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1.

La teoria del campo di Lewin


La teoria del campo di Lewin si basa sulla concezione che egli aveva verso il gruppo.
La sua visione era focalizzata sul vedere il gruppo come una struttura con delle relazioni
interne ed esterne. La sua essenza si focalizzava nell’interdipendenza dei membri che la
rendono una totalità dinamica. Lewin per esprimere questo concetto l’ha espresso tramite
una formula: C=F(PA) : (c) sta per: spazio vitale, in relazione (p), all’ambiente
psicologico(a).Questa formula aiuta a spiegare come la persona interagisce con il suo
ambiente psicologico e come questo influisce sullo spazio vitale.
2. Quali sono i pensieri di Le Bon sulla folla e quali sono quelli di Tarde?
I pensieri di Le Bon sulla folla si focalizzano molto sullo studio dell'individuo messo in
relazione con un elevato numero dei suoi simili. Questo fenomeno si caratterizza nel creare
una mente collettiva all'interno del contesto sociale, generando negatività e regressione tra
le persone coinvolte. Il fenomeno entra in uno stato di suggestione ipnotica e contagio
mentale. La responsabilità svanisce all'interno di questa dinamica, e nella persona si
sviluppa un senso di potenza insieme alla ricerca di un leader che sappia fornire
affermazioni concise per dimostrare ripetutamente la verità della folla e che sia capace di
creare un contagio mentale. Le Bon fa risaltare anche che il singolo individuo, all’interno
della folla, non commetterebbe mai da solo azioni per le quali non si sente responsabile.
La visione che Tarde ha verso l’interazione dell’individuo verso altri individui si focalizza
sulla modernità che usa i mezzi di comunicazione di massa. E individua una dialettica
costante tra TENDENZA ALLA IMITAZIONE è amplificata dalla opinione della pubblicità e
TENDENZA ALL’INVENZIONE con lo scopo di creare nuove forme di pensiero e azione.
3. Chiarisci il rapporto tra variabile indipendente e il rapporto tra variabile dipendente
Il rapporto che hanno le variabile è: La variabile INDIPENDENTE è la variabile MANIPOLATA
del ricercatore al fine di osservare una conseguenza o effetto nei partecipanti.
La variabile DIPENDENTE è la variabile che dipende dalla variabile indipendente e il
risultato di ricerca.
Per esempio
Variabile indipendente: Programma di riabilitazione carceraria.
Variabile dipendente: Tasso di recidiva criminale tra i detenuti.
In questo esempio, la variabile indipendente è il "Programma di riabilitazione carceraria",
che rappresenta l'intervento o il trattamento che il sistema carcerario offre ai detenuti per
aiutarli a reintegrarsi nella società e ridurre la loro inclinazione a commettere nuovi reati.
Questo programma potrebbe includere corsi di formazione professionale, terapia
psicologica, consulenza per l'abuso di sostanze, o qualsiasi altra attività finalizzata alla
riabilitazione. La variabile dipendente è il "Tasso di recidiva criminale tra i detenuti", che
rappresenta il numero o la percentuale di detenuti che, dopo essere stati rilasciati dal
carcere, commettono nuovi reati e vengono di nuovo condannati. In questo caso, il
ricercatore vuole determinare se l'efficacia del programma di riabilitazione carceraria
(variabile indipendente) influisce sulla riduzione o l'aumento del tasso di recidiva criminale
tra i detenuti (variabile dipendente).
4. Spiega le differenze dei i tre metodi della ricerca: descrittiva, correlazione e sperimentale.
Le differenze tra i tre metodi di ricerca nello studio della psicologia sociale sono le
seguenti:-Metodo descrittivo: descrive e osserva i comportamenti, i quali vengono
codificati in categorie
.-Metodo correlazionale: studia le correlazioni tra una o più variabili senza manipolarle e
genera delle previsioni
.-Metodo sperimentale: manipola la variabile indipendente per osservare l'effetto che essa
ha sulla variabile dipendente. L'obiettivo è studiare la relazione causa-effetto.
5. Cosa sono e come si articola le guide del sé
Le guide del sé sono degli standard per valutazione del sé.
il primo è quello Reale che si basa sul concetto che noi abbiamo del nostro sé.
Il secondo è quello ideale che si focalizza su chi vorrei diventare e
il terzo quello Imperativo che è la persona che sento di dover essere.
In questi standard si crea una discrepanza, perché non c’è un equilibro, perché che
quando si va a valutare le guide creano conseguenze emotive.
per esempio: il se reale e quello ideale crea frustrazione, delusione e tristezza.
6. Spiega il self serving Bias
Il self-serving bias è un errore cognitivo che si manifesta quando tendiamo a percepire noi
stessi in modo positivo quando otteniamo successi e a attribuire i fallimenti a fattori
esterni. Questo errore cognitivo emerge quando ci confrontiamo con gli altri, quando
sviluppiamo un ottimismo irrealistico che ci spinge a essere eccessivamente ottimisti
riguardo agli eventi futuri, il che può renderci fragili ma promuovere il benessere e la
felicità personale. Inoltre, si manifesta attraverso la tendenza al falso consenso, che ci
porta a sovrastimare la diffusione delle nostre opinioni e dei nostri comportamenti
indesiderati e fallimentari, e la tendenza alla falsa unicità, che ci fa credere che i nostri
comportamenti positivi siano unici e poco diffusi.
7. Spiega cos’è una euristica e come si caratterizza l’euristica della rappresentatività e
diponibilità?
Una euristica è una scorciatoia di pensiero, modi di elaborare le informazioni velocemente
semplificando la realtà sociale.
La euristica della rappresentatività si caratterizza quando la persona da giudizi istantanei
per decidere se qualcuno o qualcosa si adatta ad una categoria in base alle informazioni
ottenute.
La euristica della disponibilità invece è caratterizzata dalla tendenza a giudicare la
probabilità di un evento in base a quando di è facile pensare ad esempi nella nostra vita.
8. Cosa sono gli schemi sociali? che tipo di schemi sociali esistono?
Gli schemi sociali sono strutture di conoscenza nella nostra mente che predicono
aspettative sul conteso e le persone generano in noi comportamenti di adattamento
Esistono quattro schemi sociali:
1 persone: schemi di tratti di personalità, che sono di comportamento di aspettative
specifiche.
2 sé: schemi che si focalizzati su me stesso.
3 contesto: schemi focalizzati sul contesto.
4 ruolo: schemi sul ruolo che si ha in società, dove si ha aspettative del comportamento
altrui.
9. Spiega cosa sono le rappresentazioni sociali
Le rappresentazioni sociali rappresentano vere e proprie strutture mentali, con un proprio
linguaggio e una logica specifica. Sono come teorie di conoscenza che si formano
nell'interazione quotidiana con gli altri, e risultano preziose per interpretare e dare una
forma alla realtà che ci circonda.
Queste rappresentazioni sociali svolgono il ruolo di strumenti fondamentali per orientarci
nel mondo sociale complesso e nelle dinamiche interpersonali. Si originano da una sorta di
trattativa tra i nostri valori, le credenze e gli atteggiamenti, che si costruiscono attraverso il
processo di socializzazione e si manifestano nel nostro comportamento.
Sono strumenti che ci aiutano a comprendere come comportarci e comunicare in modo
efficace all'interno della società in cui viviamo. Gli obiettivi di queste rappresentazioni
sociali includono la creazione di un senso di familiarità con ciò che ci circonda, rendendo
meno sconosciuto ciò che non conosciamo. Inoltre, mirano a facilitare la comunicazione
tra gli individui e contribuire alla costruzione della nostra identità all'interno del contesto
sociale.Le rappresentazioni sociali nascono da due fattori, quello dell’ancoraggio; processo
in cui categorizziamo ciò che ancora non conosco in categorie conosciate per poterlo
interpretare e rappresentare. E oggettivazione; trasformo qualcosa di astratto in qualcosa
di concreto.
10. Parlami della teoria della azione ragionata.
La teoria della azione ragionata è stata creata da FISHBEIN & AJZEN per capire se
l’atteggiamento guida il comportamento.
Questo processo si focalizza su comportamenti ragionati che portano ad un risultato
coerente. Il comportamento che è il risultato finale nasce dall’intenzione che è frutto di
atteggiamento o norme soggettive; gli atteggiamenti possono crearsi tramite le credenze
sulle conseguenze del comportamento e la valutazione delle conseguenze. Le norme
soggettive emergono grazie alle credenze normative e le motivazioni a conformarci.
Questa teoria come spiegato prima si focalizza su atteggiamenti che la persona è
consapevole di quello che fa, per questo questa teoria ebbe molte critiche, prima tra tutte
il comportamento è ragionato. Un'altra critica fu il comportamento ha diversi tipi,
abitudinale, dipendente e derivato dalle azioni.
11. Spiega come si crea la formazione della norma
Lo studio sulla formazione della norma è un fenomeno indagato da Sherif nell'ambito
dell'influenza sociale. Tale fenomeno è spiegato attraverso un esperimento basato
sull'effetto autocinetico, che consiste nel misurare il movimento di un puntino di luce da un
punto A a un punto B.
L'esperimento si suddivide in due fasi principali. Nella prima fase, detta "gruppo di
controllo," l'esperimentatore non manipola alcuna variabile. Nella seconda fase, entra in
gioco la cosiddetta "norma soggettiva." Qui, ogni individuo ha la propria percezione del
movimento del puntino di luce, ma attraverso sessioni di gruppo, si adatta gradualmente
all'idea condivisa da tutti.
Nella terza fase, dove l'esperimento inizia con una misurazione di gruppo seguita da una
misurazione individuale, la "norma di gruppo" persiste anche a livello individuale. Questo
esperimento dimostra come, in situazioni di incertezza, le persone tendano a cercare punti
di riferimento e inizino un processo di "normalizzazione." La normalizzazione è un tipo di
influenza sociale in cui le persone stabiliscono norme che orientano il loro giudizio e
comportamento.
In questo esperimento, oltre a osservare la formazione delle norme sociali e la
normalizzazione, è possibile identificare anche l'influenza sociale. Quest'ultima si manifesta
attraverso il cambiamento di opinioni e atteggiamenti, spesso causato dall'esposizione ai
giudizi altrui. L'influenza sociale può assumere diverse forme, tra cui l'accettazione, la
condiscendenza e l'obbedienza.
12. Spiega l’approccio della risposta cognitiva
L'approccio della risposta cognitiva si concentra sull'influenza della persuasione. Nel
contesto di questo approccio, il soggetto ricevente è attivo e elabora cognitivamente il
messaggio persuasivo durante il processo. Le informazioni elaborate portano alla creazione
di modelli di elaborazione che comprendono due vie principali.
La prima via è la "probabilità di elaborazione", che segue una via centrale in cui il processo
è caratterizzato dall'elaborazione attenta delle informazioni in termini di qualità e
contenuto. In questo caso, l'ascoltatore è motivato e investe uno sforzo cognitivo
significativo nel processo, arrivando a convincersi del messaggio persuasivo.
La seconda via è quella "periferica", in cui le persone si concentrano sugli aspetti
superficiali del messaggio per valutarne rapidamente la validità. In questa situazione,
l'ascoltatore non è particolarmente motivato e non fa uno sforzo cognitivo profondo; la
persuasione è superficiale e di breve durata.Un altro modello importante è il "modello
euristico sistematico". Questo modello implica entrambe le vie, ovvero una via centrale di
elaborazione sistematica e una via periferica euristica. Entrambi questi processi possono
operare contemporaneamente e, quando sono in disaccordo, possono attenuare l'effetto
persuasivo complessivo.In sintesi, l'approccio della risposta cognitiva esamina come le
persone elaborano i messaggi persuasivi e come questo processo può avvenire attraverso
diverse vie cognitive.
13. Spiega gli elementi della persuasione
Gli elementi della persuasione sono quattro e rispondono a diverse domande:
1. **Chi?** (fonte): Il persuasore deve dare l'impressione di competenza, che può essere
ottenuta attraverso diversi aspetti come la percezione di affidabilità, simpatia, attrattiva e
somiglianza con l'ascoltatore. L'euristica dell'esperto gioca un ruolo importante in questo
contesto.
2. **Cosa?** (contenuto): La scelta del contenuto persuasivo dipende dal livello di istruzione
dell'ascoltatore. Se l'ascoltatore ha un basso livello di istruzione, è più efficace utilizzare
approcci basati sui sentimenti per persuaderlo, mentre se ha un livello di istruzione più
elevato, l'approccio basato sulla ragione è preferibile. Gli approcci emotivi possono portare a
due effetti: l'"effetto del sentirsi bene" e l'"effetto del mettere paura". Inoltre, l'uso di
contenuti persuasivi può generare una dissonanza cognitiva, che è la sensazione di disagio
dovuta a una discrepanza tra il comportamento e l'atteggiamento.
3. **Come?** (canale): Il canale di comunicazione utilizzato può influenzare la persuasione. La
comprensione è più facile attraverso video e audio rispetto alla forma scritta. Inoltre,
l'elemento di realismo in un messaggio rende la persuasione più efficace.
4. **A chi?** (ricevente): Le caratteristiche del ricevente influenzano la persuasione. Un
individuo con autostima moderata è più suscettibile di essere persuaso. Se l'autostima è molto
alta o molto bassa, la persuasione può risultare più difficile. Altri fattori che giocano un ruolo
includono la capacità di distrarre dalle obiezioni, il bisogno di cognizione (cioè il desiderio di
pensare profondamente su un argomento) e l'alto monitoraggio sociale (la capacità di
controllare le proprie azioni durante le interazioni sociali), che rende più predisposti all'ascolto
e alla conformità ai messaggi persuasivi.
14. spiega cos’è il group think, le sue caratteristiche e come prevenirlo
Il Groupthink è un processo decisionale di gruppo compromesso dalla forte motivazione a
raggiungere il consenso, indipendentemente da come questo venga ottenuto.
Le caratteristiche del Groupthink includono la tendenza a sopravvalutare le capacità e il potere del
gruppo, creando un senso di invulnerabilità e seguendo una sorta di moralità interna. All'interno
del gruppo, si manifesta una ristrettezza mentale, con la ricerca di giustificazioni, una visione
stereotipata degli altri gruppi e una pressione verso l'uniformità che si manifesta in vari modi.
Questi modi includono l'autocensura dei dubbi, il conformismo apparente senza adesione
interiore, la pressione diretta sugli altri membri per evitare disaccordi e la tendenza a mantenere
segreti.
Per prevenire il Groupthink, è importante che una persona metta costantemente in dubbio il
pensiero del gruppo, eviti l'isolamento all'interno del gruppo, riduca la pressione che si verifica,
stabilisca delle norme su come gestire la critica e la revisione delle idee, e utilizzi la tecnica della
"scala a libretto". Quest'ultima tecnica prevede che due persone prendano una decisione, poi
coinvolgano un terzo individuo, successivamente un quarto e così via.
Il pensiero di gruppo è considerato un processo potenzialmente negativo poiché può isolare il
gruppo dal mondo esterno e favorire il conformismo totale senza una valutazione critica delle
decisioni.
14. Cos’è la teoria dell’approccio situazionista e su che contesto è focalizzato?
La teoria dell'approccio situazionista si focalizza sul contesto della leadership, che rappresenta un
processo attraverso il quale uno o più membri di un gruppo guidano gli altri per aiutarli a
raggiungere gli obiettivi. La teoria, formulata da Hollander, afferma che il contesto e il tipo di
attività determinano chi diventa il leader, inoltre, un individuo può non essere considerato un
leader in tutti i contesti. Ci sono diversi tipi di leader in base al clima competitivo o cooperativo del
gruppo, alle mansioni e alle dimensioni del gruppo stesso.
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15. Che fasi ci sono nel gruppo?
Per capire le fasi del gruppo ci sono modelli volti a capire come il gruppo si sviluppa.
1 modello temporale di sviluppo della appartenenza ad un gruppo.
è sviluppano in V fasi temporali , ma non sempre l’ordine è costante.
a) Esplorazione= la persona esplora il gruppo per scegliere se fanne parte
b) Socializzazione= conoscenza di persone e norme= impegno elevato
c) Mantenimento= stabilisce i ruoli per raggiungere obbiettivi se al nuovo membro non
piace o non riesce ad entrare nel ruolo ci sarà poca gratificazione
d) Risocializzazione= il membro e il gruppo negoziano il ruolo cercano di persuadere
l’altro, se ci riescono il membro continua a far parte del gruppo se no esce.
e) Ricordo= l’ex membro esce dal gruppo e il gruppo si ristruttura.
16. Perché avviene la polarizzazione?
La psicologia sociale ha cercato di spiegare questo fenomeno attraverso teorie e modelli
che ne descrivono il processo. Ecco tre di questi approcci:
1. **La teoria degli argomenti persuasivi**: Questa teoria sostiene che gli argomenti nuovi
siano più efficaci nel persuadere le persone a prendere decisioni più estreme.
2. **Il modello della polarizzazione mediante confronto**: Questo modello spiega che per
ottenere l'approvazione sociale, le persone tendono a proporre idee più estreme rispetto a
quelle già presenti.
3. **Il modello della polarizzazione come differenziazione intergruppi**: Questo modello si
basa sulla categorizzazione sociale per difendere l'identità di un gruppo. Quando una
norma o un valore del gruppo viene messo in discussione, il gruppo tende a estremizzarla
per difenderla dai gruppi esterni.
La polarizzazione si verifica quando la maggioranza dei membri inizialmente adotta una
posizione. Dopo una discussione, questa posizione può diventare ancora più estrema.
Tuttavia, se la maggioranza è divisa, spesso si raggiunge una posizione moderata di
compromesso.
17. Che cos’ è il pregiudizio?
Il pregiudizio è un atteggiamento, sia positivo che negativo, nei confronti dei membri dei
gruppi e dei gruppi stessi. Spesso deriva da stereotipi negativi e può spingere le persone a
comportarsi in modo discriminatorio.
Questo atteggiamento è composto da tre componenti:
cognitiva (ciò che si pensa di sapere),
affettiva (sentimenti ed emozioni)
comportamentale (orientata all'azione). Il pregiudizio può essere esplicito o implicito.
Le fonti del pregiudizio includono:
- Categorizzazione cognitiva: il processo di raggruppamento di oggetti in categorie.
- Salienza: la capacità di uno stimolo di attirare l'attenzione perché è incoerente con il
contesto.
- Fattori sociali: il processo di socializzazione, in cui gli adulti comunicano conoscenze
simboliche ai giovani.
- Personalità autoritaria: un individuo con una personalità che favorisce l'obbedienza
all'autorità, mostra intolleranza verso i gruppi esterni e verso individui di uno status sociale
inferiore.
- Dominanza sociale: la preferenza per una società gerarchica con gruppi dominanti e
dominati.
- Sistema istituzionale: promuove il pregiudizio attraverso politiche esplicite o rafforzando
lo status quo.
Le conseguenze del pregiudizio includono:
- Alimentazione del pregiudizio: se una persona si comporta coerentemente con il
pregiudizio, esso si rafforza; se agisce in modo incoerente, può cercare di spiegare il
comportamento come dovuto al contesto, come eccezione o può creare una sotto-
categoria.
- Profezia che si autoavvera: il pregiudizio può portare le persone a comportarsi in modi
che confermano i loro stereotipi.
- Minaccia dello stereotipo: la preoccupazione di essere giudicati negativamente dagli altri
sulla base di uno stereotipo negativo.
- Interpretazione distorta degli eventi.
Per ridurre il pregiudizio, si possono adottare diverse strategie. Una consiste nel pensiero
elaborato e nell'induzione a riflettere. Un'altra strategia è l'auto-negoziazione e
l'acquisizione di nuove esperienze. Tuttavia, il modo più efficace per ridurre il pregiudizio è
attraverso l'empatia tra i gruppi e il contatto intergruppi, specialmente se il contatto è
prolungato nel tempo.
18. Cosa sono le relazioni interpersonali significative? E da cosa nascono
Le relazioni interpersonali significative sono una relazione con un'altra persona
caratterizzata da reciproca influenza, frequenza, condivisione e interdipendenza.
All’interno di questa relazione abbiamo la permanenza, potere e genere.
Queste relazioni nascono da timore della solitudine e senso di privazione dovuto alla
mancanza di relazione, dal bisogno di affigliazione e appartenenza che ci motiva a istaurare
relazioni con l’altro.
19. Cosa sono gli scambi sociali e le norme pro-sociali?
Lo scambio sociale è secondo la teoria dello scambio sociale interagiamo con l’altro con il
fine di ottenere, ricompense a basso costo. Non ne siamo pienamente consapevoli ma il
nostro comportamento ne è influenzato. Le ricompense possono essere estreme o interne
le emozioni positive, perché aiutano ad aumentare la autostima.
Le norme pro-sciali sono norme apprese nel corso della nostra socializzazione con lo scopo
di individuare se è come dovremmo aiutare.
20. Cos’è l’albero decisionale dell’aiuto?
L'albero decisionale dell'aiuto riguarda situazioni di emergenza in cui è necessario
intervenire tempestivamente. Il processo decisionale inizia con il riconoscimento
dell'emergenza e l'assunzione della responsabilità per intervenire. La percezione della
responsabilità può ostacolare il processo se si ha il timore di non possedere le competenze
necessarie, ma se ci si ritiene sufficientemente competenti, si procede a valutare come
fornire aiuto.
Se i costi associati all'aiuto sono ritenuti troppo elevati rispetto ai benefici previsti, si può
optare per non intervenire. Al contrario, se i costi e i benefici sembrano bilanciati, si sceglie
di fornire assistenza. All'interno di questo processo decisionale, influenzano tre fattori
chiave: l'influenza sociale, la diffusione di responsabilità e l'inibizione pubblica.
21. Da dove partono le cause di conflitto?
Il conflitto nasce dal momento in cui riconosco di avere desideri diversi da quelli altri e
dobbiamo fare il conto con i limiti che la realtà pone alla soddisfazione immediata. Quindi il
conflitto nasce da una pluralità di desideri.
22. Che teorie ha il conflitto?
Le teorie sull'origine dei conflitti tra gruppi spesso si basano sulla competizione e l'ostilità
che sorge dalla lotta per risorse limitate. Per testare tali teorie, Campbell e Sherif
condussero delle ricerche in contesti di campi estivi.
In uno di questi studi, degli adolescenti americani vennero divisi in due gruppi, i "serpenti"
e le "aquile". Le attività iniziali servirono a rafforzare i legami all'interno dei gruppi.
Tuttavia, quando si introdussero attività competitive tra i due gruppi, le relazioni
intergruppo si deteriorarono e favorirono un atteggiamento negativo verso gli "out-group".
Questo atteggiamento persisteva anche dopo la fine delle attività, creando una sorta di
favoritismo. Per contrastare questa ostilità, si intraprese un'attività di cooperazione tra i
gruppi al fine di ridurre il conflitto.
Da questo studio emerse la conclusione che i conflitti di interesse generano conflitto, la
competizione alimenta il conflitto, mentre la cooperazione tende a ridurlo.

23. Psicologia del male


La psicologia del male è stata creata da Zimbardo per comprendere le sfumature della
cattiveria presenti nel bene. Nel 2007, Zimbardo ha definito il male come comportarsi
intenzionalmente in modi che danneggiano gli altri, in particolare utilizzando la propria
autorità e il proprio potere per spingere gli altri a compiere tali gesti. Ci sono due modi per
concepire il male: il "Male Essenzializzato", che è una qualità intrinseca dei cattivi, e il
"Male Incrementato", secondo il quale tutti sono capaci di fare del male in determinate
circostanze.
Per confermare questa idea, Zimbardo ha condotto l'esperimento della "Prigione di
Stanford" con l'obiettivo di determinare se il male dipendesse dai tratti di personalità o dal
contesto. L'ipotesi era che se i soggetti non si comportavano in modo aggressivo dopo
essere stati assegnati a un ruolo, il male dipendeva dai tratti di personalità, mentre se si
comportavano in modo aggressivo, il male era influenzato dal contesto.
L'esperimento della prigione di Stanford è stato condotto nel 1971 da Philip Zimbardo. Ha
simulato una prigione coinvolgendo studenti volontari, alcuni dei quali sono stati assegnati
ai ruoli di prigionieri e altri a quelli di guardie. Tuttavia, l'esperimento è stato interrotto
prematuramente dopo soli sei giorni a causa dell'escalation di abusi fisici e psicologici da
parte delle guardie verso i prigionieri. Questo studio ha rivelato quanto sia potente
l'influenza dell'ambiente sociale sulla condotta umana e ha sollevato gravi preoccupazioni
etiche riguardo alla sicurezza e al benessere dei partecipanti.Il risultato dell'esperimento ha
mostrato che la situazione carceraria ha determinato il comportamento aggressivo,
dimostrando che il male è influenzato dal contesto. I soggetti si sono conformati ai loro
ruoli in modo stereotipato, specialmente le guardie a causa del loro status sociale elevato.
La loro identità sociale positiva li ha portati a sentirsi in posizione di potere rispetto ai
detenuti. Gli studenti che hanno assunto il ruolo di guardia hanno sviluppato una nuova
identità sociale che ha influenzato il loro comportamento aggressivo. I processi psicologici
che si sono verificati includono la perdita dell'identità personale, la perdita della fiducia in
un mondo giusto, la mancanza di controllo sugli eventi e la de-individuazione, che implica
la perdita del senso di identità personale in modo che le persone si identifichino
principalmente come membri di un gruppo e il comportamento sia guidato dalle norme di
quel gruppo, portando alla disumanizzazione.
24. Spiegami il libro la natura famigliare dei pregiudizi
Il libro sulla "Natura Famigliare dei Pregiudizi" esamina gli studi condotti da Allport sulla
natura del pregiudizio all'interno dell'ambiente familiare. Questo libro non solo analizza i
pregiudizi che influenzano i bambini fin dalla loro prima infanzia, ma anche fornisce una
spiegazione approfondita del concetto di pregiudizio. Il pregiudizio è un atteggiamento, sia
positivo che negativo, verso i membri dei gruppi e verso i gruppi stessi. Spesso scaturisce
da stereotipi negativi e può spingere le persone a comportarsi in modo discriminatorio.
Questo atteggiamento è composto da tre componenti: cognitiva, affettiva e
comportamentale.
È importante discutere del pregiudizio all'interno della famiglia perché la famiglia
rappresenta il primo contesto in cui i bambini imparano credenze, atteggiamenti, modelli,
valori e norme che riflettono e influenzano il contesto sociale più ampio. I giovani
acquisiscono da generazioni precedenti determinati modi di pensare, sentire e agire, un
processo noto come socializzazione.
La relazione tra fratelli e sorelle è un'esperienza fondamentale, caratterizzata da amore,
ma anche conflitti e rivalità. È un ambiente unico in cui i coetanei possono sperimentare
regole, apprendere limiti e confini, e sviluppare relazioni con gli altri. La relazione tra
fratelli e sorelle contribuisce alla formazione delle loro identità sociali.
Il libro solleva domande interessanti sulla relazione tra i pregiudizi dei membri della
famiglia, in particolare alludendo alla possibilità che avere amici di un gruppo etnico
diverso possa influenzare positivamente il pregiudizio degli altri membri della famiglia.
Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare in modo approfondito questa
dinamica.
Dai risultati dello studio emerge che il pregiudizio tra genitori e figli non è fortemente
correlato, ma esiste una forte correlazione tra il pregiudizio dei fratelli minori e quello dei
fratelli maggiori. Questa relazione può essere dovuta al fatto che i fratelli sono coetanei e
condividono simili valori e libertà di pensiero. Nell'adolescenza, in particolare, questa co-
costruzione di valori e pensieri raggiunge il suo apice, poiché la famiglia svolge un ruolo
cruciale nel supportare e guidare l'adolescente durante questa fase di cambiamento.

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