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Guidorizzi
Corpi gloriosi
Eroe: gura della religione greca, la parola compare per la prima volta nel quarto verso dell’iliade,
guerrieri che combattono sotto Troia.
Gli eroi non sono mai scomparsi, e non hanno mai smesso di popolare la nostra civiltà.
Nessuno nell’antichità dubitava dell’esistenza degli eroi: atleti, guerrieri, fondatori di città, profeti e
guaritori.
Tra il IV e il V all’eroe tradizionale si sostituisce una nuova gura di venerazione collettiva: il santo
( monaci e asceti, altre gure consacrate che non avevano più bisogno dell’estremo sacri cio per
testimoniare la virtù cristiana)
• Santuari e basiliche
• Pellegrinaggi
5. Stessi rituali
6. Sono modelli a cui l’umanità comune è chiamata ad ispirarsi, “eroi culturali” perché civilizzano
il mondo in cui vivono
8. Follia; tipico tema eroico, nel santo è l’espressione dello spirito di dio, e si manifesta
nell’estasi o nella Letizia visionaria.
Di erenze:
1. Mentre il santo si a da allo spirito di dio, l’eroe si misura con le sue sole forze.
Aretalogia- incubazione
Gli antichi romani de nivano ‘santi’ uomini e cose (le porte della città, i magistrati e i veggenti)
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Eroe
• É necessità della psicologia collettiva, ogni polis aveva bisogno dei suoi eroi
• Hanno bisogno di racconti che ne trasmettono la memoria (orali), ssare nell’inconscio collettivo
i valori di cui le loro vicende sono fondative.
2. Corpo glorioso
Corpo eroico: gli eroi, come gli dei, hanno un duplice corpo
Umano - divino (ma non rimane immutato anche quando viene oltraggiato, anzi, è soggetto
all’opera del tempo)
È in grado di risanare, dopo la morte, i pellegrini andavano a cercare conforto presso le sue
reliquie.
Corpo anomalo: i pedi e le gambe, sono il luogo privilegiato per portare il segno della distinzione
(eroi ciechi, due teste, tre le di denti, cuore coperto di peli, acefalo)
• Platone: il corpo è un semplice involucro, la tomba nel quale è imprigionata l’anima in attesa
della morte.
Una volta morti, gli eroi ricevono o erte e ricambiano estendendo la loro protezione sui viventi, o
al contrario punendoli, se essi mancano di rispetto.
La tomba eroica sorgeva spesso in un luogo molto frequentato, spesso al centro della città,
nonostante i cimiteri sorgessero al di fuori della città. Lo stesso eroe nel territorio poteva avere
diversi sepolcri.
1. Klotho, la i destini
2. Làchesi, li distribuisce
Moire prescegli gli eroi donando loro un destino unico, in alcuni nodi fondamentali dell’esistenza:
nozze, morte, ma principalmente alla nascita (Paride)
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Morte per svanimento: uomini inghiottiti nel sottosuolo e li dimoranti come esseri sacri, viene
ripreso anche dalla tradizione degli eroi medioevali Carlo Magno, Fedrerico II, Artù.
Santi cristiani
La visione della morte nel mondo Cristiano era più drammatica, anche legata al momento
temibile del giudizio nale.
I santi erano dei morti speciali: anche dopo la loro scomparsa dal modo, sono pronti a
proteggere la comunità dai fedeli e alleviare le loro pene e le di coltà
miti i cui signi cati vivono attraverso i tempi, e rispondono a di erenti desideri e ideali a di erenza
dell’epoca in cui vivono
Eroine: la santità femminile è più rara, più debole e pallida, rispecchiando del resto la normale
condizione delle donne nella società del tempo.
• dure penitenze
Giovanna d’Arco, in lei troviamo molti ingredienti tipici dell’eroe antico, incongrue per la sua età e
il suo sesso. (Immagine ancora molto forte nell’immaginario collettivo)
Dopo la morte accade spesso che i santi continuino ad operare nel mondo: stornare minacce o
mettere in rotta i nemici.
È frequente nel mondo Cristiano lo smembramento post Morten del santo, per moltiplicare il
numero di reliquie, e farne uno spirito guardiano. (Bambino morto sepolto sulla soglia di casa)
Molto presente anche nella tradizione classica, esistono vari casi di traslazione delle reliquie
eroiche , una magia molto di usa è quella della cottura. (Per ricomporre corpi spessate, Pelope)
Il possesso della reliquia trasferisce alla comunità una forte carica identitaria, segno di un
profondo valore simbolico attribuito alla gura del santo/eroe. (Lenin, Bob Marley)
Inoltre la detenzione del corpo signi ca giovarsi dei suoi poteri invisibili.
Procurarsi una reliquia era il massimo gesto di gloria che un uomo medioevale poteva compiere
per la città. (Terrasanta, principale detentore)
Furto della reliquia: avveniva spesso per un corpo dispeso o dimenticato, no a quando gli dei/di
una provvidenza, lo mettono in mano ai predestinati.
La vicinanza delle reliquie e il loro possesso, consola i vivi e allontana da loro il timore della morte.
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Roma-Gerusalemme: città più famose che accoglievano più reliquie.
Croce del cristo: reliquia più preziosa, fu ritrovata da Elena, madre di Costantino.
Nelle credenze dei suoi fedeli il santo poteva conservare nell’aldilà lati non identi cati del suo
carattere.
Il corpo è concepito come un involucro, nella quale si concentrano le qualità più negative della
carne. La resurrezione diventa una completezza, anche sica.
I corpi dei santi vengono sottoposti a enormi torture (per dimostrarci che anche il santo è fatto di
carne), tuttavia rimane intatto e vitale per essere semplicemente decapitato (il limite umano, netto
e onorevole).
Il corpo più signi cativo è quello del martire: con la sua morte diventa una testimonianza.
I miracoli
Il miracolo è de nito come ciò che sembra di cile da capire e insolito, e va più in là delle capacità
dell’uomo che se ne meraviglia.
Sono in grado di compiere dei miracoli anche i re, consacrati per merito:
La loro forza miracolosa era concepita come energia al servizio del benessere dell’intera
popolazione.
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