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Facoltà di filosofia
Partiamo dai fatti. Come è la politica dei nostri tempi, cosa la caratterizza?
Benché offrire una risposta esaustiva e universale sia quasi impossibile,
cercheremo di elencare alcuni tratti comuni che ci servano di guida per la nostra
riflessione.
Gli ideali che stano a fondare e guidare le forme di cui abbiamo appena
accennato pare che siano il benessere, l’unità, la libertà e la giustizia. Ciò che
vogliamo fare qui è vedere si queste realtà stanno veramente realizzando questi
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Crf. L. STRAUSS - D. CADEDDU, CHE COS’È LA FILOSOFIA POLITICA?, IL MELANGOLO,
GENOVA 2011.
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In senso oggettivo, il complesso di norme giuridiche, che comandano o vietano determinati
comportamenti ai soggetti che ne sono destinatari, in senso soggettivo, la facoltà o pretesa, tutelata
dalla legge, di un determinato comportamento attivo od omissivo da parte di altri, o la scienza che
studia tali norme e facoltà, nel loro insieme e nei loro particolari raggruppamenti. («diritto
nell’Enciclopedia Treccani», in https://www.treccani.it/enciclopedia/diritto [29-5-2023].)
ideali. Come dice Strauss, volgiamo fare un’analisi critica di queste realtà e
vedere si stanno veramente a compiere i loro fini.
Partiamo dallo stato come modello delle istituzioni. Cosa è lo stato? Per
comprendere lo stato moderno bisogna far riferimento a Machiavelli, J. Bodin, T.
Hobbes e B. Spinoza. Partendo delle loro teorie possiamo dire che lo stato è una
struttura gerarchica della vita associata, separata dall’etica e dalla religione, che si
fonda sul contratto sociale e che ha la pretesa di essere sovrano e di poter fondare
l’etica tramite le leggi3. Benché possa sembrare molto scioccante questa
definizione descrittiva, possiamo dire che è molto adatta alla nostra realtà odierna,
basta guardare i giornali.
Inoltre, gli stati hanno dei codici secondari importanti che applicano gli
ideali plasmati nelle costituzioni e altri codici secondari meno importanti che
hanno regole per organizzare la quotidiana in società.
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Cf. «Stato nell’Enciclopedia Treccani», in https://www.treccani.it/enciclopedia/stato [29-5-2023].
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«democrazia nell’Enciclopedia Treccani», in https://www.treccani.it/enciclopedia/democrazia
[29-5-2023].
5
«costituzione in Vocabolario - Treccani», in https://www.treccani.it/vocabolario/costituzione [29-
5-2023].
Con tutto questo come base, cercheremo adesso di vedere come è il
rapporto realtà ideale. Sono queste realtà veramente capaci di realizzare gli ideali
che si propongono? Stanno realizzando il loro compito oppure si sono sviati? Che
problemi presentano queste realtà e quali sono alcune delle loro cause?
Credo che l’ideale più ricercato, più comune e più malinteso di quelli che
abbiamo su menzionato è quello del benessere. Crediamo che sia cosa pacifica
dire che lo stato, la democrazia e le leggi hanno come funzione ultima cercare il
benessere, ovvero la piena realizzazione, ovvero il bene comune di tutti i cittadini.
Tuttavia, questa è solo una pace o una comunione solo formale, cioè siamo
d’accordo sulla forma ma non sul contenuto. Dobbiamo cercare il bene comune,
ma cosa è il bene comune. Crediamo che questo sia il primo e più fondamentale
problema della politica dei nostri tempi.
Andiamo un po’ in dietro. Abbiamo detto poco fa che il bene comune deve
essere la guida delle istituzioni sociali, e che questa sembra essere una
affermazione pacifica. Il problema lo troviamo quando dobbiamo definire il
contenuto di questo bene. Per risolvere questo problema conviene capire che il
bene è un concetto relazionale, questo vuol dire che dipende da chi sono. Vediamo
un esempio: se abbiamo un medico, cosa è buono per lui? Senz’altro, sapere di
medicina, se non saprà, non potremo chiamarlo un buon medico, questo nostro
medico potrà essere un bravissimo calciatore, ma in quanto è medico, quello che è
buono per lui, non è fare i gol ma, sapere di medicina. Torniamo al nostro
discorso. Chi conformano le società? le persone. Cosa è comune a tutte le persone
che conformano le società? essere persone. Allora, mentre non sappiamo cosa è la
persona in quanto persona, non sapremo cosa è bono per esse, neanche cosa è
buono per la società. Vediamo questo nella realtà.
Con questo finiamo la pars destruens del nostro lavoro e riteniamo che
perché lo stato, la democrazia e il diritto hanno come fondamento una visione
sbagliata dell’uomo non sono capaci di raggiungere i fini per i quali sono stati
pensati che, come abbiamo detto, sono: il benessere, l’unità la libertà e la
giustizia. Sottolineiamo che non stiamo rifiutando le strutture ma la terra in cui
questo strutture mettono le loro radici.
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Questo si vede chiaramente nella storia di America latina.
Secondo la visione della filosofia giudeo-cristiana, la persona è stata creata
a immagine di Dio, questo comporta moltissime cose, noi menzioneremo alcune
che aiutano per il nostro discorso: che è una sussistenza in relazione, nata dalla
relazione e chiamata a compiersi nella relazione; che ha una dignità assoluta-
relativa perché dipende da Dio che è l’unico assoluto e sovrano; che non ha il
potere di stabilire il bene e il male ma solo di scoprirli e inseguirli; che ha un fine
che trascende questo mondo e che deve guidare la sua vita in questo mondo, che
la sua libertà è una libertà relativa al bene. Adesso vediamo come queste verità si
relazionano con le nostre tre realtà.
In relazione allo stato dobbiamo dire che deve essere considerato come un
mezzo, che ha valore solo in quanto aiuta al fine della persona. In questo senso lo
stato né quello moderno né quello antico deve essere considerato come un bene in
sé. L’unico gruppo sociale naturale è la famiglia, tutti gli altri gruppi hanno valore
in quanto aiutano al fine ultimo dell’uomo. Il bene che deve promuovere lo stato è
il bene comune, questo vuol dire la realizzazione delle persone in quanto
sussistenze in relazione con il mondo, con gli altri e con Dio. A tal proposito lo
stato non deve essere totalmente separato né della religione né molto meno
dell’etica. Deve essere piuttosto guidato da questi per poter compiere bene il suo
fine. Bisogna aver presente che qua essere guidato dalla religione non significa
dipendere gerarchicamente del potere religioso ma lasciarsi istruire dalle verità
che la religione ci offre.
In quanto alla democrazia conviene dire che è solo una forma di governo,
non è né l’unica né la migliore se considerata in sé stessa. Nello stesso modo che
lo stato la democrazia è solo un mezzo e come tale solo ha valore nella misura in
cui aiuta alla persona a compiere il suo fine. Sembra tuttavia, che sia uno dei
modelli più adatti alla dignità dell’uomo perché rende conto della libertà
dell’uomo in una forma più chiara che le altre forme di governo. Comunque, non
bisogna identificare possibilità di scelta con libertà; la storia, infatti, ci ha
mostrato che a volte dalle democrazie sono usciti i peggiori governi del mondo.
Perché la democrazia funzioni bene dovremo avere persone ben istruite che
sappiamo decidere con saggezza ciò che gli conviene, ma come questo livello di
società è molto difficile di raggiungere bisogna dire che la democrazia presenta un
grave pericolo, è forse la forma di governo più facile di corrompersi.
In quanto alle leggi bisogna dire che perché compiano i loro fine devono
aver chiaro che esistono delle realtà che guidano il bene, cioè, perché l’uomo è
che quello che è, esistono cose che sono buone per lui e cose che non sono buone.
A questo proposito conviene far riferimento alla teoria della legge naturale. È la
natura stessa delle cose quella che ci guida nel camino verso il bene, non è né la
nostra falsa pretesa di aver una volontà creatrice di valori, né sono in nostri
sentimenti a decidere cosa è buono e cosa non lo è. Finché non riconosciamo che
il bene ci è dato non potremo elaborare leggi veramente giuste. Le leggi
soprattutto devono aver conto il valore più importante della società è la persona,
che è una sussistenza in relazione che ha un fine che trascende questo mondo, se
non si ha conto di questo si cadrà anche nell’ingiustizia. Con questo concludiamo
la proposta teoretica e passiamo agli aspetti prattici.
Il primo aspetto prattico che vogliamo proporre per una buona politica è la
comunicazione. Una società non può avere come unico elemento di coesione un
insieme di leggi oppure una stessa terra sotto i piedi, bisogna avere una visione
del mondo comune, al meno negli aspetti più importanti. In questo senso si deve
riconoscere che ogni visione politica comporta una qualche visione del mondo, se
non si dialoga perché la visione del mondo di un popolo sia, almeno negli aspetti
più importanti, un qualcosa di comune, bisognerà riconoscere che qualsiasi
tentativo di cercare l’unita sarà vano e molto effimero.
“Due amori, quindi, hanno costruito due città: l’amore di sé spinto fino al
disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l’amore di Dio spinto fino al
disprezzo di sé la città celeste”.7 Non troviamo miglior forma di finire il nostro
lavoro che con questa citazione di Agostino.
Crediamo che tutta la storia delle nostre civiltà e delle nostre azioni
politiche si svolge tra questi due amori, andiamo costantemente costruendo e
distruggendo queste due città. E soltanto miglioreremo veramente quando
accoglieremo la legge della seconda città e ci dedicheremo tutti, insieme, a
costruire la civiltà dell’amore di Dio e del prossimo. Fino a quel momento ci
stancheremo in fare molti tentativi di creare società povere in comunione, ma alla
fine tutti i nostri tentativi finiranno male, perché “Se il Signore non costruisce la
casa, invano si affaticano i costruttori”8.
7
(De civitate Dei, XIV, 28)
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Sal 126 (127)