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CAPITOLO 5 TELFENER

AL LAVORO CON GLI ALTRI COSTRUENDO UN PLURIVERSO

Non siamo soli quando interveniamo ma siamo connessi ad altri all'interno di un sistema con le sue
regole. Ciascuna persona ha aspettative, idee e convizioni. Ciascun operatore deve gestire sia gli
aspetti espliciti che taciti dell'incontro. Dobbiamo metterci nell'ottica di tessitori della relazione.

Bisogna identificare un limitato insieme di indicatori che consentano la stima del carico effettivo e
delle proiezioni a medio e breve termine. Indicatori :
1. totale casi in carico per anno (per età e sesso)
2. totale prime visite per anno
3. durata media contatto tra servizio e utente
4. numero accessi per utente per anno

Per quanto riguarda l'impostazione del lavoro:


1. numero di casi per gruppi di diagnosi e/o problemi
2. tipo di prestazione erogate
3. tempo dedicato ai diversi tipi di attività

E' da considerare anche la rete dei rapporti istituzionali.

Sul piano formale un tribunale ha un potere decisionale, e funzione normativa con un linguaggio
giuridico. Il consultorio uno tecnico-consultivo con un linguaggio sociopsicologico.

E' NECESSARIO DIFFERENZIARE TRA CONTESTI DI CONTROLLO, ASSISTENZA,


SOSTEGNO, PSICOTERAPIA E TRA POTERE TECNICO E POTERE DECISIONALE. E
BISOGNA DISTINGUERE TRA LE DIVERSE FUNZIONI: NORMATIVA, RIEDUCATIVA,
ASSISTENZIALE, CONTROLLO SOCIALE, TERAPEUTICA E TRA I DIVERSI LINGUAGGI.

Costruire un pluralismo collaborativo ci permette di lavorare insieme, di indagare le aspettative di


ciascun componente del sistema, di approfondire le spiegazioni che ciascuno si da rispetto alla
realtà vissuta insieme e al problema presentato.

Costruire un pattern di collegamento significa indagare le premesse di ciascun elemento in campo,


quelle premesse che ci hanno portato all'insorgenza del problema e all'esplicitazione della domanda.
Bisogna chiederci: cosa ci si aspetta da noi? Quali fantasie/domande/ipotesi sono attive rispetto al
nostro coinvolgimento? Cosa ci viene chiesto?

LA COSTRUZIONE DI UN CERVELLO CIBERNETICO

Rintracciare più di un punto di vista nelle azioni in atto permette di ottenere l'equivalente cognitivo
ed emotivo della visione binoculare e quindi di porsi in una posizione di non semplificazione.
L'unione di pi+ teste e l'incontro di più persone per discutere in maniera dialettica un problema
permette di evidenziare i diversi punti di vista sfruttando le differenze che fanno la differenza.

Il cervello cibernetico risulta dalla formazione di una mente di gruppo che riflette costantemente
insieme sul problema presentato, sfruttando le differenze tra i suoi componenti e costruendo una
visione più complessa. L'utilizzo delle diverse percezioni dei membri del gruppo permette di
passare da molte ipotesi lineari dei singoli individui presenti a una descrizione che contiene i diversi
punti di vista.
IL REFLECTING TEAM è una proposta del gruppo sistemico norvegese per formare un cervello
cibernetico partecipato. Praticamente un gruppo fa consulenza agli operatori ingaggiati in prima
persona del processo di consulenza e condivida le sue idee con chi è nella stanza di terapia, utenti
inclusi, partecipando alla costruzione di una narrazione evolutiva e propositiva.

IL LAVORO IN EQUIPE

Lavorando in qualunque organizzazione incontriamo


1. gruppi spontanei/informali
2. gruppi definiti dall'alto
3. gruppi organizzati da un obiettivo
4. equipe di lavoro

l'equipe di lavoro sono più persone che partecipano alla costruzione di una storia condivisa che le fa
evolvere e che identificano un oggetto di lavoro e una modalità per svolgerlo, condividendo o meno
il modello teorico, questo non è necessario, si mettono in accordo sulla complementarietà operativa.
Il lavoro di equipe è tanto più produttivo quanto meno gerarchizzato, e quanto più si sfruttano le
differenze al suo interno (esperienza, ruolo, conoscenze, personalità, informazioni).

LAVORO DI RETE

In ambito psicologico e sociale il termine rete viene utilizzato per rappresentare i rapporti che
intercorrono tra organizzazioni e sistemi sociali del territorio. Per implementare la rete bisogna
sapere quali siano le risorse disponibili sul territorio e mapparlo sia per non duplicare i servizi e
proposte, sia per collegarsi agli operatori che già operano nel medesimo settore. La rete può essere
famiglia, genitori, scuola, figlio, ecc..

L'IMPORTANZA DELLA SUPERVISIONE

Proprio in quanto esterno, il/la supervisore può vedere ciò che ai partecipanti è invisibile. La
supervisione diventa il contesto entro il quale far evolvere la riflessività rispetto alle idee, alle
azioni, ai significati e alle relazioni. In supervisione si discute di 3 livelli:
1. dominio della produzione (azioni messe in atto e discussione sul cosa fare)
2. dominio delle spiegazioni (sviluppo di riflessioni e ipotesi)
3. dimensione estetica (eleganza e rispetto etico in cui è condotto il discorso).

I GIOCHI RELAZIONALI DA RICONOSCERE

Più un'organizzazione è flessibile e governata da regole esplicite e più è facile lavorarci, più è rigida
e organizzata da regole tacite e più vi si potranno rintracciare giochi relazionali che possono portare
alla patologia di uno o più membri, se non addirittura alla messa in crisi dell'organizzazione stessa.
Il gioco messo in atto dalla organizzazione è legato al qui e ora di ciò che succede. Si tratta di
un'interazione inconsapevole che tutti insieme praticano e da cui si evince una coerenza molto
stretta. Il gioco è frutto della storia di un sistema e spesso diventa una strategia adattiva e ripetitiva
capace di influenzare i processi in atto. I giochi emergono dai valori, atteggiamenti, modalità di
lettura e comportamento, dai quadri di riferimento e delle pratiche acquisite.

I giochi relazionali evolvono e mutano nel tempo con l'evolversi delle situazioni esterne e interne,
esiste una reciprocità nelle relazioni: se qualcosa succede a un individuo o in un dipartimento,
quello che è successo influenzerà altre persone e servizi.
PSEUDOMUTUALITA'

Quando un sistema è organizzato in maniera molto emotiva e tutti chiedono costantemente


l'approvazione degli altri , i comportamenti così andranno sempre più limitandosi e ogni differenza
verrà vissuta come pericolosa per il clima caldo e affettivo del gruppo.

LA SCHISMOGENESI

Ciascun operatore tiene conto di se e non ritiene di dover partecipare a un pensiero comune.

LA TRIANGOLAZIONE

Quando un sistema si trova sotto stress e viene coinvolta nel duo, una terza persona. In questo modo
la tensione si diffonde nel sistema dei 3 e si rinforza la coalizione dei 2 che si sono alleati contro
l'altro.

LA SQUALIFICA

La disconferma e la squalifica negano l'altro come persona, lo svalutano e non lo riconoscono un


interlocutore degno

COALIZIONE PERVERSA

Quando due membri con posizioni gerarchiche differenti si coalizzano contro qualcuno che si trova
su una posizione superiore.

CAPITOLO 6 DELLA TELFENER


RISULTATI INDESIDERATI

Né i problemi né le soluzioni sono entità ontologiche, hanno origine dalle operazione scelte
dall'operatore. Il passaggio è quello dall'etica alla responsabilità, focalizzandosi sulle scelte e su ciò
che emerge nelle interazioni lavorative e nella vita. La responsabilità accomuna pattern che
favoriscono o ostacolano la costruzione e creazione di significati condivisi. L'etica è un
atteggiamento implicito espresso attraverso la responsabilità che è esplicita.
Possiamo parlare allora di responsabilità della responsabilità intesa come capacità di essere
consapevoli di agire i domini della produzione e dell'estetica.

LE RESPONSABILITÀ DELL'OPERATORE

Si tratta della capacità di assumersi la responsabilità anche per se stessi, per il proprio
apprendimento e per le conoscenze che si hanno e le azioni che si mettono in atto. Responsabilità
nei confronti degli altri e per quello che facciamo, verso noi stessi e per chi siamo.

METTERE IN ATTO OPERAZIONI DI SECONDO LIVELLO

Mettere in atto operazioni sulle operazioni, operazioni di secondo livello. Essere riflessivi, tornare
indietro nell'esperienza al fine di pensare e riflettere sulle azioni che sono derivate dalle azioni
messe in atto.
DELEGA E PROGETTO DIFFERENZE

Il progetto deriva da una coordinazione di coordinazione di idee, emerge dall'aver messo in comune
il processo averci ragionato insieme ed essere venuti fuori con un piano di lavoro condiviso.
La delega comporta la responsabilità di assumere su di sé il processo e gli esiti, implica l'assunzione
di impegno in chi la riceve. È consigliabile non assumersi mai la delega in toto.

Ridefinire la delega è indispensabile, la capacità di non farsi carico in toto della situazione che ci
viene posta ma considerare le persone con cui dovremmo lavorare come pari dignità degli invianti.

CASE MANAGER

E' una persona che si assume la responsabilità di accompagnare le persone nel loro viaggio e di dare
significato a quello che succede, costruendo una consequenzialità tra gli interventi e organizza con
gli altri un intervento terapeutico e integra altri interventi. È una sorta di contenitore.

TRAPPOLE IN CUI PUO' CADERE L'OPERATORE

L'inerzia, la rigidità, lo slittamento di contesto (situazione in cui uno o più operatori si figurano in
maniera differente le regole del contesto in cui operano e leggono in maniera diversa i loro compiti
e regole che definiscono ruoli e aspettative), giudicare rigidamente le situazioni, agire prima di
pensare.........

ENTRARE IN RISONANZA

Elkaim (2008) intende per “risonanza” quella situazione in cui vediamo di non vedere, in quanto il
tema per noi è scottante o tabù o ci è troppo vicino e troppo emotivo. Ciò che nasce è legato al
soggetto stesso e non solo con i committenti, utenti o persone che si hanno difronte. Sono emozioni
disturbanti.

LA COLLUSIONE COME GIOCO ADATTIVO E OMEOSTATICO

Colludere significa connettersi a un sistema, fare un accoppiamento strutturale con esso, co-
costruendo regole condivise che mantengono lo status quo. La collusione implica sempre un
processo interpersonale è sia indispensabile che pericolosa.
La collusione costituisce un semplificatore dell'ambiente, un sistema di riduzione dell'incertezza
importante x sopravvivere nella relazione sociale.
I processi collusivi sono all'interno del contesto dato e della relazione quando gli attori hanno scarsa
consapevolezza di come il sistema funziona, nel desiderio attivo di adattarsi ad esso. Colludere
quindi è un modo per entrare in un sistema, MA significa anche cadere nelle trame del sistema e
ragionare secondo la logica del sistema stesso.

Come tentare di non colludere? Costruendosi delle ipotesi, avere un'idea diversa da quella che le
persone suggeriscono.
Importante è entrare in sistema allargato proponendosi come accomodanti. Si inizia facendo da
ombra e da spugna, assorbendo le regole del servizio e osservando ciò che fanno gli altri, questo
inizialmente.

CRONICIZZAZIONE
Significa attuare interventi ortopedici bloccando la situazione. Diventa necessario per evitar ciò,
passare da un intervento tecnico ad uno che riveli l'emergenza dei significati presenti nel contesto
determinato dal problema
Se non c'è un progetto e si risponde ai bisogni come vengono posti, se si applica un pensiero
universale e globale e non ci si occupa delle premesse in campo, si diventa IATROGENI.

BURN OUT

Si tratta di uno stress estremo correlato al lavoro, si perde il pensiero strategico e si rinuncia a
influire sull'organizzazione in cui si è inseriti e si smarrisce l'energia per lavorare. Una sindrome da
esaurimento emotivo, depersonalizzazione che riduce le capacità personali e si verifica nelle
professioni di aiuto.
1. incapacità di sentire e mostrare empatia
2. distacco e atteggiamento negativo vs il lavoro e i clienti
3. bassa valutazione di se e del lavoro
4. assenza dal lavoro e rifiuto
5. difficoltà familiari a causa dello stress.

FATTI SCATENANTI DEL BURN OUT

1. troppi casi di cui occuparsi


2. decisioni da prendere senza avere il riconoscimento del ruolo
3. routine
4. sfide rispetto agli interventi
5. controllo eccessivo da parte dell'organizzazione
6. mancanza di supporto e riconoscimento
7. incompetenza dell'amministrazione

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