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PSICOLOGIA

Psyché = spirito, anima; logos = discorso, studio = psicologia inizialmente “la scienza dell’anima” + scienza
processi cognitivi, sociali, emozionali e neuro biologici che guidano il comportamento umano + scienza del
comportamento, dei processi psichici, del benessere o della patologia psichica.

La nascita della psicologia sperimentale: Primo laboratorio psicologia Lipsia 1879 di W. Wundt 1873-74:
“Fondamenti di psicologia fisiologica", Primo laboratorio di psicologia in Italia Firenze, 1903 F. De Sarlo

Psicologia moderna
● Neuropsicologia
● Psicologia del lavoro e delle organizzazioni
● Psicologia sociale e di comunità
● Psicologia dello sviluppo e dell’educazione
● Psicologia clinica e della salute

La psicologia dello sviluppo si propone di identificare e descrivere i cambiamenti dello sviluppo, oltre che
scoprire i processi sottostanti a tali cambiamenti. Ambito di studio che cerca di comprendere e spiegare il
comportamento, le capacità cognitive, sociali, emotive. Prima descrivendole variazioni nel tempo (bambino,
adolescente, adulto.) in secondo luogo scoprendo I processi che stanno alla base di questi cambiamenti.

Sviluppo infantile= Lo sviluppo è costituito dalle dinamiche di quel processo di cambiamento che comincia
con il concepimento e si dipana lungo tutto l’arco della vita. COSA CAMBIA COME CAMBIA

Il pensiero sviluppo della ha psicologia influenzato là dello politica sociale e la bambini, legislazione famiglie,
in merito adolescenti anziani.

Questioni relative allo sviluppo


1) Natura vs Cultura (Nature/Nurture)
Implica il dibattito che cerca di stabilire se lo sviluppo è influenzato prima di tutto dalla natura o
dalla cultura (Kagan&Herschkowitz,2005; Lippa,2005)
Nature: l’eredità biologica di un organismo. I sostenitori della “natura” ritengono che l’influenza più
significativa sullo sviluppo sia quella esercitata dall’eredità biologica; VS Nurture: le influenze
ambientali a cui è esposto un individuo. I sostenitori della “cultura” ritengono che siano le
esperienze derivate dall’ambiente le più importanti.
2) Continuità vs Discontinuità
Questo dibattito è volto a determinare se lo sviluppo è costituito da cambiamenti graduali e
cumulativi (continuità) o da stadi distinti tra loro (discontinuità).
3) Periodi critici e periodi sensibili (Prime esperienze vs Esperienze successive)
Il dibattito si concentra sulla misura in cui le prime esperienze (specialmente durante la prima
infanzia) o le esperienze successive sono fattori-chiave nello sviluppo infantile. Le culture
occidentali tendono a supportare l’idea che le prime esperienze siano più importanti di quelle
successive. La maggior parte delle altre culture, invece, crede che siano più importanti per lo
sviluppo le esperienze successive alla prima infanzia.
4) Dominio generale VS Dominio specifico
Dominio-generale: lo sviluppo coinvolge simultaneamente e uniformemente tutto il sistema
cognitivo (mente: mela) vs Dominio-specifico, lo sviluppo avviene secondo modi e ritmi diversi nelle
diverse aree della conoscenza (mente: arancia).
Da una concezione universalistica dello sviluppo si è passati a concezioni più relativistiche. Il percorso
evolutivo dipende dall’azione reciproca di molte componenti a molti livelli. Lo sviluppo procede lungo
diversi possibili percorsi. Esistono differenze individuali nel ritmo e negli esiti finali dello sviluppo; →
sviluppo atipico.

Sviluppo= I meccanismi del cambiamento agiscono dal concepimento e per tutta la durata della vita. Lo
sviluppo è il risultato dell’interazione di diversi processi (biologici, cognitivi e socio emotivi). VISIONE COME
STADIALE VS VISIONE PROGRESSIONE DELLO SVILUPPO LINEARE.

LA PROSPETTIVA INTERAZIONISTA  Interazione tra i fattori di rischio e protezione di tipo personale


(prenatale, genetici e perinatali) e di tipo ambientale (temperamentali, familiari, relativi all’ambiente
scolastici, amicali, allargato) per la spiegazione dello sviluppo.

LA PROSPETTIVA ECOLOGICA  Il modello ecologico dello sviluppo di Bronfenbrenner


RESILIENZA Le avversità possono essere delle formidabili occasioni. (Es video di Steve Jobs)

TEORIE DELLO SVILUPPO COGNITIVO


Il ruolo delle teorie: la spiegazione del cambiamento. Gli psicologi dello sviluppo formulano previsioni sulla
base di teorie stabilite. Le teorie vengono testate continuamente. Non sono solo le prove empiriche, ma
anche l’impatto e la novità dell’approccio che rendono duratura una teoria.

Le origini del pensiero sullo sviluppo umano

● Prospettiva della tabula rasa: filosofi dell’empirismo


L’idea, proposta da Locke, sostiene che i bambini siano come delle tavolette raschiate su cui agisce
in maniera determinante l’educazione e l’esperienza.
● Prospettiva delle teorie innatiste: filosofi razionalisti
La mente impone sull’ambiente una sorte di ordine per renderlo comprensibile
● Lo studio moderno dello sviluppo infantile: l’approccio alla psicologia umana passa da una
prospettiva filosofica a osservazioni e sperimenti sistematici. Alfred Bine studia la memoria e
l’attenzione mentre Stanley Hall afferma che lo sviluppo si dispiega attraverso stadi
qualitativamente diversi.

COMPORTAMENTISMO
Pavlov, Watson, Thorndike e Skinner pongono l’attenzione su comportamento e apprendimento

o Il condizionamento classico di Pavlov:


Precondizionamento: quando il cibo è collocato nel piatto (SI), il cane saliva (RI)
La comparsa del cibo diventa SC; la salivazione del cane è RC
Accostare il metronomo alla comparsa del cibo rende entrambi un SC
Avvia il metronomo (SC) e il cane saliva (CR) senza che il cibo venga presentato
o Il condizionamento classico di Watson:
Tra di il 1920 John e il 1930 Watson (, la teoria 1928) comportamentista influenza pensare il modo
di pensare l’infanzia. Watson sosteneva che il comportamento dei bambini possa venir trasformato
in qualunque cosa attraverso la modificazione dell’ambiente.
● Il condizionamento operante di Skinner (1904-1990)
Il bambino apprende ad operare in un ambiente e a utilizzare i comportamenti osservandone i loro
effetti (conseguenze)
RINFORZO POSITIVO: aggiunta all’ambiente di stimoli graditi «alzo la mano perché la maestra mi
loda quando lo faccio»
RINFORZO NEGATIVO: rimozione nell’ambiente di stimoli sgraditi «alzo la mano per evitare una
sgridata»
PUNIZIONE POSITIVA: aggiunta di stimoli sgraditi «ti metto una nota perché dici le parolacce»
PUNIZIONE NEGATIVA: rimozione di stimoli graditi «per diminuire l’uso delle parolacce, non userai
il tablet per …»

Contributi: Enfasi sull’ importanza della ricerca scientifica. Focus sulle determinanti ambientali del
comportamento.

Critiche: Poca considerazione dei processi cognitivi (Pavlov e Skinner); Troppa enfasi sulle determinanti
ambienti; Inadeguata attenzione ai comportamenti evolutivi; Inadeguata considerazione della creatività e
della spontaneità umana.

LA TEORIA MATURAZIONISTA
L’emergere delle abilità dei bambini è dettato da un’influenza genetica. Si ispira a Darwin.

Biological timetables: programmazioni biologiche

Studio sui gemelli Jimmy e Johnny di McGraw: entrambi mostrano uno sviluppo simile l’uno all’altro

LA TEORIA PSICODINAMICA
Freud e poi Erikson

The psicodinamica: lo sviluppo è determinato dalle pulsioni biologiche influenzate dai contatti con
l’ambiente e dall’interazione delle 3 componenti della personalità. Attenzione sulla personalità e lo sviluppo
dell’Io. La personalità ha 3 strutture= Es: pulsioni istintive che rappresentano la riserva individuale di
energia psichica. Io: Ha a che fare con le esigenze della realtà. Super-io: Il lato morale della personalità.

Sviluppo attraverso fasi della personalità

Enfasi sulle prime esperienze

L’individuo passa attraverso cinque fasi di sviluppo, nelle quali il piacere è legato ad una parte del corpo
piuttosto che ad altre (bocca, ano, genitali).

Erikson

The psicosociale: lo sviluppo avviene tramite 8 fasi il cui passaggio dipende dal superamento di crisi
determinate da compiti evolutivi che richiedono l’interazione dei bb con l’ambiente. Sviluppo attraverso 8
fasi che si susseguono nel corso della vita, ciascuna prevede un compito evolutivo che mette l’individuo di
fronte a una crisi da superare.

Contributi

o Le prime esperienze giocano un ruolo importante nello sviluppo


o Le relazioni familiari sono un elemento centrale nello sviluppo
o L ’approccio evolutivo fornisce un modello per comprendere la personalità
o Devono essere considerati anche gli aspetti inconsci della mente
o Cambiamenti avvengono tanto nell’età adulta quanto nell’infanzia (Erikson)

Critiche

▪ Molti concetti sono difficili da testare scientificamente


▪ Troppa importanza agli aspetti sessuali dello sviluppo (specialmente nella teoria di Freud)
▪ Il lato inconscio ricopre un ruolo troppo preponderante nell’influenzare lo sviluppo Immagine
negativa dell’uomo
▪ Sono influenzate dall’ambiente culturale e discriminanti nei confronti delle donne

LA TEORIA ETOLOGICA E LA TEORIA BOWLBYANA


Valutare il comportamento in termini del suo valore adattivo. Base biologica ed evoluzionistica dei
comportamenti. Esempio Lorenz: Imprinting. La teoria dell’attaccamento di Bowlby applica i principi della
teoria etologica allo sviluppo umano.

Contributi:

⮚ Focus su basi biologiche e evoluzionistiche dello sviluppo


⮚ Utilizzo di osservazioni accurate in situazioni naturalistiche
⮚ Enfasi sui periodi sensibili dello sviluppo

Critiche:

❖ Troppa enfasi alle basi biologiche


❖ Concetti di periodo critico e sensibile ancora troppo rigidi
❖ Attenzione non adeguata alla cognizione

Le teorie dello sviluppo cognitivo

Processi mentali interni: memoria, logica e linguaggio. Il comportamento è più che una semplice sequenza
di input e output Jean Piaget, una posizione dominante. Il passaggio, tuttavia, era avvenuto attraverso
Bandura e la Teoria dell’apprendimento sociale.

Comportamento modellato -- ATTENZIONE Esperienza rapporto, caratteristiche della con il modello,


variabili personalità, situazionali -- CONSERVAZIONE Ripetizione, organizzazione, ricordo, altre abilità
cognitive -- RIPRODUZIONE Rappresentazione cognitiva, abbinamento dei concetti, uso dei feedback --
MOTIVAZIONE Incentivi esterni standard & riflessi, interiorizzati, autovalutazione confronto, sociale --
Comportamento corrispondente

Contributi:

+Enfasi sull’ importanza della ricerca scientifica

+Focus sulle determinanti ambientali del comportamento

+Spiegazione dell’apprendimento per osservazione (Bandura)

+Enfasi sui fattori cognitivi della persona (teoria socio cognitiva).

Critiche:

• Troppa enfasi ambientali

• Inadeguata attenzione sulle determinanti attenzione evolutivi


•Inadeguata considerazione ai cambiamenti della spontaneità e della creatività umane.

COSTRUTTIVISMO DI PIAGET
I bambini tendono a progredire nello stesso modo, per fasi. I bambini di età simili tendono a commettere gli
stessi errori. Il pensiero infantile cambia qualitativamente con la crescita.

Epistemologia genetica: Il termine, coniato da James Mark Baldwin e ripreso da Jean Piaget, sta ad indicare
lo studio dei modi in cui le conoscenze dei bambini cambiano nel corso del loro sviluppo.

LA TEORIA SOCIOCULTURALE
Vygotskij. L’impatto delle esperienze sociali e culturali sullo sviluppo:

o L’interazione sociale è una forza culturale.


o I processi cognitivi sono mediati dalla società
o Importanza profonda della cultura.
o Le interazioni sociali dei bambini con adulti e coetanei più abili sono indispensabili per il progresso
nello sviluppo cognitivo.

LE TEORIE DELL’ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI (HIP)


Studiano il flusso di informazioni attraverso il sistema cognitivo. Più elaborate della semplice risposta
comportamentista. Questo approccio è stato applicato a: attenzione, memoria, risoluzione dei problemi e
pianificazione

INPUT: Le informazioni entrano nel cervello

Le informazioni vengono elaborate, analizzate e immagazzinate nel cervello fino all’utilizzo

OUTPUT: Le informazioni sono usate come base di comportamento e interazione

Contributi:

a. Immagine positiva dello sviluppo, mette in evidenza il pensiero consapevole


b. Enfasi sulla costruzione attiva della conoscenza da parte dell’individuo
c. Importanza di esaminare i cambiamenti evolutivi nel pensiero dei bambini

Critiche:

i. Dubbi su universalità e purezza degli stadi «piagetiani»


ii. Scarsa attenzione a variazioni individuali nello sviluppo cognitivo
iii. HIP scarsa definizione dei cambiamenti evolutivi nei processi cognitivi
iv. Per gli psicoanalisti: scarso peso al pensiero inconscio

CONNESSIONISMO
Grandi set di nodi interconnessi. Modellano le connessioni nel cervello. L’apprendimento avviene
attraverso alterazione della forza delle connessioni.

NEUROSCIENZE EVOLUTIVE
Riscontri prime neurali delle prime abilità, del comportamento. Metodi: tracciato EEG, potenziali evento
correlati, risonanza magnetica funzionale. Esempio: neuroni studio neuroni a specchio.

I METODI DI RICERCA
Molte ricerche sugli adulti usano questionari per chiedere ai partecipanti i propri pensieri ed esperienze
Impossibile usarli con bambini e neonati Gli psicologi dello sviluppo hanno elaborato numerosi metodi
innovativi per condurre le proprie ricerche. Metodo scientifico, tecniche misurabili e replicabili nel
formulare ipotesi e raccogliere e analizzare dati per testare la validità di una teoria.

I. Osservazione: Valutazione soggettiva del rilevatore


II. Questionari e Interviste: Domande da rivolgere ai soggetti «aspetti soggettivi dell’esperienza». Le
interviste non prima dei 4 anni mentre i questionari non prima dei 6 (utili per campioni molto ampi)
● Colloquio: Centratura su intervistato. Esprime il suo punto di vista senza vincoli, non direttiva
● Intervista libera
● Intervista semistrutturata
● Intervista completamente strutturata Centratura su intervistatore. Vengono poste domande
specifiche
I. Test standardizzati: Valutazione obiettiva del soggetto. Usare procedure uniformi per il
completamento e l’assegnazione di un punteggio. Molti test standardizzati consentono ai
ricercatori di confrontare le performance di individui diversi. Normatività: Il punteggio che il
soggetto ottiene al test viene confrontato con una “norma” definita a partire dalla
somministrazione ad un campione rappresentativo della popolazione. Le norme si esprimono
prevalentemente mediante punteggi standardizzati (media e deviazione standard) da cui è possibile
calcolare il grado di scostamento del singolo dalla media. Ne è un esempio il test QI
II. Misure psicofisiologiche: Valutazione oggettiva. La base biologica dello sviluppo psicologico.

Chiusa o strutturata, Semistrutturata, Aperta − − Punti di forza: Può essere d’aiuto nello stabilire nuove
informazioni su un tema e sviluppare le idee per uno studio futuro Debolezze: sono soggette ai problemi di
doversi auto presentare dell’intervistatore.

I Self −Report dei bambini Le informazioni che le persone forniscono riguardo a loro stesse in un’intervista
diretta o in altre forme, come i questionari  Punti di forza: alcuni tipi di informazioni sono difficili da
ottenere in qualsiasi altro modo Debolezze: i bambini sono più lenti a rispondere e hanno più problemi a
comprendere le domande rispetto alle popolazioni adulte.

I report di famiglia, insegnanti e pari  Punti di forza: Questi report si basano generalmente su osservazioni
compiute nel tempo in una varietà di situazioni Anche se si trattasse di percezioni, credenze e
interpretazioni imprecise, potrebbero essere importanti quanto la ‘realtà’ Debolezze: Spesso le persone
sono portate a ricordare sé stesse sotto una luce migliore e potrebbero anche non rispondere
sinceramente.

Disegni di ricerca

1) Il metodo correlazionale permette ai ricercatori di collegare tra loro certe esperienze o


fattori e valutare la forza di queste relazioni. Descrive la forza della relazione tra due o più
eventi o caratteristiche. Coefficiente di correlazione: numero basato su un ’ analisi statistica
usato per descrivere tra due variabili il grado di associazione. Si utilizza quando non è
possibile individuare gruppi che differiscono per l’aspetto che interessa al ricercatore.
Descrive il rapporto tra 2 variabili. Non consente di ricavare conclusioni circa la relazione
causa effetto tra le variabili.
2) I disegni sperimentali si effettuano nei laboratori, sul campo o in una situazione naturale;
Esperimento di laboratorio: un disegno di ricerca che permette ai ricercatori di determinare
causa ed effetto di variabili e trattamenti.
-Gruppo sperimentale tramite il controllo il gruppo sottoposto al trattamento o variabile
indipendente.
-Gruppo di controllo il gruppo che non è sottoposto al trattamento o variabile
indipendente.
Assegnazione casuale la tecnica per cui i ricercatori assegnano in maniera casuale gli
individui al gruppo di controllo o sperimentale. Assicurare la validità ecologica è spesso
difficile.
-Variabile indipendente: la variabile che in un esperimento i ricercatori manipolano in
maniera deliberata.
-Variabile dipendente: la variabile che i ricercatori si aspettano vari in funzione della
manipolazione della variabile indipendente.
Liebert e Baron (1972) hanno esaminato se guardare programmi televisivi violenti aumenta
i comportamenti aggressivi; I programmi guardati dai bambini venivano manipolati dallo
sperimentatore (Variabile indipendente). Poi gli sperimentatori misuravano i
comportamenti violenti dei bambini (Variabile dipendente). L’esperimento sul campo si
basa sull’osservazione naturale, possiede validità ecologica, ma rischia i bias
dell’osservatore. Gli esperimenti naturalistici sono quasi esperimenti che misurano gli
effetti di eventi o cambiamenti che avvengono naturalmente. Non è possibile assegnare
casualmente i partecipanti a una delle due condizioni (es cultura) classe scolastica, statura.
3) Case study o studio di caso dove i ricercatori studiano un individuo o un gruppo in modo
molto approfondito. Campo clinico: esperimenti su soggetti singoli.

Studiare il cambiamento nel tempo

⮚ L’approccio trasversale confronta diversi livelli di età in uno stesso momento preciso
⮚ L’approccio longitudinale (prospettico e retrospettivo) studia gli stessi soggetti per un certo periodo
di tempo in vari momenti della loro vita
⮚ L’approccio sequenziale unisce l’approccio trasversale e quello sequenziale

SVILUPPO FISICO
La crescita è un processo quantitativo e continuo che tuttavia presenta ritmi e velocità diverse nelle
diverse epoche di sviluppo: in alcuni periodi della vita è più rapida e in altri più lenta.

Sviluppo fisico prenatale

● Periodo germinale, lo zigote (da 0 a 2 settimane): dell’ovulo, dal concepimento all’annidamento


dell’uovo fecondato nella parte dell’utero
● Periodo embrionale (da 3 a 8 settimane): l’embrione si avvia a diventare feto ovvero si creano gli
arti, il tronco e la testa. Il tessuto muscolare nervoso, i globuli rossi e le cellule del cuore iniziano a
funzionare. Infine si iniziano a formare gli occhi, naso, orecchie, midollo spinale, reni e polmoni.
Nella nona settimana l’embrione passa al stato fetale che dura fino alla nascita. Le pieghe neurali
per formare il SNC iniziano a chiudersi, la mancata riuscita della chiusura risulta nella spina bifida.
La maggior parte degli aborti spontanei avviene durante il periodo embrionale.
● Periodo fetale (da 9 a 40 settimane): Nella nona settimana il tronco si raddrizza e la testa assume la
giusta dimensione. Nel sacco amniotico il feto inizia a cambiare peso, lunghezza e a muoversi
(4’mese) e a sviluppare la peluria (5’mese) a aprire e chiudere gli occhi (6’mese), mentre i polmoni
non funzionano in quanto pieni di liquido. La nascita prematura prima che il feto abbia 6 mesi
comporta: Agente tensioattivo o surfattante (il liquido nei polmoni che manda l’ossigeno nel flusso
sanguigno) insufficiente; Può causare sindrome da insufficienza respiratoria Age of viabilità (età
della vitalità): da 22 a 26 settimane.

Periodo prenatale: crescita

Modello di crescita cefalocaudale. L’incremento di statura e di peso è maggiore che in qualsiasi altro
periodo del ciclo di vita. Velocità massima nei primi 6 mesi della gravidanza: 1,8 mm al giorno. A partire
dalle 35 settimane la crescita rallenta e le proporzioni corporee si modificano diventando più armoniche
lunga (nell’embrione di due mese la testa è lunga la metà della lunghezza totale mentre alla nascita essa è
di un quarto rispetto a tutto il corpo).

I rischi nello sviluppo prenatale: L’esposizione prenatale ai teratogeni (droghe, nicotina, alcool, farmaci,
tossine ambientali che esercitano effetti principalmente durante i periodi critici) può causare deviazioni
dello sviluppo. Ogni teratogeno ha effetti particolari. Possono essere contrastati dai genotipi materni/fetali.
Gli effetti di uno possono intensificare gli effetti di un altro. Alcuni possono avere zero effetti sulle madri.
Più lunga è l’esposizione, peggiore è l’effetto; Fattori materni che possono danneggiare il feto come stato
emotivo della madre (Maternità blues: disturbo emotivo transitorio che emerge dal 30 al 75% dei casi e
dura circa 2 settimane = Stress durante la gravidanza e il parto, una rete di supporto sociale può essere
d’aiuto cosi come appoggio e presenza del padre).

Nascita: L’evento più importante della vita di un genitore; Travaglio e parto transizione per l’infante Parto
naturale: cambiamento nell’XIX secolo; Parti cesarei motivo di preoccupazione per i rischi; 20% delle nascite
in UK (simile in altri paesi industrializzati) sono via cesareo.

PARTO
Il travaglio ha 3 fasi:

Fase 1 (otto o più ore): contrazioni uterine ritmiche di forza e di frequenza crescente, che causano la
dilatazione della cervice (la sottile apertura dell’utero verso il canale del parto).

Fase 2 (da una a due ore circa), la testa del bambino entra nell’apertura cervicale e la madre spinge fuori il
bambino.

Fase 3 (circa cinque minuti) la placenta viene espulsa.

L’importanza dell’ambiente perinatale; Comprende le medicine date alla madre durante il travaglio, le
pratiche usate per far avvenire il parto, il tipo di parto e l’ambiente sociale che circonda il bambino appena
nato. Tra le medicine date alla madre rivestono particolare importanza l’anestesia epidurale e l’ossitocina.
L’anossia è la condizione che si verifica quando il feto/neonato ha un’insufficiente apporto di ossigeno.

Indice di Apgar: scala di valutazione dello stato di vitalità del bambino (da 0 a 2)

I. Respirazione;
II. Battito cardiaco
III. Colore della pelle
IV. Riflessi
V. Tono muscolare
Prematurità e sottopeso: Circa il 9% delle nascite sono premature. Si è prematuri quando si nasce prima
delle 37 settimane. Il peso medio è 5 libbre (2.26 kg).

CRESCITA FISICA
Segue due principi: sviluppo cefalocaudale e pattern prossimo-distale. Crescita più rapida nei primi 6 mesi
di vita. La crescita è episodica, non continua ed è influenzata da genetica e ambiente. Genetica e genere
sessuale hanno grandi effetti su peso e altezza.

MATURAZIONE SESSUALE
Pubertà: l’aumento delle concentrazioni ormonali stimola lo sviluppo dei caratteri sessuali primari e
secondari. PRIMARI: Conseguimento della maturità sessuale; menarca nelle femmine (ovulazione)
spermarca nei maschi; SECONDARI: sviluppo del seno, pelo pubico, cambiamento di voce. Periodo di stress,
pulsioni nuove e intense e pressioni sociali per gli adolescenti.

Gli ormoni:

 Gli estrogeni sono cruciali per la maturazione del sistema riproduttivo femminile
 Il progesterone ’ aiuta a regolare il ciclo mestruale femminile e prepara l’utero al concepimento
 Il testosterone è essenziale alla maturazione del sistema riproduttivo maschile e alla produzione
dello sperma.

LO SVILUPPO PERCETTIVO E MOTORIO


Le informazioni percettive guidano le azioni, Le azioni guidano percezione.

Sensazione: quali informazioni i nostri sensi sono in grado di rilevare (organi sensoriali + vie nervose fino
al cervello → impressioni immediate)

Percezione: integra e interpreta le nostre sensazioni (coinvolge le aree della corteccia cerebrale)

LA VISTA
In età infantile: equipaggiamento visivo fondamentale come bulbi oculari, cristallino, retina, corteccia visiva
(occipitale). I neonati possiedono questo fondamentale apparato visivo, sebbene alcune componenti non
siano ancora formate al primo anno di vita, e alcune proseguano lo sviluppo durante la fanciullezza (Aniline,
età 1998) ➔ es.: il cristallino non è in grado di mettere a fuoco da una serie di distanze. La vista del
neonato può rilevare luminosità, movimento e seguire un oggetto. Il sistema visivo alla nascita è
funzionante anche se immaturo. Infatti:

1) Riesce a mettere a fuoco solo oggetti che si trovano a breve distanza, tra i 20 e i 50 cm (potere di
accomodamento del cristallino è limitato; piano focale fisso)
2) Il neonato seleziona con maggiore facilità stimoli che compaiono alla periferia piuttosto che al
centro del campo visivo. Ad 1 mese i bambini preferiscono fissare aspetti periferici del volto
(mento, contorno della capigliatura alla sommità del capo); A 2 mesi esplorano maggiormente le
parti centrali (occhi e bocca). Vengono preferiti gli stimoli che determinano la massima attività
neurale del sistema visivo.
3) La sua acuità visiva (capacità di distinguere con precisione i dettagli) è limitata, 30 volte inferiore a
quella dell’adulto
4) La sua sensibilità al contrasto è limitata, 10 volte inferiore a quella dell’adulto
5) Il neonato non riconosce i colori; i coni (recettori dell’occhio sensibili al colore) funzionano solo a
partire dai 2 mesi.
Sono proprio questi limiti che favoriscono la selezione degli stimoli biologicamente e psicologicamente
importanti per la sua sopravvivenza (es. VOLTO NEI MOMENTI DI ALLATTAMENTO O CAMBIO).

Capacità sensoriali e percettive

La preferenza per i volti: L’abilità di percezione si sviluppa rapidamente entro il primo anno. Preferenza
precoce tra i 2 gg e i 3 mesi. Con la crescita e l’aumento delle esperienze. Maggiore attenzione a occhi e
caratteristiche interne, preferenza per il viso materno sugli altri. Preferenza per pattern unici (facce) e
complessi. Velocità di elaborazione associata all’età, chiave di volta nello sviluppo della capacità
intellettuale. I bambini di 1 anno selezionano le facce e le maschere attraenti rispetto a quelle sgradevoli.

La percezione della profondità: A 5 mesi sanno coordinare gli occhi, acquistano visione stereoscopica simile
a un adulto. Visione stereoscopica: senso della terza dimensione spaziale. Lo strabismo richiede di essere
operato prima dei 2 anni. Migliora con l’età, più sensibile ai segnali. Ha valore di sopravvivenza. Abilità di
precipizio visivo. Intorno ai 3 mesi i bb iniziano a cogliere la costanza di forma, verso i 4-5 mesi quella di
grandezza. A 6 mesi i bambini possiedono la percezione di profondità, manifestando paura (Gibson e Walt,
attraverso la condizione sperimentale del “precipizio visivo”).

UDITO
L’udito è il senso più maturo alla nascita. In effetti, alcuni suoni attivano riflessi anche senza una cosciente
percezione. Il feto probabilmente ha sentito questi suoni nel grembo materno durante l’ultimo trimestre.
Suoni improvvisi fanno piangere i bambini, alcuni suoni ritmici, come un battito cardiaco/ninna nanna
facilitano il sonno. I neonati nei primi giorni di vita, girano la testa verso la fonte del suono e possono
distinguere le voci, il linguaggio e il ritmo.

I neonati e la “localizzazione uditiva”:

o Ben sviluppata al primo mese, declina verso il terzo


o Localizzazione controllata dal cervello
o Abilità di percezione dei suoni in avvicinamento può avere valore di sopravvivenza
o Bambini più sensibili alle voci e ai toni umani può essere una preferenza innata che facilita il
legame affettivo
o Disfunzioni uditive diagnosticate spesso durante il periodo critico per l’acquisizione del linguaggio

OLFATTO
I neonati possono mostrare un’espressione positiva del viso se esposti a profumi considerati piacevoli
anche dagli adulti e negativa verso odori considerati spiacevoli o nocivi. Neonato si gira in direzione di uno
stimolo che è:

 Imbevuto del proprio liquido amniotico


 Imbevuto di latte della propria madre o ne abbia il suo profumo (Porter)

GUSTO
I neonati hanno anche un senso molto sviluppato del gusto. Essi possono differenziare gusti salati, acidi,
amari e dolci (Rosenstein). I neonati reagiscono come se percepissero in modo diverso i quattro gusti base
dolce, acido, salato e amaro differenti espressioni facciali, attraverso intensità suzione e deglutizione della
soluzione che sentono in bocca.
Il gusto e l’olfatto sono probabilmente necessari alla sopravvivenza fin dall’inizio della vita, tant’è che
maturano presto per diminuire con l’età.

TATTO
Il senso del tatto si attiva molto prima della nascita; I neonati sono molto reattivi al contatto es. carezze,
dolore. Il sistema nervoso del bambino è in grado di provare dolore. I recettori della pelle per il dolore sono
altrettanto abbondanti nei bambini così come sono negli adulti.

SVILUPPO MOTORIO
● APPROCCIO MATURAZIONISTA: maturazione delle strutture muscolari e cerebrali che controllano
l’attività motoria, maturazione dettata dal patrimonio genetico. Strutture corticali inibiscono le
strutture sottocorticali (es. Esaurimento dei riflessi di stepping) e consentono la progressiva
coordinazione dei gruppi muscolari che mantengono al postura eretta e la marcia
● TEORIA DEI SISTEMI DINAMICI: esito di coordinazione tra più sistemi dinamici: il SN, le
caratteristiche biomeccaniche del corpo, ambiente. L ’ andatura eretta è impedita nei primi mesi di
vita da vincoli fisici (es. peso della testa, posizione del baricentro). Nel primo anno di vita
cambiano le proporzioni del corpo: ora ha raggiunto l’equilibrio per camminare + incremento
massa muscolare degli arti (i primi mesi non si sorreggerebbe, ecco perché scompare lo
stepping).

Riflessi: comportamenti più o meno complessi prodotti in modo automatico in risposta a specifici stimoli.
Alcuni riflessi permangono per tutta la vita (es. Riflesso pupillare, sbadiglio). I riflessi neonatali sono
destinati a scomparire nei primi mesi mano a mano che vengono sostituiti con azioni volontarie. La
presenza e la qualità dei riflessi e la loro scomparsa al momento opportuno rappresentano importanti
indicatori della salute del bambino!

Oggi con le teorie più recenti alcuni riflessi sono considerati invece comportamenti acquisiti tramite
processi di apprendimento durante la vita fetale. I riflessi primitivi sono importanti per Protezione,
Nutrizione (Suzione), Sopravvivenza (Riflesso tonico del labirinto). Possono aiutare a determinare il livello
della maturazione neurologica. Riflessi sono età specifici nei bb sani es. Riflesso di Moro se assente o
asimmetrico può indicare un danno cerebrale o Riflesso tonico simmetrico del collo può indicare una
paralisi cerebrale o altri problemi neurologici.

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE MOTORIE GLOBALI o ABILITA’ GROSSOMOTORIE


POSTURA: Un processo dinamico legato alle informazioni sensoriali provenienti dai: segnali propriocettivi
della pelle, delle articolazioni e dei muscoli che ci dicono dove siamo e rispetto allo spazio; dagli organi
vestibolari dell’orecchio interno che regolano il senso dell’equilibrio; dalla vista e dall’udito.

Imparare a CAMMINARE: per camminare dritto il bb deve poter sostenersi su una sola gamba, mentre
l’altra viene spinta in avanti e deve anche spostare il peso da una gamba all’altra.

Lo sviluppo nel 2’ ANNO= Aumentano le abilità motorie e l’esercizio fisico. Entro i 13/18 mesi, i bambini
riescono a tirare un giocattolo attaccato ad un filo e ad usare le loro mani e gambe per salire dei gradini.
Entro i 18/24 mesi riescono a camminare velocemente o correre goffamente lungo piccole distanze,
rimanere in equilibrio sui loro piedi da una posizione rannicchiata mentre giocano con degli oggetti sul
pavimento, camminare all’indietro senza perdere l’equilibrio, calciare un pallone stando in piedi senza
cadere.

INFANZIA= A 3 anni i bambini compiono semplici movimenti come saltare, saltare su una gamba, correre
avanti e indietro. A 4 anni i bambini diventano più avventurosi. Si arrampicano su piccoli percorsi ad
ostacoli, riescono a salire le scale con un piede solo per gradino già da tempo e iniziano a mettere in atto la
stessa tecnica nello scendere le scale. A 5 anni corrono veloci e piace loro gareggiare con altri bambini e con
i loro genitori.

VARIABILITA’ INDIVIDUALE: Non tutti i bb gattonano; non tutti lo fanno nello stesso modo e nello stesso
mese.

Modello prossimo distale= controllo dei movimenti fini.

PRENSIONE: atto di afferra mento al 4 mese di vita

▪ Reaching precoce alla nascita: movimenti di coordinazione visuomotoria di preavvicinamento del


braccio e della mano
▪ Reaching: sequenza di movimenti di raggiungimento, avvicinamento del braccio e della mano
all’oggetto (3-4 mesi)
▪ Grasping’: coordinare modulare i movimenti della mano e delle dita in relazione alle caratteristiche
dell’oggetto permettendo una prensione riuscita oggetto (9 mesi).

Attività visuomanipolatoria:

❖ Grattare: esplorare la superficie di un oggetto con i polpastrelli


❖ Schiacciare/pressare: esercitare con le dita o con il palmo pressione su ogg.
❖ Ruotare un ogg.
❖ Trasferire un ogg da una mano all’altra

SVILUPPO COGNITIVO
COGNIZIONE: attività mentale attraverso la quale gli esseri umani acquisiscono, elaborano, ricordano le
conoscenze; comprende diversi processi tra cui: percezione, attenzione, apprendimento, memoria, e
ragionamento.

Jean Piaget (1896-1980)


La prima persona che ha studiato lo sviluppo cognitivo scientificamente e sistematicamente. Ha prodotto
la teoria dello sviluppo cognitivo che più ha avuto influenza. Conoscenza: attività mentale umana.
Piaget agevola Binet nella creazione del primo test del QI; nota errori comuni nei diversi gruppi di età; Nota
differenze sistematiche tra I bambini più piccoli e più grandi; Diventa popolare nei paesi anglofoni negli anni
60.

Il bambino è parte attiva nella ricerca della conoscenza= Teoria costruttivista: I bambini costruiscono le
proprie conoscenze; provano ad adattare le nuove informazioni alla luce di ciò che già sanno. Cambiamenti
sistematici nel pensiero infantile avvengono a età indicative.

IL METODO CLINICO-CRITICO DI PIAGET

Piaget ha utilizzato l’osservazione per lo studio dell’intelligenza sui suoi 3 bambini: Lucien ne, Laurent e
Jacqueline. L’osservazione piagetiana viene definita quasi sperimentale: integrazione di osservazione,
colloquio clinico, e quasi esperimenti. Si tratta di una osservazione guidata da un corpus molto strutturato
di ipotesi. Inoltre nel tentativo di verificare alcune ipotesi, Piaget controlla o manipola alcune variabili.
Inoltre è sistematica e continua e permette di studiare la genesi e lo sviluppo di alcuni comportamenti.

◼IMPORTANZA DELLE IPOTESI CHE GUIDANO LE OSSERVAZIONI.

◼SISTEMATICITA’ DELL’OSSERVAZIONECHE PERMETTE A PIAGET COME NELLA SITUAZIONE SPERIMENTALE


VIA, VIA DI VALUTARE LA PRESENZA O MENO DELL’ABILITA’ IN OGGETTO. Costruzione di situazioni critiche.

La conoscenza del mondo si organizza in strutture cognitive di complessità crescente che la organizzano =
SCHEMI, ossia azioni o rappresentazioni mentali che organizzano la conoscenza Lo sviluppo cognitivo
comporta dei processi di progressiva modifica delle proprie strutture mentali (SCHEMI) in base alle richieste
ambientali. Ciò avviene attraverso i processi di assimilazione e accomodamento.

⮚ ASSIMILAZIONE Incorpora esistenti i nei dati propri schemi nuovi dell’esperienza trasformandoli in
un’azione motoria o mentale in modo che compatibile con la sia nostra struttura. Conservazione.
Incorpora nuove esperienze in strutture e comportamenti mentali esistenti.
⮚ ACCOMODAMENTO Modifica i propri schemi per adattarli ai nuovi dati per rendere possibile
l’assimilazione. Novità. Si verifica quando le teorie di un bambino vengono modificate sulla base
dell’esperienza Il bambino dovrà rivedere la sua precedente teoria per includere questo nuovo tipo
di oggetto.

ADATTAMENTO DELL’ORGANISMO ALL’AMBIENTE= EQUILIBRIO: Equilibrazione è la tendenza verso un


equilibrio sempre maggiore tra assimilazione e accomodamento in cui ciascun meccanismo non prevale
sull’altro in modo che riusciamo simultaneamente a ricondurre il nuovo ai nostri schemi e arricchire i nostri
schemi con le novità.

LA VISIONE STADIALE
Gli stadi di Piaget

o Costruiti attraverso l’esperienza;


o Ogni stadio è qualitativamente diverso
o Non tutti raggiungono gli stadi alla stessa età
o Tutti attraversano gli stadi nello ordine stesso
o I primi stadi sono le basi di quelli successivi
o Lo sviluppo intellettuale avviene in quattro stadi

STADIO SENSO MOTORIO (0-2 anni)


Il bambino “comprende” il mondo in base a ciò che può fare con gli oggetti e con le informazioni sensoriali.
STRUTTURA COGNITIVA: SCHEMA D’AZIONE. Critica allo stadio sensomotorio come stadio pre-cognitivo.

◼ 18-24 mesi= SCHEMA D’AZIONE: L’azione è il primo strumento per la formazione della conoscenza. Il
bambino interagisce con l’ambiente soltanto attraverso percezioni ed azioni motorie, in quanto non è
ancora capace di evocare mentalmente oggetti ed eventi. Le sue azioni sono guidate da schemi
sensomotori, una sorta di piani di azione che collegano percezioni e movimenti. Non vi è una
rappresentazione mentale interna degli oggetti.

I 6 sottostadi

1. 0-1 mese: esercizio dei riflessi applicati a nuovi oggetti


2. 1-4 mesi: reazioni circolari primarie, prime abitudini, azioni centrate sul proprio corpo.
3. 4-8 mesi: reazioni circolari secondarie, azione sugli oggetti esterni e sull’ambiente; «scoperte»
reiterate; integrazione visione prensione
4. 8-12 mesi: schemi di azioni intelligenti, mezzi fini: sequenza di azioni per raggiungere uno scopo,
tentativi di assimilazione dell’oggetto a schemi posseduti per conoscerlo.
5. 12-18 mesi: reazioni circolari terziarie, azioni complesse sugli oggetti eventi, prove ed errori,
variazioni per sperimentare e comprendere meglio gli eventi
6. 18-24 mesi: rappresentazione mentale, rappresentazione mentale della realtà, permanenza
dell’oggetto, imitazione differita, gioco simbolico, pianificazione azioni in base a realtà
immaginate…

Funzione Simbolica Generale


Durante lo stadio sensomotorio un ampio Range di abilità cognitive si sviluppa, tra cui: permanenza
dell’oggetto, imitazione differita e gioco rappresentativo. Tali abilità sono connesse con l’emergere della
funzione simbolica generale che è la capacità di rappresentare il mondo mentalmente.

I. Stadio, esercizio e consolidamento degli schemi riflessi (0-1 mese): il bambino dispone di una
motricità attivata da un repertorio di schemi innati (riflessi) che nel primo mese si modificano per
essere per lo più consolidati tramite l’esercizio.
II. Stadio delle reazioni circolazioni primarie (24 mesi) → tendenza a ripetere, innata, che consolida le
sequenze dei gesti attraverso modifiche successive. I riflessi vengono volontariamente ripetuti
perché hanno valore di rinforzo per il bambino. Nascono gli schemi d’azione (schemi sensomotori):
primo esempio di struttura astratta. I neonati producono casualmente un evento e quindi poi
provano a ricrearlo. Ad esempio: gira il capo per guardare nella direzione da cui proviene il suono.
Assimilazione e coordinamento di riflessi.
III. Stadio delle reazioni circolari secondarie (4 8 mesi): ripete quei comportamenti che ha scoperto
utili a produrre “spettacoli interessanti». Le azioni vengono ripetute in virtù delle conseguenze che
hanno sul mondo. Si tratta di adattamenti appresi agli eventi ambientali, rinforzati dalle
conseguenze esterne che producono. Si è instaurata una relazione contingente tra il
comportamento del bambino e gli eventi ambientali.
IV. Stadio (8-12 mesi): inizia a delinearsi la distinzione mezzi-fini. Il bambino comincia a coordinare due
schemi in sequenza, nella quale il primo costituisce il presupposto per l’attivazione del secondo (es.
Puntare il dito verso il biberon per farselo dare. Compare la sistematicità e l’intenzionalità
nell’esplorazione. Gli schemi vengono generalizzati a nuove situazioni e schemi diversi vengono
combinati in sequenza. I bambini pensano a un obiettivo e capiscono come raggiungerlo. Modalità
molto più sofisticata di pensare: i bambini diventano più intenzionali nel rispondere alle persone.
V. Reazioni circolari terziarie (12-18 mesi): variazione sistematica degli schemi in vista di un effetto
desiderato che porta a costruire nuovi schemi, attraverso la sperimentazione attiva e di conoscere
meglio le proprietà degli oggetti. I bambini esplorano una vasta gamma di attività. Essi assumono il
ruolo del "piccolo scienziato", che sperimenta per vedere.
VI. 18-24 mesi: compare la funzione simbolica, intesa come la capacità di rappresentare mediante
simboli (immagini, nomi, pensieri) qualcosa che non è presente e usarli come mezzi per
raggiungere un fine. L bb si inventa mezzi per risolvere il problema ma non più tramite tentativi, ma
anche al primo tentativo → il bambino combina vari schemi nella mente ancora prima di eseguire
l’azione e pensa alle conseguenze. L’AZIONE VIENE PENSATA.
-IMITAZIONE DIFFERITA: ripetere le azioni di un’altra persona a distanza di tempo e in un altro
contesto
-GIOCO DI FINZIONE: far finta di mangiare
Da un gioco di esercizio → ai rituali → ai giochi simbolici, che domineranno tutta l’età prescolare,
integrandosi nelle attività sociali del bambino sotto forma di giochi socio- drammatici in cui ogni
partecipante recita un ruolo. Dall’ imitazione in presenza del modello ad una imitazione differita in
assenza del modello.

Gioco bubusettete collegato alla permanenza dell’oggetto

Gli oggetti hanno una continuità nel tempo e nello spazio, quindi se spostati restano dove sono stati
collocati Inizialmente quando un oggetto scompare dalla vista, il bambino perde rapidamente interesse. Dal
primo al quarto mese, alla scomparsa dell’oggetto guarda con più intensità nella direzione in cui è
scomparso l’oggetto, con attesa. Tra i 4 e gli 8 mesi circa comincia la ricerca attiva dell’oggetto parzialmente
nascosto. Prima degli 8 mesi: non comprende che la comparsa e la scomparsa di un oggetto riflettono i
movimenti di uno stesso oggetto;

Tra gli 8 e i 12 mesi Il bambino ricerca l’oggetto anche quando è completamente nascosto, in assenza di
indici percettivi che segnalino la sua presenza. Non sa cercare l’oggetto se questo viene nascosto in un
nuovo nascondiglio. Errori A non B: il bambino continua a cercare l’oggetto nel luogo dove lo aveva
ritrovato in precedenza anche quando l’oggetto è stato nascosto nel nuovo nascondiglio davanti ai suoi
occhi.

A partire dai 12 mesi: Il bambino ricerca l’oggetto anche quando è sottoposto a spostamenti non visibili. Il
bambino usa l’evidenza percettiva per inferire e rappresentare spostamenti non visibili. Concetto di
permanenza dell’oggetto: a partire dai 12 mesi il bambino riesce a rappresentarsi l'oggetto. L’oggetto è una
entità indipendente dal contatto percettivo che il bambino ha con esso e indipendentemente dalle azioni
che il bambino compie su di esso. Non compie più l’errore a non B.

Critiche

-Memoria

-Inibizione risposta automatica

-Il paradigma della violazione dell’aspettativa di Ballarono: bambini già dai sorpresa 4 mesi manifestano di
fronte alla reazioni di magica sparizione/riapparizione di un oggetto aspettative relative agli eventi nei, quali
scompare momentaneamente alla o generano un oggetto vista. I bambini dell’età di 3 mesi e mezzo si
mostrano consapevoli della permanenza dell’oggetto.

-Piaget non spiega tutto.

STADIO PRE OPERATORIO (2-7)


Si rappresenta mentalmente gli oggetti e può usare i simboli (le parole e le immagini mentali). STRUTTURA
COGNITIVA: SCHEMA MENTALE. O età prescolare. Il bambino è in grado di utilizzare i SIMBOLI →
imitazione differita, gioco simbolico, linguaggio (schemi verbali per rappresentare la realtà). Le azioni
mentali non sono ancora sistematiche e coordinate fra loro, viene considerato un solo aspetto alla volta
del compito, non ci sono ancora le operazioni mentali (azioni interiorizzate). Problemi per le operazioni:

Egocentrismo: Percepire e pensare il mondo solo con la propria prospettiva →esperimento delle tre
montagne. Incapacità di decentrarsi dalla propria visione. Si chiede al bambino di scegliere una serie di
fotografie del panorama da quella che corrisponde a una prospettiva diversa dalla propria. Fino a 8 anni i
bambini non sono capaci di immaginare quale potrebbe essere la prospettiva.

Animismo: caratteristica del periodo preoperatorio che consiste nel credere che oggetti inanimati abbiano
qualità legate all’essere vivi e siano capaci di compiere azioni.

Rigidità Ragionamento prelogico

Finalismo: è il principio secondo il quale si crede che tutti i fenomeni abbiano uno scopo orientato a
garantire all’uomo le condizioni di una vita serena.

Artificialismo: è la tendenza a credere che le cose siano state costruite dall’uomo o da un’attività divina, che
opera secondo le regole della costruzione umana.

Pensiero infantile: Focus su fine piuttosto che su mezzo e uso del centramento (pensiero unidimensionale).
Studi tra diverse culture mostrano variazione considerevole. Collegamento tra pratiche culturali e sviluppo
delle abilità cognitive.

STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (7-12)


Compare il pensiero logico e la capacità di compiere operazioni mentali (classificazione, seriazione, ecc.).
STRUTTURA COGNITIVA: OPERAZIONI INTELLETTUALI. O età scolare. Pensiero infantile diventa più flessibile;
Maggiore comprensione della reversibilità; Pensiero legato alla realtà concreta; Capacità di classificazione
inizia in prima infanzia, aumenta durante questa fase; Studi interculturali hanno dimostrato l’importanza
della cultura di appartenenza.

Compare la capacità di conservazione; la capacità di includere in classi (classificazione): Classe: un insieme


di oggetti che condividono una proprietà comune e che sono legati ad altre classi da rapporti di
classificazione gerarchica (classe includente vs classe inclusa); la capacità di seriazione: se A<B, allora B>A
Serie: un insieme di oggetti che condividono una proprietà comune, ma ciascun elemento in misura diversa
(Preoperatorio: ordinano 2 per volta. Fine Preoperatorio: per tentativi. Operatorio concreto: in modo
corretto) Nasce il PENSIERO LOGICO poiché ora diversi punti di vista possono essere coordinati tra loro.

Critiche: Il successo nelle prove di classificazione e seriazione dipendono da molti fattori (materiale usato e
compito proposto) → l’acquisizione delle abilità logiche è solo un’acquisizione tra le altre e non
fondamentale per spiegare le altre successive.

L’idea di uno stadio delle operazioni concrete è stato progressivamente superato da altri studi che, pur
considerandolo importante per sviluppo cognitivo in età scolare, affermano che è solo un’acquisizione fra le
altre, e non un’acquisizione più fondamentale che spiega le altre. Il successo dei bambini nella
classificazione non è indice di abilità logica.

STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI (12- adulti)


È capace di organizzare le conoscenze in modo sistematico e pensa in termini ipotetico-deduttivi.
STRUTTURA COGNITIVA: OPERAZIONI INTELLETTUALI FORMALI. O adolescenza. I cambiamenti maggiori
avvengono nella flessibilità di pensiero, nella verifica delle ipotesi mentali e nell’abilità di trovare soluzioni
alternative ai problemi; Non tutto il pensiero è limitato alla realtà; Non in tutte le culture e non tutte le
persone raggiungono lo stadio delle operazioni formali; lo stadio è fortemente legato alle esperienze sociali
e culturali.

I concetti piagetiani:

– La permanenza dell’oggetto ha implicazioni per lo sviluppo del riconoscimento del sé

– La distinzione di sé dagli altri è fondamentale per lo sviluppo della cognizione sociale

– Minor egocentrismo permette assunzione dei ruoli

– Lo spostamento dall’egocentrismo può migliorare le abilità comunicative e l’empatia.

Piaget potrebbe avere sottostimato: Le tempistiche e l’inizio delle abilità cognitive (I cambiamenti
potrebbero non avvenire in stadi ordinati); Le abilità dei bambini più grandi; L’influenza della cultura e delle
esperienze sociali; Il contributo delle emozioni allo sviluppo; Lo sviluppo cognitivo può essere accelerato
attraverso una formazione e un intervento attivo.

Valutazione complessiva= Lo sviluppo cognitivo potrebbe non avvenire in fasi “a gradini”. Nel complesso, la
teoria di Piaget funziona bene nelle aree dell’educazione e del sostegno. Il lavoro di Piaget ha avuto grande
impatto sugli studi dello sviluppo delle abilità cognitive del bambino.

LA TEORIA SOCIOCULTURALE DELLO SVILUPPO COGNITIVO DI VYGOTSKIJ


Focus sull’influenza dei processi sociali e culturali che stimolano lo sviluppo cognitivo. Lo sviluppo cognitivo
è in gran parte il risultato di interazioni ed esperienze, a partire da una serie di capacità innate (attenzione,
memoria,). I mediatori sono strumenti psicologici fondamentali per la riuscita dell’apprendimento e della
conoscenza =linguaggio, arte, matematica; Il bambino impara a usarne molti tipi; sviluppa competenza.

Sviluppo cognitivo: transizione tra

– Funzioni mentali elementari, con cui il bb nasce (attenzione, percezione, memoria)

– Funzioni mentali superiori (attenzione volontaria, problem solving)

La zona di sviluppo prossimale (ZPD): Definita anche area di sviluppo potenziale o prossimo(ZPD), è il
termine usato da Vygotskij per riferirsi alla differenza tra il livello di sviluppo effettivo di un individuo,
manifestato quando risolve un compito da solo, e il suo livello di sviluppo potenziale, che si potrebbe
esprimere se il compito fosse risolto con le indicazioni ed i suggerimenti di un adulto o di un pari più
competente.

Zona di sviluppo prossimale (ZPD): differenza tra livello di sviluppo attuale e potenziale, dove il potenziale è
definito dalla sua capacità di risoluzione con scaffolding…
⮚ Ciò che è già noto; non insegnare di nuovo, troppo noioso
⮚ Ciò che il bambino può capire con una guida appropriata; da insegnare: emozionante, stimolante
⮚ Ciò che non è ancora pronto o in grado di imparare; non insegnare, troppo difficile

L’abilità di apprendere aumenta con la maturità biologica e la crescita esperienziale. La zona circonda
sempre ogni livello di maturità e sviluppo.

Scaffolding Significa graduare il livello di supporto, modulandolo sul bambino e fa riferimento al fatto che
nelle interazioni sociali le differenze fra i partecipanti si risolvono in un’azione reciproca, tale per cui uno
dei due agisce “come può e come sa fare” mentre l’altro fa “tutto il resto”. Il tipo ed il grado di supporto
(scaffold) dipendono dal compito e dal bambino. Dialogo, un importante strumento di scaffolding. Le
strategie di scaffolding possono essere le più diverse.

Strategie di insegnamento

✔ Valutazione della zona di sviluppo prossimale del bambino.


✔ Utilizzo della zona di sviluppo prossimale del bambino nell’insegnamento.
✔ Uso di compagni di classe più abili come insegnanti.
✔ Monitoraggio ed incoraggiamento all’uso del linguaggio interiore negli allievi.
✔ Localizzazione delle istruzioni in contesti significativi.
✔ Trasformazione dell’aula secondo le idee di Vygotskij.

La sua teoria ha portato modifiche alla psicologia

o Istruzione reciproca (metodo di tutoraggio)


o Community of learners: le attività congiunte promuovono l’apprendimento e i rapporti, insegnante
è guida e i pari apprendono l’uno dall’altro
o Partecipazione guidata: sostegno “direzionato” =apprendimento avviene quando i bb partecipano
alle attività della propria comunità e vengono guidati dai compagni più esperti.

Il ruolo del linguaggio: è un prodotto culturale che media il funzionamento cognitivo (pensiero,
comunicazione) ed ha un ruolo centrale nell’approccio di in Vygotskij

 Discorso autodiretto: “private speech”


 Discorso interiore: discorso silenzioso e interiore

Influisce sull’educazione elementare.

La teoria di Vygotskij ha creato maggiore consapevolezza

❖ Importanza dei contesti sociali immediati


❖ Nuovi modi di valutare il potenziale cognitivo
❖ Importanza della cultura e delle tradizioni etniche
❖ Importanza del ruolo svolto dagli “strumenti” del pensiero

TEORIA DELLA MENTE (theory of mind): si riferisce alla consapevolezza dei propri processi mentali e di
quelli degli altri. Insieme complesso di competenze che permette di attribuire stati interni quali credenze,
emozioni, desideri, intenzioni, pensieri o conoscenze, a se stessi e agli altri, sulla base dei quali è possibile
interpretare e prevedere il comportamento proprio e altrui. Il “compito della falsa credenza”, verifica la
capacità di teoria della mente dei bambini.

Problemi con il test delle false credenze (FBT)

-Potrebbe esserci una differenza tra le informazioni fittizie e le conoscenze.


-La maggioranza dei ricercatori concorda che la teoria della mente si manifesta prima di quanto suggerisca
l’FBT.

LO SVILUPPO EMOTIVO E LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO


IL PRIMO SVILUPPO EMOTIVO
Le emozioni sono reazioni soggettive all’ambiente, percepite solitamente a livello cognitivo (appraisal)
come positive o negative. In genere hanno forma di stimolazione fisiologica (arousal) e sono comunicate
agli altri attraverso il comportamento (deliberato o volontario).
Funzioni delle emozioni
• Comunicano sentimenti, interazioni sociali
•Influiscono sulla salute fisica e mentale (studi di Gottman)
•Aiutano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva
Come è stato documentato da Goleman nel suo libro “intelligenza emotiva” essere capaci di muoversi nel
mondo emotivo è cruciale per la vita quotidiana.

Le prospettive dello sviluppo emotivo

- Prospettiva genetico-maturazionista= Le emozioni hanno basi biologiche e le differenze individuali


giocano un ruolo centrale nel temperamento (reazioni a stimoli e saperle controllare). Studi
condotti sui gemelli mostrano una somiglianza reciproca nelle reazioni. 
- Prospettiva dell’apprendimento= Le espressioni emotive (modo, età di inizio, frequenza ed
intensità) del singolo risultano dalle esperienze individuali. Le esperienze suscitano e rinforzano le
risposte (es. ambiente familiare, genitore in caso di sorriso devono manifestare entusiasmo)
- Prospettiva funzionalista (Saarni, 2006) = Le emozioni sono funzionali a raggiungere gli obiettivi e
adattarsi all’ambiente; Enfatizza i ruoli delle emozioni nelle relazioni sociali. Le espressioni emotive
(segnali sociali) guidano i comportamenti.
Esempio, la paura ha un compito importantissimo e potremmo dire “preventivo”: dispone
l’organismo a reagire prontamente per evitare che il possibile pericolo si concretizzi, la minaccia si
realizzi ed uno scopo importante sia compromesso.
La paura è dunque una sorta di sentinella: non appena percepisce o ipotizza un pericolo attiva tutto
l’organismo a reagire → risposta combatti o fuggi.

Lo sviluppo della competenza emotiva


I bambini possiedono un’ampia gamma di emozioni fin da età molto precoce
•I neonati hanno emozioni specifiche
• Compaiono le espressioni facciali

Due tipi di emozioni:


o Emozioni primarie (gioia, paura, disgusto, interesse, tristezza, sorpresa) = Emergono nelle prime fasi
di vita: non richiedono introspezione o autoriflessione
o Emozioni secondarie (orgoglio, colpa, gelosia, imbarazzo, vergogna) = Emergono più tardi nello
sviluppo: emozioni autoconsapevoli o self-conscious
Sviluppo emotivo influenzato da Genetica, Ambiente, Esperienze
I neonati riescono ad esprimere le emozioni di base: rabbia, paura, felicità, tristezza, disgusto.
Un esempio di precocità espressiva: il sorriso
• La risposta del sorriso (Stern, 1985): alla nascita segnale riflesso di cicli neurofisiologici di eccitazione o
rilassamento -> risposta di carattere endogeno (sorriso endogeno o riflesso), spontaneo legato a stimolo
interno
• 2 mesi (3-8 settimane): diventa esogena, cioè provocata da stimoli quali volto dell’altro, tono della voce e
lo sguardo; sorridono in maniera selettiva per far capire che segna un piacere (sorriso esogeno)
• 3 mesi: il bb sorride per raggiungere uno scopo (es. avvicinare la madre)
• 4 mese: viene espresso in modo coordinato e articolato rispetto ad altre espressioni come il tono della
voce. (Sorriso sociale)

PERIODO NEONATALE (1-3 MESI)


 Regolazione del ritmo corporeo: sonno, alimentazione e bisogni corporali= strategie da
caratteristiche della madre, dalla qualità di interazione precoce (0-3 mesi) tra bambino e madre.
 Regolazione dell’arousal emotivo: regolazione gestita dalla madre, sulla base dei tratti
temperamentali del bambino. Primi tentativi di gestione del disagio, strategie autoregolatorie (es
distogliere lo sguardo) o etero-regolatorie (es pianto di richiamo).
 Primi orientamenti di natura interattiva: preferisce le interazioni faccia a faccia. Discriminazioni
delle emozioni di base. Ricerca del volto umano. Sintonizzazione emotiva. Comunicazione
contingente. Processo attraverso cui io riconosco e mi sintonizzo con il tuo stato rispondendo.
Forma di comunicazione precoce.

La relazione diadica con la madre: fonte di alimentazione della vita emotiva del bambino
Lo scambio diretto e non verbale dei segnali emotivi tra madre e bambino dà significato alle sue emozioni.

Cosa impara il bb all’interno di questa esperienza?


- Il significato delle emozioni= scambi fondamentali, il bambino fa esperienza delle emozioni, ne riconosce
le reazioni dell'altro e di se stesso
- Il ritmo della comunicazione (alternanza dei turni) armonico e sincronizzato
- Il dolore della trascuratezza o del non incontro da una mancanza di sincronizzazione
- ….le prime forme di regolazione emotiva → capacità di modulare e gestire l’intensità dell’arousal o
attivazione emotiva.
Esperimento still face

INTERAZIONE SOCIALE
-2-6 mesi= vera e propria compartecipazione affettiva; reciprocità; primo senso di sé.

-7-9 mesi= INTERSOGGETIVITA’ SECONDARIA: coordinamento tra il focus dell’attenzione dell’adulto e del bb
per organizzare i propri stati interni; maggior scambio emotivo, attenzione condivisa nel gioco; Riferimento
sociale = ricerca attiva del commento affettivo dell’adulto per organizzare il comportamento in situazione di
incertezza; paura dell’estraneo;

-9-12 mesi = condivisione degli stati affettivi; regolazione emotiva; comprensione degli stati interni;
intenzioni dell’adulto e della comunicazione intenzionale; primo attaccamento.

-12-24 mesi= consolidamento del legame di attaccamento;

SVILUPPO EMOZIONI PRIMARIE


negative: la paura specialmente dell’estraneo e dell’ignoto. Viene studiato da sroufe che la suddivide in fasi
•Diffidenza si sviluppa a circa 3 mesi: reagiscono con turbamento a un evento che non possono
comprendere
•Eventi ignoti causano turbamento in molti 
• Vera paura di fronte a estranei a 7-9 mesi, le reazioni variano in base alle esperienze precedenti ed è una
reazione negativa immediata a un evento che ha un significato specifico per il bambino
•Riferimento sociale: leggere i segnali emotivi degli altri per decidere come agire in situazioni di incertezza

La paura dell’estraneo è una forma di angoscia che si manifesta intorno ai 9 mesi in reazioni alla presenza di
estranei.
La paura è una delle prime emozioni negative
– La paura dell’estraneo emerge come la diffidenza a 3 mesi, la paura vera intorno ai 9 mesi
– Con la crescita, i bambini mostrano maggiore timore e discriminazione verso l’ignoto: percettivamente
non hanno esperienza
– Timore dell’estraneo non sembra essere universale, le reazioni dei bambini variano tra alcune culture. Le
differenze individuali potrebbero essere legate al temperamento.
Grafico paura dell’estraneo: a 8 mesi la metà dei bimbi studiati mostrava turbamento alla comparsa di
estranei e, entro un mese o due, questa reazione era chiaramente dominante. 
Le caratteristiche dell’estraneo condizionano le reazioni emotive dei bambini. 
Protesta da separazione – paura apparentemente universale, ma soprattutto nei bambini occidentali verso i
15 mesi. A volte l’ansia da separazione riappare in altre forme in età più avanzate. =Reazione di turbamento
infantile alla separazione dalla madre.
Grafico protesta: sebbene i bambini di 4 culture diverse (Africa, Guatemala, Indiani, Israeliani) abbiano
reagito in maniera considerevolmente diversa nell’intensità della propria protesta per il distacco dalle
madri, tutti tendevano a raggiungere un picco di stress circa alla stessa età, tra i 13 e i 15 mesi.

SVILUPPO DELLE EMOZIONI SECONDARIE


Orgoglio, vergogna, colpa e gelosia sono emozioni complesse. Vengono chiamate anche autoconsapevoli =
basate sull’autoconsapevolezza; Iniziano a manifestarsi intorno alla metà del 2°anno e si definiscono in
situazioni sociali.
Senso di colpa si sviluppa dopo vergogna e orgoglio perché ha a che fare con l’interiorizzazione della norma
e senso di responsabilità.
La gelosia si manifesta già ad 1 anno di età: è un’emozione sociale che avviene tra persone che hanno
relazioni sociali consolidate e importanti. Il modo in cui i bambini esprimono la gelosia cambia nel corso
dello sviluppo. 

LE DIFFERENZE INDIVIDUALI NELLE EMOZIONI: IL RUOLO DEL TEMPERAMENTO


 Attività: fa riferimento all’attività motoria del bambino
 Ritmicità: alcuni bambini hanno sonno o fame più o meno alla stessa ora della giornata.
Altri bambini sembrano piuttosto irregolari ed imprevedibili
 Approccio/Ritirata: di fronte ad una nuova situazione sociale sorridono o si allungano per
toccare un oggetto nuovo, mentre altri piangono o si allontanano
 Adattabilità: alcuni bambini accettano senza troppo protestare cambiamenti negli orari dei
pasti, del sonno... altri invece si oppongono ai cambiamenti
 Intensità: è l’intensità delle reazioni emotive dei bambini: alcuni bambini quando sono
stanchi piagnucolano sommessamente, altri invece piangono forte e strillano
 Umore: si riferisce al tono prevalente dell’umore. Ad esempio, alcuni bambini si svegliano
sempre sorridendo, mentre altri si svegliano con urli e strepiti
 Distraibilità: ci sono bambini facili da distrarre e facilmente consolabili quando sono piccoli,
e bambini che faticano a farsi distrarre e a farsi consolare
 Persistenza: è la capacità di continuare l’attività in corso per molto tempo
 Soglia: si riferisce all’intensità della stimolazione necessaria a evocare una risposta
evidente

RICONOSCERE LE EMOZIONI NEGLI ALTRI


Le espressioni facciali comunicano sentimenti e desideri ai bambini che non comprendono ancora il
linguaggio parlato – la gioia è riconosciuta prima della rabbia (valore funzionale). Qualità e quantità delle
interazioni genitori-figli influenza l’abilità del bambino di riconoscere le emozioni. Durante l’interazione
faccia a faccia con la madre i bambini captano più emozioni positive che negative. La natura delle prime
esperienze altera l’abilità di riconoscere le emozioni.

LA REGOLAZIONE EMOTIVA E LE NORME DI MANIFESTAZIONE DELLE EMOZIONI


Imparare a regolare le espressioni emotive è difficile per bambini e neonati
– Prenatale: non intenzionale (suzione del pollice), si auto consola e per questo impara ad utilizzarla
– Regolazione deliberata (i.e. uso della distrazione)
– I metodi di controllo delle emozioni cambiano con la crescita
Con la crescita la pressione sociale richiede ai bambini maggiore autocontrollo sulle emozioni. I bambini
apprendono le norme di manifestazione emotiva (norme che dettano quali emozioni si possono
manifestare in maniera appropriata in particolari situazioni) come modo di conformarsi alle regole sociali
– Primissimi sforzi basati sull’imitazione
– Sforzi successivi includono la valutazione delle situazioni
– La cultura influenza il modo in cui si fanno queste valutazioni
– La comprensione può avvenire a partire dai 2 anni di età

Cognizione ed emozione
I bambini imparano ad associare le reazioni emotive a eventi specifici attraverso gli script emotivi
Script emotivi sempre più complessi man mano che i bambini maturano; Presa di coscienza che gli
script complessi comprendono desideri, obiettivi e le intenzioni degli altri; Presa di coscienza che è possibile
provare sentimenti in conflitto tra loro nello stesso momento.
LE INFLUENZE DELLA FAMIGLIA SULLO SVILUPPO EMOZIONALE
Le famiglie svolgono un ruolo centrale nello sviluppo emozionale dei bambini. Socializzazione delle
emozioni attraverso alcune fasi
- I bambini apprendono guardando le reazioni emozionali dei membri della famiglia (pattern)
- Il tipo di stile genitoriale e di casa è determinante nel definire cosa viene appreso
- La socializzazione è un processo bidirezionale e i temperamenti influenzano le interazioni

ATTACCAMENTO
“(. . .) For all objects and experiences, there is a quantity that has an optimum value. Above that quantity,
the variable becomes toxic. To fall below that value is to be deprived.” Bateson, Mind & Nature = “come
per tutte le esperienze, c'è una quantità che ha un ottimo valore. Al di sopra la variabile diventa tossica, al
di sotto è depravata.”
Attaccamento: sistema dinamico di comportamenti che contribuiscono alla formazione di un legame
specifico fra due persone le cui radici possono essere rintracciate nelle relazioni primarie. In psicologia dello
sviluppo, l’attaccamento è normalmente inteso come il primo legame che un infante ha con il suo caregiver
primario (o figure di accudimento).
L'attaccamento è strettamente legato allo sviluppo emozionale. Si forma nella seconda metà del primo
anno di vita. Si manifesta nella ricerca di vicinanza della fda e nella protesta per la separazione. Aumenta
l’efficacia dei genitori nella socializzazione futura dei bambini.

LE TEORIE DI ATTACCAMENTO 
O La teoria psicoanalitica: L'attaccamento è legato alla gratificazione delle pulsioni innate (madre= fonte di
gratificazione orale). Attaccamento prima verso il seno, poi verso la madre

o Teoria dell’apprendimento: Tradizionalmente: la pulsione primaria della fame è ridotta dal rinforzatore
primario (il cibo) e chi lo fornisce diventa il rinforzatore secondario
•Harlow: l'attaccamento è di conforto nelle situazioni di stress (vedi esperimento con madri surrogate)
•Oggi si ritiene che l'attaccamento non dipenda dal nutrimento del bambino ma con il concetto di
protezione pura 

O Teoria dello sviluppo cognitivo: L’attaccamento specifico si basa sulla permanenza dell’oggetto. Il bb deve
distinguere tra madre ed estraneo. La prossimità fisica alle figure di attaccamento diventa meno importante
con la crescita, perché viene sostituita con altri codici. Il contatto fisiologico è mantenuto attraverso parole,
sorrisi e sguardi.

O La teoria etologica di Bowlby: L'attaccamento infantile ha radici nelle reazioni istintive dei bambini (anche
dei genitori), importanti per la sopravvivenza e la protezione (sistema motivazionale). Si basa in parte sul
processo di imprinting degli animali. I primi sistemi infantili di segnalazione sociale (cioè sorridere e
piangere) hanno un ruolo attivo nella formazione dell'attaccamento.
La concettualizzazione di Bowlby
Paradigma fondato su assunzioni di natura biologica di stampo evoluzionistico. Inclinazione innata a
stabilire legami: propensione innata a ricercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie
quando si è vulnerabili ai pericoli ambientali.
Studi sulla separazione madre-bambino (Robertson e Bowlby, 1952). Secondo la teoria di Bowlby, la
relazione di attaccamento è finalizzata non solo al nutrimento ma anche alla sicurezza (funzione psicologica
dell’attaccamento) e alla protezione (funzione biologica dell’attaccamento) del figlio.
• SISTEMA COMPORTAMENTALE DI ATTACCAMENTO (motivazionale), sistema che motiva o regola il
comportamento del bambino; ha l’obiettivo esterno di spingerlo alla vicinanza con la figura di attaccamento
e l’obiettivo interno di indirizzarlo alla ricerca di una condizione affettivo-emotiva di sicurezza (qualità
attaccamento e emozione).
• COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO: ogni forma di comportamento che tende a ottenere o a
mantenere la vicinanza con qualche individuo differenziato e preferito.
• LEGAME, O RELAZIONE, DI ATTACCAMENTO: aspetto specifico della relazione tra adulto e bambino
connesso col mantenimento e la regolazione della sicurezza e della protezione.
LO SVILUPPO DELL’ATTACCAMENTO 
Si evolve in stadi o fasi e si sviluppa verso coloro con cui si interagisce regolarmente, come madri, fratelli e
pari. Interazione padre-figlio influenzata dalla cultura e tipo di società in cui si vive. Differenze tra madri e
padri nei modi e negli stili di gioco continuano durante la crescita del bambino (più fisici nei padri, più
verbali nelle madri).
Sistema motivazionale dell’attaccamento (sistema biologico che permette alla specie di massimizzare il
proprio successo evolutivo), che si conserva grazie a meccanismi biologici di tipo genetico e specifici sistemi
neuro comportamentali (Hofer, 1999). Sistema che determina da parte del neonato il riconoscimento,
l’orientamento e la ricerca della madre o del caregiver. Importanza delle interazioni precoci con il caregiver.
 Pre-attaccamento (0-2) = risposte sociale indiscriminate 
 Sviluppo dell’attaccamento (2-7) = riconoscimento delle persone familiari 
 Attaccamento ben sviluppato (7-24) = proteste nella fase di separazione, paura dell’estraneo,
comunicazione intenzionale 
 Relazione regolata da un fine (24-36 mesi in poi) = relazione reciproca, i bambini sono più
consapevoli dei bisogni dei genitori 
Strange situation: la valutazione del legame di attaccamento nei bambini
1. Madre e bambino vengono accompagnati nella stanza
2. La madre e il bambino vengono lasciati soli e il bambino è libero di esplorare l’ambiente
3. Entra l’estraneo, si siede, parla con la madre e si mette a giocare con il bambino
4. La madre esce dalla stanza, il bb e l’estraneo rimangono soli
5. Prima riunione. La madre ritorna e l’estraneo esce in maniera discreta. La madre consola se
necessario il bb e cerca di mettesi a sedere
6. La madre esce e il bb rimane solo
7. L’estraneo ritorna e cerca se necessario di consolare il bb, poi si siede
8. Seconda riunione. La madre ritorna e l’estraneo esce. La madre consola il bb e cerca di sedersi
Ainsworth ha identificato tre tipi di attaccamento:
• TIPO A - attaccamento insicuro-evitante: durante la separazione dalla madre, il bambino non manifesta
particolare angoscia o disagio, se non per il fatto di trovarsi da solo. Infatti in presenza dell’estraneo appare
tranquillo anche se la mamma è andata via (terzo episodio) o si calma subito quando l’estraneo rientra
(sesto episodio) dopo essere rimasto completamente solo (quinto episodio). Durante il ricongiungimento
con la madre (quarto episodio) la evita, o, comunque, non ricerca nessun contatto fisico con lei.
• TIPO B - Attaccamento sicuro: è quello in cui un bambino ha stabilito un legame affettivo molto forte con
la figura materna, la cui presenza lo rassicura nei momenti di disagio e difficoltà. Nella “Strange Situation”
quando viene lasciato dalla mamma (terzo e quinto episodio) può rimanere angosciato o tranquillo: se è
angosciato, il disagio è dovuto all’assenza della madre; se è tranquillo è perché la borsa che la madre,
seguendo le regole stabilite dalla procedura, ha lasciato sulla sedia, lo rassicura che ella si è allontanata
solamente per un breve momento. Quando si trova solo con l’estraneo si lascia da questi consolare e gioca
con tranquillità (terzo e sesto episodio), ma non appena la madre rientra mostra una spiccata preferenza
per lei e ne cerca in tutti i modi il contatto e la vicinanza.
• TIPO C - Attaccamento insicuro-resistente: cosiddetto perché il bambino presenta evidenti reazioni di
resistenza al contatto e all’interazione con la madre (quarto e settimo episodio) nei momenti di
ricongiungimento. Inoltre manifesta una serie di comportamenti ambivalenti sia con la madre che con
l’estraneo: si avvicina per cercare un contatto, ma quando lo ha raggiunto protesta; oppure cerca di attirare
l’attenzione dell’adulto, ma non appena è riuscito ad ottenerla si allontana sia fisicamente, sia distogliendo
lo sguardo. Questi bambini tendono ad essere anche più irritabili degli altri e difficilmente consolabili,
oppure eccessivamente passivi di
TIPO DI ATTACCAMENTO E PREVALENZA= A evitante 20%; B Sicuro 55-60%; C resistente 15%; D
disorganizzato 15%
La formazione del primo attaccamento non è uniforme. Molti sembrano formare attaccamenti molto sicuri
(base sicura). La valutazione si basa sulla Strange Situation e le classificazioni di Ainsworth. Gli stili
genitoriali sono legati all'attaccamento; responsività sensibile è associata ad attaccamenti sicuri, mentre il
distante e rifiutante ad attaccamenti insicuri. Le forme di genitorialità deficitarie risultano spesso in un
comportamento di approccio/evitamento nei bambini
 Nuovo metodo di valutazione: L’Attachment Q Sort (AQS)
 Il California Attachment Procedure (CAP) si concentra sul modo in cui le madri gestiscono le paure
dei bambini
 Questione dell’utilità del modello di Ainsworth

I fattori che influenzano l’attaccamento


• Il ruolo dei genitori nell'attaccamento
Influenza degli stili dei pattern di interazione genitore-figlio: responsività sensibile sembra la migliore. Gli
studi sull'attaccamento mostrano confronti interessanti tra le culture
I genitori trasmettono i modelli operativi interni dell’attaccamento (effetto intergenerazionale); gli effetti
insoddisfacenti possono essere superati.
MOI: MODELLI OPERATIVI INTERNI (Working internal model)
Attaccamento sicuro → rapporti positivi con i coetanei e con gli adulti.
Lo sviluppo dell’attaccamento concerne ciò che Bowlby ha definito come “internal working model”. Dal
secondo anno in poi, man mano che il bambino diviene capace di elaborare rappresentazione interne, si
forma anche un modello di Sé, degli altri e delle relazioni significative.
I modelli interni di lavoro sono costruiti sulla base dell’esperienza di interazione vis- a vis con particolari
figure di attaccamento e riflettono la qualità della relazione con quella figura. “Tale legame si forma e si
stabilizza nel corso della prima infanzia, manifestandosi sotto forma di ricerca, di vicinanza e di contatto
fisico con la madre, figura che viene solitamente preferita agli altri adulti”.
• La stabilità e gli esiti della qualità dell’attaccamento= Stabilità generale della qualità dell’attaccamento da
un periodo all’altro; Prove a favore riscontrate tra le diverse culture; Stabilità non preclude cambiamento.
• La qualità dell’attaccamento genitore-figlio influisce sullo sviluppo del bambino.
• Asilo e attaccamento= Stabilità dello staff: Condiziona la qualità delle relazioni tra gli educatori e i bambini
nell’asilo; Livello elevato di preparazione dello staff assicura gli attaccamenti con i bambini.
I bambini nei programmi di alta qualità hanno effetti più vantaggiosi sullo sviluppo.
La qualità dell’educazione dell’asilo sembra legata alla classe sociale delle famiglie che usufruiscono dei
servizi.

LO SVILUPPO ATIPICO
-Allontanamento dalla figura di attaccamento= nel 1946 inizia un progetto di ricerca sugli effetti di
separazione dalla madre: I coniugi Robertson studiano una bambina di 2 anni che viene messa in ospedale
senza madre. La bambina reagisce in 3 modi successivi: rabbia, pianti, urla proteste (lotta per impedire un
evento intollerabile); Chiusura in se stessa, disperazione (consapevolezza dell’irreparabilità); Sembra
assente indifferente anche alle visite dei genitori (distacco: riorganizzazione psicologica).
L'impulso che spinse Bowlby a formulare la teoria dell’attaccamento derivava dalle scoperte relative ai
pervasivi effetti patologici che si evidenziavano in bambini istituzionalizzati o ospedalizzati per lunghi
periodi in seguito alla separazione dalla famiglia ed alla discontinuità delle figure assistenziali, emersi con
sconcertante evidenza dagli studi di Spitz sulla sindrome dell’ospedalismo (1945) e sulla depressione
analitica, e da quello da lui stesso condotto in collaborazione con Robertson (Robertson e Bowlby, 1952).
-Attaccamento disorganizzato= Main, Kaplan e Cassidy (1985) hanno messo in evidenza un altro tipo di
attaccamento: TIPO D - attaccamento disorganizzato-disorientato. Il bambino che ha stabilito questo
legame manifesta comportamenti molto contraddittori e confusionari nei momenti di ricongiungimento
con la madre (quarto e settimo episodio): sembra che cerchi di raggiungerla fisicamente, ma volge lo
sguardo altrove; se viene preso in braccio da lei, guarda da un’altra parte; nei momenti di contatto con la
madre spesso manifesta una postura rigida o un’espressione impaurita (Cassibba, 1994; in Axia, 1994).
Disorganized Caregiving System
 Collasso delle strategie: mancanza di una base sicura o la base c’`e ma non `e sicura.
 Rappresentazioni contradditorie o assenza della possibilità di strutturare rappresentazioni coerenti
 Mancanza della componente più forte e più saggia della diade; abdicazione al ruolo genitoriale o
sua assenza
 Rischio di attaccamento disorganizzato o controllante accudente/punitivo nel bambino
 Attaccamento disorganizzato fattore di rischio per problemi comportamentali
Mancanza di organizzazione nella richiesta di cura e di conforto e disorientamento rispetto alle mete delle
azioni.
STRANGE SITUATION= Comportamenti contraddittori non finalizzati alla riunione con la propria FDA
(braccia tese/testa indietro- corsa incontro alla FDA/blocco improvviso).
CICLO RELAZIONALE DELL’ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
Paura che attiva il sistema dell’attaccamento+ ricerca del conforto del genitore+ il comportamento del
genitore accresce la paura (comunicazione affettiva alterata) = il bb interrompe i tentativi di approccio= il
bb non riesce ad organizzare l’attaccamento secondo le modalità sicura, evitante o resistente.
L’esperienza traumatica
1. Trauma come perdita precoce di un genitore o maltrattamento o abuso
2. Trauma relazionale →qualità della relazione con la madre spaventante. Gli stati mentali dei genitori
influenzano quelli dei figli attraverso la percezione delle emozioni in essi contenuti

CAPITOLO 7
LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE
LINGUAGGIO è un sistema di comunicazione= Parole e simboli scritti; Un processo bidirezionale; Produttivo,
complesso, infinito; Funzioni
•Influenza i comportamenti
•Evade dalla realtà con l’immaginazione
• Comunica informazioni ed emozioni

Il linguaggio si divide in quattro aree principali:


- Fonologia – sistema di suoni. Un fonema è un’unità di suono più piccola che influenza il significato. La
fonologia contiene le regole fonotattiche che governano le combinazioni dei suoni che possono o non
possono occorrere in sequenza all’interno di una parola. Ad esempio, in italiano la /t/ può combinarsi con
/r/, /s/, /l/, ma non con /v/ o /c/.
– Semantica – studio dei significati e delle combinazioni delle parole

– Grammatica – struttura del linguaggio. Un morfema è una parola o parte di una parola che non può
essere suddivisa in parti significanti più piccole.
Sintassi: Il modo in cui le parole sono combinate tra loro per ottenere frasi e sintagmi accettabili. Le regole
sintattiche variano a seconda della lingua madre di riferimento e riguardano l’ordine delle parole e le
trasformazioni delle frasi (da attiva a passiva o interrogativa).

- Pragmatica – regole per l’uso nel contesto. L’uso appropriato del linguaggio in contesti diversi. Le regole
pragmatiche (ad esempio i modi per salutare o per dire grazie) possono essere anche molto complesse e
diverse da una cultura all’altra.

La teoria dell’apprendimento= Spiegazioni dello sviluppo del linguaggio:


Meccanismi di sviluppo Dominio-specifico

•Rinforzo (B. F. Skinner) 


•Dall’imitazione, osservazione e generalizzazione alle nuove situazioni (Bandura)
Critiche: non tiene conto dell’aspetto creativo del linguaggio. Gli enunciati sono legati a segnali di tipo
ambientale, impossibili da predire
• Teoria innatista (teoria biologica): Esseri umani biologicamente predisposti all’apprendimento del
linguaggio – Dispositivo di acquisizione del linguaggio (LAD) di Chomsky. In genere, I bambini sono preparati
dalla natura a distinguere i suoni del linguaggio e a
individuare e seguire le regole del linguaggio. Acquisiscono il linguaggio in maniera rapida
GRAMMATICA UNIVERSALE (GU)= CONOSCENZA GENETICAMENTE DETERMINATA DELLE REGOLE
DELLAGRAMMATICA RISCONTRABILI IN TUTTE LE LINGUE. 
Il contatto con lo stimolo linguistico innesca la ricerca e la verifica delle regole sintattiche, di cui il bambino
ha intuizione implicita. Tale processo è reso possibile dalla maturazione del Language Acquisition Device
(LAD), dispositivo preposto alla comprensione e produzione di frasi, indipendentemente dalla specificità
delle lingue.
LAD= STRUMENTO GRAZIE AL QUALE I BAMBINI COMINCIANO A COSTRUIRE LA GRAMMATICA DELLA
PROPRIA LINGUA A PARTIRE DAL LINGUAGGIO CHE SENTONO.
Critiche:
 L’apprendimento del linguaggio è un processo graduale, difficile provare esistenza di caratteristiche
universali del linguaggio
 Esclude il ruolo dell’apprendimento e non tiene conto del rapporto tra linguaggio ed altre attività
cognitive, percettive e motorie
 Non spiega i processi linguistici all’interno del contesto reale
Ipotesi del periodo critico: Le capacità linguistiche dei bambini piccoli sembrano provare l’esistenza di un
periodo biologico critico che facilita lo sviluppo del linguaggio. 
L’insegnamento di Genie= Bambini come Genie, che subiscono abbandono, abuso e non sono esposti al
linguaggio per molti anni, raramente riescono a parlare normalmente. Alcuni esperti linguisti hanno
ipotizzato che casi simili testimoniano l’esistenza di un periodo critico per lo sviluppo del linguaggio, ma
altre questioni rendono ambigua questa ipotesi: questi soggetti potrebbero soffrire di possibili deficit
neurologici e gravi traumi emotivi.
– Fattori ambientali= Interazione con le persone: Il sostegno e il coinvolgimento di chi si prende cura dei
bambini e degli insegnanti favoriscono in gran misura l’apprendimento linguistico di un bambino. 
– La quantità di conversazione offerta dai genitori ai loro figli è proporzionale alla crescita del vocabolario
del bambino. La quantità di conversazione è legata allo status socio-economico della famiglia.
• Teoria interazionista: Ruolo attivo degli agenti socializzanti e del bambino; Interazione di biologia e
ambiente. Linguaggio basato su espressioni che trasmettono e interpretano il significato del messaggio.
Il sistema di supporto per l’acquisizione del linguaggio (LASS) di Bruner= Jerome Bruner suggerisce che il
contesto socio-culturale sia estremamente importante nella comprensione dello sviluppo linguistico del
bambino. Bruner sottolinea il ruolo dei genitori e degli insegnanti nella costruzione del sistema di supporto
per l’acquisizione del linguaggio (Language Acquisition Support System-LASS). Sebbene imparare a parlare
richieda pochi supporti, tuttavia, la presenza di supporto facilita molto il percorso di apprendimento del
linguaggio.
• Lo sviluppo della conoscenza= Format (letteralmente formato): schemi interattivi o modelli di azione in
base ai quali si svolgono le interazioni abituali fra genitore e bambino fin dai primi giorni di vita. 
La regolarità con cui avvengono gli scambi tra adulto e bambino, aiuta il bambino nell’acquisizione del
linguaggio e nello sviluppo della conoscenza. FRAME – cornici – rituali che facilitano memoria e
apprendimento.

Facilitare lo sviluppo del linguaggio nei bambini


• I giochi non verbali: Bubù-settete e battimani con filastrocche; Insegnare ai bambini alcune caratteristiche
strutturali del linguaggio, come lo scambio del turno di parola (turn taking); I genitori aiutano i bambini
piccoli ad apprendere queste abilità:
•Facendosi carico di condurre i loro primi dialoghi
•Aspettando le pause nelle risposte dei bambini, che poi saranno loro a riempire
• Il discorso semplificato: Il discorso rivolto al bambino (motherese). Caratteristiche: Frasi brevi e semplici;
Voce dal tono più alto; Articolazione più chiara; Conclusione della frase con intonazione crescente. Ha la
funzione importante di catturare l’attenzione del bambino e mantenere la comunicazione.
• Il discorso semplificato= Anche i neonati preferiscono ascoltare il discorso rivolto al bambino invece della
parlata diretta agli adulti; Anche quando dei bambini che stanno imparando l’inglese ascoltano del
cantonese, preferiscono comunque il discorso rivolto al bambino; Solitamente gli adulti sono bravi a
modificare la loro parlata in base alle necessità del bambino.
• Altre tecniche
– Espansione= Papà succo, Papà beve il succo
– Rimodellamento= Gatto mangia, Cosa mangia il gatto?
- Denominazione individuazione dei nomi degli oggetti

L’interazione sociale è fondamentale per lo sviluppo del linguaggio? Non esiste un pattern universale di
supporto linguistico-sociale. Evidenze negative fondamentali per l’apprendimento. Devono essere presenti,
utili, usate, necessarie. Devono essere in forma facile da elaborare. Devono migliorare l’apprendimento
della grammatica. Senza di esse bambino non apprende bene.
GLI ANTECEDENTI DEL LINGUAGGIO
• La comunicazione preverbale
 Gesti ed espressioni sono molto importanti; 
 Protodichiarativa – azione del neonato preverbale per ottenere attenzione o un oggetto;
 Protoimperativa – gesto o puntamento del bambino preverbale più grande per ottenere oggetti.
Alcuni bambini sviluppano i propri gesti speciali
 Attenzione visiva condivisa o congiunta: Fenomeno in base al quale il bambino e l’adulto
“condividono l’attenzione”, e cioè guardano lo stesso oggetto/evento esterno alla diade, e allo
stesso tempo mantengono un coinvolgimento sociale reciproco. Gli episodi di attenzione condivisa
diventano frequenti a partire dai sei mesi di vita e sono indicativi delle interazioni triadiche.
Attenzione condivisa e teoria della mente.
• La prima comprensione del linguaggio
 Percezione categoriale del discorso: riconoscere le consonanti; capacità di discriminazione dei
bambini (abilità specializzate) migliora rapidamente
 DeCasper: bambini apprendono alcune caratteristiche della propria lingua madre in fase prenatale
o entro pochi giorni dalla nascita (rilevato in più culture)
 Uso del paradigma di abituazione mostra che i bambini apprendono le parole in maniera molto
rapida.
• Lallazione e primi suoni= Fin dalla nascita i bambini producono suoni attivamente. La produzione di suoni
avviene in un processo di 4 fasi
1. Pianto
2. Vocalizzo o cooing – suoni vocalici
3. Lallazione o babbling – combinazioni di consonanti e vocali, a 4-6 mesi. Si distingue una lallazione
canonica o reduplicata (7-10 mesi) e lallazione variata (10-12 mesi)
4. Discorso strutturato o patterned speech – stringhe di parole. A circa 8 mesi il pre-linguaggio inizia a
manifestare le prime differenze culturali.

LO SVILUPPO SEMANTICO: il potere delle parole


La relazione tra i primi vocalizzi e il linguaggio successivo: Esplosione del vocabolario inizia a circa 18 mesi;
Crescita notevole del vocabolario avviene nei primi 5 anni di vita
Come si acquisiscono le parole? Associazione tra parole e oggetti (somiglianza percettiva e
categorizzazione); I bambini più grandi dipendono maggiormente dai segnali sociali e linguistici
 Vincolo dell’oggetto intero: presunzione che le parole non si applicano a parti/proprietà di un oggetto
Il Modello emergentista di “Coalizione” (ECM) presenta sei principi che sostengono che l’acquisizione del
linguaggio dipende da propensioni innate e da esperie. Classe sociale, ambiente linguistico e crescita del
vocabolario del bambino sembrano collegati.
Che tipo di parole si imparano per prime?
 In media, nei primi 18 mesi si sanno circa 50 parole
 Sostantivi (parole oggetto) più facili da codificare dei verbi (parole azione)
  In alcuni linguaggi asiatici i verbi sono più importanti dei sostantivi
 I principi e i vincoli dell’apprendimento degli oggetti si applicano all’apprendimento dei verbi
 Errori: sovraestensione e sottoestensione. Sovraestensione è la tendenza ad applicare una parola
ad oggetti ad essa non legati o inappropriati. Sottoestensione invece è la tendenza ad applicare una
parola in modo troppo ristretto.
L’ACQUISIZIONE DELLA GRAMMATICA
• Olofrase: una singola parola che può rappresentare un pensiero completo
• Combinazioni trasmodali: combinazioni parola-gesto (equivalenti, complementari, supplementari).
• Discorso telegrafico: le frasi di due parole formate solo dalle parole essenziali, dai 18 mesi ai 2 anni
I bambini sordi iniziano in maniera simile ai bambini udenti nelle combinazioni di parole prodotte.
Durante la crescita, l’apprendimento del linguaggio è legato allo sviluppo cognitivo
 NASCITA – PIANTO
 1-2 MESI - TUBARE – PRIMI SUONI
 6 MESI – BABBLING
 6-12 MESI - DA LINGUISTI UNIVERSALI A ASCOLTATORI SPECIALIZZATI
 8-12 – USO DI GESTI
 13 MESI - PRIME PAROLE
 18 MESI - ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO
 18-24 ESPRESSIONI A 2 PAROLE E AMPLIAMENTO DELLA COMPRENSIONE
• Imparare le regole= Si ritiene che i bambini attraversino quattro fasi nell’applicare le regole grammaticali.
Il linguaggio adulto è pieno di irregolarità. Quando si apprestano a imparare il linguaggio i bambini ignorano
le irregolarità e incappano nella sovraregolazione. “Fiorire della grammatica” avviene nel terzo anno di vita.
Le fasi di applicazione delle regole grammaticali
1. Fase 1= Provano ma falliscono
2. Fase 2= Memorizzano alcuni verbi irregolari – apprendimento inefficiente
3. Fase 3= Regole generali apprese per le parole nuove e familiari
4. Fase 4= Si avvicinano all’uso adulto verso gli 8 anni di età

• Altri cambiamenti= Nell’ultima parte del terzo anno il bambino inizia a porre le proposizioni interrogative
dirette (“wh” questions) e a dimostrare curiosità. Frequenza e complessità aumentano negli anni
dell’infanzia. Produzione e ricezione del linguaggio sono strettamente legate; i bambini usano ciò che già
sanno per interpretare le parole nuove. I significati delle parole diventano più importanti

APPRENDERE GLI USI DEL LINGUAGGIO NEL CONTESTO SOCIALE


• Le regole della pragmatica
– Atti comunicativi – espressioni che si riferiscono a situazioni o sequenze di eventi (come pragmatica)
– La comunicazione diventa discorso
• Catturare l’attenzione dell’ascoltatore (possibile a 2 anni)
•Diventare un ascoltatore e un comunicatore efficace
• Calibrare il discorso in base all’interlocutore (possibile a 2 anni)
•Adattare il discorso alla situazione

Learning the Social Uses of Language= L’ascolto critico


I bambini già dai 3 anni sanno riconoscere i messaggi ambigui quando li sentono e possono agire per
chiarire. I bambini di 3 e 4 anni sembrano avere tutte le capacità di osservazione fondamentali. I bambini
molto piccoli sanno capire il discorso figurato se le metafore sono semplici e nel contesto appropriato.

La consapevolezza METALINGUISTICA: conoscere il linguaggio


La comprensione del linguaggio è un sistema legato a delle regole. Il livello di sviluppo del linguaggio è
legato alla consapevolezza metalinguistica: si riferisce alla conoscenza del linguaggio che permette ai
bambini di “pensare al loro linguaggio, capire cosa siano le parole, e persino definirle”. La consapevolezza
metalinguistica migliora durante gli anni della scuola elementare. 
-Consapevolezza fonologica: l’apprezzamento dell’estetica del linguaggio (i.e. le rime); già da 2 anni i
bambini sanno fare le rime. Significativo per imparare a leggere

Bilinguismo: imparare due lingue allo stesso tempo. L’apprendimento di una seconda lingua in fasi
successive dell’infanzia avviene in aree cerebrali. La frequenza con cui il bambino è esposto alle lingue
determina il grado di padronanza in ciascuna: le esperienze di immersione sembrano le migliori. Imparare
una seconda lingua può avere benefici specifici sullo sviluppo cognitivo–cautela nell’interpretazione dei dati
Adolescenza= Lo sviluppo linguistico durante l’adolescenza include una più alta raffinatezza nell’uso delle
parole; con lo sviluppo del pensiero astratto, si diventa più bravi nell’analisi della funzione delle parole nelle
frasi.
Metafore: paragoni impliciti tra concetti dissimili.
Satira: uso di ironia, derisione, arguzia per descrivere stravaganze e stranezze.
Gli adolescenti sono più abili nell’organizzazione delle idee prima di scrivere, e nella distinzione tra elementi
generali e specifici mentre scrivono. Durante l’adolescenza il modo di parlare cambia rapidamente e spesso
i giovani adolescenti parlano coi loro pari una sorta di dialetto caratterizzato da gergo e slang (un dialetto è
una varietà di linguaggio che si distingue per vocabolario, grammatica e pronuncia).

CAPITOLO 9
SVILUPPO FUNZIONI COGNITIVE
Per funzioni cognitive si fa riferimento a processi come memoria, ragionamento, attenzione, problem
solving e funzioni esecutive. Il modello formativo è quello dell’approccio dell’elaborazione delle
informazioni, sviluppato verso gli anni ’50: la mente viene paragonata ad un computer. La metafora del
computer può aiutare a capire come avviene il processo di elaborazione delle informazioni e quali sono le
sue limitazioni. L’elaborazione delle informazioni di un computer è limitata dai suoi hardware (struttura) e
software (più settoriale). L’input viene elaborato nel cervello, Calcolato e trasformato dalla mente in Output
= comportamenti. Negli anni 50 e 60 mente paragonata a computer sviluppato.

Modello modale di Atkinsons & Shriffin (1968): prevede il flusso dell’elaborazione delle informazioni.
Info dall’esterno (input) acquisite tramite i sensi 
- Registro sensoriale: i processi percettivi e attenzionali effettuano un immagazzinamento delle info
di breve durata 
- Memoria a breve termine (MBT): riceve le rappresentazioni mentali inviate dal registro sensoriale,
esegue strategie mnemoniche e di risoluzione dei problemi, produce info sotto forma di risposte –
risposte output
- Memoria a lungo termine (MLT): immagazzina le conoscenze e le strategie per spostare le info dalla
MBT e per recuperarle dalla MLT e rispostarle nella MBT
Se non ripetute mentalmente le info rimarranno 15-30 sec= valore funzionale adattivo

Modello della memoria di lavoro di Baddley e Hitch (1974): 


La Working memory o memoria di lavoro è un “banco di lavoro” mentale sul quale gli individui manipolano
e assemblano le informazioni. Baddley= comprende due contenitori a breve termine, ognuno con una
diversa processazione pur sempre lavorando in modo parallelo e talvolta si scambiano info, uno per il
linguaggio (fonologico) e l’altro per le informazioni visive e spaziali accanto all’esecutivo centrale, che
monitora e controlla il sistema.

Strategie= Sono tecniche di elaborazione delle informazioni che potenziano qualitativamente e


quantitativamente la nostra performance cognitiva.
Gli script (Katherine Nelson) "copioni", sono rappresentazioni mentali di un evento, che comprende l’ordine
atteso in cui dovrebbero evolvere gli eventi, in modo sequenziale: ci aiutano nelle situazioni quotidiane.
Modellati sulla routine e dalla cultura. Esempio: mangiare in un ristorante.
Perché i bambini piccoli non usano strategie per aiutarsi ad elaborare e a ricordare?
o Deficit di mediazione: non sono ancora disponibili o consolidate le operazioni che consentono l’uso
di strategie
o Deficit di produzione: b. possiede strategia e può usarla con successo se stimolato ma non la usa
spontaneamente
o Deficit di utilizzo: b. usa strategia spontaneamente ma non ottiene beneficio
o Uso maturo: b. possiede strategia e la usa
Come si sviluppano le strategie cognitive? Grazie al processo di automatizzazione (trasformazione dei
processi controllati in automatici) e generalizzazione (applicazione di una strategia appresa nel risolvere un
problema in una situazione ad un problema simile in una situazione diversa) le strategie cognitive si
sviluppano.

ATTENZIONE
Processo di Identificazione e selezione di un input sensoriale al fine di elaborarlo in modo dettagliato, a
volte avviene in modo spontaneo
Il bb deve imparare il Controllo dell’attenzione perché presenta alcune difficoltà come: Problema della
“sticky fixation”; Durata limitata dell’attenzione infantile; Tendenza alla distrazione diminuisce nel corso
dell’infanzia
I modi attraverso i quali si può distribuire l’attenzione:
 Attenzione selettiva: consiste nel focalizzarsi su un aspetto specifico dell’ambiente esterno
considerato rilevante, mentre si trascura il resto. 
 Attenzione divisa: implica il concentrarsi su più di un’attività contemporaneamente. 
 Attenzione sostenuta: consiste nella prontezza necessaria per identificare e rispondere ai
cambiamenti anche piccoli che accadono casualmente nell’ambiente. E’ chiamata anche vigilanza.
 Attenzione esecutiva: azione di pianificare, distribuire l’attenzione ai diversi obiettivi, monitorare i
progressi sui compiti, trattare circostanze nuove e difficili.
Esistono test standardizzati.
Selezionare su cosa rivolgere l’attenzione
 I neonati possono identificare e fissare il contorno di uno stimolo.
 Infanti di 3 mesi possono prestare attenzione selettiva e sostenuta a un oggetto.
 L’attenzione nel primo anno di vita è dominata da un processo di orientamento: dirigere
l’attenzione a localizzazioni potenzialmente importanti nell’ambiente (il dove) e il passare in
ricognizione gli oggetti e le caratteristiche, come colore e forma (il cosa)

MEMORIA
La memoria a breve termine: ha una limitata capacità di ritenzione delle informazioni. Lo span di memoria
(quantità di informazioni che un sog può trattenere nella bvt) aumenta con l’età. La conoscenza del mondo
aiuta la memoria.
Uso di strategie man mano che si cresce. Strategie:
Mnestiche= comportamenti finalizzati il cui scopo è quello di favorire un buon uso della memoria.
 Reiterazione: ripetizione continua di ciò che si intende memorizzare; (Molto semplice; I movimenti
delle labbra costituiscono i segni fisici della ripetizione; L’uso della ripetizione aumenta negli anni
della scuola primaria)
 Organizzazione: raggruppamento degli elementi da ricordare nel modo più economico possibile per
un ordine chiaro o coerente, in funzione delle mie abilità (es. memorizzare “per blocchi” un numero
di telefono; lista di parole per categorie). Usata da bambini dall’età scolare e da adulti.
 Elaborazione: costruzione di un legame tra due o più cose da ricordare. È una strategia usata dagli
adolescenti. Inserire gli item da ricordare in una struttura significativa o collegarli con altre
conoscenze
 Immagini: l’uso delle immagini per ricordare informazioni verbali funziona meglio per i bambini più
grandi che per i più piccoli, tuttavia le immagini mentali possono aiutare i bambini piccoli a
ricordare delle fotografie.

Le funzioni esecutive
Uso di regole in azione. Si sviluppa intorno all’età di 4 anni. Il cambio di regole crea confusione. Sviluppo
dell’inibizione.
I precursori delle FE nell’infanzia= La coordinazione mezzo-fine (Piaget)
•La risoluzione dei problemi e il ragionamento: Processo attraverso cui identifichiamo un obiettivo e
delineiamo la procedura per raggiungerlo, superando gli ostacoli che si presentano. Le abilità di problem-
solving= Sulla base di regole o Per analogia
Modello circolare step by step 
 Analizzare il problema
  Elaborare soluzioni
 Scegliere quella giusta e fare un piano
  Metterlo in atto
  Valutarne l’efficacia
•La risoluzione dei problemi e il ragionamento
– Il ragionamento deduttivo
– Il ragionamento transitivo implica l’inferenza transitiva
– La logica proposizionale: Ragionamento proposizionale o sillogismo e La categorizzazione gerarchica

• Codifica e rappresentazioni mentali


Attraverso la codifica, una grande quantità di informazioni ricevute dall’esterno viene trasformata in una
rappresentazione mentale, in forma verbale, grafica, procedurale ecc.
L’amnesia infantile= Nessun ricordo dai primi 2 o 3 anni di vita; Lessico e linguaggio; Sviluppo cerebrale 
Le rappresentazioni simboliche= Il linguaggio; Il problema della doppia rappresentazione

•I cambiamenti dello sviluppo nel ragionamento

- Il ragionamento numerico
- Cinque principi del conteggio (Gelman e Gallistel)

METACOGNIZIONE è la cognizione della cognizione, ossia “sapere di sapere”. Subisce molti cambiamenti
con l’età ed ha importanti implicazioni sulla riuscita scolastica. Ha due componenti: La conoscenza
(comprensione) del compito; La conoscenza delle strategie.
In bambini e in adolescenti
 Entro i 5-6 anni i bambini sanno che concetti familiari sono più facili da apprendere rispetto a
concetti non familiari, elenchi brevi sono più facili di lunghi elenchi, il riconoscimento è più facile
del ricordo, e dimenticare diventa più facile col passare del tempo.
 Entro il quinto anno di scuola si comprende che ricordare il contenuto è più facile della ripetizione.
  I bambini in età prescolare hanno un’opinione esagerata delle loro capacità mnemoniche che sono
valutate in modo più realistico negli anni delle scuole elementari.
 Entro i 7-8 anni cominciano ad apprezzare l’importanza dei cues per la memoria.
 Bambini di scuola elementare migliorano la loro capacità metacognitiva di monitorare
consapevolmente e controllare i loro processi mentali. 
 Apprendimento auto-regolato: auto-generazione e auto-monitoraggio di pensieri, sentimenti e
comportamenti intrapresi per raggiungere un obiettivo.
 Gli adolescenti sono più abili dei bambini nel gestire e monitorare le loro attività di pensiero.
 Gli adolescenti hanno un miglior meta-livello di comprensione delle strategie, cioè hanno la
capacità di riconoscere la migliore strategia da utilizzare e il momento in cui utilizzarla.
 Gli adolescenti sono più introspettivi, possono valutare i propri pensieri e le proprie emozioni per
riuscire al meglio nelle prestazioni di apprendimento.

CAPITOLO 10
TEORIE SULL’INTELLIGENZA
INTELLIGENZA: Costrutto multidimensionale al cui sviluppo concorrono sia fattori di tipo genetico sia di tipo
ambientale. 2 approcci allo studio dell’intelligenza 
UNITARIO comprende: Teorie strutturaliste di tipo psicometrico (test QI) T; Teorie UNITARIE-GLOBALI
MATURATIVE: La Teoria Piagetiana (J. Piaget, Cognitivismo); Teorie fattoriali (Spearman)
 Teoria bifattoriale di Spearman: 
Fattore generale (g) e fattori specifici (s) compongono l’intelligenza. L’intelligenza è una capacità generale,
detta fattore g trasversale e comune a diverse abilità specifiche. Le abilità specifiche costituiscono i fattori
secondari, fattori s, come abilità linguistica, spaziale, aritmetica… Quanto maggiore è il valore di “G” tanto
meglio l’individuo dovrebbe riuscire in un test di intelligenza.

MULTIPLO comprende: Teoria delle Intelligenze Multiple (H. Gardner); Teoria Triarchica dell’intelligenza (R.
Sternberg)
 La teoria delle intelligenze multiple di Gardner= Spaziale, Linguistica, Musicale, Corporeo-
cinestetica, Interpersonale, Logico- matematica, Intrapersonale, Naturalistica
Gardner ritiene che ciascun individuo abbia tutti questi tipi d’intelligenza, ma in misura diversa e in aree
cerebrali diverse. Recentemente ha considerato l’intelligenza esistenzialista. Empiricamente Gardner ha
avuto più insuccessi delle altre teorie. Gardner ritiene che ognuno dei moduli mentali o forma
d’intelligenza: Ha un diverso sviluppo; può essere lesa da un differente tipo di danno cerebrale; implica
abilità cognitive uniche; si esplicita in un modo unico sia nel caso dei bambini plus-dotati sia in quello degli
idiot savants (individui che pur avendo ritardo mentale mostrano un talento eccezionale in un dominio
specifico, come la pittura, la musica o il calcolo aritmetico).
 La teoria triarchica dell’intelligenza – Sternberg= Intelligenza composta da tre processi:
1. Capacità di elaborazione dell’informazione: Codificare, abbinare, paragonare le informazioni
2. Esperienza con un dato compito/situazione: Esposizione e pratica
3. Capacità di adattare il proprio comportamento alle necessità del contesto: Adattare, selezionare e
plasmare in base ai bisogni
Definisce tre abilità per raggiungere i propri obiettivi= Analitica: abilità di analisi, giudizio, valutazione,
comparazione, contrapposizione; Creativa: creare, disegnare, inventare, dare origine, immaginare; Pratica:
usare, applicare, implementare, mettere in pratica.
La maggior parte dei compiti richiede una combinazione di queste abilità.
L’autore ha creato lo STAT (Sternberg Triarchic Abilities Test) per valutare i tre tipi d’intelligenza.

TESTARE L’INTELLIGENZA
• Quoziente intellettivo (QI): indice della performance nei test standardizzati.Può cambiare nel corso della
vita. Capacità intellettiva si può solo inferire dai risultati. Scopi primari dei test sull’intelligenza: Predire le
prestazioni accademiche e lavorative; Valutare l’adattamento generale e la salute

I primissimi test del QI: Binet e Wechsler

– I test di Binet: creati in risposta alla richiesta del Ministro francese dell’istruzione di studiare un metodo
per stabilire quali studenti non avrebbero tratto vantaggio dall’istruzione scolastica standard.

Età Mentale (EM): Livello di sviluppo mentale di un individuo rispetto ad altri.

• Quoziente d’intelligenza (QI): termine coniato da William Stern (1912), si riferisce all’età mentale divisa
per l’età cronologica moltiplicata per 100 = (QI = EM/EC x 100)

– Il test di Stanford-Binet: Usato negli ambienti scolastici e sanitari. Presenta varietà di task intellettuali.
Cambiamenti nell’apprendimento legati all’età compresi. Introduce concetto di età mentale= QI = MA/CA x
100
Punteggi vicini alla distribuzione normale: una curva simmetrica a campana in cui la maggior parte della
casistica ricade al centro di una gamma di risultati possibili e pochi risultati si situano ai punti estremi della
gamma.

– Le scale Wechsler: Le scale di Wechsler forniscono non solo un risultato globale per QI ma anche risultati
per 6 parametri verbali e 5 parametri non verbali (ad es. Indice di Comprensione Verbale, Indice di
Memoria di Lavoro, Indice di Velocità di Elaborazione delle informazioni), permettendo all’esaminatore di
determinare le aree in cui il soggetto è al di sotto, uguale o al di sopra della media.
Durante la somministrazione individuale l’esaminatore può osservare l’agio del bambino o se, ad esempio,
l’ansietà interferisce con la sua performance.
SCOPO: non valutare le abilità cognitive né le competenze scolastiche bensì ottenere informazioni su tutto
quello che viene considerato capacità generale per un comportamento intelligente.
Wechsler definisce l’intelligenza come “capacità generale di un soggetto di capire e far fronte al mondo
circostante”: un’entità multideterminata e multisfaccettata (nessuna abilità è determinante: la esploro nel
maggior numero di prove possibili).
Intelligenza viene “dedotta” dal modo in cui abilità come il ragionamento, la memoria, la fluidità verbale
etc. si manifestano nelle diverse condizioni.
La MISURAZIONI dell’intelligenza
– L’efficacia dei test psicologici dipende dalle conoscenze, dalle capacità e dall’integrità di chi li utilizza.
– Applicazioni reali: previsioni di successo scolastico o lavorativo.

• Le performance scolastiche vanno monitorate perché i test d’intelligenza misurano la performance


corrente.
• Correlano moderatamente alla prestazione sul lavoro, ma le correlazioni decrescono all’aumentare
dell’tempo di lavoro (e dell’esperienza lavorativa) e i test ignorano fattori quali la motivazione, la salute
fisica e mentale e le abilità sociali.

Le DIFFERENZE INDIVIDUALI nell’intelligenza

 Influenze genetiche= Gli studi sulle adozioni indicano che sebbene il QI dei bambini adottati sia più simile
a quello della madre biologica con cui non hanno mai vissuto che ai punteggi dei genitori adottivi, il QI del
bambino è più correlato con quello dei genitori adottivi se quello della madre biologica è basso: ruolo
dell’ambiente.
 Fattori ambientali che influenzano il QI= Gravidanza e nascita: ambiente e fattori materni; La famiglia:
esperienze socio-ambientali; Scuole e gruppi dei pari; La comunità: fattori situazionali, collocazione
geografica e risorse; Impatto di cultura e intelligenza sociale
Classe sociale: educazione, occupazione, reddito, stile di vita, abitazione, proprietà, utilizzo del tempo
 Stato socio-economico (SES): educazione, occupazione e reddito –un indice
 Etnicità: difficile da definire
I processi di apprendimento: Le prestazioni accademiche del bambino sono condizionate dalla motivazione
al rendimento. Legata alle emozioni e all’autostima
Due diversi pattern di risposta
•Orientati alla padronanza; possiedono obiettivi di apprendimento (acquisizione di abilità e superamento
problemi)
• Vulnerabili; possiedono obiettivi legati alla performance
• Cultura potrebbe avere parte in causa

INTELLIGENZA E SVILUPPO ATIPICO

Ritardo mentale: DSM IV


- un QI circa uguale o inferiore a 70
- un carente funzionamento adattivo
- esordio prima dei 18 anni.

Nel DSM IV -TR erano specificati quattro diversi gradi di gravità, determinati dal QI generale:

1) Ritardo mentale lieve: livello del QI da 50-55 a circa 70


2) Ritardo moderato: livello del QI da 35-40 a 50-55
3) Ritardo mentale grave: livello del QI da 20-25 a 35-40
4) Ritardo mentale gravissimo: livello del QI sotto 20-25

1. Deficit funzioni intellettive (ragionamento, problem solving, pensiero astratto, apprendimento scolastico
e apprendimento dall’esperienza) confermato sia dalla valutazione clinica che dalla somministrazione di un
test di intelligenza individuale

2. Deficit nel funzionamento adattivo consistente in un mancato raggiungimento degli standard di sviluppo
e socioculturali per l’indipendenza personale e la responsabilità sociale. Senza supporto continuativo i
deficit adattivi limitano il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, quali la comunicazione,
la partecipazione sociale e la vita indipendente, in più ambiti diversi, come la casa, la scuola, il lavoro e la
comunità

3. Insorgenza dei deficit intellettivi e adattivi nell’età evolutiva

Disabilità mentali globali INFLUENZANO il funzionamento adattivo in tre aree o domini:


- Dominio concettuale: include le abilità di linguaggio, lettura, scrittura, matematica, ragionamento,
conoscenza, memoria
- Dominio sociale: si riferisce a consapevolezza dei pensieri e sentimenti altrui, empatia, giudizio sociale,
capacità nelle relazioni interpersonali, la capacità di fare e mantenere amicizie
- Il dominio pratico: include autogestione come ad esempio la cura personale, le responsabilità lavorative,
la gestione del denaro, attività ricreazionali, organizzazione compiti scolastici e lavorativi.

Bambini plus-dotati. Le persone plus-dotate: Hanno un QI molto al di sopra della media (superiore a 130 o
140, cioè il 2% oppure lo 0,5% di una popolazione normale). Sono dotate di un talento particolare in uno
specifico campo, come ad esempio la musica o la matematica.
Sebbene talvolta abbiano problemi emozionali, in generale gli studi confermano che gli individui plus-dotati
tendono ad essere più maturi e ad avere meno problemi emozionali e un clima familiare positivo.
L’educazione dei bambini plus-dotati: Sottostimati, i bambini plus-dotati possono diventare distruttivi,
saltare delle classi e perdere interesse per lo studio. L’istruzione scolastica dovrebbe focalizzarsi sulla
specificità delle competenze di questi bambini inserendoli in classi avanzate per impedire che lascino la
scuola per noia.

I GENITORI, I COETANEI E LE RELAZIONI SOCIALI


FAMIGLIA
La prospettiva dei sistemi ecologici
 La famiglia è parte di un sistema interdipendente, un insieme complesso fatto di parti che
interagiscono e che sono collegate tra loro. 
 Socializzazione reciproca: processo attraverso cui i bambini socializzano con i genitori, proprio come
i genitori socializzano con loro. Il bambino influenza i membri della famiglia e viceversa.
Il comportamento genitoriale e la socializzazione dei bambini da parte dei genitori
La trasmissione di ruoli e norme sociali avviene grazie a meccanismi: 
 Rinforzo 
 Modellamento o modeling
 Definizione di aspetti ambientali (es. quartiere, scuola, giochi)
 Hanno stili genitoriali diversi
Comportamento genitoriale
I pattern e gli stili di genitorialità tendono a riflettere due dimensioni primarie del comportamento:
 Emozione; I genitori possono essere affettuosi, reattivi e concentrati sul bambino o distaccati,
indifferenti e disinteressati.
  Controllo; I genitori possono essere molto esigenti e oppressivi o permissivi e indulgenti.

Stili genitoriali
 Autorevole: genitorialità accettante, attenta e coinvolta eppure non invadente, in cui i genitori
fissano limiti ragionevoli e aspettano un comporto adeguatamente maturo. La genitorialità
autorevole sembra essere lo stile più efficace.
• I genitori autorevoli stabiliscono un buon equilibrio tra controllo e autonomia.
• I genitori autorevoli sono più disposti a impegnare i bambini in scambi verbali e a permettere loro
di esprimere il proprio punto di vista, abilità necessaria per essere una persona socialmente
competente.
• Il calore e il coinvolgimento genitoriale forniti da genitori autorevoli rendono il bambino più
recettivo all’influenza parentale.
 Autoritaria: genitorialità severa, disattenta e rigida, in cui i genitori tendono a usare metodi di
controllo basati sull’imposizione del proprio potere, con poco scambio verbale. Questo stile è
associato a un comportamento dei bambini socialmente incompetente e aggressivo.
 Indulgente: genitorialità permissiva, in cui i genitori sono molto coinvolti con i loro bambini, ma
esercitano poco controllo su di loro e incoraggiano i bambini a esprimere liberamente i propri
impulsi. E’ associato a un’incompetenza sociale nei bambini e a una mancanza di autocontrollo.
 Negligente: genitorialità indifferente e noncurante, in cui i genitori si concentrano sui propri bisogni
invece che su quelli dei figli. E’ uno stile associato a un’incompetenza sociale dei bambini, in
particolare a una mancanza di autocontrollo.
Punizioni: Sebbene, nel mondo occidentale, una grande maggioranza di genitori si esprime favorevolmente
all’uso di punizioni corporali, i ricercatori ritengono che esse siano associate a: livelli più alti di remissività
immediata e di aggressione nei bambini; livelli più bassi di interiorizzazione morale e salute; problemi
comportamentali nella fanciullezza.
Ragioni per evitare le sculacciate o altre punizioni simili:
 I bambini possono imitare i comportamenti aggressivi.
  La punizione può infondere paura, rabbia o evitamento.
  La punizione dice al bambino ciò che non va fatto piuttosto di ciò che va fatto.
  La punizione può essere un abuso.
 La Svezia ha emanato una legge nel 1979 che vieta ai genitori di utilizzare punizioni fisiche sui bambini;
anche altri Paesi hanno emanato leggi di questo tipo mentre in Italia non c’è una legge specifica contro le
punizioni fisiche, a meno che queste non si configurino come maltrattamento.
Relazioni tra i genitori
I conflitti di coppia possono avere un impatto negativo sia sui genitori che sui bambini. Il livello di conflitto e
come i genitori lo affrontano può influenzare il modo in cui i bambini ne risentono. L’impatto negativo sui
bambini può essere
• Diretto: i bambini assistono alle discussioni e alle liti
• Indiretto: i genitori cambiano i propri comportamenti come risultato delle liti
Le relazioni tra fratelli
La posizione di un bambino nella famiglia può influenzare i fratelli, i genitori e le interazioni tra i membri
della famiglia. I primogeniti sono generalmente più ben disposti verso gli adulti, cooperativi e controllati dei
fratelli. Tendono anche a eccellere maggiormente a scuola e nel lavoro.
I genitori determinano in larga parte se i figli primogeniti si adatteranno bene all’inserimento di un nuovo
membro nella famiglia.
Mantenere la responsività materna è importante tanto quanto sviluppare una relazione con il padre
Anche gli amici possono fungere da cuscinetto.
I COETANEI E LE RELAZIONI TRA PARI
-Relazioni verticali
Si formano con una persona che ha un potere superiore a quello dei bambini (es. genitori, insegnanti).
Interazioni di tipo complementare.
Funzione principale: fornire sicurezza e facilitare l’acquisizione di conoscenze.

-Relazioni orizzontali
Si formano con persone di livello paritario (accezione dei pari come simili a sé). Interazioni di tipo
reciproco. 
Funzione: fornire ai bambini l’opportunità di apprendere le abilità tipiche delle relazioni tra pari: cooperare,
competere, condividere, assumere ruoli di prestigio nel gruppo, fronteggiare gli attacchi dei compagni,
intimità e condivisione.

Prospettiva della socializzazione dei pari

- I comportamenti modellanti: l’imitazione sociale


- Insegnamento e rinforzo: “peer pressure”
- Il confronto sociale e lo sviluppo del sé
- Autovalutazione e autodefinizione
- Selezione di un modello di confronto
- Effetti sull’autostima

Adattamento sociale= Relazioni tra i successivi livelli di complessità sociale (Hinde, 1992). Le dimensioni
socio-relazionali da noi esaminate comprendono: Caratteristiche comportamentali; Relazioni diadiche;
Relazioni di gruppo.
Le interazioni con i coetanei plasmano i comportamenti infantili in età precoce.
Prima infanzia= 
 1-2 anni: miglioramenti nella locomozione e nel linguaggio
 2-3 anni: la conquista sociale principale è la capacità di comunicare elementi dotati di significato ad
altre persone
Tipi di gioco nei bambini in età prescolare: Solitario, parallelo, associativo, cooperativo
 Infanzia: i primi incontri sociali; Verso i 6 mesi di età i bambini sono reattivi l’uno nei confronti
dell’altro
Gli scambi sociali con le madri sono diversi da quelli con i coetanei.

Relazioni di coppia “Successione di interazioni tra due individui che si conoscono l’un l’altro” (Rubin,
Bukowski, Parker, 1998)
Oggetto di studio: la forma più importante di relazione diadica per i bambini è l’amicizia.
Fattori che guidano le scelte amicali, processo di attrazione interpersonale:
 Similarità nell’età
 Similarità nel sesso
 Similarità nell’appartenenza etnica
 Omofilia comportamentale (norme del gruppo)
 Caratteristiche personali, interessi e tratti del carattere

Gli scambi sociali nella prima infanzia


• Relazione: successione continua di interazioni che si protraggono nel tempo e si influenzano
reciprocamente
 Le prime amicizie: temporanee e di durata più lunga
• Scambi negativi e conflitto
• Le prime amicizie potrebbero non avere un significato psicologico della stessa forza di quelle dei bambini
più grandi

L’AMICIZIA è una relazione fondata su reciprocità, affetto e impegno (Hartup,1992) . Le funzioni


dell’amicizia per Hartup sono:
- Fornire compagnia e divertimento (studio sui cartoni)
- Sviluppo di competenze come la comunicazione e collaborazione
- Supporto emotivo
- Permettono la conoscenza di sé, degli altri e del mondo
- Precursori delle relazioni intime

Relazioni di gruppo
“Insieme di individui interagenti che hanno un certo grado di reciproca influenza l’uno verso l’altro” (Rubin,
Bukowski, Parker, 1998). Rete di relazioni e tipologia di interazioni definiscono gruppo (norme e proprietà)
e viceversa. Costrutti più studiati nelle relazioni di gruppo: 
I. Accettazione e rifiuto sociale al fine di determinare se e come un individuo è coinvolto nella
struttura del gruppo
II. Popolarità percepita –dominanza 

Metodologia di studio: tecnica sociometrica, che permette di classificare i membri del gruppo in 5 diversi
status (popolare, rifiutato, isolato, intermedio e controverso).
L’approvazione dei coetanei
Gli status tra pari
 I bambini popolari sono nominati spesso come migliori amici e raramente non piacciono ai
compagni.
  I bambini medi (average) ricevono un numero medio di nomine positive e negative da parte dei
compagni.
  I bambini trascurati vengono raramente nominati come migliori amici ma non sono antipatici ai
compagni.
  I bambini rifiutati sono raramente nominati come miglior amico di qualcuno e sono antipatici ai
loro compagni.
  I bambini controversi sono spesso nominati sia in qualità di migliori amici di qualcuno sia in qualità
di bambini antipatici.

I bambini rifiutati hanno quasi sempre dei problemi di adattamento più seri dei bambini trascurati.
La combinazione tra essere rifiutati dai pari ed essere aggressivi è pronostico di problemi, ma non tutti i
bambini rifiutati sono aggressivi.
 Bambini rifiutati o trascurati possono essere aiutati a interagire più efficacemente con i loro pari; ciò
nonostante è difficile incrementare le abilità sociali di adolescenti che risultano attivamente antipatici e
rifiutati.
Le conseguenze del rifiuto dei pari
a) I bambini dichiarano di sentirsi più soli
b) Riportano uno scarso rendimento scolastico
c) Allontanamento dalla scuola
d) Rischio di depressione maggiore in età successive
e) Rischio maggiore di subire bullismo da più grandi
f) Posizione sociale con i pari può cambiare

BULLISMO E VITTIMIZZAZIONE
Bullismo come violazione dei diritti umani
Nel 1996, la 498 Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato la risoluzione WHA 49.25, in cui si dichiara
che 'la violenza è un problema di salute pubblica di fondamentale importanza e in progressiva espansione
in tutto il mondo. Nel contesto scolastico il fenomeno del bullismo è la forma di violenza più diffusa tra i
bambini e i giovani (WHO 2014). E’ una violazione dei diritti umani, come sancito dalla Convenzione dei
Diritti del Fanciullo (1989) incluso il diritto di un bambino o di un adolescente all’educazione e a crescere in
un ambiente sereno e sicuro (Greene, 2006) (Risoluzioni OMS e ONU).
BULLISMO= Il bullismo è un comportamento aggressivo teso ad arrecare danno ad un’altra persona; è
rivolto ad uno stesso individuo, si ripete nel tempo e spesso la vittima non riesce a difendersi.
Caratteristiche= Intenzionalità – Ripetizione – Squilibrio di potere = Abuso sistematico di potere tra pari e
importanza della vittima

Il bullismo si sviluppa in un gruppo di pari in cui ogni membro gioca uno specifico ruolo.
Tipi di bullismo
 FISICO: colpi, pugni, strattoni, calci, furto, danneggiamento degli oggetti personali della vittima
 VERBALE: offese, minacce, soprannomi denigratori e prese in giro
 INDIRETTO: esclusione sociale, pettegolezzi, diffusione di calunnie, mettere in giro cattive voci
 CYBERBULLISMO: È un’azione aggressiva e intenzionale, messa in atto da un individuo o da un
gruppo di persone, utilizzando mezzi elettronici, nei confronti di una persona che non può
difendersi facilmente.
Il cyberbullismo presenta elementi di continuità rispetto al bullismo tradizionale, MA mostra altrettanti
elementi di novità che caratterizzano in maniera specifica il fenomeno e che derivano propriamente dalle
modalità interattive mediate dalle nuove tecnologie. 

CONSEGUENZE PER GLI OSSERVATORI


 Il contesto caratterizzato da difficoltà relazionali aumenta l’insicurezza, la paura e l’ansia sociale.
 Il continuo assistere ad episodi di bullismo e/o di cyberbullismo può rafforzare una logica di
indifferenze e scarsa empatia portando i ragazzi a negare o sminuire il problema.
VERSO UN MODELLO A MOLTEPLICI LIVELLI: alla definizione e all’applicazione del modello di prevenzione
della salute mentale a tre livelli nell’area della prevenzione del bullismo a scuola.

MORALITA’, ALTRUISMO E AGGRESSIVITA’ (collegato a capitolo 13)


Giudizi morali cosa sono? Che tipo di scelta opero e qual è il ragionamento che giustificano il mio
comportamento
Lo SVILUPPO MORALE
Ogni società presenta un sistema di regole riguardo ai comportamenti giusti e sbagliati. Lo sviluppo morale
è un compito che richiede ai bb di comprendere quali siano le regole, cosa le giustifica, quando vanno
applicate. 
I genitori controllano dall’esterno i comportamenti dei bambini finché non esercitano il proprio
autocontrollo.
Interiorizzazione: le idee e le credenze altrui incorporate all’interno dello standard di condotta di una
persona. Far propria la norma senza un controllo esterno. Processo consapevoli di autocontrollo. Sistema
valoriale che guida il mio comportamento.
Tre componenti di base della moralità
 Cognitive: la conoscenza delle regole e dei giudizi etici su cosa è giusto e sbagliato. Ragionamento
morale (moral ragioment), qual è il mio livello delle regole e che comportamento opero in
relazione ad esso
 Comportamentali: i comportamenti che suscitano considerazioni etiche, mi comporterò in relazione
a ragionamento sapendo ciò che è giusto o meno.
 Emotive: i sentimenti (senso di colpa, di stress, disagio, preoccupazione, empatia) che sono
collegate a decisioni morali ed etiche. Stati emotivi sociali che accompagnano le decisioni morali e
le azioni morali.

Le TEORIE COGNITIVE sullo sviluppo morale: Jean Piaget 


Sviluppo cognitivo stadiale è collegato a quello dello sviluppo morale
1. Stadio premorale: dalla nascita ai 5 anni. 
Non caratterizzato da un livello di ragionamento morale.
2. Stadio del realismo morale: età 6-10 anni.
I doveri morali e il rispetto delle regole sono visti come delle entità concrete, giuste in sé, rigide e
immutabili. Il principio fondamentale è quello di ETERONOMIA DELLA MORALE, secondo cui
l’origine dei principi morali è esterna all’individuo e la loro validità è determinata dall’autorità
(adulto). Collega azioni a conseguenze dettate dalle autorità.
3. Moralità della reciprocità (o moralità autonoma): 11 anni e oltre. 
Le regole non sono più considerate come immutabili, ma fondate sulla cooperazione e sulla
reciprocità. L’ AUTONOMIA MORALE si riferisce alla possibilità di considerare le regole come delle
istanze interne che guidano il comportamento. 
Si studia attraverso i dilemmi morali
Storia di Henry e di John
 Chi tra i due personaggi è IL MENO ETICO e merita di essere punito dalla mamma?
Storia di JOHN: Carlo accorre ubbidiente al richiamo della madre, e accidentalmente urta contro un
vassoio rompendo 15 tazzine.
HENRY: Luca, invece, mentre la mamma è uscita, tenta di rubare della marmellata dalla credenza,
nonostante la proibizione, e nel tentativo rompe una tazzina.
Nella fase del realismo morale (Visione meno etica): John perché ha rotto 15 tazzine, ha fatto più
danno
Nella fase della moralità autonoma dirà Henry perché capirà che ha disobbedito alla mamma.
La teoria cognitiva di Piaget sullo sviluppo morale:
- L’individuo attraversa gli stadi necessariamente in quell’ordine
- La moralità matura comprende: Comprensione, accettazione delle regole sociali; L’interesse verso
l’uguaglianza e la Reciprocità; Valutazione della teoria di Piaget 

La teoria cognitiva di Kohlberg sullo sviluppo morale basata sulla teoria di Piaget: Gli stadi si sviluppano
sulla base di quelli precedenti; Serie di dilemmi morali usati per i test ; Tre livelli ampi dello sviluppo morale
suddivisi in sei stadi
Domande sulla storia: dovrebbe heinz rubare il farmaco? Perché si o perché no? Dovrebbe solo per salvare
la moglie ma per un fattore etico non dovrebbe perché non è giusto.
Tre livelli nello sviluppo morale, ognuno con 2 sottostadi:
1) Livello pre-convenzionale: le norme morali e sociali non sono oggetto di una riflessione personale, ma
vengono seguite per non incorrere in punizioni (fino a 9-10 anni). 
2) Livello convenzionale: interiorizzazione delle norme; obblighi verso la società (la maggior parte degli
adulti raggiunge questo stadio) (10-15 anni) La norma segue la convenzione sociale.
3) Livello post-convenzionale: giudizi morali formulati a partire da principi generali di libertà, equità,
solidarietà (solo alcuni adulti raggiungono a questo stadio)
RISPOSTE IN FUNZIONE DEGLI STADI
1. “non lo doveva fare perché sarà punito” ragionamento relativo a conseguenze da parte delle autorità
2.guidate da inseguimenti di interessi, per evitare la morte
3. farà vedere come sarà un buon motivo
4. andrà contro la legge
5. non verranno rispettati i diritti del farmacista
6. salvare una vita è più importante di una proprietà

Valutazione della teoria di Kohlberg


o È basata solo su studi su maschi
o Non tiene conto delle differenze negli orientamenti morali maschili e femminili
o Le interazioni sociali influenzano lo sviluppo morale
o Anche i genitori condizionano i giudizi morali dei bambini

La teoria dei domini di Turiel


Permette di distinguere i giudizi morali dalle regole sociali. I bb possono distinguere tra
– Regole morali: ciò che è giusto e sbagliato rispetto ai diritti etici ed universali
– Regole socio convenzionali; variano attraverso le comunità e le culture
– Dominio personale: le regole per le scelte e le questioni personali, relativi all’individuo (orientamento
sessuale, identità)

Il lato COMPORTAMENTALE
Autoregolazione e ritardo della gratificazione si sviluppano attraverso diverse fasi secondo Kopp
 Fase di controllo: dai 12-18 mesi (bb sono dipendenti dai segnali che ricevono), controllato
dall’esterno
  Fase di autocontrollo: durante il periodo prescolare, in cui inizia un sistema di risposta automatica
•Sistema di inibizione passiva – paura e ansia (aspetto a prendere caramelle perché penso a
conseguenze)
•Sistema di inibizione attiva – controllo cosciente
 Fase di autoregolazione: il bambino ha un forte senso del “sé morale”. Impara ad usare strategie e
piani per controllare il comportamento e per posticipare la gratificazione.

Il lato AFFETTIVO
Emozioni che anticipano l’azione morale e entrano in gioco a determinare azione presociale.
Le persone timorose possono ottenere un autocontrollo migliore attraverso la colpa, un risultato sia del
temperamento che della socializzazione da parte dei genitori. L’empatia e socialità entrano in gioco per
favorire azione morale.
L’abilità precoce di inibizione degli impulsi e di posticipo della gratificazione può aumentare la competenza
futura del bambino.
Comportamento prosociale: comportamento volontario diretto a beneficiare altre persone
Reykowski (1982) Caprara e Bonino (2006) distinguono:

❑ Altruismo (“amore incondizionato verso l’altro”)

❑ Aiuto concreto (aiuto fisico, materiale, psicologico, spirituale.)

❑ Cooperazione e condivisione (di cose, tempi, opportunità)

❑ Reciprocità

❑ Cura, rispondere ai bisogni degli altri

Lo sviluppo del comportamento prosociale è guidato da sviluppo dell’empatia (capacità di entrare nei panni
dell’altro, a livello emozionale provare stesse emozioni, a livello cognitivo pensare e capire le stesse cose)
Lo sviluppo della prosocialità (Eisenberg, 2006)
CONTAGIO EMOTIVO fenomeno nel momento in cui sono in uno stato non differenziato dall’altro ma non
perché lo capisco ma per un ragionamento sottocorticale (es neuroni a specchio) parte non mediata. I
neonati mostrano una certa forma di contagio emotive o di global empathy, come mostrato dalle reazioni
di pianto di fronte al pianto di altri bambini (Martin & Clark, 1982; Sagi & Hoffman, 1976).

RISPOSTE DI CONFORTO (COMFORTING RESPONSES) E PROSOCIAL BEHAVIOR = Tra i 12 e i 18 mesi I


bambini reagiscono in modo chiaro alle emozioni negative degli altri ad esempio ri-orientando lo sguardo o
attraverso reazioni di distress e a volte possono anche reagire al distress dell’altro con preoccupazione e
comportamenti prosociali, con contatto positivo (Zahn-Waxler, Robinson, et al. 1992).

CONDIVISIONE DI OGGETTI, AIUTO NON STRUMENTALE. SHARING OBJECTS; INSTRUMENTAL HELPING = La


tendenza a dare oggetti ad altri è molto comune nella prima infanzia, a partire dagli 8 mesi e
incrementando molto nel primo e secondo anno (Hay & Rheingold, 1983). Mettere oggetto in un armadio,
un bb non ce la fa, l’altro senza lo stesso fine va ad aiutarlo.
L'evoluzione dei comportamenti prosociali e altruistici. Le determinanti dello sviluppo prosociale:
o Predisposizioni biologiche
o Differenze individuali (es comportamento calloso sociale non capace di provare emozioni dell’altro,
sensi di colpa, inaffettività
o Temperamento
o Famiglia, pari e media
o Pratiche di educazione del bambino
o Cultura

AGGRESSIVITA’
Dalla developmental psychology alla developmental psychopathology.  Fa parte del nostro normativo
sviluppo, con determinati comportamenti per età specifiche. È un comportamento intenzionale teso a voler
fare un danno ad un'altra persona, può essere di vari tipi. (Fisicamente, verbalmente, psicologicamente)
• Aggressività diretta= quei comportamenti sia fisici che verbali, che sono rivolti esplicitamente verso
un’altra persona o un target
VS aggressività indiretta= comportamenti che non avvengono in presenza della vittima o del target ma sono
comunque tesi a nuocere la sua reputazione
• Aggressività overt (es. picchiare, lanciare oggetti), 
Aggressività covert, aggressività nascosta che violano regole morali e convenzionali, si trova in aumento in
adolescenza e nella prima adultità decresce sennò traiettoria a rischio (furti, atti di vandalismo)
• Aggressività proattiva= Aggressività usata per dirigere gli altri, per acquisire dominio e affermare le
proprie idee. E’ strategica ed usata in modo proattivo per gestire, dirigere e controllare. Espressione di
dominio, prestigio, ostilità. Ha un incremento nel tempo.
VS aggressività reattiva= Reazioni esplosive; Aggressività impulsiva, incontrollata, caratterizzata da rabbia
intensa, e manifestata come reazione a situazioni viste come provocatorie, in risposta ad un evento
attivante. Precoce e poi diminuisce nel tempo.

Come si sviluppa il comportamento aggressivo nei bambini


 Infanzia (0-2 anni): rabbia e frustrazione (reattiva)
 Età prescolare (2-5 anni): aggressività strumentale
 Primi anni (6-7 anni): aggressività ostile
 Scuola elementare (7-10 anni): Aggressività fisica e relazionale
 Adolescenza: aggressività psicologica

Modalità di espressione dell’aggressività cambia nel corso dello sviluppo

- Aggressività reattiva in genere diminuisce nel corso dello sviluppo


- Cambiamento dovuto al miglioramento delle capacità verbali
- La maggior parte dei bambini aggressivi non diventano adulti antisociali (meno del 40% diventano
antisociali) 
- Aggressività proattiva in genere aumenta nel corso dello sviluppo

Modello di sviluppo: varietà individuali entrano in contatto con l’ambiente e le relazioni. Le origini e la
progressione del comportamento antisociale: va notato che genitori, pari e scuola hanno tutti un ruolo
nell’instaurarsi del comportamento antisociale, ma in stadi diversi dello sviluppo. 
Prima infanzia= scarsa disciplina e controllo genitoriale -- problemi di condotta infantile
Seconda età infantile= rifiuto dei pari e insuccesso scolastico 
Tarda età infantile e adolescenza= adesione a un gruppo di pari devianti e delinquenza
Controllo dell’aggressività
 Il mito della catarsi: trovare opportunità di sfogare l’accumulo, aggressività antisociale
  Modificazione del comportamento 
  Gli aggressori potrebbero essere socialmente incapaci e avere bisogno di sostegno
  Metodi di prevenzione dell’aggressività
•Informazioni sulla risoluzione dei problemi sociali
•Programmi di intervento nelle scuole

CAPITOLO 12
IDENTITA’ SOCIALE: GENERE ED ETNICITA’
Gli standard dei ruoli di genere. Nella maggioranza delle società: comportamento diverso di uomini e
donne; molti gli sforzi di spiegazione del processo di identificazione del genere. Definire:
– Sesso: gli attributi fisici e biologici
- Genere: Un insieme di aspettative che indica come dovrebbe pensare, agire e percepire una persona in
base alla sua identità sessuale.
– Tipizzazione di genere: Si riferisce all’acquisizione di un ruolo tradizionale maschile o femminile, assegnati
per cultura. Sono valori, comportamenti ecc. ritenuti appropriati per ogni sesso
– Stereotipi di genere: basati sulle credenze della comunità sui comportamenti e atteggiamenti accettabili
per ogni sesso
– Ruoli di genere: diversi comportamenti spiegati
– Identità di genere: la percezione di sé come maschio o femmina, che la maggior parte dei bambini
acquisisce attorno ai 3 anni.
– Orientamento sessuale: da chi si è attratti. 
Al loro interno, le culture tendono a essere coerenti nella tipizzazione del genere. E gran parte delle culture
riflette la dicotomia maschio-femmina. A volte, tuttavia, questi stereotipi sono più flessibili, come nelle
famiglie afroamericane.
LE DIFFERENZE DI GENERE NELLO SVILUPPO
Alcune differenze di genere sono reali come: Sviluppo fisico, motorio e sensoriale e Sviluppo emotivo,
sociale e cognitivo. I ragazzi sono fisicamente più aggressivi delle ragazze; le femmine tendono di più a
utilizzare aggressioni verbali o relazionali. I ragazzi generalmente dimostrano un’autoregolazione minore
delle ragazze; questo basso autocontrollo può tramutarsi in problemi comportamentali. = Sviluppo atipico.
A volte si riscontrano altre differenze
- Livello di attività e tendenza all’esplorazione
- Dipendenza, paura e timidezza
- Ansia e stress
Le differenze si riscontrano nei miti riguardanti: Socialità, conformismo, ostilità/ Stile di apprendimento,
rendimento, autostima
I MODELLI DELLO SVILUPPO della tipizzazione di genere= Tra gli 1-2 anni di età le bambine mostrano una
preferenza maggiore per le bambole e i bambini per le macchine. La cultura occidentale è più predisposta
verso il maschio, si attribuisce maggiore importanza al ruolo maschile. Gli insegnamenti sociali sono la
causa più influente
La STABILITA’ della tipizzazione di genere
- Ipotesi dell’intensificazione dei generi
- Il comportamento adulto può essere predetto
- I comportamenti inappropriati per il genere sono repressi attraverso la socializzazione =
Caratteristiche espressive e Caratteristiche strumentali

I FATTORI BIOLOGICI
La maggioranza delle ricerche si è concentrata sulle funzioni ormonali e la lateralizzazione del cervello.
Negli anni Venti i ricercatori hanno confermato l’esistenza dei cromosomi sessuali umani (X e Y), che
contengono il materiale genetico che determina il nostro genere sessuale.
•Ereditarietà e ormoni: Estrogeni e androgeni, le due classi di ormoni, che hanno la maggior influenza sul
genere, si trovano sia nelle femmine sia nei maschi, ma in concentrazioni molto diverse.
Ormoni: Potenti sostanze chimiche altamente specializzate, Associate a caratteristiche sessuali, Differenze
tra maschi e femmine. Hanno effetti sullo sviluppo prenatale e inoltre condizionano alcune organizzazioni
cerebrali e la lateralizzazione degli emisferi
•Periodi critici
•Fattori culturali e ambientali
• La lateralizzazione del cervello e le differenze di genere= Le funzioni dell’emisfero destro sono spaziali; Le
funzioni dell’emisfero sinistro sono verbali; I cervelli maschili possono essere più lateralizzati; Le donne
presentano una bilateralizzazione maggiore
• La biologia e le aspettative culturali= Tendenze comportamentali dovute alla cultura
o Educazione 
o Differenze biologiche
o Fattori diversi dal genere determinano le differenze di responsività tra maschi e femmine.

I FATTORI COGNITIVI 
Le determinanti della tipizzazione di genere: Influenze sociali e biologiche; Interpretazione personale dei
ruoli di genere. Dalla nascita ai 13 anni di vita si possono identificare dei punti di svolta nello sviluppo dei
ruoli di genere e della tipizzazione di genere.
• La teoria dello sviluppo cognitivo di Kohlberg della tipizzazione di genere si sviluppa in 3 fasi 
1. Un’identità di genere di base si acquisisce tramite rinforzo e modelli di ruolo (età 2-3)
2. Acquisizione della stabilità di genere (età 4-5) 
3. Acquisizione della costanza di genere (età 6-7): La consapevolezza che il sesso rimane lo stesso,
anche se le attività, l’abbigliamento e il taglio di capelli cambiano.
• Teoria dello schema di genere: Un approccio di elaborazione delle informazioni. Afferma che il modello di
genere emerge quando i bambini gradualmente sviluppano una schema di genere, o teorie infantile, di ciò
che è appropriato o meno per il genere nella loro cultura.
 Schema: una struttura cognitiva, una rete di associazioni che guida le percezioni di un individuo.
  Schema di genere: organizza il mondo in termini maschili e femminili.
L’identità di genere influenza gli atteggiamenti di genere e i comportamenti conseguenti. Gli schemi dei
ruoli di genere alterano i modi in cui i bambini elaborano/ricordano le informazioni sociali.
L'INFLUENZA DELLA FAMIGLIA
I genitori hanno un impatto enorme sui comportamenti legati al ruolo e alla tipizzazione di genere. Esempio
Diversi modi di rivolgersi e comportarsi/ Scelta di vestiti, giocattoli e decorazioni per la stanza. L’influenza
delle scelte ‘tipizzate’ del genitore plasmano attivamente i gusti e le preferenze del bambino ed inoltre
garantiscono che gli altri rispondano in maniera appropriata per il genere.
 Strategie materne di socializzazione
 Strategie paterne di socializzazione
 Genitori con neonati= Le madri tendono ad essere più eque; A volte i padri mostrano una
preferenza verso i figli maschi; I padri sono gli agenti principali della socializzazione del ruolo di
genere
 I padri esercitano una pressione maggiore sui bambini per mezzo di giocattoli adeguati al genere
 Entrambi i genitori sono protettivi verso la femmina e si pensa che i maschi abbiano più
indipendenza
Non tutti i gruppi culturali fanno queste distinzioni sulla base del genere . Il trattamento differenziato per
genere dei genitori è associato a un’aspettativa di rendimento dei bambini
 I padri evidenziano ai figli l’importanza di un’occupazione o di una carriera
  Enfasi sulle interazioni interpersonali delle ragazze
  Le performance e le percezioni dei bambini coincidono con le aspettative dei genitori
Caratteristiche di modellamento dei genitori: L’influenza dei genitori ha maggiore potere sui maschi; I
genitori molto tradizionali hanno bambini con tipizzazione di genere elevata; Madri lavoratrici: effetti non
chiari
Quando un genitore è assente= L’assenza o la non disponibilità del modello maschile può contribuire a
creare complicazioni sullo sviluppo dell’identità e ruolo di genere per il bambino
I ruoli di genere nei figli dei genitori omosessuali= Nessuna differenza tra i comportamenti di ruolo di
genere nei bambini cresciuti da famiglie omosessuali e quelli dei nuclei eterosessuali
I fratelli come agenti di socializzazione di genere. La Tipizzazione di genere: varia con il sesso dei fratelli.
Alcuni legami con gli attributi ereditati dai fratelli sono più forti rispetto ai legami genitore-figlio

Le INFLUENZE ESTERNE ALLA FAMIGLIA


Le famiglie sono le prime tra le forze sociali. Altre influenze includono: Libri, televisione e coetanei. Gli
standard della società per i ruoli e la segregazione di genere. Fra le influenze esterne troviamo in primis
Scuole e insegnanti: gli insegnanti inviano ai bambini una grande quantità di messaggi connotati per genere.
Nelle classi miste, gli insegnanti tendono a rispondere diversamente ai maschi e alle femmine. La diversa
attenzione dedicata comporta anche un diverso rendimento degli studenti. Questo provoca un grande
impatto sul comportamento e sulla percezione di abilità.

METTERE ALLA PROVA GLI STEREOTIPI DI GENERE = Molti credono che le idee tradizionali di mascolinità e
femminilità siano distruttive da un punto di vista sociale e psicologico. Bambini e adulti possono essere
androgeni. Entrambi i sessi possono essere:
 ‘Materni’
  Realizzati professionalmente
 Indipendenti e costruttivi

ETNICITA’ E PREGIUDIZIO
Etnicità= Categoria sociale importante
La ricerca nasce negli USA, nel contesto della segregazione razziale del XIX e XX secolo tra afroamericani ed
europei americani.
Pregiudizio: atteggiamento che si basa spesso su stereotipi verso un gruppo particolare.
Gli studi hanno mostrato che ci sono atteggiamenti impliciti e attribuzioni fatte in base al gruppo etnico.
Portano a valutazioni negative del gruppo se la minoranza si confronta con la maggioranza.
Consapevolezza etnica: I bambini, intorno ai 5 anni, comprendono il concetto di etnicità e iniziano a
identificare i gruppi etnici. È influenzata in parte dal contesto o dalla diversità dell’ambiente sociale in cui
cresce il bambino.
Le teorie sul pregiudizio etnico:
•Riflesso della società – Aboud (1988)
 Preferenze e atteggiamento positivo attribuito al gruppo di maggioranza dominante (spesso bianco)
  Conseguenze delle abilità cognitive di base
•Teoria dello sviluppo dell’identità sociale – Nesdale (2004) = Gli atteggiamenti etnici provengono in gran
parte dalla società. Fasi del comportamento infantile nei confronti delle etnie:
1. Indifferenziata
2. Consapevolezza etnica
3. Preferenza etnica
4. Pregiudizio etnico (non raggiunta da tutti)
RIDURRE IL PREGIUDIZIO ETNICO
Sono stati studiati gli interventi efficaci, sebbene nei conflitti di lunga durata gli atteggiamenti risultino
resistenti. Gli atteggiamenti impliciti sono più difficili da combattere. Di recente la ricerca ha iniziato a
identificare altri fattori, sia sociali che cognitivi, che possono contribuire.

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