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PROGETTARE NEI CONTESTI EDUCATIVI – SERBATI (laboratorio)

LEZ 1

PROGETTUALITÀ EDUCATIVA E PENSIERO RIFLESSIVO

Scout: contesto, reciprocità – il progetto non è un’azione di ammaestramento “io adulto ti dico cosa e fare e come
farlo” ma c’è uno scambio, la progettualità è costruita assieme. Intenzionalità/direzione qual è il fine e perché
strutturiamo un progetto in un contesto.
Ritrova i 5 punti in un’esperienza riportata in:
Incertezza: Silvia non riesce a sommare le monete per pagare quindi non riesce a giocare, si rende conto di non essere in
grado di farlo – incertezza

Indagine: usando l’esempio di Riccardo inizia a battere sulle monete, come ha visto fare a lui sugli oggetti – osserva

Catena di significati:

Implica fede nell’evidenza: silvia spiega la tecnica con le dita e la trasmette anche all’amica, prova che quello che fa è
giusto

Conclusione/scopo: comprendere che bisogna contare per raggiungere lo scopo del gioco

LEZ 3

Lavoro gruppo

Analizziamo il secondo cap del pensiero riflessivo secondo dewey, le attitudini del pensiero riflessivo. Lo facciamo
visionando un cortometraggio “stella” di gabriele salvatores.
Dewey non utilizza la parola “stereotipo”, fa sempre riferimento a “credenza”, la credenza, a differenza del pregiudizio,
non è per forza qualcosa di neg, ha un valore neutro, una risposta che il nostro essere dà a ciò che ci si presenta davanti.

Comprendere ci permette di evitare di plasmare la realtà basandoci sul pregiudizio


Lavoro di gruppo basato sul cortometraggio “nessuno mi può giudicare”

1) incertezza della mamma sulla situazione del figlio (se verrà accudito, livello insegnanti, compagni) - organizzazione
interna scuola

2) incertezza insegnante arrivo di un bambino esterno alla realtà di classe, pregiudizio circa la mamma (estrazione
sociale e pregiudizi circa la scuola privata da cui viene)
Lezione 4 il percorso di indagine del pensiero riflessivo

È un percorso che inizia da una suggestione


Dewey chiama queste soluzioni iniziali che ci vengono in mente, suggestioni.

Li chiama anche fatti, il loro osservamento non è fine a se stesso, perché a partire da questa affermazione inserisce il
termine idee

Inferenza = catene di significato


LEZ 6
LEZ 10/12
Spirale perché i momenti non sono mai in successione standardizzata, si può tornare più volte su passaggi e rivederli.
Trasformazione verso cui va il pensiero riflessivo va verso l’autonomia delle persone (capacità di darsi regole per il
proprio agire).

Azione volta a fare sviluppare ai bambini apprendimenti volti a sviluppare autonomia.

Come fare progettazione?

3 strumenti (ma possono essercene tanti di più)

Verdi: possono rispondere autonomamente ai bisogni del bambino ma in maniera non totale, sono più che altro supporti.
Il triangolo è una proposta che troviamo all’interno del testo inserito sul moodle “ linee di indirizzo nazionale sugli
interventi sociale ed educativi per bambini che si trovano in situazioni di vulnerabilità – anni 90 in inghilterra
Tutti questi strumenti fanno riferimento a una prospettiva precisa:

LEZ 11/12
Il dialogo è talmente importante che dovrebbe essere ritenuta una pratica a parte

Quando andiamo ad osservare come educatori, non facciamo un’osservazione sistematica, ma osserviamo nel tempo,
mentre si svolgono le azioni quotidiane.
Riconosciamo in questi esempi che l’osservazione è legata alla quotidianità, alle relazioni e all’ambiente
KIT SOSTENERE LA GENITORIALITA’

PROPONGONO LE QUALITA’ DEL BAMBINO

Le carte possono essere utilizzate come rif, quadro d’analisi.

Utilizzare le carte nel vedere il video proposto

Perseverante, curioso, gioioso, autonomo,disinvolto

In riferimento a uno o più dei bisogni descritti in merito alla esperienza scelta per il lavoro di gruppo di ieri...
Descrivete una pratica di osservazione educativa (già realizzata o da pianificare) che consente l’approfondimento del
bisogno e quindi la realizzazione di un pensiero riflessivo, esplicitando:
- la dimensione della quhttps://bambini-4.ch/it/filmfinder/saucenloeffel
quotidianità (quando, dove, con chi viene realizzata?)
La dimensione relazionale (quali sono le relazioni e i fatti che avvengono nelle relazioni che rendono possibile
l’esperienza considerata)

La dimensione dialogica (in che modo entra nella costruzione di catene di significato che costruiscono la progettualità
educativa?)

LEZ 17/12
NARRAZIONE E ASCOLTO

Seconda pratica di documentazione pedagogica che viene presentata anche nel testo.

Il tema della doc pedagogica ci consente di avere dette tecniche e strumenti che fanno anche riff a dewey per creare una
catena di riferimenti. La ricerca di fatti ed esperienze ci consente di costruire una analisi dei bisogni che poi portano di
conseguenza a progettare le esperienze educative. Bisogna tenere insieme queste due parti, cosa che poi nel pratico
accade perché le due esperienze non sono mai disgiunte, per agire consapevolmente in merito all’analisi, la …. Delle
riflessioni e la progettazione pedagogica.

Nelle pratiche lette dai lavori di gruppo si nota il momento di connessione tra le due

Presentata pratica educativa all’interno di un intervento educativo.

Descrivere sempre tutti gli elementi, insegnanti, diari, mezzi con cui si osserva.

Quotidianità: cosa vediamo, chi sono gli attori, quali sono le azioni svolte per la pratica educativa. Il tema non è
l’intervento ma l’osservazione educativa. Cosa succede
Relazionale: l’osservazione in che modo

Dialogica: fatti, evidenze, esperienze, cosa è entrato nella dimensione dialogica cosa è entrato nel dialogo (diari?
Resoconto verbale? Discussione?) cosa è successo nella pratica di osservazione nel corso dell’azione, quali relazioni ha
favorito

Gli strumenti dell’insegnante


Paura di sforare in contesti clinici, noi però ci poniamo in ascolto di elementi e significati non per dare un’indicazione
ma perché proponendo fatti ed evidenze possiamo costruire con la persona nuovi significati (accompagnare, no
diagnosi). Quando incontriamo nodi personali che fanno rif a dimensioni che richiedono cure terapeutiche è importante
riuscire a riportarli in questi ambiti specifici, facendo presente che su quel livello noi possiamo ascoltare ma non siamo
in grado di dare risposte.

Dal punto di vista dell’educatore ascoltare ci dà un’immagine, una comprensione di quello che c’è ed evitare le
semplificazioni
Bisogno: rete sociale più ampia

Azioni: costruire rete sociale per la mamma, utilizzando il kit


LEZ 18.12

La pratica del

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