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PSICOLOGIA DELLA PERSONALITÀ

Il termine PERSONALITA’ deriva dal latino persona (=maschera di legno indossata dagli attori
nei teatri antichi, nella quale i tratti del viso erano esagerati, perché meglio potessero essere rilevati
dagli spettatori e la bocca era fatta in modo da rafforzare il suono della voce, cosa resa necessaria
dall’ordinaria vastità degli antichi greci). Questo vocabolario venne poi applicato ad esprimere
l’individuo rappresentato sulla scena che ora diciamo “personaggio”; poi un uomo qualsiasi, e
successivamente la sua corporatura o il complesso delle sue qualità.
Ambito relativo alle pertinenze strettamente individuali, in quanto capaci di costituire o conferire
motivo di capacità giuridica o di distinzione sul piano dei rapporti sociali.
“culto della personalità”: supina accondiscendenza alle direttive politiche del governatore a scapito
degli interessi generali del paese/ persona in grado gerarchicamente elevato o singolarmente
autorevole in un ambito determinato di attività o di interessi.
Nel linguaggio filosofico, l’individualità della singola coscienza, in quanto sussistente
separatamente da ogni altra.
Personalità=organizzazione dinamica, ossia un sistema complesso determinato dalle continue
interazioni sinergiche che hanno luogo tra tali elementi.

Ogni uomo è:
- Uguale agli altri uomini; elementi che condividiamo con tutti gli individui. (natura
universale umana)
 Identificare gli elementi comuni gli universali umani. Svolto da fattori biologici,
ambientali e intrapischici che rendono l’essere umano uguale agli altri.
- Uguale solo a qualcuno. (Differenze individuali e di gruppo)
 Identificare tratti, disposizioni che definiscono tipi di persone. Ruolo svolto da tendenze
disposizionali che accomunano una certa tipologia di persone e che rendono tali persone
simili solo ad alcune.
- Ciascuno è diverso da chiunque altro. Focus su capacità uniche e irripetibili che formano la
personalità. (unicità dell’individuo).
 Identificare la configurazione unica delle componenti psicologiche. Ruolo svolto da
fattori biologici, ambientali e intrapsichici che rendono l’essere umano uguale agli altri.
La personalità si muove tra somiglianze e differenze.

Le tre domande fondamentali della psicologia della personalità


1. Cosa ci rende diversi o uguali agli altri?
2. Da dove hanno origine queste differenze?
3. Come si sviluppano queste caratteristiche?

Lo studio della personalità pone alcuni problemi:


Circoscrive l’oggetto di studio: la psicologia della personalità si trova al crocevia di diverse
discipline (psicologia cognitiva, dello sviluppo, del benessere, di relazione) e di diverse tradizioni
filosofiche sviluppate prima della ricerca empirica.

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Complessità del costrutto: influenza di variabili biologiche, genetiche, cognitive, motivazionali,
ecc… rendono complessa l’analisi.
Difficolta definitorie: Temperamento, carattere, indole, sé, identità, ecc…

La personalità ha un costrutto complesso.


Può essere:
- variabile indipendente; cioè è la causa. Corrisponde alla variabile di partenza. È la
variabile che spiega il comportamento.
- variabile dipendente; cioè la conseguenza.
- variabile interveniente; cioè la variabile che interviene tra variabile dipendente e
indipendente.

Quindi…

Allport: la personalità è un’organizzazione dinamica entro l’individuo di sistemi psicofisici che ne


determinano l’adattamento unico al suo ambiente.
Rogers: l’oggetto primario di studio dello psicologo sarà la persona e il suo mondo dal punto di
vista della persona stessa.
Eysenck: la somma totale degli schemi di comportamento effettivi o potenziali dell’organismo, così
come vengono determinati dall’ereditarietà e dell’ambiente
Dogana: un sistema di strutture e di processi psichici che determinano il modo caratteristico con cui
ciascuno reagisce agli stimoli dell’ambiente fisico e sociale, cioè lo stile individuale di percepire,
pensare, provare emozioni. Tale sistema, dal punto di vista soggettivo, conferisce all’individuo un
senso di identità personale e dal punti di vista oggettivo o dell’osservatore, assicura una certa
stabilità e coerenza della condotta, consentendo di effettuare previsioni dotate di un discreto livello
di approssimazione.
Carver e Scheier: la personalità è un’organizzazione dinamica, entro l’individuo, di sistemi
psicofisici che determinano i pattern di comportamento, di pensiero e di emozioni
 la personalità fa riferimento alla complessità dei sistemi psicologici che contribuiscono
all’unità e alla continuità della condotta e dell’esperienza.
LA PERSONALITA’, pertanto, può essere concepita come un sistema complesso di strutture e
processi psicologici la cui organizzazione risulta dalle interazioni sinergiche che hanno luogo tra
molteplici sottosistemi (aspetti biologici, psicologici). Ci da quel senso di continuità e unità che ci
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fa percepire di essere comunque noi nonostante siamo cambiati, c’è un nucleo che ci fa percepire
come costanti.

Con il tempo tutti ci costruiamo una teoria della personalità, cercando di spiegare perché qualcuno
si comporta in un mondo e qualcun altro in altri modi.
In questi anni di vita abbiamo imparato a leggere la personalità degli altri, è un meccanismo
automatica. Si può considerare un meccanismo di difesa.
Sono teorie ingenue, teorie implicite rispetto alle caratteristiche dell’altro.

Le teorie scientifiche necessariamente si devono basare su osservazioni scientifiche, dati raccolti in


maniera oggettiva. Il campione deve essere un campione ampio e diversificato. Le teorie
scientifiche sono sempre supportate da dati empirici. Devo supportare le mie assunzioni con dati
empirici e sono teorie comprensive. Cioè, teorie che si danno come obiettivo quello di includere
tutti gli aspetti psicologicamente rilevanti, significativi della persona. Sono delle teorie sistematiche,
sono correlati in maniera sistematica, in maniera logica.
Le teorie sulla personalità hanno sempre (o quasi sempre) la possibilità di fornire un certo beneficio
all’umanità. Hanno sempre un risvolto pratico, applicativo, delle applicazioni concrete. Non sono
pura speculazione, hanno un risvolto applicativo che porta ad un beneficio.
- Identificare caratteristiche delle persone e comprendere come queste caratteristiche sono in
relazione tra di loro
- Capire le cause
- Cercare di capire come si evolvono queste caratteristiche nel tempo

Primo focus:
- Identificazione degli elementi stabili, durevoli, costanti. A seconda della prospettiva l’unità
di misura sarà diversa. (per esempio il tratto= dimensione continua in cui abbiamo ai due
estremi due caratteristiche opposte, disposizione ad agire in un certo modo che si mantiene
stabile, costante nel tempo.). Ciascun individuo si colloca in un certo punto di questo
continuum.
Configurazioni che hanno più a che fare con l’unicità dell’individuo.
Caratteristiche dinamiche che si modificano rapidamente e frequentemente.
Diversi approcci teorici evidenziano differenti aspetti motivazionali:
- Impulsi biologici di base
- Anticipazione degli eventi futuri
- Valorizzazione del sé
Pattern evolutivi che rendono ragione dello sviluppo della personalità e delle differenze tra
individui.
Diversi approcci teorici sottolineano l’influenza di differenti fattori: genetici, ambientali,
interazione natura cultura.
Questi due ordini sono in interazione tra loro.
Ci sono predisposizioni ad agire in un certo modo, e a queste predisposizioni vanno ad influenzare
anche tutti gli elementi socio motivazionali.

Le grandi teorie di personalità nascono all’interno del contesto terapeutico (setting clinici).
Nell’elaborazione delle teorie partono dalla conoscenza della personalità dell’uomo nell’interazione
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in ambito clinico. In tante teorie c’è un’attenzione specifica alla disfunzionalità, dove qualche
elemento della personalità non sta funzionando al meglio.

- Ruolo fattori biologici e culturali nello sviluppo della personalità


- Autodeterminazione e condizionamento, proattività o passività

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CAPITOLO 2: I METODI DI RICERCA IN PSICOLOGIA DELLA PEROSNALITÀ
Bisogna fare riferimento a diverse tipologie di dati
Dati L (life record): eventi di vita
Dati O (observer) dati osservativi
Dati T (test): dati sperimentali
Dati S (self-report): autodescrizioni

Dati L (eventi di vita)


Informazioni che si riferiscono a eventi, attività, informazioni che si verificano nella vita
dell’individuo e che sono di dominio pubblico.
Sono dati direttamente accessibili. Non necessitano di interpretazione, sono di dominio pubblico
Sono fonte importante di informazioni, spesso vengono predetti da dati di tipo osservativo o
autodescrittivo.
Osservazioni di bambini con problemi comportamentali. Eventi negativi nella vita
adulta. Studiati dal punto di vista delle loro condizioni di vita.
Notato che eventi negativi erano predetti da frequenza o severità da presenza di disturbi
della condotta in fase infantile.
Es. data di nascita

Dati O (osservativi)
Derivano dall’osservazione e derivano dal contatto dell’osservare l’oggetto di interesse. Si possono
implicare diversi osservatori rispetto ad uno stesso soggetto ed è possibile andare a posteriori a
calcolare quanto queste osservazioni siano coerenti (accordo inter giudici). Per comprendere
quanto sia affidabile, devo trovare una coerenza tra le osservazioni. Più sono coerenti, più è
affidabile e valida.
Esistono diverse strategie di osservazione:
- si può decidere che l’osservatore sia un professionista oppure una persona vicina al soggetto
da osservare.
- il contesto può variare ci possono essere osservazioni naturalistiche oppure in contesti
artificiali (contesti neutri e adibiti per queste attività)

dati T (sperimentali)
derivano dall’effetto di una manipolazione sperimentale in un contesto standardizzato.
Vado a modificare una variabile e vado a capire come questa manipolazione vada a influenzare la
mia variabile dipendente
bridge-building test: chiesto di costruire un ponte con legnetti. Ci sono due collaboratori
che possono aiutarlo. La sua capacità di collaborazione verrà valutata. I due collaboratori
sono dei collaboratori (uno sapientino e uno tontolone). Si vuole valutare la tolleranza. Si
misura quanto tempo passa da quando inizia a quando interrompe.

Diverse tipologie di T-data:


- strumenti di registrazione meccanica (actometro)
- dati fisiologici (conduttanza cutanea, attività Cardiaca…)

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- tecniche proiettive (test di Rorschach)
- test standardizzati (scale Wechsler per la misurazione del QI)

dati S (autodescrizioni)
Ciò che una persona dice di se stessa. Informazioni derivano dalla somministrazione agli individui
di questionari, e di strumenti in genere, con lo scopo di ricavarne delle auto descrizioni di aspetti
specifici della propria personalità.
Maggiormente di valutazione maggiormente utilizzato in psicologia della personalità. Fornisce
informazioni inaccessibili a chiunque altra persona.
 Bias della desiderabilità sociale. Restituiamo all’esterno
Così raccogliamo una quantità consistente di informazioni, in un tempo molto ristretto.
Questionari che sono strutturati:
- Vero- falso
- Serie di aggettivi
- Scale likert
Ma possono anche non essere strutturati.

Il livello di coerenza varia in base al tipo di costrutto che si sta esaminando (tratti facilmente
osservabili all’esterno portano maggiore coerenza tra fondi; tratti che implicano il riferimento a stati
mentali interni meno).
C’è un basso livello di coerenza tra dati T- dati S
C’è un altro livello di coerenza tra dati O- dati S; perché siamo di fronte ad una pluralità di
situazioni rispetto a cui facciamo una media.
La strategia più utile è utilizzare diverse fonti di dati e poi andare a integrare i risultati.

TIPI DI MISURAZIONE
Le misure nomotetiche vengono impiegate dai ricercatori che si collocano nelle ricerche comuni.
Ricercare regole e leggi che siano valide per tutti in modo fisso. Sono procedure fisse, standard.
Le misure idiografiche vengono utilizzate da coloro che sono interessati al profilo unico e
irripetibile alla personalità di ciascuno. Le procedure di valutazione son procedure flessibili che si
adattano al singolo individuo.

OBIETTIVI DELLA RICERCA


ATTENDIBILITA’; le osservazioni di un ricercatore devono essere stabili e replicabili in qualsiasi
momento da qualunque altro ricercatore.
Come si misura:
- Coerenza interna
- Test- retest
Da cosa è influenzata:
- Condizioni psicologiche del soggetto
- Ambiguità degli item
- Variazioni nelle istruzioni

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VALIDITA’: verificare che le informazioni si riferiscono realmente a quel fenomeno che il
ricercatore intende misurare. Lo strumento utilizzato misura realmente il costrutto che afferma di
misurare.
- Validità del costrutto: il test è indicativo del costrutto che dice di misurare (correlazioni tra
costrutti con cui dovrebbe essere correlato)
- Validità predittiva: il test p in grado di predire dei criteri esterni al test stesso
- Validità convergente e validità discriminante: il test corella con le misure con cui si ipotizza
debba correlare e non correla con quelle misure che non hanno alcun tipo di legame teorico.

ETICA: i ricercatori hanno il dovere di protegger i soggetti sperimentali da disagio fisico e


mentale. Nella comunicazione scientifica è doveroso includere, oltre ai risultati e alla loro
interpretazione, anche le modalità.

DISEGNI DI RICERCA
Ricerca clinica: studio di casi ha come obiettivo di arrivare a conoscere e descrivere le
caratteristiche di personalità di un individuo attraverso uno studio intensivo, in profondità. Uno
studio dettagliato. Si pone l’obiettivo di tracciare un profilo psicologico dell’individuo arrivando a
definire il funzionamento psicologico in quanto sistema globale.
(es. Allport analizza l’epistolario di una donna per trarne un profilo della personalità della donna)
Limiti:
- Scarsamente generalizzabile. Non posso attribuirlo ad altri individui. Descrivo la personalità
del singolo, non colgo gli elementi causali.
Ricerca correlazionale: l’obietto è quello di studiare diverse caratteristiche contemporaneamente
su campioni ampi per cercare di capire come queste diverse caratteristiche si muovono tra di loro e
come sono correlate.
Si avvale del calcolo del coefficiente di correlazione (correlazione lineare tra due misure, compreso
tra -1 e +1)
Limiti: informazioni parziali. E superficiali sugli individui (ci sono item rilevanti per il soggetto non
include nel testo/item non rilevanti per il soggetto incluse nel test)
Non coglie relazioni causali (variabili correlate non sono necessariamente una causa dell’altra, ne
può esistere una terza che spiega la loro relazione)
Ricerca sperimentale: verifica sperimentale in un contesto controllato dell’influenza che una
variabile esercita sull’altra.

Ciascun approccio di far ricerca ha dei limiti. Per questo conviene mette in campo un pluralismo
metodologico. Bisogna cercare di investigare la persona e la personalità adottando diverse modalità
di ricerca, integrando le diverse metodologie in un unico progetto di ricerca.

CAPITOLO 4: LA PROSPETTIVA DEI TRATTI DI PERSONALITÀ


La prospettiva dei tratti si focalizza su quelle caratteristiche che si mantengono costanti nella nostra
vita, nonostante tuti i cambiamenti di cui abbiamo fatto esperienza e che definiscono la nostra
identità.
Abbiamo pochi tratti e dalla combinazione di queste caratteristiche fondamentali andiamo a definire
tutte le possibili sfumature di personalità, combinazioni uniche e irripetibili. Le basi però sono le
stesse per tutti.
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LE TEORIE DEI TRATTI
Si sviluppano nel 20sec. Ma hanno radici in un passato lontano (Ippocrate, Galeno… medici
dell’antica Grecia). Stretta relazione tra caratteristiche biologiche-psicologiche; da queste idee sono
state ideate le Teorie dei Tratti.
Teorici dei tratti sono attenti a introdurre modalità di misurazione dei tratti che siano oggettive,
obiettive, valide, attendibili.
Ci sono assunti condivisi tra le varie teorie:
- TRATTO= pattern coerente del modo in cui una persona sente, pensa, si comporta, si
emoziona. Predisposizioni a reagire secondo modalità specifiche. I tratti danno stabilità e
coerenza al nostro comportamento. Esistenza di costrutti psicologici che corrispondono a
tendenze abituali a mostrare un certo tipo di condotta. Lo stesso tratto può manifestarsi in
maniera diversa nelle diverse fasi della vita. Il tratto è caratterizzato da coerenza e
peculiarità; descrive una regolarità nel comportamento dell’individuo, cioè una certa
coerenza comportamentale. Identifica quelle caratteristiche psicologiche che esprimono le
differenze fondamentali tra le persone e che rendono ciascuna persona peculiare rispetto alle
altre.
- La PERSONALITA’ È riconducibile a una particolare configurazione di tratti che
identificano le caratteristiche psicologiche fondamentali della persona e rendono ragione di
una certa regolarità e coerenza nel suo comportamento, sostengono che i tratti siano delle
variabili decontestualizzate. È organizzata in maniera gerarchica, le risposte
comportamentali più specifiche rappresentano il livello più semplice, la base della struttura
gerarchica.
Ci sono però molte differenze:
- Approcci e metodologie di ricerca: c’è un approccio idiografico; tratti intesi come
costrutti dalla configurazione strettamente soggettiva e individuale. (studio di casi singoli)
approccio che mira ad approfondire lo studio individuale della personalità partendo dal
presupposto che ciascun individuo possiede un insieme unico di tratti, organizzati in
maniera del tutto originale.
Nell’approccio nomotetico i tratti sono intesi come costrutti uguali in tutti i soggetti,
differiscono solo in intensità (indagini statistiche su grandi campioni) mira a identificare una
tassonomia dei tratti universale, che possa essere applicata a tutte le persone.
I tratti sono costrutti psicologici uguali in tutte le persone. Le differenze individuali sono di
tipo quantitativo, NON qualitativo. In misura maggiore o minore tutte le persone presentano
tutte le caratteristiche psicologiche corrispondenti ai diversi tratti di personalità. L’unicità
dell’individuo emerge dalle combinazioni di livelli dei diversi tratti.
- La natura del tratto: per alcune teorie il tratto non è altro che uno schema generale di
comportamenti osservabili. Il tratto va a definire delle tassonomie di personalità che
rappresentano delle etichette, descrizioni di tendenze di superfici. (funzione descrittiva dei
tratti).
Per altre teorie il tratto può essere la causa di comportamenti che vado ad osservare, è la
causa interna di un certo comportamento e questo ci permette di fare delle previsioni su
come una certa persona che possiede un certo tratto può comportarsi in certi contesti
(funzione esplicativa dei tratti). In questo caso il tratto ha una funzione causale. All’interno
di questa seconda concezione del tratto si va a verificare delle correlazioni tra possedere un
certo tratto e un corrispettivo biologico. A livello biologico funzionano in un certo modo e
questo è la causa del mio comportamento all’esterno.
- Identificazione dei tratti:

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1. Approccio lessicale: le differenze individuali che hanno una certa rilevanza sono anche
quelle differenze che andiamo a ritrovare nel linguaggio comune. Se una caratteristica è
veramente importante, esistono diverse sfaccettature della stessa caratteristica (frequenza
di sinonimi). I tratti fondamentali della personalità sono identificabili a partire
dall’analisi del linguaggio comune. (universalità cross-culturale).
2. Approccio teorico: è la teoria che si assume come riferimento che determina quali sono
le dimensioni individuali importanti da tenere in considerazione. Approccio di tipo top-
down, procede a partire dal modello teorico per stabilire la tipologia di dati che andranno
raccolti e processati. È possibile identificare i tratti fondamentali basandosi su teorie
esistenti da cui ricavare indicazioni relative a quali siano le dimensioni di base della
personalità.
3. Approccio statistico: approccio seconod cui è possibile identificare i tratti fondamentali
della personalità attraverso l’utilizzo di tecniche di analisi statistica, in particolare di
analisi fattoriale. il punto di parte p rappresentato da un pool di item di personalità che
vengono poi analizzate statisticamente e categorizzate in tratti. L’obiettivo è verificare
come gli item specifici covarino o non covarino tra loro, e identificare delle tendenze,
dei cluster sovraordinati che organizzano la miriade di caratteristiche individuali: analisi
fattoriale.
Analisi fattoriale: tecnica statistica multivariata che riduce le interrelazioni tra le
variabili osservate a un numero inferiore di costrutti latenti (che non sono direttamente
osservabili, ma rendono ragione del perché le variabili osservate covariano). Identificare
un numero limitato di dimensioni (fattori) che riassumono le intercorrelazioni tra un
grande numero di variabili contemporaneamente.
Nello studio dei tratti la tecnica dell’analisi fattoriale aiuta a identificare i tratti
realmente importanti riducendo il numero elevato di dimensioni con cui, altrimenti, ci si
imbatterebbe.
La correlazione tra le variabili è determinata da fattori non direttamente osservabili (i
tratti) che determinano i punteggi riscontrati nelle variabili osservate.
Non è solo una procedura oggettiva, bensì è il risultato di una serie di decisioni che il
ricercatore prende nel corso dell’analisi. (tipo di metodo per identificare i fattori, numero
di tratti da estrarre)
 Le tre teorie si possono combinare.

ALLPORT (1897-1967)
Teoria che si discosta maggiormente dalle altre.
Ci da una definizione di personalità globale.
PERSONALITA’= la struttura della personalità è unica, anche se somiglianze dovute alle specie,
alla cultura, alle fasi di sviluppo possono produrre alcune somiglianze tali da giustificare l’uso di
dimensioni universali. La personalità è una organizzazione dinamica in cui si coniugano aspetti
biologici, psicologici e sociali: organizzazione entro l’individuo di quei sistemi psicofisici che ne
determinano l’adattamento uni al suo ambiente. La personalità è in costante divenire, è
un’organizzazione dinamica.
Teoria prospettica, si discosta totalmente dalla psicanalisi.
Approccio idiografico: l’enfasi sull’unicità dell’individuo. Riconosce l’esistenza di tratti comuni
ma è interessato alla dimensione individuale. Per capire la personalità occorre osservare la persona
nei suoi contesti di vita, per andare a cogliere i nodi strutturali (elementi attorno a cui si organizza il
suo comportamento).

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TRATTO= sistemi psicofisici, sistema neuropsichico generalizzato e focalizzato che iniziano e
guidano coerenti forme di comportamento adattivo ed espressivo. Unità di base della personalità:
sono fondati neurologicamente. Struttura realmente esistente basata sul sistema nervoso. E spiegano
le regolarità del comportamento della persona nel tempo e nelle situazioni.
Ogni individuo possiede un’unica e irripetibile configurazione di tratti, ognuno vive e affronta le
esperienze in quanto le persone entrano in contatto e mettono in atto comportamenti di adattamento
nell’ambiente attraverso i propri tratti.
Uno specifico tratto determina un insieme di potenziali risposte comportamentali a una data
situazione. ; è la situazione che spinge una persona verso il livello massimo o il livello minimo del
suo range di potenzialità, ma rimanendo pur sempre all’interno dei propri limiti.
Mentre il tratto spiega una tendenza comportamentale generalmente coerente, la situazione rende
ragione della variabilità del comportamento.
1. Tratto
2. Stato
3. Attività
Il tratto si riferisce ad una varietà di situazioni, sono stabili-> Stato (stato d’animo) – Attività
(modalità di comportamento in certi contesti.
Stato e Attività sono aspetti temporanei causati da circostante esterne.
Si distinguono differenti tipologie di tratto:
TRATTI COMUNI: quegli aspetti della personalità rispetto ai quali è possibile mettere a confronto
la maggior parte delle persone all’interno di una medesima cultura. Possono fornire una grezza
approssimazione della personalità di ciascun individuo.
TRATTI INDIVIDUALI (DISPOSIZIONI PERSONALI): formano la personalità vera, che è
costituita dai tratti individuali che determinano lo stile di comportamento unico di ciascuno
individuo.
Il tratto stesso è organizzato in dimensioni più stabili:
1. Cardinali: disposizioni pervasive e centrali che riguardano tutte le azioni della persona e ne
influenzano ogni comportamento. Non tutti li possiedono.
2. Centrali: meno globali, ma salienti, riguardano una gamma di situazioni. Tendenza a
comportarsi in una determinata maniera in un numero consistente di situazioni. Tutti gli
individui possiedono un certo numero di tratti centrali.
3. Secondari: disposizioni meno caratterizzanti la persona e più dipendente dalla situazione,
sovrapponibili alle abitudini.
Il comportamento è dato dal tratto (coerenza), ma anche dalla situazione (variabilità)
Appare evidente che i tratti siano delle dimensioni che non possono essere direttamente osservate, il
processo che porta a identificare i tratti è di tipo inferenziale. I tratti possono essere identificati
attraverso lo studio approfondito di un caso singolo, attraverso l’osservazione del comportamento
della persona oppure l’analisi di documenti e scritti prodotti dalla persona stessa. (unisce approccio
idiografico, analisi lessicografica e scale self-report).
In una fase iniziale nella vita di un individuo il nostro comportamento ha delle motivazioni che
hanno a che fare con la riduzione di tensione e la moderazione di certe pulsioni. Con il tempo la
maturità psicologica si ha quando la persona prende le distanze da questo tipo di motivazione. Si
passa da motivazioni estrinseche a motivazioni intrinseche.
Autonomia funzionale= concetto teorico secondo cui le attività che inizialmente sono subordinale e
strumentali alle soddisfazioni di bisogni biologici o pulsionali possono distaccarsi da tali
condizionamenti biologici e pulsionali e divenire fini a se stesse, acquisendo un valore autonomo e

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indipendente dai bisogni originari. Le motivazioni diventano indipendenti dalle motivazioni
presenti nel periodo dell’infanzia. L’autonomia funzionale è espressione della maturità
dell’individuo
L’attività che una volta soddisfaceva un bisogno elementare ora soddisfa solo se stesse. Questo
prendere le distanze da motivazioni tipiche dell’infanzia a motivazioni tipiche dell’età psicologica
portano alla formazione della propria identità “PROPRIUM” punto di approdo della persona e
include tutti gli aspetti della personalità, anche i tratti. È un costrutto sovraordinato rispetto ai tratti.
È un Insieme organizzato e della personalità, si sviluppa nel corso del tempo e corrisponde
all’essenza dell’identità personale contribuendo in maniera crescente alla coerenza del
funzionamento della personalità.
La formazione del proprio è il requisito necessario affinché si possa sviluppare quella capacità
tipicamente umana di distaccarsi dal passato, dai condizionamenti biologici e infantili, per elaborare
mete liberamente scelte.

- Si sviluppa nel tempo, non è innato


- È frutto di un processo di crescita, di maturità
- È sovraordinato rispetto ai tratti

CATTEL (1905-1998)
Laureato in chimica, poi approda alla psicologia.
Nella sua teoria ci sono elementi che hanno un collegamento maggiore all’ambito chimico.
Interesse nell’identificare gli elementi primari, le unità di base della personalità.
Fortemente influenzato dal fatto che ha lavorato per lungo tempo con Spearman, identificare una
tassonomia complessiva della personalità.
TRATTO= causa di certi comportamenti, ci aiuta a spiegare perché ci comportiamo in un certo
modo. Ci aiuta a fare previsioni per comprendere come una persona si comporterà in certe
situazioni.
Ordine gerarchico del tratto; tratti di personalità hanno un organizzazione di tipo gerarchico:
1. Tratti che sono più ampi e sovraordinati, si riferiscono ad una grande vairetà di situazioni e
sono stabili nel tempo
2. Tratti più specifici e più soggeti a variabilità, subisocno maggiormente influenza
dall’ambiente.
Anche qua abbiamo una distinzione tra:
- Tratto
- Stato (uguale ad Allport) stato d’animo in un momento specifico.
- Ruolo che di volta in volta ciascuno di noi si trova a rivestire nei diversi contesti.
Nonostante l’importanza dei tratti nel determinare il comportamento, la persona non è vista come
un’entità statica sempre uguale a se stessa: il comportamento è influenzato anche da stati e ruoli.
Il tratto come qualcosa di più stabile, mentre stato e ruolo vengono influenzati dai contesti che si
vanno a vivere (interazionsimo).
Applica l’analisi fattoriale su dati raccolti in fonti diversi, su questi dati applica l’analisi fattoriale e
trova 16 fattori di personalità.

EYSNECK (1916-1997)

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Interesse nell’andare a identificare una tassonomia di personalità.
Il suo pensiero è influenzato da:
1. Progress nell’ambito statistico, affascinato dall’utilizzo dell’analisi fattoriale. Utilizzo
tecniche massicce per andare a interpretare i dati raccolti.
2. Studi sulle tipologie di personalità, idea che esiste una corretta corrispondenza tra
funzionamento biologico e funzionamento mentale differenze individuale a livello di
substrato fisiologico siano strettamente legate e delle differenze in termini di personalità.
3. Studi sull’ereditarietà delle caratteristiche psicologiche
PERSONALITA’= somma totale degli schemi di comportamento effettivi o potenziali
dell’organismo, così come vengono determinati dall’ereditarietà e dell’ambiente.
La personalità è il prodotto delle strutture biologiche del sistema nervoso centrale: interesse per le
basi fisiologiche della personalità. Si fa riferimento ad una sorta di integrazionismo. La sua teoria è
fortemente sbilanciata sul piano psicologico, l’elemento ambientale viene quasi del tutto eliminato.
Il temperamento viene definito come il settore affettivo, l’aspetto emotivo e motivazionale che
caratterizza il comportamento della persona, il temperamento e quindi la personalità si differenzia
dall’intelligenza poiché con il termine personalità si fa riferimento esclusivamente agli elementi non
cognitivi del comportamento, mentre le abilità, e in genere gli aspetti cognitivi vanno a costituire
l’intelligenza.
Parte dia 16 fattori identificati da Cattell.
Analisi fattoriale secondarie sui fattori che porta all’identificazione si SUPERFATTORI (fattori
indipendenti tra loro, dimensioni continue, tratti sovraordinati che distinguono una persona
dall’altro. fattore sovraordinato che corrisponde a un livello superiore di organizzazione dei tratti
rispetto ai fattori subordinati, più specifici e meno generali), sono degli schemi di comportamento o
stili emotivi coerenti che distinguono un individuo dall’altro.
Ciascun fattore definisce die costrutti che sono tra di loro separati:
- Estroversione: include sottodimensioni più piccole, più ristrette più limitate che
rappresentano delle sfaccettature dell’estroversione (socievole, vivace…) superfattore che
corrisponde, a un estremo, alla disposizione socievolezza, all’impulsività e alla propensione
al rischio; si contrappone all’introversione che corrisponde alla tendenza ad essere calmi,
riservati e avversi al rischio.

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- Nevroticismo: contiene sottodimensioni (timidi, ansiosi, irrazionale…). tendenza a vivere
stati emotivi negativi e ad avere oscillazioni nel tono dell’umore. Lievi disposizioni al senso
di inferiorità e inadeguatezza. Atteggiamento dimesso e titubante. Preferenza per la routine e
rifiuto al cambiamento nelle abitudini. Soggetti a tensione nervose che portano spesso a
logorio psico-fisico. Il conflitto interpersonale provoca disagio. Riflessione prolungata sui
pro e contro di una decisone per il timore di conseguenze negative. Locus of control interno
per le situazioni negative, esterno per quelle persone.
corrisponde all’instabilità emotiva e all’ansietà a un estremo, e alla stabilità emotiva all’altro
estremo.
- Psicoticismo aggressivo, freddo,.. tendenza all’impulsività, all’azione senza mediazione del
pensiero. Preferenza per la solitudine e per l’isolamento. Poca sensibilità nei confronti degli
stati d’animo altrui e tendenza all’egocentrismo. Basso livello di coscienziosità. Nelle forme
estreme sfocia nella criminalità, nella schizofrenia paranoide, o nella piscosi maniaco
depressiva. Tendenza all’isolamento e all’insensibilità a un estremo, alla tendenza ad
accettare le norme sociali e a preoccuparsi per gli altri. All’altro estremo.

I tre SUPERFATTORI sono dimensioni continue i cui poli sono definiti da un estremo inferiore e
superiore. Sono dimensioni indipendenti e ogni persona a può possedere livelli differenti.
La combinazione dei due superfattori definisce tutte le possibili personalità.
Hanno una corrispondenza a livello di substrato biologico e sono in parte ereditabili. Nonostante il
ruolo chiave delle disposizioni genetiche e biologiche, E riconosce che queste ultime interagiscano
con le variabili situazionali nel determinare il comportamento dell’individuo. Ritiene che gli
organismi viventi differiscano tra loro in base al livello di eccitazione del proprio sistema nervoso
centrale; mentre l’attività cerebrale di alcuni organismi è dominata dall’eccitazione, in altri è
l’inibizione ad essere prevalente.
1. Estroversione: differenze nel funzionamento neurofisiologico della corteccia: diverso gradi
di attivazione della sostanza reticolare. Attivazione corticale. Per ciascuno individuo esiste
un livello ottimale di attivazione. Parla dell’eccitazione corticale cioè livelli di attivazione
al livello di attivazione del sistema nervoso centrale che differisce tra introversi ed
estroversi: i primi registrano un livello di eccitazione corticale maggiore rispetto ai secondi.
Differiscono anche per l’eccitabilità; cioè la variazione nel livello di eccitazione corticale di
fronte ad uno stimolo esterno: negli introversi è maggiore rispetto agli estroversi.
2. Nevroticismo: differenze nel grado di attivazione del sistema nervoso autonomo (sistema
limbico). Eccitazione autonimica. Alto livello di nevroticismo è caratterizzato da una bassa
soglia di attivazione del sistema limbico, risposta più elevata allo stress. (maggiore
predisposizione allo stress e alla malattia). Il livello di attivazione autonomica del sistema
limbico discrimina le persone con elevato livello di nevroticismo dalle persone con un basso
livello di nevroticismo (soglia di attivazione più alta)
3. Psicoticismo: differenze nella suscettibilità ormonale. tra una personalità sana e una
personalità patologica è esclusivamente quantitativa; entrambe possono essere descritte
attraverso i tre superfattori. Ma la personalità patologica implica livelli eccessivamente
elevati di uno dei superfattori, ma un elevato livello di nevroticismo o pscioticismo non
implicano necessariamente la psicopatologia.

Fa riferimento alla TERAPIA COMPORTAMENTALE, ciò che non funziona è risultato di un


qualcosa di comportamentale che è disfunzionale. La componente genetica è una parte smussabile.
Si contrappone alla psicoterapia e alla terapia psicoanalitica e tutte le psicoterapie prive di supporto
empirico.

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IL MODELLO DIE CINQUE FATTORI
Dagli anni ’90 si definisce il modello die big five, per lungo tempo considerato LA risposta allo
studio dei tratti di personalità.
Quali e quanti sono? Qual è la natura dei tratti? Qual è il nesso?
Approccio lessicale e approccio statistico si sono incrociati per formulare poi la teoria dei Big Five

Approccio lessicale: studi psico lessicali di Goldebeg: tassonomia di aggettivi di personalità (singoli
aggettivi anziché item) per nazioni diversi
Approccio statistico: analisi fattoriale dei questionati esistenti da cui emergono 5 fattori. Analisi
fattoriale sulle autovalutazioni relative ad aggettivi di personalità.
Modello die cinque fattori è stato replicato tantissime volte, in moltissime culture. Ma, uno dei
cinque fattori (quello dell’apertura) non funziona bene d’dappertutto, in certe culture è più coerente
parlare di intelletto in altre culture si parla di tendenza ad essere non conformisti.

I tratti possono essere organizzati in cinque dimensioni bipolari: i BIG FIVE


Costituiscono una struttura tassonomica che può rappresentare uno schema di riferimento comune ai
vari e diversi sistemi di descrizione della personalità attualmente in uso.
I cinque grandi fattori rappresentano uno schema di riferimento di media portata, cioè non troppo
ampio, né troppo ristretto, capace di accomunare i vari sistemi di descrizione della personalità.
I cinque fattori sono costrutti causali, possono fornire il perché del comportamento delle persone.
La causa del nostro comportamento si colloca esclusivamente all’interno dell’individuo, nasciamo
in un certo modo e il nostro modo di essere si mantiene per il resto dei gironi. Il tratto è costante, si
mantiene ma la manifestazione del tratto può manifestarsi nel tempo. (posizione estrema)

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1. NEVROTICISMO vs STABILITA’ EMOTIVA= riguarda il modo in cui le persone
affrontano e reagiscono alle situazioni stressanti. L’instabilità emotiva influenza e
condiziona diversi ambiti della vita. Persone che fanno fatica a gestire le situazioni
stressanti, si auto boicottano, si creano degli ostacoli, partono convinte di non riuscire a
raggiungere l’obiettivo. Esperire emozioni negative. Pensieri fortemente negativi. Fattore di
personalità che definisce l’adattamento rispetto all’instabilità emotiva e allo stress.
2. ESTROVERSIONE= l’attenzione sociale sembra essere il punto focale di questo tratto.
L’estroverso è socievole, particolarmente attivo e tende a essere ottimista. Il punto
fondamentale è essere al centro, essere oggetto di attenzione, occupano facilmente ruolo di
leadership, facilità a stabilire rapporti interpersonali. Non sempre comportamenti prudenti e
accorti. Fattore di personalità che definisce la quantità e l’intensità dell’interazione
interpersonale.
3. APERTURA MENTALE/APERTURA ALL’ESPERIENZA/INTELLETTO= apertura
mentale è anche definita intelletto, cultura o apertura all’esperienza. È il fattore più discusso,
quello che a livello transculturale ha destato più problemi di universalità. Tendono a sognare
di più a occhi aperti, sperimentatori nei diversi ambiti, meno pregiudizi razziali e meno
stereotipi, modalità di processamento delle informazioni differente. Fattore di personalità
che definisce il livello di ricerca proattiva dell’esperienza.
4. AMICALITA’/ GRADEVOLEZZA= riguarda il modo in cui le persone si rapportano le une
alle altre. Le persone amichevoli sono tendenzialmente gentili, fiduciose, leali e disponibili.
Usano la negoziazione per risolvere i conflitti, tendono a scappare o evitare situazioni che
non sono armoniose, sono alla ricerca di una vita familiare cooperativa e serena. Fattore di
personalità che definisce la qualità dell’orientamento interpersonale.
5. COSCIENZIOSITA’/SCRUPOLOSITA’= riguarda il modo in cui le persone affrontano i
propri compiti e realizzano i propri obiettivi. Sono dei gran lavoratori, puntuali, precisi e
raggiungono gli obiettivi lavorativi ambiziosi e relazioni interpersonali soddisfacenti, sono
diligenti e bravi a scuola, non procrastinano mai, si concentrano a lungo, impegnando tutte
le loro risorse per eseguire un compito, tendono a seguire le regole. Fattore di personalità
che definisce l’orientamento e la modalità di rapportarsi a un compito.

Questi 5 fattori sono stati il modello di riferimento per molti anni.


Hanno proposto un sesto fattore:
RELIGIOSITA’/SPIRITUALITA’ (Goldberg)
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ATTRATTIVITA’ (Lanning)
ONESTA’/UMILTA’(Ashton) ancora oggi presa in considerazione.

Caprara e colleghi propongono di non considerare solo i 5 grandi fattori ma anche le


sottodimensioni dei fattori. Bisogna prendere in considerazione le sottodimensioni.
Considerare le possibili combinazioni di coppie di fattori. (modelli circomplessi)

Come si misurano?
Organizzazione di coppie di aggettivi
NEO-PI-R (questionario) strumenti pero molto lunghi. 5 fattori, per ogni fattore 6 sottodimensioni,
per ogni sottoscala 8 item (tot 240 item).

Teoria dei cinque fattori: modello teorico proposto da Costa e McCrae che enfatizza le basi
biologiche e la sostanziale stabilità dei tratti.
I tratti sono disposizioni endogene che seguono vie intrinseche di sviluppo fondamentalmente
indipendenti dalle influenze ambientali.
La teoria secondo cui le influenze esterna dell’ambiente non hanno alcun impatto sui tratti di
personalità, che hanno invece un ancoraggio esclusivamente biologico e vengono trasmessi per via
ereditaria, questa teoria ha ricevuto uno scarso consenso. Risultati di questa ricerca contraddicono
questa concezione teorica.
Secondo Costa e McCrae i tratti si mantengono stabili nel tempo. Le caratteristiche fondamentali
della personalità tendono a consolidarsi nell’età adulta.. dall’età di tre anni i cinque fattori iniziano
ad assumere una certa coerenza e stabilità che aumenta progressivamente fino a dopo i
cinquant’anni.
Ma, non è detto che ciascun individuo rimanga sempre uguale a se stesso nel corso di tutta la vita
per:
cambiamenti individuali: valutazione della coerenza longitudinale dei tratti, considerando il
singolo individuo.
Cambiamento normativo: valutazione della coerenza longitudinale dei tratti, considerando la
popolazione di riferimento. Si fa riferimento a ciò che avviene a livello di popolazione.
Le modalità attraverso cui i tratti si manifestano a livello comportamentale subiscono delle
modificazioni. La coerenza dei tratti nel corso del tempo non implica che le loro specifiche
manifestazioni ed espressioni rimangano identiche.
Con l’aumentare dell’età il nevroticismo diminuisce.

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I cambiamenti hanno luogo tra la fine dell’adolescenza e l’età adulta e riflettono una crescita nella
direzione di una maggiore maturità: nel tempo la persona diventa più competente dal punto di vista
sociale, maggiormente dotata di autocontrollo e meno arrabbiata e alienata.
A partire dal profilo dal profilo di personalità di ciascun individuo sia possibile individuare nel
corso del trattamento ottimale e quindi più funzionale per quella particolare persona.

LE APPLICAZIONI DELLA PROSPETTIVA DEI TRATTI


Il modello dei Cinque fattori viene molto utilizzato nei contesti in cui è importante fare delle
previsioni rispetto al comportamento delle persone in determinati ambiti di vita.
È stato molto utilizzato come strumento predittivo di prestazioni lavorative degli individui.
Coscienziosità e nevroticismo hanno a che fare con le modalità con cui le persone affrontano il
proprio lavoro.

I Big Five possono essere condensati in due dimensioni:


alfa: nevroticismo-amicalità-coscienziosità (sintesi delle variabili che si riferiscono al processo di
socializzazione)
beta: estroversione—apertura. (processo di crescita personale e di apertura alla realtà)
i due fattori prestanti possono essere stabilità e plasticità poiché riflettono l’uno un bisogno
organico di mantenere un’organizzazione stabile del funzionamento psicologico e l’altro un bisogno
di esplorare e crescere.

I BIG FIVE sono dei superfattori quindi includono delle sfaccettature, ovvero delle
sottodimenisoni:
- Calore (piacere nell’intimità con l’altra)
- Gregarietà (socievolezza)
- Assertività (dominanza e leadership)
- Attività (energia, dinamismo)
- Ricerca di sensazioni (bisogno di stimolazione e di eccitazione)
- Emozionalità positiva (gioia, ottimismo)
L’uso di superfattori permette un quadro più intuitivo e più facile da tenere a mente, mentre usando
le dimensioni più specifiche spesso si arriva a un maggior grado di precisione.

L’approccio dei circomplessi, proposto con l’obiettivo di rendere maggiormente flessibile e


poliedrico il modello dei Big Five. Si focalizza sulle nuove dimensioni che emergono nel momento
in cui i singoli fattori vengono incrociati a due a due.
L’interazionismo è la posizione teorica secondo cui il comportamento effettivo di una persona è
determinato dall’interazione tra tendenze disposizionali ed elementi ambientali. Né solo le
situazioni o solo le persone sono in grado di fornire una spiegazione completa ed esaustiva del
comportamento. Situazioni e tratti possono interagire in diversi modi per determinare il
comportamento.
Attraverso l’esercizio della scelta rispetto alle situazioni in cui entrare, le persone influenzano i
comportamenti che intraprendono.
I tratti non sono intesi come tendenze ad agire autonome, ma come schemi di collegamento tra
situazione e azione. Data una situazione x, è probabile l’azione y.

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CAPITOLO 4: LA PROSPETTIVA BIOLOGICA
Si parte dalla relazione mente-corpo, non si può prescindere la mente dal corpo. La mente non può
essere studiata separatamente e a prescindere dal corpo.
Le differenze psicologiche tra gli individui hanno una base biologica.
L’origine di tale teoria è molto lontana, V sec: Galeno, Ippocrate fino a Darwin e Mendel.

IL TEMPERAMENTO=l’insieme delle caratteristiche formali relative alla qualità emotiva del


comportamento che compaiono precocemente, una base biologica e vengono largamente ereditate.
È piuttosto fisso, rigido, difficilmente modificabile, laddove la personalità presenta un certo
margine di flessibilità.
insieme di caratteristiche di origine biologica. Sono caratteristiche ereditarie, rimangono stabili nel
tempo. Riguardano il modo in cui mettiamo in atto qualcosa. È una modalità che ci portiamo avanti
dalla nascita fino al resto dei nostri giorni. La mescolanza in diverse proporzioni degli umori
organici quali il flegma, il sangue, la bile nera e la bile gialla.
Ci sono quattro tipologie di temperamenti che vengono ripresi stabilizzate da Galeno: i sanguigno
(energia e impulsività), il flemmatico (apatia, egoismo), il collerico (impetuosità) il melanconico
(riflessivi, pesismisti).
In tale concezione si ritiene che esista una relazione tra tipologia umorale, tratti psichici, aspetti
somatici disposizione a determinare malattie.

Aree di indagine:
- Basi genetiche della personalità
- I processi biologici e la personalità

LE BASI GENETICHE DELLA PERSONALITÀ


I gemelli Jim. È una coppia di gemelli.
Il ruolo dei geni: la personalità non può essere compresa appieno se non si considera anche il ruolo
svolto dai fattori genetici. Non c’è accordo in merito alla modalità e alla misura in cui tali fattori
influenzano lo sviluppo della personalità.
- BIOLOGISMO FORTE: le nostre manifestazioni comportamentali sono spiegabili facendo
ricorso al livello biologico. I geni sono il meccanismo primario per la regolazione dello
sviluppo della personalità. Posizione secondo cui verso la dimensione biologica ritenuto
sufficiente per rendere ragione dei fenomeni che attengono alla sfera psicologica; è possibile
stabilire una connessione diretta tra una caratteristica comportamentale è uno specifico
sistema biologico sottostante.
- BIOLOGISMO DEBOLE: i meccanismi psicologici non possono essere ricondotti
direttamente al livello biologico. I geni determinano una predisposizione, ma non un
rapporto deterministico. Mente e corpo e presentano delle peculiarità e delle specificità che
li contraddistinguono; quando si prende in esame una caratteristica comportamentale ci si
può solo limitarsi ad asserire che deve esistere qualche sistema biologico, in qualche parte
del corpo che contribuisce a determinare tale caratteristica.
Non esiste una posizione univoca e condivisa della totalità degli studiosi in merito alla misura il
grado in cui i fattori di ordine biologico influenzino lo sviluppo delle caratteristiche di personalità.

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La genetica comportamentale: studia i contributi della genetica del comportamento. Valuta il grado
in cui i fattori genetici rendono ragione della variabilità delle caratteristiche psicologiche della
popolazione.
Indaga l’ereditarietà, proporzione della varianza fenotipica spiegata dalle differenze genetiche nella
popolazione studiata. (coefficiente di ereditabilità tra 0 – 1).
Il coefficiente di ereditabilità non indica il grado in cui i geni sono responsabili dello sviluppo di
una certa caratteristica nell’individuo. È la proporzione di varianza fenotipica osservata in un
gruppo di individui che può essere spiegata dalle differenze genetiche tra gli individui. Con
varianza fenotipica ci si riferisce alle differenze individuali osservate in relazione a specifiche
caratteristiche.
Tale coefficiente esprime attraverso un indice numerico è una stima di quanto i geni contribuiscono
a spiegare e rendere ragione delle differenze che è possibile osservare tra gli individui rispetto
determinate caratteristiche.
 Ereditarietà NON è l’ereditabilità.
Ereditarietà= processo di trasmissione di geni da genitori e figli, deterministico.
Ereditabilità= concetto statistico relativo alla popolazione che indica le stime che si fanno per
caratteristiche psicologiche che dipendono dall’interazione di molteplici geni. Non si applica mai al
singolo individuo. Proporzione delle differenze fenotipiche tra gli individui di una determinata
popolazione che possono essere attribuite a differenze genetiche.

METODI DELLA GENETICA COMPORTAMENTALE:


Studi sui gemelli: monozigoti o dizigoti. Metodo di ricerca utilizzato dalla genetica
comportamentale in cui viene confrontato il grado di somiglianza tra gemelli identici (monozigoti) e
gemelli non identici (zigote) con l’obiettivo di determinare il peso relativo di geni ambiente nello
sviluppo di caratteristiche comportamentali. Due organismi geneticamente identici: qualsiasi
differenza osservata è ascrivibile all’ambiente. Due organismi geneticamente diversi, ma
sperimentano lo stesso ambiente: le differenze sono ascrivibili ai geni.
Studi sull’adozione: metodo di ricerca utilizzato dalla genetica comportamentale in cui viene
confrontato il grado di somiglianza tra figli adottivi e genitori e fratelli biologici e adottivi per
stabilire il peso relativo di geni e ambiente nello sviluppo di caratteristiche comportamentali.
bambini da genitori non biologici. Il grado di somiglianza con genitori e/o fratelli non biologici da
indicazioni sul ruolo dell’ambiente.
Tratti:
- Nevroticismo 54%
- Estroversione 60%
Atteggiamenti:
- Tradizionalismo 59%
- Propensione a sposarsi/ rimanere single 68%
- Soddisfazione 50%
Gli autori hanno identificato le dimensioni temperamentali che compaiono più preoccupato gemente
che risultano essere maggiormente influenzati da fattori genetici sono: l’emozionalità, l’attività e la
socievolezza.
- Emozionalità: tendenza una facile intensa attivazione emotiva in condizioni di stress è uno
stato di tensione generalizzato
- Attività: livello generale di energia di attivazione dell’individuo e risulta essere correlato
all’intensità a ritmo dei movimenti motori
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- Socievolezza: tendenza a ricercare la compagnia delle altre persone, il desiderio di
condividere esperienze e interagire con gli altri.
 Teoria è EAS: teoria proposta da Buss e Plomin che identifica tre dimensioni
temperamentali a base genetica: emozionalità, attività e socievolezza.
Bambino facile: bambino con ritmi biologici regolari, reazioni positive di fronte a stimoli nuovi,
facilmente adattabile ai cambiamenti e generalmente di umore positivo
Bambino difficile: bambino con ritmi biologici regolari, reazioni negative di fronte a stimoli nuovi,
resistenti al cambiamento di umore generalmente negativo.
Bambino lento: bambino che mostra una notevole lentezza nell’adattamento e una scarsa
responsività agli stimoli.

L’influsso dei geni non viene messo in discussione, tuttavia occorre sottolineare che le influenze
genetiche e ambientali interagiscono e sono legate in maniera inestricabile nel determinare la
personalità.
Diversi tipi di ambiente:
ambiente condiviso: stessa famiglia in cui crescono i fratelli. Esperienze comuni ai fratelli in
conseguenza del fatto di essere cresciuti nel medesimo contesto familiare.
ambiente non condiviso: ambienti non comuni ai fratelli pur cresciuti nella stessa famiglia
(malattie, ordine di nascita, distanza di età, esperienze al di fuori della famiglia). Esperienze non
comuni ai fratelli nonostante essi siano inseriti nel medesimo contesto familiare.
gli ambienti non condivisi risultano essere più importanti degli ambienti condivisi per lo sviluppo
della personalità.
L’ambiente non condiviso conta molto di più. Le esperienze uniche sono quelle che contano
maggiormente in ciascun individuo.

CORRELAZIONE GENI-AMBIENTE
Correlazione genotipo ambiente: fenomeno caratterizzato dall’influenza genetica sull’esposizione
all’ambiente; identifica le esperienze individuali che sono correlate con la propensione genetica.
Influenza genetica sull’esposizione all’ambiente
1. Passiva i genitori offrono elementi genetici e ambientali (predisposizione all’abilità
musicale, presenza di un pianoforte). Il bambino non fa nulla per ottenere un certo tipo di
stimolazione ambientale l’individuo eredita passivamente gli ambienti familiari che sono
correlati con le sue propensioni genetiche.
2. Evocativa: il bambino evoca risposte specifiche nell’ambiente.
3. Attiva: la persona con uno specifico genotipo ricerca attivamente un particolare ambiente.
La relazione gene-ambiente fornisce un quadro complesso della personalità. I geni influenzano lo
sviluppo di alcune specifiche caratteristiche di personalità, e queste ultime, vengono rinforzate
dall’ambiente e promuovono lo sviluppo di un ambiente ottimale al mantenimento di tali
caratteristiche.

I PROCESSI BIOLOGICI E LA PERSONALITÀ


L’approccio fisiologico allo studio della personalità si propone l’esplorazione diretta delle strutture
dei processi biologici che contribuiscono a determinare le caratteristiche psicologiche le differenze
individuali nella personalità.

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Storia di Elliot e la corteccia prefrontale, in seguito a un tumore e all’intervento perde la voglia di
raggiungere obbiettivi, diventata persona molto impulsiva.
In seguito a diversi fallimenti, diventa un senza tetto.
L’asportazione di una piccolissima porzione di corteccia prefrontale ha portato delle conseguenze
sostanziali rilevanti sulla personalità di quest’uomo. È diventata una persona completamente
diversa.
Gli studi dei genetisti comportamentali verificano l’influenza die geni sulla personalità, ma non
specificano quali aspetti biologici, fisiologici siano coinvolti nello sviluppo della personalità.
Sistemi neurofisiologici che stanno alla base delle differenze di personalità.

Tecniche di misurazione che forniscano dei dati a livelli di differenze a livello fisiologico e
biologico:
- CONDUTTANZA CUTANEA: sulla nostra mano c’è una grande quantità di ghiandole
sudoripare, la loro attivazione è direttamente collegata al funzionamento del nostro sistema
nervoso autonomo, più è attivo più avremo un aumento consistente nella produzione di
sudore. Il sudore è acqua, e l’acqua è un buon conduttore di elettricità. Si misura la
variazione della resistenza elettrica della pelle provocata dagli stimoli ambientali. Quanto
vinee favorito il passaggio di un elettrodo all’altro a causa di una nostra attivazione delle
ghiandole sudoripare. Gli stimoli emotigeni, le situazioni stressanti, sforzo cognitivo. Tutto
ciò provoca aumento della conduttanza cutanea. Non è importante il livello basale, ma la
differenza la fa il livello di reattività di fronte ad uno stimolo.
- ATTIVITÀ CARDIOVASCOLARE: il numero medio di battiti cardiaci al minuto varia in
continuazione in risposta a stimoli ambientali che provocano stati emozionali, stati d’ansia,
stress, rilassamento, pensieri ecc… la variabilità cardiaca è correlata all’interazione tra
sistema nervoso simpatico e parasimpatico. (ELETTROMIOGRAMMA DI SUPERFICIE,
TEMPERATURA PERIFERICA)
- ATTIVITÀ CEREBRALE: risonanza magnetica funzionale, identifica le aree cerebrali
coinvolte durante lo svolgimento di un dato compito. Il cervello spontaneamente produce,
nel suo funzionamento, elettricità. EEG: attività neurale spontanea rilevata attraverso
registrazione delle variazioni di voltaggio in varie parti dello scalpo. In risposta a specifici
stimoli si può elicitare l’attività elettrica cerebrale. Quello che interessa è l’attività cerebrale
in risposta a qualche stimolo.
- LIVELLI ORMONALI: ormoni sono rilasciati dal sangue, hanno un’azione lenta. Ci sono
diversi ormoni che sono legati a caratteristiche di personalità (cortisolo: stress, timidezza;
testosterone: comportamenti aggressivi). Anche i neurotrasmettitori sono rilasciati nelle
sinapsi, agiscono rapidamente, si legano a recettori specifici ed hanno meccanismi di
inattivazione specifici. Dopamina (piacere, ricompensa), serotonina (regolazione
dell’umore), norepinefrina (dipendenza da premio e approvazione altrui). Livelli diversi di
questi neurotramsettitori sono legati a caratteristiche di personalità.

EYSENCK: persone estroverse meno attivate cronicamente rispetto a persone introverse, per questo
fanno alla ricerca di attivazione.
In realtà la versione originale della teoria di Eysenck va rivisto, in quanto la differenza sta nel
livello di reattività quanto una reazione di fronte ad uno stimolo è forte, immediata. Gli estroversi
hanno una reattività molto più forte, veloce rispetto agli introversi.

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STRELAU: teoria regolativa del temperamento, ciascun individuo è caratterizzato da un certo
livello di sensibilità e di resistenza. Livello di stimolazione necessario per attivar e una certa
reazione dell’individuo. Resistenza è la capacità di far fronte a stimolazioni forti e prolungate.
Dall’incrocio di tali caratteristiche va a definire due tipi diverse di persone:
- Alto reattivi: alta sensibilità (bassa soglia sensoriale) e bassa resistenza. Evitano
stimolazioni forti. (introversi)
- Basso reattivi: bassa sensibilità (alta soglia sensoriale) e alta resistenza. Ricerca
stimolazione intense (estroversi)
GREY: teoria della sensibilità al rinforzo. Il comportamento è regolato da due sistemi principali;
differenze individuali tra le persone sono determinate dalla prevalenza dell’uno dell’altro sistema.
Differenze individuali basate su una diversa sensibilità al rinforzo.
- BIS sistema di inibizione comportamentale, tende e bloccare il comportamento ed è
sensibile alla punizione. Sensibile alla frustrazione, vulnerabile rispetto ad ansia e paura.
Coincide con l’ansia
- BAS: sistema di attivazione comportamentale, regola il sistema di avvicinamento allo
stimolo, ed è sensibile agli incentivi. Sensibile ai rinforzi, incapace di inibire le risposte,
porta a impulsività. Vanno verso lo stimolo, vedono nell’ambiente dei potenziali premi.
Sovrapponibile all’impulsività.

Impulsività e ansia costituiscono due dimensioni fondamentali della personalità da cui derivano tutti
gli altri tratti di personalità. L’estroversione nevrotici Ismo sono il risultato della combinazione di
impulsività e ansia.
Estroversione: emerge dalla combinazione di bassi livelli di ansia e alti livelli di impulsività
Introversione emerge da altri livelli di ansia e bassi livelli di impulsività.
Il nevroticismo deriva da alti livelli di ansia e di impulsività mentre la stabilità emotiva è
determinata da bassi livelli di ansia e di impulsività.

DIFFERENZE INDIVIDUALI NEI RITMI CIRCADIANI


Differenza nelle preferenze nelle diverse ore del giorno, nel proprio ritmo circadiano.
- Diurno: si sveglia presto, si sente riposato, va a letto presto.
- Notturno: si alza con fatica. Non è di buon umore al risveglio.
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Differenze dovute al ritmo circadiano (ciclo di 24 ore in cui hanno luogo i vari processi biologici)
Ciclo della temperatura è di circa 24 ore; per alcuni molto più corto e per altri molto più lunghi.
Lungo (picco alle 22): va a letto tardi
Corto (picco verso le 18): va a letto presto.
Dopo i 50 anni la ritmicità del sistema circadiano sembra avvicinarsi a modalità diurne.
C’è una correlazione tra essere diurni e avere caratteristiche più simili agli introversi e al contrario
avere caratteristiche più simili agli estroversi se si è notturni.

LIVELLI DI FLUTTUAZIONI ORMONALI E CARATTERISTICHE DI PERSONALITÀ


Ormoni sessuali femminili. Differenti fasi del ciclo mestruale e i differenti modi di sentirsi. In base
alle fasi del ciclo sessuale la donna va incontro a differenti modi di pensare e di agire, e non ne è
consapevole.
I due ormoni implicati in queste fluttuazioni: estrogeno e LH, hanno il picco attorno alla fase
dell’ovulazione.
In diversi ambiti si sono messe in evidenza delle differenze di comportamento, di pensiero, di
decisione, confrontando la fase fertile e tutte le altre fasi (non fertili).
- Guida; donne meno propense al rischio mentre stanno guidando, mettono in atto
comportamenti avversi al rischio
- Scelte economiche e finanziarie: le donne in fase fertile prendono delle decisioni meno
propense al rischio.
- Scelte di voto. Preferenze più conservative
- Creatività: creatività e performance creative superiori nella fase fertile.
Una possibile spiegazione arriva dalla prospettiva evoluzionistica, ci dice che le donne senza
esserne consapevoli in prossimità della fase fertile mettono in atto una serie di comportamenti
prudenti, volti ad evitare qualsiasi tipo di rischio, di danno. Proprio per portare avanti la produzione.

LA PROSPETTIVA UMANISTICA
Prospettiva che si sviluppa negli anni ’60 in America e in Europa.
È una reazione che si sviluppa in rapporto al panorama della psicologia.
Nella psicanalisi l’uomo è in balia di forze inconsce, inconsapevoli. Nel comportamentismo
abbiamo l’ambiente che elicità nell’uomo diversi pattern di risposte.
Ciò che conta sono le percezioni coscienti di cui l’uomo ha piena consapevolezza.
Ciò che conta è il momento presente, ciò che più conta è io momento e la situazione che la persona
sta vivendo.
Freud dice che le esperienze dell’infanzia determinano su certi aspetti lo sviluppo della personalità.
La prospettiva umanistica ci dice che ciò che conta maggiormente sono le relazioni interpersonali.
l’uomo diventa ciò che sceglie di diventare, l’uomo è protagonista del proprio destino, della propria
vita e quindi è responsabile di ciò che fa. L’uomo è protagonista attivo della propria vita.
L’umo è colui che sceglie di diventare una certa persona e lo sguardo è uno sguardo rivolto al
futuro.

BACKGROUND FILOSOFICO

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FENOMENOLOGIA; idea di capire le persone cercando di entrare nella modalità soggettiva con
cui le persone leggono la realtà.
Comprendere come le persone sperimentano se stesse e il mondo circostante, come vedono e
vivono la realtà. E la considerazione che viene riservata ai fatti psichici; non possono essere studiati
con gli stessi metodi sperimentali impiegati dalle scienze naturali.
ESISTENZIALISMO; interesse per l’umo in quanto individuo singolo, per le sue specifiche
modalità di essere nel mondo. Rifiuto delle posizioni essenzialiste per quanto concerne la natura
umana. L’attenzione alla persona nel suo essere nel mondo, l’uomo individualità singola,
autodeterminata, volta emergere e diventare, portato alla ricerca del senso del significato della vita.
Uomo libero di scegliere e decidere cosa fare della propria vita.
Teorie di tipo olistico o organismico: approccio teorico metodologico basato sul principio che ogni
organismo vivente, così come ogni sistema, non può essere spiegato attraverso la somma delle parti
che lo compongono, ma va considerato come una totalità.

CARL ROGERS (1902-1987)


Laurea in agraria, seminario, psicologo clinico.
Rifiuta i metodi oggettivi- scientifici in senso stretto per studiar e la personalità, introduce degli
strumenti per misurare costrutti che non riusciva ad operazionalizzare.
PERSONA= non esiste una realtà oggettiva assoluta, ciò che conta è la percezione soggettiva della
realtà.
La natura umana è primariamente benevola, nelle persone vi è una forza che è una direzione
fondamentalmente positiva una TENDENZA ATTUALIZZANTE
La tendenza attualizzante dirige gli organismi verso il completamento il dispiegamento delle proprie
potenzialità, organismo non ho però senza difficoltà in direzione dell’auto perfezionamento della
crescita, la tendenza al miglioramento alla crescita comportano fatica e sofferenza.
Attualizzante fa sì che le persone vivano un’esperienza interiore che liquidò nella direzione della
crescita e della salute: in ciò consiste il PROCESSO ORGANISMICO DI VALUTAZIONE= senso
interiore all’interno di una persona che la guida nella direzione della crescita della salute,
Non si lavora con una realtà condivisa, ma con una realtà percepita dalla persona con cui stiamo
lavorando.
La realtà percepita è modellata dai nostri bisogni interiori.
Per l’individuo l’esperienza che fa della realtà coincide con la realtà stessa, i nostri bisogni però
modellano la realtà.
Campo fenomenico per definire quella costruzione soggettiva della realtà, è la realtà di come
ciascuno di no9 la legge e la interpreta, da significato. Insieme di tutte le esperienze soggettive di
cui una persona a fa e ha fatto.
L’uomo sta realmente bene quando è se stesso, da ascolto e asseconda i propri desideri profondi, i
propri istinti. Sperimenta congruenza tra i propri istinti/ desideri e la sua esperienza.
Il nucleo principale della natura umana è essenzialmente positivo. La motivazione più profonda
dell’uomo è orientata a una crescita positiva.
Se la persona è nelle condizioni di poter diriger e in maniera libera il proprio potenziale l’uomo va
verso il bene, la crescita e la realizzazione del proprio essere.
Ciò che gli interessa è entrare nell’esperienza soggettiva dell’individua, comprendere come l’altro
guarda la realtà. Per questo non può far riferimento a elementi oggettivi, dobbiamo farci guidare dal
soggetto. È la persona che ci deve traghettare.
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Il SE’ per Rogers è un sott’insieme organizzato e coerente di rappresentazioni, idee, convinzioni,
credenze che la persona ha di se stessa. È un’unità di organizzazione della personalità rappresentata
dal complesso delle rappresentazioni che ognuno ha di se stesso. È la struttura fondamentale della
personalità, il complesso di concetti che ne formano il contenuto a perlopiù accesso alla coscienza
ma non necessariamente. È una struttura complessa.
È un sottoinsieme i quanto è inserito in un insieme più grande: il campo fenomenico che è l’insieme
delle rappresentazioni, idee, convinzioni, credenze che la persona si è costruita della realtà.
Il campo fenomenico costituisce l’insieme delle percezioni che l’individuo di ciò che sperimenta e
questo rappresenta per lui la realtà. Esso comprende tutto ciò che ha vissuto dell’organismo, sia le
esperienze percepite in modo conscio sia quelle inconsce.
Il Sé si distingue in:
sé reale: come crediamo di essere, come ci percepiamo ora, nel presente. Sai che comprende la
tendenza attualizzante; racchiude le vere qualità individuali dell’individuo e la tendenza
attualizzante.
sé ideale: come aspiriamo a essere, come desidereremmo essere, come pensiamo di diventare nel
futuro. È costituito dalle caratteristiche guidare persona aspira.
Minore è la distanza tra sé reale e sé ideale, maggiore è il senso di benessere e soddisfazione.
Quando il seriale seriale entrano in conflitto, la persona vive un’esperienza di incongruenza (=
esperienza della personalità e quando seriale seriale si trovano in conflitto). Quanto più piccola la
distanza tra sé reale e se ideale tanto più soggetto a dormire con se stesso, quanto più la distanza è
ampia tanto più egli sperimenta ansia e disadattamento.
 Tecnica Q-SORT; metodo utilizzato per misurare il Sé. Procedura di ordinamento che
utilizza un se di item descrittivi per valutare un determinato soggetto. Tecnica che può
essere auto-somministrata, oppure etero-somministrata.
Buon compromesso tra misure fisse (uguali per tutte) e misure flessibili (adattate e
ritagliate ad hoc). La persona no subisce uno schema già predisposto, è lui stesso che
ordina e raggruppa le affermazioni.
Strumento utilizzato anche per valutare l’efficacia di un percorso terapeutico.
 Tecnica del DIFFERENZIALE SEMANTICO; costituito da una serie di scale,
ciascuna delle quali è composta da una coppia di aggettivi bipolari tra i quali è collocata
una scala rating.
Originariamente concepito per valutare atteggiamenti utilizzato anche nel contesto della
valutazione di personalità.
Utilizzato per valutare Sé reale e Sé ideale.

La parte più processuale fa riferimento a spinte verso l’autorealizzazione: TENDENZA


ATTUALIZZANTE; è la principale forza motivazionale dell’organismo, la tendenza progressiva
verso la crescita psicologica, la piena evoluzione.
Orienta l’individuo a essere pienamente funzionante.
Tale forza è presente fin dall’infanzia, e opera attraverso il criterio di valutazione organismica: il
bambino sceglie quelle esperienze che salvaguardano, migliorano e contribuiscono allo sviluppo
dell’organismo e rifiuta quelle che non servono a tale scopo.
La strada verso l’autorealizzazione, cioè in linea con la tendenza attualizzante porta ad essere
persone autorealizzate, cioè persone (Maslow):
- Orientate alla crescita e all’evoluzione
- Creative: aperte all’esperienza, spontanee e autentiche
- Fiduciose in sé stesse, accettano sé stesse e gli altri
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- Hanno relazioni interpersonali armoniose
- Vivono pienamente il presente
- Hanno un profondo desiderio di aiutare l’umanità

 Persona pienamente funzionante: persona orientata a seguire il processo organismi co di


valutazione; la persona sceglie quelle esperienze che salvaguardano, migliorano e
contribuiscono allo sviluppo dell’organismo e rifiuta quelle che non servono a tale
scopo.

30.03.2022
Paul Gauguin
ROGERS  Bisogno di considerazione positiva: Uno dei bisogni fondamentali della persona è
quello di considerazione positiva: essere accettati e amati dalle persone significative, poiché le loro
valutazioni condizionano la propria identità.
Pur di sentirsi considerati ed amati dagli altri tendiamo ad allontanare e perdere il nostro vero io. La
considerazione positiva può essere di due tipi:
- Incondizionata: accettazione per ciò che si è  autenticità, costruzione di un
sé vero
- Condizionata: Accettazione subordinata a condizioni di valore (si è degni di amore solo se ci si
conforma a certi comportamenti - inautenticità, costruzione di un falso sé, non in linea con le
naturale inclinazioni: coerente solo con quanto vogliono gli altri.

Per la crescita di un bambino è fondamentale il contesto che si crea  bisogna fornire un ambiente
funzionale ed ottimale per la crescita, in cui si sente accettato in maniera incondizionata.
Il bambino sviluppa la propria immagine di Sé attraverso un processo di valutazione riflessa in cui u/lizza
opinioni altrui su di Sé come base per giudicare Sé stesso: l’autostima si costruisce in stretto legame con le
relazioni interpersonali.

Qual è la causa della patologia? Va ricercata nell’ INCONGRUNZA: tra ciò che pensa di essere e ciò che vive
quotidianamente  il rendersi conto di aver sviluppato un falso sé.

Paziente- Psicoterapia come una relazione tra due persone nella quale una di esse, definitapaziente, è
malata/squilibrata e non conosce la soluzione dei suoi problemi, perquesto mo/vo si rivolgesse ad un’altra,
il terapeuta, che era l’esperto, il qualediagnos/ca il problema e la cura restando sempre un gradino più in
alto del paziente. - Rischio di dipendenza del paziente dall’esperto.

Cliente- Riconoscimento della responsabilità della persona nella gestione della propriavita, nel fissare le
proprie mete, sia durante la seduta sia all’esterno, in quanto ilcliente non è più visto come recipiente
passivo di trattamento, ma soggettoattivo, capace di auto-direzione. - Da paziente a cliente: riequilibrio di
potere

Qual è l’obiettivo della terapia?


Condizioni necessarie per il cambiamento:
- Due persone sono in contatto psicologico.

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- Il cliente è in uno stato di incongruenza, di vulnerabilità o di ansia
- Il terapeuta è in uno stato di congruenza: è, cioè, nella relazione liberamente e profondamente sé
stesso.
- Il terapeuta prova dei sentimenti di considerazione positiva incondizionata nei confronti del cliente
(diversa da approvazione).
- Il terapeuta prova una comprensione empatica del sistema di riferimento interno del cliente e si
sforza di comunicare al cliente questa esperienza.
- Il cliente percepisce l’empatia e l’accettazione incondizionata da parte del terapeuta  ascolto
empatico da parte del cliente.

LA PROSPETTIVA COGNITIVA

Due livelli:
- Percettivo
- Interpretativo

le differenze tra le persone sono date dai diversi modi di percepire la realtà  da qui anche scelte
differenti: sulla base della lettura della realtà scelte, considerazioni differenti.
All’ interno della prospettiva cognitiva ci focalizziamo sulla teoria dei costrutti personali.
Piccolo confronto:
inserire slide
GEORGE KELLY
Introduce l’analisi dei processi di pensiero in un mondo psicologico dominato dal
comportamentismo
Ognuno di noi a costruzioni alternative di vedere la realtà  la realtà oggettiva non esiste: pura
illusione.  precursore del post-modernismo
Kelly si occupa dei processi di pensiero. È una persona molto pragmatica e concreta: conta capire
se una teoria è utile e funzionale.
Kelly è stato uno psicologo clinico che si è occupato del contesto scolastico: innovazioni anche in
questo campo: quando una persona utilizza alcune “categorie mentali” per leggere e interpretare
la figura del bambino, ciò ci dice che quei costrutti sono importanti per lui.

Concezione della scienza


La sua idea di scienza: Bontà” di una teoria non è data dal fatto di essere VERA o FALSA, ma  la sua
bontà e validità è data dalla sua UTILITA’: al fine di poter anticipare gli eventi. Non esiste un’unica
teoria valida MA ogni teoria ha una sua utilità  Kelly parla di alternativismo costruttivo.

Concezione della persona


La persona è come uno SCIENZIATO: Elabora idee che gli consentono di predire eventi significativi
dell’esperienza (elabora teorie, le verifica e ne valuta l’esito).  fa previsioni su ciò che succederà:
visione prospettica al futuro: È il futuro che tormenta l’uomo, non il passato. L’uomo tende sempre
al futuro attraverso la finestra del presente.
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Le previsioni si fondano sui vari costrutti personali: alternativismo costruttivo.
Uomo come ruolo di agente ATTIVO: capace di autoregolare il proprio comportamento invece di
subire passivamente i condizionamenti degli stimoli del passato o dell’inconscio, è capace di
coordinare le azioni in funzione dei propri obiettivi, di essere “proattivo” e non solo “reattivo”
rispetto agli eventi.

Il costrutto personale
I costrutti personali sono concetti, idee, formulazioni che ciascuno di noi utilizza per dare senso al
mondo. La personalità È L’INSIEME DEI MODI IN CUI IL SOGGETTO PERCEPISCE E
ATTRIBUISCE SIGNIFICATO ALLA REALTA: essa contiene i costrutti personali  la persona
rivela la propria personalità attraverso i costrutti che utilizza per leggere la realtà.
Costruzione del costrutto
Avviene attraverso l’osservazione della realtà e la capacità di cogliere aspetti comuni e differenti 
i costrutti sono bipolari: bisogna cogliere 3 elementi nella realtà:
- 2 elementi percepiti come simili: polo di somiglianza
- 1 elemento percepito come diverso: polo di contrasto
Esempio: alto - basso.
Caratteristiche dei costrutti:
 Costruzione gerarchica dei costrutti.
1) Verbali (consapevoli, espliciti)
2) Preverbali (viene usato anche se non ha una parola simbolo conforme. Può essere stato
inventato o meno prima che la persona fosse in grado di parlare. La persona ha costruito
dei comportamenti fondamentali nella sua evoluzione ancora prima della comparsa del
linguaggio (e quindi della capacità di simbolizzare). Questi sono costrutti che influenzano il
comportamento e si manifestano come automatismi assolutamente incontrollabili dalla
volontà)
3) Sommersi (basso livello di consapevolezza a causa del tipo di implicazione coinvolte nella
costruzione. Così, la visione depressa di una persona può rappresentare il polo emergente
di un costrutto, mentre la rabbia o addirittura una profonda collera per la sua situazione
può rappresentare il polo opposto e sommersa della costruzione. La rabbia come polo di
questa dimensione è sommersa perché le sue implicazioni richiedono un comportamento
inaccettabile per la persona. Però è presente altrimenti non potrebbe esistere l’altro polo)
4) Nucleari (governa i processi di mantenimento di una persona cioè, quelli per mezzo dei
quali la persona mantiene la sua identità ed esistenza)
5) Periferici (può essere cambiato senza una seria modificazione della struttura nucleare)
6) 1. Superordinati: più ampi e comprensivi: costrutti che ne comprendono un altro come uno
degli elementi del suo contesto (Una persona nel costrutto amore può avere come
componente inscindibile il costrutto tradimento/separazione)
7) 2. Subordinato (più circoscritto- è un costrutto che è compreso come elemento nel
contesto di un altro)
Conoscere e valutare i costrutti
Rep test:

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- 1° fase: a persona elabora un elenco di persone che hanno (o hanno avuto) un ruolo nella
sua vita (circa 20/30 persone) – ROLE TITLE

- 2°fase: esaminatore sceglie tre persone della lista e chiede al soggetto ciò che accomuna
due di loro e come si differenziano dalla terza persona.  Sé stessi/mamma:
introversione– Papà: estroversione.  costrutto introverso/estroverso.
All’interno del Rap Test si vede il processo di costruzione dei costrutti  collegamento stretto con
la teoria. Il rap test è molto flessibile.
Differenze individuali
Le differenze individuali si riferiscono alla complessità cognitiva dei costrutti, alla qualità, quantità
e rigidità e flessibilità del sistema.
Complessità/semplicità cognitiva
+ sono i miei costrutti + ho una lettura piena di sfumature della realtà  coloro che hanno una
complessità cognitiva possono guardare uno stesso fenomeno da + punti di vista: + capaci di
mettersi nei panni nell’altro, + capaci di attribuire all’altro stati emotivi differenti dai propri.
Hanno, inoltre, una capacità di previsione + accurata, + attenta al dettaglio.

Chi ha una maggiore complessità cognitiva?


- Coloro che ricoprono differenti ruoli nella vita, in contesti differenti;
- Migliore capacità di far fronte allo stress;
- Migliore capacità di metabolizzare e superare il fallimento
Postulato fondamentale
I PROCESSI PSICOLOGICI DI UNA PERSONA SONO CANALIZZATI DAL MODO IN CUI
LE PERSONE ANTICIPANO GLI EVENTI.  Come siamo e come stiamo è modellato dalle
anticipazioni del futuro. l’individuo non reagisce agli stimoli oggettivi ma alla propria
rappresentazione della realtà ed organizza il comportamento in relazione ai significati ad essa
attribuiti.
6.04.2022
7.04.2022
PROSPETTIVA COGNITIVO-SOCIALE
La concezione della scienza: per loro l psicologia della personalità ha un ruolo integrativo rispetto
agli altri ambiti  disciplina in crocevia tra i diversi sotto ambiti della psicologia: ha il compito di
integrare tutti i contributi che arrivano dalle diverse aree psicologiche.
B. e M.  impiegano un’integrazione di metodi nomotetici ed ideografici.
La concezione della persona: per gli autori il comportamento dell’individuo non è la risultante di
un solo ordine di fattori MA cercano di comprendere come interagisce la complessità dei fattori.
L’uomo si distingue da tutti gli altri esseri viventi per le sue competenze e capacità cognitive che gli
consentono di esercitare il controllo sulla propria vita.
I principali aspetti strutturali della personalità sono:
- Competenze ed abilità
- Aspettative e convinzioni

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- Standard comportamentale
- Obiettivi personali

Competenze e abilità
Ciascun individuo possiede un certo livello di competenze cognitive, uno specifico grado di abilità
nell’esecuzione di diverse tipologie di azioni. Le competenze dipendono da:
- Specificità del contesto: Contesti diversi richiedono abilità diverse, Ciascun individuo
sviluppa certe abilità in maniera maggiore e altre in maniera minore.
- Cambiamento psicologico: Le abilità di una persona sono “incrementabili” attraverso
osservazione e interazione

Aspettative e convinzioni
Credenze su di sé e sul mondo nel qui e ora (CONVINZIONI) e nel futuro (ASPETTATIVE).
Fondamentale è la specificità del contesto:
- Le aspettative sono legate al contesto – non aspettative generalizzate
- Ciascun individuo seleziona, discrimina e raggruppa in maniera soggettiva le diverse
situazioni sviluppando delle aspettative specifiche (es. rapporti sociali e rapporti familiari).
Parlano di convinzioni fondamentali sono le convinzioni di autoefficacia: Le convinzioni relative al
Sé sono quelle più influenti nel determinare il comportamento dell’individuo  la convinzione di
poter fare qualcosa influisce il modo diretto la performance.
Le convinzioni di autoefficacia derivano da:
1. Aver svolto in precedenza il compito con successo
2. Aver visto altri svolgerlo con successo (apprendimento per imitazione)  MA la persona
che abbiamo visto svolgere quell’azione con successo deve essere simile a noi.
3. Persuasione verbale (convincersi di farcela)
4. Capacità di gestire le emozioni collegate al compito (es. ansia).

Le persone con un modesto senso fi autoefficacia:


- evitano compiti difficili
- hanno basse aspirazioni
- mettono scarso impegno nel conseguimento degli obiettivi
- abbandonano il compito in caso di difficoltà
- sottostimano le proprie potenzialità
- sono più soggette a stress e depressione
Le persone con un elevato senso di autoefficacia:
- Affrontano compiti difficili come sfide per mettersi alla prova
- hanno alti livelli di aspirazione
- mantengono un forte impegno nel conseguimento degli obiettivi
- si concentrano su come raggiungere il successo piuttosto che bloccarsi di fronte alle
difficoltà
- attribuiscono un proprio fallimento alla mancanza di impegno e si riprendono facilmente

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Importante è distinguere AUTOSTIMA E AUTOEFFICACIA:
- Autostima: valutazione generale del proprio valore  valutazione
globale/astratta/trasversale sull’intera persona;
- Autoefficacia: Valutazione delle proprie capacità in un contesto specifico  Valutazione
concreta delle proprie competenze.
Se l’autoefficacia ha un legame causale rispetto alla presentazione al compito, l’autostima non ha
nessun legame diretto con la prestazione al compito.  livelli diversi di autoefficacia portano a
diversi gradi di prestazioni al compito: a parità di abilità e competenze la differenza la fa
l’autoefficacia.
Obiettivi: Rappresentazione mentale dell’intento di un’azione: obiettivi specifici che guidano e
motivano l’azione.
Standard di valutazione: ciascuno di noi effettua una valutazione del nostro comportamento:
criteri che ci siamo creati nel tempo per valutare il nostro comportamento in funzione degli
obiettivi.
Ciascuno di noi valuta i comportamenti con questi criteri etici, talvolta si può decidere di prendere
le distanze da questi standard etici  quando il comportamento immorale comporta un
vantaggio.

PRINCIPI TEORICI GENERALI


DETERMINISMO TRIADICO RECIPROCO
Affronta il tema causa-effetto nello studio dei processi di personalità.
Non possiamo pensare di identificare una causa ed un effetto MA dobbiamo identificare
persona, ambiente e comportamento come causa ed effetto  relazione reciproca tra
questi elementi: biderezionale

DETERMINISMO TRIADICO RECIPROCO

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STRATEGIE DI CODIFICAZIONE (SCHEMI MENTALI): modo in cui il soggetto codifica le informazioni
provenienti dagli stimoli, come dirige attenzione su di essi, come li trasforma cognitivamente e li
interpreta = punto di partenza del comportamento. Come sembra a me? ASPETTATIVE: convinzioni
circa gli esiti del comportamento: dalle valutazioni di una serie di relazioni “se... allora”, la persona
tenderà a produrre lo schema di risposta che si aspetta possa condurre a risultati/conseguenze di
maggior valore soggettivo in quella situazione Cosa succederà? AFFETTI: sentimenti, emozioni,
reazioni fisiologiche di fronte a un dato evento o a un’autovalutazione Come mi sento? OBIETTIVI,
VALORI: successi, fallimenti e stati emotivi connessi; progetti di vita personali Cosa vale la pena di
fare? COMPETENZE E AUTOREGOLAZIONE: il soggetto attua un continuo monitoraggio del
comportamento, definisce standard di

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