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Letteratura del secolo classico

Aveva caratterizzato il I secolo a.C, ovvero dalla crisi della repubblica fino al principato.
Durante la fase precedente, quella tardo repubblicana era possibile esprimersi con libertà, dopo
con Augusto la letteratura è asservita al potere.
• Da una parte c’è Cicerone difensore della libertà e delle istituzioni
• Dall’altra Virgilio e altri che vivevano alla corte di Augusto e faranno parte del Circolo di
Mecenate assecondando la volontà dell’imperatore

Letteratura del periodo imperiale


Dopo Augusto si parla apertamente di principato, di dinastie di imperatori che si succedono.
Si tratta di una fase complessa caratterizzata dalla mancanza di libertà che porta alla
decadenza dell’oratoria. La prima dinastia che si afferma è quella della Gens Iulio-Claudia:

Tiberio: 14-37

Non è un grande difensore degli intellettuali ma troviamo alcuni autori come Germanio. Lascia
le casse dello stato ben fornite

Caligola: 37-41

Veniva dal mondo militare (galiga=sandalo) e diede segni di squilibrio: vuole introdurre rituali
orientali di adorazione dell’imperatore (genoflessione) e per questo sarà ucciso dai pretoriani

Claudio: 41-54

Il nome indica un difetto fisica, claudiante=zoppicante. Viene descritto come un incapace, un


inetto, ma gli storici lo rivalutano poiché sa gestire l’amministrazione pubblica, crea un sistema
burocratico amministrativo solido. Non fu un grande protettore degli intellettuali

Nerone: 54-68

Crea una sorta di corte intorno a sé attraverso cui protegge gli intellettuali. Fa costruire la
domus aurea, abbellita da marmi, da statue e pitture. All’interno fa costruire dei palcoscenici
che ruotavano e aveva fatto innalzare una sua statua colossale da adorare. Dopo che fu ucciso
e caduto in damnatio memoriae per la sua crudeltà (fece perseguitare i cristiani) la domus fu
distrutta e ci fu costruito il Colosseo. La domus è famosa per i dipinti che Raffaello studierà e
riprodurrà e prenderanno il nome di grottesche

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Fedro (20/1 a.C.- 50d.C.)
Fu portato come schiavo a Roma in età augustea e per le sue doti intellettuali e e la sua cultura
viene liberato diventando un libertis. Scrive la sua opera sotto Tiberio ma ebbe dei problemi
per la censura imposta ad alcune favole dal prefetto del pretorio Seiano che lo accusa di
staccare il potere dell’imperatore.

È l’inventor del genere favolistico a Roma e il modello è quello di Esopo, quello greco. Ci
giungono 5 libri con 93 favole, la disparità di queste ultime ci fa notare lo squilibrio fra le raccolte
cosa che può essere riconducibile alla censura

Struttura opera:

Breve storia in poesia scritta in senari giambici. Le caratteristiche dei testi sono: la brevitas, i
protagonisti animali che rappresentano vizi e virtù delle classi sociali e la morale esplicita

Cosa emerge dalle favole? Una visione sconsolata della società in cui chi occupa incarichi
importanti gestisce il potere in maniera arrogante, chi nasce in classi sociali basse è costretto a
seguire la violenza del più forte. Non c’è fiducia nella società e nella possibilità, per chi merita di
emergere, di rovesciare le situazioni, non c’è possibilità di riscatto

Persio (34-62)
È un autore di poesia satirica di orientamento stoico. Ci giunge un’opera di 6 satire:

1. È un manifesto della sua poesia di carattere programmatico; si scontra con i poeti della sua
epoca che sono asserviti ai potenti di turno
2. Critica le preghiere rivolte agli dei solo per ottenere dei vantaggi e le definisce ipocrite perché
hanno un carattere utilitaristico
3. È una focalizzazione dei vizi di un giovane che si in veste di pedagogo si rivolge ad un amico.
Vive di dissolutezze e di vizi non corretti. —> Parini nell’opera “Il giorno” né prende spunto
4. È indirizzata contro coloro che abbracciano la carriera politica per un interesse personale
5. È incentrata su tema della libertas. Non necessariamente chi è libero nella società, quindi da
un punto di vista legale, lo è anche dal punto di vista morale. È libero colui che è libero dai
vizi e dalla negatività dei comportamenti scorretti
6. È incentrata sul tema dell’avarizia, avidità di potere e di potenza e sul tema della prodigalità

Persio assume un atteggiamento moralistico nei confronti della società, condanna ciò che
non è moralmente corretto

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Lucano (39-65)
Nipote di Seneca e come lui viene portato a Roma dove inizia gli studi che finirà ad Atene, come
voleva il cursus di chi voleva una buona formazione.

Entra velocemente nella cerchia degli amici più stretti di Nerone che non solo svolge la
finzione di mecenate ma si considerava un poeta e si confrontava con loro. Sarà infatti lui ad
incoronarlo dopo i giochi del 60 per aver scritto un carme in suo onore. Questa amicizia si logora
non solo perché Lucano mostra idee filo-repubblicane e quindi avverse alla monarchia
affermatasi, ma anche perché Nerone è geloso delle doti di Lucano riconosciute da tutti

Nel 65 quando Nerone era ormai odiato dalla classe aristocratica e dai sentori, viene organizzata
la Congiura dei Pisoni, congiura dei senatori per abbattere il sistema monarchico. Nerone
scopre la congiura e riesce a far uccidere tutti i partecipanti. Lucano viene coinvolto e per evitare
la morte accusa la madre e altri amici, ma nonostante ciò sarà costretto al suicidio

Pharsalia (Bellum Civile):

Si tratta di un poema epico sulla battaglia di Farsalo (48), fra Cesare e Pompeo. Lucano
insiste molto sugli elementi macabri e sui riti di necromanzia, cioè riti magici del mondo romano

L’opera doveva comprendere 12 libri come imposto da Virgilio, ma ne abbiamo solo 10. La
struttura interna fa pensare a 3 triadi di 4 libri:
1. I primi 4 sulla figura di Cesare:
• Cesare viene definito come spietato, c’è la metafora di un fulmine poiché fulmineo nelle
azioni pur di ottenere ciò che vuole. È colui che avrebbe abbattuto il sistema repubblicano
2. I secondi 4 sulla figura di Pompeo:
• È colui che difende le istituzioni repubblicane e che si sacrifica fino all’ultimo per evitarne
l’abbattimento. La metafora è quella della quercia, si mostra forte e robusto ma non è
abbastanza solido da resistere alla tempesta
3. Gli ultimi 4 sulla figura di Catone (ne possediamo solo 2):
• Colui che è pronto a sacrificarsi pur di non adeguarsi alla tirannide

Come si pone Lucano nei confronti del poema epico? In maniera antitetica rispetto a Virgilio:

• Virgilio: Voleva celebrare la grandezza di Roma, ponendo l’attenzione sulle origini


mitiche e sui valori della Roma repubblicana: Coraggio, Pietas…
• Lucano: Punta l’attenzione su un fatto di contemporaneità che ritiene grave la battaglia
di Farsalo. È una lotta fra parenti: Cesare è il suocero di Pompeo
—> Da un lato abbiamo Virgilio che vuole mostrare la grandezza di Roma e l’origine voluta
dagli dei, dall’altra Lucano che mostra la decadenza di questo impero

Anche la lingua è opposta a Virgilio che una un esametro fluido, un linguaggio classico e
simmetrico. L’esametro di Lucano è aggressivo poiché vuole riprodurre l’orrore della battaglia

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Plinio il Vecchio (23-79)
Fu un erudito che che veniva da una ricca famiglia di rango equestre. Ebbe incarichi importanti
in ambito militare; comandava la flotta in varie parti del Mediterraneo

Naturalis Historia:

Opera di storia naturale formata da 37 libri sulla cosmologia, mineralogia, geografia…


C’è il desiderio di una conoscenza universalistica, ma possiede limiti legati a fonti che vengono
utilizzate in maniera acritica. Il risultato è un’opera eterogenea sia per gli argomenti che per
come sono affrontati. Manca una struttura uniforme. Alto difetto riguarda le fonti aristoteliche
che studiano un fenomeno di cui Plinio parla genericamente nella sua complessità e punta
l’attenzione su fatti marginali, che colpiscono l’immaginazione, i “mirabilia”, le eccezioni rispetto
alle leggi di natura, piuttosto che al sistema unitario e scientifico

Plinio è proto martire della scienza: Nel 79 quando erutta il Vesuvio vuole studiare il
fenomeno e usa la sua flotta per aiutare la popolazione in difficoltà ma poi vuole continuare a
dimorare a Pompei per osservare il fenomeno ma le inalazioni lo porteranno alla morte.

Lettere di Plinio il Giovane:

Abbiamo due lettere in cui viene delineato un ritratto dello zio, un uomo dedito con una sorta di
furore esclusivo e quasi maniacale per gli studi:
• Descrive la giornata tipo dello zio, in estate, in inverno, in città, in campagna, sottolineando
come la passione per gli studi venisse coltivata durante le ore notturne
• Descrive la morte, i giorni dell’eruzione. Nel racconto il senso del dovere prevale sulla
curiosità scientifica

Seneca (4 a.C. - 65 d.C.)


È lo zio di Lucano e anche lui sarà costretto a suicidarsi dopo la Congiura dei Pisoni. È stato
apprezzato e studiato da molti poiché il suo pensiero vicino alla stoicismo era apprezzato
dal cristianesimo quindi le sue opere furono trascritte e studiate. Ottiene una formazione
solida dal punto di vista filosofico; ha come maestri Attalo e Sozione.

Nel 41 rimane coinvolto in uno scandalo, orbito da Messalina, moglie di Claudio: Giulia di Villa
viene accusata di adulterio e Seneca viene accusato di aver favorito questo adulterio e
viene condannato all’esilio da parte di Claudio. Nel 48 muore Messalina e Claudio sposa
Agrippina sorella di Caligola che riabilita la figura di Seneca e gli affida i ruolo di precettore per
il figlio Nerone che avrà spazio come imperatore dopo che la madre avvelena Claudio. La madre
sarà di intralcio a Nerone e questo la uccide nel 59

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Opere Filosofiche (Dialoghi):

Opere che ricalcano la struttura di quelle filosofiche greche.

Consolationes:

1. Ad Marciam De Consolatione: Consolazione ad una donna che ha perso un figlio; dice che
se la natura non aiuta a superare il dolore lo farà la filosofia. Quindi cerca
attraverso l’insegnamento stoico quali vie percorrere per superare il dramma
2. Ad Helvetiam Matrem De Consolatione: Consola la madre per il dolore della separazione
dal figlio, poiché non è importante il luogo dove si va ma la dimensione morale
che ci portiamo dietro
3. Ad Polybium De Consolatione: Seneca è in esilio e approfitta del contatto con Polibio,
potente liberto, per cercare di ottenere il perdono di Claudio e rientrare a Roma

Dialoghi:

1. De Ira: Dedicata al fratello Novato. Unica opera divisa in 3 libri:


1. Sostiene che l’ira è un sentimento inaccettabile poiché oscura le capacità razionali
2. Offre rimedi contro l’ira
3. Amplia i due libri precedenti
L’impostazione è stoica: tutto ciò che riguarda le passioni umane deve essere tenuto lontano dal
filosofo, l’ira a maggior ragione

2. De Brevitate Vitae: Incentrata sulla concezione del tempo, si lamenta che gli è stato dato
poco tempo, anche se ciò che conta è come si vive e non quanto

3. De Vita Beata: Dedicata al fratello Novato. Divisa in due parti:


1. La felicità non consiste nelle ricchezze, piaceri ma nell’esercizio della virtù (stoicismo)
2. Intende ribattere a chi sottolinea la contraddizione del suo tenore di vita; dice
che le ricchezze non sono importanti ma lui stesso era ricco

4. De Otio: Opera mutila che ha come tema il rapporto fra vita contemplativa e attiva.
Si può aiutare un simile in vari modi: otium è come un porto nel quale è necessario sostare
quando le tempeste impediscono di levare l'ancora o di navigare senza rischi

5. De Tranquillitate animi: Unica opera in forma dialogica, divisa in due parti:


1. Sereno si rivolge a Seneca esponendo il suo stato d’animo, quello di un uomo
ondeggiante fra modelli contrastanti di vita
2. Nella risposta Seneca approfondisce l’analisi dell’inquietudine esistenziale

6. De Providentia: Opera dedicata a Lucilio che gli chiede perché ci sono tante disgrazie
se il mondo è retto dalla provvidenza. Seneca dimostra che le sventure non sono dei veri mali
perché consentono di temperare le proprie forze —> Provvida sventura di Manzoni

7. De Costantia Sapientis

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Trattati:

1. De Beneficiis: 7 libri dedicai ad Ebuzio Liberale. Viene trattato il tema dei benefici, fatti o
ricevuti, e delle loro implicazioni morali e sociali
2. De Clementia: Opera scritta per celebrare la figura di Nerone, a cui indirizza la sua
azione pedagogica basata sullo stoicismo. Serve a dimostrare quanto il principe sia
caratterizzato dalla clemenza, dalla generosità. Infatti sosteneva che il Rex dovesse essere
l’incarnazione del saggi stoico
3. Naturalis Quaestiones: 3 libri dedicati a Lucilio. Si parla di fenomeni atmosferici, legati agli
astri… Il linguaggio vuole essere oggettivo, scientifico razionale diverso da quello filosofico

Epistolario:

Epistulae Morales Ad Lucilium: Lettere per indirizzalo alla poesia stoica. In alcune si affronta il
tema della schiavitù su cui si basava la società romana, dicendo che non necessariamente chi è
schiavo dal punto di vita sociale lo è anche dal punto di vita morale e viceversa

Tragedie:

Scrive 10, 9 coturante (argomento greco) e 1 pretexta (argomento romano).


Sono opere caratterizzate da riflessioni morali in cui si analizza il rapporto fra giustizia e
morale.

Una delle caratteristiche è l'elemento cruento, infatti nelle tragedie muoiono quasi sempre
tutti i personaggi in maniera violenta, verrà ripresa da Shakespeare

Apokolokyntosis:

Opera satirica scritta alla morte di Claudio. Si tratta di una laudatio funebris, un discorso di
lode da pronunciare pubblicamente. Il titolo significa “zucchificazione”, Seneca vuole
dimostrare che Claudio era uno zuccone. Quindi irride l’apotesi (scesa imperatore fra gli dei)
dicendo che quando la sua anima sale in cielo verrà respinto. Si tratta di una satira menippea

Petronio (27-67)
Ultimo autore dell’età neroniana, persona eccentrica, raffinata, definito elegantes arbiter

Satyricon:

Romanzo mutilo che già dal titolo si capisce essere una storia i satiri, opera satirica. Presenta
un modello greco, anche se in realtà è una presa in giro del romanzo tradizionale greco
in cui i protagonisti erano due innamorati che non potevano stare insieme per via
dell’opposizione delle famiglie. Si parla di amore omosessuale, amore di tradimenti. Si tratta di
una fabula Milesia, una storia principale all’interno della quale si inseriscono delle fabule. È
anche una satira menippea

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Dinastia Flavia (69-96)
L’avvio di questa dinastia avviene con Vespasiano e questa caratterizza l’ultima parte del I secolo.
Vespasiano (69-79), Tito (79-81) e Domiziano (81-96). Domiziano è l’imperatore più odiato e
porta avanti una politica di consolidamento per l’impero, segue la linea del modello
autocratico del potere. È caduto in damnatio memoriae e con la sua morte si avrà il
desiderio di non ripetere gli stessi errori e si andrà verso il principato adottivo, cioè il senato
cerca di riprendersi il controllo della gestione del potere attraverso i princeps

Quintiliano (35/40-100)
Fu un grande oratore dell’età imperiale e scrisse due opere:

De Cause Corrupte Violentiae:

Trattato in cui vengono spiegate le cause della decadenza dell’eloquenza

Istitutio Oratoria:

Trattato sulla retorica e sulla formazione del perfetto oratore. Spiega come deve essere cresciuto
un giovane che si avvicina agli studi.

Sostiene che:
• La formazione del giovane avviene già in età prescolare e che il gioco ne svolge una
funzione primaria —> la formazione deve avvenire in modo graduale
• La scuola pubblica è meglio di quella privata poiché abitua a stare con persone di tutte le
classi sociali, aiutando a sviluppare il senso critico

Magrister:

Dice che il maestro deve essere come un padre che si prende cura dei giovani facendo
attenzione alle loro inclinazioni —> deve essere equilibrato nell’insegnare incitando i più timidi a
partecipare e ridimensionare i più esuberanti

La funzione del magister è anche quella di arbiter, mediatore fra i giovani che si orientano
verso l’apprendimento, essendo severo ma non troppo punitivo

Lo stile è equilibrato come quello di Cicerone, ma lontano dalla sua eleganza

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Marziale (41-107)
Maggior rappresentante dell’epigramma, ovvero un componimento breve, frutto del
labor limae, quindi raffinato attraverso cui si vuole rappresentare i difetti della realtà del tempo
attraverso l’ironia. Marziale godette sia del favore popolare sia di quello della classe politica,
perché la sua poesia non ebbe mai intento moralistico (si limitava a dipingere gli aspetti della vita
senza giudicare né condannare) e nessuno dei suoi epigrammi ebbe connotazione politica

Epigrammi:

Ci giungono 15 libri di epigrammi di cui 12 non possiedono un titolo. Costituito da due parti:
• Parte introduttiva
• Ino pinatum: battuta dove si rovescia la situazione iniziale, cosa che produce riso nel lettore
in quanto situazione inaspettata

Tre libri di epigrammi:

• Liber de spectaculis: raccolta di 33 epigrammi in distici elegiaici che sono stati scritti in
occasione dell’inaugurazione dell’anfiteatro Flavio
• Xenia: doni per gli ospiti: doni che i Romani usavano scambiarsi in occasione dei Saturnali
• Apophoreta: doni da portar via: doni che alla fine di un convito venivano sorteggiati. Il
sorteggio, assegnando i doni non secondo logica ma secondo il caso, provocava situazioni
imbarazzanti e divertenti

Svetonio (70-127)
Autore importante per quanto riguarda la storiografia, ci tramanda molte biografie. Fu
avvocato, fu archivista imperiale e direttore delle pubbliche biblioteche, ciò gli permise di avere
accesso libero alle fonti storiche, quindi le sue opere sono spesso basate su documenti che
venivano conservati negli uffici amministrativi

De Viris Illustribus:

Opera costituita da 5 libri, all’interno della quale viene creato una scheda biografica in base
ai documenti che possedeva, di personaggi importanti come uomini di lettere, oratori, storici…

De Vita Caesarum:

Opera formata da 8 libri, all’interno della quale vengono analizzate le vite di 8 imperatori da
Giulio Cesare a Domiziano. Rimane sfavorevole ad essi, quindi sottolinea episodi ambigui e i loro
vizi. Quindi in genere emerge un giudizio abbastanza negativo

Il modo di scrivere è asciutto, disadorno, motivo per il quale le biografie sono abbastanza leggere

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Tacito (55/57- 117)
Uno dei più grandi storiografi, ci manda notizie sulla storia e sulle istituzioni romane. Nel 78
sposa la figlia di Giulio Agricola, potente uomo politico, sul quale scrive una monografia

Scrive due tipologie di opere:


• 2 monografie: Germania e Agricola (biografia del suocero)
• Historiae e Annales: Parlano della storia imperiale di Roma, con un criterio cronologico

Gli viene anche attribuita il Dialogus De Oratoribus, ma l’autenticità è stata messa in discussione
sin dal rinascimento

Agricola:

Opera scritta nel 97 e originariamente conosciuta come De vita et Moribus Iulii Agricolae; ci
tramanda la storia del suocero Giulio nel momento in cui è governatore della Britannia.
Agricola è un uomo esemplare sia moralmente che di virtù romana, uomo che vive nel periodo
imperiale e deve ubbidire alle leggi dell’imperatore e lo fa con un equilibrio e libertà. Tacito
esprime l’ammirazione per colui che fa prevalere l’interesse pubblico su quello privato

Troviamo degli excursus sulla popolazione britannica e sugli usi e i costumi di quelle popolazioni

Germania:

Monografia scritta nel 98 attraverso cui si esplora la Germania e le sue popolazioni. Il


modello è ripreso da Cesare, che ci aveva dato informazioni sulle popolazioni germaniche.
Con Tacito, la Germania faceva parte dell’impero romano, se ne indicano i valori, la religione, le
tradizioni di guerra, popolo guerriero molto forte ma legato ad un modo di vivere arretrato

Historiae:

Opera storica suddivisa in 14 libri che narrano la storia romana dal 69 al 96, ovvero la
seconda parte della storia imperiale, dalla dinastia Giulio-Claudia al principato adottivo

Annales:

Opera storica suddivisa in 16 libri che trattano la parte iniziale della storia, dal 14 al 68. Si
tratta del periodo caratterizzato dal superamento delle istituzioni repubblicane. Tacito è
filorepubblicano quindi critica la monarchia e vede la repubblica come forma di stato migliore.

• Il suo scritto è caratterizzato dal pessimismo sulle azioni degli uomini, sulle dinamiche
all’interno delle istituzioni
• Il modello è quello di Sallustio, una storiografia cruda senza infingimenti. Tacito mette in
evidenza la poliedricità dell’animo umano con la tendenza verso il vizio e l’egoismo

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Poeti novelli
Sono poeti che si rifanno ai poeti novi, si rifanno alla poesia neoterica, la poesia dell’età
repubblicana legata alle figure di Catullo, Cinna.... Questi poeti si distinguono per la delicatezza
e tenuità della vena lirica, per la brevitas delle loro composizioni e per lo sperimentalismo
metrico e lessicale, poesia molto lontana da quella celebrativa e dai poemi epici. La poesia viene
considerata un lusus, un divertimento raffinato

Adriano:

Fu un grande imperatore, raffinato e colto e che nonostante fosse stato in grado di affermarsi dal
punto di vista militare, non disprezzò le arti o la letteratura. Grande ammiratore della filosofia
greca, che si fa costruire una villa (villa Adriana), all’interno della quale fa costruire monumenti
architettonici che aveva avuto l’occasione di ammirare durante le campagne militari.

Animula Vagula Blandula: (amicuccia vagabonda, leggiadra):

Poesia dedicata all’anima nel momento in cui si rende conto che ha poco tempo da vivere.
Questa anima leggera, deve liberarsi del suo corpo, è una addio alla vita e allo spirito vitale. Il
titolo è costituito da diminutivi che sono tipici dei poeti novelli

Apuleio (125-170)
Apologia (De Magia):

Ricaviamo informazione dall’“Apologia”, ovvero la difesa che dovette produrre in tribunale


perché gli erano state volte delle accuse.

Viene da una famiglia di condizioni sociali elevate, cosa che gli permette di ricevere degli studi
buoni. La sua formazione comprende vari indirizzi di studi, da quelli letterari a quelli scientifici.

La condizione sociale elevata e la ricchezza di cui godeva viene dall’eredità familiare e questo lo
porta a viaggiare molto nell’Africa Settentrionale, in Grecia, in Oriente. Ciò che lo spinge è la
curiosità di conoscere popoli, tradizioni, culture diverse. Durante questi viaggi viene iniziato a
numerosi culti misterici, si avvicina quindi a religioni differenti.

Durante il viaggio ad Alessandria D’Egitto si ferma in un oasi e incontra un suo vecchio


compagno di studi, Sicinio Ponziano che lo convince a sposare sua madre (Pudentilla), vedova e
ricca. Dopo tre anni viene trascinato in tribunale, tratto a giudizio dai parenti della madre che lo
accusano di aver irretito la donna alle arti magiche per impossessarsi delle sue ricchezze.

Attraverso l’Apologia abbiamo prova della sua grande abilità oratoria, presumendo che
probabilmente sia stato riconosciuto innocente.

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Metamorfosi (Asino d’oro):

Opera che rappresenta l’unico romanzo della latinità che ci giunge integro. Si narrano le
avventure di Lucio, uno studente, che desiderava conoscere il mondo ed è attratto dalle arti
magiche. Ritroviamo degli elementi autobiografici. Questo Lucio è desideroso di sperimentare i
segreti dell'arte magica però a causa di un incantesimo sbagliato si trasforma in un Asino,
trasformazione che gli permette di vivere avventure audaci

Ciò che caratterizza questo asino è l’aspetto esteriore ma la ragione e la sensibilità rimangono
quelle umane. Lucio asino vive le vicende particolari con la capacità di un uomo: comprende
anche se non ha la capacità di comunicare. Questo gli permette di osservare le situazioni come se
fosse un narratore esterno perchè pur essendo il protagonista, gli essere umani gli parlano e si
muovono come se fosse un animale, mentre lui percepisce come uomo.

Ha la possibilità di raccontare solo successivamente proprio perché la sua razionalità non viene
mai meno. Questo essere imprigionato in un corpo animalesco lo porta ad istinti bassi, a
comportarsi come un essere inferiore a quello umano. Solamente verso la fine del romanzo potrà
riprendere le sue sembianze umane grazie all’intervento di una divinità egizia, Iside. Lucio asino
che ritorna ad essere umano riconoscente a Iside, si consacra per tutta la vita al culto della dea.

Struttura dell’opera:

La struttura dell’opera è particolare: è formata da 11 libri, che rimanda ai giorni necessari


alla preparazione del neofita al culto di Iside; il neofita doveva vivere un periodo di
preparazione di 10 giorni e all’11 poteva diventare parte di quella religione attraverso
l’iniziazione vera e propria. Capiamo che nei primi 10 libri si rimanda allegoricamente ai 10
giorni di preparazione, l’11 libro quello in cui si conclude la vicenda e ci viene presentata una
processione di sacerdoti fedeli a Iside lungo una spiaggia, uno dei sacerdoti porta una corona di
rose. Lucio asino, mangia alcune di queste rose e riprende il suo aspetto umano.

Abbiamo uno schema che per molti aspetti rimanda al Satyricon di Petronio:
• Mescolanza di prosa e poesia
• Ci sono delle storie che sono inserite nella storia principale (fabulae milesiae)

Intreccio e struttura:

Il romanzo si articola in tre sezioni distinte, di ampiezza diseguale, scandite da due episodi
simmetrici che segnano le svolte cruciali della vicenda, cioè le due metamorfosi del protagonista.
• Libri I-III: curiositas e magia: Struttura coerente, impostata sullo schema del viaggio. Lucio
segue il desiderio di scoprire la magia, finché la curiositas non lo trasforma in asino
• Libri IV-X: avventure “picaresche” di Lucio-asino: La sequenza centrale è caratterizzata da
una struttura narrativa "debole", che può essere definita paratattica: gli episodi si susseguono
uno dopo l'altro in modo imprevedibile
• Libro XI: isiaco e misterico: Lucio viene tratto a salvamento da Iside e iniziato ai misteri

Sarà di ispirazione per Pinocchio

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Plinio il Giovane (61 - 114)
Il nome era Gaius Plinius Caecilius Secundus e fu un importante nell’amministrazione romana.

Scrisse:
• Un panegirico (discorso celebrativo) di Traiano, per celebrare la figura dell’imperatore. Non
interessa dal punto di vista letterario ma è semplicemente vista come un opera encomiastica
• L’epistolario: una raccolta di 10 libri di lettere su argomenti diversi. Alcune lettere sono
legate alla sua attività di avvocato, di magistrato all’interno delle istituzioni imperiali, in
particolare di quando fu governatore della Bitinia e Ponto, della zona orientale.

Importante è il rapporto epistolare che lui mantenne con Traiano, per questioni
amministrative e quella dei cristiani: Plinio il Giovane chiede consulenza a Traiano per
capire come doveva comportarsi nei confronti delle comunità cristiane, comunità miti ma
ostinate a non voler onorare la figura dell’imperatore come un Dio.

In realtà i cristiani non commettevano reati, non erano violenti e non minacciavano la
comunità. Plinio voleva avere un atteggiamento di clemenza nei loro confronti, cosa
confermata da Traiano che porta avanti una politica di tolleranza e lo invita ad essere
clemente. È importante per comprendere i rapporti che intercorrevano tra le comunità e
l’amministrazione imperiale.

Sappiamo che fu amico di Tacito e ci parla di lui in alcune lettere. La gran parte dei libri delle
lettere di Plinio sono su argomenti di vario genere: ci parla della sua vita in campagna, nella villa
che aveva nella Etruria, della sua villa sul lago di Como.

C’è l’esaltazione della vita di campagna, in contrapposizione con la vita di città, il


desiderio della proiezione verso l’otium dalle fatiche dell’amministrazione e dagli
incarichi politici

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Giovenale (50/60 - 127)
Autore di satire, un genere che sappiamo essere romano. Sappiamo che è stato un uomo
importante nella vita culturale e probabilmente in quella amministrativo-politica.

Ciò che ci giunge sono 5 libri di satire per un totale di 16 satire. Il modello è quello di Lucilio,
considerato l’inventore del genere satirico a Roma. Ciò che caratterizza la satira di Giovenale è
l’attacco ai vizi degli uomini, non un attacco ad personam, un attacco più generico, anche
perché meno pericoloso: attacca il concetto soprattutto nel momento in cui non c’è libertà.

La musa ispiratrice non è quella tradizionale della letteratura ma è l’indignazione, uno sdegno
morale dovuto alla diffusione del vizio e della corruzione a Roma. È talmente forte l’indignazione
che fa scaturire i versi spontaneamente nella mente del poeta. 5 libri:
• Il primo libro comprende i primi 5 componimenti
• Il secondo libro comprende la sesta satire
• Il terzo libro comprende 3 satire, dalla settima alla nona
• Il quarto libro fino alla dodicesima
• Il quinto libro dalla tredicesimo alla sedicesima.

La prima satira è quella programmatica, in cui parla dell'indignazione, lo sdegno come


elementi ispiratori in una società corrotta.

Ci dobbiamo ricordare soprattutto il secondo libro, con la sesta satira, famosa perché misogina,
contro le donne che ci vengono presentate come infide, ipocrite, personificazione del vizio che è
generalmente riscontrabile nella società romana

Nelle altre satire troviamo l’attacco alla nobilitas, ovvero l’atteggiamento ipocrita delle classe
più agiate, l’odio per i greci, per gli stranieri. Del resto questa tradizione anti greca veniva da
lontano, ricordiamo Virgilio nell’eneide, dove diceva che i greci offrono doni che servono a
vincere una guerra in maniera vigliacca, senza l’uso di armi ma con l’inganno. Giovenale
condanna anche il denaro, la corsa al ricoprire incarichi pubblici.

Il suo modo di procedere è per sententiae, frasi ad effetto

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