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LA CROCIATA: L’IDEA, LA STORIA, IL MITO

VI. «Homo viator»

ANTONIO MUSARRA
Sapienza Università di Roma
«HOMO VIATOR»

• Quella del viaggio è una dimensione antropologica. A maggior ragione lo


è nel mondo cristiano.

• Permanenza del sostrato pagano  lenti processi di acculturazione


LUNGO LA VIA «MICAELICA»: SANTA MARIA DEL PARTO

Carlo Ginzburg: «continuità vischiosa» tra


luoghi di culto pagani e luoghi di culto
cristiani, cfr. C. Ginzburg, Folklore, magia,
religione, in Storia d’Italia. i, I caratteri
originali, Torino, Einaudi, 1972, p. 603.
LUNGO LA VIA «MICAELICA»: IL MITREO DI SUTRI Culto – Mitra (I sec. a.C.); San Michele Arcangelo (VII
sec.?); Madonna del Parto (XIII sec.). L’ambiente è
scavato nel tufo, ampliando, probabilmente, alcune
tombe etrusche preesistenti

Vestibolo – affreschi raffiguranti la Vergine, san


Cristoforo e l’arcangelo Michele

Ambiente principale – pianta rettangolare, tre navate,


divise da due file di pilastri ricavati nel tufo, poggianti su
un lungo podio, raccordati tra loro da archetti ribassati

Abside – ampliamento con la creazione d’una zona


absidale, a pianta rettangolare, mediante il taglio del
podio della navata centrale; resti di un affresco dedicato
alla natività

Copertura – volta a botte (forse, in origine, decorata con


un cielo stellato, come d’uso)

Navate laterali – banchi del Mitreo originario, usati per


il banchetti mistico dei fedeli
LUNGO LA VIA FRANCIGENA: IL MITREO DI SUTRI
LUNGO LA VIA FRANCIGENA: IL MITREO DI SUTRI
LUNGO LA VIA FRANCIGENA: IL MITREO DI SUTRI
TAUROCTONIE
Il culto misterico dedicato al dio persiano Mitra, si diffuse a Roma e
nell’impero attraverso mercanti e militari nel I secolo a.C. La sua
particolarità risiedeva nel fatto che il dio non riceveva sacrifici in
offerta, ma era lui stesso a sacrificare un toro bianco per
assicurare la salvezza ai suoi devoti e la fertilità al terreno.

Mitra, raffigurato con abiti orientali – mantello stellato, cappello


frigio, calzoni –, è colto nell’atto di tagliare la gola al toro bianco;
in basso, un cane e un serpente ne bevono il sangue. Il dio ha la testa
rivolta verso il Sole, che lo guarda benevolo. Dall’altro lato è
raffigurata la luna, con il capo chino. Ai lati, gli episodi principali del
mito:

- La lotta tra Giove e i Giganti


- Saturno sdraiato
- La nascita di Mitra da una roccia
- Mitra cavalca il toro
- Mitra trascina il toro nella grotta
- Mitra inizia il Sole ai misteri
- Mitra e il Sole diventano alleato stringendosi la mano destra
- Mitra fa uscire l’acqua da una roccia

Mitra uccide il toro


Mitreo di Marino Laziale
II sec. d. C.
TAUROCTONIE
Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano (o Apparitio), risalente
all’VIII secolo.

Il protagonista è un pastore di nome Gargano, vissuto al tempo di papa Gelasio (492-


496). Una sera, mentre è di ritorno a casa con la propria mandria, si accorge
dell’assenza d’un giovane toro. Seccato, si mette a cercarlo, trovandolo di fronte a
una grotta. Per punizione, gli scaglia addosso una freccia, che, tuttavia, gli si rivolge
incontro, ferendolo. Turbato dall’evento, Gargano confessa l’accaduto al vescovo di
Siponto. Questi ordina tre giorni di preghiera e digiuno. Al termine della penitenza,
gli appare san Michele Arcangelo, che gli rivela essere l’artefice del miracolo e di
essere intenzionato a diventare patrono e custode del luogo («ipsius loci inspector
atque custos»): «Non ci sarà più spargimento di sangue di animali». Altre due
apparizioni sanciscono il sorgere del nuovo luogo di culto cristiano.

Tavola di San Michele


Monastero di Soriguerola,
Cerdanha, Catalogna, XIII sec.
LUNGO LA VIA FRANCIGENA: IL MITREO DI SUTRI
LUNGO LA VIA FRANCIGENA: IL MITREO DI SUTRI
LUNGO LA VIA «MICAELICA»: IL MITREO DI SUTRI

Esistono strette connessioni tra il culto di Mitra e quello di


san Michele. L’Arcangelo Michele fa le sue prime apparizioni
in Asia Minore; in quegli stessi luoghi – in genere grotte o
spelonche – in cui era precedentemente venerato Mitra. Con
tutta probabilità, anche la grotta del monte Gargano, che ospita
oggi il santuario, era dedicata, in passato, al culto del dio.
Lentamente, il culto di Michele si sostituisce a quello
mitraico sino a soppiantarlo del tutto.

Nella vicenda di Gargano sussiste, però, un elemento di


novità. Nell’antico culto, Mitra si mette alla ricerca del toro
per conto del dio Sole; una volta trovatolo, lo costringe
all’interno d’una grotta per poi ucciderlo.

Anche Gargano cerca affannosamente il toro bianco, tentando


di colpirlo con le sue frecce, irritato per la sua fuga. Tuttavia,
l’Arcangelo Michele ne impedisce l’uccisione, apparendo
miracolosamente nella stessa grotta in cui da secoli si
celebravano i culti matrici. Decretando, dunque, la fine del
culto pagano e l’inizio d’una nuova era.
LE RADICI DEL
PELLEGRINAGGIO
CRISTIANO
ETA’ PRE-COSTANTINIANA
Il pellegrinaggio cristiano si fonda sulla tradizione ebraica della «salita» – ‫עליה‬,
aliyah – a Gerusalemme e sulla consuetudine del viaggio verso un santuario cara
all’antichità greco-romana e comune a molti sistemi mitico-religiosi.

70 – distruzione di Gerusalemme da parte delle truppe di Tito


135 – edificazione di Aelia Capitolina per ordine di Adriano

Franco Cardini: «la devozione dei cristiani dei primi secoli per Gerusalemme
s’inquadra nel loro atteggiamento d’intenso affetto per tutta la Terra Santa teatro
della Storia Sacra: a questa terra ci si volge per trovare i segni e rintracciare le prove
– i pignora, le reliquie – dell’effettiva storicità della Buona Novella».

 PROBLEMA DELL’ESATTA UBICAZIONE DEI LUOGHI SANTI

Prime notizie:

• II sec. – Melitone di Sardi (Lidia, Asia Minore) (+ 190 ca.). Secondo Eusebio di
Cesarea, si sarebbe recato in Terrasanta per vedere i luoghi del Vangelo
• III sec. – Firmiliano (200-268 ca.), originario della Cappadocia, vescovo di
Cesarea dal 230. Secondo Eusebio e Girolamo, si sarebbe stabilito in Terrasanta.
Ebbe contatti con Origene.
GERUSALEMME CELESTE
GERUSALEMME TERRENA
«Io adunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella valle
di Giosafat. Là le chiamerò in giudizio a proposito della
mia eredità, il popolo d’Israele, che esse hanno disperso
tra le nazioni, e del mio paese, che hanno spartito fra di
loro», Gioele 3,2  Cedron

Gerusalemme celeste – la visione conclusiva dell’Apocalisse di Giovanni


(21,1-22); «[A. Rovetta] essa raccoglie la prospettiva ultima della storia della
salvezza narrata nella Scrittura e impegna la condizione presente della Chiesa
pellegrina verso la seconda venuta gloriosa di Cristo»

Gerusalemme celeste,
Basilica di Santa Prassede,
Roma, Pasquale I (817-824)
«LA DIMORA DI DIO CON GLI UOMINI»
ETA’ COSTANTINIANA
IL PELLEGRINAGGIO DEVOZIONALE
311 – editto di Galerio
312 – editto e di Costantino e Licinio (il Cristianesimo «religio licita»)
325 – concilio di Nicea  BASILICHE COSTANTINIANE
361-363 – ripristino del culto pagano da parte di Giuliano
380 – editto di Tessalonica
382 – rimozione da parte di Grazio dell’ara della Vittoria dalla curia senatoriale
415 – uccisione di Ipazia

A Gerusalemme è costruito il complesso del Santo Sepolcro.

• La città è sottoposta a un intenso lavoro di sistematizzazione capace di dare avvio


a una rinnovata tradizione topografico-sacrale, presto estesa ad altri luoghi:
Betlemme, Nazareth, Tiberiade
• Culto della Vera Croce, inventa dall’imperatrice Elena
• Inizio d’un nuovo genere memorialistico: itineraria e descriptiones incentrati
espressamente sul viaggio ai Luoghi Santi.
• Il pellegrinaggio è praticato prevalentemente a livello di élite
• Inizio della polemica contra peregrinantes

 PELLEGRINAGGIO DEVOZIONALE
LA POLEMICA CONTRA PEREGRINANTES
395 – Girolamo, Lettera a Paolino da Nola sull’istruzione del monaco: il
pellegrinaggio a Gerusalemme non è necessario alla salvezza.

«Si deve lodare non l’essere stato in Gerusalemme, ma l’essere vissuto bene in
Gerusalemme. Non si deve bramare quella città che uccise i profeti e sparse il
sangue di Cristo ma quella che dall’empito del fiume è rallegrata, che, situata
sul monte, non può star nascosta e dall’Apostolo spesse volte è chiamata
madre dei santi, in cui egli si rallegra di avere parte con i giusti […]. E sta
ugualmente aperta la porta celeste agli abitanti di Gerusalemme e a quelli della
Britannia, poiché il regno di Dio è dentro di noi. Antonio e tutti gli sciami di
monaci dell’Egitto, della Mesopotamia, del Ponto, della Cappadocia e
dell’Armenia non hanno visto Gerusalemme e anche per loro è aperta la porta
del Paradiso senza questa città», Girolamo, Lettera a Paolino.

 STABILITAS LOCI  MONACHESIMO BENEDETTINO

• Secondo Girolamo, non è il pellegrinaggio in sé a santificare, ma il


modo con cui lo si conduce

 EREMITISMO ITINERANTE  MONACHESIMO IBERNICO

San Girolamo in meditazione,


Caravaggio, Monastero di Santa
Maria, Montserrat, 1605
POLEMICA CONTRA PEREGRINANTES
Gregorio di Nissa (335-394) – il cambiamento di luogo non
porta più vicino a Dio, «ma là dove sei, Dio ti verrà
incontro».

Martin Lutero (1483-1546) – «E riguardo alla tomba dove


il Signore giacque, e che ora è posseduta dai saraceni, Dio la
stima quanto un pascolo per le vacche in Svizzera».

Tuttavia, il desiderio di toccare con mano i luoghi della


Storia della Salvezza ha accompagnato sin dall’inizio lo
sviluppo del Cristianesimo.

«Il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di


Giacobbe» (Sal 87,2).

Secondo Rowan Williams, Meeting God in Mark, la


narrazione della Passione contenuta nel vangelo secondo
Marco potrebbe basarsi su una primordiale Via Crucis.
L’angelo dice alle donne:

«Ecco il luogo dove l’avevano posto» (Mc 16,6). 

San Girolamo scrivente,


Caravaggio, Concattedrale di San
Giovanni, la Valletta, 1608
IL PELLEGRINAGGIO DEVOZIONALE
 finalità: pregare; edificarsi attraverso una diretta conoscenza dei luoghi
biblici, evangelici e legati alle memorie ascetiche del primo cristianesimo
 un fenomeno elitario, aristocratico
 un fenomeno anche femminile:

• Elena, madre di Costantino


• Marthana, diaconessa, badessa di un monastero in Seleucia, rammentata
da Egeria come sua amica
• Mara e Cyra, pellegrine a Gerusalemme (Teodoreto di Ciro)
• Maria d’Amida, pellegrina a Gerusalemme (Giovanni Rufo)
• Poemenia, presa a imitazione da Melania Seniore (Giovanni Rufo)
• Melania Seniore, pellegrina e monaca a Gerusalemme
• 372 – matrona della gens Antonia, rimasta precocemente vedova,
s’imbarca per Alessandria, dove incontra Rufino d’Aquileia (345-
411)
• 378 – fonda sul monte degli Ulivi un monastero, non lontano da
quello di Rufino
• Albina, figlia di Melania Seniore, e Melania Iuniore, figlia di questa
• Silvania, cognata di Rufino, pellegrina a Gerusalemme

Ritrovamento delle tre croci,


Piero della Francesca,
Basilica di San Francesco, Arezzo, 1452-1466
IL PELLEGRINAGGIO DEVOZIONALE
Paola, discendente degli Scipioni Emiliani, ed Eustochio; lettera
a Marcella («entrata nel sepolcro della Resurrezione, baciava la
pietra […] e sfiorava con le labbra il luogo dov’era giaciuto il
corpo del Signore», Girolamo, Epithaphium sanctae Paulae).

385 – Girolamo (347-419/420) si trasferisce in Oriente col


fratello Paoliniano, il prete Vincenzo e alcuni monaci,
imbarcandosi a Ostia in agosto; seguito, poco dopo, dalle sue
discepole: Paola, Eustochio e altre.

388 – Grazie ai fondi della vedova Paola, cui dedicherà un


Epithaphium post mortem, fonda un doppio monastero a
Betlemme, dove, si stabilisce rimanendovi sino alla morte,
dedicandosi alla traduzione in latino dell’Antico Testamento,
avendo completato, per volere di papa Damaso (366-384), quella
dei Vangeli. Nasce la Vulgata, che sostituirà le varie versioni
della Vetus Latina venendo utilizzata sino al XXI sec.
«Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre i
testi greci, a parte le Sacre Scritture, dove anche l’ordine delle parole è
un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso. Ho
come maestro di questo procedimento Cicerone […]. Anche Orazio poi,
uomo acuto e dotto, nell’Ars poetica dà questi stessi precetti al traduttore
colto: ‘Non ti curerai di rendere parola per parola, come un traduttore San Girolamo scrivente,
fedele’» Caravaggio, Galleria Borghese,
Roma, 1605-1606
ITINERARIUM BURDIGALENSE

333-334 – Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per


Aulonam et per urbem Romam Mediolanum usque

• L’anonimo è probabilmente un funzionario statale. Sfrutta il sistema


viario romano. Descrive il viaggio da Bordeaux a Gerusalemme 
buono stato della viabilità romana
• Nota città, mansiones (centri minori con locanda) e mutationes (stazioni
deputate al solo cambio dei cavalli)  tradizione degli itineraria
• Per usufruire del sistema di cambio postale, è in possesso di documenti
autorizzanti: evectiones e  tractoria. 
• Il testo coniuga i verbi in plurale, per cui è assai probabile che si tratti
non di un solo viandante ma di un gruppo.

• Viaggio di andata: Gallia, lungo la via Domizia; Monginevro; via


Postumia da Torino ad Aquileia; valle del Danubio; Costantinopoli; Siria;
Gerusalemme
• Viaggio di ritorno: via Egnatia fino ad Aulona (Valona); sbarco a
Hydruntum (Otranto); via traiana calabra; via Appia fino a Roma; via
Flaminia; via Emilia fino a Mediolanum (Milano); ritorno in Gallia
• Breve descrizione di Gerusalemme e dei Luoghi Santi
ITINERARIUM BURDIGALENSE

«Di là, se vai fuori delle mura di Sion, andando alla porta di
Neapolis , vi sono in basso, a destra nella valle, delle pareti dov’era
la casa o pretorio di Pilato: là il Signore prima che patisse fu
processato. A sinistra vi sta il monticello del Golgota, dove il
Signore fu crocifisso. Quasi a un tiro di pietra di là, si trova la grotta
dove fu posto il suo corpo e da dove risorse il terzo giorno: là
adesso, per ordine dell’imperatore Costantino è costruita una
basilica, di meravigliosa bellezza, avente ai lati le vasche da dove si
prende l’acqua; e alle spalle vi è il bagno dove i bambini vengono
lavati», Itinerarium burdigalense, 593-594
ITINERARIUM di EGERIA

«Se dopo questa impresa sarò ancora viva, se potrò conoscere altri luoghi, o io stessa di
persona, nel caso che Dio si degni di concedermelo, lo racconterò al vostro affetto,
oppure, certamente, se avrò in animo un altro progetto, ve ne informerò per iscritto. Voi,
mie signore, mia luce, degnatevi di ricordarvi di me, che io sia ancora nel mio corpo,
oppure ne sia ormai fuori».

Codex Aretinus 405 – proveniente da Montecassino (beneventana, fine XI sec.);


conservato presso la fraternita dei Laici di Arezzo. Si tratta d’un collage di testi tratti
probabilmente dal diario originale. Si presenta di diviso in due parti distinte:

- prima parte: viaggi in Palestina e dintorni di preminente interesse biblico e ritorni a


Gerusalemme; viaggio di ritorno a Costantinopoli. In questa parte non è riportata
alcuna parola su Gerusalemme, eccetto il fatto ch’ella vi ritorni al termine di ogni
escursione.

- seconda parte: liturgia celebrata nei Luoghi Santi: «Perché la vostra dilezione sappia
quale ufficio ogni giorno, durante l’arco della giornata, abbia luogo nei luoghi santi,
ho creduto di dovervene informare, sapendo che avreste avuto piacere di saperlo».
ITINERARIUM di EGERIA

 Problemi:

• Identità della pellegrina: aquitana o galiziana?


• quando ebbe luogo il pellegrinaggio e in particolare  la visita al monte Sinai
• Manca una descrizione dei Luoghi Santi

Linguaggio:

• Sermo cotidanus ma sintassi classica: tentativo di nascondere la formazione pagana? Nessun


riferimento ad autori pagani ma unicamente alle Scritture.

Altre fonti:

• lettera di Valerio (680 ca.), inviata ai confratelli di un’abbazia situata nella regione del Bierzo, tra la
Galizia e il Léon (forse, san Pedro de Montes)  nome della pellegrina: EGERIA o ETHERIA, di
origine galiziana o aquitana (citazione del Rodano)
• (Casin. 361) De locis sanctis di Pietro Diacono (1110-1159), bibliotecario di Montecassino, che ne
copiò dei brani parola per parola, correggendolo, forse, attraverso altre auctoritates, come il De locis
sanctis di Beda  PROBLEMA dell’attendibilità del testo cassinese

ITINERARIUM di EGERIA

Itinerari di Egeria:

• Non un unico viaggio sequenziale ma varie «cerche» compiute


verosimilmente tra il 381 e il 384 (secondo padre Bellarmino Bagatti:
408-410)

• Tebaide, Egitto

• luoghi montani: Sinai, Nebo, altura di Faran, Tabor, Hermon, monte


delle Beatitudini, monte della Quarantena (Gerico)

Finalità:

Offrire alle consorelle la propria testimonianza:

«i luoghi santi esistono, non sono un territorio del mito, appartengono


rigorosamente alla storia: si possono percorrere, descrivere misurare»
(Cardini)
ALTRI ITINERARI

530 – Breviarius de Hierosolyma

Sopravvissuto in tre ms: San Gallo 732 (811); Oxford, Bod.


Col. Laud Misc. 263 (VIII-IX); Ambros. Cod. M.79 (XII sec.)

518-530 ca. – Teodosio arcidiacono, De situ Terre Sancte

Il suo autore è identificato in un manoscritto del IX secolo


(cod. Vaticanus 6018) come un arcidiacono tedesco di nome
Teodosio. L’autore è a conoscenza dei lavori di costruzione
condotti sotto Anastasio (491-518), ma non di quelli fatti sotto
Giustiniano (527-565). Gerusalemme è descritta nei capitoli 7-
11, 17, 21 e 31.

570 – Itinerarium dell’Anonimo piacentino

Due recensioni: la prima, più antica, è rappresentata dal


Sangallensis 133 (sec. VIII-IX) e dal Rhenangiensis ora
Turicensis 73 (sec. IX); la seconda, rappresentata da molti
testimoni, dal IX al XVII secolo, è frutto di una trascrizione del
testo d’epoca carolingia, volta a migliorarne la lingua.
MEMORIA COLLETTIVA

Maurice Halbwachs
Reims, 1877-Buchenwald, 1954
ALTO MEDIOEVO
FORME DEL PELLEGRINAGGIO MEDIEVALE

- Pellegrinaggio «devotionis causa»


• talvolta per procura o tramite gli eredi

- Pellegrinaggio «pro voto»

- Pellegrinaggio «ex poenitentia»


• per scelta personale o per pena canonica

• Pellegrinaggio per delega (o «vicario»)


• avveniva dietro pagamento
IL PELLEGRINAGGIO PENITENZIALE
VII-X – Il monachesimo irlandese introduce in Europa una religiosità particolare,
caratterizzata da un duro rigorismo. Si afferma la cosiddetta penitenza tariffata e
la possibilità di reiterare la confessione. Si diffonde la pratica del
pellegrinaggio penitenziale, spinta sino al nomadismo

 il «martirio verde»: l’esatto contrario della stabilitas loci, affermatasi tra V e


VI secolo con l’esperienza di Benedetto da Norcia.

• Penitenza antica (III-VI secc.) – una sola volta nella vita; accusa privata al
vescovo; penitenza pubblica (molto impegnativa) per i peccati gravi, privata
(preghiera, elemosina, digiuno) per quelli meno gravi; riconciliazione pubblica

• Penitenza tariffata (VI-XII secc.) – più volte nella vita; confessione


auricolare; importanza dell’accusa dei peccati; possibilità di penitenza «per
procura»

• Pellegrinaggio penitenziale (XI-XVI secc) – più volte nella vita; penitenza


forfettaria, costituita dai disagi del pellegrinaggio a piedi; connessioni con la
pratica giubilare  1300: primo anno santo
ALTO MEDIOEVO
VII-X – contrazione della mobilità

670 ca. – tra i pochi viaggi a Gerusalemme di cui si ha conoscenza v’è quello del
vescovo franco Arculfo, il resoconto del quale, steso da Adamnano, abate del
monastero dell’isola scozzese di Iona, nel suo suo De locis sanctis, fu ripreso da Beda
il Venerabile nella sua storia ecclesiastica (Hist. Eccl. Angl., V, 15).

«Di questi interrogammo Arculfo con particolare diligenza, specialmente del Sepolcro
del Signore e della chiesa costruitavi al di sopra, della quale Arculfo disegnò l’aspetto
sopra una tavoletta incerata. Questa chiesa è veramente grande; è tutta di pietra, di
meravigliosa rotondità in ogni sua parte; s’innalza dalla base con tre pareti separate tra
di loro dallo spazio d’un corridoio; ha tre altari in tre luoghi della parete mediana,
artisticamente fabbricati. Dodici colonne di straordinaria grandezza sostengono questa
rotonda ed alta chiesa contenente i soprannominati altari: uno posto a sud, il secondo
a nord e il terzo a ovest», Adamnano, De locis sanctis, 1,2,1-8
ALTO MEDIOEVO
811 – Bernardo il Monaco, Itinerarium trium monachorum)

Benedettino dell’abazia bretone di Mont-Saint-Michel, intrprese un viaggio in


Terrasanta nell’867, assieme a Tendemundo, beneventano, e Stefano, iberico. Dopo
essersi recati a Roma, ottenendo la benedizione di papa Nicolò I, i tre raggiunsero il
Gargano; da Bari, pagata una tassa di trasporto all’emiro locale, si recarono a Taranto,
imbarcandosi alla volta di Alessandria. Si diressero, poi, verso il Cairo, risalendo,
infine, verso nord fino a Gerusalemme. Furono accolti in un ostello latino finanziato
da Carlo Magno, nei pressi della chiesa di Santa Maria latina. Bernardo visitò il
Sepolcxro e la chiesa di San Giorgio a Lod.

Roma reclama il proprio ruolo di centro della Cristianità arricchendosi di reliquie


provenienti dalla Terrasanta. L’Europa inizia a riempirsi di edifici replicanti i Luoghi
Santi

Si affermano progressivamente culti d’impronta locale  FURTA SACRA

1102-1103 – Saewulf, De situ Ierusalem

1000-1009 – Circa 150 riferimenti a viaggi in Terrasanta


I SANTI PELLEGRINI
Una fitta rete di culti, ramificatasi nel corso del tempo lungo i principali itinerari di
pellegrinaggio, testimonia il fervore religioso del popolo cristiano verso i cosiddetti “santi
pellegrini”, ovvero verso coloro che calcarono le vie di pellegrinaggio del proprio tempo e che
furono successivamente elevati all’onore degli altari. Numerose sono le figure di spicco in
questo senso:

- sant’Alessio, vissuto tra IV e V secolo, che terminò i propri giorni a Roma, sua città natale,
al ritorno da una lunga permanenza nella Siria settentrionale;
- i santi Arcano ed Egidio, che, sul finire del X secolo, costruirono un piccolo oratorio
dedicato al Santo Sepolcro nell’alta valle tiberina, nucleo originario dell’odierna
Sansepolcro;
- i santi Guglielmo e Pellegrino, che, partiti dalla natia Antiochia verso la metà del XII
secolo, l’uno indipendentemente dall’altro, dopo aver visitato il santuario di San Michele
sul Gargano, si ricongiunsero a Foggia, nei pressi della celebre Iconavetere;
- sant’Eldrado, vussuto tra VIII e IX secolo, che, abbandonato tutto, decise di compiere un
pellegrinaggio a Santiago de Compostela, prima di stabilirsi alla Novalesa
- san Rocco, originario di Montpellier, vissuto nella seconda metà del XIV secolo, che compì
un memorabile pellegrinaggio a Roma nel corso del quale si prodigò per alleviare le
sofferenze di coloro che erano stati colpiti dai residui focolai della grande peste nera della
metà del secolo (per questo motivo è tutt’ora venerato come protettore dei pellegrini).

- Numerosi furono isanti che, in vita, si fregiarono del nome Peregrinus.

Sant’Eldrado riceve le insegne


del pellegrinaggio,
Abbazia della Novalesa, XI
sec.
L’ITINERARIO DI SIGERICO
990 – Sigerico, arcivescovo di Canterbury si reca a Roma per
ricevere dal papa il pallio. Il di ritorno è annotato nel suo diario
di viaggio. Sigerico enumera 79 tappe giornaliere, compiendo in
tutto 1600 km, con una media di 20 km al giorno.

L’itinerario seguiva l’antico percorso longobardo che


attraversava il Monte Bardone: il Mons Langobardorum

Duomo di San Moderanno,


Berceto, XII sec.
LE «VIE FRANCIGENE»
L’XI SECOLO
LE TRE PEREGRINATIONES MAIORES
«Peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori della sua patria; in
modo stretto non s’intende peregrino se non chi va verso la casa di Sa’ Iacopo o riede. È però da sapere che in tre modi si chiamano
propriamente le genti che vanno al servigio de l’Altissimo: chiamasi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma;
chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa’ Iacopo fue più lontana della sua patria che d’alcuno altro
apostolo; chiamansi romei quanti vanno a Roma» (Dante, Vita Nova).

San Giacomo,
Codex Calixtinus
(Liber Sancti Iacobi),
XII sec.
IL PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA
XI sec. – Gli anni posteriori al Mille conoscono una ripresa importante sia del
pellegrinaggio in Terrasanta, sia verso quelle stazioni intermedie collocate lungo i
principali itinerari europei diretti verso Oriente.

È in questo periodo che la via Francigena conosce un pieno sviluppo. In primo


luogo, va ricordato il santuario dell’Arcangelo Michele sul monte Gargano, cui i
normanni danno nuovo slancio e vigore, in memoria, forse, del santuario di Mont-
Saint-Michel in Normandia

1009 – distruzione di al-Hakim

«Hakem scrisse in Siria a Baruch, perché demolisse la chiesa della Resurrezione di modo che
di essa non restasse segno alcuno. Si impadronirono di tutte le suppellettili che si trovavano
nella chiesa e la distrussero completamente, lasciando solo qualcosa la cui distruzione era
molto difficile. Distrussero anche il Calvario e la chiesa del santo Costantino e tutto quello che
si trovava nei loro confini e tentarono di eliminare i sacri resti. Cercarono di distruggere il
Sepolcro proprio nei suoi resti, e realmente ne scavò e sradicò la maggior parte. Questa
distruzione cominciò nell’anno 400 dell’Egira (25 agosto 1009)», Yahia b. Said, Annali (sec.
XI). 

1095: l’incontro tra il guerriero e il pellegrino porta a quel pellegrinaggio armato


che siamo soliti definire «crociata»
LA PRIMA CROCIATA

Il grande pellegrinaggio tedesco

1064-1065 – organizzato dai vescovi di Mainz, Utrecht,


Ratisbona e Bamberga, vide la partecipazione di migliaia
di persone («più di sette mila», secondo Mariano Scoto;
«oltre dodici mila», secondo gli Annales altahenses
maiores)

I pellegrini imboccarono la via di terra, attraversando


l’Ungheria e giungendo a Costantinopoli. Tuttavia, molti
perirono nel corso del tragitto. I superstiti sarebbero stati
solamente 2000.

Il vescovo di Bamberga, Gunther, morò durante il viaggio


di ritorno. Fu sepolto nel duomo di Bamberga, avvolto in
un arazzo di seta – databile al X secolo – raffigurante il
ritorno trionfale di un imperatore bizantino (forse Giovanni
Zimisce, 969-976) da una campagna vittoriosa.

Sudario di Gunther,
Diözesanmuseum, Bamberga,
218x211
«HOMO VIATOR»
Tutta la storia umana si divide in quattro epoche:
il tempo dell’errore, il tempo del rinnovamento,
il tempo della riconciliazione, il tempo del pellegrinaggio [...].
Il tempo del pellegrinaggio è la presente età,
nella quale siamo sempre come pellegrini in battaglia
 
Iacopo da Varagine, Legenda aurea

- Pellegrinaggio: «eremitismo errante» (Cinzio Violante). La solitudine è


parte integrante dell’esperienza del pellegrino.

- Crociata: «pellegrinaggio armato» (Franco Cardini).

Gerusalemme
Frammento di salterio, 1200 ca.
National Library of the Netherlands, L’Aja,
KB, 76 F 5
LA CROCIATA: L’IDEA, LA STORIA, IL MITO

VI. «Homo viator»

ANTONIO MUSARRA
Sapienza Università di Roma

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