli uomini, mentre per
le donne rimane il senso della responsabilità di portarla avanti e quindi fanno molta più fatica a lasciarsi andare alla
gravidanza, a crederci e quindi anche tutto il percorso del legame con il bambino, sentire i movimenti, lasciarsi andare,
tendenzialmente è più rallentato.

La rappresentazione di sé come genitore è più ancorata a dati oggettivi che ad un vissuto emotivo. Rispetto agli
uomini le donne tendono a non crederci fino in fondo, quindi tendono ad avere delle rappresentazioni più ristrette,
mantenendo più controllo, lasciandosi meno andare alle emozioni.

2. CASO IN CUI È STATO FATTO UN COLLOQUIO CON UNA DONNA CHE ERA ALLA TERZA GRAVIDANZA DOPO LA
PRIMA NELLA QUALE AVEVA AVUTO UN FIGLIO E LA SECONDA IN CUI AVEVA DOVUTO INTERROMPERE LA
GRAVIDANZA PER ANOMALIA CROMOSOMICA.

Nello screening era venuto fuori che lei aveva riportato come un evento traumatico l’interruzione della precedente
gravidanza. In questa terza gravidanza era emersa un’anomalia cromosomica ma con un profilo più lieve del
precedente. La mamma riportava una buona relazione di coppia, buon supporto, buon legame con il figlio. L’immagine
del bambino che aspettava sembrava abbastanza differenziata e la donna si preparava a diventare genitore con ansia,
con uno strascico dato dalla precedente gravidanza. Anche per il marito l’interruzione è stata traumatica; aveva
un’immagine poco differenziata del bambino (lo vuole come il primo figlio)

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