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SVILUPPO DEL SÉ, SVILUPPO

SOCIALE E SVILUPPO MORALE


STEF ANI A SI NESI – UNI VER SI TÀ D EGL I STUD I D I
C AM E R I N O
PUNTI CHIAVE LEZIONE

• L‟educazione non coinvolge soltanto lo sviluppo


cognitivo.
• Emozioni, amicizie, paure sviluppo sociale, personale
e morale.
• Verrà analizzato un aspetto fondamentale, capace di
influenzarne tutti gli altri: i cambiamenti fisici.
• Teoria bioecologica di Bronfenbrenner come modello di
riferimento per indagare i tre maggiori agenti di
influenza per lo sviluppo sociale e personale: famiglia,
pari e insegnanti.
• Concetto di sé e dell‟identità.
• Sviluppo morale.

STEFANIASINESI
LO SVILUPPO FISICO

• Età prescolare: le abilità motorie si specializzano, i


muscoli si rafforzano, il cervello si sviluppa e integra
informazioni sui movimenti. Correre, saltare, scalare e
saltellare. Abilità motorie fini. Lavorare con pennelli
grandi, matitone e pastelli, larghi fogli di carta.
• Età scolare: lo sviluppo fisico è piuttosto costante.
Padroneggiano meglio sport e giochi. Grande
variabilità. Consapevoli delle differenze fisiche ma
difettano di sensibilità.
• L‟adolescenza: la pubertà segna l‟inizio della maturità
sessuale. Una serie di cambiamenti che coinvolge quasi
ogni parte del corpo.

STEFANIASINESI
MATURAZIONE PRECOCE E TARDIVA

• Differenze scolastiche, sociali ed emotive tra chi matura prima


e chi più tardi.
• La maturazione precoce nelle ragazze euroamericane
problemi emotivi, ansia, peggior rendimento scolastico, abuso
alcol e droghe, gravidanze indesiderate, suicidio, DCA.
• Non si tratta solo di tempi di maturazione ma anche di
influenze sociali.
• Correlazione tra menarca e BMI.
• La maturazione precoce nei ragazzi popolarità.
• Recenti studi su ragazzi euroamericani, afroamericani e
statunitensi di origine americana mettono in luce che essi
possono assumere atteggiamenti delinquenziali, DCA,
depressione, vittimizzazione, attività sessuale precoce, abuso
alcol, droghe e fumo.

STEFANIASINESI
GIOCO, PAUSE E ATTIVITÀ FISICA

• Montessori: “Il gioco è il lavoro dei bambini”.

• American Academy of Pediatrics: “il gioco è


fondamentale per lo sviluppo, perché contribuisce
al benessere cognitivo, fisico, sociale ed emotivo
dei bambini e dei giovani”.

STEFANIASINESI
DIFFERENZE CULTURALI NEL GIOCO

• Differenze culturali circa il ruolo dei genitori come


compagni di gioco.
• I bambini utilizzano quanto la cultura di
appartenenza mette loro a disposizione per
giocare.
• Differenze culturali nel modo in cui si risolvono i
conflitti che sorgono nel gioco.
• Enfasi degli insegnanti sul gioco come
apprendimento.

STEFANIASINESI
IL CONTESTO

• “Gli studenti, generalmente, non apprendono da


soli, ma in collaborazione con gli insegnanti, in
compagnia dei pari e con l‟incoraggiamento delle
famiglie” (Durlak et al. 2001).
• Il contesto è tutto quanto circonda e interagisce
con i pensieri, le sensazioni e le azioni di un
individuo, per influenzarne lo sviluppo e
l‟apprendimento.
• I contesti influenzano le interpretazioni delle azioni.

STEFANIASINESI
IL MODELLO BIOECOLOGICO DELLO
SVILUPPO (BRONFENBRENNER)

STEFANIASINESI
STILI GENITORIALI

• Baumrind e collaboratori (1991,1996, 2005) hanno individuato


quattro stili genitoriali (alti o bassi livelli di calore e controllo):
1. Genitori autorevoli (alto calore, alto controllo), definiscono i
limiti con chiarezza e fanno osservare le regole. Si aspettano un
comportamento maturo. Sono affettuosi: ascoltano le
preoccupazioni e motivano alle regole. Aiutano a riflettere sulle
possibili conseguenze delle azioni.
2. Genitori autoritari (basso calore, alto controllo), freddi e critici, i
bambini devono fare quello che dicono i genitori. Si parla poco
di emozioni. I genitori amano i figli ma non dimostrano l‟affetto.
3. Genitori permissivi (alto calore, basso controllo), affettuosi e
attenti, ma danno poche regole e non richiedono un
comportamento maturo.
4. Genitori respingenti/negligenti/non coinvolti (basso calore,
basso controllo) non sembrano preoccuparsi dei figli, non
controllano, non comunicano e non insegnano.

STEFANIASINESI
CULTURA E GENITORIALITÀ

• Stile autorevole migliori risultati scolastici e


maggiore maturità emotiva nei bambini che vivono
in città.

• Le differenze di valori culturali possono rendere


necessario uno stile piuttosto che un altro.

STEFANIASINESI
STEFANIASINESI
LO SVILUPPO EMOTIVO ED
AFFETTIVO E I LEGAMI DI
ATTACCAMENTO
ATTACCAMENTO

• L‟attaccamento è il legame emotivo che si crea tra


le persone.

• La qualità del legame che si crea tra bambino e


caregiver sembra avere implicazioni sulla
formazione delle relazioni nel corso della vita.

STEFANIASINESI
EMOZIONI ED INTERAZIONE SOCIALE

• Le emozioni regolano le relazioni affettive precoci uso


strumentale delle emozioni per regolare l‟interazione col
caregiver.
• Adulto: attribuzione di intenzionalità alle emozioni del
bambino (scaffolding); orienta e canalizza le espressioni
emotive in accordo con le regole sociali.
• Socializzazione delle emozioni  le emozioni acquistano
significato all‟interno delle relazioni affettive.
• Scambi emotivi tra figura di accudimento e bambino:
essenziali per lo sviluppo

Teoria Teoria
STEFANIASINESI
psicanalitica dell‟attaccamento
JOHN BOWLBY

• Quando Bowlby aveva 21 anni lavorava in una casa per ragazzi


disadattati: l‟esperienza clinica avviata con due di loro, che
manifestavano entrambi una relazione fortemente disturbata con
la madre, lo segnarono profondamente.
• Dieci anni più tardi, verso la metà degli anni „40, la realizzazione
di uno studio retrospettivo, lo portò a formalizzare il proprio modo
di considerare la distruzione della prima relazione madre
bambino come precursore chiave del disturbo mentale 
giovani ladri “anaffettivi”.
• Fine anni „40, Bowlby estese il proprio interesse alle relazioni
madre-bambino  ricerca sugli effetti prodotti dall‟inserimento
“forzato” dei bambini in istituti, o in ospedali (isituzionalizzazione)
durante l‟infanzia: i bambini che avevano subito una grave
deprivazione di cure materne tendevano a sviluppare gli stessi
sintomi dei giovani ladri da lui definiti “anaffettivi”.

STEFANIASINESI
BOWLBY E FREUD

• Le ipotesi prevalenti sull‟origine dei legami affettivi avanzate nella


prima metà del XX secolo, non convincevano pienamente Bowlby
dal punto di vista della correttezza scientifica:
• Sia la teoria psicanalitica sia quella dell‟apprendimento
sottolineavano come il legame emotivo con il caregiver fosse una
pulsione secondaria, basata sulla gratificazione di bisogni corporei…
… nonostante fossero già disponibili dati che dimostravano come,
almeno nel regno animale, i “cuccioli” sviluppavano un
attaccamento nei confronti di adulti da cui non erano ad esempio
stati nutriti:
• studi sull‟imprinting dell‟etologo Lorenz
• studi sulla ricerca di accudimento e conforto nei macachi condotti da
Harlow.

STEFANIASINESI
KONRAD LORENZ E L’IMPRINTING
Nelle specie animali esiste un periodo
critico in cui i piccoli apprendono e
memorizzano le caratteristiche della
figura allevante.
Oche  “prontezza” del piccolo a
seguire il primo oggetto in movimento
(nelle prime 48h di vita)
obiettivo: mantenere la prossimità
con la propria madre, che assicura la
sopravvivenza.
Lorenz: prima figura in movimento
vista dagli anatroccoli  anatroccoli
indirizzano a Lorenz le loro richieste di
accudimento e ignorano la madre vera
STEFANIASINESI
DA HARLOW A BOWLBY
Harlow: scimmiette appena nate
passavano il tempo necessario per
prendere il latte da un poppatoio su una
“madre” di ferro, mentre manifestavano un
comportamento di attaccamento per una
“madre” sempre di ferro ma ricoperta di
pezza e dunque più morbida.

Se nella gabbia veniva introdotto


qualche oggetto minaccioso che
spaventava la scimmietta, essa correva
subito a rassicurarsi sulla madre di
pezza. Caratteristiche che rendono la
figura oggetto di imprinting filiale:
morbidezza associata al calore

STEFANIASINESI
BOWLBY
• LA RELAZIONE MADRE-BAMBINO E I MODELLI OPERATIVI INTERNI (MOI)
L‟adattamento di un organismo al proprio ambiente si basa sulla
possibilità, da parte dell‟organismo stesso, di costruirsi un‟adeguata
mappa conoscitiva, o meglio un accurato modello operativo delle
caratteristiche dell‟ambiente capace di guidare e regolare i successivi
scambi tra organismo e ambiente. A questo modello dell‟ambiente si
affianca inoltre un analogo modello delle capacità dell‟organismo: solo
l‟interazione costante fra questi due modelli garantisce, secondo tale
prospettiva, l‟adattamento. Questi due modelli ambientali
rappresentano parti costituenti di un meccanismo interno di regolazione.
Bowlby sostiene che il costrutto di Modello Operativo Interno (MOI)
concorda con la conoscenza soggettiva che abbiamo dei nostri
processi mentali. Questa prima formulazione dei modelli operativi interni
era proposta da Bowlby in termini generali per designare la conoscenza
che l‟uomo si costruisce del proprio ambiente.
• Le relazioni fra Caregiver e bambino vengono considerate fondamentali
per la costruzione di tali modelli.
• Bowlby sottolinea che le prime esperienze interpersonali sono decisive
per lo sviluppo e identifica in esse la base della salute mentale e le radici
della psicopatologia.

STEFANIASINESI
BOWLBY

• “Le cattive madri esistono davvero!” disse Bowlby,


rintracciando nell‟indisponibilità delle figure di
attaccamento, l‟origine di ogni angoscia e dei
conflitti emotivi di ogni tipo.

STEFANIASINESI
La relazione con la persona di accudimento (madre) è
unica e una volta stabilita si mantiene inalterabile come
la più forte relazione d‟amore e come prototipo di tutte
le successive relazioni affettive.

Per Freud: Per Bowlby:


l‟affetto del bambino per la l‟affetto del bambino per la
propria madre è determinato propria madre è determinato
dal una motivazione da una motivazione
secondaria, derivante dal intrinseca e primaria,
soddisfacimento di bisogni derivante dal bisogno di
primari di alimentazione e contatto e di conforto. La
pulizia. La madre diventa poi ricerca della vicinanza è la
oggetto di pulsioni libidiche e sua manifestazione più
aggressive esplicita
ATTACCAMENTO

• Predisposizione biologica del piccolo verso la figura che gli


assicura la sopravvivenza prendendosi cura di lui.

Percezione di un
pericolo
Attivazione del
sistema di
attaccamento
Attuazione di schemi
comportamentali pre-
programmati che
producono vicinanza
con la madre

Vicinanza alla Esplorazione


madre STEFANIASINESI
dell’ambiente
ATTACCAMENTO COME ESITO DI SCHEMI
BIOLOGICAMENTE PROGRAMMATI

• Nel b. piccolo l‟attaccamento si struttura a partire da schemi


programmati biologicamente a mantenere vicinanza: il pianto, il
sorriso, l’aggrapparsi..

Esplorazione
Vicinanza alla dell’ambiente
madre

EQUILIBRIO OMEOSTATICO
TRA VICINANZA ED ESPLORAZIONE
SOPRAVVIVENZA E SUCCESSO
RIPRODUTTIVO
COME SCOPO
COMUNE
STEFANIASINESI
LO SVILUPPO DEL LEGAME DI ATTACCAMENTO
Comportamenti di segnalazione e avvicinamento senza
0 - 2 mesi discriminazione fra persone o intenzionalità: pianto,
sorriso, vocalizzazioni, “aggrapparsi”.

Comunicazioni dirette verso una o più persone


discriminate, perlopiù la madre o chi elargisce cure.
2 - 6/8 mesi
Ansia generata dall’essere lasciato solo (no relazione
causa-effetto e permanenza oggetto)

Mantenimento del contatto con la persona discriminata:


locomozione. Utilizzo della figura di attaccamento come
6/8 mesi –
“base sicura” per l’esplorazione dell’ambiente. Ansia da
2 anni
separazione e paura dell’estraneo. 8 mesi: legame di
attaccamento vero e proprio.

Relazione basata sul set-goal (scopo programmato) 


perseguimento di obiettivi regolati dai feedback
18 mesi in poi ambientali. Intenzionalità e reciprocità del rapporto
madre-bambino. Capacità del bambino di adattarsi alle
esigenze della madre anche grazie alle conquiste
cognitive. INTERNAL WORKING MODELS. STEFANIASINESI
DOPO I 3-4 ANNI

• Con l‟ampliamento delle competenze linguistiche e


cognitive si sviluppano pattern relazionali più
complessi: teoria dell‟attaccamento si fonda con
quella delle relazioni più in generale
• Bowlby sottolinea come le esperienze realmente
sperimentate nei primi 2 anni di età con la figura di
attaccamento influenzino le relazioni sociali future
con ripercussioni sull‟adattamento del bambino
all‟ambiente: modelli operativi interni

STEFANIASINESI
MODELLI OPERATIVI INTERNI
(INTERNAL WORKING MODELS)
• Rappresentazioni mentali strutturate nel tempo che
hanno la funzione di indirizzare l‟individuo
nell‟interpretazione delle informazioni del mondo esterno
e quindi di guidare il comportamento conseguente
• Sono rappresentazioni mnestiche che derivano dalla
memoria episodica e dalla memoria semantica delle
immagini che i soggetto ha costruito dei genitori e di se
stesso
• Un buon legame di attaccamento genera una
rappresentazione di sé positiva: degno di amore e idea
che le proprie esigenze di conforto hanno valore versus
un legame insicuro ove la rappresentazione di sé non
meritevole di amore e attenzione (figura di
attaccamento non disponibile).
STEFANIASINESI
LE TIPOLOGIE DI ATTACCAMENTO

• Ainsworth e colleghi (1978)  osservazioni


longitudinali per osservare le differenze individuali in
relazione alla sicurezza dell‟attaccamento.
• STRANGE SITUATION: procedura osservativa
standardizzata che valuta il sistema di
attaccamento in episodi di separazione e riunione
con la madre (bambini di 12-24 mesi).
• 8 episodi di 3 minuti ciascuno durante i quali il bambino si
trova in situazioni di stress crescente.
• Indicatori per valutare la sicurezza del bambino: ansia da
separazione, esplorazione, paura dell‟estraneo,
ricongiungimento alla madre

STEFANIASINESI
ATTACCAMENTO SICURO (B)
Nella Strange Situation, manifesta un chiaro desiderio di contatto fisico e di
interazione verso la figura di attaccamento.
Figura presente: il bambino appare relativamente autonomo nell‟esplorazione
dell‟ambiente e tende a ricercare in modo attivo la partecipazione dell‟adulto.
Separazione: può mostrare segni di stress o di disagio in relazione all‟assenza
della figura di attaccamento e non al fatto di essere stato lasciato solo.
Ricongiungimento: chiari segnali di attaccamento nei confronti del genitore, lo
“saluta”, ricerca la sua vicinanza o l‟interazione, oppure, se è a disagio, richiede
contatto fisico e consolazione. Quando ottiene contatto fisico o vicinanza, mette
in atto comportamenti che tendono a preservarli.
Il bambino Sicuro manifesta in modo chiaro e aperto i propri bisogni psicologici
di conforto e di protezione (quindi non manifesta esitamento o resistenze verso
il genitore) e quando ottiene contatto fisico e consolazione dal genitore si
dimostra appagato, si lascia consolare e riprende l‟esplorazione.
Il genitore rappresenta per il piccolo una base sicura, un “porto” sicuro, presso
il quale rifugiarsi e trovare protezione, ma dal quale potersi allontanare
fiduciosamente per esplorare il mondo circostante.
Vi è un corretto bilanciamento fra esplorazione dell’ambiente e
attaccamento nei confronti del genitore.
ATTACCAMENTO INSICURO EVITANTE (A)
Nella Strange Situation, mostra un notevole esitamento del genitore, in particolare
negli episodi di riunione.
Figura presente: bambini particolarmente autonomi e indipendenti,
maggiormente centrati sull‟esplorazione dell‟ambiente e sui giocattoli che sulla
presenza dell‟adulto di riferimento.
Separazioni: minori segni di disagio e di ricerca nei confronti del genitore
Ricongiungimento: sembrano ignorare o dare poco rilievo al ritorno dell‟adulto,
ad esempio salutandolo distrattamente oppure mostrandosi assorti e intenti nelle
proprie attività di gioco: essi quindi tendono a minimizzare le proprie reazioni
affettive.
In senso più generale nei bambini con attaccamento Insicuro Evitante il
bilanciamento tra esplorazione dell‟ambiente e attaccamento nei confronti del
genitore è spostato in favore della prima: il loro comportamento enfatizza gli
aspetti di indipendenza, autonomia e autosufficienza affettiva nei confronti
della figura di riferimento.
Il genitore non rappresenta una vera e propria base sicura per loro e per questo
essi tendono a non fare riferimento a lui quando si sentono moderatamente
spaventati e tendono a inibire la manifestazione dei propri bisogni psicologici di
confronto e protezione rispetto alla figura di attaccamento.
ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE (C)
Nella Strange Situation manifestano un marcato attaccamento nei confronti del
genitore, nel senso che tendono a essere maggiormente centrati sulla relazione
con l‟adulto che sull‟esplorazione dell‟ambiente circostante e ciò diviene sempre
più evidente con il trascorrere della procedura.
Figura presente: minore capacità di esplorare l‟ambiente in modo autonomo e di
interagire con la figura estranea
Separazione: notevole disagio durante, accompagnato anche da una minore
capacità di recupero nei momenti di ricongiungimento.
Ricongiungimento: non sembra sufficiente a consolarli, come se la presenza
della figura di attaccamento non fosse in grado di ristabilire il loro senso di
sicurezza. Accanto alla tendenza a non consolarsi con il genitore, questi bambini
manifestano comportamenti ambivalenti nei suoi riguardi.
Nei bambini Ambivalenti, il bilanciamento tra esplorazione e attaccamento è in
disequilibrio a favore del secondo.
Il genitore non rappresenta una base sicura e i bambini appaiono dipendenti e
centrati sul genitore, con pochi aspetti di autonomia, e con la tendenza a mettere
in atto forti manifestazioni di attaccamento, caratterizzate da sentimenti di rabbia
o da passività, che non si placano anche quando il loro fine (ottenere la presenza
della figura di attaccamento) viene raggiunto
ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO (D)
Main, Kaplan e Cassidy alla fine degli anni „80 sono riuscite ad isolare e
descrivere ulteriori tipi comportamenti caratteristici dei bambini, che prima non
erano classificabili, e che testimonierebbero la mancanza o l‟insussistenza di una
strategia organizzata di comportamento, da cui deriva il termine di
“disorganizzato”.
Caratteristiche complessive più evidenti: contraddittorietà di alcuni movimenti
osservati, che fanno dedurre a una sottostante contraddittorietà nelle intenzioni o
nei piani comportamentali del bambino (disorganizzazione) e/o la sensazione che
il piccolo abbia una perdita di orientamento nell‟ambiente circostante
(disorientamento); atteggiamenti visibilmente impauriti e rigidi sia a livello
corporeo sia per ciò che concerne l‟espressione del viso.
Nel complesso, il bambino con attaccamento insicuro Disorganizzato/Disorientato
ha un comportamento apparentemente simile a quello dei bambini Sicuri, Evitanti
o Ambivalenti, ma in alcuni momenti sembra privo di una strategia coerente
nella relazione con il genitore.
I comportamenti disorganizzati o disorientati si verificano solamente quando il
genitore è presente e, soprattutto, nei momenti di riunione dopo la separazione,
come se non si trattasse di una caratteristica del bambino, ma di un tratto
definitorio della relazione.
Legato a storie di abuso/maltrattamento da parte del genitore
IL NIDO COME SITUAZIONE INSOLITA

• L‟inserimento del bambino al Nido può


rappresentare proprio una situazione insolita
a cui dovrà riferirsi in maniera professionale
l‟educatore e il Gruppo educativo,
organizzando un progetto di inserimento
individualizzato per ogni bambino con
l‟obiettivo di “aiutare” sia il bambino che la
madre a separarsi, in modo che ognuno di
loro possa percepire e vivere il benessere
derivante da questa nuova esperienza.

STEFANIASINESI
QUAL È L’ETÀ MIGLIORE PER
L’INSERIMENTO AL NIDO?
• La domanda è finalizzata a comprendere se esiste
o meno un’età particolare che renda “meno
dannoso” l’inserimento del bambino al Nido oppure
se tale età specifica possa far soffrire meno il
bambino stesso quando si allontana dalla sua
famiglia.

STEFANIASINESI
QUAL È L’ETÀ MIGLIORE PER
L’INSERIMENTO AL NIDO?
• Le risposte che vengono fornite
all’interrogativo sulla “giusta età” di
inserimento variano a seconda che si
consideri, ai fini di un equilibrio affettivo ed
emotivo, lo sviluppo di un rapporto intenso e
privilegiato fra la madre e il bambino
oppure la formazione di legami precoci di
attaccamento ad una pluralità di figure
adulte e coetanee, maschili e femminili,
familiari ed extrafamiliari

STEFANIASINESI
QUAL È L’ETÀ MIGLIORE PER
L’INSERIMENTO AL NIDO?
• A questo proposito bisogna sfatare uno dei
luoghi comuni più diffusi, ossia che nei primi
anni di vita il bambino non sarebbe capace
di comunicare con i coetanei.
• Il gruppo dei pari invece non è un qualcosa
di minaccioso per il bambino o alternativo
al gruppo familiare, ma è a questo
complementare proprio per la sua funzione
cooperativa nell’ambito del processo di
socializzazione.

STEFANIASINESI
QUAL È L’ETÀ MIGLIORE PER
L’INSERIMENTO AL NIDO?
• Sicuramente, nello sviluppo globale del
bambino, dobbiamo considerare anche
altri elementi che integrano lo sviluppo
emotivo, come quello cognitivo, senso-
motorio, linguistico, espressivo, logico ecc.
• Allora il vero problema da affrontare
riguarda non tanto il quando il bambino
debba essere inserito, quanto il come.

STEFANIASINESI
LA PRESENZA DELLA MADRE
NELL’INSERIMENTO
• Infatti, affinché non vi sia un forte impatto
del bambino con la nuova situazione del
Nido, sarà necessario che esso sia
attenuato e gradatamente facilitato dalla
presenza contemporanea della madre o di
una figura familiare insieme con
l’educatore.
• Questo affinché un’assenza improvvisa della
figura di riferimento non crei una rottura del
legame con chi fino a poco prima era stato
l’unico riferimento a garantire la sicurezza al
bambino.

STEFANIASINESI
LA PRESENZA DELLA MADRE
NELL’INSERIMENTO
• La presenza di una persona nota andrà, quindi,
ridotta gradualmente sia dal punto di vista della
prossimità, sia da quello della durata del tempo,
fino ad estinguersi del tutto quando l‟autonomia, i
riferimenti e le attività vengono accettati come
nuovi vissuti.

STEFANIASINESI
ATTACCAMENTO E FORMAZIONE DI
LEGAMI MULTIPLI
• Bisogna considerare come l‟attaccamento del
bambino alla propria madre non sia assolutamente
contrapposto alla formazione di legami multipli
all‟interno del Nido.

STEFANIASINESI
LO SVILUPPO AFFETTIVO SECONDO
FREUD

• I comportamenti sono frutto di un‟energia che deve


essere sfogata all‟esterno per evitare stato di
tensione.
• La relazione oggettuale è la forma di rapporto con le
persone del mondo circostante e deriva dalla
dinamica tra pulsione interna ed “oggetto” che ne
consente la realizzazione.
• Fasi dello sviluppo affettivo determinate dalla
soddisfazione o frustrazione di bisogni corporei legati
a specifiche zone erogene

STEFANIASINESI
Età Fase Fonte di piacere Personalità
12-18 ORALE Bocca (succhiare, Dipendenza. Incorporazione
mesi mordere) orale: identificazione, acquisiz.
Conoscenza. Aggressività
orale: sarcasmo, spirito
polemico
18-36 ANALE Ritenzione ed Caratt. Rinentitivo: ostinatezza,
mesi espulsione delle parsimonia, ordine e pulizia
feci Caratt. Espulsivo: crudele,
disordinato
3-5 anni FALLICA Stimolazione zona Soluzione complesso edipico,
genitale. identificazione con genitori
Complesso Edipo (sviluppo del Super-Io)

6-11anni LATENZA Conoscenza Sviluppo sociale e acquisizione


mondo esterno, nozioni e tecniche per la vita
curiosità sociale. Narcisismo

Adolesce GENITALE Relazioni sessuali Amore per gli altri.


nza col partner Emancipazione dalla
dell‟altro sesso dipendenza dai genitori
PARI

• I bambini si sviluppano anche entrando in relazione con i pari.


Due tipi di contesti:
1. Cricche: relativamente piccole (3-12) a base amicale,
seconda infanzia e prima adolescenza. Stesso sesso e stessa
età con condivisione di interessi comuni e svolgimento di
attività simili. Le cricche soddisfano bisogni emotivi e di
sicurezza in un contesto in cui si conoscono e formano
amicizie intime.
2. Gruppi: più ampi, meno rigidi basati su interessi, attività,
atteggiamenti e reputazioni condivisi. Si viene assegnati ai
gruppi da altri studenti, in base a reputazione e stereotipi. I
membri possono interagire o meno. “I gruppi rappresentano
una stazione o un segnaposto dell‟identità durante il
periodo compreso tra l‟individualizzazione derivata dai
genitori e la definizione di un‟identità personale coerente”
(Collins, Steinberg, 2006).

STEFANIASINESI
CULTURE DEI PARI

• Ad ogni età l‟insieme delle “regole” dei ragazzi sul


modo di vestirsi, parlare, pettinarsi e interagire con
gli altri forma la “cultura dei pari”.
• Il gruppo determina quali attività svolgere, quale
tipo di musica ascoltare, quali studenti apprezzare
e quali no.
• Le culture dei pari incoraggiano l‟adesione ai ruoli
di gruppo.

STEFANIASINESI
AMICIZIE

• Le amicizie hanno un‟importanza fondamentale nella


vita dei ragazzi di ogni età.
• Le relazioni tra i pari influenzano la motivazione e il
rendimento scolastico.
• Anche le caratteristiche degli amici e la qualità delle
amicizie contano.
• Non sempre le amicizie hanno un‟influenza positiva.
• Uno studio ha messo in luce che la mancata
applicazione a scuola era in parte dovuta alla pressione
dei pari. Per molti adolescenti, i pari e non i genitori, sono
le cause principali del livello di applicazione a scuola e
dell‟impegno dedicato alla propria istruzione.

STEFANIASINESI
LA POPOLARITÀ

• I bambini popolari possono comportarsi in modo


positivo o negativo.
• I bambini rifiutati possono essere aggressivi,
immaturi, socialmente incompetenti o chiusi.
• I bambini controversi ottengono giudizi discordi e
dimostrano comportamenti sociali positivi e
negativi.
• I bambini trascurati o isolati sono quasi invisibili; i loro
pari non li menzionano, ma non esistono prove
coerenti circa la loro ansia o introversione.

STEFANIASINESI
COSA RENDE POPOLARI I BAMBINI?

STEFANIASINESI
CAUSE E CONSEGUENZE DEL RIFIUTO

• I bambini e gli adolescenti non sempre tollerano le differenze.


Tra il 5% e il 10% dei bambini sperimenta rifiuto, bullismo e altre
difficoltà.
• Gli studenti aggressivi, introversi e disattenti-iperattivi hanno
maggiori probabilità di essere rifiutati.
• Il contesto della classe ha influenza.
• Il rifiuto dipende dall‟essere troppo differenti dalla norma.
• Comportamenti prosociali sono associati all‟accettazione dei
pari, indipendentemente dal contesto della classe.
• Le conseguenze del rifiuto possono sviluppare disagio e
sofferenza emotiva, problemi comportamentali o di salute e
difficoltà a scuola. Minori probabilità di partecipare alle
attività di apprendimento.
• A volte il rifiuto si traduce in aggressività.

STEFANIASINESI
L’AGGRESSIVITÀ
• Aggressività assertività
• L‟aggressività può essere:
1. Strumentale ovvero finalizzata a raggiungere un obiettivo o a ottenere
un privilegio.
2. Ostile in cui il danno è inflitto intenzionalmente (aggressività proattiva o
relazionale, cyberbullismo).
I bambini, in particolare maschi, interpretano con difficoltà le azioni altrui
ritorsione.
Continuità nel tempo dell‟aggressività.
L‟intervento tempestivo è fondamentale; uno studio (Aber et al., 2003) ha
dimostrato che bambini aggressivi che hanno appreso dagli insegnanti
strategie di gestione dei conflitti si allontanano da aggressività e violenza.
Risultano importanti attività quali la partecipazione a giochi di ruolo e a
discussioni di gruppo delle esperienze personali, l‟interpretazione dei segnali
sociali dalle fotografie, la realizzazione di pantomime e video e la scrittura
della conclusione di storie incompiute.

STEFANIASINESI
L’AGGRESSIVITÀ RELAZIONALE

• Insulti, pettegolezzi, esclusioni, derisioni.


• In età prescolare i bambini devono apprendere
come negoziare le relazioni sociali senza utilizzare
l‟aggressività.
• Contano su insegnanti e adulti per essere protetti.

STEFANIASINESI
IDENTITÀ E CONCETTO DI SÉ

• L‟identità include il senso generale di sé di una


persona, insieme con le sue credenze, emozioni,
valori, impegni e atteggiamenti, e integra tutti i
differenti aspetti e ruoli del sé (Wigfiled et al., 2006).

STEFANIASINESI
LA TEORIA PSICOSOCIALE DI ERIKSON

• Enfatizza l‟emergenza del sé, la ricerca dell‟identità,


le relazioni dell‟individuo con gli altri e il ruolo della
cultura nel corso della vita.
• Sviluppo come passaggio attraverso una serie
interdipendente di stadi, ognuno con obiettivi,
preoccupazioni, risultati e pericoli.
• Crisi di sviluppo in ogni stadio.
• Il modo in cui vengono le crisi vengono affrontate
influenza la risoluzione di crisi future e ha un effetto
duraturo sull‟immagine di sé e sulla visione della
società.

STEFANIASINESI
GLI 8 STADI DELLO SVILUPPO PSICOSOCIALE
(ERIKSON)

STEFANIASINESI
DUE PROCESSI ESSENZIALI PER
UN’IDENTITÀ MATURA (MARCIA)
• L‟esplorazione, processo attraverso il quale gli
adolescenti considerano e sperimentano credenze,
valori e comportamenti alternativi nel tentativo di
determinare quale darà loro maggiore
soddisfazione.

• L‟impegno indica le scelte di un individuo,


generalmente conseguenti all‟esplorazione delle
opzioni in merito (ad esempio credenze politiche e
religiose).

STEFANIASINESI
STATUS DI IDENTITÀ

• Marcia identificò quattro categorie di status di identità


derivanti da quattro patterns di esplorazione e impegno:
1. Raggiungimento dell‟identità, dopo l‟esplorazione di opzioni
realistiche, l‟individuo ha compiuto scelte e si è impegnato
nel perseguimento degli obiettivi ad essi correlati.
2. Moratoria, l‟esplorazione porta a ritardare l‟impegno in
scelte personali e occupazionali.
3. Confusione dell‟identità rappresenta l‟impegno senza
esplorazione. Gli adolescenti sono impegnati a perseguire
gli obiettivi, i valori e gli stili di vita di altri. Possono essere
rigidi, dogmatici, intolleranti e tenersi sulla difensiva.
4. Diffusione dell‟identità, non vi è esplorazione né impegno.
Gli adolescenti possono essere apatici e introversi, avere
poche speranze nel futuro o essere ribelli.

STEFANIASINESI
IL CONCETTO DI SÉ

• Indica la percezione di se stessi: il modo di


giudicare abilità, atteggiamenti, attributi, credenze
e aspettative personali.

• E‟ la rappresentazione mentale che l‟individuo ha


di se stesso. La percezione di sé può cambiare con
il mutare delle situazioni e con il passaggio da una
fase all‟altra della vita.

• Il concetto di sé è multidimensionale.

STEFANIASINESI
LA MODALITÀ DI SVILUPPO DEL
CONCETTO DI SÉ

• Il concetto di sé si sviluppa attraverso una costante


autovalutazione, attuata in differenti situazioni ed è
alla base dello sviluppo sociale ed emotivo.

• Concetto di sé e successo.

STEFANIASINESI
L’AUTOSTIMA

• L‟autostima è un giudizio complessivo sul valore di sé che


include sentimenti di orgoglio o di vergogna nei confronti
della propria persona.
• Differenza tra concetto di sé e autostima.
• Il concetto di sé è un‟impressione che si ha su di sé (ad
esempio la credenza di essere un buon atleta)
• L‟autostima è un senso generale del valore di sé e non
riguarda un‟area specifica.
• L‟autostima è influenzata dal fatto che la cultura che
circonda l‟individuo apprezzi o meno le particolari
caratteristiche o capacità.
• William James (1980) indica che l‟autostima è determinata dal
livello di successo nella realizzazione dei compiti o nel
raggiungimento di obiettivi a cui si attribuisce importanza.

STEFANIASINESI
L’AUTOSTIMA

• Il feedback degli insegnanti, le pratiche di


assegnazione dei voti, le valutazioni e una
comunicazione empatica e aperta con gli studenti
possono influenzare l‟autostima.
• I miglioramenti più significativi avvengono quando
gli studenti diventano più competenti in aree a cui
danno valore, incluse aree sociali.
• La sfida per un insegnante è quella di aiutare a
raggiungere una buona padronanza delle
conoscenze importanti e a sviluppare significative
abilità.

STEFANIASINESI
TEORIA DELLA MENTE

• A due o tre anni i bambini iniziano a sviluppare una


teoria della mente e iniziano a capire che anche gli
altri sono persone dotate di pensieri, emozioni,
credenze, desideri e intenzioni.
• I bambini in età prescolare sono in grado di
distinguere le azioni intenzionali da quelle non
intenzionali.
• Teoria della mente capacità di assunzione
della prospettiva altrui promozione della
cooperazione e dello sviluppo morale riduzione
dei pregiudizi, risoluzione dei conflitti e
incoraggiamento dei comportamenti sociali positivi.

STEFANIASINESI
LA TEORIA DELLO SVILUPPO MORALE
DI KOHLBERG

• Si basa in parte sulle idee di Piaget.

• Valuta il ragionamento morale di bambini e adulti


proponendo dilemmi morali.

• Sei stadi di ragionamento morale: i giudizi su ciò


che è giusto o sbagliato.

STEFANIASINESI
LIVELLI E STADI

• Livello preconvenzionale: il giudizio è basato esclusivamente


sui bisogni e sulle impressioni individuali.
 Stadio 1: orientamento all‟ubbidienza
 Stadio 2: orientamento alle ricompense/scambio
• Livello convenzionale: si prendono in considerazione le
aspettative della società e le sue leggi.
 Stadio 3: gentilezza/orientamento alle relazioni.
 Stadio 4: orientamento alla legge e all‟ordine.
• Livello postconvenzionale: i giudizi si basano su principi di
giustizia astratti e più personali, che non sono
necessariamente definiti dalle leggi della società.
 Stadio 5: orientamento al contratto sociale. “Il maggior bene
possibile per il maggior numero di persone”.
 Stadio 6: orientamento ai principi etici universali.

STEFANIASINESI
CRITICHE ALLA TEORIA DI KOHLBERG

• Gli stadi descritti da Kohlberg non sembrano essere separati, sequenziali


e coerenti.
• Le persone motivano le scelte morali in modi che riflettono
simultaneamente stadi differenti.
• Una delle critiche è la tendenza sistematica degli stadi a favorire valori
maschili e occidentali.
• Gilligan (1982) propone una differente sequenza basata sull‟“etica della
cura”. Gli individui passano da una focalizzazione sull‟interesse personale
a un ragionamento morale, basato sull‟impegno verso specifici individui
e specifiche relazioni, per approdare poi a livelli di moralità più alti,
fondati su principi di responsabilità e cura verso tutte le persone.
• Una meta-analisi ha messo in luce che sia le donne che gli uomini
utilizzano la cura per ragionare in merito a dilemmi interpersonali e la
giustizia per i dilemmi sociali.

• Influenza del contesto e del contenuto del dilemma piuttosto che del
genere dell‟individuo.

STEFANIASINESI
IL PRENDERSI CURA

• Prendersi cura di se stessi e insegnare a fare lo


stesso con gli altri.
• Temi della cura (Noddings, 1995) nel curriculum
scolastico:
1. Cura di sé
2. Cura della famiglia e degli amici
3. Cura degli estranei e del mondo

STEFANIASINESI
DOMINIO MORALE E DOMINIO
CONVENZIONALE
• All‟interno del dominio morale esistono due questioni
fondamentali: giustizia e benessere/compassione.
• Nel dominio convenzionale, i bambini, dapprima,
credono che le regole esistano. Realismo morale.
Graduale passaggio allo sviluppo morale cooperativo
quando il bambino vede che persone diverse hanno
ruoli differenti. Le persone possono fare le regole e
possono cambiarle.
• In adolescenza iniziano a percepire le convenzioni
come parametri standard. Gli adulti considerano le
convenzioni utili per coordinare la vita sociale ma che
possono essere modificate.

STEFANIASINESI
VITA MORALE, TRASGRESSIONI,
VIOLENZE ED ALTRE PREOCCUPAZIONI
EDUCATIVE
• La vita quotidiana è intrisa di significati e
implicazioni morali.
• Cosa succede prima dei 18 anni?
• Cosa succede nel corso della vita quotidiana per
preparare alla legalità e alla cittadinanza attiva?
• Si può essere dei figli attivi?
• Degli alunni attivi?
• Si può essere sensibili alla legalità a casa e a
scuola?
• Esistono delle condizioni preparatorie alla pratica
delle virtù civiche?

STEFANIASINESI
REGOLE SOCIALI E REGOLE MORALI

• Nella prospettiva piagetiana, le regole dei giochi


sono considerate il primo sistema di regole acquisito
dai bambini, precursore delle regole morali.

• Regole sociali e regole morali sono forme diverse di


una medesima attività operatoria, le prime studiate
come sottocategoria delle seconde.

STEFANIASINESI
LE REGOLE SOCIALI E LE REGOLE
MORALI
Attorno agli anni „80 esiste una distinzione tra i due tipi di
regole come appartenenti a due universi concettuali
differenti.
Le regole sociali sono uniformità comportamentali utili a
coordinare le interazioni sociali, dipendono dai contesti di
specifici sistemi sociali e riguardano il mantenimento
dell‟ordine sociale.
Le regole morali si riferiscono a giudizi prescrittivi sulla giustizia,
sui diritti umani e sul benessere pubblico; sono pertinenti al
modo in cui le persone devono mettersi in relazione con gli
altri e riguardano le conseguenze delle azioni degli uni verso
gli altri.

STEFANIASINESI
MORALITÀ E CONVENZIONI SOCIALI

• La distinzione è presente fin dall‟età prescolare.


• La comprensione delle norme morali è associata
alle esperienze sociali che riguardano la giustizia,
l‟equità e il benessere degli altri.
• La comprensione delle regole convenzionali è
legata ad eventi regolati socialmente.
• I bambini di 3-4 anni sono in grado di distinguere fra
trasgressioni sociali e morali.

STEFANIASINESI
ESEMPIO

• Una medesima regola convenzionale può essere


trasgredita a livelli di gravità diversa.
• Trasgressioni alla regola: molto severe, abbastanza
severe, meno severe.
• La colazione al mattino.
• Ipotesi precisa di rappresentazione cognitiva della
regola:
 sotto forma di script
 sotto forma astratta

STEFANIASINESI
ROUTINE

• Le routine sono intrise di regolarità (tempo e spazio)


e di regole (nella misura in cui la regolarità viene
richiesta nel corso della socializzazione almeno
come convenzione da rispettare).
• Argomentazioni morali o di carattere igienico-
sanitario-morale le regole convenzionali
assumono connotazione morale.

STEFANIASINESI
DAL LIVELLO INDIVIDUALE AI
PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE
• Livello individuale approccio che collega la
costruzione delle regole (sociali e morali) ai processi
di socializzazione, in particolare alle dinamiche
della vita quotidiana nelle famiglie e nelle classi che
costituiscono i luoghi dove si costruisce, si esercita e
si sanziona la moralità.

STEFANIASINESI
DAL RAGIONAMENTO ALLA VITA
QUOTIDIANA
• Condotte da parte di insegnanti e alunni che possono
essere comprese sotto l‟insegna di istanze morali che
permeano la vita quotidiane delle scuole e delle classi.
• Ethos delle scuole (Rutter, 1979).
• Una scuola con un buon ethos è caratterizzata dalla
coesione fra studenti, da attese positive degli insegnanti
verso gli studenti, da utilizzo di ricompense frequenti e
adeguate verso gli studenti e da valori condivisi e stabili
nel tempo. I buoni risultati non sono ottenuti come
semplici performance ma all‟interno di un insieme di
attività virtuose degli insegnanti che riescono a
governare le condotte e ad orientare positivamente le
caratteristiche di una vita quotidiana ordinata.

STEFANIASINESI
UNA PREOCCUPAZIONE EDUCATIVA:
LA DEMORALIZZAZIONE
• Demoralizzazione, perdita dei valori morali.
• Aumento dell‟aggressività, del turpiloquio e delle scortesie,
diminuzione del rispetto verso oggetti di proprietà della
scuola, difficoltà nel prestare attenzione, crescita delle
malattie psicosomatiche e tendenza verso il materialismo.
Secondo Damon l‟autorevolezza dell‟insegante si fonda su:
1. Imparzialità, nelle relazioni asimmetriche non vi è esercizio
unilaterale del potere
2. Sincerità, riconoscere i propri errori
3. Responsabilità verso gli studenti, prendersi cura di loro per
quanto riguarda bisogni di apprendimento, benessere
personale, esercizio personale delle scelte e dei giudizi per
aiutarli a far parte della comunità.

STEFANIASINESI
RICERCA

• Una ricerca molto ampia su soggetti tra i 12 e i 26 anni


ha individuato 4 tipi di studenti:
1. I disimpegnati
2. I dilettanti superficiali, che si impegnano in diversi
campi ma non trovano un obiettivo da perseguire
3. I sognatori, che vorrebbero fare molto e bene ma non
sanno come fare
4. I determinati, che perseguono i loro obiettivi
• Costruire obiettivi significativi e operare per il benessere
proprio ma anche degli altri sembra una delle missions
impossible richieste non solo ai giovani ma anche ai
sistemi scolastici.

STEFANIASINESI
UNA PREOCCUPAZIONE EDUCATIVA:
COPIARE IN CLASSE
• L‟84% degli studenti afferma che il copiare è poco o per
niente condannabile e non è giusto definirlo truffa.
• Secondo Brint, la socializzazione in aula può essere
descritta secondo un modello concentrico, organizzato
intorno a un nucleo di norme e pratiche quotidiane e
circondato da anelli di educazione morale.
• L‟insegnamento delle virtù morali costituisce
l‟educazione morale, mentre le lezioni, come anche gli
insegnanti stessi in vesti di esempi morali, costituiscono gli
anelli più esterni della socializzazione, quindi
l‟educazione morale implicita.

STEFANIASINESI
COPIARE IN CLASSE

• Jackson afferma: “Poiché la valutazione è così


importante nelle scuole, queste ultime cercano di
impartire non solo i valori dell‟impegno e
dell‟autorealizzazione, ma anche diversi stratagemmi
per la gestione della valutazione e la difesa dell‟identità.
Gli studenti apprendono a valorizzare le lodi, a
pubblicizzare le valutazioni positive e a nascondere
quelle negative”.
• L‟intento di fornire un‟immagine positiva della scuola
mira alla radice e squalifica gli obiettivi delle valutazioni,
mentre veicola, da parte del medesimo sistema
scolastico, la giustificazione per cui diventano leciti a
livello istituzionale comportamenti che definisce illeciti a
livello individuale.

STEFANIASINESI
UNA PREOCCUPAZIONE EDUCATIVA:
L’ASSENTEISMO DI ALUNNI E
INSEGNANTI
• In Italia “tutti o quasi tutti chiudono un occhio.
Pochissimi ne parlano. Non ci sono dati attendibili
sulla sua ampiezza, mancano quasi del tutto le
indagini scientifiche, perché la pedagogia italiana
si occupa di ben altro” (Associazione Docenti
Italiani).
• Politiche sanzionatorie e repressive.

STEFANIASINESI
UNA PREOCCUPAZIONE EDUCATIVA:
GLI INSEGNANTI
• “Colpire l‟assenteista protegge i più deboli” ci
informa che, nel North Carolina, si registra in media
un giorno in più di assenza per insegnante nelle
scuole pubbliche, con alunni appartenenti a
famiglie collocate nel quartile più basso della
distribuzione dei redditi, rispetto alle scuole che
sono al servizio delle famiglie più ricche.
• L‟assenteismo degli insegnanti influenza
negativamente l‟apprendimento.

STEFANIASINESI
ASSENTEISMO: STUDENTI E
INSEGNANTI
• Studenti: noia, mancanza di senso e di prospettive
future.

• Insegnanti: sindrome del burn-out, bruciati, esauriti,


senza futuro e senza risorse.

STEFANIASINESI
UNA PREOCCUPAZIONE EDUCATIVA:
LA VIOLENZA NELLE SCUOLE
• Violenza contro la persona
• Vandalismo
• Rapina
• Violenze morali o simboliche, episodi stressanti
singoli o a ripetizione periodica o sistematica,
raramente penalizzati e non necessariamente
passibili di penalizzazione.
• Alcuni autori parlano di “inciviltà”: ingiurie verbali,
villanie, comportamenti umilianti, diffusione di
pettegolezzi fino a false informazioni e calunnie.

STEFANIASINESI
RICERCHE SUL TEMA DELLA VIOLENZA

• Due filoni:
1. Centrato sulle caratteristiche individuali-
personologiche
2. Centrato sulle relazioni fra qualità delle scuole e
presenza di episodi di violenza.
Esistono differenti fattori di rischio (caratteristiche
individuali dell‟aggressore, condizioni familiari,
rapporti scuole-quartieri, turn-over degli insegnanti,
composizione socio-culturale delle classi, impegno
condiviso dei docenti, l‟ethos della scuola) che
rendono più o meno probabile il passaggio
all‟azione.

STEFANIASINESI

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