Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il servizio fornito dalla giustizia minorile è diverso da quello fornito per gli adulti: si vuole evitare che
si vada in istituto penitenziario. Vi sono centri di prima accoglienza (CPA), comunità (per minori
sottoposti a misure cautelari), IPM (Istituti Penali per Minorenni). Per una particolare tipologia può
essere richiesta la messa in prova. In sostanza, la fase di recupero per un delinquente adulto viene
affrontata durante l’iter processuale, mentre per il delinquente minore prima di esso.
CONVENZIONE DEI DIRITTI DEL FANCIULLO DI NEW YORK (1989): Le norme per la disciplina del
processo penale e le regole che devono essere adottate al momento dell’arresto. Serve per
salvaguardare la psiche del minore che delinque.
CONVENZIONE DI LANZAROTE (2012): Detta regole per salvaguardare i minori dal fenomeno della
pedopornografia, della pornografia minorile, degli atti sessuali compiuti con minori (poiché non
hanno la facoltà di essere consenzienti). Tutela il minore come vittima.
--- VIDEO Delitti - Pietro Maso --- => Pietro Maso ha una personalità narcisistica
PREVENZIONE
Sociale: la società si deve impegnare totalmente per evitare che i minori possano sbagliare
(ad esempio trasmettendo degli spot)
Situazionale: con interventi specifici (ad esempio nelle scuole)
Individuale: interventi mirati in età infantile o adolescenziale
MEDIAZIONE PENALE
La mediazione penale è l’incontro tra l’autore del reato e la vittima. Bisogna collocarla all’interno di
un grande genus: la giustizia riparativa (poiché si ripara il danno commesso dall’atto delinquenziale).
All’interno della giustizia minorile è lo strumento per eccellenza, anche se gli stessi effetti si vedono
negli adulti (qui viene usata come strumento ultimo). Gli effetti sono i seguenti:
1. viene assottigliata la recidiva poiché l’autore prende consapevolezza di ciò che ha commesso
2. la vittima viene riparata moralmente chiedendo all’autore il motivo per cui è stato
commesso il reato.
Tuttavia, la mediazione penale non può essere applicata in tutti i casi. Uno in cui è stata usata è il
caso dell’omicidio Santarelli.
BANDE GIOVANILI
TIPI DI BANDE
14/12/2018
IMPRESE CRIMINALI: imprese del tutto normali, regolarmente presenti all’interno dell’aera
commerciale, regolarmente istituita. Ogni tanto nelle loro attività lecite commettono qualche
illecito. Non godono di un tessuto territoriale. (Es: trasporto di merci/import-export che ogni tanto
trasporta sostanze stupefacenti, clandestini)
CRIMINALITA’ ORGANIZZATA/ORGANIZZAZIONE CRIMINALE: Si avvale sempre di un territorio
specifico. Caratterizzata dall’omertà e si avvale di instaurare i rapporti con la vita politica del
territorio, tanto che esiste il reato per la vendita e l’acquisto di voti finanziati dalla criminalità
organizzata. Ha una vera e propria gerarchia e organizzazione interna. La gerarchia può essere
piramidale o in senso orizzontale.
La parola MAFIA in origine si chiamava “maffia”, ha origini nella lingua araba e significa
“spavalderia”. La mafia nasce in Sicilia, nel periodo dei grandi latifondisti (fine ‘800) che chiesero
aiuto ad alcuni clan che godevano di una certa organizzazione a livello territoriale (gabbellotti e
campieri) che salvavano i terreni dal brigantaggio (coloro che rubavano nei fondi dei grandi
latifondisti). A volte stipulavano accordi anche con l’organizzazione politica del territorio. Nel
periodo fascista Mussolini sviluppò una politica contro lo sviluppo della mafia, che fece sì che molti
mafiosi della Sicilia emigrarono verso gli Stati Uniti (ecco perché Cosa Nostra approda lì).
Esempi di mafie:
Camorra – Campania
‘Ndrangheta - Calabria
Occorre una sorta di ritualità nella mafia così come nelle sette.
COSA NOSTRA
Gruppi chiamate famiglie, non famiglie di sangue ma gruppi di stampo mafioso. Organizzate al loro
interno con sistema gerarchico piramidale. Ognuno ha una funzione e sono coordinati dal capo (il
Padrino). Si vede come uno stato che deve salvaguardare i valori, una sorta di associazione che cerca
di fare del bene contro l’entità superiore che è lo Stato.
Collaboratori di giustizia: pentiti (per un periodo della loro esistenza partecipavano all’attività
criminogena organizzata). Posso divenirlo anche durante l’espiazione della pena. Prima volta:
Buscetta e Falcone. Cambiano radicalmente la loro vita: nome, cognome, lavoro ecc. Devono fornire
immediatamente tutte le informazioni, che devono essere cristallizzate in un verbale. Gli atti
processuali devono solitamente avvenire specificando nome e cognome. La misura alternativa può
essere richiesta dopo 10 anni dalla conclusione della pena. Non sono mai specificati i dati anagrafici
veri del collaboratore di giustizia negli atti dinanzi ai magistrati di sorveglianza. In udienza vengono
ascoltati tramite art. 146/147 del CPP (videoconferenza).
Testimoni di giustizia: hanno assistito ad alcuni fatti illeciti (testimone di giustizia puro, cioè ne viene
a conoscenza ma non ne ha a che fare diettamente)
Art. 41 bis Ord. Pen.: Quando il soggetto criminale entra nell’ist pen non viene messo all’interno
dell’ist pen con altri detenuti, ma nel sistema carcerario duro (ad es. Telefonate una volta al mese
invece che alla settimana, visite meno frequenti ecc.). Hanno pene più lunghe.
Salvatore Lo Piccolo: vertice cosa nostra palermitana. Nei sequestri ritrovati dei pizzini (foglietti che
si passano per varie comunicazioni). Ora non possono più essere usati grazie al sist carc duro.
‘NDRANGHETA
Santa o Picciotteria nei libri soprattutto storici (si fa riferimento ai nomi che prendono i soggetti
nell’organizzazione). La mafia per eccellenza è sempre stata Cosa Nostra, ma la Calabria l’ha
superata. C’è un’espansione da sud a nord, soprattutto a causa dei familiari al nord (a volte
migrazioni obbligate). Al nord, essendoci un sistema economico più avanzato, si parla di infiltrazioni
in appalti o di ambito economico. Si trova la ‘ndrangheta in tutto il mondo. Sistema partiarcale
costituito da gruppi chiamate cosche, formate da un nucleo familiare che prende il nome di ‘ndrine.
Raramente vengono accettati soggetti che non abbiano un parente mafioso. Infatti pochi della
‘ndrangheta diventano collab di giust, perché significherebbe andare contro la propria famiglia. Ora
lentamente si inizia ad accettare anche persone esterne, nonostante ci siano selezioni molto dure.
DOTI
Minore: diversi soggetti che scalano per raggiungere un grado più alto. Si parte dal giovane
d’onore, un affiliato per diritto di sangue (non è un vero e proprio grado).
1. Picciotto d’onore
2. Camorrista
3. Sgarrista o camorrista di sgarro: si passa alla società maggiore
Maggiore: nella maggior parte dei casi sono dei gradi che il soggetto sa insieme ai capi,
mentre le altre persone non lo sanno.
1. Santista
2. Vangelo
3. Quintino
4. Capo Bastone
5. Capo Crimine/Contabile/Mastro di giornata: capi in grado, a capo di tutto, coloro che
conoscono i gradi di ogni soggetto.
“La meglio parola è quella che non si dice”: si usa un linguaggio soprattutto non verbale, mirato a
preservare la segretezza. Infatti, negli incontri si usa un citofono, con un divisorio, predisponendo
delle telecamere per individuare linguaggio non verbale, tramite le quali danno delle direttive.
Tutto quelle che ricopre la ‘ndrangheta ha un velo sacro, collegato ai rituali religiosi. Per ogni grado
c’è un rituale, un battesimo. Per diventare picciotto c’è una sorta di giuramento: si prende
l’immagine dell’arcangelo Gabriele e si lasciano cadere delle gocce di sangue su essa, per poi
bruciarla. Ogni dote ha un santo di riferimento che veneri quest’attività. La ‘ndrangheta è molto
attaccata alla religione. Prima di uccidere venerano la madonna per chiederle la grazia (si dà ad
esempio la colpa alla vittima perché non paga il pizzo -> disumanizzazione della vittima). Durante le
processioni religiose, coloro che portano la processione sono le persone più importanti della
‘ndrangheta e si usa fare gli inchini (si passa davanti alla casa dei mafiosi).
La donna delinquente, la prostituta e la donna normale (Cesare Lombroso): la donna normale può
compiere solo reati in forma lieve, la donna delinquente è vista come soggetto mostruoso poiché
caratterizzata da tutte le qualità peggiori della donna (inclinazione alla violenza, menzogna, rancore,
inganno, passione per il vestiario). Quando si parla di donne di mafia, si intendono quelle che
sostituiscono gli uomini. Spesso, dato che ci si muove nella segretezza, le donne non scalano i gradi
poichè troppo “chiacchierone”. Hanno due funzioni:
Attiva: trasmissione del codice culturale mafioso alle nuove generazioni, sporattutto
divisione tra amici e nemici, giusto e sbagliato, il valore della segretezza. Alla figlia si deve
trasmettere lo stato di sottomissione all’uomo (prima al padre, poi al fratello ed infine al
fidanzato o marito). Si insegna anche l’incitamento alla vendetta (ad esempio per l’uccisione
di un padre). Il primo criminale a vendicarsi uccidendo un membro della famiglia fu Brusca,
che sciolse un bambino nell’acido.
Passiva: garanti della reputazione maschile e merce di scambio nelle politiche matrimoniali
Giuseppina Vitale (detta “boss in gonnella”): inizialmente aiuta il fratello latitante mentre l’altro
fratello è detenuto. Diventa lei il capo per continuare la reggenza del mandamento palermitano. Ha
comandato anche un omicidio e due anni dopo decide di collaborare con la giustizia.
Giuseppina Pesce: aveva il compito di fare da staffetta tra il padre in carcere e … Poi collabora con la
giustizia, ma smette probabilmente per pressioni dalla famiglia (ad es. È stato ucciso il nuovo
compagno, poiché la donna non può legarsi sentimentalmente ad un altro a cui potrebbe riferire
fatti illeciti accaduti)
Maria Filippa Messina: Sicilia. Dimostra la capacità di poter diventare leader. Moglie del boss della
provincia catanese. Viene arrestata nel 1995. E’ la prima donna ad essere inserita nel carcere duro
del 41bis.
CAMORRA