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Progettazione del PDF e del

PEI - progetto di vita e


modelli di Qualità della Vita:
dalla programmazione alla
valutazione

Prof. Francesco Sulla


francesco.sulla@unifg.it
L’assessment
delle abilità
dell’alunn*

Prof. Francesco Sulla 2


PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE E
SCIENZA DEL COMPORTAMENTO
Scopo: (1) descrivere, (2) prevedere e (2) controllare (come ogni scienza) il
comportamento dell’individuo, per programmare interventi atti a far sì che
quest’ultimo si affermi nella società in cui vive.

L’oggetto di studio si colloca lungo un continuum che comprende sviluppo normale,


sviluppo ritardato e sviluppo accelerato. Sia i processi che l’insegnante utilizza per
insegnare che quelli che l’individuo utilizza per apprendere sono i medesimi, hanno la
stessa qualità, ma non sempre la stessa quantità.

Il concetto di norma in Educazione ‘perde di senso’

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THE LEARNER
KNOWS BEST O. Lindsley

Non esistono studenti incapaci o


troppo svogliati:
se lo studente sta apprendendo
secondo i piani, la strategia è
appropriata per quello studente.
Se no, la strategia va rivista.
La performance dello studente
deve determinare qual è la
«giusta» strategia
d’insegnamento

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Oggetto di studio:
Comportamento
+ Qualsiasi cosa che una persona dice o fa (Martin e
Pear, 2000): Tutto il repertorio umano – ma non
esclusivamente dell’uomo - dal più semplice al più
complesso, compresi comportamenti overt
(manifesti) e covert (personali, interni)

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Per poter indagare un oggetto di studio
è indispensabile poterlo descrivere,
dunque osservare e misurare.

(1) DESCRIVERE Pertanto l’oggetto di studio deve essere


di natura empirica:
È EMPIRICO tutto ciò che cade sotto il
dominio dei nostri sensi e del quale,
dunque, posso fare esperienza a vari
livelli.

Gli errori di valutazione possono essere


risolti grazie al processo di
OPERAZIONALIZZAZIONE: elencazione
delle operazioni e/o azioni attraverso le
quali si esplicita il fenomeno in oggetto

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Operazionalizzare per superare le
ETICHETTE
+ Luca ha difficoltà in matematica, fatica a comprendere la teoria e a
svolgere gli esercizi assegnati. Il padre decide di aiutarlo, ma dopo
l’ennesima spiegazione e notando lo scarso impegno, gli dice: «Devi
impegnarti di più e avere più coraggio… Sei uno scansafatiche!». Che
conseguenze può avere questo tipo di comunicazione?
+ Il padre di Luca, inconsapevolmente e con le migliori intenzioni, sta
esprimendo un giudizio che rimanda alla persona, e non a una specifica
abilità o al comportamento. Questa valutazione rischia di trasformarsi in
un’etichetta, che verrà interiorizzata da Luca come indicatore del suo
valore, sotto forma di regola, «Per avere valore devi essere bravo», una
definizione totalizzante che rischia di accompagnarlo per il resto della
sua vita.

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Etichettare con definizioni totalizzanti gli student e le
studentesse impedisce loro di prendere consapevolezza
dei propri punti di forza e debolezza e ostacola la ricerca di
possibili soluzioni

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Operazionalizzare
+ Anna è aggressiva
Anna, durante la ricreazione, ha dato un pugno alla sua compagna, una
testata ad un suo compagno, 2 morsi ad un’altra compagna e 3 calci ad
altrettanti compagni per farsi spazio fra la folla
+ Francesco è iperattivo
Francesco si è alzato dal banco 13 volte in 15 minuti; passano in media meno di
30 secondi prima che smetta di guardare l’insegnante che parla per fare altro
non inerente all’attività proposta; passa da un gioco ad un altro in media in 40
secondi; ha completato solo 1 su 6 giochi iniziati

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Bisogna poter prevedere se esiste un pattern
tipico nella maniera in cui il comportamento
si verifica.
(2) PREVEDERE Ciò non vuol dire capire cosa succede o
perché succede: non sempre è detto che
previsione e spiegazione coincidano.
D’altra parte la previsione di una regolarità è
essenziale: Se abbiamo osservato un
fenomeno N volte e tutte le volte vi era uno
stesso andamento, possiamo muoverci
anticipandolo sul tempo e mettere in atto
una serie di azioni atte a modificare il
fenomeno stesso e/o le condizioni che lo
elicitano.

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Creare le condizioni affinché un
fenomeno si verifichi nel modo in cui
(3) CONTROLLARE vogliamo.
Quando parliamo di controllo in termini
educativi ci riferiamo al costruire
occasioni di apprendimento, crescita e
sviluppo delle quali noi e le persone con
le quali interagiamo possiamo giovare.

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Scienza vs
Pseudoscienza
Utilizzare il metodo
scientifico in educazione è
riduttivo/svilisce l’oggetto
di studio?

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L’osservazione
Osservare il comportamento non significa semplicemente guardare e registrare cosa fanno le
persone. Una buona osservazione è scientifica e differisce dall’osservazione quotidiana, è un
“guardare” in modo sistematico e quindi è:

+ Selettiva, perché condotta con uno esplicito scopo;


+ Pianificata, in quanto realizzata in modo da non rendere casuali il chi, il quando, il come e il
dove osservare;
+ Documentabile, nel senso che fornisce il materiale della sua utilizzazione;
+ Controllabile, cioè passibile di verifica.

«registrare, senza sfumature valutative o sentimentali, chi dice qualcosa a qualcuno o chi fa
qualcosa» (Caracciolo, Rovetto, 1994, pag. 260).

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Come fare?
+ Sii molto specifico. Assicurati che la tua definizione sia
talmente precisa che un altro osservatore possa osservare
esattamente ciò che avevi in mente
+ Evita «la lettura della mente» (es. Chiara aveva intenzione
di/voleva…). Identifica azioni osservabili e misurabili
+ Scrivi la definizione di modo che chi la legge sappia quali
azioni sono comprese e quali no
+ «If a dead man can do it, it ain’t behavior. And if a dead man
can’t do, then it is behavior» (Malott & Trojan Suarez, 2004, p.9)

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Definizioni chiare ed inequivocabili…

Stare in piedi Stare seduti

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I parametri di misura del comportamento
A seconda del tipo di comportamento da osservare o della categoria selezionata per
codificarlo attraverso l’osservazione, la quantificazione riguarda anche parametri di misura
diversi, che si riferiscono alla misurazione del comportamento. I più utilizzati sono:
+ Frequenza: il numero di occorrenze di un certo comportamento nell’unità di tempo
+ Durata: l’intervallo di tempo durante il quale si verifica un singolo comportamento
+ Intensità: la “forza” con cui un comportamento fa la sua comparsa
+ Latenza: il tempo che intercorre tra un evento specifico e l’esibizione dei primi segni del
comportamento
+ Topografia: Aspetto fisico/forma di un comportamento; insieme delle sue
caratteristiche strutturali e procedurali

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Quale dimensione?
Vogliamo misurare il tempo che intercorre tra quando
l’insegnante inizia a spiegare a quando Francesco inizia
tamburellare sul banco
1. Frequenza
2. Durata
3. Intensità
4.Latenza
5. Topografia

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Quale dimensione?
Vogliamo registrare lo stile di lode utilizzato dalla maestra
e quanto spesso ogni tipo di lode viene utilizzato
1. Frequenza e intensità
2. Frequenza e durata
3. Frequenza e topografia
4.Intensità e topografia
5. Durata e intensità

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Quale dimensione?
Vogliamo valutare l’adeguatezza del contatto oculare di
un bambino con diagnosi di autismo
1. Frequenza
2. Durata
3. Intensità
4. Latenza
5. Topografia
Fonger, A. M., & Malott, R. W. (2019). Using shaping to teach eye
contact to children with autism spectrum disorder. Behavior
analysis in practice, 12(1), 216-221.

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Quale dimensione?
Vogliamo che migliori la calligrafia di Elena
1. Frequenza
2. Durata
3. Intensità
4.Latenza
5. Topografia

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Raccogliere dati

Diverse procedure di misurazione sono


state sviluppate al fine di raccogliere
informazioni di tipo quantitativo
(numerico) riguardo i (1) goal behaviours o
comportamenti meta e i (2) target
behaviours o comportamenti bersaglio e
le dimensioni che intendiamo cambiare.
Questi «dati» ci forniscono informazioni
estremamente utili per determinare:
+ La severità e l’inadeguatezza di una o
più dimensioni di un comportamento
+ L’efficacia del nostro intervento sulle
stesse

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Baseline (linea di
base): Il livello a cui il
comportamento, o la
classe di
comportamenti che
Asse delle
definiscono l’area
ordinate:
oggetto
Dimensione del
dell’osservazione, si
comportamento
esprime in situazioni
naturali, prima che
venga introdotto un
qualunque
intervento educativo

Asse delle ascisse: Scansione temporale

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Misure basate sulla ripetibilità
UTILI PER
MISURARE
LO
SVILUPPO
DI UNA
ABILITÀ
• CONTEGGIO la mera registrazione del numero di occorrenze
di un comportamento – utile quando il tempo delle osservazioni rimane
costante
Marco ha letto 5 parole corrette il primo giorno, 10 il secondo e 15 il terzo – quindi la
performance sembra migliorare. Tuttavia, se le tre misure sono state ottenute in
periodi di osservazione di 5, 20 e 60 minuti, l’interpretazione è diversa.

• TASSO/FREQUENZA numero di risposte per unità di tempo


(si calcola dividendo il numero di risposte registrate per
l’unità di tempo in cui l’osservazione è stata condotta – ad es.
10 sec; 1 minuto; 1 ora; 1 giorno; ecc.)
Le risposte corrette di Marco erano 1.0 al minuto il primo giorno, 0.5 al minuto il
secondo e 0.25 il terzo.
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Misure basate sull’estensione
temporale (1 di 2)
Raccogliere dati sulla DURATA è importante quando il
comportamento target è problematico poiché dura (1)
troppo o (2) troppo poco; per comportamenti che si
verificano ad un tasso molto elevato o per lungo tempo.

Esempi: (1) fa i capricci senza sosta per 30 minuti;


stereotipie; dondolarsi sulla sedia; (2) si concentra sul
compito per non più di 30 secondi; mantiene il contatto
oculare per non più di 1 secondo.

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Misure basate
sull’estensione temporale (2 di 2)

Total duration: 2 metodi: (1) sommare i


singoli lassi di tempo di ciascuna risposta
nel corso di una osservazione; (2)
registrazione del tempo totale della risposta,
senza minino o massimo
(es. Marco ha fatto un intervento in classe di 1.5 min)
Duration per occurrence: registrare la
durata di ciascuna istanza di
comportamento; riportare la media e il
range della durata
(es. i 6 interventi di Marco di oggi hanno avuto una
durata media di 11 secondi, con range:3-24)

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Misure basate sul
locus temporale

LATENZA il tempo che intercorre tra un


evento specifico e l’esibizione dei primi
segni del comportamento
Misura importante quando il
comportamento target è problematico
poiché emesso con una latenza troppo
lunga (es. eccessivo ritardo nell’eseguire la
consegna dell’insegnante) o troppo breve (es.
uno studente potrebbe sbagliare le risposte poiché
non lascia all’insegnante il tempo di terminare la
domanda; un adolescente che, alla minima
provocazione da parte di un compagno, reagisce
immediatamente non ha il tempo di considerare
comportamenti alternativi che placherebbero la
situazione e porterebbero ad un miglioramento nelle
interazioni)
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In determinate occasioni misurare topografia e intensità
è necessario per determinare l’occorrenza di una risposta,

Misure definizionali
ma la conseguente quantificazione di queste risposte si
registra, riporta e analizza in termini di conteggio, tasso,
durata, latenza

• TOPOGRAFIA la forma fisica di un comportamento


Es. postura corretta Es. scrittura
(Trap, Milner-Davis, Joseph, & Cooper, 1978)

• INTENSITÀ la forza con cui un comportamento viene emesso


Es. tono della voce troppo basso o troppo alto

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Time Sampling
L’informazione più completa è, evidentemente, quella che risulta da un’osservazione
condotta in modo continuativo, ma un modo alternativo che garantisce comunque un
livello di informazione attendibile è noto come time-sampling e prevede un
campionamento casuale delle osservazioni.

Un numero sufficientemente alto di esempi estratti a caso dal possibile insieme è


rappresentativo, in termini statistici, dell’insieme stesso (Perini, 1997).

+ VANTAGGI: l’ottimizzazione: dà la possibilità di osservare un numero maggiore di


categorie (o di soggetti) con minore dispendio di energie
+ LIMITI: si raccolgono meno informazioni sul comportamento in esame di quanti se
ne accumulino con una registrazione continua

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(1) Whole-interval Recording (WIR)
+ Viene utilizzato al fine di misurare comportamenti
continui (difficile individuare l’inizio e la fine) o
comportamenti che si verificano ad un tasso così alto
che l’osservatore ha difficoltà a distinguere una risposta
dalla successiva (es., gioco libero, scrivere, leggere, stereotipie).
+ L’osservazione viene divisa in una serie di brevi
intervalli. Alla fine di ciascun intervallo l’osservatore
registra se il comportamento target si è verificato
lungo tutta la durata dell’intervallo.

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PROVIAMO
Definizione del
comportamento target: being
on-task - svolgere il compito
assegnato (avere il quaderno
giusto, tenere la penna in mano,
scrivere sul quaderno)
Tempo totale: 5 minuti
Intervallo: 20 secondi

Data Intervallo

1 2 3 4 5 6 7 8 9

+/-

10 11 12 13 14 15

+/-
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Osservazioni/dubbi
sull’attività svolta?
Whole-interval Recording
VANTAGGIO: fornisce una stima della durata di un comportamento e ci permette di dire se i/l
comportamenti/o si verifica/no o meno durante la sessione di osservazione

LIMITE: i dati ottenuti solitamente sottostimano la percentuale totale di periodo di osservazione in cui il
comportamento è stato esibito. Più lungo è l’intervallo, più rischiosa è la stima.

Come si riportano i dati raccolti con WIR? % degli intervalli totali in cui il comportamento è stato registrato
(Non percentuale di tempo: Non possiamo dire in che percentuale di tempo si è verificato il
comportamento, perché non abbiamo osservato per tutto il tempo in cui si è verificato, ma abbiamo creato
un campione del tempo)

N di + / N di intervalli totali X 100

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Partial-interval Recording (PIR)
+ L’osservazione viene divisa in una serie di brevi
intervalli. Alla fine di ciascun intervallo l’osservatore
registra se il/i comportamento/i si è/sono verificato/i
in qualunque punto dell’intervallo
+ Non ci preoccupiamo di quante volte il comportamento
target viene esibito durante l’intervallo o quanto dura,
solo che si verifichi in un punto durante l’intervallo. Se si
verifica più volte durante l’intervallo, è comunque
segnato come 1

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PROVIAMO
Osservazione libera al fine di
operazionalizzare comportamenti

Definizione dei comportamenti da


osservare:
P: «palming» (Josh tocca con una
due mani una cosa che non ha a che
fare con la lezione)
T: «talking to peer» (…)
Tempo totale: 2.5 minuti
Intervallo: 10 secondi

Data Intervallo

1 2 3 4 5 6 7 8 9

P T P T P T P T P T P T P T P T P T
10 11 12 13 14 15

P T P T P T P T P T P T Prof. Francesco Sulla 34


Osservazioni/dubbi
sull’attività svolta?
Partial-interval Recording
VANTAGGIO: è possibile registrare l’occorrenza di più
comportamenti contemporaneamente

LIMITE: i dati ottenuti solitamente sovrastimano la percentuale totale di


periodo di osservazione (durata totale) in cui il comportamento è stato
esibito

Come si riportano i dati raccolti con PIR? % degli intervalli totali in cui il
comportamento è stato registrato

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Momentary Time Sampling (MTS)

+ L’osservazione viene divisa in una serie di brevi


intervalli (non più lunghi di 2 minuti - Gunter et al., 2003).
Alla fine di ciascun intervallo l’osservatore registra se il
comportamento target si sta verificando nel momento
esatto in cui l’intervallo di tempo termina
+ Viene utilizzato per le stesse ragioni del WIR, ma mentre
registriamo con MTS possiamo anche registrare altro

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Prof. Francesco Sulla 38
Momentary Time Sampling
VANTAGGIO: l’osservatore non deve prestare attenzione per tutta la
durata dell’intervallo

LIMITE: i dati ottenuti potrebbero sottostimare la percentuale totale di periodo


di osservazione in cui il comportamento è stato esibito. Intervallo di 2 minuti
ideale. Sconsigliato per comportamenti a bassa frequenza e di breve durata

Come si riportano i dati raccolti con PIR? % degli intervalli totali in cui il
comportamento è stato esibito e viene utilizzato per stimare la proporzione del
tempo totale in cui il comportamento si verifica

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Inter-observer Agreement (accordo
tra giudici indipendenti)

+ Per garantire l’oggettività dei dati osservativi è


consigliabile ricorrere ad almeno due osservatori
indipendenti.
+ Gli osservatori devono essere addestrati nell’uso del
sistema di codifica scelto e debbono raggiungere una
buona concordanza fra di loro. Perché ciò avvenga
occorre una verifica relativamente alla chiarezza delle
categorie scelte e relativamente all’accuratezza e alla
precisione degli osservatori.
+ Se i codici sono bene utilizzati e vi è concordanza tra gli
osservatori, ma la rilevazione non risulta essere oggettiva,
va rivista le definizione delle categorie e si deve
approntare un nuovo sistema di codifica. Se invece sono
gli osservatori a non raggiungere il “criterio” e l’indice di
concordanza richiesto, va prolungato il tempo di
addestramento prima di raccogliere i dati.

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Inter-observer Agreement (IOA): Il grado in cui due o più
osservatori indipendenti riportano lo stesso valore
osservato dopo aver misurato il medesimo evento

Ottenere e riportare l’IOA è importante perché:


+ Un buon IOA tra osservatore novizio e esperto garantisce la competenza del novizio
+ Un buon IOA accresce la sicurezza che la definizione del comportamento target è
chiara e non ambigua e che lo strumento di rilevazione di facile utilizzo
+ In studi con più osservatori un buon IOA garantisce che la variabilità è propria del
comportamento e non è dovuta al cambio di osservatore
REQUISITI
+ Gli osservatori devono utilizzare lo stesso sistema di misurazione
+ Gli osservatori devono misurare gli stessi eventi
+ Gli osservatori devono essere indipendenti

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Dati ottenuti con Event
Recording > Total count IOA

+ Percentuale di accordo tra il


numero totale di risposte
registrate dai due osservatori;
calcolata dividendo il conteggio
inferiore per il conteggio
superiore e moltiplicando per
100
(ad es., Un osservatore ha osservato 9
volte «hm..» durante i 2 minuti e l’altro 10
volte: 9:10 per 100)
+ LIMITE: Un alto livello di accordo
non ci assicura che i due
osservatori hanno registrato le
medesime istanze di
comportamento
NOTA: Quelli riportati sono i principali. Per altri
metodi consultare Cooper, Heron, Heward, 2007

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Dati ottenuti con Time Sampling > Interval-by-interval IOA

Numero di intervalli (A) / (A) + (D) x 100 = interval-by-interval % di IOA

Intervallo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Osservatore
1
Osservatore
2

LIMITI: tende a sovrastimare la percentuale di accordo quando stiamo misurando


comportamenti che hanno frequenza molto alta (70% o più intervalli, meglio
utilizzare Unscored-interval IOA) o molto bassa (30% o meno intervalli, meglio
utilizzare Scored-interval IOA)
Quelli riportati sono i principali. Per altri metodi consultare Cooper, Heron, Heward, 2007
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Analisi Funzionale
I comportamenti problema
C om portam e nto
problem a
+ Comportamento che
rappresenta una minaccia per
la vita o per l’incolumità fisica
della persona o di terzi; quel
comportamento che
interferisce con il processo di
apprendimento della persona
o di altri; nonché il
comportamento che
interferisce con l’accettazione
della persona, spesso
producendo stigma (Martin,
Pear, 2000).

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Comportamento…è un problema?

3 CRITERI:
+ DANNO: quando produce un danno documentabile a sé, ad altri,
alle cose
+ OSTACOLO: quando costituisce un ostacolo reale e documentabile
in senso oggettivo allo sviluppo fisico, intellettivo, affettivo o
interpersonale; «portano all’esclusione, deprivazione e abbandono
sistematico delle figure di riferimento» (Emerson, 2001)
+ STIGMA SOCIALE: quando pesa sull’immagine del soggetto e
possono peggiorare le dinamiche di stigmatizzazione sociale

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COSA FARE?

È necessario definirlo con


precisione a partire da: (1) le
modalità attraverso cui si
esprime (topografia); (2) le
conseguenze che produce
(funzione)

Prof. Francesco Sulla 47


CI AIUTA A COMPRENDERE:
(1) Topografia
La rilevanza del problema: es. Quante
volte si manifesta il comportamento
durante il giorno, settimana o mese?
Se esistono momenti, orari o situazioni
maggiormente problematiche nella
giornata: es. si manifesta sempre
durante l’intervallo?
Se il comportamento problema si
manifesta solo in alcuni contesti: es. si
manifesta sia a scuola che a casa?
Consente di verificare la riduzione del
comportamento grazie all’intervento
mettendo in relazione il «prima» e il «dopo»
Prof. Francesco Sulla 48
(2) Funzione

+ I comportamenti problema hanno una funzione: uno scopo.


Se non teniamo in considerazione quello scopo nel nostro
intervento educativo, ma puntiamo unicamente ad
eliminare il comportamento problema è probabile che
comparirà un altro comportamento problema, diretto al
raggiungimento
«Qual è il problema? Non i dello stesso scopo.
sintomi, quelli li vediamo…»
+ Come facciamo ad individuare la funzione di un
comportamento?

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Stelle sulla terra (तारे ज़मीन पर, Taare Zameen Par) è un film drammatico del 2007 diretto da Aamir Khan
Prof. Francesco Sulla 50
Analisi funzionale (ABC)
Per capirne la funzione e cosa lo mantiene, ciascun comportamento va
analizzato in base ai suoi antecedenti (gli stimoli ambientali che lo precedono)
e le sue conseguenze. L’unità di apprendimento basilare si sviluppa secondo
questa sequenza e viene denominata “contingenza a tre termini”:

Antecedente – Behaviour (comportamento) – Conseguenza

Mentre l’antecedente elicita il comportamento, si attribuisce alla


conseguenza la responsabilità per la riduzione, l’incremento, il mantenimento
o la soppressione del comportamento cui segue.

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Ishan A B C
Istruzione Fa le boccacce Viene mandato
complicata fuori

Insegnante A B C
Ishan fa le La maestra lo In classe torna
boccacce manda fuori la tranquillità

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I COMPORTAMENTI PROBLEMA
Il comportamento problema è un messaggio (Carr, 1998)

Escluse le cause organiche (legati a sindromi), la maggior parte


dei CP è mediata dall'ambiente sociale. I CP hanno un valore
comunicativo e assolvono una funzione per l'individuo.

Quali possibili funzioni? (1) Attenzione sociale; (2) accesso


all’oggetto/attività gradita; (3) fuga/evitamento del compito

Prof. Francesco Sulla 53


(1) Attenzione sociale
Il soggetto mette in atto il comportamento per ottenere
l'attenzione dell’insegnante e/o dei compagni

ANTECEDENTE COMPORTAMENT CONSEGUENZA


O
La maestra spiega Fabiola tira i capelli La maestra lascia
il compito a Maria a Luca Maria per andare a
sgridare Fabiola

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(2) Accesso all’oggetto/attività gradita

Il soggetto mette in atto il CP quando gli viene tolto o


negato il gioco/attività preferita

ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA

Dario, poco prima di Dario comincia a La mamma da le


cena, vede le piangere ed urlare patatine a Dario
patatine nella
dispensa e le chiede
alla mamma. La
mamma dice di no

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(3) Fuga/evitamento del compito

Il soggetto mette in atto il CP per evitare un


compito/attività troppo difficile o troppo facile

ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA

La maestra presenta Gianni inizia a La maestra fa


il compito di piangere e dire di chiamare la
matematica aver mal di pancia mamma di Gianni e
Gianni va a casa

Prof. Francesco Sulla 56


(4) Autostimolazione

+ Cosa fare se il soggetto sembra ricavare piacere dal


comportamento di per se stesso, invece che dalle
conseguenze che eventualmente produce?

Es. Se piace vedere/sentire i bicchieri mentre si


rompono? Se piace battere la testa? Se piace
graffiarsi/mordersi?

Prof. Francesco Sulla 57


+ Lo stesso CP può avere
più di una funzione

+ CP diversi potrebbero
avere la stessa funzione

+ Non è detto che il CP


sia intenzionale o
consapevole

Ricordiamoci che……
Prof. Francesco Sulla 58
+ Una buona analisi funzionale ci consente di reperire numerose indicazioni
sulle dinamiche che mantengono attivo un determinato comportamento
offrendo delle prime risposte alle seguenti domande:
1. Che funzione svolge il comportamento problema? Comunicativa verso
altre persone o auto-stimolatoria?
2. In quali occasioni, ambienti e/o in presenza di quali persone si verifica più
frequentemente?
3. Quali comportamenti alternativi positivi possono avere la stessa funzione
del comportamento problema per l’individuo e possono essere sostituiti a
questo?

+ Ricordiamo, infatti, che l’ABC può essere utilizzata anche per analizzare i
comportamenti positivi dell* student* e comprendere ciò che li elicita e ciò
che li mantiene.

Prof. Francesco Sulla 59


Fonte: Ianes, Cramerotti, Frogarlo (2021). Il nuovo PEI. Erickson.
Prof. Francesco Sulla 60
Analisi funzionale (AF). Dal punto di vista
metodologico sono necessarie alcune
operazioni sistematiche:
+ Scegliere i momenti in cui realizzarla, sulla base dei dati raccolti
durante l’osservazione e delle ipotesi formulate
+ Replicare più volte. Non esistono regole specifiche: dopo aver
realizzato 5-6 AF di un medesimo comportamento si possono
iniziare a delineare i fattori che concorrono a stimolarlo e a
mantenerlo
+ Descrivere in modo operazionale ciò che fanno e/o dicono le
persone presenti, immediatamente prima della comparsa del
comportamento (entro 5 secondi) e dopo (entro 5 secondi)

Prof. Francesco Sulla 61


Il comportamento di Marco «fa qualcosa di diverso da quanto chiesto» era stato
considerato disadattivo in seguito a osservazione diretta (10 sessioni di osservazione
condotte due volte al giorno: 30 min nel corso di attività laboratoriali e 30 minuti nel
corso di attività di tempo libero)

Fonte: Soresi (2016)

Prof. Francesco Sulla 62


L’Analisi Funzionale fornisce
informazioni utili a pensare a
modalità diverse di gestire
situazioni difficili

+ Favorisce l’individuazione
degli obiettivi dell’intervento
+ Più efficace se porta ad
individuare i/l
comportamento/I
desiderato/I che si vuole Fonte: Soresi (2016)
sostituisca quello disadattivo

Prof. Francesco Sulla 63

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