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Psyché = spirito, anima; logos = discorso, studio = psicologia inizialmente “la scienza dell’anima” + scienza
processi cognitivi, sociali, emozionali e neuro biologici che guidano il comportamento umano + scienza del
comportamento, dei processi psichici, del benessere o della patologia psichica.
La nascita della psicologia sperimentale: Primo laboratorio psicologia Lipsia 1879 di W. Wundt 1873-74:
“Fondamenti di psicologia fisiologica", Primo laboratorio di psicologia in Italia Firenze, 1903 F. De Sarlo
Psicologia moderna
● Neuropsicologia
● Psicologia del lavoro e delle organizzazioni
● Psicologia sociale e di comunità
● Psicologia dello sviluppo e dell’educazione
● Psicologia clinica e della salute
La psicologia dello sviluppo si propone di identificare e descrivere i cambiamenti dello sviluppo, oltre che
scoprire i processi sottostanti a tali cambiamenti. Ambito di studio che cerca di comprendere e spiegare il
comportamento, le capacità cognitive, sociali, emotive. Prima descrivendole variazioni nel tempo (bambino,
adolescente, adulto.) in secondo luogo scoprendo I processi che stanno alla base di questi cambiamenti.
Sviluppo infantile= Lo sviluppo è costituito dalle dinamiche di quel processo di cambiamento che comincia
con il concepimento e si dipana lungo tutto l’arco della vita. COSA CAMBIA COME CAMBIA
Il pensiero sviluppo della ha psicologia influenzato là dello politica sociale e la bambini, legislazione famiglie,
in merito adolescenti anziani.
Sviluppo= I meccanismi del cambiamento agiscono dal concepimento e per tutta la durata della vita. Lo
sviluppo è il risultato dell’interazione di diversi processi (biologici, cognitivi e socio emotivi). VISIONE COME
STADIALE VS VISIONE PROGRESSIONE DELLO SVILUPPO LINEARE.
COMPORTAMENTISMO
Pavlov, Watson, Thorndike e Skinner pongono l’attenzione su comportamento e apprendimento
Contributi: Enfasi sull’ importanza della ricerca scientifica. Focus sulle determinanti ambientali del
comportamento.
Critiche: Poca considerazione dei processi cognitivi (Pavlov e Skinner); Troppa enfasi sulle determinanti
ambienti; Inadeguata attenzione ai comportamenti evolutivi; Inadeguata considerazione della creatività e
della spontaneità umana.
LA TEORIA MATURAZIONISTA
L’emergere delle abilità dei bambini è dettato da un’influenza genetica. Si ispira a Darwin.
Studio sui gemelli Jimmy e Johnny di McGraw: entrambi mostrano uno sviluppo simile l’uno all’altro
LA TEORIA PSICODINAMICA
Freud e poi Erikson
The psicodinamica: lo sviluppo è determinato dalle pulsioni biologiche influenzate dai contatti con
l’ambiente e dall’interazione delle 3 componenti della personalità. Attenzione sulla personalità e lo sviluppo
dell’Io. La personalità ha 3 strutture= Es: pulsioni istintive che rappresentano la riserva individuale di
energia psichica. Io: Ha a che fare con le esigenze della realtà. Super-io: Il lato morale della personalità.
L’individuo passa attraverso cinque fasi di sviluppo, nelle quali il piacere è legato ad una parte del corpo
piuttosto che ad altre (bocca, ano, genitali).
Erikson
The psicosociale: lo sviluppo avviene tramite 8 fasi il cui passaggio dipende dal superamento di crisi
determinate da compiti evolutivi che richiedono l’interazione dei bb con l’ambiente. Sviluppo attraverso 8
fasi che si susseguono nel corso della vita, ciascuna prevede un compito evolutivo che mette l’individuo di
fronte a una crisi da superare.
Contributi
Critiche
Contributi:
Critiche:
Processi mentali interni: memoria, logica e linguaggio. Il comportamento è più che una semplice sequenza
di input e output Jean Piaget, una posizione dominante. Il passaggio, tuttavia, era avvenuto attraverso
Bandura e la Teoria dell’apprendimento sociale.
Contributi:
Critiche:
COSTRUTTIVISMO DI PIAGET
I bambini tendono a progredire nello stesso modo, per fasi. I bambini di età simili tendono a commettere gli
stessi errori. Il pensiero infantile cambia qualitativamente con la crescita.
Epistemologia genetica: Il termine, coniato da James Mark Baldwin e ripreso da Jean Piaget, sta ad indicare
lo studio dei modi in cui le conoscenze dei bambini cambiano nel corso del loro sviluppo.
LA TEORIA SOCIOCULTURALE
Vygotskij. L’impatto delle esperienze sociali e culturali sullo sviluppo:
Contributi:
Critiche:
CONNESSIONISMO
Grandi set di nodi interconnessi. Modellano le connessioni nel cervello. L’apprendimento avviene
attraverso alterazione della forza delle connessioni.
NEUROSCIENZE EVOLUTIVE
Riscontri prime neurali delle prime abilità, del comportamento. Metodi: tracciato EEG, potenziali evento
correlati, risonanza magnetica funzionale. Esempio: neuroni studio neuroni a specchio.
I METODI DI RICERCA
Molte ricerche sugli adulti usano questionari per chiedere ai partecipanti i propri pensieri ed esperienze
Impossibile usarli con bambini e neonati Gli psicologi dello sviluppo hanno elaborato numerosi metodi
innovativi per condurre le proprie ricerche. Metodo scientifico, tecniche misurabili e replicabili nel
formulare ipotesi e raccogliere e analizzare dati per testare la validità di una teoria.
Chiusa o strutturata, Semistrutturata, Aperta − − Punti di forza: Può essere d’aiuto nello stabilire nuove
informazioni su un tema e sviluppare le idee per uno studio futuro Debolezze: sono soggette ai problemi di
doversi auto presentare dell’intervistatore.
I Self −Report dei bambini Le informazioni che le persone forniscono riguardo a loro stesse in un’intervista
diretta o in altre forme, come i questionari Punti di forza: alcuni tipi di informazioni sono difficili da
ottenere in qualsiasi altro modo Debolezze: i bambini sono più lenti a rispondere e hanno più problemi a
comprendere le domande rispetto alle popolazioni adulte.
I report di famiglia, insegnanti e pari Punti di forza: Questi report si basano generalmente su osservazioni
compiute nel tempo in una varietà di situazioni Anche se si trattasse di percezioni, credenze e
interpretazioni imprecise, potrebbero essere importanti quanto la ‘realtà’ Debolezze: Spesso le persone
sono portate a ricordare sé stesse sotto una luce migliore e potrebbero anche non rispondere
sinceramente.
Disegni di ricerca
⮚ L’approccio trasversale confronta diversi livelli di età in uno stesso momento preciso
⮚ L’approccio longitudinale (prospettico e retrospettivo) studia gli stessi soggetti per un certo periodo
di tempo in vari momenti della loro vita
⮚ L’approccio sequenziale unisce l’approccio trasversale e quello sequenziale
SVILUPPO FISICO
La crescita è un processo quantitativo e continuo che tuttavia presenta ritmi e velocità diverse nelle
diverse epoche di sviluppo: in alcuni periodi della vita è più rapida e in altri più lenta.
Modello di crescita cefalocaudale. L’incremento di statura e di peso è maggiore che in qualsiasi altro
periodo del ciclo di vita. Velocità massima nei primi 6 mesi della gravidanza: 1,8 mm al giorno. A partire
dalle 35 settimane la crescita rallenta e le proporzioni corporee si modificano diventando più armoniche
lunga (nell’embrione di due mese la testa è lunga la metà della lunghezza totale mentre alla nascita essa è
di un quarto rispetto a tutto il corpo).
I rischi nello sviluppo prenatale: L’esposizione prenatale ai teratogeni (droghe, nicotina, alcool, farmaci,
tossine ambientali che esercitano effetti principalmente durante i periodi critici) può causare deviazioni
dello sviluppo. Ogni teratogeno ha effetti particolari. Possono essere contrastati dai genotipi materni/fetali.
Gli effetti di uno possono intensificare gli effetti di un altro. Alcuni possono avere zero effetti sulle madri.
Più lunga è l’esposizione, peggiore è l’effetto; Fattori materni che possono danneggiare il feto come stato
emotivo della madre (Maternità blues: disturbo emotivo transitorio che emerge dal 30 al 75% dei casi e
dura circa 2 settimane = Stress durante la gravidanza e il parto, una rete di supporto sociale può essere
d’aiuto cosi come appoggio e presenza del padre).
Nascita: L’evento più importante della vita di un genitore; Travaglio e parto transizione per l’infante Parto
naturale: cambiamento nell’XIX secolo; Parti cesarei motivo di preoccupazione per i rischi; 20% delle nascite
in UK (simile in altri paesi industrializzati) sono via cesareo.
PARTO
Il travaglio ha 3 fasi:
Fase 1 (otto o più ore): contrazioni uterine ritmiche di forza e di frequenza crescente, che causano la
dilatazione della cervice (la sottile apertura dell’utero verso il canale del parto).
Fase 2 (da una a due ore circa), la testa del bambino entra nell’apertura cervicale e la madre spinge fuori il
bambino.
L’importanza dell’ambiente perinatale; Comprende le medicine date alla madre durante il travaglio, le
pratiche usate per far avvenire il parto, il tipo di parto e l’ambiente sociale che circonda il bambino appena
nato. Tra le medicine date alla madre rivestono particolare importanza l’anestesia epidurale e l’ossitocina.
L’anossia è la condizione che si verifica quando il feto/neonato ha un’insufficiente apporto di ossigeno.
Indice di Apgar: scala di valutazione dello stato di vitalità del bambino (da 0 a 2)
I. Respirazione;
II. Battito cardiaco
III. Colore della pelle
IV. Riflessi
V. Tono muscolare
Prematurità e sottopeso: Circa il 9% delle nascite sono premature. Si è prematuri quando si nasce prima
delle 37 settimane. Il peso medio è 5 libbre (2.26 kg).
CRESCITA FISICA
Segue due principi: sviluppo cefalocaudale e pattern prossimo-distale. Crescita più rapida nei primi 6 mesi
di vita. La crescita è episodica, non continua ed è influenzata da genetica e ambiente. Genetica e genere
sessuale hanno grandi effetti su peso e altezza.
MATURAZIONE SESSUALE
Pubertà: l’aumento delle concentrazioni ormonali stimola lo sviluppo dei caratteri sessuali primari e
secondari. PRIMARI: Conseguimento della maturità sessuale; menarca nelle femmine (ovulazione)
spermarca nei maschi; SECONDARI: sviluppo del seno, pelo pubico, cambiamento di voce. Periodo di stress,
pulsioni nuove e intense e pressioni sociali per gli adolescenti.
Gli ormoni:
Gli estrogeni sono cruciali per la maturazione del sistema riproduttivo femminile
Il progesterone ’ aiuta a regolare il ciclo mestruale femminile e prepara l’utero al concepimento
Il testosterone è essenziale alla maturazione del sistema riproduttivo maschile e alla produzione
dello sperma.
Sensazione: quali informazioni i nostri sensi sono in grado di rilevare (organi sensoriali + vie nervose fino
al cervello → impressioni immediate)
Percezione: integra e interpreta le nostre sensazioni (coinvolge le aree della corteccia cerebrale)
LA VISTA
In età infantile: equipaggiamento visivo fondamentale come bulbi oculari, cristallino, retina, corteccia visiva
(occipitale). I neonati possiedono questo fondamentale apparato visivo, sebbene alcune componenti non
siano ancora formate al primo anno di vita, e alcune proseguano lo sviluppo durante la fanciullezza (Aniline,
età 1998) ➔ es.: il cristallino non è in grado di mettere a fuoco da una serie di distanze. La vista del
neonato può rilevare luminosità, movimento e seguire un oggetto. Il sistema visivo alla nascita è
funzionante anche se immaturo. Infatti:
1) Riesce a mettere a fuoco solo oggetti che si trovano a breve distanza, tra i 20 e i 50 cm (potere di
accomodamento del cristallino è limitato; piano focale fisso)
2) Il neonato seleziona con maggiore facilità stimoli che compaiono alla periferia piuttosto che al
centro del campo visivo. Ad 1 mese i bambini preferiscono fissare aspetti periferici del volto
(mento, contorno della capigliatura alla sommità del capo); A 2 mesi esplorano maggiormente le
parti centrali (occhi e bocca). Vengono preferiti gli stimoli che determinano la massima attività
neurale del sistema visivo.
3) La sua acuità visiva (capacità di distinguere con precisione i dettagli) è limitata, 30 volte inferiore a
quella dell’adulto
4) La sua sensibilità al contrasto è limitata, 10 volte inferiore a quella dell’adulto
5) Il neonato non riconosce i colori; i coni (recettori dell’occhio sensibili al colore) funzionano solo a
partire dai 2 mesi.
Sono proprio questi limiti che favoriscono la selezione degli stimoli biologicamente e psicologicamente
importanti per la sua sopravvivenza (es. VOLTO NEI MOMENTI DI ALLATTAMENTO O CAMBIO).
La preferenza per i volti: L’abilità di percezione si sviluppa rapidamente entro il primo anno. Preferenza
precoce tra i 2 gg e i 3 mesi. Con la crescita e l’aumento delle esperienze. Maggiore attenzione a occhi e
caratteristiche interne, preferenza per il viso materno sugli altri. Preferenza per pattern unici (facce) e
complessi. Velocità di elaborazione associata all’età, chiave di volta nello sviluppo della capacità
intellettuale. I bambini di 1 anno selezionano le facce e le maschere attraenti rispetto a quelle sgradevoli.
La percezione della profondità: A 5 mesi sanno coordinare gli occhi, acquistano visione stereoscopica simile
a un adulto. Visione stereoscopica: senso della terza dimensione spaziale. Lo strabismo richiede di essere
operato prima dei 2 anni. Migliora con l’età, più sensibile ai segnali. Ha valore di sopravvivenza. Abilità di
precipizio visivo. Intorno ai 3 mesi i bb iniziano a cogliere la costanza di forma, verso i 4-5 mesi quella di
grandezza. A 6 mesi i bambini possiedono la percezione di profondità, manifestando paura (Gibson e Walt,
attraverso la condizione sperimentale del “precipizio visivo”).
UDITO
L’udito è il senso più maturo alla nascita. In effetti, alcuni suoni attivano riflessi anche senza una cosciente
percezione. Il feto probabilmente ha sentito questi suoni nel grembo materno durante l’ultimo trimestre.
Suoni improvvisi fanno piangere i bambini, alcuni suoni ritmici, come un battito cardiaco/ninna nanna
facilitano il sonno. I neonati nei primi giorni di vita, girano la testa verso la fonte del suono e possono
distinguere le voci, il linguaggio e il ritmo.
OLFATTO
I neonati possono mostrare un’espressione positiva del viso se esposti a profumi considerati piacevoli
anche dagli adulti e negativa verso odori considerati spiacevoli o nocivi. Neonato si gira in direzione di uno
stimolo che è:
GUSTO
I neonati hanno anche un senso molto sviluppato del gusto. Essi possono differenziare gusti salati, acidi,
amari e dolci (Rosenstein). I neonati reagiscono come se percepissero in modo diverso i quattro gusti base
dolce, acido, salato e amaro differenti espressioni facciali, attraverso intensità suzione e deglutizione della
soluzione che sentono in bocca.
Il gusto e l’olfatto sono probabilmente necessari alla sopravvivenza fin dall’inizio della vita, tant’è che
maturano presto per diminuire con l’età.
TATTO
Il senso del tatto si attiva molto prima della nascita; I neonati sono molto reattivi al contatto es. carezze,
dolore. Il sistema nervoso del bambino è in grado di provare dolore. I recettori della pelle per il dolore sono
altrettanto abbondanti nei bambini così come sono negli adulti.
SVILUPPO MOTORIO
● APPROCCIO MATURAZIONISTA: maturazione delle strutture muscolari e cerebrali che controllano
l’attività motoria, maturazione dettata dal patrimonio genetico. Strutture corticali inibiscono le
strutture sottocorticali (es. Esaurimento dei riflessi di stepping) e consentono la progressiva
coordinazione dei gruppi muscolari che mantengono al postura eretta e la marcia
● TEORIA DEI SISTEMI DINAMICI: esito di coordinazione tra più sistemi dinamici: il SN, le
caratteristiche biomeccaniche del corpo, ambiente. L ’ andatura eretta è impedita nei primi mesi di
vita da vincoli fisici (es. peso della testa, posizione del baricentro). Nel primo anno di vita
cambiano le proporzioni del corpo: ora ha raggiunto l’equilibrio per camminare + incremento
massa muscolare degli arti (i primi mesi non si sorreggerebbe, ecco perché scompare lo
stepping).
Riflessi: comportamenti più o meno complessi prodotti in modo automatico in risposta a specifici stimoli.
Alcuni riflessi permangono per tutta la vita (es. Riflesso pupillare, sbadiglio). I riflessi neonatali sono
destinati a scomparire nei primi mesi mano a mano che vengono sostituiti con azioni volontarie. La
presenza e la qualità dei riflessi e la loro scomparsa al momento opportuno rappresentano importanti
indicatori della salute del bambino!
Oggi con le teorie più recenti alcuni riflessi sono considerati invece comportamenti acquisiti tramite
processi di apprendimento durante la vita fetale. I riflessi primitivi sono importanti per Protezione,
Nutrizione (Suzione), Sopravvivenza (Riflesso tonico del labirinto). Possono aiutare a determinare il livello
della maturazione neurologica. Riflessi sono età specifici nei bb sani es. Riflesso di Moro se assente o
asimmetrico può indicare un danno cerebrale o Riflesso tonico simmetrico del collo può indicare una
paralisi cerebrale o altri problemi neurologici.
Imparare a CAMMINARE: per camminare dritto il bb deve poter sostenersi su una sola gamba, mentre
l’altra viene spinta in avanti e deve anche spostare il peso da una gamba all’altra.
Lo sviluppo nel 2’ ANNO= Aumentano le abilità motorie e l’esercizio fisico. Entro i 13/18 mesi, i bambini
riescono a tirare un giocattolo attaccato ad un filo e ad usare le loro mani e gambe per salire dei gradini.
Entro i 18/24 mesi riescono a camminare velocemente o correre goffamente lungo piccole distanze,
rimanere in equilibrio sui loro piedi da una posizione rannicchiata mentre giocano con degli oggetti sul
pavimento, camminare all’indietro senza perdere l’equilibrio, calciare un pallone stando in piedi senza
cadere.
INFANZIA= A 3 anni i bambini compiono semplici movimenti come saltare, saltare su una gamba, correre
avanti e indietro. A 4 anni i bambini diventano più avventurosi. Si arrampicano su piccoli percorsi ad
ostacoli, riescono a salire le scale con un piede solo per gradino già da tempo e iniziano a mettere in atto la
stessa tecnica nello scendere le scale. A 5 anni corrono veloci e piace loro gareggiare con altri bambini e con
i loro genitori.
VARIABILITA’ INDIVIDUALE: Non tutti i bb gattonano; non tutti lo fanno nello stesso modo e nello stesso
mese.
Attività visuomanipolatoria:
SVILUPPO COGNITIVO
COGNIZIONE: attività mentale attraverso la quale gli esseri umani acquisiscono, elaborano, ricordano le
conoscenze; comprende diversi processi tra cui: percezione, attenzione, apprendimento, memoria, e
ragionamento.
Il bambino è parte attiva nella ricerca della conoscenza= Teoria costruttivista: I bambini costruiscono le
proprie conoscenze; provano ad adattare le nuove informazioni alla luce di ciò che già sanno. Cambiamenti
sistematici nel pensiero infantile avvengono a età indicative.
Piaget ha utilizzato l’osservazione per lo studio dell’intelligenza sui suoi 3 bambini: Lucien ne, Laurent e
Jacqueline. L’osservazione piagetiana viene definita quasi sperimentale: integrazione di osservazione,
colloquio clinico, e quasi esperimenti. Si tratta di una osservazione guidata da un corpus molto strutturato
di ipotesi. Inoltre nel tentativo di verificare alcune ipotesi, Piaget controlla o manipola alcune variabili.
Inoltre è sistematica e continua e permette di studiare la genesi e lo sviluppo di alcuni comportamenti.
La conoscenza del mondo si organizza in strutture cognitive di complessità crescente che la organizzano =
SCHEMI, ossia azioni o rappresentazioni mentali che organizzano la conoscenza Lo sviluppo cognitivo
comporta dei processi di progressiva modifica delle proprie strutture mentali (SCHEMI) in base alle richieste
ambientali. Ciò avviene attraverso i processi di assimilazione e accomodamento.
⮚ ASSIMILAZIONE Incorpora esistenti i nei dati propri schemi nuovi dell’esperienza trasformandoli in
un’azione motoria o mentale in modo che compatibile con la sia nostra struttura. Conservazione.
Incorpora nuove esperienze in strutture e comportamenti mentali esistenti.
⮚ ACCOMODAMENTO Modifica i propri schemi per adattarli ai nuovi dati per rendere possibile
l’assimilazione. Novità. Si verifica quando le teorie di un bambino vengono modificate sulla base
dell’esperienza Il bambino dovrà rivedere la sua precedente teoria per includere questo nuovo tipo
di oggetto.
LA VISIONE STADIALE
Gli stadi di Piaget
◼ 18-24 mesi= SCHEMA D’AZIONE: L’azione è il primo strumento per la formazione della conoscenza. Il
bambino interagisce con l’ambiente soltanto attraverso percezioni ed azioni motorie, in quanto non è
ancora capace di evocare mentalmente oggetti ed eventi. Le sue azioni sono guidate da schemi
sensomotori, una sorta di piani di azione che collegano percezioni e movimenti. Non vi è una
rappresentazione mentale interna degli oggetti.
I 6 sottostadi
I. Stadio, esercizio e consolidamento degli schemi riflessi (0-1 mese): il bambino dispone di una
motricità attivata da un repertorio di schemi innati (riflessi) che nel primo mese si modificano per
essere per lo più consolidati tramite l’esercizio.
II. Stadio delle reazioni circolazioni primarie (24 mesi) → tendenza a ripetere, innata, che consolida le
sequenze dei gesti attraverso modifiche successive. I riflessi vengono volontariamente ripetuti
perché hanno valore di rinforzo per il bambino. Nascono gli schemi d’azione (schemi sensomotori):
primo esempio di struttura astratta. I neonati producono casualmente un evento e quindi poi
provano a ricrearlo. Ad esempio: gira il capo per guardare nella direzione da cui proviene il suono.
Assimilazione e coordinamento di riflessi.
III. Stadio delle reazioni circolari secondarie (4 8 mesi): ripete quei comportamenti che ha scoperto
utili a produrre “spettacoli interessanti». Le azioni vengono ripetute in virtù delle conseguenze che
hanno sul mondo. Si tratta di adattamenti appresi agli eventi ambientali, rinforzati dalle
conseguenze esterne che producono. Si è instaurata una relazione contingente tra il
comportamento del bambino e gli eventi ambientali.
IV. Stadio (8-12 mesi): inizia a delinearsi la distinzione mezzi-fini. Il bambino comincia a coordinare due
schemi in sequenza, nella quale il primo costituisce il presupposto per l’attivazione del secondo (es.
Puntare il dito verso il biberon per farselo dare. Compare la sistematicità e l’intenzionalità
nell’esplorazione. Gli schemi vengono generalizzati a nuove situazioni e schemi diversi vengono
combinati in sequenza. I bambini pensano a un obiettivo e capiscono come raggiungerlo. Modalità
molto più sofisticata di pensare: i bambini diventano più intenzionali nel rispondere alle persone.
V. Reazioni circolari terziarie (12-18 mesi): variazione sistematica degli schemi in vista di un effetto
desiderato che porta a costruire nuovi schemi, attraverso la sperimentazione attiva e di conoscere
meglio le proprietà degli oggetti. I bambini esplorano una vasta gamma di attività. Essi assumono il
ruolo del "piccolo scienziato", che sperimenta per vedere.
VI. 18-24 mesi: compare la funzione simbolica, intesa come la capacità di rappresentare mediante
simboli (immagini, nomi, pensieri) qualcosa che non è presente e usarli come mezzi per
raggiungere un fine. L bb si inventa mezzi per risolvere il problema ma non più tramite tentativi, ma
anche al primo tentativo → il bambino combina vari schemi nella mente ancora prima di eseguire
l’azione e pensa alle conseguenze. L’AZIONE VIENE PENSATA.
-IMITAZIONE DIFFERITA: ripetere le azioni di un’altra persona a distanza di tempo e in un altro
contesto
-GIOCO DI FINZIONE: far finta di mangiare
Da un gioco di esercizio → ai rituali → ai giochi simbolici, che domineranno tutta l’età prescolare,
integrandosi nelle attività sociali del bambino sotto forma di giochi socio- drammatici in cui ogni
partecipante recita un ruolo. Dall’ imitazione in presenza del modello ad una imitazione differita in
assenza del modello.
Gli oggetti hanno una continuità nel tempo e nello spazio, quindi se spostati restano dove sono stati
collocati Inizialmente quando un oggetto scompare dalla vista, il bambino perde rapidamente interesse. Dal
primo al quarto mese, alla scomparsa dell’oggetto guarda con più intensità nella direzione in cui è
scomparso l’oggetto, con attesa. Tra i 4 e gli 8 mesi circa comincia la ricerca attiva dell’oggetto parzialmente
nascosto. Prima degli 8 mesi: non comprende che la comparsa e la scomparsa di un oggetto riflettono i
movimenti di uno stesso oggetto;
Tra gli 8 e i 12 mesi Il bambino ricerca l’oggetto anche quando è completamente nascosto, in assenza di
indici percettivi che segnalino la sua presenza. Non sa cercare l’oggetto se questo viene nascosto in un
nuovo nascondiglio. Errori A non B: il bambino continua a cercare l’oggetto nel luogo dove lo aveva
ritrovato in precedenza anche quando l’oggetto è stato nascosto nel nuovo nascondiglio davanti ai suoi
occhi.
A partire dai 12 mesi: Il bambino ricerca l’oggetto anche quando è sottoposto a spostamenti non visibili. Il
bambino usa l’evidenza percettiva per inferire e rappresentare spostamenti non visibili. Concetto di
permanenza dell’oggetto: a partire dai 12 mesi il bambino riesce a rappresentarsi l'oggetto. L’oggetto è una
entità indipendente dal contatto percettivo che il bambino ha con esso e indipendentemente dalle azioni
che il bambino compie su di esso. Non compie più l’errore a non B.
Critiche
-Memoria
-Il paradigma della violazione dell’aspettativa di Ballarono: bambini già dai sorpresa 4 mesi manifestano di
fronte alla reazioni di magica sparizione/riapparizione di un oggetto aspettative relative agli eventi nei, quali
scompare momentaneamente alla o generano un oggetto vista. I bambini dell’età di 3 mesi e mezzo si
mostrano consapevoli della permanenza dell’oggetto.
Egocentrismo: Percepire e pensare il mondo solo con la propria prospettiva →esperimento delle tre
montagne. Incapacità di decentrarsi dalla propria visione. Si chiede al bambino di scegliere una serie di
fotografie del panorama da quella che corrisponde a una prospettiva diversa dalla propria. Fino a 8 anni i
bambini non sono capaci di immaginare quale potrebbe essere la prospettiva.
Animismo: caratteristica del periodo preoperatorio che consiste nel credere che oggetti inanimati abbiano
qualità legate all’essere vivi e siano capaci di compiere azioni.
Finalismo: è il principio secondo il quale si crede che tutti i fenomeni abbiano uno scopo orientato a
garantire all’uomo le condizioni di una vita serena.
Artificialismo: è la tendenza a credere che le cose siano state costruite dall’uomo o da un’attività divina, che
opera secondo le regole della costruzione umana.
Pensiero infantile: Focus su fine piuttosto che su mezzo e uso del centramento (pensiero unidimensionale).
Studi tra diverse culture mostrano variazione considerevole. Collegamento tra pratiche culturali e sviluppo
delle abilità cognitive.
Critiche: Il successo nelle prove di classificazione e seriazione dipendono da molti fattori (materiale usato e
compito proposto) → l’acquisizione delle abilità logiche è solo un’acquisizione tra le altre e non
fondamentale per spiegare le altre successive.
L’idea di uno stadio delle operazioni concrete è stato progressivamente superato da altri studi che, pur
considerandolo importante per sviluppo cognitivo in età scolare, affermano che è solo un’acquisizione fra le
altre, e non un’acquisizione più fondamentale che spiega le altre. Il successo dei bambini nella
classificazione non è indice di abilità logica.
I concetti piagetiani:
Piaget potrebbe avere sottostimato: Le tempistiche e l’inizio delle abilità cognitive (I cambiamenti
potrebbero non avvenire in stadi ordinati); Le abilità dei bambini più grandi; L’influenza della cultura e delle
esperienze sociali; Il contributo delle emozioni allo sviluppo; Lo sviluppo cognitivo può essere accelerato
attraverso una formazione e un intervento attivo.
Valutazione complessiva= Lo sviluppo cognitivo potrebbe non avvenire in fasi “a gradini”. Nel complesso, la
teoria di Piaget funziona bene nelle aree dell’educazione e del sostegno. Il lavoro di Piaget ha avuto grande
impatto sugli studi dello sviluppo delle abilità cognitive del bambino.
La zona di sviluppo prossimale (ZPD): Definita anche area di sviluppo potenziale o prossimo(ZPD), è il
termine usato da Vygotskij per riferirsi alla differenza tra il livello di sviluppo effettivo di un individuo,
manifestato quando risolve un compito da solo, e il suo livello di sviluppo potenziale, che si potrebbe
esprimere se il compito fosse risolto con le indicazioni ed i suggerimenti di un adulto o di un pari più
competente.
Zona di sviluppo prossimale (ZPD): differenza tra livello di sviluppo attuale e potenziale, dove il potenziale è
definito dalla sua capacità di risoluzione con scaffolding…
⮚ Ciò che è già noto; non insegnare di nuovo, troppo noioso
⮚ Ciò che il bambino può capire con una guida appropriata; da insegnare: emozionante, stimolante
⮚ Ciò che non è ancora pronto o in grado di imparare; non insegnare, troppo difficile
L’abilità di apprendere aumenta con la maturità biologica e la crescita esperienziale. La zona circonda
sempre ogni livello di maturità e sviluppo.
Scaffolding Significa graduare il livello di supporto, modulandolo sul bambino e fa riferimento al fatto che
nelle interazioni sociali le differenze fra i partecipanti si risolvono in un’azione reciproca, tale per cui uno
dei due agisce “come può e come sa fare” mentre l’altro fa “tutto il resto”. Il tipo ed il grado di supporto
(scaffold) dipendono dal compito e dal bambino. Dialogo, un importante strumento di scaffolding. Le
strategie di scaffolding possono essere le più diverse.
Strategie di insegnamento
Il ruolo del linguaggio: è un prodotto culturale che media il funzionamento cognitivo (pensiero,
comunicazione) ed ha un ruolo centrale nell’approccio di in Vygotskij
TEORIA DELLA MENTE (theory of mind): si riferisce alla consapevolezza dei propri processi mentali e di
quelli degli altri. Insieme complesso di competenze che permette di attribuire stati interni quali credenze,
emozioni, desideri, intenzioni, pensieri o conoscenze, a se stessi e agli altri, sulla base dei quali è possibile
interpretare e prevedere il comportamento proprio e altrui. Il “compito della falsa credenza”, verifica la
capacità di teoria della mente dei bambini.
La relazione diadica con la madre: fonte di alimentazione della vita emotiva del bambino
Lo scambio diretto e non verbale dei segnali emotivi tra madre e bambino dà significato alle sue emozioni.
INTERAZIONE SOCIALE
-2-6 mesi= vera e propria compartecipazione affettiva; reciprocità; primo senso di sé.
-7-9 mesi= INTERSOGGETIVITA’ SECONDARIA: coordinamento tra il focus dell’attenzione dell’adulto e del bb
per organizzare i propri stati interni; maggior scambio emotivo, attenzione condivisa nel gioco; Riferimento
sociale = ricerca attiva del commento affettivo dell’adulto per organizzare il comportamento in situazione di
incertezza; paura dell’estraneo;
-9-12 mesi = condivisione degli stati affettivi; regolazione emotiva; comprensione degli stati interni;
intenzioni dell’adulto e della comunicazione intenzionale; primo attaccamento.
La paura dell’estraneo è una forma di angoscia che si manifesta intorno ai 9 mesi in reazioni alla presenza di
estranei.
La paura è una delle prime emozioni negative
– La paura dell’estraneo emerge come la diffidenza a 3 mesi, la paura vera intorno ai 9 mesi
– Con la crescita, i bambini mostrano maggiore timore e discriminazione verso l’ignoto: percettivamente
non hanno esperienza
– Timore dell’estraneo non sembra essere universale, le reazioni dei bambini variano tra alcune culture. Le
differenze individuali potrebbero essere legate al temperamento.
Grafico paura dell’estraneo: a 8 mesi la metà dei bimbi studiati mostrava turbamento alla comparsa di
estranei e, entro un mese o due, questa reazione era chiaramente dominante.
Le caratteristiche dell’estraneo condizionano le reazioni emotive dei bambini.
Protesta da separazione – paura apparentemente universale, ma soprattutto nei bambini occidentali verso i
15 mesi. A volte l’ansia da separazione riappare in altre forme in età più avanzate. =Reazione di turbamento
infantile alla separazione dalla madre.
Grafico protesta: sebbene i bambini di 4 culture diverse (Africa, Guatemala, Indiani, Israeliani) abbiano
reagito in maniera considerevolmente diversa nell’intensità della propria protesta per il distacco dalle
madri, tutti tendevano a raggiungere un picco di stress circa alla stessa età, tra i 13 e i 15 mesi.
Cognizione ed emozione
I bambini imparano ad associare le reazioni emotive a eventi specifici attraverso gli script emotivi
Script emotivi sempre più complessi man mano che i bambini maturano; Presa di coscienza che gli
script complessi comprendono desideri, obiettivi e le intenzioni degli altri; Presa di coscienza che è possibile
provare sentimenti in conflitto tra loro nello stesso momento.
LE INFLUENZE DELLA FAMIGLIA SULLO SVILUPPO EMOZIONALE
Le famiglie svolgono un ruolo centrale nello sviluppo emozionale dei bambini. Socializzazione delle
emozioni attraverso alcune fasi
- I bambini apprendono guardando le reazioni emozionali dei membri della famiglia (pattern)
- Il tipo di stile genitoriale e di casa è determinante nel definire cosa viene appreso
- La socializzazione è un processo bidirezionale e i temperamenti influenzano le interazioni
ATTACCAMENTO
“(. . .) For all objects and experiences, there is a quantity that has an optimum value. Above that quantity,
the variable becomes toxic. To fall below that value is to be deprived.” Bateson, Mind & Nature = “come
per tutte le esperienze, c'è una quantità che ha un ottimo valore. Al di sopra la variabile diventa tossica, al
di sotto è depravata.”
Attaccamento: sistema dinamico di comportamenti che contribuiscono alla formazione di un legame
specifico fra due persone le cui radici possono essere rintracciate nelle relazioni primarie. In psicologia dello
sviluppo, l’attaccamento è normalmente inteso come il primo legame che un infante ha con il suo caregiver
primario (o figure di accudimento).
L'attaccamento è strettamente legato allo sviluppo emozionale. Si forma nella seconda metà del primo
anno di vita. Si manifesta nella ricerca di vicinanza della fda e nella protesta per la separazione. Aumenta
l’efficacia dei genitori nella socializzazione futura dei bambini.
LE TEORIE DI ATTACCAMENTO
O La teoria psicoanalitica: L'attaccamento è legato alla gratificazione delle pulsioni innate (madre= fonte di
gratificazione orale). Attaccamento prima verso il seno, poi verso la madre
o Teoria dell’apprendimento: Tradizionalmente: la pulsione primaria della fame è ridotta dal rinforzatore
primario (il cibo) e chi lo fornisce diventa il rinforzatore secondario
•Harlow: l'attaccamento è di conforto nelle situazioni di stress (vedi esperimento con madri surrogate)
•Oggi si ritiene che l'attaccamento non dipenda dal nutrimento del bambino ma con il concetto di
protezione pura
O Teoria dello sviluppo cognitivo: L’attaccamento specifico si basa sulla permanenza dell’oggetto. Il bb deve
distinguere tra madre ed estraneo. La prossimità fisica alle figure di attaccamento diventa meno importante
con la crescita, perché viene sostituita con altri codici. Il contatto fisiologico è mantenuto attraverso parole,
sorrisi e sguardi.
O La teoria etologica di Bowlby: L'attaccamento infantile ha radici nelle reazioni istintive dei bambini (anche
dei genitori), importanti per la sopravvivenza e la protezione (sistema motivazionale). Si basa in parte sul
processo di imprinting degli animali. I primi sistemi infantili di segnalazione sociale (cioè sorridere e
piangere) hanno un ruolo attivo nella formazione dell'attaccamento.
La concettualizzazione di Bowlby
Paradigma fondato su assunzioni di natura biologica di stampo evoluzionistico. Inclinazione innata a
stabilire legami: propensione innata a ricercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie
quando si è vulnerabili ai pericoli ambientali.
Studi sulla separazione madre-bambino (Robertson e Bowlby, 1952). Secondo la teoria di Bowlby, la
relazione di attaccamento è finalizzata non solo al nutrimento ma anche alla sicurezza (funzione psicologica
dell’attaccamento) e alla protezione (funzione biologica dell’attaccamento) del figlio.
• SISTEMA COMPORTAMENTALE DI ATTACCAMENTO (motivazionale), sistema che motiva o regola il
comportamento del bambino; ha l’obiettivo esterno di spingerlo alla vicinanza con la figura di attaccamento
e l’obiettivo interno di indirizzarlo alla ricerca di una condizione affettivo-emotiva di sicurezza (qualità
attaccamento e emozione).
• COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO: ogni forma di comportamento che tende a ottenere o a
mantenere la vicinanza con qualche individuo differenziato e preferito.
• LEGAME, O RELAZIONE, DI ATTACCAMENTO: aspetto specifico della relazione tra adulto e bambino
connesso col mantenimento e la regolazione della sicurezza e della protezione.
LO SVILUPPO DELL’ATTACCAMENTO
Si evolve in stadi o fasi e si sviluppa verso coloro con cui si interagisce regolarmente, come madri, fratelli e
pari. Interazione padre-figlio influenzata dalla cultura e tipo di società in cui si vive. Differenze tra madri e
padri nei modi e negli stili di gioco continuano durante la crescita del bambino (più fisici nei padri, più
verbali nelle madri).
Sistema motivazionale dell’attaccamento (sistema biologico che permette alla specie di massimizzare il
proprio successo evolutivo), che si conserva grazie a meccanismi biologici di tipo genetico e specifici sistemi
neuro comportamentali (Hofer, 1999). Sistema che determina da parte del neonato il riconoscimento,
l’orientamento e la ricerca della madre o del caregiver. Importanza delle interazioni precoci con il caregiver.
Pre-attaccamento (0-2) = risposte sociale indiscriminate
Sviluppo dell’attaccamento (2-7) = riconoscimento delle persone familiari
Attaccamento ben sviluppato (7-24) = proteste nella fase di separazione, paura dell’estraneo,
comunicazione intenzionale
Relazione regolata da un fine (24-36 mesi in poi) = relazione reciproca, i bambini sono più
consapevoli dei bisogni dei genitori
Strange situation: la valutazione del legame di attaccamento nei bambini
1. Madre e bambino vengono accompagnati nella stanza
2. La madre e il bambino vengono lasciati soli e il bambino è libero di esplorare l’ambiente
3. Entra l’estraneo, si siede, parla con la madre e si mette a giocare con il bambino
4. La madre esce dalla stanza, il bb e l’estraneo rimangono soli
5. Prima riunione. La madre ritorna e l’estraneo esce in maniera discreta. La madre consola se
necessario il bb e cerca di mettesi a sedere
6. La madre esce e il bb rimane solo
7. L’estraneo ritorna e cerca se necessario di consolare il bb, poi si siede
8. Seconda riunione. La madre ritorna e l’estraneo esce. La madre consola il bb e cerca di sedersi
Ainsworth ha identificato tre tipi di attaccamento:
• TIPO A - attaccamento insicuro-evitante: durante la separazione dalla madre, il bambino non manifesta
particolare angoscia o disagio, se non per il fatto di trovarsi da solo. Infatti in presenza dell’estraneo appare
tranquillo anche se la mamma è andata via (terzo episodio) o si calma subito quando l’estraneo rientra
(sesto episodio) dopo essere rimasto completamente solo (quinto episodio). Durante il ricongiungimento
con la madre (quarto episodio) la evita, o, comunque, non ricerca nessun contatto fisico con lei.
• TIPO B - Attaccamento sicuro: è quello in cui un bambino ha stabilito un legame affettivo molto forte con
la figura materna, la cui presenza lo rassicura nei momenti di disagio e difficoltà. Nella “Strange Situation”
quando viene lasciato dalla mamma (terzo e quinto episodio) può rimanere angosciato o tranquillo: se è
angosciato, il disagio è dovuto all’assenza della madre; se è tranquillo è perché la borsa che la madre,
seguendo le regole stabilite dalla procedura, ha lasciato sulla sedia, lo rassicura che ella si è allontanata
solamente per un breve momento. Quando si trova solo con l’estraneo si lascia da questi consolare e gioca
con tranquillità (terzo e sesto episodio), ma non appena la madre rientra mostra una spiccata preferenza
per lei e ne cerca in tutti i modi il contatto e la vicinanza.
• TIPO C - Attaccamento insicuro-resistente: cosiddetto perché il bambino presenta evidenti reazioni di
resistenza al contatto e all’interazione con la madre (quarto e settimo episodio) nei momenti di
ricongiungimento. Inoltre manifesta una serie di comportamenti ambivalenti sia con la madre che con
l’estraneo: si avvicina per cercare un contatto, ma quando lo ha raggiunto protesta; oppure cerca di attirare
l’attenzione dell’adulto, ma non appena è riuscito ad ottenerla si allontana sia fisicamente, sia distogliendo
lo sguardo. Questi bambini tendono ad essere anche più irritabili degli altri e difficilmente consolabili,
oppure eccessivamente passivi di
TIPO DI ATTACCAMENTO E PREVALENZA= A evitante 20%; B Sicuro 55-60%; C resistente 15%; D
disorganizzato 15%
La formazione del primo attaccamento non è uniforme. Molti sembrano formare attaccamenti molto sicuri
(base sicura). La valutazione si basa sulla Strange Situation e le classificazioni di Ainsworth. Gli stili
genitoriali sono legati all'attaccamento; responsività sensibile è associata ad attaccamenti sicuri, mentre il
distante e rifiutante ad attaccamenti insicuri. Le forme di genitorialità deficitarie risultano spesso in un
comportamento di approccio/evitamento nei bambini
Nuovo metodo di valutazione: L’Attachment Q Sort (AQS)
Il California Attachment Procedure (CAP) si concentra sul modo in cui le madri gestiscono le paure
dei bambini
Questione dell’utilità del modello di Ainsworth
LO SVILUPPO ATIPICO
-Allontanamento dalla figura di attaccamento= nel 1946 inizia un progetto di ricerca sugli effetti di
separazione dalla madre: I coniugi Robertson studiano una bambina di 2 anni che viene messa in ospedale
senza madre. La bambina reagisce in 3 modi successivi: rabbia, pianti, urla proteste (lotta per impedire un
evento intollerabile); Chiusura in se stessa, disperazione (consapevolezza dell’irreparabilità); Sembra
assente indifferente anche alle visite dei genitori (distacco: riorganizzazione psicologica).
L'impulso che spinse Bowlby a formulare la teoria dell’attaccamento derivava dalle scoperte relative ai
pervasivi effetti patologici che si evidenziavano in bambini istituzionalizzati o ospedalizzati per lunghi
periodi in seguito alla separazione dalla famiglia ed alla discontinuità delle figure assistenziali, emersi con
sconcertante evidenza dagli studi di Spitz sulla sindrome dell’ospedalismo (1945) e sulla depressione
analitica, e da quello da lui stesso condotto in collaborazione con Robertson (Robertson e Bowlby, 1952).
-Attaccamento disorganizzato= Main, Kaplan e Cassidy (1985) hanno messo in evidenza un altro tipo di
attaccamento: TIPO D - attaccamento disorganizzato-disorientato. Il bambino che ha stabilito questo
legame manifesta comportamenti molto contraddittori e confusionari nei momenti di ricongiungimento
con la madre (quarto e settimo episodio): sembra che cerchi di raggiungerla fisicamente, ma volge lo
sguardo altrove; se viene preso in braccio da lei, guarda da un’altra parte; nei momenti di contatto con la
madre spesso manifesta una postura rigida o un’espressione impaurita (Cassibba, 1994; in Axia, 1994).
Disorganized Caregiving System
Collasso delle strategie: mancanza di una base sicura o la base c’`e ma non `e sicura.
Rappresentazioni contradditorie o assenza della possibilità di strutturare rappresentazioni coerenti
Mancanza della componente più forte e più saggia della diade; abdicazione al ruolo genitoriale o
sua assenza
Rischio di attaccamento disorganizzato o controllante accudente/punitivo nel bambino
Attaccamento disorganizzato fattore di rischio per problemi comportamentali
Mancanza di organizzazione nella richiesta di cura e di conforto e disorientamento rispetto alle mete delle
azioni.
STRANGE SITUATION= Comportamenti contraddittori non finalizzati alla riunione con la propria FDA
(braccia tese/testa indietro- corsa incontro alla FDA/blocco improvviso).
CICLO RELAZIONALE DELL’ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
Paura che attiva il sistema dell’attaccamento+ ricerca del conforto del genitore+ il comportamento del
genitore accresce la paura (comunicazione affettiva alterata) = il bb interrompe i tentativi di approccio= il
bb non riesce ad organizzare l’attaccamento secondo le modalità sicura, evitante o resistente.
L’esperienza traumatica
1. Trauma come perdita precoce di un genitore o maltrattamento o abuso
2. Trauma relazionale →qualità della relazione con la madre spaventante. Gli stati mentali dei genitori
influenzano quelli dei figli attraverso la percezione delle emozioni in essi contenuti
CAPITOLO 7
LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE
LINGUAGGIO è un sistema di comunicazione= Parole e simboli scritti; Un processo bidirezionale; Produttivo,
complesso, infinito; Funzioni
•Influenza i comportamenti
•Evade dalla realtà con l’immaginazione
• Comunica informazioni ed emozioni
– Grammatica – struttura del linguaggio. Un morfema è una parola o parte di una parola che non può
essere suddivisa in parti significanti più piccole.
Sintassi: Il modo in cui le parole sono combinate tra loro per ottenere frasi e sintagmi accettabili. Le regole
sintattiche variano a seconda della lingua madre di riferimento e riguardano l’ordine delle parole e le
trasformazioni delle frasi (da attiva a passiva o interrogativa).
- Pragmatica – regole per l’uso nel contesto. L’uso appropriato del linguaggio in contesti diversi. Le regole
pragmatiche (ad esempio i modi per salutare o per dire grazie) possono essere anche molto complesse e
diverse da una cultura all’altra.
L’interazione sociale è fondamentale per lo sviluppo del linguaggio? Non esiste un pattern universale di
supporto linguistico-sociale. Evidenze negative fondamentali per l’apprendimento. Devono essere presenti,
utili, usate, necessarie. Devono essere in forma facile da elaborare. Devono migliorare l’apprendimento
della grammatica. Senza di esse bambino non apprende bene.
GLI ANTECEDENTI DEL LINGUAGGIO
• La comunicazione preverbale
Gesti ed espressioni sono molto importanti;
Protodichiarativa – azione del neonato preverbale per ottenere attenzione o un oggetto;
Protoimperativa – gesto o puntamento del bambino preverbale più grande per ottenere oggetti.
Alcuni bambini sviluppano i propri gesti speciali
Attenzione visiva condivisa o congiunta: Fenomeno in base al quale il bambino e l’adulto
“condividono l’attenzione”, e cioè guardano lo stesso oggetto/evento esterno alla diade, e allo
stesso tempo mantengono un coinvolgimento sociale reciproco. Gli episodi di attenzione condivisa
diventano frequenti a partire dai sei mesi di vita e sono indicativi delle interazioni triadiche.
Attenzione condivisa e teoria della mente.
• La prima comprensione del linguaggio
Percezione categoriale del discorso: riconoscere le consonanti; capacità di discriminazione dei
bambini (abilità specializzate) migliora rapidamente
DeCasper: bambini apprendono alcune caratteristiche della propria lingua madre in fase prenatale
o entro pochi giorni dalla nascita (rilevato in più culture)
Uso del paradigma di abituazione mostra che i bambini apprendono le parole in maniera molto
rapida.
• Lallazione e primi suoni= Fin dalla nascita i bambini producono suoni attivamente. La produzione di suoni
avviene in un processo di 4 fasi
1. Pianto
2. Vocalizzo o cooing – suoni vocalici
3. Lallazione o babbling – combinazioni di consonanti e vocali, a 4-6 mesi. Si distingue una lallazione
canonica o reduplicata (7-10 mesi) e lallazione variata (10-12 mesi)
4. Discorso strutturato o patterned speech – stringhe di parole. A circa 8 mesi il pre-linguaggio inizia a
manifestare le prime differenze culturali.
• Altri cambiamenti= Nell’ultima parte del terzo anno il bambino inizia a porre le proposizioni interrogative
dirette (“wh” questions) e a dimostrare curiosità. Frequenza e complessità aumentano negli anni
dell’infanzia. Produzione e ricezione del linguaggio sono strettamente legate; i bambini usano ciò che già
sanno per interpretare le parole nuove. I significati delle parole diventano più importanti
Bilinguismo: imparare due lingue allo stesso tempo. L’apprendimento di una seconda lingua in fasi
successive dell’infanzia avviene in aree cerebrali. La frequenza con cui il bambino è esposto alle lingue
determina il grado di padronanza in ciascuna: le esperienze di immersione sembrano le migliori. Imparare
una seconda lingua può avere benefici specifici sullo sviluppo cognitivo–cautela nell’interpretazione dei dati
Adolescenza= Lo sviluppo linguistico durante l’adolescenza include una più alta raffinatezza nell’uso delle
parole; con lo sviluppo del pensiero astratto, si diventa più bravi nell’analisi della funzione delle parole nelle
frasi.
Metafore: paragoni impliciti tra concetti dissimili.
Satira: uso di ironia, derisione, arguzia per descrivere stravaganze e stranezze.
Gli adolescenti sono più abili nell’organizzazione delle idee prima di scrivere, e nella distinzione tra elementi
generali e specifici mentre scrivono. Durante l’adolescenza il modo di parlare cambia rapidamente e spesso
i giovani adolescenti parlano coi loro pari una sorta di dialetto caratterizzato da gergo e slang (un dialetto è
una varietà di linguaggio che si distingue per vocabolario, grammatica e pronuncia).
CAPITOLO 9
SVILUPPO FUNZIONI COGNITIVE
Per funzioni cognitive si fa riferimento a processi come memoria, ragionamento, attenzione, problem
solving e funzioni esecutive. Il modello formativo è quello dell’approccio dell’elaborazione delle
informazioni, sviluppato verso gli anni ’50: la mente viene paragonata ad un computer. La metafora del
computer può aiutare a capire come avviene il processo di elaborazione delle informazioni e quali sono le
sue limitazioni. L’elaborazione delle informazioni di un computer è limitata dai suoi hardware (struttura) e
software (più settoriale). L’input viene elaborato nel cervello, Calcolato e trasformato dalla mente in Output
= comportamenti. Negli anni 50 e 60 mente paragonata a computer sviluppato.
Modello modale di Atkinsons & Shriffin (1968): prevede il flusso dell’elaborazione delle informazioni.
Info dall’esterno (input) acquisite tramite i sensi
- Registro sensoriale: i processi percettivi e attenzionali effettuano un immagazzinamento delle info
di breve durata
- Memoria a breve termine (MBT): riceve le rappresentazioni mentali inviate dal registro sensoriale,
esegue strategie mnemoniche e di risoluzione dei problemi, produce info sotto forma di risposte –
risposte output
- Memoria a lungo termine (MLT): immagazzina le conoscenze e le strategie per spostare le info dalla
MBT e per recuperarle dalla MLT e rispostarle nella MBT
Se non ripetute mentalmente le info rimarranno 15-30 sec= valore funzionale adattivo
ATTENZIONE
Processo di Identificazione e selezione di un input sensoriale al fine di elaborarlo in modo dettagliato, a
volte avviene in modo spontaneo
Il bb deve imparare il Controllo dell’attenzione perché presenta alcune difficoltà come: Problema della
“sticky fixation”; Durata limitata dell’attenzione infantile; Tendenza alla distrazione diminuisce nel corso
dell’infanzia
I modi attraverso i quali si può distribuire l’attenzione:
Attenzione selettiva: consiste nel focalizzarsi su un aspetto specifico dell’ambiente esterno
considerato rilevante, mentre si trascura il resto.
Attenzione divisa: implica il concentrarsi su più di un’attività contemporaneamente.
Attenzione sostenuta: consiste nella prontezza necessaria per identificare e rispondere ai
cambiamenti anche piccoli che accadono casualmente nell’ambiente. E’ chiamata anche vigilanza.
Attenzione esecutiva: azione di pianificare, distribuire l’attenzione ai diversi obiettivi, monitorare i
progressi sui compiti, trattare circostanze nuove e difficili.
Esistono test standardizzati.
Selezionare su cosa rivolgere l’attenzione
I neonati possono identificare e fissare il contorno di uno stimolo.
Infanti di 3 mesi possono prestare attenzione selettiva e sostenuta a un oggetto.
L’attenzione nel primo anno di vita è dominata da un processo di orientamento: dirigere
l’attenzione a localizzazioni potenzialmente importanti nell’ambiente (il dove) e il passare in
ricognizione gli oggetti e le caratteristiche, come colore e forma (il cosa)
MEMORIA
La memoria a breve termine: ha una limitata capacità di ritenzione delle informazioni. Lo span di memoria
(quantità di informazioni che un sog può trattenere nella bvt) aumenta con l’età. La conoscenza del mondo
aiuta la memoria.
Uso di strategie man mano che si cresce. Strategie:
Mnestiche= comportamenti finalizzati il cui scopo è quello di favorire un buon uso della memoria.
Reiterazione: ripetizione continua di ciò che si intende memorizzare; (Molto semplice; I movimenti
delle labbra costituiscono i segni fisici della ripetizione; L’uso della ripetizione aumenta negli anni
della scuola primaria)
Organizzazione: raggruppamento degli elementi da ricordare nel modo più economico possibile per
un ordine chiaro o coerente, in funzione delle mie abilità (es. memorizzare “per blocchi” un numero
di telefono; lista di parole per categorie). Usata da bambini dall’età scolare e da adulti.
Elaborazione: costruzione di un legame tra due o più cose da ricordare. È una strategia usata dagli
adolescenti. Inserire gli item da ricordare in una struttura significativa o collegarli con altre
conoscenze
Immagini: l’uso delle immagini per ricordare informazioni verbali funziona meglio per i bambini più
grandi che per i più piccoli, tuttavia le immagini mentali possono aiutare i bambini piccoli a
ricordare delle fotografie.
Le funzioni esecutive
Uso di regole in azione. Si sviluppa intorno all’età di 4 anni. Il cambio di regole crea confusione. Sviluppo
dell’inibizione.
I precursori delle FE nell’infanzia= La coordinazione mezzo-fine (Piaget)
•La risoluzione dei problemi e il ragionamento: Processo attraverso cui identifichiamo un obiettivo e
delineiamo la procedura per raggiungerlo, superando gli ostacoli che si presentano. Le abilità di problem-
solving= Sulla base di regole o Per analogia
Modello circolare step by step
Analizzare il problema
Elaborare soluzioni
Scegliere quella giusta e fare un piano
Metterlo in atto
Valutarne l’efficacia
•La risoluzione dei problemi e il ragionamento
– Il ragionamento deduttivo
– Il ragionamento transitivo implica l’inferenza transitiva
– La logica proposizionale: Ragionamento proposizionale o sillogismo e La categorizzazione gerarchica
- Il ragionamento numerico
- Cinque principi del conteggio (Gelman e Gallistel)
METACOGNIZIONE è la cognizione della cognizione, ossia “sapere di sapere”. Subisce molti cambiamenti
con l’età ed ha importanti implicazioni sulla riuscita scolastica. Ha due componenti: La conoscenza
(comprensione) del compito; La conoscenza delle strategie.
In bambini e in adolescenti
Entro i 5-6 anni i bambini sanno che concetti familiari sono più facili da apprendere rispetto a
concetti non familiari, elenchi brevi sono più facili di lunghi elenchi, il riconoscimento è più facile
del ricordo, e dimenticare diventa più facile col passare del tempo.
Entro il quinto anno di scuola si comprende che ricordare il contenuto è più facile della ripetizione.
I bambini in età prescolare hanno un’opinione esagerata delle loro capacità mnemoniche che sono
valutate in modo più realistico negli anni delle scuole elementari.
Entro i 7-8 anni cominciano ad apprezzare l’importanza dei cues per la memoria.
Bambini di scuola elementare migliorano la loro capacità metacognitiva di monitorare
consapevolmente e controllare i loro processi mentali.
Apprendimento auto-regolato: auto-generazione e auto-monitoraggio di pensieri, sentimenti e
comportamenti intrapresi per raggiungere un obiettivo.
Gli adolescenti sono più abili dei bambini nel gestire e monitorare le loro attività di pensiero.
Gli adolescenti hanno un miglior meta-livello di comprensione delle strategie, cioè hanno la
capacità di riconoscere la migliore strategia da utilizzare e il momento in cui utilizzarla.
Gli adolescenti sono più introspettivi, possono valutare i propri pensieri e le proprie emozioni per
riuscire al meglio nelle prestazioni di apprendimento.
CAPITOLO 10
TEORIE SULL’INTELLIGENZA
INTELLIGENZA: Costrutto multidimensionale al cui sviluppo concorrono sia fattori di tipo genetico sia di tipo
ambientale. 2 approcci allo studio dell’intelligenza
UNITARIO comprende: Teorie strutturaliste di tipo psicometrico (test QI) T; Teorie UNITARIE-GLOBALI
MATURATIVE: La Teoria Piagetiana (J. Piaget, Cognitivismo); Teorie fattoriali (Spearman)
Teoria bifattoriale di Spearman:
Fattore generale (g) e fattori specifici (s) compongono l’intelligenza. L’intelligenza è una capacità generale,
detta fattore g trasversale e comune a diverse abilità specifiche. Le abilità specifiche costituiscono i fattori
secondari, fattori s, come abilità linguistica, spaziale, aritmetica… Quanto maggiore è il valore di “G” tanto
meglio l’individuo dovrebbe riuscire in un test di intelligenza.
MULTIPLO comprende: Teoria delle Intelligenze Multiple (H. Gardner); Teoria Triarchica dell’intelligenza (R.
Sternberg)
La teoria delle intelligenze multiple di Gardner= Spaziale, Linguistica, Musicale, Corporeo-
cinestetica, Interpersonale, Logico- matematica, Intrapersonale, Naturalistica
Gardner ritiene che ciascun individuo abbia tutti questi tipi d’intelligenza, ma in misura diversa e in aree
cerebrali diverse. Recentemente ha considerato l’intelligenza esistenzialista. Empiricamente Gardner ha
avuto più insuccessi delle altre teorie. Gardner ritiene che ognuno dei moduli mentali o forma
d’intelligenza: Ha un diverso sviluppo; può essere lesa da un differente tipo di danno cerebrale; implica
abilità cognitive uniche; si esplicita in un modo unico sia nel caso dei bambini plus-dotati sia in quello degli
idiot savants (individui che pur avendo ritardo mentale mostrano un talento eccezionale in un dominio
specifico, come la pittura, la musica o il calcolo aritmetico).
La teoria triarchica dell’intelligenza – Sternberg= Intelligenza composta da tre processi:
1. Capacità di elaborazione dell’informazione: Codificare, abbinare, paragonare le informazioni
2. Esperienza con un dato compito/situazione: Esposizione e pratica
3. Capacità di adattare il proprio comportamento alle necessità del contesto: Adattare, selezionare e
plasmare in base ai bisogni
Definisce tre abilità per raggiungere i propri obiettivi= Analitica: abilità di analisi, giudizio, valutazione,
comparazione, contrapposizione; Creativa: creare, disegnare, inventare, dare origine, immaginare; Pratica:
usare, applicare, implementare, mettere in pratica.
La maggior parte dei compiti richiede una combinazione di queste abilità.
L’autore ha creato lo STAT (Sternberg Triarchic Abilities Test) per valutare i tre tipi d’intelligenza.
TESTARE L’INTELLIGENZA
• Quoziente intellettivo (QI): indice della performance nei test standardizzati.Può cambiare nel corso della
vita. Capacità intellettiva si può solo inferire dai risultati. Scopi primari dei test sull’intelligenza: Predire le
prestazioni accademiche e lavorative; Valutare l’adattamento generale e la salute
– I test di Binet: creati in risposta alla richiesta del Ministro francese dell’istruzione di studiare un metodo
per stabilire quali studenti non avrebbero tratto vantaggio dall’istruzione scolastica standard.
• Quoziente d’intelligenza (QI): termine coniato da William Stern (1912), si riferisce all’età mentale divisa
per l’età cronologica moltiplicata per 100 = (QI = EM/EC x 100)
– Il test di Stanford-Binet: Usato negli ambienti scolastici e sanitari. Presenta varietà di task intellettuali.
Cambiamenti nell’apprendimento legati all’età compresi. Introduce concetto di età mentale= QI = MA/CA x
100
Punteggi vicini alla distribuzione normale: una curva simmetrica a campana in cui la maggior parte della
casistica ricade al centro di una gamma di risultati possibili e pochi risultati si situano ai punti estremi della
gamma.
– Le scale Wechsler: Le scale di Wechsler forniscono non solo un risultato globale per QI ma anche risultati
per 6 parametri verbali e 5 parametri non verbali (ad es. Indice di Comprensione Verbale, Indice di
Memoria di Lavoro, Indice di Velocità di Elaborazione delle informazioni), permettendo all’esaminatore di
determinare le aree in cui il soggetto è al di sotto, uguale o al di sopra della media.
Durante la somministrazione individuale l’esaminatore può osservare l’agio del bambino o se, ad esempio,
l’ansietà interferisce con la sua performance.
SCOPO: non valutare le abilità cognitive né le competenze scolastiche bensì ottenere informazioni su tutto
quello che viene considerato capacità generale per un comportamento intelligente.
Wechsler definisce l’intelligenza come “capacità generale di un soggetto di capire e far fronte al mondo
circostante”: un’entità multideterminata e multisfaccettata (nessuna abilità è determinante: la esploro nel
maggior numero di prove possibili).
Intelligenza viene “dedotta” dal modo in cui abilità come il ragionamento, la memoria, la fluidità verbale
etc. si manifestano nelle diverse condizioni.
La MISURAZIONI dell’intelligenza
– L’efficacia dei test psicologici dipende dalle conoscenze, dalle capacità e dall’integrità di chi li utilizza.
– Applicazioni reali: previsioni di successo scolastico o lavorativo.
Influenze genetiche= Gli studi sulle adozioni indicano che sebbene il QI dei bambini adottati sia più simile
a quello della madre biologica con cui non hanno mai vissuto che ai punteggi dei genitori adottivi, il QI del
bambino è più correlato con quello dei genitori adottivi se quello della madre biologica è basso: ruolo
dell’ambiente.
Fattori ambientali che influenzano il QI= Gravidanza e nascita: ambiente e fattori materni; La famiglia:
esperienze socio-ambientali; Scuole e gruppi dei pari; La comunità: fattori situazionali, collocazione
geografica e risorse; Impatto di cultura e intelligenza sociale
Classe sociale: educazione, occupazione, reddito, stile di vita, abitazione, proprietà, utilizzo del tempo
Stato socio-economico (SES): educazione, occupazione e reddito –un indice
Etnicità: difficile da definire
I processi di apprendimento: Le prestazioni accademiche del bambino sono condizionate dalla motivazione
al rendimento. Legata alle emozioni e all’autostima
Due diversi pattern di risposta
•Orientati alla padronanza; possiedono obiettivi di apprendimento (acquisizione di abilità e superamento
problemi)
• Vulnerabili; possiedono obiettivi legati alla performance
• Cultura potrebbe avere parte in causa
Nel DSM IV -TR erano specificati quattro diversi gradi di gravità, determinati dal QI generale:
1. Deficit funzioni intellettive (ragionamento, problem solving, pensiero astratto, apprendimento scolastico
e apprendimento dall’esperienza) confermato sia dalla valutazione clinica che dalla somministrazione di un
test di intelligenza individuale
2. Deficit nel funzionamento adattivo consistente in un mancato raggiungimento degli standard di sviluppo
e socioculturali per l’indipendenza personale e la responsabilità sociale. Senza supporto continuativo i
deficit adattivi limitano il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, quali la comunicazione,
la partecipazione sociale e la vita indipendente, in più ambiti diversi, come la casa, la scuola, il lavoro e la
comunità
Bambini plus-dotati. Le persone plus-dotate: Hanno un QI molto al di sopra della media (superiore a 130 o
140, cioè il 2% oppure lo 0,5% di una popolazione normale). Sono dotate di un talento particolare in uno
specifico campo, come ad esempio la musica o la matematica.
Sebbene talvolta abbiano problemi emozionali, in generale gli studi confermano che gli individui plus-dotati
tendono ad essere più maturi e ad avere meno problemi emozionali e un clima familiare positivo.
L’educazione dei bambini plus-dotati: Sottostimati, i bambini plus-dotati possono diventare distruttivi,
saltare delle classi e perdere interesse per lo studio. L’istruzione scolastica dovrebbe focalizzarsi sulla
specificità delle competenze di questi bambini inserendoli in classi avanzate per impedire che lascino la
scuola per noia.
Stili genitoriali
Autorevole: genitorialità accettante, attenta e coinvolta eppure non invadente, in cui i genitori
fissano limiti ragionevoli e aspettano un comporto adeguatamente maturo. La genitorialità
autorevole sembra essere lo stile più efficace.
• I genitori autorevoli stabiliscono un buon equilibrio tra controllo e autonomia.
• I genitori autorevoli sono più disposti a impegnare i bambini in scambi verbali e a permettere loro
di esprimere il proprio punto di vista, abilità necessaria per essere una persona socialmente
competente.
• Il calore e il coinvolgimento genitoriale forniti da genitori autorevoli rendono il bambino più
recettivo all’influenza parentale.
Autoritaria: genitorialità severa, disattenta e rigida, in cui i genitori tendono a usare metodi di
controllo basati sull’imposizione del proprio potere, con poco scambio verbale. Questo stile è
associato a un comportamento dei bambini socialmente incompetente e aggressivo.
Indulgente: genitorialità permissiva, in cui i genitori sono molto coinvolti con i loro bambini, ma
esercitano poco controllo su di loro e incoraggiano i bambini a esprimere liberamente i propri
impulsi. E’ associato a un’incompetenza sociale nei bambini e a una mancanza di autocontrollo.
Negligente: genitorialità indifferente e noncurante, in cui i genitori si concentrano sui propri bisogni
invece che su quelli dei figli. E’ uno stile associato a un’incompetenza sociale dei bambini, in
particolare a una mancanza di autocontrollo.
Punizioni: Sebbene, nel mondo occidentale, una grande maggioranza di genitori si esprime favorevolmente
all’uso di punizioni corporali, i ricercatori ritengono che esse siano associate a: livelli più alti di remissività
immediata e di aggressione nei bambini; livelli più bassi di interiorizzazione morale e salute; problemi
comportamentali nella fanciullezza.
Ragioni per evitare le sculacciate o altre punizioni simili:
I bambini possono imitare i comportamenti aggressivi.
La punizione può infondere paura, rabbia o evitamento.
La punizione dice al bambino ciò che non va fatto piuttosto di ciò che va fatto.
La punizione può essere un abuso.
La Svezia ha emanato una legge nel 1979 che vieta ai genitori di utilizzare punizioni fisiche sui bambini;
anche altri Paesi hanno emanato leggi di questo tipo mentre in Italia non c’è una legge specifica contro le
punizioni fisiche, a meno che queste non si configurino come maltrattamento.
Relazioni tra i genitori
I conflitti di coppia possono avere un impatto negativo sia sui genitori che sui bambini. Il livello di conflitto e
come i genitori lo affrontano può influenzare il modo in cui i bambini ne risentono. L’impatto negativo sui
bambini può essere
• Diretto: i bambini assistono alle discussioni e alle liti
• Indiretto: i genitori cambiano i propri comportamenti come risultato delle liti
Le relazioni tra fratelli
La posizione di un bambino nella famiglia può influenzare i fratelli, i genitori e le interazioni tra i membri
della famiglia. I primogeniti sono generalmente più ben disposti verso gli adulti, cooperativi e controllati dei
fratelli. Tendono anche a eccellere maggiormente a scuola e nel lavoro.
I genitori determinano in larga parte se i figli primogeniti si adatteranno bene all’inserimento di un nuovo
membro nella famiglia.
Mantenere la responsività materna è importante tanto quanto sviluppare una relazione con il padre
Anche gli amici possono fungere da cuscinetto.
I COETANEI E LE RELAZIONI TRA PARI
-Relazioni verticali
Si formano con una persona che ha un potere superiore a quello dei bambini (es. genitori, insegnanti).
Interazioni di tipo complementare.
Funzione principale: fornire sicurezza e facilitare l’acquisizione di conoscenze.
-Relazioni orizzontali
Si formano con persone di livello paritario (accezione dei pari come simili a sé). Interazioni di tipo
reciproco.
Funzione: fornire ai bambini l’opportunità di apprendere le abilità tipiche delle relazioni tra pari: cooperare,
competere, condividere, assumere ruoli di prestigio nel gruppo, fronteggiare gli attacchi dei compagni,
intimità e condivisione.
Adattamento sociale= Relazioni tra i successivi livelli di complessità sociale (Hinde, 1992). Le dimensioni
socio-relazionali da noi esaminate comprendono: Caratteristiche comportamentali; Relazioni diadiche;
Relazioni di gruppo.
Le interazioni con i coetanei plasmano i comportamenti infantili in età precoce.
Prima infanzia=
1-2 anni: miglioramenti nella locomozione e nel linguaggio
2-3 anni: la conquista sociale principale è la capacità di comunicare elementi dotati di significato ad
altre persone
Tipi di gioco nei bambini in età prescolare: Solitario, parallelo, associativo, cooperativo
Infanzia: i primi incontri sociali; Verso i 6 mesi di età i bambini sono reattivi l’uno nei confronti
dell’altro
Gli scambi sociali con le madri sono diversi da quelli con i coetanei.
Relazioni di coppia “Successione di interazioni tra due individui che si conoscono l’un l’altro” (Rubin,
Bukowski, Parker, 1998)
Oggetto di studio: la forma più importante di relazione diadica per i bambini è l’amicizia.
Fattori che guidano le scelte amicali, processo di attrazione interpersonale:
Similarità nell’età
Similarità nel sesso
Similarità nell’appartenenza etnica
Omofilia comportamentale (norme del gruppo)
Caratteristiche personali, interessi e tratti del carattere
Relazioni di gruppo
“Insieme di individui interagenti che hanno un certo grado di reciproca influenza l’uno verso l’altro” (Rubin,
Bukowski, Parker, 1998). Rete di relazioni e tipologia di interazioni definiscono gruppo (norme e proprietà)
e viceversa. Costrutti più studiati nelle relazioni di gruppo:
I. Accettazione e rifiuto sociale al fine di determinare se e come un individuo è coinvolto nella
struttura del gruppo
II. Popolarità percepita –dominanza
Metodologia di studio: tecnica sociometrica, che permette di classificare i membri del gruppo in 5 diversi
status (popolare, rifiutato, isolato, intermedio e controverso).
L’approvazione dei coetanei
Gli status tra pari
I bambini popolari sono nominati spesso come migliori amici e raramente non piacciono ai
compagni.
I bambini medi (average) ricevono un numero medio di nomine positive e negative da parte dei
compagni.
I bambini trascurati vengono raramente nominati come migliori amici ma non sono antipatici ai
compagni.
I bambini rifiutati sono raramente nominati come miglior amico di qualcuno e sono antipatici ai
loro compagni.
I bambini controversi sono spesso nominati sia in qualità di migliori amici di qualcuno sia in qualità
di bambini antipatici.
I bambini rifiutati hanno quasi sempre dei problemi di adattamento più seri dei bambini trascurati.
La combinazione tra essere rifiutati dai pari ed essere aggressivi è pronostico di problemi, ma non tutti i
bambini rifiutati sono aggressivi.
Bambini rifiutati o trascurati possono essere aiutati a interagire più efficacemente con i loro pari; ciò
nonostante è difficile incrementare le abilità sociali di adolescenti che risultano attivamente antipatici e
rifiutati.
Le conseguenze del rifiuto dei pari
a) I bambini dichiarano di sentirsi più soli
b) Riportano uno scarso rendimento scolastico
c) Allontanamento dalla scuola
d) Rischio di depressione maggiore in età successive
e) Rischio maggiore di subire bullismo da più grandi
f) Posizione sociale con i pari può cambiare
BULLISMO E VITTIMIZZAZIONE
Bullismo come violazione dei diritti umani
Nel 1996, la 498 Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato la risoluzione WHA 49.25, in cui si dichiara
che 'la violenza è un problema di salute pubblica di fondamentale importanza e in progressiva espansione
in tutto il mondo. Nel contesto scolastico il fenomeno del bullismo è la forma di violenza più diffusa tra i
bambini e i giovani (WHO 2014). E’ una violazione dei diritti umani, come sancito dalla Convenzione dei
Diritti del Fanciullo (1989) incluso il diritto di un bambino o di un adolescente all’educazione e a crescere in
un ambiente sereno e sicuro (Greene, 2006) (Risoluzioni OMS e ONU).
BULLISMO= Il bullismo è un comportamento aggressivo teso ad arrecare danno ad un’altra persona; è
rivolto ad uno stesso individuo, si ripete nel tempo e spesso la vittima non riesce a difendersi.
Caratteristiche= Intenzionalità – Ripetizione – Squilibrio di potere = Abuso sistematico di potere tra pari e
importanza della vittima
Il bullismo si sviluppa in un gruppo di pari in cui ogni membro gioca uno specifico ruolo.
Tipi di bullismo
FISICO: colpi, pugni, strattoni, calci, furto, danneggiamento degli oggetti personali della vittima
VERBALE: offese, minacce, soprannomi denigratori e prese in giro
INDIRETTO: esclusione sociale, pettegolezzi, diffusione di calunnie, mettere in giro cattive voci
CYBERBULLISMO: È un’azione aggressiva e intenzionale, messa in atto da un individuo o da un
gruppo di persone, utilizzando mezzi elettronici, nei confronti di una persona che non può
difendersi facilmente.
Il cyberbullismo presenta elementi di continuità rispetto al bullismo tradizionale, MA mostra altrettanti
elementi di novità che caratterizzano in maniera specifica il fenomeno e che derivano propriamente dalle
modalità interattive mediate dalle nuove tecnologie.
La teoria cognitiva di Kohlberg sullo sviluppo morale basata sulla teoria di Piaget: Gli stadi si sviluppano
sulla base di quelli precedenti; Serie di dilemmi morali usati per i test ; Tre livelli ampi dello sviluppo morale
suddivisi in sei stadi
Domande sulla storia: dovrebbe heinz rubare il farmaco? Perché si o perché no? Dovrebbe solo per salvare
la moglie ma per un fattore etico non dovrebbe perché non è giusto.
Tre livelli nello sviluppo morale, ognuno con 2 sottostadi:
1) Livello pre-convenzionale: le norme morali e sociali non sono oggetto di una riflessione personale, ma
vengono seguite per non incorrere in punizioni (fino a 9-10 anni).
2) Livello convenzionale: interiorizzazione delle norme; obblighi verso la società (la maggior parte degli
adulti raggiunge questo stadio) (10-15 anni) La norma segue la convenzione sociale.
3) Livello post-convenzionale: giudizi morali formulati a partire da principi generali di libertà, equità,
solidarietà (solo alcuni adulti raggiungono a questo stadio)
RISPOSTE IN FUNZIONE DEGLI STADI
1. “non lo doveva fare perché sarà punito” ragionamento relativo a conseguenze da parte delle autorità
2.guidate da inseguimenti di interessi, per evitare la morte
3. farà vedere come sarà un buon motivo
4. andrà contro la legge
5. non verranno rispettati i diritti del farmacista
6. salvare una vita è più importante di una proprietà
Il lato COMPORTAMENTALE
Autoregolazione e ritardo della gratificazione si sviluppano attraverso diverse fasi secondo Kopp
Fase di controllo: dai 12-18 mesi (bb sono dipendenti dai segnali che ricevono), controllato
dall’esterno
Fase di autocontrollo: durante il periodo prescolare, in cui inizia un sistema di risposta automatica
•Sistema di inibizione passiva – paura e ansia (aspetto a prendere caramelle perché penso a
conseguenze)
•Sistema di inibizione attiva – controllo cosciente
Fase di autoregolazione: il bambino ha un forte senso del “sé morale”. Impara ad usare strategie e
piani per controllare il comportamento e per posticipare la gratificazione.
Il lato AFFETTIVO
Emozioni che anticipano l’azione morale e entrano in gioco a determinare azione presociale.
Le persone timorose possono ottenere un autocontrollo migliore attraverso la colpa, un risultato sia del
temperamento che della socializzazione da parte dei genitori. L’empatia e socialità entrano in gioco per
favorire azione morale.
L’abilità precoce di inibizione degli impulsi e di posticipo della gratificazione può aumentare la competenza
futura del bambino.
Comportamento prosociale: comportamento volontario diretto a beneficiare altre persone
Reykowski (1982) Caprara e Bonino (2006) distinguono:
❑ Reciprocità
Lo sviluppo del comportamento prosociale è guidato da sviluppo dell’empatia (capacità di entrare nei panni
dell’altro, a livello emozionale provare stesse emozioni, a livello cognitivo pensare e capire le stesse cose)
Lo sviluppo della prosocialità (Eisenberg, 2006)
CONTAGIO EMOTIVO fenomeno nel momento in cui sono in uno stato non differenziato dall’altro ma non
perché lo capisco ma per un ragionamento sottocorticale (es neuroni a specchio) parte non mediata. I
neonati mostrano una certa forma di contagio emotive o di global empathy, come mostrato dalle reazioni
di pianto di fronte al pianto di altri bambini (Martin & Clark, 1982; Sagi & Hoffman, 1976).
AGGRESSIVITA’
Dalla developmental psychology alla developmental psychopathology. Fa parte del nostro normativo
sviluppo, con determinati comportamenti per età specifiche. È un comportamento intenzionale teso a voler
fare un danno ad un'altra persona, può essere di vari tipi. (Fisicamente, verbalmente, psicologicamente)
• Aggressività diretta= quei comportamenti sia fisici che verbali, che sono rivolti esplicitamente verso
un’altra persona o un target
VS aggressività indiretta= comportamenti che non avvengono in presenza della vittima o del target ma sono
comunque tesi a nuocere la sua reputazione
• Aggressività overt (es. picchiare, lanciare oggetti),
Aggressività covert, aggressività nascosta che violano regole morali e convenzionali, si trova in aumento in
adolescenza e nella prima adultità decresce sennò traiettoria a rischio (furti, atti di vandalismo)
• Aggressività proattiva= Aggressività usata per dirigere gli altri, per acquisire dominio e affermare le
proprie idee. E’ strategica ed usata in modo proattivo per gestire, dirigere e controllare. Espressione di
dominio, prestigio, ostilità. Ha un incremento nel tempo.
VS aggressività reattiva= Reazioni esplosive; Aggressività impulsiva, incontrollata, caratterizzata da rabbia
intensa, e manifestata come reazione a situazioni viste come provocatorie, in risposta ad un evento
attivante. Precoce e poi diminuisce nel tempo.
Modello di sviluppo: varietà individuali entrano in contatto con l’ambiente e le relazioni. Le origini e la
progressione del comportamento antisociale: va notato che genitori, pari e scuola hanno tutti un ruolo
nell’instaurarsi del comportamento antisociale, ma in stadi diversi dello sviluppo.
Prima infanzia= scarsa disciplina e controllo genitoriale -- problemi di condotta infantile
Seconda età infantile= rifiuto dei pari e insuccesso scolastico
Tarda età infantile e adolescenza= adesione a un gruppo di pari devianti e delinquenza
Controllo dell’aggressività
Il mito della catarsi: trovare opportunità di sfogare l’accumulo, aggressività antisociale
Modificazione del comportamento
Gli aggressori potrebbero essere socialmente incapaci e avere bisogno di sostegno
Metodi di prevenzione dell’aggressività
•Informazioni sulla risoluzione dei problemi sociali
•Programmi di intervento nelle scuole
CAPITOLO 12
IDENTITA’ SOCIALE: GENERE ED ETNICITA’
Gli standard dei ruoli di genere. Nella maggioranza delle società: comportamento diverso di uomini e
donne; molti gli sforzi di spiegazione del processo di identificazione del genere. Definire:
– Sesso: gli attributi fisici e biologici
- Genere: Un insieme di aspettative che indica come dovrebbe pensare, agire e percepire una persona in
base alla sua identità sessuale.
– Tipizzazione di genere: Si riferisce all’acquisizione di un ruolo tradizionale maschile o femminile, assegnati
per cultura. Sono valori, comportamenti ecc. ritenuti appropriati per ogni sesso
– Stereotipi di genere: basati sulle credenze della comunità sui comportamenti e atteggiamenti accettabili
per ogni sesso
– Ruoli di genere: diversi comportamenti spiegati
– Identità di genere: la percezione di sé come maschio o femmina, che la maggior parte dei bambini
acquisisce attorno ai 3 anni.
– Orientamento sessuale: da chi si è attratti.
Al loro interno, le culture tendono a essere coerenti nella tipizzazione del genere. E gran parte delle culture
riflette la dicotomia maschio-femmina. A volte, tuttavia, questi stereotipi sono più flessibili, come nelle
famiglie afroamericane.
LE DIFFERENZE DI GENERE NELLO SVILUPPO
Alcune differenze di genere sono reali come: Sviluppo fisico, motorio e sensoriale e Sviluppo emotivo,
sociale e cognitivo. I ragazzi sono fisicamente più aggressivi delle ragazze; le femmine tendono di più a
utilizzare aggressioni verbali o relazionali. I ragazzi generalmente dimostrano un’autoregolazione minore
delle ragazze; questo basso autocontrollo può tramutarsi in problemi comportamentali. = Sviluppo atipico.
A volte si riscontrano altre differenze
- Livello di attività e tendenza all’esplorazione
- Dipendenza, paura e timidezza
- Ansia e stress
Le differenze si riscontrano nei miti riguardanti: Socialità, conformismo, ostilità/ Stile di apprendimento,
rendimento, autostima
I MODELLI DELLO SVILUPPO della tipizzazione di genere= Tra gli 1-2 anni di età le bambine mostrano una
preferenza maggiore per le bambole e i bambini per le macchine. La cultura occidentale è più predisposta
verso il maschio, si attribuisce maggiore importanza al ruolo maschile. Gli insegnamenti sociali sono la
causa più influente
La STABILITA’ della tipizzazione di genere
- Ipotesi dell’intensificazione dei generi
- Il comportamento adulto può essere predetto
- I comportamenti inappropriati per il genere sono repressi attraverso la socializzazione =
Caratteristiche espressive e Caratteristiche strumentali
I FATTORI BIOLOGICI
La maggioranza delle ricerche si è concentrata sulle funzioni ormonali e la lateralizzazione del cervello.
Negli anni Venti i ricercatori hanno confermato l’esistenza dei cromosomi sessuali umani (X e Y), che
contengono il materiale genetico che determina il nostro genere sessuale.
•Ereditarietà e ormoni: Estrogeni e androgeni, le due classi di ormoni, che hanno la maggior influenza sul
genere, si trovano sia nelle femmine sia nei maschi, ma in concentrazioni molto diverse.
Ormoni: Potenti sostanze chimiche altamente specializzate, Associate a caratteristiche sessuali, Differenze
tra maschi e femmine. Hanno effetti sullo sviluppo prenatale e inoltre condizionano alcune organizzazioni
cerebrali e la lateralizzazione degli emisferi
•Periodi critici
•Fattori culturali e ambientali
• La lateralizzazione del cervello e le differenze di genere= Le funzioni dell’emisfero destro sono spaziali; Le
funzioni dell’emisfero sinistro sono verbali; I cervelli maschili possono essere più lateralizzati; Le donne
presentano una bilateralizzazione maggiore
• La biologia e le aspettative culturali= Tendenze comportamentali dovute alla cultura
o Educazione
o Differenze biologiche
o Fattori diversi dal genere determinano le differenze di responsività tra maschi e femmine.
I FATTORI COGNITIVI
Le determinanti della tipizzazione di genere: Influenze sociali e biologiche; Interpretazione personale dei
ruoli di genere. Dalla nascita ai 13 anni di vita si possono identificare dei punti di svolta nello sviluppo dei
ruoli di genere e della tipizzazione di genere.
• La teoria dello sviluppo cognitivo di Kohlberg della tipizzazione di genere si sviluppa in 3 fasi
1. Un’identità di genere di base si acquisisce tramite rinforzo e modelli di ruolo (età 2-3)
2. Acquisizione della stabilità di genere (età 4-5)
3. Acquisizione della costanza di genere (età 6-7): La consapevolezza che il sesso rimane lo stesso,
anche se le attività, l’abbigliamento e il taglio di capelli cambiano.
• Teoria dello schema di genere: Un approccio di elaborazione delle informazioni. Afferma che il modello di
genere emerge quando i bambini gradualmente sviluppano una schema di genere, o teorie infantile, di ciò
che è appropriato o meno per il genere nella loro cultura.
Schema: una struttura cognitiva, una rete di associazioni che guida le percezioni di un individuo.
Schema di genere: organizza il mondo in termini maschili e femminili.
L’identità di genere influenza gli atteggiamenti di genere e i comportamenti conseguenti. Gli schemi dei
ruoli di genere alterano i modi in cui i bambini elaborano/ricordano le informazioni sociali.
L'INFLUENZA DELLA FAMIGLIA
I genitori hanno un impatto enorme sui comportamenti legati al ruolo e alla tipizzazione di genere. Esempio
Diversi modi di rivolgersi e comportarsi/ Scelta di vestiti, giocattoli e decorazioni per la stanza. L’influenza
delle scelte ‘tipizzate’ del genitore plasmano attivamente i gusti e le preferenze del bambino ed inoltre
garantiscono che gli altri rispondano in maniera appropriata per il genere.
Strategie materne di socializzazione
Strategie paterne di socializzazione
Genitori con neonati= Le madri tendono ad essere più eque; A volte i padri mostrano una
preferenza verso i figli maschi; I padri sono gli agenti principali della socializzazione del ruolo di
genere
I padri esercitano una pressione maggiore sui bambini per mezzo di giocattoli adeguati al genere
Entrambi i genitori sono protettivi verso la femmina e si pensa che i maschi abbiano più
indipendenza
Non tutti i gruppi culturali fanno queste distinzioni sulla base del genere . Il trattamento differenziato per
genere dei genitori è associato a un’aspettativa di rendimento dei bambini
I padri evidenziano ai figli l’importanza di un’occupazione o di una carriera
Enfasi sulle interazioni interpersonali delle ragazze
Le performance e le percezioni dei bambini coincidono con le aspettative dei genitori
Caratteristiche di modellamento dei genitori: L’influenza dei genitori ha maggiore potere sui maschi; I
genitori molto tradizionali hanno bambini con tipizzazione di genere elevata; Madri lavoratrici: effetti non
chiari
Quando un genitore è assente= L’assenza o la non disponibilità del modello maschile può contribuire a
creare complicazioni sullo sviluppo dell’identità e ruolo di genere per il bambino
I ruoli di genere nei figli dei genitori omosessuali= Nessuna differenza tra i comportamenti di ruolo di
genere nei bambini cresciuti da famiglie omosessuali e quelli dei nuclei eterosessuali
I fratelli come agenti di socializzazione di genere. La Tipizzazione di genere: varia con il sesso dei fratelli.
Alcuni legami con gli attributi ereditati dai fratelli sono più forti rispetto ai legami genitore-figlio
METTERE ALLA PROVA GLI STEREOTIPI DI GENERE = Molti credono che le idee tradizionali di mascolinità e
femminilità siano distruttive da un punto di vista sociale e psicologico. Bambini e adulti possono essere
androgeni. Entrambi i sessi possono essere:
‘Materni’
Realizzati professionalmente
Indipendenti e costruttivi
ETNICITA’ E PREGIUDIZIO
Etnicità= Categoria sociale importante
La ricerca nasce negli USA, nel contesto della segregazione razziale del XIX e XX secolo tra afroamericani ed
europei americani.
Pregiudizio: atteggiamento che si basa spesso su stereotipi verso un gruppo particolare.
Gli studi hanno mostrato che ci sono atteggiamenti impliciti e attribuzioni fatte in base al gruppo etnico.
Portano a valutazioni negative del gruppo se la minoranza si confronta con la maggioranza.
Consapevolezza etnica: I bambini, intorno ai 5 anni, comprendono il concetto di etnicità e iniziano a
identificare i gruppi etnici. È influenzata in parte dal contesto o dalla diversità dell’ambiente sociale in cui
cresce il bambino.
Le teorie sul pregiudizio etnico:
•Riflesso della società – Aboud (1988)
Preferenze e atteggiamento positivo attribuito al gruppo di maggioranza dominante (spesso bianco)
Conseguenze delle abilità cognitive di base
•Teoria dello sviluppo dell’identità sociale – Nesdale (2004) = Gli atteggiamenti etnici provengono in gran
parte dalla società. Fasi del comportamento infantile nei confronti delle etnie:
1. Indifferenziata
2. Consapevolezza etnica
3. Preferenza etnica
4. Pregiudizio etnico (non raggiunta da tutti)
RIDURRE IL PREGIUDIZIO ETNICO
Sono stati studiati gli interventi efficaci, sebbene nei conflitti di lunga durata gli atteggiamenti risultino
resistenti. Gli atteggiamenti impliciti sono più difficili da combattere. Di recente la ricerca ha iniziato a
identificare altri fattori, sia sociali che cognitivi, che possono contribuire.