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p cerca di portare avanti l’approccio del funzionalismo durkheimiano.

quando riflette ed
elabora le sue categorie ha davanti la società degli usa. nasce come studioso del contesto
americano . considerazioni generali sul funzionalismo.

STRUTTURAL FUNZIONALISMO.
Con Durkheim abbiamo già usato l’espressione funzionalismo (con la religione e più in
generale in un approccio funzionalista noi enfatizziamo il fatto che la società ha dei bisogni.
la societa ha delle necessità alle quali qualcuno deve provvedere. Questo qualcuno sono le
strutture sociali.

struttural funzionalismo: la società ha delle necessità in particolare quella di essere in


equilibrio, avere un certo ordine al suo interno e per rispondere a questo bisogno ognuno ha
la sua parte. Le forze dell’ordine, la politica, le imprese, ogni struttura sociale assorbe a una
funzione specifica. Non tutte rispondono allo stesso bisogno perché ci sono più bisogni
sociali. Funzionalismo sta a significare questo duplice aspetto.

Un approccio di questo genere è olista, macrosociologico, che dà più importanza al tutto


rispetto alle parti e cerca di capire come le parti servono, portano un beneficio alla
collettività. Questa è la premessa generale che si può fare sul funzionalismo.

pag 24 definizione di funzionalismo: “l’analisi dei fenomeni culturali e sociali nei termini
delle funzioni che si svolgono in un sistema socio culturale, un insieme di parti interconnesse
dove solo le parti attivamente funzionali possono essere inserite nell’insieme”.

Nel funzionalismo la società è concepita come un insieme di parti interconnesse in cui


nessuna parte può essere isolata dalle altre. Ogni mutamento di una delle parti è
considerato causa di un certo grado di squilibrio che può causare una modifica degli
equilibri. Questa parte della def aggiunge che non si tratta di uno schema fisso. Qua viene
introdotto il concetto di mutamento.

altre parti del sistema sociale producono una reazione per ritornare a un certo grado di
equilibrio. Il funzionalismo concepisce la società come un sistema che si autocorregge dal
suo interno.

Nel momento stesso in cui nel nostro corpo vi è una ferita, la situazione di equilibrio in cui
era il nostro corpo viene alterata. Succede che arriveranno da altre parti del corpo degli
attori degli agenti che cercheranno di tamponare la ferita. Quello che avviene nel corpo
umano avviene analogamente anche nel corpo sociale

esempio nel libro: di un aeroporto. Lo potremmo interpretare come un sistema sociale in cui
ci sono delle parti che lo compongono. Tutte queste parti sono collegate tra loro. Ognuno
svolge il suo ruolo per il funzionamento totale, ma se una delle parti non assolve alla propria
funzione, tutte le altre parti devono cercare una soluzione per riportare l'equilibrio. La
disfunzione viene sanata.

3 TRATTI DEL FUNZIONALISMO

1. generale interrelazione tra le parti


2. esistenza di uno stato di equilibrio
3. Capacità di riorganizzarsi di fronte a uno squilibrio

Dal punto di vista sociopolitico, esempio di situazione in cui si genera un disequilibrio. Eventi
inattesi e imprevedibili come pandemia, colpo di stato, crisi economica che portano a uno
shock del sistema sociale. La riorganizzazione della vita sociale non è semplice e indolore. è
necessario un riadattamento dei compiti e funzioni sociali. Più il cambiamento è radicale, più
la ricostruzione è dolorosa.
•Funzionalista:la sociologia deve individuare le funzioni fondamentali di ogni forma sociale
al di là delle diverse forme con cui vengono concretizzate.

•Struttural-funzionalista: queste funzioni sono messe in atto da strutture e processi


concreti. Cioè vi sono strutture sociali (Stato, famiglia, scuola) che svolgono le loro funzioni

in modo da dare stabilità al sistema sociale.


tentativo di riorganizzarsi e ritrovare un equilibrio della società dopo le 3 grandi rivoluzioni.

TALCOTT PARSONS
Studia negli usa e in Europa. Da una parte è legato al mondo statunitense ma dall’altro parte
pone le sue basi nella tradizione culturale europea. Malinowski antropologo culturale che
conosce. Corrente funzionalista vi è anche negli studi di antropologia culturale.

Il suo percorso intellettuale può essere suddiviso in 3 fasi:


1. Parsons cerca di elaborare una sua interpretazione dell’agire dell’azione sociale
che vada oltre Weber. Parsons opera un grande tentativo di sintesi. è il primo dei
contemporanei e l’ultimo dei classici perché dialoga profondamente con i due grandi
riferimenti della sociologia (Weber e Durkheim) ma inaugura una nuova stagione,
cerca di andare oltre.
2. fase della maturità. Con l'opera “il sistema sociale” si passa dall’azione sociale al
sistema sociale. Progressivamente Parsons si allontana da Weber e si avvicina a
Durkheim. L'individuo si integra nella società mediante l’interiorizzazione dei valori
sociali
3. dal 66 agli anni successivi. “sistemi di società" in cui Parsons lega la sua visione
funzionalista anche a concezioni di tipo? non ci occuperemo di questa terza fase. Il
modello di evoluzione sociale si basa sul concetto di differenziazione funzionale

Parsons è conosciuto anche per essere un autore che ricerca una sorta di grande teoria,
una teoria generale della società non si limita a usare alcuni aspetti specifici della società,
ma partendo da questo e da una analisi del presente cerca di arrivare a una teoria generale.
Anche in questo è simile a durkheim parte da un caso specifico ma ha l'ambizione di arrivare
a teorie generali.

è un punto di forza di Parsons ma anche un limite. perché ritiene che le scienze sociali
possano arrivare a una conoscenza profonda e ampia della realtà. è l’ambizione di P anche
il suo limite, dicono alcuni critici.
Perché la ricerca di una grande teoria può essere un limite? in questa ricerca di una teoria
generale, rischiamo di semplificare eccessivamente la realtà, di dare un'immagine ridotta,
troppo generale e generica della realtà rischiamo di costringere la realtà dentro le maglie del
nostro pensiero. Di questo limite è consapevole un allievo di Parsons, si chiama Merton.
cerca di ricondurre la finalità della sociologia ad ambizioni più circoscritte e limitate.

concetto di azione sociale. vedi p. 34


LA STRUTTURA DELL’AZIONE SOCIALE (1937)

Il concetto di azione sociale nelle sue parti fondamentali:


1. attore (colui che agisce)
2. fine (motivo dell’azione perseguito nell’azione)
3. situazione (in cui l’azione avviene)
mezzi (elementi che l’attore può controllare e di cui fa uso, come i mezzi economici,
intellettuali etc) e condizioni/vincoli (elementi che l’attore non controlla, esterni
all'individuo ma di cui deve tenere per forza conto, anche se essi oppongono
resistenza alla nostra azione. I vincoli sono gli elementi più duri, che oppongono
resistenza, per esempio il tempo a disposizione.)
4. standard o orientamento normativo (ovvero delle regole, dei passaggi, o delle strade
che dobbiamo seguire per raggiungere tale fine, es percorso universitario per la
laurea) c’è una sorta di percorso già predefinito. es per giungere alla laurea
dobbiamo superare gli esami

Parsons parte da Weber mettendo in centro l’azione sociale, ma rispetto a Weber l’individuo
è più vincolato in generale rispetto a quanto non avvenga in weber. l’attenzione era molto
incentrata sull'individuo e su ciò che sta dentro l’individuo. in questo caso parliamo d’azione
ma parliamo anche di ciò che sta fuori dall’individuo.

Parsons cerca di individuare delle modalità tipiche attraverso le quali l’azione individuale
deve confrontarsi. Parsons le chiama variabili strutturali. Parsons vuole individuare delle
modalità tipiche secondo le quali si svolgono le azioni sociali.

es quando parlavamo di durkheim distinguevano tra solidarietà meccanica e organica, quelle


erano due modalità tipiche di rapportarsi agli altri. noi possiamo utilizzare quella categoria
durkheimiana per ricondurre la singola azione ad un caso piuttosto che all’altro. Parsons
rende più complesso il meccanismo.

Individua 5 variabili strutturali.


Quando noi agiamo dobbiamo scegliere se lasciarci ispirare da un modo piuttosto che un
altro di agire, una sorta di dicotomia d’azione

1. ASCRIZIONE E ACQUISIZIONE significa che quando noi agiamo possiamo


rapportarci agli altri o in riferimento a delle qualità intrinseche a loro oppure possiamo
rapportarci agli altri in base a ciò che gli altri hanno fatto o possono fare.
es. i datori di lavoro fanno assunzioni valutando i candidati a partire dal lavoro che
hanno fatto nel passato e non in base e colore della pelle quindi si basano
sull'Acquisizione e non sulla Ascrizione
oppure rapporto tra genitore e figlio, le cose si invertono: non teniamo conto di ciò
che il figlio ha fatto o può fare nel futuro (Acquisizione), ma teniamo conto del vincolo
ascrittivo, cioè del fatto che lui è tuo figlio. La scelta tra le due possibilità non è
prestabilita. Dipende dal contesto e dal tipo di relazione di cui stiamo parlando. Ma
noi possiamo anche trattare nostro figlio in termini acquisitivi e in questo caso il
rapporto sarà improntato alla pretesa,aspettativa, performance

2. DIFFUSIONE/SPECIFICITÀ
ovvero le relazioni possano essere date da un particolare contesto professionale e
limitato a quella(specificità) oppure relazioni più emotive e meno limitate al singolo
argomento, mi relaziono con qualcuno che ammiro e di cui mi fido(Diffusione)

3. dicotomia AFFETTIVITÀ/NEUTRALITÀ
ovvero azione guidata da un preciso contesto neutrale e non legata da un sentimento
personale(Neutrali, es. ambiente di lavoro) oppure l’azione affettiva e sentimentale
legata alle relazioni familiari o di amicizia.

4. PARTICOLARISMO/UNIVERSALISMO. Universalismo è l’atteggiamento, è il tipo di


azione che dovrebbe avere un insegnante nei confronti dei suoi studenti. Tutti trattati
allo stesso modo senza favoritismi. Mentre un genitore ha un atteggiamento
particolarista verso il figlio. Oppure esempio della politica. fare leggi che recano
vantaggi solo al gruppo di appartenenza oppure fare leggi secondo universalismo

5. COLLETTIVITÀ/INDIVIDUO quando ci rapportiamo agli altri, dobbiamo decidere se


per interesse collettivo o individuale. es in economia è la sfera dell’agire individuale
(prevale la nostra finalità di accumulo individuale di ricchezze). Nella sfera pubblica e
anche nella vita politica oppure invece prevale quella della collettività, dove l’azione
dell’individuo si fa carico di una collettività, decidendo non solo per se stesso.

Le variabili strutturali secondo parsons sono valide. secondo parsons non ci sono sentieri
infiniti, ma ci sono sentieri predefiniti. Questa assomiglia alle classificazioni fatte da weber
weber guarda dentro il soggetto, parsons guarda attorno al soggetto che agisce.

Passaggio dal parsons dell’azione sociale al parsons del sistema sociale 1951
Più va avanti, più sottolinea ed enfatizza l’importanza di fattori esterni all'individuo che lo
condizionano. più va avanti, più lascia un po sullo sfondo weber e diventa sempre piu
durkheimiano.
Parsons introduce e teorizza il concetto di sistema sociale.
La società presa come insieme può essere vista come un sistema fatto da parti
interconnesse. Parsons individua dei sottosistemi.
Parsons passa dall’analisi del singolo atto elementare di un individuo, ad un piano più
astratto e generale che riguarda i modelli che sono alla base di tutte le azioni che gli
individui compiono nella società.
L’individuo non agisce come se fosse da solo a decidere, ma si inserisce in una fitta trama
di relazioni e ruoli sociali.
I ruoli sociali sono modelli di comportamento ripetuto che sono regolati da norme e sono
legati ad aspettative. L’insieme dei ruoli interconnessi si chiama sistema sociale

I livelli di sistema nella teoria di parsons:


1. il sistema culturale. Ogni società ruota attorno a dei valori di riferimento. ogni
società secondo p può far conto a una sorta di scorta da cui attingere, dei punti di
riferimento che tengano insieme la società. Tali punti di riferimento possono
cambiare nel tempo e in base all’epoca/contesto
(frase del discorso di insediamento di Kennedy)

2. il sistema sociale vuol dire che noi non viviamo solo in un mondo immateriale, ma
viviamo in un mondo fatto di ruoli interconnessi fra di loro. Quando noi viviamo in
società, ricopriamo dei ruoli per gli altri e gli altri ricoprono dei ruoli per noi. noi
vediamo non solo l'individuo nella sua specificità ma vediamo il suo ruolo, a volte
anche in maniera preponderante.

che vantaggio ha il fatto che la società sia strutturata attraverso dei ruoli? dal punto
di vista dell'individuo potrebbe essere irritante e riduttivo, ma ci sono anche dei
benefici,

l’individuo si sente parte di una società, ci si può identificare. società strutturata


attraverso i ruoli semplifica la vita. noi abbiamo anche delle aspettative

3. sistema della personalità. Dietro e dopo a tutto questo c’è la persona. non solo le
società ma anche gli individui hanno dei bisogni.
4. sistema dell’organismo parsons lega la persona anche alla sua dimensione
biologica. C’è una componente biologica che è significativa (gli individui non hanno
soltanto una dimensione intellettiva)
ciò significa che ogni società si organizza attraverso queste 4 dimensioni,

P riconosce l’esistenza di questa stratificazione sociale, analogamente a durkheim, p non è


particolarmente guidato da assunzioni di tipo economico, riconosce uno spazio significativo
alla sfera economica ma la sua analisi è più sociale. il sistema sociale è fatto attraverso
l’interconnessione di ruoli.

Nel manuale a pag 32, si porta una sintesi: il sistema culturale è fatto di valori, il
sistema ..sisitema dell’organismo aggiunge il fatto che gli individui hanno anche una
dotazione biologica. non hanno solo la dimensione intellettiva.

Eravamo partiti dicendo che la società in un approccio funzionalista ha dei bisogni, e le


strutture sociali hanno la funzione di rispondere a questi bisogni.

quali sono le parti della società che ad essi cercano di rispondere?

lez 11 16/10/21

Processo funzionalista nell’integrazione europea

Funzionalismo – DIZionario dell'Integrazione Europea 1950-2017

Contestualizzando ciò che stiamo studiando: tali formulazioni e pensieri sociologici non
si formano in un vuoto, sono anzi pesantemente influenzate dalla loro società corrente
La società è un sistema composta di parti che Parsons chiama sottosistemi.

1951 anno di pubblicazione del sistema sociale.

Se dovessimo tracciare un profilo del contesto in cui parons vive, negli usa: il boom
economico. I paesi escono dalla 2 gm e guardano al futuro. Gli Usa sul fronte internazionale
si stanno ritagliando sempre di più un ruolo guida. Oltre a questo dal punto di vista interno,
la società americana di quegli anni è relativamente in equilibrio. Apparentemente era
possibile costruire una nazione all’interno di un destino comune. è una società in cui tutto
sommato dal punto di vista culturale, etico e religioso c’è una certa coesione sociale.
Permeata ancora dai valori tradizionali, ma già in quegli anni covavano tutta una serie di
problematiche che di lì a poco sarebbero scoppiate.
Oppure tema delle discriminazione, o della crepa all’interno del modello borghese di famiglia
tradizionale. Questa società trova un riflesso nelle tesi funzionaliste di parsons che avranno
un largo credito nella cultura americana fino alla fine degli anni 60 e inizio anni 70 perche
quello è lo spartiacque in cui anche la società americana dell’epoca si accorge delle tensioni
che covavano al suo interno. il tema del conflitto sociale acquisice..

le tesi del funzionalismo iniziano ad essere messe in discussione.

Strumento concettuale fondamentale del funzionalismo di parsons, il SISTEMA A.G.I.L.


Acronimo costituito dalle iniziali di 4 elementi fondamentali.

Ogni sistema sociale (non solo la società presa nel suo complesso ma anche le singole parti
della società, le singole istituzioni, es. si può studiare come sistema sociale la famiglia, una
scuola, un'azienda.

Sia società macro sia le singole istituzioni

Parsons osserva che se noi analizziamo un'istituzione sociale come sistema, vediamo che
ogni sistema sociale ha dei bisogni ai quali cerca di assolvere.
Ogni sistema sociale ha dei bisogni ai quali deve assolvere

Parsons come durkheim è lontano da una teoria utilitaristica dell’essere umano. è lontano
dal modello antropologico portato avanti dall’economia classica.

Qual è il modello antropologico, che l’essere umano cerca, persegue, il soddisfacimento dei
propri interessi, che il fine ultimo dell’agire è l’utilità individuale. gli esseri umani si
rapportano agli altri tenendo conto di questo postulato iniziale. l’individuo persegue la propria
utilità individuale (Homo economicus). il singolo individuo e la società, nasce dall’interazione
di questi individui che ricercano la loro libertà individuale.

Durkheim e Parsons non accettano questo punto di partenza, questo modello antropologico.
perche? perché la società come nasce per durkheim . scatta la dimensione sociale quando
gli individui sono capaci di trascendere se stessi e andare oltre il soddisfacimento dei propri
bisogni. la società nasce quando gli uomini hanno la capacità di mettere al centro della loro
azione la cooperazione con gli altri, il condividere con altri il tentativo di rispondere a dei
bisogni sociali. parsons ci fornisce una spiegazione della genesi della società simile a quella
di Durkheim

Ogni sistema sociale ha 4 funzioni, per sopravvivere e mantenersi

A. adattamento è la prima funzione (il sistema ha bisogno di reperire nell’ambiente


circostante le risorse necessarie al suo mantenimento e le distribuisce a ogni sua
parte es. l’università deve reperire i finanziamenti
G. Raggiungimento degli scopi (goal). Il sistema si prefigge degli scopi stabilendo un
ordine di priorità e mobilita le risorse per raggiungere questi scipi
l’uni ha come scopo quello di offrire agli studenti dei servizi educativi che consenta agli
studenti l’obiettivo del titolo per il quale studiano. il sistema deve fare anche un ordine di
priorità
I. Funzione di integrazione. devono esserci delle norme comuni condivise. Il sistema ha
bisogno che le relazioni tra i diversi sottosistemi siano coordinate e regolate. es è necessario
un certo numero di crediti per arrivare alla laurea, tutto ciò deve essere normativamente
deciso
L. funzione del mantenimento del modello latente. Parsons dice che ogni sistema ha
bisogno che le parti del sistema siano adeguatamente e sufficientemente motivate a
svolgere il proprio ruolo all’interno del sistema. è necessario che i docenti siano convinti e
cerchino di offrire agli studenti una didattica di qualità. è necessario che gli studenti abbiano
le motivazioni adeguate per seguire le loro finalità. è necessario che l'uni promuova una
certa etica nella vita accademica. rivedere questa ultima funzione intervento

Esempio oppure della famiglia, che cerca risorse e gli dà delle priorità, poi ha bisogno di
regole e c’è un modello di riferimento. modello culturale

A queste funzioni corrispondono dei sottosistemi specifici. In particolare la funzione di


adattamento è quella specifica delle istituzioni economiche. Producono ricchezza
all’interno della società. Si rapportano con l’ambiente per produrre ricchezza. Per quanto
riguarda il fissare scopi o fini e stabilire gerarchie questo è specifico del sottosistema
politico. è la politica che nella società stabilisce le priorità più importanti.

Le istituzioni giuridiche sono un altro sottosistema. sottosistema giuridico (per la funzione


di integrazione)
Mantenimento del modello latente. Parsons fa riferimento a quelle istituzioni familiari
educative e religiose che hanno la funzione dal punto di vista di parsons di socializzare gli
individui, di formarli e renderli individui partecipi di una cultura condivisa.

Parsons guarda queste istituzioni, questi sottosistemi dal punto di vista della funzione
positiva, li osserva con una lente positiva, ma ciò non toglie che queste stesse istituzioni
possano avere un aspetto disfunzionale. Merton, principale continuatore del funzionalismo
che parte studiando con parsons, metterà in luce questi aspetti disfunzionali che in parsons
rimangono un po sullo sfondo. (i sottosistemi possono essere invasi dalla sfera
propagandistica)
se leggiamo questo schema nell’ottica del tipo ideale weberiano. se guardiamo alla società e
ai sottosistemi sociali cosi come li delimita parsons, ricordiamo che p ha la pretesa di
elaborare una teoria generale della società, che valga un po in ogni società.

esempio detto in classe dell’urss economia dipendeva direttamente dal sottosistema politico,
cosi come il diritto e anche la dimensione del modello latente. fortemente soggiogata a chi
deteneva il potere politico. Quindi questa differenziazione funzionale pecca di una visione
prettamente statunitense, non andando oltre la cortina di ferro e notando le diverse
dipendenze dei sottosistemi negli ordinamenti sovietici e socialisti.

Oggi quali sono le dinamiche che mettono in discussione questo modello?


Ruolo politico che possono avere delle grandi corporation che superano il bilancio di molti
paesi e stati del mondo. Questo enorme potere economico non può non esercitare una
influenza sul potere politico, nel mondo contemporaneo le vediamo meno distinte ma un po
'più intrecciate tra di loro.

oppure esempio in cui la L nel mondo contemporaneo tende a prevaricare sugli altri? es.
sulla teocrazia in cui la dimensione culturale sussume tutta la vita economica e giuridica.
dimensione molto importante e interessante.

SISTEMA SOCIALE
Quali processi garantiscono la stabilità di una società nel tempo?

Il sistema sociale è un insieme integrato di ruoli e funziona perchè gli individui hanno
interiorizzato le credenze alla base delle aspettative sociali tipiche dei ruoli che coprono.

Il RUOLO SOCIALE, caratteristiche.


Il ruolo sociale rende la vita delle persone più strutturata, la incasellano secondo schemi
predefiniti. Il ruolo è comunque indipendente dalla persona (ad esempio il ruolo di studente
non coincide con lo studente che lo ricopre)

Le aspettative di ruolo sono il risultato del processo di istituzionalizzazione

IL PROCESSO DI INTERIORIZZAZIONE/SOCIALIZZAZIONE
processo di interiorizzazione.
Da una parte riprende Durkheim, ma riprende anche Freud. il modello del super io che
dall’esterno influisce sulla identità individuale. direttive normative che pian piano dal di fuori
ci indirizzano in una certa strada.
processo di socializzazione
La coscienze collettiva (valori esterni al singolo) di Durkheim viene interiorizzata attraverso
processi di socializzazione
I processi di socializzazione ci accompagnano per tutta la nostra vita da quando siamo
bambini fino alla vecchiaia

Tanto più i valori sociali saranno interiorizzati, tanto più l’individuo agirà- in modo
inconsapevole- sulla base delle aspettative di ruolo che ha fatto proprie.
La dimensione del CONTROLLO SOCIALE. Entra in ballo un tema che nel funzionalismo
parsonsiano rimane un po 'sullo sfondo. chi non si inserisce pacificamente nella società in
cui vive, chi trasgredisce il valore latente, bisogna dare una certa importanza al controllo
sociale. il sistema sociale non può permettere un eccesso di devianza,che metterebbe in
discussione tutto il sistema sociale. Scattano quindi le conseguenze per chi non accetta il
modello culturale di riferimento che possono essere sia sociali oppure anche formalizzati es
ruolo della polizia o forze dell’ordine o dei tribunali

BREVI CONCLUSIONI SU PARSONS


Alcuni studiosi, in particolare uno ha coniato questa espressione. Parsons sostiene una
immagine di individuo ultra socializzato. L'idea di un individuo iposociolazzato che
persegue il proprio utile autonomamente. è come un cavaliere solitario che va avanti
cercando di seguire le proprie finalità invece abbiamo un individuo ultra socializzato.
l’individuo in quanto tale rischia di perdersi. il sistema prevale sugli individui. l'individuo è
funzionale al sistema in cui vive.
altra questione, quella del cambiamento sociale. in un approccio rigidamente funzionalista,
non è facile pensare il cambiamento sociale. non è facile teorizzarlo, se non limitato,
circoscritto, graduale. perché la latenza tiene ferma la struttura sociale. da questo punto di
vista, si può dire che il funzionalismo abbia una visione conservativa della vita
sociale,benché parsons non fosse un cosnervatore in senso politico.
la visione di parsons della società non lascia spazio a grandi cambiamenti radicali nella vita
sociale.

Lo schema A.G.I.L. è stato utilizzato in molte ricerche empiriche successive.

ma il funzionalismo non è solo parsons


un ruolo importante, dal nostro punto di vista specifico di uomini del 21 sec. l’autore che
vediamo mantiene una attualità sul presente ancora più significativa di quella di parsons

ROBERT K MERTON (1919-2003)


Studioso all’interno dell’approccio funzionalista parsonsiano. piano piano sviluppa un
percorso intellettuale che lo aiuta a correggere e integrare il funzionalismo, a dare una
lettura a questo approccio capace di comprendere meglio la società contemporanea. Lettura
meno rigida di questo paradigma. Merton è il ripensamento del funzionalismo

partiamo dal metodo

Merton rifugge da due estremi


1. Empirismo. ritiene che lo scopo della sociologia non sia lo svolgimento di una serie
di ricerche empiriche specifiche settoriali con finalità pratiche o utilitarie come
facevano alcuni suoi colleghi. Se in europa la sociologia era una sociologia molto
teorica e vicina alla filosofia sociale, negli Usa la sociologia è sempre stata molto
empirica in cui il confine tra sociologia e ricerca di mercato era abbastanza sottile. la
sociologia aveva una finalità pragmatica. Ma Merton ritiene che la sociologia non
deve solo svolgere ricerche commissionate per finalità di mercato o specifiche, la
ricerca empirica è importante sì ma non esaurisce lo spazio della sociologia. Deve
andare al di là della singola ricerca empirica. La sociologia deve essere capace di
astrarre e generalizzare, al di là del singolo settore
2. Grande Teoria. ma non bisogna arrivare ad una teoria tanto generale che rischia di
ridurre e semplificare la realtà

Egli cerca una via di mezzo, UNA TEORIA A MEDIO RAGGIO

su che basi Merton ripensa il funzionalismo

1. è giusto parlare di funzione sociale delle istituzioni a è doveroso anche di


disfunzioni di certe istituzioni sociali, in generale.
nel libro ci sono i due esempi di burocrazie e matrimonio
la burocrazia può avere una disfunzione quando diventa gabbia d’acciaio o cecità
rispetto alle mansioni. Quando diventa una coperta troppo rigida per chi ne fa parte
il matrimonio ha una funzione sociale
2. distinzione tra funzioni manifeste e funzioni latenti. in parsons abbiamo parlato
solo di funzioni manifesto.
che differenza c’è tra funzioni manifeste e funzioni latenti.
quelle manifesto sono previste , attese , prevedibili.
le funzioni latenti sono inizialmente non visibili e sono neanche intenzionali (aspetti
inintenzionali della azioni sociali e delle istituzioni).
Per esempio una istituzione religiosa, nei termini durkheimiani e parsonsiani può
avere una funzione manifesta (una funzione sociale) che va verso l'integrazione
sociale, Merton vede però in tale appartenenza anche un possibile isolamento
rispetto alla vita sociale e alle interpretazioni di essa.
Le istituzioni hanno sempre degli effetti imprevisti ed imprevedibili.
3. concetto di alternative funzionali. merton osserva che possono essere diversi i
soggetti che assolvono la stessa funzione nella vita sociale. certe istituzioni che
hanno una funzione nella vita sociale possono essere sostituite da altre istituzioni
che hanno un equivalente funzionale. l’uni negli stati uniti dell’epoca ha una funzione
sociale. ma questa funzione può essere assolta in varie modalità. es. studiare negli
usa è molto costoso. questo fa sì che non tutti possano accedere agli studi
universitari. sono nati dei corsi di formazione parauniversitari che garantivano dei
corsi ma non erano uni. erano delle alternative funzionali. C'erano altri soggetti, che
avevano una sorta di alternativa funzionale, sorta di equivalente funzionale. es alcuni
anni fa vi era il cepu. oppure equivalente funzionale delle religioni nelle religioni civili.
4. teoria della devianza. merton dà molto più spazio alla deviazione rispetto a parsons.
Merton elabora una teoria della devianza molto importante, che riflette e descrive
molto bene anche la società americana di quegli anni. Merton si chiede come mai la
devianza è un fenomeno in crescita nella società americana che lui studia. si crea
sempre di più, e sempre piu evidente una distinzione tra mete culturali e mezzi a
disposizione. la società americana ci mette davanti dei modelli sempre più ambiziosi
e dall’altra non abbiamo a disposizione i mezzi necessari per raggiungere questi
modelli. e questo può generare devianza sociale. esempio: c’è una discrepanza
fondamentale tra cio che le tv satellitari promettono e i mezzi concretamente a
disposizione
in sintesi diciamo che da parson a merton si aprono spazi che prima erano più grigie della
società (si parla di zone grigie dall’equilibrio sociale). il tema dell'ordine sociale dà spazio al
tema del conflitto sociale. sfera che acquisisce uno spazio sempre più significativo e
rilevante

TEORIE SOCIALI DEL CONFLITTO CHE SI PONGONO COME ALTERNATIVA


ALL’APPROCCIO FUNZIONALISTA

lez 12 18/10/21

(vedi cap. 3 di R.A. Wallace, A.Wolf, La teoria sociologia contemporanea)

teoria del conflitto, sotto la quale vanno una serie di studi, prospettive portate avanti da
autori diversi a differenza del funzionalismo o del marxismo, o del positivismo, la teoria del
conflitto vede diversi autori come protagonisti

dahrendorf pier bourdier o randall collins presidente dell'associazione americana di


sociologia.

Riflessione sul conflitto. tema fondamentale per lo studio delle relazioni internazionali. la
disciplina delle relazioni internazionali nasce e si istituzionalizza già dagli anni 20 e 30 del
900 per essere un approccio che studia come evitare i conflitti. Come evitare i conflitti
internazionali. nasce con questa preoccupazione. è possibile un ordine internazionale ma
sopratutto che cosa ci consente di tenere sotto controllo i potenziali conflitti. Si era usciti
dalla 1 GM e il conflitto era qualcosa di ben evidente e presente davanti agli occhi. tentativi
di creare delle organizzazioni internazionali come le nazioni unite…

Alcuni elementi fondamentali della teoria del conflitto

Non c’è abbinamento migliore dello studiare le teoria del conflitto con il funzionalismo. non ci
sono teorie sociologiche più distanti. è un abbinamento per contrapposizione, per un
confronto speculare.

teorie del conflitto (sono plurali)


partiamo dalla riflessione: che cosa è la società nel funzionalismo?
Secondo il funzionalismo la società è un sistema sociale che nasce per rispondere ai biosgni
degli individui ed è composto a sua volta da sottosistemi interconnessi fra loro e la finalità è
garantire o ripristinare un certo livello di consenso all’interno della società, preservare la
società. Perché la società non è qualcosa di scontato

Società vista come sorta di arena in cui i gruppi sociali portatori di interessi diversi fra loro
sono in contraddizione e conflitto che può essere più o meno esplicito. La vera matrice della
società non è l’ordine, non è il consenso ma il conflitto, la lotta fra individui e soprattutto tra
gruppi sociali.
Se dovessimo esplicitare in modo introduttivo alcuni presupposti generali, potremmo far
riferimento a tre dimensioni fondamentali
- la prima è di ordine antropologico. chi è l'individuo, chi è l'essere umano. per gli
autori della teoria del conflitto gli individui possiedono alcuni interessi di base che
sono comuni e costanti, quindi c'è una antropologia e questa antropologia ruota
attorno al concetto di interesse.
Il marxismo è lontano dal funzionalismo e in questo (sul fatto del conflitto) il
marxismo è un antecedente storico della teoria del conflitto. Le teorie del conflitto
hanno due padri (max weber (ha una concezione piu ampia del concetto di interesse)
da una parte e marx dall’altra)
- tema del potere: le teorie del conflitto danno spazio allo studio sul potere e sul suo
ruolo all’interno della vita sociale. Parlare di potere significa parlare di conflitto e
viceversa secondo questi autori.
il potere non solo è ambito, ma non tutti si trovano nelle stesse condizioni per
accedere al potere, vi è una disuguaglianza che rende difficile l’accesso al potere per
tutti. il potere è problematico per sua natura, è distribuito in modo diseguale. Tutti
vorrebbero accedere al potere ma è distribuito in modo diseguale e questo genera
conflitto all’interno della società. Il potere coercitivo e ciò non è accettato da tutti.

SIGNIFICATO E RUOLO DELLE CULTURE


Le culture contano, non sono irrilevanti, non sono meri epifenomeni, ma contano nel senso
che possono essere utilizzate per conseguire il potere o per scardinarlo. nella lotta sociale
politica le culture c’entrano sempre, ma in una maniera strumentale. in questi approcci in
linea di massima, viene data molta importanza e centralità alla dimensione strettamente
politica della vita sociale. se in Marx il primato era dell’economia, in Durkheim era la società
in quanto tale, nelle teorie del conflitto c’è un primato della politica e del potere sulle altre
forme di organizzazione sociale

APPROCCI CRITICI vs ANALITICI

CRITICI sono più legati al retroterra di marx


ANALITICI sono più weberiani.

Data questa distinzione iniziale possiamo già dire qualcosa di questi due filoni
I teorici del conflitto CRITICI riconoscono, danno rilevanza alla dimensione normativa delle
scienze sociali. Fare scienze sociali significa criticare la società esistente. l'intellettuale è un
intellettuale impegnato. La dimensione etico normativa viene messa in primo piano.
Nell’approccio ANALITICO il modo di studiare i fenomeni sociali è più descrittivo (secondo
l'avalutatività delle scienze sociali)
Questi due filoni di studio e ricerche si differenziano anche per un altro aspetto.

Atteggiamento verso il conflitto della vita sociale. Gli approcci critico-normativi tendono a
dare più spazio a dimensioni utopiche. Sarà possibile un giorno eliminare il conflitto dalla
vita sociale (anche se non sarà facile e indolore)

Invece gli appartenenti alla corrente analitica dicono che il conflitto è connaturato nella
vita sociale, è difficile immaginare una società senza conflitti. Weber dice che cambiano gli
attori e il motivo del conflitto, ma la struttura della società che è conflittuale e non cambierà.
Le teorie del conflitto non sono le uniche che riconoscono e parlano del conflitto (tutti gli
autori che abbiamo visto parlano del conflitto, ma è diverso lo spazio che danno a questa
dimensione).

LE RADICI INTELLETTUALI DELLE TEORIE DEL CONFLITTO


Gli elementi dell’opera di Marx sono: il ruolo degli interessi economici (materialismo storico),
la concezione conflittuale di società; il ruolo della cultura.

Per quanto riguarda Weber: il fatto che gli interessi non siano di natura esclusivamente
economica ma sono molto più ampi e articolati e diversificati. Politeismo dei valori
(concezione agonistica della vita sociale) e rapporto tra cultura e potere (il potere può
determinare la cultura e la cultura ha un'influenza fondamentale sul potere. es pensiamo al
processo di legittimazione sociale o al lavoro nell’etica protestante

Nel libro vi è l’attenzione su altre due radici intellettuali delle teorie del conflitto

- teoria delle élites. elaborate nelle prime decadi del 900 da Pareto, Mosca e Michels
che hanno, riflettendo sulla società e politica, elaborato questa teoria. Loro
sottolineano che se noi guardiamo alle società, possiamo riconoscere che in tutti i tipi
di società, anche quelle diverse fra loro, tende a dividersi in due grandi gruppi: la
classe dei dominanti e la classe dei dominati. è una lettura quindi molto semplice
della lettura della società. c’è sempre una elite numericamente ridotta che detiene il
potere da una massa molto più ampia. Pochi che governano e tanti che sono
governati. Pareto scrive “la storia è un cimitero delle aristocrazie. cioè cambi di classi
dirigenti ma rimane costante l’idea dello squilibrio numerico. secondo questi autori la
distinzione tra élite e massa non è di tipo economico, c’è come in marx una visione
della società dicotomica, ma si parte dalla politica e non dall'economia. La classe
governante si differenzia per abilità politiche nel raggiungere il potere e nel
mantenerlo è in questo che si distingue. Michels dice la legge ferrea dell’oligarchia.
Non solo la società è divisa in due gruppi, ma anche dell'élite dominante vi è una
oligarchia: ci sono piccoli gruppi di potere che guidano i partiti, acquisendo potere nei
partiti in cui operano. è una élite nelle élite. Gli elitisti operano e vivono e scrivono in
un contesto europeo
- Thorstein Veblen: scrive negli Usa a cavallo fra fine 800 e inizio 900. Introduce un
elemento eccentrico rispetto a quanto visto fino ad ora. Per lui è vero che nella
società c’è un conflitto (in quanto sempre antecedente delle teorie del conflitto) ma il
conflitto è legato al riconoscimento. La vera radice del conflitto è la lotta per il
prestigio. Si vuole essere apprezzati dagli altri. Acquisire visibilità sociale. Ha coniato
una espression” consumo vistoso” cioè idea che usiamo e facciamo ricorso
all'esposizione di simboli, di immagini ad esempio legate all’abbigliamento. il
consumo vistoso certifica la vittoria o una posizione privilegiata nella lotta per il
prestigio sociale. Su questo tema ha operato Vanni Codeluppi.

PRINCIPALI TEORIE DEL CONFLITTO


TEORIE CRITICHE
- la teoria critica per eccellenza è la scuola di francoforte.
- Charles Wright Mills: per smascherare la società americana nelle sue
debolezze e opacità. critica radicale della società di massa americana
- Pierre Bourdieu: il più citato scienziato sociale contemporaneo. Lega il tema
del conflitto a un concetto, quello di campo sociale.

TEORIE ANALITICHE
- Ralf Dahrendorf
- Randall Collins

vedremo il contributo che questi autori danno alle teorie del conflitto sociale.

SCUOLA DI FRANCOFORTE istituto di ricerca sulla società di cui molti intellettuali di origini
ebraiche (studiosi di economia, politologia, filosofia) ma tutti accomunati dal fatto di voler
studiare la società in modo critico. Il loro punto di riferimento è marx e in particolare si
rifanno allo spirito critico di marx. Questi autori rifuggono dal marxismo ortodosso, ma
riprendono di più il primo marx (quindi la sua dimensione di metodo e di critica). La scuola di
Francoforte con il nazismo deve chiudere i battenti
e scappano e trovano asilo negli usa e si ricompattano a new york con la NEW SCHOOL
poi dopo il conflitto riaprono la scuola in germania

Risentono inoltre degli influssi della psicanalisi (che non aveva molto spazio in marx)

e vanno oltre marx, rifuggono il materialismo storico in senso stretto, perché la cultura e i
mass media giocano un ruolo fondamentale.

Secondo loro vi è un ruolo di relativa autonomia della cultura nei processi sociali. analogie
con gramsci. il concetto di egemonia culturale di gramsci amplia la dinamica di relazione tra
struttura e sovrastruttura e dà centralità al tema della cultura. La cultura è importante nella
società contemporanea. Dinamiche di potere che sono presenti nella società occidentale
contemporanea. Questi autori denunciano il potere alienante della cultura che è diventata
cultura di massa attraverso l’industria culturale. I prodotti culturali che i media propongono
finiscono per somigliarsi gli uni agli altri, danno un'immagine stereotipata della vita sociale e
tutto questo a beneficio di chi detiene il potere all’interno della società. Questi autori sono
preoccupati di mettere in luce come anche nelle società formalmente democratiche, di fatto
dietro questa facciata di democrazia e libertà di partecipazione, ci sono delle dinamiche di
alienazione e differenza di potere. Critica molto dura e radicale all’alienazione presente nelle
società capitalistiche.

L’uomo ha una dimensione, solo quella orizzontale del consumo e di riproduzione di


determinati stereotipi (dice Marcuse)
Punti di ispirazione per le rivolte studentesche anni 60 70
La dimensione critica si sposa alle dimensioni delle teorie del conflitto

CHARLES WRIGHT MILLS sociologo americano, ha sempre insegnato negli usa. è un


autore che non può esser definito in senso stretto neomarxista. è molto radicale e critico
come i francofortesi, ma a differenza della prospettiva neomarxista, Mills riconosce
l’importanza anche di fattori che non siano meramente economici nella vita sociale. Nella
sua opera ci sono due grandi centri di ispirazione
- rapporto tra burocrazia e alienazione
- riflessione sulle élite di potere in particolare negli usa
Charles Wright Mills dice che un carattere fondamentale della vita sociale contemporanea
sia l’emergere di una burocrazia sempre più efficiente, sempre meglio organizzata e
operativa e indubbiamente questo è un tratto tipico della modernità.
L'organizzazione burocratica della vita sociale in questi processi dietro cova il germe
dell’alienazione sociale. La vita dei cittadini è sempre più organizzata e strutturata. Ognuno
di noi ricorre degli standard di qualità. In tutto questo rischia di finire tra parentesi l’individuo,
le sue aspirazioni e autenticità che risponde sempre più a imperativi di ordine impersonale e
democratico. Colonizzazione del mondo della vita. Se noi esaminiamo il mondo
contemporaneo, vediamo che i mondi vitali sempre di più sono colonizzati nel senso che si
ripropongono nell'ambito dei mondi vitali le logiche dei sistemi sociali e burocratici.
Viviamo i rapporti nella dimensione privata in modo analogo alla vita pubblica. e questa è
una colonizzazione da cui difendersi. è l’esito di una colonizzazione ideologica. (riflessione
di Habermas)

Altro grande tema è la riflessione che Mills fa sulle élite


Riflette e constata che in ogni società noi abbiamo a che fare con una élite di potere che può
essere economica politica …
la società è organizzata in modo piramidale e al suo vertice ci sono delle élite
Secondo Mills è come se la società americana dell’epoca . come se ci fosse una piramide
visibile dell'élite, ma accanto vi è una élite di potere invisibile, che rimane sullo sfondo in cui
élite economica politica e militare agiscono all’unisono,influiscono l’una sull'altra, dietro le
quinte.
tra élite economica e politica vi è una differenziaizoeformalemtne, ma se noi esaminiamo più
da vicino come vanno effettivamente le cose, queste 3 forme di elite sono un po un tutt'uno,
Le relazioni tra di esse sono molto strette e al di là della facciata agiscono e vanno un po
all’unisono
spunto di riflessione: che ruolo ha il forum economico mondiale di davos in cui vengono
convocati i leader mondiali

Mills opera una critica sociale molto radicale sugli usa dell’epoca.
DIFFERENZE CON LA PROSPETTIVA NEOMARXISTA
Stanno nel fatto che Mills ha un'accezione di interesse piuttosto ampia. La divisione della
società non è dovuta esclusivamente a motivi di natura economica. La società è divisa a
seconda di quanto gli individui hanno accesso al potere.

è possibile scalare la società perché le élite dominanti nel momento in cui esercitano il
potere, dopo un po perdono lo slancio innovativo e ci sono nuovi gruppi sociali più
determinati che si propongono come nuove élite alternative a quelle dominanti e nel corso
del tempo riescono a scalzarle.

la critica sociale: mills usa queste categorie per criticare in modo radicale la società
americana

lezione 13 21/10/21

PIERRE BOURDIEU
Punto di vista del dominio esercitato da determinati gruppi sociali su altri. In questa ottica si
colloca oltre alla scuola di francoforte, l’opera di Pierre Bourdieu

Punto di riferimento significativo nelle relazioni internazionali. Scuole che si richiamano a lui
per lo studio delle relazioni internazionali.

2 motivo di interesse: Bourdieu è uno dei sociologi contemporanei più citati nella letteratura
internazionale. Uno dei primissimi autori per numero di citazioni nella letteratura sociologica.
Alcuni aspetti della sua opera.
quale è la sua domanda di fondo e che valore aggiunto dà sulle teorie del conflitto e
vediamo concetti chiave che elabora in questa opera: “La distinzione. critica sociale del
gusto”

Partiamo dalla domanda: qual è la domanda a cui l’autore cerca di rispondere.

La domanda di fondo, alla base delle opere di Bourdieu è la seguente:


1. Come è possibile che un ordine sociale palesemente ingiusto possa conservarsi
senza che venga sollevata, se non in particolari situazioni di crisi, la domanda della
legittimità di questo ordine? Detto in altri termini, com'è possibile che la classe
dominante imponga il proprio dominio con tanta facilità?

Viene sottesa l’idea che il dominio che viene esercitato nella società da alcuni su altri, sia
qualcosa di inconsapevole, di impalpabile e non dematizzato, non evidente almeno a prima
vista.
Chiaro riferimento alla sovrastruttura ideologia di Marx. Paragone con l’ideologia di Marx.
L’Ideologia è una falsa coscienza che non sa di essere tale. Noi siamo essere vittime di una
pressione ideologia senza che ce ne accorgiamo. senza che mettiamo in discussione questo
ordine sociale in cui viviamo. Se non in particolari situazioni di crisi (es crisi pandemica, sono
sorte domande sulla legittimità del potere o di certi provvedimenti)

«In una conferenza del 1980 Bourdieu ha riassunto in una frase (“Penso che la cultura sia la
religione del nostro tempo”) il motivo dell’attenzione particolare che ha dedicata allo studio
della cultura: se all’epoca di Weber l’analisi dei fenomeni religiosi era essenziale per capire i
modi in cui l’ordine sociale si riproduce e si legittima, in una società laica bisogna studiare
come funzionano in generale gli schemi mentali, le credenze e le rappresentazioni che
contribuiscono a modellare la realtà, a produrre e a giustificare i rapporti di forza e le
diseguaglianze»

Secondo Bourdieu la cultura oggi prende il posto di quello che in passato aveva la
religione. Le dinamiche culturali prendono il posto di costruzione di schemi mentali,
credenze tutto cio che prima derivava dalla religione oggi ha a che fare con la cultura.
Siamo partiti richiamando il concetto di ideologia di Marx ma siamo andati molto avanti.
Bourdieu con marx e oltre marx.
Bourdieu è un intellettuale impegnato, da cui hanno tratto ispirazione anche movimenti di
critica sociale e di protesta. è lontano dalla avalutatività weberiana. uno degli socpi della
sua opera era denunciare apertamente il discorso neoliberale che ha preso il sopravvento
nello spazio pubblico. L’opera di bourdieu introduce alcuni concetti nuovi nelle scienze
sociali. Concetti entrati nel lessico della sociologia e delle scienze sociali.

Opera: La distinzione. critica sociale del gusto


La tesi di quest'opera è che le classi sociali dominanti tendono a quel fenomeno che
Bourdieu chiama riproduzione sociale. modi in cui una determinata classe sociale è in
grado di riprodursi, trasmettendo ai propri discendenti i privilegi di cui gode.

Inoltre nella società francese dice che vi è scarsa mobilità sociale (una volta nati in una certa
classe sociale è difficile salire di classe sociale).

Domande di bourdieu. Come fa questo ad avvenire senza causare un conflitto sociale


aperto?
Per rispondere a queste domande fa una analisi empirica all’interno della società e parte da
questa sua ricerca osservando che all’interno della società francese c’è una differenziazione
tra classi nella quale ha un ruolo importante, significativo il gusto estetico. I membri di un
gruppo sociale, di una classe, i membri di una classe sociale tendono a socializzare e a
trasmettere le loro preferenze estetiche di gusto ai più giovani, ai figli che internalizzano
queste preferenze sin da piccoli e questo internalizzare queste preferenze di gusto apre la
strada alle nuove leve delle classi dirigenti

Bourdieu fa una serie di esempi di questo gusto estetico, stile di vita che si passa di
generazione in generazione es. come la musica. Gli appartenenti alle classi più elevate
socializzano i figli a tipi di musica di nicchia o elite che rappresentano un segno di
distinzione. ciò riguarda anche gusti in termini letterali, o il modo di vestirsi, sport fatti da
bambini o ragazzi, stile alimentare.. tutto ciò che facciamo nella nostra vita quotidiana
rispetto del “milieu social” di provenienza e questo non è importante solo perché veniamo
socializzati a un certo stile di vita, ma è un segno di distinzione sociale.
Bourdieu riflette su questo criticando, non giustificandolo. Semplicemente osserva come
stanno le cose.
La sociologia è “un'arte marziale”. nel senso di difesa personale. La usi per difendere te
stesso. Senza il diritto di usarla per attaccare ingiustamente.

Strettamente legato a questo c’è la riflessione sul tema del capitale. capitale economico,
capitale sociale, capitale culturale e capitale simbolico strettamente connesso alla violenza
simbolica

- capitale economico che Marx ritiene sia quello fondamentale della vita sociale.
bourdieu dà importanza al capitale economico inteso come controllo delle forze
economiche. questo capitale è posseduto dalla borghesia ma non è l’unico capitale
all’interno della società
- capitale sociale: ognuno di noi può contare in modo diverso su reti di influenza e di
sostegno in virtù della nostra posizione sociale. (rete di conoscenze che noi abbiamo
che possono sostenerci e influire sul contesto in cui ci troviamo a vivere)
- capitale culturale è posseduto più di tutti dagli intellettuali e da coloro che vivono nel
mondo dell'industria culturale. Il capitale cult per B è costituito da beni materiali e
simbolici percepiti come rari. In quanto sono rari sono meritevoli di essere perseguiti.
esistono dei beni nella vita sociale che gli individui ricercano ma questi beni sono
limitati e quindi si crea conflitto. il capitale culturale ha a che fare con beni materiali e
simbolici che gli individui perseguono. Questi beni sono l’istruzione, le attività
intellettuali e anche il modo di esprimersi e presentarsi all’interno della società.
Questo cap culturale è molto importante. è su questo cap cult che la stratificazione
sociale si esercita e si sviluppa. chi possiede istruzione ha possibilità di andare in
alto, o chi è bravo nel modo di esprimersi e nelle interrelazioni con gli altri.
- il capitale simbolico ha a che fare con il prestigio sociale, con l’onore e
apprezzamento da parte degli altri.

Perché è importante questa classificazione di bourdieu. Il cap culturale ha un


predominio su quello economico e questo aspetto lo allontana da marx
Inoltre il cap culturale viene ereditato dall'individuo dall'insegnamento che ha ricevuto
all’interno della famiglia e dalla scuola. è un vantaggio o svantaggio che ognuno di noi ha
indipendentemente dai suoi meriti personali.
è elitario perché chi può godere di un cap culturale maggiore rispetto agli altri tende a
conservarlo e lo passa ai suoi figli. si tende a distinguere nella società.
L’istruzione è un canale fondamentale di questa riproduzione sociale. Bourdieu osserva
come coloro che hanno disponibilità finanziarie e un certo cap culturale tendono a far fare ai
figli un certo percorso di prestigio e élite. l’aspetto interessante è che questo avviene ma
questo processo genera nell’idea di coloro che non hanno accesso a questi percorsi
privilegiati il fatto che sia giusto cosi, perche magari ha avuto un merito

E IN QUESTO STA LA MENZOGNA, la violenza simbolica. Complicità e rassegnazione,


accondiscenza. Bourdieu ci fa vedere che non è vero che chi fa certi percorsi ha delle
capacità innate maggiori di chi non li fa, ma questa possibilità di fare percorsi elitari è
fortemente favorita dall’impegno e dalle risorse economiche e culturali dei genitori?

Il potere simbolico viene spesso percepito come legittimo, invece la sociologia deve
aiutare a smascherare la violenza simbolica nella società.

B era di origini sociali umili rispetto a marx


Perché le classi subordinate sono rassegnate? Ciò avviene perché ognuno di noi nella sua
vita quotidiana acquisisce degli habitus. l’habitus è un sistema di modelli percettivi, di
pensiero e d'azione acquisiti stabilmente e generat

l’habitus è incamerare da parte nostra modelli percettivi di pensiero e azione acquisiti nella
pratica. B fa riferimento al modo di vestirsi che presenta dei dettami piuttosto forti ai quali noi
siamo socializzati già dalla tenera età.

Excursus

Socializzazione anticipata: Anche chi non appartiene a certi gruppi sociali cerca di
conformarsi a tali stili di vita nella speranza di, un giorno, fare parte di tale gruppo sociale.

Peter Berger, parafrasando

“Forum di Davos, solo chi ha raggiunto certi obiettivi ci può partecipare, il far parte del
gruppo di Davos significa avere un certo stile di vita. Abbiamo quindi una platea molto ampia
di persone che si presentano come se fossero degni di fare parte di questo forum, sperando
un giorno di esserlo effettivamente”

RALPH DAHRENDORF
1921-2009
Dahrendorf importante intellettuale europeo che ha avuto un ruolo molto significativo
Autore molto prolifico
Tema del conflitto sociale, tratta nel libro; “Classi e conflitto di classe nella società
industriale” 1959 (trad italiana 1963)

Dahrendorf si confronta con Marx e non può essere diversamente, ma prendendo le


distanze. Critica la concezione marxiana del conflitto. Se la teoria di Marx era stata elaborata
in un contesto sociale economico e politico molto diverso rispetto al presente, nell’800 aveva
più ragion d’essere.
Se si vuole capire il conflitto nella società contemporanea, dobbiamo rinunciare alla
dimensione economica, proprietà e rapporti di produzione.

I conflitti sociali per Dahrendorf hanno origine dalla distribuzione diseguale di potere. Nasce
un conflitto perché c'è chi può esercitare un potere su qualcun altro e chi può esercitare il
potere lo fa contento del suo ruolo e posizione mentre gli altri lo vivono come privazione di
libertà e non sta al gioco a meno che non ci siano motivi molto forti. Dahrendorf quindi riflette
sul tema del conflitto e riflette sul rapporto tra conflitto e potere e il conflitto in fondo può
essere interpretato come un movente creativo nella storia umana. il conflitto fa sì che un
determinato ordine sociale venga messo in discussione, che ci sia un cambiamento
all’interno di chi detiene il potere all’interno della società.

D come marx ritiene che il conflitto sia un ingrediente fondamentale della vita sociale
politica. D è più vicino alla concezione di Marx. D osserva come ci sia un particolare
relazione tra le norme e il potere. La teoria del conflitto di Dahrendorf afferma che le norme
vengono stabilite e mantenute del potere e non viceversa. Non è dalle norme sociali che si
genera il potere, ma è il potere che detta le norme sociali. La dimensione politica è quindi
molto importante e significativa.
Dahrendorf ha una visione dicotomica della società: società divisa in 2
- chi ha accesso al potere
- chi non ha accesso al potere

Ultimamente le tesi di D richiamano la teoria dell'élite. secondo gli elitisti possiamo dividere
la società in due gruppi: classe governati e governanti, cambiano nel corso della storia chi
sono gli uni e chi sono gli altri ma…
in questo dahrendorf si avvicina a loro

In tutti gli autori che abbiamo visto fino ad ora abbiamo trattato il conflitto come un oggetto
specifico di studio. in queste opere il conflitto è l’oggetto più importante di studio. l’ultimo
autore invece fa qualcosa di diverso.

RANDALl COLLINS (1941- ancora in vita) non è che non parla del conflitto, ma affronta il
problema da un altro punto di vista.
Per Collins è possibile spiegare una ampia gamma di fenomeni sociali in base all’esistenza
dei conflitti sociali. Attraverso il conflitto capiamo meglio altri fenomeni. Sorta di premessa
dello studio di altri fenomeni sociali. Studio che ci aiuta a comprendere meglio ciò che il
conflitto non è.
Anche collins parte da un presupposto generale: esistono dei beni (ricchezza potere e
prestigio) ai quali gli individui aspirano ma che per definizione sono dei beni scarsi. Quindi
si genera conflitto perché gli individui cercano di ottenere una quota maggiore di questi beni
disponibili.
Quando parliamo di teoria del conflitto facciamo riferimento a tutte le interazioni sociali.. fino
all’ambito delle relazioni internazionali. riguarda moltissimi fenomeni, ha una dinamica molto
estesa. conflitto tra gruppi sociali all'interno di uno stato e nazione,
Conflitto è un tema fondamentale nello studio delle relazioni internazionali.

Se il conflitto nasce quando c’è una competizione per accaparrarsi determinati beni, questo
riguarda anche il potere. C’è una competizione tra gruppi sociali per acquisire il potere della
società

Ma come si mantiene il potere all’interno delle organizzazioni?/ Quali sono i mezzi attraverso
i quali si può depotenziare il conflitto?
- coercizione. In Weber distinzione tra potenza e potere legittimato: weber dice che
potere è la capacità che qualcuno ha di far obbedire altri alla propria volontà. Chi
detiene il potere ha sempre un potere coercitivo. Questa via dice collins non è molto
conveniente sul lungo termine perché chi è sottoposto a potere di questo genere è
facile che si ribelli quindi non è la strategia migliore.
- ricompense materiali
- controllo normativo

Ricompense materiali e controllo normativo.


Es nella famiglia, i genitori esercitano un potere e possono esercitarlo con la coercizione.
oppure si può far ricorso a ricompense materiali.
Contrattazione in cui vi è una ricompensa materiale. Così facendo il potere viene accolto in
modo più benefico da chi è sottoposto al potere, è più convincente. Ma c’è il rischio che il
prezzo diventi più alto. Oppure c’è l’aspetto del controllo normativo. Succede che chi detiene
il potere può esercitare su chi è sottoposto al potere delle forme ci convincimento di tipo
morale e legislativa. Dove l’obbedienza è giusta perchè è cosi.

Randall Collins ci aiuta a vedere e riflettere su alcuni fattori che influiscono nella società
contemporanea nella competizione e conflitto sociale e fa riferimento all’istruzione e al
genere.
- Sul tema dell’istruzione fa delle osservazioni molto simili a quelle di Bourdieu.
L’istruzione è un fattore molto importante nella stratificazione sociale e nella
riproduzione sociale. è un fattore molto importante che opera contro la mobilità
sociale. nelle sue opere fa vedere come le istituzioni educative e le grandi università
americane rappresentino una sorta di lasciapassare per accedere a posizioni di
vertice all’interno della società americana. l’aspetto interessante è che tutto questo
avviene mettendo al centro il fatto che studiare in certe università sia una sorta di
strumento di controllo sociale. viene utlizzato per poter mantenere ristretto il ruolo di
coloro che possono accedere a queste cariche e guarda caso a loro volta
provengono da famiglie che appartengono a questo ceto sociale. hanno disponibilità
di spesa molto elevate per l’istruzione. sorta di inflazione dei titoli universitari. è
necessario avere titoli sempre più alti.

- Collins osserva con preoccupazione che ci sono forti disuguaglianze legate al


genere. Numero di donne molto meno rappresentato in posizione di leadership e
questo influisce.. Donne svantaggiate

Collins dal punto di vista politico non è un sostenitore del sistema liberale americano.
Questa ideologia neoliberale mette in luce che quelli che sono arrivati a quei risultati siano i
più bravi, ma non è detto

Scenario della politica internazionale


Si chiede in riferimento agli stati quali sono i fattori che ostacolano il potere degli stati nello
scenario internazionale. Quali sono i fattori che determinano il potere o declino degli stati
nello scenario internazionale.

- prima variabile: dimensione dello stato e territorio e delle risorse


più è grande più avrà potere. presupposto del realismo

- posizione geografica: aspetto legato alla geopolitica: uno stato che ha come vicini
stati piccoli e non minacciosi può accrescere il suo potere nello scenario
internazionale.
Collins ha studiato attraverso queste categorie il declino dell’urss. Nel momento in
cui la Russia ha dovuto fronteggiare dei vicini forti (Giappone e cina), è stato messo
in crisi il suo potere.

- ultimo aspetto: espansione militare. è un deterrente per la potenza degli stati. Gli
stati a volte tendono a mettersi in una rincorsa agli armamenti per mostrarsi sempre
più forti dal punto di vista militare, ma tutto questo può condurre a un impoverimento
e messa in discussione degli stessi stati. magari si indebitano e trascurano altri
aspetti della società e tutto questo può generare un declino della potenza sullo
scenario internazionale.

lez 14 23/10/21
SVILUPPI CONTEMPORANEI DEI PARADIGMI CLASSICI: INTERAZIONISMO
SIMBOLICO E DRAMMATURGIA

Svoltiamo l’ambito di indagine. Fino ad ora nella seconda parte del corso, abbiamo visto
autori e scuole di pensiero interessate in modo particolare alla macrosociologia. es
studiando funzionalismo e teorie del conflitto ci siamo imbattuti in scuole di pensiero che
prendono in esame i macrofenomeni sociali, le istituzioni, il potere, i conflitti all'interno
dell’ordine internazionale o degli stati. Tematiche macrosociologiche, qualunque sia il punto
di partenza e paradigma di fondo.

l’oggetto di interesse specifico sono fenomeni macrosociologici

Ma nella drammaturgia sociale di Erving Goffman ci sono approcci microsociologici.


Ciò che sta a cuore non sono le istituzioni ma sono le interazioni degli individui nella vita
quotidiana. Siamo interessati a ambiti più ridotti dal punto di vista dell’ampiezza dei
fenomeni studiati. Ci interessa capire come le persone si relazionano le une con le altre e
come interagiscono nella vita quotidiana. L’oggetto di interesse è quindi diverso. Se è
evidente il nesso che può avere un approccio macrosociologico per chi studia le relazioni
internazionali.. potere, autorità, gruppi di interesse.., quale è il nesso degli approccio
microsciologici?

Motivo è semplice: sia l’interazionismo simbolico sia la drammaturgia sono diventati punto di
riferimento nello studio delle relazioni internazionali più recenti. In particolare nell’approccio
chiamato costruttivismo.
Filone di ricerca più in crescita e più importante che si chiama costruttivismo e fa riferimento
a questi autori e queste tematiche. in particolare uno degli autori più importanti è alexander
wendt che nel suo studio sulla teoria sociale delle relazioni internazionali dedica una parte
significativa all’interazionismo simbolico

Si nelle relazioni internazionali contano fattori oggettivi come eserciti, ma tutto questo non ci
aiuta a capire perché gli Usa non sono preoccupati che l'inghilterra possiede testate nucleari
ma se altro paese lo ha perché fa paura? Ciò dipende dalla diversa interpretazione e
definizione della situazione che gli Usa mettono in atto in questo contesto. Fattore
immateriale. ciò ci dice quanto sia importante il fatto che noi viviamo una stessa identica
situazione in modo diverso. Da questo punto di vista lìinterazionismo simbolico rappresenta
un approccio fondamentale

colleghiamo queste due correnti di pensiero alla sociologia interpretativa weberiana. Lui è
quello che più parla di significato che noi diamo alle nostre azioni.
Nesso tra sociologia weberiana e drammaturgia sociale di goffman

ERVING GOFFMAN

Goffman mette al centro della sua riflessione il tema dell’azione sociale, ma a differenza di
Weber, da un'immagine drammaturgica dell’azione sociale. Goffman sostiene che l’agire
non ha una finalità esclusivamente strumentale, l’agire più importante non è l’agire razionale
rispetto a uno scopo nella vita quotidiana. ma l’agire ha sempre una componente
drammaturgica di rappresentazione del sé. Noi interagendo con gli altri presentiamo noi
stessi, cerchiamo di portare avanti una immagine di noi nel contesto in cui ci troviamo a
vivere e facciamo i conti con gli altri
dobbiamo vestirci in modo diverso a seconda del contesto in cui siamo, sia in senso
materiale che in senso figurato, dobbiamo assumere una faccia diversa a seconda della
situazione in cui ci troviamo

Goffman fa esempio del cameriere in un ristorante. Si presenta accogliente e professionale


verso l’ospite. poi magari quando vanno in cucina si lamentano del comportamento di un
determinato cliente e magari il cliente dirà la stessa cosa del ristorante, fa commenti sul
cameriere.
Ognuno di noi impersona tanti ruoli e assume molte facciate. Cerca di calarsi al meglio in
quel ruolo ma ha anche bisogno di prendere le distanze da quel ruolo.
oppure esempio del chirurgo
ma dietro a tutte queste facciate; chi c'è? c'è un io autentico che è dietro a tutto questo o
noi siamo la somma delle facciate che abbiamo? questa è una grande domanda
dell’opera di goffman come anche di pirandello.

L'individuo ha un margine di libertà e si trova nella vita quotidiana ad affrontare nuove


situazioni. è lì che viene fuori l'umanità che noi abbiamo. c’è un margine di
imprevedibilità più forte ad esempio di quello che abbiamo visto nel funzionalismo. il
funzionalismo per goffman è un vestito troppo stretto sulle persone

Le considerazioni di goffman valgono sia per gli individui ma anche per lo


studio delle relazioni internazionali
es. la negoziazione tra soggetti politici. Processo di negoziazione tra due stati su un
problema specifico. Possiamo leggere questo processo nei termini della drammaturgia
goffmaniana. Trovare un accordo in cui nessuno dei due perda la faccia. Ognuno dei due è
chiaro che ceda sul qualcosa ma bisogna trovare un modo di presentare la questione in
modo da non mettere in discussione la reputazione magari di quello stato. Ogni stato gioca
un ruolo nello scacchiere internazionale. è importante bilanciare il palcoscenico della
ribalta e quello di dietro le quinte.

In modo più analitico adesso vediamo

“voce di treccani” enciclopedia delle scienze sociali DI INTERAZIONISMO SIMBOLICO


“L'interazionismo simbolico è un orientamento teorico affermatosi nell'ambito della sociologia
e della psicologia sociale, soprattutto negli Stati Uniti, a partire dalla prima metà del
Novecento. Il tratto distintivo di questo indirizzo consiste nel porre al centro dell'analisi
l'interazione sociale e l'interpretazione che di questa danno quanti vi partecipano.
In tale prospettiva acquistano centralità i processi interpersonali tramite i quali gli
individui si rapportano al proprio modo di pensare(importante l’aspetto della riflessività e
dell’introspezione, del dialogo con se stesso) e a quello che presumono essere dell'altro, per
scegliere le linee di condotta da seguire.” Noi non siamo quindi un mero riflesso della
società.

Scuola che nasce negli Usa, nella prima metà del 900 poi diventa oggetto di interesse in
ogni ambito. Questo non è un dato secondario perché si potrebbe osservare una prossimità
con pragmatismo simbolico. Porre al centro dell’analisi l’interazione sociale e
l'interpretazione che di questa danno le persone che partecipano all’interazione

Parola processo nell’interazionismo simbolico. La costruzione del significato è un


processo, cioè qualcosa che avviene, che non avviene ex abrupto, ma avviene a fasi, è un
processo tramite il quale gli individui si rapportano al modo di pensare. L’approccio
interazionista da molta importanza alla dimensione della riflessività.

Ognuno di noi quando agisce e interagisce con gli altri fa ricorso sempre a un dialogo con se
stesso, a una introspezione, a un parlare con se stessi.
Noi prima di far qualcosa ci immaginiamo cosa dovremmo fare (es prima di essere
interrogato alle scuole superiori pensi un po' a quali fossero le domande dell'insegnante e
facevamo queste domande dentro di noi)
Ciò che noi siamo non dipende esclusivamente dalla società. noi non siamo un mero
riflesso della società perché vi è questa dimensione interpretativa che ci definisce
come essere umani.
L’interazionismo simbolico rifugge da due opposti
- da un'idea innatista: chi noi siamo dipende da qualcosa che ci troviamo dentro fin
dalla nascita, qualcosa che non dipende da noi perché è come se dentro avessimo
già tutto. E viene fuori mano a mano crescendo. Questo non è accolto
dalll’interazionsimo simbolico. Se siamo già in toto costituiti in modo originario,
l’interazione con gli altri è inutile.
- idea comportamentista del sé. meccanismo stimolo risposta. comportamentismo.è
legato all’istinto. abbiamo degli input dall’esterno ai quali rispondiamo
meccanicamente. Da una idea del se troppo dipendente dall’esterno

L’interazionismo si pone a metà tra questi due eccessi.


viene dato risalto all’attività di simbolizzazione svolta dagli individui..
Perche litnerazionismo simbolico? Perché si serve e ognuno di noi si serve di simboli nel
rapporto con gli altri. Innanzitutto il linguaggio. I significati che vengono attribuiti a tale
esperienza.. ego e alter danno delle situazioni in cui sono rispettivamente coinvolti. i
significati attribuiti a tali esperienze derivano dalle considerazioni che ego e alter danno delle
situazione

correttivo rispetto al peso eccessivo dato al determinismo normativo.


Esperimento se tutto questo è vero, negoziazione del significato, questo contributo è molto
importante ma

Questo processo di costruzione del significato, di definizione della situazione può avere dei
limiti oppure no? è un processo completamente aperto o può avere dei limiti?

es. se noi parliamo di fake news. Se noi diamo vita a una costruzione della realtà del tutto
arbitraria, questo porta a delle conseguenze reali. Va sotto il nome di TEOREMA DI
THOMAS.
è uno dei concetti più utilizzati dalla sociologia contemporanea. egli è un antecedente
dell’interazionismo simbolico. se noi produciamo una immagine, una definizione della
situazione che non ha un fondamento reale, reali saranno le sue conseguenze. guerra
contro l’iraq. su che cosa è fondata, è fondata sulla def che saddam hussein aveva della
preparazione di armi chimiche.. questa interpretazione della realtà non era reale, ma reale è
stata.

Il fondatore di questo approccio, almeno il più importante è


GEORGE HERBERT MEAD
La domanda è: il sé è un prodotto sociale?
Per Mead la risposta è no, distaccandosi dalla tesi funzionalista.
Il sè allora è scaturito e composto da cosa? In oguno di noi è come se ci fossero due volti,
uno che potremmo definire il “ME” e uno che potremmo definire l’ “IO"

Chi sono io? che dicono gli altri che io sia. Il me è che cosa gli altri dicono di me, come mi
vedono gli altri. Mi vedono prima di tutto attraverso dei ruoli. C'è chi mi vede come padre,
marito, docente. Serie di etichette che mi derivano dall'interazione con gli altri. questo non è
l'aspetto più specifico dell'interazionismo simbolico, ma accanto a questo c’è anche l’io, che
è come io vedo me stesso e come io vedo gli altri. L’io è la componente più legata
all’originalità, alla creatività che ognuno di noi ha.

Come allora prendiamo le nostre decisioni? Partiamo da una finalità che noi abbiamo e da
un significato che noi attribuiamo alla nostra azione come dice weber. oltre a questo
partiamo dalla interazione con noi stessi, dalla riflessività che noi abbiamo. Dal nostro
valutare la situazione in cui ci ritroviamo.
Ogni volta dobbiamo decidere se far prevalere il Me o l’Io, parte del processo di costituirci
come esseri riflessivi
Come si sviluppa il sè? Attraverso DUE FASI

1. fase di supremazia del ME, legata alla giovanissima età, facendo quello che fanno
gli altri in modo irriflessivo

2. fase del gioco Nel momento in cui il bambino gioca impersona dei ruoli. Molti attori
sulla scena, non tu più da solo o in 2. Ognuno avrà un ruolo diverso. hai a che fare
non solo con un singolo altro, ma ci sono dei ruoli e poi hai a che fare col fatto che
nella società ti incontri con altri individui che hanno dei nomi specifici.

Quale è il margine di libertà è oggetto di negoziazione. A seconda del contesto sociale,


possiamo dare più o meno spazio al me o all’io

L’io è qualcosa di innato o qualcosa di costruito? per MEAD l’Io è qualcosa che viene prima
della società ma con la società viene fuori. Ma non è l’esito della costruzione sociale.

la perdita dell’io è il conformismo sociale, la rassegnazione..

l’io non si accontenta più del me ma vuole trovare la propria strada e non essere più l’esito di
situazioni esterne.

dimensione originaria e individuale in noi che dal punto di vista del funzionalismo è vista
come devianza ma può avere anche un aspetto positiivsmo.

BLUMER è colui che ha istituzionalizzato questo approccio, ha usato la parola


interazionismo simbolico, ne ha definito gli aspetti fondamentali e ha elaborato un metodo
analitico di studio della società. Se l’interazionismo è questo, il modo che noi abbiamo di
studiare la società, dal punto di vista positivistico, è di genere empirico, questionari,
statistica, variabili e matematica, quantitativo per studiare elementi oggettivi e impersonali

Al contrario Blumer parla di una analisi ri tipo qualitativo, conoscendo gli individui da vicino in
ogni loro azione, andando a fondo nei loro ragionamenti.

Che metodo si usa? metodi molto diversi


in primis per esempio
capire i significati che all’interno di un gruppo sociale
passare del tempo con le persone di quel gruppo sociale, vedere che parole usano nella vita
quotidiana, come parlano, come si vestono.. l’osservazione e interpretazione dei dati.
approccio induttivo, che parte dal basso, senza preconcetti. bisogna capire dall’interno,
interpretare dal di dentro i fenomeni sociali. contributo molto importante che l’interazionismo
simbolico porta allo studio delle scienze sociali. i presupposti dell'interazionalismo simbolio.
- gli essere umani agiscono in base ai significati che le cose hanno secondo essi
- I significati delle cose emergono dall’interpretazione sociale con gli altri. I significati
emergono non solo dal mio ragionamento ma anche dal significato che altri
attribuiscono a quella cosa.
- I significati delle cose vengono elaborati attraverso un processo interpretativo. deve
essere negoziata l’interpretazione. esempio maestra e bambini

Secondo Blumer tutto questo è utile perché questo modo di intendere la società ci è utile per
capire le situazioni nuove e impreviste (visto che sono molto di più di quelle ipotizzate dai
funzionalisti). molte sono le situazioni nuove e impreviste della nostra vita. nelle situazioni di
crisi e di novità le categorie che noi abbiamo utilizzato in precedenza.

25/10/21 lezione 14

La globalizzazione ha rappresentato una sorta di rivoluzione che ci costringe a ripensare le


nostre categorie di analisi e interpretazione della società?
Risponderemo a questa domanda in senso affermativo. La globalizzazione rappresenta una
novità non di poco conto.
Sorta di continuità tra questi autori e scuole di pensiero. Da adesso in avanti apriamo una
nuova pagina: ipotesi che forse oggi serva un cambio di marcia. Facendo tesoro dei classici
e loro sviluppi, i temi che affrontiamo ci chiedono di fare un passo in avanti. Lo vedremo
introducendo il concetto di globalizzazione e nei seminari. Non è scontato quello che
abbiamo detto, perché il punto di partenza di oggi è il fatto che lo stesso concetto di
globalizzazione è controverso. questione terminologica.

Roland Robertson è il primo che parla di globalizzazione


roland robertson concepisce la Globalizzazione come un ampliamento molto intenso delle
relazioni transnazionali, che attraversano i confini degli stati, relazioni di tipo economico,
culturale e politico e queste relazioni aumentano in tempi molto rapidi
In secondo luogo, aumenta la coscienza e la consapevolezza che il mondo sia una unità.
Il mondo dal punto di vista culturale e politico è da vivere come intero.

Questi concetti che ci sembrano familiari non lo erano affatto nel 1992, subito dopo la fine
della guerra fredda. Robert viveva in un mondo in cui internet non era come ora, la frattura
della guerra fredda era forte…
Intensificazione degli scambi commerciali, dei processi di democratizzazione, una serie di
politiche fiscali ed economiche promosse dagli stati uniti che vanno sotto il nome di
washington consensus. serie di politiche economiche e fiscali promosse da un progetto
politico neoliberale. Processo di liberalizzazione della sfera economica, processo favorevole
alle privatizzazioni. Oppure contenimento del debito pubblico e attribuzione di aiuti ai paesi
in via di sviluppo se seguivano certi principi. sorta di antecedente della teoria della
globalizzazione. crescita di organismi non governativi. tutto questo ha creato le basi perché
nascesse la globalizzazione in senso stretto del termine.
Definire la globalizzazione. Tutti gli interpreti concordano sul fatto che quando parliamo di
globalizzazione ci stiamo riferendo a tre macro argomenti o macroelementi

- globalizzazione significa oltrepassamento del modello statocentrico, del modello


di stati post westfaliano
- 2. è favorita dall’emergere di attori tra cui molti privati che in precedenza non
avevano centralità o rilevanza
- 3. La globalizzazione è segnata da una crescente interdipendenza tra i vari attori.
ognuno ha bisogno e dipende dagli altri. (ci viene in mente la solidarietà organica di
Durkheim, alcuni interpretano la globalizzazione come una evoluzione dei concetti
durkheimiani)

La globalizzazione interessa diverse dimensioni della vita sociale: la politica, la cultura (la
globalizzazione rappresenta l’emergere di una forma di omologazione culturale oppure no?
Comporta un imperialismo culturale di qualcuno o mantiene le culture e le identità locali?)
La globalizzazione ha anche una dimensione giuridica. Le grandi questioni giuridiche
diventano questioni che travalicano gli ordinamenti nazionali.

La globalizzazione non è nè il bene assoluto nè il male assoluto, dovremmo portare avanti


una lettura critica
Quando nasce la globalizzazione? Vi sono due tesi:
1. Globalizzazione è un fenomeno recente che inizia negli anni 90 del novecento con
degli antecedenti fino agli anni 70 dello stesso secolo
2. Globalizzazione è un fenomeno che ha origini più lontane nel tempo. c’è chi la fa
risalire all’inizio della modernità. La diffusione dell’impero romano può essere letta
come sorta di proto globalizzazione. c’è addirittura chi lo identifica nello sviluppo
dell’ellenismo o la nascita e diffusione del cristianesimo. Prima vera religione globale
(prima le religioni erano strettamente connesse a un luogo o popolo).Ma se
ampliamo troppo il concetto di globalizzazione perde di specificità. Possiamo
circoscrivere di più la genesi del fenomeno della globalizzazione.

Ma c’è un problema concettuale e politico, in questo dibattito c’è dell’altro: la globalizzazione


è qualcosa di nuovo e di reale? Qualcosa di effettivo?

- globalisti coloro che concepiscono la globalizzazione come uno sviluppo


storico reale. c’è qualcosa che sta avvenendo …
- scettici sono coloro che mettono in discussione la parola stessa e ciò a cui
quella parola rimanda. ma siamo così sicuri che quello che abbiamo davanti
agli occhi sia una effettiva verità . la globalizzazione come parola è superflua
per gli scettici.per gli scettici la globalizzazione non è una novità. è
semplicemente lo sviluppo più recente di qualcosa di antico. nella prospettiva
scettica quale paradigma possiamo inserire?
Approccio critico marxista. Forse la globalizzazione è l’espansione del capitalismo.
studiare la globalizzazione sarebbe studiare in modo critico il capitalismo. nulla di
nuovo sotto il sole.
è come se da una parte i globalisti vedono nella globalizzazione una variabile
INDIPENDENTE e gli scettici una variabile DIPENDENTE.
Marchetti, pag 20. definizione di globalizzazione.

Il libro 7 riporta controversie sulla globalizzazione


1. la natura della globalizzazione: esiste effettivamente, è un cocnetto chiave
2. origine della globalizzazione
3. cause della globalizzazione
4. questioni politiche della globalizzazione: essa influisce sullo stato naizonale e
la sua sovranità
5. a chi giova la globalizzazione? Si tratta di un processo universalmente
positivo o di un processo a somma zero?
6. la globalizzazione è un fenomeno emancipatorio? Oppure un fenomeno che
favorisce e accresce la disuguaglianze all’interno della vita sociale?
7. quali sono i possibili modi di intendere e operare la globalizzazione? quali i
modelli politici? è possibile un governo della globalizzazione? oppure è la
globalizzazione a governare la politica?

pag 32, SPIEGAZIONI DELLA GLOBALIZZAZIONE DA DIVERSE TEORIE


LIBERALISMO
- focus su mercati;
- globalizzazione spiegata come il risultato degli sviluppi tecnologici e la costruzione
delle infrastrutture istituzionali
Per esempio, il modello liberale segue un principio di Laissez Faire, dove lo stato è un
guardiano/vigile alquanto assente, anche in contesto internazionale.
La globalizzazione quindi è prima di tutto un fenomeno economico con alcuni risvolti
istituzionali. La globalizzazione è quindi un fatto concreto. Ha stranamente in comune con il
marxismo una visione della globalizzazione in chiave economica, seppur positiva piuttosto
che negativa
REALISMO
- focus su relazioni interstatali
- globalizzazione spiegata in termini di competizione tra i maggiori Stati e/o egemonia
USA (per un punto di vista del realismo nelle relazioni internazionali, da un punto di
vista del realismo la globalizzazione può esser letta come una forma nuova di
competizione fra stati, o come forma di sviluppo di unp stato sugli altri es usa. ma
l’impalcatura intorno allo stato nazionale rimane. il realismo quindi non fa tabula rasa
di weber. gli stati rimangono gli attori principali anche in un contesto globale. Alla fin
fine tutto questo mondo rimane secondario e dipende dagli attori politici che sono gli
stati.
MARXISMO
- focus su modo di produzione e relazioni di classe
- globalizzazione spiegata come crescita del capitalismo
COSTRUTTIVISMO
- focus su costruzione sociale della realtà
- globalizzazione spiegata in termini di ricostruzione mentale del mondo sociale
costruttivismo. in questo caso la globalizzazione viene pensata come una sorta di mappa
concettuale, che noi utilizziamo per guardare il mondo in cui siamo. più che come un
cambiamento radicale della realtà. cambia il nostro modo di vedere la realtà. la
globalizzazione è qualcosa che costruiamo e ricostruiamo attraverso le nostre azioni,
pratiche, narrazioni.. approccio costruttivista (siamo al limite tra approcci costruttivisti o
scettici). Con il costruttivismo è un terreno scivoloso. ci torna alla mente la grande frase di
nice che ha rappresentato una magna charta nello sviluppo della filosofia contemporanea:
non esistono fatti ma solo interpretazioni. Qualcosa di analogo si può dire nelle teorie
costruttiviste delle relazioni internazionali.
POSTMDOERNISMO
- focus su potere della conoscenza
- globalizzazione spiegata come il risultato dell’imperialismo del razionalismo
FEMMINISMO
- focus su relazioni di genere
- globalizzazione spiegata come prodotto dei comportamenti maschilisti e delle
subordinazioni patriarcali

marxismo e liberalismo vedono la globalizzazione come fattore economico. per il primo in


modo negativo (sviluppo più radicale del capitalismo) per il liberalismo in modo positivo

emanuel wallerstein studioso antelitteram della globalizzazione.partendo da


retroterra marxista, elabora teoria in cui fa vedere che tutte le dinamiche che
abbiamo visto nel marxismo storico,può essere trasposto oggi per studiare il mondo
globale. è storico economista e sociologo. è inserito tra i nomi più citati nella
sociologia contemporanea e fa riferimento al fatto che esistano degli stati centrali,
periferici e semiperiferici, e queste logiche del capitalismo si applicano anche a livello
globale. natura ideologica della globalizzazione. Sociologia culturale della
globalizzazione in una prospettiva neomarxista

MISURARE LA GLOBALIZZAZIONE
Marchetti fa riferimento ad alcuni indici. Ci aiuta a capire quanto è globalizzato un paese.
nel 5 cpaitolo, (solo 1 e 5 capitolo da fare, il terzo nel seminario)

Nel quinto capitolo si fa solo i modelli di politica globale (la settima questione controversa). la
parte iniziale no (def dal punto di vista metodologico…) .

Questa classificazione che fa marchetti è molto interessante


eldemerdiu autore libro globalismo e antiglobalismo testo di approfondimento in cui
questi autori si pongono la domanda: quando nasce e perché nasce la
globalizzazione, ma dando per scontato che nasce, possiamo chiederci se la
globalizzazione va in crisi, quali sono state le crisi,
oppure ci si chiede se la globalizzazione ha un futuro? o siamo all’alba di un nuovo
mondo post globalizzazione? no secondo terenzi. perché se abbiamo assistito a
battute d’arresto della globalizzazione. es 3 momenti di messa in discussione
dall’inizio degli anni 90 ad oggi.

- torri gemelle
- crisi del 2008
- coronavirus

pero questi 3 fenomeni in realtà potrebbe essere la conferma che viviamo in un mondo
sempre più globalizzato.
Modelli di politica globale. pagina 151
utili per ripassare tabella

- neoliberalismo
- cosmopolitismo
- localismo
- civizzazionismo

Questi approcci di politica globale si differenziano

fenomeno dei movimenti politici antiglobalizzazione capitolo cje ? approfondimento della


tabella.

lez 16 28/10/21

Merton sostituisce la definizione funzionalista did evianza con un altro c oncetto? no ,


merton rimane funzionalista anche quando parla della devianza, ma fa un passo in avanti
rispetto a parsons. Perchè merton rimane funzionalista?

Merton mantiene di parsons la questione dei fini e dei mezzi.


Merton dice che la devianza è una situalzione sociale in cui vi è una discrepanza tra i fini
che la società addita come ideali e i mezzi a disposizione per raggiungerli. in una società
dove tutti voglion il successo personale, che posseide una struttura che non offre a tutti gli
uguali mezzi per raggiungerli, non da a tutti le stesse ipprotunita, non mette tutti nella s stesa
situazione, ecco la discrepanza che diventa devianza. desiderio di raggiungere quei fini
trasgredendo le norme sociali. (furto, frode, violenza)
La Parola innovazione è fuorviante, non è che renda esattamente il significagto che merton
da al termine. merton rimane funzionalista perche prende un po l’impianto parsonsiano ma
da una lettura pou composita e artcolata del fenomeno della devianza.

La teoria di merton sulla devianza ha una capacità ermeneutica? ci aiuta a leggere e


comprendere il mondo contemporaneo? Si. in parte ne abbiamo fatto un accenno in aula. La
teoria di merton sulla devianza ci fa comprendere meglio alcuni fenomeni e processi sociali
contemporanei, quali sono e perchè.

es.potremmo leggere questo concetto non solo all’interno di un contesto locale come la citta
e i quartieri ma anche in riferimento a contesti che chiamano in causa due paesi oppure due
zone del mondo. es. il sogno americano (non è poiu soltanto per quelli che vivono in
america, ma per esmepio chi vive vicino agli usa es messico per molti puo essere un ideale
molto ricercato e ambito e diffuso . al quale pero non tutti possono dar seguito. Magari i
cittadini poiu abbienti possono falro mentre per altri puo essere estremmaente difficle quindi
si genera magari immigraizone illegale ecceter
esempi dicome la devianza sia significativa ancora oggi.
Merton ha una accezione di devianza diversa rispetto a quella di parsons e l..
si pone in modo alternativo rispetto alla società?

esempio anche della fuga dei cervelli

Individuo ultrasocializzato. anche goffman ha una idea di individuo ultrasocializzato come


parsons oppure no?

Importanza per goffman della distanza dal ruolo. egli mwtte a tema sia l’immedesimarsi in un
ruolo ma anche prenderne le distanze. quindi l’nanalogia è un po limitata. questi due non
hanno la stessa visione

pag 192 193 194 195 di gilli (goffman giudica superficiali le scienze sociali…)
l’azione sociale è smepre percio in qualche modo..
goffman descrive in modo dettagliato il fatto che nell’agire sociale l’indiivduo ha sempre un
margine di..

Cpitolo sulle teorie del conflitto, pagina 109


Una società in cui larga aprte delle famiglia combatte con armi proprie…
esempio paradossale. non è sostenitore dell’uso della forza, ma l’esempio è per far vedere
come rispetto ad altre forme di società, in questo esempio cè piu accesso alle risorse. ma è
solo una comparazioen storica e non un giudizio di valore.
il concetto di costume vistoso è simile alla concezione del bello di bourdieu? si perche in
entrmabi i casi si vuole mostrare il proprio status sociale attraverso sotentazione di certi
segni esterni

Se queste due teorie sono associabili in modo univoco a una certa cultura politica? la
risposta è ..
Dal punto di vista poltiico, se è vero che i teorici del conflitto che traggono una ispirazione da
marx
se è vero che il funzionalismo pasosniano è vicino a un papproccio politico liberal
conservatore. ci sono anche teorie del conflitto non marzxiste, che si richiamano a weber..
teorie del conflitto piu liberali.
Non è cosi univoco l’abbinamento, perche da un punto di vista loberale possimao leggere la
teoria del conflitto all’interno della società in una opera posiitiva.

conflitto è positiivo, in fondo il mercato è conflitto. un economi che lascia una certa msiura di
conflittualita potrebbe generare un bene

gli individui perseguono determinati itneresst. concetto di mano invisibile (in fondo è un
modo di legger il cofnlitto all’interno della società mettendo in luce come dal.. puo nascere
un benessere colettivo. approccio liberale. le conseguenze non intenzionali delle azioni
possono avere effetti benefici.

Il mdello teorico di un certo tipo giustifica dal punto di vista politico un certo orientamento?
non necessariamente e non in modo univoco.

Concetto di frame secondo goffman.


Saggio di gilli pagina 211, 214. la teoria del frame fa aprte della seconda tappa nel pensiero
intellettuale di goffamn.

In questa seconda opera goffman si itnerroga sul modo attraverso il quale noi definiamo la
situaizone, la incorniciamo. Questo secondo goffamn, va piu nella direzione del
costruzionismo sociale. il modo in cui noi vediamo al realtà, dipende da un -ìattività
dell’interazione sociale. il punto di partenze è l’idea che noi indivisui diamo per socntato un
senso comune (o che goffman chiama la prijma categoria di frame primaria). diamo per
socntato tuta una serie di convincioni e certeze che fanno parte del nsotro senso comune.
questo è il livello minimale, basilare attraverso il quale si puo comunicare con gli altri, fare
progetti in comune…
Le cose che diamo per socntato sulle quali non riflettiamo in modo particolare. questo è il
primo frame.

poi si innestano degli ulteriori livelli es a pagina 213. la trasformazione in chiave. parla anch
edi manipolaizone.

ad un certo punto nell’interazine con gli altri noi diamo una interpetazione di quello che
stiamo facendo alla quale dobbiamo epnsare, che ci fa inserire in ruoli consolidati e
condivisi. es ci si ritrova per un partiata di calcetto. in quel modo noi troviamo una cornice
che è comune a tutti e questo comporta una serie di cose.. divetna compresnisbile se
inserito in questa cornice. questo secondo livello avviene quando piu soggeti tra di loro
condivisono una definizione specifica della realta. finita quell’ora di calcetto finisce quela
corncie. il probelma nasce con la macchinazione o manipolazione. Nella macchinazione o
manipolazione cosa accade?
Nella messa in chiave tuti sono consapevoli e tutti definiscono la situaizone allo stesso
modo.

Puo succedere che qualcuno vada a quella partita di calcetto, pensando che si tratti di una
semplcie partita di clacetto. ma wqualuno l’ha organizzata per capire dei segreti induatriali o
per capire come si muvoeranno dei parlamentari. in quel caso l’intenizone di chi ha
organizzato quella partita è una macchinazione. Quindi vi è qualcuno che da una definizione
della realta diversa da quella che danno gli altri e lo fanno in modo nascosto, senza che
questo traspari. potremmo far tantissimi esempi di questo tipo. tentativi di offrire una
ifnormazione manipolata.
opoure siamo convinti di star seguendo il telegironale ma magari chi lo organizza ci racconta
le notizie in modo tale da far passare delle notizie piuttosto che altre.

il complotto è una macchinazione. piu sono gli attori piu è difficle la macchinazione

La strumentalizzazione??..
lA macchinazione è vicina al concetto di ideologia.

utilizzo e parallelsimo che possiamo fare con queste tesi e quelle di frnacoforte della cultra.
produrre certi simboliper diffornderli nella spcieta e farl passare come oggettivi e universali
certi valori che in realta sono solo a difesa di un piccolo gruppo elitario.

che cosa non è da fare che ha chiesto francesco?

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