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1 LA PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE

1.1 La psicologia dell’educazione

La psicologia dell’educazione si riferisce allo studio dello sviluppo,


dell’apprendimento, della motivazione, della valutazione e della progettazione di
interventi nei contesti educativi.

Il termine educazione indica le attività, influenzate dai vari periodi storici, volte allo
sviluppo di conoscenze e abilità mentali, sociali e comportamentali.
Il ruolo dello psicologo dell’educazione non si limita ai soli interventi di inclusione
ma bensì ad attività di consulenza, valutazione, ricerca e formazione sia per un
singolo che per un gruppo di individui.

Si possono distinguere 4 livelli di intervento:


• il primo livello si occupa di delineare azioni di formazione rivolte a un vasto
gruppo di utenza con l’obiettivo di pianificare interventi di prevenzione
• il secondo livello ha il compito di svolgere un’attività di consulenza, al fine di
integrare coloro che manifestano difficoltà speciali
• il terzo livello richiede un intervento diretto da parte dello psicologo in ambiti
educativi in cui sono presenti fattori di rischio per l'individuo
• il quarto livello si riferisce a quelle situazioni più specifiche di urgenza
manifestate da uno stato di malessere psicologico grave.

La scuola è certamente il luogo più frequente nel quale lo psicologo agisce,


promuovendo e costruendo relazioni positive tra studenti con l’obiettivo di creare una
comunità tra essi e di favorire il senso di appartenenza nei confronti della propria
scuola.

1.2 La relazione docente-studente

Il senso di appartenenza da parte degli studenti significa aiutarsi gli uni per gli altri, e
provare questo sentimento per la propria scuola è importante, soprattutto per coloro
con differenze linguistiche, culturali, economiche.

Tra le abilità da sviluppare per un docente vi è sicuramente l'ascolto empatico. A


scuola l'insegnate può utilizzare l'empatia, cercando di ascoltare lo studente, evitando
di fornire troppo presto consigli o critiche e comprendendo le sue emozioni e le sue
intenzioni.
Un atteggiamento passivo e aggressivo molto spesso risulta poco efficace
nell'educazione del bambino, l'insegnante deve saper gestire le relazioni in classe, al
fine di creare un clima di rispetto e di partecipazione.

1.3 Bullismo

Il bullismo è una manifestazione di comportamenti aggressivi caratterizzata da un


abuso di potere volto a far del male alla vittima.
Vi sono tre caratteristiche fondamentali: l'intenzionalità, la reiterazione e lo squilibrio
di potere. Un altro aspetto importante del fenomeno è che esso si verifica in contesti
di gruppo, ad esempio a scuola, a lavoro o in altri gruppi sociali.

Esistono varie forme di bullismo: il bullismo diretto e indiretto. Il primo consiste in


azioni fisiche o verbali, mentre il secondo colpisce maggiormente la dimensione
relazionale-sociale dell'individuo.

Le vittime di bullismo tendono a non reagire agli attacchi dei bulli e sono propensi
ad avere una bassa autostima, a sentirsi soli, insicuri e infelici. Alcune tipologie di
individui sono più esposti per alcune caratteristiche: sovrappeso, disabilità,
omosessualità o identità non ancora definita.
Il rischio di diventare vittima di bullismo cresce verso la fine della scuola primaria e
ha il suo picco durante il periodo delle medie e l'inizio delle superiori e diminuisce
verso gli ultimi anni della adolescenza.

MOTIVAZIONI POSSIBILI AZIONI DELLA SCUOLA O


DELL'INSEGNANTE

Si divertono a mettere la vittima sotto pressione, Sottolineare il fatto che non è divertente se il
specialmente se esortati dai compagni. I bulli bersaglio non si sta divertendo. Sviluppare
dicono che non è niente di che. empatia attraverso lezioni di letteratura e a altre
attività volte a dar vita ad una comunità di
classe, con discussioni in cerchio di
condivisione di idee.
Il bullo vuole qualcosa dalla vittima ed è Fare pratica di giustizia ristorativa e conferenze
intenzionato a infliggergli dolore per averlo. Far di comunità possono aiutare i bulli a provare un
del male alle persone lo fa stare bene. rimorso. Per gli studenti più anziani, se le azioni
sono criminali, ci saranno sanzioni legali.
2 LO SVILUPPO COGNITIVO
2.1 DEFINIZIONE DI SVILUPPO

Il termine sviluppo si riferisce a determinati cambiamenti che avvengono nelle


persone e che si manifestano in modo ordinato e persistono per un lungo periodo di
tempo.
Esistono diversi aspetti dello sviluppo umano: lo sviluppo fisico, lo sviluppo
personale, lo sviluppo sociale, che riguarda l'interazione con gli altri e lo sviluppo
cognitivo, che riguarda il modo di pensare, di ragionare. La maturazione e l'influenza
dell'ambiente sono le principali cause di questi cambiamenti, ma molto spesso ci si
confronta su quale dei due porre maggior rilievo. (opposizione tra natura e ambiente
dibattito caldo)

L'opposizione tra natura e cultura, nei secoli passati, è stata oggetto di molti
dibattiti tra filosofi, religiosi, politici, ma oggi è diventata un'opposizione
riconosciuta e affermata da molte ricerche effettuate nel corso degli anni. Le attuali
visioni evidenziano le azioni congiunte tra natura e ambiente: per esempio, un
bambino con un carattere socievole e tranquillo avrà reazioni diverse rispetto a un
bambino arrabbiato e prepotente. Ciò dimostra come gli individui hanno uno sviluppo
in relazione alla propria natura e alle risposte offerte dai vari contesti di vita.

I periodi sensibili sono quei momenti in cui una persona è pronta ad imparare
determinate conoscenze e a vivere certe esperienze. I primi psicologi, influenzati da
Freud, ritenevano che le esperienze della prima infanzia fossero critiche e che
influenzassero il percorso di vita dei bambini. Oggi appunto si parla di periodi
sensibili, ciò significa che ci sono momenti in cui una persona è predisposta a
rispondere a certe esperienze e se l'ambiente non è adatto a sostenerla si possono
registrare delle situazioni difficili.

PRINCIPI GENERALI DELLO SVILUPPO:


• velocità di sviluppo delle persone è differente
• lo sviluppo è relativamente ordinato, che non significa che è lineare, ma che le
persone potrebbero progredire, rimanere nella stessa fase di crescita o regredire
• lo sviluppo avviene in modo graduale
LA TEORIA DI PIAGET

Piaget identificava quattro fattori dello sviluppo cognitivo:


• la maturità biologica
• le attività, cioè la capacità di agire nell'ambiente
• le esperienze sociali, cioè la capacità di imparare dagli altri
• il mantenimento dell'equilibrio.

Il processo di equilibrazione funziona applicando uno schema a una situazione e se
esso funziona, allora l'equilibrio esiste, se lo schema non produce un risultato
positivo, allora si ha uno squilibrio.
Questo ci porta a cercare una soluzione attraverso l'assimilazione e l'accomodamento,
quei processi che hanno lo scopo di modificare i nostri schemi e di adattare il nostro
pensiero alla situazione in atto.

4 STADI

STADIO ETÀ CARATTERISTICHE


Senso-motorio 0-2 anni Impara attraverso i sensi. Utilizza
un pensiero simbolico delle
rappresentazioni mentali.
Permanenza dell'oggetto, cioè gli
oggetti che non si vedono
continuano ad esistere.
Pre-operatorio Inizia a parlare-7anni Sviluppa il linguaggio. Ha
difficoltà nell'interpretare passato
e futuro ed è egocentrico, cioè fa
fatica a capire il punto di vista
altrui.
Operazioni-concrete 7-11 anni Pensa logicamente a problemi
concreti, organizza gli oggetti in
base a dei criteri, e capisce
passato, presente, futuro.
Operazioni formali Adolescenza- età adulta Sa ragionare in modo deduttivo
ed il pensiero diventa più
scientifico. Risolve problemi
astratti in modo logico e sviluppa
pensieri per temi sociali e
personali.

Critiche: Piaget sottovalutava il ruolo dell'istruzione, del contesto e della cultura e le


capacità cognitive dei bambini. Non esiste stabilità nelle risposte che un
bambino fornisce in diversi compiti, anche se appartengono allo stesso
stadio.

TEORIA DI VYGOTSKY

Vygotsky riteneva che le attività umane avevano luogo in determinati contesti e che
non potevano essere comprese al di fuori da essi. Una delle idee chiave era che i
nostri processi mentali erano strettamente collegati dalle interazioni con gli altri e che
queste interazioni creavano a tutti gli effetti le strutture e i processi di pensiero.

Vi sono tre temi che spiegano come i processi sociali formano l'apprendimento:
• il pensiero individuale
• gli strumenti culturali
• il linguaggio

Per quanto riguarda il pensiero individuale Vygotsky affermava che ogni funzione
nello sviluppo del bambino si manifestava durante attività condivise con un adulto
creando dei processi co-costruiti che in seguito venivano interiorizzati dal bambino e
diventavano parte dello sviluppo cognitivo.

Secondo Vygotsky il linguaggio è fondamentale per lo sviluppo cognitivo, perché


fornisce un modo di esprimere idee e di porsi delle domande. Inoltre, riteneva anche
che il linguaggio nella forma privata (parlare da soli) guidasse lo sviluppo cognitivo.

La zona di sviluppo prossimale è l'area che intercorre tra le attuali abilità del
bambino e il livello che egli può raggiungere con la guida di una adulto. Vi sono tre
stadi:
1. la prestazione è controllata da persone più esperte e quindi il bambino si limita
a ubbidire
2. la prestazione è controllata dal bambino e quindi crescendo, egli agisce in
modo indipendente
3. la prestazione è automatica, cioè il bambino ha interiorizzato il compito e si
comporta in modo automatico.

Da parte dell'adulto vi è un'azione di supporto, chiamata scaffholding. Lo


scaffholding è un sostegno per l'apprendimento e soluzione di problemi, costituito da
idee, aiuti, concetti, esempi o qualsiasi altra cosa che permetta al bambino di
diventare autonomo nell'apprendimento. (Es: bambino ha perso il giocattolo, all'inizio
adulto gli fa molte domande per ricordare, da grande attua quel processo in modo
autonomo)

CRITICHE:
• il bambino nasce con degli strumenti e può imparare qualcosa anche senza
insegnamento
• idee generali non sviluppate
• manca l'applicazione all'insegnamento, forse perché è morto presto

3 SVILUPPO DEL SÈ, SOCIALE E MORALE

3.2 BRONFENBRENNER: IL CONTESTO SOCIALE DELLO


SVILUPPO

Secondo Bronfenbrenner il contesto sociale è fondamentale per lo sviluppo


dell’individuo. Il contesto è tutto ciò che ci circonda e interagisce con i nostri pensieri
per influenzarne lo sviluppo e l’apprendimento, la famiglia, gli insegnanti e i pari
sono le figure principali che ne fanno parte.

Il modello bioecologico di Bronfenbrenner considera come ecosistemi lo sviluppo


fisico e i contesti sociali in cui ci sviluppiamo, perché interagiscono gli uni con gli
altri.
Ogni persona vive all’interno di un microsistema, a sua volta contenuto in un
mesosistema, radicato in un esosistema, e tutti appartengono al macrosistema.
Del microsistema fanno parte le relazioni e le attività più strette, ad esempio la
famiglia, gli amici o lo sport; all’interno del mesosistema sono incluse tutte le
relazioni tra tutti gli elementi del microsistema; l’esosistema racchiude tutti gli
ambienti sociali che influenzano l’individuo, anche se non ne fa direttamente parte,
ad esempio il luogo di lavoro dei genitori o i mass media; infine il macrosistema è la
società nel suo complesso, con le sue leggi, tradizioni e valori.

L’autostima è un giudizio complessivo sulla propria identità che include l’orgoglio o


la vergogna nei confronti della propria persona ed è influenzata dal fatto che la
cultura che circonda l’individuo apprezzi o meno le sue qualità e capacità.
Per sviluppare autostima negli studenti essi devono attribuire i propri successi alle
proprie azioni, non alla fortuna o alle coincidenze. Nella scuola l’assegnazione dei
voti, le valutazioni e una comunicazione empatica possono cambiare i giudizi degli
studenti sulle proprie abilità, tuttavia i miglioramenti dell’autostima si verificano
quando gli studenti diventano più competenti in aree a cui danno importanza

3.4 TEORIA DELLA MENTE


A due o tre anni i bambini iniziano a sviluppare una teoria della mente, cioè a capire
che anche gli altri sono persone, con pensieri ed emozioni e a capire che le credenze
possono essere diverse dalla realtà e che le persone possono avere opinioni diverse.
I bambini diventano consapevoli della loro intenzionalità e quella altrui e crescendo
con l'età riconosco che gli altri possono avere dei punti di vista diversi. Questa
capacità di assunzione della prospettiva altrui cresce nel tempo, fino a quando non
raggiunge l'età adulta ed è molto importante per lo sviluppo morale, poiché riduce i
pregiudizi e risolve i conflitti.

4 L'INTELLIGENZA
4.1 L'INTELLIGENZA

L'intelligenza è la capacità di acquisire conoscenze e di adattarsi all'ambiente,


tenendo conto del contesto. Essa non include il comportamento istintivo, ma abilità
cognitive ed emotive.

Esistono principalmente due tipologie di intelligenza: l'intelligenza fluida e


cristallizzata.
L'intelligenza fluida è la capacità di ragionamento, flessibilità di pensiero e creatività
e comprende le operazioni mentali utilizzate per affrontare un compito nuovo. Questo
tipo di intelligenza continua a potenziarsi fino alla tarda adolescenza e poi con
l'avanzare dell'età diminuisce.

L'intelligenza cristallizzata è la capacità di applicare le conoscenze a soluzioni di


problemi nei propri contesti culturali. Essa può svilupparsi per tutto l'arco della vita,
perché coinvolge abilità e conoscenze situate nella memoria a lungo termine, come ad
esempio la lettura.

Gardner, uno psicologo dello sviluppo, ipotizzò l'esistenza di diverse capacità


mentali, sviluppando la teoria delle intelligenze multiple, che comprende nove tipi
diversi di intelligenza.
• Logico-matematica
• musicale
• naturalistica
• linguistica
• cinetica
• spaziale
• interpersonale
• intrapersonale
• esistenziale
CRITICHE:
• le 9 intelligenze non sono realmente indipendenti, sono correlate tra loro
(spaziale-musicale)
• alcune possono essere definite come talenti o tratti della personalità
• non esistono prove per il loro uso nell’apprendimento

Il QI è il punteggio che confronta l’età mentale con quella biologica con quella di un
individuo. Il QI DI DEVIAZIONE è il punteggio di un individuo paragonato ad altri
individui di pari età cronologica.

4.3 STUDENTI CON DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO

Il disturbo nell'apprendimento riguarda un problema nell'acquisizione e nell'uso di


linguaggi, può manifestarsi nella difficoltà a leggere, scrivere o ragionare.

Le caratteristiche più comuni sono difficoltà specifiche in determinate aree, ad


esempio i problemi nel prestare attenzione, l'iperattività o la difficoltà nel creare
relazioni e mantenerle.
La maggior parte degli studenti con disturbi dell'apprendimento incontra difficoltà
nella lettura e nella matematica. La grafia degli studenti è spesso illeggibile e
l'espressione verbale è disorganizzata e difficoltosa. Essi spesso non sanno affrontare
i compiti e non riescono a concentrarsi e applicare strategie e metodi di studio,
tendono ad essere passivi.
Oggi è preferibile utilizzare il termine disabilità intellettiva rispetto a ritardo
mentale. Essa si misura con un test di QI, dove un punteggio inferiore a 70 è ritenuto
un disturbo. ( lieve 50-70, moderato 35-50, grave <50)
Tuttavia non basta analizzare il QI è necessario trovare problemi nella realtà sociale
ed emotiva, problemi comportamentali.
4.4 STUDENTI DOTATI E DI TALENTO

Le persone dotate sono coloro che dimostrano eccellenti abilità o competenze in


determinate aree/materie. (Punteggio del QI da 130 fino a 160). I bambini realmente
dotati non sono quelli che imparano in fretta senza grandi sforzi, ma sono quelli più
originali, più avanzati per la loro età. Ad esempio possono leggere già a 3 4 anni o
suonare uno strumento musicale come un adulto allenato.

Le difficoltà che riscontrano questi studenti sono legate maggiormente allo stato
d'animo e alle reazioni con gli altri. Gli studenti dotati sono più inclini alla
depressione, tendono ad essere annoiati, frustrati e isolati. Dimostrano impazienza
verso amici, genitori o insegnanti che non dimostrano i loro interessi o le loro
capacità.
Possono sembrare testardi ed esibizionisti, ma sono sensibili alle critiche e hanno un
senso spiccato dell'umorismo.
Essi hanno un forte senso di giustizia, sono energici, preferiscono lavorare da soli e
formano legami intensi con gli amici.

Le strategie da mettere in atto sono differenti. I metodi per insegnare a bambini


dotati devono incoraggiare al pensiero astratto, alla creatività e all'indipendenza.
Una strategia opportuna per gli studenti è quella dei gruppi cooperativi, nei quali essi
imparano di più se affiancati ad altri coetanei ed è anche favorevole per gli altri
alunni, in quanto si annoiano di meno rispetto a lavorare con bambini di pari livello.
Un altro metodo utile è accelerare il percorso di studio, spostando l'alunno in classi
più avanzati o stimolando il bambino attraverso compiti più difficili e interessanti.
Infine è molto importante fornire supporto emotivo al bambino, senza distruggere la
motivazione interiore con pressioni e ricompense eccessive.

6 CULTURA E DIVERSITÀ

6.3 IL GENERE NELL'INSEGNAMENTO E NELL'APPRENDIMENTO

L'identità di un individuo in termini di genere ha tre componenti:


• l'identità di genere: autoidentificazione di una persona come maschio o
femmina
• l'orientamento sessuale: scelte di una persona in fatto di partner sessuale
• i comportamenti del ruolo di genere: comportamenti che la cultura associa a a
ciascun genere

L'orientamento sessuale riguarda ciò che si percepisce come attrazione verso,


femmine, maschi o entrambi.
Il fenomeno dell'omosessualità è più diffuso nei maschi durante l'adolescenza, mente
in età adulta è più diffuso nelle femmine.
Vi sono diversi modelli che descrivono lo sviluppo dell'orientamento sessuale come
parte dell'identità e tutti comprendono i seguenti punti:
• SENTIRSI DIVERSI: a partire da 6 anni circa il bambino può apparire meno
interessato alle attività di altri bambini dello stesso sesso
• SENTIRSI CONFUSI: nell'adolescenza gli studenti possono sentirsi confusi e
sentire la mancanza di modelli di ruolo
• ACCETTAZIONE: da giovani adulti, molti si identificano come etero/omo/bi
sessuali, possono scegliere di renderlo pubblico o no.

6.4 L'EDUCAZIONE MULTICULTURALE: CREARE CLASSI


INCLUSIVE

L'educazione multiculturale è un'educazione che promuove equità nella


scolarizzazione di tutti gli studenti. Essa ha 5 valenze:
• integrazione del contenuto
• processo di costruzione del sapere
• riduzione del pregiudizio
• cultura scolastica
• pedagogia dell'equità

Molti hanno familiarità solo con l'integrazione del contenuto, cioè utilizzare esempi
di diverse culture quando si insegna una materia.
Come approccio alcuni suggeriscono la pedagogia culturalmente rilevante che è un
insegnamento d'eccellenza per studenti di diverse etnie che porti al successo
scolastico, allo sviluppo e al mantenimento della loro cultura e alla consapevolezza
critica.
La pedagogia culturalmente rilevante risponde a tre requisiti:
• gli studenti devono vivere il successo scolastico, nonostante ambienti ostili
devono sviluppare le loro capacità
• gli studenti devono sviluppare e mantenere le loro competenze culturali
• gli studenti devono sviluppare coscienza critica che permetta loro di criticare le
norme sociali, i valori e le istituzioni che producano iniquità sociali

7 TEORIE COMPORTAMENTALI
DELL'APPRENDIMENTO

7.1 COMPRENDERE L'APPRENDIMENTO

L'apprendimento è quel processo attraverso il quale l'esperienza provoca un


cambiamento nella conoscenza o nel comportamento di un individuo.
L'apprendimento non include soltanto i contenuti scolastici ma si può verificare in
ogni momento, non è sempre intenzionale e può tendere ad un miglioramento o
peggioramento, può essere giusto o sbagliato consapevole o inconsapevole.
Esistono principalmente due tipologie di condizionamenti che spiegano
l'apprendimento, il condizionamento classico e operante.
Il condizionamento classico si concentra sull'apprendimento di risposte emotive e
fisiologiche come la paura o la salivazione. Queste risposte emotive vengono
chiamate rispondenti poiché derivano automaticamente da uno stimolo. Attraverso
questo processo si possono addestrare le persone o gli animali a reagire
involontariamente ad uno stimolo, che in precedenza non aveva effetto, in modo da
provocare una risposta automatica. (ES. CAMPANA CANE CIBO SALIVAZIONE,
cibo e salivazione all'inizio stimoli incondizionati, poi la campana diventò stimolo
condizionato e la campana diventò risposta condizionata).

Il condizionamento operante è quell'apprendimento in cui il comportamento


volontario è rafforzato o indebolito da antecedenti o conseguenze.
Si può pensare al comportamento come all'elemento intermedio tra ciò che lo
precedono, gli antecedenti e ciò che lo seguono, le conseguenze. RELAZIONE
antecedente-comportamento-conseguenza. Tutto ciò mostra che il cambiamento
operante può essere modificato attraverso cambiamenti negli antecedenti o nelle
conseguenze.

Un rinforzo è una qualunque conseguenza che rafforza il comportamento.


RELAZIONE comportamento-rinforzo(conseguenza)-ripetizione del comportamento.
Vi sono due tipi di rinforzo:
• rinforzo positivo, avviene quando la conseguenza produce un nuovo stimolo.
( ES. complimenti per il nuovo vestito)
• rinforzo negativo, è la rimozione di uno stimolo fastidioso che segue
immediatamente una risposta.
(ES. sono dell'allarme per mancato allacciamento della cintura).

Il rinforzo negativo è confuso spesso con la punizione. Un comportamento, se


seguito da una punizione, ha meno possibilità di essere ripetuto, diminuendolo o
eliminandolo. La punizione può essere di due tipi:
• punizione basata sulla presentazione di uno stimolo. Si verifica quando
l'aggiunta di uno stimolo in seguito ad un comportamento elimina o diminuisce
il comportamento stesso. (ES. assegnare compiti in più per modificare il
comportamento)
• punizione basata sulla rimozione. Implica la rimozione di uno stimolo
gradevole dopo il comportamento stesso. (ES. genitori che tolgono privilegi).

Un sistema basato sui token permette agli studenti di ottenere dei premi per il
comportamento positivo tenuto in classe. I token sono voti, simboli, o qualunque
elemento che sia identificato come premio da parte del bambino. Questi sistemi sono
complicati e richiedono tempo. Dovrebbero essere usati solamente in tre situazioni:
• studenti disinteressati al proprio lavoro
• per incoraggiare alunni che non sono mai riusciti a fare progressi
• per gestire una classe fuori controllo.

Un'ottima strategia è il buon funzionamento del gruppo. Si divide la classe in squadre
e ognuna riceve punti di demerito se infrange regole che sono state condivise. È
possibile anche utilizzare le conseguenze di gruppo senza dividere la classe in
squadre, così utilizzando un rinforzo sul comportamento dell'intera classe, sempre
però con molta cautela.

Per promuovere il comportamento corretto si possono mettere in atto alcune


strategie:
1. dare attenzioni agli atteggiamenti giusti e ignorare quelli sbagliati
2. lodare in modo attento, specifico per un comportamento
3. promettere un'attività piacevole dopo averne fatta una meno piacevole
4. correggere subito l'errore, non punire, finché il nuovo comportamento non
diventa automatico
5. contratti di contingenza tra il docente ed il bambino, per modificare alcuni
atteggiamenti, negoziare.

7.4 BANDURA E L'APPRENDIMENTO SOCIOCOSTRUTTIVO

Bandura promuove la teoria dell'apprendimento sociale e indica due distinzioni tra


apprendimento costruttivo e di osservazione, e tra apprendimento e prestazione.
L'apprendimento costruttivo consistere nell'apprendere facendo le conseguenze delle
proprie azioni. Diverso dal condizionamento operante per il ruolo delle conseguenze,
nell'apprendimento costruttivo le conseguenze sono considerate fonti di
informazione.

Bandura ritiene che il rinforzo non cambia le risposte ma infonde aspettative su ciò
che accadrà se si mette in atto un risultato.

L'apprendimento di osservazione avviene osservando un'altra persona o un animale.


Ciò può affermare che i fattori cognitivi non sono necessari per l'apprendimento, se si
focalizza l'attenzione, costruendo immagini, ricordando e prendendo decisioni che
influenzano l'apprendimento.

Inoltre, Bandura distingue l'acquisizione della conoscenza con la prestazione finale.


Egli sostiene che tutti sanno più di quanto si dimostri, la conoscenza è maggiore della
prestazione. Anche se l'apprendimento è avvenuto, esso non può essere dimostrato
finché la situazione non è appropriata o non ci siano degli incentivi.
8 PROSPETTIVA COGNITIVA
DELL'APPRENDIMNTO

8.1 PROSPETTIVA COGNITIVA

La prospettiva cognitiva è lo studio di ciò che avviene nella mente, con un ruolo
attivo dell'individuo scegli, riflette, ricorda.
Un approccio cognitivo all'apprendimento è un processo mentale attivo composto da
acquisizione, ricordo e uso della conoscenza.
Conoscere e sapere sono i risultati dell'apprendimento e la stessa conoscenza genere
conoscenza. Sapere qualcosa significa ricordarla e recuperarla dalla memoria.

8.2 APPROCCI COGNITIVI ALLA MEMORIA

I cognitivisti hanno utilizzato la metafora del computer per comprendere le modalità


di elaborazione di informazione. La mente acquisisce informazioni, le immagazzina,
le recupera e genere risposte. Secondo questo modello gli stimoli dell'ambiente vanno
nella memoria sensoriale, da qui le informazioni passano alla memoria di lavoro, che
a sua volta possono andare perdute o essere trasmesse alla memoria a lungo termine.

La memoria sensoriale è l'elaborazione che trasforma gli stimoli ambientali in


informazioni per dargli un senso e ha una durata limitata. La percezione e l'attenzione
sono due elementi fondamentali.
La percezione è il processo di individuazione di uno stimolo e di assegnazione di un
significato, che viene costruito in base alla rappresentazione fisica e alle conoscenze
pregresse.
L'attenzione è selettiva, ciò a cui si fa attenzione dipende da ciò che si sa e da ciò che
vogliamo sapere ed essa è influenzata dal contesto e dalla complessità dell'impegno.

La memoria di lavoro è il luogo in cui l'informazione viene trattenuta e combinata


con la conoscenza della memoria a lungo termine. Queste informazioni vengono
estratte dalla memoria a lungo termine cosicché la memoria di lavoro contiene ciò
che la persona sta pensando in quel determinato momento.

Vi sono 4 elementi della memoria di lavoro:


• l'esecutivo centrale: sistema di controllo che supervisiona l'attenzione e
dirige le risorse
• il taccuino visuo-spaziale: area della mente destinata all'elaborazione di
immagini
• il loop fonologico: sistema per l'elaborazione degli stimoli verbali e sonori
• il buffer episodico: processo che riunisce le informazioni del loop
fonologico e del taccuino visuo-spaziale e della memoria a a lungo termine
per creare ricordi complessi.

8.3 MEMORIA A LUNGO TERMINE

La memoria a lungo termine è illimitata e le informazioni possono rimanerci per


sempre anche se l’accesso alla memoria lungo termine richiede tempo e impegno.

Vi sono tre tipologie di conoscenze nella ML: dichiarativa, procedurale,


autoregolata.
• La conoscenza dichiarativa è detta la conoscenza che può essere dichiarata con
parole o simboli. L’ambito di questa conoscenza è molto vasto, si va da fatti
molto specifici o generali, preferenze personali o regole.
• La conoscenza procedurale indica il sapere come fare qualcosa, quindi lo
studente dimostra conoscenza procedurale quando agisce e mette in pratica un
apprendimento.
• La conoscenza autoregolata è la conoscenza relativa alla gestione del proprio
apprendimento, ad esempio sapere quando leggere con attenzione un testo o
scorrerlo in modo più rapido. È chiamata anche conoscenza condizionale e per
molti alunni rappresenta un problema perché possiedono nozioni ma non
capiscono come e quando applicarle.

La ML è distinta in due categorie: memoria esplicita o implicita.


La memoria esplicita, è la conoscenza a lungo termine che può essere considerata in
modo cosciente, attraverso di essa noi siamo consapevoli di possedere tali ricordi.
I ricordi espliciti possono essere semantici, quindi basati su un significato di parole,
teorie o concetti, oppure episodici, basati su una sequenza di eventi e esperienze.

La memoria implicita è la conoscenza che non sappiamo di avere ma che influenza il


nostro comportamento a nostra insaputa.
Vi sono tre tipi di ricordi impliciti: classici condizionamenti, procedurali ed effetto
priming.
• I classici condizionamenti soni ricordi inconsapevoli che possono provocare
ansia prima di un esame o un aumento del battito cardiaco prima di una
prestazione sportiva.
• La conoscenza procedurale è rappresentata dagli script, cioè sequenze di
processi immagazzinati nella memoria per compiere azioni formali, come
compiere la spesa e dalle produzioni, che sono regole che stabiliscono quali
azioni scegliere in base a delle determinate condizioni.
• L’effetto priming è un effetto tale per cui uno stimolo, al quale si è stati esposti
in passato, può influenzare la percezione inconscia dello stesso stimolo in
situazioni successive.

9 PROCESSI COGNITIVI COMPLESSI

9.1 METACOGNIZIONE

La metacognizione è la conoscenza dei propri processi di pensiero e di come gestire


ciò che si apprende e si sa.
Nasce ai 5-7 anni fino all’adolescenza.

Esistono tre abilità essenziali:


• la pianificazione: decidere quanto tempo per conseguire un compito e quali
strategie utilizzare
• il monitoraggio: monitorare ciò che si sta facendo, essere consapevoli di come
sta andando
• la valutazione: formulare giudizi sui risultati dell’apprendimento
9.2 STRATEGIE DI APPRENDIMENTO

Per apprendere gli studenti innanzitutto devono focalizzare l’attenzione sugli aspetti
più importanti della materia, poi devono sforzarsi per organizzare ed elaborare il
compito ed infine devono regolare il proprio apprendimento e comprendere quando è
necessario cambiare strategia.

Le strategie di apprendimento possono essere cognitive, metacognitive o


comportamentali. Alcune strategie possono essere fare dei riassunti, sottolineare ed
evidenziare o prendere appunti.
• Per aiutare gli studenti a creare dei riassunti va chiesto: di trovare una frase
chiave per ogni paragrafo, individuare delle macro idee, trovare delle
informazioni che sostengano le macro idee ed eliminare le informazioni inutili.
• Purché la strategia di sottolineare ed evidenziare sia efficace è necessario
essere selettivi ed elaborare il testo con parole proprie.
• Infine per prendere appunti bisogna mantenere nella memoria di lavoro le
informazioni apprese prima che svaniscano. Prendere appunti focalizza
l’attenzione durante la lezione, permette di dare significato a ciò che si sta
ascoltando e facilita maggiormente il ripasso.
9.3 PROBLEM SOLVING

Un problema presenta un stato iniziale, uno scopo da raggiungere e un percorso da


seguire e può essere ben strutturato o mal strutturato.
Il problem solving è la creazione di nuove soluzioni a problemi, capaci di andare oltre
alle semplici applicazioni di regole apprese in precedenza.

Le strategie generali di problem solving includono le fasi di: individuazione del


problema, definizione degli scopi, ricerca di possibili strategie, di azione e di
valutazione del risultato. Nella ricerca di soluzioni sono disponibili due tipi di
procedure: una basata sugli algoritmi e una sull'euristica.
Un algoritmo è una procedura passo per passo per risolvere un problema ed è legata
ad un'area specifica. Se si sceglie un algoritmo appropriato e lo si sviluppa in modo
ottimale, il risultato è garantito, ma spesso molti problemi non sono risolvibili con un
algoritmo.
L'euristica è una strategia generale utilizzata per risolvere problemi, poiché molti
problemi non sono semplici e nessun algoritmo è adatto a risolverli, è importante
mettere in atto euristiche efficaci.
Un esempio è l'analisi mezzo-fini che divide il problema in tanti piccoli obiettivi. Per
scrivere una tesina molto lunga, ad esempio, è consigliabile suddividere il compito in
diversi obiettivi intermedi, come selezionare un tema, individuare le fonti o fare uno
schema.

9.4 RUOLO DELLA CREATIVITÀ

La creatività è la capacità di realizzare opere originali, ma allo stesso tempo utili e


adeguate. La creatività multiuso non esiste, le persone sono creative in un'area
particolare. Per essere creativi l'invenzione deve essere intenzionale, non data dal
caso o dalla fortuna.

Vi sono tre aspetti fondamentali:


• l'originalità: quante persone danno una risposta
• la fluidità: numero di risposte
• la flessibilità numero di diverse categorie di risposte.

Disporre di molte conoscenze in una determinata disciplina è alla base della


creatività, ma è necessario avere quel qualcosa in più che porti a un improvviso
insight. L'insight è un'intuizione improvvisa, che accade se la rigidità di pensiero
viene interrotta si vedono le cose da un altro punto di vista.
9.5 PENSIERO CRITICO

Il pensiero critico è un ragionamento, che consiste nel trarre conclusioni sulla base di
giudizi o concetti, che comportano una risposta ad un problema.

Per ragionare bene si dovrebbero applicare criteri come la chiarezza, la logica, la


precisione a degli scopi o domande per sviluppare dei tratti intellettuali come l'umiltà
la sicurezza e la perseveranza.

L'argomentazione consiste nel sostenere la propria posizione attraverso idee e


concetti e quindi confutare le evidenze degli altri. Per i bambini è impegnativo
comprendere ed prestare attenzione alle evidenze degli altri, quindi si concentrano
solamente sulle proprie posizioni.
Per sostenere un pensiero critico occorre essere consapevoli di ciò che si afferma e
avere conoscenze metacognitive e abilità di argomentazione per poter confutare la
tesi altrui.

10 LE SCIENZE DELL'APPRENDIMENTO E IL
COSTRUTTIVISMO

10.1 LE SCIENZE DELL'APPRENDIEMENTO

Le scienze dell'apprendimento sono basate sulla ricerca della psicologia, educazione


e filosofia. Nelle sci. app. vi sono dei concetti base:
• gli esperti hanno una conoscenza concettuale profonda, conoscono molti fatti e
procedure, hanno profonda comprensione concettuale che gli permette di
mettere in azione le loro conoscenze
• l'apprendimento nasce da chi apprende. Sono gli studenti che devono
partecipare alla loro personale costruzione di conoscenza
• le scuole devono creare ambienti di apprendimento, in cui gli alunni
contribuiscano attivamente nella costruzione della loro conoscenza
• le conoscenze pregresse sono fondamentali, l'insegnamento deve iniziare da ciò
che gli studenti sanno, il loro obiettivo sarà il voto
• la riflessione è necessaria per sviluppare conoscenza concettuale profonda.

10.2 COSTRUTTIVISMO SOCIALE E COGNITIVO

Il costruttivismo è la visione evidenzia il ruolo attivo di chi apprende nel capire e


contestualizzare il significato dell'apprendimento. Non esiste un'unica teoria
costruttivista, ma molte concordano su due idee centrali:
1. chi apprende è attivo nella costruzione della conoscenza
2. le interazioni sociali sono importanti per il processo di costruzione della
conoscenza.

Esistono due tipi di costruttivismo, psicologico/cognitivo e sociale.


Gli psicologi costruttivisti si concentrano sul modo in cui le persone usano le
informazioni per costruire e migliorare i loro processi mentali. I costruttivisti sociali
vedono l'apprendimento come un aumento della capacità di partecipare con altri ad
attività significative per una cultura.

Vygotsky poneva attenzione sul fatto che l'interazione sociale, gli strumenti culturali
e le attività danno forma all'apprendimento. Egli prende in considerazione sia il
settore psicologico che quello sociale:
la cultura crea cognizione quando l'adulto utilizza strumenti culturali per guidare il
bambino verso l'apprendimento; la cognizione crea cultura quando adulto e bambino,
insieme, creano nuove soluzioni. Così si è sia prodotti sia produttori della società e
cultura.

10.3 APPLICARE LE PROSPETTIVE COSTRUTTIVISTE

Esempio di apprendimento:

L'apprendimento per indagine è un approccio secondo cui l'insegnante presenta un


problema e gli studenti formulano ipotesi per spiegare l'evento, raccolgono dei dati e
traggono delle conclusioni. I processi di indagine possono essere divisi in:
procedurali( raccogliere dati), epistemici( generare teorie), concettuali( connettere
conoscenze pregresse) o sociali( partecipare a discussioni in classe).
11 LA TEORIA SOCIOCOGNITIVA

11.1 TEORIA SOCIOCOGNITIVA

Inizialmente, la teoria sociocognitiva sviluppata da Bandura introduceva il ruolo


dell'osservazione centrale per l'apprendimento, basato sui modelli. In seguito, però,
egli diede molta importanza anche all'aspetto cognitivo, come le credenze, i pensieri,
le aspettative.
La teoria sociocognitiva, quindi, si interessa al modo in cui le persone sviluppano
capacità sociali, emotive, cognitive e comportamentali.

Essa ha tre tipi di influenze:


• fattori personali: credenze, aspettative, atteggiamenti
• fattori ambientali: modelli, insegnanti
• fattori comportamentali: azioni individuali, scelte.

11.2 MODELING: APPRENDERE OSSERVANDO GLI ALTRI

Per apprendere nuovi comportamenti vi sono quattro elementi essenziali


dell'apprendimento per osservazione:
• attenzione: deve essere selettiva, rivolta informazioni corrette e non inutili
• trattenere informazioni: ricordare ogni passaggio, attraverso prove mentali o
pratiche
• produrre comportamenti: una volta che si sa come dovrebbe essere un
comportamento, è necessaria una buona pratica e addestramento
• motivazione a ripeterli: attraverso il rinforzo.

Infine esistono cinque possibili risultati dell'apprendimento per osservazione: dirigere


l'attenzione, apprendere l'uso del materiale, diffusione dei comportamenti, nuovi
comportamenti, modi di studiare e attivare emozioni o inibire quelle negative.

11.3 AUTOEFFICACIA E AGENTIVITÀ

L'autoefficacia è la consapevolezza di essere capaci di affrontare un


compito, come delle credenze sulla competenza personale.
L'autoefficacia è essenziale affinché gli studenti raggiungano risultati
positivi, infatti è stato dimostrato che gli alunni con una buona
autoefficacia dimostrano maggiore sforzo e determinazione nell'affrontare
un compito, ottenendo dei voti più alti.

L'agentività è la capacità di coordinare abilità di apprendimento,


motivazione ed emozioni per raggiungere gli obiettivi.

Molto spesso si confonde l'autoefficacia con l'autostima, ma sono due


concetti differenti.
Se l'autoefficacia riguarda le competenze personali, l'autostima si riferisce
ai giudizi sul proprio valore. Essa rimane intatta quando ci si sente
incompetenti in ambiti a cui non si dà importanza, invece, una scarsa
autoefficacia in una disciplina considerata importante, influisce
negativamente sull'autostima della persona.

APPRENDIMENTO E MOTIVAZIONE

12.1 COS’È LA MOTIVAZIONE

La motivazione è uno stato interiore che ci spinge a portare un compito.

Esistono due tipi di motivazione:


• intrinseca: motivazione naturale che ci spinge a svolgere un’attività che ci
piace, che ci dà soddisfazione e che è gratificante. Lo studente è più
determinato, sicuro di sé e i risultati scolastici sono migliori
• estrinseca: motivazione creata da fattori esterni, come le ricompense e le
punizioni. È associata a emozioni negative, scarsi risultati scolastici e strategie
di apprendimento non adatte.

Vi sono cinque approcci alla motivazione:


• comportamentali: basata sulle ricompense e sugli incentivi
• umanistici: basati sulla libertà, autostima, autorealizzazione
• cognitivi: determinato del pensiero, aspettative
• sociocognitive: combinazione delle aspettative individuali e il valore dato allo
scopo
• socioculturali:partecipazione e relazioni in comunità.

12.2 I BISOGNI

Secondo Maslow gli uomini hanno una gerarchia dei bisogni, che va dai bisogni di
sicurezza e sopravvivenza ai bisogni più elevati di conoscenza e autorealizzazione.

BISOGNI ESISTENZIALI: autorealizzazioe


estetici
cognitivi (conoscenza)

BISOGNI DETTATI DA UNA MANCANZA: di stima


amore e appartenenza
di sicurezza
fisiologici

La teoria di Maslow è stata criticata per la ragione che le persone non si comportano
com’è previsto dalla teoria. La maggior parte delle persone può essere motivata da
più bisogni nello stesso tempo. Inoltre alcuni rinunciano all’amicizia per raggiungere
conoscenze.

12.3 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

I tipi di scopo che si definiscano influenzano la quantità di motivazione impiegata per


raggiungerli. Gli obiettivi devono essere: specifici, elaborati, moderatamente difficili
e prossimali.
• Obiettivo di padronanza: l’individuo desidera capire ciò che sta facendo,
migliorando abilità e apprendimento.
• Obiettivo di prestazione: l’individuo cerca di mostrare le proprie abilità per
sembrare competente e per ottenere buoni voti.

12.4 RUOLO DELLE CREDENZE


Le credenze guidano il modo in cui definiamo degli scopi, ci approcciamo a un
compito.
Per quanto riguarda le credenze sull'abilità vi sono due prospettive fondamentali:
• la prospettiva entitaria che afferma che l'abilità sia un tratto stabile e
incontrollabile, che non può mai essere modificato
• la prospettiva incrementale che sostiene che le abilità possono essere apprese e
migliorate, aperte al cambiamento.

Gli studenti con una prospettiva entitaria cercano situazioni in cui possono sembrare
intelligenti e proteggere la propria autostima per non dare una cattiva immagine di sé
agli altri senza fare sforzi eccessivi o rischiando di fare brutta figura.
Invece, una visione incrementale porta maggiore motivazione e apprendimento,
credere di poter migliorare le proprie capacità aiuta a concentrarsi sui processi di
problem solving e sull'applicazione di buone strategie.

Le teorie dell'attribuzione descrivono in che modo le spiegazioni e le sue


giustificazioni influenzano la sua motivazione. Esse sono caratterizzate da:
• locus( causa interna o esterna)
• stabilità( se la causa rimana invariata in situazioni differenti)
• controllabilità( se la persona può controllare la causa).
Ogni causa del successo o fallimento può essere rappresentata in base a questi tre
aspetti. Per esempio la fortuna è esterna, instabile e incontrollabile.

L'autosabotaggio o il self-handiccaping sono strategie disfunzionali per autodifesa e


protezione del proprio valore dell'immagine di sé.
Queste strategie si utilizzano quando si introduce una difficoltà che ostacola il
successo, per attribuire l'eventuale fallimento a questa difficoltà e non all'abilità.
Ad esempio: stabilire degli obiettivi semplici o dichiararsi malati, ansiosi ecc…

IL BAMBINO IN CLASSE

2 LO SVILUPPO DELLE ABILITÀ SCOLASTICHE

2.2 ABILITÀ DI LETTURA: LA LETTURA STRUMENTALE

La lettura strumentale è la conversione del grafema in fonema, cioè di convertire il


segno scritto in suono. Quindi il bambino può anche non comprendere ciò che legge,
l’importante è che legga fluentemente senza errori.
MODELLO A DUE VIE:
• via lessicale semantica: il riconoscimento della parola porta alla comprensione
del significato e all’attivazione del programma motorio per pronunciarla
via lessicale non semantica: il riconoscimento della parola porta all’attivazione del
programma motorio senza accedere al suo significato
• via fonologica: prevede la conversione grafema/fonema, la parola scritta viene
scomposta in grafemi e ciò consente di leggere le parole anche se non richiede
l’accesso al lessico e alla comprensione del suo significato.

MODELLO A QUATTRO STADI:


• logografico: il bambino legge le parole in base a indizi o elementi
contestuali( legge coca cola se è scritta sulla lattina)
• alfabetico: il bambino associa grafema/fonema e quindi legge anche le parole
viste per la prima o senza senso
• ortografico: il bambino impara le regole ortografiche e sintattiche associa
sillabe a suoni corrispondenti
• lessicale: il bambino non ha più bisogno della conversione grafema/fonema se
non per parole nuove.

STRUMENTI DI VALUTAZIONE

PROVE MT DI CORRETTEZZA E RAPIDITÀ:

Le prove mt valutano la lettura strumentale in bambini dalla 1 elementare alla 3


media per la lettura dei brani.
Per ogni classe sono previste tre verifiche, all’inizio, a metà e alla fine dell’anno
scolastico, ( tranne per la 1 elem. che si fanno solo a metà e alla fine).
Vengono calcolati due punteggi uno relativo alla correttezza e l’altro alla rapidità,
misurata come tempo impiegato a leggere una sillaba.
Per quanto riguarda la comprensione di un testo le prove mt solitamente consistono in
una lettura di un brano con domande a scelta multipla. Il bambino alla fine viene
classificato in 4 categorie: criterio completamente raggiunto, prestazione sufficiente,
richiesta di attenzione, richiesta di intervento immediato.

2.3 LETTURA PER COMPRENDERE UN TESTO

Lo scopo principale della lettura è la comprensione del testo, i processi coinvolti sono
specifici, come ad esempio l’abilità di collegare parti distanti di un testo o di costruire
modelli mentali.
La comprensione di un testo implica un’interazione tra le conoscenze del soggetto e il
contenuto del testo.

Vi sono 5 fonti di influenza relative alla comprensione del testo:


• caratteristiche de testo: difficoltà lessicali, sintassi, coerenza
• conoscenze precedenti: capacità di conoscenza degli argomenti del brano
• processi inferenziali: collegare parti diverse del brano, uso del contesto per
capire il significato di parole sconosciute
• memoria di lavoro: rilevare le informazioni importanti del testo e inibire quelle
meno importanti
• metacognizione: consapevolezza delle proprie capacità, abilità di applicare le
strategie giuste. I cattivi lettori non si accorgono di non capire.

2.4 ABILITÀ DI SCRITTURA

La scrittura si può distinguere tra competenza strumentale che comprende il grafismo,


la velocità di scrittura e l’ortografia, e la competenza testuale, relativa alla capacità di
produrre testi.

MODELLO DI COMPETENZA TESTUALE DI HAYES E FLOWER, 3 BLOCCHI:


• contesto del compito: fa riferimento all’argomento del testo, agli scopi per cui
viene scritto e alle motivazioni
• memoria a L/T: coinvolge sia conoscenze legate all’argomento sul quale si
scrive sia legate al modo in cui si costruisce un piano per la stesura
• processo di scrittura: coinvolge 3 processi= pianificazione( generazione di
idee, organizzazione di idee, definizione obiettivi), trascrizione( tradurre i piani
in forma linguistica, regole grammaticali, lessicali, ortografiche),
revisione( rilettura e correzione del testo).

MODELLO DI BEREITER E SCARDAMALIA

Modalità di composizione di un testo di scrittori principianti ed esperti.


I principianti si limitano a raccontare le cose come un elenco di fatti, esprimendo
tutto ciò che sanno su un argomento.
Gli esperti scrivono in base a ciò che si vuole comunicare elaborando le informazioni
relative ai contenuti e agli scopi comunicativi.

Cinque aspetti legati alle difficoltà per i principianti:


• mancanza di un interlocutore
• impegno di gran parte della memoria di lavoro nella raccolta di idee solo su un
argomento
• identificano il compito di scrittura con la trascrizione senza passare per la
pianificazione
• la revisione è limitata
• concentrandosi molto sulla trascrizione rimangono poche risorse sulla
pianificazione e revisione.

STRUMENTI DI VALUTAZIONE

BATTERIA PER LA VALUTAZIONE DELLA SCRITTURA E COMPETENZA


ORTOGRAFICA

La prova è adatta a bambini dalla prima elementare fino alla terza media.
Vengono presi in esame 3 tipi di errori:
• fonologici: manca il rapporto fonema/grafema. ES: taolo per tavolo
• non fonologici: manca il rapporto fonema/grafema ma nella rappresentazione
ortografica della parola: par lo per parlo
• altri errori: errori di doppie o accenti.

Vi sono 3 tipi di prove: prove di dettato, prove di scrittura spontanea ( narrazione e


descrizione) e prove di velocità di scrittura, come scrivere una sequenza la sequenza
di numeri.

4 L’AUTOSTIMA
4.1 COS’È L’AUTOSTIMA

L’autostima può essere definita come l’insieme dei giudizi che una persona dà di se
stesso, un confronto tra sé reale e sé ideale.

Avere alta autostima significa avere buona concezione di sé, cioè riconoscere i propri
pregi e difetti, impegnarsi per migliorare le proprie debolezze e allo stesso tempo
apprezzare i propri punti di forza.
Avere bassa autostima, invece, significa riconoscere esclusivamente le proprie
debolezze e trascurare i propri punti di forza, avendo reazioni di falsa sicurezza per
dimostrare a se stessi e agli altri di essere all’altezza.

4.3 LE FONTI DELL'AUTOSTIMA

Le concezioni che una persona ha di se stesso possono dipendere da quattro processi.

• Valutazioni degli altri dirette: l'autostima cresce o diminuisce nelle persone


sulla base della fiducia nelle opinioni di chi li giudica. Tali opinioni risultano
influenti soprattutto quando le persone sono giovani o si trovano in situazioni
non familiari.
I fattori che influenzano questa valutazioni sono diverse: la credibilità di chi ti
valuta, la relazione con l'altra persona, i giudizi coerenti di più persone e
l'interpretazione della persona valutata.
• Valutazioni indirette: si valuta sé stessi attraverso il comportamento
l'atteggiamento degli altri ( es: genitori dimostrano interesse, calore ai figli
porta un alto livello di autostima nei figli).
• Confronto sociale: si valutano le proprie caratteristiche confrontandole con
quelle degli altri oppure l'autostima aumenta o diminuisce con l'effetto “pesce
grande nello stagno piccolo”.
• Autosservazione: ogni individuo è in grado di osservare le proprie
caratteristiche e abilità, come se ognuno fosse uno scienziato che osserva il
proprio comportamento per costruire una teoria su di sé.

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