Sei sulla pagina 1di 5

LO SVILUPPO AFFETTIVO

APPUNTI A CURA DI SANTINA CHIAROMONTE

Lo sviluppo affettivo secondo la psicanalisi


Sigmund Freud considera nei primi 18 mesi di vita, alla luce della libido, (che insieme
all’aggressività è pulsione fondamentale dell’essere umano,) varie fasi di sviluppo:
• fase orale (bocca come zona erogena) per Freud l’atto del succhiare è una vera e propria attività
sessuale. Soddisfa sia i bisogni alimentari sia quelli legati al piacere libidico. Per la psicanalisi,
il rapporto madre-bambino può essere particolarmente condizionato anche da come sono
risolti i problemi legati all’alimentazione e più in generale alle comunicazioni che
s’instaurano tra la madre ed il bambino attraverso la zona orale. Con la comparsa dei denti, nella
relazione madre-bambino si inserisce la pulsione aggressiva. Il bambino nel periodo di
svezzamento è meno passivo, sputa il cibo (rifiuto) e secondo come la madre reagisce la
relazione tende ad orientarsi verso accettazione o sfida.
• fase anale: zona anale come fonte di piacere nella ritenzione o espulsione delle feci. Cruciale il
rapporto con la madre; il bambino, attraverso gli sfinteri, esprime al proprio oggetto libidico
accettazione, rifiuto, docilità, opposizione.
• Dai tre anni in poi secondo Freud emerge la fase fallica (la vagina non è riconosciuta come
genitale femminile, maschi e femmine concentrati sul fallo —stadio fallico)
• Stadio fallico caratterizzato dal complesso edipico, dura a lungo, con sentimenti libidici molto
intensi nei confronti del genitore di sesso opposto e sentimenti di ambivalenza (affetto positivo
ma anche ostilità e gelosia per il genitore dello stesso sesso).Si risolve, segue periodo di latenza.
Erikson parla dell’importanza per il b.no dello spirito d’iniziativa-identificazione con i genitori,
(si appoggia a chi conta per lui).

Al di là dell’interpretazione psicanalitica che può essere in parte condivisa o superata, molti studiosi
hanno rilevato l’importanza dell’educazione sfinterica che deve essere affrontata con attenzione e
sensibilità. Un approccio non corretto, infatti, può provocare nel bambino rifiuto, aggressività,
depressione, invadenza o abbandono. Lo sviluppo prosegue poi verso la ricerca di indipendenza.
La Mahler, sempre dal punto di vista psicanalitico, parla del processo che porta gradualmente alla
conoscenza di se stessi e degli altri, parla di:
autismo primario caratterizzato dalla non-differenziazione
di fase simbiotica (dal secondo mese) nella quale appare una larvale consapevolezza che qualcuno
provvede ai propri bisogni
con il trascorrere dei mesi e attraverso un processo di individuazione-separazione si giunge alle fase
della sperimentazione. Il bambino comincia a sperimentare che può essere autonomo; non tutte le
sperimentazioni vanno a buon fine e proprio per questo segue il riavvicinamento. Verso i tre anni il
b.no trova un equilibrio tra la ricerca di autonomia e le richieste di aiuto e questo equilibrio
consolida il senso della propria individualità.
In più di cento anni di riflessioni psicoanalitiche molte indicazioni si sono aggiunte, interessanti
sono ad esempio quelle della Melanine Klein:
• l’io è strutturato fin dalla nascita
• la strutturazione del super-io avviene molto prima
• l’angoscia fondamentale non è la castrazione ma la paura della morte
• dà maggiore importanza all’aggressività piuttosto che alla libido
• ritiene il senso di colpa necessario per stabilire adeguate relazioni con gli altri.

Erik Erikson considera anche le relazioni dell’individuo con l’ambiente; nei primi 18 mesi, la vita
affettiva è definita da un senso di fiducia di fondo, attraverso il superamento del senso di sfiducia.
Compito evolutivo primario è avere fiducia negli altri e in se stessi.

Sviluppo affettivo per i cognitivisti.


Daniel Goleman ha indagato le interferenze dell’emotività nello sviluppo dell’intelligenza e
dell’apprendimento, parla di intelligenza emotiva riguardante le seguenti aree:
• riconoscere le proprie emozioni
• controllo dei sentimenti
• motivare se stessi
• empatia
• gestione delle relazioni
I cognitivisti hanno descritto puntualmente il modo in cui la mente elabora le informazioni.
“Hanno però talvolta trascurato che la razionalità è guidata e può essere travolta dal
sentimento”. È un visone che trascura il miscuglio di sentimenti che dà tensione e sapore alla
vita.
L’approccio cognitivista parte dal concetto di socializzazione come motivazione
primaria, innata e specie-specifica (presente in tutti gli individui di una specie). Bowlby parla
di attaccamento come predisposizione genetica a cercare di mantenere la vicinanza dei
membri della propria specie e in particolare della madre. Quello cognitivista è un approccio
interattivo, pone l’attenzione non solo al b.no ma anche alla coppia (triade).
Le interazioni nei primi due mesi di vita sono possibili, quindi, per predisposizione innate e
progrediscono grazie alla capacità di prestare attenzione. Nella situazione vis à vis con
l’adulto si ha esempio di come b.no / adulto cercano di armonizzare i propri comportamenti.
Dal quinto mese in circa emerge la differenziazione tra le persone note e quelle sconosciute e
la madre (o chi per lei) diventa riferimento sociale. Su tali basi si forma il legame di
attaccamento che è successivo al riconoscimento dei familiari. A 8 mesi, o meglio dai 7 ai 14,
il b.no ha sviluppato legami (angoscia dell’estraneo) con almeno due persone. Per legame è da
intendersi un buon rapporto, la capacità cioè di prestare attenzione rispondendo ai segnali del
bambino. In seguito anche per i cognitivisti ci sono le opposizioni.
Considerano poi la capacità di avviare interazioni tra pari: verso i 2, 3 anni il b.no inizia a
tener conto delle necessità, dei bisogni e delle intenzioni dell’altro (deve spostare una cosa
pesante chiede aiuto… tiene conto della turnazione nei giochi. “questa volta tocca a lui”..)
...

Dai 3 ai 6 anni anche per i cognitivisti c’è il periodo caratterizzato dall’identificazione con i
genitori, con quello dello stesso sesso. (imita i propri genitori)
È interessato a comprendere i vari ruoli; nel gioco simbolico emerge la comprensione dei
ruoli giocati. Con la scuola dell’infanzia si ampliano gli orizzonti e il b.no entra nel mondo
delle regole sociali. Autorità ed obbedienza non sono messe in discussione. A 24 mesi il b.no
guarda con stupore, tenerezza un altro b.no che piange, a 3 anni emette comportamenti di
aiuto e diventa sempre più capace di interpretare i motivi di disagio dei coetanei.
Solitamente i baci e le carezze come manifestazioni d’affetto sono riservati agli adulti, non
tanto ai coetanei. Con l’avanzare dell’età i b.ni sono disposti ad attività associative e
cooperative.

Sviluppo affettivo: la visione di...


Kurt Lewin: parla di ambiente psicologico considerando componenti di qualità. Parla di
valenze positive (tutto ciò che ha il potere di attrarci) e negative (tutto ciò che ha il potere di
respingerci). La presenza di valenze è decisiva per il nostro comportamento:
se c’è un bisogno soddisfatto, la valenza si attenua. I bisogni sono suscitatori di valenze.
Le valenze da prendere in considerazione quando ci si riferisce a rapporti affettivi sono
quelle a ritmo lungo che si manifestano entro certi periodi e hanno una relativa stabilità.
• prima condizione = tempo e stabilità
• seconda condizione che diventino un prolungamento della nostra personalità e se venissero a
mancare. qualcosa della nostra personalità andrebbe persa. (un quadro, una musica, un
profumo. un animale…)
Il rapporto affettivo può essere anche di segno negativo quando, ad esempio, la persona è
negativa e ci appare non come un prolungamento della nostra personalità, ma come una
limitazione. (gelosia, invidia, odio). Ambivalenza: amiamo e temiamo nello stesso momento.
Lo sviluppo affettivo può aver luogo sia come arricchimento del sistema di relazioni sia nel
senso di modificazione dell’intensità o della qualità (segno positivo o negativo) di alcuni di
queste relazioni.
Es: durante la scuola materna, la lunga consuetudine con una maestra può portare ad
un’intensificazione di un semplice stato iniziale di simpatia, oppure l’atteggiamento
costantemente severo di un adulto poco conosciuto, può trasformare l’iniziale sentimento di
simpatia in uno di insofferenza.
Studiare lo sviluppo affettivo significa, quindi, stabilire, studiare in quale modo si
instaurano i legami e quali sono le condizioni che favoriscono o ostacolano la loro
formazione o danno origine a rapporti affettivi di segno opposto.
Le condizioni sono innate e ambientali.
Innate: predisposizione a vivere con forte o moderata intensità dei rapporti nei confronti di
poche o tante persone. L’indice di espansione affettiva può essere più o meno alto ed è
calcolabile, ad esempio, con il numero di scelte libere effettuate in un sociogramma.
Fra le predisposizioni innate c’è l’attaccamento caratterizzato da forza e persistenza anche in
circostanze sfavorevoli. I b.ni maltrattati dalla figura materna restano accanto con maggiore
forza proprio perché sospinti a cercare in lei quella figura di protezione di difesa.
Ambientali:
• atteggiamento di piena accettazione o di rifiuto nei confronti del figlio
• la presenza accanto al b.no nei primi anni di vita
• la qualità del comportamento dell’adulto nei confronti dell’infante
• la presenza di fratelli
• la possibilità di avere esperienze sociali precoci.
- Fra le condizioni ambientali significativa è la misura in cui l’adulto riesce ad ampliare lo
spazio psicologico di libero movimento.
Lo spazio psicologico di libero movimento si articola in varie aree:
1) parti di spazio fisico che sono accessibili perché non precluse né da barriere fisiche né da
barriere psicologiche (capacità di deambulare, nuotare sempre più lontano dalla spiaggia).
Con l’avanzare dell’età c’è un progressivo ampliamento o restringimento. (un adulto non
entra più in uno scatolone).
2) situazioni: viaggio in treno, aereo, concerto alla radio, correre, gridare, partecipare ad
attività con coetanei. passare alcuni giorni in tenda.
3) Attività che è capace di svolgere, in altre parole, le abilità che possiede. Una persona che
conosce una lingua straniera o che sa usare il PC ha uno spazio psicologico più ampio di una
persona che non ha queste conoscenze. (b.no che sa pattinare. sciare. scrivere, leggere...)
4) Insieme di conoscenze che permettono di formulare delle previsioni. Un adulto che subisce
un torto e ha una cultura e un’esperienza giuridica, può far valere le proprie ragioni. (
bambino che è in grado di star lontano dalle prese di corrente)
5) L’esistenza di persone che possono dare aiuto per superare le difficoltà e a sopportare un
insuccesso o a condividere la gioia per un successo. ( Per un adulto = la moglie e gli amici, per
un b.no i fratelli e i genitori.). Saper utilizzare strumenti di cultura: enciclopedie. manuali,
carte geografiche, orari ferroviari.
6) Chiara conoscenza dell’esistenza di limiti alla propria azione. Il possibile, il lecito,
l’impossibile, l’illecito. Rappresenta libertà psicologica superiore a quella dell’incertezza. (
Es.: se si è in un campo minato, sapere esattamente dove sono piazzate le mine per il b.no
...

sapere il momento esatto in cui può attraversare la strada…)

La conoscenza quindi dei modi tipici delle diverse età in cui lo spazio psicologico si va via
via ampliando e articolando è cruciale per instaurare rapporti affettivi. Emerge anche la necessità
di limitare questo spazio (contenere) per consentire in futuro una maggiore ampiezza: si pensi ad
esempio alle abitudini igieniche ed alimentari.
Nel primo anno di vita l’ampliamento nell’ambito psicomotorio, (prensione e
deambulazione), percettivo (discriminazione e riconoscimento) cognitivo e linguistico,
sensoriale (tatto: senso fondamentale perché aiuta la vista a percepire il senso di profondità-
udito; imitazione- vista : graduale scoperta delle proprietà materiali e funzionali degli oggetti).
Il senso di fiducia della figura materna è il prototipo sul quale il b.no tende ad instaurare
altre relazioni. L’intervento quotidiano volto a fornire alimenti sempre nuovi alle attività
motorie, percettive e cognitive crea condizioni ambientali favorevoli per lo sviluppo.

Potrebbero piacerti anche