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APULEIO

Si introduce in un periodo dell’impero romano, un po’ particolare, in cui impera il misticismo, il


misticismo è l’interesse per il soprannaturale, misticismo proviene da “mustes”→ vuol dire “iniziato”
in greco, ed iniziati erano coloro che cominciavano ad intraprendere un percorso, dei misteri delle
varie divinità (Demetra, Cibele, Iside), questi misteri, vi erano delle cerimonie sacre a cui
partecipavano chi voleva cominciare a seguire una divinità, voleva essere sua seguace. Le
cerimonie sacre erano segrete e ne venivano a conoscenza solo gli iniziati, si aspettavano alla fine
la salvezza dell’aldilà. Già nel V sec a.C. vi erano i misteri eleusini, in onore a Demetra, quelli
orfici, in onore di Orfeo; nel II sec. d.C. (quando vive Apuleio) i misteri sono molti diffusi, anche il
cristianesimo si stava diffondendo ed ovviamente contribuiva a questa esigenza di spiritualità,
Apuleio parlerà ad esempio dei misteri di Iside e molto probabilmente ne poteva subire un influsso.
Vi è quindi attenzione all’anima ma dall’altra parte anche un attaccamento ai piaceri terreni, questi
sono due concetti del periodo.
In questo periodo ci troviamo sotto gli imperatori in adozione →chiamato principato illuminato; in
questo periodo a Traiano seguiranno Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, e loro saranno molto
legati alla cultura greca e alla filosofia e cercheranno di mantenere la pace nell’Impero romano,
anche se in questo periodo si acuiranno le minacce dei barbari che premono ai confini.

Apuleio appartiene alla seconda sofistica → ovvero retorica e filosofia insieme; è una sorta di
movimento che coinvolge molti intellettuali del tempo, questi intellettuali sono dei bravissimi oratori,
Apuleio è un oratore; infatti, questi oratori vanno in giro per la città, tengono delle pubbliche
conferenze pronunciando i propri discorsi ed erano osannati dalla popolazione. Questi oratori
colpivano l’uditorio parlando di argomenti su cui, per esempio, nessuno aveva mai pensato di
esprimere un discorso, tematiche inaspettate per colpire l’uditorio, ma altri fondano la propria
oratoria sulla filosofia, quindi sono intellettuali impegnati e vogliono trasmettere qualcosa di
importante (la seconda sofistica interessa sia il mondo greco che quello latino, l’impero era
globalizzato).
La seconda sofistica ha delle differenze della prima sofistica, quest’ultima si fondava tutta, o
perlomeno principalmente, sulla filosofia; la seconda è oratoria spettacolarizzata, come fine
principale è intrattenere i letterati più impegnati ovviamente lanciano dei messaggi morali.
Quello che sappiamo di Apuleio, lo desumiamo dalle sue opere e soprattutto da un’orazione
giudiziaria: Apològia → grazie a questa orazione veniamo a sapere che è originario di Madaura,
città dell’odierna Algeria, studiò filosofia ad Atene, si è iniziato a diversi culti misterici, lo dice lui
stesso, e durante le sue peregrinazioni si fermò a Cartagine, qui incontrò un vecchio compagno di
scuola che gli fece una proposta un po’ strana, gli propose di sposare la madre, perché voleva
salvaguardare il patrimonio di famiglia, lui infatti l’ha sposata e a poco a poco ha cominciato ad
apprezzare le virtù di questa donna. Accadde però che i parenti della donna, gli intentarono un
processo perché si voleva appropriare dell’eredità, ed ecco perché questa Apològia → qui si
difende dai parente e viene anche accusato di essere un mago, sostenevano che con la magia
aveva fatto innamorare questa donna, l’aveva irretita per poi sposarla. Viene accusato di questo
perché lui ,in una sua opera anche, parlava di demoni, per demoni lui intendeva (scrisse il de deo
socratis, altra opera e ricordiamo Socrate che parlava di daimon, qualcosa di trascendente che ci
parla) delle presenze che si incastonano nella gerarchia dell’essere tra il mondo umano e quello
divino, prende questa idea da Platone dal Simposio, anche eros è un demone e infatti permette
l’unione tra umano e divino. Apuleio quindi non è un mago, ma è un filosofo che parla di queste
forze che trascendono l’uomo. Chi non conosceva la filosofia pensava che si riferisse a forze
soprannaturali. Resta sempre un personaggio misterioso, in quanto minaccia i suoi accusatori
dicendo che sicuramente i demoni li puniranno, rimane un po’ un alone ambiguo.

LE METAMORFOSI LIBRI XI-ASINUS AUREUS


Le Metamorphoseon libri undicem sono 11 libri. Il titolo dell’asino d’oro lo ritroviamo in
Sant’Agostino, è lui a dire “asinus aureus”, ai suoi tempi l'opera era diffusa con questo titolo anche.
D'”oro” forse perché dentro Lucio c'è un'anima, qualcosa di prezioso. Diciamo che è un’opera
originale perché lui aggiunge il collegamento con i misteri di Iside, cioè questo uomo che diventa
asino ritorna uomo grazie all’aiuto di Iside, diventando seguace di questa Dea.
Le probabili fonti → questa trasformazione di uomo in asino è stata trattata da altri due autori:
Lucio di Patre (che scrisse Le metamorfosi) e Luciano di Samosata (che scrisse un romanzo
chiamato Lucio o l'asino). Apuleio ha preso questo tema della trasformazione e lo ha inserito
nell’ambito del culto di Iside. Queste fonti noi le abbiamo da uno scrittore di nome Fozio del IX sec
d.c., questo Fozio è un patriarca di Costantinopoli che si diletta di leggere opere antiche e lui
scrisse un riassunto di tantissime opere che aveva letto. Quest'opera si pone fin da subito come un
testo originale, anche strutturalmente perché il protagonista, Lucio l'asino, va alla ricerca della
propria umanità. Vi sono molte digressioni, racconti e novelle. Le tipologie di racconti sono varie:
storie d'avventura e di magia, storie tragiche d'amore, racconti comici realistici, vicende di briganti.
Nonostante possa sembrare frammentaria, L'asino d'oro è un'opera unitaria dove la storia di
Lucio-asino che cerca di tornare uomo non è una cornice per le novelle ma tutto questo rende il
romanzo multiforme e ricco il mondo che confluisce nel romanzo e soprattutto sono collegati da
elementi sotterranei alla vicenda principale, come la novella di Amore e Psiche, che offrono al
romnazo una chiave interpretativa di tutta l'opera.

La trama dell'opera indica il cammino di un'anima. Apuleio, rispetto alle fonti, ha inserito il libro XI
ovvero il libro dell'iniziazione di Lucio ai misteri di Iside (quando Lucio è già ritornato uomo), ha
inserito pure la fabula di Amore e Psiche e occupa il V libro (proprio al centro del romanzo è, ha il
ruolo di chiave di lettura dell'intero testo), parte del IV e del VI libro. All'interno della vicenda di
Lucio, sono inserite tantissimi racconti e la vicenda di Lucio è una cornice che ospita altri racconti
che sono raccontati da dei narratori di secondo grado ( i personaggi delle varie vicende).
Boccaccio prese ispirazione da Apuleio per alcune novelle del Decameron. Diverse novelle di
Apuleio trattano del tema dell'adulterio e anche dei mezzi escogitati da uomini e donne per
raggiungere gli amanti e ingannare i coniugi, quindi tema dell'astuzia poi ripreso da Boccaccio.
Questi racconti sono di magia, sono racconti che Apuleio definisce appartenenti al genere milesio,
dalle fabule Milesie (già incontrare dal Satyricon). Nelle metamorfosi di Apuleio sono contenute
molte fabule Milesie, sono fabule a carattere realistiche e licenzioso. Questo genere viene preso
perché, guardando la trama, queste si possono interpretare in chiave allegorica. Il romanzo si
avvicina molto anche al romanzo d'avventura greco perché il protagonista affronta varie peripezie,
inserisce vicende e personaggi secondari. Alla fine, le avventure si concludono con un lieto fine,
con il ricongiungimento degli amanti,

TRAMA → Lucio, il protagonista, durante un viaggio in Tessaglia, considerata la terra delle


streghe, aveva visto la donna che lo ospitava (è una maga) trasformarsi in uccello con un
unguento (per volare dal suo amante) e Lucio ha chiesto ad una serva della donna di dargli
l’unguento ma ha sbagliato e si trasforma in asino. Lucio viene danneggiato dal fatto di voler
vedere le pratiche magiche di questa donna, la sua curiositas (curiosità) è relativa ad un oggetto
che non è il bene ma è rivolta verso le pratiche magiche, è fonte di caduta questa curiositas. Dopo
che viene trasformato, Lucio va incontro a varie vicende: inizialmente viene rapito da dei briganti,
questi si recano nella casa della maga e rapiscono l'asino-uomo.
Lucio viene trasformato in asino perché, allegoricamente, indica il male ovvero tutto ciò che di
negativo c'è nell'essere umano. L'asino era l'animale sacro a Seth (divinità egizia). Seth era il
fratello del mitico re Osiride e lo uccide, lui rappresenta proprio il male e ha come animale sacro
l'asino. La caduta di Lucio è la caduta nella materialità, nella bestialità. Secondo la concezione
ripresa anche da Platone e diffusa nel periodo in cui vive Apuleio, c'è questa gerarchia, la cura
della materialità e c'è anche l'anima dell'uomo che può ascendere al divino o rimanere legata alla
materia. Quindi l'anima può essere imprigionata nella materia o ascendere il divino (ci si avvicina al
divino nel corso della propria vita ma ci si deve staccare dalla materialità). La materialità sono le
passioni, i vizi, i piaceri.
Ritornando al mito egizio, Iside è la moglie di Osiride e quando lui muore lei cerca il suo cadavere
perché le è comparso in sogno e le dice ciò che è successo. Iside cerca Osiride per tutto il mondo
finché lo ritrova e, attraverso un bacio di lei, la parte immateriale di Osiride (l'anima), può
ascendere al cielo e può diventare immortale. Questo mito, queste divinità egizie si diffondono
nell'impero romano dopo la battaglia di Azio, quando Ottaviano sconfigge l'Egitto, e questo culto
viene associato ad altre divinità romane ovvero che in Iside cominciano ad individuarsi Venere e
Persefone ad esempio, una sorta di sincretismo religioso in cui una figura mette insieme le
caratteristiche di altre divinità.
Lucio quindi viene rapito da dei briganti che proprio in quel momento entrano nella casa e qui si
vede il caso, la tuke, e l'asino viene portato nel covo di questi briganti. In quel covo, si trovava
anche una ragazza di nome Carite che è stata rapita il giorno prima delle nozze perché i briganti
volevano chiedere un riscatto. La figura di Carite è importante perché, mentre era prigioniera, lei è
assistita da una vecchia donna, la serva dei briganti, e cerca di consolarla raccontandole la fabula
di Amore e Psiche. Questa serva è una narratrice di secondo grado. Poi Carite e l'asino
riusciranno a fuggire e qui abbiamo come modello il romanzo greco perché i personaggi vanno
incontro a peripezie e anche per il fatto che ci sono tre personaggi sulla scena perché Carite sarà
aiutata a fuggire dal suo promesso sposo, lui la salverà e riusciranno a sposarsi però lo sposo
verrà poi ucciso da un suo rivale. Lucio, una volta morto il padrone e Carite perché si ucciderà
dopo la morte del marito, verrà portato via dai servi e passerà da un padrone all'altro, come un
mugnaio, un impresario di spettacoli. Nel corso di questi cambi di padrone, Lucio-asino verrà visto
dagli altri come un'animale ma lui mantiene l'intelletto umano ed è come se potesse osservare da
una posizione privilegiata e nascosta tutto ciò che avviene nel segreto delle vite degli uomini.
Queste non sono sempre cose belle ma anzi nella maggior parte delle volte l'asino assiste a dei
comportamenti viziosi da parte degli uomini. Lui fa esperienza di tutta quella che è la materialità,
tutto quello che è negativo negli uomini. Alla fine, anche lui sarà chiamato ad un atto di estrema
depravazione ovvero l'impresario si accorge che Lucio ha delle qualità strane per essere
un'animale, è come se capisse gli uomini e quindi organizza nel circo degli spettacoli dove fa unire
l'asino con una condannata a morte. Questo è un nodo fondamentale perché Lucio potrebbe fare
questo però prova vergogna e si rifiuta, questo è il momento in cui lui si distacca dalla sua
bestialità, si purifica, cambia la sua vita. Per il momento rimane asino però il suo animo è diventato
ancora più elevato di prima, è più vicino all'essere divino dell'uomo. Riesce a fuggire dal circo
mentre nessuno bada a lui, scappa e si reca in una spiaggia dove si addormenta ma appena si
sveglia innalza una preghiera a Iside, anche perché vede la luna di notte e una delle
rappresentazioni fisiche della dea è la luna, e vedendola si richiama a lei e le rivolge questa
preghiera affinché lo liberi da questa condizione bestiale. Iside gli comparirà in sogno (sogno come
un mezzo attraverso cui gli dei comunicano con gli uomini) e gli darà delle istruzioni, gli dirà che il
giorno dopo si festeggia la sua festa, della dea e durante la festa ci sarà un sacerdote che offrirà a
Lucio-asino una corona di rose, le rose sono l'antidoto a quell'unguento che aveva trasformato
Lucio in asino. Lui mangerà durante la processione le rose e ritornerà ad essere uomo. Il
sacerdote sarà avvertito da un sogno, Iside ha comunicato con entrambi. Nell'undicesimo libro ci
sarà la trasformazione di Lucio in uomo e la sua iniziazione ai misteri di Iside, diventerà un
seguace della dea e conoscerà i rituali segreti; lui avrà vari iniziazioni perché gli adepti di Iside
avevano varie gerarchie, la più alta era la gerarchia sacerdotale ma solo gli egizi potevano
giungere a questo livello, mentre gli altri popoli no e Lucio essendo greco arriva al grado più alto al
quale può arrivare con le tre iniziazioni. La seconda iniziazione la riceve a Roma perché anche lì
era diffuso il culto di Iside.
La trama può fornire due livelli di lettura e ci possiamo basare su un'affermazione che Apuleio fa
nel proemio dell'opera, si rivolge al lettore e dice “lector intende laetaberis” → “o lettore, comprendi
(che) gioirai”. Un primo livello di letture è quello di un lettore che non si vuole porre tanti problemi,
non ha interessi spirituali o mistici e legge la trama del romanzo per diletto, come scopo il dilectare.
Un secondo livello di lettura è quello che il lettore vuole elevarsi leggendo l'opera, l'intento non è
solo comprendere la storia ma è anche l'utilità, ci sarà il docere ovvero l'insegnare ed come se qui
Apuleio dicesse al lettore di concentrarsi così gioirai perché la tua anima si libererà da ciò che è
materiale e negativo che l'appesantisce e la fa restare attaccata alla terra, è una sorta di catarsi
perché se uno legge la vicenda di Lucio che incontra tanti mali attraversa questi mali e come Lucio
se ne allontana.

Quindi, nel romanzo vi è una contrapposizione tra la curiositas e la soluzione religiosa. Lucio, per
colpa della sua curiosità, si trasforma in asino e solo grazie all'invocazione della dea Iside ritorna
umano. Poi vi è l'antitesi tra caso e visione provvidenziale perchè è proprio grazie al caso che la
serva scambia i vasetti di unguenti. Il caso domina molto nel romanzo.
Lucio, nel suo percorso, sembra atteso dalle divinità. Il suo percorso sarà quello di passare da uno
stazio di degradazione fino a uno di rinascita. Infatti, anche Apuleio fu iniziato probabilmente del
culto di Iside e sembra che si sostituisce a Lucio nel romanzo perché all'interno si dice che,
nell'ultimo libro, al sacerdote di Iside si dovrà presentare un cittadino di Madaura, ma Lucio era
greco mentre Apuleio era di Madaura. C'è un po' di autobiografia di Apuleio nel romanzo perché
anche lui era inserito nel culto di Iside, si interessa di magia nel corso della sua vita, e quindi
un'altra antitesi nel romanzo è quella tra autobiografismo e dimensione universale che assume un
significato simbolico.

FABULA DI AMORE E PSICHE


Video su youtube del teatro biondo. Occupa parte del quarto, tutto il quinto e parte del sesto libro.
Ha un ruolo centrale nel romanzo perché mettendo a confrotno il cammino di espiazione che deve
percorrere Iside per raggiungere l'immortalità e sposare Amore, anche Lucio-asino compie un
cammino dove passa dallo stato degradato di animale che vuole recuperare la sua umanità; quindi
questi due sono riassunti dello stesso percorso e lo stesso messaggio. Perché entrambi i
protagonisti delle storie partono da una colpa iniziale: Lucio ha una curiositas nella magia “cattiva”
e Psiche una curiositas passionale. Entrambi compiono un processo di espiazione e purificazione
e giungono ad un rito di inziazione.
Noi la chiamano fiaba ma Apuleio usa il termine Fabula che in latino si intendeva ogni tipo di
racconto, non esisteva un genere novella o romanzo. Oggi noi, dal punto di vista narrativo,
intendiamo con favola un racconto dove ci sono gli animali protagonisti e con fiaba intendiamo
dove sono presenti topoi che ha elencato Propp.
In questa fabula, ci sono diversi topoi conosciuti come il “c'era una volta”, la principessa con le
sorelle invidiose o il divieto. Apuleio è stato forse il primo ad inventare questa funzioni della fiaba.
Le fiabe che noi conosciamo provengono forse da alcuni corsi di iniziazione che erano pesenti in
alcune civiltà, ad esempio all'età adulta i giovani dovevano affrontare determinate prove così come
nelle fiabe i personaggi affrontano delle prove. Psiche, nel suo percorso, impersona un adepto del
culto di Iside che vuole iniziarsi ai misteri di Iside.
RIASSUNTO DELLA STORIA → Psiche è la figlia di un re e ha due sorelle, ed era così bella che
la paragonavano a Venere, La dea si offese, non voleva essere paragonata ad una mortale e
allora chiede al figlio Amore/Cupido di fare in modo che lei si innamori di un uomo brutto, destinato
al carcere però Amore quando la vede si innamora. I genitori di Psiche vanno dall'oracolo per
saper se la figlia troverà marito e questo dice loro che lei è destinata a sposare un mostro
serpentino (perchè l'amore si insinua nei cuori) che colpisce le persone con il ferro ovvero Cupido.
I genitori quindi la abbandonano su una rupe perchè credevano che il mostro l'avrebbe uccisa lì.
Psiche, essendo iniziata di Iside, doveva attraversare varie tappe tra cui una morte finta, per poi
abbandonare la sua vecchia vita e iniziarne una nuova. Anche questa fabula si può intendere in
due modi: un modo letterario e uno allegorico. Però, Psiche nella rupe viene presa da un vento,
Zefiro, che la trasporta in un bellissimo castello. Lì lei sente delle voci che dicono di essere sue
serve ma lei non vede nessuno, poi quando va nella stanza, che è buia, sente Cupido e le dice che
loro staranno assieme ma lei non potrà mai vederlo in faccia. Qui c'è il divieto: Psiche non può
cercare di vedere Amore in faccia, questo perchè all'inizio del proprio cammina, il mista (l'iniziato di
Iside) non può vedere la divinità ma solo alla fine potrà, per poco. Col tempo si crea una familiarità
tra i due, si innamorano. Nel frattempo, i genitori di Psiche credevano che la figlia fosse morte e le
altre due figlie ritornarono a casa e si recarono nella stessa rupe dove Psiche era stata
abbandonata. Psiche le sente e chiede a Cupido se poteva farle venire nel castello e Zefiro quindi
le afferra e le porta al castello. Cupido ha cercato di dissuadere Psiche riguardo il far venire le
sorelle nel castello perché porteranno alla sorella un grave danno poiché proprio loro spingeranno
Psiche a guardare Cupido in faccia. Queste sorelle rappresentano, se le interpretiamo in chiave
mistica, il richiamo alla vita precedente e al suo passato.
Le sorelle sono gelose delle cose che Psiche ha e Cupido la avverte di ciò che stavano tramando,
non voleva che tornassero però acconsente e ritornarono. Le sorelle chiedono chi sia lo sposo ma
lei risponde vagamente perché le sorelle e tutti sanno che il suo sposo è un mostro. La convincono
quindi a guardarlo in faccia e ucciderlo. Appena poi Cupido si addormentò, lei accese la luce e lo
vide, vide un giovane con le lai, le frecce, un viso bellissimo e lei si innamorò di più. Però, Cupido
di svegliò e cerca di scappare, Psiche si aggrappa a lui mentre stava volando perchè non voleva
che se ne andasse. Psiche poi cade e Cupido scappa perchè la punizione di Psiche è quello di
non vederlo più. Questo potrebbe rappresentare un momento di traviamento nel corso del
cammino del mista. Alla fine, le sorelle cercano di andare nel castello, credendo che Zefiro le
avrebbe afferrate ma non lo fece e morirono → non lo fece perché furono le sorelle la causa della
rottura tra Amore e Psiche. Psiche cercò aiuto tra le dee, come Diana ma nessuna la aiutò perché
erano amiche di Venere. Nel frattempo Cupido soffriva per amore. Psiche voleva tornare con
Amore e allora decise di incontrare Venere, che anche lei la stava cercando, e le disse che per
ritornare col figlio doveva affrontare delle prove, prove difficile che da sola non avrebbe mai potuto
portare a termine. Però Psiche venne aiutata dagli animali, prima delle formiche, poi un'aquila,
quindi aiutanti legati al mondo animale e vegetale anche. Venere era molto arrabbiata visto che
Psiche riusciva ad affrontare queste prove. Alla fine, dovette anche scendere negli inferi dove
doveva prendere la bellezza di Proserpina, contenuta in un recipiente che però lei controllò per
curiosità ma era vuoto. In realtà in questo recipiente era contenuta una sostanza soporifera che
evapora che era il sonno, e Psiche si addormentò. Questo recipiente aperto da Psiche richiama la
curiositas femminile, quindi richiama la prima donna curiosa del mito ovvero Pandora ed è un
topos comune. Questo sonno profondo potrebbe portarla alla morte, infatti nel cammino del mista
questo era un momento in cui l'iniziato veniva addormentato e dopo che si svegliava assisteva ad
un cambiamento di vita dove era più vicino alla divinità. Cupido va da Psiche e, mentre è
addormentata, la bacia e Giove concede a lui di prenderla come sposa e Psiche diventa una dea.
Amore e Psiche ebbero una figlia e la chiamarono Voluttà, la voluttà è il desiderio carnale e lei
appunto è figlia di Eros/Amore. Venere in Lucrezio era accostata alla vollutas, il desiderio. Già
Psiche era incinta della figlia quando viene abbandonata da Amore e questo rende la storia più
crudele, e in chiave retorica questo vuol dire che l'anima, ovvero Psiche, può partorire qualcosa di
buono, dare vita a un individuo nuovo.

STILE DI APUELIO
Il lessico di Apuelio è originale. Lui era retore e utilizzava i vari artifici retorici, inoltre mette insieme
termini arcaici, neologismi, termini di uso popolare, soprattutto punto molto sull'etimologia delle
parole → ovvero sceglie le parole attentamente, fa attenzione ai prefissi e le radici come Seneca.

PAG.564 L'EROTISMO E L'ASTUZIA → è una novella dove esce fuori il misticismo e il realismo in
Apuleio. Appartiene al IX libro e Lucio si trova nella casa di un mugnaio e assiste ad una scena
dove la moglie del mugnaio tradisce il marito con un giovane, prepara a questa una cena però il
marito torna prima e l'amante si deve nascondere. Prima di questo. Una vecchia amica della
donna aveva raccontato a questa donna come in città ci sia un uomo che è sicuro, è capace di
mentire bene che i mariti credono a questo uomo senza dubitare, quindi sta tornando un po'
indietro nel tempo. Nella novella del libro, viene raccontata una scena di quest'uomo furbo che,
essendo l'amante di una donna, inventa al marito di questa una bravata per discolparsi.
Nella storia, questo uomo lascia la moglie con lo schiavo che la controlla però l'amante riesce a
corrompere lo schiavo. L'amante stava per essere scoperto perché aveva lasciato i sandali a casa
della donna mentre stava scappando e inventa che lo schiavo gli aveva rubato i sandali.

BRANO CLASSROOM ASINO MULTISCIUS → si tratta di un momento in cui l'asino Lucio riflette
sulla sua condizione. E' diventato schiavo di un mugnaio e sta per trascinare la macina del mulino
come gli altri asini. Vedendo gli altri asini lì, che sono abbrutiti dal lavoro, Lucio teme di diventare
come loro però dice anche che ringrazia la sorte di essere un asino e lo dice perché da asino lui
può assistere alle diverse esperienze che fanno gli uomini senza essere capito e si definisce
MULTISCIUS → è un neologismo, una parola desueta e vuol dire colui che conosce molte cose,
addirittura si paragona a Odisseo perché lui aveva visto molte città e popoli. Si nota il realismo
nella descrizione degli asini, loro percorrono la stessa strada in tondo e questo è diverso da quello
che Lucio aveva sempre fatto perché lui aveva fatto tante esperienze. Viene citata la curiositas,
che spesso può essere dannosa o può consentire all'uomo-asino di conoscere fatti o eventi
negativi per poi potersene distaccare. Da questo passo si tona il fatto che abbiamo un narratore
omodiegetico, Lucio, che scrive e parla in prima persona a posteriori.
E' la fortuna che, dal momento in cui Lucio viene trasformato e viene rapito, interviene e può
indurre a circostanze negative però Lucio sta cogliendo ciò che di positivo c'è stato di queste
esperienze. Quando poi Lucio farà la preghiera ad Iside, la fortuna si tramuterà in provvidenza
grazie alla dea Iside perché quando Lucio attua questa conversione, si avvicina ad Iside e la
prega, la dea lo farà diventare suo iniziato e da lì lo proteggerà. Il caso cieco diventerà
provvidenza, cioè Lucio sarà sotto la protezione della dea.

PAG.574 PSICHE CONTEMPLA AMORE DI NASCOSTO → tratta del momento di quando Psiche
vede Cupido. Psiche è presa dal dubbio e dall'agitazione a causa di ciò che le avevano detto le
sorelle riguardo Cupido e l'hanno convinta a vederlo in volto di notte, mentre lui dormiva.

PAG.554 LA PREGHIERA ALLA LUNA → Lucio, dopo che è riuscito a fuggire dal circo dove si
doveva esibire, si reca in una spiaggia e si addormenta. Appena si sveglia, fa questa preghiera a
Iside, e si rivolge alla luna. Lucio designa la figura di Iside e appare come una dea unica, da cui
tutto l'universo dipende, una forza divina unica (siamo al di là del politeismo). Lucio, immergendo la
testa in acqua per 7 volte, compie un rito di iniziazione, una purificazione. Lucio piange e con
queste lacrime si intende la devozione e consolazione nel pregare la dea, però metaforicamente
stanno a significare pentimento (per essere stato troppo legato alla materialità, visto che era asino
era stato costretto e tutto questo perché aveva indirizzato i suoi desideri verso qualcosa di non
buono, come la magia e la sua curiosità). Quindi aveva deviato dal vero bene. Desiderio di
purificazione e pentimento. Nella luna, si vede come Lucio intravede tutte le divinità, sincretismo
religioso. Venere sta a significare l'amore, l'unione e la propagazione della stirpe. Demetra indica
la fecondità della terra. Proserpina consente la separazione tra mondo degli Inferi e mondo
terreno. Alla fine, si descrive la cerimonia dove Lucio mangerà la corona di rose ritrasformandosi in
uomo. Viene descritta tutta la trasformazione e ricorda Ovidio.

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