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Le mafie in Italia prendono nomi diversi a seconda delle zone geografiche in cui si
sono originate e in cui si sviluppano. Tuttavia, le organizzazioni mafiose si basano su
criteri di affiliazione e di organizzazione interna molto simili.
Se è storicamente vero che è nel meridione che si sono sviluppati i primi fenomeni
di mafia in Italia a causa di un’arretratezza sociale, economica e culturale, nota
anche come «questione meridionale», è anche vero che la mafia in Italia, per
sopravvivere e proliferare, ha presto imparato a fare amicizia con il potere, a entrare
nei palazzi della politica a Roma, nelle stanze dell’alta finanza a Milano, nelle realtà
industriali grandi e piccole, in tutta Italia; a stringere patti con le associazioni
criminose di altri Paesi. Non esistono pertanto isole felici.
Cosa Nostra. In Sicilia la mafia si chiama «Cosa Nostra». Cosa Nostra nasce nella
Sicilia occidentale ai primi dell’Ottocento. Le sue origini sono strettamente legate a
quelle del latifondo, che domina l’economia della Sicilia fino agli inzi del
Novecento. Tra le mafie italiane è forse la più potente associazione a delinquere
esistente nel nostro Paese. Ha una struttura piramidale fortemente gerarchizzata. Alla
base ci sono i «soldati» o «uomini d’onore». Essi compongono la «famiglia», che
controlla il territorio di una zona della città o di un intero centro abitato. Il controllo
di una zona permette di svolgere ogni sorta di traffico e di esercitare il dominio sulla
popolazione e su tutte le attività economiche presenti, praticando estorsioni,
prestando denaro con tassi usurai, partecipando a gare di appalto truccate per la
realizzazionie di opere pubbliche. Il vertice è costituito dalla «cupola», una sorta di
commissione che sovrintende a tutti gli affari mafiosi. Cosa Nostra è responsabile
delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, nelle quali hanno perso la vita i
magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.