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ipotesi già formate in base ad un quadro teorico di partenza per poi verificare tali ipotesi nell’ambiente
naturale di vita del bambino, ed eventualmente modificare alcune variabili. E’ un’osservazione
SISTEMATICA perché guidata da uno specifico obiettivo conoscitivo e CONTINUATIVA NEL TEMPO.
L’OSSERVAZIONE SPERIMENTALE invece parte dall’osservazione per poi formulare ipotesi che
andranno poi verificate. Se l’ipotesi è verificata si formula una conclusione, altrimenti si propongono nuove
ipotesi.
OSSERVAZIONE DIRETTA E INDIRETTA: L’osservazione è una tecnica diretta in quanto c’è assenza di
espedienti che si frappongono tra l’osservatore e il fenomeno da studiare e i dati vengono registrati subito.
Si parla di osservazione partecipante (quando l’osservatore partecipa al fenomeno osservato diventando
parte della situazione) e distaccata quando l’osservatore occupa un ruolo esterno alla situazione. Le
tecniche indirette sono i questionari, le interviste e i colloqui, in quanto le informazioni sono fornite dal
soggetto in persona. Nell’oggetto dello studio c’è il soggetto con il suo modo di percepire la realtà.
TECNICHE APERTE E CHIUSE: Nelle tecniche aperte, l’obiettivo osservativo è amplio e i tempi osservativi
sono lunghi. Questa tecnica ha come obiettivo una raccolta dati molto amplia. Le tecniche aperte sono:
-la descrizione diaristica: metodo dei diari che consiste nel segnare per iscritto, giorno per giorno, la
successione dei comportamenti che si verificano in lunghi periodi della vita dei bambini. È caratterizzata da
continuità e viene fatta da una persona che conosce bene l’osservato
-descrizione di specimen: introdotta da una limitazione temporale, spaziale o situazionale a cosa osservare.
L’osservatore descrive sempre tutto ciò che accade con una certa continuità, seppur meno continuativa dei
diari. Attualmente si utilizzano delle videoregistrazioni e la trascrizione è più precisa permettendo una
descrizione accurata dei comportamenti. Nelle tecniche chiuse l’attenzione dell’osservatore è diretta ad un
unico bersaglio e il tempo di osservazione è ristretto. Sono:
-campionamento per evento: rilevato l’evento comportamentale che può essere amplio e delimitato
-campionamento temporale: vengono considerati aspetti selezionati del comportamento che si verificano a
distanza di tempo, brevi
-analisi unità di campo: il comportamento viene registrato entro unità temporali alle quali vengono
applicate categorie predefinite.
CHECK LIST: tra i metodi di osservazione “carta-matita”, c’è quello della check list. La check list è composta
da alcuni elenchi già impostati e preparati prima della fase osservativa. Si partirà, quindi, dal concetto di
voler osservare esattamente dei comportamenti scelti che corrispondono a quelli che un soggetto potrà
manifestare in una situazione. L’osservatore annoterà su questa lista tutti i comportamenti che si
manifesteranno facendo un segno in corrispondenza di esso stesso. La check list dovrà quindi essere
completa di tutti i comportamenti che potrebbe avere il soggetto osservato dopo un’attenta fase
preparatoria. Questi comportamenti saranno poi raggruppati in categorie e definiti in maniera descrittiva.
Le check list possono essere costruite seguendo dei parametri:
-un grado di omogeneità, dove le categorie comportamentali dovranno essere omogene tra di loro;
- un numero di categorie, inserendo categorie ben descritte e non troppo ampie, generalmente massimo 9;
-frequenza del comportamento osservato, esempio: piò sono semplici, meno tempo occorre per siglarle.
SVANI: è la sala per la valutazione dell’asilo nido adottata in Italia. Nasce negli Stati Uniti e descrive la
qualità educativa delle sezioni dell’asilo nido cogliendone i punti di forza e debolezza e migliorarli se
necessario. Per la SVANI si considerano: arredi e materiale a disposizione, l’ascolto e il parlato, le cure di
routine (benvenuto, pasti e merende), attività di apprendimento, l’interazione, l’organizzazione delle
attività e gli spazi riservati agli educatori. Per valutare la relazione bambino-educatore si può usare la
versione dell’Attachment Q-sort, proprio per l’asilo nido.
SOVASI: è la scala di osservazione e valutazione della scuola dell’infanzia, che rappresenta una scala capace
di rilevare la qualità del contesto educativo prescolare. Si analizza la sezione della scuola dell’infanzia (3-6
anni) intesa proprio come spazio fisico composto da oggetti, materiali e arredi e come spazio sociale fatto di
persone e comportamenti, interazioni e scambi. La scala valuta 7 aree: routine, arredi, esperienze
linguistiche e cognitive, attività creative, attività motorie, bisogno degli adulti e sviluppo sociale. Ad ogni
item (comportamento del bambino), si assegna un punteggio da 1 a 7. Da queste si possono valutare le
aree di forza e di debolezza che devono essere migliorate.
TECNICHE SCUOLA INGLESE E AMERICANA: La corrente inglese si caratterizza per la sua centralità
dell’indagine sulle emozioni e le sensazioni provate dal rapporto madre-bambino (diade) e dall’osservatore.
Un esponente della corrente inglese è WINNICOT, pediatra e psicoanalista il quale mette in risalto la
ricchezza del comportamento che si può osservare nella diade e come questo fornisca indicazioni sul grado
di sviluppo emozionale del bambino. La sua tecnica deve essere concentrata su 3 poli: bambino, madre ed
osservatore. (come si comporta il bambino, come reagisce la madre e come madre e bambino
interagiscono con l’osservatore). L’osservatore deve intervenire il meno possibile e il setting deve essere
prefissato e neutro. Si deve inoltre stabilire tra chi osserva e chi viene osservato un contatto emotivo, in
senso conoscitivo.
Altra esponente della corrente inglese è Ester BICK con l’I.O. La differenza con la corrente americana, è
sicuramente che quest’ultima ha un’osservazione non empatica, neutrale ed obiettiva considerando
l’osservazione come qualcosa da svolgersi in laboratorio. Un esponente è SPITZ, il quale parlava di
“depressione analitica” nel primo anno di vita, un declino psicofisico se il bambino si allontanava dalla
figura materna. Altra esponente è MAHLER, il suo metodo osservativo era rivolto alle interazioni precoci
madre bambino (2-20 mesi), introducendo: sistematicità, registrazione filmata delle interazioni e controllo
delle variabili del setting osservativo. Aveva ipotizzato che lo sviluppo del bambino avviene attraverso un
graduale processo di separazione dalla madre.
GIOCO + CODICE DI BORNSTEIN: Il gioco è utilizzato per conoscere le dinamiche del bambino in età
prescolare sviluppando le abilità cognitive. Consolida le capacità mentali, rappresenta vissuti emotivi e stati
mentali interni. Attraverso il gioco e l’esplorazione si conosce l’ambiente imparando a muoversi dentro
esso. Il gioco è esplorativo fino al raggiungimento del gioco simbolico; Alle manipolazione degli oggetti
segue un gioco funzionale (in cui l’oggetto viene usato sulla base di una funzione specifica) e poi un’attività
combinatoria (in cui il bambino è capace di mettere insieme oggetti ponendoli uno dentro l’altro). A 13
mesi il bambino mostra le prime forme di gioco simbolico, ma verso i 18-20 mesi compare il simbolismo
attraverso azioni dirette verso sé e verso gli altri (è in grado di “fare finta” con oggetti immaginari). Il
bambino mette in atto competenze esploratorie e capacità rappresentazionali. I bambini con ritardi mentali
presentano periodi più lunghi sia di esplorazione che di gioco. Il CODICE DI BORNSTEIN è un codice basato
sulla concettualizzazione dei livelli di sofisticazione del gioco, aumentando il grado di attività simbolica.
Comprende 9 livelli e analizza gli episodi di gioco. Ogni episodio viene codificato annotando il tempo di
inizio e di fine. Questo codice è utilizzato in contesto scolastico e clinico. L’ambiente di osservazione va
strutturato e il materiale non deve essere nuovo altrimenti non si stimolano azioni di gioco ma curiosità ed
esplorazione. Per questo motivo, si utilizza un set standard di giochi: palla, treno, bambola ecc…
I 9 livelli sono:
-attività unitaria funzionale: il bambino produce un unico effetto su un unico oggetto, ed è appresa
attraverso l’imitazione dei movimenti degli adulti; (lanciare la palla)
-attività combinatorie inappropriate: il bambino associa 2 azioni ma questa non è corretta dal punto di vista
funzionale; (mettere la tazza rovesciata su piattino)
-attività combinatorie appropriate: il bambino associa due azioni in modo da ottenere un buon risultato
finale (mettere la tazza sul piattino nel modo esatto)
-gioco transizionale: prime forme di simbolizzazione, imitando le azioni degli adulti (portare la tazza alla
bocca senza fare il verso di bere)
-simbolizzazione auto-diretta: prime attività di costruzione del simbolo (bere dalla tazza e fare il rumore del
bere)
-simbolizzazione diretta ad altri: gioco simbolico che coinvolge un altro partner o un altro oggetto (fare bere
dalla tazza la bambola o la mamma)
-sequenze di simbolizzazione: il bambino ha acquisito il senso del simbolo (girare il cucchiaio nella tazza e
far mangiare la bambola)
-simbolizzazione costitutiva: “far finta di” (far finta che il cucchiaio sia un telefono)
-assenza: si usa questo codice quando non se ne può applicare nessun’altro (il bambino non è impegnato
con nessun giocattolo)
-frequenza delle azioni di gioco: quantità di episodi manifestati nel corso dell’osservazione;
-durata delle azioni di gioco: tempo che il bambino passa giocando con un determinato oggetto.
FAMIGLIA DEGLI ORSI: è un materiale di gioco di tipo proiettivo che permette di sottolineare le dinamiche
relazionali all’interno della famiglia. Il materiale di questo gioco è costituito da una famiglia di orsi e 3
ambienti: soggiorno, cucina e parco giochi più dei personaggi aggiunti che sono un poliziotto, un dottore, un
coniglio e un’oca. Il bambino giocherà per 10 minuti e poi racconterà una storia. L’osservatore elaborerà
una griglia di osservazione divisa in due parti: la prima è finalizzata all’analisi del gioco, l’altra ad un’analisi
dettagliata degli elementi utilizzati. Gli elementi da considerare durante l’osservazione sono:
-l’attenzione del bambino per il materiale, in quanto il materiale potrebbe non suscitare alcun interesse da
parte del bambino;
la richiesta di condivisione con l’osservatore, il bambino potrebbe quindi chiedere all’osservatore di giocare
con lui; in questo caso l’osservatore sarà partecipe in prima persona e il bambino potrebbe attribuire a lui
un personaggio specifico. In questo caso l’osservatore comprende a quale livello è arrivata la capacità del
bambino di assumere e attribuire ruoli diversi.
-richiesta di inserire regole nel gioco, il bambino delinea linee base del gioco;
- eventuale comportamento aggressivo del bambino, il quale potrebbe ritrovarsi nei giochi di guerra;
-partecipazione emotiva del bambino, nella quale il bambino può mostrare poco interesse al gioco o al
contrario grande coinvolgimento e partecipazione.
Per analizzare questa attività ludica, l’osservatore dovrà videoregistrare e avere una apposita griglia
dettagliata. Le categorie della griglia sono:
-personaggi, calcolando quindi il numero di personaggi che compare all’interno di ogni situazione e quale è
maggiormente utilizzato;
-spazio e tempo, ovvero lo spazio e il tempo in cui il bambino decide di strutturare l’intero gioco;
-emozioni, percependo se e quali emozioni il bambino prova durante l’attività ludica, attraverso una
comunicazione verbale non verbale;
LTP: La procedura Lausanne Trilogue play è un metodo osservativo che prende in considerazione
la relazioni triangolari tra genitori e bambino e in tal caso sono coinvolti entrambi i genitori in una
situazione di gioco divisa in 4 differenti episodi:
- Un genitore interagisce col bambino e l’altro pur presente non è coinvolto;
- I genitori invertono i ruoli detti in precedenza;
- Entrambi i genitori interagiscono (relazione triangolare)
- I due genitori interagiscono tra loro, con il bambino presente.
L’obiettivo di questo gioco è la cooperazione della triade, i momenti di passaggio da una
configurazione all’altra sono chiamati transizioni. La procedura LTP prevede due versioni:
- Versione prenatale (effettuata tra il 5 e il 7 mese di gravidanza)
- Versione post natale (tra 3 e 4 mese o dal 4 anno d’età del bambino)
Tutta la procedura è videoregistrata da videocamere che riprendono i genitori e il bambino. Si
chiede ai genitori di giocare col bambino come accade quando sono a casa (dicendo e precisando
ai genitori i 4 episodi in cui il gioco deve essere diviso) e al termine si sommano i punteggi ottenuti
per ognuna delle 4 parti fino ad arrivare al punteggio finale che valuta l’alleanza familiare. Ci sono
4 tipi di alleanze familiari, 2 funzionali e 2 disfunzionali. Quelle funzionali sono cooperative (in cui
prevalgono collaborazione ed armonia o tensione); quelle disfunzionali sono collusive o disturbate.
AUTISMO
Il termine “autismo” è composto da due parole greche e indica la condizione di chi è in maniera
inusuale assorbito da sé stesso.
L’autismo è considerato la conseguenza di un complesso disordine nello sviluppo del cervello che
colpisce le funzioni del percepire, intendere, immaginare e sentire. Nei primi anni di vita è
possibile evidenziare alcune differenze nello sviluppo encefalico (insorgenza e sviluppo di geni
diversi nel soggetto autistico futuro). La sindrome è associata a problemi nella comunicazione
espressiva.
La non comprensione del mondo porta l’autistico ad innestare una serie di comportamenti di
difesa, di protezione. L’autismo sembra essere una patologia nella cui genesi e mantenimento sia
gli aspetti organici che relazionali sono intrecciati impedendo rapporti di condivisione,
collaborazione e assunzione di significati sociali. E’ necessario un intervento per costruire una
relazione basata sulla reciprocità e l’affettività avendo come obiettivo quello di facilitare
l’acquisizione di capacità funzionali che possono favorire lo sviluppo di un linguaggio e
competenze sociali.
OSSERVAZIONE DI TIPO DIAGNOSTICO ATTRAVERSO UNA SCALA DI VALUTAZIONE
(AUTISMO)
Nella diagnosi di autismo è importante 1) cogliere le differenze tra i soggetti e 2) mettere in luce gli
aspetti non colpiti dalla patologia. La diagnosi deve servire ad evidenziare quali aree funzionano e
appoggiarsi ad esse per poter recuperare quelle danneggiate.
Lo strumento è una scala a 5 punti di 15 aree funzionali. La griglia ha lo scopo di verificare le
modalità base-line del soggetto in esame, al fine di una visione d’insieme delle funzionalità delle
diverse aree che sia d’aiuto alla diagnosi. Attraverso un’apposita scheda si attribuisce un punteggio
ad ogni modalità marcata dall’osservatore. La lettura della griglia fornirà una base importante per
la valutazione delle capacità del bambino. Più il punteggio sarà alto più quella determinata area
non dovrà essere ritenuta compromessa, più il punteggio sarà basso più c’è il rischio di riscontrare
in quell’area un deficit. La compilazione della scheda ci permette di delineare accuratamente il
profilo funzionale del bambino.
DIFFERENZE:
APPROCCIO ECOLOGICO
unità comportamentali in generale (mangiare)
interesse: aspetto finale del comportamento
incoraggiano le inferenze da parte dell’osservatore su atteggiamenti ed intenzioni
descrivono la qualità delle azioni
APPROCCIO ETOLOGICO
analisi di microcomportamenti in particolare (prendere un oggetto),
interesse: valore delle azioni ai fini della sopravvivenza della specie
considerano questo procedimento non scientifico
descrivono la quantità delle azioni
RELAZIONE PADRE-BAMBINO
Il padre favorisce lo sviluppo delle competenze sociali nel gioco quindi le capacità motorie, la
capacità di riconoscere e comunicare gli affetti, senza trascurare lo sviluppo cognitivo. Nel padre
prevalgono i giochi a forte valenza corporea e sociale. I giochi con il padre sono segnati da
irregolarità e da componenti innovative e non convenzionali. Cambiano spesso attività. Il livello di
attenzione del bambino dipende dall’irregolarità che caratterizza lo stile paterno, che è per il
bambino una fonte di stimolazione aggiuntiva.
Mentre l’interazione materna si esprime attraverso il medium verbale stimolando lo sviluppo del
bambino a livello cognitivo. Nella madre vengono favorite le attività di tipo didattico caratterizzati
da costanza e continuità attraverso attività prolungate.
L’analisi dei risultati ha evidenziato da entrambi i genitori, il gioco didattico come gioco sociale
volto ad avvicinare il bambino al mondo degli oggetti ponendo la base per una loro successiva
esplorazione.