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percezione o
ambiente azione rappresentazi
one
altro
interazione comunicazione
attore
3
3. L 'ATTORE COME MODELLO
4
coscienza ed i loro prevedibili effetti. Il modello risultante di
attore pu essere detto decisorio o volontaristico.
Il modello decisorio viene a volte detto anche razionale
, ma ci improprio; vedremo infatti come la comunicazione
possa convogliare sia delle regole, per trovare delle soluzioni
ottime di comportamento ai fini personali, sia dei modelli
condivisi di comportamento. Dal modello decisorio dell'attore ,
infatti, possibile enucleare diversi modelli particolari secondo
due dimensioni analitiche dell'azione: la complementariet e la
finalizzazione virtuale. Intorno a tali dimensioni si aggirer il
nostro prossimo discorso, durante il quale vedremo distaccarsi
altri due modelli ideali, dal modello decisorio.
7. I MODELLI RAZIONALI
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tratteremo tali argomenti, in questa sede, perch ci
allontanerebbero troppo dall'argomento centrale.
Assai pi importante, da un punto di vista teoretico, la
Teoria dei giochi di VON NEUMANN e MORGENSTERN, che
stabilisce come devono agire i giocatori, cio gli attori entro un
campo competitivo, per raggiungere il massimo dell'utilit,
essendo l'utilit un valore comparabile con gli altri valori.
GIOCATORE B
I II III
I -4 -2 1
GIOCATORE A II -3 0 2
III -2 1 4
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La teoria dei giochi ha sollevato grandi speranze, ma le
verifiche sperimentali sono, a tutt'oggi, modeste. Tuttavia, dal
punto di vista concettuale, la teoria dei giochi estremamente
importante, poich ci dimostra in che direzione deve procedere
il ragionamento quando, attraverso il concetto di strategia , si
massimizza la portata della finalizzazione, mentre si riduce la
complementariet a semplici regole del gioco .
La teoria dei giochi ha avuto un grande sviluppo nella forma
semplificata di Teoria della decisione, in cui chi prende la
decisione si trova davanti un giocatore inerte o lento a reagire,
quali sono rispettivamente la natura od un mercato.
Il SIMON ha presentato una teoria generale della
decisione, in cui si ha informazione completa sulle possibili
scelte, sulle probabilit degli esiti connessi alle scelte, sui
prezzi corrispondenti agli esiti, nonch una serie di modelli
semplificati. Concettualmente la teoria della decisione ha
rivelato la complessit del concetto di scelta ottima, potendosi
avere diversi concetti di ottimo, specie nei modelli
semplificati.
13
lo stesso che viene scelto come guida per il raggiungimento di
un fine del gruppo. Lo stesso MORENO , nei suoi scritti pi
recenti, si convinto che il socius deve essere ad un certo
punto considerato un coattore, teso verso un fine. Egli confida
che ci sar possibile in futuro, attraverso lo studio sperimentale
della liberazione della personalit dell'attore entro una situazione
sociale appositamente ricostruita (esperienze psicodrammatiche e
sociodrammatiche).
15
10. GLI ATTUALI ORIENTAMENTI
17
II - I CAMPI SOCIALI
20
N ci si illuda di delimitare nettamente il campo nei gruppi
sperimentali, perch proprio il fatto che un gruppo inserito in
una vasta situazione sperimentale, ne condiziona
profondamente il funzionamento. Soltanto se giungessimo a
considerare tutti gli uomini esistenti sulla terra, ossia la societ
globale, risulterebbe un unico limite, non controverso,
costituito dall'ambiente naturale e dai caratteri biologici
dell'uomo. Questo uno degli argomenti per cui, certi sociologi,
preferiscono partire dalla societ globale e non dalle forme
elementari, nello sviluppare il loro discorso. Ma l'argomento
capzioso, poich possibile tenere conto di quanto vi di
artificioso nella delimitazione di ogni campo e considerare,
per ogni campo, un sistema interno ed un sistema esterno.
L 'HOMANS stato il primo a porre chiaramente in luce tale
distinzione; egli ha ideato addirittura un modello generalizzato
del gruppo, in cui si collegano l'azione esterna del gruppo con
alcune variabili interne.
La distinzione fra sistema esterno ed interno, permette di
indicare in modo sintetico i fenomeni che traversano il limite del
campo, considerando sia l'azione collettiva del gruppo, con i
propri obiettivi e risultati, sia gli effetti del sistema esterno sul
gruppo, od anche considerando un flusso in entrata (input) ed
in uscita (output) di comunicazioni, azioni e beni.
21
premessa alle future soddisfazioni e ricavi che il gioco potr
dargli. Fattore di equilibramento sono pure le sanzioni
diffuse che un attore teme dai coattori nel caso ch 'egli
infranga le regole del gioco o le norme di gruppo.
Nel caso particolare della coesione la concezione
dell'equilibrio trova la propria espressione nella definizione
di FESTINGER ed associati13, per cui la coesione definita come
il campo totale delle forze che agiscono sui membri, a ci
che rimangano nel gruppo... e pu essere definita come la
media per tutti i membri delle forze risultanti che spingono
a rimanere nel gruppo . Tale definizione per
insufficiente, anche se nel campo totale delle forze si intro-
ducono non solo le attrazioni empatiche fra membri, ma pure (il
che assai discutibile) le pressioni che sui membri sono
esercitate dal sistema esterno al gruppo. Il fatto che oltre
all'attrazione interpersonale si deve aggiungere l'attrazione
verso il gruppo come tale .
La percezione del gruppo come tale, da parte dell'attore,
premessa essenziale a ci che vi possa essere identificazione
affettiva del singolo con il gruppo, ovvero percezione dei
vantaggi della appartenenza al gruppo. La percezione del
gruppo, da parte di coloro che sono esterni al gruppo, poi
premessa ad un prestigio di gruppo, che pu riflettersi sui
membri di esso, elencandone lo status sociale.
Nel complesso il gruppo accresce la propria coesione
quanto pi: a) assicura informazione ai suoi membri; b)
permette un pi economico raggiungimento dei fini; e)
risponde a bisogni di affetto ed affiliazione; d) assicura una
difesa dall'ambiente 14.
Torneremo sull'argomento nel paragrafo 24.
Tutto ci vero, pure se in misura limitata, per i campi
competitivi, in cui sia presente una certa complementariet.
Il rispetto del codice cavalleresco nel duello, assicurato dal
senso di appartenenza alla categoria eletta dei
gentiluomini.
22
14. FINALIZZAZIONE ED ORGANIZZAZIONE
24
Le dimensioni di coesione e di organizzazione possono
svilupparsi tanto pi ci si avvicina alla polarit della
collaborazione, allontanandosi da quella della competizione.
Lo spazio entro cui spazia la tipologia dei campi, pu essere
cos rappresentato:
26
III - I GRUPPI ELEMENTARI
16. QUESTIONI GENERALI
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18. ATTORI E SITUAZIONE
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33
Sulla funzione del capo naturale (leadership) si sono versati
fiumi d'inchiostro. L'emergenza di un capo oggi considerata
come un incontro fra certe attitudini personali e certe
caratteristiche del gruppo. Ad esempio: un capo autoritario
respinto da gregari democratici, ma bene accetto da gregari
autoritari.
Interessante la figura del marginale , accettato da alcuni
membri del gruppo e respinto da altri, che si trova in una
posizione di equilibrio instabile. L'individuo: o compensa
la debolezza della propria posizione facendo dello zelo; ovvero
si isola, cercando magari simpatie fuori del gruppo; od, ancora,
finisce di essere respinto.
Altre ricerche interessanti riguardano la
trasformazione del respinto in un capro espiatorio .
Ci avviene nei gruppi entro cui vi una forte aggressivit
repressa e, quindi, nelle atmosfere autoritarie.
La maggior parte degli analisti della struttura informale
trascura, per, l'effetto di campo di gran lunga il pi
importante: quello della coesione (cfr. 9). La coesione ad
un tempo elemento della struttura e del processo; onde
evitare ripetizioni, ne parleremo trattando del processo.
Notiamo tuttavia come molte delle considerazioni dei
sociometristi, che ho sopra ricordate, mancano di una verifica
entro i gruppi ad alta coesione, in cui l'identificazione con il
gruppo o con l'ideologia al cui servizio il gruppo, parrebbero
sminuire l'importanza del capo naturale.
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L'analisi dei rapporti fra attori e fini pone in luce che fra
di essi vi pu essere complementariet o convergenza. Si ha
complementariet quando i diversi attori, con la loro azione,
soddisfano ai fini degli altri attori: la complementariet pu
essere fra due o fra pi attori. La convergenza si ha quando i
valori attribuiti dai diversi attori ai fini tendono a convergere.
Spesso i valori vengono confusi con le norme ", ma ci
errato: un oggetto fortemente valutato da pi attori, pu di -
venire causa di contesa; mentre le norme stabiliscono priorit
fra le scelte degli attori, richiedendo spesso da essi rinuncia a
fini personali.
Lo studio della convergenza dei rapporti fra attori e fini
potenziali stato condotto pi sul piano della presa di conoscenza
che della valutazione vera e propria. Lo SHERIF ha dato a ci
un particolare contributo, studiando l'effetto detto
autocinetico, per cui un osservatore, immerso entro un
ambiente oscuro, ha l'illusione che un punto luminoso fisso
, proiettato su di uno schermo, si muova; la valutazione
ch'egli d del movimento illusorio perci del tutto arbitra-
ria. Ora, avviene che le stime di un gruppo di individui, che
possono comunicarsi l'un l'altro le stime personali, tendono a
convergere verso una stima, pure essa illusoria, di gruppo. ASCH,
con altri e differenti esperimenti, ha dimostrato quanto sia forte
l'influenza dell'opinione di gruppo, sulle stime di gruppo, anche
nei casi in cui le stime personali abbiano un ancoramento nella
realt sensibile.
Il collegamento fra fini individuali, anche convergenti,
ed il fine di gruppo, inteso come effetto di campo, presenta
non poche difficolt concettuali. Il GOLEMBIEWSKI ritiene
che tutte le concettualizzazioni fino ad oggi effettuate siano
inadeguate 22 . Egli accetta le esigenze poste da CARTWRIGHT e
ZANDER , per cui una definizione soddisfacente deve
riconoscere che un fine di gruppo: a) in rapporto con i
sistemi di tensioni dei membri, che sono mutualmente interdipen-
denti nel loro insorgere e nel loro acquietamento e b) esercita
un'influenza sopra i membri del gruppo cos da porre e
mantenere in attivit il loro comportamento .
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E' evidente, nella seconda parte della definizione,
l'elemento previsivo, per cui i singoli vedono nel
raggiungimento del fine del gruppo una possibilit di
attuazione che manca ai fini particolari; attua zione, che
comporta un'attuazione parziale dei secondi od, almeno, una
premessa alla loro attuazione.
Lo studio dei rapporti fra attori e mezzi ancora meno
sviluppato; forse perch troppi studi sono stati effettuati in
situazioni sperimentali. E' invece evidente come molte
facilitazioni all'uso dei mezzi, come ad esempio il diritto di
propriet, condizionino fortemente la struttura sociale. Nelle
aziende industriali, il controllo formale assicurato, sempre ad
esempio, a chi ha la propriet, od il controllo delegato, del
capitale.
MEZZI FINI
conseguimento
SISTEMA ESTERNO adattamento
dei fini
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22. IL SISTEMA REGOLATORE
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Il distacco della posizione di osservazione da quella della
decisione, avviene soprattutto quando l'osservazione presenta
particolari difficolt tecniche e necessita di forte spassionatezza.
Il distacco avviene soprattutto nelle organizzazioni economiche,
militari, sanitarie, ecc. La posizione di osservazione assai poco
studiata, anche se tutti gli studiosi riconoscono che la quantit
d'informazione decisiva ai fini dell'esercizio del potere.
Il distacco della posizione di controllo da quella di
decisione, richiede un comportamento non meramente
automatizzato da parte degli attori. Le due posizioni devono
essere collegate fra loro da un ponte di controllo lungo il quale
viaggiano previsioni dalla decisione al controllo, e dati di
verifica, dal controllo alla decisione. Il controllo pu essere di
efficienza dell'azione e di efficacia nel cambiamento della si-
tuazione. Il maggior numero di studi al riguardo stato
effettuato da scienziati politici, i quali pi che altro han
posto in evidenza come chi ha posizioni di decisione cerchi di
evitare il controllo altrui sull'efficacia delle decisioni. Il
distacco delle due posizioni avrebbe perci un valore di
distribuzione del potere nel gruppo.
Entro i gruppi le funzioni sopra considerate non sono
fortemente localizzate nei diversi attori, cos come avviene
nelle organizzazioni, tuttavia possibile descrivere gli
status-ruolo entro qualsiasi gruppo, in base all'accesso alle
diverse funzioni.
23. LE NORME
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Come sistema formale le norme includono tutti i criteri
di condotta che definiscono che cosa dovrebbe avvenire nel
gruppo, in accordo con i quali i membri guidano le loro azioni,
atteggiamenti e credenze 24. Per dare un contenuto ad una
definizione cos comprensiva, opportuno distinguere fra: a)
il sistema formale statico o di fondo e b) la integrazione e
modificazioni dinamiche del sistema. In altre parole: vi un
sistema di norme, che possiamo dire consuetudine, che
dovrebbe determinare gi in una certa misura i comportamenti
degli attori, e vi sono decisioni, che integrano tale sistema
di partenza al fine di modificare la situazione, che devono
essere prese in virt di norme di secondo grado.
Le norme, come consuetudine, sono particolarmente
importanti per assicurare la complementariet del gruppo ed,
anche, una finalizzazione adeguata, entro situazioni ripetute.
La consuetudine assicura un sistema capace di funzionare, ma
non necessariamente ottimo. Le norme di secondo grado
tendono, invece ed anzitutto, a scelte razionali per il
raggiungimento dei fini del gruppo; tale razionalit si estende
quindi pure alla distribuzione degli oneri e dei compensi, cio alla
complementariet, sotto il termine di equit.
L'agire secondo consuetudine nei rapporti interpersonali
pure indicato come giustizia retributiva, mentre l'agire secondo
equit indicato come giustizia distributiva. Il PIAGET 25 ha
mostrato come il senso della giustizia retributiva sorga nel
fanciullo alcuni anni prima del senso della giustizia
distributiva; verso i 9-10 anni, invece che verso i 7-8 anni.
La capacit regolatrice del sistema formale si pu
definire come la sua capacit d'influire sugli attori, intesi
come subsistemi. Poich non si riusciti, fino ad oggi, a
fornire un modello tipico dell'attore, ma solo a comprendere
questo fra tre modelli limite, ovvio che anche l'interferenza di
cui discorriamo, avr diverse componenti, e precisamente:
a) una automatizzata, come norma interiorizzata;
b) una analogica, dovuta all'identificazione con il
gruppo;
e) una razionale, dovuta ad un bilancio effettuato
dall'attore fra i ricavi virtuali.
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La prima componente pone un problema di
apprendimento 26 . La seconda componente pone un problema
di coesione ; sul che torneremo nel paragrafo seguente. La
terza componente, infine, richiede che il gruppo minacci ed
applichi sanzioni a coloro che deviano dalle norme, in guisa
da fare coincidere il bilancio dell'attore con gli interessi del
gruppo.
NOTE
1
E n t r o u n a co n cet t u a l i z z a z i o n e m o l e co l a r e, l a P si co l o g i a
s o ci a l e r es t a u n a b r a n ca d el l a P s i co l o g i a , ch e s i o ccu p a d el
s u b si s t ema d ei r a p p o r t i s o ci a l i , en t r o a l s is t em a p er s o n a l e. S u i d u e
co n c et t i d i P s i co l o g i a s o ci a l e v e d a s i : L . A N C O N A , L a p s i co lo g ia
s o c i a le n eg l i S ta t i Un i t i, Ed . V i ta e P en s i er o , M i l a n o , 1 9 5 5 .
2
R. F . B A LES , S ma ll Gro up T heory an d Rese arch , in S oc io logy
Toda y, Ba sic Bo oks , Ne w Yo rk, 1 959 .
3
E. R. H I LG A R D , Theo ries o f Le arn ing , App le ton -Ce ntuty -
C ro fts, Ne w Yo rk , 2 a ed ., 1 956 , pag g. 9 -11 .
4
E . R. H I L G A R D , o p . c i t ., p a g . 3 3 8 e s eg g .
5
S . S A R G E N T , C o n c ep ts o f Ro l e a n d Eg o in C o n t emp o r a r y
Ps y c h o lo g y , i n J . H . R O H R E R & M . S H E R I F ( ed s . ) , S o c ia l Ps y cb o l o g y
a t t h Cro ss ro a d s , H a rp er , N ew Y o r k , 1 9 5 1 , p a g . 3 6 0 .
6
R . L I N T O N , T h e Cu l tu ra l Ba c kg r o u n d o f Pe r so n a l i t y,
Ap p l et o n , N ew Y o r k , 1 9 4 5 , p a g . 7 7 .
7
R . K. M E R T O N , T e o ri a e s t ru t tu r a s o cia l e , I I M u l i n o ,
44
B o l o g n a , 1 9 5 9 , p a g . 1 9 7 e s eg g .
8
K . L E W I N , Fr o n t i er s in g ro u p d yn a m ic s , ec c. , i n
H u ma n R el a t i o n s , n. 1 ; r ip o r t a t o n el v o l u m e S m a ll Gro u p s , d i
cu i a l l a b ib li o g r a fi a .
9
S u l l a r i co mp o s i z i o n e, e f f et t u a t a d a l B A L E S , d el l e a z i o n i co s
a n a l i z z a t e, i n ma t r i ci d ' a z i o n e, a v r e mo o cca s i o n e d i r i t o r n a r e.
10
S p es s o , p er , p r op r i o l ' u t i l iz z a z i o n e s o ci o l o g i ca r i v el a
u n ' i n a d eg u a t a co n c et t u a l i z z a z i o n e d el l e v a r i a b i l i d i p er s o n a l i t .
11
Q u es t a d i s t i n z i o n e s u g g er i s c e a l G O L E M B I E W S K I , i n T h e
S ma l l Gr o u p ( c fr . b ib l i o g r a fi a ) , d i r i u n i r e n el l a ca t eg o r i a
d el l e v a r i ab i l i s t r u t t u r a l i q u el l e i n t er p er s o n a l i e q u el l e
l eg a t e a l l a co n fi g u r a z i o n e d el ca mp o ; m en t r e ch i a ma d i s t i l e
l e v a r i a b i l i d i ca mp o r es i d u e.
12
G . G U R V I T C H , L a vo ca t io n a c tu e l l e d e la S o c io lo g i e ,
P r es s es Un i v er s i t a i r es d e F r a n ce, P a r i s , 1 9 5 0 ; p a g . 1 1 7 .
13
G . F E S T I N G E R , S . S C H A C H T E R , K . B A C K , S o c ia l Pr e ssu r es
i n In fo rm a l Gr o u p s, Ha r p er , N ew Y o r k , 1 9 5 0 .
14
S . E . S E A S H O R E , G ro u p Co h e s iv e n e s s i n t h e I n d u s t ri a l
Wo r k Gro u p , Un . O f M i ch i g a n , A r n i Ar b o r , 1 9 5 4 , p a g g . 1 1 -
13.
15
I I G O L E M B I E W S K I , o p . c i t ., l a ri ech e g g i a d i s t i n g u en d o
fr a o r g a n i z z a z i o n e fo r ma l e ed organizzazione di
co mp o r t a me n t o .
16
G U R V I T C H , o p . c i t. , p a g . 1 2 7 .
1 7 F. T N N I E S , G e m e i n s ch a f t u n d G e se l l sc h a f t, L ei p z i g, 1 8 8 7 .
18
L o s t u d i o d el l e fo l l e s u s ci t l a r g o i n t er es s e i n E u r o p a , a g l i
i n i z i d el s e co l o , co n i l L E B O N ed i l S I G H E L E ; o g g i a r g o m en t o
t r a s cu r a t o . S u l l o s t at o d el l e co n o s c en z e i n t a l e ca mp o v ed er e: R .
W . B R O W N , M a s s Ph e n o m e n a , i n G. L I N D Z E Y , H a n d b o o k o f S o c ia l
Ps y c h o lo g y , Ad d i s o n W es l e y, C a mb r i d g e, M a s s . , 1 9 5 4 ; v o l . I I
19
R. T. G OL E MBIE WSK I , op. cit., II cap.
20
Vi saranno ovviamente, numerosi casi incerti, ent ro i quali
difficile dire se vi un gruppo articolato in sottogruppi , od un
grupp o co m plesso co stituito di gruppi ele m ent ari .
21
Si veda, ad es e m pio, lo SH E RIF nella s ua S ocial Ps ych ology, di cui in
bibliografia; pag. 249 e segg.
22
R. T. G OL E MBIE WSK I , op. cit., in bibliografia; pag. 181, e s eg g
23
H A R E , o p . c it . , p a g . 1 9 2 e s eg g . S i n o t i co m e l a t er mi n o l o g i a
d el l o s ch e ma co r r i s p o n d a b en e a q u el l a u s a t a i n q u es t o s a g g i o ,
b a st a s os t i t u i r e a t t o r e a d i n d i v i d u o , fi n e a co mp i t o
e co mp l e m e n t a r i et a d a s p et t o s o ci o - e m o t i v o .
24
R . J . P E L L E G R I N A c i t a t o d a l G o l e m b i e ws k i .
25
J. P I A G ET , Le ju ge men t mara l chez l'e nfan t, Alcan , P aris ,
1957.
26
C o n fr o n t a r e H I L G A R D , o p . ci t ., n el l a p a r t e l a d el l a
b ib l i o g r a fi a .
27
S i n o t i ch e i l co n c et t o d i r i ca v o p i es t es o ch e i n
e co n o mi a : u n d o n a t o r e p u a v er e u n r i ca v o d a l d o n a r e, s e ci
g l i a r r eca s o d d i s fa z i o n e.
45
46
47
48
.
49
.
50