Sembrava incredibile che uno corresse solo perché aveva voglia di correre. Corre perché voleva correre e pian piano si ritrova tutta una corte intorno. Il protagonista viene costantemente espropriato di quelle che sono le sue intenzioni. Una volta adulto si rialza e riprende a correre. Viene però espropriato da questa sua scelta autonoma per la lettura che gli altri fanno di quello che sta facendo. Gump è un equivoco costante a seguito della patologia per cui so re, a etto da problemi psicologici, probabilmente da una forma di autismo, è un introverso. E’ quindi bloccato in se in maniera autoreferenziale, dando senso alla narrativa, facendo si che sia una realtà e non il prodotto di una fantasia, leggerla come la condizione fortunata e fortunosa in cui una persona con le patologie di Forrest si è ritrovato o leggerla come una metafora di quello che accade nel mondo sociale in cui siamo sempre e comunque inevitabilmente al centro di relazioni. L’uomo non può fare a meno di stringere relazioni, o forse si, se in maniera consapevole usiamo l’idea di stringere relazioni. Questo ovviamente non accade se consideriamo l’essere oggetto di relazioni, l’uomo è costantemente oggetto di relazioni. Non vi è mai un assenza totale, anche in una condizione di isolamento, sempre più vi è l’impossibilità di non far parte della rete sociale nella quale siamo costretti a vivere. Dopo 3 anni che correva, Forrest si è ritrovato intorno tutto ili sistema relazionale, addirittura i media parlano di lui, si è ritrovato con un gruppo di supporter che correvano insieme a lui, è diventato notizia poiché ciascuno a Forrest Gump attribuiva la ragione per la quale sarebbe valsa la pena per lui di correre (esempio, corre per la fame nel mondo, corre per le donne, corre per gli animali). Ciascuno rispondeva a se stesso quale era il motivo per il quale Forrest si sarebbe sforzato di fare una cosa tanto eccezionale. COSA POSSIAMO NOTARE? E’ chi legge ad attribuire il signi cato le cose, è chi legge la situazione che attribuisce il signi cato. La lettura di un determinato messaggio resta incerta per la fonte, in quanto il senso ed il signi cato viene attribuito da chi legge. Veber dirà che questo è l’agire sociale, per quest’ultimo l’agire sociale è un’azione dotata di senso e di signi cato per coloro i quali partecipano. Ciascuno di noi vive all’interno di un determinato contesto sociale, quindi vi sono delle regole sociali che orientano la nostra attribuzione di senso, le nostre relazioni. Regole che ci sono date e che orientano i nostri sistemi di relazione, i nostri meccanismi di attribuzione di senso. Sono spiegazioni che hanno un origine sociale su quello che è un fatto oggettivo. Forrest corre per…, tutte le spiegazioni che vengono date sono delle spiegazioni sociali, fame nel mondo, pace, diritti, animali, non sono spiegazioni individuali, ma sono spiegazioni che a ondano le proprie radici in una dimensione culturale, speci ca di una certa società, in un certo tempo, di uno speci co gruppo, di uno speci co ambito relazionale. Quindi vi sono queste regole sociali che ci permettono di trovare delle spiegazioni sociali a loro volta che giusti cano le nostre azioni, le nostre scelte oggettive, le nostre scelte individuali. Noi siamo degli individui collettivizzati, siamo una sorta di soggettività collettivizzata, siamo degli uomini e delle donne che hanno un posto all’interno di un sistema sociale che vivono e che praticano. Spesso questo posto lo ritroviamo in quel sistema di relazioni a noi più vicino, che è il cosiddetto gruppo (insieme di persone che si incontra con una certa stabilità, con delle abitudini, con delle regole che determinano la reciproca frequentazione, condividendo degli scopi. Non si parla della più ampia complessità umana, ma di una lettura sociologica dell’individuo che è entità complessa. Studio degli individui collocati all’interno di un sistema sociale, quindi degli individui in relazione tra di loro. La SOCIOLOGIA studia le caratteristiche dell’individuo in relazione con altri individui. Lo studia in quanto la caratteristica fondamentale della nostra specie è quella di vivere in relazione. La sociologia nasce dando per scontato questo, lo vediamo con le prime sociologie, quando discuteva se la nostra società e le nostre teorie sociologiche fossero teorie del consenso e teorie del con itto. TEORIE DEL CONSENSO, gli uomini cercano e desiderano di stare insieme, le teorie del consenso stoiano quindi le modalità che portano piacere nello stare insieme, è piacevole stare insieme, è una necessità sentita. TEORIE DEL CONFLITTO, partono dal presupposto che l’uomo se non è costretto fa fuori l’altro uomo, ci sta insieme perché lo sfrutta, poiché vuole appropriarsi di ciò che l’altro uomo possiede. fi fi fi fi fl ff fi fi fi fi ff ff fi Quindi dobbiamo fare in modo che le società governino le relazioni inevitabilmente con ittuali che ci sono fra gli uomini. Nell’altro altro caso le società governano le inevitabili relazioni solidaristiche che esistono fra gli uomini. Questi sono i due poli del contendere. Aspetto che evidenzia l’importanza che la società ha di orientare l’individuo piuttosto che il peso che ha l’individuo nell’orientare la società. La relazione tra società e individuo è per entrambi presente, ma la genesi della società DOVE RISIEDE? Nella società stessa che non fa che rigenerarsi o nell’individuo che detiene capacità trasformati della società? Altre due questioni aperte nelle sociologie tradizionali. In entrambi i casi, connesso e con itto, primazia dell’individuo o primazia della società, nessuno mette in discussione il sistema relazionale che è al centro della vita dell’individuo. Individuo non può che vivere in una società, non può che convivere in un complesso di relazioni. Questo è assioma che fonda la sociologia. Lettura che abbiamo dato di Forrest Gump è una lettura strettamente sociologica, giusti cata dal dato per scontato, ormai consolidato nell’a ermarsi della sociologia, prima come loso a sociale, poi come sociologia di questa centralità delle relazioni per gli individui. La sociologia deve essere uno strumento per governare le relazioni quali inevitabilmente inserito. Conoscere il modo in cui ci si relaziona e si attribuisce il signi cato importante per comprendere cosa accade quando io faccio qualcosa; Forrest non in grado di farlo perché aveva la sua patologia. Ogni azione che facciamo, siamo fonte di informazione, siamo in ogni caso la rappresentazione di un qualcosa. E’ importante la rappresentazione che stiamo dando di noi stessi. La sociologia mi fornisce uno strumento in più per c cercare di comprendere in che modo il mio agire viene letto dall’altro che mi osserva, che è in relazione con me, che partecipa alla medesima situazione. La sociologia è scienza empirica, non è loso a sociale (esempio Hobbe, Locke, Rosseau) quando si era compreso che la grande caratteristica dell’uomo è la sua capacità di stare in relazione con gli altri, ma veniva ancora letto all’interno del sistema scienti co tradizionale. Solo grazie al positivismo e la spinta di Durckain che ha condotto ad uno sradicamento del sistema a ermando che le scienze sociali si studiano come le scienze naturali (a ermazione positivista). Si studiano quindi osservando i fenomeni sociali, l’oggetto di osservazione sono i fenomeni i sociali. I fenomeni sociali sono pratiche necessariamente collettive condivise o anche pratiche individuali, da che cosa hanno origine? Ma in ogni caso per tutti i sociologi i fenomeni sociali sono degli osservabili, hanno una loro concretezza. La sociologia non è un ragionamento sulla società, è l’osservazione dei fenomeni empirici che caratterizzano una società. In quanto scienziati ragioniamo su questi fenomeni, la scienza necessita di dati empirici, oggettivi, misurabili, collezione di tali dati ed elaborazione di una teoria che spiega perché tutti questi oggetti sono disposti in un determinato modo, non parte da una osservazione astratta arrivando a formulare una teoria generale. Teoria che man mano viene smentita da una distribuzione diversa degli oggetti, però il legame tra dimensione teorica e dimensione empirica è indissolubile. Ciò che fa diventare la sociologia una scienza autonoma rispetto alla loso a sociale. La sociologia è quindi uno strumento di comprensione della società, strumento di comprensione di noi stessi nella società, una società che nella sua storia l’individuo subisce prima, ne, senso che si trova spontaneamente a vivere aggregato. Esempio, i cacciatori nel paleolitico, che vanno a cacciare insieme. Gli uomini scoprirono (come disse Mid, antropologo) la società, l’essere insieme, riconoscere l’altro come essere autonomo, esistente, diverso da se e con i suoi rapporti nel senso di compartecipazione, relazione di utilità all’impresa della caccia. Da li in poi, con l’evoluzione del pensiero umano, l’uomo ha continuato ad interrogarsi sulla società. Ogni società è in relazione con la cultura di quel determinato tempo. La sociologia comincia ad a ermare come la società abbia origine nelle attività umane e viene trasformata a sua volta dalle attività umane, la società e quindi un prodotto dell’agire umano. Ciascuno di noi nasce già all’interno di una società esistente, il numero assegnato (codice scale) alla nascita è un sistema di appartenenza ad un sistema sociale organizzato. Le società esistono in modelli cristallizzati del vivere umano, così come le leggi sono modelli cristallizzati di comportamento. La società cristallizza dei comportamenti, impartisce delle nazioni. Possiamo modi carle (ad esempio il codice della strada). Cambiate nel momento in cui le esigenze cambiano. Il mondo intorno a noi diventa sempre più complicato, siamo immersi in un gorgo informativo ampissimo, diventando una sorta di paradosso della società in cui viviamo, la quantità di informazioni ci spinge a radicalizzarci su certi processi che abbiamo già acquisito, poiché temiamo l’incertezza. Vigiamo per de nizione nella società del dubbio e dell’incertezza. La velocità con cui il mondo diventa complesso è molto maggiore della nostra capacità di stare dietro questa complessità. ff fi fi fi ff fl fi ff fi fi fi ff fi fi fl fi fi fi Il nostro spaiamento dovuto all’esplosione di possibilità ci manda alla disperata di regole che ci aiutino a scegliere tra le tante possibilità che abbiamo. Mobilita orizzontale e verticale, mobilita che caratterizza il nostro mondo. Questa complessità aumenta anche le diversità. La rete mette in connessione diversita. La possibilità di relazione si apre tra le diversità, a livello non solo individuale, ma anche sociale. Diversita tra sistemi sociali le cui relazioni si esprimono proprio perché vi è un confronto tra idee di società diversa. Una società mette a tema e organizza la propria identità a partire dalle sue radici. La società è complessa così come lo è l’individuo. Individuo non può sovrapporsi alla società, così come la società non può sovrapporsi all’individuo. La società e individuo convivono, cosi come le società e gli individui convivono. Ci sono tanti individui così come ci sono tante società. Chi detiene il potere di cambiamento e progettazione? siamo in grado in maniera consapevole ci adeguiamo a ciò che la società ci chiede? Siamo in grado di costruire una società che è quella che vorremmo, noi in termini di collettività? Quali sono i fattori di resistenza di uno e dell’altro? Esigenze della società di cambiare rispetto alle spinte, esigenze dell’individuo in varianza? Esigenze delle spinte dell’individuo in varianza a mantenersi stabili nonostante le spinte della società. E’ IN QUESTO MODO CHE LEGGIAMO E INDAGHIAMO IL TEMA DELLA DEVIANZA, DELLA CRIMINALIOTA’, DELLA PAZZIA. La sociologia mette a tema tutti questi problemi prima attraverso la speculazione intellettuale della loso a sociale, successivamente con Durkai all’interno della rigidità dello schema del positivismo delle scienze naturali, in cui anche le scienze sociali si studiano con lo stesso metodo delle scienze naturali, schema superato, ma che è stato fondamentale per partire. La scienza si riconosce come tale perché ha un metodo, condivisione di un approccio metodologico nello studio di un oggetto. Facendo riconoscere come scienza la sociologia. fi fi
Identità di genere e modello professionale nel lavoro sociale: Diversità di atteggiamento, di aspettative, di modalità comunicative, di soggetti sessuali, nelle organizzazioni lavorative