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caratterizzata da quelle regole e da quelle strutture che guidano l’agire di queste persone. (un gruppo di
persone non necessariamente è legato da qualcosa che queste persone hanno in comune affinchè quel gruppo
di persone sia considerate una società vera e propria devono avere qualcosa in comune = possiamo fare
riferimento a quelle regole generali che quel gruppo condivide, persone che devono necessariamente qualcosa
in comune) quando c’è questo elemento che crea un legame si può parlare di società .
Differenza tra un gruppo di persone che sono casualmente nello stesso contesto e un gruppo di persone che
hanno qualcosa che li lega come le regole e non leggi, regole generali, come il linguaggio e le regole linguistiche.
Le forme di aggregazione hanno sempre caratterizzato la vita umana ma la differenza tra questi gruppi e la
società in cui viviamo oggi sta nel fatto che le regole e la struttura della società , in cui viviamo oggi, sono molto
più complesse. Il punto fondamentale sta nel fatto che nel corso dell’evoluzione dell’uomo la struttura di questi
gruppi è cambiata, ha subito un evoluzione. È chiaro che le società organizzate nel periodo dell’antica Grecia
avevano delle regole e delle strutture più semplici, queste regole e queste strutture si sono modificate grazie a
quel processo che si chiama mutamento sociale.
Questi cambiamenti sono constanti, per esempio le regole che seguiamo oggi non sono uguali a quelle che
seguivano i nostri genitori nonostante non siano passati tanti anni. C’è stata una evoluzione.
C’è però un momento storico ben preciso dove, questo mutamento non è un cambiamento dolce, non è un
evoluzione bensì un cambiamento drastico, una vera e propria rivoluzione, alla fine del 1700 inizio 1800 il
settore dell’economia viene sconvolto da quella che chiamiamo rivoluzione industriale, il settore della politica
viene sconvolto dalla rivoluzione francese ma anche da quella americana e anche un’altra rivoluzione che
colpisce il settore del sapere, della scienza ossia l’avvento dell’ illuminismo.
Prima di questo punto di frattura le società erano organizzate secondo determinate regole e strutture, dopo
questo momento la società si trova costretta a fronteggiare uno scenario che impone regole e strutture molto
più complesse. Perché dopo queste tre grandi rivoluzioni abbiamo bisogno di regole e strutture più
complesse? La risposta pur essendo abbastanza semplice è comunque rappresentativa, fino a questa fase
storica gli individui nel loro agire e nella loro vita quotidiana erano stati legati da un obbiettivo, l’obbiettivo
prevalente era quello di agire per il bene della collettività , nelle società che si sono succedute fino a quel
momento gli individui più che pensare a se stessi pensavano al bene comune. Lavorare per il bene dell’intero
villaggio, non era il progresso individuale bensì il progresso collettivo ad essere importante.
Perché gli individui erano disposti a mettere il progresso collettivo davanti a quello individuale?
Perché si pensava alla sopravvivenza, il raccolto, in un villaggio medievale, se era un raccolto ricco lo era per
tutti. A fronte di un agire teso all’interesse collettivo gli individui vedevano garantiti i bisogni primari.
INTEGRAZIONE REGOLAZIONE
ECCESSO SUICIDIO ALTRUISTIC SUICIDIO FATALISTICO
Tradotto in termini d’azione abbiamo l’esempio L’individuo si sente oppresso dalle regole
dell’atto terroristico dei kamikaze, quelle persone che garantiscono il nuovo equilibrio
che si tolgono la vita perché convinti che il loro sociale, le avverte costrittive e non si
sacrificio sia fondamentale per il bene degli altri. sente più libero.
Altro padre della sociologia è Karl Marx, per lui abbiamo solo un contributo di analisi di straordinaria
potenza a tal punto che ancora oggi risulta di estrema attualità .
Da dove parte il suo pensiero?
Sicuramente la sua analisi prende le mosse da una delle 3 grandi rivoluzioni ossia da quella industriale.
Marx parte dal ragionamento che con l’avvento di questa rivoluzione gli individui sono esposti a fenomeni di
diseguaglianza affermando che il nuovo sistema produttivo la favorisca e che ponga le condizioni affinchè ci sia
qualcuno che controlli i mezzi di produzione e qualcuno che quei mezzi di produzione è chiamato a utilizzarli,
parliamo rispettivamente di borghesia e proletariato.
Secondo Marx la stortura di questo meccanismo non sta solo nel fatto che c’è chi tiene e chi utilizza i mezzi di
produzione, ma nella mancata riconoscenza dell’interdipendenza di queste due classi questo causa
sfruttamento e disuguaglianza e secondo Marx i lavoratori potranno ribaltare questa ingiustizia solo quando si
renderanno conto della loro importanza.
Questo concetto può essere concretizzato parlando del plusvalore ossia la parte eccedente il salario necessario
al sostentamento degli operai che i capitalisti ricavano appropriandosi dei profitti, ad esempio un oggetto è
stato realizzato parimenti da entrambi le classi, e nel momento in cui io voglio quell’oggetto devo pagare il
corrispettivo es. 2 euro, che dovrebbero essere suddivisi in 50 e 50 tra borghesia e proletariato visto che
entrambi sono interdipendenti, così non è, cioè la classe borghese ne ricava molto di più rispetto alla classe
operaia, questa parte che non viene riconosciuta al proletariato viene definita plusvalore, questo incarna il
mancato riconoscimento dell’indipendenza.
Sulla base di questa ingiustizia la società moderna è una società che vive nel perenne conflitto tra le due classi e
anche il suo evolversi è alimentato da questo conflitto, Marx utilizza l’espressione materialismo storico cioè
l’evoluzione sociale basata e alimentata da fattori economici.
Marx non si ferma a dire che serve una rivoluzione ma ne disegna anche uno scenario a cui ci porterebbe,
questa alternativa la definisce con la parola comunismo, che deve segnare la fine della diseguaglianza e il
ritorno del pieno riconoscimento dell’indipendenza, dove tutti operano per il bene della comunità .
Il blocco dei paesi comunisti di fine anni 60 ossia Russia, Ungheria e Romania, operavano l’opposto del
capitalismo, non esisteva la proprietà privata, tutti i mezzi di produzione erano di proprietà dello stato e questo
garantiva (avrebbe dovuto) un equa distribuzione di risorse tra tutti i suoi cittadini, un modello antitetico al
capitalismo dove si cercavano di garantire i bisogni di tutti senza creare disuguaglianza.
L’evoluzione del pensiero marxista lungo tutto il 900 ha trovato delle interpretazioni più moderate, passando
attraverso le parole di autori che magari vedevano in altri strumenti e non nella rivoluzione la possibilità di
ribaltare il concetto di disuguaglianza, c’è anche chi ha individuato classi intermedie all’interno di questi due
estremi.
Il filone marxista vede il conflitto di classi come il tema portante della modernità e più attraversiamo momenti
di crisi e difficoltà economica, più si allarga la forbice tra chi ha le risorse e chi invece non è ha accentuando
sempre più la disuguaglianza rendendo sempre più attuale la visione Marxista FINE 4 LEZIONE
Se queste sono le basi su cui è nata la sociologia, come hanno preso forma con il passare del tempo?
Ancora oggi usiamo questi metodi che abbiamo adattato e aggiornato, queste “evoluzioni dei classici” le
denominiamo correnti di pensiero.
I padri della sociologia continuano ancora oggi a ispirare i lavori dei sociologi cioè nell’osservare un dato
fenomeno posso usare una visione più legata a uno e per un altro fenomeno quella di un altro padre della
sociologia.
Cominciamo parlando dalla scuola di pensiero che si rifà al pensiero di COMTE e di DURKHAIM ossia del
FUNSIONALISMO.
Per capire cos’è pensiamo all’organismo, altro non è che l’insieme dei compiti svolti dai vari organi, nella
visione funzionalista la società funziona allo stesso modo, un complesso di organi, ciascun dei quali svolge un
proprio compito, con l’obbiettivo di garantire l’equilibrio sociale.
Cosa sono questi organi?
Sono quelli che chiamiamo istituzioni sociali, per esempio il gruppo di amici a cui facciamo riferimento svolge
una sua funzione nella struttura sociale, ci aiuta a incrementare il nostro bagagli culturale, le nostre esperienze,
ecc. Anche i mass media sono un’altra istituzione sociale con il compito di tenerci informati e aiutarci nello
svago.
Il Funzionalismo è scuola di pensiero che utilizza una visione macro sociologica perché guarda alla struttura.
I maggiori esponenti sono Talcott Parsons (1902-1979) e Robert Merton (1910-2003), entrambi
fortemente ispirati da Durkhaim.
L’uomo fin dalle sue origini ha avvertito la necessità di fare andare la comunicazione oltre, oltre la coopresenza
da un lato ma dall’altro anche oltre i limiti rappresentati dal tempo cioè fissare questi messaggi aldilà delle
barriere rappresentate dallo spazio e dal tempo, ad esempio le pitture rupestri, i pittogrammi, hanno il fine di
tramandare conoscenza, ad esempio con le scene di caccia, questo veniva fatto a uso e consumo delle
generazioni successive, prorpio attraverso quel tipo di manifestazione esprimeva la necessità di superare le
barriere del tempo, di fissare quel messaggio al di la dell’ostacolo rappresentato dal tempo, questo comunque
non permetteva la mobilità quindi erano state saltate le barriere del tempo ma non quelle dello spazio, il papiro
invece è un mezzo facilmente trasportabile ma è altrettanto facilmente deperibile, quindi in quel caso avevamo
la possibilità di superare e barriere dello spazio ma non quelle de tempo, gli studiosi della scuola di Toronto
individuano una vera e propria tendenza di ogni civiltà umana a superare le barriere dello spazio o del tempo,
nel corso dei secoli secondo questi studiosi ogni civiltà ha sempre manifestato questa tendenza, BIAS. Alla metà
del 1400, 1456, IMPORTANTI GLI ANNI, in Germania un tizio che faceva l’orafo, inventa la stampa a caratteri
mobili, perché è una svolta, perchè per la prima volta la civiltà umana ha a disposizione uno strumento che gli
consente contemporaneamente permette di superare le barriere del tempo e dello spazio, il primo esempio è
quello del libro, uno strumento che può essere trasportabile facilmente e supera anche la sfida del tempo visto
che può essere prodotto all’infinito, perché la stampa a caratteri mobili è una rivoluzione? Perché mette in
discussione non solo dei meccanismi comunicativi ma soprattutto riscrive le dinamiche culturali, non è un caso
che alcuni autori sostengano, da quell’invenzione, prenda le mossa quella serie di rivoluzioni che alla fine del
600 causeranno l’inizio della società moderna, è una rivoluzione inavvertita quella della stampa, ma se
pensiamo alla rivoluzione scientifica e dell’illuminismo che si tratta della diffusione del sapere, e così via anche
per le altre, ecco perché si parla di punto di svolta, crea le condizioni per una vera e propria nuova cultura FINE
12 LEZIONE NO TRANSCULTURALE MA CROSCULTURALE, quinta w = what effects?, cosa è la comunicazione
di massa, comunicazione nella sua forma di massa ‘preferisce questa definizione’? Cioè un processo in cui
un emittente, configurata sotto forma di organizzazione, usando un mezzo in grado di abbattere le barriere
dello spazio e del tempo, invia un messaggio, che ha dei costi di produzione ed è quindi configurato per
produrre profitti a un pubblico presunto e non presente con effetti misurabili a medio o a lungo termine.
EFFETTI , il filone di studi che affronteremo va etichettato come teorie sugli effetti dei media, si interroga e si
chiede , in questa relazione tra i mass media e il pubblico, quali effetti si generano? Questa domanda non ha
trovato ancora una risposta definitiva, lo vedremo dalle teorie che spiegheremo, parliamo di sbilanciamento,
chi crede che questo sia a favore del pubblico e che invece che sia al favore dei mass media, Umberto Eco negli
anni 60 inizierà a distinguere queste teorie in base alla loro visione di sbilanciamento,
teorie apocalittiche = implicano una supremazia dei media sul pubblico,
teorie integrate = all’opposto, vedono un pubblico capace di trovare nei mass media una risorsa,
questi sono i filoni da lui distinte.
Ordine diverso della spiegazione rispetto al libro, prof le spiga in ordine cronologico, più semplice da ricordare.
Primi decenni del 900 fino alla fine del secolo.
Carta di identità delle teorie: Nome della teoria obv, AUTORE O AUTORI, PERIODO DI RIFERIMENTO ‘ALMENO
IL DECENNIO, ANNI 40, ANNI 60’ , IL CONTESTO GEOGRAFICO IN CUI QUESTA TEORIA VIENE ELABORATA.
PRIMA TEORIA:
NOME: TEORIA DELL’AGO IPODERMICO O DEL PROIETTILE MAGICO.
DATA: TRA GLI ANNI 10 E GLI ANNI 30 DEL 1900.
DOVE: STATI UNITI.
Contesto importante perché negli Stati Uniti la comunicazione di massa si sviluppa più velocemente e per fini
commerciali, negli anni 10 già la radio seguiva il modello del network che arriverà in Italia negli anni 80,
rispetto all’Europa in cui si sviluppa per lo più per fini politici.
La casella del Nome va lasciata in bianco per adesso perché non è riconducibile a un autore ben preciso ma
l’insieme di contributi.
CHE COSA DICE QUESTA TEORIA?
Dice che il rapporto tra i mass media e il pubblico è un rapporto completamente sbilanciato a favore dei mass
media, controllo assoluto del pubblico, segue uno schema/modello stimolo risposta, SR, a ogni stimolo
coincide un'unica risposta, cioè che secondo questa teoria quando i media inviano un messaggio al pubblico,
questo indistintamente dalla tipologia di soggetti, risponde sempre allo stesso modo, un autentico riflesso
condizionato, cioè una reazione ‘teoria di Pablov e del cane’ che viene da uno stimolo, ipotermico perché indica
che i mass media sono in grado di iniettare in noi i loro messaggi, i sostenitori di questa teoria citano un caso
che negli anni 30 si verificò negli Stati Uniti, il mezzo più popolare e diffuso era la radio, un emittente
radiofonica mandò in onda un radio dramma chiamato ‘la guerra dei mondi’ che prevedeva lo sbarco di alcuni
extraterresti sulla terra, e il culmine era la morte stessa del giornalista che narrava in prima persona
quest’arrivo, dicono che gli ascoltatori iniziarono a scappare per le strade cercando una salvezza dagli alieni,
nonostante veniva spesso ricordato che il fatto narrato fosse frutto di una finzione, leggenda vuole che sia così,
ma in realtà gli effetti furono più limitati rispetto a quanto raccontato, l’ago inocula il messaggio sotto la pelle e
il pubblico risponde con un riflesso condizionato, la teoria degli alieni veniva usata dai proseliti della teoria
come risposta agli increduli. Perché questa teoria non ha una paternità ben precisa? Perche nasce da una
ricerca definita amministrativa, ----- Siamo in un periodo storico in cui molti industriali negi Stati Uniti cercano
di valutare quanto possa essere più o meno conveniente investire sui mass media,--- quindi questa teoria,
raccoglie e sintetizza questi contributi dando per scontato la loro veridicità , ma non ci sono tracce di veri e
propri esperimenti per validare questa teoria, come le altre, questa teoria va letta considerando il periodo
storico in cui nasce, un momento in cui questo rapporto, il pubblico è molto meno smaliziato, nel 1885 il
pubblico assiste alla prima rappresentazione cinematografica, un momento storico in cui c’era una sorta di
stupore davanti a questi mezzi, la voce che esce da una scatola, le immagini che appaiono da una schermo, non
erano abituati a quel tipo di comunicazione, in quel momento storico c’erano i presupposti per pensare che il
pubblico partisse da un posto svantaggiato rispetto ai media, i decenni in cui si pensa che la comunicazione
possa avere anche effetti subliminari, cioè messaggi che vengono codificati in modo che l’occhio non lo
percepisca ma il cervello si, ci muoviamo sempre nel campo della leggenda, questa è una teoria di carattere
decisamente apocalittico, inoltre, parlando sempre del contesto in cui si sviluppa questa teoria, dobbiamo
aggiungere alla concezione della massa, può essere concepita sia in modo dispregiativo o no, e da qui quindi si
basano anche le teorie apocalittiche o no, massa come pecoroni che seguono ogni cosa, incapace di seguire i
propri stimoli o persone che restano comunque razionali, la prima era la visione diffusa in quel periodo storico,
considerando anche che siamo vicini all’ascesa dei reggimi dittatoriali. Comprendere come ciascuna di queste
teorie hanno un loro motivo di esistere, in quel momento, diventa operazione più complicata contestualizzarle
in uno scenario diverso, ancora oggi c’è sostiene che il rapporto tra pubb e mass avvenga secondo la stessa
dinamica, FINE 13 LEZIONE
SECONDA TEORIA
NOME: TEORIA CRITICA
PERIODO: ANNI 30 DEL 900.
AUTORE: ADORNO, ORCAIMER “HORKHEIMER”.
DOVE: EUROPA, GERMANIA, FRANCOFORTE.
Gli autori erano entrambi di origine ebraica, ecco perché Adorno assunse il cognome della madre, siamo in
pieno regime nazista, questi autori non possono essere definiti sociologi ma sono filosofi, hanno una visione
estremamente marxista, conflitto di classe, disuguaglianza ecc. Fondano un istituto di ricerca SCUOLA DI
FRANCOFORTE , quando le persecuzioni naziste diventano sempre più pressanti saranno costretti a lasciare la
Germania e andranno prima in Francia e poi per gli Stati Uniti, autori di una teoria fortemente apocalittica, La
loro teoria è inizialmente esposta in un testo molto famoso chiamato “dialettica dell’illuminismo” pubblicato
nel decennio successivo degli anni 30, O DELL’INDUSTRIA CULTURALE, molto più strutturata di quella dell’ago,
questa teoria prevede : affermano il principio importantissimo, ragionando sugli effetti dei media non possiamo
parlare di un singolo mezzo, i media nel loro insieme rappresentano un vero e solo sistema, seguono tutti la
stessa logica, inutile differenziare i vari mezzi, gli effetti dell’unione di tutti i mezzi, questo sistema lo chiamano
industria culturale, la logica di questa industria rappresenta una vera e propria classe dominante rispetto alla
massa, che compie un operazione ben precisa cioè si impossessa abusivamente della cultura, di un bene che nei
secoli precedenti era un bene comune e universale, lo trasforma in merce e grazie a questa merce controlla la
massa, quando questi parlano di cultura lo usano in un’accezione ben precise, diversa da quella che abbiamo
parlato noi, per loro è solo quella che noi possiamo definire cultura alta, ad esempio come hanno specificato gli
autori, quando parliamo di musica, quella vera è quella da camera, quella accessibile solo agli esperti, è così per
loro deve essere, quando però l’industria se ne impossessa e lo mercifica facendolo diventare accessibile a una
massa, anche per quanto riguarda la letteratura, periodo storico in cui si iniziava a fare propaganda per mezzo
dei media, l’industria culturale puntava al controllo della massa. L’effetto che l’industria ottiene è quello di un
controllo della massa e di un suo appiattimento, scompare cioè oltre alla cultura alta anche quella figura
dell’intellettuale, che non trova più modo di uscire dalla massa che diventa uno come un altro, diventa una
massa omogenea, loro la definiscono vittima fatale dell’industria culturale.. Il punto debole di questa teoria è
che questa non si basa su una fase empirica, di ricerca sul campo. Anche questa una teoria APOCALITTICA, la
teoria apocalittica per eccellenza.
TERZA TEORIA
NOME: TEORIA DEL FLUSSO A DUE STADI
PERIODO: ANNI 40 DEL 900
LUOGO: STATI UNITI
AUTORI: LAZARSPELD, KATZ E ANCHE ALTRI.
La cosa da ricordare è che in questo caso, e per la prima volta, nel momento in cui si parla degli effetti, la
risposta viene data attraverso una ricerca empirica.
Il loro punto di partenza è stato SR, la scienza aveva fatto dei passi avanti su questo frobte, aveva abbracciato
un modello un pò meno determinista, si era capito che questo meccanismo era troppo cinico per descrivere il
comportamento degli individui, SV.I.R , STIMOLO, VARIABILE ITERVENIENTE, RISPOSTA. Sviluppato da
Hovland, non più frutto di uno stimolo ma la risposta prevedeva una variabile interveniente, cioè l’individuo
non è mai esposto direttamente allo stimolo, parla con altre persone, si confronta ecc e quindi secondo lui
nell’andare a individuare i motivi di un comportamento, non dobbiamo guardare solo allo stimolo, viene
superata quell’immagine visto come cavia che reagisce a determinati impulsi , questo è il contesto scientifico in
cui si sviluppa la teoria, tutto questo si traduce nella ricerca di Lazfert, cercavano di capire il motivo per cui la
gente sceglie di votare un partito piuttosto che un atro, con una ricerca empirica nel paese di Declatul,
capiscono che questo modello può essere applicato anche a questi fenomeni, la gente non si fida solo degli
stimoli della campagna elettorale, ma si confronta anche con altre persone, se sostituiamo allo stimolo i mass
media e alla R il pubblico possiamo dire che lo stimolo mediale, prima di generale la risposta del pubblico,
subisce la mediazione di queste variabili I, ma chi sono? Lazfert individuano questa variabili in una persona ben
precisa leader di opinioni, una persona che all’interno di una situazione viene considerata la più adatta,
affidabile ecc, e viene considerato come un punto di riferimento, il pubblico filtra il messaggio dei mass media
grazie questo leader, due stadi perchè abbiamo 2 momenti: mass media manda il messaggio, il leader lo riceve,
primo stadio, il leader lo filtra e lo passa al pubblico secondo stadio, il pubblico non è direttamente esposto. Il
leader di opinione è una figura che noi troviamo ogni giorno nel nostro quotidiano, e non ne troviamo solo uno,
ma ne abbiamo molteplici, adesso però , parlando dei giorni nostri, vediamo come la figura dell’opinionista si è
sempre più spostato omogeneamente verso i media, agisce all’interno di questi, parlare di fashion blogger è la
figura ideale. Questa teoria e molto meno apocalittica delle altre, però non possiamo già parlare di un teoria
integrata, perchè è vero che stiamo inquadrando il pubblico in una situazione diversa però è comunque un
pubblico non del tutto indipendente, stiamo iniziando a vedere un pubblico più emancipato ma non possiamo
pensare a un pubblico completamente emancipato. FINE LEZIONE 14
NOME: MODELLO DEGLI USI E DELLE GRATIFICAZIONI
PERIODO: ANNI 50 DEL 900
LUOGO: STATI UNITI
AUTORI: KATZ E MERTON
Teoria di tipo integrata, per la prima volta non ci si chiede più che cosa i media fanno del pubblico bensì che
cosa il pubblico fa dei media, cambia la prospettiva di analisi e cambia il punto di partenza, il pubblico non è più
una massa senza una coscienza critica ma una massa attiva all’interno del processo, ha uno spazio decisionale
cioè “che cose fare dei media?”.
Si utilizza un approccio funzionalista, cioè quell’approccio che nasce da un aggiornamento delle tesi di Durkaim
che vede la società come un organismo formato da diversi organi. Che ruolo svolgono i media.
Al variare dell’utilizzo varieranno le gratificazioni, qual è la funzione che i mass media hanno nello scenario
sociale, questo dipende dall’uso che se ne fa.
Internet non è semplicemente una nuova tecnologia ma è una vera e propria rivoluzione, una rivoluzione che
rivoluziona tutti i campi, a differenza da quelle viste a inizio corso che ognuna rivoluziona un settore ben
preciso, questa rivoluzione è chiamata RIVOLUZIONE DIGITALE. Grande rapidità e senza spargimenti di sangue.
Uno studio che anticipa questa rivoluzione vengono dalla scuola di Toronto, sempre attento al parallelismo tra
culura/ società e tecnologia, con un autore chiamato McLuhan questa scuola farà un significativo passo avanti,
lui è un autore che possiamo collocare tra gli anni 60 e lui già vede cosa sarebbe successo negli anni a venire
perché vede una tecnologia sempre più indirizzata verso determinati concetti. Sposa il così detto
DETERMINISMO TECNOLGICO una visione in cui la tecnologia assume un ruolo centrale su tutti, talmente
centrale che mcluan non fa altro che interpretare la tecnologia come una vera e propria estensione del corpo
umano, ovviamente non aveva mai visto il telefono e morirà ancor prima di vederlo, partendo da questo
presupposto comincia a classificare 2 tipi di mezzi: caldi e freddi (media caldi e media freddi)
I media caldi :quei mezzi che possono stimolare uno o pochi sensi, come la radio, o un libro, sono
monosensoriali
I media freddi: coinvolgono nel loro utilizzo più sensi come la tv o il cinema, non abbiamo bisogno di colmare
con l’immaginazione gli elementi mancanti.
Partendo da questo presupposto, cioè di tecnologie sempre più integrate nell’individuo e viste come parti del
corpo umano, conierà la sua previsione e dirà che stiamo andando verso un mondo che rappresenterà sempre
di più un villaggio globale, per villaggio globale intende (ossimoro) che le tecnologia che da li a qualche hanno
sarebbero arrivate avrebbero creato un mondo sempre più piccolo, un mondo in cui le barriere di spazio e di
tempo sono annullate, ma non è solo una questione tecnica cioè avere a disposizione un strumento che ci
permette di azzerare distanze e tempi, ma è proprio una nuova dinamica culturale, entrare in una dinamica in
cui ciascuno di noi è sempre più in grado di dialogare con soggetti di altri posti lontani e di altre culture, lui
prefigura proprio un mondo che si rimpicciolisce, un mondo dove nulla ci sembra più così differente e diverso.
LA TRASFORMAZIONE TECNOLOGICA E INANZITUTTO UNA TRASFORMAAZIONE CULTURALE.
Ampliamento del canale, questa è la differenza tra la tecnologia digitale e analogica, da un punto di vista
tecnico.
Questo cambiamento è così drastico e radicale da far dire ad alcuni autori che addirittura segna la fine della
modernità e ci proietta in uno scenario che non è moderno ma è postmoderno, come se tre secoli dopo si
ripetesse la stessa situazione.
Una comunicazione che a sua volta si evolve, che estende le sue forme, abbiamo l’autocomunicazione di massa,
come le video lezioni.
NUOVO LIBRO
Paradigma digitale = mentalità che si lega a questa tecnologia.
Se alla fine degli anni 90 del 900 assistiamo alla rivoluzione digitale perché gia da qualche decennio la società si
stava incanalando verso questo.
Cosa viene prima della fine del secolo da spingere l’universo sociale verso la direzione di cui abbiamo parlato, la
rivoluzione inizia a maturare a metà del 900, un evento, il fungo atomico su iroshima e nagasachi, che chiude il
secondo conflitto mondiale ma chiude anche un epoca perché la scoperta della bomba atomica inizia a porre
l’uomo di fronte a un contesto nuovo, per la prima volta l’uomo capisce che è arrivato a un punto di non ritorno,
che è stato talmente bravo a dominare la materia da trovare il modo di distruggerla, l’uomo inizia iniziano ad
essere consapevoli del fatto che con un bottoncino si può distruggere il mondo, quel tipo di arma era un punto
di non ritorno e cosa centra con il cambiamento? La risposta ci arriva dall’autore Negroponte, per rispondere a
questa frase usa una frase per precisa ‘il passaggio dall’atomo al bit diventa inarrestabile e irrinunciabile’ cioè
l’atomo è l’elemento essenziale della materia il bit è quello dell’informazione, cosa c’e dietro questo passaggio,
c’è la necessita di indirizzarsi verso nuovo orizzonte e bisogna iniziare a cambiare mentalita, bisogna di
sostituire al materialismo qualcosa di diverso, un bene non materiale, il bit, prova ne sia che quel conflitto che
segue la seconda guerra cioè la seconda guerra è una guerra immateriale, una guerra si combatte sui progressi
tecnologici ad esempio chi arriva prima sulla luna? In questo clima comincia a maturare quella rivoluzione che
ci porterà alla fine del 900 all’arrivo del digitale. Internet nasce in questo clima, e nasce da un progetto che
viene elaborato a partire dagli anni 60, in piena guerra fredda, un momento in cui la competizione diventa di
tipo tecnologico, in quel periodo gli stati uniti finanziano un progetto di una struttura in grado di resistere
anche a un esplosione nucleare, progetti che devono funzionare anche in caso di una apocalisse nucleare,
quando fu avviato dal governo questo progetto, all’interno di questo ministero nessuno aveva le competenze
per sviluppare, stavano chiedendo di inventare il futuro, all’epoca trovarono un gruppo di professori
universitari, è vero che il progetto era gestito dal ….della difesa, ma era affidato a dei professori universitari,
che cominciarono a lavorare in questo progetto, abbiamo un terzo soggetto che doveva materializzare il
progetto, questi professori partirono da un idea, foto sul libro, finora i canali di comunicazione si erano
sviluppati in maniera lineare, per raggiungere un punto da 1 a 2 veniva creata una linea, questo tipo aveva due
limiti, in qualsiasi punto veniva interrotto i due estremi diventano isolati, il secondo è che se alla linea aggiungo
un terzo punto la linea si indebolisce, più gente fruisce della linea più la linea si rallenta, loro partono da un’idea
diversa, ioè per unire due punti non uso più una linea ma uso una rete, a grande differenza consiste che creando
una rete anche se viene interrotto il segmento A la mia informazione può viaggiare su una strada alternativa,
più viene potenziata questa rete, più le mie opzioni si moltiplicano, la logica della rete diventa una linea guida
per il progetto che questo gruppo inizia a portare avanti a partire dagli anni 60, un ultima caratteristica è che la
rete può fare connettere molte più persone, quando arriva al compimento questo progetto, il governo degli stati
uniti dice che non gli serve al momento che la guerra fredda sta finendo, allora a quel punto il governo decide di
venderla, e viene avviata una sorta di asta mondiale per capire se c’è qualcuno che vuole comprarsi internet,
quest’asta va deserta non trovano nessuno che lo voglia comprare, alla fine il governo richiama i professori, uno
dei leder è tim bas lean, che riprendono il progetto e decidono che internet non dovrà essere commerciale ma
pubblico, e nel 1991 in un convegno a Ginevra decidono di rendere pubblica la rete, condividendo con tutto il
mondo la rete www. http, a questo punto qualsiasi utente ha la possibilità di connettersi alla rete. FINE
LEZIONE 16 Al centro di questo meccanismo ci sono due elementi: tecnologia e informazione, la nostra società
è caratterizzata sotto tutti i punti di vista su questi due elementi, tanto che ci porta a parlare di differenziali di
conoscenza una tesi, minore è la possibilità di accesso ai mezzi di informazione per un soggetto minore sarà la
sua conoscenza.
QUATTRO PUNTI IMPORTANTI: rivoluzione incarnata sulla tecnologia ma impatta sulla sfera culturale,
rivoluzione digitale
1. Il primo aspetto che la rivoluzione, sotto un profilo tecnologico propone, è quello della reticolarità ,
passaggio da una linea a una rete, permette di diffondere la linea in modo capillare. Riflesso sulla
dimensione culturale: la globalizzazione, in altre parole, da una lato abbiamo l’avvento di una tecnologia
reticolare, dall’altro abbiamo un mondo che diventa sempre più globale, dove le barriere di spazio e
tempo risultano quasi azzerate.
2. Un’altra connotazione della rivoluzione da un punto di vista tecnologico e quella riassunta dalla parola
convergenza, cioè questa tecnologia presenta una particolarità cioè tutti gli strumenti che vengono
sviluppati in ambito digitale riescono a dialogare tra di loro, questo è avvenuto perché sono stati fissati
dei punti di convergenza, un punto verso tutti gli strumenti convergono, come delle cuffie con un
telefono o una pen drive con un computer. DA UN PUNTO DI VISTA CULTURALE: anche gli individui
diventano convergenti, il bagaglio culturale diventa un bagaglio più globale, così come un telefonino è in
grado di dialogare con altri dispositivi, anche noi individui siamo diventati molto più convergenti.
3. Partiamo dal concetto di realtà virtuale, un’altra caratteristica della rivoluzione, le tecnologie digitali
producono come uno spazio aggiuntivo, noi stiamo agendo appunto in un AULA VIRTUALE o quando si
gioca a un videogioco, sono degli spazi in cui spendiamo parte della nostra attività quotidiana, tutto
questo in verità fino a una 40 anni fa non esisteva o era comunque in embrione, CARARTTERISTICA DA
UN PUNTO DI VISTA CULTURALE: genera una crescente richiesta di esperienze, frase che spiega il
concetto SIAMO IN UN EPOCA IN CUI NON CI SI CHIEDE PIU COSA VORREI POSSEDERE CHE ANCORA
NON HO, SIAMO IN UN EPOCA IN CUI CI SI CHIEDE COSA VOGLIO PROVARE CHE ANCORA NON HO
PROVATO… questo perché allargandosi le dimensioni in cui interagiamo ci siamo abituate ad avere
accesso alle esperienze.
4. L’ultima caratteristica tecnologica è la riproducibilità , cioè poter copiare e mandare un numero
illimitato di volte e di contenuti. Ma non si sono moltiplicati solo i contenuti, ma anche i valori, questa
moltiplicazione si è accentuata proprio con l’avvento della rivoluzione digitale.