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LA COGNIZIONE SOCIALE(Social cognition)

Social cognition: si occupa dello studio scientifico dei processi attraverso cui le persone acquisiscono informazioni
dell’ambiente, lo interpretano, le immagazzinano in memoria e le recuperano da essa, al fine di comprendere sia il
proprio mondo sociale, sia loro stessi, d’organizzare di conseguenti proprio comportamenti.
Alla base della cognizione sociale vi è l’approccio olistico e la concezione dell’individuo come individuo attivo.
Approccio olistico: considera i rapporti tra le parti dello stimolo percettivo così come sono rappresentati in una unità di
significato nella mente della persona.≠ elementaristico: esperienza percettiva frutto di singoli elementi.
La social cognition non è una teoria in senso stretto, ma appare come un orientamento concettuale, all’interno del
quale ci sono diverse correnti, fortemente definito dal modello della concezione di essere umano assunto.
La persona viene considerata come un individuo attivo in grado di elaborare le informazioni provenienti
dall’ambiente per orientare in modo da attivo il proprio comportamento. Tale elaborazione avviene sulla base del
rapporto tra elementi cognitivi(il modo in cui elaboriamo le informazioni e l’attività cognitiva) e motivazionali.
Vediamo come questi due aspetti si sono alternati, dando origine a die modelli di individuo diversi.
Il pensiero è sempre orientato uno scopo o azione specifica
Modello di individuo come ricercatore di coerenza (Anni ’50-’60)
Le persone perseguono la coerenza cognitiva, sono motivati quindi a perseguire uno stato di coerenza tra le proprie
cognizioni, i propri atteggiamenti e i propri comportamenti e sono a disagio quando i loro pensieri e azioni sono
contradditori. Lo stato di incoerenza è di per sé motivante al ripristino della coerenza tramite cambiamento
dell’atteggiamento o comportamento in questione. Es. modelli della coerenza cognitiva di Festinger (1957) e Heider
(1958) questo modello di individuo dà uguale importanza alla motivazione e ai processi cognitivi.
La coerenza è molto importante perché dice molto di noi, le persone incoerenti sono meno prevedibile. Questo
modello è stato un po’ abbandonato perchè è stato visto che le persone riescono a sopportare un certo livello di
incoerenza e a partire dagli anni 70 ci si è concentrati su un altro aspetto della vita degli individui.
Modello di individuo come scienziato ingenuo (anni 70)
Come uno scienziato, l’individuo, dotato di capacità logico-razionali, raccoglie i dati necessari alla conoscenza di un
certo oggetto e giunge a conclusioni logiche.
Studi sui processi attribuzionali: l’individuo, che vuole spiegare le cause di un evento sociale per prevedere e
controllare la realtà, se libero da pressioni temporali valuta con cura l’evidenza derivante da fattori situazionali e da
fattori disposizionali(con il se e le proprie motivazioni). Lo facciamo con noi stessi e siamo molto più accondiscendenti
rispetto a come siamo con gli altri. Cfr. covariazione di Kelley (1972). Si dà importanza ai fattori cognitivi, cioè a come
le persone elaborano. Esempio: Giovanni era aggressivo: perché? Ha avuto forse una pessima giornata o è lunatico?
Modello di individuo come economizzatore di risorse (Taylor, 1981)
l’individuo come un risparmiatoreNei processi di elaborazione delle informazioni, le persone non tengono in
considerazione tutti i fattori in gioco ma utilizzano “scorciatoie di pensiero” es. euristiche
Queste strategie di pensiero permettono loro di risparmiare tempo ed energie cognitive ma portano a distorsioni ed
errori nel ragionamento e nel giudizio sociale. Gli errori sono dovuti a proprietà del sistema cognitivo; le motivazioni
non sono prese in considerazione e l’importanza è maggiormente attribuita ai fattori cognitivi.
Modello di individuo come tattico/ conoscitore motivato(Fiske e Taylor, 1991)
L’individuo possiede molte strategie cognitive a cui fa ricorso in base a scopi e bisogni salienti in una determinata
situazione: è dunque in grado sia di pensare e agire rapidamente, sia di soppesare con cura le informazioni che
raccoglie nella realtà. La motivazione ha un ruolo fondamentale: tutta l’attività di conoscenza è un processo motivato.
Abbiamo delle motivazioni legate alla nostra conoscenza epistemologiche
- Bisogno di cognizione (Petty e Cacioppo, 1986): bisogno di elaborare con cura il contenuto di messaggi
persuasivi
- Bisogno di chiusura cognitiva (Kruglanski. 1989) bisogno di ottenere una risposta chiara e non ambigua
rispetto a un oggetto di conoscenza
Modello di individuo come attore attivato (Fiske 2008)
Le ricerche più recenti mostrano che le persone non sono sempre così consapevoli dei propri scopi. Secondo tale
modello le persone vengono infatti attivate delle situazioni sociali in cui vivono a utilizzare cognizioni pregresse senza
che ne siano pienamente consapevoli. Attraverso i metodi forniti delle neuroscienze la ricerca si orienta individuare le
fasi precoci le risposte neurali organizzare la percezione sociale e comportamenti delle diverse situazioni.
Metodi di indagine esplicite ed impliciti: il legame tra cognizione, motivazione comportamento.
LE MOTIVAZIONI ALLA BASE DELLA CONOSCENZA SOCIALE
A che cosa serve conoscere la realtà sociale?
Motivazione e cognizione lavorano in interazione per orientare l’attività umana e l’agire dell’individuo  pensare è per
agire. Ogni elaborazione cognitiva è finalizzata ad uno scopo pratico
 James (1890): il ragionamento umano è selettivo in funzione dei nostri scopi
 Asch (1952): le persone si formano impressioni di personalità coerenti al fine di orientare le proprie relazioni
sociali
 Fiske (1992): esiste un legame imprescindibile fra pensiero e azione “Thinking is for doing”
Fiske [2010] individua 5 motives o motivazioni, che sono i motori del comportamento attraverso cui le persone si
rapportano alla situazione, elaborano informazioni, comunicano e si rapportano agli altri. Cfr. lewin
– Appartenenza Appartenere ad un gruppo è funzionale al soddisfacimento dei nostri bisogni: necessario alla
sopravvivenza psicologica e fisica. Come faccio a decidere se far parte di un gruppo? Come ne valuto i membri?
- Comprensione della realtà sociale Le persone sono motivate a ridurre l’incertezza e a conoscere la realtà che li
circonda (fatti ma anche persone).
- Bisogno della cognizione e di chiusura cognitiva.
- Diviene necessaria di fronte a oggetti sociali nuovi.
- Controllo Abbiamo bisogno di sentire che siamo in grado di gestire la realtà che ci circonda. Anche se spesso
questa è una illusione!! Ma ci fa sentire meglio: padroni del nostro destino e che non siamo in balia del caso. Siamo
più felici e realizzati. Cerchiamo di spiegare gli avvenimenti che ci accadono
- Valorizzazione del sé - Motivazione che spinge a vedere se stessi in termini positivi per proteggere la nostra
immagine e autostima e che spinge a migliorarci sempre di più. Perché sono stato bocciato all’esame di psicologia sociale?
Motivazione a proteggere l’autostima: La professoressa è una iena! Motivazione a migliorarsi: devo aver sbagliato metodo di studio, voglio andare a
ricevimento e parlare con la docente
- Fiducia Abbiamo bisogno di credere che il mondo sociale sia un luogo positivo, caratterizzato da atteggiamenti,
sentimenti e comportamento benevolenti. Abbiamo bisogno di stabilire relazioni basate sulla fiducia: a partire dal
partner fino al compagno di lavoro. Come faccio a fidarmi degli altri?
Molta della nostra attività di conoscenza avvengono in modo automatico, senza la nostra piena consapevolezza. Es:
Stereotipi sociali.
Cognizione: insieme di attività attraverso le quali gli individui elaborano le informazioni che provengono dalla realtà
sociale
1. Si occupa dei pensieri rivoli a oggetti social
2. ha origine sociale: si crea e si rafforza nell’interazione
3. è socialmente condivisa da membri della società o di un gruppo
Quindi: come le persone pensano se stesse e il mondo sociale
FATTORI COGNITIVI E SOCIALI NELLA COGNIZIONE SOCIALE
È sociale perchè ha un carattere interpersonale, intersoggettivo e riflessivo; è densamente popolata dalla presenza
degli altri: si conosce il mondo nel mondo sociale
È cognitiva perché enfatizza il livello cognitivo di analisi in psicologia sociale
L’organizzazione della conoscenza: gli schemi e le categorie sociali
2 fonti di informazione:
 La realtà oggettiva (contributo sovrastimato)
 Il nostro modo di percepirla (contributo sottostimato)
Invece la percezione umana non riproduce semplicemente la realtà esterna, ma la ricostruisce l’organizza in strutture
cognitive. Gli individui hanno limitate capacità di elaborazione, è necessario infatti selezionare le informazioni in
ingresso e sintetizzare in strutture che permettono di considerare la massima quantità di formazione con il minimo
sforzo.
Categoria: Raggruppamento di 2 o più oggetti distinti che sono trattate lo stesso modo. Insieme sfocati di
caratteristiche disorganizzati intorno a un prototipo
Categorizzazione: Cerchiamo criteri di classificazione che identificano le somiglianze tra gli elementi della stessa
categoria e le differenze tra gli elementi di categorie diverse  categorizziamo perché semplifica la vita
La categorizzazione permette di
 Ordinare il mondo sociale
 Prevedere l’ambiente
 Trattare gli stimoli non come novità ma in relazione alla loro categoria di appartenenza
Categorizzare:
a) Favorisce l’economia cognitiva
b) Consente di andare oltre l’informazione data
c) Quando sono combinate permette di formare concetti complessi
Le categorie sono arbitrarie: nulla nel mondo nel sistema operativo del termine appunto sono basate sulla cultura e
sul linguaggio.
Categorie sociali: Hanno confini sfocati, non sono definibili in base ai criteri necessari e sufficienti e gli esemplari
occupano posizioni diverse (prototipi: membri più comune o tipico che incarna le caratteristiche ideali della categoria).
Sono organizzate secondo una struttura gerarchica, con diversi livelli di specificità
Schemi= strutture cognitive che rappresentano Un oggetto di conoscenza, includendo gli attributi che lo caratterizzano
e i legami tra essi. Le strutture cognitive influenzerò la codifica delle informazioni nuove, il ricordo di informazioni già
apprese e le inferenze relativi dati mancanti.

 Schemi di persona
Contengono l’informazione utilizzate per descrivere le persone in base a tratti di personalità o altre
caratteristiche le contraddistinguono.
 Schemi di sé
Contengono le informazioni relative a se stessi. La descrizione di sé è organizzata intorno ad alcuni tratti
centrali; le informazioni relative a questi tratti sono elaborate più velocemente rispetto alle informazioni
relative a dimensioni meno importanti o aschematiche (Markus 1977)
 Schemi di ruolo
Organizzare le conoscenze relative comportamenti attesi da una persona che occupa una determinata
posizione nella struttura sociale. Esistono ruolo acquisiti tramite l’impegno e ruoli ascritti come genere
sessuale o l’appartenenza etnica. Sono utili perché sappiamo cosa aspettarci.
 Schemi di eventi (script)
Includono conoscenze relative alle sequenze di azioni appropriate in un contesto, comprese le
aspettative sul modo in cui si comporteranno gli altri.
UNA CLASSIFICAZIONE DI PROCESSI COGNITIVI
Processo di conoscenza top down O schema drive in: Si basano su l’applicazione di concetti, conoscenze e teoria già
presenti memoria, che permettono di interpretare stimoli nuovi facendo riferimento a informazioni già possedute.
Accorciano lavoro cognitivo, ma possono indurre in errori e distorsioni basandosi su conoscenza già possedute
negando talvolta l’evidenza della realtà per conservare le proprie credenze.
Processi Bottom-up (data-driven): Si basano sui dati della situazione in atto raccolti tramite la percezione. Sono più
accurati, ma dispendiosi sulpiano temporali in quanto si c’entrano su ogni singolo elemento di informazione.
Scegliamo questi processi quando la necessità di evitare i costi dell’indecisione è superata dalla necessità di evitare i
costi dell’errore.
LE EURISTICHE
Dato il bisogno di risparmiare risorse cognitive, utilizziamo le euristiche, strategia scorciatoie di pensiero semplificate
che permettono alle persone di giungere rapidamente a giudizi sociali. Sono regole di decisione che mirano ad una
soluzione accettabile e non necessariamente ottimale, né la migliore in assoluto. il ricorso alle euristiche è più
probabile in situazione in cui le persone devono impegnarsi nell’elaborazione di giudizio complessi:
 In presenza di fattori che diminuiscono l’accuratezza dei processi cognitivi (es,stanchezza)
 O quando la motivazione a considerare tutti gli elementi è bassa.
L’euristica della rappresentatività
E’ utilizzata per decidere se un certo esemplare appartiene a una determinata categoria (Tversky e Kahneman, 1974).
L’elemento chiave che guida i giudizi è semplicemente la rilevanza o la somiglianza con il caso tipico, senza la
considerazione di quanto questo caso tipico sia effettivamente diffuso, cioè viene trascurata la probabilità di base.
Esempio: Stefano persona è descritta come riflessiva, timida, riservata. Qual è la sua professione: bibliotecario, bagnino, attore? La
risposta più probabile sarà bibliotecario, in quanto le caratteristiche di personalità di questa persona rappresentano gli attributi che
associamo a questa categoria.Ho cercato di valutare la somiglianza tra le caratteristiche di personalità alle caratteristiche di ogni
attività lavorativa match trovato con le caratterstiche stereotipiche del bibliotecario. Lo facciamo così stefano ci sembra più
probabile e prevedibile!
Tuttavia dimentichiamo la probabilità di base: e se stefano lavorasse a Rimini? Ci sono sicuramente più hotel e stabilimenti
che biblioteche.. la risposta cambia perché’ cambia la probabilità di base.
L’incapacità di tener in considerazione la probabilità di base è dimostrata dal Linda’s problem (Tversky & Kahneman
1982) errore di co-occorenza. Linda ha 32 anni, single, indipendente. Ha una laurea in filosofia ed ha svolto una tesi in
filosofia politica. E’ molto sensibile ai temi della giustizia sociale ed ha partecipato a manifestazioni contro il nucleare.
Quale delle due opzioni è più probabile
•Linda è un’impiegata di banca
•Linda è un’impiegata di banca ed è attiva nel movimento per le pari opportunità tra i sessi
Nel 90% dei casi i partecipanti hanno indicato la seconda opzione Violazione di una regola fondamentale del calcolo
probabilistico: La co-occorenza tra due eventi non può essere più probabile di ciascuno dei due eventi presi
singolarmente
L’euristica della disponibilità
è utilizzata per valutare la frequenza o probabilità di un determinato evento: si basa sulla facilità e rapidità con cui
vengono in mente esempi che fanno riferimento alla categoria in questione.
Quanti sono i vegetariani in Italia?  se lo sono, è facile. Ma se non lo sono come faccio?--> penso alle mie
esperienze. Gli esempi che sono più salienti sono meglio codificati in memoria e quindi più disponibili nella costruzione
del giudizio
Euristica della disponibilità
dipende dalla facilità con cui si ricordano esempi => la stima di frequenza di un evento può essere influenzata da:
•Particolare “immaginabilità” di un evento Esempio : le persone valutano come cause di morte più frequenti eventi
drammatici o accidentali come omicidi o atti terroristici rispetto a malattie cardiovascolari.
•Bias utilizzati nella ricerca di informazioni Esempio : esposizione selettiva se il percipiente appartiene alla categoria.
Scegliamo immagini più positive, non siamo obiettivi.
•Riferimento al sé Esempio : entrambi i coniugi sovrastimano il proprio contributo personale alle attività domestiche,
in quanto ricordano con più facilità esempi positivi del proprio comportamento.

Schwarz et al. (1991) VI manipolata: facilità/difficoltà con cui le persone ricordano esempi 4 condizioni:
2 v indp  1 è quanto le persone sono in grado di ricordare quando sono state in grado di opporsi oppure non sono
state in grado di imporsi (80 persone)
La 2 è il numero di ricordi
•Pensa a 6 occasioni in cui sei riuscito ad importi
•Pensa a 12 occasioni in cui sei riuscito ad importi
•Pensa a 6 occasioni in cui non sei riuscito ad importi
•Pensa a 12 occasioni in cui non sei riuscito ad importi
Il partecipante fa parte di una e una sola condizione e nell’altra abbiamo il fatto die essersi imposto o non essere
riuscito ad imporsi. Facilità 6 episodi, difficoltà 12
Il tipo di ricordo: persona che si è fatta valere, persona non assertiva. La scala di risposta era una scala Lichert a 7
punti. Più e alto il valore che do, più le persone intendono di avere una buona capacità di imporsi. Quando le persone
ricordano che si sono imposte per 6 volte vediamo che le persone hanno un giudizio vasto sulla propria capacità di
imporsi. Se penso a 12 volte in cui mi sono imposto invece il punteggio è inferiore. La valutazione che gli individui
danno di sé dipende dalla facilità di riprodurre il ricordo. Più la richiesta è facile più diamo una valutazioen elevata di
noi stessi, di un certo tipo, ma sulla base di una più ampia casistica, la valutazione di sé diminuisce)
L’euristica della simulazione (o pensiero contro-fattuale)
Confrontiamo gli eventi con scenari ipotetici relativi a come potrebbero evolversi o avrebbero potuto evolversi certi
eventi.  calcoli probabilistici sulla base dei dati che noi abbiamo
La simulazione mentale di come certi eventi avrebbero potuto svolgersi nel passato, o pensiero controfattuale (“se
non fosse successo così…”), ha importanti implicazioni per il giudizio sociale e le reazioni emotive ad eventi
drammatici.- rimpianto e rammarico ma abbiamo bisogno di spiegarci ciò che ci è accaduto, dargli una
interpretazione e capire cosa fare in futuro
Studio di Kahneman e Tversky (1982): mostra come le persone tendono a prevedere reazioni emotive più intense di
fronte ad un accadimento negativo quando è possibile immaginare scenari alternativi che avrebbero potuto evitarlo.
Rispetto a un evento positivo, tanto più è facile immaginare un corso alternativo degli eventi, tanto maggiori saranno
gli stati d’animo di felicità
Kahneman & Tversky (1982)
Mr Crane e Mr Tees dovevano prendere aerei differenti previsti per il medesimo orario. A causa dell’intenso traffico di New York
arrivarono 30 min in ritardo rispetto all’orario di partenza. A Mr Crane venne comunicato che il suo aereo era partito in orario. A Mr
Tees venne comunicato che il suo aereo era partito con 25 min di ritardo. Quindi cinque minuti prima del suo arrivo in aeroporto
Chi è più triste? Mr Tees
La facilità con cui gli esiti alternativi sono immaginabili da parte dell’individuo, rendono più estreme le reazioni
affettive.
Il focus attentivo o frame Medvec et al. (1995) monitorano le espressioni emotive dei 2 e 3 classificati alle olimpiadi
del 1992. Gli argenti risultavano meno sorridenti dei bronzi
•Gli argenti erano arrivati più vicini alla vittoria controfattuale sulla perdita è importante il focus: gli argenti erano
arrivati vicino alla vittoria, quindi il pensiero controfattuale è sulla perdita.
•I bronzi erano arrivati più vicini alla non vittori a controfattuale sulla vincita controfattuale sulla vincita
Euristica dell’ancoraggio e accomodamentoIn situazioni di incertezza, per emettere un giudizio le persone tendono
ad “ancorarsi” a una conoscenza nota ed “accomodarla” sulla base di informazioni pertinenti. I propri tratti, le proprie
credenze ed i propri comportamenti rappresentano spesso punti di ancoraggio per il giudizio sociale.
Esempio: nella previsione di risultati elettorali, le persone tendono ad esagerare la numerosità dei voti ottenuti dal partito da loro
sostenuto (Palmonari, Arcuri e Girotto, 1994)
LA SPIEGAZIONE DELLA REALTA’ SOCIALE: L’ATTRIBUZIONE SOCIALE
Attribuzione causale=: processo che le persone mettono in atto per spiegare gli eventi sociali, al fine di controllarli,
prevederli e quindi mettere in atto comportamenti appropriati.
Heider (1944; 1958): la “psicologia del senso comune” ci aiuta a comprendere come le persone interpretano gli eventi.
Locus o origine della causalità la causa di un comportamento può risiedere in fattori interni o personali (motivazioni,
abilità) o in fattori esterni o situazionali. Sulla base dei comportamenti altrui ma anche nostri, L’individuo utilizza le
informazioni a sua disposizione relative ai fattori interni ed esterni per fare inferenze circa le cause di un evento.
LA TEORIA DELL’INFERENZA CORRISPONDENTE
Jones e Davis(1965) ipotizzano che attraverso l’attribuzione di causa le persone compiono inferenze corrispondenti,
ossia deducono le disposizioni interne o qualità stabili di una persona a partire dalla osservazione del suo
comportamento.
Tali inferenze si basano su fattori quali:
•effetti non comuni: più il comportamento è strano, più è diagnostico quello che pochi sceglierebbero.
•desiderabilità sociale: più il comportamento ritenuto positivo, meno è attribuito a disposizioni interne es:cadono i
libri alla prof, il tipo la prende; uno aiuta una vecchietta. È più buono il secondo.
•aspettative comportamentali legate ai ruoli: il comportamento è maggiormente informativo(che dice qualcosa) se
non deriva da norme legate ai ruoli
•libera scelta: i comportamenti messi in atto liberamente sono più informativi rispetto a comportamenti messi in atto
per costrizione
Jones e Harris (1967 )A metà dei soggetti veniva detto che il discorso era stato scritto liberamente da uno studente,
mentre ad un altro veniva detto che il discorso era stato scritto su commissione di un professore. Nel momento in cui
ai soggetti veniva chiesto di dichiarare l’atteggiamento politico dello studente tendevano a pensare che ci fosse
maggiore corrispondenza tra atteggiamento e comportamento quando il discorso era stato liberamente prodotto dallo
studente.
L’ATTRIBUZIONE CAUSALE: IL MODELLO DELLA COVARIAZIONE DI KELLEY
Kelley (1972): per giungere a un giudizio causale le persone valutano le informazioni riguardanti la covariazione di tre
elementi informativi per vedere come questue situazioni variano in funzione del comportamento
1. coerenza temporale e nelle modalità: l’effetto si manifesta tutte le volte in cui l’entità è presente e allo stesso
modo?
2. distintività: l’effetto si produce solo quando l’entità è presente?
3. consenso: come si comportano le altre persone presenti?
Esempi: Perché (io: attore) non capisco la lezione del docente XY (entità)? Perché il capo (attore) ha ripreso Anna
(entità)?
• Alta coerenza, alta distintività e alto consenso attribuzione causale disposizionale a carico dell’entità.
• Alta coerenza, bassa distintività, e basso consensoattribuzione causale disposizionale a carico dell’attore.
• Bassa coerenza, bassa/alta distintività, e basso/alto consenso attribuzione causale situazionale.

TENDENZE SISTEMATICHE NEI PROCESSI DI ATTRIBUZIONE


Self serving bias: Distorsioni sistematiche che mettiamo in attotendenza ad attribuire i propri successi a cause
interne e gli insuccessi a cause esterne. Due spiegazioni possibili:
•spiegazione cognitiva: in genere le persone hanno più esperienze di successi che di insuccessi, e fanno ricorso a
questa conoscenza personale nella formulazione di giudizi di causalità rispetto ai propri risultati.
•spiegazione motivazionale: le persone sono motivate a valorizzarsi e a considerare/descrivere se stesse
positivamente, sia per difendere la propria autostima che per fare buona impressione sugli altri.
Nel valutare il comportamento altrui non teniamo conto di:
L’errore fondamentale di attribuzione Tendenza a sovrastimare il peso di fattori disposizionali e sottostimare il
peso di fattori situazionali nelle spiegazioni causali (Heider, 1958; Jones e Harris, 1967; Ross, 1977).
Interpretazioni:
• Heider (1958), spiegazione percettiva: le cause vengono attribuite a fattori salienti dal punto di vista percettivo;
l’attore è percepito come figura saliente, la situazione o sfondo rimane in ombra.
• Gilbert (1989), spiegazione cognitiva: esistono due fasi nel processo attribuzionale. Inizialmente l’individuo compie
una attribuzione disposizionale automatica; se il contrasto fra evidenza e attribuzione è troppo grande, aggiusta il
giudizio in base alle influenze situazionali (ancoraggio e accomodamento).
La discrepanza attore-osservatore
Tendenza ad attribuire le cause del proprio comportamento a fattori situazionali, e le cause del comportamento altrui
a fattori disposizionali
• Disponibilità di informazioni: l’attore dispone di conoscenze accurate sul modo in cui ha variato il proprio
comportamento in passato in situazioni diverse, quindi questo favorisce attribuzioni situazionali verso se stesso
Salienza percettiva: l’attore «vede» la situazione, mentre per l’osservatore la figura è l’attore e la situazione è lo
sfondo.

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