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la tradizione
e le tradizioni
saggio teologico
edizioni paoline
Titolo originale:
LA TRADITION ET LES TRADITIONS
Essai théologique
Libr. Arthème Fayard, Parigi, 1963
Traduzione di
B. CHIARABOLLI
IMPRIMATUR
(V. 4416)
2
Première Instruction pastorale, 27.
3
G. PROULX, Traditìon et Protestantisme, Parigi, 1924,
p. 83.
10 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
4
Vedere, per esempio, R. ROUQUETTE, Bilan du Concile,
in Études, genn. 1963, p. 94-111.
PREFAZIONE 11
YVES CONGAR
ANALISI E SINTESI
DELL'IDEA DI TRADIZIONE
2
Ved. su questo punto l'Appendice III del nostro
Mystère du Tempie, Parigi, 1958, p. 310-342 (vers. ital.,
Brescia).
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 17
3
II « mistero », secondo S. Paolo, è l'Alleanza offerta
agli uomini e al mondo, in Gesù Cristo, specialmente nella
sua Pasqua (£/., 3,3s; Col. 1,23-27; 2,2; 4,3; Rom., 16,25s;
D. DEDEN, Le «Mystère » paulinien, in E.T.L., 13 (1936),
p 405-442.
4
Formula frequentissima presso i Padri (v. M.-D.,
n. 59, 1959/3, p. 138, n. 16). Cf. MOHLER che riassume cosi
18 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
Eredità e trasmissione.
8
Cf. J. PIEPER, Bemerkungen iiber den Begriff der
Tradition, in Hochland, giugno 1957, p. 401413; Ueber den
Begriff der Tradition (Arbeitsgemeinschaft f. Forschung...
Geisteswiss., H. 73). Ved. anche P. LENGSFELD, Vberliefe-
rung..., Paderborn, 1960, p. 155s.
9
P. DE SAINT-SEINE, in alcune pagine molto suggestive:
La Biosphere, in Etudes, marzo 1948, p. 166s (riprese in
Decouverte de la vie, Parigi, 1948).
10
Nel battesimo degli infanti, ciò non concerne sol-
tanto la « fides quee creditur », ma anche la « fides qua
creditur». Per cui S. AGOSTINO: « I n Ecclesia Salvatoris
per alios parvuli credunt, sicut ex aliis... peccata traxe-
runt » (C. duas epist. Pelag. I, 22; P.L., 44, 570).
11
Cf. la risposta d'iNNOCENZO in a Bertoldo di Metz:
D. 413. Cf. S. TOMMASO, HI, q. 68, a. 9, ad 3. L'idea di
H. V. MARTIN (The primitive Form of Christian Baptism),
secondo il quale il battesimo di Giovanni e, all'origine,
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 23
Il cristianesimo è comunione.
14
Atti, 5,32: « Noi siamo testimoni di tutto questo, in-
sieme allo Spirito Santo, che Dio ha dato a tutti quelli
che l'ubbidiscono ». I Padri che vivevano in un clima
sacramentale e sacro, hanno insistito soprattutto sulla
continuità storica; mentre hanno abbastanza poco espresso
l'attualità permanente dello Spirito Santo nella tradizione
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 25
L a Chiesa, d i s s e m i n a t a ( s e m i n a t a ) p e r t u t t o l'uni-
v e r s o fino ai confini del m o n d o , ha r i c e v u t o dagli Apo-
stoli e dai l o r o discepoli q u e s t a fede in un u n i c o Dio,
il P a d r e o n n i p o t e n t e 15 ...
Avendo ricevuto questa predicazione e questa fede
— c o m e a b b i a m o d e t t o — la Chiesa, d i s s e m i n a t a su
t u t t a l a t e r r a , l a c u s t o d i s c e c o n g r a n c u r a , c o m e abi-
t a n t e i n u n ' u n i c a casa..., p o i c h é , s e b b e n e sulla t e r r a
differiscano le lingue, u n i c a è t u t t a v i a la v i r t ù (dyna-
mis) della t r a d i z i o n e l e . . .
C u s t o d i r e l a p r e d i c a z i o n e ecclesiastica, che, p e r
l ' o r d i n e della s u c c e s s i o n e , è s t a t a t r a s m e s s a a p a r t j r e
dagli A p o s t o l i e p e r s i s t e n e l l a C h i e s a fino ad oggi ri-
L e n o s t r e idee s o n o p a s s a t e d i p a d r e i n f i g l i o , m a
gli Ariani q u a l i P a d r i h a n n o p e r l a l o r o p a r o l a l s ? S o t t o
p e n a d i d i v e n i r e f i g l i illegittimi, s i d e v o n o r i c e v e r e
dai P a d r i le t r a d i z i o n i e la d o t t r i n a o r t o d o s s a 19 .
N o i c o m u n i c h i a m o a c o l o r o c h e ci i n t e r r o g a n o
q u e l l o c h e i P a d r i ci h a n n o i n s e g n a t o 20 .
A b b i a m o p e r g a r a n z i a p i ù c h e sufficiente della no-
s t r a d o t t r i n a l a t r a d i z i o n e , cioè l a v e r i t à g i u n t a f i n o
a n o i dagli Apostoli, p e r s u c c e s s i o n e , c o m e u n ' e r e -
d i t à 21 .
Seguire la via dell'insegnamento cattolico, che
s c a t u r i s c e d a C r i s t o s t e s s o , m e d i a n t e gli Apostoli,
Tradizione e battesimo.
22
23
S. AGOSTINO, De militate crederteli, 8, 20 {P.L., 42, 79).
la, In loan. Ev., tr. XXXVII, 6 (P.L. 35, 1672).
24
Ved. l'introduzione della professione di fede portata
da Cesarea, da parte di Eusebio, al Concilio di Nicea (in
HAHN, Bibl. der Symbole, Breslau, 1897, n. 188, p. 257):
V Concilio Ecum. (Costantinopoli, 553), Professio fìdei
(MANSI, IX, 201-202); Giustiniano (cit. in S.S., p. 192); il
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 27
32
Oltre gli studi citati nelle note precedenti, v. L. J.
VAN APELDOORN, Geschiedenis van het nederl. huwelijksrecht
voor de inwerìng van de jransche wetgering, Amsterdam,
1925; A. DUMAS, in FLICHE-MARTIN, Hisl. de l'Egl, t. V I I ,
p. 233 (vers. irai., SAIE, Torino). La trad. instr. si è estesa,
vìa facti, a partire dal IX e X s e c , sotto l'influenza germa-
nica; passa, nel XII sec., dal pontificale romano-germanico
(X sec.) nel pontificale romano (cf. Card. VAN ROSSUM,
De Essentia Sacramenti Ordinis; I. HERWEGEN, Germani-
sche Rechtssymbolik in der ròmischen Liturgie, Heidel-
berg, 1913).
33
Fr. WIEGAND, Die Stellung d. Apostol. Symbols ini
kirchlichen Leben des Mittelalters. I. Symbol und Ka-
techumenat, Lipsia, 1899, p. 26s e passim; Das Symbol im
Mittelalter. Eine Skizze, Giessen, 1904, p. 5s; G. BAREILLE,
art. Catéchuménat, in D.T.C., II, col. 1968-1987 (cf. 1981);
H. LECLERCQ, art. Catéchèse e P. DE PUNIET, art. Catéchu-
ménat, in D.A.C.L., II/2, col. 2530-2579 e 2579-2621; B. CAPELLE,
L'Introduction du Cathéchuménat à Rome, in R.T.M.A.,
5 (1933), p. 129-154; vari articoli dello stesso A. e di A.
Chavasse sul simbolo, sugli scrutini battesimali, ecc.
A. CHAVASSE, L'Initiation à Rome dans Vantiquité et le
haut moyen àge, in Communion solennelle et Profession
de foi (Lex orandi, 14), Parigi, 1952, p. 13-32; J. N. D.
30 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
39
Se ne può trarre la conclusione, per esempio, da
ORIGENE, Coni, in .lo., X, 43 (27), 298 (G.C.S., p. 228, 15-16);
e cf. G. BARDY, in Catkolicisme, t. I, col. 764. Per il catecu-
menato v. già TERTULLIANO, De Bapt. (S. Ch., 35, p. 29-36);
De Praescr., 41, 2. KIRSCH e O. PERLER (Ved. Reallex. f. Ant.
u. Christ., I, col. 673-674) situano l'organizzazione litur-
gica del catecumenato e dell'arcano sotto la sua forma
tecnica a metà del III sec. (cf. KELLY, op. cit., p. 49; A.
STENZEL, op. cit., p. 176).
40
II neofita la faceva in loco eminentiore e in presenza
della comunità (S. AGOSTINO, Conf., V i l i , 2 (P.L., 32, 751);
RUFINO, Com. in Symb. Ap., 3 (21, 335); GIOVANNI DI NA-
POLI (v. 534-554), Sermon sur le Ps. 118 (R. Ben., 1894, p. 395;
WIEGAND, Die Stellung, p. 32s). V., per le origini, H. J. CAR-
PENTER, Creeds and Baptismal Rites in the firsts Four Cen-
turie:;, in I.T.S., 1943, p. 1-11).
41
Epist. I, 20, 4: « Dimissis catechumenis, symbolum
aliquibus competentibus in baptisteriis tradebam basili-
cae » (P.L., 16, 1037). Ved. P. BORELLA, Valeur pastorale du
Rituel ambrosien, in Q.L.P., 1961, p. 224-241 (p. 234s). La
traditio aveva luogo il sabato precedente le Palme; lo stes-
so uso era in vigore nella Gallia e nella Spagna.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 33
2
ri sermoni pronunciati nell'occasione * . L'Oriente
sembra aver adottato questo rito un po' più tardi
dell'Occidente. E comunque attestato dalle Cate-
chesi di S. Cirillo di Gerusalemme pronunciate nel
348, le cui indicazioni sono precisate e confermate
dall'Itinerario di Eteria 4 3 . Pur ammettendo delle
variazioni, si aveva l'ordine seguente : durante una
catechesi intensiva, che proseguiva per tutta la
quaresima, avveniva la traditio del simbolo, in-
dubbiamente nella domenica di Passione; la red-
ditio symboli, e la traditio del Pater nella dome-
nica delle Palme; la solenne redditio del simbolo
e del Pater nella celebrazione stessa del battesimo,
nel corso della veglia pasquale 4 4 . I punti essenziali
della fede trinitaria erano ripresi ancora nelle in-
terrogazioni e nelle risposte che accompagnavano
la triplice immersione del battesimo. Così si era
42
Serm. 212-216 in traditione et in redditione symboli
(P.L., 38, 1058s); Guelferb. I. De symbolo ad catechumenos
(40, 627s; i sermoni dubbi che seguono sono di Quodvult-
deus); De Fide et symb. (40, 181s); Conf., V i l i , 2,5 (32, 751);
cf. RUFINO, toc. cit.; D.A.C.L., col. 2603. Ved. anche VAN DER
MEER, S. Augustin pasteur d'àmes, Parigi, 1955, t. II, p. 131s;
T H . A. AUDET, Note sur les catéchèses baptismales de S.
Aug., in Augustinus Magister, Parigi, 1955, p. 151-160;
C. EICHENSEER, Das Symbolum Apostolicum beim hi. Augu-
stinus mit besond. Berucksichtigung des dogmengeschichtl.
Zusammenhang, St-Ottilien, 1960.
43
S. CIRILLO DI GER., Catech., V, 12 (P.G., 33, 521); ETERIA,
Itiner., 46 (trad. H. PETRE, S. Ch., 21, Parigi, 1948, p. 256s).
44
È quanto ammettono almeno Probst, Kattenbusch
e Stenzel. Wiegand, Ròtzer, De Puniet, al contrario, fanno
iniziare la serie al principio della Quaresima e situano la
redd. symb. prima della domenica Laetare. La trad. e la
redd. del Pater sono attestate da S. AGOSTINO, Serm., 56-59
(P.L., 38, 377s); 213, 8 (1064s). Le si trovano ancora nel Con-
solamentum dei Catari nei secoli XII e XIII (cf. J. MA-
DAULE, Le Drame albigeois et le destin jrancais, Parigi,
1962, p . 82).
2. - La tradizione e le tradizioni.
34 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
52
Cf. ancora J. MOUROUX, L'Espérience chrétìenne. In-
troduction à une théologie (Théologie, 26), Parigi, 1952,
p . 58s.
53
Ved. G. GEENEN, Fidei sacramentum. Ziri, waarde,
bronnenstudie vati den uitleg eener patristische doopsel-
benaming bij S. Thomas van Aquino, in Bijdragen Ned.
Iez., 9 (1948), p. 248-270. - « Fidei sacr. »: S. AGOSTINO, Epist.,
98, 9-10 (E.P., 1424, 1425); S. TOMMASO, soprattutto III,
q. 39, a. 5; q. 66, a 1, ad 1; q. 69, a. 9; q. 70, a. 1; q. 71, a. 1;
q. 73, a. 3, ad 3; q. 78, a. 3, ad 6; Conc. di Trento, sess. VI,
e. 7 (D 799). - « Confessio fidei traditur in symbolo quasi
ex persona totius Ecclesiae quae per fidem unitur » (II-II,
q. 1, a. 9, ad 3); nel battesimo degli infanti, « interrogati
confitentur fidem Ecclesiae in persona pueri, qui huic fidei
(Ecclesiae) aggregatur per fidei sacramenta » (III, q. 68,
a. 9, ad 3). Ved. anche il nostro studio su Fidelis e sulla
formula Congregatio -fidelium.
38 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
54
P e r R o m a , v. A. CHAVASSE, Le Carènte romain et les
scrutins prébaplismaux avant le IX siede. La discipline
romaine des sept scrutins prébaptismaux, in R.S.R., 35
(1948), p. 325-381 e 48 (1960), p. 227-240; STENZEL, op. cit.,
p. 177. Avanti la metà del VI s e c , in cui si passò da tre
scrutini domenicali a sette scrutini, la trad. del simbolo
aveva luogo il IV mercoledì (con la lettura di Es., 20,14-24
e Ut., 15, 1-20), la trad. del Pater il IV sabato (con la lettura
di Is., 55, 1-11 e 49, 8-15). - Per Napoli, almeno all'inizio
del sec. VI, cf. D.A.C.L., 1/2, col. 2526: a Napoli la trad.
dei Salmi aveva luogo la I I I domenica di Quaresima, quella
del Pater la IV, quella del simbolo la V.
55
E d . W I L S O N , p. 50-52: P.L., 74, 1087.
56 P e r c i ò c h e s e g u e cf. P. DE P U N I E T , a r t . Aperitio
aurium, in D.A.C.L., 1/2, c o l . 2523-2537; B. BOTTE, a r t . Aperi-
tio in Reallex. f. ant. u. Chr., I, 487; I n t r o d u z i o n e a S. A M -
BROGIO, Des Sacrements. Des mystères (S. Ch., 25), P a r i g i ,
1950, p . 24s.
57
Tradition apost., 20 ( S . Ch., 11, p. 48).
ss Cf. S. AMBROGIO, De Sacr., I, 2-3; De Myst., 3-4 ( S . Ch.,
25, p. 54-55, 108-109).
59
Missale gallicanum vetus : P.L., 72, 351-352. P e r R o m a ,
cf. A. CHAVASSE, Le Sacramentaire gélasien..., P a r i g i , 1958,
p. 160-161, 169-170.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 39
00
Restano tracce di questi riti nella liturgia latina
attuale : pericope di Mt., 15 : « Perché i tuoi discepoli tra-
sgrediscono la tradizione degli antichi? » e la risposta
che dà a tale questione l'antifona del Benedictus : « Au-
dite et intelligite (cfr. Mt., 15, 10) traditiones quas Do-
minus dedit vobis », ottimamente commentata da AEMIL
LOEHR, L'Année du Seigneur, Bruges, 1946, t. I, p. 337s.
61
Cf. P. BORELLA, La « Traditio legis » nell'archeologia
e liturgia ambrosiana, in Ambrosius, 30 (1954), p. 69-78.
Le testimonianze iconografiche invocate sono il sarcofago
di Stilicene, i mosaici di S. Aquilino, il Battistero di S. Lo-
renzo, il reliquiario di S. Nazario.
40 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
62
Ci. W. N. SCHUMACHER, Dominus legem dat, in Ròm.
Quartalschr., 54 (1959), p. 1-39, completato da Bine rómische
Apsiskomposition, ibid., p. 137-202. Già P. STYGER, Neue
Untersuchungen iìber die altchristlichen Petrusdarstel-
lungen, ib., 27 (1913), p. 17-74 (p. 65-68).
63
Ved. il nostro art. Le Thètne du Don de la Loi dans
l'art paléochrétien, in N.R.T., 84 (1962), p. 915-933.
64
Ved. S.S., p. 108, n. 26; C. ETCHENSEER, Das Symbo-
IUÌYL Apostolicum beim hi. Augustinus, mìt Berucksichti-
gung des dogmengeschichtl. Zusammenhangs, St-Ottilien,
1960.
65
La serie delle testimonianze incomincia con Io Pseu-
do-Agostino (Sermo 240: P.L., 39, 2188-2190). C. F. BUEHLER
(The Apostles and the Creed, in Speculimi, 28 (1953), p. 335-
339) ha enumerato quindici ordinamenti diversi di attri-
buzioni. Si troverà un'abbondante documentazione, sia
letteraria, sia iconografica, con possibilità di aggiunte,
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 41
68
Così quelli di Cesarea, di Gerusalemme, di Teodoro
di Mopsuestia, di Alessandria... (cf. KELLY, op. cit., p. 182s).
Se ne potrebbe fare facilmente la lista ricorrendo alla
Bibliothek di HAIIN.
09
Sarebbe nostro desiderio mostrare una volta come
i Padri hanno visto la Chiesa legata al battesimo; riman-
diamo anche il lettore ad uno studio (redatto nel 1953
e che, a Dio piacendo, sarà presto pubblicato) sulla deri-
vazione della Chiesa come Congregatici fidelium.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 43
71
Ved. K. BUEHLER, Sprachtheorie. Die Darstellungsfunk-
tion der Sprache, Iena, 1934; G. GUSDORF, La Parole, Pa-
rigi, 1956.
72
A. NEHER, L'Essence du prophétisme, Parigi, 1955,
p. 94. Ved. M. BUBER, Ich und Du, 1923; Die Schriften iiber
das dialogische Prinzip, Heidelberg, 1954; G. VON RAD
(Theologie des Alten Testament, t. I, Monaco, 1957) insi-
ste sulla risposta d'Israele nella teologia biblica della
rivelazione.
73
Rom., 1,5; cf. Atti, 5,32.
74
2 Tess., 1,8; Rom., 10,16; cf. 2 Cor., 9,13.
75
2 Cor., 9,13.
™ Ricevuta: 1 Tess., 4,1; 2 Tess., 3,6; 1 Cor., 15,1; Gal, 1,9;
FU, 4,9; Col, 2,6; — Ascoltata: Rom., 10,17; E,., 1,13; Atti,
15,7; — Accolta: 1 Tess., 1,6; 2 Tess., 2,10; 2 Cor., 11,4; Atti,
8,14.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 45
83
Senso ammesso dal più recente commento protestan-
te in francese, quello di J.-C. MARGOT, Les Epltres de
Pierre, Ginevra-Parigi, 1960, p. 109: « Tutto questo non
esclude la ricerca individuale ed umile del senso della
Bibbia. Ma, per ovviare al rischio di fantasie, tale ricerca
personale dovrà essere sottomessa al controllo di una
ricerca comunitaria, effettuata nella Chiesa, sotto la guida
di uomini scelti per dirigerla ». Un altro esegeta prote-
stante, poco dominato da preoccupazioni dogmatiche, va
oltre : « Un'esegesi personale intrapresa dal singolo e non
autorizzata dal magistero ecclesiastico non è permessa »
(E. KAESEMANN, Eine Apologie der urchristl. Eschatologie,
in Z. Th. Krit., 49 (1952), p. 292).
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 49
84
Ved. S.S., p. 47-48, n. 45.
85
S. Tommaso d'Aquino invoca spesso il principio
« Quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur », ma
lo applica al carattere discorsivo dello spirito umano, al
suo bisogno d'insegnamento, di dialogo e di vita sociale;
poco espressamente ha sviluppato la sua applicazione
alla storicità, sebbene i suoi principi l'includessero
(cf. sutali principi: M.-D. CHENU, Situation humaine. Cor-
poralità e Temporalità, in L'Homme et son destiti (/«• Con-
grès internat. de Philos. méd., Lovanio-Parigi, 1961,
p. 23-49). Anche il Conc. di Trento, parlando delle tradi-
zioni e della Scrittura, ha definito delle autorità in qualche
modo intemporali, senza coscienza della loro natura pie-
50 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
87
Sarebbe utile ed interessante studiare questo aspetto
di pubblicità, destinato a « molti » (a tutti), delle parole
e dei fatti costitutivi del rapporto religioso di alleanza.
Ved., per esempio, Gv., 18, 20: « Io ho parlato in pubblico
al mondo..., e niente ho detto in segreto »; la testimonian-
za data a Giovanni Battista, alle élites della nazione (cfr.
DOM OLIVIERI, in R.B., 35 (1926), p. 282-295); la Pentecoste
come pubblicità e nascita della Chiesa (cf. il nostro Pente-
còte, Parigi, 1956, p. 116); gli Apostoli costituiti testimoni:
Le, 24, 48; Atti, 1, 8 e 22; 2, 32; 3, 15; 5, 32; 10, 39 e 41; il
Vangelo reso noto a tutti e proclamato pubblicamente:
Gv., 12, 37; Atti, 2, 22, 36; 4, 10; 26, 26. « Notum feci vobis »,
« Notum factum est...»: Atti, 1, 19; e cf. 2, 14; 4, 10 e 16;
9, 42; 13, 28; 19, 17; ecc.
54 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
88
Ved. S. TOMMASO, IV Sent, d. 8, q. 1, a. 1, sol. 3;
I I I , q. 101, a. 2; III, q. 60, a. 3; q. 73, a. 4; Ufficio del
SS. Sacramento, antif. O Sacrum e Colletta. Ved. J. Mou-
ROUX, Structure personelle du présent chrétien, in R.S.R.,
44 (1956), p. 5-24 (ripreso poi in Le mystère du temps. Ap-
proche théologique (Théologie, 50), Parigi, 1962); J.-M.-R.
TILLARD, La Triple Dimension du signe sacramentel, in
N.R.T., 83 (1961), p. 235-254. Convergenza di un pensiero
protestante sulla base della Scrittura: J. J. VON ALLMEN,
Pour un prophétisme sacramentel, in L'Eglise et les Eglises,
Chevetogne, 1954, t. II, p. 309-343 (cf. p. 310-316); Le
56 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
91
V. Le Christ, Chef invisible de VEglise visible
d'après S. Paul, in Rapports d'un Colloque de Christologie,
in corso di pubblicazione presso Desclée de Brouwer.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 61
92
« Io verrò a voi... » (Gv., 14, 18 e 28; cfr. 3, 8 per lo
Spirito) : si interpretano sempre più comunemente alcuni
testi dei discorsi escatologici nei Sinottici nel senso delle
venute del Cristo nella storia.
93
S. TOMMASO, I, q. 43.
94
Cf. CH. JOURNET, L'Eglise du Verbe incarna, t. U,
Parigi, 1952, p. 462-471, 481, 486-491, 500-508.
62 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
95
Siamo abbastanza vicini alla visione che G. EBELING
presenta della natura particolare della storia della Chiesa:
Kirchengeschichte als Geschichte des Auslegung der HI.
Schrift, Tubinga, 1947. Ma Ebeling formula il suo pen-
siero in un quadro troppo ristretto, condizionato dall'idea
protestante che l'unico elemento determinante del rap-
porto religioso è la Parola di Dio, che viene poi identifi-
cata con la Scrittura. Egli allarga la sua risposta dicendo
che VAuslegung è anche azione. Ci sentiremmo più a no-
stro agio se, invece di parlare in termini di Auslegung
aggiungendogli la pratica cristiana come un'estensione,
Ebeling dicesse: rapporto religioso vissuto, situando VAus-
legung all'interno di questa realtà.
64 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
96
Non semplicemente nel senso generale che si verifica
in ogni « tradizione » e che consiste nel continuare a fare
come si è fatto antecedentemente, senso puramente socio-
logico, che esprime bene, per esempio, M. Dufrenne:
« Perché si possa veramente parlare di tradizione, è neces-
sario che il passato sia spontaneamente assunto come il
senso del presente, senza che vi sia discontinuità nel
tempo sociale, senza che il passato appaia come qualcosa
di superato » (Note sur la Tradition, in Cahiers interri,
de Sociologie, 1947, p. 158-169, 167). Nella tradizione, nel
senso teologico della parola, c'è, per trasmissione, identità
di principio e di contenuto d'esistenza, assicurata, non
semplicemente dalla fedeltà degli ereditieri, ma dall'iden-
tità del soggetto ultimo, lo Spirito Santo.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 65
97
II sunto che segue è spiegato e giustificato in Esquis-
ses du mystère de t'Eglise, 2 ed. Parigi, 1953, p. 130s;
Pentecóte, Parigi, 1956, p. 34-50.
3. - La tradizione e le tradizioni.
66 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
99
Die Verkilndigung des Wortes irti Urchristentum
dargestellt an den Begriffen « Wort Gottes », « Evange-
lium » und « Zeugnis », Stoccarda, 1939
68 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
100
Ef., 1, 17; ICor., 2, 10; cf. per la realtà, 2 Cor.,
4, 3-6; Ut., 16, 17.
101
II movimento ecumenico ha notevolmente valoriz-
zato i termini dìakonia, martyria (e koinonia), ma troppo
poco il termine doxa. I Padri sono pieni dell'idea che si
esprime nella sequenza: accettazione della fede trasmes-
sa — professione della vera fede nel battesimo — vera
lode: così S. BASILIO (Trattato sullo Spirito Santo), S. ILA-
RIO (De Trin., II, 12); cf. supra, n. 26, 28 e 46.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 69
102
Testi dei Padri e dei concili in S.S., e supra, n. 15-24.
S. Policarpo è chiamato « maestro apostolico e profetico »
(Mari. Polyc, 16, 2). Parallelamente alla rappresentazione
dei vangeli come sorgenti, si sono considerati i dottori
ortodossi come canali che irrigano la terra di queste acque
(S. GIROLAMO, In Job, e. 26 (P.L., 26, 689). Tale visione delle
cose è ancora quella dei grandi Scolastici: S. Tommaso
(cf. supra, n. 1), S. Alberto (cf. In Joèl., e. 1 : BORGNET, XIX,
145), S. Bonaventura (cf. J. RATZINGER, Die Geschichtstheo-
logie des hi. Bonaventura, Monaco, 1959, v. p. 58s, 69,
80s, 94) : non è significativo che, volendo studiare la nozio-
ne di rivelazione in Bonaventura, Ratzinger sia giunto,
sotto la pressione dei testi, ad esporre la teologia della
storia? La rivelazione non sussiste senza la continuità e
lo sviluppo della tradizione, come il Cristo non sussiste
senza il suo Corpo, la Chiesa, la Cena senza al Messa, ecc.
70 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
103
Questo « più » della sorgente o dello sviluppo se-
condo i punti di vista è ben espresso in CH. MOELLER,
Tradition et Oecuménisme, in Irénikon, 25 (1952), p. 337-370
(p. 366s).
101
L'idea di crescita si trova nelle parabole evangeliche
(N. A. DAHL, The Parables of Growth, in Studia Theol.,
5/2, p. 132-165: ma si tratta dì una crescita determinata
dall'attività di Dio, che ne è l'agente supremo, non di
una crescita causata dal proprio dinamismo interno; B.
SCHULTZE, Die ekklesiologische Bedeutung des Gleichnisses
von Senfkorn, in Orient. Christ. Period., 27 (1961), p. 362-386).
105
II Giudaismo conosce pure questo aspetto (cf. N.
ROIENSTREICH, On the Notion of Tradition in Judaism, in
Journal of Religìon, 28 (1948), p. 28-36.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 71
106
Cf. E. MERSCH, Théologie du Corps Mystique, Pa-
rigi-Bruxelles, 1944, t. I, p. 93s; F. TAYMANS, Le Progrès du
Dogme, in N.R.T., 71 (1949), p. 687-700; J. MOUROUX, La
Conscience du Christ et le temps, in R.S.R., 47 (1959),
p. 321-344 (ripreso in Mystère du temps, Parigi, 1962,
p. 100-120).
72 LA MADI '.IONE E LE TRADIZIONI
109
L'idea è di S. Paolo (Rom., 1, ls; 16, 23s; 1 Cor., 15, l s ;
KITTEL, t. II, p. 728, 1. 13s). S. Ignazio di Antiochia e
S. Ireneo parlano spesso del Vangelo « annunciato dai
profeti » (S. IGNAZIO, Eph., V, 2; IX, 2; S. IRENEO, A.H., III,
76 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
111
Entstehung und Entwicklung d. Kirchenverfassung
u. d. Kirchenrechts, p. 238.
112
J. SCHNIEWIND, Die Begriff Wort und Evangelium bei
Paulus, 1910; Euangelìon... I, 1927; II, 1931; E. MOLLANO,
Das paulinische Evangelium, 1934; G. FRIEDRICH, art. euan-
gallizomai, euangelion, in KTTTEL, t. II, p. 705-735; R. ASTING,
cit. supra, n. 99.
113
Ma gli storici protestanti, che soli si sono occu-
pati dell'argomento, hanno generalmente lavorato sotto
il segno dell'opposizione luterana tra Legge e Vangelo
(v. A. FRIDRICHSEN, Evangelium: Irenàus, Hippolyt, Nova-
tian, in Norsk Teologi til reformationsjubilaeet, 1917,
p. 148-170; E. MOLLAND, The Conception of the Gospel in
the Alexandrian Theology, Oslo, 1938; V. E. HASLER, Gesctz
und Evangelium in der alten Kirche bis Origenes. Eine
Auslegungsgeschichtl. Vntersuchung, Francoforte, 1953.
78 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
114
Ved. numerosi testi in H. DE LUBAC, toc. cit. (supra,
n. 110); S. IGNAZIO D'ANTIOCHIA, Philad., 3, 1; 9, 2; Eph., 20, 1;
ORIGENE, Comm. in Joann., I, 4 (6), il Vangelo è, in ma-
niera generale, « tutto ciò che stabilisce la venuta del
Cristo e organizza la sua presenza, rendendola effettiva
per le anime che vogliono ricevere bene il Verbo di Dio,
allorché egli si trova alla porta e bussa perché vuole
entrare in esse » (P.G., 14, 31-32; G.C.S., 26, p. 9); ved. anche
MOLLANO, cit. supra (n. 113), p . 99; S. GREGORIO fa, dei sim-
boli già classici dei q u a t t r o evangelisti, un'espressione di
q u a t t r o momenti dell'unico mistero del Cristo stesso, uomo
nella sua nascita, bue (animale del sacrificio) nella sua
morte, leone nella sua resurrezione, aquila nella sua ascen-
sione al cielo {In Ezech., I l i , 1 e IV, l s : P.L., 76, 785, 815s),
tema ripreso dall'evangeliario di Holkham Hall, all'inizio
del sec. IX (D.A.C.L., V, 795). Per l'alto medioevo, ved. Ra-
bano Mauro, Berengaudio, Pier Damiani, ecc., cit. in
H. DE LUBAC, op. cit, 1/1, p. 131; 1/2, p. 668, 671, 672; Ama-
lario e.Pascasio, ibid., p. 322; Ruperto, p. 226.
115
Gli evangelisti, sotto forma umana o sotto il simbo-
lismo dei quattro animali, circondano il Cristo in gloria:
D.A.C.L., F. DER MEER, Majestas Domini, Parigi, 1938.
116
S. GIOVANNI CRISOSTOMO, P.G., 54, 404 e in PIIOTIUM,
104, 275; Const. Apost., V i l i , 4, 2 (FUNK, I, 473); SEVERINO
DI, GABALA, v. 400, che vi scorge un uso molto antico (testo
trad. in J. LÉCUYER, Note sur la Liturgie du sacre des
évèques, in Ephemerid. Liturg., 66 (1952), p. 370); rito dif-
fuso in Occidente a partire dagli Staiuta Ecclesiae antiqua
(n. 90) dal pontificale gelasiano. Dal pontificale romano-ger-
manico (sec. X), è passato, nel sec. XII, in quello romano
(due vescovi consacranti tengono il libro sul capo del-
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 79
119
Ved. il nostro Economìe chrétienne et Théoìogie chez
S, Thomas d'Aquin (in corso di stampa).
120 Ved. H. KLOMPS, Kirche, Freiheìt una Gesetz bei
dem Franzìskanertheologen Raspar Schatzgeyer, Munster,
1959, p. 90s, 108, n. 9, 109.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 81
121
Ved. TAVARD, p. 165.
122
« Traditiones etiam indico recipiendas pari pietatis
affectu cum libris sacris non autem cum evangelio, quia
hoc immutabile est, illae mutabiles » (Diario di MASSARELIJ,
in C.T., t. I, p. 524).
82 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
123
S. IPPOLITO, In Daniel, I, XVII; IRENEO, A.H., III,
11, 8 (P.G., 7, 885s; HARVEY, II, p. 46s; S. Ch., 34, Parigi,
1952, p. 192s, con la n. del P. SAGNARD). Non abbiamo potuto
consultare direttamente l'articolo in cui H.-CH. PUECH
avrebbe trattato questi t e m i : Le Cerf et le serpent, m
Cahiers archeologi 4 (1949), p. 17-60.
124
A.H., III, 24, 1 (P.G., 7, 966; HARVEY, II, p. 132; trad.
SAGNARD, p. 401, che cita, in nota, la Lettera per i Martiri
di Lione, che dice, a proposito del Santo, bruciato sulla
graticola : « La sorgente celeste di acqua vivificante che
scaturisce dal seno del Cristo lo rinfrescava e lo fortifi-
c a v a » : H.E., V, 1, 22; SCHWARTZ, I I / l , p. 410). Cf. IV, 36, 4
(7, 1093; II, p. 279) : « Unum et idem cum semper sit Ver-
b u m Dei, credentibus ei, fontem aquae in vitam aeternam
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 83
r i p r e s o q u e s t o r i f e r i m e n t o s c r i t t u r a l e (Gv., 7,
37-38), ma in u n a tipologia b a t t e s i m a l e (e nello
stesso t e m p o ecclesiale) più sviluppata. Egli com-
m e n t a il tipo di Susanna, vergine casta, del suo
b a g n o e delle m e n e odiose di cui è v i t t i m a da p a r t e
dei due vegliardi — scena t a n t o f r e q u e n t e m e n t e
evocata nelle c a t a c o m b e — e scrive :
Il giardino, che era stato piantato nell'Eden, è
la figura e, in certo senso, il modello del vero giar-
dino (...). Poiché Eden è il nome del nuovo « Giardino
di voluttà » piantato in Oriente, ornato di ogni specie
di alberi buoni. L'immagine va riferita alla riunione
dei giusti e al luogo santo sul quale è fondata la
Chiesa. Perché la Chiesa (è)... la santa . assemblea
di coloro che vivono nella giustizia. La concordia,
che è il cammino dei santi verso la comunità: ecco
che cos'è la Chiesa, giardino spirituale di Dio, pian-
tato sul Cristo, come nell'Oriente (...).
In questo giardino scorre un fiume d'acqua ine-
sauribile. Quattro fiumi (Gn., 2,10) ne sgorgano,
che irrigano tutta la terra. Lo stesso avviene nella
Chiesa: il Cristo, che è il fiume, è annunciato nel
mondo intero dal quadruplice vangelo. Egli irriga
tutta la terra e santifica tutti coloro che credono
in lui, secondo la parola del profeta: Dall'intimo
di chi crede in me scaturiranno fiumi d'acqua vì-
va (Gv., 7,38). Nel Paradiso si trovavano l'albero del-
la conoscenza e l'albero della vita (Gn., 2,9); ugual-
mente oggi due alberi sono piantati nella Chiesa:
la Legge e il Verbo. Poiché per mezzo della Legge,
si ha la cognizione del peccato (Rm., 3,20), ma nel
Verbo ci è data la vita e accordato il perdono dei
peccati 1 2 5 ...
1Sl
In Ps., 41: P.L., 26, 949.
l3
« S. PAOLINO DI NOLA, Epist., 32, 10 (C.S.E.L., 29, 286:
HARTEL); S. AGOSTINO, De Civ. Dei, XIII, 21 (P.L., 41, 395;
DOMBART-KALB, I, p. 586; C.S.E.L., 40/1, p. 646); ALDELMO.
Poema de aris B.M. et XII Aposiolis dedìeatis (P.I., 89,
295; cf. D.A.C.L., 886-887). S. ISIDORO, Etym., VI, 16,5 e 10;
FLORO DI LIONE, cit. D.A.C.L., V, 1761; ILDEBEKTO DI LAVARDIN,
P.L., 171, 1279:
Denotat Ecclesiam Paradisus, et in Paradiso
Est lignum vita;, Christus in Ecclesia (...)
Quattuor ex uno flumina fonte cadunt:
sic Evangelii sunt libri quattuor; h o r u m
nos doctrina regit, fructiferosque facit...
Ved. ancora UGO DI S. VITTORE, AH. in Vetus Test., I, e. 6
(P.L., 175, 638). Il tema della Chiesa-Paradiso deriva dal
t e m a : Vangeli = fiumi del Paradiso, poiché la Chiesa non
è che la fecondità del Vangelo.
Dal punto di vista iconografico: rappresentazione dei
quattro fiumi del Paradiso, soprattutto nei fonti battesi-
mali, nel medioevo (BAUERREIS, op. cit., p. 30s, 43-50 e 57-64)
(con la spiegazione della benedizione dell'acqua battesi-
male, nella notte di Pasqua, in forma di y> = un fiore,
riduzione quasi geroglifica dell'ar&or vitee). Nella catte-
drale di Reims, i quattro fiumi del Paradiso, cioè i quat-
90 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
138
In comm. de evang. sermo 3 (P.L., 217, 605 CD).
139
D.A.C.L., Vili, 1953.
92 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
1
•"> Ved. il nostro studio « Fidelìs » = baptisé, in Etudes
historiques d'ecclesiologie ancienne et medievale.
111
Autore anonimo (Pseudo-Anselmo di Laon), Eri. in
Apoc, e. 8 (P.L., 162, 1531).
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DT TRADIZIONE 93
142
« Vangelo » nel senso di « Scritture che parlano del
Cristo venuto » (IRENEO, A.H., II, 27, 2: P.G., 7, 803 B) e cf.
T H . ZAHN, Gesch. d. neutesil. Kanons, t. I (1888), p. 101,
n. 2. Nelle spiegazioni liturgiche concernenti ciò che è il
Vangelo si sviluppava il senso etimologico bona annuncia-
no, bonum nuncium: GELASIANO, Expos. Evang. (ed.
WILSON, p. 50); EXPOS., Primum in ordine, fine del sec. VIIT
(P.L., 138, 1174 D); AMALARIO, Libar officialis, e. 18, parag. 6
(ed. HANSSENS, 1948, t. I I , Roma, p . 308); REMIGIO D'AUXERRE,
Expos. De celebratione Missae (Max. Bibl. Veter. Pai rum,
Lione, 1677, t. XVI, p. 954 D), riprodotto dallo PSEUDO-
ALCUINO (P.L., 101, 1250 D); S. TOMMASO, In Rom., e. I,
lett. 1 fine e lett. 2; In ephes., e. I, lett. 1.
143
Si conosce a sufficienza il contenuto di dabar. Cf.
Ger., 23, 29; Is., 49, 2; 1 Th., 2, 13; Rom., 1, 16-17; cf. 3,21s;
1 Cor., 1, 18s; £/., 6, 17; Ebr., 4, 12; Atti, 19, 20; 1 Pei., 1, 23;
Giac, 1, 21. Studi: R. ASTING, op. di., (n. 99); KITTEL, IV,
p. 96, 97, 107, 109, 119; M. NEESER, Le Tirarne de la Parole
de Dieu, Losanna, 1945, p. 84s; L. M. DEWAILLY, Jésus-Chrisl,
Parole de Dieu, Parigi, 1945; F. X. ARNOLD, Glaubensverk-
iindigung und Glaubensgemeinschaft, Dusseldorf, 1955,
p. 22s; CL. TRESMONTANI, Essai sur la pensée hebrdique,
Parigi, 1953, p. 172; G. Auzou, La Parole de Dieu. Appro-
ches du myst. des Saintes Ecritures, Parigi, 1956, p. 162s.
94 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
4. - La tradizione e le tradizioni.
98 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
151
Ben pochi lo hanno fatto, se non andiamo errati.
S. Tommaso d'Aquino, propone tre ragioni per cui era
conveniente che Gesù non lasciasse il suo insegnamento
per scritto (III, q. 12, a. 4):
1) A causa della sua dignità. Un maestro superiormente
eminente insegna in maniera più nobile e più eccellente.
Era conveniente che il Cristo imprimesse la sua dottrina
nelle anime viventi. I maestri umani più eccellenti, So-
crate e Pitagora, l'hanno fatto al proprio livello. S. Tom-
maso s'iscrive così discretamente nella serie degli autori
che si sono occupati del tema: Socrate e Gesù (ultimo in
ordine cronologico: E. FASCHER, Sokrates u. Christus, Bonn,
1952, ripreso in Sokrates u. Christus, Beitràge tur Religions-
gesch., Lipsia, 1959, p. 36-94). La sua idea dell'insegnamen-
to orale, come forma più nobile e più eccellente, si rial-
laccia a quella dello Pseudo-Areopagita, Hier. Eccl. 1, 4
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 99
133
AH., III, 4, 1-2 (P.G., 7, 855; HAEVEY, II, p. 15; SAGNARD,
p. 116 e 117). Da notare che all'epoca dell'organizzazione li-
turgica del catecumenato, l'obbligo di ricevere e di im-
parare a memoria il simbolo era talvolta giustificato dal
testo di Ger., 31, 33, sulla legge scritta nei cuori: così
S. AGOSTINO, Sermo 212, 2 in traditione symboli (P.L., 38,
1060).
«* Philad., 5, 1 (CAMELOT, S. Ch., 10, Parigi, 1944, p. 113).
155 Philad., 9, 1.
"e Philad., 9, 2; Ef., 20, 1.
102 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
157
Epist. VII (Opera, ed. Basilea, 1565, p. 857): S.S.,
p. 158s. Di fronte a ciò, la formula riformata sulla Chiesa
giudicata mediante la Scrittura non può essere sostenuta
se non « tirando un tratto » (Cullmann) tra la Chiesa dei
tempi apostolici e la Chiesa dei secoli ulteriori. Tutto
questo solleva molte questioni, in particolare dal punto
di vista dell'azione dello Spirito Santo.
«» Cf. 2 Pt., 1, 20-21; S. IRENEO, AH., Ili, 1, 1 (7, 848; II,
p. 8; E.P., n. 208), ved. S.S., p. 52s; TERTULLIANO, Adv. Marc,
IV, 2 (OEHLER, III, 426; E.P., n. 339) : « Constituimus in pri-
mis evangelicum instrumentum apostolos, auctores habere,
quibus hoc munus evangelii promulgandi ab ipso Domino
est impositum ».
159
Paolo ricorda per scritto un Vangelo che è stato
predicato all'inizio (1 Cor., 15, 1). Eusebio presenta ì disce-
poli del 1° secolo che adempiono « l'opera di evangelisti
con l'ambizione di predicare... la parola della fede e di
trasmettere i libri dei divini Vangeli» (H.E., III, 37, 2:
S. Ch., 31, Parigi, 1952, p. 151).
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 103
100
La si trova già in J. Ev. KUHN, art. della T.Q. del
1856 o 2 ed. della Dogmatik, 1859; cf. J. R. GEISELMANN, Die
lebendige Ueberlieferung als Nomi des christl. Glaubens
dargestellt im Geiste der Traditionslehre Johannes Ev.
Kuhns, Friburgo, 1959, p. 90 e 94. Non si devono evidente-
mente mettere in opposizione la tradizione e le tradizioni,
poiché quella si esprime anche in queste. Cf. S. BASILIO,
cit. in S.S., p. 95; S. LEONE (cf. infra, n. 165); H. HOLSIEIN,
La Tradition dans VEglise, Parigi, 1960, p. 289 (che distin-
gue come noi, p. 181, 289).
161
Gesetz ti. Evangelium. Ihre analoge Einheit...,, Mona-
co, 1957, p. 134, n. 32.
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 105
Distinzioni,
162
C.T., V, p. 7.
106 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
163
Senso frequente nei Padri anteniceni, per es. S. Ire-
neo (Cf. VAN DEN EYNDE, p. 159-160).
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 107
Le tradizioni apostoliche.
164
S. IRENEO, in EUSEBIO, II.E., V, 24, 16 (SCIIWARTZ, I,
496; KIKCH, n. 100; S. Ch., 41, p. 71); cf. A.H., I I I , 3, 4 (P.G.,
7, 851s; HARVEY, I I , p. 12-13; SAGNARD, p. I l i ) : anche Efeso
conserva una tradizione apostolica... Si può anche ricor-
dare l'interpretazione di J. Colson a proposito di una tra-
dizione giovannea e di una tradizione Paolina nell'orga-
nizzazione delle Chiese e nella concezione dell'episcopato
(L'Evèque dans Ics communautés primitives (Unam Sanc-
tam, 21), Parigi, 1951).
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 109
165
Cf. A. LAUEAS, S. Leon le Grand et la tradition, in
R.S.R., 48 (1960), p. 166-184, soprattutto p. 174-176.
!«« S. LEONE, Sermo, 79, 1 (P.L., 54, 419 A); un po' sopra
S. Leone afferma: « Dubitandum non est quidquid ab Ec-
clesia in consuetudinem est devotionis receptum de tra-
ditione apostolica et de Sancii Spiritus prodire doctrina »
(418 B).
110 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
187
Vcd. IMI, q. 1, a. 8, sed e. e a. 9.
ics Ved. H. BARIL, La Doctrìne de S. Bonaventure sur
l'institutìon des sacrements, Montreal, 1954, con l'impor-
tante recensione di P. G. TAVARD, in Rev. des Et. august., I
(1955), p. 196-197; V. FAGLIOLO, L'Istituzione del Sacramento
del matrimonio nella dottrina di S. Bonaventura, in Anto-
nianum, 33 (1958), p. 241-262. Ved. anche per la questione
teologica, D. VAN DEN EYNDE, De modo institutionis sacra-
mentorum, ib., 27 (1952), p. 3-10. Si noterà la posizione di
Alessandro d'Hales, sulla quale cfr. J. BITTREMIEUX, L'in-
stitutìon des sacrements d'après Alex. d'Halès, in E.T.L.,
1932, p. 234-251; FR. SCHOLZ, Die Lehre von der Einsetzung
der Sak.ram.ente nach Alex. v. H., Breslau, 1940 (da mette-
re a punto sotto l'angolo delle attribuzioni letterarie).
1. - ANALISI E SINTESI DELL'IDEA DI TRADIZIONE 111
109
Così già THOMAS NETTER, verso il 1414: « Quod capi-
tanus eorum Wiclef fidem christianorum in omni proba-
tione sua dimidiat. Quia fidem Scripturarum... admittit,
sed ultra scriptam fidem illam ecclesia? communis, quam
Jesus Christus, quam etiam Apostolus Paulus tradebat
non scriptam, negligit et postponit » (Doctrinale Antiqui-
tatum fidei, praef., t. I, lib. I, a. 2, e. 23 (Venezia, 1571);
cit. da A. LANG, Die Loci theologici..., Breslau, 1925, p. 113,
n. 3).
112 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
170
Ved. A. BERTHOLET, Die Macht der Schrift in Glauben
und Aberglauben (Abhandlg. d. D. Akad. d. Wiss. zu Ber-
lin, Philos.-hist. Kl. Jaheg, 1948/1), Berlino, 1949: significa-
tivo, sebbene ancora puramente religionsgeschichtlich. C'è
poco da raccogliere per il nostro argomento in L. LAVELLO,
La Parole et VEcriture, 3 ed., Parigi, 1942.
114 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
173
L'Unite dans VEglise..., paragr. 16, trad. frane.
A. DE LILIENFELD, Parigi, 1938, p. 52.
171
Così per S. TOMMASO, 0. Disp. de Ver., q. 14, a. 10,
ad 11: cf. R.S.P.T., 1960, p. 221.
175
Verifica: Atti, 17, 11. Persuasione: così Stefano
(Atti, 7), Filippo (8, 27s), S. Paolo (17, 2; 18, 28; 28, 33).
Ved. N. A. DAHL, Anamnesis, in Studia Theolog., I (1948),
p. 68-95 (p. 80). Cf. IRENEO, A.H., V, praef. (P.G., 7. 1120;
HARVEY, II, p. 313-314), uso delle Scritture per « errantes
retrahere et converterc ad Ecclesiam Dei; neophytorum
quoque sensum confirmare, ut stabilem custodiant fidem,
116 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
178
Cf. K. RAIINER, art. Dogmatik, in Lex. f. Theol. u.
Kirche, 2 ed., t. I l i , col. 450.
170
De Praescr., 28, 2; 40, 7; Adv. Prax., 20 (OEHLER, III,
263, 11-12); De Res. carri., 33 (III, 72, 1); 39 (81, 18-19);
Adv. Marc, IV, 2 (426, 7); V, 1 (569, 9). Tertulliano parla
di probare ex Scripturis: Adv. Marc, V, 1; Adv. Prax., 11
(III, 242, 16 e 22-24); De Carne Chr., 6 (II, 206, 54 e 66).
Cf. R. REFOULÉ, Intr. alla trad. del De Praescr., S. Ch.,
46, Parigi, 1957, p. 19, n. 1 e 54, n. 3. L'utilità della Scrit-
tura per istruire gli altri è sottolineata in una prospettiva
agostiniana o monastica d'interiorità teologale (v. S. AGO-
118 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
SAGGIO DI CHIARIFICAZIONE
DEL CONCETTO DI TRADIZIONE
ASPETTI ED ACCEZIONI
1
Per esempio MOHLER : « La tradizione o il Vangelo
vivente sempre annunciato nella Chiesa si estende a tutto
lo spirito del cristianesimo e a tutte le sue dottrine »
(complementi manoscritti a Die Einheit, 1825, nell'ed. di
ED. VIERNEISEL, Magonza, 1925, p. 324); J. B. FRANZELIN,
Tract. de Div. Traditione et Scriptum, 2 ed., Roma, 1875,
p. 261; B. VAN LEEUWEN, Openbaring, Traditie, Heilige
Schrift, Magisterium, in Jaarboek, 1949, p. 51-58. Ma già
BELLARMINO, che così inizia il suo capitolo sulla questio-
ne : « Nomen traditionis generale est, et significat omnem
doctrinam, sive scriptam sive non scriptam, quae ab uno
communìcatur alteri » (Controv. Gen., I, 1. IV, e. 2, Parigi,
1870, p. 196). Ugualmente MARTIN PEREZ DE AYALA, autore
del primo trattato: De divinis, apostolicis atque ecclesia-
sticis traditionìbus (Colonia, 1549). Citiamo qui un'inte-
ressante testimonianza ortodossa: il Lungo Catechismo
russo così definisce la tradizione: « Col termine tradi-
zione si designa la dottrina della fede, la legge di Dio,
i sacramenti e i riti liturgici, in quanto sono trasmessi
attraverso la parola e l'esempio da un uomo all'altro e
di generazione in generazione » (citato da J. A. DOUGLAS,
The Relation of the Anglican Churches with the Eastern
Orthodox, Londra, 1921, p. 132).
2. - CHIARIFICAZIONE DEL CONCETTO DI TRADIZIONE 123
2
Per S. Ireneo, v. B. REYNDERS, Paradosis. Le progrès
de l'idée de Tradition jusque S. Irénée, in R.T.A.M., 5
(1933), p. 155-191 (p. 156). Per i Padri Greci, v. P. SMULDERS,
Le Mot et le concepì de Tradition chez les Pères, in R.S.R.,
40 (1952 - Mélanges I. Lebreton, II), p. 41-62 (p. 43). Contro
A. DENEFFE, Der Traditionsbegrijf. Studie zur Theologie,
Monaco, 1931.
3
Rifiuteremmo anche la critica indirizzata da G. PROULX
(Tradition et Protestantisme, Parigi, 1924, p. 89s) a Fran-
zelin, Billot, Bainvel. Egli li rimprovera di vedere nella
trasmissione l'elemento formale della tradizione, mentre
tale elemento formale è, secondo Proulx, il deposito ver-
bale. No. La limitazione della tradizione oggettiva al de-
posito verbale è una precisazione acquisita, nel suo con-
tenuto o nel suo oggetto, a partire da un'insistenza sul
carattere specifico di una trasmissione da parte di una
persona vivente ad un'altra persona (cf. il nostro n. 3).
124 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
4
Quando si tratta degli scritti apostolici o della tra-
dizione apostolica, « Apostoli » è preso in senso lato, ab-
2. - CHIARIFICAZIONE DEL CONCETTO DI TRADIZIONE 125
5
Citiamo in particolare ED. ORTIGUES, Ecritures et Tra-
ditions apostoliques au concile de Trente, in R.S.R., 36
(1949), p. 271-299; J. R. GEISELMANN, numerosi studi, in par-
ticolare Das Konzil von Trient iiber das Verhaltnis der
HI. Schrift und der nicht geschriebenen Traditionen, in
Die Miindliche Ueberlieferung, ed. da M. SCHMAUS, Monaco,
1957, p. 123-206; Das Missverstdndnis iiber das Verhaltnis
von Schrift und Tradition und seine Ueberwindung
in der kath. TheoL, in Una Sancta, sett. 1956, p. 131-150;
Die Tradition, in Fragen der Theologie heute, edito da
J. FEINER, J. TRUTSCH, FR. BÒCKLE, Einsiedeln, 1958, p . 69-108.
Ved. anche G. H. TAVARD, Holy Writ or Holy Church, Lon-
dra, 1959.
6
Sess. I V : DENZINGER, 783.
2. - CHIARIFICAZIONE DEL CONCETTO DI TRADIZIONE 127
7
Citiamo, per esempio, tra i moderni: M.-J. SCHEEBEN,
alla cui posizione siamo molto vicini (Dogmatique, t. I,
par. 15); H. PERENNÈS (in D.A.F.C., t. IV, col. 1783-1784);
M. SCHMAUS (Dogmatik, 4 ed., Monaco, 1948, t. I, par. 17,
p. 114s; vers. ital., Torino); CH. JOURNET {Dépòt divinement
révélé et Magistère divinement assistè, in Nova et Vetera,
1950, p. 292-301); W. KASPER (Die Lehre von der Tradition in
der rómischen Schule, Friburgo, 1962), pubblicato e letto
dopo la redazione di queste pagine, cita molti teologi
post-tridentini (p. 35 e 55, p. 40-41), poi Perrone (p. 35, 38-39),
Passaglia (p. 193s) e Schrader (p. 333, 340).
8
Per esempio: Conc. Vaticano I, sess. IV, e. IV (DEN-
ZINGER, 1836): « Ea tenenda definiverunt quae sacris
Scripturis et apostolicis traditionibus consentanea Deo
adjutore, cognoverant (...) ut... tradìtam per Apostolos re-
velationem seu fidei depositum sancte custodirent et fi-
deliter exponerent » : questo testo utilizza successivamente
il senso ristretto e il senso totale.
9
Così nel testo classico del VII Conc. Ecumenico (II di
Nicea, 787), Actio VII e Actio Vili: DENZINGER, 302, 308.
10
Così al Conc. di Trento (supra, n. 6) e al Conc. Vati-
cano I, sess. Ili, cap. 2: DENZ. 1787.
128 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
11
S. TOMMASO D'AQUINO: « Innititur fides nostra revela-
tioni apostolis et prophetis factae » (I, q. 1, a. 8, ad 2);
« Apostoli et eorum successores sunt vicarii Dei quantum
ad regimen Ecclesia^ constitutse per ndem et fidei sacra-
menta. Unde sicut non licet eis constituere aliam eccle-
siam, ita non licct eis tradere aliam ndem, neque insti-
tuere alia sacramenta » (III, q. 64, a. 2, ad 3; cf. II-II,
q. 88, a. 11; IV Sent., d. 17, q. 3, a. 1, sol. 5; disp. 27, q. 3,
a. 3, ad 2). Poiché si tratta qui di rivelazione, è Dio che ne
è il soggetto d'origine. L'espressione « tradizione aposto-
lica » è suscettibile di un duplice senso, secondo che si ve-
dono gli Apostoli o come trasmettitori di una consegna
divina, o come origine di una certa determinazione, che
essi trasmettono e che sarà ancora trasmessa dopo di loro.
Per parte nostra astraiamo qui da tale distinzione, classica
in teologia.
2. - CHIARIFICAZIONE DEL CONCETTO DI TRADIZIONE 129
5. - La tradizione e le tradizioni.
130 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
12
Espressione già abbondantemente utilizzata dai Pa-
dri del IV sec., poi dai teologi del medioevo, che hanno per-
fino, talvolta, così caratterizzato le Scritture bibliche, per
distinguerle dai testi dei Padri, dal magistero, dal diritto
canonico, all'interno di un campo indefinito di Scripturae
sacrae (o sanctae).
2. - CHIARIFICAZIONE DEL CONCETTO DI TRADIZIONE 131
15
FRANZELIN la definisce: « La dottrina della fede ma-
nifestata oralmente dal Cristo o dallo Spirito Santo agli
Apostoli, da essi predicata a viva voce e senza alterazioni
conservata e trasmessa fino a noi, per successione inin-
terrotta nel corso dei tempi, sotto l'assistenza dello Spirito
Santo » (op. cit., ih. XI, p. 90). Ugualmente J. V. BAINVEL
(De Magisterio vivo et Trad., Parigi, 1905, p. 39), G. FILO-
GRASSI, Traditio Divino-Apostolica et Assumptio B.M.V., in
Gregorianum, 30 (1949), p. 443-489 (p. 448-449). Cf. P. SMUI.-
DERS, studio cit. (n. 2), p. 61 : « La dottrina apostolica tra-
smessa dalle generazioni successive e giunta così fino a
noi ».
16
Fino all'epoca moderna, questa distinzione tra ispi-
razione e assistenza non è stata quasi introdotta nel vo-
cabolario. Attenti al fatto che lo stesso Spirito Santo, che
ha parlato attraverso i profeti, agisce incessantemente
nella Chiesa e nei cristiani, si parlava piuttosto indi-
stintamente di inspiratio o di revelatio: cf. S.S., p. 220-248.
2. - CHIARIFICAZIONE DEL CONCETTO DI TRADIZIONE 133
18
L'aver precisato questo punto è stato il merito par-
ticolare di L. Billot. Cf. S.S., p. 362.
2. - CHIARIFICAZIONE DEL CONCETTO DI TRADIZIONE 135
20
S. VINCENZO DI LERINO, Commonitarium, 2 (P.L., 50,
639: anno 434).
2. - CHIARIFICAZIONE DEL CONCETTO DI TRADIZIONE 137
21
MOHLER (Symbolik, par. 38) definisce la tradizione,
in senso soggettivo, « il senso cristiano caratteristico pre-
sente nella Chiesa e propagantcsi attraverso l'educazione
ecclesiale, senso che però non va pensato, senza il suo con-
tenuto... » (ed. J. R. GEISELMANN, Colonia-Olten, 1958, p. 415),
testo citato da Perrone (W. KASPER, op. cìt., p. 94, n. 100).
Cf. NEWMAN (W. KASPER, op. cit., p. 97-102), PERRONE (p. 38,
n. 83, 89-92, 94s), PASSAGLIA (p. 215, 342, 394: contenuto della
coscienza della Chiesa), SCHRADER (p. 290); FR. A. STAUDEN-
MAIER, Das Wesen der Kathol. Kirche, Friburgo, 1945, par. 9,
p. 45, « questa coscienza eternamente identica della Chiesa,
che si propaga e si prolunga in modo vitale »; A. TANNER,
Ueber das kathol. Tradition- und protestantiche Schrift-
Prinzip, Lucerna, 1862, p. 149s.
22
Cf. 2 Cor, 3, 2; Ger., 31, 33; S. TOMMASO D'AQUINO, I M I ,
q. 106, a. 1; III, q. 42, a. 4, ad 2; In Hebr., e. 8, lect. 3, fine.
Ved. infra, EXCURSUS A: Il Vangelo scritto nei cuori.
23
Ved. CL. DILLENSCHNEIDER, Le Sens de la foi et le
progrès dogmatique du mystère marial, Roma, 1954 (con
ricca bibliografia). Mohler e Passaglia. A Mohler e a Pas-
saglia è piaciuto citare l'espressione di EUSEBIO: ecclesia-
sticon phronema (H.E., V, 28, 6: S. Ch., 41, p. 75).
138 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
1
Così affermano S. IRENEO, molto spesso (per es. A.H.,
I, 3, 1; III, praef.: P.G., 7, 520s, 843), TERTULLIANO (Praescr.,
37, 1: P.L., 2, 50; PREUSCHEN, p. 29; E.P., 298). Cf. anche
G. SOHNGEN, Ueberlìeferung und apostolische Verkiindigung
in Episcopus (Festsch. f. Kard. M. von Faulhaber), Monaco,
1949, p. 89-109, riprodotto in Die Einhe.it in der Theologie,
Monaco, 1952, p. 305-323.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 145
2
Per questo significato di « profeti », già Le, 24, 25-27
e 44; Rom., 16, 25s; S. IRENEO, A.H., II, 27, 2; III, 24, 1 (P.G.,
7, 803 B, 966) e spesso (cf. VERNET, in D.T.C., VII, 2421 e
H. HOLSTEIN, in R.S.R., 1949, p. 255); Canone di Muratori,
I, 79-80 (KIRCII, n. 162); S. IPPOLITO, Coni, des Cant. (G.C.S.,
Hipp., 1/1, p. 374); CLEMENTE D'ALESSANDRIA, Strom., I, 11, 2
(S. Ch., 30, p . 51); ORIGENE, De princ, I, praef. {G.C.S., Orig.,
V, p. 11); S. GIROLAMO, in Anal. Maredsol, III/2, p. 301;
S AGOSTINO, seguendo Tertulliano (cf. CH. J. COSTELLO,
St. Augustine's Doctrine on the inspiration and canonicity
of Scripture, Washington, 1930, p. 67, n. 17); S. LEONE,
Epist., 124, 8 (P.L., 54, 1067 D); ancora S. TOMMASO D'A-
QUINO (I, q. 1, a. 8, ad 2) e il Concilio di Trento (D. 783).
Sugli Apostoli e i Profeti in quanto scelti e ordinati, ved.
Inspiration des Ecritures canoniques et Apostolicité de
l'Eglìse, in R.S.P.T., 45 (1961), p. 32-42.
3
PASCAL, fr. 740. Cf. l'immagine tradizionale del grap-
polo riportato miracolosamente da Canaan da parte dei
due messaggeri che lo sostenevano sulle spalle, sospeso ad
un bastone, in maniera tale che il primo avanzava vol-
gendogli il dorso, il secondo, dietro, l'aveva dinanzi agli
occhi : il grappolo è il Cristo, i due messaggeri, la Sinagoga
e la Chiesa.
146 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
4
Vedi i riferimenti in L. BRUGÈRE, De Ecclesia Christi,
2 ed., Parigi, 1878, p. 49-50 e Appendice II, p. 353-355. Tra
i moderni, WILMERS non sarebbe favorevole a quest'idea:
Lehrbuch der Religion, Miinster, t. I, 7 ed., 1909, par. 12 a,
p. 173; 8 ed., 1922, p. 161s (Cf. DENEFFE, p. 166); K. RAHNER,
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 147
Gli stessi problemi sorgono se si tratta del
Nuovo Testamento. È risaputo infatti, secondo la
scuola della storia delle forme, che gli scritti
apostolici ed anche le lettere di S. Paolo non pos-
sono essere isolati dalla comunità dei credenti.
Questa non soltanto li ha ricevuti, ma li ha, in
certa maniera, prodotti. Ne consegue che il sog-
getto della trasmissione della tradizione non è to-
talmente escluso dall'attività che la costituisce.
Sono stati scelti alcuni uomini, ma non sono stati
isolati da tutti gli altri: un po' come l'esistenza
di un pubblico sacerdozio affidato ad alcuni, non
ha impedito, né in Israele, né nella Chiesa, la pre-
rogativa sacerdotale di tutto il popolo.
Se non si può escludere totalmente, dal mo-
mento costitutivo stesso, il soggetto della con-
servazione, dell'interpretazione e della trasmissio-
ne, i due momenti di costituzione e di trasmissione
restano tuttavia distinti. Alcuni teologi cattolici
hanno molto spesso osservato che si potrebbe
intendere la Chiesa nel senso che essa include gli
Apostoli come una parte di se stessa 5 .
Stando così le cose, è necessario dire che la
Chiesa è, puramente e semplicemente, il soggetto
8
Si trova, per esempio, una trattazione troppo fisicista
del tema del corpo in MOHLER (Symb., par. 36), poi in Per-
rone (cf. W. KASPER, op. cit., p. 45-46, 103s, 141), in Passaglia
e Schrader (cf. W. KASPER, op. cit., p. 284s, 288) o nella cor-
rente romantica criticata da P. E. PRZYWARA (Zeitschrift. f.
Asz. u. Mystik, 15 (1940), p. 197-215) o da F. X. ARNOLD
(Grundsàtzliches und Geschichtl. tur Theologie der Seel-
sorge, Friburgo, 1949, p. 19s). Citiamo per esempio questo
testo di Perrone, in cui troviamo un certo sapore di mo-
nofisismo ecclesiologico : « Ecclesia infallibilis est, que-
m a d m o d u m infallibilis est Christus, qui eam tamquam
vivam imaginem sui ipsius atque perfectam esse voluìt,
immo per eam quodammodo se in terris usque ad con-
summationem saeculi perpetuare constituit, ita ut, quod
Christus habuit et habet natura sua, communicet per gra-
tiam ac privilegium huic filiac seu sponsae suae » {Praelect.,
V i l i , p. 30). Tutto sta nel vedere il senso che si dà a quel
quodammodo. (Ved. per l'unione di alleanza, Esquisses du
mystère de l'Eglise, 2 ed., Parigi, 1953, p. 160s; Dogme chri-
stologique et ecclésiologie. Vérité et litnits d'un parallèle,
in Das Konzil von Chalkedon, Wiirzburg, 1954, t. I l i ,
p. 239-268).
152 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
9
Né F. Kattenbusch né J. N. D. Kelly commentano
questa frase del Simbolo. La formula deve essere molto
antica (cf. S. IRENEO, A.H., I, 10, 2: P.G., 7, 549; HARVEY,
I, p. 90; E.P., 191); la si ritrova nei simboli: cf. HAHN,
Bibl. der Symbole, 3 ed., Breslau, 1897, p. 134, 135, 136, 138
165, 310.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 153
12
Ved., per es.: A.H., I, 10, 2: « Hanc praedicationem
cum acceperit et hanc fidem, quemadmodum praediximus,
Ecclesia, et quidem in universum mundum disseminata,
diligenter custodit, quasi unam domum inhabitans; et
similiter credit iis, videlicet quasi unam animam habens,
et unum cor, et consonanter haec praedicat et docet et
tradit, quasi unum possidens os » (P.G., 7, 551 A; greco,
552); III, 24, 1 : « In eo (il dono della fede concesso alla
Chiesa) disposita est communicatio Christi, id est Spiritus
Sanctus » (col. 966, cf. infra, n. 14).
13
Sono quelle di S. Tommaso. Non ci meravigliamo
così che la nostra analisi coincida con quella del P. J. TER-
NUS, Vom Gemeinschaftsglauben der Kirche..., in Scola-
stik, 10 (1935), p. 1-30.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 155
14
Ved. per es. : S. IRENEO, A.H., I, 10, 1 : « Ecclesia...
ab apostolis et a discipulis eorum accepit eam fidem... »
(P.G., 7, 549, latino, 550); n. 2, cf. supra, n. 12; ORIGENE, De
principiis, I, 6, 1 (Koetschau, p. 78) e 7, 1 (p. 85-86), col
senso oggettivo, come in Ireneo; altri riferimenti o testi
in H. DE LUBAC, Méditations sur l'Eglise (Théologìe, 27),
Parigi, 1953, p. 31-32 (vers. ital., 2 ed., Milano, 1963). Nel
156 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
Spesso i P a d r i di T r e n t o h a n n o deciso p e r il
motivo seguente : « h i c est sensus Ecclesia? », « talis
est c o n s e n s u s Ecclesise p e r p e t u u s », « c o n s e n s u s
totius Ecclesise fuit et est », « c o m m u n i s c o n s e n s u s
Ecclesia; est » 3 0 .
Si i n c o n t r a n o spesso espressioni analoghe pres-
so i teologi di q u e l p e r i o d o , Melchior Cano e M a r t i n
Perez Ajala, p e r esempio, che h a n n o un n o m e nella
22
Ved. D. 786, 874, 898, 905, 970 e sess. XIII, e. 2. Dob-
biamo la maggior p a r t e di questi riferimenti a P. J. SALA-
VERRI, Estudios Eccles., 1946, p. 56s.
2
3 D. 787, 801, 930.
24
D. 791, 792, 899, 908, 916, 938.
25
D. 839, 898, 938.
26
D. 877, 903. Cf.: « Semper haec fides in Ecclesia Dei
fuit» (D. 876).
27
D. 839.
28
D. 787, 839, 873 a, 903.
29
D. 786 e 995 (Professio fidei Tridentina).
3
° C.T., t. V, p. 729, 10-731, 35; cf. la risposta del car-
dinal CERVINI, secondo il quale il testo di S. Paolo deve
essere inteso « secundum consensum Ecclesia? » : p. 734,
1. 23-27.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 159
33
P. CHMLLET, La Tradition vivanle, in R.S.P.T., 27
(1938), p. 161-183; p. 171, con riferimento a Syrnb., par. 37
(10 ed., 1921, p. 337: ed. GEISELMANN, 1958, p. 393) e par. 38
(p. 358s, 461s). Sul Volksgeist, ved. J. RANFT, La Tradition
vivante. Unite et développement, in L'Eglise est une.
Hommage à Mohler, Parigi, 1939, p. 102-126 (p. 120); J. R. GEI-
SELMANN, Lebendiger Glaube aus geheiligter Ueberlieferung.
Der Grundgedanke der Theologie J. A. Móhlers u. d. kathol.
Tubinger Schule, 1942, p. 513, 564, 578, n. 1; E. VON IVANKA,
« Geistkirche » und « Gottrdgervolk ». Zum Kirchenbegrijf
der Ostkirche, in Z.K.T., 71 (1949), p. 347-354. Per il contesto
romantico dell'idea, cf. J. R. GEISELMANN, J. A. Mohler, Die
Einheit der Kirche und die Wiedervereinigung der Kon-
fessionen, Vienna, 1940, p. 46 e n. 32.
34
CHAILTJET, art. cit., p. 168, con riferimento a Die Ein-
heit, soprattutto parr. 1 e 8.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 161
35
38
Ved. Symb., par. 39.
H. FEIES, in Die miindliche Ueberlieferung, edito da
M. SCHMAUS, Monaco, 1957, p. 119s.
37
Ved. G.-G. JOYCE, La Foi qui discerne d'après S. Tho-
mas, in R.S.R., 6 (1916), p. 433-435; J. DE GUIBEET, A propos
des textes de S. Thomas sur la foi qui discerne, ibid., 9
(1919), p. 30-44.
38
Applicazione alla Chiesa come tale: oltre a MOHLES
6. - La tradizione e le tradizioni.
162 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
4
2 Cf. S. TOMMASO, I I I Sent., d. 13, q. 2, a. 2; E. VAUTHIER,
Le Saint-Esprit, principe d'unite de l'Eglise d'après S. Tho-
mas d'Aquin, in Mélanges de Sciences Rei., 5 (1948), p. 175-
196; 6 (1949), p. 57-80.
43
Così MÒHLER, Symb., par. 38 (ed. GEISELMANN, 1958,
p. 415 : « Lo Spirito di Dio, che governa e vivifica la Chiesa,
genera nell'uomo un istinto, un tatto cristiano, che lo
guida alla vera dottrina »; p. 38 : « Tale senso intimo, tale
coscienza, è la tradizione, catena di pensieri e di testi-
monianze che risalgono di secolo in secolo fino al divino
Maestro ». Si vede come Mòhler faccia coincidere l'aspetto
soggettivo con l'aspetto oggettivo, che, per lui, non costi-
tuiva che la corporificazione del precedente); Einheit, in
particolare par. 12, n. 4 e 5. In NEWMAN s'incontra piutto-
sto raramente l'espressione « coscienza », applicata al no-
164 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
15
S. ATANASIO, Epist. de synodis, 5 (P.G., 26, 688; E.P.,
785); Conc. di Trento, decr. sul peccato originale (D. 791),
sulla giustificazione (D. 801, 839), sull'Eucaristia (D. 874),
sulla comunione (D. 930), e et. supra, n. 22-30.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 167
46
Ved. il nostro Jalons pour une Théologie Au làicat,
Parigi, 1953, passim e particolarmente p. 369s.
« Dogmatique, par. 13, n. 170; par. 15, n. 200, 206; ved.
S.S., p. 380s.
168 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
48
Sulla questione del vocabolario, ved. L'Episcopat et
VEglise unìverselle (Unam Sanctam, 40), Parigi, 1962,
p. lOls (vers. ital., in preparazione, Edizioni Paoline, Ro-
ma). Cf. Jalons, p. 71s.
49
Documentazione sulla teologia della Sobornost: Ja-
lons, p. 380-386. Aggiungere, oltre E. VON IVANKA (cit. supra,
n. 33), B. ZENKOWSKI, La « sobornost » dans la nature de
l'homme, in Dieu vivant, n. 27, 1956, p. 91-104.
50
Così Mons. GERMANOS di Tiatira, nella sua prefazione
a S. BOLSHAKOFF, The Doctrine of the Unity of the Church
in the works of Khomyakov and. Moehler, Londra, 1946,
p. IX; P. SERGIO BULGAKOFF, L'Orthodoxie, Parigi, 1932, p. 108.
(« Si deve distinguere la proclamazione della verità, che
appartiene al potere ecclesiastico supremo, dal possesso
della verità, che appartiene a tutto il corpo della Chiesa,
nella sua « cattolicità » e nella sua infallibilità »); P. L ' H U I L -
170 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
52
Sum. Theol., I l i , q. 25, a. 3, ad 4. Fidelis = battezzato.
53
Doctrinale Antiquitatum fidei Ecclesia catholicce,
e. 19 (ed. Venezia, 1571; 1757): cit. da G. TAVARD, p. 57.
54
V. J. R. GEISELMANN, cit. supra, n. 41. Tutta l'opera
di Moehler è basata su tale concetto (cf. anche S.S.,
p. 346-351). Per STAUDENMAIER, V. Geist des Christentums,
1835, e P. WEINDEL, Das Verh'dltnis voti Glauben u. Wissen
nach dar Theologie von Staudenmaier, Dusseldorf, 1940.
55
The Arians, p. 445-468; On Consulting the Faithfull in
matters of doctrine, in The Rambler, luglio 1859, p. 198-230,
testo nuovamente edito con un'introduzione di J. COULSON,
Londra, 1961; V. H.-F. DAVIS, Le Ròte et l'apostolat de la
hiérarchie et du laicat dans la theologie de l'Eglise chez
Newman, in L'Ecclésiologie au XIX' siede (Unam Sanctam,
34), Parigi, 1960, p. 329-349; G. BIEMER, Ueberlieferung u.
Offenbarung. Die Lehre v. d. Tradition nach John Henry
Newman, Friburgo, 1961, p. 130-135, 183s e 125s.
172 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
56
W. KASPER, op. cit., p. 94. Perrone riporta un gran
numero di testi dei teologi dei sec. XVI e XVII (ib., p. 389,
n. 53).
57
Si giudichi : « Ecclesìae nomine hic non intelligimus
coetum omnium fidelium qui legitimis pastoribus subsunt
sub Romano Pontifice, eamdemque cum ipsis fidem pro-
fitentur, eademque sacramenta participant, seu ecclesiam
discentem; seu potius episcopatum universum seu, ut ita
dicam, in tota sua plenitudine, nempe corpus pastorum
una cum Romano Pontifice, seu ecclesiam docentem »
(Vrtzlectiones, I, 164, n. 15; W. KASPER, op. cit., p. 76).
58
W. KASPER, op. cit., p. 98-99.
59
W. KASPER, op. cit., p. 314s, 389s. Passaglia ha, in se-
guito, ridato maggiormente valore alla testimonianza dei
laici.
60
De Div. Traditione et Scriptum, tutta la tesi XII,
p. 103s; cf. tesi IX, p. 87s.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 173
61
Cf. GEISELMANN, op. cit., (n. 41), p. 296-297.
62
Dogmatique, nn. 170, 200, 206. Ved. anche n. 181.
63
Ved. Concilio di Utrecht, 1865 : « Quoad ipsum tradi-
tionis testimonium, illud cognoscitur ex Conciliorum de-
cretis et definitionibus (...). Ex ipsa etiam fidelium consen-
sione, cum ex sese referat catholicum sensum, doctrinam
testium authenticorum eruimus » (MANSI, 48, 651 A; Col-
lectio Lacensis, 5, 750). KLEUTGEN, nel Conc. Vaticano I
(Const. de Ecclesìa, 2, e. 7), riprendeva l'idea d'infallibilità
in docendo e in credendo (MANSI, 53, 313). H. VAN LAAK
(Theses queedam de Patrum et theologorum Magisterio
necnon de fidelium sensu, Roma, 1933, p. 59) e altri teologi
citati in Jalons, p. 400, n. 77; J. M. A. VACANT, Etudes théol.
sur les Const. du Conc. du Vatican, Parigi-Lione, 1895, t. II,
p 95s; Mons. JAGER, arcivescovo di Paderborn, in Doc. cathol.,
19 luglio 1959, col. 947-948. Il Card. TISSERANT al Congresso
Mariano di Lourdes, sett. 1958 : « Dal fatto che il Cristo
ha affidato al Magistero l'interpretazione ufficiale del de-
posito della fede, per cui la nostra religione si distingue
particolarmente dalle altre, non ne segue che le assemblee
dei fedeli debbano comportarsi passivamente e, per così
dire, meccanicamente. Poiché la fede dei fedeli, come l'in-
segnamento dei pastori, è sotto l'ispirazione dello Spirito
Santo. Ecco perché anche i fedeli cooperano, mediante
il senso cristiano e la professione della loro fede, ad
esporre, a render pubblica, a manifestare, ad attestare la
174 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
65
Diogn., XI, 1 (FUNK, Patr. Apost., I, p. 410; ed. H. I.
MARROU, S. Ch., p. 78).
176 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
66
Ved. M.-E. BOISMARD, La Connaissance dans VAlliance
nouvelle d'après la première lettre di S. Jean, in R.B., 56
(1949), p. 365-391; Jalons, p. 369s; I. DE LA POTTERIE, L'Onction
du chrétien par la foi, in Biblica, 40 (1959), p. 12-69.
67
Ved. la posizione di GAETANO (Jalons, p. 240-241),
quella di SADOLETO (cf. TAVARD, p . 155).
68
8 die. 1854: Pii IX Pont. Max. Ada, t. I, p. 615.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 177
della crisi ariana. È compito della storia dirci ciò
che è avvenuto; i teologi non possono che situare
i fatti in una dottrina che li accolga. È probabile
che la distinzione di Scheeben trovi qui un'appli-
cazione preziosa. La fede (sensus fidei in senso
oggettivo) è infine dichiarata dal magistero 69.
Gli atti che esercitano i fedeli, come soggetto
corporativo della tradizione, consistono princi-
palmente nel conservarla e nel trasmetterla. La
conservano nella fedeltà, non soltanto del pen-
siero, ma dell'azione cristiana; il loro senso della
fede non è altro che la loro fedeltà cristiana, che
conserva ciò che ha ricevuto: ved. il capitolo se-
guente. La trasmettono: a) mediante l'insegna-
mento e l'educazione; b) attraverso la testimo-
nianza o la professione di fede. Con tutto ciò,
i fedeli esercitano una funzione di maternità nel-
la Chiesa.
69
LEONE XIII, encicl. Providentissimus, 18 die. 1893, e
Vigilantice, 30 ottobre 1902, in Enchiridion Bibl., n. 93 e 134.
178 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
70
KNOPF-KRUEGER, Ausgewàhlte Martyrerakten, p. 11;
H. LECLERCQ, Les Martyrs, Parigi, 1903, t. I, p. 79.
71
Espressioni del P. DANIÉLOU, Ecriture et Tradition
dans le dìalogue entre les chrétìens séparés, in Doc. Cathol.,
54 (1957), col. 283-294: cf. col. 289 e 290. Cf. anche W. WIL-
MERS, nel n o s t r o S.S., p . 360, n. 87; B. FISCHER, L'Entretien
familial, prolongement de la predication, in Parole de
Dieu et Sacerdoce, Parigi, 1962, p. 237-245 (riferimenti
p . 232, n. 2).
72
Pensiamo in particolare ai cristiani del Giappone
(cf. Jalons, p. 236-237). Ma anche ai « vecchi cattolici » della
regione di Nagasaki o delle isole vicine, a proposito dei
quali, v. La Croix, 13 marzo 1962, p. 5.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 179
73
Si troveranno i testi in MULLEK, Ecclesia-Maria, Die
Eìriheit Marìas und der Kirche, Friburgo, 1951; K. DE-
LEHAYE, Mater Ecclesia, Beitrag des Fruhchristlichen Be-
wusstseins zum Aufbau einer Theologie der Seelsorge, in
Wissenschaft und Weisheit, 16 (1953), p. 161-170; ID., Erneuer-
ung der Seelsorgsformen aus des Sicht der friihen Pa-
tristik, Friburgo, 1958.
180 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
77
Una delle conclusioni che scaturiscono nella maniera
più impressionante dagli studi profondi riuniti nella rac-
colta L'Episcopat et VEglise universelle (Unam Sanctam,
39, Parigi, 1962, vers. ital., in preparazione, Ed. Paoline,
Roma), è il carattere sacro e santo dell'Episcopato, legato
all'ufficio di cui è rivestito nell'economia della salvezza.
182 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
78
Su tale funzione di discernimento, ved. DILLEN-
SCHNEIDER, op. cit., p. 342-360.
79
P. EVDOKLMOV, Les Principaux Courants de l'ecclé-
siologie orthod., in Ecclésiologie au XIX" siede (Unam
Sanctam, 34), Parigi, 1960, p. 57-76 (p. 69: il seguito del
testo richiederebbe delle precisazioni).
so Ved. S.S., p. 351s; W. KASPER, op. cit., p. 42s, 66s.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 183
sl
C. Epist. Manich., « quarti vocant flineamenti» 5, 6
(P.L., 42, 176; C.S.E.L., 25, p. 197: nel 397).
82
Ved. S.S., p. 58s, 328s; W. KASPER, op. cit., p. 42s, 66s.
83
Riferimenti in D.T.C., XV, 1340; S.S., p. 351s, 370s.
Così in particolare tra i manuali classici, FRANZELIN (th.
XII, p. 155; th. XXIII, p. 263) e BAINVEL (De Magist. vivo et
Trad., p. 15, 47).
84
V. L. BILLOT, De Immutabilitate Tradilionis cantra
modernam haeresitn Evolutionismi, Roma, 1907, p. 20,
n. 1; D.T.C., XV, 1341, 1343; S.S., p. 374, 384.
184 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
83
« Ad fldem requiruntur assensus et propositio vel
explicatio credendorum » : v. Stimma Theol, IMI, q. 1,
a. 8, ad 2; q. 5, a. 3; q. 6, a. 1.
8e
Sent., prol., q. 1, a. 5; III, d. 25, q. 1, a. 1, q. 4, ad 1;
q. 2, a. 1, ad 1; IV, d. 4, q. 2, a. 2, sol. 3, ad 1; De Verit.,
q. 10, a. 3; C. Gent., Ili, 154; In Boèt. de Trìn., q. 3, a. 1,
ad 2 et 4 (infra, n. 90); IMI, q. 5, a. 3; q. 6, a. 1.
87
Rom., 10, 14-15. Per S. Tommaso, come per la tradi-
zione, una missione che rientra nei quadri annunciati dalla
Scrittura è necessaria per l'annuncio pubblico della Pa-
rola, a meno che Dìo non manifesti l'ispirazione del suo
messaggero mediante dei miracoli (cf. IV Sent., d. 19, q. 2,
a. 2, q. 2, ad 4; C. Impugn., e. 4; Quodlib., XII, a. 27;
a. 28, ad 1; Com. in Rom., e. 10, 1. 2; Sion, theol, I, q. 1,
a. 2, ad 2; IMI, q. 177, a. 2c; III, q. 71, a. 1): dottrina
omologata dai testi canonici. Cf. Z. ALSZEGHY, Die Theolo-
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 185
93
Controverses, parte II, cap. Ili, art. 1 : Oeuvres,
ed. Annecy, t. I, p. 206s. Ved. il nostro Vraìe et Fausse
Réforme dans l'Eglise, Parigi, 1950, p. 492.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 189
94
È per la via indiretta dell'esercizio di tale autorità
pastorale giurisdizionale che S. Tommaso introduce la
tesi del potere pontificale in materia di « dogmi ». E per-
ché la Chiesa universale non può errare — dice — che
il Papa, il quale, per istituzione divina, presiede alla sua
unità e rappresenta o personifica tutta la Chiesa come
suo Capo, non può errare, quando emette un giudizio de-
finitivo in materia controversa (II-II, q. 1, a. 10; C. Gent.,
IV, 76; Quodl., IX, a. 16). È dunque all'autorità pubblica
del ministero, di cui il Papa occupa il grado supremo, che
S. Tommaso riallaccia il valore di regola seconda per la
fede, che appartiene al magistero come soggetto della
tradizione. Rimandiamo il lettore anche a S.S., p. 358, n. 84.
190 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
95
Si può notare a questo proposito che ridurre, come
fa Billot, tale tradizione formale al magistero, significa
privare la tradizione stessa di gran parte della propria
linfa. Significa effettivamente rischiare di ridurla al suo
momento di legge dottrinale, di dogma, a « Denzinger ».
Ora, il magistero non ha espresso tutto, non ha anzi detto
nulla talvolta, di questa o di quella realtà cristiana im-
portantissima (per esempio: la libertà cristiana), o ha
reagito contro alcuni errori senza esprimere gli aspetti
più profondi, spiritualmente parlando, del senso cattoli-
co. Partendo da tale costatazione, il P. A. GAEDEIL sotto-
lineava la necessità di « reincorporare (le verità parziali
così definite) nelle asserzioni vive del Vangelo » (Le Donne
révélé et la Théologie, 2 ed., Parigi, 1932, p. 333).
192 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
96
V. A. DUPRONT, Le Concile de Trenta, in Le Concile
et les Conciles, Parigi, 1960, p. 221s (vers. ital., 2 ed., Roma,
1963). Ma è giusto sottolineare la p a r t e dei teologi negli
esempi meno l'elici presentati sopra (bolla Unam Sanctam,
ecc.).
97
La storia del professore B. ALTANER nel 1948-50 lo
dimostra (Zur Definibilitàt der Assumptio B.M.V., in
Theol. Rev. Critica di J. TERNUS, Zur historisch-theolo-
gischen Tradition der Himmelfahrt Mariens, in Scho-
lastik, 25 (1950), p. 321-360, e cf. S.S., p. 384s, 394, n. 151).
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 193
7. - La tradizione e le tradizioni.
194 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
111
Ved. la documentazione raccolta in S.S., p. 203s.
lr
- Lo Spirito Santo fa comprendere il deposito scrit-
turale nel senso stesso in cui. l'ha costituito: ved. citazioni
in S.S., p. 174, con la nota 20, e p. 229; aggiungere S. AGO-
STINO, C. Mendac, 15, 26-27 (P.L., 40, 406); S. ISIDORO, Etym.,
Vili, 5, 70 (82, 305); S. TOMMASO, Comm. in Rom., e. 1,
1. 6; S. LEONE, Sermo, 79, 1 : «(Spiritus Sanctus) qui nunc
quoque cordibus fidelium suis praesidet institutis ut ea
omnes et obedienter custodiant et sempcr intelligant »
(P.L., 54, 419 A).
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 199
113
opera negli atti più decisivi della sua vita .
È esattamente la giustificazione che fornisce, da
parte sua, la teologia ortodossa m .
3) Nella grande teologia della tradizione, che
si trova nella scuola di Tubinga e particolarmen-
te nel Mòhler della Die Einheit1". Quest'ultimo,
che s'ispira tanto notevolmente ai Padri e ne ri-
trova effettivamente la vena profonda, non deve
loro integralmente la sua teologia, che risulta
invece una sua elaborazione personale. Ma non
ha fatto che applicare alla tradizione la teologia
patristica dello Spìrito Santo, anima della Chiesa:
si direbbe, in termini scolastici, la loro teologia
dello Spirito Santo, principio operazionale del
Corpo mistico. Mohler vede nella tradizione l'ele-
mento che realizza l'unità della Chiesa come Chie-
sa, sorta nello stesso tempo dall'insegnamento
del Cristo e dalla Pentecoste: mediante lo Spirito,
la verità insegnata da Gesù Cristo, s'interiorizza e
diviene, attraverso l'amore, ispirazione di comunio-
ne. Lo Spirito crea insieme, dall'interno, l'unità
della comunità e gli organi o le espressioni del suo
genio, cioè della sua tradizione.
116
Oltre a J. L. LEUBA, cit. in S.S., p. 27, n. 17, ved.
W. KRECK, Parole et Esprit selon Calvin, in R.H.P.R., 40
(1960), p. 215-228.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 201
317
Ved. M. J. LAGRANGE, Evang. selon S. Jean, Parigi,
1904, p. 390, 403, 407 e 8 ed., 1947, p. 391, 392, 421-425; Fu. TILL-
MANN, Das Johannesevangelium, 4 ed., Bonn, 1931, p. 266,
267, 270, 271, 280, 281, 285-287; H. DIECKMANN, De Ecclesia,
Friburgo, 1925, t. II, p. 42, 134; A. DURAND, Evang. selon
S. Jean, Parigi, 1927, p. 404, 424, 425, 430; A. WIKENHAUSER,
Das Evangelium nach Johannes, Regensburg, 1948, p. 222-
224, 231, 241, 243-244; J. BONSIRVEN, Les Enseignements de
Jésus-Christ, 8 ed., Parigi, 1950, p. 296, 373, 374, 400;
F. M. BRAUN, Evang. selon S. Jean, (Saìnte Bible, PIROT-
CLAMER, Parigi, 1946, p. 431, 439, 441-442 (conserva l'appli-
cazione di Gv., 16,13 ai soli Apostoli) : riferimenti forniti
da E. DAHNIS, Gregorianum, 34 (1953), p. 207. Ved. anche
J M. GIRARDA, La Asistencia del Espiritu Santo a la Santa
Madre Iglesia, in Rev. esp. de TeoL, 7 (1947), p. 47-78
(alcune citaz. patristiche; passa quindi ad un'esposizione
di criteriologia teologica); J. GIBLET, Les promesses de
l'Esprit et la mission des Apòtres dans les Evang., in
Irénikon, 30 (1957), p. 5-43.
118
H. B. SWETE, The Holy Spirit in the New Testa-
mene A study of Primitive Christian Teaching, Londra,
1909, p. 306s. Per lo Spirito Santo donato alla comunità,
L. S. THORNTON fa un'osservazione analoga toccando la
pericope Rom., 5, 1-11, in cui ritorna anche il termine
« noi » (The Common Life in the Body of Christ, Westmin-
ster, 1950, p. 92).
202 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
121
Confrontare Rom., 8, 15-16 e 26 con Gal, 4, 6; cf.
Rom., 9, 1. Esiste, in realtà, un accordo, una specie di
concelebrazione dello Spirito Santo e dello spirito degli
uomini fedeli (cf., sul piano ecclesiale, Giov., 15, 26-27 e
il nostro studio Le Saint-Esprit et le Corps Apostolique,
in Esquisses du myst. de VEglise, 2 ed., Parigi, 1953,
p. 129-179).
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 205
124
Cf. Conc. d'Orange, e. 7 (D. 180); Conc. Vaticano I,
sess. I H , e. 3 (D. 1791). Cf., per la teologia tomista del-
l'atto di fede, supra, n. 89 e 90.
125
Rimandiamo il lettore ancora una volta a S.S.,
p. 202-219, e ricordiamo per S. Ireneo, Tu. F. GERAETS, Apo-
stolica Ecclesia? Traditio, in Bijdragen, 18 (1957), p. 1-18;
per S. Leone, A. LAURAS, in R.S.R., 1960, p. 175-176; per
S. Bonaventura, J. RATZINGER, Offenbarung, Schrift and
Veberlieferung. Ein Text des hi. Bonaventura und seine
Bedeutung fiir die gegenwartige Theologie, in Triere Theol.
Zeitschr., 67 (1958), p. 13-27 (/ Seni., d. 11, q. 1, conci.:
« Cognitio huius articuli fundamentum habet a scriptum,
profectum vel incrementum a ratione, sed consumma-
tionem a revclatione »).
126
Ved. i testi raccolti in appendice alla fine del pre-
sente capitolo.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 207
128
Ecritures et Traditions apostoliques au concile
de Trente, in R.S.R., 36 (1949), p. 271-299 (p. 290).
«» Cf. Bf., 5,25s; Gal, 4,26s.
iso per esempio, Le, 22, 19-20 e parali. (1 Cor., 11, 23s);
24, 44-49; Mt., 28, 18-20, ecc. L'argomento meriterebbe uno
studio di teologia biblica.
3. - IL SOGGETTO DELLA TRADIZIONE 209
1S1
assegnato innanzitutto al termine « Chiesa » .
Ecco che cosa professavano i fedeli, quando erano
battezzati: « Credo allo Spirito Santo, nella Santa
Chiesa » 132 .
Questa Chiesa è l'arca della nuova alleanza.
Possiede i beni dell'alleanza: i sacramenti, i mi-
nisteri apostolici, il deposito del Vangelo, la pre-
senza attiva del suo Signore, le caparre dello Spi-
rito 133. Ciò non obbliga a parlare di « Incarnazione
continuata », come han fatto Mòhler, e poi, dopo
di lui, Perrone e tanti altri (cf. supra, n. 8): questa
nozione è alquanto equivoca e richiede delle spie-
gazioni. L'abbiamo già detto: non esiste Incarna-
zione: Chiesa e Spirito non sono uniti che per
legame di alleanza. Ma ciò costringe a prendere
sul serio la nozione di Corpo ecclesiale del Cristo,
la promessa dello Spirito Santo, in quanto fatta
1
Ved. TERTULLIANO, Prcescr., 21, 3, e soprattutto BASI-
LIO, De Spiritu Sancto, 27 (P.G., 32, 191 C; S.Ch., 17, p. 236).
214 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
2
Jahrb. f. Liturgìewiss., 13 (1933), p. 101.
3
La prefazione, datata da Asburgo, 6 maggio 1548, del
suo De Divinìs, apostolicis atque ecclesiasticis traditio-
nibus... (Colonia, 1549), così enuncia la sua intenzione:
dimostrare, contro i protestanti, « esse in Ecclesia Dei
p r a t e r Canonicam scripturam aliud genus doctrinae, in
ipsa tamen fundatum et observatum... quod divina scriptu-
ra et Apostolici patres Traditionem vocant ».
4
Défense de la Tradition et dea Saints Pères.
i Ved. il testo di M. BLONDEL, cit. infra, p. 165ss.
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 215
I FATTI
0
7
Philad., 8, 2. Cfr. cap. V, sulla Scrittura e la Tradizione.
Cf. MOHLER, L'Unite dans l'Eglise, Bruxelles, 1839,
par. 69, p. 224s, (Parigi, 1938, par. 68, p. 221): l'A. sugge-
risce applicazioni al primato e al culto dei santi. Si potreb-
bero trovare altre applicazioni, per esempio, nella nostra
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 217
8
In S. Paolo e in S. Giustino le espressioni traditici,
tradere si applicano particolarmente all'Eucaristia (B. REYN-
DERS, Paradosis..., R.T.A.M., 5 (1933), p. 155-191; 168-169 e
171, n. 93).
9
Ved. a questo proposito L. BOUYER, in M.-D., n. 10
(1947), p. 71s, 75, e Le Rite et l'homme... (Lex orandi, 32),
Parigi, 1962; P. DUPLOYÉ, cit. infra, p. 322, n. 6.
1(1
Cf. V. FUCHS, Weihesakramenlale Grundlegung kirchli-
cher Rechtsgewalt, in Schol., 1941, p. 496-520; CH. JOURNET,
L'Eglise du Verte, incarni, t. I, Parigi, 1941, p. 34s, 601s;
cf. W. MAUBER, Bekenntnis u. Sakrament..., Berlino, 1939.
11
Cf. Gv., 10, 36; 17; e il nostro Pentecóte, Parigi, 1956,
p. 120s.
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 219
l2
mente religiosa e spirituale . Il vero rapporto
d'alleanza con Dio in Gesù Cristo e, mediante il
suo Spirito, nella Chiesa, in cui consiste il Van-
gelo, gli Apostoli l'hanno compreso e rivelato col
loro insegnamento, ma l'hanno prima di tutto vis-
suto perfettamente e l'hanno comunicato in pie-
nezza. Esistono molte realtà che i cristiani hanno
compreso negli scritti apostolici e nelle testimo-
nianze più antiche e che ancora continuano a com-
prendere, poiché essi possiedono già le realtà di
cui gli scritti parlano. Si potrebbero addurre, di
tale fatto, molte testimonianze tratte dall'espe-
rienza 13, ma ritorneremo ancora una volta al-
l'esempio maggiore dell'Eucaristia. Disponiamo
oggi di numerosi testi e spiegazioni, ma i semplici
fedeli non vi si riferiscono gran che, e gli stessi
dotti, che potrebbero benissimo comprenderli, im-
parano più sull'Eucaristia vivendola e vivendone...
Lo scritto costituisce un riferimento e, se si tratta
12
Varrebbe la pena studiare l'immagine degli Apostoli
presentata dalla Liturgia, dai Padri. Per S. Tommaso
d'Aquino, cf. A. LEMONNYER, Les Apótres comme docteurs
de la foi d'après Saint Thomas, in Mélanges thomistes
(Bibl. thomiste, 3), Le Saulchoir, 1923, p. 153-173; N. FULLI-
GAN, The Teaching of St. Thomas Aquinas in regard to
the Apostles, in The American Eccles. Rev., 144 (gennaio
1961), p. 32-47.
13
Parlando della restaurazione della vita religiosa nel
protestantesimo, Fr. Biot scrive: « La conoscenza progres-
siva di ciò che potrebbe chiamarsi il mistero della vita
religiosa e delle sue esigenze e condizionamenti concreti
non è apparsa alla coscienza dei fratelli e delle sorelle
se non dopo vari anni dì vita comune » (Signification
écclesiologique du renouveau cénobitique protestant, in
Istina, 1961-62, p. 223). E r a necessario instaurare di nuovo
le condizioni di penetrazione spirituale sulla base del-
l'esperienza, che la tradizione offre con evidenza laddove
esiste.
220 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
14
Ved. J. RATZINGER, Wesen und Weisen der Auctoritas
in Werke des hi. Bonaventura, in Die Kirche una ihre
Aemter (Festg. Card. Frings), Colonia, 1960, p. 58-72, a
proposito dei termini non scritturali della formula litur-
gica della consacrazione eucaristica: la Chiesa segue
l'istituzione degli Apostoli più che il racconto del testo
evangelico.
15
Apud Eusebio, H.E., III, 39, 4 (S. Ch., 31, Parigi,
1952, p. 154). I frammenti di Papia, che possediamo, non
fanno uso del termine paradosis.
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 221
16
MOHLEH, Athanase le Grand, Parigi, 1840, t. I, p. 324s.
Ved. ancora, ib., t. I, p. 30s (S. Ignazio), 85-86, 138-139, 161s,
166, 169; t. II, p. 132, 147 e il nostro studio L'Esprit des
Pères d'après Mohler, in V. S. Supph, aprile 1938, p. 1-25,
ripreso in Esquisses du myst. de VEglise, 1 ed., Parigi,
1941, p. 129-148 (cf. p. 135s e p. 159s). Cf. G. BARDY, En
lisant Ics Pères, 2 ed., 1933, p. 113.
17
I tentativi, per esempio, del P. A. M. DUBARLE (Ecri-
ture et Tradition. A propos de publications protestantes
récentes, in Istina, 1956, p. 399-416; 1957, p. 113-128); del
P. L. BOUYER (Le Tróne de la Sagesse, Parigi, 1957); le
nostre stesse ricerche (in Dieu vivant, n. 18, 1950, p. 107-
112; riprodotto in Les Voies du Dieu vivant, Parigi, 1962,
p. 219-226); a più forte ragione gli studi di TEÓFILO DE OR-
BISO, Contiénese en la Escritura la Asunción de la Virgen
(in Est. Francisc, 54 (1953), p. 5-25), che vede l'Assunzio-
ne formalmente, sebbene implicitamente, contenuta in
Gen., 3, 15.
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 223
8. - La tradizione e le tradizioni.
226 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
24
Ved. FR. PROBST, Lehre u. Gebet in den drei ersten
Jahrhunderten, Tubinga, 1871; H. SCIILIER, Die Verkiindi-
gung itn Gottesdienst der Kirche, Colonia, 1956, riprod.
in Die Zeit der Kirche, Friburgo, 1956, p. 244-264; R. SCHNET-
DER, Die Tradierung der neutestatnentlichen Heilswahrhei-
ten in den Anaphoragebeten der Alteri Kirche, in Una
Sancta, aprile 1957, p. 29-36; ED. SCHLINK, Die Struktur der
dogmatischen Aussage als oekumenisches Problem, in
Kerigma u. Dogma, 3 (1957), p. 251-306; R. GROSCIIE, Das
Bekenntnis bei Paulus in seiner Bedeutung f. die Kirche,
in Cattolica, 11 (1958), p. 129-138; L. BOUYER, Le Sens de
la vie Sacerdotale, Tournai-Parigi, 1960, p. 34s; K. RAHNER,
Wort u. Eucharìstie, in Schriften zur Theologie, Einsie-
deln, 1960, t. IV, p. 313-356 (vers. ital., in Saggi sui sacra-
menti, Roma, 1965); O. SEMMELROTH, Wirkend.es Wort. Zur
Theologie der Verkiindigung, Francoforte, 1962, p. 120-133,
171s, 217-240; H. OSTER, « Aujourd'hui s'accomplit ce pas-
sage de l'Ecriture que vous venez d'entendre », in Parole
de Dieu et Sacerdoce (Mélanges Mgr Weber), Parigi, 1962,
p. 95-213; J. WAGNER, La Fonction de la Prédication dans
la Liturgie, ib., p. 179-194 (gli ultimi tre studi sono apparsi
dopo la redazione del presente capitolo). Ciò è vero, evi-
dentemente, fin dall'A. T\, la cui liturgia celebrava i grandi
fatti della storia della salvezza ed assumeva, contempo-
raneamente ai testi ispirati che li proclamano, la risposta
d'obbedienza, di accettazione e di lode, che l'iniziativa
di Dio richiede.
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 227
25
Ved. Les Deux Formes du Pain de Vie dans l'Evan-
gile et dans la Tradition, in Sacerdoce et Parole de Dieu.
Mélanges en l'honneur de Mgr Weber, Parigi, 1962, p. 83-
119 (riprod. in Sacerdoce et Ldicat..., Parigi, 1962, p. 123-159).
26
le crois au Saint-Esprit..., Parigi, 1947, p. 53; SAN-
T'IGNAZIO, Troll, Vili, 1, cf. Rom., 8, 3.
27
Per cui S. TOMMASO D'AQUINO afferma, sull'implicito
nella fede dei semplici : « Minores tenentur explicite ere-
228 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
29
Lettera del 4 giugno 1837 a Mons. J. MOSLEY: Letters
and Correspondence, t. II, p. 233-234.
230 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
30
D. BERNARDO CAPELLE ha riferito la seguente espressio-
ne, che Pio XI gli disse nel corso di un'udienza (12 die.
1935) : la liturgia è « l'organo più importante del magi-
stero ordinario, la didascalia della Chiesa » (Le S. Siège
et le mouvement lìturgìque, in Le Vrai Visage de la Litur-
gìe, Sem. Lit. de Mons 1937 (Cours et Conf., 14), Lovanio,
1938, p. 265. Ved. inoltre, per quanto segue, B. CAPELLE, Mis-
sion doctrìnale et spirituelle de la Liturgie, in Q.L.P.,
lugl.-dic. 1948, p. 165s).
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE .231
31
Esempio, per i frutti dell'Eucaristia, E. JANOT, L'EU-
charistie dans les sacramentaires occidentaux, in R.S.R.,
1927, p. 5-24; per la teologia della Chiesa diversi studi,
per esempio: A. WINTERSIG, Die Selbstdarstellung d. hi.
Kirche in ihrer Liturgie, in Mysterium, Ges. Arbeiten Laa-
cher Mónche, Miinster, 1926, p. 79-104. Lo studio semasio-
logico dei termini è straordinariamente ricco; numerose
le monografie.
32
Ved. O. CASEL, Aelteste christliche Kunst u. Chri-
stusmysterium, in Jahrb. f. Liturgiewiss., 12 (1932), p. 1-86.
232 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
33
Oltre lo studio cit. nella nota precedente, ved. Neue
Zeugnisse f. das Kultmysterium, in Jahrb. f. Liturgiewiss.,
13 (1933), p. 99-171 (fino alla pag. 108).
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 233
M
La Liturgie. Définition. Hiérarchie. Tradition, in
Q.L.P., lugl.-dic. 1948, p. 123-144 (p. 136-137).
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 235
35
Vocabulaire technique et critique de la philosophie,
di A. LALANDE, S. v. Tradition. Riferendosi, senza altre pre-
cisazioni, a testi conciliari relativi a tradizioni scritte e
a tradizioni non scritte, Blondel pensa senza dubbio al
Concilio di Trento (v. C.T., I, p. 492, 14-16, e p. 524, 11-19).
236 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
INTERPRETAZIONE
36
Tale corrispondenza è stata recentemente pubblicata
dal P. R. MARLÉ, AU coeur de la crise moderniste. Le dos-
sier inédit d'une controverse, Parigi, 1960. Il dossier do-
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 237
38
Hist. et Dogme, p. 205-206.
39
« Così, di fronte a tutte le novità intellettuali o a
tutte le ipotesi esegetiche, esiste nell'esperienza totale della
Chiesa un princìpio autonomo di discernimento (...). Tale
testimonianza non è, senza dubbio, unica, ma possiede
un valore proprio e imperscrittibile, perché è fondata,
nello stesso tempo, sull'azione collettiva e secolare degli
uomini i più uomini e sull'azione di Dio in loro. Ora, se-
condo le esigenze stesse del metodo scientifico... » (p. 212).
240 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
Blondel, c h i a m a t o in q u e s t i o n e su quest'argo-
m e n t o , si è i m m e d i a t a m e n t e espresso sulla n a t u r a
del suo « implicito vissuto » 4 2 . Ricordava da u n a
40
Pag. 297-298.
41
M. BLONDEL, Pensées sur l'Eglise (dal suo diario in-
timo),
42
in Etudes, maggio 1960, p. 148.
Nelle lettere, per esempio, al P. A. Valensin, 30 mar-
zo 1904 (Correspond., I, p. 150-151), nell'Entretien con
F. Mallet, nell'art, di B.L.E.
242 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
43
Un nouvel entretien, p. 518.
44
St. cit., p. 522. Blondel sembra qui dimenticare l'im-
plicito logico delle idee, delle asserzioni o dei fatti attestati.
« Al P. Valensin, p. 150; Hist. et Dogme, p. 212.
46
Cf. L. DA VEIGA COUTINHO, op. cit., p. 151, n. 38 e
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 243
54
Hist. et Dogme, p. 216; cf. p. 218.
55
I suffragi più notevoli sono quelli di P. J. V. BAINVEL
(L'Histoire d'un dogme, in Etudes, 101 (1904), p. 612, 632, e
De Magisterio vivo et Traditione, Parigi, 1905) e di P. A.
D'ALÈS (Tradition chrétienne dans l'histoire, in Etudes,
111 (1907), p. 577-601; 112 (1907), p. 5-23, 362-392 (cf. p. 386-
387); più tardi, art. Tradition del D.A.F.C). Ved. anche
Correspond. BLONDEL-VALENSIN, I, p. 124-132 e A. VALENSIN,
Textes et Documents inédits, Parigi, 1961, p. 255. Il
P. PROULX (Trad. et Protestantisme, Parigi, 1924, p. 237)
ammette che l'interpretazione di Blondel sia l'unica che
248 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
61
Si potrebbe confrontare MOHLER, Symb., par. 38, e
ciò che è stato detto supra, p. 158 e p. 160, n. 33.
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 251
62
Quando la madre, dopo avergli dato il biberon o
averlo allattato, gli fa un sorriso, una carezza, non fa
qualcosa di superfluo, ma di cosi necessario alla vita
quanto l'allattamento stesso. È stato osservato che non
sarebbe sufficiente affidare il bambino a delle balie, che
non sarebbero altro che infermiere diplomate: è neces-
sario un determinato ambiente affettivo, senza il quale
il malato non potrà guarire.
252 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
63
Le Saint, te Genie, le Héros (= Vorbilder und Fiihrer),
Lione-Parigi, 1958, p. 36. Citiamo ugualmente il P. LACOHDAI-
RE: « Guai all'impero che confonde l'insegnamento con l'e-
ducazione, che crede che il bene scaturisca dalla scienza
e dalla letteratura, qualunque essa sia, e che collocare
una dietro l'altra parole appropriate significhi prepa-
rare l'anima dell'uomo e del cittadino! L'educazione è la
tradizione dell'obbedienza, del rispetto e della devozione
all'anima impaziente del giogo e impastata d'egoismo, tra-
dizione sublime, di cui nulla sostituisce l'assenza e la cui
necessità prova invincibilmente la preponderanza spon-
tanea del male sul bene » (64a Conferenza di Nòtre-Dame,
1850, in Oeuvres, ed. dal 1857, t. IV, p. 325); NEWMAN si
domanda che cosa sia un'università: « Il suo grande stru-
mento, o piuttosto il suo organo, è sempre stato quello
che la natura prescrive in ogni educazione, la presenza
personale di un maestro, o, nel linguaggio teologico, della
tradizione orale. È la viva voce, è il soffio che passa, è
un atteggiamento espressivo che predica e catechizza. Ve-
ramente, uno spirito sottile, invisibile, multiforme, è come
versato nello spirito del discepolo attraverso gli occhi, le
orecchie, gli affetti, l'immaginazione e la ragione » (The
Idea of a University, p. 471).
254 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
E4
Cf. supra, p. 98, n. 151; S. TOMMASO, III, q. 42, a. 4, e.
Abbiamo visto (S.S., p. 127, n. 65) che S. Tommaso situa
le tradizioni apostoliche orali nell'ordine dell'istruzione
intima e familiare, più che in quello dell'insegnamento
pubblico.
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 255
66
A. LEMONNYER, Le Róle maternel du Saint-Esprit dans
nótre vie surnaturelle, in V.S., 3 (1921), p. 241-251 (riprod.
in Nótre Vie divine, Juvisy, 1936, p. 66-83).
9. - La tradizione e le tradizioni.
258 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
67
Mater Ecclesia. Lobpreis der Kirche aus dem ersten
Jahrtausend christlicher Literalur, Einsiedeln-Colonia, 1944.
68
Méditations sur VEglise, Parigi, 1953 (vers. ital.,
Ed. Paoline, Milano, 2 ed., 1963).
69
Le Mystère de VEglise (postumo), Parigi, 1918.
4. - TRADIZIONE E VITA ECCLESIALE 259
™ Ci. Deut, 17, 6; 19, 15; Mt., 18, 16; Gv., 8, 16-17; 2 Cor.,
13, 1; lTm., 5, 19; Ebr., 10, 28. H. VAN VLIET, NO Single
Testimony. Study on the adaptation of the law of Deut. 19,
par. info the New Testament, Utrecht, 1958 (Diss.).
260 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
SCRITTURA E TRADIZIONE
IN RAPPORTO
ALLA RIVELAZIONE E ALLA CHIESA DI DIO
1
Per Bellarmino, v. J. BEUMER, art. cit. infra, n. 130.
Per Cano, v. U. HORST, DOS Verhàltnis voti Schrift und
Tradìtion nach Melchior Cano, in Trierer Theol. Zeitschr.,
69 (1960), p. 207-223, e già E. MARGOTTE, La Nature de la
Théologie d'après Melchior Cano, Ottawa, 1949, p. 116. Dopo
la redazione del presente capitolo, P. G. H. TAVARD ha di-
mostrato che, se Cano parla talvolta nel senso di una
dualità di fonti, non cita tuttavia il Concilio di Trento in
questo senso. Martin Perez de Ayala, Giovanni Cochleus,
Aurelio Sanutus, che pubblicano tutti e tre nel 1549, non
fanno nessun riferimento alle due fonti, ciascuna delle
quali sarebbe soltanto parziale (cf. Traditìon in early Post-
Tridentine Theology, in Theological Studies, 23 (1962),
p. 377-405).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 263
2
V. J. R. GEISELMANN, Die lebendige Ueberlieferung als
Norm des christlichen Glaubens, dargestellt in Geiste der
Traditionslehre Johannes Ev. Kuhns, Friburgo, 1959,
p. 133-143.
264 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
3
Ved. per questo paragrafo, il commento di I. H.
MARROU sull'epistola A Diogneto (S. Ch., 37, 1951, p. 232s);
E. FLESSEMAN-VAN LEER, Tradition and Scripture in the
early Church, Assen, 1954 (giunge fino a Tertulliano);
cf. J. MOFFATT, The Thrill of Tradition, Londra, 1944, p. 76
(nei primi secoli non esisteva una netta distinzione tra
Scrittura e Tradizione. La Chiesa era cosciente di vivere
e di muoversi nello Spirito, con la Parola di Dio come nor-
ma di verità, e il potere di sviluppare incessantemente
l'espressione e l'applicazione del Vangelo). Per quello he
segue, cf. anche G. TAVARD, op. eh., p. 1-11 e infra, p. 149s.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 265
4
Cf. per Tertulliano l'introd. del P. R. REFOULÉ al Tratté
de la prescription (S. Ch., 46, 1957), p. 54-58.
266 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
un atto di Dio
che « rivela » il senso della Scrittura
alla Chiesa e ai fedeli nella Chiesa.
5
P. LENGSFELD, Ueberlieferung, Tradition und Schrift in
dar evangel. u. kathol. Theologie der Gegenwart, Pader-
born, 1960, p. 120s; J. R. GEISELMANN, Die HI Schrift und
die Tradition, Friburgo, 1962, p. 222-249. Cf. infra, n. 123.
6
S.S., p. lOls; LENGSFELD, op. cit., p. 125, n. 162.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 267
7
Testi nel nostro art. Dum visibiliter Deum cognosci-
mus, riprod. in Les Voies du Dieu vivant, Parigi, 1962,
p. 79-107.
3
Schema seguito, per esempio, dédl'Hortus Deliciarum
(117Ss), che presenta, dopo la dispersione di Babele, un
saggio di « generis humani reparatio doctrinalis » mediante
le scienze e le arti (v. Recueil de cinquanta planches...
con introduzione dì J. WALTER, Strasburgo, 1952, p. 68s).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 269
12
In molte narrazioni di martiri (soprattutto della
persecuzione di Diocleziano, 303), le Sacre Scritture sem-
brano incorporare il cristianesimo stesso: v. per esem-
pio, il martirio di Marino (nel 262 a Cesarea), di Felice (nel
303 a Cartagine), d'Irene (nel 304 a Tessalonica), in
Ausgewdhlte Màrtyrerakten, edito da R. KNOPF U. G. KRUGER,
3 ed., Tubinga, 1929, p. 85-86, 90-91, 98-99 (o in P. HANOZIN,
La Ceste des martyrs, Parigi, 1935, p. 183-184, 198-199, 212-
213). Ved. ugualmente S. AMBROGIO, Enarr. in Ps. 1; 33 (P.L.,
14, 983 D; 984 A); S. GIROLAMO (cf. D. GORCE, op. cit., p. 340-
341); Les deux Formes du Pain de vie dans VEvangile et
la Tradition, in Parole de Dieu et Sacerdoce, Parigi, 1962,
p. 23-58 o in Sacerdoce et Ldicat..., Parigi, 1962, p. 123-159.
Tra i moderni, M. PFLIEGER, Dienst ani Leben, Heidelberg,
p. 65s; A. STONNER, Bibellesung mit d. kathol. Jugend, Pa-
derborn, 1933, p. 97; Vom Sinn und Wert d. HI. Schrift,
Vienna, 1927, p. 10.
13
Ved. S.S., p. 203-219 e la n. 2, p. 129-132; H. DE LUBAC,
Exégèse medievale, Parigi, 1959, t. I, p. 56s, 672 (vers. ital.,
Ed. Paoline, Roma 1962); P. LENGSFELD, op. cit., p. 120s;
infra, Excursus B.
14
1 Cor., 1, 24; S. GIROLAMO: « Qui nescit Scripturas,
nescit Dei virtutem eiusque sapientiarn: ignoratio Scriptu-
rarum, ignoratio Christi est» (Coni. In Is., prol.: P.L., 24,
17 A; cf. Anal. Maredsol., III/2, p. 59).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 271
15
V. H. DE LUBAC, op. cit., p. 523; per Origene H. Uss
VON BALTHASAR, Geist und Feuer, Salisburgo, 1938; S. AMBRO-
GIO, In Lue, VI, 33 (P.L., 15, 1763): « Intellige quemadmo-
d u m corpus Filii unguentum oleat (...). Corpus eius tra-
ditiones sunt Scripturarum... » (Cf. Les Deux Formes du
Pain de vie, supra, n. 12).
16
TERTULLIANO, Praescr., 38,5: « Quod sumus, hoc sunt
Scripturae ab initio suo. Ex illis sumus, antequam nihil
aliter fuit quam sumus »; canoni d'Ippolito, 5, a proposito
delle eresie trinitarie : « Ideo multo magis nos arcta unione
in virtute Dei coniuncti separavimus illos, quoniam non
consentiunt Ecclesiae in Deo, neque nobiscum sunt, qui
sumus discipuli Scripturarum » (in HAHN, Bibl. der Sym-
bole, n. 6).
17
Queste espressioni sono di S. AGOSTINO, De Doctr.
Christ., II, 9, 14 e III, 2, 3 (P.L., 34, 42 e 66); De Bapt., II,
1, 2 (43, 127); De Civ. Dei, XVIII, 40 e XXI, 6 (41, 600, 716);
cf. S. TOMMASO D'AQUINO, IMI, q. 1, a. 9, ob. 1; In Joann.
Ev., e. 21, lect. 4: « S a c r a Scriptura est regula fidei, cui
nec addere, nec subtrahere licet »; S. BASILIO, Epist., 189, 3 :
« La Scrittura ispirata è il nostro criterio di dottrina »
(P.G., 32, 688).
13
THOMASSIN la definisce : « Scripturarum meditatio »
(Discipl. eccles., t. II, p. 268). Cf. H. DE LUBAC, op. cit.,
p. 60s.
« Cf. i lavori di H. Denifle, M. Grabmann, J. De Ghel-
linck, M. D. Chenu, J. Beumer, H. De Lubac.
272 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
20
Ved. i testi cit. da STAPLETON (infra, n. 28), da MOHLER,
Symb., par. 39 (ed. GEISELMANN, 1958, p. 424, n. 1). Ancora
gli ariani germanici : cf. F. HEILER, Altkirchliche Autonomie
u. Pàpstlicher Zentralismus, Monaco, 1941, p. 173s. Già
S. IGNAZIO D'ANTIOCHIA aveva avuto a che fare con persone
che non volevano ammettere se non quello che era scritto
(nell'A.T.): Philad., 8, 2.
21
« Scriptura? haeretici ignem alienum imponentes, hoc
est sensum et intelligentiam alienam a Deo et ventati con-
trariam introducentes... » (In Numer., 9, 1. Cf. De Princ,
I, prsef. 2 (P.G., 11, 116); CLEMENTE D'ALESSANDRIA, Strom.,
VII, 17, 106-108 (P.G., 9, 548 A; 552 A).
22
« Neminem hasreticorum esse, qui se nunc non se-
cundum Scripturas praedicare ea, quibus blasphemat, men-
tiatur » (Ad Constantium Augustum, II, 9 (P.L., 10, 569).
23
Epist., 50 (P.G., 77, 276 C): ci sono certuni che di-
struggono, con i loro ragionamenti, il senso degli enun-
ciati divini. Cirillo grida loro : « Andate nelle fiamme del
vostro fuoco! » (Is., 50, 11).
24
Cf. F. KROPATSCHECK, Das Schriftprinzip d. luther. Kir-
che, I, Lipsia, 1904, p. 375, 378, n. 2.
5. - SCRITTURA E TEADIZIONE... 273
25
Lutero racconta che il suo maestro diceva : « Quid
est Biblia? Biblia est omnium seditionum occasio » (Tischre-
den, Weimar, II, p. 6, n. 1240). Per Lutero, v. infra, n. 43
e 44.
26
Nella sua critica di Tyndale, cf. l'art, di E. FLESSEMAN-
VAN LEEE, in Nederlands Archief voor Kerkgesch., 1959,
p. 159.
27
Cf. J. L. MURPHY, The Notion of Tradition in John
Driedo, Milwaukee, 1959, p. 28, n. 52 (rifer.).
28
Principiorum fidei doctrinalium Demonstr. method.,
XII, 6 e 7, Parigi, 1582, p. 442.
29
Ved. L'Unite dans VEglise, par. 15, 18, 4; 20-22; Symb.,
par. 39 e 42 (inizio).
30
Già DIONIGI DI CORINTO (in EUSEBIO, H.E., IV, 24, 12:
S. Ch., 31, Parigi, 1952, p. 205-206), l'autore di un'opera che
critica Artemone {ih., V, 28, 13-15; S. Ch., 41, 1955, p. 77s).
31
Ved. infra, n. 66.
32
Ved. Praiscr., 17; FLESSEMAN-VAN LEER, op. cit. (n. 3),
p. 181.
274 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
33
« (Hasretici)... furantur verba Dei et intellectum eorum
perversa interpretatione subripiunt et adulterinum fidei
sensum ad Sponsarn Chrìsti Ecclesiam in regios thalamos
inducunt » (In Rom., 2, 11; P.G., 14, 898); costoro perver-
tono il senso delle Scritture (In Ezech., hotn. 2, 5; P.G., 13,
386 C).
34
Adv. Luciferianos, 28 (P.L., 23, 182 A); cf. Epist., 53,
7 (22, 544). Già S. ATANASIO, Orat. II e. Arianos.
35
Epist., 120, 3, 13 (P.L., 33, 459, col famoso intellectum
ama: aderisci con amore al vero intellectus della Scrittu-
ra); In Joan. Ev., tr. XVIII, 1 (35, 1536) De Genesi ad liti.,
VI, 9, 13 (34, 360). Ved. M. PONTET, La Notion de schismi
d'après S. Augustin, in L'Eglise et les Eglises, Chevetogne,
1954, t. I, p. 163-180 (p. 167s, 173s).
3
« Ved. S. GREGORIO, Mordi., XVIII, 13, 20 (P.L., 76, 48 CD);
H. DE LUBAC, op. cit., p. 109s (epoca carolingia), ecc.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 275
37
Doctrinale Antiquitatum fidei, II, 22, 6 (ed. Venezia,
1571, p. 204s); KROPATSCHECK, op. cit., p. 378, n. 1.
38
Commonìtorium, 2 (P.L., 50, 639; E.P., 2168).
276 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
39
Ved. H. DE LUBAC, Corpus Mysticum. L'Eucharistie
et l'Eglise au Moyen Age (Théologie, 3), Parigi, 1944, e. VII,
p. 165s.
40
S. ILARIO, Ad Constantium, II, 9 (P.L., 10, 570 A); S. GI-
ROLAMO, Adv. Luciferianos, 28 (23, 182 A); cf. Coni, in Gal., 1 :
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 277
45
Prcescr., 19, 3 (S. Ch., 46, p. 111-112); leggere a partire
dal cap. 18.
46
Cf. S.S., p. 171s, e 174, n. 20. Aggiungere i seguenti
riferimenti raccolti in seguito: S. GIROLAMO, In Galat., 5,
19-21 (P.L., 26, 445); S. AGOSTINO, C. Mendac, 15, 26-27 (40,
506); S. ISIDORO. Etym., V i l i , 5, 70 (82, 305); RICCARDO DA
SAN VITTORE, De Erudit. hom. int., II, 6 (P.L., 196, 1305 AB);
S. TOMMASO, Quodl. XII, a. 26 (importante); M. D. CHENU,
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 281
48
In Sent., I, d. 11, art. unic, q. 1 (ed. Quaracchi, I,
p. 211-213); S.S., p. 229, n. 11; J. RATZINGER, Offenbarung,
Schrift, Ueberlieferung. Eine Text des hi. Bonaventura u.
seine Bedeutung fiir die gegenwàrtige Theologie, in Trierer
Theol. Zeitschr., 67 (1958), p. 13-27.
49
Dial. cum Tryph., 7, 3 (conversione); 112, 1; 119 (metà
del II sec).
50
« Ut quantum sufficit mediocritas nostra auxilio di-
vinai inspirationis instructa » (Ad Fortunatum, 1, 3: HARTEL,
17, 8); « (Deus) cuius inspirationc ecclesia eius mstruitur »
(concilio del 256: Sent. episcop., 28, p. 447, 12).
51
S. GIROLAMO, In Mich., 1, 10-15: «Si quando indi-
guimus Spiritu Dei (semper autem in exponendis Scriptu-
ris sanctis indigemus adventu) » (P.L., 25, 1215); l'intelli-
genza delle Scritture è acquisita al livello del « cuore » :
Coni, in Is., prasf., 1. XIV (24, 477 C); In Dan., 8, 15 (25,
537 D). Secondo Agostino, per comprendere la Scrittura,
è necessario essere intus auditor (Serm., 179, 1: P.L., 38,
966, e tutto il tema del Maestro interiore). Cf. supra, n. 46.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 283
56
Cf. H. DE LUBAC, Exégèse medievale, 1/2, p. 498s; « Ad
interiora»: p. 508s. Definizione caratteristica: «Allegoria
est, cum verbis sive rebus mysticis prassentia Christi et
Ecclesia sacramenta signantur » (S. BEDA, cit. p. 500).
Cf. M. D. CHENU, La Théotogie au XII* siede, Parigi, 1957,
p. 200s. In Bonaventura, dice Ratzinger, allegoria = Scrip-
tum sub fide (cfr. I Sent., d. 11, art. unico, q. 1, et supra,
n. 48).
57
Testo significativo dì BEDA: « Allegoria est, cum ver-
bis sive rebus mysticis praesentia Christi et Ecclesia; sa-
cramenta signantur » (Lib. de Var. Qucest., 9, 4 cit. in
DE LUBAC, op. cit., p. 500).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 285
58
Per l'insieme di questo paragrafo, cf. S.S., p. 65s;
H. DE LUBAC, op. eh., I, p. 57, n. 7, 672-681.
™ Philad., 8, 2.
60
Cf. S.S., p. 87; p. 69, n. 37; H. HOLSTEIN, La Tradition
des Apòtres dans S. Irénée, in R.S.R., 36 (1949), p. 229-270;
La Trad. dans l'Eglise, Parigi, 1960, p. 70-71.
« Strom., VII, 17, 106 (P.G., 9, 548 A; G.C.S., 17, p. 75).
62
R. P. C. HANSON, Origen's doctrine of Tradition, Lon-
dra, 1954; H. DE LUBAC, op. cit., p. 672.
63
Egli chiama « allegoria » (nel senso che abbiamo
sopra indicato) « quella forma d'intelligenza che ci viene
dagli Apostoli » : « Haec forma intelligendi de apostolis
286 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
™80
C. Faust, XXXIII, 9 (42, 517-518).
Oltre i riferimenti cit. supra, n. 69 (Schol, 1950,
p. 50-54), ved. S.S., p. 203s. Inserendosi tra i Padri e il
Medioevo, S. GREGORIO, MoraL, XX, 9 (P.L., 76,149), afferma:
separati dalla comunione con la Chiesa universale, gli
eretici si trovano come nel deserto, dove non s'incontra
il Cristo (Mt., 24,26): è l'idea di Origene (cf. supra, n. 72).
81
Riferimenti in 5.S., p. 58s, con le note corrispondenti.
Cf. A. BENOÌT, Ecriture et Tradition chez S. Irénée, in
R.H.P.R., 40 (1960), p. 32-43; G. BAEDY, La Règie de foi
d'Origene, in R.S.R., 9 (1919), p. 162-196. Nonostante l'ap-
plicazione ch'egli ha fatto dell'espressione alla Scrittura
(supra, n. 17), Agostino resta fedele all'uso tradizionale
(cf. S.S., p. 225, n. 2; P. BATIFFOL, Le Catholicisme de
S. Augustin, Parigi, 1922, p. 27; supra, n. 78).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 293
82
S. Th., IMI, q. 5, a. 3, ad 2; comp. sol.; De Carit.,
a. 13, ad 6; supra, e. Ili, n. 8.
ss EUSEBIO, H.E., V, 28, 6 (S. Ch., 41, p. 75): cit. da
MOEHLER, Symb., paragrafo 38 (ed. GEISELMANN, p. 415);
da NEWMAN (art. On. consulting the Faithfull); da PASSA-
G L I (cf. W. KASPER, op. cit., p. 215, 290); da FRANZELIN (De
Div. Trad., p. 100).
84
1 Gv., 2,20-27; Gv., 6,45. È il termine usato nel testo
di Ger. 38, cit. in Ebr., 8,10; 10,16, ed anche negli enunciati
su « amare Dio con tutta l'anima » (Mt., 22,37; Me, 12,30;
Le, 10,27 = Dt., 6,5).
294 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
83
Cf. supra, n. 35, 40 e S. VINCENZO DI LERINO, « se-
cundum ecclesiastici et catholici sensus normam » (n. 37);
« ecclesiasticus sensus » (lettera dell'ambiente leriniano,
Inter Epist. August., Ep., 225: P.L., 33, 1002).
86
Les Tendences nouvelles de l'Ecclesiologie (Bìbl.
Acad. Cath. Hungaricce, Sectio Philos.-theol., 3), Roma,
1957).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 295
87
Ved. numerosi riferimenti nel nostro Vraie et Fausse
Réforme dans l'Eglise, Parigi, 1950, p. 80s (ivi comprese
quelle relative al tema del mysterium lunce); in H. DE
LUBAC, Méditations sur l'Eglise, Parigi, 1953, p. 82s; P. CA-
MELOT, Le Sens de l'Eglise chez les Pères latins, in N.R.T.,
83 (1961), p. 367-381; H. RIEDLINGER, Die Makellosigkeit der
Kirche in dem lateinischen Hoheliedkommentaren des
Mittelalters, Miinster, 1958.
88
ORIGENE, Cant., 3 (BAEHRENS, p. 204-205). Tema fre-
quentissimo : In Exod., hom. 12, 1 e 14, 2 (BAEHRENS, p. 286,
452); In Levit., hom., 1, 1 (p. 281); In Jerem., hom. 18, 8
(KLOSTERMAN, p. 162); In Mt., 11, 14 e 17, 14 (KLOSTERMANN-
BENZ, p. 57 e 628). Cf. H. DE LUBAC, Histoire et Esprit,
Parigi, 1950, p. 303, 304, 316.
296 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
92
Ved. A. KOENIGER, Prima sedes a nemine judicatur,
in Beitràge z- Gesch. des christlichen Altertums u. der
byzantin. Literatur. A. Ehrhard Festgabe, Bonn, 1922,
p. 272-300 (il vescovo concepito come uomo spirituale e
carismatico); O. CASEL, Benedikt voti Nursia als Pneu-
matiker, in Heilige Ueberlieferung (Festgabe I. Herwegen),
Miinster, 1938, p. 96-123; il nostro studio in Problèmes de
l'autorìté (Unam Sanctam, 38), Parigi, 1962, p. 145-181 (so-
prattutto p. 153s), (vers. ital., Ed. Paoline, Roma, 1964).
93
Ved. testimonianze in S.S., p. 232; il nostro studio,
cit. supra, e. 1, n. 1.
298 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
94
S. ATANASIO, Ad Epictet., 1 (P.G., 26, 104).
95
Ved. G. TAVARD e, infra, l'Excursus sul Vangelo scritto
nei cuori.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 299
98
Esempi in H. VAN LAAK, Theses qutedam de Patrum
et Theologorum magisterio necnon de Fidelium sensu,
Roma, 1933, p. 22s.
99
II V Conc. Ecumenico (CP. 553) applica di fatto il
principio (CAVALLERA, Thesaurus, n. 132). Enunciati formali:
Conc. di Trento, sess. IV (D. 786); professione di fede di
Pio IV, 1564 (D. 995); in termini più generali, Pio ix, lettera
del 1857 al card. Geissel (D. 1657); Conc. Vaticano, 1870,
sess. I l i , e. 2 (D. 1788); LEONE xin, enc. Providentissimus,
1893 (D. 1942, 1944, 1948); giuramento antimodernista (D.
2145-2147). Per l'antichità, ved. H. DE LTJBAC, Exégèse me-
dievale, I, p. 65; il testo più denso è quello di S. VIN-
CENZO DI LERINO, Commonit., 28 : « Sed eorum dumtaxat
P a t r u m sententi», conferendse sunt, qui in fide et commu-
nione catholica sancte, sapienter, constanter viventes,
docentes et permanentes, vel mori in Christo fideliter vel
occidi prò Christo feliciter meruerunt. Quibus tamen hac
lege credendum est, ut, quidquid vel omnes vel plures
uno eodemque sensu manifeste, frequenter, perseveranter,
velut quodam consentiente sibi magistrorum concilio,
accipiendo, tenendo, tradendo firmaverint, id p r ò indu-
bitato certo ratoque habeatur... » (P.L., 50, 675; E.P., 2175).
100
M. J. LAGRANGE, La Méthode historique, Parigi, 1904,
p. 122.
302 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
101
Ved. J. LUDWIG, Die Primatworte Mt. 16,18-19 in der
altekirchlichen Exegese, Miinster, 19S2. L'obiezione è avan-
zata, per esempio, da DOLLINGER (Lettera all'arcivescovo
di Monaco, Mons. Scherr: Briefe u. Erklàrungen, p. 75;
cf. p. 141), da A. MORTAIN (Papal Claims, 1948, p. 11-14).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 303
102
Le troviamo indicate, anche dettagliatamente, nei
manuali, nell'art. Pères del D.T.C., (XII, 1198-1199) o in
VAN LAAK, cit. supra, n. 98.
304 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
103
J. N. BAKHUIZEN VAN DEN BRINK, La Tradition dans
l'Eglise primitive et au XVI siede, in R.H.P.R., 36 (1956),
p. 271-281 (p. 271).
306 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
104
Notiamo, seguendo l'interessante studio del P. G. H.
TAVARD (Holy Writ or Holy Church, Londra, 1959), COCHLAUS,
p. 125; ALBERTO PIO, p. 161; GIOVANNI MENSING, p. 164; NICO-
LAS HERBORN, p. 165; cf. GIOVANNI ECK, p. 174 e TOMMASO
HARDING, p . 233. Aggiungiamo MARTIN PEREZ DE AYALA, il
primo autore di un trattato formale sulla Tradizione (Co-
lonia, 1549): cf. G. H. TAVARD, Tradition in the Early Post-
Tridentine Theology, in Teol. Studies, 23 (1962), p. 377405
(p. 393). Tutti distinguono t r a la lettera scritta sulla carta
e il suo significato compreso (nella Chiesa per mezzo della
Chiesa). Ricordiamo che, per Lutero, il Vangelo non s'iden-
tifica con la Scrittura; è invece la parola predicata (cf.
T H . SARTORY, in Mysterium Kirche, Salisburgo, 1962, p. 393s;
vers. ital., Ed. Paoline, Roma, 1965).
105
Controv. gener. de Verbo Dei, 1. I l i , e. 1: Opera,
I, Parigi, 1870, p. 167. Scrive ancora (1. IV, e. 2, p. 196):
« Verbum Dei non est tale nec habet ullam auctoritatem
quia scriptum est in membraneis, sed quia a Deo pro-
fectum est vel immediate ut sunt sermones Domini, vel
mediantibus Apostolis ».
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 307
106
Cf. supra, n. 48.
107
Ved. Y. CONGAR, La Foi et la Théologie, Parigi, 1963,
p. 86s.
308 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
108
La liturgia lo fa in maniera superiore: v. capitolo
seguente.
310 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
109
S.S., p. 385s.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 311
110
Osservazione di G. FRIEDRICH, in KITTEL, t. II, p. 718-
719.
1,1
Sebbene, come osserva O. SEMMELROTH (Wirkendes
Wort, Francoforte, 1962, p. 172), sia spesso sembrato che
la teologia cattolica volesse riservare l'efficacia al sacra-
mento e trattare la parola come valore puramente noetico.
B necessario tuttavia osservare:
1) I numerosi fatti liturgici, in cui un'operazione di
grazia, di tipo sacramentale, è attribuita alle Sacre Scrit-
312 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
112
« Soltanto a Gesù spetta togliere il velo, affinché
possiamo contemplare ciò che è stato scritto e compren-
dere pienamente ciò che è stato detto in termini velati »
(ORIGENE, Dialogo con Eraclito); altri testi in H. DE LUBAC,
Histoire et Esprit, Parigi, 1950, p. 316, 340. Cf. il tema del
Maestro interiore in S. Agostino, in S. Gregorio, in tutti
i grandi medievali; le benedizioni liturgiche delle letture,
delle quali Beyssac ha raccolto tre o quattromila esem-
plari....; un gran numero di testi cit. supra, n. 46-56.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 315
120
Senza identificarsi con quello che, da quindici o
vent'anni, si chiama « senso pieno »; quanto diciamo in
questo capitolo non ha nessun rapporto con tale nozione.
Il « senso pieno » è un senso vero del testo, voluto da
Dio, autore principale, e del quale l'autore umano può
anche non aver avuto coscienza; tale senso si manifesta
quando si trova realizzato ciò che era lontanamente an-
nunciato. Il P. M. VILLAIN (Introd. à l'oecuménisme, 3 ed.,
Parigi-Tournai, 1961, p. 247) afferma: « È evidente che la
tradizione, ogni tradizione, anche quella dei protestanti,
aggiunge qualcosa alla Scrittura. Ma noi professiamo che,
al livello delle intenzionalità profonde, la Chiesa non ag-
giunge nulla al contenuto della Bibbia, quando, adempien-
do oggi come nel primo secolo la missione ricevuta da
Gesù Cristo, interpreta il testo sacro ».
121
Cf. G. SCHÙKLER, Der Theologische Aufbruch in der
protestantischen Bibelwissenschaft des Alten Testaments,
in Catholica, 11 (1958), p. 108425.
.. 5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 321
r2
C) « SCRIPTURA SOLA »?
122
Le critiche alla Scriptum sola abbondano: BELLARMINO
ed altri controversisti del XVI sec; MÒIILER (Symb., par. 39);
J. Ev. KUHN (cf. GEISELMANN, op. cit., (n. 2), p. HOs; ecc.
11 - La tradizione e le tradizioni.
322 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
12
» Alle citazioni date in S.S., p. 125, n. 62, aggiungere
W. PALMER (A Treatise of the Curch of Christ, 3 ed., Lon-
dra, 1842, t. II, p. 12s), anglicano, che cita Cassander, Du
Perron, Veron, Bossuet, Bailly, Lamennais; NEWMAN, (cf.
G. BIEMER, Die doppelte Suffizienz der Glaitbensquellen u.
ìhre Bedeutung nach Kard. Newman, in T.Q., 140 (1960),
p. 385-409, e op. cit. (p. 7), p. 211s; FRANZELIN (De Div. Tradii.,
th. XIX); W. KASPER (op. infra cit., p. 399s); M. J. SCHEEBEN
(Dogm., n. 297-302); J. BAINVEL (De Magist. et Trad., p. 42);
G. PKOULX (Trad. et protestantisme, Parigi, 1924, che ripor-
ta una documentazione in questo senso, p. 175-186); J. STA-
KEMEIER (in Catholica, 14 (1961), p. 34-48); C. CIIARLIER (La
Lecture chrétienne de la Bible, 5 ed., Maredsous, 1951,
p. 277s); K. RAHNER (Virginitas in partii..., in Kirche u.
Ueberlieferung, Festg. J. R. Geiselmann, Friburgo, 1960,
p. 52-80, soprattutto p. 62-65); G. H. TAVARD; H. DE LUBAC
(Exégèse medievale, I, p. 56-58); W. KASPER (Die Lehre
v. d. Tradition in der rómischen Schule, Friburgo, 1962,
p. 166-168); O. SEMMELROTH (Wirkendes Wort, Francoforte,
1962, p. 105s).
125
Ved. S.S., p. 280, n. 1 e supra, e. II, p. 126, n. 5; ag-
giungere Dos Missverstdndnis iiber das Verhàltnis von
Schrift u. Tradition u. seine Ueberwindung in der kath.
Theol, in Una Sanata, 11 (1956), p. 131-150; Die Tradition,
in Fragen der Theologie heute, edito da J. FEINER, J.
TRÌÌTSCH, F. BOCKLE, Einsiedeln, 1957, p. 69-108. Dopo la
redazione della presente opera, GEISELMANN si è spiegato
e giustificato una volta di più (Die HI. Schrift u. die Tra-
dition. Zu den neueren Kontroversen iiber das Verhàltnis
324 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
1S0
J. L. MURPHY ha dimostrato (in una messa a punto
su LODRIOOR, La Notion de Tradition dans la théologie de
Jean Driedo de Louvain, in E.T.L., 26 (1950), p. 37-53) che
tale è la posizione di Driedo (The notion of Tradition in
John Driedo, Milwaukee, 1959, p. 132-137, 241s, 255s, 278).
J. BEUMER ha dimostrato che tale è pure la posizione di
Seripando (cf. supra, n. 126) e di S. Bellarmino {Die Frage
nach Schrift u. Tradition bei Robert Bellarmin, in Schol,
34 (1959), p. 1-22), ecc.
328 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
131
Cf. Atti, 20, 28, e il nostro studio Le S.-E. et le Corps
apostol..., in Esquisses du mvst. de l'Egl., 2 ed., Parigi,
1953, p. 129-179.
132
DELFINO cita così come verità definite dai concili
sine scripturis: la consustanzialità delle divine Persone, la
Processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio,
l'unione delle due nature in una persona nel Cristo, la
realtà del battesimo conferito dagli eretici ma in forma
Ecclesics (cf. G. RAMBALDI, art. cit. supra (n. 126), p. 90,
n. 5). È chiaro che il sine Scripturis in questi casi si rife-
risce solo alla terminologia... Altri esempi illuminano me-
glio il problema: la perpetua verginità di Maria post par-
timi, la limitazione del numero dei sacramenti a sette,
il fatto che la lavanda dei piedi non sia un sacramento,
mentre sembrava possedere tutti i requisiti per essere
riconosciuta tale, il battesimo dei bambini... Ma non si
tratta, in tutti questi casi, di un'interpretazione e di uno
sviluppo di dati radicalmente biblici? È non è esattamente
questa la funzione dogmatica della tradizione? Per il caso
del Canone delle Scritture, il cui principio ci sembra
scritturistico, cf. infra. L'Assunzione di Maria è senza dub-
bio il caso più tipico.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 329
133
Cf. G. BIEMER, cit. supra, n. 124; S.S., p. 158.
134
Al Conc. Vaticano I (MANSI, 51, 932 CD).
135
Ecriture et Traditìon d'après des études catholiques
récentes, in Istina, 5 (1958), p. 183-196, soprattutto p. 192
e 195.
136
La Trad. dans VEgtise, Parigi, 1960, p. 9. Si potrebbe
invocare anche BOSSUET, Défense de la Traditìon et des
Saints Pères, 1. II, e. 6.
330 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
137
Esempi: i Taboriti cèchi, fine del XIV-inizio del
XV sec. (KROPATSCHECK, op. cit., p. 83); alcune sette russe;
oggi i « Testimoni di Geova ».
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 333
138
Cf. P. LENGSFELD, op. cit. infra (n. 155), p. 105, n. 84.
Tuttavia l'hanno fatto grandi apologisti: BOSSUET (Expos.
de la Doctr. Cath., in Oeuvres, ed. Vivès, 1867, t. XIII,
p. 96-97), MÒÌILER (Unite, paragrafo 9, Parigi, 1938, p. 25-26);
cit. da H. HOLSTEIN, La Trad. dans VEglise, p. 109, 119-120.
" » S. IRENEO, A.H., III, 4, 2 (P.G., 7, 855; HARVEY, II,
p. 15; E.P., 213); S. AGOSTINO, De Doctr. christ., I, 43 (P.L.
34, 36).
334 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
110
Doctrinale Antiquitatum fidei, I, Prol. (ed. Venezia,
1757, 5 e).
141
H. LESF.TRE, art. Canon des Ecritures, in D.B., II, 1899,
col. 134-184; M. J. LAGRANGE, Introd. à l'étude du N. T. I.
Hist. ancienne du Canon du N.T., Parigi, 1933; l ì . HOPFL,
art. Canoniche, in D.B.S., I, 1928, col. 1022-1045; J. RUWET,
Lecturc liturgique et Livres saints du N.T., in Biblica, 21
(1940), p. 378-405; L. M. DEWAILLY, Canon du N.T. e Hist. des
dogmes, in Vivre et Penser, I (1941, R.B., 50), p. 78-93.
142
Veci, tra le ultime pubblicazioni, K. RAHNER, Uaher
die Schriftinspiration {Quaist. disput., 1), Friburgo, 1958;
B. BRINCKMANN, Inspiration u. Kanoniz.itdt der HI. Schrift
in ihrem Verhdltnis tur Kirche, in Schol., 33 (1958),
p. 208-233.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 335
143
È canonico q u a n t o proviene da un Apostolo (D.B.,
II, 167; LAGRANGE, op. cit., p. 44, 173s); BRINCKMANN, art. cit.,
p. 218s; S. AGOSTINO, Ep., 82, 7 (P.L., 33, 278).
336 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
144
Ved. J. RUWET, art. cit., p. 392s; per Tertulliano,
R. REFOULÉ, Introd. al Tratte de la prescription (S. Ch.,
46, 1957), p. 54-55.
145
LAGRANGE, op. cit., p. 13, 19s, 114 (Conc. di Laodicea);
J. RUWET, art. cit.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 337
149
Die Geschichtlichkeit der Kirche u. ìhre Verkilndi-
gimg ah theologische Problem, Tubinga, 1954, p. 42.
lso
Op. cìt., p. 78s e L'Auteur du « Canon de Muratori »,
in R.B., 35 (1926), p. 83-88.
151
Così diceva già Tertulliano (cf. FLESSEMANN-VAN LEER,
op. cit., (n. 3), p. 192); così, in nome del Conc. Vaticano I,
Mons. GASSER, Collectio Lacensis, VII, 140.
11,2
Una formula come la seguente non è dunque felice:
« Domandarsi da chi è stato stabilito il Canone delle Scrit-
ture e da chi, per conseguenza, la Chiesa desume la sua
autorità affermandone la canonicità... » (L. CRISTIANI, art.
Réforme in D.T.C., XIII, 2045).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 339
153
E quanto afferma S. CIRILLO DI GERUSALEMME: Catech.,
IV, 33 (P.G., 33, 496; cf. col. 435, 497).
154
Marcione, i Manichei, gli Gnostici, le sètte dualiste
e i Catari del medioevo...; oggi i Mormoni... (ved. F. KRO-
PATSCHECK, op. cit., p. 33s, 165s).
340 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
156
II P. A. M. DOTARLE scrive: « I n nessun passo la
Scrittura si attribuisce così esplicitamente l'autorità esclu-
siva in materia di fede dopo la scomparsa degli Apostoli;
sembra invece che si possa affermare il contrario ed oc-
corre una vera violenza alle presunzioni normali per am-
mettere che lo statuto della comunità cristiana sia cam-
biato o che avrebbe dovuto cambiare, quando gli apostoli
non si trovarono più presenti per dirimere le controversie
in materia di fede. È dunque necessario riconoscere che
la regola, che esige di confrontare con la Scrittura, come
sua unica norma, ogni dottrina religiosa, non regge di
fronte alla prova »; ed aggiunge in nota : « L'argomento
per ritorsione, qui sviluppato, è delineato da S. ROBERTO
BELLARMINO, De Verbo Dei, 1. IV, De Verbo Dei non scripto,
e. 4, fine, e da S. FRANCESCO DI SALES, Controverses, part. II,
e l i , ed. d'Annécy, p. 196-200 » (Ecrit. Traci, à propos de
pubblication proteslantes récentes, in Istina, 3 (1956),
p. 399-416 e 4 (1957), p. 113-128 (p. 416).
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 343
157
Ved., per esempio, per citare un autore non catto-
lico, W. L. KNOX, in Essays Catholìc and Criticai, 3 ed.,
p. 100.
lss
Esempio: il caso della Libera Facoltà di Teologia di
Oslo (cf. Istina, 7, 1960, p. 504s).
139
Ved. P. LENGSS-ELD, op. cit., p. 173s.
«o Ibid., p. 177s.
344 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
CONCLUSIONE
162
Ved. S.S., p. 21s.
5. - SCRITTURA E TRADIZIONE... 347
163
L. BOUYER, La Bible et l'Evangile... (Lectio divina, 8),
Parigi, 1951, p. 11-12.
6.
1
Così A. MICHEL, in D.T.C., XV, 1338.
2
PERRONE, Prcelectiones (1835), t. I, p. 195, n. 125;
ved. W. KASPER, Die Lehre von der Tradition in der Ro-
mischen Schule, Friburgo, 1962, p. 31, n. 19. Per Drey, p. 170.
350 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
portata, n o n u g u a l m e n t e n o r m a t i v a , dev'essere
precisata.
Un t r a t t a t o p a r t i c o l a r e , che si d e n o m i n a tal-
volta Luoghi teologici, t a l ' a l t r a Criteriologia teo-
logica, p r e c i s a il valore e le condizioni d'impiego
delle diverse espressioni della tradizione nel senso
più a m p i o del t e r m i n e , cioè dell'insegnamento
cattolico. Non è n o s t r a intenzione delineare q u i
un simile t r a t t a t o : poiché q u e s t o ci c o n d u r r e b b e
m o l t o al di là dei limiti del n o s t r o a r g o m e n t o ed
anche p e r c h é u n p o ' o v u n q u e s e n e t r o v a n o d i
ottimi. Per p a r t e n o s t r a n e a b b i a m o p r o p o s t o
u n o molto breve, che a b b i a m o così d i s t r i b u i t o 3 :
3
Ved. La Foi et la Théologie, Parigi, 1962, p. 142s. Vi si
troveranno indicazioni bibliografiche, che non stiamo a
riportare qui.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 351
1. La Liturgia4.
1
Dei numerosi lavori sulla liturgia come « Luogo teolo-
gico », citiamo soltanto i seguenti studi in armonia con
il n o s t r o : B. CAPELLE, Mission doctrinale et spirituelle de
la liturgie, in Q.L.P., luglio-die. 1948, p. 165-177; ID., Autorità
de la liturgie chez les Pères, in R.T.A.M., 21 (1954), p. 5-22;
L. BOUYER, La Vie de la liturgie, Parigi, 1956; Le Rite et
l'homme, Parigi, 1962; R. AUBERT, Liturgie et Magistère
ordinane, in Q.L.P., 33 (1952), p. 5-16; Ber Monch vor dem
Worte Gottes (Litt, u. Monchtum, 3. F., H. XII), Maria
Laach, 1953, in particolare W. KAHLES, HI. Schrift u. Litur-
gie, p. 50-67.
5
Queste regole stesse è possibile trattarle nello spirito
della liturgia: è quello che ha fatto, per es., I. H. DAL-
MAIS, La Liturgie, in Iniiiation théologique, Parigi, t. I,
1952, p. 102s (vers. ital., Brescia) ed anche, molto breve-
mente, in L'Eglise en prière. Initiation à la Liturgie, Parigi,
1961, p. 221-225s (vers. ital., Desclée, Roma, 1963).
8
BOSSUET, Etats d'oraison, 1. VI, in Oeuvres, ed. MTGNE,
1856, t. IV, p . 115.
9
Alle citazioni date in L'Eglise en prìère. Introd. à
la Liturgie, Parigi, 1961, p. 113, aggiungere J. DANIÉLOU,
Bibbia e Liturgia, Fiorentina, Firenze; J. SCHILDENBERGER,
Das Alte Testament in seiner Beziehung zur Liturgie, in
360 LA TRADIZIONE E LB TRADIZIONI
12
Titolo di un bellissimo art. di H. OSTEB, in Parole
de Dieu et Sacerdoce (Mélanges Mgr. Weber), Parigi, 1962,
p. 195-213. Ved., nella medesima raccolta, p. 215-236, P. Bo-
CKEL, Le Prètre, éveilleur des conscìences à l'actualité de
la Parole de Dieu (soprattutto p. 220s).
362 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
13
Cf. J. GAGÉ, Membra Christi et la dìsposition des
reliques sous l'autel, in Rev. archéologique, 1929, p. 137-153.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 363
14
Si troverà la miglior illustrazione di quanto andiamo
dicendo in un bellissimo articolo del P. ALEXIS KNIAZEFF,
Mariologie hiblique et Liturgie bvzantine. in Trénìkon. 28
fl955), p. 268-289 (estratto, Chevetogne, 1955). Ci. La Viorge
364 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
15
Si potrà leggere A. J. JUNGMANN, Sens et Vroblem.es
du eulte, in N.R.T., 82 (1960), p. 823-839. Cf. M. D. CHENU,
Anthropologie et Liturgie, in M.D., n. 12 (1947), p. 53-65.
366 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
2. / Padri l s .
16
Dom P. GtJÉRANGER, Institutiones liturgica!.
17
« Doctrina? a maìoribus tradita; veluti fidele specu-
limi » (enc. Ad Codi Reginam, 18 nov. 1954. A.A.S., 46 (1954),
p. 631).
ls
Sui « Padri », ved. Mgr. FESST.EIÌ. fnstitution.es Patro-
logia;, Innsbruck, 1890. t. I. t). 15-57; r>. GIP/TL Petite In-
troduction à t'étude des Pères. Parigi, 1928; E. AMANN,
art. Pères (de l'Egl), in D.T.C.. XH (1933). col. 1192-1215;
M. J. CONGAR, L'Esprit des Pères d'anrès Mohler. in V. S.
Suppl, apr. 1938, p. 1-25 (riprod. in Hsauisses riti mvst. de
l'Eglise, Parigi, 1941, p. 129-148); O. ROUSSEAU, Théotogie
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 367
21
Ved., per esempio, in ultimo luogo, A. BENOIT, op. cit.,
p. 31s.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 369
22
Cf. J. DE GHELLINCK, Patristique et Moyen Age, Bru-
xelles-Parigi, 1947, t. II, p. 176-179.
370 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
34
Epist., 69, 2 (P.L., 54, 891 B).
35
Op. cit, (alla n. 19), p. 103.
374 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
38
De Honore Ecclesìa, e. 70 (Libelli de Lite, III, p. 597,
32-35).
37
Origine biblica: Dt., 19,14; Pr., 22,28; 23,10; cf. Ex.,
19,12. Cf. Ep. a Diogneto, XI, 5 (S. Ch., 33, 1951, p. 80-81);
ORIGENE, Ad Afrìc, 5 (P.G., 11, 60 A); S. GIROLAMO, Epist.,
63. 2 (P.L.. 22, 608); ACACIO a S. Cirillo d'Alessandria, nel 431
(Acta Cono. Oec. 1/1, 7, p. 146); GELASIO ad Onorio (JAFFÉ,
625; P.L., 59, 30); Conc. di Francoforte, ott. 794; S. BER-
NARDI, nella critica ad Abelardo, Ernst. 193 (P.L.. 182, 359);
PIETRO COMESTOH, seguito dall'autore di un prologo sulle
Sentences (R. MARTIN, Mote sur l'oeuvre Httér. de Pierre
he Mangeur. in R.T.A.M., 3 (1931), p. 54-66), la Somma di
Vat. Lat. 10.754 (cf. A. LANDGRAF, ih., p . 353); A n > n m 'JLLA
(cf. M. 0. CHENU. La Théol. au X1Ì siede, p. 380. ved. anche
p. 389. n. 2; o. 393s); GREGORIO TX. i n t e r a Ab Aep-j-Jtìis ai
teolo«" *\ Parigi. 7 luglio 1228 (D. 442), ecc.
38
Rileggere S.S., p. 221s; G. BARDY, L'Inspìration des
Pères de l'Eglise, in R.S.R., 40 (1952 = Mélanges Lehreton,
2), p . 7-26.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 375
39
P e r il XII s e c , ved. A. LANDGRAF, Zum Werden der
Theologie des 12. Jahrh., in Z.K.T., 79 (1957), p. 417-433:
p . 421s, 431 e s o p r a t t u t t o p . 422, n. 27. Per S. TOMMASO,
ved. Ili Sent., d. 25, q. 2, a. 2, q. 1, ad 5; C. Errores Grce-
corum, proem.; tesi di laurea, 1256, con cit. di Ef., 3,8-9:
« Mihi omnium sanctorum minimo data est gratia haec
in gentibus evangelizare... » (Opusc, ed. Lethielleux, IV,
p. 493); Quodl, XII, a. 26.
40
Su tale continuità, ved. S.S., p. 221s; il nostro studio,
cit. supra, e. I, n. 1; S. TOMMASO, Quodl. XII, a. 26.
376 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
41
Dom Lialine estendeva la sua reazione al movimento
biblico, in cui vedeva ugualmente un eccesso. Il senso
cattolico, diceva, non è tanto per una lettura individuale
della Bibbia. L'Eucaristia è data al fedele individuale, per
incorporarlo, ma la Bibbia è data alla Chiesa come tale,
alla gerarchia, come testo e base della sua predicazione, e
soltanto per estensione al fedele, per nutrire la sua vita
personale.
378 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
d2
GIORGIO FLOROVSKY, Grégoire Palamas et la patristique.
in Istinti, 8 (1961-1962), p. 114-125.: p. 116-119.
380 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
43
Ved. Ecclesia ab Abel, in Abhandlung. iiber Theol.
u. Kirche. Festgabe K. Adam, Dusseldorf, 1952, p. 79-108.
44
Cf. J. MURPHY, The Notion of Tradition in John
Driedo, Milwaukee, 1959, p. 145-165.
45
46
Cf, op. cit., supra, n. 3, p. 155.
Così Pio XII, enc. Hutnani generis, D. 3014; cf. D. 1320.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 381
50
Ved. S.S., p. 404s.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 385
sl
« Ecclesiam docuerunt, quod in Ecclesia didicerunt »
(Opus imp. e. Jutian., I, 117 (P.L., 44, 1125); cf. I l i , 18
(col. 1254); P. BATIFFOL, Le Catholicisme de S. Augustin,
Parigi, 1921, p. 488, 500; G. MARTIL, La tradición en S. Augu-
stin, Madrid, 1943, p. 125s).
52
« Quello che insegnamo, non è il risultato delle no-
stre riflessioni personali, ma quanto abbiamo imparato
dai santi Padri (di Nicea) » (Epist., 140, 2; P.G., 32, 588);
cf. S. CIRILLO DI ALESSANDRIA, Apol. prò XII capit. (76, 350).
53
H. HOLSTEIN, [La Trad. dans l'Eglìse, Parigi, 1960,
p. 188) riassume così dei brani di S. Giovanni nelle sue
Catechesi battesimali: « Quello che essi insegnano, l'hanno
appreso dai loro predecessori. I riti che commentano, li
hanno ricevuti dalla tradizione della Chiesa. Quello che
predicano, non sono altro che i "dogmi della Chiesa" ».
54
In Jos., hom. 9, 8; In Lev., hom. 1, 1; In Is., hom. 7, 3
(H. DE LUBAC, Introd. a Origene, Homélies sur la Genèse:
S. Ch., 7 (1943), p. 26, n. 2; p. 33, n. 6). Si confronterà
S. VINCENZO DI LERINO, Common., 28 (E.P., 2175); S. TOM-
MASO, I M I , q. 10, a. 12; // Sent., d. 13, q. 1, a. 3, ad 1, e,
per MOHLER, i nostri Esquisses (cf. n. 18), p. 130s.
56
De Div. nominibus, e. 2, lect. 1; cf. De Potentia, q. 9,
a. 5, sol.; Quodl. IV, a. 18.
388 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
57
Primo annuncio del concilio, 25 genn. 1959, in cui
papa Giovanni manifestava la sua « decisione di ritornare
a certe forme antiche di affermazione dottrinale e di saggi
ordinamenti della disciplina ecclesiastica » (Doc. cathol.,
1959, col. 387); discorso di chiusura del Sinodo Romano,
in merito a certe forme di devozione mariana : « Deside-
riamo invitarvi a rimaner fedeli a ciò che di più semplice
e di più antico esiste nella pratica della Chiesa » {Doc.
cathol, 1960, col. 215).
58
Caso di A. BENOIT, op. cit.; ci. M. THURIAN, L'Unite
visìbile des chrétìens (Verbum caro, n. 57, ed estratto),
p. 12.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 389
59
Punto spesso valorizzato dai non cattolici (E. WOLF,
« Verlorene Einheit »?, in Evangelische Theol., 8 (1948-49),
p. 141-151; S. L. GREBNSLADE, Schism in the Early Church,
Londra, 1953; W. ELERT, Abendmahl u. Kirchegemeinschaft
in der alien Kirche..., Berlino, 1954, p. 64s).
60
Cf. l'introd. del P. H. DE LUBAC alle Homélìes sur la
Genèse (S. Ch., 7), Parigi, 1953, p. 60, n. 4.
390 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
63
Termini di IVAN KIREEVSKI, cit. da A. GRATIEUX, Al.
St. Khomiakov et le Mouvement slavophile. T. I. Les
hommes (Unam Sanctam, 5), Parigi, 1939, p. 74.
" Ib.
392 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
66
O. CASEL, Neue Zeugnisse fiir das Kultmysterium, in
Jahrb. f. Lìturgiewiss., 13 (1933), p. 99-171.
394 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
67
II P. PAOLO DONCOEUR h a pubblicato Retours en chré-
tienté. La naìssance, le mariage, la mort, Parigi, 1933.
68
A. HAMANN, Signification doctrinale des Actes des
matyrs, in N.R.T., 75 (1953), p. 739-745.
69
Ved. S. AGOSTINO, C. mendacìum, 15, 26-27 (P.L., 40,
506); S. GREGORIO, In Ezech., hom. 1, 10, 78 (76, 901 : i « Pa-
dri » di cui si t r a t t a sono gli autori della Scrittura; cf.
L. WEBER, op. cit., p. 52); S. TOMMASO D'AQUINO, In Rom.,
e. 1, lect. 5; S. BONAVENTURA, II Sent., d. 26, p. 2 (ed. Qua-
racchi, II, p. 635).
70
PIO XI, cit. in A. COMBES, Introduci, à la doctrine
spirituelle de Sainte Thérèse, Parigi, 1946, p. 24.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 395
71
Ved., in questo senso, per esempio, E. MARUCCHI,
Le Catacombe e il Protestantesimo, 2 ed., Roma, 1911.
72
Come la liturgia, e spesso con gli stessi simboli,
l'arte antica traduce il senso del mistero cristiano (cf.
O. CASEL, Aelteste chrìstl. Kunst u. Christus-mysterium,
in Jahrb. f. Liturgiewiss., 12 [1932], p. 1-86). Per il medioevo,
396 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
74
In questi enunciati, è talvolta difficile stabilire se
il termine traditio designa un insieme di attestazioni,
quindi i monumenti, o l'insegnamento vivente del magi-
stero assistito, che si sarebbe eventualmente espresso e
sarebbe, quindi, accessibile in documenti che potrebbero
essere citati. Così, nel Conc. di Trento, D. 970 e 983, nella
Bolla Ineffabilis (Collectio Lacensis, VI, 842).
75
Se ne trova un equivalente reale nella concezione
dell'apostolicità formale in S. Ireneo (cf. TH. F. GEHAETS,
Apostolica Ecclesìa Traditio, in Bijdragen, 18 (1957), p. 1-
18), nella maniera con cui si esprime un S. Leone (ved.
p. 175-176 dell'art, di A. LAURAS, R.S.R., 48 (1960), p. 166-184)
o nell'analisi di un S. Bonaventura, ricordata nel capitolo
precedente.
398 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
80
Tale distinzione è stata operata da Perrone e Passa-
glia per l'uso dei testi scritturistici, soprattutto Gerì. 3,15,
a proposito dell'Immacolata Concezione (W. KASPEB, op. cit.,
p. 256); negli stessi termini si è espresso Franzelin, nel
1870 (th. X, p. 89); Scheeben distingue fra la « tradizione
scritta » o « documentaria » e la « tradizione vivente », di
cui la prima non è che un deposito sedimentario e una
espressione (Dogmat., par. 24). Per gli usi posteriori, cf.
DENEFFE, p. 114; S.S., p. 351s.
400 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
81
P. A. LiÉGÉ, in Initiation théologique, t. I, Parigi,
1952, p. 24 (vers. ital., Brescia).
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 401
82
Ved. L. DA VEIGA COUTINHO, op. cit., p. 21-23.
402 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
84
6 quanto il P. H. LENNEIJZ (Gregorianum, 1952, p. 320-
321) denunciava nel P. H. M. KOSTER (Vnus Mediator,
p. 72, 80).
85
S.S., p. 364s.
404 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
86
In Orientierung, 1949, p. 11, cit. da H. HOLSTEIN, op.
cit., p . 227.
6. - I MONUMENTI DELLA TRADIZIONE 405
IL PENSIERO PROTESTANTE
CONTEMPORANEO DI FRONTE
AL PROBLEMA DELLA TRADIZIONE 1
1
La bibliografia sull'argomento è considerevole. Se ne
troverà una amplissima in Bibliography on the Problem of
Tradition (1930-1960), del Rev. GERHARD PEDERSEN, ciclostilata
(Commission on Faith and Order. Theological Commission
on Tradition and traditions). Ved. anche P. LENGSFELD, Ue-
berlieferung. Tradition u. Schrift in der evangel. u. kathol.
Theologie der Gegenwart, Paderborn, 1960. Indichiamo i
titoli degli studi a nostro giudizio più importanti, che ab-
biamo letto o consultato e ai quali ci riferiamo in questo
capitolo (li disponiamo in ordine alfabetico per facilitare
la ricerca):
J. BAKHUIZEN VAN DEN BRINK, Tradition u. HI. Schrift am
Anfang des dritten Jahrunderts, in Catholica, 9 (1953),
p. 105-114; La Tradition dans l'Fglise primitive et au XVI
408 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
3
Esistono tuttavia alcune eccezioni, la principale delle
quali è quella di THOMAS NETTER contro Wiclef. Egli distin-
gue la « fides Scripturarum », cioè la fede immediatamen-
te regolata dalle Scritture, e la « fides Ecclesia: commu-
nis, quam Jesus Christus, quam etiam Apostolus Paulus
tradebat non scriptam » (Doctrinale, proemium).
4
Ved. S.S., p. 251s; H. HOLSTEIN, La Tradition dans
l'Eglise, Parigi, 1960, p. 96s, 254s; A. SPERL, Zur Geschichte
des Begriffes « Tradition » in der evangelischen Theologie,
in Das Wort Gottes in Geschichte u. Gegenwart. Theol.
Aufsàtze v. Mitarbeitern der Augustana-Hochschule in
Neuendettelsau, edito da W. ANDERSEN, Monaco, 1957,
p. 147-159.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 411
5
Così E. KINDER, in Die Katholizitàt, p. 11-13, e Festg.
Karrer; K. E. SKYDSGAARD, in Scottish Journal, p. 337, 345s.
412 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
6
V. S.S., p. 251s; A. BENOIT, op. cìt. (e. VI, n. 18), p. 19s.
7
A. SPERL, Melanchton zwischen Humanismus u. Re-
jormation. Eine Untersuchung iiber den Wandel des Tra-
ditìonsverstàndnisses bei Mei. u. die damit zusammen-
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 413
9
Lutero: « Solum verbum est vehiculum g r a t i s » .
Ved. riferimenti in Les Deux Formes du Pain de Vie dans
l'Évangile et dans la Tradition, in Parole de Dieu et Sa-
cerdoce, Parigi, 1962, p. 21-58 (p. 36s).
416 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
10
Citazioni in S.S., p. 257, n. 14. Eccellente esposizione
su Calvino in G. TAVARD, p. 99s, 102s.
11
Ved., per Lutero, E. PERSSON, Das Amt des Geists, in
Kerigma u. Dogma, 1959, pp. 99-116; cf. ENGELLAND, art. cit.,
col. 21, 26 e 30, n. 1. Per Calvino, W. KRECK, Parole et Esprit
selon Calvin, in R.H.P.R., 40 (1960), p. 215-228.
12
Ved. Le Saint-Esprit et le Corps apostolique, réali-
sateurs de l'oeuvre du Christ, in Esquisses du myst. de
l'Eglise, 2 ed., Parigi.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 417
13
Così Coeleo (cf. G. H. TAVARD, p. 128s); Driedo (cf.
MURPHY, op. cit., p. 66).
14
Per la tradizione, v. S.S., p. 251, n. 5, fine; H. MAROT,
Aux Origines de la théologie anglicane. Ecriture et Tril-
B) CRITICHE PROTESTANTI
ALLA TEOLOGIA CATTOLICA DELLA TRADIZIONE
18
Interim germano-adulterum. La vraie iacon de re-
former
19
l'Eglise chrétienne, ed. del 1882, p. 93.
F. A. LOOFS, Symbolyk oder christl. Konfessionskun.de,
p. 209, ripreso da G. EBELING, Die Geschichtlichkeit, p. 47
e da E. BRUNNER, DOS Missverstàndnìs der Kirche, Stoc-
carda, 1951, p. 49.
20
Alcuni testi : « Oggi pertanto (dopo il Conc. Vatica-
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 421
22
Kirchliche Dogmatìk, I/I, p. 197. Cf. Credo, Parigi,
1936, App. Ili, p. 225s.
23
V. ENGELLAND, loc. cìt.; W. SCHWEITZER, op. cit., p. 52;
G. GLOEGE, Offenbarung u. Ueberlieferung. Ein dogmatischer
Entwurf, p. 19s; E. KINDER, in Gegegnung A. Christen, p. 120,
125-129; H. DIEM, Theologie als kirchliche Wissenschaft,
in Dogmatik, Monaco, 1955, II, p. 190s; C. KLINKHAMMER,
Gespaltene Christenheit. Darf das sein?, 1960, p. 11. (La
Scrittura data alla Chiesa come un bleibendes normatives
Gegeniiber, una norma permanente).
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 423
24
Cf. R. MEHL, DU catholicisme romaine, Neuchàtel e
Parigi, 1957, p. 23-37, 63.
5
- Così in Peter BRUNNER, Schrift u. Tradition, in Viva
Vox...
26
Così in K. E. SKYDSGAARD, Scottish J., p. 355-356.
27
Sic F. J. TAYLOR, in Scripture and Tradition, ed. by
F. W. DILLISTONE, p. 85-86. Cf. F. J. LEENHARDT, « Sola
Scriptura »..., p. 12 : « Nulla impedisce alla Chiesa romana
di lasciarsi trasportare da ogni vento di dottrina. Essa è
legge a se stessa. In lei, il fatto costituisce il diritto... ».
424 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
28
Abbiamo spesso trattato delle « riscoperte protestan-
ti » in conferenze, che speriamo di pubblicare in parte in
una raccolta di studi ecumenici, che sarà pubblicata dalle
Ed. Du Cerf. Ved. M. VILLAIN, Rédecouvertes de valeurs
catholiques par quelques groupements réformés d'aujour-
d'hui, in Rythmes du monde, 1949, p. 57-73; H. SCHUTTE,
Wiederentdeckung der Kirche in evangelischer Theologie,
in Theol. ti. Glaube, 50 (1960), p. 339-358.
29
Von Sinn der Kirche, Magonza, 1922, p. 1.
426 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
30
Come riconosceva E. KINDER, in Die Katholicitat der
Kirche, p. 35; cf. infra il testo di Theo Preiss.
31
D. JENKINS (op. cit., p. 15) parla del dialogo con gli
ortodossi.
32
Ved. Le Christianisme social. Oxford et Editnbourg
(sett.-dic. 1937), p. 279, 318-319, e i testi che cito in Vraie
et Patisse Riforme, 1950, p. 509, n. 266.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 427
33
Ved. già H. J. HOLTZMANN, Kanon u. Tradition, Lud-
428 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
35
In Die Katholizitàt der Kirche, p. 30s.
36
H. ENGELLAND, in Theol. Literaturzeitg., 1960, col. 19:
« È insito nella n a t u r a della Chiesa, ch'essa viva della
tradizione ». Cf. G. EBELING, Die Geschichtlichkeit der
Kirche, p. 31-37 e diversi studi di JAROSLAV PELIKAN, nel
quadro della Commissione del Consiglio Ecumenico su
« Tradizione e tradizioni ».
430 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
37
La Tradition... (Càhiers théol., 33), Neuchàtel-Parigi,
1953, p. 53. Cf. J. HORNUS, Evangile et Labarum..., Ginevra,
1960, p. 8 : « Non significa affatto abbandonare il princi-
pio scritturistico, sul quale è fondata la Riforma, prestare
di nuovo attenzione al pensiero dei Padri della Chiesa,
come d'altra parte fecero gli stessi Riformatori, che ne
erano nutriti. Stiamo riscoprendo che, per raggiungere
la sua reale profondità, il dialogo ecumenico non deve
svilupparsi soltanto nello spazio, ma anche nel tempo.
Tertulliano, Origene o Lattanzio non sono « parola di
Vangelo », ma sono parola cristiana, almeno come le
opere dei teologi contemporanei, che ascoltiamo con at-
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 431
39
E. KINDER, in Die Katholizitàt der Kirche, p. 11.
40
Così REGIN PRENTER, Der Auftrag der evangelischen
Kirche, in Evangelischluther. Kirchenzeitung, 14 (1960),
p. 305-306. Cf. G. GLOEGE, Offenbarung u. Ueberlieferung, in
Theol. Literaturzeitg., 1954, col. 217; K. E. SKYDSGAARD, Ke-
rigma u. Dogma, 1955, p. 169; H. ENGELLAND, in Theol. Li-
teraturzeitg., col. 19.
41
E. FLESSEMAN-VAN LEER, op. cit., p. 195-196.
42
K. SCHMIDT-CLAUSEN, Les Courants, cathollcisants
dans le protestantisme allemand, in Istina, 1960, p. 43-58
(p. 44).
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 433
43
rapporti positivi fra Scrittura e tradizione , senza
riuscire ancora a scoprire, come vedremo tra poco,
tutto l'aspetto positivo dei loro rapporti con il
terzo termine in causa, la Chiesa. Cerchiamo di
riassumere, nelle loro grandi linee, le acquisizioni
di tale ricerca.
Esiste una storia della Parola di Dio proposta
agli uomini nel tempo della Chiesa. La Parola di
Dio si riveste di forme umane, che assumono gli
apporti di una Chiesa che si sforza di essere fe-
dele. Non esiste, nella storia, una « Parola di Dio
chimericamente pura », ma una traduzione di
questa parola nella predicazione che la Chiesa fa
liei tempo e nella quale essa incorpora la sua
risposta vivente all'iniziativa di Dio 4 4 .
Lo Spirito Santo, che ha dato alla Chiesa e attra-
verso la Chiesa il canone del Nuovo Testamento, con-
tinua a vivificare incessantemente la Parola di Dio
contenuta nelle Scritture, a renderla attuale ed effi-
cace nella Chiesa e nel mondo. La tradizione è la vita
costante della Scrittura nella Chiesa sotto l'impulso
dello Spirito. La tradizione è la vita della Chiesa
43
Ved. l'inizio dell'art, di K. E. SKYDSGAARD, in Ker. u.
Dogma, o The Scott. J. of Theol; E. KINDER, in Festg. O.
Karrer e in Die Katholizitat der Kirche, p. 11, 22s; H. EN-
GELLAND, art. cit.; W. STAHLIN, AUein. Recht u. Gefahr einer
polemìschen Formel, Stoccarda, 1950; H. ROCKERT, Schrift,
Tradition, Kirche, Luneburg, 1951, p. 22: « Il cattolicesimo
ha semplicemente ragione quando ci fa notare che il di-
lemma "Scrittura" oppure "Scrittura e tradizione" nascon-
de una falsa alternativa. In primo luogo, infatti, anche la
Scrittura è tradizione, e inoltre anche noi viviamo di tradi-
zione non scritta o almeno non scritta nella Bibbia. Anzi,
anche Lutero ne è vissuto ».
44
E. KINDER, in Die Katholizitat der Kirche, p. 34, 55-56;
K. E. SKYDSGAARD, Interim-Report Commission Faith & Or-
der, agosto 1960, p. 16-17 (dattilografato).
434 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
45
M. THURIAN, op. cit., p. 10-11.
16
Qualche parola in questo senso in R. P. C. HANSON,
The Church and Tradition in the Pre-Nicene Fathers, in
The Scott. J. of TheoL, 12 (1959), p. 21-31; J. C. MARGOT, Les
Epìtres de Pierre, Ginevra e Parigi, 1960, p. 109; ved. in
R. MEHL, DU catholicisme romain (Cahiers théol., 40),
Neuchàtel-Parigi, 1957, p. 35-36.
47
Le dichiarazioni favorevoli ad una tradizione esege-
tica sono numerose. Ved., per esempio, F. CHR. BAUR, Ber
Gegensatz des Katholizismus u. Protestantismus, Tubinga,
1834, p. 341-342; K. BARTH, in P. LENGSFELD, op. cit., p. 180s;
G. EBELING e H. ENGELLAND, st. cit.; J. ELI.UL, Signification
actuelle de la Réforme, in Protestantisme francaìs, Parigi,
1945, p. 178 (« Al contrario la tradizione è buona e utile
allorché è lasciata al suo vero posto ed esaminata alla
luce della rivelazione biblica, e la testimonianza dei Padri
e dei Martiri può servire di conferma alla verità di Dio
in quanto anch'essa è conforme all'insegnamento della
Scrittura »); O. CULLMANN, op. cit., p. 37-40 e 51; G. GLOEGE,
Offenbarung u. V'eberiiejerung. Ein dogmatischer Entwurf,
Amburgo, 1954; S. F. WINWARD, in Christian Baptism. A
fresh Attempt to understand the Rite in terms of Scripture,
Ristory and Theotogy, ed. da A. GILMORE, 3 ed., Londra,
1960 (l'autore ò battista); REGIN PRENTF.P., loc. cit.. infra.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 435
Ci g u a r d i a m o b e n e dal forzare la p o r t a t a di
questo testo. Ma essa è, i n d u b b i a m e n t e , conside-
revole. Dal m o m e n t o che chi p a r l a è un p a s t o r e
d'anime e n o n un teorico sistematico, queste linee
m a n i f e s t a n o la reale continuità della vita della
Chiesa con la sua sorgente, anche q u a n d o la
Chiesa, in qualche m o d o , a p p o r t a delle aggiunte
a quella sorgente. Se si considera il fatto dal pun-
to di vista del fedele, si deve dire che la sua
48
P. CH. MARCEL, Le Baptème, sacrement de l'alliance
de gràce, in Révue Réformée (Saint-German-en-Laye), 1960,
nn. 2-3, p. 143. Come esempio di una « deduzione legitti-
ma » in materia sacramentale (pratica), l'autore presenta
il fatto, non attestato dalla Scrittura, che le donne pos-
sono partecipare alla Cena sacra. Si potrà, per l'idea di
fondo, confrontare, sul piano della predicazione pastorale,
P. SCHERDING, cit. infra, e, dal punto di vista dogmatico,
H. DIEM, Dogmatik..., Monaco, 1955, e Theologie als Kirchli-
che Wissenschaft, Monaco, 1952.
436 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
49
LUTERO: « E pericoloso ed abominevole ascoltare e
credere qualcosa che sia in contraddizione con la testi-
monianza unanime, la fede e l'insegnamento di tutte le
Chiese sante e cristiane, secondo quanto esse hanno con-
servato fin dall'inizio e durante quindici secoli nel mondo
intero ». MELANTONE, nel 1534 : « Ecclesia? auctoritas maxima
est », perché la Chiesa è il popolo di Dio e il Cristo non
l'abbandonerà (cf. J. N. BAKHUIZEN VAN DEN BRINK, Traditio
in de Reformatie en het Katholicisme in de zestiende
eeuw, in Med. kril Ned. Ak. van Wet., Afd. Letterkunde,
N. ser., Deel 15, n. 2, Amsterdam, 1952, p. 8 e 12 (cit. da
CH. MOELLER, in Irénikon, 25 [1952], p. 338). Cf., per Lutero,
S.S., p. 258, n. 16 e infra, n. 53.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 437
u n a fede p e r s o n a l e e responsabile... S o l t a n t o in
u n i o n e di vita con la Chiesa fedele, che è quasi
l'officina in cui o p e r a lo Spirito S a n t o , p o s s i a m o
r e t t a m e n t e i n t e n d e r e la Parola salvifica di Dio »,
scriveva W. S t a h l i n 5 0 . Ed ecco o r a u n a voce dei
riformati :
I protestanti devono a loro volta convenire che
Roma ha ragione quando afferma che la Sacra Scrit-
tura è il libro della Chiesa e che non può essere
realmente compreso che in seno al Popolo di Dio...
Dobbiamo imparare di nuovo il valore della lettura
comunitaria della Scrittura: è all'interno della fami-
glia suscitata dalla rivelazione scritturistica, che gli
scritti sacri acquistano tutto il loro significato 51 .
50
Schrift u. Tradìtion, in Die Katholizitàt der Kirche,
p. 49, 51, 52.
51
R. M(ARTIN) A(CHARD), Ecriture et Tradìtion dans le
dialogue entre les chrétiens séparés, in Réforme, 2 febbr.
1957 (cit. in Docum. cathol., 54 (1957), col. 296). In seguito
(cf. col. 297) l'autore ammette l'idea di libri composti
nella comunità, la quale è loro anteriore ed ha incessan-
temente spinto oltre la sua riflessione, sulla linea degli
scritti più antichi, leggendo tali scritti nella propria sto-
ria. È il principio midrashico che si verifica anche nella
tradizione.
52
BARTH diceva già che la Scrittura è meglio compresa
nella Chiesa che in un vuoto artificiale (Kirchl. Dogmatik,
1/2, p. 678-680). Ved. G. HEBERT (anglicano), Which comes
first, the Church or the Bible?, in The Student World, 42
(1949), p. 110-116; C. H. DODD, The Relevance of the Bible,
in Biblica! Authority for To-day, ed. da AL. RICHARDSON e
W. SCHWEITZER, Londra, 1951 (non è possibile separare la
Bibbia dalla Chiesa più di quanto non lo sia separare
la Chiesa dalla Bibbia); recensendo l'edizione della Bibbia
438 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
53
16 febbr. 1546, cit. da FR. FUNCK-BRENTANO, Luther,
p. 344.
54
M. BOEGNER, (Qu'est-ce que l'Eglise?, Parigi, 1931,
p. 96-97) parlava già della « tradizione della Chiesa, me-
diante la quale si afferma la solidarietà dei cristiani
attraverso le generazioni e si realizza la comunione dei
santi ». E. KINDER (Schrift u. Tradition, in Begegnung...
[Festg. O. Karrer], p. 123s) dice che non si può separare
la Bibbia dalla lettura che ne è stata fatta, dalla com-
prensione che se ne è avuta, dall'esperienza che ha susci-
tato. FR. J. LEENHARDT (Scriptum sola..., p. 40-41) esprime
la stessa idea di M. THURIAN, infra cit. Alla sessione della
Commissione di "Faith and Order", a Saint-Andrews, nel
1960, il professor DEVADUTT ha riconosciuto che la Com-
missione ammette, come fonte della teologia, la Scrittura
interpretata sotto la guida dello Spirito Santo; aggiun-
geva, come opinione personale, con l'approvazione di
quasi tutti i membri, « ...con il riguardo dovuto alla testi-
monianza della Chiesa attraverso i secoli ».
440 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
53
Développement du dogme et tradition selon le catho-
licìsme moyen et la théologie réformée, in Verbum Caro,
a. 4 (1947), p. 145-167 (p. 157); cf. L'Unite visible, p. 11-12:
« La Tradizione è dunque una lettura universale ed ecu-
menica della Scrittura da parte della Chiesa sotto l'illu-
minazione dello Spirito Santo. Soltanto questa lettura
ecclesiale c'introdurrà nella pienezza della Parola di Dio... ».
5
" Ma notiamo che « Parola di Dio » è qui la Scrittura
e che si chiudono gli occhi sulle mediazioni storiche uma-
ne, ch'essa implica, come testo, e sull'intervento della
Chiesa per il suo discernimento, che comporta conte
Scrittura canonica.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 441
57
Formula di J. RANFT, Der Ursprung des katholischen
Traditionsprinzips, Wiirzburg, 1931, p. 39.
58
Cahiers théolog., 13, Neuchàtel-Parigi, 1946, p. 36, n. 2.
442 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
59
Cf. il nostro Vraie et Fausse Réforme dans VEglise,
Parigi, 1950, p. 441s.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 443
02
Systematische Theologie, I, p. 64, cit. da P. LENGSFELD,
op. cit., p. 165.
63
Credo, trad. frane, Parigi, 1936, App. I l i (Dogma-
tique et Tradition), p. 225-228.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 445
64
II rapporto del Comitato Americano di « Faith and
Order » riconosceva che il N.T. è stato composto nella Chie-
sa e per la Chiesa (cf. The Nature of the Church, 1945,
p. 15-16). Ved. anche M. RAMSEY, arciv. di Canterbury,
The Healing of our divisions, 1947, p. 4. Ma citiamo soprat-
tutto queste parole del vescovo anglicano dell'Africa del
Sud, N. S. TALBOT, durante la discussione generale della
Conferenza di Edimburgo (Foi et Constitutìon, Actes offi-
ciels de la Deuxième Conf. Univ. Edimbourg, 3-18 aoùt
1937, Parigi, 1939, p. 84) : « Vorrei mettere in chiaro il pro-
blema della Chiesa creata dalla Parola di Dio. Leggendo
il grosso volume sul Ministero e i Sacramenti, e più preci-
samente le posizioni luterane, dicevo tra me: "Ecco qual-
cosa che ha per essi molto significato ed importanza,
mentre io, sotto questa forma, non la comprendo affatto".
Non è forse che un esempio dell'insolubile problema:
è nato per primo l'uovo o la gallina? Probabilmente noi
ci troviamo in un circolo vizioso. Se dite che la Chiesa
è creata dalla Parola, ciò potrebbe far pensare che la
Parola di Dio abbia un'esistenza separata dalla Chiesa e
che la Chiesa non è che una continuazione o un'appendice
446 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
D) LA QUESTIONE ECCLESIOLOGICA.
PROSPETTIVE PER L'AVVENIRE E PER I POSSIBILI
SVILUPPI DI UN DIALOGO NUOVO
fi
68
"Vraie et Fausse Réforme dans l'Eglise, p. 422s.
I testi migliori sono quelli di Lutero: ved. il nostro
Vraie et Fausse Réforme dans l'Eglise, p. 422-423 e p. 424,
69
ta e, già prima di loro, l'aveva espressa il Nuovo
Testamento 70. Si tratta della parola che suscita
e nutre la fede, mediante l'operazione dello Spi-
rito : è la parola affidata al ministero della Chiesa.
La s'intende spesso, tuttavia, nel senso di un bi-
blismo stretto : la « Parola » è il testo. Mentre
invece non è la stessa cosa. O meglio, se la distin-
zione si fa, è per ridurla a un nulla, dal punto di
vista che qui c'interessa, dal momento che l'azione
dello Spirito Santo viene strettamente limitata
a far comprendere la Scrittura. È, al contrario,
importantissimo sapere che se, da un lato, la
Parola attiva del Dio vivente non è sempre il testo
sacro, dall'altro, il dono di Dio agli uomini, per
farli vivere con lui non si riduce alla Scrittura.
Esistono doni di grazia e atti dello Spirito Santo
al di fuori della Parola, e soprattutto della Parola
identificata con la Scrittura. Può anche esistere
una Parola di Dio al di fuori della Scrittura, del-
la sua lettura o del suo commento formale.. Ecco
perché la critica rivolta ai Cattolici di credere
certe verità sine Verbo Dei e quindi, si dice, di
seguire un pensiero del tutto umano, soggetto
72
Si può notare, presso alcuni autori protestanti, come
una nostalgia della tradizione, nel senso in cui ne abbia-
mo parlato sopra, cioè come una trasmissione di realtà.
Ved., per esempio, A. NEESER, Le Virarne, de la Parole de
Dieu d'après la Bible, Losanna, 1945; il pastore JURGEN,
in Um die Einheit der Kirche, edito da J. CASPER, p. 182-183.
454 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
73
Non dovendo esporre a fondo queste tesi, nella
presente opera, ci limitiamo a riassumere studi fatti da
altri. Si potrà consultare CALVINO, Epìtre à Sadolet e
Tratte des scandales (in Trois Traités, ed. Je sers, rispetti-
vamente p. 50s e p. 286). Lettera a Francesco I, all'inizio
dell'Institution, 23 agosto 1535; Institution, ed. del 1541,
e. 15 (ed. Coli. Bude, t. IV, p. 149s). Cf., tra gli autori
contemporanei, E. KINDER, Schrift u. Trad., in Begegnung
d. Christen, p. 121.
74
R. MEHL (Perspectives cecuméniques ouvertes par
le 3" Conférence mondiale de « Foi et Constitution », in
R.H.P.R., 33 [1953], p. 261-267; p. 263): « Quale posto occupa
il ministero, come istituzione, come regolarmente ordi-
nato, nella definizione della Chiesa? È necessario aggiun-
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 455
7(i
P. BENOIT, in R.B., 62 (1955), p. 263, riprod. in Exégèse
et Théologie, Parigi, 1961, t. II, p. 315s.
77
J. DANIÉLOU, Réponse à Oscar Cullmann, in Dieu
Vivant, n. 24 (1953), p. 107-116 (p. 113).
78
O. CULLMANN scrive: « La presenza reale degli Apo-
stoli nella Chiesa di tutti i tempi ci è data nel N.T. »;
« L'attualizzazione della testimonianza degli Apostoli è
la Scrittura, come l'attualizzazione dell'opera redentrice
del Cristo sono i sacramenti » (La Tradilìon, p. 36 e 54).
Notiamo che molti Apostoli non hanno scritto nulla.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 457
7
» La Vie Pastorale (n. 40 di Verbum Caro), 1956. Que-
sto saggio troverebbe il suo complemento nella traduzione
(di A. JAERMANN e R. PAQUIER) dello studio di GR. DIX,
Le Ministère dans l'Eglise ancienne, Neuchàtel-Parigi, 1955;
J. von Allmen scrive nella prefazione: « Spero presto
di dimostrare, in uno studio su "la dottrina del ministero
secondo gli scritti simbolici riformati del XVI secolo",
che al tempo della Riforma, si è posto, senza esitazione,
il ministero, con la predicazione e i sacramenti, tra gli
elementi che costituiscono la Chiesa e senza il quale essa
verrebbe meno » (p. 11). Allo studio di Gr. Dix avvici-
niamo un articolo di P H . MENOUD, L'Eglise et les Mini-
stères selon le N.T. (Cahiers théol., 23), Neuchàtel-Parigi,
1949, soprattutto p. 49-61, in cui l'episcopato è considerato
come un'autorità che proviene dall'alto e s'incarna in
una persona.
80
Analisi di quanto avviene di positivo nel tempo:
ved. art. citati infra, nn. 87 e &9. Funzione docente: Was
erwarten evangelische Christen \>om Okumenischen Kon-
458 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
82
Cf. p. 38. E ancora : « Non esiste cesura tra il tempo
apostolico e il tempo della Chiesa, nel senso che la pre-
senza reale del Cristo continua dal primo al secondo
(segue cit. di Ut., 28,18-20) » (p. 31). Leenhardt ammette-
rebbe anche, per questo prolungamento dell'apostolicità,
una certa infallibilità (cf. p. 32s).
83
Hervorming en Catholiciteit. Een Verklaring, Rotter-
dam, 1950. Ved. Eglise vivante, 1950/4, p. 495s; Vers l'unite
chrétienne, giugno 1951, p. 2-6.
84
P. Y. EMERY, Réforme et Unite, in Verbum Caro,
n. 61 (1962), p. 42-65. Citiamo il testo seguente dalle pp. 52-
53: « Se la Scrittura si fosse costituita anticamente e
460 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
85
Vraie et Fausse Réforme dans l'Eglise, p. 446s. Alle
citazioni ivi fornite, aggiungere ERIC M. WAHLSTROM (luter.),
in The Nature of the Church, New York, 1945, p. 39-40;
H. MENTZ, Taufe u. Kirche in ìhrem ursprunglichen Zu-
sammenhang, Monaco, 1960, p. 22-28 e 88.
86
Cf. S.S., p. 34s. La teologia cattolica della tradizione
si sviluppa sotto il segno di tale concatenazione di lan-
dati (cf. per es.: FRANZELIN, De Div. Tradìtione, th. IV, V,
p. 23s).
462 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
87
Ved. E. KINDER, in Begegnung d. Christen, p. 125;
K. E. SKYDSGAARD, in The Scottish Journal, p. 339-345, 356.
In maniera più generale, cf. M. VILLAIN, Introduction à
l'cecuménisme, 3 ed., Tournai-Parigi, 1961, p. 251s; J. Bosc,
Le Dìalogue catholique-protestant, Parigi, 1960, p. 62, 69;
7. - PENSIERO PROTESTANTE SU1LA TRADIZIONE 463
Conclusione.
90
Così T H . G. CHIFJKLOT, Le Christ et le Temps. Réfle-
xìons sur un livre récent, in M.-D., n. 13 (1948), p. 26-49
(riprod. in Théol. de VHistoire, Parigi, 1960, p. 9-48); T H .
STROTMANN, Le Christ e le temps, in Irénikon, 21 (1948),
p. 395-410; H. STIRNIMANN, Aposlel-Amt u. apostolische
Ueberlieferung, in Freiburger Zeìtschr. f. Phil. u. Theol.,
4 (1957), p. 129-147; F. FRISQUE, Oscar Cullmann. Une théolo-
gie de l'histoire du salut, Parigi e Tournai, 1960, p. 160s;
J. MOUROUX, Le Mystère du Temps, Parigi, 1962, soprattutto
p. 150s. Critica ortodossa: O. CLÉMENT, Transfigurer le
temps, Parigi, 1959, p. 53, 61. Delle opere spagnole seguenti
non conosciamo che il t i t o l o : JESUS SILVESTRE ARRIETA, La
Iglesia del intervalo: aspecto escatologico del tiempo de
la Iglesia en Oscar Cullmann, in Miscellanea Comillas,
n. 31 (1959), p. 191-297; ANTONIO BRIVA MTRABENT, El tiempo
de la Iglesia en la teologia de Cullmann, Barcellona, 1961.
7. - PENSIERO PROTESTANTE SULLA TRADIZIONE 465
91
Cf. J. L. LEUBA, art. cit. supra, n. 89.
92
Le Corps mystique du Christ. Etudes de théologie
466 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
94
Schrift u. Dogma in der Oekumene, Giitersloh,
1953, p. 42.
95
Come si vede nella dichiarazione delle 29 personalità
calviniste olandesi, cit. saprà, n. 83. Segnaliamo un altro
studio, che si avvicina alle stesse idee: E. R. FAIRWEATHER,
Scripture and Tradition, in Canadian Journal of Theol.,
5 (1954), p. 7-14, (cf. E. LAMIRANDE, in Rev. de l'Univ. d'Otta-
wa, 1962, p. 193).
468 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
9(5
Abbiamo toccato questo problema in Vraie et Fausse
Réforme de l'Eglise, Parigi, 1950, p. 424, 452s; Pour le
dialogue avec le Mouvement cecuménique, in Verbum
Caro, n. 4 (1950), p. 111-123; Le Christ, Marie et l'Eglise,
Parigi, 1952; Regards et Réflexions sur la christologie
de Luther, in Chalkedon in Geschichte u. Gegenwart,
Wiirzburg, t. I l i , 1954, p. 457-486 (riprod. in Chrétiens en
dialogue. Etudes et Témoignages aecuméniques, Parigi,
1963).
Excursus A
1
Ved. M. HOEPERS, Der Neue Band bei den Propheten,
Friburgo, 1933, p. 85s (Ger.), 91s (Ez.); P. VAN IMSCHOOT,
L'Esprit de Jahvé et Valliance nouvelle dans VA.T., in
E.T.L., 13 (1936), p. 201-220.
EXCURSUS A 471
2
II Dio vivente è colui al quale l'uomo di fede dice:
« Dio mio »; colui nel quale si ha confidenza, colui che si
serve come in un tempio, poiché il vero tempio è l'anima
consacrata al Dio vivente (ved. 2 Cor., 6,16; Rom., 9,26;
1 Tini., 3,15; 4,10 (6,17 Volg.); 1 Th., 1,9.
3
Ved. per esempio: Is., 11,1-6; 32,15-18; 44,3-5; 61,1-3;
Aggeo, 2,5; Zac, 4,6; P. VAN IMSCHOOT, art. eh.
4
Ved. saprà, p. 175, n. 65. Il cuore e la disposizione
fondamentale (Ger., 32, 39, 40); si deve amare Dio con tutto
il cuore (Deul., 6,5; Afe, 12,30s e par.). Il Signore vede il
cuore (1 Sam., 16,7), lo sonda e lo scruta (Sai., 17,3; Ger.,
17,10; 11,20; 20,12; Sai., 7,10). La circoncisione del cuore
(Lev., 26,41; Deut., 10,16).
EXCURSUS A 473
5
A.H., 4, 1 e 2: « Quid autem si nec Apostoli quidem
Scripturas reliquissent nobis, nonne oportebat ordinem
sequi Traditionis quam Lradiderunt his quibus commit-
tebant ecclesias? Cui ordina Lioni adsentiunt m u l t e gentes
barbarorum eorum qui in Christum credunt, sine charta
et atramente) scriptam habentes per Spiritum in cordibus
suis salutem et veterum Traditionem diligenter custo-
dientcs » (P.G., 7; 855; SAGNARD, S. Ch., 34, p. 116 e 117).
6
« Quelle cose (che diceva Policarpo), per la miseri-
cordia di Dio che è venuta su di me, le ho ascoltate con
cura e le ho annotate, non su della carta, ma nel mio
cuore, e sempre, per grazia di Dio, le ho ruminate con
f e d e l t à » : EUSEDIO, H.E., V, 20, 7 (SCHWARTZ, G.C.S., I I / l ,
p. 484; S. Ch., 41, Parigi, 1955, p. 62).
474 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
7
8
Sermo 212, 2 (P.L., 38, 1060).
« Intentis itaque animis Symbolum discite, et quod
discite, et quod vobis sicut accepimus tradimus non
alieni materiae quas corrumpi potest, sed paginis vestri
cordis ascribite » (ed. WILSON, p. 53). Era in uso anche
un rito dell'unzione delle orecchie (e delle narici), in cui
varie preghiere parlavano di apertura delle orecchie del
cuore (cf. D.A.C.L., I, col. 2533).
s Strom., VI, 15, 131, 4-5 (P.G., 9, 356 B; O. STAEIILIN,
Clem., II, p. 498).
EXCURSUS A 475
14
Parallelo frequentissimo. Per es.: S. GIOVANNI CRI-
SOSTOMO, Coni, in Mt., hom. 1 (P.G., 57, 15); S. GIROLAMO, Ad
Fabiolum, 7 (cit. da P. Evdokimov in Verbum Caro, n. 62,
p. 179, ma che non abbiamo trovato all'indicazione data);
S. AGOSTINO, De Spir. et Litt., 21, 36 (P.L., 44, 222); AMBRO-
SIASTER, Lib. Qucest. Vet. et N. Test., 95,2 (C.S.E.L., 50, 168),
ecc. Ved. il nostro Pemecóte, Parigi, 1956, p. 60s; J. LÉCUYER,
Le Sacerdoce dans le myst. du Christ (Lex Orandì. 24),
Parigi, 1957, p. 45s, 313-338.
15
Antirrheticus, III, 7: P.G., 100, 385 CD.
16
Troviamo 2 Cor., 3, 3 citata solo nel Senno l de cir-
cumcisione (Opera, ed. QUARACCIII, IX, 134 b), nel quadro
dell'opposizione della legge antica e della legge nuova.
EXCURSUS A 477
17
S. Th., M I , q. 106, a. 2; S. AGOSTINO, De Spir. et liti.,
14, 23 e 17, 30 (P.L., 44, 215 e 219).
18
Ved. I-II, q. 106, a. 1, sed e ; a. 2 ad 3; III, q. 42,
a. 4, ad 2; q. 72, a. 11; Coni, in 2 Cor., e. 3, lect. I; in Hebr.,
e. 8, lect. 3 fine. Tutti questi testi sono notevoli.
478 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
19
THOMAS NETTER (WALDENSIS), Doctrinale antiquitatum
catholicce Ecclesiae, ed. BLANCIOTTI, 3 voli., Venezia, 1757-
1759, t. I, 1. II, a. 2, e. 25, n. 5 (p. 372). Cf. M. HURLEY, Scrip-
tura sola. Wyclif and kis Critics, New York, 1960, soprat-
tutto p. 55s. Notiamo che l'idea di legge, contenuta e na-
scosta nel cuore (nel petto: in pectore, in scrinio pectoris)
del Legislatore, era comune nel medioevo. BRUNO DI SEGNI
dice « tota et integra scientia (Evangelii) continetur in
pectore Salvatoris » (Expos. in Exod., e. 25: P.L., 164, 315).
Era comune, presso i canonisti, dire che il Papa contiene
tutti i diritti negli archivi del suo cuore (cf. N. NILLES,
In scrinio pectoris sui. Ueber den Brustschrein Bonifaz'
Vili, in Z.K.T., 1895, p. 2-13; FR. GILLMANN, Romanus Pon-
tifex jura omnia in scrinio pectoris sui censetur habere,
in Archiv f. kath. Kirchenrecht, 92 (1912), p. 3s; 106 (1926),
p. 156s; 108 (1928), p. 524s; 109 (1929), p. 249s.
EXCURSUS A 479
24
Gruntliche unterrichte. Was eyn frommer Christen
von der heylìgen Kìrchen, von den Vetern lere, und hey-
ligen schrijft halten soli. Aus Góttlichen schrìfften getzogen
une beweret, fol. 38r; G. H. TAVARD, p . 162 e 164.
25
De auctoritate Ecclesìce et Scriptura adversus Lu-
therum, 1522 (pubbl. nel 1524); G. H. TAVARD, p. 124-128.
26
Enchiridion Locorum Communium (1522), ed. P.
SCHLAGER (Corpus Catholicorum, 12) Miinster, 1927; cf.
G. H. TAVARD, p. 164.
27
Confutatio Lutheranismi, 1530, ed. L. SCHMITT, p. 87,
cit. da G. H. TAVARD, p. 165.
28
De Ecclesiasticis Scripturis et Dogmatibus libri quat-
tuor, 1533, ed. L. TAPPER, Lovanio, 1556. Ved. anche J. L.
29
C.T., I, p. 484-485: « Ea autem fidei nostrae principia
tria esse inveniemus. Nam doctrinam nostrani non nisi
revelationem quandam diversis temporibus factam dino-
scitur. Patriarchis primum, quorum fidem in sacris scrip-
turis habemus - hasque vetus testamentum nominamus.
Procedente tempore placuit divinse bonitati eadem et
longe plura hominibus per unigenitum Filium suum re-
velare, qui non scripto, sed ore, non in charta, sed in
corde plantavit evangelium suum, prout nihilominus iidem
prophetae praedixerant - et hoc novum testamentum dici-
mus. Eorum tamen, quas a Christo emanarunt, quaedam
scripturas demandata, quaedam in cordibus hominum re-
lieta fuerunt - hocque secundum principium est fidei no-
strae. Tertium autem, quoniam non semper Filius hominis
nobiscum mansurus erat, Spiritum Sanctum suum in
mundum misit, qui Dei secreta et quae dubia apud ho-
mines erant declararet... ».
484 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
30
« Totum evangelium potest dici traditio, eo quod
per vivam Jesu Christi et Apostolorum vocem, primitus
in cordibus hominum seminatum e s t » (op. cit., fol. 2 V :
siamo debitori di questi testi a G. H. TAVARD, Tradition
in Early Post-Tridentine Theology, in Theol. Studies, 23
(1962), p. 377-405 (p. 391s).
31
Op. cit., fol. 5r.
32
Op. cit., fol. 220r (G. H. TAVARD, p. 292, n. 64).
33
« Atramente m o r t u o in sacris codicibus expressum »,
« in materialibus aut lapideis tabulis » (G. H. TAVARD,
p. 393).
34
De Locis theol., 1. I H , e. 3, primum fundam. (Ed.
SERRY, p. 67b) : « Lex ergo evangelica, quae lex spiritus est,
non literae, non est a principio literis exarata, sed in animis
fidelium insculpta ».
EXCURSUS A 485
35
Ibid., quartum fundam., p. 69b.
36
Per esempio GIOVANNI DE LA PENA, O.P. (Salamanca,
1559), Comm. in II-II, q. 1, a. 10 : « Doctrina revelata im-
mediate a Deo sive fuerit scripta in chartis, sive in intel-
lectibus et cordibus fidelium, eiusdem est auctoritatis »
(in G. Pozo, La Teoria del Progreso dogmatico en los
Teologos de la Escuela de Salamanca, Madrid, 1959, p. 151);
BANEZ, In I Partem..., q. 1, a. 8 (1584): «Sacra Scriptura
prascipue est in corde Ecclesia?, secundario vero in libris
et editionibus » (ed. BELTRAN DE HEREDIA, Salamanca, 1934,
p. 71); STAPHYLUS (In causa religionis sparsim editi libri,
Ingolstadt, 1613, p. 24), oppone il « Vivum cor Ecclesia? »
alle « mortuae chartaceae membraneae Scripturarum ». D'al-
tra parte, non abbiamo incontrato il tema del Vangelo
scritto nei cuori, né comunque la cit. di 2 Cor., 3, 3, in
S. ROBERTO BELLARMINO, / Controversia generalis, De Verbo
Dei, 1. IV.
486 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
37
Ved. il nostro Vraie et Fausse Reforme dans l'Eglise
(Unam Sanctam, 20), Parigi, 1950, p. 423s.
EXCURSUS A 487
3
» Ved. S.S., p. 221s.
488 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
40
Ved. in G. H. TAVARD, p. 152, i testi di Michele Vehe
(t 1539) e di Alberto Pio (t 1531); p. 156, di Giovanni Faber,
vescovo di Wiener-Neustadt (t 1541) e di Sadoleto (t 1547);
p. 162-163, di Nicola Ellenbog (f 1543); p. 164-169, di Nicola
Herborn (f 1535).
41
Ved. G. H. TAVARD, p. 157, con riferimenti a Giovanni
Mensing.
42
Cf. G. H. TAVARD, p. 120-123.
43
STANISLAI HOSII, ... Opera omnia in duos divisa,
tomos, Colonia, 1584, t. I, 321 : « Non est Evangelium ubi
non est Ecclesia. Non est Ecclesia ubi non est Evangelium.
Non quod Scriptura non haberi possit extra Ecclesiam...,
sed vivum Evangelium ipsa est Ecclesia, extra quam pelles
490 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
46
Anche gli spiritualisti hanno trattato, alla loro ma-
niera, il nostro tema. S. GIOVANNI EUDES, per esempio,
paragona il cuore di Maria a « un Vangelo vivente, nel
quale la vita di Nostro Signore Gesù Cristo è scritta col
dito di Dio, che è lo Spirito Santo » (cit. da Cu. FLACHAIRE,
La Dévotion à la Vierge Marie dans la littérature catho-
lique au cotnmencement du XVII' siede, Parigi, 1916,
p. 133).
492 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
47
In Theolog. Quartalschr., 1823, p. 497.
48
Lessing, Schleiermacher: cf. S.S., p. 339s. Ved. P.
CHAILLET, La Tradition vivante, in R.S.P.T., 1938, p. 172 e,
per MOIILER, p. 173.
49
« La tradizione è la parola che continua a vivere nel
cuore dei fedeli »: Symbolyk, paragrafo 38, 1 ed., p. 271; ed.
J. R. GEISELMANN, 1957, p . 415. Cf. Die Einheit, add. I l i :
ed. E. VIERNEISEL, Magonza, 1925, p. 192; ATHANASIUS D.
GROSSE, t. I, p. 124: la tradizione = « u n modo di sentire
fondamentale insito nei cristiani, che sì è formato in loro
attraverso la prima educazione ricevuta nella Chiesa »•
Perrone ha derivato l'idea da Mohler (W. KASPER, Die Tra-
dition in d. Rómischen Schule, Friburgo, 1962, p. 95, n. 114).
EXCURSUS A 493
50
Ved. il suo rapporto Die Ortodoxen hermeneutischen
Grundprinzipien..., in Procès-verbaux du Premier Congrès
de Théologie Ortodoxe à Athènes, 26 nov. - 6 dèe. 1936,
Atene, 1939, p. 146-147.
51
De Div. Tradit., th. XX, I (p. 253).
Excursus B
SCRITTURA E «VERITÀ-
NECESSARIE ALLA SALVEZZA»
1
Ved. gli studi cit. nella Bibliografia; più recentemente
ancora, in E.T.L., 1962, p. 76.
496 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
2
In particolare, S. AGOSTINO, De Pece. mer. et remiss.,
II, 36, 59 (P.L., 44, 186): la Scrittura propone chiaramente
ciò che l'uomo non può ignorare, senza rischiare la propria
salvezza; C. Faustum, XXII, e. 95 e 96 (42, 464); De Doctr.
christ., II, 9, 14 (34, 42): « Iis enim quse aperte in Scripturis
posita sunt, inveniuntur illa omnia qua? continent fidem
moresque vivendi, spem scilicet atque caritatem de quibus
EXCURSUS B 497
3
contiene tutto ciò che è necessario . Non sembra
che si congiungessero allora espressamente le due
idee in quella di « verità necessarie alla salvezza »,
Ci avviciniamo a questa formula con S. Ansel-
mo, che così enuncia il tema tradizionale della
sufficienza della Scrittura : « Nihil utiliter ad sa-
lutem praedicamus, quod Sacra Scriptura, Spiri-
tus Sancti miraculo fecundata, non protulit aut
intra se non contineat » 4 .
Incontriamo con Abelardo i primi saggi di
riflessione critica sui limiti e sulle condizioni del
lavoro teologico. Il filosofo-teologo è piuttosto col-
pito dal fatto che non si possano assegnare delle
prove scritturistiche, almeno letterarie, a tutto ciò
5
« Nec rectas confessionis efficit si nonnulla confessio-
nis verba in canonicis minime reperiantur scripturis. Ob
hoc enim maxime symbola conciliorum scripturis illis
sunt superaddita, ut illi doceant vel disscrant quae ibi
aperte non habentur. Quis enim Trinitatem, vel tres per-
sonas in ea sibi coaeternas et coasquales, quarum una-
quaeque sit Deus, in illis Scripturis dici meminerit, aut
Pilatus Pontius appellari, aut ad inferos animam descen-
disse Christi, et alia quaedam quae in verbis non conti-
nentur canonicis? Multa profecto fìdei necessaria post
Evangelium ab apostolis vel apostolicis viris addita sunt,
quae ex verbis evangelicis, minime comprobantur, sicut
est de virginitate Matris Domini etiam post partum
jugiter conservata, et de aliis fortasse multis (Introd. ad
theol, 1. II, e. 14; P.L., 178, 1076).
EXCURSUS B 499
6
Per S. BONAVENTURA, questo sacramento era stato isti-
tuito dallo Spirito Santo dopo la Pentecoste (IV Seni.,
d. 7, a. 1, q. 1, ad 1 [Quar., IV, p. 164]).
7
Notiamo la seguente testimonianza del monaco BOSON
(verso il 1140?): « P o r r o si sacramentum nominatur, non
tamen inter illa generalia ac principalia sacramenta annu-
meratur, sine quibus Christiana salus non habeatur »
(J. LEBOURLIER, Un témoìn de l'élaboralion de la liste des
sacrements, in R.T.A.M., 21 (1954), p. 130-137; p. 130). Per
il vocabolario, ci. ROLANDO BANDINELLI (Alessandro III), « sa-
cramenta necessitatis » (GIETL, Die Sentenzen..., Friburgo,
1891, p. 261-262): Rolando appartiene alla scuola di Abe-
lardo.
8
Si invocava talvolta per la confermazione Mt., 19, 13
(S. TH., IV Sent., d. 7, q. 1, a. 1, ad 1). In ogni modo, di-
ceva S. Tommaso, la forma di questo sacramento è co-
nosciuta per tradizione orale (ib., q. 1, a. 3).
a IV Sent., d. 23, q. 1, a. 1, a» 3, ad 1 : « Multa Dominus
fecit et dixit qua; in Evangeliis non continentur. Illa enim
praecipue curaverunt Evangelista? tradere quae ad neces-
sitatem salutis et ecclesiastica; dispositionis pertinent; et
ideo potius institutionem baptismi et poenitentiae et eu-
charistiae et ordinis a Christo factam narraverunt, quam
extremas unctionis vel confìrmationis, quas neque sunt de
necessitate salutis neque ad dispositioncm sive distinctio-
nem Ecclesia; pertinent... » (cf. I-II, q. 108, a. 2).
500 I.A TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
1(1
De Verit., q. 14, a. 11, e. (Deus est provisurus in
omnibus necessariis ad salutem) et ad 1 (hoc ad divinam
Providentiam pertinet ut cuilibet provideat de necessitate
ad salutem).
11
Osserviamo, a proposito di Gv., 21, 25: « Non omnia
scripta sunt, sed qua; sufficiunt ad fidem nostram » (Coni,
in Joan., e. 20, n. 6: ed. Quaracchi, VI, p. 516); « Omnis
veritas salutaris vel in Scriptura est vel ab ea emanat vel
ad eam reducitur » (Sermo I in Circum. Domini : IX,
p. 138).
12
S. Th., p. 1, tract. 1, q. 3, memb. 2, sed. e. 2 (ed.
BORGNET, t. XXXI, p. 16) con riferimento al 1. XIV De Trinit.
Si tratta certamente del passo (De Trinit., XIV, 1, 3:
P.L., 42, 1037), in cui, dopo aver distinto sapienza e scienza
(quest'ultima = conoscenza delle cose umane), Agostino
afferma di interessarsi non ad ogni scienza, non a tutto
quello che può essere conosciuto intorno alle cose umane,
ma soltanto a quello per cui è generata, nutrita, difesa,
fortificata la fede salvifica, quella che conduce alla vera
beatitudine. S. Agostino è cit. da S. TOMMASO, S. Th.,
I, q. 1, a. 2, s. e: si noterà, ib., ad 2, « Scriptura seu sa-
cra Doctrina ». È citato ancora, per esempio, da GREGORIO
DA RUMINI (f 1358), che scriveva: « Constat quia quidlibet
tale vel expresse secundum se continetur in sacra scriptu-
ra vel ex contentis in ea deducitur, alioquin non ipsa suffi-
ceret ad nostram salutem et nostra? defensionem fidei,
etc, quod est contra Augustinum... » (Sent., I, d. 1, q. 1,
a. 2: cit. da W. PALMER, op. infra cit., p. 14, n. e).
EXCURSUS B 501
13
« In ipsa (Scriptura) clarissime traduntur ea q u s
sunt necessaria et sufflcientia ad finem ultimum conse-
quendum » (cit. da P. DE VOOGHT, Les Sources, p. Ili),
14
Dialogus, 1. II, e. 1, in GOLDAST, Monarchia..., t. II
(Amsterdam, 1631), p. 410-411 : « Illa? solas veritates sunt
catholicae reputandae et de necessitate salutis creden-
do quae in canone Bibliae explicite vel implicite asserun-
tur (...). Omnes autem aliae veritates qua; nec in Biblia
sunt assertse nec ex contentis in ea, consequentia formali
et necessaria possunt inferri, licet in scripturis sanctorum
et in definitionibus s u m m o r u m Pontificum asserantur, et
etiam ab omnibus fidelibus teneantur, non sunt catholicae
reputandae: nec est necessarium ad satutem eis per fidem
firmiter adhaerere » (p. 410) : Occam invoca poi dei testi
della Scrittura e di S. Agostino in questo senso.
« C. 2-5, p. 411-416.
502 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
]
e Ved. S.S., p. 181s.
17
Ci manca uno studio storico d'insieme sulla crite-
riologia teologica nei secoli XIII e XIV: classificazione e
gerarchizzazione delle proposizioni dottrinali, note teo-
logiche, positive e negative, ecc. Sarebbe interessante
confrontare le categorie e il vocabolario di S. Tommaso
d'Aquino, da una parte, di Guglielmo di Occam dall'altra.
S. Tommaso rivolgeva principalmente la sua attenzione al
contenuto (quod, oggetto formale quod) della fede. Appar-
teneva, secondo lui, ai dati della fede, in ragione del
suo contenuto, secundum se, a titolo immediato e prima-
rio, principaliter, ciò che, per il suo contenuto intrinseco,
dice rapporto diretto alla vita eterna, cioè al nostro ulti-
mo fine. Al contrario, altre affermazioni non appartengono
alla rivelazione e alla fede che in ragione del loro rap-
porto (estrinseco) alle verità precedenti. Esse sono in
ordine alla fede per accidens et secundario. La Sacra
Scrittura contiene un gran numero di tali enunciati: tutti
quelli che apportano semplicemente elementi di fatto,
EXCURSUS B 503
20
Institution del 1541, e. 15 (ed. Coli. Bude, t. IV, p. 171).
Il testo latino del 1559, che è dello stesso Calvino, porta
ugualmente: « Nos si demus illud p r i m u m errare non
posse ecclesiam in rebus ad salutem necessariis... » (IV,
8, 13: C.R., 30: Opera Calvini, II, 855); ugualmente la ver-
sione francese di questo testo, del 1560 {Opera, IV, 736).
E forse intenzionale il fatto che, nei testi più tardivi,
la precisazione dell'inerranza nelle verità necessarie alla
salvezza non è più presentata a proposito della tesi dei
papisti, ma soltanto laddove Calvino precisa ciò ch'egli
stesso ammette a questo proposito?
21
Examen..., in Opera omnia, Ingolstadt, 1543, f. 101-
139. Cf. H. KLOMPS, Kirche, Freiheit u. Gesetz bei dem
Franziskanertheolagen Raspar Schatzgeyer (Reformations-
geschichtl. Studien u. Texte, 84), « Scriptura quidem sacra
sufficienter tradit in agibilibus necessaria ad salutem... »
(cf. anche G. H. TAVASD, Holy Writ, p. 174, in fondo).
EXCURSUS B 505
22
Antilutherus, f. XXIX, cf. G. H. TAVARD, op. cit., p. 160.
23
De ecclesiasticis scripturis et dogmatibus, 1. IV, e. 6,
ed. Lovanio, 1556, f. 265 B (in S.S., p. 224, n. 1, abbiamo
detto, per errore, 1550). Driedo vi ritorna spesso altre volte.
24
C.T., V/2, p . 18.
25
Riassumendo il dibattito, MASSARELLI scriveva, nel
suo Diarium, in data 26 febbr. 1546 : « Frustra, inquit
(D. Clodiensis), nos modo quserere traditiones per manus
verbo et observantia communis ecclesia? ad nos deventas,
cum habeamus evangelium, in quo omnia quae ad salutem
et vitam christianam necessaria sunt, scripta inveniun-
tur ». Si citano a Nacchianti i testi del N.T. relativi alle
tradizioni, poi il testo dello Pseudo-DiONiGi, Eccl. Hier.,
I, 4. Massarelli continua: « Quod autem Augustinus dicat
in evangelio omnia esse scripta quae necessaria sunt ad
salutem, verba illa formaliter intelligi debent, scilicet ad
fidem Christi accipiendam ut salvi fiamus. Quo vero
ad mores et christianam vitam instituendam, certe non
omnia scripta sunt, quare ipse Deus noster ait: Mittam...
(Gv., 15,26; 14,26)» (C.T., I / I , p. 494). Notiamo in Massa-
relli una tesi molto interessante, che tocca il settore
abituale delle tradizioni non scritte: tesi che coincide
con le conclusioni della nostra ricerca storica (S.S., p. 79s).
506 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
26
C.T., XII, p. 521, 1. 47-52. Notare ciò che poteva
comprendere allora il termine traditiones.
27
Ved. U. HORST, Dos Verhàltnis von Schrift u. Tradi-
lion nach M. Cano, in Trierer Theol. Zeitsch., 69 (1960),
p. 207-223 (p. 222).
28
De divìnìs, apostolicis atque ecclesiast. traditionibus,
Colonia, 1549, f. 144r : « Adde quod multa sunt in Ecclesia
universali recepta, et ea quidem ad salutem necessaria,
quae Scriptura canonica dilucide constare minime possunt,
sed per Christi apostolorum traditionem illi innotue-
runt » (ved. G. H. TAVARD, Tradition in Early Post-Triden-
tine Theology, in Theol. Studies, 23 (1962), p. 377-405; p. 395).
EXCURSUS B 507
29
« Sancta Scriptura in genere et in communi continet
omnia qua; sunt necessaria ad salutem aeternam. Admonet
enim nos ut traditiones apostolorum veneremur et susci-
piamus; rursus admonet nos et auctoritate ecclesia^ qua
est columna et firmamentum veritatis... » (cit. secondo il
Ms. Vat. 4628, f. 40r, da C. Pozo, La Teoria del Progreso
dogmatico en los Teologos de la Escuela de Salamanca,
Madrid, 1959, p. 191, n. 53).
30
De Controversus, I, 1. IV, e. 11, ed. Parigi, 1870, p. 843.
Cf. e. 3, p. 197: « ...in Scripturis non contineri expresse
totam doctrinam necessariam, sive de fide sive de mori-
bus et proinde praeter verbum Dei scriptum requiri ver-
bum Dei non scriptum, id est divinas et apostolicas tradi-
tiones ».
508 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
31
Lettera a M.de Cherelles: Oeuvres, Parigi, 1622,
p. 843 (cit. da W. PALMER, op. cit. infra, II, p. 16, n. j).
Il « mediatamente » non è compreso nel senso dell'in
genere et in communi di Medina, ma nel senso di un'espli-
citazione del contenuto della Scrittura nella tradizione.
32
Ci. Institution, IV, 10, 30 (C.R., 32, 794; Opera Cai-
vini, IV) : « Poiché Dio ha fedelmente compreso nella sua
parola e ci ha pienamente dichiarato qual è l'unica vera
regola di giustizia, l'unica maniera di ben servirlo, e tutto
ciò che è necessario per la nostra salvezza, è necessario
EXCURSUS B 509
I c o m m e n t i di quest'articolo n o n spiegano,
s f o r t u n a t a m e n t e , o n o n giustificano l'espressione
33
Così W. PALMER, A Treatise in the Church of Christ,
Londra, 1838, t. II, p. lOs (= part. Ili, e. I); A. P. FORBES,
An Explanation of the 39 Articles, Oxford e Londra, 1871,
p. 95s; CH. GORE, Roman Catholic Claims, Londra, 1888,
p. 60s; E. C. S. GIBSON, The Thirty-nine Articles of the
Church of England, Londra, 1906, p. 239-240.
EXCURSUS B 511
34
Ved. H. MAROT, AUX origines de la théologie angli-
cane. Ecriture et Trad. chez R. Hooker (t 1600), in Iré-
nikon, 33 (1960), p. 321-343. Hooker combatte un biblismo
che vorrebbe regolare tutta la vita della Chiesa a partire
dal solo testo scritturistico. Dimostra che la Scrittura
non presenta che indicazioni generali e che la Chiesa,
facendo uso della ragione, sviluppa validamente la tradi-
zione, che, provvidenzialmente guidata, s'impone ai fedeli:
cf. in particolare il 1. V delle Laws oj Ecclesiastical Polity,
che ogni candidato anglicano al ministero deve studiare.
35
Ved. CALVINO, Institution, IV, 1, 12 (ed. latina, C.R.,
30, col. 755-756; Opera Calvinì, II).
36
Cf. W. A. VISSER'T HOOFT, Notre tàche czcuménique
à la lumière de l'Histoire, Ginevra, 1955, p. 7. Sull'ireni-
smo d'ispirazione umanista, ved. Ecumenical Rev., lu-
glio 1955, p. 311-312; R. ROUSE e ST. C H . NEILL, A History
of the Ecumenical Mouvement 1517-1948, Londra, 1954;
FR. W. KANTZENBACH, Das Ringen um die Einheit der Kir-
che ini Jahrhundert der Reformation..., Stoccarda, 1957;
R. STUPPERICH, Der Humanismus u. die Wiedervereinigung
der Konfessionen, in Schriften d. Vereins f. Reforma-
tionsgesch., 53 (1936), H. 2.
37
Ved. FR. W. KANTZENBACH, op. cit. supra, n. 36.
512 LA TRADIZIONE E LE TRADIZIONI
38
BUCER, De vera ecclesiarum in doctrina, ceremoniis
et disciplina reconcilìatione et compositione, 1542. Cf.
FR. W. KANTZENBACH, op. cit., p. 131s.
39
Cf. W. A. VISSER'T HOOFT, op. cit., p. 7.
40
Cf. R. ROUSE e ST. CH. NEILL, op. cit., p. 38.
41
Cf. H. MAROT, art. cit. (n. 34). Hooker parla di « mate-
rie necessarie per la salvezza ».
12
Prima di Laud, già LANCELLOTTO ANDREWES (Responsio
ad Apoiogiam Card. Bellarmini, 1610); W. LAUD, disputa
con J. Percy, soprannominato Fisher, nel 1622 (ed. moder-
na, A Relation of the Conference between W. Laud... and
Mister Fisher, di C. H. SIMPKINSON, 1901). Poi GIACOMO
USSHER, Discorso sull'unità della Chiesa, 1624 e Answer
EXCURSUS B 513
4a
Ved. FRANZELIN, De Div. Trad., th. XXIII, p. 283s;
L. BILLOT, De Ecclesia, th. XVII (3 ed., Prato, 1909, p. 396);
De immutabilitate Tradii., 1922, e. II (cf. D.T.C., t. XV,
col. 1344): M. D'HERBIGNY, Theologia de Ecclesia, Parigi,
1921, n. 227, 235, 390; L. DE GRANDMAISON, Le Dogme chrétien,
Parigi, 1928, p. 247; A. MICHEL, art. Explicite, in D.T.C.,
t. V, col. 1869.
« Cf. FRANZELIN, op. cit., th. XVII, p. 232s.
INDICI
TAVOLA DEGLI AUTORI CITATI
Casel O., 57, 213, 231, 232, — Nicea (787), 26, 27, 31,
297, 393, 395 128, 371
Casper J., 453 — Orange (529), 206
Cassander G., 323, 413, 512 — Trento, 38, 49, 75, 80,
Catech. {Lungo) Russo, 122 81, 96, 111, 126, 128, 145,
Celestino I, 225, 367 158, 162, 182, 192, 198,
Cerfaux L., 125 208, 211, 235, 249, 261, 262,
Cervini Card., 95, 158, 483 298, 301, 323, 324, 325, 331,
Chaillet P., 25, 160, 162, 199, 334, 337, 338, 397, 410, 420,
492 483, 488, 505
Chartier P., 269, 323 — Utrecht (1865), 173
Chavasse A., 29, 38, 360 — Vaticano I, 96, 127, 133,
Chenu M. D., 49, 50, 271, 173, 194, 206, 301, 310,
280, 284, 365, 374 317, 329, 338, 420
Chifflot Th. G., 464 Congar Y, 13, 16, 18, 20, 24,
Christian, au XXe siede, 27, 73, 74, 92, 102, 103, 104,
438 131, 132, 134, 147, 167, 171,
Cipriano (S.), 19, 34, 85, 86, 178, 182, 183, 189, 190, 192,
87, 197, 282 193, 194, 198, 199, 200, 202,
Cirillo (S.) d'Alessandria, 204, 206, 207, 218, 222, 223,
36, 272, 312, 371, 374, 383, 265, 268, 270, 277, 280, 281,
385, 390, 497 282, 283, 285, 292, 295, 297,
Cirillo (S.) di Gerusalemme, 300, 307, 310, 314, 322, 323,
33, 35, 41, 291, 339, 375, 497 324, 325, 328, 366, 374, 375,
Clément O., 56, 464 384, 398, 399, 403, 405, 409,
Clemente d'Alessandria, 46, 416, 417, 419, 436, 442, 449,
145, 272, 285, 286, 474 451, 461, 486, 487, 502
Clemente di Roma, 222 Connolly R. H., 30
Clementine (Pseudo-), 290 Costello Ch. H., 145
Clérissac H., 164, 258 Coulson J., 171
Clichtoue J., 504 Courthial P., 438
Closen G. E., 269 Cristiani L., 338
Cochlaus, 262, 306, 417, 481 Cronin A. J., 257
Codex Juris Canonici, 319 Cullmann O., 13, 30, 102, 358,
Cohen B., 28 408, 421, 422, 429, 430, 434,
Collinet P., 28 446, 455, 456, 458, 463, 464,
Combes A., 394 465
Concili: Cartagine (256), 282
— Calcedonia (451), 210, Dahl N. A., 70, 115
371, 462 Dalmais I. H., 56, 225, 353
— Costantinopoli (553), 26, Daniélou J., 52, 56, 73, 84,
210, 301, 371 85, 87, 88, 178, 359, 456
— Costantinopoli (680), 27, Davis H. F., 171
210, 371 Decker B., 322
— Francoforte (794), 374 Deden D., 17
— Laterano (649), 371 Dejaifve G., 409
520 INDICI
pag.
Prefazione 7
Opere più frequentemente citate 13
V. GAMBI - C. DANNA
CONGAR Y., La mìa parrocchia, vasto mondo (2a ed. - 1965 - p. 291
L. 2.000)
CONGAR Y., e DUPUY B-D., L'episcopato e la Chiesa universale
(In preparazione)
CONGAR Y., La tradizione e le tradizioni (saggio storico) (2* ed. - 1964
p. 412 - L. 1.400)
CONGAR Y., La tradizione e le tradizioni (saggio teologico) Di immi-
nente pubblicazione)
CUTTAZ F., La nostra vita di grazia (M) (2a ed. - 1964 - p. 461
L. 1.500)