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Devo fare attenzione all’ambiente e a come il condannato si pone -> tutto ciò determina la mia
percezione
Molto spesso nei colloqui il condannato non nomina mai il reato e non parla della criminogenesi
(ossia di com’è avvenuto il reato). Il reato è “sfumato”.
Per questo dobbiamo prestare attenzione a cosa ci viene detto e a come ci viene detto.
Spesso i condannati fanno fatica a nominare il reato -> così facendo danno indicazioni sulla
personalità e sulla valutazione del rischio di recidiva
LIBRI OBBLIGATORI:
Psicologia criminale
Relazioni violente
La criminalità è un fenomeno diffuso, riguarda qualsiasi luogo e ceto sociale. Si stanno superando le
teorie sociologiche basate solo sulla scuola di Chicago, o l’etichettamento, o le teorie solo biologiche
perché non spiegano l’autore di reato. La criminologia e la psico crim sono scienze che si avvalgono
delle multidisciplinarietà e si collegano, vanno in parallelo con lo sviluppo sociologico e culturale
della società del momento.
Ad oggi le teorie che spiegano meglio sono le teorie sistemiche. Ci basiamo sulle teorie della
costruzione del crimine, intesa come relazione triadica fra autore, vittima e reato. Il reato viene
inteso come azione comunicativa deviante, ossia ci fa capire la relazione soggiacente tra la
commissione del reato stesso e la reazione (reato) che ha sull’autore e sulla vittima. Questa
relazione spiega perché l’autore commette proprio quel reato, in quel luogo, nei confronti di quella
vittima. Ciò ci serve sia perché è la criminogenesi, ma soprattutto per il profiling.
Una delle spiegazioni del crimine è che esso sia la risposta ad un bisogno o a una colpa (come
insegna Freud). Ogni crimine è un atto di comunicazione che ci dice qualcosa e sta a noi imparare a
leggerlo.
Dobbiamo trovare altri schemi di lettura oltre alle teorie sociologiche, proprio per questo si parla di
scienze che mutano costantemente. Non è detto che chi commette un crimine soffra di una
psicopatologia. Chi commette un reato è come noi e tutti possiamo diventare vittime o autori di
reato.
È molto pericoloso ricollegare un disturbo o il carattere alla possibile commissione di un reato. Ciò
porta ad una non-prevenzione e ad un inevitabile etichettamento ed emarginazione.
Le statistiche possono essere trovate nel Ministero dell’interno e nel Ministero della giustizia. Negli
USA, appena si entra in carcere vengono fatte delle indagini sulla personalità (profiling), ciò è legato
alla giurisprudenza di common law degli Stati Uniti.
La personalità (NON disturbo, ossia situazione che sfocia in comportamenti che impediscono una
normale vita) antisociale, narcisistica e borderline può essere trovata nelle persone “di successo”
(manager, industriali, politici, mondo dello spettacolo).
Una delle teorie psicologiche che ci dà una cornice interpretativa è quella di Freud (rientra nelle
teorie psicodinamiche ed è il padre della psicnalisi):
PROSPETTIVA PSICODINAMICA
Freud inizia a dare una lettura della personalità intorno al 1870, un periodo molto effervescente: a
Vienna Freud e in Italia Lombroso (che rientra nelle teorie biologiche).
Freud parla di una personalità strutturata in tre parti. Dobbiamo immaginarci un iceberg che
rappresenta la nostra psiche ed è diviso in tre parti:
Freud dice che chi commette un reato lo fa perché il superio è debole e non è riuscito a fermare la
passione. In più, l’individuo non ha completato il proprio sviluppo psicofisico e sessuale (è malato,
poiché in una persona equilibrata e sana queste tre entità funzionano e collaborano perfettamente).
PRINCIPIO DEL PIACERE: il mio bisogno deve essere soddisfatto immediatamente poiché così
facendo si placano le passioni. Lì scatta il reato o la trasgressione.
Uno dei bisogni fondamentali per lo sviluppo psicofisico è l’uccisione del padre, con il superamento
del complesso di Edipo: il bambino vuole possedere la madre e avere un rapporto sessuale con la
madre, vuole averlo subito. Il desiderio è prendere il posto del padre uccidendolo. Per soddisfare
questo bisogno bisogna prendere le caratteristiche del maschio/della mascolinità. Invece di ucciderlo
prendo il suo posto assumendo le sue caratteristiche. Nel caso del non soddisfacimento del bisogno
rimane il desiderio di possedere la madre e la conseguenza sarà che verranno messi in atto
comportamenti violenti, che potrebbero essere (attenendosi alla teoria psicodinamica freudiana) lo
stupro della madre, non solo per soddisfare il primo bisogno di possedere la madre, ma anche per
abbattere il senso di colpa per aver desiderato di uccidere il padre.
L’uomo ha istinti aggressivi e passioni primitive che portano allo stupro, all’incesto, all’omicidio. Sono
tenuti a freno, in modo imperfetto, dalle Istituzioni Sociali e dai sensi di colpa.
Nella personalità di ogni individuo c’è un lato nascosto, oscuro, normalmente represso che se
liberato ci trasformerebbe in criminali, in crudeli assassini e pericolosi delinquenti.
VIDEO: Valentino Di Nunzio - la dodicesima vittima -> “pollo da sgozzare” = deumanizzazione (tolgo
l’umanità al soggetto e lo paragono a un pollo) -> film amatoriale girato e scritto un anno e mezzo
prima di commettere un omicidio (uno dei pochi casi). Uscirà dalle perizie che aveva una diagnosi di
psicosi, nonostante nessuno si fosse mai accorto di nulla.
08/03/2019
In La dodicesima vittima l’autore comunica il suo desiderio di soddisfare il proprio istinto di morte
(“la morte è l’unica cosa vera”), come dimostrazione di quanto afferma Freud.
Dato il titolo, sappiamo già che il video ruoterà intorno ad una vittima. Nel video la vittima è lui
stesso. Nella realtà, un anno e mezzo dopo si trasformetà da vittima a carnefice: una delle difese che
la persona attua per combattere il senso di colpa.
Se ascoltiamo la musica, la sensazione è di angoscia e confusione, proprio come il suo stato d’animo.
Dice che deve soddisfare un istinto: usa questa parola poiché mantiene la sua immagine di uomo
forte non riconoscendo i bisogni, ma parlando di istinti.
Dice di sentirsi un Dio castigatore: ci rimanda a dei tratti di tipo narcisistico, delirio di onnipotenza.
Quindi gli altri sono inferiori ed all’interno di una dinamica di soddisfazione del narcisismo sono
funzionali al soddisfacimento del proprio istinto. Disumanizza le persone (“pollo da sgozzare”) e in
più il suo ruolo è quello di rimettere apposto le cose, in un’ottica di giustizia. È come se vivesse in un
mondo suo, dove lui ha il ruolo di giustiziere. Gli individui esistono ed esisteranno grazie a lui.
La psicosi (diagnosticata all’autore del video) è una psicopatologia dove è alterata l’immagine che si
ha di se stessi e la percezione del mondo esterno.
Dice che c’è chi aspetta di essere ucciso: alcuni autori parlano di “vittime predestinate”. Non è una
vittima innocente, ma una vittima colpevole che aspetta di essere punita dal Dio castigatore. Nel suo
mondo la giustizia è lui, non c’è alcuna percezione di aver commesso un reato e nessuna vittima. Dal
momento in cui viene messo in carcere quindi sfugge da una realtà inaccettabile, che può essere in
qualche modo la percezione della mancanza della madre, di una perdita di equilibrio, quindi mette in
atto il suicidio, che può servire da salvezza (il Dio castigatore è un dio salvifico). Non si suicida perché
si sente colpevole, ma per salvarsi.
Il primo organico contributo psicoanalitico applicato alla criminologia è stato quello di Alexander
(psichiatra) e Staub (giurista) nel 1929, secondo i quali la condotta criminosa deriverebbe da
molteplici modalità dello svincolo del controllo del Super-Io; la delinquenza dipenderebbe
essenzialmente dall’efficienza del Super-Io.
Esisterebbero progressivi gradi di riduzione, fino all’abolizione del controllo dell’istanza superiore:
Normalità
Delinquenza fantasmatica
Delinquenza colposa
Delinquenza nevrotica
Delinquenza occasionale e affettiva
Delinquenza normale
La violenza è democratica: autori e vittime di reato possono essere chiunque, la violenza soprattutto
all’interno delle relazioni affettive è trasversale sia al ceto, che all’età, che al genere ecc.
Psicologia sociale: l’identità personale psicosociale (comportamento) si confà al ruolo (giudizio) che
viene ad avere il soggetto nella società (il soggetto ritenuto criminale si cronicizza in quel ruolo; la
stessa sua convinzione si confà nel tempo al convincimento sociale). Le istituzioni cronicizzano lo
status: di criminale, di malato (il carcere cronicizza il comportamento criminale come il manicomio
statisticamente cronicizza la malattia mentale). -> si occupa delle relazioni della persona assieme agli
altri
L’idea di chi lo gira è di pensare al reato come uno strappo (verso la società, le regole, la collettività).
Non dai valore alla tua vita. Non puoi dare valore alla vita di una persona se non dai valore
alla tua. Il primo valore è sopravvivere. Se non hai le capacità per farlo non puoi vedere un
essere umano nella vittima.
La violenza ha rotto da un momento all’altro tutti i rapporti. Questa per me è una
lacerazione insopportabile perché “avrei potuto proteggerti un po’ di più”
Mio figlio è una mia vittima, di vittime se ne fanno anche senza commettere reati
Nella dimensione delle stragi percepisci la vittima come inesistente.
Le vittime non sono mai esistite e non esistono per il criminale
Donna sequestrata, ancora terrorizzata dopo 13 anni
Ai mass media interessa solo se le vittime perdonano o no l’autore del reato
La giuria popolare è un fattore imprevedibile
Se mi rinchiudi 10 anni in quattro mura appena esco faccio peggio di prima
Prima di Bollate ho sprecato anni in carceri senza sentirmi parte della società
15/03/2019
Si dice che il reato sia qualcosa che rompe il patto sociale (il cosiddetto “strappo”). Ci interessa la
psicologia sociale perché va ad integrare la nostra chiave di lettura. La parte importante della
personalità è proprio quella della relazione con gli altri. La psicologia sociale ci dice che l’autore di
reato nel momento in cui viene additato come tale esso si riconoscerà in quel ruolo. Qualora la
persona entri in carcere l’etichetta diventerà più pesante e precederà la persona. Le istituzioni
cristallizzano questo dato. La psico soc trae i propri assunti dalla teoria del comportamentismo: è
una teoria dei primi del ‘900.
Comportamentismo (behaviorismo) -> Questa teoria della personalità trae i suoi principi
essenzialmente dalla sperimentazione e dall’osservazione empirica, in quanto della persona si
potrebbe conoscere unicamente il comportamento, in quanto visibile e verificabile (JB Watson 1914)
La condotta umana sarebbe indirizzata a seconda di come l’ambiente, con i suoi stimoli, contrasta o
ricompensa o rafforza un comportamento: l’uomo non sarebbe libero nella sua condotta, ma
sarebbe guidato dalle condizioni ambientali secondo un meccanismo dello stimolo che determina
una risosta assolutamente indipendente da fattori innati o variabili psicologiche o biologiche
individuali.
Skinner -> apprendimento che avviene a livello ambientale. Qualora la risposta del soggetto venga
rinforzata positivamente, si consolida e diviene apprendimento stabile. ???
Bandura negli anni ‘70 aggiunge che se una persona vede fenomeni violenti apprenderà quei
comportamenti.
Questi concetti rientrano nella teoria della frustrazione o aggressione, alla base di ogni
comportamento aggressivo vi sarebbe una frustrazione (stimolo) che porterebbe sempre ad una
qualche forma di aggressione (risposta), aggressività rinforzata ad ogni ripetersi della frustrazione.
L’aumento della criminalità, presente nella società moderna, sarebbe da imputarsi alle sempre
maggiori occasioni frustranti. (…)
La personalità criminale:
De Greef, 1938, per primo si è occupato della cosiddetta personalità criminale, per studiare sia le
caratteristiche di personalità, sia il comportamento delittuoso. Del comportamento criminale
individuava due momenti fondamentali: lo stato pericoloso (momento di equilibrio instabile
precedente la commissione del reato) e il momento della crisi vera e propria con il passaggio
all’atto.
Per quanto riguardava le caratteristiche personologiche del soggetto, egli evidenzia che il criminale i
percepirebbe quale vittima di ingiustizie, percezione che bloccherebbe i naturali processi di
socializzazione, influenzando le scelte di vita, incanalandole in un tragitto di negatività e
risentimento.
Altro autore che si è interessato di personalità criminale è Pinatel (1960), che ne individuava quattro
tratti fondamentali:
De Greef e Pinatel lavorano nelle carceri americane, dove sono detenuti soprattutto stranieri e
individui abitanti dei ghetti -> le loro teorie sono da prendere con le pinze
Parlare di questi meccanismi ci aiuta a mettere dei paletti rispetto a come i detenuti percepiscono il
reato e come lo descrivono, oltre a come descrivono loro stessi in esso.
Sistemi:
REATO
AUTORE VITTIMA
Anamnesi anamnesi
COSA INDAGARE:
1. Indagare sui motivi che hanno agito sull’autore
2. Perché non lo hanno inibito altri motivi (sociali, individuali, morali, religiosi, giuridici ecc.)
3. Come il soggetto è arrivato a concepire l’azione antisociale
4. Come la sua azione viene da lui stesso definita, prodotta e poi utilizzata
5. Conoscere come è stata la preparazione e l’esecuzione del reato -> poiché ogni
comportamento ci rappresenta, è una scelta, è una modalità di relazione con il mondo e
voglio sapere se aveva una modalità di chiara percezione che ad ogni azione corrisponde una
reazione.
6. Indagare sui sentimenti di colpa suscitati dal reato commesso
7. Diniego della responsabilità
8. Minimizzazione del torto inflitto
9. Negazione della vittima
Dobbiamo imparare a distinguere le cose importanti da quelle inutili che dice il condannato.
VITTIMA?
Nell’atto del reato “la vittima non è una persona, ma solo... un ostacolo da eliminare”, in altre
parole, un oggetto col quale non si vive alcuna relazione affettiva.
Parlando dei loro crimini, i detenuti dicono che “è brutto dirlo, ma io alla vittima non ci pensavo, non
provavo nulla”.
1. CARMELO I.:
Quando sei un criminale non gli dai valore. Se non dai valore alla tua vita stesa come fai a vedere il
valore di un’altra persona, dell’essere umano, della vita o della vittima addirittura? Te ne freghi,
perché sai che il primo valore è vivere te, cercare tu di sopravvivere e se non hai le condizioni o le
capacità non puoi vedere mai (…)
Io, se ho delle priorità, non riconoscerò mai neanche la società. Io non riconosco neanche le regole
della società: per me sono invalidanti. -> delinquente per scelta dopo una valutazione costi/benefici
(scelta razionale)
La colpa non la do ne alle istituzioni, tra virgolette, neanche a me, neamche alla mia famiglia. Ma poi,
qualcuno questa colpa, di questa mancanza di buon senso, l’avrà avuta. Forse pigliamocele (…)
2. MASSIMILIANO D.A.:
Stiamo parlando solo di reati oppure di vittime ne abbiamo fatte anche senza fare dei reati? Perché
io le più grosse vittime che ho fatto nella vita le ho fatte senza fare reati. Quelle dei reati ci sono, ma
le ho fatte anche senza fare dei reati. Nella vita, vittime si fanno più di... mio figlio è una mia vittima.
Io non ho mai avuto spazio per mettermi nei panni della vittima.
Se io alla vita non ci davo nessun valore, perché non avevo degli obiettivi, non avevo niente. La mia
vita era vivere... come facevo io a mettermi nei panni di quelli a cui magari (…)
Il fatto del mio raccontare di quando ero piccolo non è così facile. Nel senso che ci sarebbe un po’
troppo da spiegare, comunque è l’infanzia di tanti altri ragazzi che purtroppo adesso nelle carceri ne
bazzicano tanti perché spesso e volentieri arrivi da un vissuto particolare.
Mia sorella è stata scarcerata e ho letto un diario che ha scritto mia sorella che mi ha dato. Lei dice
che io ero un santo, facevo il chierichetto, che la nascondevo sempre da tutto perché non volevo che
vedesse determinate cose, quando mio padre accoltellava mia madre o si accoltellava da solo. E lei
dice “io però ero gelosa di lui.” Perché? Perchè i miei genitori, mia mamma soprattutto, l’ha fatta
diventare una vittima perché lei diceva che non voleva avere lei. Le diceva: “io volevo solo tuo
fratello grande e te non ti volevo”. Lei era una vittima. E lei come ha reagito? Era diventata gelosa di
me.
3. FRANCO G.:
Assumendomi la responsabilità di avere commesso qualche cosa, mi assumo in quel momento anche
la logica di riconoscere una vittima, perché se mi assumo la responsabilità di fare qualcosa è chiaro
che questo qualche cosa l’ho fatto contro qualcuno e se capisco la responsabilità io una vittima ce
l’ho.
“Finalmente sono stato arrestato, perché in carcere ho la possibilità di rendermi conto di ciò che ho
fatto e quindi di una possibilità di fermarmi, perché all’esterno non ero più capace di tornare
indietro.”
Es: Arancia Meccanica -> Alex è minorenne e ha un disturbo della condotta che sfocerà in disturbo
antisociale di personalità -> A – LEX (Una persona col suo disturbo ha una sua legge)
Scena del pestaggio del barbone -> Alex forse si pone come la legge, assieme alla sua squadra di
drughi, che veste di bianco (purezza, giustizia). Il barbone afferma che non c’è giustizia e che ci sia un
rovesciamento dei ruoli: i giovani se la prendono con gli anziani.
Gli viene sottoposta una cura dal punto di vista cognitivo: assiste forzatamente ad episodi di violenza
finché non gli inducono nausea e vomito.
22/03/2019
AGGRESSIVITA’
È una delle componenti più di difficile definizione. Ci sono vari tipi di esprimere l’aggressività
(economica, sessuale, virtuale, istituzionale ecc.). Usiamo sia le parole aggressività che violenza. Ad
esempio, parliamo di violenza istituzionale e non di aggressività istituzionale
VIOLENZA = forza che viene agita sempre intenzionalmente con l’intento di procurare un danno. È un
comportamento che viene scelto di agire. C’è la possibilità di modificare e influire sui propri
comportamenti aggressivi.
A volte è una risposta che cerchiamo ai nostri bisogni e alle nostre paure.
L’AGGRESSIVITA’
La maggior parte degli studiosi definiscono l’aggressività come l’insieme di azioni dirette a colpire
uno (…)
1. Approccio biologico -> (da collegare all’etologico). Uno degli ormoni legati all’aggressività è il
testosterone (quindi i maschi sembrano essere più inclini a comportamenti aggressivi). Ci
sono alcuni soggetti che necessitano di tenere un alto livello di ormoni in circolo per
mantenere uno stato percepito di benessere. I cosiddetti cercatori di emozioni forti,
“sensation seeking”: persone che necessitano per il loro equilibrio fisiologico di avere un alto
tasso di ormoni, testosterone e adrenalina in circolo. Cercano situazioni a rischio o
assumono sostanze. Hanno un alto tasso di reattività e possono mettere in atto
comportamenti di aggressione. Cercano la rissa e la provocazione non perché gli piaccia, ma
perché è una situazione che gli manda un picco ormonale. Vi è uno stato di iperattivazione.
Queste persone vivono in uno stato di iperattivazione dei sistemi fisiologici, quindi di
ipereccitazione. È un qualcosa di fisico, non è una questione di testa.
2. Psicoanalisi -> ogni soggetto per stare bene ha un proprio equilibrio, nel nostro caso un
equilibrio fisiologico e ormonale. Ognuno ha il proprio e noi lavoriamo sempre per
raggiungerlo. Quando ci troviamo in una situazione ad esempio la rissa nel momento in cui
sentiamo che ci stiamo arrabbiando, dal punto di vista fisiologico il nostro equilibrio
comincia ad alzarsi, ci attiviamo. L’aggressività sale. Ad un certo punto c’è l’aggressione: tutti
i miei sistemi fisici sono tirati al massimo. La durata dipende da varie circostanze. Dopodichè
inizia a scemare e torna all’equilibrio. Questo è chiamato ciclo dell’aggressività. L’evento
scatenante è il trigger. Il mio comportamento risponde con l’attacco o con la fuga. I sistemi
sono pronti a proteggermi o ad attaccare. Dal punto di vista cognitivo sono in blackout
perché tutti i sistemi sono massimizzati all’attacco o alla fuga. Anche chi ci parla non è
efficace, poiché vincono i sistemi fisiologici. La curva dell’aggressività poi va sotto l’equilibrio
normale e così ci sentiamo stanchi fisicamente, dato che i sistemi devono recuperare.
3. Etologia -> l’aggressività viene intesa come “salvarsi la pelle” dal punto di vista della specie. Il
comportamento aggressivo risponde anche a dei bisogni che non riusciamo a controllare e
definire
4. Comportamentismo
5. Apprendimento sociale
È un caso di omicidio. Avvenuto prima della legge sullo stalking del 2009, che permette di mettere in
atto misure cautelari in tutela della vittima.
Il soggetto cercherà di ricercare affetto se questo gli manca nella prima infanzia. Lui stesso dice che
“ha bisogno di sentirsi sicuro”. C'è una necessità continua di controllarla. Lui non sa sopportare la
frattura, quando non riesce a cogliere la detenzione domiciliare di Monica. La tipologia di legame e di
attaccamento influisce sulla sessualità. Lui cerca una sessualità che ricada sul controllo. Se leggiamo i
disegni in un’ottica di psicopatologia (disegni in trasparenza, che mostrano quasi l’interno del corpo,
dimostrando un desiderio di controllo non solo esterno, ma interno) sono tipici di alcune psicosi:
dove c’è un bisogno di controllo a 360 gradi. Il controllo è necessario per autoconfermarsi.
L’unico che lo prende seriamente è l’editore, che porta il libro in procura, ma gli viene detto che sia
una mossa pubblicitaria per vendere il libro.
Odio e amore (espressi nella dedica sul libro a Lucia “Con odio e con amore”) sono i bisogni di base,
primordiali.
29/03/2019
Alterata lettura dei comportamenti e della comunicazione nella relazione, che porta al
tentativo di mantenere il controllo sul partner relazionale
Tentativi cronici di ribaltare scenari infantili
Paradosso: a fronte di una liberalizzazione dei costumi sessuali, oggi la sofferenza legata al
tradimento o alla delusione affettiva è maggiore di un tempo e spinge a reazioni estreme per
fronteggiare l’angoscia
Il disturbo narcisistico di personalità porta al controllo sul partner: le parole chiave sono potere e
controllo. -> Mariolini dice di non volere le anoressiche perché dimagriscono perché lo vogliono loro,
non per il proprio uomo.
Questa tipologia di relazione con la vittima è di un predatore (lo stesso Mariolini dice di essere un
cacciatore), nella classificazione dei serial killer (vi rientrano tutti i sex offender come stupratori
seriali, reati del 609, rapporti sessuali con minori, pedopornografia ecc.).
Se agisco potere e controllo sulla mia vittima, essa è incapacitata. La vittima equivale ad un oggetto
sul quale io agisco potere e controllo. L’idea che sia un oggetto mi protegge dalla responsabilità, mi
giustifica in qualche modo, e dal punto di vista della relazione affettiva e sessuale è come se io avessi
una barriera fra me e l’oggetto d’amore, che non va a mettere in gioco il legame di attaccamento che
potrei avere con l’oggetto e l’immagine che ho di me stesso.
Attaccamento -> Mariolini dice “appena ho avuto un legame sicuro, ho ricominciato a lavorare”, si
parla di simbiosi. “Stavamo insieme 24 ore al giorno” -> legame di attaccamento sicuro. Se
percepisco un abbandono da bambino, subirò un abbandono anche in età adulta se non sto sempre
assieme al partner.
A volte si rimane fermi in questa modalità: per avere un benessere e un soddisfacimento dei propri
bisogni considerano l’altra persona come oggetto di sé, ovvero riproponendo la fase orale dove si
vuole un attaccamento sicuro, addirittura la simbiosi. Si ha bisogno di creare una relazione di tipo
simbiotico, fusionale. Si ripropone una relazione (stiamo insieme 24 ore al giorno) tipica della fase
orale. L’oggetto esiste perché io l’ho inserito in quel rapporto fusionale, l’oggetto del desiderio è
indistinto da me (narcisismo primario). Lo stesso Mariolini afferma “se tu vai via, è come se avessi
premuto il grilletto”.
Mariolini si definisce “l’unico anoressofilo” -> si attribuisce una parafilia. Nelle parafilie l’amore è il
soddisfacimento primario del soggetto, non la congiunzione genitale con l’altro al fine di procreare.
Mariolini mostra il suo bisogno di potere e controllo su un’altra persona.
PARAFILIE
È un termine clinico dal DSM, dove vengono definite come modalità di rapporti sessuali con oggetti
inanimati, soggetti che non abbiano raggiunto uno sviluppo psicofisico adeguato, o con soggetti o
animali non consenzienti. È definita patologia qualora e solo se persiste nella vita del soggetto per
almeno 6 mesi rendendogli impossibile qualsiasi altro tipo di rapporto con altri soggetti.
Il DSM IV considera i comportamenti sessuali devianti come “un gruppo di disturbi sessuali
caratterizzati da fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti ed intensamente eccitanti
sessualmente, che possono riguardare oggetti inanimati, la sofferenza o l’umiliazione di sé stessi o
del partner, o bambini o altre persone non consenzienti, e che si manifestano per un periodo di
almeno sei mesi”
AGGIORNAMENTO DSM V -> Se hai una parafilia, non è detto che tu abbia un disturbo parafilico
ESEMPI:
PARAFILIE (CONTINUUM)
Dai dati clinici risulta che circa la metà dei soggetti con parafilia è adulta e sposata
La comparsa delle varie perversioni è generalmente prima dei 21 anni (Abel, 1992) anche se
l’età media di comparsa varia a seconda del tipo di reato
I più frequenti atti parafilici sono quelli di tipo esibizionistico o di masturbazione in pubblico,
seguiti da masochismo, frotteurismo, travestitismo e voyerismo. In aumento la pedofilia,
soprattutto sul web
PEDOFILIA
Attività sessuale con uno o più bambini prepuberi (generalmente di 13 anni o più piccoli). Il soggetto
“pedofilo” deve avere almeno 16 anni ed essere di almeno 5 anni maggiore del bambino o dei
bambini con cui ha attività sessuali. Non viene incluso il soggetto tardo-adolescente coinvolto in una
relazione sessuale perdurante con un soggetto di 12-13 anni.
In realtà non pianifica l’uccisione della vittima, che sopraggiunge maldestramente per frustrazione di
un bisogno di relazione inappagato. I soggetti scelti sono minori perché percepiti come meno
ansiogeni degli adulti, con i quali egli è incapace di relazionarsi perché adulto nel corpo di un
bambino. “Non sono stato io, io sono un bravo boy scout”.
Se non c’è un trattamento dal punto di vista psicologico e criminologico, una volta usciti i loro
bisogni saranno uguali.
DOPPIA VITA
Tipicamente single maschi di mezza età che vivono con un genitore (generalmente la madre
o altra figura femminile)
L'incapacità relazionale esterna porta al ricorso a surrogati sensuali/sessuali e a gravi conflitti
psicologici sfocianti talvolta in stati psicotici
EROTOMANIA
Definizione del DSM – IV: quadro delirante costituito dalla convinzione di essere amati da un
individuo di sesso opposto, solitamente di rango superiore, anche in assenza di un rapporto reale fra
i due. (…)
I sex offender sono slegati dalle parafilie. Si scontrano con le norme di determinati paesi e mettono
in atto dei comportamenti di trasgressione dalla norma. Possiamo parlare di un disprezzo della
norma e di un disprezzo della vittima. I sex offender hanno un disturbo di personalità di tipo
antisociale, ossia mettono in atto comportamenti che possono essere socialmente riprovevoli.
Alex di Arancia Meccanica prova piacere nel trasgredire la norma e ne crea una propria.
CRITERI DIAGNOSTICI
A. Una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i diritti fondamentali degli altri
o le principali norme o regole societarie appropriate per l’età vengono violati, come
manifestato dalla presenza di tre o più dei seguenti criteri nei 12 mesi precedenti, con
almeno uno dei criteri negli ultimi 6 mesi
1. Spesso fa il prepotente, minaccia o intimorisce gli altri
2. Spesso dà inizio a colluttazioni fisiche
3. Ha usato un’arma che può causare seri danni fisici ad altri (bastone, barra, bottiglia rotta,
coltello, pistola)
NELL’ANTISOCIALE...
È importante il loro mondo interno, tutto e subito, le relazioni affettive e l’altro non sono
importanti e vengono viste in funzione di quanto possono essere funzionali, non interessa se
l’altra persona soffre.
Libro -> Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro (Marie-France Hirigoyen)
05/04/2019
VIOLENZA DI GENERE
Sono reati in aumento, non solo omicidio, ma anche solo determinando danni sia alle vittime sia ai
minori che assistono. Vi sono varie tipologie di reati (molestie, insulti sessisti, discriminazioni, ecc.)
VIOLENZA SUI GENERI -> non è solo verso il genere femminile, ma anche maschile, transessuale, in
transito sessuale (che non sono tutelate da nessuno): la violenza è data dalla presunta
identificazione di una persona in un determinato genere.
Stanno aumentando le lesioni nei confronti di uomini in quanto uomini. -> es: rubrica “Mio marito è
un cretino” in magazine prettamente femminile
Solitamente l’iconografia della violenza di genere rappresenta una bella ragazza giovane, truccata
con un occhio nero/ematomi, in sottoveste mentre mostra parti del proprio corpo.
FEMMINICIDIO:
Diana Russel, 1992, Feminicide: The politics of woman killing -> una violenza estrema da parte
dell’uomo contro la donna “in quanto donna”. -> questa definizione nasce nel New Mexico, al
confine con gli USA. In queste aree ci sono molte fabbriche dove lavorano gli immigrati, nel deserto,
in cui sono sparite migliaia di donne. Sono zone del centro/sud-america dove la costituzione non
sancisce l’uguaglianza dei sessi: ecco perché su poò parlare di femminicidio.
È incostituzionale la distinzione fra i sessi, quindi il reato di femminicidio non può essere inserito
nell’ordinamento penale italiano.
Lagarde M., “Antropologia, feminismo y politica: violencia feminicida y derechos humanos de las
mujeres -> quando lo Stato e le sue istituzioni non offrono garanzie sufficienti (diritto allo studio,
spose bambine ecc.), non crea condizioni di sicurezza (vendita di bambine nei bordelli).
“Ci sono condizioni per arrivare al femminicidio quando lo Stato (o le istituzioni) non offrono le
garanzie sufficienti alle bambine e alle donne e non crea condizioni di sicurezza che proteggano le
loro vite nella comunità, nella casa, neppure negli spazi di lavoro, di transito o di tempo libero.
Ancora di più, quando le autorità non svolgono le loro funzioni con efficienza. Quando lo stato è
parte strutturale del problema per il suo carattere patriarcale e perchp vuole preservare
quest’ordine, il femminicidio è un crimine di Stato”.
Isterico -> deriva da “movimento dell’utero” -> assicurandosi che la donna non sia isterica in caso di
stupro le si attribuisce la colpa
VIOLENZA
1. Fisica -> pugni, morsi o calci; schiaffi; uso di armi da fuoco o da taglio;percosse
2. Sessuale -> comprende l’imposizione di pratiche sessuali indesiderate o di rapporti che
facciano male fisicamente o che siano lesivi della dignità, ottenute con minacce di varia
natura
3. Psicologica -> racchiude ogni forma di abuso che lede l’identità della donna (insulto;
derisione e denigrazione; danneggiamento di oggetti di proprietà della donna; minacce di
abusi sulla donna con figli; minacce ripetute di abbandono)
4. Economica -> si definisce violenza economica (limitare o negare l’accesso alle finanze
familiari; occultare la situazione patrimoniale; vietare, ostacolare, o boicottare il lavoro fuori
casa della donna; non adempiere ai doveri di mantenimento stabiliti dalla legge)
5. Stalking -> indica il comportamento di controllo messo in atto dal persecutore nei confronti
della vittima da cui è stato rifiutato. Spesso le condotte dello stalker sono subdole, volte a
porre la vittima in uno stato di soggezione, con l’intento di compromettere la sua serenità,
farla sentire braccata, non libera. “To stalk” deriva da “fare la posta” (quando il cacciatore
sta fermo e aspetta la preda). “To mob” significa “cercare”. Le donne stalker non vengono
denunciate o vengono denunciate meno poiché c’è vergogna ed imbarazzo e nessuno crede
ad un uomo maltrattato, che rischia di essere deriso. Lo stalking nasce e viene riconosciuto
come reato negli USA intorno agli anni 90 a seguito di uccisioni di personaggi importanti del
mondo dello sport, che venivano perseguitati dai loro ammiratori fino ad essere uccisi.
Alcuni stalker mettono in atto questo comportamento perché risponde ad un loro bisogno
psico-patologico (vedi Mariolini). Altri non hanno psico-patologie ma non sanno accettare la
rottura di un legame affettivo. Altri ancora hanno il chiaro intento di danneggiare la persona,
nel mondo del lavoro.
Lo stalking nasce dall’erotomania -> penso che una persona sia innamorata di me, ma non è così.
Storia da cui nasce il delirio erotomanico: Donna che si innamora di Enrico …, che era il marito della
Regina Vittoria. “Io ogni giorno vado a Buckingham Palace alle 17 e si accendono le luci e si chiudono
le tende: lui mi sta dicendo che sa che sono arrivata e da questo capisco che mi ama.”
VIOLENZA INTRAFAMILIARE
La violenza in famiglia dipana uno scenario ove convivono molte condotte devianti e delittuose:
violenza sessuale, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne, pedopornografia,
maltrattamenti in famiglia, omicidi (causati anche da uno stato patologico dell’aggressore), sindrome
di Munchausen per procura, stalking...
Il termine violenza domestica indica ogni tipo di danno fisico o psichico subito da ua persona da
parte di un familiare che, sfruttando un rapporto di potere viene a trovarsi in una posizione
strutturalmente più forte e comprende minacce o atti di violenza fisica, psichica o sessuale agiti
all’interno di un rapporto familiare o di coppia presente o passato.
Per ciò che concerne la violenza domestica, solo recentemente se ne sono riconosciute l’estensione
e la gravità e si è cominciato a prendere seriamente in considerazione le conseguenze che sono di
ordine non solo psicologico ma anche sociale ed economico. In Italia in particolare vi è stata una
sorta di negazione del problema sia da un punto di vista istituzionale che sociale; la violenza
domestica è stata percepita come un affare privato e non come un reato contro la persona.
Learned helplessness
La fase della “Luna di miele” come rinforzo positivo -> chi è in fase di luna di miele si sente
colpevole
Problemi pratici
Presenza dei figli
Il timore di rappresaglie e/o di una escalation della violenza da parte dei loro partners
Condizionamento …
La violenza non si manifesta sempre apertamente. Nel 1983 Walker parla di “spirale della violenza”:
1. Intimidazione
2. Isolamento
3. Svalorizzazione
4. Segregazione
5. Aggressione fisica-sessuale
6. False riappacificazioni
7. Ricatto dei figli
VIDEO -> è stata lei (di Francesca Archibugi, girato nel carcere di Regina Coeli a Roma) -> vediamo un
autore di reato all’interno delle relazioni familiari, come racconta la sua esperienza
12/04/2019
Il rischio della violenza viene valutato soprattutto nel nord Europa e negli USA. C’è un abitudine allo
studio e all’approccio scientifico diverso rispetto al nostro.
Si deve prestare attenzione all’autore, ma anche alla vittima. Dagli anni 90 la criminologia è meno
reatocentrica e la vittimologia è poi diventata una disciplina autonoma.
1. STALKING
Con la valutazione del rischio l’obiettivo è la tutela della vittima e vedere se l’autore di reato sarà
recidivo. (Quanto rischia la vittima?)
La prima cosa che si chiede ad una vittima in un colloquio è di raccontarci come mai sta chiedendo
aiuto -> sappiamo che il reato di stalking è un reato determinato dalla vittima (la vittima stabilisce
quanto quei comportamenti che di solito sono abituali e consueti nella vittima stessa provochino un
danno).
Lo stalking è predittivo per quanto riguarda il reato di omicidio -> chiediamo di descrivere i
comportamenti, indaghiamo rispetto il profilo geografico dello stalker e il suo rapporto con lo spazio
e con il tempo.
Chiediamo come attua questi comportamenti (es: i 50 sms di che tipo sono? Minacciosi? Chiede altri
appuntamenti? Insegue/si apposta? Si fa trovare in un luogo o arriva dopo?).
Chiediamo della storia della relazione tra le due persone (es: In che relazione è con lo stalker?) e
andiamo a vedere la tipologia di stalker (Quando vi siete lasciati l’ha minacciata? Quando esce con
qualcuno le dice che non lo deve fare?): vendicativo, rancoroso, rifiutato?
Il rifiutato non farà mai del male alla vittima perché non vorrà danneggiare la persona amata.
Andiamo a capire la criminogenesi e la tipologia dello stalker attraverso il colloquio con la vittima.
La valutazione del rischio serve anche a dare alla vittima delle indicazioni comportamentali.
La percezione della morte da parte della vittima è un fattore di rischio altissimo insieme alla
detenzione di armi e all’uso di sostanze.
www.ilbiondino.org (?) -> x 3/05 leggere materiali sul Biondino della Spider Rossa
Valutazione professionale
“Intuizione clinica”
Strumenti specifici
“Checklist”
Valutazione professionale strutturata
Parametri legati a parametri clinici (anche se a volte gli psichiatri non fanno la valutazione
del rischio dei pazienti)
Gli strumenti nascono con l’idea di essere accessibili e quindi utilizzabili da diverse tipologie di
professionisti e operatori che hanno a che fare con casi di violenza domestica e stalking (assistenti
sociali, forze dell’ordine, giudici, sostituti procuratori, avvocati, psicologi, professionisti che operano
nella Asl, nei servizi materno-infantili ecc.)
THAIS: Threat Assessment of Intimate Stalking (“valutazione della minaccia”) -> domande
sull’invasione della privacy, sui contatti diretti e indiretti, sui tentativi di avvicinamento, sulle
intimidazioni e minacce, sulla violenza fisica. Inoltre, domande sullo stalker (uso di sostanze,
detenzione di armi, precedenti penali, misura cautelare infranta ecc.). E’ posta più attenzione sulla
minaccia.
SILVIA: primo questionario che raccoglie informazioni in modo sistematico, nato dall’esperienza delle
forze dell’ordine -> attività lavorativa di denunciante e denunciato, vincolo di parentela, legame
relazionale, durata del comportamento vessatorio e modalità, uso di sostanze da parte dello stalker
ecc.). E’ un questionario più dettagliato ed aiuta la persona che va a denunciare poiché i reati di
stalking, maltrattamento e violenza domestica sono determinati dal danno che la vittima teme di
avere.
SPOUSAL ASSAULT RISK ASSESSMENT (SARA): strumento che è stato rivalutato, di tipo criminologico
sviluppato in Canada da Kropp e Hart (1996), indica i fattori di rischio in modo sistematizzato. Viene
posta l’escalation degli episodi di violenza.
Alla giustizia penale -> misure cautelari, indagini, alLontanamento dalla dimora, affidamento
a servizi sociali
Alla giustizia civile -> affidamento, sospensione o decadenza potestà genitoriale
Alle consulenze
Alla vittima -> acquista consapevolezza del danno
SARA-s -> si basa sui vari momenti della spirale della violenza, viene mandato ai carabinieri a
sostegno della denuncia.
CHECK-LIST EVA (ESAME DELLE VIOLENZE AGITE) -> usata dalle pattuglie della polizia che hanno la
necessità di avere una sorta di banca dati rispetto alle chiamate che giungono in centrale (usato
soprattutto in città maggiori come Milano). Aiuta come protezione per l’operatore -> nome,
cognome, data di nascita della vittima, num. Tel. Esterno alla dinamica, presenza di armi, figli minori,
tipologia di aggressione registrata precedentemente
Alle vittime soprattutto di stalking si consiglia di registrare in un quaderno data e ora degli eventi
subiti, con una colonna dove specificare sensazioni (attacchi di panico, paura, ecc.) provate durante
l’evento in modo da valutare il danno.
1. Psicologico -> cambio di stile di vita, lavoro, abitazione, residenza (possono essere richiesti
come risarcimento danni inseguito ad una procedura, anche se spesso e volentieri si
patteggia); attacchi di panico (più facilmente riconosciuti poiché c’è un danno qualificabile
dal punto di vista medico)
2. Salute -> (soprattutto per violenze di maltrattamento familiare) apparato uro-genitale;
alimentazione; sessualità (infezioni, cistiti, non raggiungimento dell’orgasmo); dismenorrea e
sospensione delle mestruazioni (dato che lo stupro provoca un rifiuto della parte sessuale);
emorragie continue
3. costi per servizi sanitari, servizi sociali, e in ambito lavorativo -> chi è vittima di stupro fa
meno uso di servizi sanitari durante il primo anno rispetto al secondo e al terzo
4. Disturbo post-traumatico da stress; difficoltà di concentrazione sul lavoro con conseguenti
infortuni
5. Tasso di suicidi più alto
6. Flashback continui
7. Aumento della depressione e dipendenza alcolica (poiché è di facile accesso ed è un’auto-
cura)/psicofarmaci
8. Burgess e Holstrom hanno individuato l’esistenza, nelle vittime di violenza sessuale, di una
sindrome denominata Rape Trauma Sindrome (RTS), con la quale la vittima sperimenta una
situazione di crisi, con la conseguente manifestazione di sintomi somatici, psicologici e
comportamentali
9. Danni fisici importanti -> fratture; uso dell’acido; traumi cranici; maltrattamento quando una
donna è incinta con rischi di aborti provocati da percosse; coma
10. Trauma -> è un evento spartiacque, sopraffazione dell’io ad opera di uno stimolo eccessivo,
che lo rende privo di difese e incapace di reagire