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Il termine PERSONALITA’ deriva dal latino persona (=maschera di legno indossata dagli attori
nei teatri antichi, nella quale i tratti del viso erano esagerati, perché meglio potessero essere rilevati
dagli spettatori e la bocca era fatta in modo da rafforzare il suono della voce, cosa resa necessaria
dall’ordinaria vastità degli antichi greci). Questo vocabolario venne poi applicato ad esprimere
l’individuo rappresentato sulla scena che ora diciamo “personaggio”; poi un uomo qualsiasi, e
successivamente la sua corporatura o il complesso delle sue qualità.
Ambito relativo alle pertinenze strettamente individuali, in quanto capaci di costituire o conferire
motivo di capacità giuridica o di distinzione sul piano dei rapporti sociali.
“culto della personalità”: supina accondiscendenza alle direttive politiche del governatore a scapito
degli interessi generali del paese/ persona in grado gerarchicamente elevato o singolarmente
autorevole in un ambito determinato di attività o di interessi.
Nel linguaggio filosofico, l’individualità della singola coscienza, in quanto sussistente
separatamente da ogni altra.
Personalità=organizzazione dinamica, ossia un sistema complesso determinato dalle continue
interazioni sinergiche che hanno luogo tra tali elementi.
Ogni uomo è:
- Uguale agli altri uomini; elementi che condividiamo con tutti gli individui. (natura
universale umana)
Identificare gli elementi comuni gli universali umani. Svolto da fattori biologici,
ambientali e intrapischici che rendono l’essere umano uguale agli altri.
- Uguale solo a qualcuno. (Differenze individuali e di gruppo)
Identificare tratti, disposizioni che definiscono tipi di persone. Ruolo svolto da tendenze
disposizionali che accomunano una certa tipologia di persone e che rendono tali persone
simili solo ad alcune.
- Ciascuno è diverso da chiunque altro. Focus su capacità uniche e irripetibili che formano la
personalità. (unicità dell’individuo).
Identificare la configurazione unica delle componenti psicologiche. Ruolo svolto da
fattori biologici, ambientali e intrapsichici che rendono l’essere umano uguale agli altri.
La personalità si muove tra somiglianze e differenze.
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Complessità del costrutto: influenza di variabili biologiche, genetiche, cognitive, motivazionali,
ecc… rendono complessa l’analisi.
Difficolta definitorie: Temperamento, carattere, indole, sé, identità, ecc…
Quindi…
Con il tempo tutti ci costruiamo una teoria della personalità, cercando di spiegare perché qualcuno
si comporta in un mondo e qualcun altro in altri modi.
In questi anni di vita abbiamo imparato a leggere la personalità degli altri, è un meccanismo
automatica. Si può considerare un meccanismo di difesa.
Sono teorie ingenue, teorie implicite rispetto alle caratteristiche dell’altro.
Primo focus:
- Identificazione degli elementi stabili, durevoli, costanti. A seconda della prospettiva l’unità
di misura sarà diversa. (per esempio il tratto= dimensione continua in cui abbiamo ai due
estremi due caratteristiche opposte, disposizione ad agire in un certo modo che si mantiene
stabile, costante nel tempo.). Ciascun individuo si colloca in un certo punto di questo
continuum.
Configurazioni che hanno più a che fare con l’unicità dell’individuo.
Caratteristiche dinamiche che si modificano rapidamente e frequentemente.
Diversi approcci teorici evidenziano differenti aspetti motivazionali:
- Impulsi biologici di base
- Anticipazione degli eventi futuri
- Valorizzazione del sé
Pattern evolutivi che rendono ragione dello sviluppo della personalità e delle differenze tra
individui.
Diversi approcci teorici sottolineano l’influenza di differenti fattori: genetici, ambientali,
interazione natura cultura.
Questi due ordini sono in interazione tra loro.
Ci sono predisposizioni ad agire in un certo modo, e a queste predisposizioni vanno ad influenzare
anche tutti gli elementi socio motivazionali.
Le grandi teorie di personalità nascono all’interno del contesto terapeutico (setting clinici).
Nell’elaborazione delle teorie partono dalla conoscenza della personalità dell’uomo nell’interazione
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in ambito clinico. In tante teorie c’è un’attenzione specifica alla disfunzionalità, dove qualche
elemento della personalità non sta funzionando al meglio.
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CAPITOLO 2: I METODI DI RICERCA IN PSICOLOGIA DELLA PEROSNALITÀ
Bisogna fare riferimento a diverse tipologie di dati
Dati L (life record): eventi di vita
Dati O (observer) dati osservativi
Dati T (test): dati sperimentali
Dati S (self-report): autodescrizioni
Dati O (osservativi)
Derivano dall’osservazione e derivano dal contatto dell’osservare l’oggetto di interesse. Si possono
implicare diversi osservatori rispetto ad uno stesso soggetto ed è possibile andare a posteriori a
calcolare quanto queste osservazioni siano coerenti (accordo inter giudici). Per comprendere
quanto sia affidabile, devo trovare una coerenza tra le osservazioni. Più sono coerenti, più è
affidabile e valida.
Esistono diverse strategie di osservazione:
- si può decidere che l’osservatore sia un professionista oppure una persona vicina al soggetto
da osservare.
- il contesto può variare ci possono essere osservazioni naturalistiche oppure in contesti
artificiali (contesti neutri e adibiti per queste attività)
dati T (sperimentali)
derivano dall’effetto di una manipolazione sperimentale in un contesto standardizzato.
Vado a modificare una variabile e vado a capire come questa manipolazione vada a influenzare la
mia variabile dipendente
bridge-building test: chiesto di costruire un ponte con legnetti. Ci sono due collaboratori
che possono aiutarlo. La sua capacità di collaborazione verrà valutata. I due collaboratori
sono dei collaboratori (uno sapientino e uno tontolone). Si vuole valutare la tolleranza. Si
misura quanto tempo passa da quando inizia a quando interrompe.
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- tecniche proiettive (test di Rorschach)
- test standardizzati (scale Wechsler per la misurazione del QI)
dati S (autodescrizioni)
Ciò che una persona dice di se stessa. Informazioni derivano dalla somministrazione agli individui
di questionari, e di strumenti in genere, con lo scopo di ricavarne delle auto descrizioni di aspetti
specifici della propria personalità.
Maggiormente di valutazione maggiormente utilizzato in psicologia della personalità. Fornisce
informazioni inaccessibili a chiunque altra persona.
Bias della desiderabilità sociale. Restituiamo all’esterno
Così raccogliamo una quantità consistente di informazioni, in un tempo molto ristretto.
Questionari che sono strutturati:
- Vero- falso
- Serie di aggettivi
- Scale likert
Ma possono anche non essere strutturati.
Il livello di coerenza varia in base al tipo di costrutto che si sta esaminando (tratti facilmente
osservabili all’esterno portano maggiore coerenza tra fondi; tratti che implicano il riferimento a stati
mentali interni meno).
C’è un basso livello di coerenza tra dati T- dati S
C’è un altro livello di coerenza tra dati O- dati S; perché siamo di fronte ad una pluralità di
situazioni rispetto a cui facciamo una media.
La strategia più utile è utilizzare diverse fonti di dati e poi andare a integrare i risultati.
TIPI DI MISURAZIONE
Le misure nomotetiche vengono impiegate dai ricercatori che si collocano nelle ricerche comuni.
Ricercare regole e leggi che siano valide per tutti in modo fisso. Sono procedure fisse, standard.
Le misure idiografiche vengono utilizzate da coloro che sono interessati al profilo unico e
irripetibile alla personalità di ciascuno. Le procedure di valutazione son procedure flessibili che si
adattano al singolo individuo.
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VALIDITA’: verificare che le informazioni si riferiscono realmente a quel fenomeno che il
ricercatore intende misurare. Lo strumento utilizzato misura realmente il costrutto che afferma di
misurare.
- Validità del costrutto: il test è indicativo del costrutto che dice di misurare (correlazioni tra
costrutti con cui dovrebbe essere correlato)
- Validità predittiva: il test p in grado di predire dei criteri esterni al test stesso
- Validità convergente e validità discriminante: il test corella con le misure con cui si ipotizza
debba correlare e non correla con quelle misure che non hanno alcun tipo di legame teorico.
DISEGNI DI RICERCA
Ricerca clinica: studio di casi ha come obiettivo di arrivare a conoscere e descrivere le
caratteristiche di personalità di un individuo attraverso uno studio intensivo, in profondità. Uno
studio dettagliato. Si pone l’obiettivo di tracciare un profilo psicologico dell’individuo arrivando a
definire il funzionamento psicologico in quanto sistema globale.
(es. Allport analizza l’epistolario di una donna per trarne un profilo della personalità della donna)
Limiti:
- Scarsamente generalizzabile. Non posso attribuirlo ad altri individui. Descrivo la personalità
del singolo, non colgo gli elementi causali.
Ricerca correlazionale: l’obietto è quello di studiare diverse caratteristiche contemporaneamente
su campioni ampi per cercare di capire come queste diverse caratteristiche si muovono tra di loro e
come sono correlate.
Si avvale del calcolo del coefficiente di correlazione (correlazione lineare tra due misure, compreso
tra -1 e +1)
Limiti: informazioni parziali. E superficiali sugli individui (ci sono item rilevanti per il soggetto non
include nel testo/item non rilevanti per il soggetto incluse nel test)
Non coglie relazioni causali (variabili correlate non sono necessariamente una causa dell’altra, ne
può esistere una terza che spiega la loro relazione)
Ricerca sperimentale: verifica sperimentale in un contesto controllato dell’influenza che una
variabile esercita sull’altra.
Ciascun approccio di far ricerca ha dei limiti. Per questo conviene mette in campo un pluralismo
metodologico. Bisogna cercare di investigare la persona e la personalità adottando diverse modalità
di ricerca, integrando le diverse metodologie in un unico progetto di ricerca.
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1. Approccio lessicale: le differenze individuali che hanno una certa rilevanza sono anche
quelle differenze che andiamo a ritrovare nel linguaggio comune. Se una caratteristica è
veramente importante, esistono diverse sfaccettature della stessa caratteristica (frequenza
di sinonimi). I tratti fondamentali della personalità sono identificabili a partire
dall’analisi del linguaggio comune. (universalità cross-culturale).
2. Approccio teorico: è la teoria che si assume come riferimento che determina quali sono
le dimensioni individuali importanti da tenere in considerazione. Approccio di tipo top-
down, procede a partire dal modello teorico per stabilire la tipologia di dati che andranno
raccolti e processati. È possibile identificare i tratti fondamentali basandosi su teorie
esistenti da cui ricavare indicazioni relative a quali siano le dimensioni di base della
personalità.
3. Approccio statistico: approccio seconod cui è possibile identificare i tratti fondamentali
della personalità attraverso l’utilizzo di tecniche di analisi statistica, in particolare di
analisi fattoriale. il punto di parte p rappresentato da un pool di item di personalità che
vengono poi analizzate statisticamente e categorizzate in tratti. L’obiettivo è verificare
come gli item specifici covarino o non covarino tra loro, e identificare delle tendenze,
dei cluster sovraordinati che organizzano la miriade di caratteristiche individuali: analisi
fattoriale.
Analisi fattoriale: tecnica statistica multivariata che riduce le interrelazioni tra le
variabili osservate a un numero inferiore di costrutti latenti (che non sono direttamente
osservabili, ma rendono ragione del perché le variabili osservate covariano). Identificare
un numero limitato di dimensioni (fattori) che riassumono le intercorrelazioni tra un
grande numero di variabili contemporaneamente.
Nello studio dei tratti la tecnica dell’analisi fattoriale aiuta a identificare i tratti
realmente importanti riducendo il numero elevato di dimensioni con cui, altrimenti, ci si
imbatterebbe.
La correlazione tra le variabili è determinata da fattori non direttamente osservabili (i
tratti) che determinano i punteggi riscontrati nelle variabili osservate.
Non è solo una procedura oggettiva, bensì è il risultato di una serie di decisioni che il
ricercatore prende nel corso dell’analisi. (tipo di metodo per identificare i fattori, numero
di tratti da estrarre)
Le tre teorie si possono combinare.
ALLPORT (1897-1967)
Teoria che si discosta maggiormente dalle altre.
Ci da una definizione di personalità globale.
PERSONALITA’= la struttura della personalità è unica, anche se somiglianze dovute alle specie,
alla cultura, alle fasi di sviluppo possono produrre alcune somiglianze tali da giustificare l’uso di
dimensioni universali. La personalità è una organizzazione dinamica in cui si coniugano aspetti
biologici, psicologici e sociali: organizzazione entro l’individuo di quei sistemi psicofisici che ne
determinano l’adattamento uni al suo ambiente. La personalità è in costante divenire, è
un’organizzazione dinamica.
Teoria prospettica, si discosta totalmente dalla psicanalisi.
Approccio idiografico: l’enfasi sull’unicità dell’individuo. Riconosce l’esistenza di tratti comuni
ma è interessato alla dimensione individuale. Per capire la personalità occorre osservare la persona
nei suoi contesti di vita, per andare a cogliere i nodi strutturali (elementi attorno a cui si organizza il
suo comportamento).
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TRATTO= sistemi psicofisici, sistema neuropsichico generalizzato e focalizzato che iniziano e
guidano coerenti forme di comportamento adattivo ed espressivo. Unità di base della personalità:
sono fondati neurologicamente. Struttura realmente esistente basata sul sistema nervoso. E spiegano
le regolarità del comportamento della persona nel tempo e nelle situazioni.
Ogni individuo possiede un’unica e irripetibile configurazione di tratti, ognuno vive e affronta le
esperienze in quanto le persone entrano in contatto e mettono in atto comportamenti di adattamento
nell’ambiente attraverso i propri tratti.
Uno specifico tratto determina un insieme di potenziali risposte comportamentali a una data
situazione. ; è la situazione che spinge una persona verso il livello massimo o il livello minimo del
suo range di potenzialità, ma rimanendo pur sempre all’interno dei propri limiti.
Mentre il tratto spiega una tendenza comportamentale generalmente coerente, la situazione rende
ragione della variabilità del comportamento.
1. Tratto
2. Stato
3. Attività
Il tratto si riferisce ad una varietà di situazioni, sono stabili-> Stato (stato d’animo) – Attività
(modalità di comportamento in certi contesti.
Stato e Attività sono aspetti temporanei causati da circostante esterne.
Si distinguono differenti tipologie di tratto:
TRATTI COMUNI: quegli aspetti della personalità rispetto ai quali è possibile mettere a confronto
la maggior parte delle persone all’interno di una medesima cultura. Possono fornire una grezza
approssimazione della personalità di ciascun individuo.
TRATTI INDIVIDUALI (DISPOSIZIONI PERSONALI): formano la personalità vera, che è
costituita dai tratti individuali che determinano lo stile di comportamento unico di ciascuno
individuo.
Il tratto stesso è organizzato in dimensioni più stabili:
1. Cardinali: disposizioni pervasive e centrali che riguardano tutte le azioni della persona e ne
influenzano ogni comportamento. Non tutti li possiedono.
2. Centrali: meno globali, ma salienti, riguardano una gamma di situazioni. Tendenza a
comportarsi in una determinata maniera in un numero consistente di situazioni. Tutti gli
individui possiedono un certo numero di tratti centrali.
3. Secondari: disposizioni meno caratterizzanti la persona e più dipendente dalla situazione,
sovrapponibili alle abitudini.
Il comportamento è dato dal tratto (coerenza), ma anche dalla situazione (variabilità)
Appare evidente che i tratti siano delle dimensioni che non possono essere direttamente osservate, il
processo che porta a identificare i tratti è di tipo inferenziale. I tratti possono essere identificati
attraverso lo studio approfondito di un caso singolo, attraverso l’osservazione del comportamento
della persona oppure l’analisi di documenti e scritti prodotti dalla persona stessa. (unisce approccio
idiografico, analisi lessicografica e scale self-report).
In una fase iniziale nella vita di un individuo il nostro comportamento ha delle motivazioni che
hanno a che fare con la riduzione di tensione e la moderazione di certe pulsioni. Con il tempo la
maturità psicologica si ha quando la persona prende le distanze da questo tipo di motivazione. Si
passa da motivazioni estrinseche a motivazioni intrinseche.
Autonomia funzionale= concetto teorico secondo cui le attività che inizialmente sono subordinale e
strumentali alle soddisfazioni di bisogni biologici o pulsionali possono distaccarsi da tali
condizionamenti biologici e pulsionali e divenire fini a se stesse, acquisendo un valore autonomo e
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indipendente dai bisogni originari. Le motivazioni diventano indipendenti dalle motivazioni
presenti nel periodo dell’infanzia. L’autonomia funzionale è espressione della maturità
dell’individuo
L’attività che una volta soddisfaceva un bisogno elementare ora soddisfa solo se stesse. Questo
prendere le distanze da motivazioni tipiche dell’infanzia a motivazioni tipiche dell’età psicologica
portano alla formazione della propria identità “PROPRIUM” punto di approdo della persona e
include tutti gli aspetti della personalità, anche i tratti. È un costrutto sovraordinato rispetto ai tratti.
È un Insieme organizzato e della personalità, si sviluppa nel corso del tempo e corrisponde
all’essenza dell’identità personale contribuendo in maniera crescente alla coerenza del
funzionamento della personalità.
La formazione del proprio è il requisito necessario affinché si possa sviluppare quella capacità
tipicamente umana di distaccarsi dal passato, dai condizionamenti biologici e infantili, per elaborare
mete liberamente scelte.
CATTEL (1905-1998)
Laureato in chimica, poi approda alla psicologia.
Nella sua teoria ci sono elementi che hanno un collegamento maggiore all’ambito chimico.
Interesse nell’identificare gli elementi primari, le unità di base della personalità.
Fortemente influenzato dal fatto che ha lavorato per lungo tempo con Spearman, identificare una
tassonomia complessiva della personalità.
TRATTO= causa di certi comportamenti, ci aiuta a spiegare perché ci comportiamo in un certo
modo. Ci aiuta a fare previsioni per comprendere come una persona si comporterà in certe
situazioni.
Ordine gerarchico del tratto; tratti di personalità hanno un organizzazione di tipo gerarchico:
1. Tratti che sono più ampi e sovraordinati, si riferiscono ad una grande vairetà di situazioni e
sono stabili nel tempo
2. Tratti più specifici e più soggeti a variabilità, subisocno maggiormente influenza
dall’ambiente.
Anche qua abbiamo una distinzione tra:
- Tratto
- Stato (uguale ad Allport) stato d’animo in un momento specifico.
- Ruolo che di volta in volta ciascuno di noi si trova a rivestire nei diversi contesti.
Nonostante l’importanza dei tratti nel determinare il comportamento, la persona non è vista come
un’entità statica sempre uguale a se stessa: il comportamento è influenzato anche da stati e ruoli.
Il tratto come qualcosa di più stabile, mentre stato e ruolo vengono influenzati dai contesti che si
vanno a vivere (interazionsimo).
Applica l’analisi fattoriale su dati raccolti in fonti diversi, su questi dati applica l’analisi fattoriale e
trova 16 fattori di personalità.
EYSNECK (1916-1997)
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Interesse nell’andare a identificare una tassonomia di personalità.
Il suo pensiero è influenzato da:
1. Progress nell’ambito statistico, affascinato dall’utilizzo dell’analisi fattoriale. Utilizzo
tecniche massicce per andare a interpretare i dati raccolti.
2. Studi sulle tipologie di personalità, idea che esiste una corretta corrispondenza tra
funzionamento biologico e funzionamento mentale differenze individuale a livello di
substrato fisiologico siano strettamente legate e delle differenze in termini di personalità.
3. Studi sull’ereditarietà delle caratteristiche psicologiche
PERSONALITA’= somma totale degli schemi di comportamento effettivi o potenziali
dell’organismo, così come vengono determinati dall’ereditarietà e dell’ambiente.
La personalità è il prodotto delle strutture biologiche del sistema nervoso centrale: interesse per le
basi fisiologiche della personalità. Si fa riferimento ad una sorta di integrazionismo. La sua teoria è
fortemente sbilanciata sul piano psicologico, l’elemento ambientale viene quasi del tutto eliminato.
Il temperamento viene definito come il settore affettivo, l’aspetto emotivo e motivazionale che
caratterizza il comportamento della persona, il temperamento e quindi la personalità si differenzia
dall’intelligenza poiché con il termine personalità si fa riferimento esclusivamente agli elementi non
cognitivi del comportamento, mentre le abilità, e in genere gli aspetti cognitivi vanno a costituire
l’intelligenza.
Parte dia 16 fattori identificati da Cattell.
Analisi fattoriale secondarie sui fattori che porta all’identificazione si SUPERFATTORI (fattori
indipendenti tra loro, dimensioni continue, tratti sovraordinati che distinguono una persona
dall’altro. fattore sovraordinato che corrisponde a un livello superiore di organizzazione dei tratti
rispetto ai fattori subordinati, più specifici e meno generali), sono degli schemi di comportamento o
stili emotivi coerenti che distinguono un individuo dall’altro.
Ciascun fattore definisce die costrutti che sono tra di loro separati:
- Estroversione: include sottodimensioni più piccole, più ristrette più limitate che
rappresentano delle sfaccettature dell’estroversione (socievole, vivace…) superfattore che
corrisponde, a un estremo, alla disposizione socievolezza, all’impulsività e alla propensione
al rischio; si contrappone all’introversione che corrisponde alla tendenza ad essere calmi,
riservati e avversi al rischio.
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- Nevroticismo: contiene sottodimensioni (timidi, ansiosi, irrazionale…). tendenza a vivere
stati emotivi negativi e ad avere oscillazioni nel tono dell’umore. Lievi disposizioni al senso
di inferiorità e inadeguatezza. Atteggiamento dimesso e titubante. Preferenza per la routine e
rifiuto al cambiamento nelle abitudini. Soggetti a tensione nervose che portano spesso a
logorio psico-fisico. Il conflitto interpersonale provoca disagio. Riflessione prolungata sui
pro e contro di una decisone per il timore di conseguenze negative. Locus of control interno
per le situazioni negative, esterno per quelle persone.
corrisponde all’instabilità emotiva e all’ansietà a un estremo, e alla stabilità emotiva all’altro
estremo.
- Psicoticismo aggressivo, freddo,.. tendenza all’impulsività, all’azione senza mediazione del
pensiero. Preferenza per la solitudine e per l’isolamento. Poca sensibilità nei confronti degli
stati d’animo altrui e tendenza all’egocentrismo. Basso livello di coscienziosità. Nelle forme
estreme sfocia nella criminalità, nella schizofrenia paranoide, o nella piscosi maniaco
depressiva. Tendenza all’isolamento e all’insensibilità a un estremo, alla tendenza ad
accettare le norme sociali e a preoccuparsi per gli altri. All’altro estremo.
I tre SUPERFATTORI sono dimensioni continue i cui poli sono definiti da un estremo inferiore e
superiore. Sono dimensioni indipendenti e ogni persona a può possedere livelli differenti.
La combinazione dei due superfattori definisce tutte le possibili personalità.
Hanno una corrispondenza a livello di substrato biologico e sono in parte ereditabili. Nonostante il
ruolo chiave delle disposizioni genetiche e biologiche, E riconosce che queste ultime interagiscano
con le variabili situazionali nel determinare il comportamento dell’individuo. Ritiene che gli
organismi viventi differiscano tra loro in base al livello di eccitazione del proprio sistema nervoso
centrale; mentre l’attività cerebrale di alcuni organismi è dominata dall’eccitazione, in altri è
l’inibizione ad essere prevalente.
1. Estroversione: differenze nel funzionamento neurofisiologico della corteccia: diverso gradi
di attivazione della sostanza reticolare. Attivazione corticale. Per ciascuno individuo esiste
un livello ottimale di attivazione. Parla dell’eccitazione corticale cioè livelli di attivazione
al livello di attivazione del sistema nervoso centrale che differisce tra introversi ed
estroversi: i primi registrano un livello di eccitazione corticale maggiore rispetto ai secondi.
Differiscono anche per l’eccitabilità; cioè la variazione nel livello di eccitazione corticale di
fronte ad uno stimolo esterno: negli introversi è maggiore rispetto agli estroversi.
2. Nevroticismo: differenze nel grado di attivazione del sistema nervoso autonomo (sistema
limbico). Eccitazione autonimica. Alto livello di nevroticismo è caratterizzato da una bassa
soglia di attivazione del sistema limbico, risposta più elevata allo stress. (maggiore
predisposizione allo stress e alla malattia). Il livello di attivazione autonomica del sistema
limbico discrimina le persone con elevato livello di nevroticismo dalle persone con un basso
livello di nevroticismo (soglia di attivazione più alta)
3. Psicoticismo: differenze nella suscettibilità ormonale. tra una personalità sana e una
personalità patologica è esclusivamente quantitativa; entrambe possono essere descritte
attraverso i tre superfattori. Ma la personalità patologica implica livelli eccessivamente
elevati di uno dei superfattori, ma un elevato livello di nevroticismo o pscioticismo non
implicano necessariamente la psicopatologia.
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IL MODELLO DIE CINQUE FATTORI
Dagli anni ’90 si definisce il modello die big five, per lungo tempo considerato LA risposta allo
studio dei tratti di personalità.
Quali e quanti sono? Qual è la natura dei tratti? Qual è il nesso?
Approccio lessicale e approccio statistico si sono incrociati per formulare poi la teoria dei Big Five
Approccio lessicale: studi psico lessicali di Goldebeg: tassonomia di aggettivi di personalità (singoli
aggettivi anziché item) per nazioni diversi
Approccio statistico: analisi fattoriale dei questionati esistenti da cui emergono 5 fattori. Analisi
fattoriale sulle autovalutazioni relative ad aggettivi di personalità.
Modello die cinque fattori è stato replicato tantissime volte, in moltissime culture. Ma, uno dei
cinque fattori (quello dell’apertura) non funziona bene d’dappertutto, in certe culture è più coerente
parlare di intelletto in altre culture si parla di tendenza ad essere non conformisti.
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1. NEVROTICISMO vs STABILITA’ EMOTIVA= riguarda il modo in cui le persone
affrontano e reagiscono alle situazioni stressanti. L’instabilità emotiva influenza e
condiziona diversi ambiti della vita. Persone che fanno fatica a gestire le situazioni
stressanti, si auto boicottano, si creano degli ostacoli, partono convinte di non riuscire a
raggiungere l’obiettivo. Esperire emozioni negative. Pensieri fortemente negativi. Fattore di
personalità che definisce l’adattamento rispetto all’instabilità emotiva e allo stress.
2. ESTROVERSIONE= l’attenzione sociale sembra essere il punto focale di questo tratto.
L’estroverso è socievole, particolarmente attivo e tende a essere ottimista. Il punto
fondamentale è essere al centro, essere oggetto di attenzione, occupano facilmente ruolo di
leadership, facilità a stabilire rapporti interpersonali. Non sempre comportamenti prudenti e
accorti. Fattore di personalità che definisce la quantità e l’intensità dell’interazione
interpersonale.
3. APERTURA MENTALE/APERTURA ALL’ESPERIENZA/INTELLETTO= apertura
mentale è anche definita intelletto, cultura o apertura all’esperienza. È il fattore più discusso,
quello che a livello transculturale ha destato più problemi di universalità. Tendono a sognare
di più a occhi aperti, sperimentatori nei diversi ambiti, meno pregiudizi razziali e meno
stereotipi, modalità di processamento delle informazioni differente. Fattore di personalità
che definisce il livello di ricerca proattiva dell’esperienza.
4. AMICALITA’/ GRADEVOLEZZA= riguarda il modo in cui le persone si rapportano le une
alle altre. Le persone amichevoli sono tendenzialmente gentili, fiduciose, leali e disponibili.
Usano la negoziazione per risolvere i conflitti, tendono a scappare o evitare situazioni che
non sono armoniose, sono alla ricerca di una vita familiare cooperativa e serena. Fattore di
personalità che definisce la qualità dell’orientamento interpersonale.
5. COSCIENZIOSITA’/SCRUPOLOSITA’= riguarda il modo in cui le persone affrontano i
propri compiti e realizzano i propri obiettivi. Sono dei gran lavoratori, puntuali, precisi e
raggiungono gli obiettivi lavorativi ambiziosi e relazioni interpersonali soddisfacenti, sono
diligenti e bravi a scuola, non procrastinano mai, si concentrano a lungo, impegnando tutte
le loro risorse per eseguire un compito, tendono a seguire le regole. Fattore di personalità
che definisce l’orientamento e la modalità di rapportarsi a un compito.
Come si misurano?
Organizzazione di coppie di aggettivi
NEO-PI-R (questionario) strumenti pero molto lunghi. 5 fattori, per ogni fattore 6 sottodimensioni,
per ogni sottoscala 8 item (tot 240 item).
Teoria dei cinque fattori: modello teorico proposto da Costa e McCrae che enfatizza le basi
biologiche e la sostanziale stabilità dei tratti.
I tratti sono disposizioni endogene che seguono vie intrinseche di sviluppo fondamentalmente
indipendenti dalle influenze ambientali.
La teoria secondo cui le influenze esterna dell’ambiente non hanno alcun impatto sui tratti di
personalità, che hanno invece un ancoraggio esclusivamente biologico e vengono trasmessi per via
ereditaria, questa teoria ha ricevuto uno scarso consenso. Risultati di questa ricerca contraddicono
questa concezione teorica.
Secondo Costa e McCrae i tratti si mantengono stabili nel tempo. Le caratteristiche fondamentali
della personalità tendono a consolidarsi nell’età adulta.. dall’età di tre anni i cinque fattori iniziano
ad assumere una certa coerenza e stabilità che aumenta progressivamente fino a dopo i
cinquant’anni.
Ma, non è detto che ciascun individuo rimanga sempre uguale a se stesso nel corso di tutta la vita
per:
cambiamenti individuali: valutazione della coerenza longitudinale dei tratti, considerando il
singolo individuo.
Cambiamento normativo: valutazione della coerenza longitudinale dei tratti, considerando la
popolazione di riferimento. Si fa riferimento a ciò che avviene a livello di popolazione.
Le modalità attraverso cui i tratti si manifestano a livello comportamentale subiscono delle
modificazioni. La coerenza dei tratti nel corso del tempo non implica che le loro specifiche
manifestazioni ed espressioni rimangano identiche.
Con l’aumentare dell’età il nevroticismo diminuisce.
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I cambiamenti hanno luogo tra la fine dell’adolescenza e l’età adulta e riflettono una crescita nella
direzione di una maggiore maturità: nel tempo la persona diventa più competente dal punto di vista
sociale, maggiormente dotata di autocontrollo e meno arrabbiata e alienata.
A partire dal profilo dal profilo di personalità di ciascun individuo sia possibile individuare nel
corso del trattamento ottimale e quindi più funzionale per quella particolare persona.
I BIG FIVE sono dei superfattori quindi includono delle sfaccettature, ovvero delle
sottodimenisoni:
- Calore (piacere nell’intimità con l’altra)
- Gregarietà (socievolezza)
- Assertività (dominanza e leadership)
- Attività (energia, dinamismo)
- Ricerca di sensazioni (bisogno di stimolazione e di eccitazione)
- Emozionalità positiva (gioia, ottimismo)
L’uso di superfattori permette un quadro più intuitivo e più facile da tenere a mente, mentre usando
le dimensioni più specifiche spesso si arriva a un maggior grado di precisione.
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CAPITOLO 4: LA PROSPETTIVA BIOLOGICA
Si parte dalla relazione mente-corpo, non si può prescindere la mente dal corpo. La mente non può
essere studiata separatamente e a prescindere dal corpo.
Le differenze psicologiche tra gli individui hanno una base biologica.
L’origine di tale teoria è molto lontana, V sec: Galeno, Ippocrate fino a Darwin e Mendel.
Aree di indagine:
- Basi genetiche della personalità
- I processi biologici e la personalità
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La genetica comportamentale: studia i contributi della genetica del comportamento. Valuta il grado
in cui i fattori genetici rendono ragione della variabilità delle caratteristiche psicologiche della
popolazione.
Indaga l’ereditarietà, proporzione della varianza fenotipica spiegata dalle differenze genetiche nella
popolazione studiata. (coefficiente di ereditabilità tra 0 – 1).
Il coefficiente di ereditabilità non indica il grado in cui i geni sono responsabili dello sviluppo di
una certa caratteristica nell’individuo. È la proporzione di varianza fenotipica osservata in un
gruppo di individui che può essere spiegata dalle differenze genetiche tra gli individui. Con
varianza fenotipica ci si riferisce alle differenze individuali osservate in relazione a specifiche
caratteristiche.
Tale coefficiente esprime attraverso un indice numerico è una stima di quanto i geni contribuiscono
a spiegare e rendere ragione delle differenze che è possibile osservare tra gli individui rispetto
determinate caratteristiche.
Ereditarietà NON è l’ereditabilità.
Ereditarietà= processo di trasmissione di geni da genitori e figli, deterministico.
Ereditabilità= concetto statistico relativo alla popolazione che indica le stime che si fanno per
caratteristiche psicologiche che dipendono dall’interazione di molteplici geni. Non si applica mai al
singolo individuo. Proporzione delle differenze fenotipiche tra gli individui di una determinata
popolazione che possono essere attribuite a differenze genetiche.
L’influsso dei geni non viene messo in discussione, tuttavia occorre sottolineare che le influenze
genetiche e ambientali interagiscono e sono legate in maniera inestricabile nel determinare la
personalità.
Diversi tipi di ambiente:
ambiente condiviso: stessa famiglia in cui crescono i fratelli. Esperienze comuni ai fratelli in
conseguenza del fatto di essere cresciuti nel medesimo contesto familiare.
ambiente non condiviso: ambienti non comuni ai fratelli pur cresciuti nella stessa famiglia
(malattie, ordine di nascita, distanza di età, esperienze al di fuori della famiglia). Esperienze non
comuni ai fratelli nonostante essi siano inseriti nel medesimo contesto familiare.
gli ambienti non condivisi risultano essere più importanti degli ambienti condivisi per lo sviluppo
della personalità.
L’ambiente non condiviso conta molto di più. Le esperienze uniche sono quelle che contano
maggiormente in ciascun individuo.
CORRELAZIONE GENI-AMBIENTE
Correlazione genotipo ambiente: fenomeno caratterizzato dall’influenza genetica sull’esposizione
all’ambiente; identifica le esperienze individuali che sono correlate con la propensione genetica.
Influenza genetica sull’esposizione all’ambiente
1. Passiva i genitori offrono elementi genetici e ambientali (predisposizione all’abilità
musicale, presenza di un pianoforte). Il bambino non fa nulla per ottenere un certo tipo di
stimolazione ambientale l’individuo eredita passivamente gli ambienti familiari che sono
correlati con le sue propensioni genetiche.
2. Evocativa: il bambino evoca risposte specifiche nell’ambiente.
3. Attiva: la persona con uno specifico genotipo ricerca attivamente un particolare ambiente.
La relazione gene-ambiente fornisce un quadro complesso della personalità. I geni influenzano lo
sviluppo di alcune specifiche caratteristiche di personalità, e queste ultime, vengono rinforzate
dall’ambiente e promuovono lo sviluppo di un ambiente ottimale al mantenimento di tali
caratteristiche.
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Storia di Elliot e la corteccia prefrontale, in seguito a un tumore e all’intervento perde la voglia di
raggiungere obbiettivi, diventata persona molto impulsiva.
In seguito a diversi fallimenti, diventa un senza tetto.
L’asportazione di una piccolissima porzione di corteccia prefrontale ha portato delle conseguenze
sostanziali rilevanti sulla personalità di quest’uomo. È diventata una persona completamente
diversa.
Gli studi dei genetisti comportamentali verificano l’influenza die geni sulla personalità, ma non
specificano quali aspetti biologici, fisiologici siano coinvolti nello sviluppo della personalità.
Sistemi neurofisiologici che stanno alla base delle differenze di personalità.
Tecniche di misurazione che forniscano dei dati a livelli di differenze a livello fisiologico e
biologico:
- CONDUTTANZA CUTANEA: sulla nostra mano c’è una grande quantità di ghiandole
sudoripare, la loro attivazione è direttamente collegata al funzionamento del nostro sistema
nervoso autonomo, più è attivo più avremo un aumento consistente nella produzione di
sudore. Il sudore è acqua, e l’acqua è un buon conduttore di elettricità. Si misura la
variazione della resistenza elettrica della pelle provocata dagli stimoli ambientali. Quanto
vinee favorito il passaggio di un elettrodo all’altro a causa di una nostra attivazione delle
ghiandole sudoripare. Gli stimoli emotigeni, le situazioni stressanti, sforzo cognitivo. Tutto
ciò provoca aumento della conduttanza cutanea. Non è importante il livello basale, ma la
differenza la fa il livello di reattività di fronte ad uno stimolo.
- ATTIVITÀ CARDIOVASCOLARE: il numero medio di battiti cardiaci al minuto varia in
continuazione in risposta a stimoli ambientali che provocano stati emozionali, stati d’ansia,
stress, rilassamento, pensieri ecc… la variabilità cardiaca è correlata all’interazione tra
sistema nervoso simpatico e parasimpatico. (ELETTROMIOGRAMMA DI SUPERFICIE,
TEMPERATURA PERIFERICA)
- ATTIVITÀ CEREBRALE: risonanza magnetica funzionale, identifica le aree cerebrali
coinvolte durante lo svolgimento di un dato compito. Il cervello spontaneamente produce,
nel suo funzionamento, elettricità. EEG: attività neurale spontanea rilevata attraverso
registrazione delle variazioni di voltaggio in varie parti dello scalpo. In risposta a specifici
stimoli si può elicitare l’attività elettrica cerebrale. Quello che interessa è l’attività cerebrale
in risposta a qualche stimolo.
- LIVELLI ORMONALI: ormoni sono rilasciati dal sangue, hanno un’azione lenta. Ci sono
diversi ormoni che sono legati a caratteristiche di personalità (cortisolo: stress, timidezza;
testosterone: comportamenti aggressivi). Anche i neurotrasmettitori sono rilasciati nelle
sinapsi, agiscono rapidamente, si legano a recettori specifici ed hanno meccanismi di
inattivazione specifici. Dopamina (piacere, ricompensa), serotonina (regolazione
dell’umore), norepinefrina (dipendenza da premio e approvazione altrui). Livelli diversi di
questi neurotramsettitori sono legati a caratteristiche di personalità.
EYSENCK: persone estroverse meno attivate cronicamente rispetto a persone introverse, per questo
fanno alla ricerca di attivazione.
In realtà la versione originale della teoria di Eysenck va rivisto, in quanto la differenza sta nel
livello di reattività quanto una reazione di fronte ad uno stimolo è forte, immediata. Gli estroversi
hanno una reattività molto più forte, veloce rispetto agli introversi.
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STRELAU: teoria regolativa del temperamento, ciascun individuo è caratterizzato da un certo
livello di sensibilità e di resistenza. Livello di stimolazione necessario per attivar e una certa
reazione dell’individuo. Resistenza è la capacità di far fronte a stimolazioni forti e prolungate.
Dall’incrocio di tali caratteristiche va a definire due tipi diverse di persone:
- Alto reattivi: alta sensibilità (bassa soglia sensoriale) e bassa resistenza. Evitano
stimolazioni forti. (introversi)
- Basso reattivi: bassa sensibilità (alta soglia sensoriale) e alta resistenza. Ricerca
stimolazione intense (estroversi)
GREY: teoria della sensibilità al rinforzo. Il comportamento è regolato da due sistemi principali;
differenze individuali tra le persone sono determinate dalla prevalenza dell’uno dell’altro sistema.
Differenze individuali basate su una diversa sensibilità al rinforzo.
- BIS sistema di inibizione comportamentale, tende e bloccare il comportamento ed è
sensibile alla punizione. Sensibile alla frustrazione, vulnerabile rispetto ad ansia e paura.
Coincide con l’ansia
- BAS: sistema di attivazione comportamentale, regola il sistema di avvicinamento allo
stimolo, ed è sensibile agli incentivi. Sensibile ai rinforzi, incapace di inibire le risposte,
porta a impulsività. Vanno verso lo stimolo, vedono nell’ambiente dei potenziali premi.
Sovrapponibile all’impulsività.
Impulsività e ansia costituiscono due dimensioni fondamentali della personalità da cui derivano tutti
gli altri tratti di personalità. L’estroversione nevrotici Ismo sono il risultato della combinazione di
impulsività e ansia.
Estroversione: emerge dalla combinazione di bassi livelli di ansia e alti livelli di impulsività
Introversione emerge da altri livelli di ansia e bassi livelli di impulsività.
Il nevroticismo deriva da alti livelli di ansia e di impulsività mentre la stabilità emotiva è
determinata da bassi livelli di ansia e di impulsività.
LA PROSPETTIVA UMANISTICA
Prospettiva che si sviluppa negli anni ’60 in America e in Europa.
È una reazione che si sviluppa in rapporto al panorama della psicologia.
Nella psicanalisi l’uomo è in balia di forze inconsce, inconsapevoli. Nel comportamentismo
abbiamo l’ambiente che elicità nell’uomo diversi pattern di risposte.
Ciò che conta sono le percezioni coscienti di cui l’uomo ha piena consapevolezza.
Ciò che conta è il momento presente, ciò che più conta è io momento e la situazione che la persona
sta vivendo.
Freud dice che le esperienze dell’infanzia determinano su certi aspetti lo sviluppo della personalità.
La prospettiva umanistica ci dice che ciò che conta maggiormente sono le relazioni interpersonali.
l’uomo diventa ciò che sceglie di diventare, l’uomo è protagonista del proprio destino, della propria
vita e quindi è responsabile di ciò che fa. L’uomo è protagonista attivo della propria vita.
L’umo è colui che sceglie di diventare una certa persona e lo sguardo è uno sguardo rivolto al
futuro.
BACKGROUND FILOSOFICO
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FENOMENOLOGIA; idea di capire le persone cercando di entrare nella modalità soggettiva con
cui le persone leggono la realtà.
Comprendere come le persone sperimentano se stesse e il mondo circostante, come vedono e
vivono la realtà. E la considerazione che viene riservata ai fatti psichici; non possono essere studiati
con gli stessi metodi sperimentali impiegati dalle scienze naturali.
ESISTENZIALISMO; interesse per l’umo in quanto individuo singolo, per le sue specifiche
modalità di essere nel mondo. Rifiuto delle posizioni essenzialiste per quanto concerne la natura
umana. L’attenzione alla persona nel suo essere nel mondo, l’uomo individualità singola,
autodeterminata, volta emergere e diventare, portato alla ricerca del senso del significato della vita.
Uomo libero di scegliere e decidere cosa fare della propria vita.
Teorie di tipo olistico o organismico: approccio teorico metodologico basato sul principio che ogni
organismo vivente, così come ogni sistema, non può essere spiegato attraverso la somma delle parti
che lo compongono, ma va considerato come una totalità.
30.03.2022
Paul Gauguin
ROGERS Bisogno di considerazione positiva: Uno dei bisogni fondamentali della persona è
quello di considerazione positiva: essere accettati e amati dalle persone significative, poiché le loro
valutazioni condizionano la propria identità.
Pur di sentirsi considerati ed amati dagli altri tendiamo ad allontanare e perdere il nostro vero io. La
considerazione positiva può essere di due tipi:
- Incondizionata: accettazione per ciò che si è autenticità, costruzione di un
sé vero
- Condizionata: Accettazione subordinata a condizioni di valore (si è degni di amore solo se ci si
conforma a certi comportamenti - inautenticità, costruzione di un falso sé, non in linea con le
naturale inclinazioni: coerente solo con quanto vogliono gli altri.
Per la crescita di un bambino è fondamentale il contesto che si crea bisogna fornire un ambiente
funzionale ed ottimale per la crescita, in cui si sente accettato in maniera incondizionata.
Il bambino sviluppa la propria immagine di Sé attraverso un processo di valutazione riflessa in cui u/lizza
opinioni altrui su di Sé come base per giudicare Sé stesso: l’autostima si costruisce in stretto legame con le
relazioni interpersonali.
Qual è la causa della patologia? Va ricercata nell’ INCONGRUNZA: tra ciò che pensa di essere e ciò che vive
quotidianamente il rendersi conto di aver sviluppato un falso sé.
Paziente- Psicoterapia come una relazione tra due persone nella quale una di esse, definitapaziente, è
malata/squilibrata e non conosce la soluzione dei suoi problemi, perquesto mo/vo si rivolgesse ad un’altra,
il terapeuta, che era l’esperto, il qualediagnos/ca il problema e la cura restando sempre un gradino più in
alto del paziente. - Rischio di dipendenza del paziente dall’esperto.
Cliente- Riconoscimento della responsabilità della persona nella gestione della propriavita, nel fissare le
proprie mete, sia durante la seduta sia all’esterno, in quanto ilcliente non è più visto come recipiente
passivo di trattamento, ma soggettoattivo, capace di auto-direzione. - Da paziente a cliente: riequilibrio di
potere
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- Il cliente è in uno stato di incongruenza, di vulnerabilità o di ansia
- Il terapeuta è in uno stato di congruenza: è, cioè, nella relazione liberamente e profondamente sé
stesso.
- Il terapeuta prova dei sentimenti di considerazione positiva incondizionata nei confronti del cliente
(diversa da approvazione).
- Il terapeuta prova una comprensione empatica del sistema di riferimento interno del cliente e si
sforza di comunicare al cliente questa esperienza.
- Il cliente percepisce l’empatia e l’accettazione incondizionata da parte del terapeuta ascolto
empatico da parte del cliente.
LA PROSPETTIVA COGNITIVA
Due livelli:
- Percettivo
- Interpretativo
le differenze tra le persone sono date dai diversi modi di percepire la realtà da qui anche scelte
differenti: sulla base della lettura della realtà scelte, considerazioni differenti.
All’ interno della prospettiva cognitiva ci focalizziamo sulla teoria dei costrutti personali.
Piccolo confronto:
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GEORGE KELLY
Introduce l’analisi dei processi di pensiero in un mondo psicologico dominato dal
comportamentismo
Ognuno di noi a costruzioni alternative di vedere la realtà la realtà oggettiva non esiste: pura
illusione. precursore del post-modernismo
Kelly si occupa dei processi di pensiero. È una persona molto pragmatica e concreta: conta capire
se una teoria è utile e funzionale.
Kelly è stato uno psicologo clinico che si è occupato del contesto scolastico: innovazioni anche in
questo campo: quando una persona utilizza alcune “categorie mentali” per leggere e interpretare
la figura del bambino, ciò ci dice che quei costrutti sono importanti per lui.
Il costrutto personale
I costrutti personali sono concetti, idee, formulazioni che ciascuno di noi utilizza per dare senso al
mondo. La personalità È L’INSIEME DEI MODI IN CUI IL SOGGETTO PERCEPISCE E
ATTRIBUISCE SIGNIFICATO ALLA REALTA: essa contiene i costrutti personali la persona
rivela la propria personalità attraverso i costrutti che utilizza per leggere la realtà.
Costruzione del costrutto
Avviene attraverso l’osservazione della realtà e la capacità di cogliere aspetti comuni e differenti
i costrutti sono bipolari: bisogna cogliere 3 elementi nella realtà:
- 2 elementi percepiti come simili: polo di somiglianza
- 1 elemento percepito come diverso: polo di contrasto
Esempio: alto - basso.
Caratteristiche dei costrutti:
Costruzione gerarchica dei costrutti.
1) Verbali (consapevoli, espliciti)
2) Preverbali (viene usato anche se non ha una parola simbolo conforme. Può essere stato
inventato o meno prima che la persona fosse in grado di parlare. La persona ha costruito
dei comportamenti fondamentali nella sua evoluzione ancora prima della comparsa del
linguaggio (e quindi della capacità di simbolizzare). Questi sono costrutti che influenzano il
comportamento e si manifestano come automatismi assolutamente incontrollabili dalla
volontà)
3) Sommersi (basso livello di consapevolezza a causa del tipo di implicazione coinvolte nella
costruzione. Così, la visione depressa di una persona può rappresentare il polo emergente
di un costrutto, mentre la rabbia o addirittura una profonda collera per la sua situazione
può rappresentare il polo opposto e sommersa della costruzione. La rabbia come polo di
questa dimensione è sommersa perché le sue implicazioni richiedono un comportamento
inaccettabile per la persona. Però è presente altrimenti non potrebbe esistere l’altro polo)
4) Nucleari (governa i processi di mantenimento di una persona cioè, quelli per mezzo dei
quali la persona mantiene la sua identità ed esistenza)
5) Periferici (può essere cambiato senza una seria modificazione della struttura nucleare)
6) 1. Superordinati: più ampi e comprensivi: costrutti che ne comprendono un altro come uno
degli elementi del suo contesto (Una persona nel costrutto amore può avere come
componente inscindibile il costrutto tradimento/separazione)
7) 2. Subordinato (più circoscritto- è un costrutto che è compreso come elemento nel
contesto di un altro)
Conoscere e valutare i costrutti
Rep test:
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- 1° fase: a persona elabora un elenco di persone che hanno (o hanno avuto) un ruolo nella
sua vita (circa 20/30 persone) – ROLE TITLE
- 2°fase: esaminatore sceglie tre persone della lista e chiede al soggetto ciò che accomuna
due di loro e come si differenziano dalla terza persona. Sé stessi/mamma:
introversione– Papà: estroversione. costrutto introverso/estroverso.
All’interno del Rap Test si vede il processo di costruzione dei costrutti collegamento stretto con
la teoria. Il rap test è molto flessibile.
Differenze individuali
Le differenze individuali si riferiscono alla complessità cognitiva dei costrutti, alla qualità, quantità
e rigidità e flessibilità del sistema.
Complessità/semplicità cognitiva
+ sono i miei costrutti + ho una lettura piena di sfumature della realtà coloro che hanno una
complessità cognitiva possono guardare uno stesso fenomeno da + punti di vista: + capaci di
mettersi nei panni nell’altro, + capaci di attribuire all’altro stati emotivi differenti dai propri.
Hanno, inoltre, una capacità di previsione + accurata, + attenta al dettaglio.
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- Standard comportamentale
- Obiettivi personali
Competenze e abilità
Ciascun individuo possiede un certo livello di competenze cognitive, uno specifico grado di abilità
nell’esecuzione di diverse tipologie di azioni. Le competenze dipendono da:
- Specificità del contesto: Contesti diversi richiedono abilità diverse, Ciascun individuo
sviluppa certe abilità in maniera maggiore e altre in maniera minore.
- Cambiamento psicologico: Le abilità di una persona sono “incrementabili” attraverso
osservazione e interazione
Aspettative e convinzioni
Credenze su di sé e sul mondo nel qui e ora (CONVINZIONI) e nel futuro (ASPETTATIVE).
Fondamentale è la specificità del contesto:
- Le aspettative sono legate al contesto – non aspettative generalizzate
- Ciascun individuo seleziona, discrimina e raggruppa in maniera soggettiva le diverse
situazioni sviluppando delle aspettative specifiche (es. rapporti sociali e rapporti familiari).
Parlano di convinzioni fondamentali sono le convinzioni di autoefficacia: Le convinzioni relative al
Sé sono quelle più influenti nel determinare il comportamento dell’individuo la convinzione di
poter fare qualcosa influisce il modo diretto la performance.
Le convinzioni di autoefficacia derivano da:
1. Aver svolto in precedenza il compito con successo
2. Aver visto altri svolgerlo con successo (apprendimento per imitazione) MA la persona
che abbiamo visto svolgere quell’azione con successo deve essere simile a noi.
3. Persuasione verbale (convincersi di farcela)
4. Capacità di gestire le emozioni collegate al compito (es. ansia).
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Importante è distinguere AUTOSTIMA E AUTOEFFICACIA:
- Autostima: valutazione generale del proprio valore valutazione
globale/astratta/trasversale sull’intera persona;
- Autoefficacia: Valutazione delle proprie capacità in un contesto specifico Valutazione
concreta delle proprie competenze.
Se l’autoefficacia ha un legame causale rispetto alla presentazione al compito, l’autostima non ha
nessun legame diretto con la prestazione al compito. livelli diversi di autoefficacia portano a
diversi gradi di prestazioni al compito: a parità di abilità e competenze la differenza la fa
l’autoefficacia.
Obiettivi: Rappresentazione mentale dell’intento di un’azione: obiettivi specifici che guidano e
motivano l’azione.
Standard di valutazione: ciascuno di noi effettua una valutazione del nostro comportamento:
criteri che ci siamo creati nel tempo per valutare il nostro comportamento in funzione degli
obiettivi.
Ciascuno di noi valuta i comportamenti con questi criteri etici, talvolta si può decidere di prendere
le distanze da questi standard etici quando il comportamento immorale comporta un
vantaggio.
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STRATEGIE DI CODIFICAZIONE (SCHEMI MENTALI): modo in cui il soggetto codifica le informazioni
provenienti dagli stimoli, come dirige attenzione su di essi, come li trasforma cognitivamente e li
interpreta = punto di partenza del comportamento. Come sembra a me? ASPETTATIVE: convinzioni
circa gli esiti del comportamento: dalle valutazioni di una serie di relazioni “se... allora”, la persona
tenderà a produrre lo schema di risposta che si aspetta possa condurre a risultati/conseguenze di
maggior valore soggettivo in quella situazione Cosa succederà? AFFETTI: sentimenti, emozioni,
reazioni fisiologiche di fronte a un dato evento o a un’autovalutazione Come mi sento? OBIETTIVI,
VALORI: successi, fallimenti e stati emotivi connessi; progetti di vita personali Cosa vale la pena di
fare? COMPETENZE E AUTOREGOLAZIONE: il soggetto attua un continuo monitoraggio del
comportamento, definisce standard di
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