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Lo sviluppo sociale studia i processi attraverso i quali l’individuo acquisisce la capacità di costruire con gli
altri delle relazioni stabili e riesce ad interiorizzare le regole ed i valori della cultura alla quale appartiene
(sviluppo morale).
Dimensione interna intraindividuale: costruzione di una propria identità distinta e separata dagli
altri La comprensione di sé è la rappresentazione cognitiva che ciascuno ha di sé stesso; parte da
una rappresentazione fisica di sé e quindi in una consapevolezza della propria fisicità, immagine
fisica, e arriva ad una rappresentazione psicologica che include attributi che rappresentano la
persona. È un processo di costruzione che si sviluppa nel corso del tempo (ridescrizione
rappresentazionale) autostima di sé perché si ha l’idea di sé, delle proprie capacità, degli
ambienti in cui ci si trova a proprio agio ecc… identità personale.
Dimensione esterna interindividuale: costruzione di relazioni stabili e sane con gli altri; porta allo
sviluppo di comportamenti altruistici, di abilità di cooperazione, negoziazione, gestione dei conflitti,
autocontrollo Nella relazione con l’adulto inizialmente c’è una persona competente a livello
sociale che supplisce alle due deficienze, mentre il pari è necessario per apprendere le modalità di
interazione con gli altri e l’apprendimento di abilità (descritte sopra).
Fino ai 2 anni il bambino non è in grado di avere un’immagine stabile di sé stesso. Dalla consapevolezza di
sé nasce poi il riconoscimento di varie emozioni, come l’imbarazzo che esiste solo se si ha coscienza della
propria persona e delle proprie caratteristiche.
Attraverso interviste e questionari sono stati indagati molti aspetti dello sviluppo della comprensione del sé:
Nella prima fanciullezza (4-5 anni) i bambini danno descrizioni molto fisiche (ho i capelli neri) e
concrete (so scrivere il mio nome) di sé. Spesso le loro descrizioni sono irrealisticamente positive e
rappresentano una sovrastima delle loro qualità personali (non ho mai paura).
La valutazione di sé dei bambini in età scolare è molto più complessa include caratteristiche
psicologiche e sociali (sono simpatico, il mio migliore amico è…), distinguono il sé ideale dal sé reale
(mi piacerebbe giocare come Totti, mi piaccio penso di essere carina)
Nella preadolescenza e nell’adolescenza, la consapevolezza di sé e del (gruppo di pari) si ristruttura
in funzione dei cambiamenti fisici e proietta l’immagine di sé nel futuro Cosa voglio fare? Come
voglio essere? Quali valori guidano la mia vita? necessità di appartenenza al gruppo che nasce da
un bisogno di affiliazione quindi un’esigenza di trovare supporto, condivisione e approvazione che
diventa bisogno di appartenenza ovvero una scelta selettiva di attività e di riferimenti valoriali
congrui con l’immagine di sé che l’adolescente si sta costruendo
Un aspetto importante nella costruzione della propria identità riguarda l’IDENTITÀ di GENERE. Il termine
GENERE designa la costellazione di caratteristiche e di comportamenti associati ai maschi e alle femmine e
per ciò dà loro attesi all’interno di una particolare società è un termine che designa la rappresentazione
concettuale di mascolinità e femminilità e le loro differenze, siano esse realmente presenti o supposte tali
(stereotipi di genere) non solo quindi differenze sessuali (genetiche, ormonali e fisiche) L’identità di
genere è quindi un costrutto multicomponenziale ed è il risultato di fattori biologici che determinano le
differenze sessuali (genetiche, ormonali e fisiche), ma risulta anche fortemente influenzato dalla
dimensione sociale e dalla cultura umana, come molti altri aspetti dello sviluppo umano (come il linguaggio)
dunque variabile nel tempo
La costruzione del sé culmina nell’AUTOSTIMA: valutazione di sé nelle sue diverse componenti: fisiche,
temperamentali, sociali, relazionali il senso dell’autostima è promosso da: Desiderio di essere accettati;
Vulnerabilità al giudizio degli altri; Consapevolezza delle proprie competenze; Qualità parentale
CONIUGALE può diventare un fattori di rischio per lo sviluppo psicologico dipende dall’intensità e
frequenza dei conflitti, se questi ultimi hanno come oggetto il bambino, come vengono percepiti e valutati
(dipende dall’elaborazione del conflitto e dall’età del bambino) e la natura del legame di attaccamento del
bambino con il padre e la madre
Le relazioni familiari cambiano nel tempo i sistemi sani tendono ad autoregolarsi per mantenere un
equilibrio tra trasformazione e stabilità nei sistemi familiari rigidi o patologici tale equilibrio è fortemente
compromesso per cui qualsiasi perturbazione determina una rigidità funzionale
I fattori di rischio che massivamente mettono a rischio il sistema familiare sono: nascita dei figli, disabilità,
uscita di casa dei figli “sindrome del nido vuoto”, pensionamento, malattia (anche di un componente della
famiglia di origine), morte di un coniuge/figlio, separazione/divorzio altro fattore di rischio in cui il
sistema familiare deve dimostrare di essere in grado di cambiare è l’adolescenza dei bambini che hanno altri
bisogni lo stile personale con cui i genitori entrano in relazione con il figlio adolescente svolge un ruolo
importante nel favorire la COMPETENZA SOCIALE e lo SVILUPPO DELL’IDENTITÀ degli adolescenti in
particolare si differenziano tre stili:
I. GENITORE RELAZIONATO capisce i punti di vista o le richieste del figlio, prende in considerazione
le sue proposte, fornisce consigli senza imporsi favorendo lo sviluppo dell’autonomia
II. GENITORE AUTOCENTRATO resta fermo nelle sue convinzioni credendo di possedere migliori
strumenti per comprendere il bene del figlio e per stabilire le regole a cui obbedire
III. GENITORE EVASIVO appare spesso arrabbiato o deluso ed è psicologicamente assente
Fino al sesto mese circa il lattante posto in presenza di un altro bambino mostra interesse per l'altro, ma il
repertorio di azione che dirige verso di lui non differisce sostanzialmente da quello che fa con un oggetto
inanimato: guardare, toccare, vocalizzare, sorridere. Rispetto alle interazioni che avvengono con l' adulto,
quelle con i coetanei sono caratterizzate dal fatto di essere più brevi, isolate e passive. Al contrario, le
interazioni con gli adulti sono mediate dallo scambio di segni di affetto.
A partire dal secondo anno di vita, le relazioni con i pari si caratterizzano per essere:
- IDENTIFICAZIONE
- DIFFERENZIAZIONE – INDIVIDUAZIONE
Il gruppo svolge un importante ruolo nello sviluppo delle RELAZIONI ETEROSESSUALI contatto
rassicurante con l'altro sesso mediato dalla presenza dai coetanei sviluppo dell’orientamento
preferenziale verso le prime relazioni intime e sentimentali
BAMBINI RIFIUTATI Esibiscono comportamenti di minaccia, sono instabili nelle attività, scarso controllo
emotivo, spesso molto aggressivo
Come si va a misurare ciò? Come si valuta lo STATUS SOCIALE? Picture sociometry scale prima con
oggetti come trial di prova poi con i compagni di classe
Spesso il comportamento aggressivo è l’esito di carenze nei processi empatici e nelle abilità sociocognitive
che possono accentuarsi come conseguenza di una scarsa relazione con i pari Poiché i bambini rifiutati
dai pari manifestano condotte aggressive, si stabilisce una relazione a spirale tra AGGRESSIVITÀ e RIFIUTO
SOCIALE
I confini del bullismo cono il GIOCO, LO SCHERZO E IL GIOCO DI LOTTA (fine dello scherzo è divertirsi
assieme) da una parte e le VIOLENZE GRAVI, ATTI DI CRIMINALITÀ dall’altra
- bassa autostima
- Spesso ansioso
- elevato status nel gruppo classe ha meno paura delle conseguenze del proprio intervento
Maggioranza silenziosa: esterno, indifferente, davanti alle prepotenze non fa nulla e cerca di rimanere al di
fuori della situazione (io mi faccio gli affari miei)
da quanto i genitori sono capaci di adeguare il proprio stile educativo alle caratteristiche
temperamentali e caratteriali del bambino;
da quanto i genitori sanno comportarsi in modo adeguato nelle diverse circostanze (i bambini sono
ottimi osservatori e imitatori) e valutano la coerenza tra principi professati e l’effettivo
comportamento
da quanto i genitori sono capaci di adeguare il proprio stile educativo alle caratteristiche
temperamentali e caratteriali del bambino;
da quanto i genitori sanno comportarsi in modo adeguato nelle diverse circostanze (i bambini sono
ottimi osservatori e imitatori) e valutano la coerenza tra principi professati e l’effettivo
comportamento
comportarsi in modo coerente e adeguato. Questo stile è quello che favorisce meno il passaggio ad
una morale cooperativa-autonoma, che meno porta ad attribuire importanza alle intenzioni
sottostanti una certa azione, che meno favorisce la confessione spontanea delle proprie infrazioni e
la resistenza alla tentazione. In generale è particolarmente sfavorita l’interiorizzazione delle norma
sociali
2) LO STILE BASATO SULLA SOTTRAZIONE DELL’AFFETTO esercita un alto potere punitivo che si attua
attraverso la minaccia o la privazione dell’affetto. Non propone il dialogo, producendo soprattutto
inibizione dei sentimenti ostili. Diversamente dallo stile educativo precedente questo stile esercita
un certo effetto sullo sviluppo di una morale autonoma, benché tale effetto possa risultare
modesto. Il bambino cioè è portato a controllare i propri comportamenti aggressivi
3) STILI EDUCATIVO BASATO SUL RAGIONAMENTO E 4) SULL’EMPATIA controllano il comportamento
del bambino attraverso il dialogo sfruttando prevalentemente il livello di autostima, l’orgoglio, e il
piacere che si ricava costatando la propria capacità di autocontrollarsi. Entrambi questi stili
favoriscono lo sviluppo di un’autoregolazione di una morale autonoma, ovvero favoriscono una
interiorizzazione delle norme, che tendono ad essere rispettate anche in assenza dell’adulto
Ritiene che tutti abbiano diritto rispetto alla giustizia giustizia distributiva: non fare agli altri
quello che non vorresti fosse fatto a te