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Psicologia sociale dei gruppi 8/03 e 9/03

Psicologia sociale  1 2 3 4 6 8 9  lavoro di gruppo  6/30


I gruppi sociali  tutto  12 crocette da 2 punti

La psicologia dei gruppi usa un approccio pluridisciplinare e sociale, cioè l'individuo viene visto
nelle sue componenti sociali mentre, viceversa, il gruppo viene visto nei suoi aspetti più individuali.
C'è quindi un’articolazione tra la dimensione individuale e collettiva che si crea grazie ai nostri
componenti sociali. Tutti i nostri comportamenti sono sociali. Questa definizione deriva, per
esempio, da Freud che ha usato la sfera sociale-affettiva per risolvere di disagi (deriva anche dalla
psicologia dello sviluppo). Questa articolazione si concretizza in un continuum interpersonale-
gruppo. Tajfel e Turner sostengono che abbiamo dei criteri per capire se il nostro comportamento
è Intergruppale o interpersonale. Il comportamento è sociale, volto al gruppo, se almeno due delle
tre categorie sono rispettate dalla persona; si misura anche grazie al grado di variabilità
intragruppo che deve essere basso, mentre il grado di variabilità intergruppo, cioè del gruppo
opposto, è molto alto. Turner dice che nei comportamenti sociali oscilliamo tra un livello
individuale e sociale in base ai vari slittamenti del nostro tratto identitario e questo esito
caratterizza il nostro se. La psicologia dei gruppi è nata negli Stati Uniti alla fine degli anni 20 con la
misurazione degli atteggiamenti. Ciò è durato fino alla fine degli anni 50, quando si inizieranno a
studiare i processi di gruppo. A questo cambiamento ha contribuito la Seconda guerra mondiale
perché in questo periodo si sono sviluppate grossi movimenti collettivi a cui si cercava una
spiegazione quali il conformismo, l’aggressività. Dagli anni 70 e 80 c'è stato un declino delle
tematiche di gruppo, usate per studiare fenomeni individuali; negli anni 90 c'è una ripresa
dell’interesse per i gruppi, sempre però visti in ottica individualista. I gruppi sociali hanno un avvio
penalizzante e hanno un riscatto posteriore, infatti, assumono una posizione centrale nei processi
di cambiamento sociale: secondo Lewin il gruppo può sia innescare sia fare resistenza al
cambiamento. I training gruppo: sono stati creati da Lewin, nati come modo per formare. Sono
stati riuniti per i conduttori di gruppo che hanno partecipato prima di una discussione e poi all'
analisi della loro stessa discussione diventando poi portatori di conoscenze presso i loro gruppi. Ci
sono varie definizioni di gruppo e tipologie: applicazione artificiali e non organizzate; unità sociali
con modelli di relazioni e unità strutturale; unità sociale intenzionalmente progettate e meno
intenzionalmente progettate. i gruppi possono anche essere primari (interazione diretta e forte
legame affettivo che genera un senso di appartenenza) e secondari.

15/03
Il gruppo è caratterizzato da tre componenti ovvero continuità dei membri, somiglianza e
interrelazione. attraverso questi tre fattori è possibile distinguere un gruppo da un semplice
aggregato ed è una comunità. inoltre è possibile distinguere i gruppi anche in base a una scala
sociale che può essere microsociale quando si parla di piccoli gruppi e di gruppi faccia a faccia
oppure macrosociale riferendosi invece a grandi comunità sociali che condividono norme e
occasioni di interazione.
aggregazioni sociali  quelle categorie sociali fondate su un appartenenza statistica
parametri  due parametri sono le funzioni del gruppo e la relazione che si instaura all'interno del
gruppo e grazie a questi due parametri noi riusciamo ad individuare a fare una discriminazione tra
grandi gruppi e piccoli gruppi
il gruppo ha una funzione ecco perché parliamo di definizione funzionalista del gruppo: i gruppi
faccia a faccia hanno una funzione che è quella di eseguire il compito e di affrontare un'attività/ un
compito che è nello scopo del gruppo;
nella visione funzionalista ci sono tre fasi attraverso cui il gruppo esegue questa funzione: una fase
di grande importanza è quella della comunicazione in cui gruppo cerca di capire che tipo di
problema deve affrontare e la (la fase di orientamento); segue una fase successiva in cui avendo
capito che tipo di problema il gruppo deve affrontare mette a fuoco idee e soluzioni per affrontare
il compito (fase di valutazione); il gruppo arriva ad assolvere alla sua funzione solo nella terza fase
(fase decisionale) ed è una fase in cui in realtà le idee e le soluzioni della precedente valutazione
vengono implementati e si scelgono le soluzioni più adeguate: questa soluzione deve essere
implementata come appunto soluzione del problema che viene posto. C'è una forte attività di
controllo una forza di vita di relazioni tra i membri per verificare che tutto proceda e che la
decisione sia applicata con successo.

Quando parliamo di comportamenti noi non intendiamo soltanto la verbalizzazione, non


intendiamo soltanto il registro verbale della comunicazione ma consideriamo anche i
comportamenti non verbali.
Interaction Process Analysis è uno strumento composto da 12 categorie: queste categorie sono
mutuamente esclusive, va suddivisa in tre aree: una prima area è quella che va da 1 al 3, quella
secondaria è quella che va da 4 a 9 poi abbiamo una terziaria che va dal 10 al 12. Le categorie della
zona centrale rispondono allo schema dicotomico di domanda e risposta cioè ciascuna di queste
categorie configura in qualche modo la domanda e la categoria speculare opposta che rappresenta
la risposta a quella domanda.

il gruppo faccia a faccia per interagire e per eseguire il compito ha bisogno di relazioni di tipo
oppositivo negative che vengano gestite attraverso comportamenti dei membri del gruppo quindi
questa griglia applica degli atti macroscopici: applicando agli atti macroscopici questa griglia
possiamo tenere una serie di aspetti quindi possiamo identificare quali sono per esempio le
categorie più ricorrenti nelle operazioni di un gruppo, possiamo anche verificare per esempio chi
sono i membri del gruppo che si dedicano di più ad attivare comportamenti socio emozionali i
positivi oppure comportamenti socio emozionali negativi oppure comportamenti esecutivi o
strumentali. Quindi applicando questa griglia possiamo tenere dei profili dell'intero gruppo.

queste analisi ricorrenti delle interazioni di gruppo ci consentono di creare dei veri e propri modelli
interattivi, per esempio, possiamo capire per esempio chi parla di più (e chi parla di più in qualche
modo riceve maggiore attenzione da parte degli altri); questa analisi dell'interazione ricorrente ci
consente di modellizzare l'interazione dei gruppi
16/03/2021

SEMINARIO KURT LEWIN (16.03.2021)


1. Formazione
2. Teoria del campo
3. Gruppi
4. Ricerche sulla leadership
5. Ricerche sui processi decisionali

1.Formazione
Il contributo teorico di Lewin è fondamentale nella psicologia sociale, perché prende in
considerazione le determinati disposizionali e situazionali del comportamento giungendo negli
anni 40 ad una definizione di psicologia sociale come disciplina.

La sua teoria è fortemente connessa alla pratica: sostiene che una buona ricerca scientifica è
dotata si spendibilità pratica egli propone l’Active Research

Lewin è un ebreo tedesco che si studia e forma a Berlino Egli ha contatto con due fonti
concettuali
-Scuola psicoanalitica: si convince che si possono influenzare i processi dinamici che caratterizzano
una persona .si può intervenire sulle rappresentazioni mentali dell’ambiente.
La scuola psicoanalitica utilizza come metodo l’indagine clinica, invece Lewin adotta il metodo
della ricerca sperimentale
-Psicologia della Gestalt: La psicologia della Gestalt sostiene che la conoscenza si origina dalla
percezione piuttosto che dallo stimolo esterno. La conoscenza sullo stimolo viene costruita
attivamente dalla persona che lo percepisce. Per questa formazione Lewin dice che dobbiamo
esaminare le modalità in cu ile situazioni e le intenzioni influenzano i processi cognitivi della
persona. Analizza il modo in cui le caratteristiche delle situazioni influenzano i nostri processi
percettivi.

Attraverso la relazione con le situazioni possiamo indagare

2. Teoria del campo


Insieme dei concetti grazie ai quali possiamo rappresentare la nostra realtà interne.
Analizza i rapporti causali concentrano sulla capacità di mutamento
Aree su cui è possibile esercitare un mutamento
 Area oggettiva: processi oggettivi che avvengono nel mondo esterno e non influenzano
l’individuo
 Area soggettiva: eventi psicologici che all’interno dello “spazio di vita “sono la fonte del
comportamento dell’individuo. Persona e ambiente così come percepiti dal soggetto
 Area di confine: zona che media tra l’area oggettiva e soggettiva e che ha maggior
influenza sulla persona

Il campo psicologico è quell’insieme di fatti interdipendenti tra di loro e sono concepiti come tale
dall’individuo all’interno di un certo momento, di una certa situazione. Essi sono la causa dei
comportamenti non rintracciabile in forze esterne, ma nei rapporti tra queste forze esterne
elaborati all’interno del campo psicologico
Lewin dice che la causa di un atto non è una semplicemente una predisposizione individuale, ma
deriva dalla relazione di diverse forze. Il campo costituisce la nostra unità d’analisi capace di
collegare il comportamento dell’individuo all’ambiente qualsiasi processo mentale è legato
all’interazione della persona con l’ambiente

Ambiente psicologico: insieme di oggetti, persone, attività, situazioni con cui l’individuo è in
rapporto più o meno consapevole
Esso può essere caratterizzato da diverse dimensioni.
 Dimensione temporale: punire qualcuno a entrare nell’ambiente
 Dimensione realtà -irrealtà: l’ambiente può essere caratterizzato da eventi reali o possibili

Persona: oggetto altamente differenziato e composto da due strati


 Strato percettivo-motorio: funzione strumentale. Occupa una posizione che media tra la
sfera interna e l’area oggettiva (es. linguaggio)
 Strato interno-personale: suddivisa in regioni centrali e periferiche. Le regioni periferiche
sono più soggette al mutamento. Molto dipende dalla permeabilità dei confini delle regioni
e dalla solidità delle regioni stesse. Queste regioni si influenzano reciprocamente e
“producono una locomozione” quando sono soggette a stimoli esterni. La locomozione di
un individuo dipende dalle caratteristiche delle regioni
la persona è un vero e proprio sistema energetico in cui le energie psichiche attuano un lavoro
psicologico.
La manifestazione di un bisogno specifico all’interno della persona causa uno squilibrio, perciò il
sistema psichico della persona cerca di ristabilire l’equilibrio.
In questi fatti della regione interna che vanno a squilibrare il sistema psichico ci possono essere
altre persone che diventano parte di una regione nella nostra sfera interna le persone sono in
grado di modificare l’ambiente interno di una persona

3. I gruppi
Il gruppo è il vero ambiente sociale con il quale l’individuo entra in contatto in vari momenti della
su esistenza e influisce sui confini, sulla rimodulazione, sui cambiamenti dell’ambiente psicologico
Lewin parla di “dinamiche di gruppo”
Lewin studia il gruppo perché diventa un fattore di mediazione tra l’individuo e il sistema sociale.
L’analisi del gruppo ci consente di indagare come funziona l’individuo, ma anche come funziona il
sistema sociale.
Come fa a studiare i gruppi? Egli si interessa di interazione sociale, perché secondo lui, è il primo
criterio che tiene insieme il gruppo
L’unità d’analisi è l’individuo e l’intero gruppo
Tutte le sue ricerche vogliono verificare com’è possibile il cambiamento attraverso gli individui e il
gruppo

4.Ricerche sulla leadership


Obiettivo dei primi studi (1937-40): sviluppare metodi e procedure per descrivere gli aspetti che
caratterizzano della leadership e la vita del gruppo
Si focalizza sulla funzione del leader funzione importante in quanto responsabile del clima
sociale del gruppo. L’efficienza e la produttività del gruppo dipendono dal clima del gruppo

1° esperimento in collaborazione con Lippit: indurre dei climi sociali con due stili di leadership
(democratica e autoritaria) su gruppi di adolescenti. I ragazzi devono costruire maschere teatrali
2° esperimento con White e Lippit: introduce lo stile di leadership permissiva e si interessa alla
relazione che i ragazzi hanno nel passaggio da uno stile di leadership all’altro. I compiti sono più
complessi
4 gruppi con 5 adolescenti di 10 anni, sperimentazione dura 5 mesi e i 4 leader si alternano ogni
6 settimane in questi gruppi
Comportamento dei leader
I leader hanno adottato diverse tecniche per creare tre atmosfere sociali. Lewin va a verificare
quali comportamenti sono ricorrenti nell’attività dei leader
 Ordini che interrompono l’attività in corso
 Critiche non costruttive
 Aiuto e suggerimenti
 Informazioni
 Stimolo dell’iniziativa personale
 Rallegramenti e approvazione
 Cordialità e fiducia
 Realismo

Leadership autocratica: ordini che interrompono l’attività e critiche non costruttive


Leadership democratica: aiuto e suggerimenti, stimolo dell’iniziative personale, cordialità e fiducia
e realismo (atmosfera centrata sugli aspetti oggettivi dell’operazione)
Leadership permissivo: realismo, informazioni e stimolo all’iniziativa personale

Stili di vita del gruppo


Quale stile di vita il gruppo assume all’interno di questi stili di leadership (come reagisce il gruppo)
 Leadership autoritaria: reazione autocratica apatica e reazione autocratica aggressiva
questi gruppi sono caratterizzati da una forte differenziazione di status: il leader ha una
posizione di one-up e i membri di one-down. I membri chiedono continuamente l’attenzione
del leader e questo porta il leader a costruire delle relazioni preferenziali con alcuni membri.
Questa relazione orienta la vita del gruppo. Il leader è il motore del gruppo
 Leadership democratica: Formazione meno rigida di sottogruppi che porta a relazioni più
spontanee tra i membri del gruppo. Essi cercano l’attenzione degli altri membri del gruppo.
Maggior tempo trascorso insieme e maggiore libertà. L’approccio con il leader è più personale
no relazioni asimmetriche, non accentuate differenze di status. Il motore di questi gruppi è il
gruppo stesso.
 Leadership permissiva: tutta la vita del gruppo si centra sulla raccolta di informazioni, ma la
responsabilità è dei membri. si verifica che il 37% dei comportamenti ha come attenzione il
lavoro da svolgere

Relazioni fra i membri del gruppo


Gruppi autocratici: forte aggressività. Capro espiatorio su cui si convogliano le dinamiche negative
del gruppo
Gruppi democratici: ci sono episodi conflittuali e aggressivi, ma i soggetti la rivolgono all’esterno
del gruppo. Rivolta verso altri gruppi.
Gruppi permissivi: maggiori richieste di informazione. Non ci sono relazioni

Lewin ha messo a punto due situazioni in cui si conferma l’influenza esercitata dallo stile di
leadership sull’atmosfera sociale /sulle relazioni
1. Quando il soggetto che tipicamente si comporta secondo lo stile del proprio gruppo viene
trasferito in gruppo con uno stile diverso, esso inizia ad attuare il comportamento del nuovo
gruppo
Lewin mette sotto l’attenzione due partecipanti, Sarah, appartiene ad un gruppo
autocratico, e Sue, appartiene ad un gruppo democratico. Analizza la percentuale di
comportamento dominante: Sarah ha percentuali molto elevate di comportamento
dominante, ma queste calano drammaticamente quando passa ad un gruppo democratico.
Sue riporta frequenze basse, ma aumentano quando passa al gruppo autocratico.

2. Verifica sul sistema pronominale analizzando quante volte i partecipanti dei gruppi utilizzano
l’Io o il Noi. Nell’utilizzo di questi pronomi la persona esprime un diverso senso di
appartenenza
 Gruppo democratico: 64% dei partecipanti usa l’Io e il 32% usa il Noi
 Gruppo autocratico: 82% utilizza l’Io e il 18% usa il Noi

Quanto lo stile di leadership determina le differenze di comportamento tra gruppi all’interno


delle situazioni test
Lewin crea due situazioni test:
1. Motivazione a lavoro: in qualche modo è sempre guidata dal leader
Situazione test in cui il leader arriva in ritardo
 Gruppi autoritari: se manca il leader non si lavora
 Gruppi democratici: l’assenza o la presenza del leader conta poco, perché il leader
partecipa spiritualmente, ma non è rilevante per la produttività
 Gruppi permissivi: i partecipanti sono attivi, ma non sono produttivi, perché manca
una gestione dell’attività
2. Frustrazione
 Gruppi autoritari: i soggetti con reazione autocratica apatica accettano la
frustrazione e la interiorizzano; i soggetti con reazione autocratica aggressiva
rispondono alla frustrazione con evidenti manifestazioni di aggressività. Dirigono la
loro aggressività all’esterno, verso altri gruppi
 Gruppi democratici (e in parte in quelli permissivi): aumento dello schema
cooperativo per dimostrare la loro capacità di azione e interazione

3.Studi sui processi decisionali


1943
Teoria dei canali: Come le caratteristiche della situazione possano influenzare le decisioni

I risultati ci dicono che esiste una forte interdipendenza tra il ruolo del leader, il gruppo con la sua
storia e i singoli membri con i loro comportamenti
Lewin afferma che: “Il gruppo a cui la persona appartiene e la cultura in cui vive ne determinano il
comportamento e il carattere”
Il gruppo è portatore di una cornice culturale che modella l’individuo, i comportamenti e gli
atteggiamenti ricerca attenta alle dinamiche di gruppo

5.Ricerche sui processi decisionali


Tra 1943 e il 1947 (II Guerra Mondiale) Lewin riceve una consegna specifica dal governo
americano: metodi per indurre la popolazione americana a ridurre il consumo di certi tagli di
carne.

Attiva un’indagine in 3 tempi:


1. Cerca di stabilire se nei comportamenti di scelta si intersecano fattoi psicologici e non
psicologici: confronta i comportamenti e gli atteggiamenti dei responsabili delle scelte
dell’acquisto all’interno delle famiglie che appartengono a gruppi sociali differenti
2. Si sofferma sui fattori psicologici che intervengono nella scelta
3. Progetta e realizza degli esperimenti che innescano il cambiamento delle abitudini alimentari

Attraverso questi studi egli focalizza una serie di effetti


 Mette a fuoco dei concetti che sono d’interesse anche di altre discipline (scelte di consumo -
sociologia, antropologia culturale)
 Cerca il nesso tra la decisione dell’intero gruppo e il cambiamento dei comportamenti
alimentari individuali
 Produce un nuovo paradigma di ricerca, Action Research

Questa ricerca parte dalla Teoria dei canali: modello esplicativo per analizzare come eventi della
situazione, che possono sembrare irrilevanti, creino processi e forze che possono influenzare
atteggiamenti, produrre decisioni, che favoriscono o mutano le condotte e le interazioni delle
persone.

Alcune caratteristiche delle situazioni possono influenzare la condotta e gli atteggiamenti delle
persone. Questa influenza avviene attraverso dei canali che possono essere aperti o chiusi da una
serie di forze che diventano dei punti di snodo, punti di controllo della decisione.

22/03

Lewin ricava delle indicazioni ma non le procedure per implementare le indicazioni, applicata la teoria dei
cannali all’approvvigionamento del cibo ossia il livello socioeconomico quindi aumento dei prezzi e il livello
psicologico quindi cibo che identifica una appartenenza psicologica. Lewin mette a punto due esperimenti
basati su una intuizione che lui ottiene cercando di cambiar le abitudini alimentari tramite le interazioni
gruppo  metolo della discussione di gruppo. Fa 2 esperimenti

1) Consumo pane integrale con soggetti alcuni studenti universitari di età media 21 anni… usa il
metodo della richiesta e il metodo id discussione di gruppo. Lo studente è un complice
dell’esperimento. Lo scopo è modificare le abitudini alimentari. Abbiamo u gruppo assegnato alla
condizione sperimentale uno assegnato alle condizioni di controllo. Nella decisione di gruppo si
discute la proposta di modificare il consumo di pane mentre nella condizione di controllo la
richiesta è formulata dal responsabile del servizio mensa… dopo viene somministrato u
questionario per capire il tipo di pane preferito e le reazioni. Risultati  gruppo sperimentale volta
per un consumo del pane integrale per il 66, 90 e 100x100. Nel gruppo di richiesta succede che i
soggetti non accettarono rispetto al cambiamento di consumo di pane. Distanza di tempo rilevo che
nel gruppo sperimentale che raggiungersi effettivamente lo scopo, quindi la scelta di pane da
consumare. Questi perché la loro è stata una decisione collaborativa utile a perseguire l’obiettivo
che si erano dati; nel gruppo richiesta questo non succede quindi con ce motivazione. Solo
qualcuno del gruppo di controllo modifica il comportamento ma solo per preferenza personale.
Queta ha una conferma nel secondo esperimento

2) Lo scopo di questo secondo esperimento era quello di incoraggiare le persone a consumare


frattaglie. Abbiamo 6 gruppi di differente livello socioeconomico con due conduzioni: una di
conferenza cioè i soggetti dovevano ascoltare le lezioni di noti dietisti e una condizione di
discussione di gruppo quindi si presentava il problema e si chiedeva alle donne le loro opinioni e
proposte. Da ciò risulto che dopo 7 giorni il 32x100 delle donne del gruppo ridiscussione aveva
servito tali cibi mentre, per l’altra condizione, il risultato era opposto. Abbiamo una persuasione ad
agire, una spinta di tipo decisionale.

A questi studi è legata la pratica della ricerca-azione in cui le soluzioni sono suscettibili di aggiustamenti in
itinere, sottoposte a una costante valutazione dell’effettiva efficacia.

Importanti sono 4 fasi per la ricerca:


1) Pianificazione

2) Aa

3) Bb

4) Cc

Lewin  per conoscere un fenomeno bisogna cambiarlo quindi bisogna concentrarci sui processi.

I Fattori sono la partecipazione, scambiare posizioni, riduzione della resistenza condiviso en che porta ad
agire come membro del gruppo e mettere in pratica la decisione.

SECONDO SEMINARIO su SHERIF

1) Temi ricerca

2) Esperimento autocinetico

3) Esperimento campi estivi

4) Studi e osservazioni sugli adolescenti

Sherif è uno dei fondatori della psicologia sociale sperimentale; ha una grande produzione scientifica.
particolare attenzione banno alle norme, ai gruppi e ai movimenti sociali nello specifico le relazioni
intergruppi. Le norme sono importanti perché sono il principio psicologico + importante perché governano
l’individui quindi tradurne il funzionamento significa studiare la struttura cognitiva dell’individuo.
Attenzione è per i gruppi e perché ne comprende l’importanza dà infatti indicazioni di ricerca
osservazionale ciò è in contrasto con la sociologia dell’epoca perché all’epoca avevamo che i
comportamenti delle persone discendevano da processi individuali quindi Sherif introduce una nuova
chiave di lettura. Lui si concentra soprattutto sui disegni longitudinale che hanno un grande validità
ecologica.

ESPERIMENTO EFFETTO AUTOCINETICO  NASCE DA UNA Domanda: come possibile che delle grandi
democrazie siano diventa delle dittature senza ribellione ma con un forte consenso popolare? Obiettivo e
spiegare i meccanismi dai processi di controllo sociale che ogni gruppo attraverso norme sociali effettua nei
confronti dei suoi membri. Lui sviluppa la sua grazie ad Allport e analizza la tendenza alla uniformità dei
giudici che si origina dallo sviluppo delle norme sociali tendenza alla uniformità. Questa tendenza c’è sa
quando il gruppo è nuovo siamo quando un vecchio gruppo si trova di fronte a una nuova situazione.
Ipotesi 2: I membri de gruppo si influenzano reciprocamente inoltre i membri de gruppo possono
mantenere delle posizioni indipendenti e comportarsi in maniera differente.

I soggetti sono universitari maschi decide di adottare una situazione del mondo relate che risulta
percettivamente ambigua riproducendola in laboratorio (punto luminoso in stanza buia)

Scopi sono due: quando il soggetto è solo Sherif vuole capire se il sogg o segue una sua norma oppure
improvvisa; vedere cosa succede s il sogg si trova in gruppo e il gruppo vive insieme nella nuova situazione.
Cosa succede ai sogg nel gruppo saranno indipendenti o si conformano? Usa un disegno sperimentale e
recluta 2° soggetti conciati per una sessione di giudizio individuale, ci sono 100 ripetizioni lungo 3 giorni
(prima cond spe), nella seconda cond spe vuole osservare le modificazioni introdotte dall’appartenenza di
gruppo qui abbiamo due sottogruppi. Si deve stimare lo spostamento della luce prima soli (per tre giorni) il
quarto in gruppo… gli altri i primi 3 giorni in gruppo e il quarto da soli. Procedura: stanza bugia, seduti sul
tavolo dove si trova il pulsante più la presentazione dello stimolo.

Risultati 1 cons se individuale: succede che ogni soggetto si crea un proprio riferimento valutativo

2cond spe) primo sottogruppi abbandonano la propria valutazione per conformarsi al gruppo; secondo
sottogruppo ce una normale che ciascuno dei componenti del gruppo internalizza senza rendersene conto
facendola propria anche per le valutazioni individuali.

I soggetti nella prima condizione non vogliono apparire diversi.

Esperimento campi estivi  3 studi:

1951  processo di formazione di un gruppo sociale;

1953  effetti della suddivisione di un gruppo in sottogruppi posti in competizione

1955  processo di riduzione della conflittualità intergruppi tramite uno scopo sovraordinata.

TEORIA DEL CNFILLO REALISTICO INTERGUPPI 4 ipotesi

1) Quando individui che non si conoscono, interagiscono si forma un gruppo. Si crea status, ruolo e
norme.

2) Quando due gruppi competono nascono ostilità e stereotipi negativi.

3) Il contatto fra membri di gruppi ostili non riduce l’ostilità non si riduce fra i grippi

4) La cooperazione fra i membri di gruppi misti in attività f finalizzata ad uno scopo sovraordinato
produce un miglioramento fra i due gruppi

Ci sono 12 soggetti di 12 anni di gruppo etnico euro-american, ceto medio, religione protestante, livello di
scolarizzazione e QI similari. Dura 18 giorni e come luogo una struttura residenziale in zona isolata così da
essere isolati… qui agiscono gli sperimentatori ossia gli unici che erano il contatto con i ragazzi, i quali
credono che i ricevitori siano parte del personale del campo; abbiamo 4 condizioni sperimentali:

1) Formazione di gruppi amicali

2) Forma due gruppi sperimentali dividendo i gruppi amicali

3) Crea occasioni contatto tra i 2 gruppi sperimentali con giochi competitivi e premi

4) Scioglimento dei 2 gruppi sperimentali e partecipazione ad attività comuni con lo scipo


sovraordinato

Risultati:

1) Gruppi amicali omogenei

2) Si formano ruoli, status, norme di gruppo e coesione

3) Aumenta la coesione intragruppi, i comportamenti intergruppi ostili e gli stereotipo negativi

4) Diminuisce l’ostilità intergruppi diretta ma permane quella indiretta


STUDIO OSSERVAZIONALE SU GRUPPI INFORMALI DI ADOLESCENTI: assunto teorico  il comportamento
sociale, deviante o meno, è sempre determinato dall’appartenenza ai gruppi. Ipotesi generale  il
gruppo dei coetanei non ha caratteristiche particolari da quelle di tutti gli altri gruppi; quindi, l’effetto
dell’appartenenza ai gruppi sociali sul comportamento dei loro membri è il medesimo per ogni tipo di
gruppo.

Usa osservazioni partecipate, indagini socioeconomiche, indagini di opinione. I soggetti hanno una età dai
13 ai 18 anni. Si osservano azioni socialmente accettabili, azioni socialmente inaccettabili. Risultati Le
interazioni all’interno di ogni gruppo conducono a una definizione di posizioni e ruoli diversi per ogni
membro e una definizione di regole normative del comportamento.

Possiamo concludere che Sherif e Lewin danno una grande centralità al gruppo.

23/03

TERZO SEMINARIO su Milgram

1) Contributo scientifico

2) Concetto di obbedienza all’autorità

3) Esperimenti

4) Processi di obbedienza e disobbedienza

5) Implicazioni dei risultati

Si occupa soprattutto su studi sulla autorità. Con obbedienza si intende il risultato di due forze che agiscono
in modo congiunto mentre con obbedienza all’autorità si intende il risultato di un processo che si sviluppa
quando l’individuo, entrando a far parte dii un sistema gerarchico, viene a trovarsi in uno stato
eteronomico.

Studi teorici e approccio fenomenologico. Importanza dei fattori situazionali e morali

Processo Eichmann 1962 shoah ritiene normale le persecuzioni degli ebrei. Eichmann era un uomo
normale che però compie atti mostruosi che appaiono normali perché appunto sono il suo lavoro, stava
semplicemente rispetto l’ordine dell’autorità. Milgram si chiede come Eichmann non si è reso conto delle
sue azioni.

Stato eteronomico è come se individuo integrato nella società non considera sé stesso più libero di agire
quindi si sente uno strumento capace solo di distinguere gli ordini dell’autorità, ciò giustifica l’obbedienza
all’autorità. Questa però non è sufficiente, è necessario infatti: un ordine specifico e imperativo di
eseguirlo.

mette appunto u programma sperimentale che induceva i soggetti in uno stato di eteronimia. Convoca
quindi insegnate, allievo e ….

PROCEDURA  maschi tra i 20 e i50 anni, sperimentatore, insegnante e allievo. Lo sperimentatore è


complice e insieme alla vittima sega al soggetto il quadro dell’esperimento (usa inganno).

Insegnante viene seduto davanti generatore di corrente con etichette dove c’è scossa meno pericolosa
fino scossa pericolosa. Deve leggere una coppia di parole, il soggetto deve scegliere associazioni… se allievo
risponde male, si aziona la leva con le scosse elettriche. Piu va avanti più aumenta l’intensità della corrente
Allievo  è legato a una sedia e finge dolore

Sperimentatore  esortazioni pressanti

Dopo viene fatto il debriefing e un anno dopo il follow up con il questionario dal quale scaturisce che la
maggior parte ha sviluppato sentimenti positivi.

Risultati  effetti della vicinanza alla vittima 4 condizioni sperimentali:

1) Reazione a distanza  colpire la parete dove si trova insegnate

2) Vicinanza  il soggetto e la vittima sono nella stessa stanza

3) Contatto fisico Il soggetto, tocca la vittima ogni volta che infligge scosse

4) Reazione vocale  il soggetto non vede la vittima ma ode i lamenti

L’obbedienza scende man mano che ci avviciniamo alla vittima

EFFETTI DELLA VICINANZA ALL’Autorità:

esperimento 5 soggetto e sperimentatore si trovano a una mente di distanza

esperimento 7 gli ordini arrivano attraverso il citofono

Quindi più aumenta la distanza, minore sara effetto della autorità.

EFFETTI DELLO STATUS DI CHI ORDINA E DI CHI RICEVE LE SCOSSE

Esperimento 12 la vittima a chiede di ricevere le scosse e lo sperimentatore lo proibisce (status più altro
perché la vittima ha uno status minore)

Esperimento 13 un soggetto qualcuno ordina di dare le scosse

Esperimento 14 lo sperimentatore pende il posto della vittima quindi aurita diventa vittima … nel
momento in cui lo sperimentatore-vittima chiede di interrompere le scosse, tutti i soggetti si fermano

EFFETTI DEL CONFLITTO DI Autorità

Esperimento 152 sperimentatori incoerenti fra loro chiedono la scossa di 150 volts danno ordini diversi
quindi in funzione del conflitto interno, smettono di dare scosse

Esperimento 16 uno dei 2 sperimentatori diventa vittima quindi lo sperimentatore-vittima perde la sua
autorità

Esperimento 17 2 collaboratori si rifiutano di far continuare le scosse, lo sperimentatore continua ad


esortare quindi la percentuale di soggetti obbedienti cala

EFFETTI DI VARIABILI DISPOSIZIONALI E DEL CONTESTO


Sesso dei soggetti sperimentali, Esperimento 8  le donne obbediscono quanto gli uomini, è minore il
massimo del livello delle scosse

Ambiente sotterranei vs. laboratorio, esperimento 5: nessuna differenza

Ufficio vs laboratorio, esprimendo 10: livelli di obbedienza inferiori ma non in modo significativo.

PROCESSIDI OBBEDIENZA E SIDOBBEDIENZA: condizioni che favoriscono uno stato eteronomico

1) Fattori distali: esperienze di educazione all’obbedienza

2) Fattori che riguardano il rapporto tra soggetto e autorità

Conseguenze dello stato eteronomico sulle condotte

1) Sintonizzazione

2) Ridefinizione della situazione

3) Perdita di responsabilità

4) Immagine di sé

PRINCIPALI FATTORI CHE CONSOLIDSNO LO STATO ETERONOMICO

1) Concatenarsi degli eventi

2) Pressioni sciali

3) Ansia

PROCESSI CHE GENERANO LA DISOBBEDIENZA A UN’Autorità

Disobbedienza in termini di risoluzione di un conflitto: il soggetto smette di somministrare scosse elettriche


perché risolve un conflitto, uno strato di tensione tra sé stesso e lo sperimentatore. I Meccanismo che
riducono la tensione sono due:

1) Lasciano invariati i rapporti con lo sperimentatore

2) Modificano la relazione con lo sperimentatore.

Implicazioni dei risultati gli studi di Milgram mostrano che i processi di obbedienza sono collegati alla
struttura delle relazioni sociali in un determinato contesto proprio perché consentono la risoluzione di un
conflitto in favore dell’ordine stabilito.

1) Implicazioni etiche

2) Hanno due effetti positivi


29/03/2021

TAJFEL QUARTO SEMINARIO

1) Studi sui processi di organizzazione

2) esperimenti sui gruppi minimi

3) Gruppi come fonte d’identità sociale.

Secondo Tajfel è possibile individuare delle basi razionali che spieghino la discriminazione intergruppi, la
formazione degli stereotipi sociali e del pregiudizio sociale? Studi sulla categorizzazione significativi per la
riproduzione di Tajfel:

1) Bruner  sovrastima percettiva. Quando gli stimoli percettivi hanno un certo valore (esempio:
monete) i soggetti sperimentali sovrastimano la loro grandezza;
2) Campbell  la categorizzazione permette di semplificare e ordinare gli oggetti della realtà in base
alla loro appartenenza categoriale.

Tajfel: ipotesi sugli atti cognitivi della categorizzazione: effetto di contrasto ed effetti di assimilazione.
Tajfel e Wilkes: effetto di contrasto

Allport: le categorie sono nomi che tagliano a fette il mondo sociale

L’effetto di contrasto nella percezione degli altri  Doise, Deschamps, Meyer  un aumento delle
differenze intercategoriali (contrasto) e un aumento delle somiglianze intracategoriali (assimilazione). La
categorizzazione degli stimoli della percezione è un principio organizzativo della conoscenza degli oggetti
che spesso modifica i dati della realtà.

ESPERIMENTI SUI GRUPPI MINIMI  La categorizzazione sociale è una condizione sufficiente per la
manifestazione della discriminazione intergruppi?
Gli studi sul comportamento discriminatorio fra i gruppi:

 Sherif  teoria del conflitto realistico tra i gruppi


 Rabbie e Horwitz  i gruppi sono caratterizzati dalla percezione dei membri di condividere lo
stesso destino
 Tajfel, Biling, Bundy, Flament  paradigma sperimentale dei gruppi minimi  la semplice
categorizzazione in gruppi, in assenza di conflitti di interessi o di destino comune, può stimolare
favoritismo verso l’ingroup?
1) Compito sperimentale: distribuzione di risorse mediante matrici, strutturate in modo tale per cui
ad una certa somma per il membro dell’ingroup ne corrisponde un’altra per il membro
dell’outgroup.
2) Esempio di matrice utilizzata da Tajfel

KLEE 25 23 21 19 17 15 13 11 9 7 5 3 1
KANDINSKY 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7

Condizioni sperimentali:

1) Distribuzione risorse tra 2 membri dell’ingroup


2) Distribuzione risorse/penalità tra 2 membri dell’outgroup
3) Distribuzione risorse/penalità tra 1 membro dell’ingroup e 1 membro dell’outgroup
Strategie di scelta possibili:

1) Massimo profitto comune


2) Massimo profitto per il gruppo di appartenenza
3) Massima differenza a favore del gruppo di appartenenza
4) Equità

Risultati:

1) Preponderanza di scelte di massimo profitto e soprattutto di massima differenza a favore


dell’ingroup
2) Rilevanza della scelta di equità

Conclusione  la categorizzazione sociale di per sé è sufficiente per produrre discriminazione intergruppi.

I GRUPPI COME FONTE DI Identità SOCIALE per la discriminazione intergruppi sono necessarie 2
condizioni:

1) Categorizzazione sociale
2) La rilevanza per l’immagine di sé dell’appartenenza al gruppo

Confronto tra gruppi  importanza dell’ingroup   immagine di sé positiva

Teoria dell’identità sociale  teoria motivazionale sui processi psicosociali alla base delle relazioni
intergruppi.

30/03

QUINTO SEMINARIO – Moscovici

1) Rappresentazioni sociali
2) Influenza sociale

LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI contributi più significativi della psicologia sociale europea è costituito
dalla teoria delle rappresentazioni sociali. Moscovicì impostò La sua elaborazione teorica sulla nozione di
“rappresentazioni collettive” di Durkheim: i fatti sociali non possono essere spiegati in termini psicologici.

LA NOZIONE  l'elaborazione, che è un gruppo, una comunità o di un oggetto sociale, in modo da


permettere ai propri membri di comportarsi, di comunicare in modo comprensibile. Specificità  le
presentazioni sociali riguardano in modo specifico di esprimere le conoscenze in una società o in gruppi che
la compongono. Stabilità e flessibilità  Le rappresentazioni sociali Danno corpo alle idee e incarnandole
in esperienze di interazioni nel presente.
I PROCESSI GENERATORI  i processi alla base delle rappresentazioni sociali sono:

 Oggettivazione  permette di incorporare nel nostro mondo rappresentazionale un fatto che non
ci è familiare e che ci crea ansia e incertezza. L’oggettivazione può esprimersi attraverso due
processi: la personificazione ossia l’associazione di idee scientifiche e teorie con una personalità
spicco e la figurazione ossia le metafore che sostituiscono nozioni complesse;
 Ancoraggio  da consistenza materiale alle idee traducendo in immagini i concetti astratti.

Queste hanno due funzioni:

1) Servono a dare sostanza ad una comprensione della realtà condivisa dai gruppi. Funzioni sociali del
senso comune  Moscovicì identifica tre ipotesi: ipotesi dell’interesse, ipotesi dell’equilibrio,
ipotesi del controllo.
2) Servono a familiarizzare ciò che è estraneo e a controllare in comportamento.

SISTEMI DI COMUNICAZIONE  le rappresentazioni sociali si modificano quando sono presentate in modo


diverso da sistemi diversi di comunicazione. Moscovicì studiò come 3 settori di stampa francese
presentavano alla fine degli anni ’50 la psicanalisi:

1) Diffusione: metodo di comunicazione della stampa indipendente


2) Propagazione: metodo di comunicazione della stampa cattolica
3) Propaganda: metodo di comunicazione della stampa comunista

Secondo Moscovicì, le rappresentazioni possono essere espresse sotto altre forme:

 Opinione
 Atteggiamento
 Stereotipi

INFLUENZA SOCIALE  LA CRITICA AL MODELLO FUNZIONALISTA


Moscovicì afferma che ci sono 5 proposizioni alla base del modello funzionalista dell’influenza sociale:

1) L’influenza sociale è distribuita in modo disuguale e viene esercitata secondo una modalità
unilaterale
2) La funzione dell’influenza sociale è quella di mantenere e rinforzare il controllo sociale
3) Le relazioni di dipendenza determinano la direzione e la rilevanza dell’influenza sociale esercitata in
un gruppo
4) Il consenso che l’influenza è tesa a raggiungere è basato sulla norma dell’obiettività
5) Tutti i processi sono visti nella prospettiva del conformismo

MODELLO GENETICO DELL’INFLUENZA SOCIALE  secondo il modello genetico tutti i membri di un gruppo
sono sia portatori sia bersagli di influenza; l’influenza, quindi, non è necessariamente asimmetrica e non è
solo funzionale al conformismo ma anche all’innovazione.

Antagonismo  conflitto maggioranza-minoranza   negoziazione interindividuale o intergruppi.


Con negoziato  ogni partner ha la possibilità di proporre il proprio sistema di riferimento accettando o
rifiutando quello dell’altro

La fonte di influenza  non è fondata su relazione di potere ma ha sede nei significati che emergono dalle
interazioni dei soggetti minoritari. La minoranza adotta due stili di comportamento dell’interazione:
consistenza diacronica e consistenza sincronica. Stile di negoziato adottato dalla minoranza: rigidità e
flessibilità. Esempio -> esperimenti di Mugny e Papastamou.

Perché LO STILE FLESSIBILE è Più EFFICACE DELLO STILE RIGIDO?

Posizione rigida  conflitto  strategie di riduzione del conflitto  screditare la minoranza.

Le minoranze vengono screditate attraverso:

1) L’attribuzione di un errore sistematico


2) La naturalizzazione: biologizzazione, psicologizzazione, sociologizzazione.

COMPIACENZA E CONFRONTO vs CONVERSIONE E CONVALIDA  Influenza maggioritaria porta a


compiacenza o condiscendenza. Influenza minoritaria porta a conversione.

Esperimento dell’after-effect di Moscovicì e Personnaz:

1) Prima fase: 5 prove in cui coppie di individui danno risposte in privato


2) Seconda fase: 15 prove in cui le risposte sono date a voce alta
3) Terza fase: 15 prove in cui danno risposte in privato
4) Quarta fase: il soggetto risposte ad un’altra seduta di 5 prove

Di fronte a una maggioranza: confronto sociale con la fonte. I processi di influenza minoritaria richiedono
convalida della posizione innovativa. L’influenza minoritaria si manifesta a distanza di tempo o in forma
indiretta.

Teoria del confronto sociale di Festinger: noi abbiamo una motivazione universale a valutare le nostre
capacità. Questa valutazione avviene attraverso il confronto con gli altri simili a noi negli attributi che sono
in relazione alle capacità che vogliamo valutare

Il secondo termine di confronto sono individui simili a noi o immediatamente superiori. “Confrontarsi con
gli altri non è mai un processo emotivamente neutro, quindi non posso confrontarmi con altri che sono
eccessivamente superiori” (Festinger)

Può succedere che noi facciamo un confronto con individui con qualità inferiori, ma questo avviene solo a
scopo protettivo. Sentiamo una minaccia al nostro livello di autostima e vogliamo difenderlo (->studi sulla
salute mostrano che confronti verso il basso sono fatti da pazienti con gravi patologie)

Il confronto è importante perché aiuta il soggetto non solo a conoscere le capacità e migliorare ciò che è in
grado di produrre con quelle capacità (la prestazione).

-->Studio di Seta del 1982 su un compito di pressione di pulsanti: se affianchiamo due soggetti e uno dei
due è leggermente più veloce dell’altro porterà quello “più lento” ad aumentare i suoi tempi di pressione
del pulsate.
Il processo di confronto sociale è l’unico in grado di rispondere al processo di autovalutazione? Confronti
temporali: noi possiamo costruire un percorso di autodefinizione quando confrontiamo noi stessi con noi
stessi su una dimensione temporale. Ricerche che dimostrano come questi meccanismi siano fortemente
incisivi per i percorsi di autovalutazione:

-ci sono delle fasi della vita in cui tendiamo a fare in maniera preferenziale questi confronti (ad 8 anni e
dopo i 65 anni per autodefinirsi di fanno confronti temporali; mentre nel periodo intermedio si predilige un
sistema di confronto sociale)

Brown: il confronto sociale è possibile solo all’interno del gruppo. Se mi devo confrontare con altri simili a
me posso farlo solo con altri membri del mio gruppo, perché hanno tratti simili ai miei sudi dimostrano
che questo è falso

Festinger: questi processi di confronto sociale sono generali e intenzionali

-->ricerche mostrano che questi processi sono automatici, quindi non intenzionali. La consapevolezza scatta
solo quando riteniamo che tali confronti siano poco produttivi

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