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L’OSSERVAZIONE QUASI SPERIMENTALE come quella di Piaget è un’osservazione che parte da

ipotesi già formate in base ad un quadro teorico di partenza per poi verificare tali ipotesi nell’ambiente
naturale di vita del bambino, ed eventualmente modificare alcune variabili. E’ un’osservazione
SISTEMATICA perché guidata da uno specifico obiettivo conoscitivo e CONTINUATIVA NEL TEMPO.

L’OSSERVAZIONE SPERIMENTALE invece parte dall’osservazione per poi formulare ipotesi che
andranno poi verificate. Se l’ipotesi è verificata si formula una conclusione, altrimenti si propongono nuove
ipotesi.

OPERAZIONALIZZAZIONE: termine utilizzato nel modello comportamentista, con il quale si intende


la descrizione di un comportamento in termini misurabili e osservabili.
COMPORTAMENTTI  OPERAZIONALIZZAZIONE in base a:
1) FREQUENZA: quante volte quel comportamento compare (inizio-fine);
2) DURATA: per quanto tempo dura quel comportamento;
3) INTENSITA’: forte, piano;
4) LATENZA: dopo quanto tempo ha iniziato ad avere quel comportamento?

METODO SPERIMENTALE ED OSSERVATIVO: Nel metodo sperimentale si può inizialmente pensare a


quando Wund creò il laboratorio dove si esercitava sulla visione percettiva e sensoriale dell’adulto, quindi
le sensazioni, le percezioni e le emozioni. Il metodo osservativo si concentra più sulla costruzione delle
funzioni e dei processi psicofisici, e questo ce lo dice Brentano

OSSERVAZIONE SISTEMATICA E LONGITUDINALE: Osservazione in ambito clinico. Sistematica avviene in


modo continuo e durante lunghi periodi (esempio: una volta a settimana per un mese); longitudinale
permette il confronto di comportamenti emessi da un singolo (o una coppia o un gruppo) in due o più
momenti diversi, per valutare eventuali cambiamenti e differenze nel tempo.

OSSERVAZIONE DIRETTA E INDIRETTA: L’osservazione è una tecnica diretta in quanto c’è assenza di
espedienti che si frappongono tra l’osservatore e il fenomeno da studiare e i dati vengono registrati subito.
Si parla di osservazione partecipante (quando l’osservatore partecipa al fenomeno osservato diventando
parte della situazione) e distaccata quando l’osservatore occupa un ruolo esterno alla situazione. Le
tecniche indirette sono i questionari, le interviste e i colloqui, in quanto le informazioni sono fornite dal
soggetto in persona. Nell’oggetto dello studio c’è il soggetto con il suo modo di percepire la realtà.

OSSERVAZIONE PARTECIPANTE (es. infant observation): l’osservatore dovrà coinvolgersi in


maniera intenzionale nella situazione da lui studiata interagendo con i soggetti. Dovrà adattarsi al luogo,
alle caratteristiche dei presenti e dei problemi affrontati. Questa tipologia di osservazione è nata
nell’ambiente antropologico. Caratteristica fondamentale è la sospensione da parte dell’osservatore di
qualsiasi tipo di giudizio e conclusione fino a che l’esperienza nella situazione di indagine non ne suggerisca
la rilevanza. Il materiale osservato va continuamente sistematizzato e riorganizzato. C’è da considerare che
l’osservatore può esercitare un’influenza sul materiale osservato.

OSSERVAZIONE DISTACCATA: i dati devono essere raccolti in modo da consentire la massima


obiettività, le procedure devono essere dettagliate e precise, in modo da poter essere ripetute e replicate
anche ad altri osservatori. L’obiettività viene migliorata con il distacco dell’osservatore da ciò che osserva. I
criteri fondamentali sono:
1) DISTACCO
2) SPEGIUDICATEZZA
3) COMPLETEZZA
4) ATTENZIONE AL DETTAGLIO
L’osservazione serve fondamentalmente in due momenti principali della ricerca: nella FASE PRELIMINARE di
conoscenza e studio del problema e come tecnica di RILEVAZIONE DEI DATI comportamentali.

TECNICHE APERTE E CHIUSE: Nelle tecniche aperte, l’obiettivo osservativo è amplio e i tempi osservativi
sono lunghi. Questa tecnica ha come obiettivo una raccolta dati molto amplia. Le tecniche aperte sono:

-la descrizione diaristica: metodo dei diari che consiste nel segnare per iscritto, giorno per giorno, la
successione dei comportamenti che si verificano in lunghi periodi della vita dei bambini. È caratterizzata da
continuità e viene fatta da una persona che conosce bene l’osservato

-descrizione di specimen: introdotta da una limitazione temporale, spaziale o situazionale a cosa osservare.
L’osservatore descrive sempre tutto ciò che accade con una certa continuità, seppur meno continuativa dei
diari. Attualmente si utilizzano delle videoregistrazioni e la trascrizione è più precisa permettendo una
descrizione accurata dei comportamenti. Nelle tecniche chiuse l’attenzione dell’osservatore è diretta ad un
unico bersaglio e il tempo di osservazione è ristretto. Sono:

-campionamento per evento: rilevato l’evento comportamentale che può essere amplio e delimitato

-campionamento temporale: vengono considerati aspetti selezionati del comportamento che si verificano a
distanza di tempo, brevi

-analisi unità di campo: il comportamento viene registrato entro unità temporali alle quali vengono
applicate categorie predefinite.

CHECK LIST: tra i metodi di osservazione “carta-matita”, c’è quello della check list. La check list è composta
da alcuni elenchi già impostati e preparati prima della fase osservativa. Si partirà, quindi, dal concetto di
voler osservare esattamente dei comportamenti scelti che corrispondono a quelli che un soggetto potrà
manifestare in una situazione. L’osservatore annoterà su questa lista tutti i comportamenti che si
manifesteranno facendo un segno in corrispondenza di esso stesso. La check list dovrà quindi essere
completa di tutti i comportamenti che potrebbe avere il soggetto osservato dopo un’attenta fase
preparatoria. Questi comportamenti saranno poi raggruppati in categorie e definiti in maniera descrittiva.
Le check list possono essere costruite seguendo dei parametri:

-un grado di omogeneità, dove le categorie comportamentali dovranno essere omogene tra di loro;

- un numero di categorie, inserendo categorie ben descritte e non troppo ampie, generalmente massimo 9;

-frequenza del comportamento osservato, esempio: piò sono semplici, meno tempo occorre per siglarle.

OSSERVAZIONE DELL’ALUNNO NEL CONTESTO SCOLASTICO


Un’osservazione focalizzata sull’alunno può riguardare contenuti diversi ed essere svolta per scopi
differenti, può essere svolta per identificare le modalità di adattamento messe in atto dal soggetto
oppure cogliere le abilità dell’alunno in una specifica area di sviluppo. Alcuni sistemi sono orientati
a registrare i comportamenti dell’intera classe, come il metodo di Thomas volto a rilevare il
comportamento indisciplinato e disordinato degli alunni di una classe: comportamento motorio
scomposto, fare rumore, comportamenti verbali non adeguati, comportamenti posizionali,
comportamenti di aggressione, comportamento adeguato.
L’osservatore osserva quello che accade senza intervenire, restando però disponibile se lo
richiedono i soggetti. Le informazioni raccolte sono riportate in una scheda- guida.
Una relazione educativa positiva rappresenta una risorsa importante per lo sviluppo e
l’apprendimento dell’alunno, si sottolinea la centralità della relazione insegnante-alunno,
strettamente legata all’esperienza emotiva del bambino e al coinvolgimento dell’allievo verso le
attività scolastiche. Lo STRS è un modello che permette di valutare la relazione insegnante-alunno
secondo 3 dimensioni: 1) conflitto; 2) vicinanza; 3) dipendenza.
GIORNATA SCOLASTICA: La giornata scolastica è una forma di ossservazione che coglie il contesto
educativo stimolando iprofessionisti che ne fanno parte. Ispirandosi alle Emerografe (descrizioni dettagliate
della vita di una personadurante la giornata), il metodo della giornata scolastica prevde che l’osservatore
colga e trascriva con “carta e penna” tutte le situazioni che avvengono in classe. L’attenzione non si
focalizza sul singolo ma sugli avvenimenti nei quali docenti e alunni sono coinvolti. Gli aspetti fondamentali
di ogni evento sono: spazio, durata, partecipanti, raggruppamenti, attività svolte e modalità di gestione.

SVANI: è la sala per la valutazione dell’asilo nido adottata in Italia. Nasce negli Stati Uniti e descrive la
qualità educativa delle sezioni dell’asilo nido cogliendone i punti di forza e debolezza e migliorarli se
necessario. Per la SVANI si considerano: arredi e materiale a disposizione, l’ascolto e il parlato, le cure di
routine (benvenuto, pasti e merende), attività di apprendimento, l’interazione, l’organizzazione delle
attività e gli spazi riservati agli educatori. Per valutare la relazione bambino-educatore si può usare la
versione dell’Attachment Q-sort, proprio per l’asilo nido.

SOVASI: è la scala di osservazione e valutazione della scuola dell’infanzia, che rappresenta una scala capace
di rilevare la qualità del contesto educativo prescolare. Si analizza la sezione della scuola dell’infanzia (3-6
anni) intesa proprio come spazio fisico composto da oggetti, materiali e arredi e come spazio sociale fatto di
persone e comportamenti, interazioni e scambi. La scala valuta 7 aree: routine, arredi, esperienze
linguistiche e cognitive, attività creative, attività motorie, bisogno degli adulti e sviluppo sociale. Ad ogni
item (comportamento del bambino), si assegna un punteggio da 1 a 7. Da queste si possono valutare le
aree di forza e di debolezza che devono essere migliorate.

TECNICHE SCUOLA INGLESE E AMERICANA: La corrente inglese si caratterizza per la sua centralità
dell’indagine sulle emozioni e le sensazioni provate dal rapporto madre-bambino (diade) e dall’osservatore.
Un esponente della corrente inglese è WINNICOT, pediatra e psicoanalista il quale mette in risalto la
ricchezza del comportamento che si può osservare nella diade e come questo fornisca indicazioni sul grado
di sviluppo emozionale del bambino. La sua tecnica deve essere concentrata su 3 poli: bambino, madre ed
osservatore. (come si comporta il bambino, come reagisce la madre e come madre e bambino
interagiscono con l’osservatore). L’osservatore deve intervenire il meno possibile e il setting deve essere
prefissato e neutro. Si deve inoltre stabilire tra chi osserva e chi viene osservato un contatto emotivo, in
senso conoscitivo.

Altra esponente della corrente inglese è Ester BICK con l’I.O. La differenza con la corrente americana, è
sicuramente che quest’ultima ha un’osservazione non empatica, neutrale ed obiettiva considerando
l’osservazione come qualcosa da svolgersi in laboratorio. Un esponente è SPITZ, il quale parlava di
“depressione analitica” nel primo anno di vita, un declino psicofisico se il bambino si allontanava dalla
figura materna. Altra esponente è MAHLER, il suo metodo osservativo era rivolto alle interazioni precoci
madre bambino (2-20 mesi), introducendo: sistematicità, registrazione filmata delle interazioni e controllo
delle variabili del setting osservativo. Aveva ipotizzato che lo sviluppo del bambino avviene attraverso un
graduale processo di separazione dalla madre.

TEORIA ATTACCAMENTO BOWLBY


Formula una teoria sul legame madre-bambino definita “teoria dell’attaccamento”.
L’osservazione dei comportamenti assume un valore centrale come base per conoscere le modalità
relazionali che uniscono i due membri della diade.
B. è convinto che l’assenza materna sia la causa di vari disturbi psichici nel bambino; causa di disagio e
malessere.
B. considera l’attaccamento che unisce il bambino alla madre come una motivazione primaria, un bisogno
primario e non una conseguenza del soddisfacimento di bisogni alimentari o fisici.
Secondo Bowlby l’attaccamento avviene in 5 fasi:
1) 0-3 mesi PREATTACCAMENTO il bambino non distingue e riconosce le persone;
2) 3-6 mesi ATTACCAMENTO IN FORMAZIONE il bambino distingue e riconosce una figura in particolare;
3) 7-8 mesi ANGOSCIA la lontananza dalla figura allevante provoca angoscia (paura che non ritorni);
4) 8-24 mesi ATTACCAMENTO VERO E PROPRIO;
5) 3 anni in poi FORMAZIONE DI LEGAMI il bambino riconosce la figura allevante consapevole del suo
provare emozioni, sentimenti.
In base alle risposte che i genitori daranno al bambino, si produrranno in seguito diverse tipologie di
legame.

GIOCO + CODICE DI BORNSTEIN: Il gioco è utilizzato per conoscere le dinamiche del bambino in età
prescolare sviluppando le abilità cognitive. Consolida le capacità mentali, rappresenta vissuti emotivi e stati
mentali interni. Attraverso il gioco e l’esplorazione si conosce l’ambiente imparando a muoversi dentro
esso. Il gioco è esplorativo fino al raggiungimento del gioco simbolico; Alle manipolazione degli oggetti
segue un gioco funzionale (in cui l’oggetto viene usato sulla base di una funzione specifica) e poi un’attività
combinatoria (in cui il bambino è capace di mettere insieme oggetti ponendoli uno dentro l’altro). A 13
mesi il bambino mostra le prime forme di gioco simbolico, ma verso i 18-20 mesi compare il simbolismo
attraverso azioni dirette verso sé e verso gli altri (è in grado di “fare finta” con oggetti immaginari). Il
bambino mette in atto competenze esploratorie e capacità rappresentazionali. I bambini con ritardi mentali
presentano periodi più lunghi sia di esplorazione che di gioco. Il CODICE DI BORNSTEIN è un codice basato
sulla concettualizzazione dei livelli di sofisticazione del gioco, aumentando il grado di attività simbolica.
Comprende 9 livelli e analizza gli episodi di gioco. Ogni episodio viene codificato annotando il tempo di
inizio e di fine. Questo codice è utilizzato in contesto scolastico e clinico. L’ambiente di osservazione va
strutturato e il materiale non deve essere nuovo altrimenti non si stimolano azioni di gioco ma curiosità ed
esplorazione. Per questo motivo, si utilizza un set standard di giochi: palla, treno, bambola ecc…

I 9 livelli sono:

-attività unitaria funzionale: il bambino produce un unico effetto su un unico oggetto, ed è appresa
attraverso l’imitazione dei movimenti degli adulti; (lanciare la palla)

-attività combinatorie inappropriate: il bambino associa 2 azioni ma questa non è corretta dal punto di vista
funzionale; (mettere la tazza rovesciata su piattino)

-attività combinatorie appropriate: il bambino associa due azioni in modo da ottenere un buon risultato
finale (mettere la tazza sul piattino nel modo esatto)

-gioco transizionale: prime forme di simbolizzazione, imitando le azioni degli adulti (portare la tazza alla
bocca senza fare il verso di bere)

-simbolizzazione auto-diretta: prime attività di costruzione del simbolo (bere dalla tazza e fare il rumore del
bere)

-simbolizzazione diretta ad altri: gioco simbolico che coinvolge un altro partner o un altro oggetto (fare bere
dalla tazza la bambola o la mamma)
-sequenze di simbolizzazione: il bambino ha acquisito il senso del simbolo (girare il cucchiaio nella tazza e
far mangiare la bambola)

-simbolizzazione costitutiva: “far finta di” (far finta che il cucchiaio sia un telefono)

-assenza: si usa questo codice quando non se ne può applicare nessun’altro (il bambino non è impegnato
con nessun giocattolo)

Questo codice considera 3 indici del gioco:

-livello di sofisticazione del gioco: grado di attività cognitiva;

-frequenza delle azioni di gioco: quantità di episodi manifestati nel corso dell’osservazione;

-durata delle azioni di gioco: tempo che il bambino passa giocando con un determinato oggetto.

FAMIGLIA DEGLI ORSI: è un materiale di gioco di tipo proiettivo che permette di sottolineare le dinamiche
relazionali all’interno della famiglia. Il materiale di questo gioco è costituito da una famiglia di orsi e 3
ambienti: soggiorno, cucina e parco giochi più dei personaggi aggiunti che sono un poliziotto, un dottore, un
coniglio e un’oca. Il bambino giocherà per 10 minuti e poi racconterà una storia. L’osservatore elaborerà
una griglia di osservazione divisa in due parti: la prima è finalizzata all’analisi del gioco, l’altra ad un’analisi
dettagliata degli elementi utilizzati. Gli elementi da considerare durante l’osservazione sono:

-l’attenzione del bambino per il materiale, in quanto il materiale potrebbe non suscitare alcun interesse da
parte del bambino;

la richiesta di condivisione con l’osservatore, il bambino potrebbe quindi chiedere all’osservatore di giocare
con lui; in questo caso l’osservatore sarà partecipe in prima persona e il bambino potrebbe attribuire a lui
un personaggio specifico. In questo caso l’osservatore comprende a quale livello è arrivata la capacità del
bambino di assumere e attribuire ruoli diversi.

-richiesta di inserire regole nel gioco, il bambino delinea linee base del gioco;

- eventuale comportamento aggressivo del bambino, il quale potrebbe ritrovarsi nei giochi di guerra;

-partecipazione emotiva del bambino, nella quale il bambino può mostrare poco interesse al gioco o al
contrario grande coinvolgimento e partecipazione.

Per analizzare questa attività ludica, l’osservatore dovrà videoregistrare e avere una apposita griglia
dettagliata. Le categorie della griglia sono:

-situazioni, ovvero il tipo di situazione che il bambino crea durante il gioco;

-personaggi, calcolando quindi il numero di personaggi che compare all’interno di ogni situazione e quale è
maggiormente utilizzato;

-spazio e tempo, ovvero lo spazio e il tempo in cui il bambino decide di strutturare l’intero gioco;

-emozioni, percependo se e quali emozioni il bambino prova durante l’attività ludica, attraverso una
comunicazione verbale non verbale;

-narrazione, il bambino può scegliere di narrare il gioco.


12- 18 mesi;
8 episodi da 3min. ciascuno;
Setting: stanza da gioco (una porta, 2 sedie
e dei giochi per terra estranei al bambino);
Partecipanti: madre, bambino, estraneo.
STRANGE SITUATION (situazione osservativa quasi sperimentale)
Mary Ainsworth, fine anni ’70, ha condotto uno studio basato su osservazioni delle interazioni
madre-figlio durante il primo anno di vita per determinare le diverse tipologie di attaccamento.
Dalla relazione con la madre dipenderanno tutte le relazioni future del soggetto.
Per valutare le diverse risposte del bambino alla separazione con la madre è stata predisposta una
situazione di osservazione quasi sperimentale in laboratorio in cui si variano, ad intervalli fissi, la
presenza o meno della madre e si osservano le reazioni del bambino alla sua scomparsa e al
momento del ricongiungimento.
1 episodio: in una stanza entrano figlio e genitore;
2 episodio: sono presenti giochi, il bambino è libero di giocarci ed esplorare l’ambiente;
3 episodio: entra un estraneo, prima sta in silenzio poi parla col genitore, poi coinvolge il bambino;
4 episodio: il genitore esce lasciando il bambino con l’estraneo;
5 episodio: rientra il genitore ed esce lo sconosciuto;
6 episodio: il genitore lascia di nuovo il bambino (il bambino è solo);
7 episodio: entra l’estraneo e cerca di consolare il bambino;
8 episodio: il genitore rientra nella stanza.

I principali stili di comportamento attivati sono:


1) comportamento esploratorio;
2) comportamento prudente o timoroso;
3) comportamento di attaccamento;
4) comportamento socievole;
5) comportamento arrabbiato/ resistente.
Tale metodologia di ricerca ha condotto alla classificazione dei comportamenti di ATTACCAMENTO
SICURI ed INSICURI.
ATTACAMENTO SICURO: in presenza e assenza della madre, il bambino esplora l’ambiente
attivamente, può anche piangere o giocare da solo. Il bambino al ritorno della madre l’abbraccia, si
calma e riprende a giocare.
ATTACCAMENTO INSICURO:
1) INSICURO ANSIOSO-AMBIVALENTE: il bambino si avvicina alla madre per farsi consolare ma la
allontana e la rifiuta quando cerca di prenderlo in braccio. Mostra segni di rabbia, non riesce a
calmarsi. Non esplora l’ambiente in assenza della madre. Per poco tempo riesce a giocare da solo.
2) INSICURO ANSIOSO-EVITANTE: indifferenza alla presenza/ assenza della madre; perso nei giochi,
al ritorno della madre non si avvicina a lei, è occupato nei giochi.
3) INSICURO DISORGANIZZATO: comportamenti disorganizzati-ambivalenti, non esplora l’ambiente
e non fa riferimento alla madre. Non prova disagio per l’estraneo anzi gioca con lui, ma c’è da
notare anche che si immobilizza nel gioco. Il bambino si disorganizza al ritorno della madre (cerca
l’abbraccio ma poi si inarca)
VARIABILE INDIPENDENTE: presenza della madre.
VARIABILE DIPENDENTE: reazione o effetto del bambino.

INFANT OBSERVATION (bambini età non superiore ai 2 anni)


Ester Bick è considerata l’inventrice di questo particolare metodo di osservazione. Nasce nel 1949 come
tecnica di formazione degli allievi psicoterapeutici e costituisce parte integrante dei programmi di
insegnamento dell’istituto di psicoanalisi “Travistock Center”. La cornice di riferimento teorica è quella
psicoanalitica.
E’ una tecnica di osservazione del comportamento infantile rivolta specificamente ai bambini di età non
superiore ai 2 anni. Consente di osservare fin dalla nascita lo sviluppo infantile, mira ad evidenziare il
carattere unico della diade e lo svilupparsi della relazione primaria con la madre.
E’ un OSSERVAZIONE DIRETTA perché l’osservatore è coinvolto ed immerso nel contesto che sta studiando
e PARTECIPE perché c’è un maggior coinvolgimento dell’osservatore. Tra osservatore ed osservato ci sono
sentimenti che arricchiscono la conoscenza dell’osservatore.
Oltre a porre attenzione sul bambino e la madre, oggetto di studio sono anche gli altri membri della famiglia
se presenti durante gli incontri. L’osservazione avviene in momenti di vita quotidiana. Si cerca di scegliere
famiglie il cui status sociale non sia troppo diverso da quello dell’osservatore n modo da consentire meglio
un’identificazione dell’osservatore con il soggetto osservato.
Si procede così: l’osservatore fa visita ad un neonato per un periodo di 2 anni per osservare lo sviluppo
affettivo e mentale della relazione con la madre. 1 ora a cadenza settimanale ( 100 h di oss. In 2 anni). Il
lavoro comincia prima della nascita del bambino, il suo lavoro si basa sulla continuità nelle visite effettuate
a casa mantenendo fisso il giorno e l’ora dell’incontro. L’osservatore deve non solo guardare e registrare
ma anche sentire e capire. Fondamentali sono anche le sensazioni interne dell’osservatore. L’empatia è uno
degli strumenti indispensabili per un osservatore.
Ci dev’essere un equilibrio tra la REALTA’ OSSERVATIVA e L’EMPATIA (EMOZIONI)  NEUTRALITA’.
I dati raccolti dovranno portare alla costruzione di manuali dettagliati, composti da relazioni molto
descrittive. Il lavoro finale sarà una narrazione degli eventi quanto più oggettiva possibile.
La registrazione dei dati può avvenire o con carta-matita, dettatura al registratore o videoregistratore.
Gli elementi su cui l’osservatore deve concentrarsi durante la trascrizione del protocollo sono:
1) Atmosfera emotiva
2) Ricerca del vero
3) Torsione del campo osservativo
Il protocollo osservativo sarà oggetto di discussione di un gruppo. Questo permette all’osservatore di essere
consapevole dei sentimenti e delle emozioni suscitate da ciò che ha osservato, di confrontare la propria
esperienza con quella altrui.

LTP: La procedura Lausanne Trilogue play è un metodo osservativo che prende in considerazione
la relazioni triangolari tra genitori e bambino e in tal caso sono coinvolti entrambi i genitori in una
situazione di gioco divisa in 4 differenti episodi:
- Un genitore interagisce col bambino e l’altro pur presente non è coinvolto;
- I genitori invertono i ruoli detti in precedenza;
- Entrambi i genitori interagiscono (relazione triangolare)
- I due genitori interagiscono tra loro, con il bambino presente.
L’obiettivo di questo gioco è la cooperazione della triade, i momenti di passaggio da una
configurazione all’altra sono chiamati transizioni. La procedura LTP prevede due versioni:
- Versione prenatale (effettuata tra il 5 e il 7 mese di gravidanza)
- Versione post natale (tra 3 e 4 mese o dal 4 anno d’età del bambino)
Tutta la procedura è videoregistrata da videocamere che riprendono i genitori e il bambino. Si
chiede ai genitori di giocare col bambino come accade quando sono a casa (dicendo e precisando
ai genitori i 4 episodi in cui il gioco deve essere diviso) e al termine si sommano i punteggi ottenuti
per ognuna delle 4 parti fino ad arrivare al punteggio finale che valuta l’alleanza familiare. Ci sono
4 tipi di alleanze familiari, 2 funzionali e 2 disfunzionali. Quelle funzionali sono cooperative (in cui
prevalgono collaborazione ed armonia o tensione); quelle disfunzionali sono collusive o disturbate.

ICD e ICF: sono due strumenti complementari.


ICF: Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute redatta nel
2001. Il principio è offrire preziosi suggerimenti allo scopo di elaborare schemi di codifica per
l’osservazione di bambini in situazioni di handicap. Permette una codifica delle informazioni
attinenti allo stato di salute. E’ posta sullo stato di salute e di benessere, rispetto al quale la
menomazione deriva da un problema nelle condizioni di salute.
Scopi principali  1) costruire una base scientifica per la descrizione dello stato di salute e delle
relative condizioni e 2) concentrarsi sullo stato di salute e non sulle condizioni di malattia e
menomazione.
ICD: costituisce il principale riferimento dal punto di vista nosografico, per le classificazioni
proposte dall’OMS, in questo caso le menomazioni sono considerate componenti che descrivono
lo stato di malattia della persona.

OSSERVAZIONE SOGGETTO DISABILE


Le disabilità sono legate a due ordini di problemi:
1)lesioni organiche o fattori somatici di rischio;
2)deficit nei processi di sviluppo o maturazione.
Lo strumento osservativo dev’essere utilizzato dai tecnici che lavorano con il soggetto disabile
facendo un training preliminare di apprendimento a cui poi si darà vita ad incontri e discussioni sul
materiale raccolto.
Si utilizza una scheda basata su osservazioni dirette e indirette del soggetto.
Scopo  giungere ad una descrizione relativa sia agli aspetti comportamentali del soggetto sia agli
aspetti interni.
L’attenzione è rivolta sull’aspetto pulsionale e sui meccanismi di difesa.
Il comportamento è il rilevatore di una situazione interna ed è proprio sullo stato interno che si
cerca di intervenire.
Il punto di partenza dell’intervento educativo è la conoscenza della patologia e la programmazione
di interventi. Non serve intervenire solo sulle aree deficitarie; questa prospettiva produce solo
ulteriori handicap o handicap secondari.
La stesura di questa scheda è possibile dopo una serie di osservazioni videoregistrate o descritte.
La scheda si articola in 5 aree ed ognuna può essere compilata dopo aver visto poche volte il
soggetto ma progressivamente:
1) Descrizione del soggetto
2) Contesto e ambiente di vita
3)Sviluppo fisico e psichico
4)Sviluppo dell’io
5)Conflitti

AUTISMO
Il termine “autismo” è composto da due parole greche e indica la condizione di chi è in maniera
inusuale assorbito da sé stesso.
L’autismo è considerato la conseguenza di un complesso disordine nello sviluppo del cervello che
colpisce le funzioni del percepire, intendere, immaginare e sentire. Nei primi anni di vita è
possibile evidenziare alcune differenze nello sviluppo encefalico (insorgenza e sviluppo di geni
diversi nel soggetto autistico futuro). La sindrome è associata a problemi nella comunicazione
espressiva.
La non comprensione del mondo porta l’autistico ad innestare una serie di comportamenti di
difesa, di protezione. L’autismo sembra essere una patologia nella cui genesi e mantenimento sia
gli aspetti organici che relazionali sono intrecciati impedendo rapporti di condivisione,
collaborazione e assunzione di significati sociali. E’ necessario un intervento per costruire una
relazione basata sulla reciprocità e l’affettività avendo come obiettivo quello di facilitare
l’acquisizione di capacità funzionali che possono favorire lo sviluppo di un linguaggio e
competenze sociali.
OSSERVAZIONE DI TIPO DIAGNOSTICO ATTRAVERSO UNA SCALA DI VALUTAZIONE
(AUTISMO)
Nella diagnosi di autismo è importante 1) cogliere le differenze tra i soggetti e 2) mettere in luce gli
aspetti non colpiti dalla patologia. La diagnosi deve servire ad evidenziare quali aree funzionano e
appoggiarsi ad esse per poter recuperare quelle danneggiate.
Lo strumento è una scala a 5 punti di 15 aree funzionali. La griglia ha lo scopo di verificare le
modalità base-line del soggetto in esame, al fine di una visione d’insieme delle funzionalità delle
diverse aree che sia d’aiuto alla diagnosi. Attraverso un’apposita scheda si attribuisce un punteggio
ad ogni modalità marcata dall’osservatore. La lettura della griglia fornirà una base importante per
la valutazione delle capacità del bambino. Più il punteggio sarà alto più quella determinata area
non dovrà essere ritenuta compromessa, più il punteggio sarà basso più c’è il rischio di riscontrare
in quell’area un deficit. La compilazione della scheda ci permette di delineare accuratamente il
profilo funzionale del bambino.

OSSERVAZIONE ECOLOGICA ED ETOLOGICA


APPROCCIO ECOLOGICO: Metodologia tipo osservativo della relazione tra il funzionamento
psicologico di una persona e le proprietà dell’ambiente in cui tale comportamento accade. Sono
delle osservazioni in cui il contesto non subisce manipolazioni e l’obiettivo è cogliere i
comportamenti nella loro naturalezza, come ad esempio scene di vita quotidiana.
APPROCCIO ETOLOGICO: Studio scientifico dei comportamenti, più preciso, sperimentale e
obiettivo. Metodologia usata in primis con i comportamenti degli animali poi anche ai
comportamenti umani. Il comportamento dev’essere studiato nell’ambiente naturale senza
l’utilizzazione del linguaggio. L’approccio etologico si avvale di 3 fasi:
-registrazione dei dati, quindi il comportamento viene prima registrato;
-descrizione del comportamento e categorizzato;
-interpretazione dei dati
ANALOGIE:
1) entrambe preferiscono osservare e misurare il comportamento senza manipolarlo e stimolarlo;
2) pongono l’accento sull’ambiente naturale.

DIFFERENZE:
APPROCCIO ECOLOGICO
unità comportamentali in generale (mangiare)
interesse: aspetto finale del comportamento
incoraggiano le inferenze da parte dell’osservatore su atteggiamenti ed intenzioni
descrivono la qualità delle azioni

APPROCCIO ETOLOGICO
analisi di microcomportamenti in particolare (prendere un oggetto),
interesse: valore delle azioni ai fini della sopravvivenza della specie
considerano questo procedimento non scientifico
descrivono la quantità delle azioni

RELAZIONE PADRE-BAMBINO
Il padre favorisce lo sviluppo delle competenze sociali nel gioco quindi le capacità motorie, la
capacità di riconoscere e comunicare gli affetti, senza trascurare lo sviluppo cognitivo. Nel padre
prevalgono i giochi a forte valenza corporea e sociale. I giochi con il padre sono segnati da
irregolarità e da componenti innovative e non convenzionali. Cambiano spesso attività. Il livello di
attenzione del bambino dipende dall’irregolarità che caratterizza lo stile paterno, che è per il
bambino una fonte di stimolazione aggiuntiva.
Mentre l’interazione materna si esprime attraverso il medium verbale stimolando lo sviluppo del
bambino a livello cognitivo. Nella madre vengono favorite le attività di tipo didattico caratterizzati
da costanza e continuità attraverso attività prolungate.
L’analisi dei risultati ha evidenziato da entrambi i genitori, il gioco didattico come gioco sociale
volto ad avvicinare il bambino al mondo degli oggetti ponendo la base per una loro successiva
esplorazione.

VALUTAZIONE FUNZIONI DI BASE


Lo scopo di questa scheda è arrivare a conoscere alcune funzioni di base di un soggetto. Ci
permette di capire l’eventuale patologia che il soggetto presenta e quindi capire quale settore è
disfunzionante. Utile soprattutto per i bambini < 3 anni. Lo psicologo ha bisogno di almeno 4-5
incontri videoregistrando le sedute, successivamente potrà compilarla. In un primo momento
identificherà le aree di cui possiede le informazioni e quelle che devono essere ancora raccolte,
successivamente passerà ad attribuire un punteggio ai singoli item delle aree.
Le aree che compongono la scheda sono 15 ed ognuna di esse si riferisce ad una funzione
fondamentale dello sviluppo.
AREA FUNZIONI CELEBRALI (funzionamento celebrale):
1) PERCEZIONE
2) SENSAZIONE
3) MOTRICITA’
4) TONO MUSCOLARE
5) ATTENZIONE

AREA AUTONOMIA (azione volontaria del soggetto):


6) ASSOCIAZIONE
7) AUTONOMIA
8) INTENZIONE
9) IMITAZIONE
AREA RELAZIONE (valutazione delle capacità di essere con gli altri):
10) COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO
11) CONTATTO
12)INTERAZIONE
AREA EMOZIONE (funzioni istintive che devono adeguarsi al contesto sociale):
13) EMOZIONE
14) ISTINTO
15) REGOLAZIONE

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