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Liceo Linguistico Statale P.E.

Imbriani Avellino

Tesi di diploma di Carmen Peluso


Classe V Cl
Anno scolastico 2009/2010

La vita tra

ASSURDO
e
PARADOSSO

ASSURDO e PARADOSSO a confronto

La definizione di paradosso indica qualcosa


"che va contro il senso comune e la verosimiglianza; una dimostrazione che giunge a conclusioni
che sono smentite dall'esperienza comune o dall'evidenza empirica o risultano contraddittorie".
La ricerca di soluzioni a tali problemi pu comportare una revisione dei presupposti e
quindi un progresso della conoscenza.
Nel campo scientifico, i paradossi sono riconducibili ad
affermazioni formulate in apparente contraddizione con i principi elementari della logica, ma che all'esame
critico si dimostrano valide.

Da un punto di vista pi letterario, invece, si tratta di


affermazioni che, indipendentemente dalla loro verit o falsit intrinseca, sono presentate in
maniera tale da sorprendere l'uditore.

Il termine assurdo, invece, indica


"qualcosa di contrario alla logica del pensiero, della parola, dell'azione; una contraddizione
assoluta, quanto caratterizzato da impossibilit o da assoluta mancanza di convenienza o
congruenza".
In particolare, per quanto riguarda la letteratura europea, si assiste al cosiddetto "teatro
dell'assurdo", un indirizzo teatrale del '900 che porta sulla scena l'angoscia e l'irrazionalit
dell'uomo moderno abbandonando i mezzi espressivi tradizionali.
Gli autori, infatti, cominciarono a sperimentare un nuovo stile di teatro con il quale
volevano riflettere la condizione dell'uomo, estraniato e isolato in un universo meccanico e
incomprensibile. In questo tipo di teatro l'azione inutile e l'impossibilit di creare, fare,
agire, in altre parole di far valere i propri diritti nell'universo, crea un senso di angoscia
nell'uomo, che si manifesta nella nausea esistenziale che pu essere superata solo
attraverso la morte.
Sulle scene, questa angoscia rappresentata dall'immobilit: pause, silenzi, immobilit
fisica, ambientazioni chiuse e circoscritte sono ripetute, sottolineando l'immobilit psichica
e fisica dell'uomo.

Mappa

concettuale

FILOSOFIA:
Jean-Paul
Sartre

FISICA:

STORIA:
il Genocidio degli
ebrei ed il caso
eclatante alla
Sapienza di Roma

Faraday ed il
motore
unipolare

MATEMATICA:
la dimostrazione
per assurdo
dell'unicit del
limite

La vita tra
ASSURDO e
PARADOSSO

LETTERATURA
FRANCESE:

LETTERATURA
ITALIANA:
Luigi Pirandello

LETTERATURA
LATINA:

Albert Camus

Apuleio

LETTERATURA
INGLESE:

LETTERATURA
TEDESCA:

il Teatro
dell'Assurdo &
Samuel Beckett

Franz Kafka

FILOSOFIA

SARTRE ED IL PARADOSSO NELLESISTENZA E


NELLAMORE

Cenni biografici
Nato a Parigi nel 1905, Jean-Paul Sartre studi presso la prestigiosa cole Normale Suprieure e,
tra il 1933 ed il 1934, in Germania. Durante la Seconda guerra mondiale fu internato in un campo
di prigionia; liberato, partecip attivamente alla resistenza francese. Vinse il premio Nobel per la
letteratura nel 1965, ma lo rifiut. Fu parte attiva e simbolo del movimento di contestazione operaia
e studentesca che, nel 1968, esplose in America ed in Europa. Mor nel 1980.

Il paradosso di Sartre nellesistenza


Sartre sinterroga sulle strutture dellessere. Egli afferma che lessere s manifesta in due modi
fondamentali: come essere in s e come essere per s.
Lessere in s sidentifica con tutto ci che non coscienza ma con cui essa entra in rapporto e
quindi con le cose del mondo. Esso un semplice dato, qualcosa di immobile, che viene percepito
dalla coscienza.
Lessere per s , appunto, la coscienza stessa, che ha la capacit
di mettersi in rapporto con il mondo degli oggetti e attribuisce ad
essi dei significati. Sartre chiama la coscienza "il nulla", che non ha
niente a che vedere con il contrario di essere, ma il nulla
corrisponde alla coscienza stessa, che una potenza nullificatrice.
Perch dal momento che la coscienza si mette in relazione con le
cose del mondo, da loro un significato, negando lessere in s come
dato assurdo. Questa potenza nullificante della coscienza significa
che essa assolutamente trascendente rispetto alle cose del
mondo dellin s e che, di conseguenza, non subisce
condizionamenti. Lessere per s , quindi, libert assoluta, quindi
responsabile fino in fondo di ci che fa, poich ci che fa potrebbe
anche non farlo. Di fronte alla scelta, infatti, vi sempre la
possibilit di scegliere la non scelta. Ecco perch Sartre afferma
che

Non vi sono casi accidentali: un avvenimento sociale che erompe subitaneo e mi trascina non viene dal di
fuori, se io sono mobilitato in una guerra, questa guerra la mia guerra, ed io la merito. Se non mi ci sono
sottratto, io lho scelta.

Ma in questa condizione umana di libert, secondo Sartre, che vi qualcosa di paradossale.


Egli pensa che l'uomo pur essendo libero, non libero di essere libero. Ossia pu scegliere il
senso del suo essere, ma non pu scegliere il suo essere stesso. Sartre ritiene che l'uomo sia
stato gettato nel mondo e quindi che non abbia potuto scegliere di essere ci che voleva fin
dall'inizio. Il fatto di essere al mondo qualcosa di assurdo perch non si hanno spiegazioni al di
l del fatto stesso di esistere, solo l'uomo pu dare un senso alla vita.
Per questo, secondo Sartre
luomo condannato ad essere libero
La consapevolezza dell'assurdo accompagnata dalla relativa emotivit, che rappresentata
dalla nausea, ovvero, come spiega nellomonimo romanzo, un sentirsi di troppo rispetto al mondo
e agli altri. Questa sua concezione negativa lo porta ad affermare che tutte le azioni dell'uomo
sono destinate al fallimento. Sartre arriva addirittura ad affermare che
" la stessa cosa, in fondo, ubriacarsi in solitudine o condurre i popoli".
Questo il carattere assurdo della vita perch non essendoci valori o ideali da seguire, n norme
morali o leggi divine da rispettare, all'uomo non cambia nulla realizzarsi in un modo o nell'altro. Egli
deve comunque fare delle scelte, non pu rimanere nella possibilit astratta di agire senza farlo,
perch non avrebbe senso e perch, facendo cos, opererebbe comunque una scelta. L'uomo
condannato a scegliere, non importa cosa, ma deve impegnarsi in qualcosa, perch solo cos la
sua esistenza assumer significato.

Il paradosso di Sartre nella fenomenologia dellamore


Secondo Sartre, anche lamore, che
costituisce il tentativo di realizzare lunit tra
lio e l'altro risulta paradossalmente
conflittuale. Infatti, lamore
fondamentalmente, un voler essere amato. E
voler essere amato la volont di valere per
laltro come lassoluto stesso. La gioia
dellamore quindi in fondo il sentirsi
giustificati desistere. Affinch laltro per
possa considerarci come lassoluto occorre
che egli possa volere, cio che egli sia libero.
Nellamore quindi ognuno vuole essere per
laltro loggetto assoluto, il valore supremo. Ma per questo necessario che laltro, nella sua libert
rimanga soggettivit assoluta. E poich entrambi vogliono la stessa cosa, lunico risultato
dellamore il conflitto. Nellamore presente quindi un paradosso di fondo: da un lato si vuole
che laltro sia libero e dallaltro che sia schiavo della nostra libert. Nel desiderio dogni amato, di
essere per lamante, la ragione assoluta di vita e il sole della sua esistenza, sta un tentativo pi o
meno esplicito di padroneggiare laltro e la sua coscienza. Il paradosso quindi si manifesta in
formule come: Saresti disposto a per me?.C una via per realizzare lassimilazione delluno e
dellaltro, che inversa a quella descritta: posso progettare di farmi assorbire dallaltro e di
perdermi nella sua soggettivit per sbarazzarmi della mia. In questo caso, invece di cercare di
esistere per laltro come oggetto-limite, come totalit infinita, cercher di farmi trattare come un

oggetto fra gli altri, come una cosa. Si avr allora latteggiamento masochista. Si implica per la
scelta di annullarsi, il volerlo, esprimere la propria libert di rendersi cosa, che per risulta
fallimentare. Ultimo tentativo il desiderio sessuale, e quindi un atteggiamento sadico, espresso
dalla volont di rendere laltro un oggetto per me. Il sadico si illude, infatti, di possedere laltra
persona attraverso il suo corpo, padroneggiarlo per appropriarsi della sua anima, ma in realt
basta uno sguardo per capre che quello gli sfugge, per realizzare il suo fallimento. Lamore e la
sessualit attirano, ma in fondo deludono sempre, poich nessuno pu mai trovarvi ci che
veramente cercava, ossia una qualche giustificazione della propria ingiustificabile presenza al
mondo.

STORIA

IL GENOCIDIO DEGLI EBREI ED IL CASO


ECLATANTE ALLA SAPIENZA DI ROMA
Linizio e la fine di una storia di per s assurda
Il regime della svastica si instaur in Germani nel 1933 ad opera di Hitler. Questultimo
attu una politica razziale nazista, volta ad affermare il dominio della pura razza ariana a
scapito del popolo ebraico, considerato la causa principale della sconfitta tedesca nel
primo conflitto mondiale.
Gli ebrei, visti come nemici della patria, furono privati di ogni diritto civile e politico
attraverso provvedimenti di ogni genere, come le leggi di Norimberga del 1935.
Essi furono costretti a portare una stella gialla sul petto (la stella di David), furono interdetti
dagli uffici, dalle libere professioni, dalle scuole ariane, dalle banche, furono rinchiusi in
appositi quartieri recintati, i famigerati "ghetti", ridotti allemarginazione, privati di tutti i loro
averi, confiscati dallapparato nazista e sfruttati come manodopera sottopagata nelle
industrie del Reich.
Ma, se in questa fase iniziale il nazismo oper "solamente" una politica di discriminazione,
un peggioramento si venne a determinare nella notte tra l 8 ed il 9 novembre 1938 nella
cosiddetta "notte dei cristalli", quando le SS e le Sa stanarono un inferno di violenza per
vendicare luccisione a Parigi di un diplomatico tedesco ad opera di un giovane ebreo.
Furono incendiate le sinagoghe, distrutti i negozi ebrei, arrestate e massacrate centinaia di
persone.
Era ormai ben chiaro che Hitler intendesse andare fino infondo, verso una politica non solo
di persecuzione, ma di vero e proprio annientamento. Ci fu possibile grazie alla
soluzione finale del problema ebraico, la cui organizzazione venne affidata al
comandante della polizia di sicurezza Heydrich il 31 luglio 1941.
Essa aveva come scopo lannientamento delle razze inferiori e venne approvata con la
riunione del Reich a Wannsee il 20 gennaio 1942.
La sua attuazione fu possibile grazie ad una
delle pi mostruose strutture che luomo
potesse creare: i campi di concentramento
nazisti (Konzentrazionslager).
Li la polizia politica Gestapo rinchiuse
oppositori politici-comunisti, socialisti,
"dissidenti religiosi", testimoni di Geova,
protestanti dissidenti ed ebrei. Inoltre la
polizia criminale, oper arresti preventivi di
persone con precedenti penali, di zingari,
omosessuali, disabili, prostitute e di tutti
coloro che a vario titolo vennero considerati
"associali".

Centinaia di migliaia di persone vennero deportate verso i lager, in un viaggio senza


ritorno. Ammassate come bestie nei cosiddetti treni della morte, costrette a viaggiare in
condizioni disumane, al loro arrivo venivano selezionate dai responsabili del campo: i
vecchi, le donne e i bambini erano avviati direttamente alle camere a gas e sterminati con
il devastante topicida Zyklon B, gli abili al lavoro venivano rasati, costretti ad indossare un
camice a righe e tatuati con un numero di matricola,che diveniva il loro nome. Essi
costretti a lavorare non meno di 12 ore al giorno, obbligati, la sera e la mattina, a rimanere
immobili per ore durante gli interminabili
appelli. Si ritrovarono ben presto distrutti
nel fisico e nel morale, a causa di
giornate fatte di malattie, fame e sevizie
ad opera dei feroci e sadici reparti SS
Totenkopfverbande, incaricati di far
rispettare e mantenere, la dura legge dei
lager. Molti detenuti venivano poi
utilizzati, come cavie umane, dai medici
nazisti e sottoposti ad esperimenti
agghiaccianti.
Infine i corpi dei cadaveri finivano nei
forni crematori e bruciati a migliaia al
giorno, determinando la fuoriuscita dalle
ciminiere dei campi di cenere grigia.
Quando il 27 gennaio 1945 lArmata Rossa fece il suo ingresso nel campo di
concentramento di Auschwitz, emerse lorrore dellolocausto di un popolo, le cui crude
immagini, immortalate dagli operatori sovietici e mostrate al processo di Norimberga
sconvolsero il mondo intero. Tutti presero finalmente coscienza dellagghiacciante e
sistematico stermino di ben 6 milioni di ebrei, un massacro teorizzato da Hitler nel suo
"Mein Kampf" e coscientemente messo in pratica dopo la conquista del potere.

Lassurdit ai giorni nostri: il caso del professore Caracciolo alluniversit La


Sapienza di Roma.
Lo sterminio degli ebrei una leggenda. questo il titolo che campeggia sulla
Repubblica del 22 ottobre 2009, questo il titolo che colpisce luniversit romana La
Sapienza e non solo.
Allapparenza sembrerebbe unassurdit, un caso impossibile, quasi un madornale errore
di stampa, e invece il ricercatore 59enne di filosofia del diritto delluniversit La Sapienza,
Antonio Caracciolo, ha reso tale assurdit una realt con la quale tutti, nolenti o dolenti,
sono venuti in contatto.
Come gi si intuisce dal titolo, egli ha cercato di
reinterpretare, attraverso dei blog, la storia del
genocidio, la strage degli ebrei dettata da Hitler
durante il secondo conflitto mondiale, di cui ormai
nessun libro di storia sprovvisto.
Le tante testimonianze, le foto ed i tuttora esistenti
campi di sterminio sembrano non scalfire

minimamente Caracciolo, il quale dubita dellOlocausto ed in particolar modo delle camere


a gas.
Sono proprio queste affermazioni a collocare il ricercatore nel gruppo dei negazionisti,
detti anche revisionisti.
Una nuova ideologia?
No, semplicemente un metodo ispirato alla ricerca dellesattezza in maniera di storia,
come dice Robert Faurisson, lex-professore francese delluniversit di Lione, nonch
colonna portante del negazionismo, che egli definisce addirittura come la grande
avventura del tempo presente.
Questa sua sete di verit si manifesta attraverso testi pubblicati su giornali e blog, tutti
redatti secondo il metodo definito negativo, ovvero il metodo che, in mancanza di
testimonianze o documentazioni capaci di dimostrare le tesi negazioniste, mettono in crisi
le testimonianze ed i documenti che attestano lesistenza dello sterminio, seguendo la
logica del Falsus in uno, falsus un omnibus , che afferma che se il testimone si
sbagliato su un dettaglio, nulla garantisce che egli non si sia sbagliato anche sul resto.
anche grazie a questo metodo pignolo che molti si sono uniti al cammino verso la
verit esaltato da Faurisson, che ha ideato lormai nota affermazione

Le pretese camere a gas hitleriane e il preteso genocidio degli


ebrei formano una sola a medesima menzogna storica, che ha
permesso una gigantesca truffa politico-finanziaria i cui
principali beneficiari sono lo Stato dIsraele e il sionismo
internazionale e le cui principali vittime sono il popolo tedesco,

ma non i suoi dirigenti, e lintero popolo palestinese.

frase che ben spiega le tre richieste dei negazionisti:

1)

Mostrateci un solo documento che, a vostro

parere, provi che Hitler o un qualsiasi nazionalsocialista ha


ordinato e pianificato lo sterminio fisico degli ebrei;
2)

3)

Mostrateci quellarma di distruzione di massa che sarebbe stata una camera a


gas; mostratecene una sola, a Auschwitz o altrove; e se per caso, pretendete che
non potete mostrarcene una perch i tedeschi, secondo voi, avrebbero distrutto
larma del crimine, forniteci almeno un disegno tecnico che rappresenti uno di
quei mattatoi che, stando a quello che dite, sarebbero stati distrutti dai Tedeschi
e spiegateci come quellarma dalla resa fantastica ha potuto funzionare senza
comportare la morte degli esecutori o dei loro aiutanti;
Spiegateci come siete arrivati alla vostra cifra di sei milioni di vittime.

E cos, forte delle sue idee e dei suoi seguaci, Faurisson continua ad andare avanti, fiero
delle sue convinzioni, tanto da difendere s stesso e la sua libert di parola ogni volta che
viene citato in giudizio.
Il tribunale parigino, infatti, ha intentato diversi processi contro lex-professore
delluniversit di Lione, richiamando la legge ideata dallONU, secondo cui negare
lOlocausto reato. Ma il tribunale di Parigi non mai riuscito a punire davvero Faurisson,
proprio come in Italia la legge non pu n punire n citare Caracciolo, se non attraverso
eventuali provvedimenti delluniversit La Sapienza.
Tutto questo perch, come ha affermato la Comunit ebraica, dopo lo scandalo del 22
ottobre 2009, solo in Italia personaggi del genere non vengono puniti, personaggi che
parlano del triste Olocausto come un continuo shoatico lavaggio del cervello.
Ma inutile considerare lefficacia o linefficacia della legge italiana ed internazionale. Qui
la questione si fonda sulla morale personale di cui ogni uomo dovrebbe essere dotato.
Evidentemente c qualcuno che non considera minimamente il rovescio della medaglia e
procede dritto per la sua strada con testardaggine. Ma se solo ci si riuscisse a togliere
quei paraocchi che impediscono di vedere la realt cos com , andando alla ricerca di un
confronto con gli altri, si potrebbe notare lassurdit del negazionismo e dellOlocausto in
s.
Come afferma Hans Jonas, storico dello gnosticismo antico, lOlocausto il paradosso
dei paradossi perch fu il popolo eletto e non un altro ad affrontare il destino
dellannientamento totale con il falso pretesto della razza: il pi mostruoso capovolgimento
dellelezione in maledizione.
A questo punto la domanda non sarebbe dov la legge?, bens dovera e dov Dio?
Domina il male su questa Terra?.
Jonas afferma solo che Dio, alienandosi dal mondo e facendosi coinvolgere nel destino
delle sue creature, lascia spazio alla libert delluomo e rinuncia, quindi, al suo carattere di
onnipotenza.
La domanda, quindi, rimane aperta ed ogni tentativo di rispondere alle domande sul male
del mondo soltanto un balbettio di fronte al mistero divino.

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LETTERATURA ITALIANA

LASSURDO ED IL PARADOSSO NELLA


LETTERATURA ITALIANA:
LUIGI PIRANDELLO
Cenni biografici
Luigi Pirandello nacque nel 1867 a Girgenti da una famiglia agiata. Studi al liceo classico
di Palermo, poi si iscrisse alla facolt di Lettere. Di qui pass nel 1887 all'universit di
Roma, poi a quella di Bonn dove consegu la laurea. Al suo ritorno, volendo dedicarsi alla
letteratura, si stabil a Roma dove cominci a collaborare con poesie e scritti critici a riviste
come la "Nuova Antologia" e il "Marzocco". Nel
1894 spos Antonietta Portulano, dalla quale
avr tre figli. Nel '97 gli venne conferita, presso
l'Istituto Superiore di Magistero, la cattedra di
stilistica e poi di letteratura italiana, che terr fino
al 1925. Segu, a partire dal 1903, un periodo
difficile per lo scrittore, a causa della rovina
dell'azienda paterna e con essa del patrimonio
suo e della moglie. Intanto pubblica poesie,
saggi, romanzi e novelle, ma la fama gli arriva
come autore drammatico. A partire dal 1922
organizza una raccolta completa delle sue
novelle sotto il titolo "Novelle per un anno", che
allude al progetto, rimasto incompiuto (con un
totale di 218 novelle), di scrivere una novella per
ogni giorno dell'anno. Nel '25 Pirandello lascia
l'insegnamento per dirigere il Teatro d'arte di
Roma e fondare una sua compagnia. Nel '34 gli fu conferito il Nobel per la letteratura. Mor
a Roma nel 1936.

La poetica pirandelliana: assurdo, paradosso e dualismi


Dialettica e paradosso sono gli strumenti attraverso cui egli scava nella realt: le vicende
che descrive sono tutte paradossali, per dietro il paradosso, lo scrittore svela profondi e
amari drammi, creando personaggi di una toccante umanit. Gli uomini e la vita appaiono
spesso comici, ma di una comicit che nasconde dolorose tragedie. Nella vita tutto
sembra logico e naturale, ma la logica lascia spesso il posto all'assurdo, che per
Pirandello ben pi vivo e reale, come lo sono il dolore e la sofferenza che la nostra
ragione rifiuta perch disumani e assurdi.
L'umorismo pirandelliano, pensieroso e amaro, esprime le contraddizioni e i profondi
turbamenti del mondo contemporaneo, attraverso il sentimento del contrario si scopre la
tragica realt che celata dietro l'apparenza talvolta ridicola delle cose e se ne esprime la
desolante angoscia, tormentosa e senza uscita.
Pirandello diceva:

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Io non mi sono mai assunto nessuna responsabilit filosofica e mi sono inteso sempre e
soltanto di fare arte, secondo le mie possibilit, e non filosofia. Certo, da tutta la mia opera
fantastica, si pu dedurre il particolare modo che io ho sempre avuto di considerare il
mondo e la vita.
Ebbene, tale particolare modo poggia sostanzialmente su alcuni dualismi: flusso/forma,
volto/maschera, tempo/durata, comicit/umorismo.
Pirandello ritiene che l'universo sia in continuo divenire, e l'uomo, partecipe di
questo flusso vitale, vorrebbe comprenderlo; cos cerca di porsi di fronte a tale flusso per
analizzarlo, se non che non possiede mezzi idonei ed troppo limitato nello spazio e nel
tempo per poter conseguire qualche utile risultato. La sua investigazione riesce a cogliere
solo aspetti superficiali, parziali, cio le forme, che pur se vere (cio pertinenti all'Essere)
nel momento in cui sono colte o prodotte, sono destinate a divenire ben presto false
poich il flusso vitale inarrestabile e mutando li falsifica. Cos l'uomo cerca
disperatamente di canalizzare il flusso entro forme finite e inadeguate, e pi si sforza di
produrre forme sempre nuove e diverse, pi spreca energia e si aliena, poich le forme
che produce, accumulandosi e ammassandosi, si ritorcono contro l'uomo isolandolo dalla
realt.
Il dualismo volto/maschera un aspetto particolare dellesistenza umana e concerne
l'impossibilit di rapporto autentico tra gli uomini. Ciascuno di noi un essere in continuo
divenire dalla nascita fino alla morte, e ogni giorno, ogni ora, ogni attimo siamo diversi.
Per la societ, la cultura e alla fine noi stessi ci vogliamo identici: dunque produciamo,
volenti o no, una serie di maschere o modelli coi quali ci esprimiamo in societ, e nella vita
di ogni giorno non ci mostriamo mai per quelli che siamo, ma ad ogni circostanza
indossiamo una maschera diversa, diversa anche in relazione alla persona alla quale ci
rapportiamo. In conclusione, ciascuno di noi sente di essere uno, ma, di fatto, si manifesta
per cento, mille persone diverse, ciascuna di queste poi ulteriormente moltiplicata dalle
svariate ottiche e personalit degli altri e diventano centomila; cosicch quell'uno
potenziale non manifestandosi mai nel corso della vita, di fatto come se non esistesse,
se fosse nessuno.
Per Pirandello il tempo una delle tante forme create dall'uomo, per sue esigenze
teoriche e pratiche, dunque insussistente e falsa al pari delle altre. E' vera, invece, la
nozione di durata o tempo soggettivo, scandito cio dalla coscienza di ognuno di noi. Ma
la durata, non solo non conosce la distinzione presente passato - futuro, ma non
procede neppure linearmente e a senso unico: ammette salti, balzi in avanti e indietro,
accelerazioni e decelerazioni variabili indefinitamente. Cosicch, per questo aspetto, ogni
individuo una galassia a s stante, che pu sfiorare o scontrarsi con le altre, ma mai
comunicare, poich manca qualsiasi termine comune di riferimento, e un mezzo che
veicoli messaggi senza manipolazioni e interferenze.
La dualit comicit/umorismo alla base del pensiero pirandelliano, non per nulla lo
scrittore siciliano dedic a tale argomento vari saggi teorici, tra i quali di capitale
importanza L'umorismo.
In questo saggio Pirandello d queste definizioni:

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la comicit l'avvertimento del contrario, l'umorismo, invece, il sentimento del


contrario,
e per illustrarle ricorre, tra l'altro, ad un esempio di questo genere:
Supponiamo di vedere una donna anziana, truccata e vestita in modo appariscente. La
nostra prima reazione sar una gustosa risata, in questo consiste la comicit, una
sorpresa che ci coglie del tutto impreparati. Ma se riflettiamo sui motivi psicologici di tale
comportamento, se pensiamo che la donna anziana si atteggia in tal modo perch tenta di
allontanare da s lo spettro della vecchiaia e della morte, non ridiamo pi ma, grazie al
sentimento del contrario, individuiamo nella sorte di lei la nostra, comune a tutta l'umanit.
Quindi possiamo definire la comicit superficiale, e l'umorismo approfondito e riflesso.
Tutta la migliore produzione di Pirandello si muove all'insegna dell'umorismo con due
tendenze costanti e congiunte: per un verso quella di aggredire tutte le false certezze,
smascherare i luoghi comuni, gli atteggiamenti fossilizzati dall'abitudine, dallaltro una
posizione di larga comprensione e benevolenza.

Il fu Mattia Pascal
Pirandello ama i paradossi: il paradosso l'esasperazione
della realt e, attraverso di esso,si mettono a nudo le cose
vere della realt. Cos per Il Fu Mattia Pascal, il romanzo
di un impossibile riscatto da una vita grigia, per un uomo
nato due volte.
In esso Pirandello porta alle estreme conseguenze, con
punte davvero paradossali il contrasto fra forma e vita.
Inizialmente Mattia soffre la
forma che lo vuole uomo infelice, racchiuso in una piccola e
asfittica realt. Ma ecco che vince una forte somma di
danaro e contemporaneamente apprende che per la societ
egli morto cosicch, in rotta con la famiglia, pensa di
approfittare di questa circostanza ed esce dalla porta di
servizio della sua vita a cui si sente estraneo. Liberatosi
della forma, sembra aver raggiunto la sua vera vita, la sua
vera identit: ci che egli e non ci che appare.
Ma si pu essere veramente e intimamente se stessi, solo per s, e non per gli altri?
S, ma non si pu vivere, tant' vero che Mattia si sente solo e riprende a vivere, ossia ad
assumere un'altra forma.
Ma qual il nostro vero volto? La maschera che ci danno gli altri o la"maschera nuda" che
la nostra vera e intima essenza?
Nel momento in cui come Mattia siamo pura vita non possiamo vivere, ma nel momento in
cui ci accontentiamo di vivere secondo gli altri non siamo pi noi stessi, e veniamo chiusi
in una forma che ci soffoca.

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Sta tutto qui il paradosso, che viene spinto alle sue estreme e pi grottesche svolte
romanzesche.
Il paradosso pirandelliano del Mattia Pascal , in altre parole, il contrasto tra le esperienze
di un uomo vivo, vero, perfettamente efficiente e ragionevole e la astrattezza del suo
annientamento sociale.
L'autore gioca con la esasperazione delle situazioni e mette a nudo questa profonda
tensione: la necessit di una maschera, che nonostante la sua assurdit diventa
paradossalmente sempre pi importante della realt del proprio io.
Mattia un forestiero della vita, sente le convenzioni sociali come causa della sua
mancata realizzazione; come Adriano Meis, si trova di fronte a un fallimento, poich senza
un riconoscimento sociale non pu dare senso alla propria vita.
Il finale paradossale ed anticipato dal titolo: lunica identit che rimane quella del
morto sopravvissuto a se stesso (Io sono il fu Mattia Pascal):
Basta. Io ora vivo in pace, insieme con la mia vecchia zia Scolastica, che mi ha voluto offrir
ricetto in casa sua. La mia bislacca avventura m'ha rialzato d'un tratto nella stima di lei. Dormo
nello stesso letto in cui mor la povera mamma mia, e passo gran parte del giorno qua, in
biblioteca, in compagnia di don Eligio, che ancora ben lontano dal dare assetto e ordine ai vecchi
libri polverosi.
Ho messo circa sei mesi a scrivere questa mia strana storia, ajutato da lui. Di quanto scritto qui
egli serber il segreto, come se l'avesse saputo sotto il sigillo della confessione.
Abbiamo discusso a lungo insieme su i casi miei, e spesso io gli ho dichiarato di non saper vedere
che frutto se ne possa cavare.
- Intanto, questo, - egli mi dice: - che fuori della legge e fuori di quelle particolarit, liete o tristi
che sieno, per cui noi siamo noi, caro signor Pascal, non possibile vivere.
Ma io gli faccio osservare che non sono affatto rientrato n nella legge, n nelle mie particolarit.
Mia moglie moglie di Pomino, e io non saprei proprio dire ch'io mi sia.
Nel cimitero di Miragno, su la fossa di quel povero ignoto che s'uccise alla Sta, c' ancora la
lapide dettata da Lodoletta:

COLPITO DA AVVERSI FATI


MATTIA PASCAL
BIBLIOTECARIO
CUOR GENEROSO ANIMA APERTA
QUI VOLONTARIO
RIPOSA
LA PIETA' DEI CONCITTADINI
QUESTA LAPIDE POSE
Io vi ho portato la corona di fiori promessa e ogni tanto mi reco a vedermi morto e sepolto l.
Qualche curioso mi segue da lontano; poi, al ritorno, s'accompagna con me, sorride, e considerando
la mia condizione - mi domanda:
- Ma voi, insomma, si pu sapere chi siete?
Mi stringo nelle spalle, socchiudo gli occhi e gli rispondo:
- Eh, caro mio... Io sono il fu Mattia Pascal.

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Il teatro pirandelliano
Il contesto teatrale in cui si inserisce Pirandello quello del dramma borghese
naturalistico, che si incentrava soprattutto sui problemi della famiglia e del denaro. Era un
dramma serio e si basava soprattutto sulla riproduzione fedele della vita quotidiana.
Pirandello apparentemente riprende quei temi
e quegli ambienti, ma porta la logica delle
convenzioni borghesi alle estreme
conseguenze. I ruoli imposti dalla societ
borghese vengono assunti con estremo rigore,
sino a giungere al paradosso e allassurdo, e
cos vengono smascherati nella loro
inconsistenza. Pirandello sconvolge due
capisaldi del teatro borghese naturalistico, la
verosimiglianza e la psicologia. Gli spettatori
non hanno lillusione di trovarsi
di fronte a un mondo naturale, ma vedono un
mondo stravolto, ridotto alla parodia e
allassurdo, in cui i casi della vita normale sono
forzati allestremo e deformati, assumendo una fisionomia stranita, che lascia sconcertati.
I personaggi sono sdoppiati e contradditori, come gli intrecci, trasformati quasi in
marionette.
Alcuni titoli pi noti del teatro pirandelliano sono: Cos (se vi pare),Sei personaggi in
cerca dautore ed Enrico IV.

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LETTERATURA LATINA

LASSURDO ED IL PARADOSSO AI TEMPI


DELLANTICA ROMA:
APULEIO
Cenni biografici
Apuleio, che non ha un praenomen, figlio di un ricco
duumviro. Nacque a Madaura, in Algeria, intorno al 125 d.C.
Grazie al suo De magia o Apologia sappiamo che dopo aver
studiato a Cartagine grammatica e retorica si trasfer ad
Atene per gli studi filosofici. Successivamente trascorse a
Roma un periodo di tempo esercitando lavvocatura. Era
devoto ad Euscalpio, il dio greco della medicina, e si fece
iniziare ai misteri di Eleusi e probabilmente a quelli di Iside.
Dopo essere approdato a Oea, nel 155-156, spos la ricca
vedova Pudentilla, ma venne citato in giudizio dai parenti
con laccusa di averla sedotta attraverso le arti magiche. Per
difendersi scrisse la celebre orazione Apologia. In seguito,
si rec a Cartagine e dal 170 d.C. non si hanno pi sue
notizie; mor probabilmente dopo il 177 d.C.

La Metamorfosi
Il capolavoro di Apuleio la dimostrazione di come lelemento assurdo sia sempre stato
presente nella letteratura. Lo stesso scrittore nel prologo afferma, attraverso le parole del
protagonista, che la storia che sta per raccontare una fabula Graecanica, ossia
ladattamento di una favola greca il cui autore identificato con il nome di Lucio di Patre,
che in forma pi succinta svolge la stessa trama delle Metamorfosi. Dal confronto con le
due opere risulta che Apuleio ha molto ampliato la trama del romanzo greco, inserendovi
novelle ed aggiungendovi significati mistici e simbolici.
Cos, riprendendo il tema delluomo che si trasforma in animale, Apuleio compone in
epoca tarda Metamorfosi o
Metamorphoseon libri intitolato anche
(gi dagli antichi), Asino doro, ovvero
Asinus aureus, un racconto in undici
libri che ha il compito di divertire e,
contemporaneamente, di trasmettere un
messaggio: la curiositas viene punita e
la fede lunico mezzo di salvezza.
La favola, infatti, narra le vicende di
Lucio, un giovane di buona famiglia,
amante delle esperienza insolite e
attirato dal fascino del mistero a causa
della sua qualit pi spiccata: la
curiositas.

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Egli si reca per affari in Tessaglia , terra di arti magiche, ospite del ricco usuraio Milone.
Saputo che la moglie una strega provetta, capace delle pi straordinarie trasformazioni,
pi che mai smanioso di assistere a prodigi magici, convince Fotide, l'ancella con la quale
trascorre amabilmente le notti, a sottrarre alla padrona un miracoloso unguento che
trasforma in uccello. Lucio lo prova, ma l'ancella confonde le ampolle e Lucio si trasforma
in asino. Mancano in quel momento le rose per invertire la trasformazione e proprio quella
notte una banda di ladroni assalga la casa, portandosi via l'asino con il bottino.
Comincia la triste sorte di Lucio-asino che attraversa un'infinit di traversie, fin quando,
attenendosi alle prescrizioni della dea Iside, riacquista sembianze umane. Scontato
l'errore della sua curiosit e sventatezza giovanili, Lucio pu intraprendere la carriera di
retore e sacerdote della dea.
Grazie a questa assurda avventura Lucio, protetto dalla pelle dasino, ha potuto osservare
da vicino gli uomini con i loro pregi e difetti e riesce ad offrire cos un quadro della societ
romana ai suoi tempi.
Lassurdo raggiunge i suoi livelli pi alti nel momento cruciale della trasformazione:

LIBER III, 24-25


Haec identitem adseverans summa cum trepidatione inrepit cubiculum et pyxidem depromit
arcula. Quam ego amplexus ac deoxulatus prius utque mihi prosperis faveret volatibus deprecatus,
abiectis propere laciniis totis, avide manus immersi et, haurito plusculo uncto, corporis mei
membra perfricui. Iamque alternis conatibus libratis brachiis in avem similem gestiebam: nec ullae
plumulae nec usquam pinnulae, sed plane pili mei crassantur in setas, et cutis tenella duratur in
corium, et in extimis palmulis perdito numero toti digiti coguntur in singulas ungulas, et de spinae
meae termino grandis cauda procedit...
Ac dum, salutis inopia, cuncta corporis mei considerans non avem me, sed asinum video, queror de
facto Photidis, sed iam humano gestu simul et voce privatus, quod solum poteram, postrema
deiecta labia, umidis tamen oculis oblicum respiciens ad illam tacitus expostulabam. Quae ubi
primum me talem aspexit, percussit faciem suam manibus infestis et "Occisa sum, misera!" ,
clamavit, "Me trepidatio simul et festinatio fefellit et pyxidum similitudo decepit!"

LIBRO III, 24-25


Dopo avermi ripetuto pi volte tali assicurazioni, entr tutta emozionata in quella stanzetta e
prese dallo scrigno il vasetto. Come io lebbi fra le mani me lo strinsi al petto e cominciai a baciarlo
pregando che mi facesse fare voli felici, poi, liberatomi in fretta di tutti i vestiti, immersi
avidamente le dita nel barattolo e preso un bel po dunguento me lo spalmai su tutto il corpo. Poi
agitando le braccia su e gi mi misi a fare luccello, ma niente: penne non ne spuntavano e
nemmeno piume; piuttosto i peli cominciarono a divenire ispidi come setole, la pelle, delicata come
era, a farsi dura come il cuoio, allestremit degli arti le dita si confusero, riunendosi in una sola
unghia e infondo alla colonna vertebrale spunt una gran coda
Guardandomi tutte le parti del corpo e vedendomi diventato asino e non uccello sentii di essere
rovinato. Mi venne voglia di prendermela con Fotide per questo bel guaio, ma privo ormai del

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gesto e della voce, feci quel che potevo: chinai il muso e guardandola di traverso con gli occhi umidi
mi raccomandai a lei in silenzio. Quandella, intanto, mi vide in quello stato,cominci a picchiarsi
sul viso e Disgraziata che sono cominci a gridare lemozione e la fretta mi hanno tradita e mi
ha ingannata la somiglianza dei vasetti!

La struttura dellopera molto intrecciata e complessa; infatti, allinterno del racconto


principale si sviluppa una serie di racconti-digressione che vivono una vita autonoma
rispetto alla narrazione centrale.
Ne un esempio il racconto di Amore e Psiche che si snoda allinterno della narrazione
per ben due libri, occupando cos un ruolo centrale. Tale centralit legata soprattutto alle
possibili analogie tra i personaggi di Psiche e Lucio. Psiche, infatti, spinta dalla curiositas e
dalle sorelle, infrange il divieto che le impone di non guardare Amore, perdendo cos il
marito, che riuscir a riconquistare solo dopo una serie di prove.
Analoga la vicenda di Lucio, il quale per soddisfare la sua sete di conoscenza delle arti
magiche, stato trasformato in asino e dovr vivere una serie di disavventure prima di
recuperare lo stato umano.

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Scheda interdisciplinare:
letteratura latina vs letteratura tedesca
Zwischendisziplinarische Karte:
lateinische Literatur vs. deutsche Literatur
Le analogie tra La metamorfosi di Apuleio e La metamorfosi di Kafka non si fermano al
titolo. Infatti si potrebbero delineare una serie di analogie e di differenze tra due capolavori
temporalmente distanti ma tematicamente vicini.
Die Verwandlung von Apuleio und Die Verwandlung von Kafka sind hnlich nicht nur fr den
Title, sondern auch fr die Themen. Man kann nmlich einigen Analogien zeigen, auch wenn sie
nicht in der derselben Epoche geschrieben werden.

APULEIO

KAFKA

Trasformazione in animale con essenza umana


Verwandlung in einem Tiere mit menschlichen Wesen
Elemento magico e divino (pozione,dea
Iside,riti)
Magisches und gttliches Element
(Artzneitrank, Gttin Iside, Ritus)

Nessun elemento magico

Personaggio principale(Lucio) trasformato


durante la narrazione
Hauptfigur(Lucio)wird whrend der Erzhlung
verwandelt
Lucio non accetta la
trasformazioneritorna uomo
Lucio nimmt nicht die Verwandlung anEr
kommt zum Mensch zurck
Visione positiva

Personaggio principale(Gregor Samsa)


gi trasformato
Hauptfigur(Gregor Samsa)wird schon verwandelt

Positive Anschauung
Frasi lunghe

Negative Anschauung: Angst des modernen


Menschen
Frasi brevi e fredde(tipiche dei rapporti)

Lange Stze

Kurze und kalte Stze(typische des Referats)

MESSAGGIO:

MESSAGGIO:

importanza della fede


Wichtigkeit des Glaubens

luomo moderno inquieto e spaventato


Der moderne Mensch ist unruhig und ngstlich

Kein magisches Element

G.Samsa accetta la trasformazionenon


ritorna uomo
G.Samsa nimmt die Verwandlung anEr kommt
nicht zum Mensch zurck
Visione negativa: paura delluomo moderno

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Per cominciare

LETTERATURA TEDESCA:
FRANZ KAFKA
Franz Kafka uno dei nomi pi noti e pi discussi della letteratura tedesca del ventesimo
secolo.
Con il suo capolavoro ,La metamorfosi del 1915, lautore mostra la storia di un uomo
comune, Gregor Samsa, la cui normalit viene improvvisamente sconvolta da una
trasformazione, o meglio una metamorfosi.
Il personaggio principale, infatti, un giorno si sveglia trasformato in un insetto mostruoso.
Ci ovviamente, oltre a sconvolgere la vita di Gregor, sconvolge anche la vita dellintera
famiglia Samsa, la quale poco a poco comincia a vedere in Gregor semplicemente un
essere mostruoso, tanto che il padre addirittura lancia una mela contro il figlio-insetto. Ci
fa star male sia fisicamente che moralmente Gregor, il quale, comprendendo che la sua
vita ormai impossibile, si lascia morire.
In questa storia assurda, allapparenza fantastica, Kafka nasconde la metafora profonda
della paura delluomo, il quale, avendo perduto Dio, vive ormai in un mondo senza senso.

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DEUTSCHE LITERATUR

DAS ABSURD IN DER DEUTSCHEN LITERATUR:


FRANZ KAFKA
Eine kurze Biographie
Geboren wurde Franz Kafka in Prag
am 3.7.1883 als Sohn einer relativ
wohlhabenden brgerlichen Familie.
Sein Vater war Kaufmann, eine
dominante Person, die Leben und
Werk von Franz Kafka nachhaltig
beeinflussen sollte. Der Schulbesuch
an einem deutschsprachigen
Staatsgymnasium mndete in ein
Studium der Rechtswissenschaften,
das Kafka 1906 beendete. Schon
whrend seiner Schulzeit hatte der
Gymnasiast Texte verfasst, eine
Leidenschaft, die ihn bis zu seinem
Tod nicht mehr loslassen sollte. Im
Jahre 1908 begann er als Angestellter der Prager Arbeiter-Unfall-Versicherung, doch
seine Tuberkuloseerkrankung zwang ihn bereits 1922 zur Pensionierung. Kuraufenthalte
im Ausland folgten, doch bereits 1924 erlag Franz Kafka im Alter von 41 Jahren in einem
Wiener Sanatorium einer Kehlkopftuberkulose.
Er wurde auf dem Jdischen Friedhof in Prag-Straschnitz begraben.

Kafkas Poetik
Im Mittelpunkt von Kafkas Welt steht die Angst des modernen Menschen, seine
Hoffnungs- und Ausweglosigkeit in einer sinnlosen Welt, die Gott verloren hat.
Die Welt, zu der die kafkaschen Helden gehren, ist eine anonyme, reale Alltagswelt, in
die aber immer wieder ungeahnte groteske Situationen einbrechen. Das Absurde, Irreale
ereignet sich also inmitten einer Wirklichkeit, in die ohne Pathos, sachlich und detailliert
beschreiben wird, so dass das Normale als das Absurde und das Absurde als etwas ganz
Normales erscheint. Kafkas surrealistische Darstellungsweise wird magischer Realismus
genannt.
Kafkas Gestalten sind meistens Durchschnittstypen, die individuell psychologisch nur
wenig charakterisiert, sondern eher zu Modellen, zu Schemen reduziert werden. Sie
tragen keine Namen und bewegen sich in einer historisch und geographisch
unbestimmten Welt, in der es keinen Kontrast zwischen Gut und Bse und auch keine
Phantasie gibt. In Kafkas sogenanntem Antimrchen erleben die Helden entfremdende
und verunsichernde Situationen des Familien- und Brolebens, in denen der Leser seine
persnliche Erfahrung als Mensch und als Sozialwesen wiederfinden kann.

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In Kafkas Werk werden auch Trume, ngste, Visionen dargestellt. Um diese


unbewussten Vorgnge des Seelenlebens darzustellen, greift Kafka oft zur Allegorie und
zur Parabel, die eine sehr wichtige Rolle in der jdischen Tradition spielen.
Der Autor behlt immer Distanz zum Erzhlten und man erlebt das Geschehen aus des
Perspektive des Helden. Seine Sprache ist klar, schmucklos, nchtern.
Kafkas Werk hat zu verschiedensten Interpretationen Anlass gegeben: philosophischen,
religisen, psychoanalytischen, soziologischen. Die Wirkung seines Werkes begann erst
nach dem Zweiten Weltkrieg. Was seine Lebensauffassung mit seiner Zeit verbindet, ist
die berzeugung von der Fragwrdigkeit der Existenz, die Industrialisierung und
Technisierung entwertet und entgttert haben.

Die Verwandlung
Die Verwandlung von Kafka wird ein Werk mit vielen
autobiographischen Bezge, z.B. die Familienmitglieder,
das schwierige Verhltnis zum Vater, der verhasste
Beruf, das eintnige Leben, die Wohnung, das
Isolationsgefhl.
Der Protagonist der Erzhlung ist Gregor Samsa, ein
Handlungsreisender fr einen Betrieb, bei dem seine
Eltern Schulde haben. Er ist nmlich die einzige
konomische Sttze der Familie und auf diesem Grund
fhlt er sich als Schande der Familie, weil er der einzige
ist, der verdienen kann. Das ist Paradox der Erzhlung.
Als sie Verwandlung passiert, bewhrt Gregor nmlich
sein menschliches Bewusstsein auf, auch als er die
Sprache verliert. Das drckt nicht nur das Absurde,
sondern auch den Wesensverlust aus.
Diese Verwandlung verursacht verschiedene Reaktionen in der Familie: anfnglich fhlt
sie sich fr ihn verantwortlich, auch wenn der Vater, der das Gewhnliche verkrpert, das
Ungewhnliche, d.h. den Sohn, vernichten will, wie der Verb krepiert und der Wurf des
Apfels zeigen. Dass die Vater den Sohn vernichten will, zeigt das Absurde und den
Paradox der Situation, weil Gregor die Familie finanziell untersttzt und zeigt den Neid des
Vaters dem Sohn gegenber.
Aber dann versteht die Familie, auch die sensible Schwester, dass man sich berzeugen
muss, dass jenes Tier nicht Gregor ist. Also versteht Gregor, dass seine Existenz
unmglich ist, er lt sich sterben und dann stirbt er. Dann beginnt ein neues Leben fr die
Familie, das vom Triumph des Vitalen charakterisiert ist. Alle Familienmitglieder finden
nmlich eine Stelle.

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Der Text:

Als Gregor Samsa eines Morgens aus unruhigen erwachte

( Kapitel 1 )
Als Gregor Samsa eines Morgens aus unruhigen Trumen erwachte, fand er sich in seinem Bett
zu einem ungeheueren Ungeziefer verwandelt. Er lag auf seinem panzerartig harten Rcken
und sah, wenn er den Kopf ein wenig hob, seinen gewlbten, braunen, von bogenfrmigen
Versteifungen geteilten Bauch, auf dessen Hhe sich die Bettdecke, zum gnzlichen
Niedergleiten bereit, kaum noch erhalten konnte. Seine vielen, im Vergleich zu seinem
sonstigen Umfang klglich dnnen Beine flimmerten ihm hilflos vor den Augen.
Was ist mit mir geschehen? dachte er. Es war kein Traum. Sein Zimmer, ein richtiges, nur
etwas zu kleines Menschenzimmer, lag ruhig zwischen den vier wohlbekannten Wnden. ber
dem Tisch, auf dem eine auseinandergepackte Musterkollektion von Tuchwaren ausgebreitet
war - Samsa war Reisender -, hing das Bild, das er vor kurzem aus einer illustrierten Zeitschrift
ausgeschnitten und in einem hbschen, vergoldeten Rahmen untergebracht hatte. Es stellte
eine Dame dar, die, mit einem Pelzhut und einer Pelzboa versehen, aufrecht dasa und einen
schweren Pelzmuff, in dem ihr ganzer Unterarm verschwunden war, dem Beschauer
entgegenhob.
Gregors Blick richtete sich dann zum Fenster, und das trbe Wetter - man hrte Regentropfen
auf das Fensterblech aufschlagen - machte ihn ganz melancholisch. Wie wre es, wenn ich
noch ein wenig weiterschliefe und alle Narrheiten verge, dachte er, aber das war gnzlich
undurchfhrbar, denn er war gewhnt, auf der rechten Seite zu schlafen, konnte sich aber in
seinem gegenwrtigen Zustand nicht in diese Lage bringen. Mit welcher Kraft er sich auch auf
die rechte Seite warf, immer wieder schaukelte er in die Rckenlage zurck. Er versuchte es
wohl hundertmal, schlo die Augen, um die zappelnden Beine nicht sehen zu mssen, und lie
erst ab, als er in der Seite einen noch nie gefhlten, leichten, dumpfen Schmerz zu fhlen
begann.
Ach Gott, dachte er, was fr einen anstrengenden Beruf habe ich gewhlt! Tagaus, tagein
auf der Reise. Die geschftlichen Aufregungen sind viel grer als im eigentlichen Geschft zu
Hause, und auerdem ist mir noch diese Plage des Reisens auferlegt, die Sorgen um die
Zuganschlsse, das unregelmige, schlechte Essen, ein immer wechselnder, nie andauernder,
nie herzlich werdender menschlicher Verkehr. Der Teufel soll das alles holen! Er fhlte ein
leichtes Jucken oben auf dem Bauch; schob sich auf dem Rcken langsam nher zum
Bettpfosten, um den Kopf besser heben zu knnen; fand die juckende Stelle, die mit lauter
kleinen weien Pnktchen besetzt war, die er nicht zu beurteilen verstand; und wollte mit
einem Bein die Stelle betasten, zog es aber gleich zurck, denn bei der Berhrung umwehten
ihn Klteschauer.
Er glitt wieder in seine frhere Lage zurck. Dies frhzeitige Aufstehen, dachte er, macht
einen ganz bldsinnig. Der Mensch mu seinen Schlaf haben. Andere Reisende leben wie
Haremsfrauen. Wenn ich zum Beispiel im Laufe des Vormittags ins Gasthaus zurckgehe, um
die erlangten Auftrge zu berschreiben, sitzen diese Herren erst beim Frhstck. Das sollte ich
bei meinem Chef versuchen; ich wrde auf der Stelle hinausfliegen. Wer wei brigens, ob das
nicht sehr gut fr mich wre. Wenn ich mich nicht wegen meiner Eltern zurckhielte, ich htte
lngst gekndigt, ich wre vor den Chef hingetreten und htte ihm meine Meinung von Grund
des Herzens aus gesagt. Vom Pult htte er fallen mssen! Es ist auch eine sonderbare Art, sich
auf das Pult zu setzen und von der Hhe herab mit dem Angestellten zu reden, der berdies
wegen der Schwerhrigkeit des Chefs ganz nahe herantreten mu. Nun, die Hoffnung ist noch

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nicht gnzlich aufgegeben; habe ich einmal das Geld beisammen, um die Schuld der Eltern an
ihn abzuzahlen - es drfte noch fnf bis sechs Jahre dauern -, mache ich die Sache unbedingt.
Dann wird der groe Schnitt gemacht. Vorlufig allerdings mu ich aufstehen, denn mein Zug
fhrt um fnf.
Und er sah zur Weckuhr hinber, die auf dem Kasten tickte. Himmlischer Vater! dachte er. Es
war halb sieben Uhr
()
Als er dies alles in grter Eile berlegte, ohne sich entschlieen zu knnen, das Bett zu
verlassen - gerade schlug der Wecker drei Viertel sieben -, klopfte es vorsichtig an die Tr am
Kopfende seines Bettes. Gregor, rief es - es war die Mutter-, es ist drei Viertel sieben.
Wolltest du nicht wegfahren? Die sanfte Stimme! Gregor erschrak, als er seine antwortende
Stimme hrte, die wohl unverkennbar seine frhere war, in die sich aber, wie von unten her, ein
nicht zu unterdrckendes, schmerzliches Piepsen mischte, das die Worte frmlich nur im ersten
Augenblick in ihrer Deutlichkeit belie, um sie im Nachklang derart zu zerstren, da man nicht
wute, ob man recht gehrt hatte. Gregor hatte ausfhrlich antworten und alles erklren
wollen, beschrnkte sich aber bei diesen Umstnden darauf, zu sagen: Ja, ja, danke Mutter,
ich stehe schon auf. Infolge der Holztr war die Vernderung in Gregors Stimme drauen wohl
nicht zu merken, denn die Mutter beruhigte sich mit dieser Erklrung und schlrfte davon. Aber
durch das kleine Gesprch waren die anderen Familienmitglieder darauf aufmerksam
geworden, da Gregor wider Erwarten noch zu Hause war, und schon klopfte an der einen
Seitentr der Vater, schwach, aber mit der Faust. Gregor, Gregor, rief er, was ist denn?
Und nach einer kleinen Weile mahnte er nochmals mit tieferer Stimme: Gregor! Gregor! An
der anderen Seitentr aber klagte leise die Schwester: Gregor? Ist dir nicht wohl? Brauchst du
etwas? Nach beiden Seiten hin antwortete Gregor: Bin schon fertig, bemhte sich, durch
die sorgfltigste Aussprache und durch Einschaltung von langen Pausen zwischen den
einzelnen Worten seiner Stimme alles Auffallende zu nehmen. Der Vater kehrte auch zu seinem
Frhstck zurck, die Schwester aber flsterte: Gregor, mach auf, ich beschwre dich.
Gregor aber dachte gar nicht daran aufzumachen, sondern lobte die vom Reisen her
bernommene Vorsicht, auch zu Hause alle Tren whrend der Nacht zu versperren.

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Per cominciare

LETTERATURA INGLESE:
IL TEATRO DELLASSURDO E SAMUEL
BECKETT
Negli anni 50 del ventesimo secolo nacque un nuovo movimento legato ad una
concezione totalmente nuova del teatro che cercava di rappresentare leterna domanda
sul senso dellesistenza in un periodo fatto di incertezze: il Teatro dellAssurdo.
Il padre fondatore di tale movimento era Samuel Beckett, lo scrittore dalle radici irlandesi,
nonch autore di Waiting for Godot, lopera-simbolo del movimento, la quale racchiudeva
in s tutte le principale caratteristiche di un opera assurda : i personaggi che creano
dialoghi ed azioni privi di logica, lambientazione talmente minimalistica da sfiorare il
surreale e la trama spoglia.
Con tale opera Beckett presenta, quindi, una metafora dellesistenza umana ed offre una
risposta scoraggiante alla domanda come si pu continuare a vivere?: per forza
dabitudine, superando la noia e la mancanza di speranze.

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ENGLISH LITERATURE

THE ABSURD IN THE ENGLISH LITERATURE:


THE THEATRE OF THE ABSURD
&
SAMUEL BECKETT
The Theatre of the Absurd
The Theatre of the Absurd is an international movement, born in the 1950s, that attempts
to portray and analyze the essential question of the meaning of life in a period when
religious explanations have ceased to be valid.
This lack of certainties places man in the dilemma of being unable to find any
essential purpose in his actions the dilemma of existentialism, of being confronted with
choices in day-to-day living and having to invent purposes and meanings for himself
without any principles to guide him.
The problem for the dramatist was how to create
a drama, which presupposes action, when the
presupposition on which existentialist drama is
based is that all action is meaningless, pointless
and insignificant.
Samuel Beckett solves the dramatic problem by
presenting characters
who are obsessed by the meaninglessness of
their own lives, and yet who are haunted by a
memory of significance.
So, Waiting for Godot and Beckett's other bestknown plays, Endgame (1958) and Happy Days (1961), not only gave powerful
expression to modern man's despair in his search for a meaning in life, they also
completely revolutionized dramatic theory and practice.
Their bare plot, unrealistic setting, illogical and inconsequential language, and their
puzzling characters engaged in futile and nonsensical actions, all contradicted traditional
dramatic conventions.
The Theatre of the Absurd, as it became known, stood in marked contrast to what
audiences had become accustomed to on the European stage for centuries.
While traditional theatre purposed to represent life in precisely defined social context, the
Theatre of the Absurd seemed to reflect the world of dreams and the nightmares of the
subconscious mind.
While a traditional play used a defined and various language, the Theater of the Absurd
used a stylized language, which expresses the abstraction of a pure form.

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The founding-father of the Theater of the Absurd: Samuel Beckett


1. Biographical outlines
Astride of a grave and a difficult birth. Down in the hole, lingeringly, the grave digger puts on the
forceps. We have time to grow old. The air is full of our cries.
Samuel Beckett Waiting for Godot

Samuel Beckett was born in 1906 in Dublin into a


protestant middle-class family.
After graduating with a degree in Romance languages
from Trinity College, Dublin, Beckett spent two years
(1928-30) in Paris as an exchange lecturer. Here he
met James Joyce and became a member of his circle.
Besides, at the outbreak of World War II, he joined the
French Resistance and, in order to escape the
Gestapo police, he worked undercover as a farm
labourer in the Avignon area for a while. During this
period he kept on writing and translating his works from
French to English to achieve greater discipline and
economy of expression.
In 1969 he was awarded the Noble Prize for literature.
He continued to write until his death in 1989, but the
task grew more and more difficult with each work until,
in the end, he said that each word seemed to him "an
unnecessary stain on silence and nothingness."
2. Becketts style
Beckett wrote for the theatre for over twenty years, introducing what is known as the
Theatre of the Absurd.
His plays always deal with confinement, the inability to communicate and loneliness. But
the play that made him widely popular is Waiting for Godot.

Waiting for Godot


Waiting for Godot is a metaphor of human existence dealing with the problem of how to
get through life. The answer it gives is simple and discouraging: by force of habit, by going
on in spite of boredom, pain and hopelessness.
Vladimir and Estragon, the two tramps waiting on a country road for someone who could
solve their problems but never comes, pass the time in aimless talk.
Their repetitive ritual of gestures and actions often raises a smile in the audience while at
the same time exemplifying the meaninglessness of human existence.
1. The structure
The story is built up on two acts, around the central theme of waiting for an event that
never happens.
Act I Two tramps, Vladimir and Estragon, are waiting for a mysterious Mr. Godot.
They are cold and hungry, they often quarrel and even contemplate suicide, but they never

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part. Nothing happens, apart from the arrival of two passersby Lucky and Pozzo.
Pozzo is a rich man who cruelly mistreats Lucky, driving him tethered by a rope as if he
were a slave or an animal. Lucky, who used to be a philosopher and an artist, never talks,
apart from a long speech that he delivers at Pozzo's command. A boy eventually turns up
and informs the two tramps that Godot will not be coming that evening.
Act II Same place, same time, same quarrels and jokes between the two tramps, same
useless attempt at suicide. Pozzo and Lucky return, but Pozzo is now blind while Lucky is
dumb. Once more a boy eventually turns up to say that Godot will not becoming: maybe
tomorrow. The play ends with the two friends still waiting, unable to move away.
Unlike traditional plays, Waiting for Godot has a circular structure, since there is neither
actual beginning nor conclusion, and both acts start and end in virtually the same way, the
same place and the same time. The various incidents that occur, although extremely
entertaining, have no more meaning than circus clowning, and stress that the whole action
centers on absence of the much-awaited and mysterious Godot (presumably the
name is meant to suggest 'God').
2. The setting
The stage set is minimalistic: a stylized tree, no more than a branch with two or three
leaves attached, by a country road. The road suggests the homelessness of the
characters, and emphasizes the fact that they are going nowhere.
3. The characters
Of the five characters who
appear in the play, four are
complementary characters. The
first two, Vladimir and Estragon,
are quite different from each
other. While Vladimir is
practical, protective, persistent,
intellectual, rational and
talkative, Estragon is rather
silent,
inconstant, childish, inclined to
fall asleep and dream.
Yet their complementary personalities make them dependent on each other and unable to
part.
The same may be said of the other two people: Pozzo is a landowner, Lucky, a servant;
Pozzo is the master, Lucky the slave; Pozzo is rich, Lucky owns nothing; Pozzo orders,
Lucky obeys: Pozzo acts, Lucky thinks.
The interaction of the four people is emphasized by the fact that the group of four can also
be split into two other pairs, consisting of Vladimir and Lucky on the one hand (both
symbolizing the "intellect") and Pozzo and Estragon on the other (both representing the
"body"), thus finally representing the dualism between mind and body.
4. The themes
The main theme of the play is obviously the theme of waiting.

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Beckett represents the nihilism, uselessness and absurdity of his "waiting", which involves
not only the characters on the stage, but the audience as well, which is kept waiting for
what's going to happen next, while nothing happens at all.
There are, however, many more themes:
- sterility, represented by the total absence of women in the play and by the "sterile"
relationship between men only;
- physical and psychological deterioration,
symbolized by Pozzo and Lucky turning
blind and dumb;
- the search for identity, underlined by the characters
often being referred to by different
names (Didi, Gogo, Albert);
- memory, evident in the great difficulty everyone has in
remembering anything.
- mutual dependence, underlined by the frequent
episodes of separation and
reconciliation that mark the two tramps' relationship
and, in a more physical and visible
way, by the rope that ties Lucky and Pozzo to each
other;
- the monotony of life, represented in the circular and
repetitive structure of the play;
- action without progression;
- incommunicability, because, as Beckett affirms:
There is no communication because
there are no vehicles of communication
- individual responsibility, connected to the "mutual dependence" theme;
- comic entertainment, carried out through various devices (clowning, comic effects,
vaudeville scenes, etc.);
- the inability to act;
- a preoccupation with time time is perhaps the word that is most frequently
mentioned in the play; it lacks any connotation of quantity or quality;
5. The language
The language in which the play is written is "at once literary and colloquial, and it
accommodates both great precision and great vagueness".
The vocabulary is simple and quite easy to understand and the single sentences, usually
very short, are normally in standard English.
Yet the general result is a sort of language that is absurd, purposeless and inconsistent, in
which dialogue has lost any logical meaning and has become merely a way
of passing the time.
This disintegration of language, as has been pointed out, is obtained through a series of
devices including half-statements, repetitions, misunderstandings, double
meanings, monologues, wrong words, telegraphic style, banal sentences, all culminating in
Luckys monologue.

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6. The text

That passed the time ( act I )

VLADIMIR: That passed the time.


ESTRAGON: It would have passed in any case.
VLADIMIR: Yes, but not so rapidly.
Pause.
ESTRAGON: What do we do now?
VLADIMIR: I don't know.
ESTRAGON: Let's go.
VLADIMIR: We can't.
ESTRAGON: Why not?
VLADIMIR: We're waiting for Godot.
ESTRAGON: (despairingly). Ah!
Pause.
()
BOY: (off). Mister!
Estragon halts. Both look towards the voice.
ESTRAGON: Off we go again.
VLADIMIR: Approach, my child.
Enter Boy, timidly. He halts.
BOY: Mister Albert . . . ?
VLADIMIR: Yes.
ESTRAGON: What do you want?
VLADIMIR: Approach!
The Boy does not move.
ESTRAGON: (forcibly). Approach when you're told, can't you?
The Boy advances timidly, halts.
()
ESTRAGON: I'm unhappy.
VLADIMIR: Not really! Since when?
ESTRAGON: I'd forgotten.
VLADIMIR: Extraordinary the tricks that memory plays! (Estragon tries to speak, renounces,
limps to his place, sits down and begins to take off his boots. To Boy.) Well?
BOY: Mr. Godot
()
VLADIMIR: Words words. (Pause.) Speak.
BOY: (in a rush). Mr. Godot told me to tell you he won't come this evening but surely tomorrow.
Silence.
VLADIMIR: Is that all?
BOY: Yes Sir.
Silence.
()
VLADIMIR: All right, you may go.
BOY: What am I to tell Mr. Godot, Sir?

30

VLADIMIR: Tell him . . . (he hesitates) . . . tell him you saw us. (Pause.) You did see us, didn't
you?
BOY: Yes Sir.
He steps back, hesitates, turns and exit running. The light suddenly fails. In a moment it is
night. The moon rises at back, mounts in the sky, stands still, shedding a pale light on the
scene.
()
VLADIMIR: We've nothing more to do here.
ESTRAGON: Nor anywhere else.
VLADIMIR: Ah Gogo, don't go on like that. Tomorrow everything will be better.
ESTRAGON: How do you make that out?
VLADIMIR: Did you not hear what the child said?
ESTRAGON: No.
VLADIMIR: He said that Godot was sure to come tomorrow. (Pause.) What do you say to that?
ESTRAGON: Then all we have to do is to wait on here.
VLADIMIR: Are you mad? We must take cover. (He takes Estragon by the arm.) Come on.
He draws Estragon after him. Estragon yields, then resists. They halt.
ESTRAGON: (looking at the tree). Pity we haven't got a bit of rope.
VLADIMIR: Come on. It's cold.
He draws Estragon after him. As before.
ESTRAGON: Remind me to bring a bit of rope tomorrow.
()
ESTRAGON: Do you remember the day I threw myself into the Rhone?
VLADIMIR: We were grape harvesting.
ESTRAGON: You fished me out.
()
ESTRAGON: Wait!
VLADIMIR: I'm cold!
ESTRAGON: Wait! (He moves away from Vladimir.) I sometimes wonder if we wouldn't have
been better off alone, each one for himself. (He crosses the stage and sits down on the
mound.) We weren't made for the same road.
VLADIMIR: (without anger). It's not certain.
ESTRAGON: No, nothing is certain.
Vladimir slowly crosses the stage and sits
down beside Estragon.
VLADIMIR: We can still part, if you think it
would be better.
ESTRAGON: It's not worthwhile now.
Silence.
VLADIMIR: No, it's not worthwhile now.
Silence.
ESTRAGON: Well, shall we go?
VLADIMIR: Yes, let's go.
They do not move
.Curtain.

31

Per cominciare

LETTERATURA FRANCESE:
ALBERT CAMUS
Albert Camus il personaggio della letteratura francese che presenta lassurdo delluomo
come condizione alienante e reale.
Nel suo breve romanzo L tranger lo scrittore presenta, infatti, la storia di Meursault, un
uomo che accetta la sua esistenza senza porsi alcuna domanda. per questo che egli
estraniato dalla sua esistenza e dal mondo intero.
Due episodi di tale romanzo mostrano lassurdit di tale condizione umana: luccisione
senza motivo di un arabo da parte di Meursault, il quale viene arrestato, e la sua
condanna a morte dovuta non alluccisione delluomo di nazionalit araba, bens al fatto
che il protagonista non abbia pianto al funerale della madre. Egli , quindi, accusato di
essere estraneo alla societ, alla giustizia e a s stesso. Anche questo elemento
sottolinea laspetto assurdo del romanzo.
Tale opera pu essere considerata, quindi, unanalisi della travagliata esistenza umana,
scossa da due laceranti guerre mondiali.

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LITERATURE FRANAISE

LABSURDE DANS LA LITERATURE FRANAISE :


ALBERT CAMUS
Notes biographiques
Fils de Lucien Camus, ouvrier agricole mort pendant la Grande Guerre, et de Catherine
Sintes, jeune servante d'origine espagnole, Albert
Camus grandit Alger et obtient son bac en 1932 avant de
faire des tudes de philosophie. Il entame alors une carrire
de journaliste et crit pour Alger Rpublicain o ses articles le
font remarquer. Il part ensuite pour Paris et est engag
pas Paris soir. Dans les mmes annes, il publie "L'
tranger", un roman qui arrivera en tte du classement des
cent meilleurs livres du XXe sicle en 1999. En 1936, il
fonde le thtre du Travail .
Lorsque la Seconde Guerre mondiale clate, il intgre un
mouvement de rsistance Paris, tout comme Jean-Paul
Sartre, avec lequel il se lie d'amiti.
Il devient ensuite rdacteur en chef du journal Combat
la Libration. C'est dans ce journal que parat un ditorial
crit par Camus, et rest clbre, dans lequel il dnonce
l'utilisation de la bombe atomique par les Etats-Unis.
"La Peste" est publi en 1947 et connat un trs grand
succs.
Il obtient le prix Nobel de littrature en 1957 'pour l'ensemble d'une uvre qui met en lumire,
avec un srieux pntrant les problmes qui se posent de nos jours la conscience des hommes.'
"La Chute" est son dernier roman, parce que trois ans plus tard, il meurt tragiquement
dans un accident de voiture.

La potique de labsurde : "Ltranger"


1. Lintrigue
Ce court roman se construit autour de deux vnements lis et aussi absurdes lun que
lautre.
Le premier est un assassinat accompli sans raison apparente. Le hro Meursault, un jeun
employ de bureau Alger, a tu sur un plage un homme de nationalit arabe quil ne
connaissait pas personnellement et contre quil navait aucun grief. Arrt, Meursault va
tre condamn mort.
Mais la deuxime absurdit, cest quil ne serait pas vritablement condamn pour le
meurtre de cet homme au nom du principe universel du respect de la vie, mais parce que
le jour de lenterrement de sa mre, il na pas pleur ; le jury et la socit que celui-ci
reprsente en concluent quil est un monstre au cur insensible. Ainsi la justice humaine
repose-t-elle sur un malentendu.

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Tout cela en outre est racont par le personnage lui-mme qui semble assister aux
vnements de sa vie sans jamais y prendre part, comme si son existence se droulait en
dehors de sa volont. On laccusera dtre tranger la justice, tranger lui-mme.
Cest le troisime lment qui met en lumire la notion dabsurde dans le roman.

2. La structure
Le roman est compos de deux parties et Camus nous avertit lui-mme que le sens du
livre tient exactement dans le paralllisme des deux parties. Ces deux parties sont peu
prs dgale longueur en termes de pages.
Premire partie : 18 jours, de la fin juin au
dbut juillet. Six chapitres. Cest la vie
quotidienne de Meursault : lenterrement
de sa mre, sa rencontre avec Marie, les
rapports avec les autres, le travail, la
plage, et enfin le meurtre de lArabe.
Deuxime partie : presquun an ; 11 mois
dinstruction, 2 jours de procs de nouveau
en t et lattente de la mort aprs le
procs. Cinq chapitres. Lhistoire de
Meursault est vue et reconstruite par les
hommes : lavocat, le procureur et les
tmoins.

3. Les thmes
tranger son existence, Meursault est le symbole de lhomme qui accepte sa condition
sans se poser aucune question sur sa signification : la vie rvle ainsi sa nature absurde.
Le style aride, les phrases courtes, lemploi constant du pass compos augmentent la
sensation dangoisse et dobsession qui domine ce roman.
Ainsi, dans la scne fondamentale du roman, celle de lassassinat sur la plage, le
narrateur insiste sur limportance du soleil et de la chaleur, qui symbolisent le poids du
destin sur lhomme. Voil pourquoi pour Meursault la mort est une vritable libration, le
seul moment o il prend possession de sa vie.

4. Le pessimisme existentialiste
Le pessimisme profond de ce texte, autour duquel Camus organise un cycle douvrages
dfini "de labsurde", rapproche son jeune auteur du courant existentialiste et de Sartre,
qui le fait connatre en France.
Nanmoins, dans ce roman Camus cre une tension tragique qui rend le lecteur
"tranger" sa propre lecture, prisonnier dune sensation grandissante de dpaysement.

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5. Le texte :

"Un homme trange et tranger" (chapitre 5)

Peu aprs, le patron m'a fait appeler et sur le moment j'ai t ennuy parce que j'ai pens qu'il
allait me dire de moins tlphoner et de mieux travailler. Ce n'tait pas cela du tout. Il m'a
dclar qu'il allait me parler d'un projet encore trs vague. Il voulait seulement avoir mon avis
sur la question. Il avait l'intention d'installer un bureau Paris qui traiterait ses affaires sur la
place, et directement, avec les grandes compagnies et il voulait savoir si j'tais dispos y
aller. Cela me permettrait de vivre Paris et aussi de voyager une partie de l'anne. Vous tes
jeune, et il me semble que c'est une vie qui doit vous
plaire. J'ai dit que oui mais que dans le fond cela m'tait
gal. Il m'a demand alors si je n'tais pas intress par
un changement de vie. J'ai rpondu qu'on ne changeait
jamais de vie, qu'en tout cas toutes se valaient et que la
mienne ici ne me dplaisait pas du tout. Il a eu l'air
mcontent, m'a dit que je rpondais toujours ct, que
je n'avais pas d'ambition et que cela tait dsastreux
dans les affaires. Je suis retourn travailler alors. J'aurais
prfr ne pas le mcontenter, mais je ne voyais pas de
raison pour changer ma vie. En y rflchissant bien, je
n'tais pas malheureux. Quand j'tais tudiant, j'avais
beaucoup d'ambitions de ce genre. Mais quand j'ai d
abandonner mes tudes, j'ai trs vite compris que tout
cela tait sans importance relle.
Le soir, Marie est venue me chercher et m'a demand si
je voulais me marier avec elle. J'ai dit que cela m'tait
gal et que nous pourrions le faire si elle le voulait. Elle a
voulu savoir alors si je l'aimais. J'ai rpondu comme je
l'avais dj fait une fois, que cela ne signifiait rien mais que sans doute je ne l'aimais pas.
Pourquoi m'pouser alors? a-t-elle dit. Je lui ai expliqu que cela n'avait aucune importance
et que si elle le dsirait, nous pouvions nous marier. D'ailleurs, c'tait elle qui le demandait et
moi je me contentais de dire oui. Elle a observ alors que le mariage tait une chose grave. J'ai
rpondu : Non. Elle s'est tue un moment et elle m'a regard en silence. Puis elle a parl. Elle
voulait simplement savoir si j'aurais accept la mme proposition venant d'une autre femme,
qui je serais attach de la mme faon. J'ai dit: Naturellement. Elle s'est demand alors si
elle m'aimait et moi, je ne pouvais rien savoir sur ce point. Aprs un autre moment de silence,
elle a murmur que j'tais bizarre, qu'elle m'aimait sans doute cause de cela mais que peuttre un jour je la dgoterais pour les mmes raisons. Comme je me taisais, n'ayant rien
ajouter, elle m'a pris le bras en souriant et elle a dclar qu'elle voulait se marier avec moi. J'ai
rpondu que nous le ferions ds qu'elle le voudrait. Je lui ai parl alors de la proposition du
patron et Marie m'a dit qu'elle aimerait connatre Paris. Je lui ai appris que j'y avais vcu dans
un temps et elle m'a demand comment c'tait. Je lui ai dit: C'est sale. Il y a des pigeons et
des cours noires. Les gens ont la peau blanche.
Puis nous avons march et travers la ville par ses grandes rues. Les femmes taient belles et
j'ai demand Marie si elle le remarquait. Elle m'a dit que oui et qu'elle me comprenait.
Pendant un moment, nous n'avons plus parl. Je voulais cependant qu'elle reste avec moi et je

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lui ai dit que nous pouvions dner ensemble chez Cleste. Elle en avait bien envie, mais elle
avait faire. Nous tions prs de chez moi et je lui ai dit au revoir. Elle m'a regard: Tu ne
veux pas savoir ce que j'ai faire? Je voulais bien le savoir, mais je n'y avais pas pens et c'est
ce qu'elle avait l'air de me reprocher. Alors, devant mon air emptr, elle a encore ri et elle a eu
vers moi un mouvement de tout le corps pour me tendre sa bouche.

36

FISICA

UN PICCOLO MOTORE FATTO IN CASA:


FARADAY ED IL MOTORE UNIPOLARE
Introduzione

La scienza analizza soltanto. Non coglie la dinamica essenza vitale


Essa seziona e disarticola la vivente realt organica.
Henri Bergson Essai sur les donnes immdiates de la conscience

Bergson respingeva lidea che la scienza fosse la principale fonte della conoscenza, ma,
infondo, proprio grazie alla scienza che oggi sappiamo come gira il mondo.
La scienza, e in particolar modo la fisica, mostra in modo dettagliato i fenomeni del mondo
in cui viviamo, rendendoli interessanti ed alcune volte anche divertenti, usando
esperimenti facili da eseguire che svelano anche alcuni aspetti paradossali del mondo che
possono stupire.
Ad esempio avreste mai immaginato che con pochi semplici elementi si pu creare un
piccolo motore?
Basta una pila, un filo, una vite metallica ed il magnete gira.
Assurdo?
No, semplicemente fisica e tanta voglia di capire!
Lo dimostra Faraday,lautodidatta capace di spiegare con semplici esperimenti
linterazione tra campo magnetico e campo elettrico.

Lesperimento del motore unipolare


La commercializzazione di potenti magneti al neodimio oggi consente di riproporre
due esperimenti che ricordano le rotazioni magnetiche scoperte da Faraday nel 1821.
Vediamo come.
Il due recipienti descritti nel disegno qui a fianco, che
schematizza lapparecchiatura di Faraday, sono
riempiti di mercurio, che un metallo e quindi conduce
corrente
tra la base e il supporto superiore.
A sinistra, c un magnete inclinato, ma libero di
muoversi intorno a un conduttore elettrico verticale
fisso che pesca nel mercurio,
a destra il magnete fisso in verticale e il conduttore

37

la

inclinato pu muoversi nel liquido. Al passaggio della corrente, si osserva, nel primo caso, la
rotazione del magnete, nel secondo quella del conduttore.
Questi due fenomeni, che sono i primi esempi di rotazione elettromagnetica nella storia della
scienza, oggi possono essere riproposti in altro modo, naturalmente senza mercurio, dal momento
che questo stato bandito per la sua pericolosit.
Vediamo un esempio.
E necessario:

un magnete al neodimio
un filo elettrico
una vite dacciaio
una batteria da 1,5 volt.

Si appoggi la base della vite sul magnete e la si


lasci attaccare alla sua superficie nichelata
Si avvicini la punta della stessa vite ad uno dei poli
della pila, non importante se il positivo o il negativo.
La punta della vite si attacca alla pila. Si faccia s che la punta della vite tocchi la base della pila
nel suo centro.
Si regga il tutto con la mano sinistra. Con la destra si prenda il filo elettrico e si appoggi un suo
capo sul polo superiore della pila. Lindice della mano sinistra assicuri
bene il contatto. Si faccia scendere gi laltro capo del filo elettrico e lo si appoggi delicatamente
sulla superficie laterale del magnete.
Il magnete prende a ruotare.
Si usa un magnete al neodimio, perch ha un campo magnetico molto intenso. La corrente
proveniente dalla pila, attraverso il filo di rame giunge al nichel che avvolge il magnete. Il nichel
conduttore e la lascia andare verso il centro, cio lungo il raggio del cilindretto fino al centro,
perch questo il percorso pi breve.
L, trovando la vite che metallica, sale lungo il suo corpo e giunge allaltro capo del filo
elettrico.
Il circuito chiuso.
Il campo magnetico del cilindretto diretto lungo il suo asse.
La corrente, come abbiamo detto, per un tratto diretta lungo il suo raggio. La corrente e
il campo magnetico sul cilindretto sono, dunque, ortogonali tra loro. Quando questo accade, sul
magnete si produce una forza che lo fa ruotare (che oggi diciamo forza di Lorentz).
Il fenomeno, per, pu essere interpretato anche come la manifestazione delle azioni mutue tra
magneti e correnti come, appunto, aveva intuito Faraday.

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Il motorino unipolare ci ricorda, perci, i primordi


dellelettromagnetismo.

Una seconda versione dellesperimento consiste


nellappoggiare il magnete sul tavolo, metterci sopra
una batteria come la precedente e poi calare dallalto
una spira, a forma rettangolare per comodit, che tocca
con una punta un polo e con un anello strisciante il
magnete.
La spira prender a ruotare vivacemente, dimostrando anche in questo caso il perfetto parallelismo
con lidea originale di Faraday.

La legge di Faraday o legge dellinduzione elettromagnetica


Dopo aver scoperto il fenomeno dellinduzione elettromagnetica dallesame di molti casi
particolari, Faraday giunse ad un regola generale: indipendentemente dalle modalit con
cui il flusso concatenato o tagliato con un circuito varia nel tempo, la f.e.m. indotta nel
circuito tanto maggiore quanto pi rapida la variazione del flusso.
La formulazione matematica di questo risultato dovuta al fisico tedesco Franz Neumann,
e per questo la legge dellinduzione elettromagnetica ricordata con i nomi di Faraday e
Neumann.

Se il flusso concatenato con un circuito varia di una quantit in un intervallo di tempo t, la


f.e.m. indotta f che in media agisce nel circuito nellintervallo di tempo considerato :

f=

Se la variazione del flusso concatenato con un circuito grande, e lintervallo di tempo


t in cui avviene tale variazione piccolo, la f.e.m indotta nel circuito grande.

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MATEMATICA

LE DIMOSTRAZIONI PER ASSURDO:


IL TEOREMA DELLUNICIT DEL LIMITE
Cos una dimostrazione per assurdo?
La dimostrazione per assurdo (per cui si usa anche la locuzione latina reductio ad
absurdum) un tipo di argomentazione logica in cui si assume temporaneamente
un'ipotesi, si giunge a un risultato assurdo, e quindi si conclude che l'assunzione originale
deve essere errata, siccome ha condotto a tale risultato assurdo.
nota anche come ragionamento per assurdo. Fa uso del principio del terzo escluso
(tertium non datur): un enunciato che non pu essere falso, deve essere vero.

Un esempio pratico: il teorema dellunicit del limite.

Il teorema dellunicit del limite afferma che se la funzione f(x) ammette il limite l
positivo per x che tende a c (in cui c sta per x0 e ), esso unico.
A qusta affermazione si giunge attraverso una dimostrazione per assurdo, che consiste
nellimmaginare che, oltre a l, la funzione f(x) ammetta anche il limite l1, in cui l < l1.
Ponendo > 0, si prova a stabilire un intorno U ed un intorno U1, in cui valgono le
condizioni

l < f(x)< l + in U
e
l1 < f(x)< l1 + in U1.
Per i punti nellintersezione degli intorni, le condizioni sono verificate
contemporaneamente, ma per gli altri punti si nota che impossibile verificare le
condizioni iniziali.

Per questo si d ad un valore, ad esempio = , da cui si hanno le condizioni

< f(x)<

e
+

< f(x)< .

Si ottiene, quindi, la catena di disequazioni


< f(x)<

< f(x)<

che assurda.
Quindi bisogna affermare che il limite unico.

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Well, that passed the time.


It would have passed in any case.
Samuel Beckett Waiting for Godot

- FINE -

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