L’età dei Flavi vede come protagonisti delle vicende il padre Vespasiano, e i suoi due figli
Tito e Domiziano; tutti e tre con diverse campagne politiche.
Vespasiano → esso fu il primo importante rappresentante della dinastia dei Flavi ed il primo
esponente del ceto equestre che saliva ai vertici del Senato. Egli attuò una politica di
consolidamento avviando la sua attività di restaurazione delle istituzioni e delle attività:
il primo grande passo fu quello di riportare l’ordine nel caos istituzionale creatosi dopo la
morte di Nerone;
● approvò la legge sui poteri dell’imperatore chiarendo i poteri del principe che fino a
quel momento assumeva una posizione di assoluta supremazia mantenendo nelle
sue mani tutti i poteri legislativi;
● riorganizzò i comandi dell’esercito;
● riformò il senato e inaugurò una politica economica di grande rigore.
● restaurò moralmente e civilmente la società creando nuove biblioteche e concorsi,
ma soprattutto fondò la prima cattedra pubblica.
Tito → quello di Tito fu un regno abbastanza breve, della durata di tre anni; ciò che più ha
segnato sono stati il suo coraggio e la sua saggezza tanto da ottenere da parte degli storici
antichi un quadro abbastanza positivo. Ebbe un enorme consenso popolare che crebbe
grazie al soccorso offerto alle popolazioni colpite dall’eruzione del Vesuvio; egli inaugurò il
Colosseo.
Domiziano → dopo la morte prematura di Tito, salì al potere il fratello minore Domiziano.
● In politica estera proseguì con la linea tracciata dal padre Vespasiano
● intervenne sul senato eliminando tutti coloro che riteneva indegni e poco fedeli
● instaurò un clima di paura e violenza come con Caligola e Nerone
● a causa del malessere instaurato venne organizzata una congiura contro di esso alla
quale, prima dovette difendersi poi venne ucciso dal Senato. Come suo successore
venne nominato Marco Nerva.
● incentivò una produzione artistica e letteraria che celebrasse i falsi del suo principato
che andarono quasi tutti perduti.
Società → In età flavia la società appare particolarmente mutata:
● nelle classi elevate i patrizi sono soggetti ad un indebolimento dovuto alle condanne
a morte, alla confisca dei loro beni e all’esilio.
● al senato entrano nuovi membri conservatori e appartenenti alla nuova aristocrazia
italica e provinciale.
Quintiliano
Quintiliano nasce nel 35 dc, viene portato a Roma, per le sue grandi abilità; diventerà
insegnante che Vespasiano indica come docente pubblico, viene pagato dallo Stato per
formare i romani dell’alta società. Egli scrisse due opere: una di queste è andata perduta
“Le cause della crisi dell’eloquenza”; l’altra venne ritrovata integralmente nel 1400 da un
umanista in Svizzera, è intitolata “Institutio oratoria”.
Ciò che alla fine porterà al compimento il percorso dell’oratore sarà il rapporto indiscibile tra
gli studi humanitas, che sono il fondamento culturale dell’uomo politico virtuoso, e la virtù
morale che è il fondamento dell'uomo e del cittadino.
La figura del maestro → la figura del maestro deve aver qualità come cultura, saggezza e
sensibilità che gli permettono di comprendere l’animo degli allievi e accompagnarli al meglio
nel loro percorso. Inoltre deve essere un maestro di virtù oltre che di retorica.
Stile → lo stile dell’opera a volte eccessivo e a volte breve e sintetico, ottiene una buona
efficacia comunicativa ma non riesce a raggiungere l’armonia di Cicerone nonostante tutti gli
sforzi, in realtà essa sembra più affine a Livio e perfino a Seneca.
I contenuti →
● Dal primo al secondo: si affrontano gli aspetti didattici e pedagogici dell’educazione
dei bambini sia a casa che a scuola con una preferenza di quella pubblica. Egli
consiglia di studiare a fondo l’animo dei bambini, evitare i castighi corporali, non
essere ne troppo buono né troppo severo, la metà educativa dev’essere l’autonomia
dello studente.
● dal terzo al nono: l'oratoria viene divisa in
a. Inventio, ovvero la ricerca delle idee e degli argomenti
b. Dispositio, ovvero la disposizione degli argomenti nel discorso
c. Elocutio, ovvero la capacità di saper utilizzare un discorso appropriato
d. Actio, ovvero come modulare la voce e la gestualità
● il decimo libro: viene effettuata una critica agli scrittori greci e latini, finalizzata alla
scelta di alcuni autori preferibili per la formazione del buon oratore
● undicesimo libro: vengono illustrate le tecniche di memorizzazione per coinvolgere,
soprattutto emotivamente, l’ascoltatore.
● dodicesimo libro: presenta le caratteristiche dell’oratore ideale.
Marziale
Il poeta latino Marco Valerio Marziale, nato tra il 38 e il 41 d.C, è considerato il più
importante e pigrammista in lingua latina. Marziale giunse a Roma nel 64 d.C; qui ottenne
presto l’appoggio di alcune tra le famiglie più potenti della città e, in particolare, di quella del
filosofo S eneca. Marziale visse come c liens, coltivando le sue doti di verseggiatore, ma
sempre al servizio di ricchi signori. Per quanto dura, la vita da cliente si rivelò utile per
osservare la quotidianità dell’ambiente romano, che il poeta descrive sempre con crudo e
lucidissimo realismo.
Il poeta cadde in disgrazia: da un lato, le sue opere non erano più compatibili con il nuovo
orientamento del potere, dall’altro i suoi passati rapporti erano fin troppo noti perché Nerva
potesse accoglierlo. Nel 98 d.C. tornò nella sua terra dove pubblicò altri libri di epigrammi e
curò le edizioni dei suoi libri.
Opere → Marziale si dedica esclusivamente al genere dell’epigramma, un genere già
praticato da Catullo. La raccolta completa delle sue opere si compone di quindici libri di
epigrammi, per un totale di oltre 1500 componimenti.