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Introduzione alla ricerca comparata

Capitolo I: Come definire la ricerca comparata?


Partiamo da 2 domande essenziali: quali sono le tradizioni della comparazione? Come definire la comparazione? Montesquieu non solo fa comparazione ma riflette sul metodo comparato Tocqueville sottolinea limportanza di osservare cio che accade in altri paesi 2 questioni cruciali su cui i diversi autori si sono concentrati: a. La comparazione come procedimento logico o come metodo di ricerca che sia consapevole, esplicito e sistematico. Nel caso in cui si opti per metodo di ricerca allora b. La comparazione pu riferirsi al contesto della giustificazione (detto anche controllo) delle ipotesi, o al contesto della scoperta, ovvero messa a punto dei concetti e alla elaborazione di nuove ipotesi. Per quanto riguarda lanalisi degli autori classici: Cartesio: confronto tra pi e meno e tra migliore e peggiore, ruolo importante degli elementi normativi del giudizio Locke: la comparazione fondamento e origine di tutte le matematiche e di ogni dimostrazione e certezza. Qua la comparazione inizia a presentarsi come procedura di controllo. Hegel: confronto tra pi e meno, inoltre la comparazione un passaggio dalluguaglianza allineguaglianza, dalla somiglianza alla differenza e viceversa. Comte: prima volta in cui la comparazione intesa esplicitamente come controllo confronto degli stati coesistenti nelle varie parti della terra ( comparazione spaziale sincronica) Tocqueville: Democrazia in America, qui egli compara differenti forme di comparazione. Per esempio la comparazione fra 2 paesi nei quali cause differenti sono associate ad effetti differenti Durkheim: si concentra sulla classificazione considerato come aspetto principale della comparazione. Impegato da lui il metodo delle variazioni concomitanti. Weber: egli non parla mai direttamente della comparazione anche se la utilizza per processi storici che siano tra loro omogenei nei pi vari aspetti, ma differenti nei punti decisivi. Mill: vedremo nel capitolo 4, ma lui la usa anche nella fase della scoperta. Per quanto riguarda gli autori contemporanei: Lasswell: equipara il metodo scientifico a quello comparato in quanto il metodo scientifico di fatto inevitabilmente comparato.
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Eisenstadt: il suo non un metodo particolare anche se lui da particolare attenzione agli aspetti macrodimensionali, interdimensionali e istituzionali della societ e dellanalisi sociale focus siu sposta da analisi del metodo ai contenuti. Almond: allievo di Lasswell comparazione come metodo scientifico elemento centrale della scienza politica: non politica se non comparata. Sartori: per lui la comparazione un metodo di controllo delle nostre generalizzazioni, previsioni o leggi. Per lui non lunico, infatti calca sullimportanza del metodo statistico. Da sottolineare per lui il contesto degli anni 60

Proseguendo da Sartori, che si inserisce in particolare nel contesto scientifico e quindi nel contesto della giustificazione, continuiamo a ragionare sul perch nessuno insista sulla comparazione nel contesto della scoperta, quindi per formulare nuove teorie. Sempre Sartori sostiene questa tesi, privilegiando lattivit scientifica dal momento che essendo unattivit che evidenzia relazioni tra variabili, in particolare di causa-effetto, tutti gli sforzi sono puntati a capire, rafforzare e fissare queste relazioni. Kaplan: una spiegazione esaustiva di un fenomeno equivale a formulare una previsione. Vedi nesso tra spiegazione, previsione e legge dove le previsioni sono leggi dal momento che sono spiegazioni di fenomeni passati che ci aspettiamo si ripetano. Lijphart: definisce la comparazione come un metodo di controllo delle relazioni empiriche ipotizzate tra variabili, dove i casi sono scelti per massimizzare la varianza delle variabili indipendenti e da minimizzare quella delle variabili di controllo. Legato a questa visione troviamo Smelser: pone enfasi sul metodo statistico come strumento pi potente Esame nel dettaglio della definizione: 1. Comparazione visto come metodo di controllo e quindi il metodo che ci permette di scegliere tra pi ipotesi tutte ugualmente plausibili. 2. Ci si riferisce a relazioni empiriche ipotizzate tra variabili, non di parla di leggi, ma di ipotesi che si riferiscono a casi che controlliamo empiricamente individuandone cause ed effetti. 3. La seconda parte della definizione riguarda la procedura: anzitutto esistono 3 variabili: variabili indipendenti (cause), variabili dipendenti (gli effetti), variabili intervenienti (o variabili di controllo). In poche parole se aumentiamo il numero di casi, aumentano le diversit e quindi aumenta il modo in cui lo stesso fenomeno si presenta rispetto alla stessa propriet: quindi a questo punto se nonostante aumentino il numero di casi, la relazione causaeffetto rilevata non muta, la relazione diventa pi forte, riportandoci alle generalizzazioni. Tuttavia bisogna cercare di contenere la varianza: esempio il voto in una societ multietnica, noi
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immaginiamo relazione tra voto e luogo di residenza, dovremo trovare citt omogenee rispetto a grandezza ed etnia (cos abbiamo eliminato 2 variabili!!). Marradi: la comparazione un operazione mentale di confronto di 2 o pi stadi distinti, di uno o pi oggetti, su una stessa propriet. Ormai trascorsi anni, gli studiosi hanno perso interessa a trovare generalizzazioni, previsioni o leggi. Questo ha portato ad una divisione in 2 degli studiosi, ovvero tra chi sottolinea limportanza della comparazione nel contesto della scoperta, dove le spiegazioni non devono essere generali, ma devono dare solo spiegazioni parziali vedi le teorie locali di Boudon. Dallaltra parte c chi usa la comparazione per la giustificazione, volendo formulare generalizzazioni e leggi. Definizione nostra: la politica comparata un metodo di controllo delle relazioni empiriche ipotizzate tra variabili in casi diversi. Questa definizione non nega limportanza del contesto della scoperta, ma si focalizza sullaspetto pi rilevante del metodo comparato: la possibilit di controllare empiricamente le relazioni ipotizzate il metodo comparato quindi controllo empirico pi spiegazione. Per definire le scelte da effettuare, procedure da seguire e problemi da affrontare, 3 domande dei prossimi capitoli.

Capitolo II: Perch comparare?


La comparazione svolge 3 funzioni fondamentali: Funzione conoscitiva: analizziamo altre realt di diversi paesi per conoscere meglio i fenomeni studiati. Funzione esplicativa: ricerchiamo su altri paesi e sui fenomeni che li contraddistinguono per giungere a spiegazioni che si suppongono pi forti perch confermate da pi casi. Funzione applicativa: di fronte a problemi politici e provvedimenti si studiano le soluzioni adottate negli altri paesi. Si tratta di una funzione esplicativa ed applicativa al tempo stesso. La prima e la seconda funzione sono comuni anche ad altri ambiti, mentre la terza peculiarit nel campo delle riforme istituzionali. La comparazione serve a controllare e selezionare tra ipotesi o spiegazioni tutte egualmente plausibili o a suggerire ipotesi nuove e pi approfondite. Quindi lobiettivo primario fornire la spiegazione di un dato fenomeno ed istituire un nesso causale fra gli stati di una o pi propriet o variabili. Potremmo anche giungere ad una generalizzazione, ma non questo il nostro obiettivo principale. Boudon: M=MmSM Dove, M= fenomeno da spiegare Mm= insieme delle azioni individuali
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S= situazione in cui si trovano gli attori M= dati che definiscono la situazione Il fenomeno da spiegare diventa cos il risultato dellinterazione dei fattori presi in considerazione, sottolineando che limportante non la ricerca delle generalizzazioni. A questo punto dobbiamo farci 3 domande: 1. Come mai c stata una ricerca di leggi nelle scienze sociali, scienza politica inclusa? 2. Se esiste un sapere nomotetico come dobbiamo utilizzarlo? 3. Se non ricerchiamo un sapere nomotetico, cosa dobbiamo ricercare? Perch allora siamo andati per tanto tempo alla ricerca di leggi? a. Anzitutto a causa della concezione naturalistica delle scienze sociali. Particolarmente influente in campo economico. b. Rapporto micro - macro delicato per le scienze sociali. Poi voler fare aggregazioni individuali implica avere dei risultati da ottenere e dallaltro si ridotto il rapporto micro - macro ad una semplice sommatoria. Esempio: caso spagnolo per raccolta sondaggi ed uscita dalla NATO, sondaggi e propaganda per rimanere e poi referendum. c. Influenza della ragione olistica dei movimenti sociali. Nei movimenti sociali lindividuo scompare e quindi la ricerca pu consistere solo nel determinare le condizioni collettive dellazione collettiva. Esempio di concezione olistica il marxismo, ovvero che spingono e facilitano la ricerca di leggi che s dimostrano sbagliate. Se esiste un sapere nomotetico come va utilizzato? Boudon riconosce che un tale sapere esiste, ma che questo rimanga sullo sfondo e la sua funzione di aiutare a usare i concetti e ad impostare le ipotesi e soprattutto a formare dei modelli o teorie locali. Dal momento che non sono le generalizzazioni allora qual lobiettivo pi importante delle nostre ricerche? Sono proprio le teorie locali, cio i dati dei quali si cerca la spiegazione costituiscono un insieme ben definito e questo implica che le teorie che si rifanno a questi dati possono essere solo locali o parziali. Non viene quindi escluso un sapere nomotetico, ma non riguarda le generalizzazioni, bens i concetti, i modelli o il frame work teorico che usiamo. Importante ribadire la relativit dei concetti: quindi la teoria locale lunica plausibile per spiegare scientificamente un fenomeno che si manifesta in un contesto molto preciso e rilevato attraverso un insieme ben definito di dati. La falsicabilit di un ipotesi consentita dalla possibilit di avere dati empirici che ci permettono di controllare tale ipotesi. Cos infatti possiamo ottenere una spiegazione del fenomeno che stiamo analizzando ma non di certo generalizzazioni o leggi. Esempio: il grado di legittimit di un regime democratico, Portogallo, spagna, Italia e Grecia. Non rilevanti et, grado di istruzione, invece rilevante la dimensione dx-sx per tutti e 4. Questo aspetto presenta due dimensioni: 1. Una dimensione di valore, sistema di credenze anche in termini di ideologie. (value dimension)
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Laltra una dimensione relativa alle strutture organizzative partitiche (party dimension). Se utilizziamo le 2 dimensioni e le trasformiamo in ipotesi, vediamo che esistono e che hanno grande rilevanza.
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Spiegazione e comprensione: possono essere strettamente connesse. Boudon fa un discorso riguardo alla ricerca della causalit che a volte pu essere cos complessa da non essere possibile ricostruire il reticolo, ne tantomeno valutare limportanza dei singoli aspetti. Runciman parla di 3 stadi di comprensione: Senso primario: comprensione necessaria per riferire ci che stato osservato avvenire o essere, descrizione del fenomeno osservato. Senso secondario: comprensione di ci che ha causato il fenomeno e del come esso arrivato ad essere prodotto: spiegazione-descrizione. (kappa distingueva i 2 momenti, mentre qua coincidono) Senso terziario: comprensione necessaria alla descrizione nel senso speciale in cui il Prof. User il termine: losservatore deve comprendere bene il senso dei termini in cui gli agenti stessi intendono ci che pensano o fanno. Questo aspetto importante sia ai fini della descrizione che della comprensione. In questo senso facile capire che non esiste un metodo unico per risolvere i problemi di scienza politica o di sociologia. La posizione di Runciman quella che meglio si sposa con i nostri fini, in particolare rispetto a problemi di macropolitica. Quale teoria in scienza politica? Seguendo un approccio empirico viene da chiedersi se la ragione fondamentale della comparazione la spiegazione e quindi vada ricercata una qualche forma di teorizzazione. Anni 50, Neuman diceva che era la comparazione con la C maiuscola Anni 60: diverse teorie generali che oggi fungono da background, specie di sapere nomotetico queste sono la teoria sistemica, il funzionalismo e lo struttural - funzionalismo, la teoria dei gruppi, la teoria della scelta razionale. Da una parte molti lavori su questa scia di ricerca di teoria generale, mentre dallaltra la domanda scomparsa. Aspetti chiave che ormai sono rimasti e che hanno segnato le analisi macropolitiche successive: 1. Impossibilit di considerare le istituzioni solo in modo formale ( quindi anche informali) 2. Enfasi sui legami tra aspetti e fenomeni analizzati: importanti e cruciali in ogni analisi empirica. 3. Alcuni concetti nonostante abbiano una definizione, non abbiano sempre un significato univoco, fanno parte del patrimonio di scienza politica vedi nozioni di sostegno, performance e feedback. 4. Permanere di influenza funzionalistica, in particolare in studi economici. 5. Lapproccio della scelta razionale.
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Anni 70/80: dati i 5 punti precedenti, gli studiosi si dividono in 2 gruppi, uno formato da Almond e Sartori, laltro da Rokkan, Finer e Linz, pi un eventuale terzo gruppo di una generazione successiva che conferma lo spostamento verso teorie a medio raggio che possono considerarsi vere teorie locali Rose, Lehmbruch, von Beyme e Schmitter.

Teorie generali: Almond: tenta di formulare una teoria generale ricorrendo anche ad altre discipline (se la met delle tue letture non sta al di fuori della scienza politica, stai rischiano lestinzione!). dalla sua riflessione escluse le istituzioni, salvate indirettamente sul piano empirico grazie alla funzione che hanno allinterno della sua teoria. Autore che incarna il retaggio degli anni 60. Sartori: il suo scritto pi famoso, parties and party systems si fonda sulla traduzione empirica si basa sulla combinazione di alcuni aspetti tratti da entrambi quegli approcci.

Focus sulle istituzioni: Rokkan: il suo obiettivo era quello di concepire un modello macro europeo. Nel frame work teorico rokkaniano non perdono di importanza le istituzioni e le regole. Finer: scrive 3 volumi di History of Government, dove il fattore chiave utilizzato la centralit delle istituzioni, allinterno di un frame analitico basato su un numero ristretto di ipotesi empiriche combinate con alcune specifiche ipotesi teoriche. Autore delle maggiori critiche allapproccio sistemico di Almond. Linz: promotore di u n approccio tradizionale che coniuga il focus sulle istituzioni con una prospettiva sociologica di tradizione weberiana. I risultati pi importanti del suo lavoro si trovano nei saggi sul fascismo, franchismo spagnolo e sullanalisi della tipologia dei regimi politici. Von Beyme: sottolinea limportanza degli attori politici nelle teorie a medio raggio Lehmbruch: mostra la potenziale originalit legata alla spiegazione dei processi tran settoriali Schmitter: sottolinea limportanza delle organizzazioni degli interessi e della loro strutturazione, anche se ricavata dallo studio di un singolo caso.

Pi in generale tutti gli studiosi sottolineano il ruolo chiave delle istituzioni: eccezione rappresentata da Almond ma non da Sartori, che pur utilizzando lapproccio sistemico e quello della scelta razionale, cio 2 approcci generalizzanti, ha dedicato la sua opera pi importante a una istituzione intermedia e a ipotesi a medio raggio come il partito politico allinterno del sistema partitico.

La differenza nel fare teoria che va sottolineato che nella teoria empirica comparata appare una divisione netta tra modo di fare teoria nelle politiche pubbliche, influenzato dalla scelta razionale e istituzionalismo razionale persegue apertamente obiettivi teorici precisi e relativi a pi casi
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modo di fare teoria nel settore della democratizzazione, dove prevale lapproccio istituzionale, si cercano frameworks teorici ovvero indicazioni di dimensioni e fattori utili per ricerche ed analisi che poi riguarderanno casi specifici Negli ultimi anni assistiamo tuttavia ad un approccio alla ricerca in termini concettuali diversi e linguaggio diversi, garantita dallapproccio istituzionale e i punti essenziali di questa ricerca sono i seguenti: Temi analizzati spostando il focus sugli attori, sulle loro scelte e sui processi di cambiamento in cui sono coinvolti Concetti riformulati attraverso una comparazione qualitativa a medio raggio Comparazione su un ristretto numero di casi Gruppi di ricerca che riuniscono esperti di vari paesi

Esempio delle ambizioni teoriche del primo settore, ovvero quello delle politiche pubbliche comparate quello della path dependance, dove Pierson lautore che meglio sviluppa le ipotesi di questa teoria. Dal suo punto di vista importante: Tenere di conto tempi e sequenze degli eventi Molti effetti sociali derivano da una stessa causa Conseguenze importanti come risultato di eventi minori Politiche una volta introdotte non possono essere fermate o deviate anche se portano effetti disastrosi Sviluppo politico caratterizzato da congiunture critiche Alta densit istituzionale, ruolo centrale azione collettiva e tempo limitato dei politici A questa teoria possibile aggiungere quella derivante dalla ricerca di Tsebelis con il riferimento ai giochi di secondo livello aventi per posta la selezione delle regole e in cui strategie ed attori sono gli elementi centrali. Negli ultimi anni assistiamo tuttavia ad un approccio alla ricerca in termini concettuali diversi e linguaggio diversi, garantita dallapproccio istituzionale e i punti essenziali di questa ricerca sono i seguenti: Temi analizzati spostando il focus sugli attori, sulle loro scelte e sui processi di cambiamento in cui sono coinvolti Concetti riformulati attraverso una comparazione qualitativa a medio raggio Comparazione su un ristretto numero di casi Gruppi di ricerca che riuniscono esperti di vari paesi Valerie Bunce: distingue tra proposizioni teoriche ad alto livello di generalit (di tipo nomotetico) e proposizioni di portata regionale (teoria locale) che si riferiscono a paesi contigui. Circa il primo gruppo enumera 5 proposizioni principali generali: 1. Un alto livello di sviluppo economico garanzia di continuit democratica 2. I leader politici sono decisivi nel disegnare e creare una democrazia
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Un assetto istituzionale parlamentare presenta maggiori vantaggi per la continuazione della democrazia rispetto ad un presidenziale 4. Per la sopravvivenza della qualit democratica importante risolvere problemi nazionali e statali 5. In una democrazia sviluppata essenziale che la legge sia rispettata Mentre le generalizzazioni di portata regionale richiamano: 1. Importanza di accordi e compromessi nelle transizioni democratiche del Sud Europa e dellAmerica Latina 2. I vantaggi della rottura con il passato per lEst Europa 3. La correlazione esistente tra democratizzazione e riforma economica in senso capitalista nellEst Europa 4. I pericoli per la democrazia in America Latina e nellEuropa orientale post socialista a causa delle carenze nel rispetto della legge
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ODonnel, Schmitter e Whitehead si concentrano sulle caratteristiche del regime precedente, sul ruolo degli accordi tra le elites a proposito delle istituzioni da creare, sulla riattivazione della societ civile, sul ruolo limitato dei partiti. In pratica si nega di poter creare una teoria sul tema, dove sono gli stessi autori a dichiararlo esplicitamente. Propongono invece un frame work teorico ovvero uno schema di analisi in cui attori, istituzioni, tempi e processo, giocano un ruolo centrale (peraltro il frame work riferito al Sud Europa e allAmerica Latina). Huntington dichiara di avere obiettivi definiti per spazio e tempo. Le 5 spiegazioni che deduce dai 30 paesi che studia sono: 1. Approfondirsi di problemi di legittimazione per i regimi autoritari precedenti, soprattutto a causa di risultati negativi delle politiche adottate 2. Crescita economia globale senza precedenti negli anni 60 3. I forti cambiamenti nella dottrina cattolica dopo il concilio vaticano secondo 4. I cambiamenti delle politiche estere di alcuni attori, USA, UE e URSS 5. Un effetto dimostrativo accresciuto dai mass media Egli quindi spiega i massicci mutamenti di quegli anni con un insieme di specifici mutamenti di ordine culturale, economico ed internazionale. Linz e Stepan: si concentrano sulla ricerca di un framwork teorico a medio raggio, con riferimento alle principali variabili d individuare in 5 principali arene: 1. Societ civile 2. Societ politica 3. Rule of law 4. Apparato statale 5. Societ economica In particolare studiano 16 paesi in Europa, Sud America e al contempo elaborano un framwork teorico per lanalisi dei 16 paesi, dedicando un capitolo a paese e focalizzando sul regime non democratico precedente. Tutti glia autori si concentrano quindi su 2 macrovariabili, infatti tutti i modelli di transizione vengono ricostruiti e intesi partendo dagli attori autori della
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transizione e dalle strategie da essi perseguite, che sono il compromesso o luso della forza. Anche qua quindi la scelta prevalente quella della disposizione di frameworks teorici, con una successiva ricerca di spiegazioni specifiche rinunciando allelaborazione di una teoria pi generale del mutamento di regime. Ovviamente dietro questa diffidenza sta la preoccupazione per la complessit e lenorme ricchezza della realt empirica nei diversi casi analizzati. Tuttaltra storia invece se dalla ricerca su transizione e instaurazione democratica, si passa a ricerche sul consolidamento: la teoria dellaccordo o della convergenza delle elites di Higley e Gunther e la teoria dellancoraggio di Morlino. Higley e Gunther propongono 2 ipotesi: 1. Vi consolidamento quando allinizio dellinstaurazione democratica, le elites scelgono consapevolmente ladattamento e la cooperazione, ovvero laccordo. 2. Vi consolidamento quando, dopo un instaurazione democratica e la formazione di un governo stabile, elites inizialmente divise convergono gradualmente accettando le regole elettorali e una corretta competizione assumendo posizioni ideologicamente pi moderate, appunto convergenza.

Capitolo III: Che cosa comparare le unit di base


Primo passo identificare il quesito della ricerca, cio domanda degli obiettivi, di quello che ci interessa sapere, descrivere, spiegare e comprendere. Attenzione e interesse al problema: sensibilit specifica e scelta individuale del ricercatore. Connesso al tema dellavalutativit di Weber Rilevanza del tema: prendere in esame e indagare temi e quesiti che abbiano importanza per la vita collettiva Conoscenza della letteratura: background del ricercatore, come materia gi trattata Formulazione empiricamente precisa: indicazione di spazio e tempo e che si abbiano chiari i significati dei termini usati Controllabilit empirica della formulazione: quesito ch consenta analisi empirica Questi passi sono risultato di un percorso che pu essere pi o meno lungo, q quando formuliamo il quesito quindi importante avere una conoscenza di base del futuro oggetto di studio e avere chiaro quale metodologia applicare. (Mills parla di conscious thinker). Concetti e Classi: A questo punto ovvia limportanza data alla formazione di concetti empirici nelle scienze sociali. Si tratta quindi di capire bene quello che si vuole studiare, ma anche di ben classificare per individuare le variazioni del fenomeno nelle diverse realt. Connesso ai temi di slargatura del concetto e il mal classificare. Per esperienza non si pu dire se la messa a punto dei concetti e la classificazione stiano prima o dopo la scelta dei casi o dellarco temporale: ritorneremo sulla concettualizzazione e sulla classificazione nel capitolo V, infatti entrambe rendono possibile quella messa a punto concettuale
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che consente di individuare i casi comparabili. Quindi per comparare indispensabile una struttura teorica o ipotesi ricavate da precedenti studi. Quanto pi rigorosa e articolata sar, tanto maggior la possibilit di focalizzare meglio la ricerca su ipotesi pi precise e pi limitate di numero. Un buon costrutto teorico seleziona bene le ipotesi, focalizza la ricerca e spende meglio le proprie energie. Loperazionalizzazione: nasce dal fatto che molti dei concetti della politica non sono direttamente osservativi o empirici. E quindi non corrispondono a realt immediatamente percepibili: sono concetti teorici o non osservativi. Infatti se per esempio parliamo di gatto una cosa, se invece di sistema politico, democrazia, stato o elezioni e consiglio dei ministri? Questi richiedono passaggi prima di essere ricollegati: il punto centrale il percorso da compiere tra significato e referenti empirici. Una definizione operativa ha dentro di se la specificazione del campo dei referenti empirici del concetto ovvero come si propone di etichettare e rilevare o identificare un particolare concetto empirico. Un indicatore lespressione di un legame di rappresentanza semantica fra il concetto pi generale e un concetto specifico di cui possiamo dare la definizione operativa Il primo passaggio fondamentale quindi larticolazione di un concetto generale in dimensioni: la segmentazione e laffermazione dellesistenza di un nesso di indicazione tra quella dimensione concettuale e un elemento direttamente osservabile (esempio della democrazia che rinvia alla partecipazione e alla competizione).

Va riconosciuto un nesso teorico tra il concetto e lindicatore, ovvero un grado di pertinenza teorica (esempio andare a votare = partecipazione politica) 2. Utile se non indispensabile pi di un indicatore ( esempio forme assai diverse di partecipazione come anche nei partiti, movimenti, manifestazioni) 3. Gli stessi obiettivi teorici e la stessa domanda di ricerca incidono sulluso di un certo indicatore piuttosto che un altro ( se la partecipazione elettorale rilevante per affermare che siamo in democrazia, allora lindicatore specifico riguarda la percentuale media di partecipazione)
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Il nesso di indicazione strettamente legato al contesto in cui rilevato lindicatore ( partecipazione tale indicatore democratico se esistono altri indicatori di livelli di competizione ad esempio esistenza di pi di un partito altrimenti giustificazione in contesti autoritari o totalitari) 5. Uno stesso indicatore pu essere usato per nessi diversi ( percentuale di partecipazione, misurata negli anni fa un trend) 6. Indicatore deve essere unidimensionale difficile in situazioni reali di ricerca (esempio per le votazioni, la partecipazione in un dato periodo) Con operazionalizzazione quindi indichiamo diversi passaggi attraverso cui si attribuisce un contenuto empirico a concetti non immediatamente osservativi. Questo processo stato ben schematizzato da Lazarsfield: Formulazione definizione del fenomeno che ci interessa Specificazione del concetto stesso, individuiamo le dimensioni che lo costituiscono Si trovano il maggior numero di indicatori importanti Formulazione di indici nel caso di misure quantitative ben noto che la ricerca politica di solito fa i primi 3 ma non lultimo perch spesso qualitativo
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Propriet e variabili: quindi formazione di concetti e operazionalizzazione sono procedure per individuare le unit o casi comparabili; ci che comparabile dovuto alla formulazione di concetti empirici corretti e di conseguenza alla costruzione di classi ed ipotesi (cani e gatti categoria animali domestici). Per determinare cosa comparare quindi necessario un focus sulle propriet. Da un punto di vista logico formale si possono scomporre ed esprimere con una matrice di dati 2X2 dove le righe indicano i casi e le colonne le propriet. Le celle identificano lo stato. Loperazionalizzazione poi trasforma le propriet degli oggetti di ricerca in variabili. Per quanto riguarda queste ultime sono misurate da dati quantitativi, altrimenti sono definite qualitativamente e identificate grazie alla classificazione appunto detta matrice dei dati che consente di inquadrare sia le dimensioni spaziali che temporali che le propriet e variabili. Comparare realt diverse che vuol dire? Comparare due o pi fenomeni che riconduciamo sotto la stessa categoria concettuale, che significa comparare le propriet ovvero le caratteristiche specifiche di 2 o pi fenomeni o meglio i valori o i modi che le propriet o le variabili assumono in 2 o pi fenomeni. Punto su comparazione sincronica e diacronica. Esempio per la comparazione di sistemi elettorali: trasformazione di voti in seggi, vediamo le propriet come la formula elettorale, le dimensione del collegio. La comparazione sar su queste qualit e avr carattere qualitativo. Se poi si vuol comparare il grado di proporzionalit di ogni sistema elettorale, si formeranno indici e la comparazione si far sui valori di ogni indice per ogni paese. Infine in evidenza le cause di uno stato o il valore di una propriet in differenti sistemi elettorali. Da qui possiamo trarre altre 2 risposte al quesito cosa comparare. 1. Przeworki e Teune: distinzione tra strategie di ricerca di tipo most similar systems che mettono a confronto sistemi o casi pi simili e most different systems che accosta sistemi molto distanti tra loro tranne che per alcuni elementi che fungono da variabile indipendente.
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Distingue tra comparazione quantitativa che pone enfasi sulle variabili, dalla comparazione qualitativa che pone laccento sui casi. Possiamo parlare rispettivamente di comparazione statistica e storica.
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Il dilemma molte variabili, N limitato: abbiamo visto che tra le decisioni che il ricercatore deve prendere abbiamo la selezione dei casi e delle relative variabili e propriet. Il problema proprio del metodo comparato quello delle molte variabili, N limitato (Lijphart), dilemma che pu essere affrontato dal punto di vista delle variabili e dei casi. Per le variabili troviamo: a. Ridurre lo spazio degli attributi dellanalisi ovvero il numero delle propriet e variabili b. Orientare lanalisi sulle variabili chiave Per i casi troviamo: c. Aumentare per quanto possibile il numero dei casi d. Orientare lanalisi comparata ai casi comparabili La diminuzione di propriet e variabili ha lobiettivo di giungere a spiegazioni pi forti, perch sostenute da pi dati empirici evitando le variabili intervenienti. Operazione condotta attraverso la riduzione dello spazio degli attributi per citare Lazarsfield. Tale riduzione si ottiene accorpando alcuni tipi e ponendo i casi e i dati relativi in un numero di tipi ridotto, grazie ad un incremento del livello di generalit che consente di aumentare il numero di casi (c). Se invece c stato un numero effettivo dei casi analizzati la riduzione delle variabili compensa il quasi inevitabile aumento delle stesse dovuto alla crescita di casi empirici e alleffetto di terze variabili. La riduzione dello spazio degli attributi pu esser fatta anche ricorrendo a teorie in modo da ridurre i fattori esplicativi e quindi raggiungere una parsimonia teorica. Questo aspetto riguarda anche la variabile (b), ovvero orientare lanalisi comparata sulle variabili chiave. Semplicemente si torna a sottolineare limportanza dellaspetto teorico la cui rilevanza per chi compara deve essere primaria. Altro problema concreto: se aumento il numero dei casi e allungo il tempo considerato e diminuisco le variabili allora per ottenere un buon risultato lapparato teorico concettuale del ricercatore deve essere ben articolato e la ricerca deve avere un focus ben definito. Tuttavia se non ci sono esperienze precedenti e si tratta di una ricerca nuova il ricercatore deve per forza aumentare il numero degli aspetti da considerare e diminuirebbe i casi ed il periodo desame. Ferrera si mosso diversamente per studiare il welfare state: si mosse da lavori con ipotesi molto specifiche e serie temporali quantitative per poi andare verso studi qualitativi dei casi singoli. Recentemente si affermata la tendenza verso una giustificazione pi elaborata dellopportunit di concentrarsi su relativamente pochi casi.

Capitolo IV: che cosa comparare - spazio e tempo


La comparazione implica sempre la precisazione di:
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Un ambito spaziale orizzontale b. Un arco temporale longitudinale Questo ci permette di stilare delle strategie di ricerca e pi precisamente distinguere tra strategia diacroniche o sincroniche. Vedi grafico P52. Tenendo conto delle dimensioni considerate possiamo proporre una definizione della comparazione come il metodo di confronto tra 2 o pi stati di una o pi propriet, enucleati in 2 o pi oggetti in un momento preciso o in un arco di tempo pi o meno ampio. Altro aspetto che emerge che tutte queste caratteristiche sono proprie della macropolitica intesa come insieme di regime, stato e comunit politica e alle numerose e variegate realt anche molto diverse e distanti nello spazio e nel tempo. Quindi sia parla non solo di comparazione di sistemi politici ma anche di comparazione delle loro parti, elementi o componenti riguarda quindi la polity, policy e policies nei loro aspetti statici e dinamici. Ricordiamo che nella ricerca comparata il primo passo la determinazione del quesito di ricerca, connesso al chiarimento degli aspetti metodologici, seguito dallelaborazione teorica che comprende la definizione di concetti, formulazione di ipotesi e classificazione, il che ci porter a riformulare le nostre ipotesi e che inevitabilmente ci porter alla ricerca di nuovi dati (continue andata e ritorno). Rischio della paralisi quando ci imbattiamo in enorme quantit di dati che causa disorientamento. Esempio di spagna, Portogallo e Grecia: 70-80 i partiti hanno cambiato gli equilibri politici. I partiti sono un tema che focalizzano la ricerca, ma per spiegare vanno visti i sistemi partitici. Vediamo le funzioni del partito (dal momento che sono intermediari): Vote seeking: a proposito della posizione del partito rispetto allelettorato e agli interessi che possono essere o no organizzati Office seeking: a proposito della posizione del partito nel parlamento, nel governo e in collegamento con gli interessi organizzati Policy seeking: a proposito della posizione del partito nei processi decisionali, colelgato con il parlamento, governo e commissioni, ovvero le altre istituzioni anche locali Partiti da una semplice analisi ci troviamo di fronte a molte variabili, ad esempio considerando lItalia negli ultimi 20 anni va considerato il rapporto partiti magistratura, dovuta allassenza di una vera opposizione. Questo richiede una riduzione dello spazio degli attributi e un orientamento sulle variabili chiave e una semplificazione eccessiva rischia di dare risultati sterili (esempio impossibile analisi Portogallo senza considerare ruolo dei militari).
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Il passo successivo lidentificazione dello spazio: decisione di quanti e quali casi inserire nella ricerca rispetto alle premesse teoriche. Infatti un alto numero di casi porter ad una analisi ricca e risultati rilevanti, ma che aggraver il problema delle terze variabili, aumentando il peso di altre variabili da analizzare. La scelta deve avvenire soppesando vantaggi e svantaggi. Tuttavia il numero di casi sta alla base di diverse strategie di comparazione: a. Studio del caso: quando analizziamo un solo caso b. Comparazione binaria: appunto 2 casi, tra sistemi simili e caratteristiche comuni o diversi. Ha lo scopo di spiegare un fenomeno guardando ai valori
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di ciascuna propriet. La spiegazione trovata dovrebbe essere valida per tutti i casi simili o vicini ai 2 analizzati. c. Comparazione darea o area study: da 3 a 5/6 paesi e prende in considerazione una determinata area geopolitica, comprendendo paesi con comunanze storiche, culturali e socio linguistiche. Caratteristica lanalisi complessiva di quei paesi o fenomeni specifici che riguardano tutta larea ed pi facile la parametrizzazione (esempio paesi scandinavi, anglosassone, sud Europa, America latina, Europa orientale). Da sottolineare che lappartenenza alla stessa area non implica la continuit territoriale, ma comunanza di aspetti culturali. Quello che fa area il quesito della ricerca. d. Strategia multicasi: include un alto numero di casi pi di 6 ma anche 30 o pi, esempio lo studio di Lijphard su 25 democrazie e Powell relativo a 29 democrazie contemporanee e Inglehart su 43 paesi. Questo pone notevoli problemi di semplificazione e rende difficile maneggiare relativi dati e riduzione della variabili chiave giustificata solo teoricamente. La ricerca poi pu essere qualitativa e quantitativa come L. o fare traduzione convenzionale in numeri e in quantit di elementi qualitativi P. o esplicitamente quantitativa quando svolta attraverso sondaggi I. Questo excursus mostra che il numero di casi non indifferente per i risultati della comparazione e allaumentare del numero di casi si trasforma il tipo di comparazione: da una di tipo qualitativo a una prevalentemente statistica. Ulteriore passo dato dalla definizione del tempo: le ricerche pi importanti sono quelle diacroniche che abbracciano un tempo pi ampio rispetto a quelle sincroniche. Sono pi importanti perch: sono tali proprio perch il tempo viene artificialmente ridotto a unit e tenuto fuori dallanalisi e ne scaturisce una ricerca meno approfondita e significativa e poi rinunciare alla dimensione temporale significa precludersi lanalisi del mutamento (da molti ritenuto questo il vero punto). 2 esempi: il consolidamento democratico in spagna, Grecia e Portogallo, ovviamente sincronico. E poi limpatto che ha per i partiti stare al governo. Nellanalisi sincronica vi sempre una forzatura, non si analizza un girono ma un arco di tempo che per quanto breve dovr essere di qualche anno e questo porter sicuramente a problemi di periodizzazione. Per questo una procedura molto diffusa la suddivisione in fasi temporalmente definite. 2 esempi: Marx che studia nello sviluppo economico una fase di accumulazione primitiva, fase delleconomia mercantile fase delleconomia industriale. E Black che individua una prima sfida alla modernizzazione, consolidamento dellelite modernizzante, trasformazioni economiche industriali e integrazione della societ. Quando parliamo di sequenza: si tratta di fasi tra cui stabilita una relazione causale ( da questo ragionamento nascono le teorie delle crisi). Importanti sono poi le serie temporali che si allungano sui 20-40 anni per individuare punti di svolta, cambiamenti, crescite e declini. Ulteriore nozione quella della soglia di Deutsch, poi ripresa da Rokkan: il punto in cui laccumulazione di elementi misurabili quantitativamente porta a
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cambiamenti delle stesse caratteristiche qualitative del fenomeno studiato; segna quindi il confine tra 2 fasi considerate in sequenza. Ovviamente la scelta dipender dagli strumenti che avremo a disposizione e dalle conoscenze empiriche sui fenomeni. Il problema della multicollinearit: negli anni 70-80 si sviluppato un settore diventato uno dei filoni pi importanti della ricerca comparata ovvero quello che studia le trasformazioni in senso democratico dei regimi politici, nel quale la dimensione longitudinale essenziale (esempio il passaggio dal franchismo in spagna 70). Per spiegare il mutamento si fa riferimento al processo che permette di scomporre analiticamente il mutamento nelle sue diverse dimensioni, attraverso le fasi, sequenze o soglie. Cos intesa il tempo un parametro essenziale nella ricerca comparata. Tuttavia un problema ricorrente in macropolitica quando si studiano macrofenomeni che si sviluppano nel tempo, si deve affrontare il problema della multicollinearit. Si intende leffetto distorcente nella ricostruzione causale di un macrofenomeno complesso che a sua volta composto da diversi altri fenomeni pi specifici che avvengono insieme e variano parallelamente. La soluzione sta nel non partire dalla spiegazione del trend generale, ma da quella dei singoli casi che derivano dal trend e passare a piani pi sistematici di comparazione sincronica, cosicch attraverso laccumulazione di indizi e ipotesi giungere a ipotesi generali sulla cause del macrofenomeno in questione. Si tratta quindi di coniugare ricerca diacronica e sincronica tra unit diverse - il punto sta sul come coniugarle al meglio.

Capitolo V: come comparare i meccanismi essenziali


Alla domanda come comparare possiamo rispondere proponendo 7 meccanismi analitici: Il triangolo di Ogden e Richards: per loro le componenti essenziali di un concetto fissano il rapporto tra il termine (parola usata), il significato connesso e il referente empirico (oggetto richiamato dalla parola) con un triangolo.

Importante la precisazione dei tre lati per evitare ambiguit, vaghezza e banalit problemi nel linguaggio comune dati i pi significati attribuiti allo stesso termine (nel linguaggio scientifico invece 1termine = 1significato e quindi ne sinonimi ne omonimi). Problema emerso soprattutto quando si sviluppano rapporti culturali a livello internazionale. Questo il tema centrale della concettualizzazione, ovvero risolvere il rapporto tra referente, significato e termine, formando concetti empirici. Il problema della soluzione non riguarda solo i concetti empirici ma soprattutto quelli normativi per i quali serve rifermento a indicatori e buoni referenti empirici. Caso poi dei termini doppi: valenza empirica ed ideale che va conservata ad esempio democrazia. Per
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chiarire ambivalenza possiamo sfruttare la definizione minima e massima per noi meglio la minima che stabilisca una soglia. a. Suffragio universale maschile e femminile b. Elezioni libere competitive e ricorrenti e corrette c. Pi di un partito d. Alternative fonti di informazione Nel caso vada a mancare uno di questi aspetti allora ci troveremo in un sistema intermedio. In ogni caso importante focalizzarsi sulle istituzioni che compongono la definizione che sono indispensabili (a,b,c,d). la definizione minima comporta che ci sia anche una massima ed essendo democrazia un termine sia descrittivo che prescrittivo, questa dovr partire dagli ideali piuttosto che da definizioni concrete. Tuttavia la massima in senso proprio non esiste, al pi si possono dare direzioni per possibile sviluppo tenendo presenti gli ideali in modo da fissare obiettivi e raggiungerli progressivamente: arriviamo cos ad una definizione indicata come ideale o normativa. Il problema quindi identificare il quantum di libert e uguaglianza esistenti in un paese in un dato momento. Le regole della concettualizzazione: il punto quindi formare concetti, cercando di specificare con precisione significato e referenti empirici. Tuttavia non esistono regole, al pi varie definizioni: Dichiarative o analitiche, che sono descrizioni delluso di un termine in base a controllo empirico Stipulative: che creano nuovo significato utile a nostri fini Esplicative: in parte entrambe le precedenti che riprendono luso pi o meno corretto di un concetto, senza precludere la formazione di un significato teoricamente utile In ogni caso Sartori ci suggerisce di attenerci ad alcune regole elementari: 1. Ancoraggio terminologico: fare riferimento alletimologia, esempio greca o latina e rispettando uso centrale del termine (ambivalenza termine dittatura) 2. Ancoraggio storico: quello che di fatto stato luso della parola, per questo serve sapere le vicende del passato a cui la parola legata (dittatura a roma) Mill suggeriva a questo proposito di fare andata e ritorno dalla teoria alla realt di riferimento, ancora pi importante se si ha a che fare con concetti importanti come democratizzazione, transizione, instaurazione e consolidamento. Esempio di errore nella formulazione del concetto party government di Schattschneider, usato originariamente per il governo statunitense oggi riferito a tutte le democrazie nonostante differenze notevoli nel ruolo dei partiti. Un concetto base serve meglio a tagliare la realt piuttosto che afferrarla tutta. 3. Campo semantico: ovvero quando si usa un termine vanno considerati anche tutti i termini affini, sulla base dei precedenti ancoraggi Questo modo di operare porta a 2 vantaggi: una relazione che proponga relazioni e spiegazioni affini sar pi chiara e poi non viene svolto un lavoro superfluo con duplicazioni di significato.
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Il triangolo implica un altro aspetto utile per la formulazione e trattamento dei concetti empirici: secondo meccanismo essenziale per comparazione, lalbero di porfirio. Lalbero di porfirio: riproposta da Cohen e Nagel, aiuta a capire la regola per cui connotazione e denotazione di un concetto sono inversamente connesse. Rispolverando il triangolo di ogden e Richards, il lato che lega il termine al significato coglie la connotazione o intensione del concetto ovvero le caratteristiche e le propriet del concetto. Il lato che associa significato a referenti empirici definisce la denotazione complessiva, ovvero lestensione empirica posseduta dal concetto (referenti empirici cui si applica) Connotazione e denotazione sono importanti per denotare il livello di generalit e la possibilit di avere una nitidezza logica dei concetti a livello di astrazione inferiore. Per chiarire il passaggio usiamo lalbero:

Questo evidenzia con chiarezza il procedimento logico della scala dastrazione o scala delle generalit che procede dal generale al particolare o viceversa. Inoltre denota una relazione inversa tra referente empirico e significato, tra ambito di estensione e ambito di connotazione: pi vasto uno, pi ristretto laltro e viceversa. Quindi lalbero legato al triangolo, dove il secondo mostra il meccanismo della definizione di un concetto empirico e il primo la sua articolazione attraverso la scala di astrazione. Lazarsfield prende in considerazione le due operazioni quando parla di spazio degli attributi cercando di individuare i referenti empirici che rientrano in questo spazio: tanto pi ampio lo spazio degli attributi, tanto pi ridotto il referente empirico. Regola fondamentale e facile da trascurare in fase di formazione dei concetti: di fronte a concettualizzazione il ricercatore si sforza di aumentare la connotazione, precisando al massimo il termine, contemporaneamente accrescendo la realt empirica di riferimento, ampliando il referente: il rischio, come dice Sartori, quello della slargatura o stiramento dei concetti ampliare estensione o denotazione di un concetto senza ridurne lintensione o connotazione ovvero le caratteristiche o propriet di significato, principali cause della malclassificazione. Quindi ovvio che si pone un problema di buona classificazione, per cui useremo la stessa regola della concettualizzazione. Il punto di partenza pu essere una nozione generale, ex democrazia; da questa individuiamo diverse dimensioni (segmentazione), di cui per ogni dimensione troveremo gli aspetti specifici
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(specificazione), procedendo dal generale allo specifico (per genus et differentiam). In questo ambito evidente il corretto uso della scala dastrazione, sottolineato dallo stesso Sartori, come cruciale per la comparazione dato che consente di effettuare controlli successivi delle ipotesi con maggior rigore, allo stesso livello di astrazione per tutti i casi in esame, ma a anche a livelli di maggiore e minore astrazione. Lalbero ci permette di fare una buona classificazione rappresentando graficamente una scala di astrazione.

Ma perch scala di astrazione e classificazione sono tanto importanti? Limportanza sta nel permetterci di perseguire insieme 2 obiettivi principali: a. Obiettivo conoscitivo ricognitivo, basilare per raggiungere una buona classificazione, quando passiamo dal genere alle differenze b. Obiettivo esplicativo attraverso la parametrizzazione, operazione necessaria per rendere costante un fattore e per analizzare la varianza di altri. Questa operazione analitica molto interessante, quando si comparano casi trattabili solo qualitativamente. Se fossimo in ambito statistico, parametrizziamo, esempio incidenza sesso sul comportamento di voto, si rendono ininfluenti tutti gli altri fattori come et, classe cultura ecc; evidente che nella statistica la classificazione gioca un ruolo fondamentale nella parametrizzazione, anche a livello qualitativo. In definitiva classificazione e scala dastrazione possono servire a controllare empiricamente con la parametrizzazione ipotesi su cause ipotizzate e ancora da dimostrare. Il rischio sta nel rimanere con un numero eccessivamente esiguo di casi e di trovarsi con conferme deboli. Per questo le classificazioni necessitano di un ampio background empirico esempio democrazia massima e minima per arrivare poi alle consensuali o maggioritarie. Strategie classificatorie: si parla di classificazione come operazione di individuazione di un criterio distintivo e d differenziazione tra diverse realt e di attribuzione di quelle realt alle singole classi. Ma macrofenomeni politici mal si prestano ad essere distinti su un unico criterio dal momento che il risultato sarebbe povero e distorcente. Di frequente in scienza politica si ricorre a tipologie, operazioni di descrizione ricognizione della realt, sulla base di pi di un criterio distintivo. La maggior parte di tipologie usa 2 criteri, fino a 3 e 4. A 2 criteri: se esistono 3 classi vuol dire 9 celle tipi. Esempio sono le democrazie contemporanee distinte su 2, relazione esecutivo con legislativo con varie distinzioni e un secondo criterio tipo la legge elettorale con i vari tipi. Gi con questi 2 e tipologie risultato complesso. Non quindi semplice e deve seguire regole dove la prima scegliere le dimensioni che si ritengono importanti (rilevanza del criterio). Poi le due
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regole di Mill, esclusivit ed esaustivit (prima comporta che la classificazione deve essere formulata in modo tale che una realt appartenga a una sola classe, la seconda che ogni classe che deriva da quel criterio deve comprendere tutti gli oggetti o realt desumibili. inoltre i criteri non devono sovrapporsi tra di loro e riguardare aspetti differenti. Inoltre classificazioni e tipologie hanno problemi in comune, anzitutto che devono essere sullo stesso livello dastrazione e non si dovrebbero inserire classi che riguardano pi di un livello in particolare e poi dal momento che operano una semplificazione profonda della realt attraverso 2/3 criteri al massimo e quindi la perdita di informazioni enorme. Il modo migliore che si usa per mantenere una maggior ricchezza di informazione ricorrere a modelli multidimensionali, con il significato simile allidealtipo di Weber. A questo possiamo legare gli idealtipi di democrazia proposti da Lijphart che considerano e scompongono 10 dimensioni. Il vantaggio di ricorrere ai modelli quello di evitare eccessive rigidit imposte dalla logica classificatoria: in questo modo il metodo di ricerca pi corretto consiste nellaffiancare il ricorso a classificazioni e tipologie allelaborazione di modelli in relazione agli specifici obiettivi di ricerca per ottenere i migliori risultati. Per fare questo si possono seguire 2 direzioni diverse e complementari: 1. Strategia per polarit: consiste nellindividuare un certo numero di dimensioni che riteniamo rilevanti (4/6), fissare i poli estremi e poi analizzare il caso complesso e vedere dove si colloca. . . . . . . Nel caso della proposta polare di Lijphart, parte dalla premessa che esistono 2 principi, maggioritario e consensuale. Ognuno dei due influenza dei sottosettori cio esecutivo e partiti, assetto unitario ovvero regime federale. Il primo comprende: governo monocolore o coalizione; dominio esecutivo su legislativo o equilibrio; numero partiti e issues rilevanti; sistema elettorale maggioritario o proporzionale; assetto pluralistico o neocorporativo dei gruppi di interesse. Mentre il secondo comprende grado di unitariet o decentramento federale del paese; unicameralismo o bicameralismo debole o forte; costituzione rigida o flessibile. Primo modello polare di democrazia il maggioritario o Westminster caratterizzato da concentrazione dellesecutivo in governi monopartito e maggioranze risicate; fusione dei poteri e dominio governo; monocameralismo o bicameralismo asimmetrico; sistema bipartitico con una sola dimensione conflittuale rilevante (dxVSsx); plurality system sistema elettorale maggioritario; pluralismo dei gruppi di interesse; governo centralizzato e unitario; cost. flessibile e sovranit parlamentare; esistenza esclusiva di forme di democrazia rappresentativa (no consultazioni dirette)
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Secondo modello proporzionale: governi di pi partiti e coalizioni; separazione formale e informale dellesecutivo dal legislativo; equilibrio tra i poteri; bicameralismo simmetrico e sovra rappresentanza delle minoranze; sistema multipartitico con diverse dimensioni conflittuali rilevanti oltre dxVSsx; sistema elettorale proporzionale; assetti neocorporativi ovvero accordi tra governi e interessi organizzati (sindacati e associazioni imprenditoriali); decentramento poteri e assetto federale; cost. scritta e veto delle minoranze. I vantaggi nel distinguere i due modelli sono evidenti, dato che si perdono meno informazioni, si combinano dati qualitativi e quantitativi e poi in ogni dimensione si vede come si caratterizza ciascun paese. Inoltre si possono rilevare cambiamenti nel tempo. Uno svantaggio rispetto alla multipolare seguente che si limita a solo 2 modelli di democrazia, lasciando non identificate le soluzioni intermedie. Quello che si definisce quanto un modello sia pi o meno vicino a uno dei 2 poli. 2. La seconda strategia in cui si fa uso di strategie multiple segue il percorso tradizionale per formulare ipotesi, ma con pi dimensione e tipi. Se guardiamo al sistema elettorale e le regole alla base del governo formano un sistema con diverse dimensioni coesistono con gli assetti istituzionali del potere esecutivo e legislativo: ci si riferisce ai 4 tipi istituzionali ovvero presidenzialismo, semipresidenzialismo, semiparlamentarismo e parlamentarismo. Nel semipresidenzialismo il cds eletto a suffragio universale diretto e il primo ministro deve avere la fiducia del parlamento. Di conseguenza il potere del presidente indebolito in caso di maggioranza parlamentare diversa. Semiparlamentarismo, detto chancellor democracy, il primo ministro e gabinetto hanno iniziativa legislativa pi forte del parlamentarismo (5 rep. Francese) Ci sono poi i casi tipici in America latina dove al sistema presidenziale affiancato il sistema proporzionale per lelezione del parlamento. Oltre alla dimensione istituzionale, una terza dimensione oltre legislativo/esecutivo il gardo di decentramento tra governo centrale e autorit periferiche. Vanno considerate rappresentanze a livello centrale delle unit locali e la loro autonomia nelle policy cos come lautonomia fiscale forme e modalit di questo tipo sono in tutti e 4. Il secondo insieme di dimensioni che definisce una democrazia riguarda invece il sistema partitico: alcuni definiscono i partiti come istituzioni intermedie con le 3 funzioni office, vote e pilicy seeking. Il numero e la dimensione dei partiti come aspetti organizzativi e di omogeneit sono le caratteristiche che li definiscono. Ovvio che in ognuno dei casi ci sta una competizione a forme e gradi differenti e pu mutare a seguito del mutare di regole istituzionali, ad esempio la soglia di accesso.

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Ultimo insieme riguarda i rapporti tra le istituzioni politiche e la societ civile che si dispongono lungo il continuum autonomia/controllo. Ci possono essere casi di: autonomia della societ nei confronti delle istituzioni pubbliche, quando si ha una societ articolata sul paino associativo, gruppi intellettuali, media, sindacati forti; si parla invece di controllo quando c un continuo e ricorrente intervento del governo in economia e una societ povera di associazioni e i partiti hanno un ruolo dominante; semi-autonoma e semicontrollo sono tipologie intermedie: il primo ha una societ ed elite civili con autonomia da partiti, ma con settore economico pubblico presente; il secondo ha un ampio settore pubblico, con partiti che condizionano le scelte rispetto ad una societ debole anche se non totalmente schiacciata.

Quadro complessivo:
istituzioni di governo A Presidenzialismo e maggioritario Semi-presidenziale e maggioritario Semi-presidenzialismo e proporzionale Semi-parlamentarismo e proporzionale rafforzato o maggioritario Parlamentarismo e proporzionale Presidenzialismo e prporzionale

Sistema partitico B Partito dominante coeso con leader forte e gov.monopartitici Bipartitismo e gov.monopartitici Multipartitismo omogeneo e gov.coalizione Multipartitismo eterogeneo e governo di coalizione

Societ civile/politica C Autonomia Semi autonoma Semi controllo Controllo

Democrazia Democrazia Democrazia Democrazia Democrazia Democrazia

maggioritaria:A4/1,B2,C1 plebiscitaria: A1/2/4/6,B1,C1/3 fortemente maggioritaria: A1/2/4,B1/3,C4 debolmente maggioritaria: A3/4/6,B1,C2/3 proporzionale: A4/5,B3,C1/2 conflittuale:A4/6,B4,C4/3

I canoni di Mill: stipula il canone delle variazioni concomitanti, ripreso poi da Durkheim, che analizza e considera le variazioni quantitative delle variabili operative. 1. Canone della concordanza: se 2 o pi casi del fenomeno investigato hanno solo una circostanza comune, la circostanza in cui tutti coincidono tutti i casi la causa o leffetto del fenomeno. 2. Il canone della differenza: se un caso in cui il fenomeno investigato si verifica e un caso in cui lo stesso non avviene, dove hanno tutte le circostanze comuni tranne una e quelluna si verifica solo nel primo caso, la circostanza in cui solamente differiscono i due casi p leffetto o la causa. 3. Quindi sono 2 modalit per guardare lo stesso problema, vi poi il caso di un terzo canone congiunto che combina metodo concordanza e differenza. Quindi nel fare una comparazione si parte dalle circostanze
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comuni, ma sar lanalisi delle differenze che ci permetter una conoscenza approfondita. I canoni di Mill ci permettono di riproporre la distinzione tra 2 strategie di comparazione, la prima di tradizione durkheimiana (comparazione quantitativa e statistica dove i valori quantitativi di ogni variabile sono comparate in pi casi)e la seconda weberiana (comparazione o qualit storica basata sulla comparazione sistematica dei casi tra di loro). Le due non si escludono a vicenda ma si integrano. Tuttavia i canoni di Mill necessitano di un sostanzioso caveat, dal momento che entrambi comportano assunti molto forti: 1. Diamo per scontato di poter precisare e rilevare tutti gli elementi che rientrano nel fenomeno 2. La spiegazione di tipo deterministico e non probabilistico 3. Si presuppone lesistenza di una sola causa 4. Non esistono interazioni tra le cause che ne trasformano leffetto 5. Lo stesso meccanismo in grado di precisare e rilevare tutti i dati nei vari casi Tuttavia vanno intesi in senso molto meno rigido e dobbiamo tenere di conto la multi causalit congiunturale, dove lo stesso effetto pu essere causa di pi cause, risolvibile sono con attenta applicazione del process tracing e quindi lultimo assunto pu essere ignorato.

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