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I fenomeni presi in considerazione sono i più diversi, comuni tra ricercatori e teorici
sociali sono l'analisi e l'interpretazione delle trasformazioni che interessano
l’organizzazione della vita collettiva, le modalità di costruzione delle relazioni umane, i
conflitti e le forme di cooperazione, i comportamenti individuali e di gruppo, gli
atteggiamenti e gli orientamenti culturali rintracciabili nei modi di pensare e negli
stili di vita delle persone.
L’ identificazione degli individui sui quali concentrare l’attenzione dipende dal genere
di informazioni di cui si ritiene di aver bisogno per meglio spiegare il fenomeno
indagato, ma è importante precisare che essi non sono presi in considerazione in
ragione della loro personale identità. Nelle ricerche sociali, cioè, gli individui sono
considerati in modo sostanzialmente anonimo.
Essi sono scelti in quanto componenti della società identificati sulla base dei loro
caratteri anagrafici, della condizione socioprofessionale o del livello d'istruzione, del
ruolo che rivestono, del credo religioso che professano, dell'appartenenza a un
gruppo, una generazione, una classe sociale, una comunità. Per i ricercatori è
sufficiente sapere che essi rivestono, in ragione della tipologia sociale cui
appartengono, una qualche rilevanza in rapporto al fenomeno assunto come oggetto di
studio per cui risulta pertinente acquisire informazioni su di essi o da essi.
- Motivazioni (ci si riferisce ai perché cui fanno riferimento gli individui per
giustificare o fornire una spiegazione più o meno razionale di scelte,
comportamenti e atteggiamenti)
- Aspettative (insieme di proiezioni su ciò che può riservare il futuro e alle attese
associate agli investimenti operati tanto su se stessi quanto sulle relazioni con gli
altri)
- Valori (principi che gli individui assumono come guida per orientarsi e per
determinarsi nelle loro scelte. Possono essere risultato dei processi educativi e di
socializzazione, o rielaborazioni successive in seguito ad esperienze vissute,
oppure ancora derivate da credenze che si trasformano in principi interpretati
come valori guida irrinunciabili)
- Percezione di se (studiata per ricollegare le diverse manifestazioni della
soggettività) - Stati d’animo, sentimenti ed emozioni (profonda introspezione)
dei suoi obiettivi in rapporto alla natura del fenomeno indagato e alle ipotesi che si
possono derivare dalle conoscenze già disponibili. Un’attività di ricerca si compone di
quattro fasi:
Nella prima fase si procede a precisare l’oggetto e gli obiettivi della ricerca; ciò
implica un processo di chiarificazione concettuale dei fenomeni implicati e dei termini
utilizzati per indicare tali fenomeni: essa risulta funzionale anche alla delimitazione
dell’oggetto di studio.
La scelta delle fonti di informazione può essere subordinata sia alla natura del
fenomeno indagato e del modo in cui esso viene definito, sia a ragioni di opportunità.
Non di rado i ricercatori sociali decidono di diversificare le fonti per una più ampia
quantità di informazioni e di avvalersi di soggetti coinvolti in modo diverso per fornire
punti di osservazione complementari.
Questi approcci sono spesso utilizzati in combinazione tra loro per dar luogo a forme
ibride di ricerca sociale.
• ricerca qualitativa: metodi biografico o studi di caso, ovvero metodi basati su ricorso
a procedure non standardizzate di acquisizione delle informazioni, in cui si fa ricorso
alla pratica dell’osservazione, al colloquio e all’intervista, oppure a raccolta e analisi
di documenti.
- dipende dagli obiettivi assegnati alla ricerca e dalle metodologie operate per
conseguirli
- dipende dalla disponibilità di elenchi da cui selezionare le unità della popolazione
- dipende dalle risorse umane finanziare e di tempo disponibili: all’aumentare delle
dimensioni del campione aumenta l’impegno organizzativo richiesto
Il livello di accuratezza che si raggiunge nelle prime due fasi varia a seconda delle
conoscenze già disponibili sul fenomeno ma dipende anche dal tipo di fenomeno
indagato in rapporto a tre diversi ordini o fattori:
L’avvio delle operazioni tipiche di questa fase sul campo è generalmente preceduto da
un’attività di contatto con i soggetti assunti come fonti di informazione. Ciò a scopo di
verifica delle caratteristiche del campione ed alla sua selezione. L’attività di
registrazione e annotazione, svolta con apposito supporto, garantisce un’acquisizione
immediata e più fedele delle informazioni e permette un controllo in itinere delle
informazioni acquisite
• il fatto di disporre di una base di informazioni uguali per tutti i soggetti della
popolazione garantisce la necessaria rappresentatività dei risultati e la loro
estensibilità all’intera popolazione
Essi devono garantire omogeneità degli stimoli rivolti ai soggetti intervistati tramite le
domande e allo stesso tempo la traducibili in dati delle risposte a questi stimoli
3.3.1 Il questionario
Un elenco di domande poste in successione per ciascuna delle quali (o maggior parte)
sono prestabilite anche le possibili risposte. Esso permette standardizzazione delle
risposte. Esso presenta grado di strutturazione molto elevato perché:
risposte
L’acquisizione delle informazioni può avvenire in modi diversi
• gli stimoli dati agli intervistati rispondono alla finalità di richiedere risposte che per i
ricercatori rappresentano informazioni che non sono significative in quanto tali ma
che rivelano caratteri della personalità, atteggiamenti culturali o abilita cognitive
presenti negli intervistati
• le domande sono sempre chiuse e per lo più a risposta unica in modo da risultare più
discriminanti
• le alternative di risposta offerte agli intervistati sono selezionate sulla base di un
modello teorico che assegna a ognuna un significato rispetto ai caratteri della
personalità, atteggiamenti e alle abilita individuali indagate
• le domande e le risposte sono concepite in modo tale da favorire forme di
misurazione (il risultato del test è sotto forma di punteggio)
• il numero di domande è relativamente limitato e i fenomeni indagati circoscritti
• il set di domande e di alternative di risposta è oggetto di numerose messe a punto
prima di essere assunto come standard di riferimento all’interno della comunità
scientifica
Tecnica delle scale multi-item: utilizzata per rilevare sia caratteri latenti della
personalità umana afferenti a tratti e bisogni psicologici o a stati emotivi, sia
espressioni delle relazioni sociali e degli orientamenti culturali politici o ideologici.
4 - LA RICERCA QUALITATIVA
Metodi di indagine che afferiscono alla ricerca qualitativa sono molteplici e trovano
origine in ambiti disciplinari diversi.
- ricostruzione della struttura della società studiata e delle relazioni attraverso cui si
manifesta - identificazione delle regole che sottostanno all’adozione dei
comportamenti ricorrenti della vita quotidiana e dell’attribuzione di ruoli e mansioni
- descrizione della visione della realtà, delle concezioni e delle credenze che
orientano gli individui Metodo etnografico: mutuato anche dai sociologi che ad esso
fanno ricorso nello studio delle subcultura (lavori dei ricercatori della Scuola di
Chicago, di Nels Anderson, White, Lynd, Edward Banfield).
- i percorsi biografici, nella loro unicità, vengono assunti come fonti di informazioni
attraverso cui leggere e interpretare fenomeni sociali e culturali più complessi,
trova una precisa giustificazione teorica nel fatto che le espressioni della
soggettività si inscrivono comunque all’interno di un contesto storico, sociale e
culturale e che quindi ciascun individuo rappresenta in una certa misura anche uno
spaccato di tale contesto
- l’uso dei materiali biografici non risponde al fine di provare scientificamente la
validità di un’interpretazione o di un costrutto teorico
- i contenuti biografici sono assunti dai ricercatori non solo in quanto memoriali, ma
come produzioni di senso attraverso le quali i soggetti esprimono le proprie
concezioni, interpretazioni e rappresentazioni della realtà, per come è percepita e
immaginata in riferimento alle proprie attese e i propri progetti
- i ricercatori non sono interessati solo ai contenuti dei resoconti, anche alla loro
struttura, al modo in cui gli attori sociali modulano l’immagine di se in relazione al
contesto di interazione.
Ricercatori sociali: ricorrono al metodo biografico se hanno bisogno di dar conto della
complessità di dimensioni implicate in una determinata esperienza umana anche per
la loro assoluta “normalità” rispetto a quello che è il senso comune.
Studi di caso: studi focalizzati su un numero ristretto di casi scelti dal ricercatore
perché particolarmente significativi del fenomeno indagato o perché considerati
pienamente rappresentativi della tipologia di soggetti su cui è incentrata la ricerca. in
questo genere di studi di predilige la profondità all’ampiezza della rilevazione.
- secondo aspetto riguarda il fatto che nel lavoro sul campo i ricercatori sociali che
adottano un approccio di tipo qualitativo spesso sono indotti a combinare più tecniche
di indagine, accentua un ruolo di “regia” del ricercatore che non può essere trasferito
o tradotto in istruzioni per altri
4.3.2 - L’intervista.
Intervista: conversazione faccia a faccia che si svolge normalmente tra due soggetti:
intervistatore e intervistato, dove al primo spetta il ruolo di creare le condizioni di
questa conversazione e di condurla avendo presenti gli obiettivi conoscitivi perseguiti
attraverso la ricerca, pone domande, sollecita resoconti, stimola una narrazione. Al
secondo viene richiesto di fornire informazioni, esporre il suo vissuto, raccontare di
se, descrivere e interpretare la realtà in cui è inserito, rispondendo alle sollecitazioni
del suo intervistatore e assumendo un atteggiamento di partecipazione alla
conversazione.
- le domande poste non sono necessariamente predefinite, spesso sono gli argomenti
introdotti dagli intervistati a sollecitare negli intervistatori la formulazione di nuove
domande o la richiesta di chiarimenti
- gli intervistati si esprimono con parole proprie, costruire come meglio credono i
propri discorsi, senza doversi adeguare a categorie concettuali dell’intervistatore o
dover scegliere alternative tra risposte predefinite
- le informazioni acquisite non si prestano a trattamenti statistici, anche se è
possibile tentare di ottenere delle indicazioni in merito alla ricorrenza di alcuni
argomenti - le informazioni sono oggetto d’analisi in quanto parte di costrutti
narrativi, all’interno dei quali assumono un proprio significato.
Alla tradizione della ricerca qualitativa, al metodo biografico e agli studi di caso
appartiene anche il ricorso a documenti (ricerca di Thomas e Znaniecki).
Documenti che non sono prodotti dal ricercatore: osserva Corbetta che comporta due
distinti vantaggi:
5 - IL CAMPIONAMENTO
I fenomeni di interesse dei ricercatori sociali riguardano nella maggior parte dei casi
delle collettività, delle categorie sociali, dei gruppi o tipi diversi di aggregati umani.
l’attenzione può ricadere su quelli individui che ricoprono uno specifico ruolo sociale o
che si trovano i qualche particolare condizione di vita, oppure su coloro i quali sono
identificabili in quanto consumatori, utenti di alcuni servizi, destinatari di alcuni
interventi.
Campione: per essere considerato tale, esso deve rappresentare l’intera popolazione
da cui è estratto, ovvero deve riprodurre la sua composizione in rapporto a talune sue
caratteristiche o proprietà. Ai fini di una ricerca sociale non è necessario che il
campione riproduca fedelmente la popolazione da cui è estratto in ordine a tutte le
sue caratteristiche; può anche essere circoscritto a quelle caratteristiche della
popolazione considerate discriminanti per l’interpretazione del fenomeno oggetto di
indagine.
Quando non esiste un elenco specifico della popolazione oggetto di interesse della
ricerca, si può anche ricorrere dove esistono e dove sono accessibili, a elenchi che si
presume contengano ugualmente la stragrande maggioranza delle unità della
popolazione, anche se compilati o istituiti per scopi diversi. Il ricorso a elenchi di
cui si presume una certa incompletezza comporta una valutazione attenta della
possibile distorsione che ne deriva sulla rappresentatività del campione. per questa
ragione il grado di completezza deve essere noto po almeno stimabile, è altresì
necessario disporre di informazioni sul tipo di unità mancanti; disporre una stima delle
unità mancanti, permette eventualmente di operare delle compensazioni nella
composizione del campione. se si ricorre a elenchi incompleti si può compromettere la
significatività di qualsiasi inferenza sull’intera popolazione, oppure incorrere in
clamorosi errori se si vuole prevedere un determinato risultato.
- identificabilità dei soggetti che fanno parte della popolazione e l’ampiezza di questa
- disponibilità di un elenco da utilizzare come lista di campionamento
- obiettivi assegnati alla ricerca e l’approccio metodologico adottato
- le risorse umane e finanziarie e il tempo a disposizione
Metodo probabilistico: ogni unità che compone la popolazione ha una probabilità nota,
e non nulla, di essere inclusa nel campione, e la sua eventuale inclusione è affidata
esclusivamente al caso, seguendo procedure di estrazione casuale; probabilità può
essere uguale per tutte le unità della popolazione; il fatto che le unità della
popolazione non presentino tutte la stessa probabilità di essere incusse nel campione
non pregiudica la possibilità di procedere a un campionamento probabilistico. E’
importante poter determinare in modo certo o attraverso una stima quale sia questa
probabilità, in modo da operare eventuali ponderazioni per correggere gli effetti delle
differenze eventualmente esistenti tra sottoinsiemi della popolazione.
Lista di campionamento: può rendere molto più semplice l’identificazione dei soggetti
da includere nel campione, soprattutto se sono contenute, per ciascun soggetto, le
informazioni relative ai caratteri rispetto ai quali si è suddivisa la popolazione in strati.
Mancanza degli elenchi completi e attendibili della popolazione oggetto della ricerca
costituisce un problema ricorrente di cui tenere conto nel momento in cui si stabilisce
il piano di campionamento. Se non è possibile ricavare una lista di campionamento,
diventa necessario ricorrere a soluzioni che permettano di semplificare le operazioni
di identificazione e selezione delle unità campionarie.
Campionamento si effettua in più stadi, quanti sono i livelli di aggregazione delle unità
elementari:
- al primo stadio di campionamento si seleziona un campione delle unità del livello più
alto di aggregazione, che prendono il nome di unità primarie
- allo stadio successivo si estrae un sottocampione delle unità secondarie del livello
gerarchicamente sottostante. Si procede così fino ad arrivare alla selezione delle
unità elementari assunte come unità di analisi.
Applicazione delle procedure di selezione: si ricava un duplice vantaggio:
Altra prerogativa: consiste nella possibilità di effettuare le estrazioni delle unità con
criteri diversi, potendo optare per soluzioni differenziate tra uno stadio e l’altro;
beneficio notevole in termini di flessibilità e adattamento alle concrete situazioni di
ogni ricerca.
Limiti e conseguenti distorsioni che può produrre nella formazione del campione: tali
limiti sono da ricondurre all’arbitrio assegnato al ricercatore nella scelta dei soggetti
da includere nel campione. La scelta potrebbe ricadere su soggetti più facilmente
reperibili perché più disponibili, oppure perché appartenenti alla stessa cerchia di
persone o alla stessa categoria sociale. Eliminare i soggetti meno facilmente
contattabili o quelli che per qualche ragione tendono a offrire meno facilmente la
propria disponibilità a lasciarsi intervistare può tuttavia introdurre delle distorsioni
nella composizione del campione, compromettendo la sua rappresentatività e la
possibilità di operare delle inferenze statistiche sull’intera popolazione di riferimento.
Stima che si ottiene dalle elaborazioni sulle informazioni acquisite tramite rilevazioni
a campione presenta due elementi di indeterminazione:
Ampiezza del campione: per il ricercatore rappresenta una questione cruciale sia per
le conseguenze operative che comporta, sia per il rilievo che assume in vista del
riconoscimento della validità scientifica dei risultati ottenuti con la ricerca.
- primo di essi è l’ampiezza della popolazione; non si deve credere che l’ampiezza
della campione aumenti proporzionalmente all’aumentare della popolazione; non
esiste un rapporto prestabilito o che può considerarsi ottimale tra popolazione e
campione, a parità di altre condizioni, numerosità del campione si accresce in
misura meno che proporzionale al crescere della popolazione fino a raggiungere una
quota in cui, a ulteriore estensione della popolazione, possono non rendersi
necessari nuovi ampliamenti del campione.
- secondo fattore è costituito dalla eterogeneità dei soggetti che compongono la
popolazione, variabilità che contraddistingue quei caratteri individuali che si ritiene
rivestano un rilievo fondamentale in rapporto al fenomeno oggetto della ricerca; per
popolazioni di uguale dimensione, più accentuata è l’eterogeneità dei soggetti che
le compongono, tanto più ampio deve essere il rispettivo campione
- infine sulla determinazione della ampiezza del campione incide il livello di fiducia
che si vuole attribuire alle stime che si ottengono dal campione, l’errore di
campionamento che si è disposti ad accettare; più precisione si esige dai risultati
dell’indagine campionaria, maggiore deve essere l’ampiezza del campione, tenendo
conto che il ricercatore è interessato a conciliare due diverse esigenze: da una
parte deve segnare al campione quell’ampiezza minima necessaria per poter
rappresentare in modo adeguato la popolazione di riferimento, dall’altra parte deve
contenere il più possibile la numerosità del campione per massimizzare i benefici
economici e organizzativi derivanti da una rilevazione operata soltanto su una parte
della popolazione.
5.7 - Errori non campionari
Processo di selezione: possono intervenire altri fattori che pregiudicano la bontà del
campione; si riferisce ai cosiddetti errori non campionari, derivano dalla qualità della
lista della popolazione e dall’esito del contatto con i soggetti inclusi nel campione.
Ricercatore: può trovarsi di fronte sia a impedimenti nel contatto delle persone
incluse nel campione, sia a rifiuti da parte di queste a farsi intervistare o a fornire
informazioni.
Ricerca quantitativa: prima operazione da fare per rendere possibile il lavoro di analisi
consiste nel trasformare le informazioni acquisite attraverso l’indagine sul campo in
dati, sui quali è possibile operare delle elaborazioni statistiche. Operazione prevede la
traduzione di tutte le informazioni in numeri e la loro organizzazione sotto forma di
matrice, detta matrice dei dati.
Matrice dei dati: tabella organizzata secondo uno schema di righe per colonne, casi
per variabili, dove i dati relativi a ogni caso sono riportati sulle singole righe, e i dati
relativi a ciascuna informazione sono riportati sulle singole colonne. Ogni elemento è
rappresentato da un numero all’intersezione di righe e colonne.
Codifica: perché le informazioni si possano trasformare in una matrice dati è
necessario che esse siano state acquisite adottando procedure standardizzate,
rilevate allo stesso modo presso tutti i soggetti. Consiste:
Tra le misure di variabilità quelle di gran lunga più rilevanti per l’analisi statistica sono
quelle che riguardano esclusivamente le variabili cardinali.
Campo di variazione: modo più semplice per disporre di una prima misura della
dispersione di una variabile cardinale; differenza tra il suo valore massimo e minimo
Scarti: indici statistici forniscono una misura sintetica della dispersione intorno al
valore medio di una variabile; indice che assolve a questa funzione si ottiene facendo
riferimento alla differenza che intercorre tra ogni valore della variabile e il valore
medio
Scostamento semplice medio: calcolo la somma degli scarti dalla media e divido il
valore ottenuto; fornisce una misura sintetica della dispersione della variabile
neutralizzando l’effetto dovuto alla numerosità dei casi e rendendo comparabili indici
ricavati su popolazioni di diversa numerosità
Varianza: elevazione al quadrato degli scarti per evitare che la loro somma sia uguale
a zero, rappresenta una misura statistica fondamentale; radice quadrata della
varianza è la deviazione standard o scarto quadratico medio
Statistica: fornisce delle indicazioni sulle relazioni che esistono tra le variabili, e
compito del ricercatore stabilire se quelle relazioni sono interpretabili in termini
causali e quali sono eventualmente la natura e la direzione di questo nesso causale,
stabilendo quale variabile assumere come indipendente (agisce con causa) e quale
come dipendente (descrive un effetto).
Procedura di controllo: non risolve del tutto il problema interpretativo con cui si
misura generalmente un ricercatore sociale che deve spiegare i fenomeni sociali
studiati a partire dall’insieme di dati acquisiti attraverso l’attività di ricerca. Per
sviluppare dei modelli di spiegazione causale i ricercatori devono fare ricorso a delle
tecniche statistiche più complesse, permettono di riconoscere le covariazioni più
significative che si producono tra le variabili a partite da una analisi sull’insieme dei
dati. Tecniche che rispondono a tale scopo:
- stabilire quali sono le variabili esogene, variabili che non risultano influenzate dalle
altre variabili, e quali invece endogene, variabili che risultano influenzate da altre
variabili presenti nel modello
- identificare le possibili sequenze di influenza causale tra le variabili
- stimare, per ciascuna variabile endogena, effetto che hanno su di essa le altre
variabili incusse nel modello
- sintetizzare le relazioni tra variabili identificando delle variabili latenti (componenti
principali o fattori) che descrivono atteggiamenti più complessi che spiegano
l’esistenza di gruppi di variabili più strettamente correlate tra loro
- identificare all’interno della popolazione dei sottoinsiemi di casi che, sulla base di
criteri prestabiliti e alla luce dei dati disponibili, presentano caratteri simili o che
possono essere ricondotti a dei tipi