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Psicologia dello sviluppo

- 07/10/2020
Cosa studia la psicologia dello sviluppo? I processi di sviluppo, le età
evolutive, dalla gravidanza alla morte. Ciò pone l'accento sul fatto che per
studiare questi processi è importante considerare non particolari fasce
d'età, ma il fatto di analizzare come si sviluppa il cambiamento in ottica
diafonica (?)
Esempio: il cambiamento osservabile nell'acquisizione del linguaggio nei
bambini, acquisizione che si modifica con frequenze di produzione diverse
per tutta la vita.

Gli scopi di questo ambito sono:


- dimostrare che un particolare fenomeno è soggetto a sviluppo
(identificazione)
- descrivere i cambiamenti legati alla crescita dell’individuo (descrizione)
- spiegare la natura dei cambiamenti che si verificano negli individui
(individuazione dei processi e dei meccanismi)

A livello storico, si è passati da un modello deterministico unicausale, a un


modello probabilistico.
Cercando di spiegare il cambiamento nel corso del tempo, da fine ‘800 a
tutto il ‘900, si è passato da modelli che spiegavano il cambiamento
tenendo in considerazione un’unica fonte, un unico elemento che spiegasse
il cambiamento, a dei modelli che consideravano più fonti e che vedevano
il cambiamento come frutto di più cause; circa le cause rimangono solo
spiegazioni probabilistiche.
Versanti opposti in ambito psicologico sono:
- Comportamentismo: la causa del comportamento umano va ricercata
nell’influenza dell’AMBIENTE → comportamento.
- Psicanalisi: pulsione → comportamento. Questa pulsione deriva dal
non aver reagito a una forma di violenza subita, ad esempio, in famiglia,
che viene espressa fuori dall’ambito della famiglia.

Entrambe però considerano un unico fattore come causa. Nel corso del XX
sec. Si passa da una visione statica (il sistema è fisso nel tempo; rigida
distinzione tra la variabile dipendente e indipendente) a una visione
dinamica …………. (?)
Modello probabilistico, od olistico.

Se prevalgono i fattori di rischio perché sono in molti e possono favorire


un esito negativo allora si può sfociare, ad esempio, nella depressione.
Possono esserci anche fattori positivi, come una buona relazione, un
supporto emotivo forte, se questi fattori protettivi prevalgono su quelli di
rischio l’esito dello sviluppo può essere positivo e arrivare a un esito
adattivo.

Ma cosa causa il comportamento umano? Come avviene il cambiamento?

- Comportamentismo. Aveva come obiettivo spiegare come avvenisse il


comportamento e come certi comportamenti si apprendessero, con un
accento particolare sull’ambiente e le esperienze. In questo ambito il
condizionamento classico (Pavlov) mise in luce che alcuni stimoli
producono un riflesso condizionato. L’accento è sulle cause, modificando
gli stimoli associando uno stimolo neutro a uno incondizionato si può
ottenere un riflesso condizionato.
- Nel condizionamento operante (Skinner) si concentra sui fattori che
emergono dopo il comportamento e che possono operare da rinforzo
positivo o negativo. I rinforzi possono essere aggiuntivi o sottrattivi, sia
negativi che positivi.
In tutto ciò il problema è che non vengono tenuti di conto i processi
mentali.

Condizionamento classico di Watson e Rayner. 1920


Topo: stimolo neutro
Rumore forte (campanella): stimolo in condizionato, paura.
Associando i due, il bambino ha sviluppato una reazione di paura anche
alla vista del topo (se non ricordo male, si dice che poi il bambino si
spaventava anche alla vista della barba di uno dei ricercatori, dello stesso
colore del topo).

Il condizionamento operante. Da un punto di vista comportamentista si dà


per scontato che premio e punizioni siano un qualcosa di oggettivo con
efficacia certa, non considera dunque i processi mentali dell’individuo.
Nel corso del XX sec ci si è concentrati sui processi mentali di
apprendimento; teorie dello sviluppo cognitivo.
Teoria dell’apprendimento sociale → classicamente, per apprendere un
comportamento bisogna sperimentarlo in prima persona per apprendere
una competenza. Bandura pone l’accento sull’apprendimento osservativo,
dove quindi l’esperienza diretta non è necessaria, basta osservare gli effetti
di certi comportamenti operati dagli altri. Perché questo apprendimento
possa concretizzarsi a condizione che ci sia una certa attenzione per
l’evento, devo essere in grado di ricordare il comportamento osservato,
deve essere fisicamente e intellettualmente capace di riprodurre il
comportamento e il bambino deve essere motivato a riprodurre quello
stesso comportamento.

Per Piaget il bambino è parte attiva nella ricerca di informazioni nuove


nell’ambiente in cui si trova e, grazie alla collaborazione con Binet (primo
test del QI) Piaget intuisce che il pensiero infantile cambia
qualitativamente con l’età e che sia differente dal modi di pensare
dell’adulto. Il problema è che considera lo sviluppo cognitivo come un
qualcosa di universale, identico per ogni individuo di ogni epoca e cultura.
Vygotskij smonta Piaget, che riconosce il forte impatto dell’ambiente
socioculturale sullo sviluppo cognitivo. Le interazioni che i bambini hanno
con le persone più esperte, con le istituzioni e gli strumenti forniti dalla
loro cultura favoriscono lo sviluppo cognitivo.
C’è un aumento significativo in queste teorie degli elementi presi in
considerazione.

Considerando gli aspetti che possono modificare il comportamento oltre ai


processi mentali ed evolutivi, come in Bandura, ma anche ciò che riguarda
la sfera pulsionale, emotiva in senso profondo. Freud ci dice che la parte
inconscia della nostra mente ha una grande influenza sui nostri
comportamenti, con queste pulsioni che lottano per venire a galla.

Nell’ambito della teoria dello sviluppo hanno grande influenza le teorie


etologiche, che consideravano i comportamenti umani come comprensibili
solo all’interno di un contesto che richiede un adattamento. Quanto più il
comportamento è adattivo e necessario per la sopravvivenza, tanto più è
probabile che si manifesti. Si considera l’importanza di un periodo
sensibile, un periodo all’interno del quale certe esperienze e
comportamenti sono fondamentali, se si saltano è difficile sviluppare
alcune competenze specifiche più avanti. Le osservazioni di Lorenz sulle
oche ci danno la prima teorizzazione dell’imprinting.
L’ambiente anche come contesto sociale ci permette di apprendere
determinati comportamenti se ci sono determinati processi cognitivi, quali
la memoria, la determinazione a mettere in atto un comportamento etc,
tuttavia vengono rivalutati non tanto gli aspetti cognitivi, ma quelli
istintivi.

Metodi di raccolta dei dati.


Studi esplorativi – non conosco un fenomeno e voglio individuarne le
caratteristiche.
Studi correlazionali – descrivo un fenomeno nelle sue caratteristiche e
cerco di individuare delle associazioni fra variabili

Studi sperimentali – studio un fenomeno per individuare delle relazioni di


causa tra le variabili

Studi di caso – studio approfondito di singole persone; permette lo studio


di fenomeni rari (talenti, disturbi vari); può permettere intuizioni o ipotesi
per ricerche successive; non permette la generalizzabilità di risultati, per
farlo è necessario un campione più ampio.

Disegni di ricerca.
Disegno longitudinale → gli stessi soggetti vengono seguiti nel corso del
tempo
“trasversale → confronto in un unico momento temporale

Longitudinale, migliore per lo studio dello sviluppo dell’individuo:


permette di cogliere lo sviluppo nell’unicità e organicità del suo processo;
gli stessi soggetti vengono seguiti nel corso del tempo, osservando
periodicamente i cambiamenti che subiscono i loro comportamenti;
permette di confrontare i processi di sviluppo di più individui giungendo a
trovare possibili fattori che intervengono e diversificano il percorso
evolutivo. LIMITI: tempi della ricerca molto lunghi; perdita dei soggetti
(per motivi selettivi o casuali); costi elevati; l’abituarsi dei soggetti alla
ripetizione delle prove; l’invecchiamento degli strumenti di rilevazione e
dei modelli teorici.

- 14/10/2020
TEST DI LIVELLO MENTALE
Binet, 1904, primo a misurare l’intelligenza prendendo come unità di
misura il tempo.

Terman, 1916, revisionando la scala di Binet, introdusse il concetto di Q.I.


-> attualmente calcolato in modo differente, confrontando le prestazioni di
un certo individuo con la media delle prestazioni ottenuta da un gruppo
campione.

I test attualmente più utilizzati sono:


- per la somministrazione individuale: test di Wechsler (WPPS, WISC,
WAIS)
- per quella collettiva: le Matrici Progressive di Raven e il Test Mosaico di
Gille

Test somministrati collettivamente e che misurano un intelligenza di tipo


logico sono le matrici progressive di Raven, che rappresentano una serie di
figure e immagini in sequenza e bisogna scegliere l’opzione corretta per
completare la sequenza.

Per valutare la personalità si possono avere questionari autodescrittivi che


presentano una serie di affermazioni e indicare quanto questa descriva o
meno il proprio modo di essere. Raggruppate per categorie relative a vari
aspetti della personalità. Hanno il limite di essere facilmente contraffabili,
per superare questo limite della desiderabilità sociale, molti test
comprendono una serie di item di controllo, domande di controllo, che
valutano la tendenza a dare risposte socialmente desiderabili. I più
accreditati sono Minnesota Multiphasic, Personality Inventory, Eyesenck
Personality Inventory, Big FIve Questionnaire.
Altro tipo di test sono le macchie di Rorschach, essendo ambigue è
difficile contraffare le risposte. Dovendo il soggetto dare una risposta
precisa a un materiale ambiguo, tende a proiettare all’esterno i propri
sentimenti, le esperienze e le paure. Il suo limite, e quello di test di questo
tipo, è che è difficile ottenere risultati oggettivi per la difficoltà nel
comparare le varie risposte dei vari soggetti.

SVILUPPO PRENATALE E OSSERVAZIONE DELLE


COMPETENZE NEONATALI

Perché si parla di sviluppo partendo dalla gravidanza? I bambini ricevono


un patrimonio genetico che influenza il loro sviluppo, però al di là di
questo è proprio durante la gravidanza che avvengono una serie di
esperienze che influenzeranno la crescita psicologica, lo sviluppo
percettivo e motorio del bambino. La velocità con cui si sviluppano le
competenze è, per certi versi, superiore a quella di qualunque altro
momento della vita.

Si possono considerare tre stadi.


1 – stadio germinale. Le prime due settimane dal concepimento.
Caratterizzato dalla moltiplicazione cellulare
2 – Stadio embrionale, dura circa 6 settimane e l’embrione diventa un feto.
3 – stadio fetale. Sette mesi. Ci sono grandi progressi nella crescita (da 2,5
cm a 50 cm, e si arriva a pesare fino a 3-4kg). In questo stadio la madre
sente i primi movimenti del feto, segno dello sviluppo del cervello che
affina sempre più la capacità di assumere il controllo del proprio corpo, in
risposta anche a stimoli esterni.
Prima di queste ricerche si è sempre pensato che alla nascita il bambino
fosse una “tabula rasa”.

Le capacità sensoriali che il feto sviluppa prima della nascita, le prime


compaiono durante il periodo fetale e sono le sensazioni tattili (intorno
all’ottava settimana). Tra le 24 e 28 settimane cominciano a funzionare gli
altri sensi.
Riguardo l’udito, il feto è soggetto sia a rumori endogeni intrauterini che a
fonti sonore esterne, quali al voce umana e la musica.
L’esposizione prolungata alla voce materna suscita l’acquisizione di
preferenze per la voce materna, la lingua materna e per specifiche
sequenze parlare o cantate.
Tutto ciò fa sì che si possa pensare al feto come a un qualcosa di
estremamente ricettivo, oltre che in grado di acquisire competenze. Ciò ci
permette di parlare di continuità trans-natale. Ciò che cambia con la
nascita è che aumentano notevolmente gli stimoli.

Al quarto mese, la madre comincia a sentire il suo bambino muoversi.


Nelle ultime settimane di gestazione il feto matura quella periodicità di
momenti di attività e riposo che sarà tipica anche del neonato.
- A partire dal settimo mese il feto trascorre periodi di sonno tranquillo (5-
10 min) in cui resta immobile o con una motilità ridotta, seguiti da periodi
di veglia o di sonno agitato, con movimenti frequenti.
- Nelle ultime settimane i periodi di tranquillità diventano sempre più
lunghi

Esistono larghe differenze tra i movimenti fetali, che sono influenzati dallo
stato emotivo della madre. Uno stato d’animo ansioso è legato alla
percezione e alla quantità dei movimenti fetali. È stato dimostrato che
nelle madri ansiose la quantità di movimenti è minore.
Esistono in diverse parti del sistema nervoso numerosi generatori di
movimento che si attivano in modo spontaneo, ad intervalli più o meno
larghi.
1 La motricità fetale è funzionale allo sviluppo del feto
2 Svolge un ruolo regolatore sullo sviluppo muscolo-scheletrico
3 Permette la specializzazione e il consolidamento di quelle parti del
midollo spinale e dell’encefalo, che permetteranno il corretto movimento
dopo la nascita
4 È funzionale allo sviluppo corretto dei movimenti postnatali
5 Svolge un ruolo preparatorio per il processo del parto

Punto focale per le scienze psicologiche è stata la scoperta delle intense,


importanti e complesse interazioni comunicative tra il feto e la madre.

STADI DELLA NASCITA


1) Travaglio. La madre percepisce contrazioni uterine man mano più
intense con regolare frequenza da 10 a 15 minuti (dura dalle 8 alle 14
ore) fino alla completa dilatazione del canale vaginale.
2) Espulsione. Il bambino esce dall’apertura vaginale in genere in meno
di 1 ora.
3) Secondamento. In pochi minuti l’utero espelle la placenta.

Assessment neonatale: APGAR


1 assessment neonatale è cruciale nei primi minuti
2 Misura 5 parametri: colore della pelle, battito cardiaco, respirazione,
tono muscolare, riflessi
E altri che porcoddio non sono arrivato a scrivere perché sta stronza va
velocissima.

Abilità percettive. Cinque sensi


Il tatto è il primo a svilupparsi come sensibilità tattile e dolorifica

Gusto e olfatto alla nascita sono ben sviluppati

Udito abbastanza sviluppato, è sensibile alla voce umana specialmente se


ha un intonazione marcata, melodica e alta. Preferisce la voce della madre
e ha problemi nella localizzazione del suono.

La vista è l’ultimo a dei sensi a svilupparsi. Vede fino a 20-30cm, ha una


visione binoculare e dei colori limitata.
Bisogna distinguere i riflessi neonatali dalle azioni congenitamente
organizzate (piangere, succhiare, guardare) si distinguono dai riflessi per il
loro carattere spontaneo

Gli stati del neonato:


Stati del bambino – pattern ricorrenti di eccitazione che variano dalla
veglia al sonno regolare

Comportamento umano; organizzato e prevedibile. È attivo e non passivo.


Vi è una larga maggioranza dei comportamenti regolati internamente

I pattern di eccitazione si formano ben prima della nascita, si rilevano


anche nei bambini prematuri

Tra gli stati, il sonno. I neonati dormono, in media, per il 55% del tempo in
serie di brevi e lunghi sonnellini. Non tutte le culture organizzano gli
schemi di sonno come in occidente, dove si incoraggia il comportamento
diurno, la disposizione del sonno varia attraverso le culture. I pattern del
sonno di genitori e figli riflettono le loro idee riguardo alle relazioni
familiari e allo sviluppo.
Fase REM del sonno: movimento rapido degli occhi, oscillazione del
battito cardiaco e della pressione sanguigna. Non si sa se i neonati sognino.

OSSERVAZIONE NEONATALE.

- Neonato competente: abilità percettive


- Isolare e osservare le competenze neonatali
- Quantificare e valutare le competenze
- Metodo osservativo
- Scala di valutazione

Scala NBAS, considera il neonato in interazione continua con l’ambiente


fisico e sociale, è quindi in grado di comunicare le reazioni agli stimoli
fisici e sociali con il suo comportamento. La NBAS misura la performance
migliore in assoluto del bambino.
La scala, pubblicata nel ’73, serve per fare valutazioni neuro
comportamentali. Valuta la capacità del neonato di adattarsi all’ambiente
esterno, la capacità di adattarsi a stimoli disturbanti del mondo esterno e la
capacità di adattarsi agli stati che vanno dal sonno alla veglia etc. Si
applica per neonati fino al secondo mese di vita. È una valutazione
interattiva in cui il neonato risponde (o meno) alle richieste
dell’esaminatore controllando il proprio stato comportamentale.
Ci si propone di esaminare le differenze nel comportamento del neonato,
di descrivere le intenzioni e i comportamenti nel contesto di una relazione
dinamica col caregiver e tanto altro.
È una scala sensoriale perché misura quanto il neonato risponde agli
stimoli sociali o meno. Motoria perché valuta l’attività globale motoria.
Degli stati perché misura il livello di coscienza in stati diversi quali sonno
profondo, sonno leggero, dormiveglia, sonnolenza, allerta tranquilla,
veglia attiva e pianto. Quindi anche la capacità di passare da uno stato
all’altro e l’abilità di regolarne il passaggio.
Queste aree sono a loro volta suddivise in prove diverse. Alcune valutano
le risposte di decremento, cioè di fronte a uno stimolo uditivo, visivo tattile
e quanto queste attivino una risposta del neonato e quanto il bambino inizi
a stancarsi dello stimolo.
C’è poi l’orientamento, si valuta quanto il bimbo riesca ad orientarsi tra
stimoli solo visivi, solo uditivi o di entrambi i tipi e se questi stimoli
provengono da oggetti inanimati o animati.
Ci sono le prove motorie, valutano il tono generale, maturità motoria.
Il rango degli stati, quanto sono labili gli stati, quant’è facile che passi da
uno stato all’altro.
LA regolazione, cioè la capacità di calmarsi da solo o farsi consolare per
recuperare uno stato neutro o di rilassamento.
I riflessi, che sono un otto di cose.

Somministrazione.
- Oggetti torcia sonaglio, campanello pallina colorata ago
- Ambiente calmo
- Iniziare quando il bimbo dorme
- Flessibilità, attenzione e sensibilità dell’esaminatore (non c’è un
ordine preciso delle prove)
- Training

Lo scopo è di valutare l’effetto di fattori


prenatali……………………………
Lo scopo in ambito applicativo: la possibilità di coinvolgere attivamente i
genitori nel ruolo di osservatori, ciò può permettere ai genitori di
comprendere le manovre di adattamento del bambino. Migliora la
sensibilità dei genitori ai comportamenti del bambino. Prestare ascolto ai
sentimenti e alle preoccupazioni dei genitori in relazione a sé stessi e al
proprio bambino. Riuscire a comprendere e discutere con i genitori le
modalità di educazione necessarie nella relazione con il loro bambino.
Cogliere nel comportamento del neonato gli aspetti che offrono una
maggiore comprensione del suo temperamento e verificare la sua migliore
prestazione in risposta ai migliori stimoli offerti. Costruire un’alleanza
pediatra-genitori dove la figura del pediatra sia sentita dai genitori come
supporto non solo per la crescita e la salute del bambino ma anche per un
armonioso sviluppo psicomotorio, cognitivo ed emotivo.

21/10/2020.

Disturbi alimentari infantili. In queste situazioni si instaurano dissincronie


e un distacco crescente tra i due protagonisti, come ad esempio, avviene
nella depressione materna. La madre depressa non sa attendere il proprio
turno ed assecondare l’iniziativa spontanea del figlio, per cui interviene
ansiosamente con lui, ostacolando l’instaurarsi di un ritmo condiviso. In
altre situazioni i bambini possono presentare un temperamento difficile, si
stancano presto o sono ipereccitati, irritabili. Tali caratteristiche possono
interagire con la vulnerabilità della madre, ad esempio con una madre
depressa che ha difficoltà a relazionarsi con la poca responsività del figlio.

22/10/2020
Se si presentano disturbi alimentari infantili, si instaurano dissincronie e
un distacco crescente tra madre e bambino.

È stata messa a punto la Feeding scale, si presenta come una check-list che
si applica ad osservazioni videoregistrate della diade madre-bambino
durante una sessione alimentare d’allattamento o di un pasto.

4 Aspetti:
1 Stato affettivo della madre, quanto ella manifesti affetti positivi o
negativi
2 Conflitto interattivo. Qualità dell’alternanza madre-bambino. La madre
controlla e forza l’alimentazione e quanto forzi il bambino a mangiare.
Distress nella diade e rifiuto alimentare del bambino.
3 Rifiuto alimentare del bambino. Scarsa assunzione di cibo per
ipo/iperattività del bambino. Poco interesse verso la situazione alimentare.
4 Stato affettivo della diade. Mutua regolazione, intrusività materna verso
le iniziative di autonomia del bambino. Affetti negativi nella diade (pianto,
distress emotivo, rabbia, ostilità.

Bisogna quindi migliorare la relazione della diade tramite un intervento


domiciliare. Dopo i primi sei mesi di vita del bambino, è stato evidenziato
nelle madri seguite:
- una riduzione dei sentimenti negativi relativi allo stato affettivo materno;
- una diminuzione
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