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ABITAVA
Carlo Caffarra
Giovanni 1, 35-42
[35]Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli [36]e, fissando lo sguardo su Gesù
che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». [37]E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
[38]Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che
significa maestro), dove abiti?». [39]Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava
e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. [40]Uno dei due che avevano
udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. [41]Egli incontrò per
primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» [42]e lo condusse
da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa
(che vuol dire Pietro)».
Carissimi, questa sera vi chiedo un’attenzione del tutto particolare. In un certo senso, è la catechesi più
importante di tutte: le due precedenti erano preparazioni, le altre saranno una conseguenza. Di che cosa si
tratta?
... è il momento della “decisone di buttarsi o non buttarsi in acqua”. Che cosa è questa decisione? E’ la
pagina del vangelo. La decisone di “buttarsi in acqua” o di “non buttarsi in acqua”. Che cosa significa
credere; che cosa significa non-credere.
A) - Che cosa descrive questa pagina? descrive un incontro fra due persone (Andrea e Giovanni) e Gesù:
accade un fatto nella loro vita, entra una Persona e questa li attrae.
In che cosa consiste questo incontro? viene descritto come un “fermarsi presso di Lui, cioè una “compagnia”
fatta di attenzione, di ascolto: rimanere con Lui.
Provate a pensare a quell’esperienza umana di cui noi parliamo quando usiamo la parola “incontro”.
Diciamo (poi spiegheremo): la fede è un incontro della mia persona con Gesù Cristo.
- Adesso dobbiamo vedere come avviene questo “incontro” = come l’uomo decide di credere.
1. Notate subito che prima dell’incontro, c’è una persona che lo rende possibile: nella pagina del Vangelo è
Giovanni Battista che lo indica. Egli dice: “E’ l’Agnello di Dio”, cioè colui che è venuto a salvarci. La fede
nasce sempre da un “annuncio”: “è accaduto che ...”.
E a questo punto dobbiamo sostare un po’ lungamente su una riflessione assai importante. Ci sono due
modi di conoscere: un modo diretto ed un modo indiretto: La fede è un incontro che è “mediato” da una
testimonianza.
2. Si tratta di un incontro che è unico nel suo genere. Abbiano tanti incontri, però ci sono incontri che sono
unici. Donde deriva questa “unicità”? da due fattori:
- dall’unicità della Persona incontrata (Tu solo hai parole di vita eterna);
- dalla “corrispondenza” fra il “mio cuore” e la Persona incontrata (da chi andremo?)
E’ accaduto qualcosa di unico perché abbiamo incontrato il Messia”.
Il passo di Gv 6,67-69. Pietro, in fondo, dice: non capisco, però se andiamo via da te, da chi andremo? Se
non credo a te, allora non posso più vivere”.
3. La fede ci introduce in un “mondo” che va oltre la nostra capacità di capire: che è oltre la nostra ragione,
ma che noi diciamo essere vero perché ci è stato detto da Lui che abbiamo incontrato.
Credere ha perciò un duplice riferimento: alla Persona che parla e a ciò che dice la Persona che parla. A ciò
che dice, per la fiducia che si accorda alla Persona che parla.
4. E’ un atto della libertà: in fondo il rapporto fra le persone che sia un incontro è sempre una scelta libera.
Abbiamo descritto l’atto di fede vissuto da quei due uomini. In sintesi: è un incontro che è unico, in quanto la
Persona incontrata è assolutamente singolare, dal momento che Essa sola “spiega tutto”, per cui ogni sua
Parola è certamente vera.
In realtà nella vita di Andrea, Giovanni, Pietro ... è accaduto un evento che ha ... mandato tutto gambe
all’aria: la morte in croce di Gesù. E’ stata la fine di tutto: “noi speravamo che ...” E tutti se ne ritornano alla
vita di prima. Sennonché è accaduto qualcosa di unico ... che ha rimesso tutto in piedi: più di prima. Quello
stesso Gesù morto è vivo, è risorto in carne e ossa: lo possono vedere, toccare, ascoltare. Come prima.
Quale fu questa esperienza? (cfr. A. Sicari, Viaggio nel Vangelo, pag. 138-139).
Ho spiegato che cosa significa “credere”; nella prossima catechesi spiegherò che cosa significa “non
credere”.